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Così, immobile, con le branche puntute aperte a fisarmonica, assomiglia ad un grosso soprammobile
d’argento. Mi incanto a guardarla, ma subito quella scatta e sparisce nella nebbia. Mollo tutto, la seguo
imprecando, ma è sul filo e non tardo a trovarla, infiacchita da una lesione alla spina. Guardo su. E’ tutto
giallastro, porco cane, ma intravvedo una increspatura in superficie e poi sono vicinissimo alla barriera. Ed
ho la mia spigola tra le mani a tenaglia. Mia.
Mi accorgo che non ho più paura. Sono su in un secondo, la profondità è minima ma l’apnea, per me
lunghissima, mi lascia senza fiato. Riprendo fiato, poi seguendo la sagola nella nebbia mi avvicino al siluro
bancorosso.
Non è un esemplare grosso, sfiora appena il chilo, ma è santo, arrivato quando mi serviva di più. Il piccolo
pesce che sto attaccando al pallone è servito a dare coraggio al pesciolino di sette anni che non sapeva
nuotare e per questo tanto tempo fa stava annegando in un metro d’acqua.
La fotografo con l’LG, non ho altro a disposizione, ma l’avversario merita l’onore delle armi.
Lode a te, onesta spigola, e grazie. La prossima volta il pesciolino nella nebbia nuoterà meglio.
PierLuigi Morizio
12 giugno 2006