Transazioni più economiche, veloci e sicure grazie alla tecnologia blockchain. Ecco il primo di due
L’interesse verso le valute virtuali e le operazioni connesse a esse sta crescendo di popolarità, ma
non tutti sono al corrente del loro funzionamento e delle conseguenze in materia fiscale. In questo
primo articolo andremo a descrivere gli aspetti più importanti di questo fenomeno e a capire il loro
funzionamento. Nel secondo articolo approfondiremo la loro tassazione attraverso un caso pratico.
rappresentazione digitale del valore che costituisce un mezzo di scambio per le transazioni di beni e
servizi, una riserva di valore e/o un’unità di conto. A differenza delle valute tradizionali come il
dollaro o l’euro, la moneta virtuale non ha una componente fisica e non è controllata da governi e
passa dalle banche tradizionali. Ad oggi esistono quasi 2.000 valute virtuali, tra queste le
criptovalute più diffuse sono bitcoin (BTC), ethereum (ETH), e litecoin (LTC).
La moneta virtuale può essere utilizzata come strumento di pagamento e mezzo di scambio per le
transazioni di beni e servizi, o detenute a scopo di investimento. Inoltre, può essere scambiata su
piattaforme virtuali, tra cui le più conosciute sono Coinbase, Global Digital Asset Exchange
(GDAX) e Gemini. Il prezzo di scambio viene determinato dalla domanda e offerta come avviene
In generale, le monete virtuali vengono generate attraverso il cosiddetto mining: con questa
modalità la moneta viene emessa automaticamente da potenti computer che risolvono complessi
Nella catena di blocchi (blockchain) del bitcoin, ovvero il database pubblico nel quale vengono
registrate tutte le transazioni in rete, ogni transazione deve essere validata dai nodi del network per
essere inclusa nella blockchain. In altre parole, i nodi devono raggiungere un consenso sulla validità
della transazione ed è compito dei miner verificare la validità di queste operazioni. Una volta risolto
l’algoritmo, i miner vengono premiati con una somma di bitcoin creati dopo la risoluzione del
problema.
Grazie alla tecnologia blockchain, ogni transazione rimane immutabile e impossibile da imitare,
*Andrea Fantozzi, partner alla Prager Metis Internationl e responsabile dell’Italian Desk, ha
Per qualsiasi domanda in merito a questa nuova tecnologia potete scrivere al seguente email:
afantozzi@pragermetis.com
Nel primo articolo abbiamo visto come la moneta virtuale si stia diffondendo sempre di più e gli
aspetti più importanti di questo fenomeno. In questo secondo articolo andiamo ad approfondirne le
Il trattamento fiscale della moneta virtuale Per una corretta applicazione della normativa fiscale, è
servizi, un’attività di mining, oppure uno scambio con altre valute virtuali.
Le valute virtuali sono considerate dal fisco americano (IRS) come una proprietà e non una moneta,
vengono infatti applicati i principi che regolano il trasferimento di beni di proprietà. In seguito
Negli Usa ricevere lo stipendio da un datore di lavoro in una valuta virtuale equivale ad un
pagamento in dollari. L’importo deve essere indicato dal datore di lavoro nel modulo W-2 per i
dipendenti come il valore di mercato (Fair Market Value) della criptovaluta nella data in cui avviene
il pagamento. I liberi professionisti che vengono pagati con una valuta virtuale in cambio di un bene
o servizio devono dichiarare il valore di mercato della valuta alla data di ricezione.
I miner devono dichiarare il valore di mercato della valuta alla data di ricezione. Per i contribuenti
che fanno attività di mining come forma di attività propria e non come lavoro dipendente, il reddito
Le operazioni di scambio in valuta virtuale sono paragonabili alla compravendita di titoli e vengono
applicate le normative per la vendita e lo scambio di capitale fisso. Ciò significa che i guadagni di
breve periodo saranno tassati come reddito ordinario; i guadagni di lungo periodo saranno tassati a
un tasso preferenziale. Scenario 1: Il 1° gennaio 2017 un BTC viene acquistato per 3.000 dollari. Il
1° luglio 2017 viene venduto per 8.000 dollari. Il guadagno di 5.000 (8.000 – 3.000) è di breve
Scenario 2: Il BTC viene venduto per 12.000 dollari il 1° maggio 2018. In questo caso il guadagno
Scenario 3: Il BTC viene scambiato per un ADA (1 BTC = 10.000 unità di ADA, 1 ADA = 0,60
Le valute virtuali possono essere prestate da un utente a un altro. Chi dà in prestito la valuta può
ricevere tassi di interesse fino al 20%. In tal caso è importante indicare gli interessi ricevuti nella
In conclusione, data la crescente popolarità della valuta virtuale è importante che i contribuenti
siano consapevoli delle implicazioni fiscali, e che verifichino la presenza di guadagni non dichiarati
oppure dichiarati in maniera non corretta per evitare di essere soggetti a sanzioni.
*Andrea Fantozzi, partner alla Prager Metis Internationl e responsabile dell’Italian Desk, ha
afantozzi@pragermetis.com