Sei sulla pagina 1di 3

Niccolò Franco (letterato)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


«Qui non istorie, bei tappeti o arazzi
veder si ponno, né cantar divino,
che fa gli Orlandi furiosi e pazzi.
Non di Damasco, né di panno fino
addobbati versetti, ma sol cazzi,
che torrebben la foia all'Aretino.»

(Nicolò Franco dalla prefazione di Priapea )


Niccolò Franco (Benevento, 13 settembre 1515 – Roma, 11 marzo 1570) è stato un
poeta e scrittore italiano.

Indice
Biografia
Principali opere
Note
Bibliografia
Altri progetti
Niccolò Franco

Biografia
Nato a Benevento da modesta famiglia, il poeta compì studi umanistici alla scuola del fratello Vincenzo[1]. In gioventù strinse
amicizia con il suo concittadino Antonio Delli Sorici[2]. Nel 1544 si trasferì a Napoli dove intraprese gli studi legali, venendo in
contatto con il giurista Bartolomeo Camerario[3]. A Napoli scrisse una centuria di epigrammi latini in onore di Isabella di Capua,
moglie di Ferrante I Gonzaga[4].

Nel 1536 si trasferì a Venezia, ospite di Benedetto Agnelli, oratore del duca di Mantova[3]. Nell'agosto dello stesso anno pubblicò il
poemetto in ottave Il tempio di Amore[5]. Carlo Simiani dimostrò che Il tempio di Amore era in realtà un plagio di Franco ai danni del
napoletano Iacopo Campanile, detto Capanio[6][7].

L'anno successivo entrò al servizio del celebre scrittore e poeta Pietro Aretino. Data la sua predisposizione alle lettere, non meno che
all'invettiva, Franco divenne ben presto il segretario dell'Aretino e, dopo qualche anno, decise di "mettersi in proprio", proponendo i
servigi a clienti conosciuti in quegli anni[8]. L'Aretino non gradì molto l'iniziativa e dopo alcuni scontri verbali o scritti, culminati da
un colpo di pugnale, da parte di Ambrogio Eusebi amico dell'Aretino, che lo sfregiò in volto[9], Franco decise di trasferirsi in altra
città. Viaggiò per la penisola ponendosi al servizio di vari signori e signorotti (Casale Monferrato, Mantova, Cosenza, Napoli) per
approdare a Roma nel 1558[9]. Anche nell'Urbe pensava di iniziare l'attività di scrittore e libellista, mettendo la propria penna a
disposizione dei vari potenti cittadini, dai quali venne ben presto assoldato per produrre lodi, invettive, sonetti licenziosi ed ogni altro
prodotto letterario richiesto all'epoca, comprese alcune pasquinate; ma poco dopo il suo arrivo, il 15 luglio 1558 fu arrestato in casa
di Bartolomeo Camerario, allora commissario generale per l'Annona che fu arrestato anch'egli per malversazione, e Franco rimase in
prigione per otto mesi. Riottenne la libertà il 6 febbraio 1559 grazie all'intervento del duca di Paliano Giovanni Carafa; con la libertà
gli furono restituite le carte sequestrate. Entrò familiare col cardinaleMorone[3].
La sua grande sfortuna fu di accettare l'incarico di produrre, su commissione del Procuratore fiscale apostolico
Alessandro Pallantieri,
un libello infamante ed alcune pasquinate rivolte al papa Pietro Carafa, allo scopo di diffonderle all'indomani della sua morte
("Commento sopra la vita et costumi di Giovan Pietro Carafa che fu Paolo IV chiamato, et sopra le qualità de tutti i suoi et di coloro
che con lui governaro il pontificato"). Nel 1557 Pallantieri era stato destituito dal cardinal Carlo Carafa, inquisito per reati fiscali e
imprigionato; era giudicato pertanto nemico dei Carafa. In seguito alla morte di Paolo IV, venne eletto papa Giovanni Medici che
provvide a scarcerare Pallantieri, nominandolo Governatore di Roma ed a mandare a morte, dopo un processo sommario, due
importanti membri della famiglia Carafa[10].

Tutto sembrava andare per il meglio, quando nel 1566 l'improvvisa morte di Pio IV e l'alleanza elettorale tra i cardinali Borromeo e
Farnese, preoccupati dall'enorme potere di Pallantieri, causò l'inaspettata elezione di papa Antonio Ghislieri, pupillo della famiglia
Carafa, col nome di Pio V. Non appena giunto al soglio pontificio, Pio V ordinò la revisione del "processo Carafa", allontanò
Pallantieri da Roma e iniziò un'inchiesta sulle azioni dell'ex governatore. È nell'ambito di questo scontro tra potenti che lo scrittore
rimase travolto dagli eventi. La casa di Niccolò Franco venne perquisita, tutti i carteggi sequestrati ed egli imprigionato (1º settembre
1568). Interrogato e torturato, Franco confessò la committenza di Pallantieri per la creazione del libello contro Paolo IV e la sua
famiglia, intitolato "Commento sopra la vita et costumi di Gio. Pietro Carafa che fu Paolo IV chiamato et sopra le qualità de tutti i
suoi et di coloro che con lui governaro in pontificato". Probabilmente allo scopo di non consentirgli ritrattazioni che avrebbero
impedito l'incriminazione di Pallantieri, nonostante il cardinale Giovanni Morone avesse assunto la difesa dello scrittore al processo,
Franco venne condannato a morte ed impiccato l'11 marzo 1570, in Ponte Sant'Angelo a Roma, in conformità a quella recente legge
[3].
che, ironia della sorte, proprio Pallantieri aveva fortemente voluto e promulgato, come governatore di Roma

Nella città di Benevento una strada è a lui dedicata.

Principali opere
Pistule vulgari (1538)
Petrarchista (1538) una satira sugli imitatori dello stile delPetrarca
Dialoghi piacevolissimi(1539) opera lodata da Torquato Tasso
Rime contro Pietro Aretino(1545)
Priapea (1546)
Il Duello (1546)
Philena (romanzo) del 1546

Note
1. ^ Ettore Bonora, Op. cit., p. 432
2. ^ Maria Anna Noto, Viva la Chiesa, mora il tiranno: il sovrano, lalegge, la comunità e i ribelli: (Benevento 1566) ,
Napoli: Guida, 2010, ISBN 978-88-6042-709-0, p. 36, n. 41 (Google libri (http://books.google.it/books?id=ubOfpqIn66
kC&pg=PA36))
3. Franco Pignatti, Op. cit
4. ^ Nicolai Franci Beneuentani. Hisabella, Neapoli: typis Ioannis Sulsebachii Germani & Matthaei Cansii Brixiani, 1535
5. ^ Tempio d'amore di M. Nicolo Franco, In Vinegia: per Francesco Marcolini da Forlì, 1536 del mese di Agosto
6. ^ Carlo Simiani, «Un plagio di Niccolò Franco»,Rassegna critica della letteratura italiana, V (1900), pp. 19-26. Nel
volume di Carlo Simiani citato in Bibliografia La
( vita e le opere di Nicolò Franco) gli argomenti relativi al plagio si
trovano nelle pp. 175 segg. (Google libri (http://books.google.it/books?id=1FagAAAAMAAJ&pg=P A175))
7. ^ Giovanni Parenti, «CAMPANILE, Iacopo, detto Capanio(http://www.treccani.it/enciclopedia/campanile-iacopo-detto
-capanio_%28Dizionario_Biografico%29/)». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 17, Roma: Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, 1974
8. ^ Le pistole vulgari di M. Nicolo Franco, Venetijs: apud AntoniumGardane, 1542 (Venetijs : apud Antonium Gardane,
1542). Rist. anast. dell'ed. Gardane 1542 a cura di Francesca Romana De' Angelis, Sala Bolognese: A. Forni, 1986
9. Giuseppe Fatini, Op. cit.
10. ^ Annalisa Antonucci, «FEDERICI, Girolamo (Hieronimus Friderius, Gerolamo Federico rivulzio, T Girometta) (http://w
ww.treccani.it/enciclopedia/girolamo-federici_%28Dizionario-Biografico%29/)». In: Dizionario Biografico degli Italiani,
Vol. XLV, Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 1995
Bibliografia
Franco Pignatti, «FRANCO, Nicolò». Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 50, Roma: Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, 1998
Ettore Bonora, «Niccolò Franco. Scrittori al servizio dei tipografi». In:Emilio Cecchi e Natalino Sapegno, Storia della
Letteratura Italiana, Vol IV (Il Cinquecento), Milano: Garzanti, 1966, pp. 432-36
Giuseppe Fatini, «FRANCO, Niccolo». In: Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti , Vol. XVI, Roma: Istituto
Giovanni Treccani, 1932
Carlo Simiani, La vita e le opere di Nicolò Franco, Torino: L. Roux e C., 1894 (Google libri)
Antonello Fabio Caterino,Il ricordo di Alcippo (Antonio Brocardo) tra le rime di Niccolò Francoin «Banca dati “Nuovo
Rinascimento”», 2012

Altri progetti
Wikisource contiene una pagina dedicata aNiccolò Franco
Wikiquote contiene citazioni di o suNiccolò Franco

Wikimedia Commons contiene immagini o altri file suNiccolò Franco

VIAF (EN ) 32074984 · ISNI (EN ) 0000 0001 1023 7771· SBN IT\ICCU\CFIV\025943·
Controllo di autorità LCCN (EN ) n79114188 · GND (DE ) 118955535 · BNF (FR ) cb12363906g (data) · NLA
(EN ) 35137613 · BAV ADV10349381 · CERL cnp01339866

Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Niccolò_Franco_(letterato)&oldid=84972283
"

Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 28 dic 2016 alle 00:28.

Il testo è disponibile secondo lalicenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo
; possono applicarsi
condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli.

Potrebbero piacerti anche