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Ristampe
2006 2007 2008 2009 2010
1 2 3 4 5 6 7 8 9
ISBN 88-528-0221-5
Per i casi in cui non sia stato possibile ottenere il permesso di riproduzione del materiale illustrativo, a causa della difficoltà di rintracciare il desti-
natario, l’editore è a disposizione degli eventuali aventi causa.
Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento
alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dall’accordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS, e
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Le riproduzioni per uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente
volume/fascicolo, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, via delle Erbe, n. 2, 20121 Milano, e-mail segreteria@aidro.org
Prefazione
Il terzo volume della nuova edizione del Corso di Sistemi, rinnovato nell’impianto grafi-
co e nei contenuti, è stato redatto per fornire allo studente le conoscenze teoriche di
base e le abilità di progettazione richieste dal mondo del lavoro, nonché per sviluppare
quelle capacità di analisi e rielaborazione critica oggi ritenute indispensabili per segui-
re la varietà e l’evoluzione della realtà tecnologica.
A tal fine gli Autori, pur conservando i temi riguardanti la teoria classica dei sistemi di
controllo, hanno inteso aggiornare il testo trattando nuovi e rilevanti argomenti,
mostrando, inoltre, come le innovazioni tecnologiche richiedano anche l’adozione di
nuove metodologie di progettazione, di realizzazione e gestione degli apparati di con-
trollo.
In tale prospettiva è significativa la presentazione dei temi relativi all’interfacciamento
dei convertitori e dei microcontrollori con la porta USB, all’uso del PLC per il controllo di
sistemi trifasi, alla gestione di sistemi automatici di acquisizione e misura con schede pro-
fessionali della National Instruments, alla progettazione di circuiti di condizionamento
per trasduttori ed attuatori utilizzati nei sistemi di controllo.
La struttura modulare dell’opera, la semplicità della trattazione, la collocazione degli
aspetti matematici più complessi della disciplina in schede integrative e la varietà dei
temi presentati consentono al docente di organizzare una programmazione flessibile,
di adeguare le strategie formative alle proprie esperienze professionali, ai livelli di
apprendimento delle classi e alle risorse disponibili.
Molti argomenti sono corredati da esemplificazioni, tabelle, grafici ed esempi di simu-
lazioni al fine di coinvolgere gli studenti con l’immediatezza e la praticità.
In questo contesto metodologico assumono rilevanza l’uso del laboratorio, che diventa
luogo di apprendimento e punto d’incontro delle diverse discipline, e le proposte di atti-
vità sperimentale, finalizzate ad ottenere una partecipazione attiva e interessata degli
studenti, una comprensione del concreto rapporto tra le ipotesi formulate, i formalismi
matematici, i modelli proposti e l’oggetto reale su cui si eseguono misure, sperimenta-
zioni e verifiche.
3
0040.indice.qxd 22-12-2005 08:38 Pagina 4
Indice
Modulo 1 Unità 11 Attuatori ................................................ 90
11.1 Motore in corrente continua ................ 90
Trasduttori ed attuatori 11.2 Controllo della velocità per i motori
Unità 1 Trasduttori di temperatura ..................... 8 in C.C. ..................................................... 97
1.1 Trasduttori di temperatura analogici .... 9 11.2.1 Regolazione della velocità
1.1.1 Il trasduttore PT100 (RTD) ...................... 9 di tipo ON/OFF ....................................... 97
1.1.2 Il termistore NTC ................................... 14 11.2.2 Regolazione della velocità
1.1.3 Il trasduttore KTY .................................. 15 di tipo lineare ........................................ 98
1.1.4 Il trasduttore integrato AD590 ............ 18 11.2.3 Regolazione della velocità di tipo
1.1.5 Il trasduttore LM35 ............................... 21 lineare con tecnica PWM ...................... 99
1.1.6 Il trasduttore TMP01 ............................. 22 11.3 Motore passo-passo ............................ 102
1.1.7 Termocoppie .......................................... 24 Esercizi proposti ............................................. 106
Unità 2 Trasduttori di posizione ........................ 27
2.1 Trasduttore di posizione lineare. Modulo 2
Potenziometro ....................................... 27 Sistemi di acquisizione
2.2 Trasduttore di posizione angolare
e distribuzione dati
4 Indice
0040.indice.qxd 15-05-2006 16:49 Pagina 5
1.2 Interfacciamento delle catene di 1.2 Sistemi di controllo a catena chiusa .. 214
acquisizione con i microcontrollori .... 141 1.3 Sistemi di controllo on-off .................. 215
1.2.1 Catena di acquisizione con 1.4 Sistemi di controllo feed-forward ...... 216
ADC0804, S/H e MUX .......................... 141 1.5 Sistemi di controllo a microprocessore 216
1.2.2 Catena di acquisizione con ADC0820 143 1.6 Funzione di trasferimento .................. 217
1.2.3 Catena di acquisizione con AD7824 .. 144 Unità 2 Risposta nel dominio del tempo ........ 220
1.3 Interfacciamento delle catene di 2.1 Risposta dei sistemi del primo ordine 220
distribuzione con i microcontrollori .. 145 2.2 Risposta dei sistemi del secondo
1.3.1 Sistema di distribuzione dati con ordine ................................................... 221
DAC AD7528 ........................................ 145 2.3 Errore a regime ................................... 225
1.4 Scheda DAQ per bus PCI ..................... 146 2.4 Specifiche a regime ............................. 229
1.5 Scheda di acquisizione con 2.5 Disturbi additivi ................................... 230
interfaccia USB .................................... 147 2.6 Sensibilità ............................................. 232
1.6 Interfacciamento dei convertitori 2.7 Esercizi svolti ........................................ 233
con la porta USB con il modulo DLP .. 148 Esercizi proposti .................................. 244
1.6.1 Il dispositivo FT245BM USB FIFO ........ 148 Unità 3 Diagrammi polari ................................ 245
1.6.2 Il modulo DLP-USB245M ..................... 149 3.1 Metodo qualitativo ............................. 245
1.6.3 Gestione del modulo DLP-USB245M .. 151 3.2 Esercizi svolti ........................................ 248
1.6.4 Alcune funzioni della DLL FTDD2XX .. 151 Esercizi proposti .................................. 250
1.6.5 Interfaccia dell’AD7569 con il modulo Unità 4 Stabilità .............................................. 251
DLP-USB245M ...................................... 152 4.1 Correlazione tra stabilità e posizione
Unità 2 Acquisizione dati in LabVIEW ............ 153 dei poli nel piano s ............................. 252
2.1 Acquisizione di un segnale analogico 153 4.2 Criterio di stabilità di Nyquist ............ 254
2.2 Acquisizione multicanale .................... 155 4.3 Criterio di stabilità di Bode ................ 263
2.3 Esercizi svolti ........................................ 157 4.4 Margine di fase e margine di
Unità 3 Distribuzione dati in LabVIEW ........... 164 guadagno ............................................ 264
3.1 Distribuzione dati di singoli punti ..... 164 4.5 Funzioni di MATLAB per l’analisi della
3.2 Generazione di forme d’onda ............ 166 stabilità ................................................ 266
3.3 Esercizi svolti ........................................ 168 4.6 Specifiche nel dominio della
frequenza ............................................ 267
Modulo 4 4.7 Criterio di Routh ................................. 268
Microcontrollori PIC 4.8 Esercizi svolti sul criterio di stabilità di
Nyquist ................................................. 273
Unità 1 Il microcontrollore PIC16F876A .......... 174 4.9 Esercizi svolti sul criterio di stabilità di
1.1 Caratteristiche di base del PIC16F876A .174 Bode ..................................................... 280
Unità 2 Moduli periferici del PIC16F876A ....... 179 Esercizi proposti .................................. 287
2.1 Il convertitore A/D del PIC16F876A .... 179 Unità 5 Luogo delle radici ............................... 288
2.1.1 I registri ADCON1 e ADCON0 ............. 181 5.1 Costruzione del luogo delle radici ..... 289
2.1.2 I registri ADRESH e ADRESL ................ 182 5.2 MATLAB ............................................... 291
2.1.3 Tempo di acquisizione e di 5.3 Esercizi svolti ........................................ 292
conversione .......................................... 183 Esercizi proposti ............................................. 303
2.1.4 Acquisizione e generazione Unità 6 Tecniche di compensazione ................ 304
d’interrupt ........................................... 184 6.1 Rete ritardatrice (Phase Lag) .............. 304
2.2 Il modulo comparatore ....................... 185 6.2 Rete anticipatrice (Phase Lead) .......... 307
2.3 I moduli Timer ..................................... 186 6.3 Rete a sella .......................................... 309
2.3.1 Timer0 .................................................. 186 6.4 Esercizi svolti ........................................ 311
2.3.2 Timer1 .................................................. 187 Esercizi proposti .................................. 328
2.3.3 Timer2 .................................................. 188 Unità 7 Regolatori industriali .......................... 329
2.4 Modulo Capture/Compare/PWM ........ 189 7.1 Regolatore ad azione
2.4.1 Modo Capture ..................................... 189 proporzionale P ...................................... 329
2.4.2 Modo Compare ................................... 190 7.2 Regolatore PI ....................................... 331
2.4.3 Modo PWM .......................................... 190 7.3 Regolatore PD ..................................... 332
Unità 3 Programmi applicativi ......................... 191 7.4 Regolatore PID .................................... 333
3.1 Programmazione del PIC16F876A ...... 191 7.5 Progetto dei regolatori PID ................ 335
3.2 Programmi di gestione dei 7.5.1 Metodo Ziegler-Nichols ...................... 335
moduli periferici .................................. 193 7.5.2 Metodo analitico della risposta
Unità 4 I microcontrollori PIC18FXXX ............. 200 in frequenza ........................................ 335
4.1 Il microcontroller PIC18F252 ............... 200 7.6 Esercizi svolti ........................................ 337
4.2 Configurazione dell’oscillatore .......... 201 Esercizi proposti .................................. 346
4.3 Organizzazione della memoria .......... 201
4.3.1 Memoria di programma ..................... 202
4.3.2 Memoria dati di tipo RAM ................. 202 Modulo 6
4.3.3 Memoria dati tipo EEPROM ............... 203
4.3.4 Registri di uso speciale ........................ 203 Sistemi di controllo a tempo discreto
4.4 Il set di istruzioni ................................. 204
4.5 Esempi di programmazione ............... 208 Unità 1 Teoria del campionamento ................. 348
Esercizi proposti .................................. 210 1.1 Teoria del campionamento ................. 349
1.2 Ricostruzione di un segnale
Modulo 5 campionato .......................................... 353
Sistemi di controllo a tempo continuo Unità 2 Trasformata zeta ................................. 356
2.1 Poli e zeri nel piano zeta .................... 357
Unità 1 Classificazione dei sistemi 2.2 Antitrasformata zeta .......................... 358
di controllo .......................................... 212 2.2.1 Antitrasformata di una funzione
1.1 Sistemi di controllo a catena aperta .. 213 con poli reali semplici ......................... 358
5 Indice
0040.indice.qxd 15-05-2006 16:49 Pagina 6
6 Indice
0050.M01_Apertura.qxd 15-05-2006 16:50 Pagina 7
1. Trasduttori
Modulo ed attuatori
Modulo 1 PREREQUISITI
Trasduttori
ed attuatori ❿ Conoscenza delle unità di misura, delle gran-
dezze elettriche e fotometriche
❿ Saper risolvere i problemi relativi alle reti elet-
U. 1 U. 11 triche lineari e non lineari
Trasduttori ❿ Conoscenza delle caratteristiche dei transistor
temperatura
Attuatori ❿ Conoscenza dei principali dispositivi integrati
U. 2
utilizzati per l’elaborazione di segnali analogici
Trasduttori
U. 3 ❿ Conoscenza dei fondamentali circuiti lineari
posizione
con A.O.
Trasduttori
❿ Conoscenza delle caratteristiche degli amplifi-
umidità U. 4
catori per strumentazione
Trasduttori
U. 5 fotoelettrici
Trasduttori
effetto Hall U. 6
OBIETTIVI
Trasduttori ❿ Conoscere le caratteristiche dei trasduttori
U. 7 forza ❿ Saper valutare se un trasduttore richiede un cir-
Trasduttori cuito di linearizzazione e saperne dimensiona-
pressione U. 8 re i componenti
Trasduttori ❿ Saper dimensionare il circuito di condiziona-
U. 9 gas mento
Trasduttori ❿ Saper ottimizzare i componenti per un circuito
velocità angolare U. 10
di condizionamento
❿ Conoscere gli azionamenti dello specifico at-
Trasduttori
tuatore
digitali
❿ Saper strutturare e dimensionare il circuito pilo-
ta di potenza di un attuatore
0060.M01_UD01_trasduttori.qxd 22-12-2005 08:51 Pagina 8
1. Trasduttori
di temperatura
unità
In questa Unità sono ripresi ed estesi i concetti esaminati nel primo e secondo Volume, con
particolare riferimento ad alcuni trasduttori analogici e digitali commerciali.
• elevata sensibilità;
• uscita lineare e crescente;
• stabilità di funzionamento nel tempo;
• facile adattabilità alle esigenze di una specifica applicazione.
RT = R0 (1 + α ⋅ T ) [1.1]
Fig. 1.3
• RT è il valore della resistenza alla temperatura gene-
rica T;
• R0 è il valore nominale della resistenza alla temperatura di 0 °C;
• α = 3,85 ⋅ 10–3 °C–1 è il coefficiente medio dimensionale.
TAB. 1.1
VIN VOUT R I
12 V LM317 V0
Fig. 1.4 Ge-
neratore di ADJ RT
corrente co- Trasduttore
stante con I = 10 mA
l’integrato
LM317.
RI
12 V RT
VT
2 RTD
7
8,2 k
Fig. 1.5 Ge- 6
CA3140
neratore di V REF V IN 3
corrente co- 4
stante con LM336
A. O. e ten- 2,5 V
sione di rife-
rimento.
VIN − 0
Posto VIN = VREF = 2,5 V, considerato che I = (operazionale ideale), si ricava il valore
RI
della resistenza RI per una corrente I = 1 mA:
2, 5
RI = = 2500 Ω (2200 Ω + 470 Ω)
10 −3
Ad esempio, se T = 40 °C, essendo RT = 115,54 Ω (tab. 1.1) e I = 1 mA, la tensione d’uscita di
tipo fluttuante, cioè non riferita a massa, è VT = 115,54 mV.
Nella figura 1.6, è proposto lo schema di un circuito elettrico funzionale che fornisce una
tensione d’uscita VAB fluttuante e lineare.
PT100
VA
I
RT R
RI R RT
VB
I /2
12 V
Fig. 1.6 Sche- 2 7
ma per la con- 8,2 k
6
versione tem- CA3140
V REF V IN 3
peratura/ten-
4
sione con due
LM336
termoresi- 2,5 V
stenze.
R =100 (±0,1%)
VREF
Se l’operazionale è ideale (V + = V –) si ha I =
RI
Ricordando che RT = R0 + ∆R, poiché R = R0, si ricava:
I I
VA = RI ⋅ I + (R0 + ∆R) ⋅ VB = RI ⋅ I + R ⋅ [1.2]
2 2
∆R ∆R VREF
VAB = VA − VB = ⋅I = ⋅
2 2 RI
11 Unità 1 Trasduttori di temperatura
0060.M01_UD01_trasduttori.qxd 15-05-2006 16:51 Pagina 12
Sebbene la [1.2] sia lineare del tipo VAB = m ⋅ ∆R, la caratteristica resistenza/tensione, otte-
nuta dallo schema di figura 1.6, è affetta da una lieve non linearità propria del trasduttore
PT100 che, tuttavia, può essere ridotta utilizzando campi di funzionamento contenuti o
provvedendo ad una linearizzazione via software.
RT
I Fili d'alimentazione RTD Fili misura
Trasduttore
Fig. 1.7
➜ Esempio
Si realizzi un circuito di condizionamento per un trasduttore di temperatura con una PT100
(RS 341-452)1 in grado di fornire una tensione d’uscita compresa tra 0 V e 5 V quando la tem-
peratura T varia nell’intervallo 0 °C ÷ 50 °C.
Nella figura 1.8 è riportato uno schema elettrico in grado di fornire una caratteristica del
sistema T/V lineare crescente.
L’integrato INA111 utilizzato ha le seguenti caratteristiche:
• elevata soppressione di modo comune;
• bassa tensione d’offset;
• elevata impedenza d’ingresso (1012 Ω) per lo stadio d’ingresso a FET;
• alimentazione duale ± 6 ÷ ± 18 V;
• guadagni G compresi tra 1 e 1000 definiti dal valore del resistore RG;
• costo molto contenuto.
PT100 12 V
VA T
I
R ∆R R 0 [°C] 50
R R ∆R
RI VB 7 RT
3
6
1 100 [Ω] 119,39
I /2
RG ∆R
12 V INA111 V0
I 0 [Ω] 19,39
2 8
7
6,8 k
6 V AB
CA3140 5
V REF V IN 3 2 4 0 [mV] 19,39
4
LM336
V0
5V 0 [V] 5
Supponendo che l’intensità della corrente uscente dall’operazionale sia I = 2 mA, ogni ramo
del ponte di Wheatstone è attraversato da una corrente d’intensità di 1 mA tale da non
autoriscaldare le termoresistenze RT.
Nell’ipotesi che l’amplificatore CA3140 sia ideale, dal circuito di figura 1.8 si ricava:
VREF 5
RI = = = 2500 Ω (2,2 kΩ + 500 Ω)
I 2 ⋅ 10 −3
∆R = RT (50 °C ) − RT (0 °C ) = 19, 39 Ω
∆R VREF 19, 39 5
VAB = ⋅ = ⋅ = 19, 39 mV
2 RI 2 2500
50 ⋅ 103 50 ⋅ 103
RG = = = 194, 65 Ω (150 Ω + 100 Ω)
G− 1 256, 86
Il master del circuito stampato a singola faccia, in scala 1:1, è riportato in figura 1.9.
La figura 1.10 mostra la serigrafia, mentre nella figura 1.11 è riportata la rappresentazione
tridimensionale del circuito proposto, elaborata da UltiBOARD.
T0 − T
B⋅
T0 ⋅ T
RT = R0 ⋅ e [1.3]
B − 2 ⋅ Tmed
RL = R(Tmed ) ⋅ [1.5]
B + 2 ⋅ Tmed
➜ Esempio
Si progetti un circuito di condizionamento per un termistore NTC K25-1k in grado di forni-
re una tensione d’uscita compresa tra 0 V e 5 V quando la temperatura T varia nell’intervallo
10 °C ÷ 70 °C.
Utilizzando la [1.3] si possono tabulare i valori assunti dal trasduttore NTC nel campo di fun-
zionamento per incrementi di temperatura ∆T = 10 °C (tab. 1.2).
TAB. 1.2
T [°C] 10 20 30 40 50 60 70
Ω]
R [Ω 1529 1000 671 463 326 235 172
10 k 8,2 k 5k
12 V
12 V
12 V
T
2 7
6,8 k R NTC 10 [°C] 70
6 VT
CA3140 3 7
VIN = 2,5 V 3 V=5V 6
1k
1 T
4
330
283 [K] 343
RG
6,8 k RL INA111 V0
8 VT
LM336 V REF = 0,88 V 0,88 [V] 3,28
2k 5
2,5 V 2 4
V0
3,3 k 0 [V] 5
Fig. 1.13 12 V
T [°C] 10 20 30 40 50 60 70
Ω]
R [Ω 1529 1000 671 463 326 235 172
VT [V] 0,88 1,24 1,83 2,08 2,63 2,92 3,28
50 ⋅ 103 50 ⋅ 103
RG = = = 46,29 kΩ (39 kΩ + 10 kΩ)
G− 1 1,08 ➜
RT = Ra ⋅ eα (T −Ta ) [1.6]
In questa Unità si prende in considerazione la serie dei trasduttori KTY81. La figura 1.15 mostra
la caratteristica RT/T, la variazione del coefficiente di temperatura α in funzione della tempe-
RT
[k Ω] b
4,0
10
–2
K
–1
R T [Ω]
3,2 T = 25 °C
1 1100
a
2,4
0,5 1000
b
1,6
KTY81-2 0 900
–50 0 50 100 150 0,1 0,5 1 5 10
0,8
KTY81-1 T [°C] I [mA]
0
–100 –50 0 25 50 100 150
T [°C]
Fig. 1.15 La Se il range di funzionamento della temperatura è molto limitato, la caratteristica RT/T può
curva a è ri- ritenersi quasi lineare, mentre se esso è esteso, la caratteristica non è lineare ed è necessa-
cavata con la rio utilizzare circuiti di linearizzazione.
[1.6], mentre
Il circuito di linearizzazione può essere realizzato collegando una resistenza in serie al tra-
le curve b so-
no caratteri-
sduttore (alimentato a tensione costante) o in parallelo (alimentato a corrente costante).
stiche speri-
mentali.
➜ Esempio
Si progetti un circuito di condizionamento per il trasduttore KTY81-1 (1 kΩ) in grado di for-
nire una tensione d’uscita V0 compresa tra 0 V e 5 V quando la temperatura T varia nell’in-
tervallo − 20 °C ÷ + 80 °C.
Dalla [1.6] si ricava la tabella 1.5 dei valori teorici della resistenza RT del trasduttore al varia-
re della temperatura T con incrementi di 10 °C.
2, 718282,6475 14,1186
RT (T = 80 °C ) = Ra ⋅ eα (T −Ta ) = 103 ⋅ = 103 ⋅ = 1510, 5 Ω
2, 718282,235 9, 3464
TAB. 1.5
Temperatura di riferimento (ambiente) Ta = 25 °C
T [°C] – 20 – 10 0 10 20 25 30 40 50 60 70 80
R [Ω] 713 769 829 893 963 1000 1038 1119 1206 1300 1401 1510
∆R [Ω] – 56 60 64 70 – 75 81 87 94 101 109
12 V Vp =1,713 V 12 V
12 V
RL T
R2 2 7 -20 [°C] 80
6 B 3 7
R3 CA3140
3 6 RT
1
4 713 [Ω] 1510
INA111
RL R VAB RG INA114 V0
12 V
8 V AB
LM336 0 [V] 0,3174
5
5V R4 A 2 4
V0
KTY81-1
RT R1 0 [V] 5
Trasduttore
12 V
Fig. 1.16
La resistenza R2 = 6,8 kΩ limita l’intensità di corrente (IZ ≅ 1 mA) che attraversa il diodo zener
di precisione. Affinché la tensione sulla resistenza R4 coincida con la tensione Vp = 1,713 V,
posto R3 = 6,8 kΩ si ha:
R4 1, 713
5⋅ = Vp R4 = ⋅ 6, 8 ⋅ 103 = 3,54 kΩ (3,3 kΩ + 500 Ω )
R3 + R4 3, 287
RT ( 80 °C ) R + R1 1510 713
VAB = − ⋅ Vp = − ⋅ 1, 713 = 0, 3174 V
L
R + RT ( 80 °C ) RL + ( 1)
R + R 1000 + 1510 1000 + 713
V0 5
G= = = 15, 75
VAB (T = 80 °C ) 0, 3174
50 ⋅ 103 50 ⋅ 103
RG = = = 33, 89 kΩ (27 kΩ + 10 kΩ )
G− 1 14, 75
IS
CAN
0 °C 273 K
Q3 Q4 T
Visto da SOTTO
- 50 [°C] 150
I C2
I C1
Lo schema interno molto semplificato mostra due transistor PNP Q3 e Q4, un transistor PNP
Q1 ed il transistor NPN Q2, costituito quest’ultimo da 8 transistor NPN uguali e collegati in
parallelo. Poiché IC1 = IC2, l’intensità di corrente IS e la tensione VT sulla resistenza R sono:
VT k ⋅T
IS = IC1 + IC 2 = 2 ⋅ IC 2 = 2 ⋅ VT = VBE1 + VBE 2 = ⋅ ln 8 = 179 ⋅ T [ V ]
R q
Con R = 358 Ω, resistenza di precisione tarata con il raggio laser, si ha:
VT 179 IS µA
IS = 2 ⋅ = 2⋅ ⋅ T = 1⋅ T [ µA ] =1
R 358 T K
L’intensità di corrente d’uscita può essere trasmessa a distanza, senza perdere contenuto
informativo, su una linea bifilare utilizzando la tecnica del loop di corrente (➜ Modulo 7,
Unità 2).
Nelle applicazioni pratiche occorre convertire l’intensità di corrente IS generata dall’AD590
in tensione per adattare il segnale alle specifiche dei convertitori A/D. Per effettuare la con-
versione corrente/tensione, si possono utilizzare i circuiti di figura 1.19.
10 k
AD590 12 V
AD590
2 7
12 V 12 V
6
CA3140 V0
IS 10 k V0 IS 3
4
Fig. 1.19 12 V
➜ Esempio 1
Si progetti un circuito di condizionamento per un trasduttore di temperatura in grado di
fornire una tensione d’uscita V compresa nel range 0 V ÷ 10 V quando la temperatura T varia
nell’intervallo 0 °C ÷ 80 °C.
12 V Temperatura
R4 R2
0 [°C] 80
I R3
Dallo schema di figura 1.20 si rileva che l’offset è stato realizzato in corrente (I1 = 0 A,
V0 = 0 V per T = 0 °C) con le resistenze R3 e R1 (regolazione fine), mentre il fattore di scala e
la conversione corrente/tensione sono realizzati con un amplificatore operazionale. Per non
caricare il trasduttore si utilizza l’A.O. CA3140 che ha un’elevata impedenza di ingresso (sta-
dio d’ingresso a MOS/FET).
Poiché la corrente Is prodotta dal trasduttore è proporzionale alla temperatura T, espressa
in gradi Kelvin, è necessario eseguire la conversione Celsius ⇒ Kelvin.
Affinché sia V0 = 0 V quando T = 0 °C, deve essere I = Is = 273 µA. Applicando il principio di
Kirchhoff al nodo N (fig. 1.13), si ha:
VCC 12
R3 + R1 = = = 43,956 kΩ (R3 = 39 kΩ, R1 = 10 kΩ)
I 273 ⋅ 10−6
Per T = 80 °C l’intensità di corrente è IS = 353 µA, si ha:
I1 (80 °C) = Is – I = 353 ⋅ 10–6 – 273 ⋅ 10–6 = 80 µA
Nell’ipotesi che l’operazionale sia ideale e la I1 (80 °C) attraversi le resistenze R2 + R4, la ten-
sione d’uscita è:
V0 (80 °C) = (R4 + R2) ⋅ I1 (80 °C)
V0 ( 80 °C ) 10
R4 + R2 = = = 125 kΩ ( R4 = 82 kΩ, R2 = 47 kΩ )
I1( 80 °C ) 80 ⋅ 10 −6
➜
19 Unità 1 Trasduttori di temperatura
0060.M01_UD01_trasduttori.qxd 22-12-2005 08:52 Pagina 20
➜ Esempio 2
Si dimensioni un circuito di condizionamento per un trasduttore AD590 nell’ipotesi che esso
debba fornire una tensione d’uscita compresa nel range 0 V ÷ 5 V quando T varia nell’inter-
vallo 0 °C ÷ 100 °C.
Lo schema di figura 1.21 evidenzia che l’offset è realizzato in tensione con la tensione di
riferimento VREF, a differenza dall’esempio precedente, mentre il fattore di scala è affidato
all’amplificatore operazionale per strumentazione.
L’integrato LM336-2,5 V e l’amplificatore operazionale non invertente generano la tensione
di riferimento VREF = 2,73 V necessaria per l’offset (V0 = 0 V). La conversione corrente/ten-
sione è realizzata con la resistenza R4.
La resistenza R1 limita l’intensità di corrente nel diodo zener di precisione. Con I = 1 mA è:
VCC − 1, 2
R1 = = 10, 8 ⋅ 103 = 10, 8 kΩ (10 kΩ)
1⋅ 10 −3
Nell’ipotesi che R4 = 10 kΩ, si ha:
IS (T = 0 °C) = 273 µA VS (0 °C) = VREF = 2,73 V (offset)
IS (T = 100 °C) = 373 µA VS (100 °C) = 3,73 V
Il guadagno G dell’amplificatore CA3140 risulta:
VREF 2, 73
G= = = 2, 275
1, 2 1, 2
Posto R2 = 10 kΩ, i valori delle resistenze sono:
V0 5 50 ⋅ 103 50 ⋅ 103
G= = = 5 RG = = = 12, 5 kΩ (12 kΩ + 1 kΩ )
VS (100 °C ) − VREF 1 G −1 4
R3 RP
12 V
12 V
12 V
R2 T
2 7
R1
6 V REF = 2,73 V 0 [°C] 100
CA3140
3
T
4 3 7
ICL8069 6 273 [K] 373
1,2 V 1
IS
RG
INA111 V0
12 V 2,73 [µA] 3,73
8
12 V
VS
5
2 7 2 4
AD590 2,73 [V] 3,73
6 VS
CA3140
VS 3 V0
4 0 [V] 5
IS 12 V
R 4 ( 1%)
Fig. 1.21
Per le sue caratteristiche il dispositivo può essere utilizzato direttamente senza componen-
ti aggiuntivi quando il range di funzionamento non prevede temperature minori di 0 °C
(fig. 1.23).
VCC V CC
VT
Trasferimento
VCC GND a distanza
Fig. 1.23 Sche- LM35 VT LM35 VT
ma trasdutto-
75 Ω
re per tempe- Visto da sotto
rature mag- 1 µF
giori di 0 °C.
➜ Esempio
Si dimensioni un circuito di condizionamento che consenta di ottenere una tensione
compresa nel range 1,25 V ÷ 5 V quando la temperatura varia nell’intervallo 10 °C ÷ 40 °C
(fig. 1.24).
Poiché il segnale d’uscita dal trasduttore VT va da 0,1 V a 0,4 V, per ottenere i valori di
tensione richiesti è sufficiente che l’amplificazione G dell’amplificatore non invertente
sia di 12,5:
R + RP R2 + RP R2 + RP
V0 = 1 + 2 ⋅ VS ; 1 + = 12, 5 ; = 11, 5
R1 R1 R1
12 V R2 RP Temperatura
10 [°C] 40
12 V
R1 Tensione d’uscita VT
2 7
0,1 [V] 0,4
6
CA3140 V0
VT 3
LM35
4 Tensione d’uscita V0
1,25 [V] 5
Fig. 1.24
Temperature
Sensor
2,5 V sensor & TMP01
V REF 1 voltage 8 V+ 248 273 298 323 348 373 398
°F
reference
R1
R3
Hysteresis 0,125 0,125 0,125 0,125 0,125 0,125
GND 4 generator 5 Vptat ∆V
Fig. 1.26
Le caratteristiche sono riportate nella tabella 1.7, mentre la tensione d’uscita Vptat è:
Per le sue caratteristiche il dispositivo può essere utilizzato direttamente senza componenti
aggiuntivi anche per temperature inferiori a 0 °C.
➜ Esempio
Si progetti un circuito di condizionamento per un trasduttore di temperatura TMP01 (RS
310-874) in grado di fornire una tensione d’uscita VT compresa nel range 0 V ÷ 5 V quando
la temperatura T varia nell’intervallo −20 °C ÷ 60 °C.
Poiché l’integrato fornisce una tensione d’uscita proporzionale alla temperatura, il circuito
di condizionamento (fig. 1.27) contiene solo un amplificatore per strumentazione che rea-
lizza sia l’offset sia il fattore di scala. Il valore della tensione d’offset si ricava direttamente
dalla tensione di riferimento VREF dell’integrato (pin 1).
+ 12 V + 12 V
8 7
V+
2,5 V 1 7 2 6
VREF Over
R3 1
TMP01
R1
2 6
Set High Under RP 2 RG INA111 V0
RP 1 8
3 5 VT 3 5
Set Low Vptat
R2 GND
4 4
Fig. 1.27 – 12 V
1.1.7 Termocoppie
Le termocoppie sono trasduttori di temperatura
frequentemente utilizzati in ambito industriale
perché:
• non richiedono circuiti d’alimentazione;
• possono rilevare temperature molto elevate;
• sono dispositivi molto robusti;
• sono disponibili in commercio in un gran Fig. 1.28
numero di versioni differenti, per struttura
meccanica e per caratteristiche.
IT
Giunto Giunto
caldo freddo
In realtà la f.e.m. misurata sul giunto aperto dipende, oltre che dalle temperature delle
giunzioni, anche dalle giunzioni dovute ai fili di collegamento. Se i fili sono di rame e la ter-
mocoppia è di tipo T, si genera una sola giunzione indesiderata vista come un giunto di rife-
rimento JR che genera una f.e.m. VR. In questo caso si ha:
VT = α ⋅ (TC – TR) = α ⋅ TC + α ⋅ TR = VC + VR
dove VR è la tensione d’errore. Anche in questo caso, per un’accurata misura, occorre che sia
VR = 0 V. Tale condizione si raggiunge immergendo la giunzione JR in un bagno di ghiaccio
fondente a temperatura di 0 °C (vaso di Dewar) ottenendo VT = α ⋅ TC.
Poiché nelle applicazioni pratiche non è possibile utilizzare un bagno di ghiaccio fondente,
è necessario ricorrere ad un blocco isotermico elettronico che sia in grado di compensare la
f.e.m. aggiuntiva.
Il dispositivo è costituito da una termoresistenza RT con caratteristica RT/T lineare e crescen-
te, disposta su un ramo di un ponte di Wheatstone, in modo da generare una tensione VW
dipendente dalla temperatura cui è sottoposto il blocco isotermico (fig. 1.30).
VAB = VW + VC – VR = VC
isotermico
Blocco
Circuito equivalente
RT E
A A
VW
V VW V
Giunto
VC
caldo B VR B
Fig. 1.30
La variazione della temperatura di riferimento, infatti, provoca una variazione della termo-
resistenza RT e della tensione tale da annullare la f.e.m. VR di riferimento per qualsiasi valo-
re della temperatura.
Tra i circuiti integrati più facilmente reperibili si annovera l’AD594 per la termocoppia di tipo
J, prodotto dall’Analog Devices. L’AD594 combina un blocco che produce la tensione di com-
pensazione del giunto freddo (o di riferimento), un amplificatore precalibrato per una ten-
sione d’uscita di 10 mV per ogni grado Celtius (sensibilità 10 mV/°C) ed un circuito di segnala-
zione della rottura della termocoppia (fig. 1.31). Per temperature maggiori di 0 °C l’integrato
necessita di una alimentazione singola compresa tra 5 V ÷ 30 V, mentre per temperature mino-
ri di 0 °C necessita dell’alimentazione
TAB. 1.8
➜ Esempio
Si utilizzi una termocoppia di tipo J per misure di temperatura comprese nel range 100 °C ÷ 300 °C.
Le tensioni d’uscita del segnale condizionato siano rispettivamente 0 V per T = 100 °C e 10 V per
T = 300 °C.
Nella figura 1.32 si riporta lo schema funzionale del circuito di condizionamento. Il segnale
VS, disponibile sul pin 9 dell’integrato AD594, è compreso tra 1,022 V quando è T = 100 °C e
3,160 V quando è T = 300 °C (tab. 1.8).
La tensione d’offset di 1,022 V è realizzata con l’integrato LM336-2,5 V e con il partitore resi-
stivo R1, RP e R2.
V0 10 10
G= = = = 4, 66
VS (300 °C ) − VREF (100 °C ) 3,160 − 1, 022 2,144
La resistenza RG risulta:
+12 V +12 V
11 VS 7 T
14 9 3 6
100 [°C] 300
8 1
Termocoppia J
VS
AD594 RG INA111 V0
6,8 k 1,022 [V] 3,228
8
Fig. 1.32 Cir- 2k VREF V0
1 8,2 k
RP 2 5
cuito di con- 4 7 4 0 [V] 10
LM336
dizionamen-
2,5 V 3,9 k
to per termo-
coppia tipo J. +12 V –12 V
Per la taratura si regoli RP fino ad avere la VREF = 1,022 V, quando la temperatura T = 100 °C,
e successivamente si regoli il trimmer di RG = 5 kΩ per ottenere V0 = 5 V (fattore di scala)
quando la temperatura T = 300 °C.
➜
2. Trasduttori
di posizione
unità
Centro
Inizio
Spostamento
Centro
Inizio RS Fine Fine L
Fig. 2.2 0 L max
➜ Esempio
Nella figura 2.3 è riportato lo schema del circuito di condizionamento di un trasduttore di
posizione lineare costituito da un potenziometro, con le caratteristiche di tabella 2.1, in
grado di fornire una tensione variabile nel range 0 V ÷ 5 V quando l’asta del cursore mobi-
le subisce uno spostamento variabile nel range 0 mm ÷ 50 mm.
Per ottenere le migliori prestazioni, è opportuno che il trasduttore sia utilizzato come par-
titore di tensione oppure sia alimentato con un’intensità costante di corrente prodotta da
un generatore di corrente con A.O.
R R
12 V Lunghezza
2 7
0 [mm] 50
CA3140
6 R2
3
4
Trasduttore RS
R 12 V
R1 2
0 [Ω] 2000
7
I 1 mA R CA3140
6 VS
3
RS 4 0 [V] 2
2k
E Trasduttore V0
VS V0
Fig. 2.3
0 [V] 5
VS ( L = 50 mm) = 2 ⋅ 10 +3 ⋅ 1⋅ 10 −3 = 2 V
V0 5
G= = = 2, 5
VS 2
R2
dove G = 1 + .
R1
Posto R1 = 10 kΩ, si ha R2 = 1,5 ⋅ 10 ⋅ 103 = 15 kΩ (12 kΩ + 4,7 kΩ).
Fig. 2.4
Centro
a
∆RS
Inizio RS Fine
Fig. 2.6
➜ Esempio
Nella figura 2.7 è riportato lo schema di un circuito di condizionamento adatto a generare
una tensione V0 nel range 0 V ÷ 5 V quando lo spostamento del cursore del trasduttore di
posizione angolare (RS 319-310)1 varia tra 20° e 100°.
+12 V
2,2 k
α
VREF 20 [Gradi] 100
LM336 2 7 6
2,5 V 1
10 k
α =100°
VS
RS RG INA111 V0
E 0,27 [V] 4,19
α =20° Trasduttore
VS 8
3 4 5
V0
0 [V] 5
Nelle tabelle 2.2 e 2.3 sono riportati rispettivamente le caratteristiche elettriche ed i valori
sperimentali della resistenza del trasduttore.
Per non riscaldare il trasduttore, si fissi una tensione d’alimentazione E = 5 V in modo che la
potenza assorbita sia minore di 1 W.
Le tensioni VS sono:
240 3670
VS (α = 20° ) = ⋅ 5 = 0, 27 V VS (α = 100° ) = ⋅ 5 = 4,19 V
4370 4370
V0 (α = 100° ) 5
G= = = 1, 27
Vs (α = 100° ) − VREF 3, 92
50 ⋅ 103
Poiché G = 1 + , la resistenza RG risulta:
RG
50 ⋅ 103 50 ⋅ 103
RG = = = 185,18 kΩ (150 kΩ + 50 kΩ)
G −1 1, 27 − 1
➜
Cilindro magnetico
Secondario1 (Out1) Secondario2 (Out2)
L 0 L
In
In
Asta
Out1
Out1
Primario (In)
Out2 Asta
Fig. 2.9 Out2
Alimentando il primario con una tensione sinusoidale e sui due secondari si generano due
tensioni sinusoidali indotte e1 ed e2 che sono uguali in ampiezza, quando il cilindretto è
nello zero centrale rispetto agli avvolgimenti, e diverse, se il cilindretto è spostato verso
destra o verso sinistra (fig. 2.10).
e
e1 e2
e2 e2
Fig. 2.11 Se- eu e1
e1
gnali d’usci-
ta con il ci- t eu
lindro spo- e1 e2
stato a de-
stra. eu
Se, invece, il cilindro è spostato verso sinistra rispetto alla posizione di zero centrale, l’am-
piezza di e1 aumenta, quella di e2 diminuisce e la tensione d’uscita è eu = e1 − e2 risulta in
fase rispetto alla tensione e1 (fig. 2.12).
e
e1 e 2 eu
e1 e1
e2
Fig. 2.12 Se- e2
gnali d’usci- eu
ta con il ci- eu t
lindro spo- e1 e2
stato a sini-
Si consideri un trasduttore LVDT alimentato con una tensione sinusoidale avente frequenza
di qualche kHz. Nell’ipotesi che l’accoppiamento magnetico sia ideale (assenza totale di flus-
so disperso), il rapporto spire coincide con il rapporto delle tensioni.
Vs N
= S
Vp Np
dove:
• Ns è il numero di spire del primario (trasformatore ideale);
• Np è il numero di spire del secondario (trasformatore ideale);
• Vs è la tensione applicata al primario;
• Vp è la tensione applicata al secondario.
Poiché il trasduttore deve essere sollecitato da una tensione sinusoidale, il circuito d’utiliz-
zazione deve generare un segnale sinusoidale, con ampiezza e frequenza variabili per ali-
mentare il primario e deve convertire le tensioni sinusoidali dei due secondari in una ten-
sione continua proporzionale allo spostamento L.
La difficoltà a realizzare circuiti di condizionamento con componenti discreti e la necessità
di produrre schede di dimensioni ridotte, induce il progettista ad utilizzare integrati dedi-
cati al condizionamento dei segnali per trasduttori LVDT.
Tra i numerosi integrati disponibili si prendono in considerazione l’AD598 e l’AD698
dell’Analog Devices, adatti rispettivamente per trasduttori LVDT a 5 e 4 fili.
Eccitazione
VB AMPLIFICATORE OSCILLATORE
AD598
A B
Fig. 2.14 Sche- FILTRO AMPLIFICATORE Vout (DC)
VA A B
ma a blocchi
dell’AD598. LVDT
La tensione d’uscita continua si ricava dall’elaborazione dei segnali secondari, dal filtraggio
e dall’amplificazione. La demodulazione delle tensioni sinusoidali secondarie dipende solo
dalle ampiezze di queste e non da quella d’eccitazione e, per una efficiente demodulazio-
ne, è necessario che la somma delle tensioni secondarie sia costante al variare della posizio-
ne del cilindretto. La posizione L del cilindretto si ricava dal rapporto tra la differenza e la
somma dei segnali A e B dove A e B sono la media delle ampiezze fornite dai due segnali
secondari (fig. 2.14).
La tecnica del rapporto tra differenza e somma dei segnali rende insensibile l’uscita Vout alle
eventuali variazioni d’ampiezza del segnale d’eccitazione.
Nella tabella 2.4 sono riportate le caratteristiche dell’integrato AD598.
Le specifiche del trasduttore a trasformatore LVDT (RS 646-549) e lo schema elettrico a 5 fili
sono riportati nella tabella di figura 2.15.
Azzurro
Corsa 15 mm
In figura 2.16 è riportato il circuito di condizionamento per il trasduttore LVDT a 5 fili con
l’integrato AD598.
VEXC [VRMS]
2 AD598 20 + 12 V 30
EXC1 +Vs +Vs
3 1 – 12 V
EXC2 -Vs –Vs
R1 4 19 R4
LEV1 OFFSET1
5 18 R3 20
LEV2 OFFSET2
VB 10 14
VB OUT FILT
6 15 C4 R2
FREQ1 FEEDBACK
C1 7 16 10
FREQ2 SIG OUT V0
8 17 RL
B1 FILT SIG REF
C2 9 13
B2 FILT A2 FILT
VA 11 12 C3
VA A1 FILT 0
0,01 0,1 1 10 100 1000
Fig. 2.16 R 1 [kΩ]
La resistenza R1 = 6,8 kΩ fissa l’ampiezza della tensione d’uscita consigliata VEXC = 5 VRMS
mentre la frequenza consigliata f = 5 kHz si ottiene dalla relazione fornita dal costruttore
(figg. 2.15 e 2.16).
Hz 35 ⋅ 10 −6
C1 = 35 F ⋅ = = 7 nF
feccitazione 5 ⋅ 103
In tabella 2.5 sono riportati valori sperimentali rilevati con una tensione duale VS = ± 15 V,
R1 = 6,8 kΩ, C1 = 6,8 nF ed L = ± 15 mm.
VPRI
Vout = S ⋅
( A
V + VB )
−6
(
⋅ 500 ⋅ 10 ⋅ R2 ⋅ L ) [2.1]
Vout ⋅ (VA + VB )
R2 =
( )
[2.2]
S ⋅ VPRI ⋅ 500 ⋅ 10 −6 ⋅ L
dove:
• Vout è il range di tensione d’uscita in DC. Per un fattore di scala bipolare, ad esempio
± 10 V, la Vout = 20 V;
• S è la sensibilità del trasduttore espressa in mV d’uscita per Volt d’ingresso e per sposta-
mV 1
menti in millesimi di pollici ⋅ −3 ;
V 10 ⋅ pollici
• VPRI è la tensione in RMS d’eccitazione del primario;
• (VA + VB) è la somma delle tensioni secondarie VA e VB in RMS calcolate nella posizione del-
lo zero centrale (L = 0, VA = VB);
• L è la corsa dell’asta espressa in millesimi di pollici.
1 1
VOS = 1, 2 ⋅ R2 ⋅ 3
− 3 [2.3]
R3 + 5 ⋅ 10 R4 + 5 ⋅ 10
dove VOS è il valore di tensione di cui deve essere traslato il segnale continuo d’uscita Vout.
Per ottenere una tensione d’offset positiva, come ad esempio un fattore di scala unipolare
0 V ÷ 10 V, partendo da un fattore di scala bipolare Vout = ± 5 V, si pone nella [2.3] R4 = ∞ e
VOS = 5 V (valore della tensione di traslazione) e si ricava:
1, 2 ⋅ R2
R3 = − 5 ⋅ 103 [2.4]
VOS
➜ Esempio
Si dimensionino le resistenze R2, R3 ed R4, dello schema elettrico di figura 2.16. Per il circui-
to di condizionamento si utilizzi il trasduttore di posizione LVDT e, per uno spostamento
L = ± 5 mm, deve fornire le seguenti tensioni d’uscita V0 (fig. 2.17):
5
5 5
1° Caso: V01 = ± 10 V
Dalla [2.2], esprimendo la sensibilità S = 34,26⋅10–3 in [mV/ V/mm] e la lunghezza L in [mm],
posto V01 = 20 V ed L = 10 mm, si ha:
20 ⋅ 2, 34
R2 = −3
= 55,12 kΩ R3 = R4 = ∞
34, 26 ⋅ 10 ⋅ 4, 96 ⋅ 500 ⋅ 10 −6 ⋅ 10
2° Caso: V02 = ± 5 V
Dalla [2.2], con R3 = R4 = ∞, si ha:
10 ⋅ 2, 34 R
R2* (V02 = ± 5 V ) = −3 −6
= 27, 56 kΩ = 2
34, 26 ⋅ 10 ⋅ 4, 96 ⋅ 500 ⋅ 10 ⋅ 10 2
3° Caso: V03 = 0 V ÷ 10 V
Ponendo nella [2.4] R4 = ∞ e VOS = 5 V (valore della tensione di traslazione), si ricava il valo-
re della resistenza R3:
1, 2 ⋅ R2*
R3 = − 5 kΩ = 6,16 ⋅ 103 − 5 ⋅ 103 = 1,16 kΩ
VOS
➜
34 MODULO 1 TRASDUTTORI ED ATTUATORI
0070.M01_UD02_trasduttori.qxd 15-05-2006 16:55 Pagina 35
Eccitazione
Tensione
Amplificatore
riferimento
B Oscillatore
LVDT
A
Filtro Amplificatore Vout (DC)
B
Fig. 2.18 Sche- A
ma a blocchi AD698
AD698.
V0 1 1
R2 = VOS = 1, 2 ⋅ R2 ⋅ −
(
S ⋅ L ⋅ 500 ⋅ 10 −6
) R3 + 2 ⋅ 10
3 3
R4 + 2 ⋅ 10
1, 2 ⋅ R2
R4 = ∞ R3 = − 2 ⋅ 103 VOS = 5 V
VOS
2 AD698 24 + 12 V
EXC1 +Vs +Vs
3 1 – 12 V VEXC [VRMS]
EXC2 –Vs –Vs
1M R1 4 23 R4 30
LEV1 OFFSET1
5 22 R3
LEV2 OFFSET2
12 18
-A IN OUT FILT
6 19 C4 R2 20
FREQ1 FEEDBACK
C1 7 20
FREQ2 SIG OUT V0
8 21 RL
BFILT1 SIG REF
C2 9 16 10
BFILT2 AFILT2
13 17 C3 PHASE LAG
LVDT +A IN AFILT1
11 15
+B IN -ACOMP C RS 0
10 14 RT
-B IN +ACOMP RS 0,01 0,1 1 10 100 1000
R 1 [kΩ]
Fig. 2.19
3. Trasduttori
di umidità
unità
I trasduttori di umidità sono sensibili alla quantità di acqua presente nell’ambiente e rileva-
no l’umidità relativa, definita come il rapporto tra l’umidità assoluta (quantità di vapore
acqueo contenuta in un metro cubo di aria) e l’umidità di saturazione (quantità di vapore
acqueo massimo contenuto in un metro cubo di aria prima della condensa):
Umidità assoluta
% RH = 1001
Umidità di saturazione
Considerato che il rilievo dell’umidità relativa basa il principio di funzionamento sul tipo di
variazioni di alcune grandezze elettriche, in commercio si trovano trasduttori a variazione di
resistenza, di capacità e termica.
I trasduttori di umidità relativa a variazione di resistenza sono costituiti da materiali igro-
scopici, ad esempio il cloruro di litio, nei quali piccole variazioni di umidità relativa provoca-
no grandi variazioni di resistenza. I tempi di risposta sono brevi.
I trasduttori di umidità relativa a variazione di capacità sono costituiti da due armature metal-
liche separate da un materiale dielettrico igroscopico. Le variazioni di capacità, in verità pic-
cole (≅ ± 20%) dipendono dalla variazione della costante dielettrica del materiale igroscopi-
co sensibile alle variazioni di umidità relativa. I tempi di risposta sono lunghi.
I trasduttori di umidità relativa a variazione termica basano il principio di funzionamento
sulla differenza di temperatura tra un corpo secco ed un uguale corpo umido.
Cs = C0 + ∆C 5
3
CD4047
dove C0 è il valore della capacità riferito all’aria secca e ∆C è la 12
variazione di capacità dovuta alla variazione di umidità relati- CS R
9 1
va. Per il rilievo della grandezza fisica il trasduttore di umidità
relativa può essere inserito in un multivibratore astabile che 8 2
7
genera un’onda quadra TTL/CMOS la cui frequenza è funzione
dell’umidità relativa (fig. 3.1):
1
f = [3.1]
0, 7 ⋅ R ⋅ C s Fig. 3.1
Fig. 3.2
1000
Temperatura 25 °C
Tensione 1 V
Segnale sinusoidale
100
10
Sensore umidità
C5M3
1
20 30 40 50 60 70 80 90
Fig. 3.3 Umidità relativa [% RH]
Il costruttore fornisce altri grafici che evidenziano la dipendenza della caratteristica dalla fre-
quenza del segnale d’eccitazione e dalla temperatura e, inoltre, raccomanda di evitare:
• alimentazioni con tensioni in DC;
• condizioni di condensazioni;
• esposizioni su superfici che possono essere bagnate;
• esposizioni in presenza di gas organici ed inorganici.
Nella figura 3.4 è riportato lo schema funzionale di un circuito che fornisce una tensione usci-
ta V0 in funzione dell’umidità relativa.
Il trasduttore, inserito in un partitore di tensione, è alimentato con una tensione sinusoida-
le, come richiesto dalle specifiche del costruttore. La tensione VS è applicata ad un rivelato-
re di picco realizzato con un raddrizzatore di precisione a semplice semionda. Tale circuito
permette di operare anche con tensioni inferiori a quella di soglia del diodo raddrizzatore.
La compensazione in temperatura si ottiene sostituendo la resistenza R con un termistore.
10 k 10 k
+ 12 V
2
7 1N914
0,1 µ 6
RH CA3140 V0
VIN VS 3
4
33 µ
Trasduttore
1V R – 12 V
1 kHz 100 k Tantalio
Fig. 3.4
I valori di misura ed i valori sperimentali per una umidità relativa % RH ≅ 45% sono riporta-
ti nella tabella 3.2.
TAB. 3.2
➜ Esempio
Si realizzi un circuito di condizionamento per il rilievo dell’umidità relativa nel range
30% RH ÷ 90% RH con il trasduttore di umidità relativa a variazione di resistenza C5-M3. La
tensione d’uscita V0 sia 0 V per una umidità relativa del 30% RH e 5 V per una umidità rela-
tiva del 90% RH.
+ 12 V R4 47 k R5 47 k C = 0,1 µ + 12 V
R G = 4,7 k + 500
+ 12 V C
C
RL 27 k C
Rb Ra VDC 7
33 k 33 k 7 3 6
+ 12 V 2
6 RS 6 1
4 7 3 U2
C RG
4
IN4148 INA111 V0
5 ICL 8 VS
8038 C5 - M3 C2
1M
2 7 R3 C 8
10 R1 47 k 6 Vout RC 2 5
3 U1 47 k 33 µ 4
12 2 Tant.
C1 11 4 C
R 0,1 µ
R2 C – 12 V VREF
82 k
10 n C 56 k
R7 R P1 R8 – 12 V
– 12 V R6 5,6 k 1k 2,7 k
– 12 V + 12 V
Fig. 3.5 10 k LM336-2,5 V
• la resistenza RL =
( )
RSmed ⋅ RSmin + RSmax − 2 ⋅ RSmin ⋅ RSmax
, in parallelo alla RS , linearizza la
RSmin + RSmax − 2 ⋅ RSmed
caratteristica del trasduttore poiché ha una accentuata non linearità3;
• la resistenza R3 (partitore resistivo con la resistenza RS) realizza la conversione resisten-
za/tensione. La posizione della resistenza R3, a valle della resistenza del sensore RS , rende
la caratteristica VS/RS crescente all’aumentare dell’umidità relativa;
• l’amplificatore operazionale U2, il diodo 1N4148 ed il condensatore C2 formano un rive-
latore di picco. È realizzato con un raddrizzatore di precisione a semplice semionda in gra-
do di operare anche con tensioni inferiori a quella di soglia del diodo raddrizzatore;
• l’integrato LM336-2,5 V genera la tensione di riferimento VREF = VDC (30% RH) per l’offset;
• l’integrato per strumentazione INA111 realizza l’offset V0 = 0 (30% RH) ed il fattore di
scala V0 = 5 V (90% RH) unitamente alla resistenza RG;
• la resistenza RG fissa il guadagno G per il fattore di scala. Dalla tabella 3.3 si ha:
V0 5
G= = = 11,38
VDC (90% RH) − VDC (30% RH) 1, 305 − 0, 865
50 ⋅ 103
RG = = 4, 82 k (4,7 kΩ + 500 Ω )
G −1
Per la taratura si osservi la seguente procedura: si vari RP1 fino ad ottenere VREF = 0,865 V e
successivamente si regoli il trimmer di RG fino ad ottenere V0 = 5 V quando l’umidità relati-
va è uguale a 90% RH.
Dalla figura 3.3 si ricavano i valori riportati in tabella 3.3.
TAB. 3.3
% RH RS [kΩ] RS/L [kΩ] VOUT (max) [V] VS (max) [V] VC (DC) [V]
30 1.200 26,40 1,4 0,90 0,865
90 3 2,7 1,4 1,31 1,30
3 Con R
Smed (60% RH) = 35 kΩ (Fig. 3.3), RL = 30,8 kΩ (27 kΩ).
4 (RS 293-8301) o (RS 293-8317).
4,5
TAB. 3.4 Valori sperimentali del trasduttore HIH3605A.
4,0 4,07 Trasduttore
3,90 HIH3605A Caratteristiche Valori U. misura
3,5 3,50
Tensione d’alimentazione 4 ÷ 5,8 V
3,0 Tensione d’alimentazione tipica 5 V
Tensione di uscita in D.C. [V]
0 °C
25 °C Range di funzionamento 0 ÷ 100 % RH
2,5
85 °C
Tensione d’uscita in DC (5 V, 25 °C) 0,8 ÷ 3,9 V
2,0
Linearità ± 0,5 %
1,5
Corrente assorbita (5 V) 200 µA
1,0 Range di temperatura operativa − 40 ÷ + 85 °C
0,8
0,5
OUT
0,0
0 20 40 60 80 100
Umidità relativa [% RH]
Fig. 3.7
Fig. 3.8
TH Temperature
Thermistor 4
output (V DC)
4 3 GND
3 Humidity
2 circuit 2 Humidity
1
output (V DC)
1 Power (+ 5 V)
Fig. 3.9 RHU-217
4. Trasduttori
fotoelettrici
unità
Le radiazioni luminose, aventi lunghezza d’onda compresa nello spettro della luce visibile,
modificano le proprietà elettriche di alcune sostanze dando origine all’effetto fotocondut-
tivo ed all’effetto fotoelettrico. Le fotoresistenze, nelle quali la radiazione luminosa modi-
fica la conducibilità elettrica, basano il loro principio di funzionamento sull’effetto foto-
conduttivo.
I fotodiodi, i fototransistor, i fototriac, invece, nei quali è generata un’intensità di corrente
quando la radiazione luminosa incide sulla giunzione p-n polarizzata, basano il loro princi-
pio di funzionamento sull’effetto fotoelettrico (fig. 4.1).
A A C C
N
P
p
P
n
N
N
K K E E
Fig. 4.1 Fotoresistenza Fotodiodo Fototransistor
1 Nel Sistema Internazionale (SI) il Lux, il cui simbolo è [lx], è l’unità di misura dell’illuminamento E. Il Lux è
il rapporto tra il lumen ed il m2: 1 Lux è l’illuminamento prodotto dal flusso luminoso di 1 lm (lumen) che
incide perpendicolarmente su una superficie di 1 m2. A volte il Lux è indicato con il phot (ph = 104 lx) o con
il foot (fc = 10,76 lx).
➜ Esempio
Si progetti un circuito di condizionamento per il fotoresistore NORPS-12, in modo da avere
una tensione d’uscita V0 variabile linearmente da −5 V a +5 V quando l’illuminamento E varia
nell’intervallo 10 lx ÷ 1000 lx.
Dalla tabella 4.1 e dal grafico della figura 4.3 si ricavano i valori delle resistenze Rmin, Rmed
ed Rmax, dalle quali si calcola la resistenza RL di linearizzazione (tab. 4.2).
TAB. 4.2
Lux [lx] 10 505 1000
R [Ω] Rmax = 9000 Rmed ≅ 1000 Rmin = 400
10 [lx] 1000
RL RL
7 V1 7
A 2 VAB
1 6 3 6
VCC 0 [V] 5,003
VAB RG INA111 6,8 k INA111 V0
B V1
8 5V
R1 3 5 2 5 0 [V] 10
4 4
R Lux
LM336 R2 V0
Rp Trasduttore 5V
10 k
–12 V –12 V –5 [V] +5
Fig. 4.4
Nel dimensionare i componenti si suppone che nella condizione di funzionamento più gra-
vosa, corrispondente ad un illuminamento di 1000 lx (RLux = 400 Ω), il fotoresistore sia attra-
versato da una intensità di corrente minore di 75 mA.
Con una tensione d’alimentazione VCC = 12 V, si ottiene un’intensità di corrente:
VCC 12
I ( RLux = 400 Ω ) = = = 16, 4 mA
RLux + RL 730
Dopo aver regolato il trimmer Rp per il bilanciamento del ponte (offset), si calcola la ten-
sione VAB per il massimo illuminamento:
9000 400
VAB = − ⋅ 12 = 5, 003 V
9000 + 330 330 + 400
V1 10 50 ⋅ 103 50 ⋅ 103
G= = = 1, 99 RG = = = 50, 50 kΩ (47 kΩ + 5 kΩ )
VAB (1000 lx ) 5, 003 G− 1 0, 99
4.2 Il fotodiodo
Il fotodiodo è un dispositivo costituito da una giunzione p-n su cui è aperta una finestra tra-
sparente, all’interno della quale è realizzata una lente convergente che concentra i raggi
luminosi sulla giunzione vista come elementi sensibili (fig. 4.1).
Se polarizzata inversamente, le radiazioni luminose generano coppie di lacune-elettroni,
proporzionali alla quantità di fotoni incidenti, che producono una fotocorrente. In pratica,
all’intensità di corrente inversa di saturazione I0 (corrente di buio dipendente dalla tempe-
ratura) si somma un’intensità di fotocorrente IE dipendente sia dall’irradiamento (illumina-
mento) E sia dalla risposta spettrale che è funzione della lunghezza d’onda λ. L’intensità di
corrente complessiva I è la somma di una intensità di corrente non desiderata I0 e della foto-
corrente IE proporzionale alla radiazione luminosa (fig. 4.5).
La caratteristica corrente/illuminamento (irradiamento) è quasi lineare mentre la risposta
spettrale dipende dal tipo di materiale impiegato per la costruzione e dalla percentuale di
materiale drogante. Per aumentare la risposta in frequenza e
o
la sensibilità, normalmente molto piccola (nA/lx), s’inserisce
m ent tra p ed n un sottilissimo strato di semiconduttore Intrinseco I
dia
Irra (diodo P-I-N).
Per migliorare la velocità di risposta e la linearità è opportuno
utilizzare sistemi conversione I/V con amplificatori operazio-
I I0 IE nali.
Fig. 4.5 Cir- Nelle applicazioni pratiche, per utilizzare il dispositivo nelle
cuito equi- condizioni ottimali, è necessario conoscere la risposta spettra-
valente sem- le (o sensibilità spettrale) del fotodiodo, misurata in A/W, defi-
plificato nel nita come rapporto tra l’intensità della fotocorrente prodotta
fotodiodo. VR e la potenza di radiazione luminosa incidente.
100
10
Fotocorrente [ µ A]
A K
1 Visto da
sotto
0,1
0,1 1 10 100
Fig. 4.7 Irradiamento [mW/cm 2 ] Fig. 4.6
Nella figura 4.8 è riportato lo schema elettrico di un circuito d’utilizzazione del fotodiodo
IPL10020. L’amplificatore di operazione, ad elevata impedenza d’ingresso, converte la foto-
corrente in tensione e l’amplificatore per strumentazione realizza l’offset ed il fattore di scala.
+12 V
1 MΩ
I Fotocorrente
+12 V
VS 7
3
2 7 6
1
6
Irradiamento (mW/cm2 )
CA3140
3 RG INA111 V0
4
8
5
IPL10020 VREF 2 4
–12 V
λ = 950 nm
100
1 mW/cm 2
I ra – Corrente inversa ( µ A)
0,5 mW/cm 2
0,2 mW/cm 2
10
0,1 mW/cm 2
A
0,05 mW/cm 2
Catodo
1
0,1 1 10 100
VR – Tensione inversa (V)
K
Fig. 4.10 Fig. 4.11
Nella figura 4.11 sono riportate le curve dell’intensità di corrente inversa Ira in funzione
della tensione inversa di polarizzazione VR e dell’irradiamento E.
La caratteristica I/E del trasduttore è riportata nella figura 4.12 con le grandezze radiome-
triche, che sono quelle più utilizzate, e nella figura 4.13 con le grandezze fotometriche.
Scale metriche
fotometriche radiometriche
Sono grandezze soggettive perché riferite alla luce Sono le grandezze più usate perché definiscono in
convenzionale, ossia sono legate alla sensibilità del- modo quantitativo non solo le radiazioni visibili ma
l’occhio umano (0,38 µm [violetto] < λ < 0,76 µm anche quelle infrarosse (λ > 0,76 µm) ed ultraviolet-
[rosso]). La max sensibilità si ha per il colore giallo- te (λ < 0,38 µm).
verde.
Irradiamento E
Lumen W
Illuminamento E o Lux = [lx]
m2 m2
Alla massima sensibilità dell’occhio umano medio (λ = 0,555 µm, colore giallo-verde) si ha:
Lumen W
1 = 1, 46 ⋅ 10−3
m2 m2
VR = 5 V λ = 950 nm VR = 5 V
1000 1000
I ra – Corrente inversa ( µ A)
100 100
10 10
1 1
0,1 0,1
0,01 0,1 1 10 10
1
10 2 10 3 10 4
E e – Irradiamento (mW/cm2 ) E A – Illuminamento (lx)
Nella figura 4.14 è riportato lo schema elettrico per la conversione della fotocorrente, gene-
rata dal fotodiodo BPW34, in tensione. Il valore della resistenza R è scelto secondo i valori
della fotocorrente utilizzata, l’ampiezza del segnale d’uscita e la tensione d’alimentazione.
L’amplificatore operazionale, ad elevata impedenza d’ingresso, dà la possibilità di lavorare
nella zona di conversione più lineare e fornisce la tensione di utilizzazione VS.
I (Fotocorrente) R
+12 V
2 7
Irradiamento (mW/cm 2 )
Illuminamento (lx)
6
CA3140
3 VS
4
BPW34
0,6
V R = 12 V
(Contenitore)
0,5
Anodo Catodo
0,3
0,2
0,1
Visto da sotto
0
200 400 600 800 1000 1200
Fig. 4.16 λ [nm]
100 k
I (Fotocorrente)
+12 V
2 7
Irradiamento (mW/cm 2 )
6
CA3140
3 VS
4
OSD15-5T
4.3 Il fototransistor
Il fototransistor è un trasduttore di luminosità che sfrutta il
principio di funzionamento del fotodiodo.
L’intensità di corrente, generata per effetto fotoelettrico nella
giunzione base emettitore, è amplificata e la sensibilità, defi-
nita come rapporto tra l’intensità della corrente di collettore
IC e la potenza di radiazione incidente, può raggiungere valo-
ri più elevati rispetto al fotodiodo. Per aumentare la sensibili-
tà si utilizza la connessione Darlington, mentre per aumenta-
re la stabilità termica si collega un resistore tra la base e l’e-
mettitore. La risposta spettrale è ampia con un valore massi-
mo in corrispondenza della regione dell’infrarosso.
La caratteristica intensità di corrente/illuminamento (IC /E) non
è lineare e pertanto il dispositivo non viene utilizzato come
trasduttore, ma trova largo impiego nei circuiti in funziona- Fig. 4.18
mento ON/OFF, negli encoder incrementali, negli encoder assoluti, nei fotoaccoppiatori, ecc.
Il dispositivo, detto anche optoisolatore, interfaccia due circuiti, separati galvanicamente,
che hanno le masse separate e le tensioni d’alimentazione diverse (fig. 4.19). Il trasferimen-
to del segnale è associato a quello luminoso, generato da un diodo led (trasmettitore), che
colpendo la parte sensibile di un fototransistor (ricevitore) lo porta in conduzione.
Affinché la trasmissione del segnale luminoso possa avvenire, è necessario che le risposte
spettrali dei dispositivi utilizzati siano tra loro compatibili, ossia la risposta spettrale dell’e-
lemento trasmettitore, ad esempio un diodo IRED il cui spettro è nell’infrarosso, deve esse-
re interna a quella del ricevitore (fig. 4.19).
A A 0.8
Risposta spettrale
SEP8705 SDP8475 0.6
90 % 0.4
V0 0.2
1k 1k 10 %
0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 1.1
tr tf t
Lunghezza d’onda λ [ µm ]
Fig. 4.19 (Ten- Nella tabella 4.6 sono riportate le caratteristiche del fototransistor a raggi infrarossi
sione d’uscita SDP8475 (RS 260-9299) e del diodo emettitore infrarosso compatibile SEP8705 (RS 195-782)
V0 con rispo- entrambi della Honeywell.
sta lineare).
5. Trasduttori
ad effetto Hall
unità
È noto che un campo magnetico esercita sulle cariche in movimento in un conduttore metal-
lico o in un semiconduttore drogato una forza, detta forza di Lorentz, la quale devia le cari-
che in movimento e genera una differenza di potenziale (tensione di Hall).
Sulla base di questo fenomeno fisico sono stati realizzati numerosi tipi di trasduttori ad
effetto Hall.
Cariche mobili
x I Cariche mobili
x I
B
Fig. 5.1
B⋅I
VH = KH ⋅
d
Cariche mobili
x I x I
B FL B
Fig. 5.2 VH
Poiché i semiconduttori drogati presentano una grande mobilità delle cariche ed una ele-
vata costante KH, risultano particolarmente adatti alla costruzione di trasduttori ad effetto
Hall, la cui rappresentazione simbolica è riportata nella figura 5.3.
4 VH 1
3 VH
1 2
V0
4 VH
Fig. 5.3 3 VH 2
Trasduttore
HALL
DIAFRAMMA
Magnete
Fig. 5.4
1
Regolatore
VH
2 1 2 3
Fig. 5.6