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Jonathan Coe
Lo specchio dei desideri
traduzione di Delfina Vezzoli
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Libri in uscita, interviste, reading,
commenti e percorsi di lettura.
Aggiornamenti quotidiani
razzismobruttastoria.net
no a casa, lumore generale era cambiato. Non fecero a tempo a rientrare, che il padre di Claire si
sedette sul divano con una pila di lettere, e quando
ebbe finito di leggerle, sembrava arrabbiato con il
mondo intero. Adesso i suoi genitori erano in cucina e stavano parlando animatamente di qualcosa
che aveva a che vedere con il denaro, e Claire non
trov di meglio da fare che uscire in giardino. Era
un giardino piccolo, e non tard ad annoiarsi, tutta
sola l fuori. Avrebbe voluto divertirsi un po sullaltalena, ma una delle corde era rotta. Cos decise di
scendere in fondo al giardino e sgusciare fuori attraverso un buco nella recinzione, dove uno dei paletti era marcito.
Da l era solo una breve passeggiata fino alla discarica. Bastava salire sulla collinetta dietro le case,
e poi aprirsi un varco attraverso un fitto groviglio di
cespugli ispidi. Non appena sbucavi dallaltra parte dei cespugli, ti trovavi davanti a una scarpata,
quasi sullorlo di un burrone. Ma se procedevi con
molta cautela, riuscivi ad arrancare gi per il pendio scosceso, attaccandoti alle erbacce che spuntavano dal terreno sabbioso ed era cos che arrivavi alla discarica.
Claire non ci veniva spesso. Quella era solo la terza o la quarta volta. Per la verit, non era affatto un
bel posto. Il terreno era disseminato di grossi sacchi di plastica irti di spunzoni: pericolosi pezzi acuminati di metallo che potevano ferirti una gamba
se non ci stavi attento, e grondanti di cibo marcio
gettato via dalla gente, che cominciava a emanare
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un tanfo terribile. Infatti la cosa peggiore della discarica era proprio la puzza.
Cionondimeno, cera qualcosa in quei cumuli
di spazzatura che a Claire piaceva. Si sentiva in
qualche modo a casa in compagnia di tutti quegli
scarti. E ogni tanto, capitava di trovarci qualcosa di utile. Una volta ci aveva trovato una radio
che si era portata in camera sua, e sebbene non
fosse mai riuscita a farla funzionare, aveva fatto
la sua figura, sul comodino accanto al letto, finch i suoi genitori lavevano convinta a liberarsene e gliene avevano comprata una nuova per il
suo compleanno. Laltra cosa che Claire desiderava per la sua camera da letto era una sveglia, cos
si chiese se quel giorno sarebbe stata tanto fortunata da trovarne una.
Quasi subito, per, qualcosa di totalmente diverso attir la sua attenzione.
Cera un luccichio in cima a una delle pile di spazzatura e quando Claire and a vedere cosera, trov
un frammento di specchio rotto, pi o meno della
stessa dimensione degli specchietti che le donne
portano nella borsetta, ma con i bordi frastagliati
e taglienti che formavano una specie di stella irregolare. Si chin a raccoglierlo con molta cautela, perch non voleva tagliarsi. Quando lo prese
in mano, rimase abbagliata dallazzurro limpido
del cielo riflesso sulla superficie dello specchio, e
dallimprovviso gioco di luce proiettato dal vetro
mentre lo teneva in mano girandolo di qua e di l.
Lintensit della luce le fer quasi gli occhi per un
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attimo, tanto che dovette schermarseli con il braccio mentre li abbassava sullo specchio.
Tenendo cautamente lo specchio tra pollice e indice, Claire arranc fino ai bordi della discarica e
trov un posto dove sedersi. Allora tenne il frammento piatto sul palmo della mano e lo guard
con maggiore attenzione. Chinandosi, riusc a vedere il riflesso del proprio viso, pallido, lentigginoso e curioso, e al di l di questo, lazzurro del cielo
che, pi lo guardava, pi le sembrava uno dei colori pi puri e pi belli che avesse mai visto. Stava
contemplando le profondit dello specchio, godendosi la ricchezza di quel colore in uno stato quasi
sognante, quando un paio di grosse gocce di pioggia caddero sulla superficie del vetro e la riscossero dal suo sogno a occhi aperti. Asciug le gocce con la manica, poi guard il cielo, interdetta.
Comera possibile che cadessero delle gocce da un
cielo cos limpido e azzurro? Salvo che e questa
era la cosa strana adesso che lo guardava, il cielo
era tuttaltro che azzurro. Era grigio, proprio come
quando era uscita di casa: anzi, non era solo grigio, ma screziato di nubi mutevoli e veloci, nere
come il carbone.
Claire guard di nuovo lo specchio posato sul palmo della mano. La stessa faccia pallida e lentigginosa le restitu lo sguardo. E dietro cera lo stesso
cielo azzurro e senza nubi. Poi vide qualcosa volare nellaria, proprio dietro la sua testa. Era un uccello enorme e volava cos vicino sopra di lei che
riusc a scorgere la morbidezza del suo piumag10
gio e il luccichio vitreo dei suoi occhi veloci e penetranti; cos vicino sopra di lei che, con un movimento involontario, si chin e si copr la testa con
un braccio, per paura che la investisse in pieno. Ma
luccello non fece alcun rumore; e quando lei alz
di nuovo gli occhi al cielo un secondo dopo, non
cera niente lass.
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re, un effetto rafforzato dalla corona che nel riflesso portava sul capo. Era una corona molto insolita, ma bellissima: quattro grosse conchiglie, tutte
riccioli e volute, sormontate da una stella marina
rossa. Anche sua madre portava una corona: secondo lo specchio, la mamma portava ancora i bigodini, ma dietro questi cera un diadema dargento che
sembrava modellato a forma di polipo. Questo riflesso la faceva sembrare cos regale, che fu un vero
shock per Claire quando sent sua madre apostrofarla con tono sgarbato, Non fartelo dire unaltra
volta. Metti via quellaffare schifoso e vieni a mangiare, capito? Non ho cucinato questo pasto perch
resti sul tavolo tutto il giorno.
Mezza imbambolata, Claire si mise a tavola e sedette al solito posto, sempre tenendosi lo specchio
davanti agli occhi. Continu a guardare i genitori
per vedere se avessero notato che quelloggetto aveva qualcosa di speciale. Per lei, i riflessi che rimandava erano cos luminosi e abbaglianti, cos diversi
dai colori scialbi e dallambiente smorto della sua
cucina, che non riusciva a capire perch mamma e
pap non ne fossero a loro volta attratti, come indubbiamente e irresistibilmente tutti sono attratti
dal luccichio di un rubino o di un diamante prezioso.
Ti ho detto di metterlo via disse la mamma, mentre le scodellava cialde di patate sul piatto. (Nello
specchio sembravano stelle marine rosa.)
Ma non lo trovate sbalorditivo disse Claire, che
faccia apparire ogni cosa diversa da com?
Per la prima volta ma senza grande interesse
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si fosse appoggiata a quella balaustra, avrebbe potuto ammirare il panorama incredibile di una vasta distesa di mare, un mare quasi altrettanto perfetto nella sua azzurra immobilit del cielo con cui
si confondeva sul lontano orizzonte.
La cosa esasperante era questa: Claire non poteva appoggiarsi alla balaustra e guadare la vasta distesa delloceano. Non poteva appoggiarvisi perch
non esisteva. Non cera verso di localizzarla, di raggiungerla, di toccarla. Esisteva solo nel mondo riflesso da quello specchio miracoloso: uno specchio
che ormai ne era certa chiss come riusciva a
riflettere non le cose ordinarie e fin troppo familiari di cui era fatta la sua vita di tutti i giorni, ma
le cose che poteva sognare le cose che fino a quel
momento esistevano solo nella sua immaginazione.
Con la mente annebbiata da una strana combinazione di euforia e frustrazione, Claire sal di sopra ed entr nella sua stanza. Come sembrava piccola e ordinaria, dopo gli splendori dalga marina
dei saloni regali che aveva ammirato da basso. Il
suo letto singolo era appoggiato contro una parete, con il mesto copriletto verde scuro; e sopra, a
ricambiare il suo sguardo con i tristi occhi marroni e immobili, cera il suo giocattolo preferito
la cosa che forse amava di pi nella vita una piccola tigre lanuginosa, a strisce arancio e nere che
molti anni prima ( senza un grande sforzo dimmaginazione) aveva deciso di chiamare Tigre.
Claire sollev lo specchio per vedere se il suo riflesso offriva qualche miglioramento della realt.
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no assentarsi dal lavoro. Quel giorno cera la mamma di Claire (suo padre aveva una riunione importante in ufficio) e cera anche la madre di Amanda
Gifford. Era arrivata con la Range Rover e anche
Claire dovette ammettere che era davvero incantevole nel suo top senza maniche e la stretta gonna jeans. Doveva avere sui quarantanni, ma si vestiva come una ragazza di venticinque, e ne aveva
anche laspetto.
Claire partecipava solo a un paio di gare; non
era una grande atleta. La sua amica Sandra, invece, era una dei velocisti migliori della scuola, ed
era particolarmente brava sulle lunghe distanze,
infatti era data per vincente nella corsa degli ottocento metri. Era una delle ultime gare della giornata. Sandra aveva chiesto a Claire di piazzarsi
dallaltra parte della pista, lontano dal grosso degli spettatori, in modo da incoraggiarla quando si
avvicinava alla volata finale. (Era il momento in
cui aveva pi bisogno di incoraggiamento, le aveva
detto.) Mentre sincamminava verso la sua postazione, Claire si accorse di essere seguita. Si gir e
vide che un ragazzino di nome Peter Lewis la stava
tallonando. Sospir. Peter era una vera piaga. La
seguiva ovunque e cercava sempre di convincerla
a fare amicizia con lui. E perch la stava seguendo adesso? Non aveva nessun motivo per piazzarsi su questo lato della pista, lontano da tutti gli altri. Lo faceva solo per starle vicino.
Vattene, Peter gli disse. Non voglio che tu mi
segua.
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fermarsi a chiedere a Peter se anche lui avesse visto lincidente, corse a tutta velocit dallaltra parte della pista. Trov subito Amanda Gifford e lafferr per le spalle.
Hai spinto la mia amica! disse. Le hai impedito di vincere la corsa.
Si pu sapere di cosa stai parlando? rispose
Amanda.
In seguito, Claire trovava difficile capire cosera
successo esattamente subito dopo. La sua memoria
avvolgeva gli eventi dei pochi minuti successivi in
una nebbia indecifrabile. Sapeva solo che cera stata una zuffa, una zuffa terribile. Quando finalmente due degli insegnanti le separarono, Claire aveva
un graffio bluastro e sanguinante su una guancia,
e Amanda perdeva sangue dal naso e da un labbro.
Le loro madri si erano precipitate dalle figlie e gli
altri genitori osservavano la scena in silenzioso stupore ( e con una certa soddisfazione al pensiero che
i figli di qualcun altro e non i loro si fossero coperti di vergogna). Il giorno delle gare sportive
uno dei gironi pi attesi di tutto il calendario scolastico era stato ridotto al caos e alla vergogna.
Il preside chiese di vedere entrambe le ragazze,
insieme alle madri, per prima cosa il mattino seguente. Tra lacrime di rabbia, Claire ebbe la presenza di spirito di chiedere che Mr Underhill partecipasse allincontro, dal momento che era uno dei
testimoni chiave.
La madre di Claire fece una lunga chiacchierata
con lei quella sera. La riunione del padre si era pro36
te la sua amica fuori dalla pista per eliminarla dalla gara. La mamma di Amanda disse che era ridicolo, che sua figlia non avrebbe mai fatto una cosa
del genere. Aveva scelto un posto accanto a Mr Underhill, e gli sedeva vicino, quasi sfiorandolo con
le gambe. Adesso si gir verso di lui e gli chiese se
concordava con la versione dei fatti di Claire. Mr
Underhill parve sulle spine, e si agit sulla seggiola.
La mamma di Amanda lo stava guardando dritto
negli occhi. Alla fine lui parl; e, incredibile a dirsi, la sua risposta fu no. No, disse non aveva visto
Amanda fare niente del genere. Claire si sbagliava,
non cerano dubbi al riguardo, disse. Aveva reagito in modo spropositato a un piccolo incidente sulla pista, e pertanto doveva aver aggredito Amanda
senza motivo o provocazione.
Dopo qualche minuto di discussione, il preside
disse che era evidente che Claire si era comportata male, e che considerava inammissibile il modo
in cui aveva aggredito Amanda. La sospese dalle lezioni per il resto della settimana.
Claire lasci la scuola con sua madre e si sedette accanto a lei in macchina, in silenzio. Era troppo sgomenta per parlare. Di fatto nessuna delle due
disse una parola per tutto il tragitto verso casa.
Una volta arrivate, Claire sal nella sua stanza e
vi rimase per il resto della giornata. La madre le
port del t e cerc di farla parlare di quello che
era successo durante la riunione, Ma Claire non ne
volle sapere.
Non usc dalla sua stanza fino a tarda sera. Suo
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padre adesso era a casa, e Claire sent che i suoi genitori stavano avendo una discussione che minacciava di trasformarsi in un litigio in cucina. Claire
si avvicin alla porta ad ascoltare.
Perch non mi hai detto niente? stava dicendo suo padre. Non avresti dovuto andare a parlargli senza di me. Sei totalmente incapace di gestire
questo genere di cose.
Non avrebbe fatto nessuna differenza. Cosa potevi fare tu, che io non ho fatto?
Io so come stanno le cose, tutto qui. Era ovvio
che Mr Underhill non avrebbe appoggiato Claire.
Non sai che il padre di Amanda il grande capo del
Golf Club, e sono secoli che Underhill cerca di diventare socio del club? Senza contare che praticamente innamorato della madre, a quanto pare...
Claire si allontan in punta di piedi, e torn di
sopra nella sua stanza. La luce della sera stava iniziando a sbiadire ma Claire non accese la lampada
sul comodino. Si sedette sul letto a pensare, finch
non fece buio. Non si accorse nemmeno che era
scesa la notte.
Allora cos che gira il mondo, pens. cos che
stanno le cose. Una ragazza aveva fatto una cosa
sbagliata, aveva imbrogliato, e lamica di Claire ne
aveva sofferto. Poi, quando Claire aveva cercato di
correggere quella palese ingiustizia, nessuno aveva
voluto ascoltarla. Lei aveva detto la verit, ma un
uomo laveva contraddetta, perch ammirava una
donna che trovava bellissima, e voleva un favore
dal marito; e il mondo aveva scelto di credergli e
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ignorare le ragioni di Claire perch lui era potente e lei no. E dire che non aveva mai dubitato che
tutti avrebbero creduto alla verit! La verit era la
cosa pi importante nella vita, giusto? Lei lo aveva
sempre pensato. Ma evidentemente non era cos
non per certa gente, almeno. Per certa gente sembrava ci fossero cose pi importanti: accaparrarsi
ogni possibile vantaggio, per esempio, e non complicarsi la vita.
Claire fu sopraffatta dal malumore. Accese la lampada accanto al letto, prese il frammento di specchio dal cassetto, e ne guard la superficie con occhi carichi daccusa. Sembrava pi sporco e rigato
che mai. Talmente sporco, che non riusciva a vedere niente l dentro, a parte il riflesso scuro e annebbiato del suo viso. Inclin lo specchio in modo
da vedere il muso di Tigre che dormiva ancora
ogni notte al suo fianco ma quella sera non sembrava affatto una tigre vera. Indispettita, spinse il
suo giocattolo gi dal letto facendolo cadere sul pavimento. Poi ripose lo specchio, spense la luce, si
gir sul fianco e rimase a lungo a fissare loscurit.
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lei, non riusciva a capacitarsi di quanto sembrassero annoiate. Non cera di che meravigliarsi. Chi non
si sarebbe annoiato e intristito a vivere in un posto
del genere? Perch mai degli esseri umani avevano
scelto di costruire posti cos brutti, per poi viverci?
Possibile che non sapessero fare di meglio?
Lultimo esercizio da quella parte della piazza era
un caff. Faceva parte di una catena globale e Claire
sapeva, dalle volte che era andata in gita scolastica
o in vacanza con i suoi genitori, che quasi ogni citt del paese sembrava avere un bar identico, con lo
stesso caff e le stesse torte e lo stesso arredamento.
Forse alla maggior parte della gente piaceva cos. Di
recente Claire aveva preso labitudine di fermarsi in
questo caff alla fine delle sue passeggiate. Allinizio
le era sembrata una sfida avventurosa, entrare in un
bar da sola e ordinare qualcosa da bere, ma ormai ci
aveva fatto labitudine. Cera un tavolino fuori, un po
discosto dagli altri, dove le piaceva particolarmente
sedersi. Da l poteva vedere quasi tutti i negozi nel resto della piazza, e anche il pub su uno dei lati diagonalmente opposto dove si formava spesso un capannello di gente, a bere sul marciapiede. Non oggi
per, perch faceva troppo freddo e stavano gi iniziando a cadere le prime gocce di pioggia. Ciononostante, Claire rimase seduta al suo tavolo per un bel
po, a sorseggiare la cioccolata calda che aveva ordinato. Ma cominci a sentirsi a disagio quando arriv
un altro gruppo di persone della sua scuola. Non erano suoi amici, e Claire non voleva parlare con loro,
quindi quando si sedettero al tavolo accanto a suo,
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si gir dallaltra parte e cerc di finire la sua cioccolata pi in fretta che poteva. Per, proprio mentre stava per andarsene, sent una delle ragazze fare
un commento molto sgradevole sulla sua faccia, che
fece ridere tutti. Claire arross furiosamente e scatt
in piedi, urtando il tavolino mentre lasciava il caff
e sincamminava verso casa, le spalle curve e il cappuccio tirato sul viso a pi non posso.
Mentre scendeva lungo la strada principale, appena
prima della deviazione che portava al suo complesso
abitativo, Claire sent una voce roca che le gridava:
Ehi, bellezza, perch tanta fretta? Era George, il
senzatetto che sembrava trascorrere la maggior parte della sua vita seduto sugli scalini alla fine della fila
di negozi. La maggior parte della gente aveva paura
di George, perch aveva i capelli lunghi, unenorme
barba grigia e una faccia rossa con i denti gialli, che
gli conferivano unaria un po sinistra, ma a Claire
era capitato di parlare con lui e aveva scoperto che
non era affatto un individuo pericoloso. A volte si fermava a chiacchierare con lui per qualche minuto e
talvolta gli dava anche del denaro o entrava nel negozio vicino a comprargli dei biscotti o una tavoletta di cioccolata, anche se spesso pensava che George avrebbe preferito di gran lunga unaltra di quelle
bottigliette di whiskey in miniatura che aveva sempre con s. Sia come sia, adesso lo ignor, e lo super di buon passo. Non voleva parlare n con lui n
con nessun altro. Quello che aveva sentito dire sul
proprio conto al caff era troppo doloroso.
Come al solito, i genitori di Claire la ignorarono
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Oggi, per, qualcosa le fece desiderare di guardare di nuovo nello specchio. Frug tra le cianfrusaglie che si erano accumulate nel cassetto e finalmente lo trov, e le sue dita si chiusero intorno alla
pezza di velluto verde in cui lo aveva avvolto tanti
anni prima. Sedendosi sul letto, srotol con cura il
velluto e tir fuori lo specchio frastagliato a forma
di stella. Era molto impolverato. Lo pul con la manica. Poi tir un profondo respiro, e punt gli occhi
sullo specchio.
Sulle prime non lo guard direttamente. Lo ruot
a diverse angolazioni e osserv vari riflessi della sua
stanza. Quando vide che questi riflessi non erano sostanzialmente diversi da ci che poteva vedere tutti
i giorni, con i propri occhi, prov un moto di delusione, ma anche stranamente un certo sollievo.
Dunque era stato solo un gioco della sua immaginazione, dopotutto. Il suo specchietto magico era un
pezzo di vetro qualunque, e anche piuttosto brutto
e impolverato, quanto a questo. Come poteva aver
creduto qualcosa di diverso? Non esisteva una cosa
come la magia. Lo sapevano tutti!
Infine ruot lo specchio in modo da puntarlo dritto sulla sua faccia. E questa volta il riflesso era diverso. Gli stessi occhi grigio-azzurri ricambiarono il
suo sguardo, ma la sua faccia non era la stessa. Non
cerano foruncoli, nemmeno uno. La sua pelle era
pallida e cremosa e assolutamente perfetta. Quella era la sua faccia, certo, ma allo stesso tempo era
una faccia che faticava a riconoscere. Era una faccia bellissima.
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vide sua madre e suo padre che parlavano, ma il riflesso era pi debole a confuso che mai.
Quellestate, suo padre lasci casa e famiglia e
and a vivere con la sua nuova ragazza. A costei
non piaceva che andasse a trovare la famiglia, per
cui passava di rado a fare un saluto. Claire e sua
madre furono lasciate sole. Andarono di nuovo in
vacanza nel Galles, come facevano ogni anno, ma
questa volta erano soltanto loro due. Non fu una
vacanza riuscita. Il cielo era azzurro e il sole batteva forte, ma Claire non provava pi lo stesso piacere di un tempo nellandare in spiaggia. Ormai era
troppo grande per costruire castelli di sabbia, e non
le piaceva indossare il costume da bagno perch in
spiaggia cerano dei ragazzi e non voleva che la vedessero, dal momento che aveva cominciato a vergognarsi del proprio corpo. Di sera lei e la madre
sedevano nel loro cottage a guardare gli stessi programmi televisivi che avrebbero guardato a casa.
Sua madre rimase di pessimo umore per tutte le due
settimane di vacanza, e qualsiasi cosa Claire facesse, sembrava irritarla. In particolare, continuava a
sgridarla per la sua mania di guardare lo specchio.
Si pu sapere perch ti sei portata dietro quel vecchio coso? voleva sapere. Credevo lavessi buttato
via da un pezzo. Non lo avevi raccattato alla discarica quando eri piccola? Possibile che tu non riesca
a trovare niente di meglio con cui giocare? Perch
non leggi un libro, invece di passare tutto il giorno a contemplare quel vecchio specchio schifoso?
Claire la lasciava brontolare, senza darle retta.
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della storia umana: una storia che sembrava ripetersi in continuazione secondo schemi ricorrenti.
Lei e Mrs Daintry divennero buone amiche, tanto
che ormai capitava spesso che Claire avesse la sua
professoressa di storia a farle compagnia nel caff
sulla piazza, invece di starsene l tutta sola. Nonostante la chiamassero signora Daintry, non sembrava ci fosse un signor Daintry nella vita della
professoressa quantomeno, lei non ne fece parola, allinizio. Poi un bel giorno raccont a Claire di
essere stata sposata un tempo, ma dopo dodici anni
di matrimonio, disse, il marito le aveva annunciato
che lavrebbe lasciata per una donna pi giovane,
cos di punto in bianco. Una storia molto simile a
quella del padre di Claire e della sua nuova ragazza. (Forse la storia si ripeteva anche su scala pi ridotta e intima.) Claire si dispiacque per la professoressa, ma si sent anche molto grata e orgogliosa
che Mrs Daintry le avesse raccontato la sua storia;
cap che le era stato confidato un segreto doloroso e difficile, e che la sua insegnante aveva riposto
una profonda fiducia in lei. Pens che forse, per
ricambiare, avrebbe dovuto condividere con lei il
suo segreto pi prezioso. E quel era questo segreto? Lo specchio rotto, probabilmente. Ma sarebbe
riuscita a confidarlo a qualcun altro? A un adulto?
La verit che aveva troppa paura di parlarne. Temeva che Mrs Daintry lavrebbe considerata mezza matta o peggio ancora avrebbe pensato che
era infantile, che stava parlando solo di uno stupido gioco che aveva a che fare con il giocattolo di
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vid Knightley. David era alto e bello, e sebbene fosse un po presuntuoso, tutte le ragazze della classe
gli morivano dietro inclusa Claire, anche se non
avrebbe mai osato ammetterlo. Il pensiero di dover argomentare con lui di fronte a tutta la classe
le dava quasi la nausea. E la moglie del re, Maria
Antonietta il famoso simbolo del privilegio e della ricchezza dellaristocrazia francese sarebbe stata interpretata, inevitabilmente, dalla sua vecchia
nemica, Amanda Gifford.
Ma Claire non avrebbe dovuto preoccuparsi. Aveva preparato a fondo la sua arringa e anche se sulle prime inizi un po troppo in sordina, una volta
partita fece un discorso appassionato e bellissimo.
Forse, asser Claire, non si poteva pretendere che a
tutti spettasse la stessa quantit di denaro, ma allo
stesso tempo era chiaramente sbagliato che molte
persone patissero la fame o non avessero un tetto
sopra la testa mentre altre vivevano una vita di lusso
sfrenato. Indubbiamente, disse, solo una questione
di buon senso assicurarsi che ogni cosa venga divisa in modo pi equo, vi pare? Altrimenti il popolo, roso da delusione e invidia, prima o poi potrebbe diventare violento, come successo in Francia.
Tutti applaudirono quando fin di parlare e in confronto al suo, i discorsi di David e di Amanda risultarono piuttosto inconcludenti. Amanda in particolare fu tuttaltro che convincente: lunica cosa
che pens bene di dire, in sostanza, fu che non era
giusto prendersela con Maria Antonietta solo perch era ricca, e tutti avrebbero dovuto smettere di
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tormentarla. Lo disse con un tono di voce imbronciato e rancoroso, con unespressione da vittima,
come se pensasse che la rivolta dei poveri di Francia fosse un attacco sferrato contro la sua persona. Una volta finiti i discorsi, la classe vot per decidere chi aveva vinto il dibattito. La vincitrice fu
Claire, con un margine di cinque a uno.
Finita la lezione, Amanda si precipit fuori dallaula,
su tutte le furie.
Ma David ebbe almeno la decenza di andare da
Claire per complimentarsi con lei. Congratulazioni disse. Sei stata fantastica. La guard dritta in faccia mentre lo diceva, i grandi occhi azzurri fissi nei suoi, e in quel momento Claire si sent
mancare, ebbe un tuffo al cuore, come quando arrivi in cima a un ottovolante e cominci la discesa
vertiginosa. Fu la sensazione pi bella che avesse
mai provato, ma allo stesso tempo la detest. In
preda alla confusione pi nera, farfugli qualche
parola incoerente e si precipit a sua volta fuori
dallaula.
Sincammin verso casa passando per il centro,
ancora un po turbata da ci che aveva provato.
Pens di fermarsi al caff come al solito, ma il suo
tavolino era gi occupato, cos prosegu. Mentre
camminava lungo la strada che portava al suo complesso abitativo, vide George, il senzatetto, seduto
al solito posto. Era un pomeriggio piovoso, ed era
seduto abbastanza vicino al lato della strada in cui
si era formata una pozza fangosa di acqua piovana a causa di uno scarico otturato. Mentre si avvi61
cinava, Claire fu superata da un gigantesco veicolo a trazione integrale con i finestrini fum, che
riconobbe allistante: era quello con cui lautista di
Amanda la portava avanti e indietro da scuola ogni
giorno. Lenorme macchina succhia-benzina la super e poi pass dritta attraverso la pozzanghera
e schizz in pieno George, inzuppandolo fino alle
ossa di acqua sporca. Il poveretto balz in piedi e
rincorse la macchina.
Ehi! grid, guarda coshai combinato!.
La vettura si era fermata a un semaforo. Uno dei
finestrini posteriori si abbass e la testa di Amanda fece capolino.
Non osare rivolgermi la parola disse.
Guarda coshai combinato!
colpa tua rispose Amanda che te ne stai seduto sul ciglio della strada a non far niente tutto il
giorno. Perch non vai a cercarti un lavoro come
tutti gli altri?
Alz di nuovo il finestrino e qualche secondo
dopo scatt il verde e la macchina sgomm via, lasciandosi dietro una scia di schizzi. George torn
lentamente ai suoi scalini, scuotendo le maniche
e badando a dove metteva i piedi, con lacqua che
gli sciaguattava nelle scarpe. Si sedette con un ciac
ciac sui gradini bagnati e prese la bottiglia di whiskey che aveva sempre con s. Tracann una lunga
sorsata e poi mise gi la bottiglia, con un sospiro
di quieta soddisfazione.
Tieni disse Claire. Aveva con s la sua borsa da
ginnastica, e porse a George lasciugamano per la
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la doccia di fango. Guard lo specchio con intensa attenzione, girandolo lievemente di qua e di l,
e mentre lo faceva parve accadere qualcosa ai suoi
occhi che fino a quel momento erano stati del
tutto inespressivi come se qualcuno avesse acceso una luce dietro alle sue pupille, o come se qualcuno fosse entrato in una stanza che era rimasta
buia per molti anni, e avesse tirato le tende su una
flebile luce del sole.
Dopo aver fissato lo specchio per un paio di minuti, George sollev lo sguardo su Claire, ma non
disse niente, sulle prime.
Stai bene, George? chiese Claire. Poi, visto che
non si decideva a parlare, soggiunse piano, Coshai
visto l dentro?
Geroge esit, tiro un profondo respiro, come se
gli costasse uno sforzo immane rispondere alla domanda.
Qualche anno fa attacc, lentamente e con voce
rotta, non vivevo cos. Avevo una moglie e una famiglia, e abitavamo in unaltra citt, a centinaia
di chilometri da qui. Avevo la mia piccola attivit
e ce la passavamo abbastanza bene. Non che fossimo ricchi o roba del genere, ma non ci mancava
niente. Poi le cose cominciarono ad andare storte. La gente smise di comprare quello che volevo
vendere, cos mi serviva pi denaro dalle banche,
e allimprovviso loro non volevano pi fare prestiti a gente come me. Cominciai a perdere soldi, cos non riuscivo pi a rispettare i pagamenti
per la casa, e sotto il peso di tutte quelle preoccu64
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Claire provava un gran pena per George. Era naturale. Chi non lavrebbe provata? Ma non sapeva
proprio cosa fare per aiutarlo. Non aveva abbastanza soldi suoi per potergliene dare, e non era nella
posizione di trovargli un lavoro o un posto in cui
vivere. Inoltre, a dire la verit anche se in questo
caso era una verit che non voleva confessare nemmeno a se stessa nelle settimane successive le sue
preoccupazioni furono di natura completamente
diversa. Era preoccupata da qualcosa di irritante,
di imbarazzante, qualcosa di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Ma, per quanto lo desiderasse, non
riusciva a toglierselo dalla testa.
La cosa che le rendeva la vita difficile era la sua
ossessione per David Knightley.
Come a quasi tutte le ragazze della sua classe, anche a Claire era sempre piaciuto guardare David,
parlare con lui, e averlo intorno. Era gi un ragazzo molto attraente, e aveva un carisma innegabile che gli avrebbe sempre attirato le persone. Ma
dal momento in cui si era congratulato con lei in
classe per il suo discorso, e laveva guardata drit69
ta negli occhi, le cose erano cambiate. Claire si ritrovava a pensare a lui costantemente. Si ritrovava a trascorrere la maggior parte del tempo libero
cercando di escogitare un modo per incontrarlo.
Si ritrovava a fare le cose pi stupide e improbabili, come sparare il suo nome su Google mentre
avrebbe dovuto fare una ricerca su Internet per i
compiti a casa, o perfino in unoccasione orrenda
e mortificante scrivere il suo nome di seguito per
parecchie righe sul quaderno dei compiti, mentre
avrebbe dovuto finire un saggio di storia.
Fu dopo questo episodio che cominci a essere
davvero arrabbiata con se stessa, e decise che doveva cambiare registro. Forse le sarebbe stato daiuto
uscire di casa, tanto pi che era stufa di fare tutte le sue letture di ricerca su Internet. Stavano ancora studiando la Rivoluzione francese a scuola e
Claire cominciava ritenere che tutte le informazioni
che riusciva a trovare in rete fossero un po troppo
semplici e ripetitive. Pens che forse sarebbe stato
meglio cercare un buon libro sullargomento. Cos
decise di andare in biblioteca.
Mamma disse entrando nel soggiorno dove sua
madre era seduta davanti al suo computer, a navigare su Internet alla ricerca dei siti di appuntamenti, io esco per andare in biblioteca, va bene?
Senza staccare gli occhi dallo schermo, sua madre disse: Davvero? Sono secoli che non ci andiamo. Sai come arrivarci?
S, credo di s rispose Claire, e si chiuse la porta alle spalle.
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Ci mise circa un quarto dora a raggiungere il posto dove un tempo cera la biblioteca, e quando ci
arriv, non vide altro che un centro commerciale.
Fuori cera una donna con un giubbotto fluorescente che stava raccogliendo soldi per un qualche ente
benefico, cos Claire and da lei per chiedere informazioni. Mi scusi disse, sto cercando la biblioteca. Non era da queste parti?
Sei arrivata con una macchina del tempo? disse la donna ridendo.
Prego? fece Claire.
Il posto quello giusto, ma sei in ritardo di almeno tre anni. La biblioteca non c pi. Lhanno
chiusa per costruire questo complesso.
Claire ringrazi la donna ed entr nel centro commerciale. Era pieno dei soliti esercizi: caffetterie, negozi di abbigliamento e negozi di telefonini. La gente vagava da un negozio allaltro, cercando di trovare
un modo per spendere il proprio denaro. Non avevano laria di divertirsi molto, pens Claire. Si diresse
verso lunica parte del centro commerciale che sembrava attraente, dove cera una piscina, con alcune
fontane zampillanti al centro e piante che crescevano tuttintorno. Si sedette sul bordo e tir fuori il suo
specchio dalla borsa con cautela, perch nessuno
notasse quello che stava facendo. Si sedette con le
spalle alla piscina e inclin lo specchio in modo da
inquadrare un negozio che vendeva borse dozzinali,
bigiotteria e altri accessori. Guard con attenzione
nello specchio e riusc a vedere un grosso spazio, accogliente e ben illuminato, le pareti rivestite di libri
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di ogni genere e dimensione. Cerano persone sedute ai tavoli e in comode poltrone, a sfogliare libri,
giornali e riviste. Era cos che appariva la biblioteca un tempo? si chiese, o era unimmagine di come
avrebbe dovuto essere? In altre parole, il suo specchio era dotato di memoria, o di immaginazione?
Ebbene, una cosa era chiara: non avrebbe scoperto granch sulla Rivoluzione francese restando
a ciondolare in quel centro commerciale. Sia come
sia, mentre era l seduta, le era venuta unidea. Un
pensiero non molto gradito, ma che una volta entrato nella sua testa non voleva andarsene. Si ricord che David Knightley e la sua famiglia abitavano a cinque minuti a piedi da l. Involontariamente,
senza alcuna partecipazione consapevole da parte
sua, le gambe cominciarono a portarla in quella direzione. Lasci il centro commerciale e sincammin per la strada suburbana densa di attivit, verso
il palazzo di appartamenti di David. Quando arriv allindirizzo che ormai sapeva a memoria, scopr che faceva parte di un complesso di case e appartamenti: il tipo di complesso residenziale che
aveva visto descritto in depliant e pubblicit come
esclusivo. Consisteva in un grande edificio rivestito di mattoni che riconobbe allistante, non appena
lo vide. Ma certo! Un tempo era il vecchio ospedale
della contea. Una volta suo padre era stato ricoverato proprio l, per unoperazione, molti anni prima, e Claire e la mamma erano andate a trovarlo
ogni giorno per pi di una settimana. Adesso le insegne del vecchio ospedale erano sparite e al posto
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Stava davvero cominciando a perdere la testa. Cerano modi migliori di occupare il proprio tempo. Non
sapeva esattamente quali, ma era sicura che qualcosa di meglio ci fosse anche solo starsene seduta
nella sua stanza, a lavorare al suo compito di storia. I sentimenti che provava per David erano stupidi, stupidissimi. Prima tornava in s e se ne liberava, e meglio era.
Sentendosi forte e risoluta, Claire torn alla porta dingresso del palazzo, spinse il pulsante elettronico delluscita, e riemerse alla luce del sole. Scese i gradini di corsa e sincammin per verso casa.
Dopo non molto, per, vide due persone che arrivavano dalla direzione opposta due persone che
riconobbe. Erano David Knightley e Amanda Gifford. Camminavano fianco a fianco. Non solo fianco a fianco, ma mano nella mano. Claire si guard
intorno disperata, in cerca di un posto in cui nascondersi, ma non cera. Quei due le sarebbero passati accanto.
E accadde proprio questo. Le passarono accanto
ignorandola completamente. David guard dallaltra parte, e Amanda le lanci unocchiataccia, con
aria di sfida, ma si pregi di non dirle una parola.
Mentre la superavano, Claire sent il mondo offuscarsi e pens che le avrebbero ceduto le gambe e
sarebbe finita lunga e distesa sul marciapiede. Ma
poi il momento pass, e barcollando raggiunse un
albero vicino e si appoggi contro il tronco, tirando profondi respiri finch si sent pi calma. Girandosi a guardarli con unocchiata furtiva, vide che
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si erano fermati sul marciapiede e David aveva abbracciato Amanda e la stava baciando.
Claire non intendeva farlo, ma niente al mondo
riusc a impedirle di tirar fuori lo specchio, e, dando le spalle a David e Amanda, guardare il riflesso
che mostrava. Era il riflesso pi limpido e forte che
capitava di vedere da molto, moltissimo tempo: e
nel riflesso, era Claire, e non Amanda, che David
stava baciando. Lei aveva gli occhi semichiusi ed
era in punta di piedi per sfiorare la bocca di David
con la sua. Claire non riusciva a staccare gli occhi
dallimmagine, anche mentre si allontanava dal tronco dellalbero e sincamminava di nuovo per strada.
Non riusciva a credere che il riflesso potesse essere cos luminoso e nitido, dopo tutte le immagini
confuse che aveva visto nello specchio ultimamente. Era abbagliante nella sua chiarezza e realt e
quando infine limmagine cominci ad annebbiarsi, quando divent confusa e sbavata, non era colpa dello specchio: era perch gli occhi di Claire si
stavano riempiendo di lacrime.
E poi, vuoi a causa delle lacrime, vuoi perch non
guardava la strada, di punto in bianco Claire and
a sbattere contro qualcuno. Aveva investito in pieno
un ragazzo che arrivava dalla direzione opposta, e la
forza dellimpatto la fece ruotare su se stessa scaraventandola a terra con un grido di dolore e sorpresa.
E per colmo di sfortuna le era capitato di andare a sbattere proprio contro lultima persona che
avrebbe voluto vedere in quel momento.
Era Peter Lewis.
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Tutto a posto? Stai bene? chiese Peter, tendendole la mano per aiutarla a rialzarsi.
Claire lo guard furibonda. S. Grazie disse, declinando lofferta di aiuto e rialzandosi a fatica da
sola.
Ti caduto qualcosa disse Peter puntando il dito.
Claire si gir e vide che aveva lasciato cadere il
frammento di specchio, che giaceva sul pavimento poco pi in l. Rimase inorridita, vedendo Peter
che si chinava a raccoglierlo. Senza pensare, glielo
strapp di mano con violenza.
Questo mio, grazie tante disse, infilandoselo
in tasca pi in fretta che poteva. Si irrit moltissimo nel vedere che, anche in quei pochi secondi, lo
sguardo di Peter era stato attratto da quel vecchio
oggetto sporco e rotto, e lo aveva osservato per bene.
Chiss cosa avrebbe pensato di lei!
Va bene, va bene disse Peter, chiaramente risentito. Non c bisogno di usare quel tono. Non
colpa mia se certa gente cos occupata a guarda80
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Le tre di domenica pomeriggio la sorpresero ferma, sotto la pioggia, dallaltra parte dei cespugli in
cima alla scarpata che portava alla discarica. Si sentiva una cretina totale ferma l, incappucciata nella
felpa, con le gocce che cadevano dai bordi, in attesa che Peter si facesse vivo. E dopo aver aspettato
per una decina di minuti, le venne un pensiero orribile: e se non si fosse fatto vedere? Se le avesse fatto un brutto scherzo?
Ma poi, proprio mentre concepiva questo pensiero, lo vide camminare affannosamente verso di
lei lungo la cresta della collina.
Ciao le disse. Scusa il ritardo. Abbiamo pranzato tardissimo.
Non importa disse Claire.
Non si baciarono n niente del genere nemmeno
sulla guancia. Rimasero l impalati, per un momento, entrambi sulle spine, incerti sul da farsi. Dopo
un po Peter si sedette sullerba bagnata. Claire rimase in piedi accanto a lui.
Probabilmente penserai che questo davvero uno
strano posto per incontrarsi disse Peter.
Parecchio strano, s convenne Claire.
Be c una ragione disse Peter. Poi le chiese:
Sai quello specchio che avevi ieri? Non che per
caso lo hai portato?
Claire fece per infilare la mano nella tasca interna
dove di solito teneva lo specchio, ma si ferm prima di stringerlo nel palmo. Stava ricominciando a
insospettirsi. Non che Peter si stesse prendendo
gioco di lei?
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e, col passare degli anni, erano state rimpiazzate da visioni meno fantastiche: riflessi del mondo intorno a lui che nondimeno offrivano sempre
una sorta di sottile, indefinibile miglioramento
della realt quotidiana. Claire gli raccont alcune delle cose che aveva visto di recente nel suo
specchio: lospedale che da allora era stato rimpiazzato da appartamenti di lusso, e la visione
che George il senzatetto aveva avuto della propria famiglia seduta a tavola. Allora, cosa pensi
che significhi? chiese. Cosa ci stanno mostrando questi specchi?
Ci ho pensato molto disse Peter, e suppongo
che invece di mostrarci il mondo cos com, ci mostrino il mondo come dovrebbe essere.
Claire riflett su questa teoria. Sembrava ragionevole, ma allo stesso tempo rendeva la natura frammentaria e indistinta dei riflessi ancora
pi frustrante.
Che peccato, per disse, che possiamo vedere queste cose solo a piccoli pezzi.
Be disse Peter. E se... e se non fossimo i soli
a vederle?
Cosa vorresti dire?
Invece di rispondere alla domanda, Peter disse
qualcosa di misterioso. Le chiese se aveva da fare
il weekend successivo, e se pensava di poter star
fuori per tutta la notte di sabato. Claire non aveva idea di cosa avesse in mente. Quanto la conosceva questa persona, fino a che punto poteva fidarsi di lui? Al momento (e questo era gi di per
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s terrorizzante) pensava che avrebbe fatto qualsiasi cosa le avesse chiesto di fare...
Immagino che potrei riuscirci disse dubbiosa.
Potrei dire alla mamma che mi fermo a dormire da Sandra.
Davvero? disse Peter. Ma ti prego promettimi di venire. Abbiamo bisogno di te. Non riusciremmo a farcela senza di te.
Verso le nove di sera del sabato successivo, Claire
incontr Peter al bar sulla piazza cittadina. Bevvero
un caff e parlarono per qualche minuto, poi Peter
la guid verso il pub dallaltra parte della piazza.
Di fronte a loro, il muro del municipio incombeva
scialbo, sporco e deprimente come sempre.
Dove stiamo andando? chiese Claire.
Lo vedrai.
Invece di entrare nel pub (che sarebbe stato difficile in ogni caso, perch fuori cera talmente tanta
gente che beveva da bloccare lingresso) si fermarono accanto alla grossa botola sul marciapiede.
Qui cera una scaletta che portava nella cantina
sottostante, dove i barili di birra e altri alcolici venivano consegnati ogni giorno. Peter apr la botola e si cal allinterno facendo segno a Claire di
seguirlo. In un battibaleno scesero la scaletta e la
botola si richiuse sopra le loro teste.
Peter guid Claire lungo un corridoio illuminato a giorno che presto si apr su una grande cantina cavernosa. Era piena di gente, per lo pi seduta
a mangiare e bere dopo essersi servita a un gran91
che erano presenti nella stanza quella sera avevano ricevuto un dono prezioso, un dono che accordava loro delle visioni passeggere, dei segni fugaci di come sarebbe apparso il mondo se fosse stato
un posto migliore. E adesso, disse, era ora di tentare un esperimento: cercare di combinare questi
doni per vedere se, insieme, riuscivano a creare
un riflesso pi grande, pi potente e durevole delle fugaci visioni individuali che avevano colto isolatamente.
Non sar difficile disse. Non proprio. Dovete
solo ricordare due cose: Dovete ricordarvi di PENSARE INTENSAMENTE E LAVORARE INSIEME.
E queste furono le parole che Claire e le altre
persone che si erano radunate per quella riunione
segreta cercarono di tenere a mente mentre lavoravano tutti insieme fino allalba. Molto dopo la
mezzanotte, quando la piazza cittadina era deserta, emersero dalla cantina, ciascuno tenendo
il proprio frammento di specchio, e si diressero
in silenzio verso il municipio. Avevano deciso che
la prima cosa da cambiare era proprio la piazza,
con le sue file deprimenti di negozi tutti uguali.
Nelloscurit della notte, aiutandosi solo con torce
elettriche, appoggiarono i loro frammenti contro
la cupa facciata massiccia del municipio, ciascuno aspettando il suo turno e facendo combaciare
il proprio frammento con quello precedente, in
modo che, come tessere di un mosaico, formassero un insieme compatto e ininterrotto. PENSARE
INTENSAMENTE E LAVORARE INSIEME conti95
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