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TACCUINO DI VIAGGIO | Sud Africa
DOVE LA NATURA
DA SPETTACOLO
Da un Sudafrica Breve gruppo Pignari
Testo e Foto di Luisa Pignari
S
fogliando un giornale lo sguar-
do si sofferma su un film sulla
vita di Mandela che vedo in
programmazione per la serata e così
senza neanche accorgermene com-
incio a ripensare allo splendido viag-
gio fatto l’estate scorsa in Sudafrica,
un paese tanto vario e bello da ben
meritare lo slogan “il mondo in un
solo paese”.
Il gruppo
Che sarebbe stato un gruppo memo-
rabile e che avrebbe costituito il
valore aggiunto ad un paese che
si preannunciava staordinario per
la varietà di paesaggi e parchi che
avremmo visitato lo avevo già capito
durante le scorribande con i pulmini
02 all’interno del Kruger durante i safari,
ma la certezza di avere a che fare
con persone disponibili, intelligenti e
di cuore l’ho avuta il giorno in cui ab-
biamo fatto un piccolo grande danno
ad uno dei pulmini noleggiati a
Johannesburg. Ripartendo dopo aver
fatto benzina in Swaziland, Riccardo,
uno dei nostri grandi autisti che così
bene hanno guidato per 3700 chilo-
metri, non vede un paletto messo a
protezione della pompa di benzina e
striscia una fiancata ammaccandola
86 - Avventure nel mondo 1 | 2012
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01 Tramonto al Kruger
02 Elsa
03 Lo Swaziland
un po’. L’incidente è irrilevante, il
danno no! Riccardo ci rimane malis-
simo e si scusa almeno cento volte...
“ma scusarsi per cosa?” Rispondono
tutti all’unisono: “la guida a sinistra è
complicata”, “ci fai un favore gran-
dissimo a guidare”. “Siamo 16 e per
quanto grande o sovrastimato possa
essere il danno lo ripagheremo tutti
assieme senza problemi!” Scopri-
remo solo 6 giorni dopo, a Durban,
che la Europcar vorrà da noi solo
50 euro per l’apertura della pratica
di sinistro in quanto la polizza super
cover sottoscritta da Avventure per le
auto copre anche quel tipo di danno.
Noi, italiani diffidenti, pensavamo
che gli impiegati della Europcar lo
escludessero perchè tra le varie
clausole di non copertura assicu-
rativa compariva “danno provocato
al proprio mezzo per incuria”. Già
immaginavamo avvocati azzecca-
garbugli appigliarsi a questo cavillo
e invece ... la compagnia di noleggio
si è comportata egregiamente non
cercando di lucrare su un incidente
banale. “A saperlo prima lo si poteva
abbattere quel paletto!” commenterà
qualcuno. In ogni caso, la sera
dell’incidente, i ragazzi del gruppo
per tirare su il morale alla truppa de-
cidono di invitare tutti quanti a cena
nel loro splendido chalet: una buona
pasta, vino a fiumi e quattro risate ri-
portano il buon umore negli animi. Il
viaggio può continuare con la stessa
euforia e allegria dei primi giorni!
Grazie a tutti voi questo viaggio non
è stato solo bello, è stato addirittura
speciale!
Il Kruger
Il Kruger è il più grande parco del Su-
dafrica (è grande quanto lo stato di
Israele). All’interno ci sono numerosi
camps dove soggiornare, ciascuno
dotato di negozietti e ristorante, ha
strade asfaltate che lo attraversano
e numerosi habitat in cui si possono
vedere leoni, giraffe, ippopotami,
rinoceronti, elefanti, antilopi, cocco-
drilli, zebre, leopardi...di tutto, di più!
03
Non nego che non mi aspettavo
grandi emozioni da questo parco:
l’idea che ci potessero essere delle
strade asfaltate e dei camps con ad-
dirittura 1000 posti letto mi faceva
pensare a qualcosa di finto ad uso
e consumo dei ricchi turisti bianchi.
Sicuramente non avrei più provato
quell’incredibile senso di libertà
del dormire in tenda in totale con-
tatto con la natura che si prova nei
campi più spartani del Serengeti o
del Samburu.... e invece il Kruger è
stato una vera e propria sorpresa.
Abbiamo trascorso due giornate en-
tusiasmanti alla ricerca degli animali
ridiventando un po’ bambini: una
sana competizione tra gli equipaggi
dei due pulmini e la voglia di com-
pletare un ideale album con tutte le
figurine possibili degli animali ci ha
portato a dimenticare stanchezza e
fame e a girare dalle sei del mattino
fino alle diciassette (ora di chiusura
dei cancelli del parco) facendo solo
una sosta di una mezz’oretta per
pranzo. Alla sera poi, nella hall del
nostro bell’hotel (un po’ di lusso
non fa mai male), ognuno ha sfog-
giato l’avvistamento più bello o più
blasonato: ed ecco allora come non
ricordare il leopardo in bella mostra
di sè su un cippo di quelle strade
asfaltate che tanto mi davano fas-
tidio prima della partenza oppure il
primo elefante solitario tra gli alberi
oppure la famigliola di rinoceronti
alla pozza... Ed infine i leoni... per-
chè per quanto belli possano essere
tutti gli erbivori di questo mondo
(e noi li abbiamo visti e fotografati
tutti!) ogni safari che si rispetti com-
porta la vista e la fotografia come
S
prova dell’avvistamento di un felino.
Ma ogni cosa è più bella se la si ot-
tiene con un po’ di sforzo... I felini si
sono fatti un po’ desiderare: dopo il
famoso leopardo così bello e così vi-
cino da ipotizzarlo finto, noi il primo
giorno abbiamo incontrato solo una
leonessa lontanissima, solitaria e per
di più avvistata solo perchè ci siamo
accodati ad un altro pulmino i cui oc-
cupanti agitatissimi puntavano tutti i
binocoli in direzione di un minuscolo
punto nel bush. Il meglio doveva an-
cora venire... E allora eccoci di nuovo
a scorrazzare nella parte sud del par-
co con un solo obiettivo: trovare i le-
oni. Dopo quattro ore di ricerca vane
l’umore iniziava ad essere basso,
solo Riccardo continuava a ripetere
“il meglio deve ancora venire. Me
lo sento. Fidatevi!” Ormai avevamo
completato il nostro reportage su gi-
raffe, elefanti e impala e incomincia-
vamo a disperare ... ed ecco decine e
decine di auto ferme a bordo strada a
guardare una lontanissima leonessa
su un sabbione al di là di un fiume.
....
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04
Noi non ci fermiamo e proviamo ad
avvicinarci lungo una stradina ster-
rata poco distante; setacciamo con
lo sguardo tutta la riva opposta del
fiume e ... al’improvviso Andrea
agitatissimo incomincia a gridare “è
qui!”: Nella foga di cercare qualcosa
oltre il fiume non abbiamo visto che
a meno di sei metri da noi sotto un
albero c’è una leonessa che ci sta
scrutando attonita nel vedere che
non la stiamo considerando. Attimi
di grande agitazione, foto a raffica,
risate e poi alla chetichella ce ne
andiamo per evitare che altri autisti
Sud Africa
ci vedano e soprattutto la vedano:
lei è la nostra Elsa (come la famosa
protagonista di un documentario de-
gli anni settanta) e il suo ricordo per
noi non potrà più essere disgiunto
dal viaggio in Sudafrica. Il giorno di
Natale, mentre mi trovavo a Madras,
ho ricevuto un sms di auguri firmato
Elsa: era quel mattacchione di Ric-
cardo che mi voleva far ricordare uno
dei momenti più spensierati e belli
della vacanza.
L’Hluhluwe – Umfolozi Park
Sono trascorsi solo due giorni dai sa-
fari nel Kruger, giorni in cui abbiamo
attraversato lo Swaziland fermando-
ci nel piccolo parco collinare di Mil-
wane per una passeggiata a piedi o
a cavallo nel bush; ed eccoci nuova-
mente pronti a gareggiare per la foto
più bella all’animale più blasonato.
L’Hluhluwe Umfolozi è decisamente
scenografico: è un susseguirsi di
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04 Balene nella Baia di Hermanus
05 Degustazione a Stellenbosh
06 Albero fiorito nel Kruger
colline verdeggianti popolate per lo
più da zebre, gnu, nyala, facoceri
e giraffe ed è l’habitat ideale per i
rinoceronti neri e bianchi. E’ impos-
sibile non vederli: a fine giornata noi
ne avremo contati ben ventiquattro!
E l’incontro più bello qui non lo fac-
ciamo con i felini (che non si sono
fatti scovare) ma proprio con i rinoc-
eronti. Nella calura di mezzogiorno
ne vediamo quattro molto vicini
(troppo vicini) che cercano di im-
mergersi in una pozza di pochi metri
quadri. E’ ovvio anche a loro che la
pozza è troppo piccola per conten-
erli tutti e così fanno letteralmente
a spintoni per guadagnarsi un posto
nel fango refrigerante. Sono buffissi-
mi e noi ridiamo sbeffeggiandoli per
la goffaggine con cui si muovono. Ma
ecco che il poveretto che non riesce
in nessun modo a sistemarsi, si alza
e percepisce la nostra presenza. Ci
scruta col suo sguardo miope e ini-
zia a muovere le ridicole orecchie in
tutte le direzioni possibili. Silenzio
sull’auto. Passano i secondi e.... il
rino fugge a gambe levate (e vi as-
sicuro che è velocissimo) in una di-
rezione e noi a tutto gas nell’altra!!
De Hoop Nature Reserve
Le giornate trascorrono veloci e ric-
che di emozioni. Dopo aver fatto un
tour in barca per vedere gli ippopot-
ami lungo l’estuario del lago Santa
Lucia, raggiunto il mare a Cape
Vidal, passeggiato lungo l’otter trail
del parco Tsitsikamma, visitiamo ora
la De Hoop nature reserve un parco
costiero costituito da meravigliose e
altissime dune di sabbia bianca con
alle spalle il finbosch che in questo
periodo si sta colorando di rosso
per lo sbocciare delle protee. Siamo
partiti da Mossel Bay sotto un cielo
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TACCUINO DI VIAGGIO | Sud Africa
06
plumbeo per l’arrivo di un imminente
temporale. E temporali e squarci di
sole si alterneranno per tutta la gior-
nata creando le condizioni ideali per
splendide foto ai campi di colza e
agli allevamenti di struzzi che si in-
contrano nei 70 km di sterrato che
ci separano dalla riserva. Finalmente
raggiungiamo le dune di sabbia e il
mare: in acqua almeno una trentina
di balene vicinissime alla costa e
alcuni arcobaleni sullo sfondo. E’ un
momento magico: le foto si sprecano.
Non avevo mai visto tante balene as-
sieme danzare nell’acqua e soprat-
tutto così vicino alla riva. Restiamo
un’oretta incantati da questa natura
che ancora una volta ci stupisce poi
... un altro provvidenziale temporale
ci fa correre ai pulmini: la giornata è
ancora lunga, molti chilometri ci as-
pettano prima di vedere il tramonto
a Cape Agulhas (punto in cui oceano
Atlantico e Indiano si incontrano) e
raggiungere la baia di Hermanus.
Stellenbosch É la famosa zona vini-
cola in prossimità di Cape Town che
noi raggiungiamo dopo aver fatto
un’escursione in barca per vedere le
balene australi e una sosta a Boul-
ders per fotografare la simpatica co-
lonia di pinguini. Arriviamo a Stellen-
bosch verso le 15, completamente
digiuni: la scarsa colazione che ave-
vamo fatto prima di andare in barca
è ormai un ricordo! Selezioniamo
una cantina, la Delaire, e raggiungi-
amo la zona degustazione sperando
che il vino sia accompagnato anche
Avventure nel mondo 1 | 2012 - 87
da un po’ di cibo. Ci viene assicurato
che così sarà... e allora scegliamo
di assaporare ben sei vini differ-
enti. L’ora successiva la passeremo
a ridere di gusto: sei calici di vino a
testa e ... ben sette grissini da divi-
dere in undici!!! Ben più sagge ma
meno allegre le cinque ragazze che
hanno scelto di pranzare all’ottimo e
chic ristorante della casa vinicola e
non nella zona degustazione. Per la
cronaca: il nostro sommelier ha più
volte asserito che il vino era ottimo,
noi abbiamo sorriso beati!
Epilogo
I successivi due giorni sono volati tra
la visita di Robben Island, l’ascesa
alla Table Mountain e l’escursione al
Capo di Buona Speranza.
In un attimo è arrivato il momento del
commiato da questo bel paese che ci
ha stupito e soddisfatto per la natura
incantata e ancora vergine che lo
caratterizza. Purtroppo è anche il
momento del commiato da tutto il
gruppo: abbracci, baci e la certezza
di reincontrarci una prima volta in
Toscana e poi..... da qualche altra
parte in Italia o in giro per il mondo.
Non succede spesso di incontrare
persone con cui si crea fin dal primo
istante un’armonia così completa:
questo in definitiva è il regalo più
bello che ci ha fatto Avventure e il
Sudafrica!
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