Sei sulla pagina 1di 9

CODEX CANONUM ECCLESIARUM ORIENTALIUM E LA CHIESA LATINA (10)

Can. 1. Canones huius Codicis omnes et solas I canoni di questo Codice riguardano tutte e
Ecclesias orientales catholicas respiciunt, nisi, sole le Chiese orientali cattoliche, a meno che,
relationes cum Ecclesia latina quod attinet, per quanto riguarda le relazioni con la
aliud expresse statuitur. Chiesa latina, non sia espressamente stabilito
diversamente.
Can. 37. Omnis ascriptio alicui Ecclesiae sui Ogni ascrizione a una Chiesa sui iuris o
iuris vel transitus ad aliam Ecclesiam sui iuris passaggio a un’altra Chiesa sui iuris sia
in libro baptizatorum paroeciae, etiam, si annotato nel libro dei battezzati della
casus fert, Ecclesiae latinae, ubi baptismus parrocchia anche, se è il caso, della Chiesa
celebratus est, adnotetur; si vero fieri non latina, dove è stato celebrato il battesimo; se
potest, in alio documento in archivo paroeciali invece non lo si può fare, si annoti in un altro
parochi proprii Ecclesiae sui iuris, cui ascriptio documento da conservare nell’archivio
facta est, asservando. parrocchiale del parroco della propria Chiesa
sui iuris alla quale è stata fatta l’ascrizione.
Can. 41. Christifideles cuiusvis Ecclesiae sui I fedeli cristiani di qualsiasi Chiesa sui iuris,
iuris, etiam Ecclesiae latinae, qui ratione anche della Chiesa latina, che per ragione di
officii, ministerii vel muneris frequentes cum ufficio, di ministero o di incarico hanno
christifidelibus alterius Ecclesiae sui iuris relazioni frequenti con i fedeli cristiani di
relationes habent, in cognitione et cultu ritus un’altra Chiesa sui iuris, siano formati
eiusdem Ecclesiae accurate pro gravitate accuratamente nella conoscenza e nella
officii, ministerii vel muneris, quod implent, venerazione del rito della stessa Chiesa,
instituantur. secondo l’importanza dell’ufficio, del ministero
o dell’incarico che adempiono.
Can. 207. Episcopus eparchialis cuiuscum- Il Vescovo eparchiale di qualunque Chiesa
que Ecclesiae sui iuris, etiam Ecclesiae sui iuris, anche della Chiesa latina, in
latinae, Sedem Apostolicam certiorem faciat occasione della relazione quinquennale,
occasione relationis quinquennalis de statu et informi la Sede Apostolica sullo stato e le
necessitatibus christifidelium, qui, etsi alii necessità dei fedeli cristiani che, anche se
Ecclesiae sui iuris ascripti, eius curae commissi ascritti a un’altra Chiesa sui iuris, sono
sunt. affidati alle sue cure.
Can. 322. § 1. Ubi id de iudicio Sedis Aposto- § 1. Dove sembri opportuno a giudizio della
licae opportunum videtur, Patriarchae, Metro- Sede Apostolica, i Patriarchi, i Metropoliti delle
politae Ecclesiarum metropolitanarum sui Chiese metropolitane sui iuris, i Vescovi
iuris, Episcopi eparchiales et, si statuta ita eparchiali e, se gli statuti lo comportano, anche
ferunt, etiam ceteri Hierarchae loci plurium tutti gli altri Gerarchi del luogo delle
Ecclesiarum sui iuris, etiam Ecclesiae la- diverse Chiese sui iuris, anche della Chiesa
tinae, in eadem natione vel regione potesta- latina, che esercitano la loro potestà nella
tem suam exercentes ad periodicos conventus stessa nazione o regione, devono essere
statis temporibus convocandi sunt a Patriarcha convocati dal Patriarca o da altra autorità
aliave auctoritate a Sede Apostolica designata, designata dalla Sede Apostolica alle assemblee
ut communicatis prudentiae et experientiae periodiche nei tempi stabiliti, affinché in uno
lumini bus et collatis consiliis sancta fiat ad scambio luminoso di prudenza ed esperienza e
commune Ecclesiarum bonum virium conspi- mediante un confronto di pareri nasca una
ratio, qua unitas actionis foveatur, communia santa cospirazione di forze per il bene comune
opera iuventur, bonum religionis expeditius delle Chiese, con cui favorire l’unità di azione,
promoveatur atque disciplina ecclesiastica effi- aiutare le attività comuni, promuovere più
cacius servetur. speditamente il bene della religione e inoltre
§ 2. Decisiones huius conventus vim iuridice osservare più efficacemente la disciplina
obligandi non habent, nisi de eis agitur, quae ecclesiastica.
nulli possunt esse praeiudicio ritui unius- § 2. Le decisioni di questa assemblea non
cuiusque Ecclesiae sui iuris vel potestati Pat- hanno forza giuridica di obbligare, a meno che
riarcharum, Synodorum, Metropolitarum at- non si tratti di cose che non possono
que Consiliorum Hierarcharum atque simul pregiudicare in alcun modo il rito di ciascuna
saltem per duas ex tribus partibus suffragio- Chiesa sui iuris e la potestà dei Patriarchi, dei
rum membrorum suffragium deliberativum Sinodi, dei Metropoliti e dei Consigli dei
habentium latae necnon a Sede Apostolica Gerarchi, e che inoltre siano state stabilite
approbatae sunt. insieme almeno con due terzi dei voti dei
§ 3. Decisio, etsi unanimo suffragio facta, quae membri aventi voto deliberativo e siano state
quomodocumque competentiam huius con- approvate dalla Sede Apostolica.
ventus excedit, omni vi caret, donec ab ipso § 3. Una decisione, anche se presa con voto
Romano Pontifice approbata erit. unanime, che in qualunque modo ecceda la
§ 4. Unusquisque conventus Hierarcharum plu- competenza di questa assemblea, non ha
rium Ecclesiarum sui iuris sua conficiat statuta, nessun valore finché non sia stata approvata
in quibus foveatur, quatenus fieri potest, etiam dallo stesso Romano Pontefice.
participatio Hierarcharum Ecclesiarum, quae § 4. Ogni assemblea dei Gerarchi di diverse
nondum sunt in plena comunione cum Ecclesia Chiese sui iuris rediga i propri statuti nei quali
catholica; statuta, ut valeant, a Sede Apostolica sia favorita, per quanto possibile, anche la
approbari debent. partecipazione dei Gerarchi delle Chiese che
non sono ancora in piena comunione con la
Chiesa cattolica; gli statuti, per aver valore,
devono essere approvati dalla Sede Apostolica.
Can. 432. Monasterium dependens, domus Il monastero dipendente, la casa o la
vel provincia instituti religio si cuiusvis Ec- provincia di un istituto religioso di qualsiasi
clesiae sui iuris, etiam Ecclesiae latinae, quod Chiesa sui iuris, anche della Chiesa latina,
de consensu Sedis Apostolicae alii Ecclesiae sui che viene ascritto, col consenso della Sede
iuris ascribitur, ius huius Ecclesiae servare Apostolica, a un’altra Chiesa sui iuris, deve
debet salvis praescriptis typici vel statutorum, osservare il diritto di questa Chiesa, salve
quae internum regimen eiusdem instituti res- restando le prescrizioni del tipico o degli
piciunt, et privilegiis a Sede Apostolica con- statuti che riguardano il governo interno del
cessis. medesimo istituto e i privilegi concessi dalla
Sede Apostolica.
Can. 696. § 1. Omnes presbyteri Ecclesiarum § 1. Tutti i presbiteri delle Chiese orientali
orientalium chrismationem sancti myri sive possono amministrare validamente la
coniunctim cum baptismo sive separatim va- crismazione del santo myron, sia
lide ministrare possunt omnibus christifide- congiuntamente col battesimo sia
libus cuiusque Ecclesiae sui iuris, etiam Ec- separatamente, a tutti i fedeli cristiani di
clesiae latinae. qualunque Chiesa sui iuris, anche della Chiesa
§ 2. Christifideles Ecclesiarum orientalium latina.
chrismationem sancti myri valide suscipere § 2. I fedeli cristiani delle Chiese Orientali
possunt etiam a presbyteris Ecclesiae lati- possono ricevere validamente la crismazione
nae secundum facultates, quibus praediti sunt. del santo myron anche dai presbiteri della
§ 3. Quivis presbyter solis christifidelibus pro- Chiesa latina, secondo le facoltà di cui essi
priae Ecclesiae sui iuris chrismationem sancti sono provvisti.
myri licite ministrat; quod vero ad christifi- § 3. Qualsiasi presbitero amministra
deles aliarum Ecclesiarum sui iuris attinet, hoc lecitamente la crismazione del santo myron
licite fit, si agitur de propriis subditis, de eis, solamente ai fedeli cristiani della propria
quos ex alio titulo legitime baptizat, vel de eis, Chiesa sui iuris; per quanto riguarda poi i
qui in periculo mortis versantur, et salvis fedeli cristiani delle altre Chiese sui iuris, fa
semper conventionibus hac in re inter Eccle- lecitamente la crismazione se si tratta di propri
sias sui iuris initis. sudditi, di coloro che egli battezza per altro
titolo legittimo, o di coloro che si trovano in
pericolo di morte, salve restando sempre le
convenzioni stipulate tra Chiese sui iuris in
questa materia.
Can. 830. § 1. Hierarcha loci et parochus loci, § 1. Il Gerarca del luogo e il parroco del luogo
dum legitime officio funguntur, possunt sacer- finché svolgono legittimamente l’ufficio
dotibus cuiusvis Ecclesiae sui iuris, etiam Ecc- possono conferire ai sacerdoti di qualsiasi
lesiae latinae, facultatem conferre, intra fines Chiesa sui iuris, anche della Chiesa latina, la
sui territorii determinatum matrimonium be- facoltà di benedire un determinato matrimonio
nedicendi. entro i confini del loro territorio.
§ 2. Facultatem generalem vero matrimonia § 2. Ma la facoltà generale di benedire i
benedicendi conferre potest solus Hierarcha matrimoni la può conferire solo il Gerarca del
loci firmo can. 302, § 2. luogo, fermo restando il can. 302, §2.
§ 3. Collatio facultatis matrimonia benedicendi, § 3. Perché il conferimento della facoltà di
ut valida sit, determinatis sacerdotibus benedire i matrimoni sia valido, deve es-sere
expresse immo, si de facultate generali agitur, conferita espressamente a sacerdoti
scripto conferri debet. determinati anzi, se si tratta della facoltà
generale, per iscritto.
Can. 916. § 1. Et per domicilium et per quasi- § 1. Sia per mezzo del domicilio, sia del quasi-
domicilium suum quisque proprium Hierar- domicilio ciascuno ottiene il suo Gerarca del
cham loci et parochum Ecclesiae sui iuris, cui luogo e il parroco della Chiesa sui iuris alla
ascriptus est, sortitur, nisi aliter iure communi quale è ascritto, a meno che non sia disposto
cavetur. diversamente dal diritto comune.
§ 2. Parochus proprius illius, qui non habet nisi § 2. Il parroco proprio di colui che non ha se
eparchiale domicilium vel quasi-domicilium, non il domicilio o il quasi-domicilio eparchiale,
est parochus loci, ubi actu commoratur. è il parroco del luogo dove attualmente
§ 3. Proprius vagi Hierarcha loci et parochus dimora.
est eius Ecclesiae parochus et Hierarcha loci, § 3. Proprio Gerarca del luogo e parroco del
ubi vagus actu commoratur. girovago è il parroco e il Gerarca del luogo
§ 4. Si deest parochus pro christifidelibus ali- dove il girovago attualmente dimora.
cuius Ecclesiae sui iuris, eorundem Episcopus § 4. Se manca il parroco per alcuni fedeli
eparchialis designet parochum alterius Eccle- cristiani di qualche Chiesa sui iuris, il loro
siae sui iuris, qui eorum curam tamquam paro- Vescovo eparchiale designi un parroco di
chus proprius suscipiat, de consensu vero Epi- un’altra Chiesa sui iuris che si prenda cura di
scopi eparchialis parochi designandi. costoro come parroco proprio, col consenso
§ 5. In locis, ubi ne exarchia quidem pro chri- però del Vescovo eparchiale del parroco da
stifidelibus alicuius Ecclesiae sui iuris erecta designare.
est, tamquam proprius eorundem christifide- § 5. Nei luoghi dove non è eretto nemmeno un
lium Hierarcha habendus est Hierarcha loci esarcato per i fedeli cristiani di qualche Chiesa
alterius Ecclesiae sui iuris, etiam Ecclesiae sui iuris, si deve ritenere come Gerarca proprio
latinae, firmo can. 101; si vero plures sunt, ille degli stessi fedeli cristiani il Gerarca di un’altra
habendus Est tamquam proprius, quem desi- Chiesa sui iuris, anche della Chiesa latina,
gnavit Sedes Apostolica vel, si de christifideli- fermo restando il can. 101; se poi sono
bus alicuius Ecclesiae patriarchalis agitur, Pa- parecchi, si deve ritenere come proprio
triarcha de assensu Sedis Apostolicae. Gerarca colui che ha designato la Sede
Apostolica o, se si tratta di fedeli cristiani di
qualche Chiesa patriarcale, il Patriarca con
l’assenso della Sede Apostolica.
Can. 1465. Qui officium, ministerium vel aliud Colui che, esercitando un ufficio, un ministero
munus in Ecclesia exercens, cuicumque Eccle- o altro incarico nella Chiesa, a qualunque
siae sui iuris, etiam Ecclesiae latinae, ascrip- Chiesa sui iuris egli sia ascritto, anche alla
tus est, quemvis christifidelem contra can. 31 Chiesa latina, avrà osato indurre in qualunque
ad transitum ad aliam Ecclesiam sui iuris qu- modo qualsiasi fedele cristiano al passaggio a
omodocumque inducere praesumpsit, congrua un’altra Chiesa sui iuris contro il can. 31, sia
poena puniatur. punito con una pena adeguata.

ALCUNI ALTRI CANONI “INTERRITUALI” di CCEO

Can. 29 – § 1. Filius, qui decimum quartum § 1. Il figlio che non ha ancora compiuto il
aetatis annum nondum explevit, per quattordicesimo anno di età, col battesimo è
baptismum ascribitur Ecclesiae sui iuris, cui ascritto alla Chiesa sui iuris a cui è ascritto il
pater catholicus ascriptus est; si vero sola padre cattolico; se invece solo la madre è
mater est catholica aut si ambo parentes cattolica oppure se entrambi i genitori lo
concordi voluntate petunt, ascribitur Ecclesiae richiedono con volontà concorde è ascritto alla
sui iuris, ad quam mater pertinet, salvo iure Chiesa sui iuris a cui la madre appartiene,
particulari a Sede Apostolica statuto. salvo restando il diritto particolare stabilito
§ 2. Si autem filius, qui decimum quartum dalla Sede Apostolica.
aetatis annum nondum explevit, est: § 2. Se invece il figlio, che non ha ancora
1° a matre non nupta natus, ascribitur compiuto il quattordicesimo anno di età:
Ecclesiae sui iuris, ad quam mater pertinet; 1° è nato da madre non sposata, viene ascritto
2° ignotorum parentum, ascribitur Ecclesiae alla Chiesa sui iuris a cui appartiene la madre;
sui iuris, cui ascripti sunt ii, quorum curae 2° è di genitori ignoti, è ascritto alla Chiesa sui
legitime commissus est; si vero de patre et iuris alla quale sono ascritti coloro alle cui cure
matre adoptantibus agitur, applicetur § 1; è legittimamente affidato; se però si tratta di
3° parentum non baptizatorum, ascribitur padre e madre che lo adotta-no, si applichi il
Ecclesiae sui iuris, ad quam pertinet ille, qui §1;
eius educationem in fide catholica suscepit. 3° è di genitori non battezzati, è ascritto alla
Chiesa sui iuris alla quale appartiene colui che
si è assunto la sua educazione nella fede
cattolica.
Can. 31 – Nemo quemvis christifidelem ad Nessuno presuma di indurre in alcun modo
transitum ad aliam Ecclesiam sui iuris ullo qualunque fedele cristiano a passare a
modo inducere praesumat. un’altra Chiesa sui iuris.
Can. 35 – Baptizati acatholici ad plenam I battezzati acattolici che convengono alla
communionem cum Ecclesia catholica piena comunione con la Chiesa cattolica
convenientes proprium ubique terrarum conservino il proprio rito, lo rispettino e, nella
retineant ritum eumque colant et pro viribus misura delle proprie forze, lo osservino
observent, proinde ascribantur Ecclesiae sui dappertutto; siano perciò ascritti alla Chiesa
iuris eiusdem ritus salvo iure adeundi Sedem sui iuris del medesimo rito, salvo il diritto di
Apostolicam in casibus specialibus ricorrere alla Sede Apostolica in casi speciali di
personarum, communitatum vel regionum. persone, di comunità o di regioni.
Can. 36 – Omnis transitus ad aliam Ogni passaggio a un’altra Chiesa sui iuris ha
Ecclesiam sui iuris vim habet a momento valore dal momento della dichiarazione fatta
declarationis factae coram eiusdem Ecclesiae davanti al Gerarca del luogo della stessa Chiesa
Hierarcha loci vel parocho proprio aut o al parroco proprio, oppure al sacerdote
sacerdote ab alterutro delegato et duobus delegato dall’uno o dall’altro e davanti a due
testibus, nisi rescriptum Sedis Apostolicae testimoni, a meno che il rescritto della Sede
aliud fert. Apostolica non disponga diversamente.
Can. 38 – Christifideles Ecclesiarum I fedeli cristiani delle Chiese orientali, anche se
orientalium, etsi curae Hierarchae vel parochi affidati alla cura del Gerarca o del parroco di
alterius Ecclesiae sui iuris commissi, tamen un’altra Chiesa sui iuris, rimangono tuttavia
propriae Ecclesiae sui iuris permanent ascripti. ascritti alla propria Chiesa sui iuris.
Can. 901. Si acatholici, qui non ad aliquam Se vengono accolti nella Chiesa cattolica degli
Ecclesiam orientalem pertinent, in acattolici che non appartengono a qualche
Ecclesiam catholicam recipiuntur, servandae Chiesa orientale, devono essere osservate le
sunt normae supra datae congrua congruis norme sopra riportate, con gli opportuni
referendo, dummodo sint valide baptizati. riferimenti, purché siano validamente
(=896-900) battezzati.

CANONI “INTERRITUALI” DEL CIC 1983 (17)

Can. 111 – § 1. Ecclesiae latinae per receptum § 1. Con la ricezione del battesimo è ascritto
baptismum adscribitur filius parentum, qui ad alla Chiesa latina il figlio dei genitori, che ad
eam pertineant vel, si alteruter ad eam non essa appartengono o, se uno dei due non
pertineat, ambo concordi voluntate optaverint appartiene ad essa, ambedue i genitori di
ut proles in Ecclesia latina baptizaretur; quodsi comune accordo abbiano optato che la prole
concors voluntas desit, Ecclesiae rituali ad fosse battezzata nella Chiesa latina; che se
quam pater petinet adscribitur. manca il comune accordo, è ascritto alla Chiesa
§ 2. Quiibet baptizandus qui partum decimum rituale, cui appartiene il padre.
aetatis annum expleverit, libere potest eligere § 2. Qualsiasi battezzato che abbia compiuto
ut in Ecclesia latina vel in alia Ecclesia rituali quattordici anni di età, può liberamente
sui iuris baptizetur; quo in casu, ipse ad eam scegliere di essere battezzato nella Chiesa
Ecclesiam pertinet quam elegerit. latina o in un’altra Chiesa rituale di diritto
proprio; nel qual caso, egli appartiene a quella
Chiesa che avrà scelto.
Can. 112 – § 1. Post receptum baptismum, alii Can. 112 - § 1. Dopo aver ricevuto il battesimo,
Ecclesiae ritualis sui iuris adscribuntur: sono ascritti a un’altra Chiesa rituale di diritto
1° qui licentiam ab Apostolica Sede obtinuerit; proprio:
2° coniux qui, in matrimonio ineundo vel eo 1° chi ne abbia ottenuto la licenza da parte
durante, ad Ecclesiam ritualem sui iuris della Sede Apostolica;
alterius coniugis se transire declaraverit; 2° il coniuge che, nel celebrare il matrimonio o
matrimonio autem soluto, libere potest ad durante il medesimo, abbia dichiarato di voler
latinam Ecclesiam redire; passare alla Chiesa rituale di diritto proprio
3° filii eorum, de quibus in nn. 1 et 2, ante dell’altro coniuge; sciolto però il matrimonio,
decimum quartum aetatis annum completum può ritornare liberamente alla Chiesa latina;
itemque, in matrimonio mixto, filii partis 3° i figli di quelli, di cui ai nn. 1 e 2, prima del
catholicae quae ad aliam Ecclesiam ritualem compimento dei quattordici anni di età e
legitime transierit; adepta vero hac aetate, parimenti, nel matrimonio misto, i figli di parte
iidem possunt ad latinam Ecclesiam redire. cattolica, che sia passata legittimamente a
§ 2. Mos, quamvis diuturnus, sacramenta un’altra Chiesa rituale; raggiunta però questa
secundum ritum alicuius Ecclesiae ritualis sui età, i medesimi possano ritornare alla Chiesa
iuris recipiendi, non secumfert adscriptionem latina.
eidem Ecclesiae. § 2. L’usanza, anche se a lungo protratta, di
ricevere i sacramenti secondo il rito di una
Chiesa rituale di diritto proprio, non comporta
l’ascrizione alla medesima Chiesa.
Secretaria Status; Fit facultas licentiam de qua Segreteria di Stato; Rescritto “ex audientia
in can. 112, § 1, 1° C.I.C. legitime, in casu, SS.mi” 26 novembre 1992; AAS 85 (1993) 81
praesumenda; RESCRIPTUM EX AUDIENTIA SULLA PRESUNZIONE DELLA LICENZA DI CUI
SS.MI AL CAN. 112 § 1, 1°
Ad normam can. 112, § 1, 1° Codicis Iuris A norma del can. 112 § 1, 1° del Codice di
Canonici, quisque vetatur post susceptum diritto canonico, dopo la ricezione del
Baptismum alii ascribi Ecclesiae rituali sui Battesimo è a tutti vietata l’ascrizione ad altra
iuris, nisi licentia ei facta ab Apostolica Sede. Chiesa rituale sui iuris senz’aver ottenuto
Hac de re, probato iudicio Pontificii Consilii de licenza della Sede Apostolica. A questo
Legum Textibus Interpretandis, Summus riguardo, considerando il parere del Pontificio
Pontifex Ioannes Paulus II statuit eiusmodi Consiglio per l’Interpretazione dei Testi
licentiam praesumi posse, quoties transitum Legislativi, il Santo Padre Giovanni Paolo II
ad aliam Ecclesiam ritualem sui iuris sibi stabilisce che detta licenza si può presumere
petierit Christifidelis Ecclesiae Latinae, quae quando un fedele della Chiesa latina chieda il
Eparchiam suam intra eosdem fines habet, transito ad un’altra
dummodo Episcopi dioecesani utriusque Chiesa rituale sui iuris che abbia una sua
dioecesis in id secum ipsi scripto consentiant. eparchia negli stessi confini, a patto che i
vescovi diocesani di ambedue le diocesi
acconsentano comunemente per scritto.
Can. 214 – Ius est christifidelibus, ut cultum I fedeli hanno il diritto di rendere culto a Dio
Deo persolvant iuxta praescripta proprii secondo le disposizioni del proprio rito
ritus a legitimis Ecclesiae Pastoribus approvato dai legittimi Pastori della Chiesa e di
approbati, utque propriam vitae spiritualis seguire un proprio metodo di vita spirituale,
formam sequantur, doctrinae quidem Ecclesiae che sia però conforme alla dottrina della
consentaneam. Chiesa.
Can. 350 – § 1. Cardinalium Collegium in tres § 1. Il Collegio dei cardinali è distinto in tre
ordines distribuitur: episcopalem, ad quem ordini: l’ordine episcopale, cui appartengono i
pertinent Cardinales quibus a Romano Cardinali ai quali il Romano Pontefice assegna
Pontifice titulus assignatur Ecclesiae il titolo di una Chiesa suburbicaria e inoltre i
suburbicariae, necnon Patriarchae orientales Patriarchi Orientali che sono stati annoverati
qui in Cardinalium Collegium relati sunt; nel Collegio dei cardinali; l’ordine presbiterale
presbyteralem et diaconalem. e l’ordine diaconale.
§ 3. Patriarchae orientales in Cardinalium § 3. I Patriarchi Orientali assunti nel Collegio
Collegium assumpti in titulum habent suam dei cardinali, hanno come titolo la propria sede
patriarchalem sedem. patriarcale.
Can. 372 – § 1. Pro regula habeatur ut portio § 1. Di regola la porzione del popolo di Dio, che
populi Dei quae dioecesim aliamve Ecclesiam costituisce una diocesi o un’altra Chiesa
particularem constituat, certo territorio particolare, sia circoscritta entro un
circumscribatur, ita ut omnes comprehendat determinato territorio, in modo da
fideles in territorio habitantes. comprendere tutti i fedeli che abitano in quel
§ 2. Attamen, ubi de iudicio supremae territorio.
Ecclesiae auctoritatis, auditis Episcoporum § 2. Tuttavia, dove a giudizio della suprema
conferentiis quarum interest, utilitas id autorità della Chiesa, sentite le Conferenze
suadeat, in eodem territorio erigi possunt Episcopali interessate, l’utilità lo suggerisca,
Ecclesiae particulares ritu fidelium aliave nello stesso territorio possono essere erette
simili ratione distinctae. Chiese particolari distinte sulla base del rito
dei fedeli o per altri simili motivi.
Can. 383 – § 1. In exercendo munere pastoris, § 1. Nell’esercizio del suo ufficio di pastore, il
Episcopus dioecesanus sollicitum se praebeat Vescovo diocesano si mostri sollecito nei
erga omnes christifideles qui suae curae confronti di tutti i fedeli che sono affidati alla
committuntur, cuiusvis sint aetatis, condicionis sua cura, di qualsiasi età, condizione o nazione,
vel nationis, tum in territorio habitantes tum in sia di coloro che abitano nel territorio sia di
eodem ad tempus versantes, animum coloro che vi si trovano temporaneamente,
intendens apostolicum ad eos etiam qui ob rivolgendosi con animo apostolico verso
vitae suae condicionem ordinaria cura coloro che per la loro situazione di vita non
pastorali non satis frui valeant necnon ad eos possono usufruire sufficientemente della cura
qui a religionis praxi defecerint. pastorale ordinaria, come pure verso quelli che
§ 2. Fideles diversi ritus in sua dioecesi si si sono allontanati dalla pratica religiosa.
habeat, eorum spiritualibus necessitatibus § 2. Se ha nella sua diocesi fedeli di rito
provideat sive per sacerdotes aut paroecias diverso, provveda alle loro necessità spirituali
eiusdem ritus, sive per Vicarium episcopalem. sia mediante sacerdoti o parroci del medesimo
rito, sia mediante un Vicario episcopale.
Can. 450 – § 1. Ad Episcoporum conferentiam § 1. Appartengono alla Conferenza Episcopale
ipso iure pertinent omnes in territorio per il diritto stesso tutti i Vescovi diocesani del
Episcopi dioecesani eisque iure aequiparati, territorio e quelli che nel diritto sono loro
itemque Episcopi coadiutores, Episcopi equiparati; inoltre i Vescovi coadiutori, i
auxiliares atque ceteri Episcopi titulares Vescovi ausiliari e gli altri Vescovi titolari che
peculiari munere, sibi ab Apostolica Sede vel esercitano in tale territorio uno speciale
ab Episcoporum conferentia demandato, in incarico loro affidato dalla Sede Apostolica o
eodem territorio fungentes; invitari quoque dalla Conferenza Episcopale; possono esservi
possunt Ordinarii alterius ritus, ita tamen ut invitati anche gli Ordinari di un altro rito, in
votum tantum consultivum habeant, nisi modo tuttavia che abbiano soltanto voto
Episcoporum conferentiae statuta aliud consultivo, a meno che gli statuti della
decernant. Conferenza Episcopa-le non stabiliscano
diversamente.
Can. 476 – Quoties rectum dioecesis regimen Ogniqualvolta lo richieda il buon governo della
id requirat, constitui etiam possunt ab diocesi, possono essere costituiti dal Vescovo
Episcopo dioecesano unus vel plures Vicarii diocesano anche uno o più Vicari episcopali;
episcopales, qui nempe aut in determinata essi hanno la stessa potestà ordinaria che, per
dioecesis parte aut in certo negotiorum genere diritto universale, a norma dei canoni seguenti,
aut quoad fideles determinati ritus vel certi spetta al Vicario generale, o per una parte
personarum coetus, eadem gaudent potestate determinata della diocesi, o per un genere
ordinaria, quae iure universali Vicario generali determinato di affari, o in rapporto ai fedeli di
competit, ad normam canonum qui sequuntur. un determinato rito o di un ceto determinato
di persone.
Can. 479 – § 2. Vicario episcopali ipso iure § 2. Al Vicario episcopale compete, per il diritto
eadem competit potestas de qua in § 1, sed stesso, la medesima potestà di cui al § 1, però
quoad determinatam territorii partem aut circoscritta a quella determinata parte del
negotiorum genus aut fideles determinati territorio o a quel genere di affari o a quei
ritus vel coetus tantum pro quibus constitutus fedeli di un rito determinato o di un gruppo
est, iis causis exceptis quas Episcopus sibi aut soltanto, per i quali è stato costituito, fatta
Vicario generali reservaverit, aut quae ex iure eccezione per quelle cause che il Vescovo ha
requirunt speciale Episcopi mandatum. riservato a sé o al Vicario generale, oppure che,
a norma del diritto, richiedono un mandato
speciale del Vescovo.
Can. 535 – § 2. In libro baptizatorum § 2. Nel libro dei battezzati si annoti anche la
adnotentur quoque confirmatio, necnon quae confermazione e tutto ciò che riguarda lo stato
pertinent ad statum canonicum christifidelium, canonico dei fedeli, in rapporto al matrimonio,
ratione matrimonii, salvo quidem praescripto salvo il disposto del can. 1133, all’adozione,
can. 1133, ratione adoptionis, itemque ratione come pure in rapporto all’ordine sacro, alla
suspecti ordinis sacri, professionis perpetuae professione perpetua emessa in un istituto
in instituto religioso emissae necnon mutati religioso e al cambiamento del rito; tali
ritus; eaeque adnotationes in documento annotazioni vengano sempre riportate nei
accepti baptismi semper referantur. certificati di battesimo.
Can. 846 – § 2. Minister sacramenta celebret § 2. Il ministro celebri i sacramenti secondo il
secundum proprium ritum. proprio rito.
Can. 923 – Christifideles Sacrificium I fedeli possono partecipare al Sacrificio
eucharisticum participare et sacram eucaristico e ricevere la sacra comunione in
communionem suscipere possunt quolibet qualunque rito cattolico, fermo restando il
ritu catholico, firmo praescripto can. 844. disposto del can. 844.
Can. 991 – Cuivis christifideli integrum est È diritto di ogni fedele confessare i peccati al
confessario legitime approbato etiam alius confessore che preferisce, legittimamente
ritus, cui maluerit, peccata confiteri. approvato, anche di altro rito.
Can 1015 – § 2. Episcopus proprius, iusta de § 2. Il Vescovo proprio, che per una giusta
causa non impeditus, per se ipse suos subditos causa non sia impedito, ordini personalmente i
ordinet; sed subditum orientalis ritus, sine suoi sudditi; non può tuttavia ordinare
apostolico indulto, licite ordinare non potest. lecitamente un suddito di rito orientale,
senza indulto apostolico.
Can. 1021 – Litterae dimissoriae mitti possunt Le lettere dimissorie possono essere inviate a
ad quemlibet Episcopum communionem cum qualsiasi Vescovo in comunione con la Sede
Sede Apostolica habentem, excepto tantum, Apostolica, eccettuato soltanto, tranne che per
citra apostolicum indultum, Episcopo ritus indulto apostolico, un Vescovo di rito diverso
diversi a ritu promovendi. dal rito del promovendo.
Can. 1109 – Loci Ordinarius et parochus, nisi L’Ordinario del luogo e il parroco, eccetto che
per sententiam vel per decretum fuerint con sentenza o decreto siano stati scomunicati
excommunicati vel interdicti vel suspensi ab o interdetti o sospesi dall’ufficio oppure
officio aut tales declarati, vi officii, intra fines dichiarati tali, in forza dell’ufficio assistono
sui territorii, valide matrimoniis assistunt non validamente, entro i confini del proprio
tantum subditorum, sed etiam non territorio, ai matrimoni non solo dei sudditi,
subditorum, dummodo eorum alteruter sit ma anche dei non sudditi, purché almeno uno
ritus latini. di essi sia di rito latino.
Can. 1248 – § 1. Praecepto de Missa § 1. Soddisfa il precetto di partecipare alla
participanda satisfacit qui Missae assistit Messa chi vi assiste dovunque venga celebrata
ubicumque celebratur ritu catholico vel ipso nel rito cattolico, o nello stesso giorno di
die festo vel vespere diei praecedentis. festa, o nel vespro del giorno precedente.
PONTIFICIO CONSIGLIO PER I TESTI LEGISLATIVI
ISTRUZIONE DA OSSERVARSI NEI TRIBUNALI DIOCESANI E INTERDIOCESANI NELLA
TRATTAZIONE DELLE CAUSE DI NULLITÀ DEL MATRIMONIO “DIGNITAS CONNUBII”
(25.01.2005)
E LE CHIESE ORIENTALI

Art. 1 – § 1. Haec Instructio tantummodo Art. 1 – § 1. La presente Istruzione riguarda


tribunalia Ecclesiae latinae respicit (cf. can. 1). solo i tribunali della Chiesa latina (cf. can. 1).

ISTRUZIONE CCEO
Art. 2 – § 1. Il matrimonio dei cattolici, anche Can. 780. § 1. Il matrimonio di cattolici, anche
quando uno solo dei coniugi sia cattolico, è se una sola parte è cattolica, è regolato non
regolato non soltanto dal diritto divino ma solo dal diritto divino, ma anche da quello
anche da quello canonico, salvo l'art. 3, § 3 (cf. canonico, salva restando la competenza
can. 1059). dell’autorità civile circa gli effetti puramente
civili del matrimonio.
§ 2. Il matrimonio tra una parte cattolica e una § 2. Il matrimonio tra una parte cattolica e una
parte battezzata non cattolica è regolato parte battezzata acattolica, salvo restando il
altresì: diritto divino, è regolato anche:
1° dal diritto proprio della Chiesa o della 1° dal diritto proprio della Chiesa o della
Comunità ecclesiale, alla quale appartiene la Comunità ecclesiale alla quale la parte
parte non cattolica, se tale Comunità ha un acattolica appartiene, se questa Comunità ha
diritto matrimoniale proprio; un proprio diritto matrimoniale;
2° dal diritto in vigore presso la Comunità 2° dal diritto al quale è tenuta la parte
ecclesiale alla quale appartiene la parte non acattolica, se la Comunità ecclesiale alla qua-le
cattolica, se tale Comunità è priva di un diritto appartiene è priva di un diritto matrimoniale
matrimoniale proprio. proprio.
Art. 3 – § 2. Il giudice ecclesiastico, però, può
esaminare solo le cause di nullità dei non
cattolici, siano essi battezzati o non battezzati,
nelle quali è necessario che sia provato
davanti alla Chiesa cattolica lo stato libero di
almeno una delle parti, salvo l'art. 114.
Art. 4 – § 1. Ogni qual volta il giudice Can. 781. Se talvolta la Chiesa deve giudicare
ecclesiastico deve pronunciarsi sulla nullità di della validità di un matrimonio di acattolici
matrimonio di coniugi acattolici battezzati: battezzati:
1° quanto al diritto, cui le parti erano soggette 1° per quanto riguarda il diritto a cui le parti
al tempo della celebrazione del matrimonio, si erano tenute al tempo della celebrazione del
applica l'art. 2, § 2; matrimonio, si osservi il can. 780, §2;
2° quanto alla forma della celebrazione del 2° per quanto riguarda la forma di
matrimonio, la Chiesa riconosce qualsiasi celebrazione del matrimonio, la Chiesa
forma prescritta o ammessa nella Chiesa o riconosce qualsiasi forma prescritta o
nella Comunità ecclesiale di cui le parti erano ammessa dal diritto al quale le parti erano
membri al tempo della celebrazione del soggette al tem-po della celebrazione del
matrimonio, purché, se almeno una delle parti matrimonio, purché il consenso sia stato
è fedele di una Chiesa orientale acattolica, il espresso in forma pubblica e, se almeno una
matrimonio sia stato celebrato con un rito parte è fedele cristiana di qualche Chiesa
sacro. orientale acattolica, purché il matrimonio sia
stato celebrato con rito sacro.
§ 2. Ogni qual volta il giudice ecclesiastico
deve pronunciarsi sulla nullità di matrimonio
contratto da due coniugi non battezzati:
1° la causa di nullità si svolge secondo le
norme del diritto processuale canonico;
2° la nullità di matrimonio è decisa, fatto salvo
il diritto divino, in base alle norme del diritto
cui le parti erano soggette al tempo della
celebrazione del matrimonio.
Art. 16 – § 1. Il tribunale della Chiesa latina,
salvi gli artt. 8-15, può esaminare cause di
nullità di matrimonio dei cattolici di un'altra
Chiesa sui iuris:
1° ipso iure, in un territorio dove non esiste
altro Gerarca locale di qualsiasi altra Chiesa
sui iuris oltre l'Ordinario del luogo della
Chiesa latina, o dove la cura pastorale dei
fedeli membri della Chiesa sui iuris, di cui si
tratta, è stata affidata all'Ordinario del luogo
della Chiesa latina, per designazione fatta dalla
Sede Apostolica o almeno dietro suo assenso
(cf. can. 916, § 5, CCEO);
2° negli altri casi, per proroga della
competenza concessa dalla Segnatura
Apostolica, sia stabilmente che per il caso in
esame.
§ 2. Il tribunale della Chiesa latina in questi
casi deve procedere secondo le norme della
legge processuale sua propria, ma la nullità di
matrimonio va accertata in base alle leggi della
Chiesa sui iuris di cui le parti sono fedeli.

Potrebbero piacerti anche