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Prendiamo un recipiente, diviso in due parti, la prima riempita di un gas e nell’altra il vuoto. Applichiamo un forellino nella parete separatrice, le
molecole iniziano ad espandersi nella parte destra, dopo un tempo abbastanza lungo metà delle molecole andranno a vivere nella parte destra.
Le molecole espandendosi non incontrano nessuna pressione, c’è il vuoto dall’altra parte, quindi la pressione esterna, contro cui stanno lavorando le
molecole, è nulla, durante la trasformazione il gas non ha una pressione definita, non è una trasformazione quasi statica, però avviene a pressione
esterna nulla, il volume finale raddoppia rispetto a iniziale, ma ci arriva in modo libero, quindi il lavoro è nullo. Come nello spazio profondo dove non
c’è atmosfera, bucando un palloncino d’aria questa fuoriesce, ma il lavoro è nullo perché non incontra alcuna pressione esterna. È una trasformazione
irreversibile
Posso passare da uno stato all’altro o aggiungendo una massa infinitesima alla
A prescindere da come è fatta l’equazione di stato, posso sempre volta (granellino di sabbia—> trasformazione quasi statica) o un aggiungendo
esplicitare il volume in funzione della temperatura è della pressione bruscamente una massa pesante. Nel secondo caso faccio prima a calcolare il
lavoro termodinamico, non è una trasformazione quasi statica e la pressione va
istantaneamente ad essere quella finale, invece in una trasformazione quasi statica
abbiamo una successione di stati di equilibrio infinitesimi.
Calcolare la differenza di pressione interna ed esterna in una bolla di sapone, ovvero un guscio sferico di spessore infinitesimo che è in equilibrio meccanico grazie al fatto che ha una pressione interna che spinge la bolla per
aumentare il suo volume e una pressione esterna che sarà quella atmosferica che tende a comprimere la bolla stessa. Le due pressioni non sono uguali perché c’è la tensione superficiale, delle forze superficiali che stanno
ingabbiando le molecole all’interno della superficie stessa, quindi la pressione interna deve vincere anche la tensione superficiale.
Fa vedere la differenza numerica nel lavoro
termodinamico nel caso di una trasformazione quasi
statica o nel caso in cui non sia quasi statica. Il
primo è maggiore sia nella fase di andata che in
Applichiamo la relazione trovata alla bolla di sapone (con all’interno aria) L’ambiente esterno deve cercare di contrastare l’aumento di volume dV,
CURIOSITÀ: Prendiamo una bolla di acqua che galleggia nello spazio in assenza di quella di ritorno —> cuore del secondo principio
aumentando pressione esterna e forza esercitata dalla tensione
gravità, abbastanza velocemente questa bolla tende ad assumere una forma sferica. della termodinamica (quasi staticità condizione
superficiale
Questo poiché ogni sistema meccanico tende a minimizzare l’energia potenziale e per necessaria, ma non sufficiente per la reversibilità)—
farlo minimizza la superficie esposta e la sfera a parità di volume è la forma con > è più efficiente operare in modo quasi statico, fa
superficie minore. sprecare meno energia.
A mano a mano che r aumenta la pressione
Differenza finita di pressione esterna e diminuisce, quando r tende a infinito la pressione
interna in una bolla di sapone esterna tende a quella interna (deltap—>0)
In generale, il lavoro termodinamico è non conservativo, ma esiste una sottoclasse di trasformazioni termodinamiche per le quali il lavoro non dipende dal percorso compiuto —> trasformazioni ADIABATICHE (che avvengono all’interno di un ambiente adiabatico, separato dall’ambiente esterno mediante pareti adiabatiche). Per queste possiamo definire una nuova equazione di stato, chiamata ENERGIA INTERNA. Per le non adiabatiche non è possibile
esprimere il lavoro come la differenza di una funzione di stato (un potenziale), possiamo però esprimerle come adiabatica più il calore.
Esempi di lavori adiabatici (sistema S) Essendo una differenza è sempre definita a meno di una costante additiva, non
Gas nel cilindro che viene scaldato e aumenta il posso sapere in assoluto quale sia l’energia interna di un sistema. Definisco
proprio volume facendo lavoro pV arbitrariamente uno stato termodinamico in cui l’energia interna sia 0 così che ora
Lavoro adiabatico fatto da forze gravitazionale, dove posso definire l’energia interna di un qualsiasi altro stato termodinamico A
il sistema è una rampa con un blocco che scivola attraverso una trasformazione gamma adiabatica, scelto una qualunque curva e il
Lavoro torcente, forma di lavoro termodinamico lavoro termodinamico calcolato lungo questa curva per definizione è l’energia
meccanico, dove il sistema è un oggetto che scambia interna dello stato A.
energia attraverso lavoro torcente, ad esempio le
Facendo il lavoro termodinamico all’interno di pareti adiabatiche questo non dipende dal
pale di un mulinello o un cilindro che ruota, che Calcolare lavoro in due modi alternativi: percorso ma solo dallo stato iniziale e finale, quindi posso definire una funzione di stato
attraverso le forze d’attrito produce lavoro. 1- Se io comprimo il gas la temperatura aumenta e il volume diminuisce (parete adiabatica) (caratteristica degli stati termodinamici e non delle trasformazioni) e calcolare il lavoro
Il lavoro termodinamico può essere sempre ricondotto a una lavoro meccanico, ad
Posso calcolare il lavoro termodinamico durante compressione calcolando l’integrale pdV, (trasformazione quasi statica), come la differenza della funzione negli stati iniziale e finale:
esempio collegando il mulinello attraverso delle carrucole a una massa che scende
con un manometro a mercurio calcolo istante per istante la pressione del gas e sappiamo quanto è il volume.
possiamo calcolare il lavoro torcente, tramite il lavoro meccanico esterno, lo stesso
Ora voglio arrivare allo stato finale a temperatura costante, il volume deve aumentare, tirando il pistone a sinistra, ma così Una volta identificato lo stato di un sistema
con il lavoro elettrico—> posso azionare una resistenza esterna e misurarlo tramite
la temperatura diminuisce, per mantenerla costante azionò un mulinello esterno con delle pale interne, sincronizzando il tutto termodinamico so anche la sua energia interna,
lavoro meccanico esterno.
in modo che mentre il pistone va verso sinistra e il volume aumenta, le forze di attrito delle pale interne del mulinello per un sistema idrostatico ad esempio U
riscaldano il gas mantenendo la temperatura costante. dev’essere una funzione delle variabili
Il secondo tratto 1-f posso scomporlo nel lavoro pV (integrale) e il lavoro del mulinello. termodinamiche dipendenti volume, pressione e
2- passo dallo stato i allo stato 2 a temperatura costante e poi dallo stato 2 allo stato finale mantenendo il volume costante temperatura
e quindi l’unico lavoro è quello del mulinello in azione.
Il calore viene introdotto come la quantità di energia che ci serve per ristabilire il Il sistema può scambiare energia con l’ambiente circostante in due modi:
Sostituisco la parete adiabatica con una conduttrice, in bilancio energetico tra trasformazioni adiabatiche e non adiabatiche • Lavoro termodinamico
Trasformazione alternativa non adiabatica, procedo per un tratto i-2 a temperatura costante, non col mulinello, ma sostituendo la parete adiabatica
con una conduttrice e mettendo a contatto termico il sistema con un termostato di temperatura teta f. (Compressione non adiabatica)
Arrivo a f a volume costante, non muovo il pistone e per avere una trasformazione quasi statica sostituisco termostati uno dopo l’altro con
differenze di temperature infinitesime. (Avviene senza lavorare termodinamicamente).
• Il Calore viene scambiato tra sistemi che hanno temperatura diversa Il primo principio sancisce l’impossibilità del moto perpetuo di prima specie—> un’ipotetica macchina che prende energia dal nulla.
• È una relazione integrale non locale —> sono tutte quantità finite non infinitesime, quindi questa relazione vale anche per relazioni non quasi statiche, per quelle quasi statiche possiamo poi scriverlo localmente:
Il sistema può avere altre forme di energia, può una macchina termica è sempre ciclica, infatti è un qualunque sistema termodinamico che opera in modo ciclico, ovvero opera
essere macroscopicamente non in quiete attraverso trasformazioni termodinamiche cicliche, chiuse
È stata Introdotta pensando che il calore fosse un fluido speciale che fluiva tra sistema e ambiente e viene definita la caloria come la quantità di calore necessaria per innalzare la temperatura di 1g di acqua da a
14,5 C a 15,5 C a pressione atmosferica, ma per farlo dobbiamo definire il calore di partenza, la quantità di energia per innalzare la temperatura dipende dal punto di partenza.
Ci sono stati poi esperimenti fatti da Joule che hanno stabilito quale fosse la corrispondenza tra caloria e Joule, il fattore di conversione è l’equivalente meccanico della caloria perché stabilisce la conversione tra
L’Unità meccanica che è il Joule e la caloria.
In base a cosa si definisce come sistema e ambiente, il lavoro termodinamico diviene lavoro interno che non è energia, la stessa cosa vale per il calore
È positivo il lavoro del campo gravitazionale Per capire come agisce l’attrito e come si trasferisce calore si possono immaginare tra il blocco e la rampa delle lamelle. Nel momento in cui il blocco sta scendendo queste lamelle
ma è negativo poiché il sistema lo sta subendo. iniziano ad oscillare—> energia cinetica—> il calore non è altro che le forze elastiche che si trasferiscono da un sistema all’altro. La Differenza tra l’energia cinetica del lavoro
termodinamico e quella del calore è che le molecole del blocco si muovono tutte nello stesso senso (lavoro) quelle delle lamelle non sono polarizzate, hanno tutte direzioni diverse (calore)
Somministrare calore cambia la temperatura del sistema, posso
immaginarne una quantità che definisco capacità termica:
Fissando il calore il corpo che cambia maggiormente la È un numero mediato su tutto il range di temperature, in realtà poi dipende Se voglio caratterizzarla localmente è
temperatura ha una capacità termica minore, è una sorta di dalla temperatura iniziale di un corpo. Quindi, come per la massa è stata importante anche la massa del sistema
inerzia termica, la capacità di un corpo di resistere al definita la densità, qua viene definita una quantità locale data da: di cui innalzare la temperatura, viene
cambiamento di temperatura iniettando una certa quantità di quindi definito il calore specifico:
calore.
Dobbiamo specificare in quale modalità stiamo modificando la temperatura, ovvero con quale trasformazione termodinamica, se mantenendo costante il volume, la pressione o la temperatura (ad esempio se si sta espandendo inietto calore per
mantenere costante la temperatura). Si definiscono dei valori delle capacità termiche e dei calori dsecifici per alcune trasformazioni —> a pressione costante e a temperatura costante
Il ghiaccio si é sciolto
interamente ma l’acqua
Calore che l’acqua continua a fornire per
riscaldare la massa di ghiaccio fino alla ha ancora calore da
temperatura di equilibrio.
Termine aggiuntivo se il ghiaccio si
trova a una temperatura iniziale al
fornire quindi il ghiaccio
di sotto dello 0
sciolto continua a
riscaldarsi
CALORIMETRI
sono strumenti che servono a misurare i colori specifici
Abbiamo un recipiente d’acqua a una certa temperatura e un corpo ad un’altra temperatura, aspettiamo fino alla temperatura d’equilibrio e in base a quest’ultima Inseriamo all’interno del contenitore un altro corpo a una temperatura iniziale diversa da quella dell’acqua e
calcoliamo il calore trasferito, conoscendo il calore specifico dell’acqua, possiamo ricavare il calore specifico del corpo.. agitiamo l’acqua con una bacchetta catalizzando così i moti convettivi per velocizzare il raggiungimento
Se la capacità termica fosse la stessa, la temperatura di equilibrio sarebbe a metà strada, invece così sarà sbilanciata verso il sistema con capacità termica dell’equilibrio termico.
maggiore. Successivamente misuriamo la temperatura dell’acqua una volta che si è raggiunto l’equilibrio termico. Eguagliando la
quantità di calore trasferita dal corpo all’acqua a quella trasferita dall’acqua al corpo troviamo la nostra incognita del calore
Non c’è scambio di calore se il
specifico del corpo
sistema è S1+S2–> sistema isolato
Espansione libera. Abbiamo un recipiente adiabatico con dentro dell’acqua e due bulbi di vetro collegati da un tubicino, chiusi da un setto, inizialmente dentro c’è un gas (molto rarefatto, perfetto) e attorno c’è il vuoto (è stata aspirata tutta l’aria). Inizialmente, misuriamo la temperatura dell’acqua con un termometro che è inserito. Il sistema acqua è a
contatto termico con il bulbo di vetro, quindi la temperatura del gas è quella dell’acqua (misurando la temperatura dell’acqua sto misurando anche quella del gas). Apro il setto e lascio espandere liberamente il gas (non incontra resistenza, non c’è alcuna pressione esterna che gli si oppone, non si fa lavoro termodinamico
complessivamente il sistema è isolato (sistema e ambiente sono separati da pareti adiabatiche), quindi non c’è scambio di calore.
Sperimentalmente ottengo che la temperatura finale è uguale a quella iniziale. Indipendentemente dal volume
l’energia interna è sempre la stessa
Il gas si sta espandendo quindi le molecole sono mediamente più distanti tra loro —> Aumentando r (distanza) il potenziale aumenta (è negativo quindi aumenta dal basso). Per la conservazione dell’energia meccanica, l’energia cinetica in media deve diminuire, mi aspetto che la
temperatura diminuisca, si raffredda dipendentemente da quanto il gas si è espanso—> nei gas reali ci sarà una quantità aggiuntiva (+cost) che dipende dal volume
Abbiamo trovato un modo per raffreddare un oggetto senza compiere lavoro esterno.
Un gas ideale monoatomico compie una trasformazione quasi-statica dallo stato A di coordinate (p0,V0) allo stato B di coordinate (p0/2, 2V0), rappresentata nel piano (p,V) da un segmento di retta.
A seconda di quanto siamo Calcolare il calore molare c (V), disegnarne il grafico e darne un’interpretazione fisica.
distanti dall’isoterma
massima c’è un punto in
cui il calore molare passa
da positivo a negativo e poi
si annulla durante
l’adiabatica