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BITCOIN

Il bitcoin è la prima e più diffusa tra le cosiddette criptovalute.


È un "valore" concordato tra le parti sulla base della "legge della domanda e dell'offerta".
• A differenza delle valute convenzionali, il cui valore è associato alle variabili macroeconomiche
dello Stato che le emette, il valore del bitcoin dipende esclusivamente dalle aspettative di chi li
scambia.
Il loro valore è cioè determinato esclusivamente dalla legge della domanda e dell'offerta, un po'
come per il prezzo dell'oro, dei diamanti e delle materie prime.
• Il clamore attorno all'aumento del valore del bitcoin che si è generato negli ultimi mesi ha
innescato una corsa all'acquisto, che a sua volta ha contribuito a incrementarne il valore.
• È denaro, ossia soldi che possono essere usati per fare acquisti, ma non è una moneta: non esiste in
un oggetto fisico.

STORIA:
Non si sa chi abbia inventato i bitcoin: l’inventore viene chiamato Satoshi Nakamoto, ma è un
nome di fantasia che finora ha garantito anonimato alla persona o alle persone che li crearono nel
2009.
• Nakamoto voleva creare un nuovo sistema di valuta elettronico senza nessun tipo di autorità
centrale: ci riuscì e nel 2010 sostanzialmente sparì, sfilandosi completamente dal sistema che aveva
creato. • il bitcoin non è emesso né garantito da una Banca Centrale. È frutto di un software
appositamente programmato.
Nel tempo, nelle transazioni online il bitcoin ha mostrato di avere un controvalore (in valute
tradizionali) estremamente variabile: per esempio, il 13 gennaio 2017 un bitcoin si valutava circa
777 euro, il 13 dicembre 2017 si valutava 14.475 euro.

COME FUNZIONANO I BITCOIN?


Il protocollo Bitcoin, comunemente indicato con l'iniziale maiuscola per distinguerlo dalla moneta,
utilizza un complesso sistema di crittografia per gestire gli aspetti funzionali del bitcoin.
• Il Bitcoin si basa sulla tecnologia peer-to-peer (P2P), la stessa utilizzata per lo scambio che si fa
in Rete di file musicali, film e software.

SPIEGAZIONE FUNZIONAMENTO:
Ogni utente ha dei wallet (portafoglio), che rappresentano i loro conti.
Il cardine di tutto il protocollo è il trasferimento di valuta tra i vari wallet • Ogni transazione in
bitcoin è pubblica e memorizzata in un database distribuito, che viene cioè replicato nei computer di
tutti coloro che possiedono un wallet
• In informatica un database distribuito è un database che si trova sotto il controllo di un Database
management system (DBMS) nel quale gli archivi di dati non sono memorizzati sullo stesso
computer bensì su più elaboratori • Quando un "utente A" (Amy) trasferisce criptovaluta a un
"utente B" (Jerry), attraverso una connessione diretta da computer a computer (il peer-to-peer),
aggiunge alle proprie monete la chiave pubblica di B e autorizza la transazione firmandola con la
propria chiave privata (la propria "firma"). La transazione viene inviata sulla rete peer-to-peer, dove
viene controllata e registrata da tutti i nodi (gli elaboratori) che partecipano alla rete.
Il prefisso cripto- indica "nascosto", come in appunto in crittografia. All'interno del wallet di ogni
utente c'è infatti una coppia di chiavi crittografiche: la chiave pubblica, cioè l'indirizzo che fa da
punto di invio o ricezione dei pagamenti, e la chiave privata che serve per apporre la firma digitale e
autorizzare le transazioni. •
I bitcoin all'interno di un wallet possono essere spesi solo da chi ne possiede la relativa chiave
privata: se questa viene smarrita, i bitcoin associati non potranno più essere spesi e il relativo
importo diverrà indisponibile. • Esattamente come per il contante, una volta che una transazione è
avvenuta non è più possibile annullarla.
Quando la validità della transazione viene confermata, l'informazione viene aggiunta al database
distribuito, chiamato blockchain, cioè catena di blocchi: a questo punto ogni nodo della rete peer-
to-peer viene a conoscenza dell'avvenuta transazione. • La blockchain contiene tutti i movimenti di
tutti i bitcoin generati a partire dall'indirizzo pubblico del loro creatore fino all'ultimo proprietario.
ogni punto della rete sa tutto di ogni singola moneta. È come se conoscesse la storia di quella
moneta
Per farla semplice, la blockchain è un libro mastro, un registro. Ogni unità del registro è un
“blocco”, e i blocchi sono collegati tra loro nell’ordine in cui sono stati creati. I blocchi sono
connessi usando la crittografia, che li lega in modo virtualmente non modificabile.

La verifica delle transazioni nel blocco viene eseguita da alcuni elaboratori (i Miner) presenti nella
rete e che partecipano alla Blockchain.
MINER: I miner sono coloro che mettono a disposizione la potenza di calcolo, cioè i computer, che
servono per la verifica delle transazioni. il miner viene ricompensato in criptovaluta. • La
criptovaluta viene generata e accreditata 6 volte l'ora in maniera automatica nei wallet degli utenti
che con il loro operato contribuiscono al mantenimento del sistema: il mining è quindi un'attività
che consente, a chi la pratica, di generare criptovaluta.
• Nel 2009, quando solo gli appassionati e i creatori stessi erano a conoscenza dei Bitcoin, il mining
era un’operazione semplice e un bitcoin costava circa 5 centesimi.
Attualmente in tutto il mondo esistono delle Farm industriali per il mining delle criptovalute

PERCHE GARANTISCONO L’ANONIMATO?


Il potenziale di anonimità delle transazioni ha reso le criptovalute come bitcoin (BTC o XBT),
ethereum (ETH), monero (XMR) e altre, la moneta preferita anche per gli scambi illegali di denaro.
Per lo stesso motivo eventuali introiti sono impossibili da tassare, a meno che non vengano
esplicitamente dichiarati.

DOVE USARLI?
In molti Paesi del mondo (Italia compresa) non ci sono norme che vietano di usare bitcoin, perciò
sì, sono legali e si possono usare per fare acquisti... a patto che la controparte sia disposta ad
accettarli. • Oggi diverse catene di negozi, siti di e-commerce e organizzazioni noprofit, per
esempio la Wikimedia Foundation, accettano pagamenti e donazioni in bitcoin.
Ci sono anche carte di credito emesse dai normali gestori ma appoggiate a wallet in bitcoin e, da
qualche tempo anche in Italia, ci sono sportelli ATM dai quali è possibile prelevare contanti (in
euro) da un proprio conto in criptovaluta o viceversa. Uno dei primi, ma ormai non più unico, si
trova a Milano, presso uno dei coworking di Talent Garden.

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