f)
d
K^*'"'
co
i'^.
'l^Zj^
*JV
JNVOF
)RONTO
iBRARy
^^
ti^it-^-
GIORNALE STORICO
LETTERATURA ITALIANA
SUPPLEMENTO
isro
le
tu
GIORNALE STORICO
DELLA
LETIERATURA ITALIANA
DIRETTO E REDATTO
FRANCESC(h MOVATI
RODOLFO RENIER
SUPPLEMENTO
^.f,i
*>
Il
TORINO
Casa
E^
ci t
oe
ERMANNO LOESCHER
1914
\,'
PROPRIET LETTERARIA
Torino
S.
0\^jnJK^
Giornale storico d.
letter. Un.
La chiesa
(dal codice di
Marco
di
di S.
Tav.
Supplem. N. 16.
di Firenze, e. 25 a).
CANTARI LEGGENDARI
DEL I^Or^OLO IT^LIA-NO
I
nei secoli
Sommario:
1.
Introduzione.
di leggende.
5.
Vergi.
Madonna
bruno.
13.
8.
XIV
donna Elena.
2. I cantastorie.
27 bel Gherardino.
10. GibeJlo.
XV.
11.
lAonessa.
16. Cerbitw.
6.
e tre fate.
Gismirante.
14.
La
3. 1 cantari.
4. Il
Pulzella gaia.
12.
Fiore
7. Li<yin-
La donna
9.
del
Bruto di Bretagna.
regina d'Oriente.
Ma-
1-5.
17. Conclusione.
I.
Introduzione.
Io prego voi ohe ciaschedan m'intenda,
per ohe questo '1 fior della leggenda.
{La
Nella piazzetta di
tra le torri e
al
i
S.
due
1, 7).
(1),
di
Trecento
secoli, dal
(1) Presso a S.
le
La
le
parrocchia di
S.
fico
207
fiorentine
e 8gg.;,A. Cocchi,
Le
mie pa-
noto quel
di Cacciaguida
si
J.,
e allora la
Notizie
storico
isto-
XV
al
XX,
Suppl. n 16.
I,
voi. I
Oiomale
ob-
p.
IH,
reg. d'Or.,
LSVI
X.
La plebe
gne.
saliva
affollava intorno
si
il
il
ghesi e cavalieri, persino gli uomini gravi di scienza e di dottrina ivi convenivano da ogni strada e da ogni sesto della citt.
della piazza
mare
di teste,
il
can-
suo cuore
il
si
e'
vede la vigna et
le sue
prode
Erano rozzi ed
(1).
eppure
la loro parola,
Persino
gli
spontanea,
si
Verino
(2) in
una sua
Antonio
di
d'uno
il
fremito susci-
di quei poeti
da piazza,
Guido:
in
vico Martini
viderer,
bella
ut agi
Orlandi ca-
non
referri
(1)
Sono
LIX
del
una
Ridolpho
in
super. 29,
e.
cfr.
R. Ekkier, Sonetti e
xni n.
Michaelis Verini
20
p.
b.
trocento, p. 288.
Epist., h.
I,
n.
Verini] Petra
XC
il
domeniche
il
il
quam audientiam
Dii boni,
ge s t u decantabat
eum
cursus ad
cum
fiebant!
,
gli ozi,
accompagnavano
rombo
mente del
la
sogni e
riposi
GXIV)
ug-
e s
il
diebus,
festis
rerum antiquarum
con
2)
(1.
ci
racconta d'un
si
Dante
il
sorvola sul-
can-
(LXXXI)
cezie
eW Inferno^
un borghese
di quei cantori
di
Milano un
di di festa ud
e,
morte
di
uno
gesta degli
le
quando and a
casa, la moglie
che
lo vide
mia
Ed
disse
son morto!
Amico mio
disse la moglie
mente
final-
suo dolore:
(1)
Non
sai tu
che nuova ho
voi. I, p. 171.
la
io
oggi udita ^
Div. Commedia
Quale
Pisa, 1858,
LEVI
mai ?
chiese la moglie.
cristiani
il
cer-
il
quando
si
parla
ci
Sacchetti in
il
un sonetto
(1)
Bacchilone e
novelliere
il
si
suoi
concittadini,
dei
ognun
vincerla
Tristano, Lancillotto e
del re
Art
cavalieri
tutta baronia.
dame
di Lancillotto, Ginevra,
dezze e
Ella tutta
si
Lancelotto
quando legge
avegna che
Canzone
ella faccia s
Tristano
soli raunarsi, s
come di
cos farebbe,
la
strittola
Tristano, di
o alcuno
come
colei,
loro imagina,
di Biancofiore e simili
cose assai.
(1) Son.
dame
le
straniere
(2) Son.
raccolta del
Pr. di
F. Sacchetti
cit., p.
Villarosa,
ti
voi.
18.
dei nell'autografo,
IV, p. 197
e.
3,
pubbl. nella
II.
I cantastorie.
La
cumenti abbondano,
ma
da
fare.
do-
il
giullari
(1).
Nella
hanno un'importanza
mezzo
che appesta
stiche e le
goffaggini
incenso e di chiuso,
al tanfo di
le scuole e le sagrestie,
giullari
affermano
fratesche, essi
diritti
della
e" fresco
recchi
di
furono
secoli
la
l'espressione diretta ed
soli
hanno
nella storia
il
diritto di
l'
letteratura
immediata
giullari
durante pa-
Se letteratura
italiana.
dell'
dei libri e
essi
rappresentanti
preziosit e
delle
una minoranza
delle cortigiane,
di
stretta e chiusa,
contatti
(1) E.
con
lo spirito
li
ri-
CLXXXYU),
LEVI
E.
Il
1289 vietava
piazza del
Cum
comune
(1):
scilio et
ai tagliatori di
ai biscazzieri e
besca^arie
non
et
et
in platea
inci-
comunis
et pallatii
possint.
il
anche
Comune
il
(2)
...
lando et Oliverio
si
domino
ro-
(1)
volte,
Bologna
ci
nelI'Arch.
ma una sola
di Stato di Bologna,
con esattezza
hertazzi e dei Geremei, Bologna, 1892, p. 59. Leggo assai spesso nelle storie
letterarie che quei cantores fran^iginorum
cantores
erano
fior d'italiani, e
Bologna, 1894,
absolutissimi
primos
p.
|
di cui
ha gi
erano dei
fatto
il
Gaspary
quei
voi.:
Domini Odof
pandectarum
giullari francesi.
giustizia
libros etc,
Lugduni,
MDL,
e.
fredi in iure
terpretatio, in
100
h,
col.
undecim
2*
In-
il
1894,
cfr.
torno
P. Meyer,
ge,
De
negli
anno pi recente
un
(1).
un certo Ugolino da
Budrio
un
Agutus tuscanus qui hospitatur ad hospicium Lance de Garexendis e un certo Bonaventura Zamboni, che attesta che nel
(2).
cantare
era ben
da via Mirasele in
audiendum
(3).
ancor pi interessante
il
di
lungi
seguono
e.
17-18.
Ne devo
l'indicazione e gli
soprintendente di quell'Archivio.
Hec
Cosam de
[1307], die jovis xj inadii post nonas incepta fuit inquisitio infrascripta.
est
quedam
que
fit
antedictum
d.
Posi ve
S. Petri,
inquisitio
in
eo et ex eo
vetitis et
et vulneravit etc.
(2) Ib.,
(3)
18 a
e.
non
Da un
isti
vetitis
Et
Laurenci, cui
precibus
fuit
Ugolinum
ad insultandum
dicitur Len^us,
et
filius
qd.
eum
percussit
fascicolo sciolto di
10
ce.
da Ferrara,
fram-
LKYI
dura ipse testis vellet incipere cantare post prandi um, immediate vidit
...
una
dictura Cosolam
tatore de Florentia
ubi cantatur
ad
venientes
et
postmodum
secundum cantare
fuit
primum cantare,
ipse
nescit
et
finito
testis
quo
et ibi stetit
quasi ad
et
receserunt, et
tabat.
invicem
et
ad horam none
iverint, et
usque
testis,
ibi posito
qua parte
trivii fuit
Un
altro
testimonio
donde probabilmente
videtur, de
che
cantastorie
il
era zoppo,
Guielmo de Orenga
(1);
un
altro
ancora assicura
di
ad audiendum
cantare
ad
umbram domorum
riferisce
nome
porte Ravenatis ad
umbram
il
dictum cantare
in trivio
ad audiendum cantare
e interrogato
di
ibi posito
quale leggenda
si
Il
quadro diventa
di
mano
in
mano
pi compiuto,
un
Dante
XXXI,
(/n/".,
(1)
s'era soflermato a
136). Nella
guardare
dove
cielo
Interr. quis
le
audiendum cantare de
quidam zopus .
...ad
file
francisco.
di
al cantore. Le
panche sono presto riempite dal multicolore pubblico domeni-
lande e
meriggio)
il
canterino, che
Benincasa, incomincia
un
zoppo e
campane
chiama Zoparino
si
il
Andrea da Firenze,
altro canterino,
Marco
farsetti. Allo
lo sta
ad ascoltare. Pas-
la sera e squillano
alla chiesa
San
di
di
folla
Due
di essi,
cio
di
si
can-
un personaggio
La leggenda
di
cominciava a
sfiorire.
dove
si
ai
ma
Documenti d'amore
passano in rivista
di Francesco da Barbe-
De paladinis
et similium,
al principio
delle pi dif-
infatti
(1):
vi-
Guillelmi de Auringia
fecisse.
Un'altra bella ed antica testimonianza della diflisione dei cantari e dei cantastorie nell' Italia settentrionale
mento dantesco
(1)
si
ha nel com-
7 documenti d'amore
di
Eoma, 1903,
stesso di quella
voi. I,
p.
lOL
manoscritti
Documenti
fu-
il
10
K.
tra
1343 e
il
ferno
Unde
al
fuit
socij,
prosegue:
et respondendo.
isti
Com-
Lombardie
gesta,
Nel proemio
(1).
idest raagnalia
Et
1349
media
larum
il
LBVI
cantatores
aliqui
magnorum dominorum
qui
partibus
in ritbmis cantant
(2).
bene
la
panche
le
di porta
Ravignana a Bologna.
il
quale, salito
magno e
Ed a
(3).
nista milanese
tri-
arrectis
si
Un frammento
Canta
di Carlo-
il
cro-
vi si rappre-
Rolando
et Oliverio (4).
proemio
si
S.,
HI,
Michele
p. 53.
XXVI
sin. 2,
Bergamo, 1895,
il
p. 11.
Medio Evo,
il
Muratori, Antiq.
Milano
XIV
Richiam
la
mia
N.
ital.,
S.
M.
Aevi,
e i canti intortw
(1887), p. 5 e seg.
II,
844,
ad Orlando
in mercato, a
medievale
vi soleano
11
dimorare
Durante
la signoria di
gran parte
Tra
di
Luca
(1).
Lucca dopo
il
dall' Ancisa,
Il
rifugiatosi a
come
zaiuole ed ignobili,
o,
come oggi
si
direbbe, di polizia,
star mallevadore in cause criminali, e fino a dare la testimo nianza fiscale delle esecuzioni di morte
maneschi e
riottosi;
il
le
due
Andrea
12 maggio
Per queste
il
gonfaloniere Forteguerra
nigi
(1)
benemerenze
(2).
Morelli
(3),
non
ci
Le
il
Cronache
dei
voi.
di quella
(2) S. BoNGi,
trionfo
il
se
non
il
(3)
passo di Giov.
Variet storiche e
12
<c
B.
LETI
Da Lucca venne
Non
pi tardi a Perugia
di
un celebre cantampanca,
romano e
romanorum antiquorum
lenas
Anche a Siena
vel
giulleria lasci
la
le
il
memorie
notabiles (1483).
alias
un
solco profondo
nelle
di Torniella nel
(1).
Romena.
Il
non
un
retto
assai
loste,
(1)
altro
componimento
se'
preciso, che
La
mi
latori
fecit
voi.
ita!.*,
di A.
Item C
23
a).
Le
l'aretino
Guida-
sonetto
ha qualche partico-
D'Ancona-0. Bacci
6.
**,
I,
Eccone
34
il
da
testo
solidos
da L. Zdekauer,
XIII e
un
XIV
Non mi
1910, p. 35 e sg.
cfr.
La
Campana
sulla
presa
Intorno
alla
G. Zaccagnini,
lettera
XI
di
rimatori pi-
II), Pistoia,
ser Guidaloste di
da G. Zaccagnini, Studi
stoia,
ma
XXIII,
loste
si
il
Livorno, 1906, p.
Manuale
poesia popol.
di Guittone,
A. D'Ancona,
[lett.
al servizio
lare
18
ai pubblici vanti
consueti
a quei cantastorie:
9
a' fanciulli,
a' villani
ed a catono
Un altro
teni, te
se'
manto.
bono:
un bizzarro compo-
un
(1).
Ghq
?)
egli fosse
sione
Tu
62
se' facto
un grande predikatore
novelliero e dicitore...
Omo
di
puoe ischusare
si
giullari,
ma
annota
il
Torraca
(2),
non
solo ac-
con'V'iti
e a feste, da
s.
parole che
il
Non
questi Rugieri
cantare
(1)
La
inansi kavalier... ?
Passione di Rugieri
in
Bime
Torraca, Per la
>
Roma, 1902,
p.
E.Mol-
13-17.
XIII (IX,
Ruggieri Apu-
14
LBVI
B.
si
nome
di Rugieri
43
Apugliese e finisce
Dio convive a
marchesi e conti
lo
(1)
reca in fronte
fortti ponti
componimento
di spiccato carattere
(3),
che
il
(4):
ha un bel mazzetto
si
mondo
di rime, dal
ingannatore.
quale
si
un
antichis-
simo cantastorie.
Simile alla provvigione del 1255 per la ballata di Torniella
un
altro
mandato
pagamento che
di
si
pagare
il
dono
di
una tunica
(1) E.
(2)
Monaci, Crestom.
ital.
II,
comunemente Pier
209.
cfr.
15
Canterino. Egli nacque nei 1343 (1); nel 1398 era agli stipendi
Comune senese
del
nario,
il
mano
un suo
ter-
cantari leggendari,
da un poemetto francese,
tratti
La
bella
Camilla.
fatto
si
non
di
materia leg-
Donna
e d'un cantare, la
si
si
da pi persone valentissimi
mise insieme proprio a Pisa nel 1481 un certo Fruosino da Verazzano sendo castellano del Palazzotto di Pisa, per piacere
Un
(2).
Fucino d'Antonio,
al
Pisa (1406) e
la
quale
deve
si
il
(n.
compose
la
in ottava
et inaldite belleze
La data
(1)
il
Quattrocento
della nascita
si
(4),
(3).
cit.,
at-
ininterrotta di can-
Le
il
cantare
adorna-
una serie
il.
il
Medioevo,
pp. 331-348.
pino, Il
cfr.
il
Fiore di leggende,
(4) I
lizzati
p.
353.
sica civile in
nella
2733
(3)
da A. D'Ancona, Musica
Nuova
Antologia,
Variet storiche e
voi.
letter.,
XXIV,
artistica, voi.
in
ed ana-
poesia
nell'antico
comune di Perugia,
1875,
55
p.
canterini dell'antico
e segg.
comune di Perugia
nel voi.
16
LBTI
1-
chiamare
di
grare
al
Comune
perugii.
concedette a quel
si
dagli spettatori;
ma
canterino di uscire in
di cantare all'aperto
all'
nel 1461
piazza,
coram populo
gli si vieta
di far la
questua.
allora egli
dal
di
canere diebus
statis .
festivis, in estate in
ieme
in
palatio pote-
che
cosi grande,
le recitazioni
pi belli della
atti
rato di essa.
Il
Tolentino
precisamente come
le
(1),
ad esempio, vietano
ai cantastorie,
di Bologna, di
Ed
miciati dietro
un
altro
volgare mascherata
mentre
al-
sedili,
(1)
il
poeta,
il
due eruditi
cantastorie. Sdegnosi
(il
ottiene
Comuni e.
il
di si
silenzio. Costui
non
il
solo
inferiori a lui
Giornale storico
d. letter. itl.
Il
Supplem. N. 16.
Cantampanca
Tav.
II.
17
un trombetta od
il
buffone,
promettendo in compenso
araldo. Al popolo
raccomandando
un bicchier
di vino
attenzione e
l'
quindi espone
il
un
ui*to di
poi
il
primo
ripiglia, finch
la narrazione viene dal tempo, non dal tema, troncata, per es sere ripresa
giorno dopo
il
(1).
Cosi racconta
belli,
il
Fontano in
VAntonius
(1488).
Fontano, che
il
unum hoc
Deerat
Il
nel
forestiera
nella quale
civitatis nostrae
una no\it
d'
importazione
forse
il
Fontano intendeva
di
comprendere anche
Firenze.
Infatti
Firenze
per tutto
gliere
il
di
homines
comune
multi et ydonei
gentes
il
il
et
ivi
di
sunt, dice
il
documento,
ad dictum exercitium
intelli-
et
dei
(1)
(2).
doctum
il
il
Gonnella,
dialogo del Fontano, nella Misceli, di studi critici pttbbl. in onore di Chtid
Mazzoni,
1,
pp. 321-342.
Oiornale storico
Suppl. n 16.
cit., p.
63.
18
LBVI
B.
Le sparse memorie
di
popolari fiorentini,
cantori
altri
quali
Rinascimento
Novati
cento
referendario, cio
cene e
le
(2).
(3)
il
a convergere
tutti diretti
il
Giovanni
S.
1393 Antonio
di Giorgio, nel
Ghecco
di
si
liberi cantastorie,
di
che venivano ad
offi'ire
dei Priori,
loro servigi o
(4).
un sonetto
dice
il
privati cittadini
i
giovanotti,
(1) Cfr. F.
24
Napoli, 1907.
(2)
le
1-18);
III,
ballata
se' al
partido
il
mio Vannozzo,
355 e sgg.; La
in questo Griornale, 58, 272
Can-
il
Vannozzo,
p.
tilene e baruffe chioggiotte nel Trecento, pure nel Giornale, 61, 345.
Le
(3) F. NovATi,
il
Medio Evo
NovATi, Op.
cit., p.
Luigi cantatore
827 e segg.
342 e segg.
cit., p.
e.
18
h.
maestro
74, S.
Ben
presto
19
il
un
il
ufficio
panca
di S.
Martino
si
(1).
Il
cronista
(1437
e. -
al catasto
come
lo
e l'invidia di
proclam
Guido
di
un
altro
ed assensi
il
S.
vanti al quale
Il
memoria tenacissima,
ingegnava
il
con
gli artifici
il
quali
suo pensiero
fremito di
si
Oh,
quand'essa rievocava le grandi immagini pittoresche dei paladini e degli eroi, le quali
avevano per
ma non
tutti,
per
il
loro
(1) F.
Flamini,
La
lirica
p.
188
0. Bacci,
Palermo, 1907.
Un
nel
trattatello di
volume Frosa
Michele
e
prosa-
20
LEVI
B.
III.
I cantari.
Una
sempre
ci
rimane
compagna. Che
ma
la parola,
cantari
si
quel
Un
agitata (1).
spalla e l'archetto
(2).
folla turbolenta e
nezia
pifferi,
cantassero coll'accompagnamento di
in
pugno
il
cantastorie col
raffigurato
gul
gran
brusio della
violino sulla
capitello
d'una
di quel pubblico
indisci-
plinato
il
perava
le
cinquanta ottave.
Il
si
non rincresca;
il
canto
XIX
in pa-
recchi cantari quei poemetti che nei codici e nelle stampe se-
(1)
cfr.
I.
Passavanti,
Lo
Bergamo, 1905,
p.
413.
*,
ma
cantari
il
alla fine,
come,
p. es.,
Girello.
si
sata.
non erano
21
ture d'ambiente,
ingenue
pit-
per
l'udito. I
ha per fondamento
di arte sociale
lirica,
aprono
si
forma
Ogni cantare ha
mutando
duplice
triplice inizio,
fine (1).
Il
fatto
oppure
circostanze e la per-
le
il
Bruto e
di
Gismirante abbiano
la
prima ottava
due canidentica.
la
trama
un
di lontane letture;
libro
latino o
assai
pi
francese e da
il
Il
rispetto per
il
pensiero
forte e pi
Bruto manca
Tre giovani ha
dell'ottava finale.
nelle
iniziali;
22
LEVI
K.
Nel Gismirante
(II,
2)
il
Pucci
rivela
ci
ingenuamente come
cantari:
me,
vi manifesto.
ci obbliga,
Il
testo, a ricercarne
il
la fonte.
Ma
perch
difficile,
la
la
leggenda medievale
vera cosa.
un
Il
il
il
la
Regina d'Oriente da
fiore
Gismi-
il
cantari
spalanca in tutta la
si
8),
sua immensit
Medioevo.
ferenti, essi
Sebbene
possibile
altri. Il
Cinquecento
appaiono
tempo
Bel Gherardino,
storie settentrionali o
ci
il
il
tutti
manca
il
almeno non
manca l'impronta
di ogni
No
dell'architettura sacra,
d'
anche
tratti individuali
dentro
imperso-
gli
schemi
tari
qualche decennio
ad Antonio Pucci.
can-
Sono
simili in tutti
le
cantari, che
esempio
il
Ed
Il
abbondano
la
versi
comuni a parecchi
di essi.
Per
verso:
al
Gibello
mezzogiorno ha cavalcato
(I,
XXVI,
2),
e a Pulzella
Gaia (LXII,
2).
XXXVI,
1),
verso:
simili
fatti;
tale
infine a
appartiene
23
comune
quando venne
a tre cantari: la
Bel Gherardino
(I,
chi
tal quale in
(X,
si
Regina d'Oriente
Liombruno
X, 7) e
(I,
(III,
XXVI,
1).
Il
verso:
Liombruno
(I,
XLI,
1)
e in
Madonna Elena
1).
memoria durante
il
iV.
"
Il
Fiore di leggende
come
Il
cantastorie,
diando
sonaggi carolingi
quelli che
si
riferiscono a per-
Alcuni di
24
E.
(1); la
LETI
di-
storia di Perseo
sone e Medea
, la
Volto
il
S.
, ecc.
di Gia-
, la Historia
Giuditta
H istoria
, la
Historia di Susanna
la
come
la
Historia di
Giovanni Boccadoro,
la
della
leggenda
dormienti
delli sette
gloriosissima
V. M.
, la
la storia di
S.
che andarono
naci,
cantari
lais brettoni di
al
paradiso deliciarum
leggendari,
Maria
quelli cio
di Francia,
, ecc.
(3);
che corrispondono
ai
ai
insomma
quelli
che raccolgono
la
(4),
ho cercato
sec.
XV e XVI {CoUez.
(1) G. Barini,
inedite
rare,
dalla R.
pubblicate
Commissione
pe' testi
ricomporre
di
di opere
lingua),
di
Bo-
logna, 1906.
(2)
A
G.
voi.:
ci si
Due
1.
Man-
Roma, 1909, P.
e comparati,
(4) Scrittori
comprende
toli
V-XVI
I.
volume,
l'unico
finora
pubblicato,
12 cantari, che sono appunto quelli dei quali discorro nei capi-
di questo libro.
Maria
di Francia
herausg. von
ho sott'occhio questa
Karl Warncke
2,
ediz.:
Halle, 1900.
Per rendere pi
accessibile al
25
le sparse
di
dei lais.
infatti
la
zella gaia e di
Liombruno corrispondono
Gibello al
lai di
al
lai
di
Lanval,
conico di Maria,
alla plebe, di
si
virile,
ricevono
il
sug-
(1)
loro
il
il
vago profumo
di
sogno e di
italiano,
monto
pubblico italiano
sione
in
definito.
Siamo
al tra-
prosa,
testo,
il
non sempre
Scrittori stranieri
(Bari,
Laterza).
terpretazione della materia dei volumi del Fiore di leggende tengo presente
quell'aureo
non
lo
Spielmannsbvich di Wil-
lais di
romanza
la loro parola,
li
gli
Stren-
delicate e sottili
come
portanti discussioni.
trine,
Mi
leggende medievali,
le
La
',
Graf,
Milano,
26
LITI
X.
V.
bel Gherardino.
Il
Il
nome
fronte la data: al
Ma
Gherardino
noscritti toscani
si
uno
in
di
Dicomano
anno 1342 e
dell'
La
manoscritto sembra
il
alla
atti
fine
al
e la nota che vi
1372
si
nome
connette: al
sicch ragionevole
il
di Dio adi
XXVI
d'aprile
A:
(1)
Gherardino^
del
L'editore
Magliab.
cod.
Regraziato
Vili. 1272,
d'Apolonio.
<
minciante dello
sia
Idio
32
e.
6,
sua
ella
finito
Gherardino,
Zambrini
lo
allo
vostro onore e
e questo libro di
e.
aU'ott.
I.
Im
XIV
non mai
si
cfr.
di
secondo al co-
di
il
marzo 1892
. Il
can-
e.
fin
IV,
p.
della Giovent, p.
scerpelloni
arti, Firenze,
lume
'1
DaTan9no di Giovanni
il
28.
(2) F. Zambrini,
nale
suppone che
(2),
431
sec.
segg.; replic
di
XIV,
il
ecc. nel
Piccini additando
nella
Scelta
di curiosit
il
1335
27
che
Boccaccio
il
nostro cantare che la stanza non fosse ridotta alla sua per-
come
fezione,
ottave
dalle
ritraesi
l'una
Il
ragionamento assurdo
di sei endecasillabi
quelle
ma
senza
14, che,
li, 12,
1,
non sono
ottave
semplicemente perch
Un
l'arebbe dato
il
il
ha detto che,
un uomo stata
se
che gi verso
del
poema
Chi
(1),
la
fosse,
il
Bel
l'orsa.
del 1354 e
ma
scritte tra
il
dicembre
personaggi e
avvenimenti
gli
l'autore
del
Oherardino Naturalmente
critici
del
del poemetto
il
G. B. Passano, 1 novell.
BRiNi,
col.
212.
il
LXXIX.
ital.
cantastorie interrompe
(1) Cfr.
H. Hauvette,
Una
XIII
altro che
il
XIV
rac-
p.
^,
154; F. Zam-
Bologna, 1884,
cod. A.
il
Le
il
Corbaceio, tradu-
28
B.
LIVI
all'inizio del
Con
[1.2]
primo e
all'inizio del
secondo cantare.
ci 8ia cosa
mai mettessi
in rima,
hnon detto
di prima,
mi stanno a
ascoltare,
2]
[II.
uomini vedete,
cilestro.
non mi riprendete,
fallo,
Dunque
il
il
eh'
erano in Firenze
mai mettesse
in
rima
bisognerebbe collocarne
l'acquisto di
mente
donne
belle
ricordo delle
il
si
;
riferirsi a
nell'arte di poetare,
ormai illanguidito
si
il
poeta
ancor desta
Sebbene l'autore
il
composi-
baccio pare
la
il
ricordo.
dichiari da s stesso
Il
polaresca; ed
il
cantastorie
si
Appunto
tenuto
cosi stretto alla sua fonte, che rispetto ad essa le ottave del can-
tare
29
mano
le
forme
il
quale pre-
di
evidenza. Alla sua fonte, che era certo un libro e non una tradizione orale (
come legger
soglio , cant.
I,
ott. 3),
l'autore ac-
12]
un grande
assal
E,
[n. 24]
carte)
s'egli vero
quel che
il
cantar
mostra,
Ma
si
pu trarne dedu-
zione alcuna.
La trama
Bel Grherardino,
rale che in poco
messer Leone
figlio di
tempo d fondo
di
Roma,
cosi libe-
all'eredit paterna; e
allora,
ventura
Griunti presso
un
castello,
trovano deserto
stello e lo
(1-20).
namorano
(20-34).
ritornare a
Ma
gli
commiata. Figuriamoci
la
si
in-
nostalgia e vuol
egli potr
raccomandandogli di serbare
l'infinito
li
cavaliere e la fanciulla
Gherardino
Roma. La Fata
il
il
al-
ma non
e le rivela
il
nome
sa
opporre un
rifiuto
all'
origine
alla
madre
da una
fanciulla.
Gherardino
si rituffa
non
si
danno
si
altro pensiero di
Ghe-
30
LETI
E.
innamora
si
nel quale
partire
il
(II,
di lui.
sultana
la
Il
vincitore otterr la
la
di
signora e vuol
rite-
Gherardino
cavalieri, uccide
Sultana
consola
si
cambio un
Il
della
gran legnaggio
altro donzello di
la
mune ad
altri
Liombruno, ed ebbe
nel
Medio evo
(nei sec.
nopeics de Blois.
(1)
Come
un giorno esce
Gaia e
XII e XIII)
Lanval
di
di
sua
la
Maria
di
il
le quali lo
il
quale
Die Lais der Marie de Pranck, herausgegeben von K. Warncke ', Halle,
86 e segg. [n. V].
Intorno a Lanval, cfr. Li lais de Lanval, Altfr.
Gedicht der Marie de France, nebst Th. Chestre's Launfal, neu herausgegeben von L. Erling, Kempten, 1883; A. Kolls, Zur Lanvalsage, eine Qiiellenuntersuchung, Berlin, 1886; W. H. Schofield, The Lays of Graelent and
Lanval and the story of Wayland, in Publications of the Modem Language Association of America, 1900, XV, 121-180.
Il lai di Graelent
(1)
1900,
p.
citato anche
lai
in britniacher
XII, XIII,
XIV
et
p. 57.
XV*
sicles,
toae.
et contes
XI,
Paris, Ware,
ma, prima
una condizione,
quale non
alla
appena ritornato
La regina
amours
alla corte,
esteit
Lanval
si
non
stabilito
la presenti
Lanval tra
compianto di
riveli
nome
il
tutti
re
al
mentre
un
accinge a morire, a
si
ma
capo. Esse
la pi
giorno,
se-
condannato a morte,
corte. L'ultimo
alla
il
respingerne le im-
La regina accusa
di lei.
morata e non
lascia sfuggire
di lui ; nel
egli viene
il
segreto.
il
le dice
un termine
suo amore ha
il
seti e.
che
pu venir meno:
si
innamorata
s'era
si
se ceste
greto.
fanciulla
di concedersi, lo avverte
147
Ma
La
31
la corte
egli scrolla
Ed ecco
della Fata.
il
ap-
pu frenare
Ella
si fa
sua commozione;
la
ella
sua innamorata.
la
Arturo, ascol-
e balza in
Lanval l'attende
sella.
al
desimo cavallo,
li
la fata e
il
galoppo, le
un abbraccio,
sul
si
me-
vide pi.
Lanval, sono
liere,
collocati in
Graelent
lei,
al
cava-
un
innamora
perfetto
amore
di lui.
poi
il
si
bagnano tre
biscia,
fate.
un giorno
Due fuggono
non
la tocca,
ed
di
Il
che prode e
leale,
32
S.
le feste di Pentecoste,
su un palco, perch
re, avvinazzato, fa
il
possano ammirarne
tutti
LBVI
comune entusiasmo; e la
domanda ragione.
al
commette
l'
imprudenza
ma
la
cavaliere
morte se
egli
quelle di Lanval;
regina, ofIl
ha un' innamorata
non
Solo
le bellezze.
si
ma
suo errore,
il
si
cavaliere, dispe-
il
e la Fata, rappacifi-
lui
cata, lo
il
rardino
suo signore
il
di Graelent
la
Ma
non gi per
si
nesso
non
(II,
si
sa perch Gherardino
5) e la
disperazione
la
di
la
nelle onde,
primo
il
lai primitivo;
prima volta
cantare di Ghe-
al
Nel lai
(1).
lai)^
ma
lavarsi dopo
il
tuffo!
Per moltissimi
lissimo poemetto
(1) Questi
due
tratti
si
accosta
al
cantare italiano
Parthenopeus de Blois
lais sono a
il
bel-
che un rima-
(2),
di
B. Gherardino,
Pulzella gaia e di lomb'uno. Sulle relazioni di questi tre cantari coi due
lais cfr.
(2)
Parthenopeus de Blois,
Fabliau<c et contes
du XII*
du XIII'
1834
p. cxv.
;
cfr.
Legrand d'Aussy,
divers mas.
voi.
IX
33
due
si
lais.
perde in una foresta e poi giunge sulle rive del mare, dove
un
La
castello.
descri-
Gherardino
del Bel
19-23):
(I,
le
li
ne segue un
compagnano
persona
si
le
mai
sostituisca. Finito
come
cole, proprio
si
le
si
a un
arrechi
li
e lo ac-
ai lati
una
egli coricato,
colloca al fianco:
il
tolte
vegga chi
pongono
si
Appena
si
pranzo, Parthenopeus
il
spoglia e gli
una dama,
la
quale
il
1'
non sa trattenere
damigella e la induce
sistenza vinta e
l'altro
ilors
al
il
dona
commuove
et flors
prst.
La
braccia del-
le
bella
sconosciuta
Ma
egli
non pu sposarla
che tra due anni, quando sar cavaliere, e perci egli deve tenersi celato quanto pu e
gelosamente
serbai*e
il
segreto. Al
e cacciando;
ma
dopo un anno
nare in Francia e
si
egli
(1).
Blois Parthenopeus
si
mettere
le sorti
della
Giornale storico
accompagna con un
Si decide
valletto^
ma
di ri-
soldati
34
B' l'B^I
il
poema franMarco
quale ha nel
lo scudiero
abbandonano
cavalli;
padroni perduti,
il
Urraque, sorella
nitrito delle
mette
si
Parthenopeus ridotto
Ma
il
ella
cavalli
quali
l'isola di
nell'isola di
derle
il
Tenedon. La castellana
quando
libera che
cavalieri,
si
innamora
il
il
e. Il, ott.
lizza
secondo e
il
di S.
Blois
da grave
oppresso
I*.
dolore,
ma
appena
la forza
da Mlior. Dopo
madre
il
sei
vescovo
mesi, vinto
non
si
dalla
P. ritorna in
nostalgia,
patria.
La
giorno e
dell'imperatrice, vi scoprono
del
da Blois,
stanza
resti-
lo inebria;
la
fanciulla,
mantenere
re e gli
tutti
medesimi
tuiscono.
28-29).
e vince
ritira
e non lo
di lui
possibile di ucci-
B. Gher.,
Parthenopeus entra in
tutti,
poi
(=
torneo
il
si
che far
egli le assicura
marito durante
Sconosciuto a
di
invi-
il
trova
infelici
vincitore.
il
sposer
che naviga
di Mlior,
si
imbarca
la bellissima fanciulla.
dame
cavalieri,
l'infedele P. e vorrebbero
a Blois. Quivi
si
si
ucciderlo, se
Urraques. Accompagnato da
e ritorna
Ella
entrando nella
lei,
fugge
ma
la castellana,
commossa da
Dopo un lungo
di-
giudici
85
di Mlior.
Il
francese,
come
la
rato, e
ma
il
poema
belle,
aggiunge
il
poema
non aveva
sott'occhio l'intero
compendio
di
Parthenopetts,
ma un
testi
nopeus
fu
(1),
Corrado
di
il
di
Parthe-
in tutta l'Europa; se
ed celebre
di
poema
Wiirzburg
il
romanzo Parto-
(f 1287), anch'esso
und Mlior, Altfr. Gedicht des XIH. Jahrh. in mittelund mittelhochdeutschen Bruchstticken herausg. von H. F. Mass*
mann, Berlin, 1847; Anton Van Berkum, De Nieddennederlandsche bewerking van den Partlwnopetis-Roman en hare verhouding tot het oudfransche
cfr. la recensione di G. Paris nella Romania,
originel, Groningen, 1897
XXVI (1897), p. 575. Il Van Berkum conchiude che il romanzo appartiene
Intorno alle varie propaggini germaniche
al primo quarto del sec. XIH.
(1) Pa-tonopeus
niederlnd.
cfr.
E. KLBiNG, Ueber
die
verschiedenen
Gestaltungen
der Partonopeus-
stiania,
Trampe-Bdtker, Partnopus de
versions islandaise
et
1904.
London, 1873
1888
(Dissert.).
altfr.
Origi'
86
LEVI
K.
la
rifacitori;
castigliana
(2).
ne
ri-
Sarebbe
manzo
un grazioso codicetto
mano
Parthenopeus
del
da
(3).
La
paggini del Parthenopeics in Italia sarebbe un interessante capitolo della storia delle leggende
italiano.
VI.
Pulzella Gaia.
due cantari della Pulzella Gaia sono
in
alla
Rajna
biblioteca
rolamo d'Adda
Milano
di
(4).
Nel codice
il
cantare vestito
KoNRAD voN WCrzburg, Partonopicr und Meliur hgg. von Karl Bartsch,
cfr. H. Look, Der Partonopier Konrads von WUrzburg und
(1)
Wien, 1871
(Dissert.).
1842
castellana, Barcellona,
lonia
and Spain,
(3)
il
cod.
di Parigi. Cfr.
1912, p. 3.
30;
n.
cfr.
in
cfr.
Modem
citato
nell'inventario
della
Biblioteca dei
Italia, Koma,
Gonzaga del 1407,
un imperatore di Boma
CLXXVI), Bologna 1880, p. vi P. Eajna,
;
La
Bibl. Nazion.
23.
delle
(4) Cfr. P.
Una
XXI
tre liberi , e
(e.
(e.
176 a) reca:
50-174);
S'>
Bomania, VII,
Pulzella gaia
(e.
Tiro
(e.
177-196).
1-48); 2 Il libro
per met
veneta
alla
, in
37
[I]
tempo:
Ora me intendeti, bona zente,
dire ve volio de
ch'ai
Il
tuti quanti
bona ventura:
in chortexia et in
li
chavalieri aranti,
la ventura.
Intendete
me
al
il
poe-
coi soli
ele-
(1):
in cortesia ed in
buona ventura:
La questione
menti che
assai ardua,
si
pu risolvere
il
cantare
perch esso citato in un' opera della fine del secolo XIV,
come
il
la
Rajna crede:
21.
Pulzella Gaia
appresso a
lei la
Keina d'Oriente
(2).
la Pulzella
(1)
Sala di Mala^igi fu pubbl. dal Rajna per nozze D'An(sec. XV). In questo ms.
38
LEVI
E.
gina d'Oriente, pu
ritenersi
un buon argomento
in favore del-
si
mutarsi
dell'
del segi'eto.
amore
Ma
una
fata
il
nodo dell'azione
rivelazione
dono
il
Gherardino un guanto
vece un anello
la rivelazione dell'
amore
le
domande
insistenti della
Maria
di
madre
di
prima parte,
Francia
(1),
il
lai di
del-
tratti
Lanval
il
direttamente deduca
Gherardino e pi
le
francese.
si
prima a fondamento
fata.
un bosco, durante
bella cacciagione . In
anche
l'ott.
XXI
finisce cosi
manca
addurr pi
Galvano trova
la
per conseguenza,
e,
Pulzella gaia, e
clii
la caccia.
alla fine la
la citazione della
Ma
121
a.
In questo
figlia del re
immagini
un
cantare
il
mago
Sala di Malagigi,
Malagigi, per
il
riccard. 2816,
compiacere a Lucrezia,
di personaggi celebri e di
la
<
^,
p.
le
immagini
96 e segg.
le
,
serpe
nome
richiede del
lo
fanciulla. Ella
namorata
una
e poi
si
Ma
di Gralvano.
89
Morgana
ed in-
il
un
anello, per
Galvano ritorna
per via
dell' anello
ed un uomo
perch ha fama,
felice
si
invaghisce di lui
e,
egli
segreto.
il
alla corte
;
raccomanda
gli
(1-28).
Ma
ric-
la re-
suo
al
Lo sconsiderato Galvano
possedere
l'affetto di
una
fanciulla che
l'anello e chiede
che
la Pulzella
Gaia
il
fiore d'ogni
vanto
si
vanta di
si
si
donna
rivolge al-
Ma
segreto, sparisce
la
il
muove
ma
la
zelle vestite di
si fa
gli rivolge
In questa
si
mo-
rivela
il
si
lai
primo
Il
di
lai di
Maria di
Graelent
(1).
frane. 1104,
e.
72
b, e
2168,
e.
65
silvestre,
un
Fabliaux
et eontes,
AO
E.
giorno
orme
Al
LETI
il
un
di essa a
ruscello,
dove
il
suo amore
il
Nel
al marito.
al cavaliere
lai di
Nel
lai di
perch
nuda su un
gono
al
mune
Lanval
ed essendo respinta
regina
la
accusa
lo
il
re, ubriaco,
regina
la
entusiasmo. Di
qui lo
l'
Da
tutto ci
Ma
nome
Lanval e
il
229
lai di
Maria
di
Francia
il
di
il
nome
lai di
dell'eroe,
suo salvatore:
Geo dist
Ki tant
Maria
sembrerebbe esclusa
lai di
Lanval
subito ci richiamano a
al co-
invito a
Qraelent.
vanta
suoi
tutti
importan-
davanti ai
l'altro episodio
bagna
si
lai di
Walwains,
se fst
amer a
li
frans,
li
prnz
taz,
486
[n.
Xni]
da G. Gullbbrg,
Deux
Lais du
pp. 120-132.
(1) Intorno a questo motivo leggendario cfr. K. Pschmadt, Die Sage voti
der verfolgten Hinde, ihre Heimat, Wanderung und Bedeutung in der
Literatur des MittelaJters, Greifswald, 1913.
la pentecuste en est
aveit
41
Asez
li
reis sujurn.
duna
riches duns.
as cuntes e as baruns,
15
femmes
e terres departi...
cantare italiano:
il
In corte allo re
secondo come
Art
sedean davanti,
parla la scrittura...
racconto di
Lanval n
il
cantare non
Quando
gi l'ora
si
attiene
a quello di Graelent.
suprema
il
cavaliere d'averle
Lanval condannato
amore
suo
misterioso.
sta
formano
la raggiante bellezza
della fata
mera-
le
Artur
egli
fet eie
Lanval
Un
tuo
entent a mei...
Veez
le ci!
Geo
est Lanval.
un perrun de marbr
quando
la fata gli
bis
davanti alla
quella groppa, in
Nuls n'en
si
getta
un attimo
42
LEVI
S.
Il
lai di
Oraelent segue
il
raggiunge
la fata fuggitiva e
sciuta per la
prima
sorregge e
il
La
volta.
un destriero e insegue
la
Graelent
mano
della fata
lo salva. Disperato
nega
il
perdono, Oraelent
si
scomparire tra
le
onde;
grazia per
La
lui.
le
lo
cora;
condo
in Graelent, sarebbe pi
mentre nelle
la
critici
inconsolabile per
cavallo,
il
altre
parti
conforme
il
alla
anonimo potrebbe
lai
un
di
leggenda differisce
Galvano condannato,
ritenersi
appare davanti
la fata
con un
alla citt
Galvano ottiene
di
combat-
su
gli incerti
mente,
Il
due
lais brettoni
il
can-
ricordi
si servito di
un
testo, in cui
il
La seconda parte
del cantare
(ott.
Galvano
si
mette
Scomparsa
la
Pulzella Gaia,
vano capita
in un'altra rocca,
farlo prigio-
ma
niero;
perdonargli,
innamora
si
nozze, se ella
non
valorosamente che
Ma
di lui.
la
non che
ella,
dove
rivela
gli
43
sia relegata la
fata.
alle
cosi
una
invia a Galvano
mezzo
della
lettera consiglian-
Dama
colori della
abiti
Mor-
le porte.
cosi infatti
innamorata e
al
crudele Morgana.
Della complicata avventura, che forma la seconda parte del
cantare,
si
fiate
disse
Breus,
grande
gana;
Galvano
tempo che
e tutti
via, e
LXXX e LXXXI
ressante racconto
(1) Cfr. la
Fil.
come
si
pu l'uomo
(2)
Gaia Donzella
non curate
alla
Lancialotto,
e
anche non
Fata Mor-
dell'altrui disonore,
pure che
della
Tavola un
Tavola ritonda o
l'istoria
Luigi Polidori, Bologna, 1864 {Collez. di opere inedite o rare, ed. dalla
Tristano al
Tavola ritonda,
castello
della
I,
voi. Vili),
pp. 294-303.
P.
Lo
I, p.
non
v' traccia
487.
fidare di voi,
il
tolse la
Nei cap.
ma
si
ha
44
LBTI
B.
cende
Palaus
di
da ogni lato
marmo
si
Tristano
rallo.
vi
cavalcando
capita,
attraverso
e di co-
una diserta
sorella della
erona
e vecco venire
...
e uno
li
una donzella,
acqua
e portava in
mano
ella
il
e avvenente.
la
mano uno
seta, e
di
a tanto, ecco
nostra
si
f'
lavare a
d'oro, con
fila
due occhi
Fata Morgana
bacino d*oro
bionda che
sua
una benda
rosata, e
sua
la
la quale
ri-
vi donerei a
dama!
mia
figlia.
io la
lega
montagna petrosa,
;
di lungi
appunto Onesun
lo
calvo
dallo
castello di Pellaus
una
drudo della
fata
Morgana e padre
Pellaus
ch'io cavalcava
egli racconta
ci quella
allora io
non
45
ma
fui tardo,
tantosto presi
grande allegrezza.
vero
si
che la donzella
da
la
prendeva
sime...
io
confortare e forte
lavare
io scavalcai
suo
Pellaus
molto
mani
bellis-
visaggio e sue
lo
bene
la donzella e
cominciale a baciare quelle sue labbra sottili vermigli e a toccare suo bianco
petto
colle
le
veggendola
mirava
corpo e le nobili
il
l'ardito
il
e appresso
e gentili, sicch'io
mia volontade.
raffrenare
Ma
mammelle;
piccioline
membra, morbide
amatore gi per
le terre; offeso
si
d pace
finch
prenda
le difese e la parte.
egli
cammino,
...
ma
Tristano
guardava,
credendo
ched
e'
fusse
dispera.
la
deve arren-
si
si
pentuto.
il
suo
arresta:
pensando
mani
poi esce dello suo arcione dello auferrante, e gittssi nello cor-
L'infelice
amante
insieme comico e
viglio di
triste,
quasi a simboleggiare
si
fatta la
un nome che
l'intricato
gro-
sua avventura e
R hvn
46
VII.
Liombruno.
Il
motivo
iniziale
della leggenda di
Oherardino
fatto pi cospicuo
Liombruno identico a
e della Pulzella Gaia:
di
un giovane
l'in-
figlio
il
depone
in
Ma
deserta in
un
castello,
Liombruno e Aquilina
Ma
sposano.
che punge
il
un'aquila lo ghermisce, lo
in fondo al
dove subito
gli
si
amano
brucia
ella si trasfi-
madonna
Anche
il
bel Ghe-
non ha pace
sin
gli
il
con-
digioso,
che corrisponde
Oherardino
al
(1-23).
Non
la
nostalgia del-
francesi, ed invece
Amis
Vus
fet eie
n'i po6z
levez sus!
demurer
plus.
(1)
ed. K.
Warncke
cit,, p.
92.
47
Liombruno, tra
neghittoso e corrucciato
stalgia nei
le
canti
cui
-di
si
di no-
Liombruno ritorna
posta in evidenza.
corredo di vesti e di
fio-
Ma
proclamato vincitore.
concedere
sconosciuto la
allo
vanto, durante
sua vita e
la
in
cavalieri,
di
ricco
gioielli e
mano
un
rini ;
vi
in patria con
il
il
mano
il
re di Granata, prima
un
suo animo.
vantarsi e vanta
manco
a dirlo
le bellezze di Aquilina.
Il
(33-43).
Aquilina.
Egli ha infranto
segreto e
il
al supplizio,
tua moglie
sultano.
chiede
il
Ei rispondea:
il
sultano rinnova la
l'altra fanciulla
domanda
sono dami-
re, umiliato,
ma Liombruno
il
l'anello scomparso. Al
il
Cantare
Lanval (v. 473
tratto
lai di
di
Liombruno
e sgg.).
Lanval
quando
(1):
.
(1)
p. 105.
48
i<wi
K-
Malt par
esteient avenanz;
Re Art domanda
Ne
li a dit
la
il
sai ki sunt... .
terza volta e su
delle carni e
il
una con-
Li sans
611
est
li
muntez
el
vis;
Par
fai
fet
il
di quella situazione;
la
fi-
sublime poesia.
Anche
meno
lo
non
non pi
scalpita,
il
non pi
vi pi l'ardita apo-
armi e cavallo e
Madonna Aquilina
lo lascia solo in
un mantello. Invitato a
Liombruno indossa
il
toglie a
Liombruno
un pugno
di fiorini,
tre bri-
un paio
fiorini
donna Aquilina.
i
vedono; e
ivi si reca.
49
Ma nes-
il
vento e
scorge
il
lo
castello di Aquilina.
canto ad Aquilina,
Non
(cant.
letto.
le
II,
Ma
si
visto,
il
boccone,
38-42).
ma
vi fa
quella vista
lo scaltro
Liombruno
pare per virt del mantello. Alla fine Aquilina riesce a gher-
ne seguono
il
lo sia
compiutamente
gli
abbracci e la pace.
Il
medio evo,
ma
si
Il
li
il
fischio
(1).
il
fa bal-
chen dei
fratelli
Il figliuolo
Grimra
si
ha un
und Hausmr-
ivi
Ma
p.
compie molte
un anello magico
nella
avvi-
(1) Cfr.
si
1875, voi.
ma anche
cantare di Lionrruno
siciliani,
Palermo,
238.
Giornale storico
che
Suppl. n !.
ho
E.
ma non
LEVI
il
sposa apparisca.
tando con s
il
magico
del pescatore
figlio
ma
anello.
si
fratelli
il
che
un mantello, un paio
gliere la contesa
di scarpe e
egli
s'
impadronisce
di scio-
il
quale
popo-
Grimm
magiare e norvegesi
la perdita dell'anello
In quelle
(1).
avviene in un modo
Per
del re.
il
fratelli
Grimm
si
avvicina, pi che
opportunamente, non
al
padre,
ma
madre.
tore,
in
come
nel cantare di
tutto quello
Liombruno, ma
alla
diavolo
al
la cintola,
il
il
pescafiglio,
ha in casa
ben sapendo
sembra
al
la fiaba italiana,
che
europee.
pensando che
Ma
il
ragionamento
la semplificazione
sia
si
potrebbe rove-
opera di un tardo
(1) G. WiDTER, A. WoLF, K. KOhler, Voksnirchen aus Venedig, in Jahrbuch fur romanische und englische Literatur, hgg. von L. Lemke, Leipzig,
1866,
voi.
Vn,
p.
147.
51
diritto
il
umano
di
definire
leggi
le
Chi pu arro-
Liombruno derivano
Dal cantare di
che
Maria
Francia
di
il
infinite
leggende popolari
italiane,
editi
da Carlo Warncke
ai
Lais
n.
XXXI.
Tuscan Fairy
Tales, London,
T. F. Crane, Italian
p.
s. a.,
Popular
di
e sono queste:
(1),
n.
XLL
X.
35L
LXIX.
Sicilia:
Veneto:
G.
liani, n.
Widter
XXXI.
e A. Wolf, Volksmrchen
Leipzig, 1866, n.
aics Venetien,
Che
p. 131.
e Aquilina.
del
cantare
assume
evidente che
il
il
il
sici-
il
nome
di imperatrice Tre-
(1)
Ed.
cit.,
p. cxTi e segg.
).
52
LIVI
B.
Liombruno
stampe
XV,
attestata dal
sei del
del biz-
ricordato un certo
(1)
alla poesia,
numero
cominci a voltare
dama Rovenga
del Martello,
la vita del
*guantuaso, e quando
Liombruno, e notte e
la
frottola
di
Nel
e.
XVII
di
francese Gar-
compare un giovanotto:
Istiralato e avvolto in
che
il
mantel brano
Questi
vanni.
Liombruno
mantello di Liombruno
il
mi
il
turo,
mi
mantello vorrei di
una
rannicchio,
(e.
XXIV)
ricorda
mi nascondo,
Liombruno.
gli usatti di
Liombruno furono
mago
(2).
rievocati in
Nostalgia (1888)?
Non
di
so se
Modena
Bologna
e Firenze e
Milano
(1)
nese
la
memoria, come un
fior
vizzo di
Le
di
nuovo
ristampate,
nianza fu rievocata
(2) S.
dall'
ecc.,
mano:
M. Poncino
Venezia, 1626,
e.
67
della Torre
h.
p. 78.
La
p.
Cremo-
curiosa testimo-
472.
53
io so
trovan vuoto
bicchiere, ed io
il
Perch'io son
guardo e rido
li
Liombruno;
m'ha dato
il
pur tengo
il
par d'usatti
(1).
donna Aquilina,
e se
mi
consolo,
il
'ferrai uolo
come
e fo
Il
la spugna, che
beve e non
Liombruno non
cantare di
fu tramandato da
una numerosa
si
anche pi recenti,
XV
Le ver-
ci
Cinquecento (1550-1570),
l'inizio
ma
tave e
sente.
serie di
del Seicento ed
si
, l'altra
Dammi
mo-
aiuto,
moderna
quella
non
edita dall'Im-
solo formali,
ma
quale
1-4
e a un'isoletta del
ed
Pare che
il
mare arriv
un gran corsaro ha
ivi
ritrovato.
secoli.
Liombruno,
(2) Liotibruno,
(3)
La
p.
454
l'eremita,
nella
ott. 34.
Livorno, 1877,
sia assotti-
38-39.
e. Il, ott.
e. Il,
si
Quando Liombruno
(1)
diavolo
il
saro turco
Il
stenografate in
e segg.
la
da Vitt. Imbriani,
La
novellata
^,
54
B.
LEVI
si
e la porta
romito forte
chiamar sentendo
Liombruno
rifiuta di aprire.
si
si
apre
(II,
22)
assicura
Vergine pura.
la
ma
scavezzacollo
il
man-
si
assicura
vedendo di persona
la figura.
(II,
25-28)
da Dio
ispirato...
razione divina
sostituito l'invito di
e quel
ispi-
il
romito
Ebbene
s' tolto
il
Nell'antica storia
rare
perch Liombruno
Liombruno
all'ispi-
offre
da cena
al
suo ospite
due bocconi
il
di
Dio e
4egli Angeli:
n-32
lo visitava.
viene escluso
e quel
ci gli preparava...
un angelo
Vergine,
la
in
55
scena
in
moderno
quello
Iddio, la
sostituiti
di
diavolo,
diavolo.
il
alla porta e
La degrada-
carne e d'ossa.
il
spegne e
la fantasia si
la
la
credula
stampe appartengono
ma
decennio 1480-1490,
al
credo di
io
un secolo prima
Le usanze e
non
antichi, e
lina,
il
(1380).
fiorentine
il
tempo e
il
ragazze
la
sura {Farad., XV, 105). Anche nel cantare di Gibello, che del
madonna
Trecento,
il
gli
gli
arma cavaliere
lo
gli
cinge la spada
speroni d'oro.
e fatto questo...
Tutto questo
cavalleria
l'arte
genua.
ci
rinvilita e negletta. Si
del cantastorie in
I
versi
si
Liombruno
assai
aggiunga che
un irrequieto uditorio
non gi per
(1) Spesso si
VII, 3, ecc.
la
ha
(1)
le ripetizioni
sono frequentissime,
la dialefe:
XVI, 4;
XXXIX,
1;
ma
per un espe-
XLVIII, 6;
sec.
cant.,
56
LKVI
K.
un riposo e un richiamo a
due volte o anche
due cantari
seguire.
(1).
origini
di gusto,
non dubbi
caratteri
di
di antichit.
Un
Liomb^mno
si
ritrovano
Il
verso
dere
ott.
I,
XX,
verso
Il
ritrova altre
2)
rardino
(cant.
ai
prima
Gherardino
facesse
'1
I,
X,
ott.
V. 7).
ma
tenga
1):
quando apparve
Regina d'Oriente
nella
Che chi
XXVI,
(I,
E
si
v.
si
quali nei
tali
importante
fatto assai
il
XXXVI,
Dedurne che
v. i)
e nel Ghe-
Liombruno
sia
prudenza.
Del resto dell'antichit di
Liombruno
argomento,
e dice
il
canterino
(ott. II, v.
si
diffonde in
si
Prima
di entrare in
un lamento
sulla povert
e sgg.):
mondo
molti nel
hanno perduta
mal
son
(1)
Eccone
ha
cacciati.
l'elenco:
XXIV, =
XXVI,
8 = XXXH, 5; 2 cant.
= XXX\Tn, 5; 3 - XLVH, 8 = cant. E, 7 4o
H, XX, = cant. H, XXm, B H,
= cant. H, XIX, 8
= cant. H, XXVIH, 7 XVH, 7 = cant. XLI,
1 cant.
XXXV,
XXX, 8
XXV, 1
arrivati,
la lor libertade,
I,
ott.
v.
I,
I,
v.
S*
ott.
II,
I,
II,
I,
6.
Queir
io intendo,
57
infatti
alla
Vergine
di
'1
fugge e schiva.
35.
'1
fa servo
composti
perch ben presto essi dovettero cadere per sempre dalla me-
Vili.
Come
cantare di
il
di usatti e di
Liombruno racconta
un corno prodigioso,
di
un tappeto e
di
una regina
che l'uno
di cui si
di essi,
innamora.
(1)
Rime
prima d
il
Ma
miracoli di un paio
s'aggira su quelli di
il
dono
pi sciocco,
si
voi.
fa
rubare da
frutti
secolo
Memorie
p. 174-182.
della
la
fichi,
coda e
la
da manoscritti [da
di quegli og-
uomini di corte
58
LEVI
B.
seconda
che
frutti
la
fichi
quei
frutti,
la
si
la
e la guarigione
la borsa, dalla
che a sonarlo
compiere interamente
di
mostrare
fa
si
due palmi
il
cura
la
corno
si
vogliono,
comparire un esercito, e
il
fa
il
Questo cantare
si
riannoda ad
loghi,
leggende
orientali.
Ma
infiniti
comune
la loro
Romanorum (CXX)
intitolato
tre
figli:
al
De
le
Anulus
tiosum.
origine in alcune
aureum
al
monile
Dario aveva
(1).
regno, al secondo
il
pannum
et
pre-
omnium
eum
in pectore portabat,
quidquid cor
Panrms
suum
desiderabat
cunque esse
vellet,
Siccome
il
figlio,
Gio-
non
gli
Ma
Gionata
La donna
si
lei
chiese dal-
(1)
Nel
il
il
monile. Ritornato
cap.
CXLVII.
59
da
anche
lei
si fa
togliere
il
dell'eredit,
il
nata dorme tutto trionfante sul suo mantello, la sua amica tira
un lembo
di questo,
lo
Disperato, Gionata
pare.
si
pone
in
piedi gli
si
bruciano.
prosegue
di quell'acqua e
il
che rida
;
Al di
l del
fiume
s'
corte e guarisce
ammalata
primum fructum
a lepra est
indicare
il
il
re.
al
infectus erat,
De
infatti si fa
Gio-
subito
condurre
alla
si
peccati,
si
La leggenda
si
un
'nfatatu)
un padre
frutto
uno
(1) Gesta
190
hanno
dei
figli si
tre oggetti
e segg.
mances in
(1).
p.
fa
tre
medico miracoloso.
ilio
re ammalato di lebbra
Io sono medico
il
altro
ardente del-
medicatus.
Gionata accorre
un
spicca
Improv-
viaggio
di questa
l'altro
poi,
egli
Il
cfr. I.
Mttseum,
si
lascia
disperato,
A. Herbert, Cat.
HI
ofRo-
(1910), p. 207.
60
si
LEVI
B.
e un altro
che d
fico,
fico,
il
frutti
le
che
le
alla
fichi
sime varianti
storia dei
la
e in Germania
(2)
la resti-
Con pochis-
(i).
rac-
si
Germania essa
In
(3).
popolare
libretto
per cura
Fortunahcs, edito
intitolato
Heybler, ad Augsburg
di J.
prima volta
la
(4).
Fortunatus, pare
di
(1)
voi.
libro
il
I,
chen,
252 e segg.
p.
[n.
Leipzig, 1870,
ecc.,
XX Vili]; Laura
nn. XXX e XXXI.
La
XI,
in
un bosco;
l'uno
era
sergente, l'altro
Palermo, 1875,
siciliani,
Gonzenbaoh, Sicilianische
debba
si
Romania, V, 1876,
Tre
caporale,
p.
361,
erano di guardia
fratelli
il
Mar-
terzo
appuntato.
Una
un
un cappello fatato. L'appuntato giuoca alle carte con
perde un dopo l'altro i tre oggetti, allora la vecchia gli d
si
vuota mai,
al caporale
fischietto, al sergente
una principessa
delle frutta
Egli va dalla
le
ottiene
principessa,
Si vedano
XXX
(4) Cfr. J. C.
619.
II,
Il
scomparire.
XXXI
Brunet, Manuel du
le fa
della collezione
Gonzenbach.
Brunet
il
1351; T. Graesse,
les
aventures de Fortunatus,
Lione, 1615, ed una italiana ed. a Napoli, 1676. Ecco la trama del bizzarro
romanzo
Fortunatus
pello fatati
terra.
lascia ai figli
ma Andalosia
se
li
Ampedo
lascia rubare
e Andalosia
da Agrippina,
una borsa
fanno scomparire
le
un cap-
un albero
specie di frutti, va a Londra, vende alla principessa le frutta che fanno crescere le corna,
si
cosi
ne ottiene la
Fortunatus
un convento.
gi stato ravvicinato alY Istoria dei tre giovani da T. Graesse, Trsor de
Uvi'es rares, lU, 302. Intorno a questa leggenda, cfr. Bla Lazar, Ueber
borea e
il
pure ascrivere
Ma
la
probabilmente
XIX, 5; XXII,
ott.
2",
medio evo,
Una
orlati di vaio.
al
(2).
cant.
ott.
I,
dei can-
me-
capezzale
quello cosi
2)
Regina d'Oriente,
fre-
nella
e nelle
lazzi
si
(1).
il
61
si
ritrova
diversi
colori,
sproni
dorati
medico
il
si
Nelle
riconosce
per
il
Tre giovani
con certezza
attestata inoltre
di essa
Liombruno,
del
quale
la data (1380).
Romano'f^m
la
determinata
s'
Brunet, Manuel,
Il
m,
221
Passano,
XVI
del voi.
miscellaneo
popolari
italiani,
si
s.
n.
t.
n. a. (circa
G. Milchsack,
(cfr.
stampe con
la
biblioteca di Wolfenbiittel
della
(cfr.
G. Milchsack, Op.
XVII
e nel
1530);
XV 111
p.
Due
64.
farse
descrizione ragionata
contenente
fate,
cit., p.
p.
Poemetti
154)
una
del 1823.
62
LSVI
K.
Romanorum,
XIV
XV.
e al
Sebbene
tutte le
dell'ori-
(1).
Ma
in
si
rimaneggiamenti
sivi
di cantastorie
non
toscani.
IX.
La donna
del Vergi.
dei
squisiti e pi
di soli
poemi pi
il
e,
quasi in iscorcio,
ri-
all'altro
il
d'oro.
duca
ed
il
Nel castello
di
Borgogna,
ardito.
Ma
suo cuore e
suo
quello di
castelli:
di
la
due
pensato ad un'astuzia
Per mantenere
affetto.
sottile:
quando
il
segreto, aveva
il
cavaliere
donde spiava
cane par
XX Vili,
l'atteso
le vergier aler
5, ecc.
la-
momento,
il
cavaliere vedeva
camera, camera,
XXXV,
II,
il
lei.
XIV,
Ma
nel frattempo
si
Ma
63
gli dice
a chiare parole
il
suo amore.
egli risponde:
... de cele
91
mon
ou la honte
seignor gise,
comme
si
98
de fere trahison
vilaine et
mon
vers
si
desloial
si
il
segreto del suo amore. Dopo una lunga lotta angosciosa, dopo
accanto a
lei
di
Piangendo gli
pur
ha detto
si
Ma
il
il
giuramento e
duca non
il
potersi trattenere
amo
quanto pi possibile
gli crede,
perch nessuno
fi-
du
petit chien la
maniere e una
notte
una
le
ai
sola parola.
con baci
il
coi
dama scorge
Ed
egli risponde
con abbracci
agli abbracci,
De
la
chambre vers
lui sailli,
64
LBVI
B.
ainz que
fe'ist
Et
rebese et acole
cil la
et
dist:
li
longae parole.
Ma
dame, m'amie,
ma
drurie,
Eie redist:
Mon douz
ma
seignor,
donce amor,
me
moi
car j'ai o
quant
418
Per tutta
et
me
ore de riens ne
li
la notte
ei
dueil
que je
ce
vueil,
dura
il
venuz soiez!
tres bien
dell'alba
il
parire la
dama
di
Vergi
sull'uscio,
quando
alla fine
cavaliere
il
si
spicca da
amaramente. E
ella lo
lei,
segue an-
472
dame
Il
una
duca ridona
sera,
dot;
veoir le pot,
le
476
l'uis
sua fiducia e
la
durante un pranzo,
lo
il
suo affetto
colma
al cavaliere
rabbia e
il
dispetto.
Il
duca
ama veramente
scaltra
donna
la duchessa,
la
raggiunge e
mai a
la notte
le rivolge
rinnova invano
suoi tentativi.
La
?o (L
iinL
letter.
Mipplem. N. Ki
Tav. in.
X'ergi
di
Borgogna
XIV
ne!
^'''^^
iU'Uliill''
./.
[[li-^ft.i
.vVv\.\v.
.\^
'^
^^^^^U^\"^V
prime luci
vede ap-
',
suo. e dargli
\jU['
re
-lot
\\^
;<,;*
',
i-H^
tre
sua fiducia e
suo affetto
il
al cavalier
u pi^anz. Io colma
ai,
_.
'.
_,
,,.
la
sua rabbia o
wi^fnata, finge i
|r
ito.
li
duca
la
ama
\rr^
scattrA
'-'"
Va
<mchea
-isp>fa lo s
la
mai a
notte
la
...
coltri del
raggiunge e
lei
le rivoJ
'^^"""va invano
i
i^...
.^-i..*^i
po\
i
su,.
'
tratti,
con tutte
le arti
il
segreto della
il
insomma
cuore femminile
dama
di Vergi.
adunata
dame
di cavalieri e di
Appena
stellana di Vergi.
un
65
la
duchessa la vide,
il
sangue
le
diede
tuffo:
689
Et quant
la duchoise la vit,
tantost toz
sans
li
li
fremist.
si
sai'ebhero cominciate
e nella conversazione
si
lana al segreto di
Rimane
ha
role che
perch
il
lei.
sola la castellana, col cuore in tumulto per quelle paudito. Ella si lascia cadere sul letto e chiede a Dio
suo amico,
che tutto
il
al
Ed
in
che
cuore
mezzo
le
le
vien meno,
guancie
le
cest
li
cuers
fanno pallide
le tolga
queste parole
:
ed
ella giace
mot de
li
si
tradimento
al letto, rigida e
835
ella
il
fault,
angoisseusement
li
vis li taint;
s'est
pasme
839
Il
cavaliere e
en
il
mi
le lit,
duca
danzatrici la bellissima
tata coU'intenzione di
si
morte sanz
vie.
dama;
il
duca crede
storico
Suppl. n 1.
66
LEVI
E.
si
Quando
trafigge e
una
e spicca
pi visto
si
il
il
due
Non
all'altro,
esclama,
il
spada sangui-
si
duca sorridere
ne ritorn pi
egli si croci,
(1):
939
Mes de l'aventure
c'onques puis ne
ot tele ire
l'oi
on
rire;
ou
948
si
il
il
Nonostante l'ingenuit
accorgimenti
non
citi,
Non
(2).
pu
vi , si
il
se-
dire,
nome
del cavaliere e della castellana di Vergi. Negli avori delle cassette nuziali, delle scatolette da profumo, negli affreschi dei palazzi
libri,
dovunque, uomini e
p.
155
e segg.) e
ma
a un molto
und DeutscMands
ecc..
altfr.
VersnoveUe,
Halle
a. S.,
tnii
1909.
einer
67
Ed
ha sbrigliato tante
vera-
fremere
fatto
moderna, che
fantasie, la critica
complessivo ed esauriente.
La
rico.
di
La
un fondo
sto-
Borgogna
e infatti durante
il
nome
il
essere
Ugo
1282.
il
Il
duca deve
un pellegrinaggio, nel
si
1272.
dalla Corte e
si ritir
morte
la
duca
di
Ugo
IV, Beatrice
di
Borgogna.
E dopo
la
liti
coi figli
morte
di lei,
di
la
di Isle-
primo
sua
fi-
Roberto di Borgogna
tellastro
la restituzione di
un certo cofano
(1)
Una
Quel cofano
Museum
I,
di
Londra
e reca in-
da K. Borinski, in
Mo-
Un
avorio con
faello e della
906
Sebastiano del Piombo, sarebbe invece un'opera di pennello veneziano (Giorgione-Tiziano) e rappresenterebbe gli
di Borgogna, rievocata
Cremona
e di
nel
amanti
infelici della
Cinquecento, innanzi
alla
vecchia leggenda
societ cortigiana di
5.
68
LBVI
1.
il
1272;
il
Raynaud
Il
poema
forse posteriore di
leggenda
lo studio della
1267
(1).
documenti
l'idea di quei
essi per
il
(1282-1288).
sia
un decennio
genda mitico e
non gi
fantastico, e
il
storico.
pure
non
ritrovarsi,
La
storia
deve
crociarsi che fa
il
Ugo
di
null'altro.
Lo svolgimento dell'avventura
biamo
lette nei
lais
di
Lanval e
di
italiani
zella Gaia.
Le lusinghe
pur sempre
gli
il
Pulzella Gaia,
di fronte a
di
Maria
di Francia,
un motivo
infranto
il
dei pi
segreto
comuni
per aver
Parthenopeus, nel
Amore
perdette in simile
modo Psiche
la
viso
il
(2).
Storico
dunque
(1)
(2) Cfr.
den forne-franska
p. 70.
lais-literaturen
Aka-
ma
gli
69
Francia e
la
la
Borgogna.
sempre
la
fiamma
mito classico di
tifarre e del
Amore
Insomma
la
si
ricollega evidentemente
ha
zella
Il
Gaia e
di
Lionbruno.
timo decennio del secolo XIII da un trover che viveva in Borgogna, probabilmente alla corte dei duchi
Ugo
e Roberto. Ora,
il
Perrin d'Angicourt.
telaine,
Enrico
di
tutti,
Borgogna ha maggiori
Egli
dedic
Ugo
(2).
delizioso poemetto,
si
(1)
Se
di
di
diritti sulla
alcune canzoni a
Borgogna e accom-
XIV
Chas-
diffu-
dama
ce-
Nel Decaw.erone,
ci
racconta
(1) Cfr.
il
Boccaccio
(III, 10):
1905; G. Bertoni,
Di un poeta
70
Dioneo
della
e la
dama
del Vergi;
Gaston Paris
(1)
ferenti cantari,
di
LKVI
K.
il
crede che
c'
messer Guiglielmo e
si
Ma non
il
di
di
il
dif-
cantare
il
nome che
il
il
castellana di Vergi.
nario
Vergy borgognone.
il
Boccaccio: chomincia
titolo
il
dama
inchomincia la
toscanamente verze
vet^z, o
(ott.
il
del verz .
messo
in fronte al can-
codice moreniano
Anche
la
(4):
qui
V, 3; X, 8):
e in istante
al verzue giva e la ccciola avante.
Una
Vu
libri
e di scritture e biso-
gnerebbe escludere ogni influenza della recitazione e dei racconti orali, perch l'udire la vera pronuncia da bocca francese
avrebbe presto
rettificato
(1)
(2)
Da
l'errore di lettura
commesso
dai co-
leggere: vergiti.
e. 112 a.
213 nella Biblioteca Moreniana (appart.
Firenze),
e.
20
b.
alla provincia d
pisti.
tempo
difficile
71
ad ammettersi in un
di soldati e di
il
pi vasto
Vu
di
Vergi
un rozzo
sia
difficolt
dama
francese.
un passo
studiosa,
vegnir la fama
di fuora al
ma
suoni cosi
fesse
inesatta,
i
dama
di
grama,
Borgogna,
non
tener le
umane
vergogna
voglie
Se ben
s stessa nimica,
La dama
del Verziere
compresa tra
le altre
donne leggen-
darie che Malagigi, per arte magica, istoria sulle pareti della sala
della principessa Lucrezia, nel cantare trecentesco (1370-1380)
della
Sala di Malagigi:
(ott.
XXn)
(1) P.
p. 14.
Eajna,
Porse
riccard. 1091,
e.
La
dama
in luogo di vighorosa
132 e 2816,
e.
121)
si
due codd.
72
Tra
di
LEVI
Pome
gli
l'eroina
19)
Ancor
si
Piranio e Tisbe
al lato
ha U
cavalieri
Lo
stesso
dama
del Verzieri,
Pagolo e Francesca...
compiace
si
di
citare
una stanza
da
(2),
Palimone
e Emilia,
Narcisse di s amante
cantando tua
vigilia,
Messer Guiglielmo
Ben
felice
nel
et
core
il
la
D'Isotta e
erranti
cavalieri
zieri la
rono
(1)
di
dama come
messer
di
il
Tristano et
non
ridico,
loro perfettis-
Domenico da Prato, Il
Pome
(2)
La
fii
voi. I,
P.
II,
pp. 368-372.
le pa-
Tom-
Davanzati, a Firenze,
reti,
73
gli affreschi
(1).
tratte
proprio dalle
Un
XVII
nell'ott.
giorno er'ito
el
del Cantare:
Duca a suo
un suo
e la duchessa san za
diletto
ricco palazzo,
ignun sospetto
'1
cavaliere
Il
pittore
ha seguito
il
rappresentazione ch'egli
la
dopo quel monologo disperato, che fu definito una delle pi appassionate rivelazioni di dolore di tutta la poesia del Medio Evo,
nel cantare quel disperato struggimento e quel semplice atteg-
giamento
di infinita
(1) Cfr.
la
W. Bombe, Un roman
fatta
all'
Istituto
LIX)
(ott.
fran^ais dans
Gaiette des
municazione
dama
poi,
germanico per
contraffatti e tutti
un
pi ampiamente, nella
la
storia
dell'arte
co-
in Fi-
Die Novelle der Kastellanin von Vergi in einer Freskenfolge des pazu Florenz, Berlin, 1912. Su queste pubblicazioni
di W. Bombe e su gli affreschi del palazzo Davanzati si veda il mio articolo
La castellana di Vergi, nella Rassegna hibliogr. della leti, itah, Pisa, 1913,
voi. XXI, pp. 41-45.
renze,
lazzo Davizzi-Davanzaii
74
LIVI
s.
man
nella
mano
cane nella
Durante
sinistra!
Rinascimento
il
il
la
mo-
destra e col
melanconico can-
salmaggiore,
davanti alle
dame
e ai cava-
la
vecchia storia
da strappare
di piet , tanto
le
lagrime.
e ne annot
la vecchia novella
Bandello;
ma
il
uscisse
le parti, che,
appena giunto
Cosi almeno
(1).
buon
frate
il
memoria
nulla dalla
ci
racconta
lombardo non
gliel'abbia
ci
venduto
la novella,
an-
VHeptamron
Margherita
di
(1)
la nov. IV,
di
poemetto en
il
della
Navarra,
vieil
langaige
(2).
La
sola
Lorenz, Op.
cit.,
l'originale e quella di
Margherita di Navarra
la traduzione.
U Heptamron
von Navarra und bei Matteo Bandello, nella Zeitschrft fiir franzsische
XXXVI (1910), pp. 103-115, ha dimostrato che
Agen
un vero
compiutamente errato
al racconto tenuto a
Quanto
il
nome
del cavaliere
lana, che
Carlo Valdrio
La lungaggine
uggiosa e irritante
Tra
un'offesa.
il
si
E non
vizzito (1).
amante
della castel-
come afferma
Donna
il
ma
Bandello
come
Boc-
del Vergi,
le
leggenda antica
75
sfoglia
v'
delicato e av-
come
e triste
Donna
Il
del Vergi
si
legge in due
da Salvatore Bongi,
ma
un modo
in
primitivo.
il
il
Bongi mut
propende a credere
che
sia
la
Donna
anch'esso
cos
testo
non
titolo;
Horflec, lo Stiefel
dal
il
il
poe-
del Vergi
un'invenzione
del
anticamente la bel-
lissima novella, l'avrebbe compresa nei primi tre volumi delle Novelle, usciti
nel 1554, e
il
il
essi,
ricordi e gli
ammettendo
Il diritto e
lucido ragionamento dello Stiefel pone fuori di discussione l'ipotesi del Lorenz,
che fu sostenuta anche tra noi, con qualche buon argomento, da P. Toldo,
p.
63
Lorenz.
XV e XVI secolo,
Ma
il
Romanticismo pu
da Fruosino
di
Ludovico di Cece da
D'Ancona,
il
2) Cod. Moreniano-Bigazzi
213
egli era
descritto dal
quale lo studi nel 1870, quando esso ancora era propriet del
dei
Bagni
di S. Giuliano, nell'articolo:
1878, voi.
Roma,
e segg.
I, p.
Ili e segg.
La
vi-
romanza,
76
K.
Donna
nella
il
verso,
il
(1)
La storia
LETI
della
(1).
inesser
Guglielmo tratta da un
ponendo a fronte
il
Fiore di leggende:
NuUa
Donna
gli lasciare
un
non
si
pu vedere
e la
quando
bella
si
trapassro
riooo tenitro.
si gli
lasoiaro
un
ricco tenitore.
18
Partissi
il
cavalier doglioso e
gramo
Partissi
critici
Donna
si
della
leggenda
(1)
gi assai pesante,
del
77
di questo
Ma
poemetto
il
fardello,
che
Donna
un cantastorie
(2). Alcune forme dialet(come verz, zambra, hrazzo) parrebbero escludere una
penna fiorentina e toscana e farebbero pensare piuttosto a un
tali
uomo
d'oltre
ma
Appennino;
poesia
la
leggendaria era
ran-
Toroesi
41
41
47
47
E, poi ch'ebbe la cucciola sentuta,
si f
la damigella rivestire
si f'
la damigella rivestire;
sua venuta
a que' ch'a forza la dovea tradire;
e, lassa, non sapea ch'era veduta
e ohe eUa avea s presto a morire;
e non pens del traditor l'effetto,
ohe col drudo si prese ogni diletto.
e poco stante f' la
nanza;
il
ha nel cantare
medesimo verso
ripetuto in
la dialefe,
due ottave
p.
33
segg.;W. Bombe,
5 e
asso-
XV 111,
2).
78
VBn
B.
dagia e forse raccatt quei vezzi lombardi nelle sue peregrinazioni per le piazze.
del
nel
Donna
importante,
ha
si
58:
nell'ott.
pregandone
la
Vergine Maria,
abbominando
morr, come
Bellicies
Il
ria,
re Ferramonte di Gaules,
si
infatti
che Bellicies,
figlia
del
di Tristano:
Ma
Belicies
dappoi che
dalo reame di
ffare
maggior
il
pianto c'unqua mai fosse fatto per neuna damigiella, diciendo ella intra ssee
istessa
lo
veggio
Dappoi che
come
si
mai
io solea fare,
ma
me
la
lo
e ora no
distringie in
percie io voglio morire con quella ispada, con la quale T[ristano] dovea essere morto.
e la
punta
E
s
allora
si
si
(1)
anche a chiarire
chore per
Il
me
la
LX, 2
l'ott.
punta
Bombe suppone
che
me
e la
il
io
il
dove
il
Moren.
m'uccido per
il
si
si
ma
pome
in terra
Dolcie mio
tuo amore
Moreniano: BeUisse.
significhi mettere
punta
lo
E in-
Tristano &\mk
e achonciossi
il
me
la
punta
lo
cuore
contanente
si
morta incontanente.
flFe
lo
cavallo... (1).
Il
Duecento
testo del
tichit (2).
preciso
ci
spada e
monte a
79
si
Ma
di
pu desumere da
Il
giullare
non
(II, 1):
La
che
Dama
storia della
egli ci assicura
(I, 3),
recentissima:
tua addimandare
io vo' la grazia
e dir per
Ma
(cap.
La
Ben pi
H Tristano riccard.,
era chiamato.
16 e 17), la quale appartiene alla prima met del secolo XFV. Dopo
rivelazione
dell'amore
della
partenza
:
di
drammatica
una spada del suo
Tristano, segue la
padre, e
pone
lo
pome
suo, dicendo:
si
storia
in terra e la
le
pp. 18-19.
punta
si
pone diritto
roman de Palamede
et la
al
cuore
Tristan,
cfr.
E. Loseth,
La
dolce
Tavola ritonda,
Le roman en prose de
cit.,
80
LEVI
B.
tenuto
LXVIII,
nell'ott.
al
si
nelle
mani
un termine sicuro post quem . Il termine ad qicem pu esserci fornito dalla data del Decamerone. Infatti non possibile
che
dama
il
si
del Vergi
ha traccia
d'altri
(1)
Donna
del
e poi perch
il
nome
di
Donna
nome di Guglielmo
Insomma la Donna
addensavano
le folle e palpi-
il
ma un
poeta,
il
tava
porta
si
pu essere
certi
(1)
Una
Essa
valle di Aosta.
si
e fu pubblicata,
quando
il
cod.
le
Alpi, dal Barone di S. Pierre nell'op. Novlle e poesie francesi inedite o ra-
XIV,
XIX, 1890,
il
(Vergi),
il
francese e
stano:
ha
un
pp.
il
il
cognome
nome de
nome
di
Vergi
il
della castellana
il
340
chevalier,
Non
quy tant
estoit
noble,
81
Gibello.
Il
cantare di Gibello
si
X febraro
Ma
il
l'altro la
Mccccviiii a
(e.
re di Dacia e
tare
finiti
il
il
libro di
Fioravante
(1).
due gemelli,
uomo
condanna
di in-
alla luce
al rogo.
tosisce
Ma
invece di uccidere
ella afl&da
lo fa a^"\^olgere di
mare.
il
Ma
Per
bambino,
lo
mercanti portano
il
si
impie-
regala ad alcuni
bambino
dono
in
lo fa allevare
nome di Gibello.
Una volta, durante un
un
BiblLaur., Suppl.
m,
il
di
CXIX,
331-341.
e.
il
157 a;
ricantare
buon
XXXV).
cfr.
1868
(XXXI,
lasciava passare
(nomale
(XXVI,
storico
un
buffo
non
per spun-
non
6).
Suppl. n 16.
vi
82
LEVI
B.
Gibello
si
mette
come bandiera
per ricercare
in via
il
vassalli
moglie se ne innamori,
la
Intanto Tarsiano,
re
Argogliosa
Ne
rifiuta.
ma
Vedendo
carcere (XL).
decide
Bravisse,
di
dar moglie
figliuolo e fa chiedere
di
di Serpentina,
lo fa gettare in
di
sue fascie
le
il
citt di Serpentina.
duca
il
recando
sua gesta
la
ella
al
la
al
mano
Genitrisse (JLIV).
citt,
il
duca di Serpentina, che vassallo del regno di Bravisse, accorre presso Tarsiano e partecipa all'impresa contro Genitrisse.
La duchessa
prigioniero
e,
di
Serpentina
mentre
il
si
inutile
al soccorso di Argogliosa,
e con
Nero e
cavaliere
il
sconfigge l'esercito di
Bravisse e uccide
Dopo
che non
Gibello,
la vittoria,
il
lo libera.
il
ritiene
si
conte Vermiglio,
duca
di Serpentina.
gionia della duchessa e vuol serbare fede alla parola data, in-
Ma
di
ella
il
condurre con
s,
alla corte
come gentiluomo
per
il
dorato
per
morte
lo
compagnia,
ne ha
la
il
leale
scorge, lo riconosce
la nutrice e
interroga
di
il
confessione che
il
pallio
bam-
(LXXVIII).
La
siano, furibondo,
arma
condanna a morte
in difesa di lei e
fratello, si
si
tutti
baroni e anche
Ma
la moglie.
il
Gibello
si
principe, suo
donato. Gibello
si
83
condanna
inflitta
dell' ingiustizia
madre (LXXXV).
a sua
il
(LXXXVIII).
Cribello
La duchessa
di
Amore.
Questo grazioso racconto congegnato, non senza
abilit,
su
per una
fata,
Pulzella Gaia
2"
danno
il
pregiudizio di
alla luce
un
Il
mettono capo
nimo
al lai di
di Graelent;
il
Lanval
cavalieri, amicissimi.
due gemelli,
la
le
donne che
di
Maria
di
di
leggende che
Francia e
al lai
due
re,
due gemelli.
la
Quando
sposa dell'altro
si
ano-
lai di
la
moglie dell'uno d
mette a ridere e
al
alla luce
banchetto
che una
di tutti,
donna che partorisce due bimbi deve aver conosciuto due uomini.
Ma
nello stesso
anno
ella
mette
alla luce
di vergogna,
il
marito
il
braccio con un
notte in un bosco.
un
frassino,
le
aveva
La nutrice depone
la piccina tra
e,
le piante.
rami
di
di
La suora
sacre-
chiostro
Fraisne
vata.
le
(frassino),
monache danno
alla
bambina
il
nome
di
84
K.
LBYI
castello di lui.
il
il
come
il
il
drappo
sposa.
Ma
la
Gurun
(1).
Tra l'antichissimo
tela assai stretta.
lai brettone e
Lo svolgimento
il
relle,
i
due
fratelli,
poco tempo
il
si
contendono per
gogliosa.
Un
particolare, che
di Qibello,
che
il
il
drappo d'oro
pu sfuggire durante
ma
in tal
il
poeta non
(1)
Fraisne
ediz. di
il
e di quel
Quando parte
terzo dei
XII Lais
di
drappo ad oro a
Maria
di Francia.
sua gesta,
Mi valgo
della
85
credo
infatti nel
(LXV):
di Serpentina
un
cio
8),
gli
done
come
e poi entrando
(LXXVI):
vincitore a Bravisse
sua insegna
sotto
il
nobile Gibello
rende ragione
drappo d'oro
canto a
alla
madre; e ne segue
di Gibello
il
s,
il
riconoscimento.
che
pallio di Fraisne,
Il
quasi a simboleggiare la
e,
amante
lai di
Il
410-460).
(v.
Fraisne uno
umana
semplicit
degli affetti. Fin da tempi assai antichi ebbe traduzioni ed imitazioni in tutta l'Europa:
di
(1),
(2)
(3).
La superstizione che
burgh, 1810,
cfr.
il
357
Zum Lay
e segg., poi
le
le
romanzo
Decamerone,
in
Gri-
voi. I, pp.
ZcpiTZA,
in Francia nel
in Italia
selda
Lay
in
ed.
voi.
[1886],
bernatis,
De
La
XVU,
cfr.
le
trouvre Renaut
Roman
439.
A.
De Gu-
Griseldis-Sage
Halbinsl,
Strassburg
i.
E.,
1894;
cfr.
86
LEVI
E.
quale forma
terio, la
il
popolo
tempo
alcune regioni
e lo ancora, in
mezzo
diffusa in
Essa
(1).
al
ritrova in
si
sulle scene
Murcia
(2).
Il
mino
persino sette
figli,
come
piccini
Una
Poco dopo
indizio di adulterio.
tre, quattro,
granchi,
tam
ella
come
in
una
di
legfigli,
(3).
le
Espinelo
(Il
biancospino).
Una
come convinta
(=
una
il
spiaggia, in
Sultano di Siria.
al
segg.; R. Schuster,
di Gibello).
un cespuglio
i
(juali
Il
fa
alla luce
gettare
La
cassetta viene
di biancospino, e viene
ne traggono
il
piccino e lo
415 e
ella stessa
drappo d'oro
portano
di adulterio,
p.
mette
o addirittura,
parto ge-
il
und roman.
Philologie,
XXI
(1895),
bingen, 1908.
(1)
W.
Hertz, Spiel-
Jahrh.*, Berlin,
voi.
XI
(Madrid, 1900),
Warncke,
p.
lxxxvii e sgg.
La coincidenza
87
come
(1).
romanza spagnuola e
il
orali.
Nel cantare
il
tare
Ma
di
italiano si
lo stesso
ci
ma
come a fonte precisa del poemetto. Secondo la storia , dice una volta (XL, 1), e altrove
nel libro m'informo (LIX, 8). Che quel libro fosse francese
mi pare si debba dedurre dai molti francesismi che sono disseorale,
= pigro),
lainier
e lanieri
(a. fr.
della principessa
manzo
di
Blancandin
Gral
di
Cristiano di
Troyes.
il
l'Ile-fort,
WoLF
e C.
Hofmann, Primavera y
p.
CCCXXni];
l'Introd. alle
Le
p. p. le
abbandonato per
e pi
atti,
au Cygne
et
t.
I,
cit.,
voi.
XI, p. clix.
battesimo
fior
XIX, 314
al
chevalier
moglie del re
p,
(2)
figlio
(2) Beatrice,
[n.
del
Orlante de
(1) F.
donna
motivo del
[n.
la
cfr.
indites, XI),
G. Paris, in Romania,
88
B.
due
figliuoli,
hommes
deux
LEVI
carnei habitement
storia narrata
sei
Ma
poco dopo
et
poema pi
nell'altro
de Godefroi de Bouillon
antico
Chanson du chevalier
(i),
tina de milite de la
au Cygne
ella stessa
inglese,
che ne
madre
di lui
rivolge alla nuora Florimonda, che ha dato alla luce due ge-
si
melli ed esprime
il
enfans ensemble a un
lit
S'a
(Reali,
e.
una povera
amendue in fascia . Drusolina, moglie del re, disse: E' non pu essere che d'uno uomo
solo nasca a uno portato due figltuoli. Fioravante la rimpro donna con due figliuoli in braccio
ma non
figliuoli
pens
(1)
morire
per vero
la
uno por-
maschi molto
di far
La
p. p. C.
pi
figliuoli a
belli
lei
bambini
(3).
et
Ma
de Godefroy de BouiUon,
(2)
Octavian
altfr.
Roman,
ecc.
cfr.
Anhang uber
p.
609
Oktaviansage
Floovant und
F. Settegast,
1906; P. Rajna, I Reali di Francia, pp. 72 e sgg.
(3) A. DA Barberino, 1 Reali di Francia, testo critico per cura di G. Vandelli, Bologna, 1900, voi. II, p. 176 e segg.
die
v.
non
medesimo racconto
ci interessa. Il
il
1315 e
Fioravante
1340
il
si
(2),
89
che
il
Rajna giu-
le varianti tra
due
testi
sono pressoch insignificanti. Le storie di Fioravante sono conservate soltanto in due manoscritti, e dei due l'uno precisa-
(3).
Sar casuale
della
il
raccosta-
la somiglianza,
alla riflessione:
figlinoli partorTa in
uno
e partor questi
colpo.
uno
dae fancialli a
corpo.
{Beali,
Come non
Di
fu possibile al Signore
cos,
perch
fare Adamo...
Duo
ni).
{Reli^.
{Gib.,
La rassomiglianza
ravante, sicch
io
LXXXH).
minore rispetto
assai
alla
Storia di Fio-
porto di dipendenza,
il
il
si
un termine ad quem
ci fornisce
pu presumere siano
1390 e
il
1400
(4).
Il
(1) P.
445
Op.
Reali;
tali
cio
voi. I,
33
cit.,
(4)
e segg.
composti
p.
stati
negli anni
cfr.
p. vili.
circa
il
1370
P. Rajna,
90
B.
che
LEVI
il
Ma
lai di
il
Maria
cipa anche
(1).
cantare di Gibello,
il
un
in
per tutto
lo
il
quale per di pi
si
riattacca
citamente
si
rivela discendente da
un
testo francese.
ci escludo
il
cantare
La famiglia
Maria
lai di
Per tutto
di
di questa
si
riallacci proprio
Gibello.
di Francia.
si
debbono
il
col-
locare una
da una parte
il
di
Lo
a riconoscere che
Ma
il
ci) P.
(2)
(2).
Rajna, Op.
Insomma
si
cit.,
poema consente
p. 82.
avrebbe:
Fraisne
I
CrtUerent
/\
/ \
Esptneo
Gibello
Ottaviano
Fxoravante
e 'ELeoAi di
Francia
di fis-
91
da vicino
Bel Gherardino
il
ditamente
duca.
Da
d'amore,
richiede
lo
approfittando
dell'assenza del
lei
promettendo
di uccidere
ritorna a Serpertina e
sempre
il
il
rende
si
di
ne innamora. Intanto
promessa
mezzo
di toglierle di
il
marito, che
non pi buono
gli diceva:
Amor,
che
'1
se tu puoi.
ma
pur
tu
ti
mi
d'uccidere
vaglia,
la
ott. 26-27).
II,
si
sente la medesima
mano che ha
scritto
dei versi
(II,
ti
gli altri
Dio
{Gherardino, XXVIII).
{Giheno, XLIX).
La scena
se
(I,
quale nella
Pulzella
Gaia
62, 2).
Questo
il
l'amenissimo
latino della
verhum caro
donna Bisodia
della
(I,
VI, 8)
Ave
tecon.
volte
92
versi zoppicano e
non
si
(2)
LBVI
la divisione delle sillabe
Nove
(1).
volte
la ripetizione del
con
le quali quell'artefice
ha l'assonanza
si
medesimo
Sono innumerevoli
7).
maldestro e malsicuro
s'in-
gegna
di riempire
senza
2),
sempre interessante e
e drammatico
come poche
altre
ha
madre
grido della
il
al
scritture
del Trecento ed ha
il
ma
cantare di Gi-
il
umana
verit
perduto!
figlio
io,
morraggio
XI.
Gismlrante.
Col cantare di Oismirante s'inizia nel mio Fiore di leg-
gende
prende
anche
cantari di Pulzella
(1)
La
dialefe s'ha
LXV,
8;
LXXIV,
Meno
legittimi
prtiova - un,
2),
Antonio Pucci
(f 1388),
IX e X. Al Pucci sono
Gaia
(II),
del Bel
che com-
stati attribuiti
Gherardino
(I)
mi sembrano
LXIV, 5, ecc.
questi casi
andava - isgomberar
LXII, 7
(2) Ott. n, Bravisse: esse; TU, gionse: corpo; ILI, fece: meretrice-, XXI,
garzone: potroe; LV, aspro: mastro; LXVHI, mercede: mene; LXXHI, Tarsiano: entraro; LXXVlJJ, sconfiggeremmo: francheremo; LXXXII, dolore:
parlone.
e della
Donna
componimenti e per
l'architettura
ciani.
che
che
inutile
soggettivi e
la somigliEinza nella
dell'azione
io
le identificazioni,
verseggiatura e nel-
avverta che
non possono
variabili,
93
D'altra parte
noi conosciamo ancora troppo imperfettamente la lingua popolare e la lingua poetica del secolo
XIV
due cantari
di
al vostro
onor questo
f'
Antonio Pucci.
Il
(II,
61):
cantare di Bruto
com-
preso nel codice Kirkup, che una raccolta del secolo XIV, nella
quale non sono comprese che le composizioni del banditore
fio-
Mad. Lionessa (IX) anch'esso compiuto da un verso col nome dell'autore: Antonio Pucci il fece al vostro onore, come quello di
Gismirante. La medesima formula, che costituiva come la firma
rentino e null'altro all'infuori di esse.
dell'artista, in
riente:
onor
cantare di
Il
finito
ha
il
XLIX
La leggenda
di
f'
terzo
'l
cantare
(III,
50);
(II,
50);
di
avvenimento alcuno e
Antonio Pu^ci
il
fece al
Mad. Lionessa.
si
di fuori
la corte
Al
dond'ella viene.
50);
trova una
(I,
Antonio al vostro
Egli infatti
La principessa
94
B.
gilia di S.
LBVt
lei
se qualcuno,
uno sguardo
indiscreto,
una
principessa.
un
capello, lucente
Il
il
come
oro, della
un grifone
libera
dalle insidie
una
La
siepe.
vigilia di S.
chiesa
e,
si
toglie la barbuta.
La
principessa,
tutta nuda, in
ma
il
cavaliere.
Egli ormai
Io
notte a mattutino
Ma
un
ista-
toglie in
giungono a un j&ume e
si
me
vo' per
ti
lo fa seccare
come
mentre
egli
la testa nel
grembo
della sua
la
dove
egli
ha
si
si
sappia
il
pare
al
mostro
il
Se
il
il
infatti
il
un
lutto
passerotto. Gismirante va a
perch
e in tributo
Roma, trova
tutta la citt in
il
figlio
al
vaggio e
lotta
si
mette
sanguinosa
alla ricerca
un cavallo indomito e
cinghiale.
Ma
quando dalle
l'aquila,
si
Lo sparviero
Gismirante,
Roma
cidere
il
allora
si
un passe-
sel-
lo
del
95
Ma
egli
non pu uc-
selvaggio, se
alla
Il
sua donna
moribondo d
il
segreto
alla prin-
rante tira
collo al passerotto, e
il
Aperte
le
rappresenta forse
il
pi antico e importante
Il
Pucci stesso
io vi dir
forse che
mai non
l'udiste s bella.
libro,
egli
andava assiduamente
(1) Cant.
n,
ott. 2,
vv.4-6.
(1).
Del resto la
sfo-
facilit
96
LEVI
B-
il
li
tali
che tradotto
alla lettera
pellano, eloquente.
Ma
quale fosse
il
libro
che
il
gli
occhi du-
La leggenda che
precisione.
due
cantari
citt e
celebri,
una delle pi
ciarle solo
(1)
e fu recentemente
un dramma
Monna Vanna.
di Maeterlinck,
neW Isabeau,
Secondo
e in
l'antichis-
il
confessore
vami e
La
balzelli.
infiniti
e Leoflfric
nuda attraverso
avrebbe accettato
compi
la citt
l'offerta.
la
di
pure
si
sarebbe
di redimerla,
mirabile cavalcata.
(2),
gra-
in
Il
fatto rac-
alcune ballate
un ingenuo curioso,
peeping
Tom. Ogni
tre anni,
anche adesso,
si
compie
(1)
Lady
(3).
(2) Cfr. T.
Norman
Coventry vi
poi
p. 103.
una raccolta di
libri e di
97
Della cavalcata leggendaria ci parlano molte cronache del secolo XIV. Ecco
Matteo
di
il
Westminster
[=
(1).
saepius
praecibus
sibi
dampnosam
Cumque Comes
rem
illani increparet
quod
dilecta, die
Et
ait:
quadam, ut praedictum
itinere completo, a
bentem, reversa
nemine
est,
Tunc Godyva
comitissa,
La medesima narrazione
nel
sigilli
sui
munimine
Chronicon (ab
a.
roboravit.
588 usque ad
a.
Deo
crines capitis
visa,
Comes vero
est.
si
redieris,
inquit.
suum totum,
cum
et,
Angliae
(2),
(f 1363) e
voi.
by
J.
W. Hales and
si
Vm,
cfr.
il
La
ballata scozzese
Manuscript
Songs
cfr.
1867-8.
Su questa
837 e
seg.
Rerum
(2)
PoTTHAST, Bibl.
(3)
Rerum
Brit.
Oiornale storico
ed.
(1)
Godiva;
Suppl. n 16.
voi.
VII (1879),
p.
198.
7
nei
98
LBVI
B.
Ad jugem quoque
suam Coventrensem ab
fecit
eius comitissa
Che
il
ricordo di Godiva
tale,
perch
si
pu supporre che
daW JItsto7Ha
ivi
pure menzionata
la
(2).
Gismirante.
Coventry
nep-
elementi leggendari,
ma non
Il
dalla
Gismirante
fata
ri-
baroni, decide
in Cornovaglia
di scegliersi
ciulla. Allora re
cui
chioma volato
riconosce nell'aureo
della bella lontana
filo
(3).
un capello
donna, dalla
la
appena
lo vede,
il
Un
Pentamerone
riscontro
4).
Nella
(1)
Rerum
Brit.
M. Aevi
Script,, n.
XCII,
voi. I, pp.
43-44.
Il
racconto di
mantwrum
Tristan;
historiae,
IV, in
1.
Historiae Nor-
cfr.
J.
Bdier,
CLXXXVni,
Oberg
di
col.
314.
il
110
voi.
Thomas, Eilhard
M.
Paris,
1902
voi. II, p.
Gismirante
si
99
ed albanesi. L'eroe,
il
forte Giovanni
al rapitore
la
sua
del mezzod
ci
le teste dei
(1).
La versione
il
nome
Syra infine
di
si
mostra
si
la pi
completa
di tutte:
poema
come
si
la
le
rivela
il
gigante,
la verit, e
in
rinchiuso
il
un lago
il
distante vive
un dragone
in
quello sta
il
il
(2).
valore simbo-
(1) J.
n.
si
XLIV.
(2) A.
VAteneo
Wesselofsky, Le tradizioni popolari nei poemi di Ant. Pucci, nelitaliano, Giornale di scienze, lettere ed arti, Firenze, 1866, voi.
pp. 224-229.
I,
100
LEVI
E.
vide
si
la
un
stesso ha additato
un passo
(I, ott.
32)
il
Wesselofsky
Libro d'amore
Pucci
al
di
(1).
Andrea CappelIl
re
d'Amore
sali'
nel
et in
Anche
in
Gismirante
(2) la fattura
vi
dado,
XXVIII;
alla
ott.
paese.
frequentissima la dialefe, vi
due volte
boutade,
e.
II,
ott.
si
LIV,
nota una
v. 7-8)
compiacenza con
quale
la
il
II,
XLI, 7:
Disse:
Il
servigio
non
si
perde mai;
Cant.
ott.
II,
XLIV,
v. 1-5:
Dicendo:
...
...
Il servigio e'
non perduto
(1) Cfr.
il
(2) Gismirante
scritto
da P. Rajna,
Lancellotto
nella Scelta
110
e sgg.
e. 45-57 (sec. XV). Il ms. deCarduino giuntovi quello di Tristano e
cantari di
quando combattettero
di curiosit
al
letterarie, disp.
101
XII.
Bruto di Brettagna.
Il
nome
il
la
dal pittore
tina,
il
codice,
fa nella
Autografo
escludono
del
confronto
il
lo
storie (1362) e le
mutate negli
con
la soscrizione del-
il
il
la filigrana
messo insieme
XIV
sec.
(1).
Il
fra
il
can-
MoRPCRGO, L'apografo
(1) Cfr. S.
delle
CXXXni
kupiano
M.
H-.
of Wellesley
Kirknp erano
per
diritto di
rilegati
stampa, 1912,
codice Kir-
nella
mincia a
e.
e la mutilazione
secolo
XV
notarono
Chomincia
e. 1
chau-
102
LEVI
E.
scritta
la
quale
gli
suggerisce
bella
1" egli
di
una
gli
racolose
Bruto di Bre-
di Brettagna,
la
modo
il
dove a lettere
fata
dovr vantarsi
libro
il
che
Il
Bruto
dama,
sovrapposero
vi
di
cere due giganti, che son posti a guardia del guanto dello sparviero. Oltre a questi preziosi avvertimenti la
un cavallo pi veloce
a Bruto
del vento.
Il
gigante e
il
il
facia
andare
si
forte
Ma
il
Bruto
accinge a passare
si
ponte
gli
il
ponte,
sull'altra
subito
addosso, lo afferra e
Oltrepassato
disabitato;
il
fiume,
barone
il
si
gli toglie
il
freno e lo conduc
Ed
egli si
ma
palazzo, e
ecco che
come
di legno
Bruto.
riosi
egli
si
consueti,
l'avversario e a spiccare
Mentre
ri-
all'aperto;
non
si
lotta
ma
il
terribile randello in
di metallo, e
cavaliere
mano,
provoca e
sfida
riesce ad abbattere
il
compie questo
atto, si
giunge
al
(XXXV).
Bruto
si
rimette
in via e
d'oro
sono d'avorio.
sciano passare
il
all'interno, salvo le
panche e
cavaliere
ed egli sale
davanti
al
il
le scale
guanto
le scale e
che
fatato, la-
va nella sala
re Art e a richiedere lo
sparviero,
lo sfida;
compiendo
ma
Bruto
il
103
il
Ritrova la
Poi va alla
fata, la
d'amore, e
due bracchi,
si
ringrazia e riprende
cammino verso
il
gli
la
im-
di questa curiosa
[Vili]
leggenda
De Amore
si
di
ha
in
Andrea
come
romanzesco racconto
(i),
Pucci at-
il
alla diffusa
le
ad uno dei
soliti
e immediata.
qua e
fatti
lontani riscontri
La novella
Non siamo
di fronte
e perci
il
Pucci
non
stonature.
Ponendo
la
secoli e
due
tipi
di
facilit
Ne sempre
(1)
due
sprezzante d'un
tino
di fronte
uomo
mettiamo
un brutto
latino, e
Andreae Capkllani,
regis
tutti
invece
il
Francoram,
il
li-
confronto giova ad
quei ghirigori
il
suo
la-
De Amore,
104
LEVI
B.
Chi non
ci
crede,
lo legga.
si
per una
una
selva, trova
fanciulla, la quale
tagna, e
modo
il
poi
due
testi
procedono
ergo
Bruto
puella:
possee,
nisi
primitus
Artori
in
X.
Ed
quod
ella disse
primamente tu non
quam eorum
d'avere
palatiuin vero
non posses,
intrar
nisi
primo cu-
demorantur Arturi
3-9);
(ott.
Bretagna.
di
Accipi-
Bre-
di
di pari passo:
[Brito miles].
Ait
donna
di conseguirlo.
dal cantastorie in
su-
amor
non potrai
da' vanto
ti
'1
pruovi.
XI.
accipitris.
chirothecam
Sed
non
est
ha-
pugnando
lites
fortissimos in du-
plicis
Ma
se
nel palazzo
'1
guanto de
e tu quel
se
i
'1
cavalieri,
guanto guardare,
XII.
Cui
gnosco,
Brito
me
respondit
in hoc labore
proficere, nisi
plici
Co-
non posse
me
ve-
iuvamina porrigatis,
et
ut de ve-
Bruto disse:
donna nomar
Se non
ti
Dama,
i'
non potrei
di tanta appariscenza.
fosse grave,
ben vorrei
stro
105
tandem
Sic
ei
osculum porrexit
equum
amoris et
super quo
illi,
un
il
bacie
[Xn,
7-8].
samente
pericoli che
il
infatti
mento
della
novella, la quale
Quando finalmente
lelo delle
Tandem
il
alle chiacchiere
cammino
paral-
due novelle:
vium quendam
latitudinis
raddoppia-
la riva d'un
XIV.
una profundus,
flu-
lungo
men extrema
ch'era
diutius
devenit ad pontem
foi-ma
corapositus.
ambulando
Pons quidem
medium
vero
vacillando
capite,
videbatur
procellarum
unda submersum. At
ilio
autem
miles quidam
residebat
in equo,
fier
quantunque
potea.
106
qui
B.
erat
ferocis
LEVI
XV.
Quem
aspectus.
Britonem con-
il
ipse resalutare
sed
terapsit.
ma domandoUo
Il
cavaliere invita
di lui, lo assale
il
con impeto;
ma
e, al
diniego
cum
[XIX]
dendo che
...
il
cortesia...
un
altro guardiano,
quod
sae-
forte
il
il
quale, ve-
ponte,
il
faca andare,
il
[XIX,
7-8].
parere submersus.
boni tate
situ
non
procedere
viriliter
Bruto per b o n
<
lo
ponte
ratto...
[XX].
de-
sistit
e affoga nell'acqua
il
Ex
si
nulla
tamen
palatii
parte
ma
ma
privo di porte
bitatorem quemcumque
no' si
videre.
vedea da lato n da
fuori.
[XXn,
ma
il
cavaliere
si
4-6].
pone a
Il
egli risponde:
si sia
107
Cunctis abuadanter regia debet esse exposita mensa, nec cibnm regiumque
potum decet
alicui denegari.
Nam
mihi
et
licet
me
Questo passo
aiuta ad intendere
ci
(XXVI):
ed
mi tengo ben
io
che
'1
d'esser gentile,
perch'io vi
Cio
la reggia
mangi
no'
manca
ed
io
si
possono negare
ai ca-
al
su* stile
quaero
Ego quidem
accipitris
et
'1
re
Arturo ha
seco.
[XXV,
7-81.
XXVII.
Ostiarius vero respondit:
stulte!
Quanta
te
posses
quam
ea,
quae
potens,
Britanniae
milites
mihi resistere
il
giogante:
Oh! t'inganna
possent
irato
il
[pensiero,
asseris, obtinere.
...
Disse
ducit insania,
e,
se
ti
veterebbe
il
passo
il
portinaio.
ottenere quel guanto poich vi per guardia di esso pi ve dere, cio cosa maggiore a vedersi e pi terribile, che non ne
108
B.
testo
manca
il
Nel
tratto
il
LBVI
generoso Brito
Il
me
ait:
Absit
quod unqaatn
nam
rispuose allora
Non
pe-
ched
pedite
committere pugnami
generoso Bruto:
il
monti in arcione
[XXX,
e ferisce in un braccio
-^lel
il
una
innalza
l'edificio;
palazzo
condo
bella colonna
da essa pende
d'oro,
Nel palagio
che sostiene
Art
di
il
La lunghezza
larghezza di duecento,
tetto e la faccia
il
si
peso di tutto
il
(1),
1-4].
dice
il
un
se-
della fac-
cantare), la
ed eranvi legati
due bracchi.
Quos cum
assumere viam.
vellet
ostendit accipitris.
Qui
ei
Nel cantare
di
Bruto
la descrizione
molto bassa
(1)
(XXXVI).
niti in
uno
si
solo (ottave
parla
nisi
gladio
il
di
pugnando
festinanter
Haec quidam
via non
questa colonna e
XXXVI- VH).
eis
riu-
(XXXIX-XLIII)
tare
Art a Brito,
il
il
della corte d
e allora Brito pu
libro,
indicato assai
la carta
e'
cani
gran ricchezza
...
un cavaliere
l'apostrofe di
il
109
XLIV.
1)
ma
( e tolse lo sparvier,
di particolari:
pertcae coUigata, de
responsum
Haec
si
Hanc
la
prima
cammino verso
la Bri-
audire
tibus indicare,
d licenza di riprendere
si
il
accomiata da
non senza un
lui,
libro
di
Andrea Cappellano
fu composto
sembra, sullo
citato
(1);
e fu
da Albertano da Brescia
che furono
Ammaestramenti
di
un padre ad un figlio,
Roflno, guardia della torre que vient dite Mizane nel 1287. Di
fatto
libro dell'amore
il
da Andrea Cappellano,
(cod. Barber.
XLVI-28)
2 la cosidetta
(1) Cfr. P.
quale
si
chiam,a
della seconda
lo
met
Gualtieri
del Trecento
al 1372,
che
si
Eajna, Tre studi per la storia del libro di Andrea Cappelromanza, voi. V (1890), pp. 193-265.
110
LEVI
B.
5. 6. 23.
Oltre a queste
more
nel
primo
Gualtieri d'a-
(1):
latino,
fatti
Libro d'a-
il
si
inten-
d'amore
un
(2).
ma
(3).
Dal Libro
(1)
il
Il
(4).
tra le
La
novella di
Gualtieri
bili et virtuosi
titolo:
e.
d'aniore
Boccaccio
et
et
del Doni. Il
testo
fu pubblicata
1547,
il
e poi moltissime
riccardiano della
Nov. di
resca tratta dal Libro d^amore), poi ripubblicata collo stesso titolo a Venezia,
Un
Cappellano d'Innocenzo IV );
col.
225
F. Zambrini,
cfr.
la novella del
Cavaliere brettone
(2) Riccard.
(3)
mss.
2817;
Lo Zibaldone,
(cfr.
cfr.
ital.,
Andrea
Regole d'amore
le
quali seguono
Le
1)
XXIV;
557.
P. Rajna, Op.
219.
cit., p.
storie,
legge
si
in parecchi
in questo Giorn.,
54,
cfr.
(4) Incomincia:
104). L'autografo
il
cod. Laurenz.
P. Rajna, Op.
Una
cit., p.
e.
Tempiano 2
142-143. Intorno
in
222.
il
cor ferito ;
ma
intorno all'at-
la
ma
111
Bruto di Brettagna,
il
tino,
le
sue conclusioni.
In-
fatti il
poich
e.,
nel
intimamente coll'originale
l'amica del cavaliere era
latino.
mentre nella
un vaso
v' che
renziana
quell'una
si
il
cavallo,
moltiplica
nelle quali
Nel
non
Nella
E anche
il
nome
si
il
cantai*e.
BHto
tribuzione
al
Bretton
(1).
sonetto conosco
il
che
il
e.
e.
108 [anon.y,
13 [anon.]; Chi-
e.
e.
e.
143
poi
1745,
e.
Tem-
6.
si
nel nominativo,
ma
(=
accusativo)
Brettone.
112
E.
Ma
il
un
LEVI
latina,
infinite
leggende medievali,
nome
de Brut
di
sdoppiato
del
il
richiamo
testo
nome
di Brettagna
Il
il
il
il
al
nome
Roman
al
Wace
B'>^to di
del Liber
Bruto
Enea,
figlio di
ma
mnoiHs
anche
fu
l'in-
vede
si
mostra che
termina
il
nella
Ma
faccia
il
confronto con
la
all'ott.
XLVI con
quale
la
il
46.
gran pezza
tenne senz'atto
il
fallace,
e poi
disse Mo che t'argomenti
di ritornare a tua donna verace?
Ed
disse: Se tu te contenti,
far volentier ci che
piace
li
e' le
ti
i'
si
mea
centia
et ait
recede,
carissime,
men, ne gravis
tibi
cammino.
ter
Qui,
decies
ta-
poteris
osculo
repetito,
iter
di-
amoenum.
Ma, compiuto
stito
Rogo
me semper
praesentem.
assurapto, atque
condo
li-
quia
videatur abscessus,
habere
Manca
De
Victoria
li
per
l,
il
iniziali
113
Il
di registrarla
repertorio
d'un
cantastorie.
quello
soliti
non
ma
cur
si
affatto
mirante.
Bruto.
I'
Gismirantk.
che per
I'
li
E' priego
mia volont
voi, signori e
dire.
eh'
bona giente,
possa chiara
i'
mia volunt
dire
I'
forse che
Il
bella.
mai noU'udiste
bella.
non ha neppure
il
principio
perch la fine e
vi dir
buona gente,
canterino
li
il
principio erano
li
prendeva da
altri cantari.
li
Bruto
come
si
libri e
componendo
e, direi
diamo
il
quasi,
vi sorpren-
che
gli
stava innanzi,
il
La verseggiatura
di
questo
lo
il
proclama
il
tale,
Anche
del
Gismirante e l'omissione
Oiornale storico
Sappi,
n 1.
dell'ottava finale.
8
114
LBVl
K.
XIII.
Madonna
Llonessa.
conserva che
49 che
e.
le
il
Fortunatamente
di
M. Lio-
i866
(1).
regina
ma
ella,
imprigionare.
Il re,
folli
Madonna
in punizione
due oncie
di lingua .
marito
si
mette
e,
Capitano, apprende
la
condanna
cammino per
in
innamora della
si
proposte d'amore, lo fa
inflitta al
il
un ricco e
biz-
onori e
si
pone
per definire
compaiono
la
le pi astruse e
il
delicate questioni.
siano
la
dunque
men,
pi
fie
che
la
traendosi dietro
romperai
il
prigioniero
rone
tagliate le
due oncie
Allora
il
nessa, cantare
Dinanzi a
lei
mone
in
e.
re di
il
ed in ogni
dice Salo-
di lingua;
Francia
finto
ma
se
ordina
Salomone parte
citt
accolto con
103-117 6; ed. da C. Gargiolli, Madonna LioXIV, aggiuntavi una novella del Peco-
LXXXIX.
Le
quattro ottave del cod. Kirkup furono edite da M. H. Jackson, Ant. Pucci's
poems
ct.,
in
feste
Roma, ove
torbida; giunge a
clero, poi a
preti,
115
che hanno
consiglia al
Papa
coscienza
la
di riformare
rante
il
ammogliato e se
che
egli desideri
il
matrimonio
il
mette che
s'egli sia
sia sciolto
ma.
in
lo si
Du-
Una
notte
egli
gli dice:
si
il
cammino
il
Guarda se
io
riconoscono,
si
e la vita nell'amore
pi puro e perfetto.
Al cantare
Mad. Lionessa
di
1),
raccostata pi
si
della quale
il
Gorra
volte
una
diede questo
(1)
sunto schematico:
Un
figli,
terzo di
il
ricco,
recarsi a
si
chiama
Ma un
il
due primi
messer Ansaldo,
mette in mare
singolai-e,
seco.
2.
tal
mire
lascia eredi
Venezia presso un
venendo a morte,
Ma
prima che
si
ponga in
letto
vengono
al
giovane
offerti
da due
un narcotico
condo
il
potente.
aver
egli,
se-
costume del paese, perduto ogni suo avere, perch non era riuscito
a far sua la donna. Per questo caso Giannetto non ha pace e tenta altre due
volte la prova, alla fine con
buon
esito, s
si-
(1) E.
1892,
p.
Gorra, Il
240
e segg.
Pecorone
Bologna,
116
B.
LEVI
E.
Ma
un giudeo, che
resi entro
il
una libbra
4.
il
avesse
a Venezia
il
gli
il
si
suo benefattore;
ad ogni costo
sovviene,
il
giorno
fis-
quando
5.
giudeo ha
diritto di fare
il
quanto chiede,
di
una libbra
Il
di carne, o se sparger
il
denaro,
ma
Ansaldo
Giannetto
se egli taglier pi
meno
compenso
l'anello
ha
ch'egli
in
dito, e ottenutolo,
parte.
ma
una goccia
il
si
il
L'argomento
genio
di
di
lite.
novella di
intrecciati
per respingere
gli
l'astuzia
della
donna
il
mi pare che
sia
lopathos (nov.
4*)
e nei Gesta
Romanorum,
(nov. 10*),
due po-
precedono
la novella del
Pecorone e
la
seguono
fino
alla
il
tra-
pre-
denaro e
stito del
cantare
penso
il
di
conseguente obbligazione
teri
il
non
tolta a prestito e
vecchio motivo,
Abbiamo
(1).
Invece nel
inflitto
come com-
resa,
ma come
ci ricorda
non
una somma
117
pena
n come soddi
un discorso
ma non ne ha
che mentre
qualunque parte del corpo, nel cantare essa deve essere tratta
dalla lingua per osservare rigidamente
il
contrappasso
la lingua,
il
infatti in tutti
testi, latini
no-
la
e vol-
si
sangue o
si
ma
a patto che, se
sore.
renza
Non
ne segua
la
v' dubbio
dell'altra, di
origine occidentale.
da scorgersi uno
si
di quegli
diffe-
Mi sembra anzi
at-
(2)
exempla^
romana
E una
credi-
N. Antoogia, 3
(2) K.
Le due leggende
Serie, voi.
del
XXXVm (1892),
Mercante di Venezia
nella
pp. 399-431.
Bonn, 1872,
voi. I, pa-
118
debitore),
est.
LEVI
E.
paries secanto^
si
Anche nell'atteggiamento
pefai
sopra
cantare
ma
ben
vicini al giu-
men,
se fe pi o
la
rom-
il
Jics
legge contro
la
Il
il
creditore,
ma
pu sollevare
egli
principio legale,
si
strictwm e Vaequtas e
l'
la vittoria
(1).
eW aequitas
vono essere
stati
cattedra e negli scritti dei giuristi del Medio evo. L'esempio della
carne e del sangue era gi additato nella legge delle XII tavole:
la novella fosse
gi perfetta.
biblici e
vidersi tra
figlio
il
spurio e
il
leggendari
si
da
di-
Credo dunque
una specie
di
Chiarini, Op.
cit., p.
p.
417.
Trivulz.
Il
Bertoldo
(1911), p. 534.
di G. C. Croce e
119
un debito dianzi
contratto.
la
2"
il
l" il
salomonico dell'oncia di
giudizio
quella sola parte del corpo che ha fallato, cio la lingua che ha
pronunciate alcune
vata nel cantare
jus strictum
il
debito e
il
ferrea logica
del
spetto alle
le quali
folli
la
il
cantare
si
presenta ancor
pii
semplice
una novella
tare da
in cui gi
frammischiati e atteggiati
come
il
Pucci ha tratto
il
can-
il
cantare
ci
mostra, oppure
come
sulla
Ebbe
il
trama
poich
il
di
testi
il
cantare e la lacuna troppo vasta per essere dominata e percorsa dal nostro pensiero.
l'impressione che
il
La
suscita per
parte de-
(XXXIX),
di
XXIX),
di
Roma (XXXVI),
stumi
politici fiorentini.
renze
(ott.
XLI
(ott.
di Fi-
120
LEVI
B.
siastici si
punto debole,
in piedi e
sorgono
l'avarizia,
tare
Anche
il
can-
illumina del
si
Questa comi-
di beffardo scetticismo.
il
il
dato fonda-
virili,
musa
con qualche variante accessoria nel cantare della Regina d'Orientej dove
una fanciulla
ad altre donne.
la testa
sia
il
di fonte scritta di
M. Lionessa
Per
la singolarit
per
la placida
Regina d'OtHente.
arguzia che vi
si
diffonde,
letteratura che
Nel cantare
di
poema
il
M. Lionessa
condannato
alla
della
mezzo
si
Regina d'Oriente.
citano
dei quali
il
molti
nomi
cantastorie
storici
si
si
illudeva
. Il
reo
chiama Capitano;
la
moglie sua, madonna Lionessa di Milano che madre fue d'Az zolino
Romano
Evidentemente
(I, 3).
altri
se
si
allude ad
Ezzelino
non che
la
madre
di Ezzelino
non
si
leggendaria,
ma
assai diversa
orfana, fu affidata a
un
Rimasta
rardo da Camposampiero.
Ma
cilia si
Ezzelino
121
rapi e la diede in
la
monaco; e un
il
mentre Ce-
di,
ri-
(1).
XIV.
La regina
d'Oriente.
quale fu proclamata
fiori
Questo
fior della
in
il
un momento
(2), la
leggenda
, la
di legittimo orgoglio
rimutavano usanze e
il
proclama
{Regina^
dav-
l'artefice stesso
III, 1, 8).
gusti,
si
infatti
mutavano e
mai
Regina d'OiHente
il
si
stanc
di udire
riente e nei suoi libri and ricercando con curiosit sempre viva
e inesausta le mirabili avventure della regina, della segretaria
Berta, della castellana della Spina e del gran balbano
del re
Macometto, Ronciglione.
Guglielmo Libri asser che trs probablement
<ii
d'Oriente est
le plus
Lo
Z.
Regina
pp. 116-149.
la
aggiunge che
Dante
(3).
un
e gli schiavi,
la tragica
Non
errore.
2*
ediz., Firenze,
donna fu celebrata
ait
vi
1897,
nei romanzi
Animi Pucci
fio-
28 Juin 1847,
de la Biblioth. de
ecc.,
M.
le
lundi
voi-
122
E.
LEVI
peich
l'arte del
opere precedenti
si
poeta stesso
agli
Avendomi
un
libro che
cos
Quando
si
(I, 2, i)
ci
richiama
di
compiuti
io,
matura e perch
mi par
leggendo mi
far cantare,
degli altri
il
fiore,
innamorare.
ed aveva gi smessa
l'idea di ci-
gli altri
composta verso
il
richiamano
merazione delle pi celebri donne della leggenda che nel cantare della Sala di Malagigi (1380-1400), in quel
(ott.
XX) dove
medesimo passo
si
pulzella Gaia
la
appresso a
lei
la
Regina d'Oriente.
il
il
il
di
Padova
(1383-84),
si
disse
gari a stampa'',
il
pi antico
Italia .
si
col.
allora
poema
di
assai,
cavalleria
Egli probabilmente
Le
(1).
coverte a scarlatto
, tirate
da ambianti e
il
si
il
mani
le
moltissimi codici,
le chiose e le
le
manni
alla
stampe
cora
si
l'arte ancor bambina della stampa amsempre crescente curiosit popolare. La serie delle
Un
Firenze
Ai manoscritti
1914
nel
prof.
ed
128
(cfr.
si
il
Evidentemente
passo suppone
che qui
il
Pratesi prende
si
alluda a Cleo-
Catalogo della
Augusto Volpini
di
cllez.
p.
CCCLXXXXVII)
110, n.
ora
giungano
le
seguenti
a ciascheduna persona.
La Regina
I.
In Siena,
d' Oriente.
s. a.,
||
Opera
di
185
di [22] carte:
si
ag-
molto esempio
ott.
Ha una
si-
Una
Libro
riente
e la
I
stampa, N.
Dove
Cavalieri
si
tratta
S.,
di
anno V,
p. 72.
molti apparecchi
Le
varianti
II.
|
Storia
n.
della
Trionfi, e Feste
Lucca,
s.
d.,
XXXHI,
nel
124
(II,
E.
LEVI
toscani
contadini
le
campane
band
il
lavoro;
ed altrettanti
e
il
si
un uom
discreto ed
una coppa
d'oro,
Mona Luna
talora a
Guancial d'oro,
recitare a mente
Rosana
Regina d'Oriente.
la
poema
ch'era
il
Pucci,
pre-
il
dice
(I,
ne
gloria.
La leggenda
si
era,
che
la
bella istoria
si
tasia, ch'egli
Due
volte
il
Pucci accenna
gli
diede
nel
'1
libro non
erra...
un libro antico
(IV,
si
sia finora
27. 8).
.34. 6).
(I,
Il
Wesselofsky,
il
(1) A.
lo
stesso
solo stu(1),
sia
inco-
mai
esi-
valore delle
citazioni di Turpino,
e ghiribizzi.
Ma
125
sono spiritosaggini
poema
e la
un
sofio di
da questa confessione:
avendomi
io,
di
un
cos
far cantare,
altri il fiore,
innamorare,
f'
La
libro ,
un
libro classico o
N vedo perch
un
libro romanzesco,
si
debba cer-
pu scomporre
si
si
Roma
Papa perch
al
con
lui in
tristi
una stanza; ma
le
si
difenda da varie
disegni del
dame d'onore
figlio,
chiude
della regina,
una bambina ed
un maschio e
ella
poi lo fa allevare
come
figlia,
tale.
il
neonato
L'imperatore, vo-
La prima notte
singolare
ma
il
di
matrimonio
ella riesce a
im-
per
la delazione
d'una donna,
126
LBVI
E.
un
cortigiano,
getta in
l'avviso
(la
Dio che
le
si
un
ma
un cervo
L'angelo
con-
lo
che bisogna
fa cosi bella
mostra
tra le molte, la
e,
quando
il
Quand'egli poi
di s,
donna
il
si
pone
esercito,
pena
e,
si
ella libera,
corrompere un guar-
va a
Roma
alla corte
Ma
di
re di Francia. Ap-
Maometto e dopo
balbano dei maomettani, accorra nella capitale del regno d'Oriente a porvi lo sgomento e lo scompiglio.
e, all'udire le
Ma
la
regina d'Oriente
ciglione scompare.
Questa a larghissimi
tratti la bizzarra
quale
e persino
il
i
poeta tratta
lettori.
non
ma anche
sottile
con
Santi
come
la
una fanciulla vestita da uomo, presa per tale, costretta a con trarre un matrimonio ed a rivelare
il
il
padre
(1) A.
Wesselofsky, Op.
cit., p.
225.
(1).
La comicit
non
si
127
pregio
il
pi
del
sprigiona
si
dalle
Morgante.
Il
ottave
Regina d'Oriente,
della
romanzo
lo
nome
di
Ragazza guerriera
Una
(1).
quello conosciuto
fanciulla
sembra
gono
il
il
una donna
traveste
del re
per donna.
il
Nella
Ragazza guer-
il
si
si
figlio
riera abbiamo
il
di riconoscerla
ivi
Regina
traveste da
uomo ed
quello che
Una
il
ciulla, travestita
da uomo,
sposa.
Il
innamora
la figlia
del
re,
che
la
finto guerriero si
ma
all'ardente innamorata;
per che
si
il
(1) Se ne
hanno
tre versioni
piemontesi
edite
nello
Litteratur, voi. ITI, n. XII, e infine una albanese ed. da J. G. von Hahn,
Gri'techische
und
e n. CI.
128
LEVI
E.
Le
il
la storia,
si
mente noto
tra noi, le
Metamorfosi
di Ovidio (IX, v.
morte
di
tale.
che ora
alla
le nata,
un maschio e
la fa allevare
in
Ifi
un maschio. E
che l'imbarazzo
(1)
il
diffuso delle
come
allorch queste
il
miracolo di
nasce piuttosto
il
la
tutti, si
sgg.).
la
669 e
aveva minacciata
condanna
Ifi,
Ifi
di Pesto,
Evo
E mi
stori della
nere
ravvicina alla
sembra davvero
si
dalla
lai'ga nel
Medio
ricchezza della
Al tempo del
Pucci
il
volgarizzamento pi
(2).
la
tempo
la
(1) Cfr.
Leipzig, 1861;
296
(2) C.
e segg.
Boma, XI
XIV,
in
Atene
metamorphoseos
Senonch
(1).
129'
la
del cantai-e; e troppo gigantesca sarebbe stata l'opera della fantasia del Pucci, se soltanto da quei pochi e
frammentari elementi
il
poi
uno slancio
Pucci
il
ci
parla di
le
si
si
vuole, quelle
tramutazione dei
Chanson d'Ide
complementi
in
attraversando
sessi,
La Chanson d'Ide
(1) C.
gorie
secondo
Marchesi,
costituisce
Le
l'uno, d'ignota
(4).
si tratta.
allegorie
VI
'
le
Galateia
era
moglie
Larapros;
di
costui
l'aveva
Dopo
svariati
aUe^
da Nl-
minacciata di
'
(1908).
candro.
la
uno dei
(3)
tesori fan-
alla
patria
un poemetto,
troveri ne trassero
et Olive.
ma
il
^,
VII,
in Pacly's Eeal-
cit.
I,
518.
zum Erstenmal
verOffentlicht von
Secondo
V.
delle
risultati
poeta: Esclarmonde,
7644 ( 59-61);
Clarisse
Florent
Chanson de Croissant
dem
Schweigel
la
ricerche dello
et
atis
Max
Schweigel,
Gebiete der
si
devono
Chanson d'Yde
Yde
et
0?ne
(v.
Rom.
al
primo
fino al
7645-8420),
130
una bambina;
la
N'est
Yde decide
hom
m'en puist
vivans, qui
de Pavie,
si
si
la via la
tranne Yde,
mento
di quei ladroni
la
traveste da
colloca
in
e chiede da mangiare.
ma
ella
traire arrier.
Yde
sua
vecchio da
uccisi,
il
figlia la
Leceour pautonnier!
di
il
si
di fuggire e, approfittando
l'arrivo di Desiier
i
muta repentina-
si
Florens a dit:
giorno
la
6505
Ma un
in orrore,
fidanzata; invano
mente
luce
Passano quattordic'anni
alla
mai'ito Florens,
il
et jour
LEVI
K.
presenta a Ottone e
gli
il
ladroni la vo-
della
sua bella
si
accampa
sgomina
di offrire
le
il
sotto
nemico.
a Yde
la
prodigi di valore e
mano
di Olive;
raduna
baroni, annuncia
appena
il
si
supremo momento:
.
7124
lit
131
estoit sespouse
Ma
La bonne
Car jou
7132
Con
la
Jou
mont
larai
mal dont
ai I
gries
con jou be
si
Yde
Ma
alla fine
Yde
uomo, com'ella
brame
sia
ha udito tutto
di Florent e le
un garzone
il
il
bagno
l'artificio del
7204
Et
elle
vint
li
conmande
rois la
[219]
Biax
Yde au
cors molle
me
Et
sii
Li
Je vous
que on
ferai
Yde trambla
ambe
rois
deviset
II embraser
Diu merci
Seignour dist
Fai
il
crie
mand
Olive a souspir
genouillons a
Li
ma
desporth
que conseil
li
escri
me
a cri
dom-s
il
vero
182
E.
LEVI
Devers
le
Au
Oton
roi
Que tu
f^
mande
Jesus te
avaler
le fist
de maist
rois
te baignes et si lai
chou ester
Bon
chevalier a u vassal
Dix
li
Yd
le
garchon dist
angles aler
li
Hui main
iert
7239
rois
dedens
et pOest
En
Et
vostre
fil
fille
...
En
cel
d'Oriente con
cantare
la
III fino
Chanson d'Yde
all'ottava 40
per
il
nuovo venuto,
assortiti,
il
il
et
Olive;
chanson, l'amore
le nozze,
il
dall'ottava 7 del
della principessa
garzone viene
Roma
e d'Oriente
la
donna Berta,
Chanson d'Yde
et Olive la
Non hanno
prima parte
alcun riscontro
(cant.
(e. Ili,
II),
cio
43-50, e IV),
133
re d'Oriente
il
poema
trovino riscontro
ma
Per aprirci
Camilla,
di
la
Regina d'Oriente.
ba qualche notizia
Trecento e
al principio del
Quattrocento
(2).
di poesia (1). Si
Anche Pier
canterino,
si diletta,
al pari del
legge in tre
1,
il
qual
6) dichiara,
genda gi nota
Amideo, re
(I,
2, 4)
ed a quel libro
di Valenza,
si
ha dalla moglie
appella spesso.
Idilia
una
figliuola,
Camilla, che viene allevata con una educazione tutta virile. In-
di
non
ch'ella
sia
pi bella di mene.
mare Camilla e
le dice:
Bella figliuola,
(1) Cfr. F.
simile, fa chia-
NovATi,
Le
i'
ti
cit.,
il
Me-
Laurenz. PI.
CCCLIX,
XLH,
cantari di Amadio].
V. Fiorini,
Lm
28,
Fu
scritto
e.
bella Camilla,
CCXLIII].
134
E, LEVI
Per deludere
tire e si
brame
le
Mambriano; con
latte,
di
di
nome
il
nome
il
quello di
in
Fedele.
La galea approda
indigeno Alfano,
si
Sicura;
all'isola
Bambelina,
figlia del
il
gono a un monastero
namora
anche
dell'irresistibile
ma
e vuole abbracciarlo;
lido,
riprendono
re
come Bambelina,
Amadio; ed anche
ri-
naviganti
badessa,
la
lei
s'
in-
frutto.
si
cipessa splendida
come una
Signori,
il
stella,
libro
stica storia
di
Cambragia
bocca.
pe
dice
nome
il
re Felice.
re.
una
fanta-
a caccia e
il
storia mi
regge a signore
si
e la
Cambragia:
Il
si
capo,
ma
citore otterr la
mano
di
Si bandisce
tutti vestiti di
disse gridando:
io
il
vin-
chd
un torneo
frulla
Trne
carta, notajo,
Il
marchese
di
135
felicit
di
Amadio
un suo nano,
il
il
letto
la verit
e fa bandire:
bagno n'anderemo,
tutti in brigata al
e questa notte si ci
bagneremo.
trae dietro
si
per un angelo
Amadio
in
un bosco
e ivi
si
rivela
inutile riferire
Il
poema
non deriva
riente',
il
che
resto,
Camilla bella
di
si
indovina.
assai
come
Tra
le
premesse e
gli
lo scioglimento,
amori
lunghezza
Regina d'O-
le folle distratte di S.
di
Chanson d'Yde
Ma
et
suscitati dal
dere
la
nella
Ma
lungo.
finto
Amadio
in
quali allontanano
chi
esperimentato di simili
artifici
del racconto.
essenziale,
il
Chanson d'Yde
dunque
Canterino sia
il
fa
credere che
il
libr
186
LEVI
E.
^ioIle in
prosa di quello
Se non che
(1).
alla
da
la
la
composizione della
il
la velleit di
molti partico-
lui introdotti
(2).
Anche
nomi
Spina
(1)
Abbiamo
sione in prosa
Huon de Bordeaux
di
episodi:
rocca della
la
(3), la
e dei relativi
al
Vaulx
de Pierre Ruotte
et
sec.
p. 2),
tradotta alla
XVT. Lo studio
delle propag-
a quella
(2)
verso
cosi
(I,
Vni,
7-8
VI, 2):
eit.,
<
come
tra
uguale a
aUa qnal
La prima
oi
Bruto
il
Salvatore.
gera
condooa
e di
il
ai suoi
due cantari di
Gismirante:
Io prego Cristo
Altissimo Signor,
oonoiede grazia
al
poco ch'io
di-
ohe
mi oonoieda grazia
nella
mente
[scemo
e alla
ohe
Ta
'1
se'
B.
(3)
B. CamiUa,
II, 5,
ij.
dire.
,.
,
{Qtsmtr.. Bruto).
.
CamiUa).
mia volont
1.
fianco
(li
Insomma
al fianco della
tratti di
137
rassomiglianza con
regina d'Oriente.
et Olive
ia
Restano a spiegarsi
hanno riscontro
regina,
in
>eUa
le parti della
Camilla
ffuon de Bordeaux
il
viaggio a
Roma
della
il
parla di
un
sol libro e
donna
non
(cant.
2).
Siccome
il
Pucci
ci
ammet-
al
il
Pucci
si
riferisce, fosse
una
il
libro
Lo
stesso
si
preciso, sebbene sia facile riconoscere la provenienza dei particolari spicciolati e persino dei
(1)
Op.
Un
cit.,
tratti
ma
incidentali
(1).
il
Quando
Wesselopsky,
disse:
va a
gittare,
138
LEVI
B.
il
un beveraggio
fatato
egli si
addormenta
Blois, Parthenopeus,
modo
In
48-49).
Ili,
simile, nel
quando ritornato a
Parthenopeus de
Blois, per
un certo
si
boit tant
qu'il en
dioendo
<
l'alta reina
si
bittrn
si
quando Erico
di Svezia
Dio di dargli
il
uomo
Erico un fusto
parole:
colle
vol nell'aria
al
Odino
vi
ha
tutti.
disopra dell'oste
sua strage.
che
feciali
Il
simile
romani dichiaravano
si
la
si
sopra
gittato
fatto questo,
una lancia
rando
dardo
primo
Appena
il
il
cos la
ma
canna, ammaestrando a
di
a Thoro,
di alta statura,
le
teste dei
.
Il
hastam
le
opere
Ecco perch
lo studio della
che ha di fantasioso
e poetico,
ma
139
a esgarde
Sa mre entent
et son
tant
le
la parole
semblant
demaine
qu'il afole;
Mie
la
qu'il la requiert de
folie...
la
magnificenza sfar-
tipi,
roni di
Forse
Maometto
bonsi (1346).
tato
Libro d'oltremare
Ma
io
semplicemente
di
trasferire
si
il
il
fa
un luogo
diletto
siccome
s'
una che
fa del
al
di delizie,
pensare
...
come po-
Niccol da Poggi-
di frate
che
ba-
la fantasia del
trebbe essere
delle
mondo
paradiso
d'O.,
I,
4-8).
140
LITI
X.
montagna e degli
assassini
e del
mondo
del
diso
(1).
perci
di belle
il fece,
miele e di vino
[Gli giovani]
radiso.
...
veramente
si
lo pa-
queste
Intorno alla ricca materia degli influssi del Milione sulla leg-
impormi
il
ma
qui io voglio
non
soglio .
XV.
Madonna
Questo cantare
si
tata
Ariodante e Ginevra
Nel mese
di
una
di
italiani,
XXX),
e seg.
p.
36
consacrazione del-
qW Orlando Furioso,
solito
tenere corte
di
la
bandita. Durante
voi.
l'arte nell'episodio di
(1)
Elena.
ti testo
della
Crusca
reintegrato con
moglie
si
Ruggero
Mompellier naturalmente
mondo. E
mente
Ma
non
infatti
si
madonna
bella di
(2).
(1)
di
come
si
lezze di
il
il
suo volere
di
di
141
visto,
lei
il
re fa esporre
cit.,
nuda
la
Un
vanto simile
si
le bel-
ha
ma
Liombruno:
40
in sa la sala
41
Chi
si
Se non che
le
Liombruno abbia
e delle rime,
di
tinto
cantare:
at-
'1
vanto provasse
IO
e ohi d'esser
(2)
Amerigo
di
Narbona
2,
Le
uno dei personaggi del ciclo di leggende comGautier, Les popes fran-
intitolato
appunto
cit., p.
Americo di Narbona
130.
Un
(cod.
cantare del
sec.
XIV
Il
142
LEVI
E.
si
offre di
darne
madonna
le
prove entro
gioielli e
un ve-
ot-
madonna Elena e
ma anche un
della
dama.
Il
anello e
perfido Guarnieri d ad
Carlomagno tutte
trionfante, arreca a
le gioie
le guai-die,
un fiume e per
la
citt, vi
uccide persino
madonna
Elena.
Ma
uccide uo-
Elena cade
in
al
vendetta
di
quei misfatti
e,
impavida donna
si
fa
colle
armi
nieri
alla
egli
e abbattuto. Elena
fessa
il
La
traditore.
Invano Guar-
alla gola;
la
Ma
Elena
gli
di-
spada
gli colla
un
figli,
lo fa rintracciare, lo ri-
perdona.
menti sono
canti.
trasferiti dal
Parigi, in
mondo
una brigata
di
gli
avveni-
da Piacenza scommette
di
di
143
si
le
si
Ma
fare uccidere la
ella
sicch Bernab
lei;
Genova per
casa,
la
marito
al
tradimento e la
il
di essa deriva
il
pi celebre degli
svolgimenti artistici del vecchio motivo leggendario, la romanzesca e fantasiosa tragedia di Cymbeline di Shakespeare
Un
pu additarsi nel
gi'azioso
(1) Cfr. E.
(1).
leggenda
XIII
sec.
(2).
Du-
Roman
(2)
sicle,
en
vers,
du XIII*
fois d'aprs
deui
Se ne fece una
des
Intorno
(1824).
il
all'origine del
romanzo
Halle,
1882;
Comte de
il
Boffum
la fonte del
Roman
de la Violette
(scritto
1225 e
il
lento,
Euriantesage ,
and the originai Dialect, Baltimore, Furst, 1904; Idem, The source
roman de la Violette, nella Romanie Review, voi. IV (1913), pa-
scripts
of
d.
la Violette,
il
composto evidentemente per una societ primitiva. Le pi notevoli vail romanzo della Violetta presenta rispetto al Comte de Poitiers,
riet che
sono
il
appunto
da quel
fiore,
e la
(il
fiore), il titolo,
frequente citazione
si riallaccia al Roman de la Rose ou de Guillaume de Dole (p. d'aprs le ms. du Vatican p. G. Servois, Socit des A. T. F.,
1893). Il romanzo della Rose fu composto verso il 1200. Insomma il BoflFum
1
144
K.
lo
il
amie Euriante
LEVI
contraddice e allora
si
propone che se
vece
dovr cedere
al
competitore la
un
forellino,
di questa
ma
uccidere Euriante,
come Ruggieri
alla fine,
dopo
Nel Quattrocento
la novella della
Justa Victoria
(1).
cantare di M. Elena;
il
suo
vi
perfido
delitto.
un lungo racconto
L'argomento essenziale
ma
il
scommessa fu narrata
intito-
lo stesso del
donna calunniata
sua fulgidezza e
lato
Forte
nocenza
ma non
molto
(2).
Il
ribadisce
il
breve,
C. de Poitters,
il
est
une ceuvre
il
quale
poemetto pi
il
charme
singulire, pleine de
et de
est
ce
une ceuvre
que
(1)
La
le
di
1871, voi. n, p.
(2)
La
sul
ital.
la
codice
autografo
in prosa, Livorno,
1.
Jju re di Spagna,
La
TozzETTi, Cantare di
Ervbianca,
Madonna Elena
imperatiice,
Livorno, 1880
(nozze
Ma
145
secoli,
da Gaston Paris
(1).
La forma primitiva del mito deve essere quel racconto brutale, violento
timenti e le
sen-
due uomini
uno
di essi
mano
il
aveva detto
aver mutilati,
di
dito o la
lo
braccio,
il
ma
confonde e
lo
che
seduttore
il
poema
testi
bizan-
donna
convince.
la
un
Il
Paris crede
sia
venuto
al-
societ
raccontano
le
che
di
una
umanit
la
donna
si
serva. Questa
all'
ancella,
la
(1)
non pu essere
G. Paris,
Le
stata
cycle de la
Gageure
nella
la
gine 481 e segg. Sono lezioni tenute al Collge de Prance, trascritte e riordinate da J. Bdier.
voro
col
di studi
titolo:
critici,
Le
Il
conte de la Gageure
ed. in onore
di
si
GHornale storico
Sappi,
n l.
10
140
K.
LEVI
culto e
il
il
persino l'onore
donna erano
rispetto della
il
concetto
dell'
uguaglianza fonda-
tratti pi brutali
e crudeli di quel
queir infelice
come prova
sostitu,
si
so-
si
mutilazione di
alla
della seduzione,
l'
indica-
ri-
E con
ci
mento
di sangue.
l'albero prodigioso
della leggenda
impenetrabile, intricata;
folta,
Il
rami
n sempre
Paris distingue
ha a fondamento
essa.
la sostituzione dell'ancella
La seconda
(B),
la
che
la
la
mutilazione di
quale
il
di asserire
cosa
non vera. Nella terza (C) l'eroina non ha parte alcuna nel
riconoscimento della sua
innocenza.
menzogna e
sulla
di
si
strappare
il
caso,
delitti.
Al gruppo
probabilmente
dianzi iniziava
si
non
di origine francese,
il
racconto
ne sono
ha pi
si
testi
Nell'una,
la sfida,
memorabili
il
media Eufemia
Un
di
Roman
la
com-
Lope de Rueda.
liane,
si
ha sempre
Mon-
Qui
che
Pianella
di
ma
la
la sfida iniziale
Domenico Batacchi.
donna, che
la so-
un oggetto che
suo nemico, un guanto, una
147
la
menzogna
del
paio con
un
millantatore presenta al re
fa
pantofola,
nella, e
accusa di furto
il
il
una
una
sol
volta,
la
pia-
tamente
italiana.
La novella
II,
9)
non
riconnette ne
si
ma forma un gruppo
italiana perduta, di
si
una novella
steriore al 1252.
Un
tare di
M. Elena, che ha
suo buon
il
occupa
diritto, si
sfida,
candi-
donna calunniata, da
la
il
che non
il
re,
suo
vile calunniatore.
russe ed ebraico-tedesche
tiene
il
verso
il
1380, e
Le roi Flore
I
un
altro gruppo,
il
romanzo piccardo-vallone
quale appar-
et la belle Jehanne.
costi-
In
la
soli
al
tuiscono da
essi,
il
il
la fortuna
che ne
traditore e ne affretta
castigo.
Insomma, attraverso
148
LEVI
E.
noi assistiamo
tastiche dell'Europa,
lenta purificazione di
alla
La
giunge
l'
ci
viene su
Il
ma
mente
come
si
visto
al
ha nelle
si
pi puro Trecento.
ott. 9-10,
(1),
Una prova
Liom-
bruno.
nieri,
al
Amerigo
Paris che
di
il
provenzale,
cese
conoscere
il
mondo borghese
un colore
Si noti
imperahHce, mentre
il
cantare ha
il
di imperatrici
titolo di
di
mondo
locale pi
po-
volutamente trasferita
per dare
cavalleresco provenzale,
Ma
pi.
il
l'azione dal
inte-
romanzi
al pubblico.
Madonna Elena
messo
in fronte al can-
appunto quella
notare
il
di
Paris,
est appele
Elena,
mcaniquement imperatrice
(1)
Cod.
CCXm,
e.
CLX
(2) G. Paris,
Le
pi
cycle de la
diffusi
Crogeure
cit., p.
526
n.
Uno
Leg-
genda
si
Comun.
(2).
136.
polari italiani
della Bibliot.
gi ebbe a
di S.
149
XVI.
Gerbino.
L'argomento del cantare
della quarta giornata del
glielmo
II
re di Sicilia,
re di Tunisi, e le
danzata
si
di
manda doni
e messaggi;
ma
ella
viene
fi-
al re di
lui, il
le
tura, si apposta
la
Ma
la
II
sicurt per
sua disavven-
Sardegna per
nemico
si
la
sua spada.
Ma
il
Neppure uno
re di Tunisi
il
furore
mand
subito un'ambasceria al
Il
dannare a morte
La
fatto
nipote Gerbino.
il
la
S.
Michele in Normandia
geberto di Gemblours
(1)
(1):
ed. L. C.
150
LEVI
E.
[Anno 1174]
in uxorem.
Quam
cum
saum; unde
quam
duas
est
civi-
non
vera, almeno era largamente diffusa e accolta per vera nel secolo XII. Al racconto del
altro
che l'amore
di
elemento essenziale,
la
caccio e secondo
manni
Cantare di Gerbino
il
la
il
Boccaccio
Secondo
il
Boc-
trasfigurata
Gerbino
Guglielmo
al padre,
ivi
il
non sorella
fu in realt zia e
Ma Costanza
di
Non
il
anche
in
Toscana
(1).
nome
Monte
S. Michele:
glielmo,
l'ai-niata siciliana
re saraceno.
Ma
tando che
Almohade
di
ai
del
di
nega fede
(2),
al racconto del
e in
monaco
Abn Jakb
Gu-
quale gli aveva rimandata libera una sua figliuola, presa dal-
il
l'
sopra un legno
il
fine del
Affrica e Zawila;
il
almohade, che
la
conduceva sposa a un
due citt
il
Un
Cerbinus
filius
Tencini
pel quale
documenti
si
resero
mallevadori Dante
fiorentini del 31
marzo
1-300 e
Lombardia gi entra a
Tra
gnoni che
si
151
radunano intorno
gli allegi
compa-
il
compare
, tristo
bon Gierbino ;
di
madonna Ma-
ncuora
119
lassa a
dona Malanconia
Nel
ver
Zerbino,
lo molino...
il
cantare
Il
Gerbino
al secolo
(2).
XIV, du-
bitava che esso potesse essere una delle fonti della novella del
si
si
il
quale pu es-
trova in rima
del 2
marzo 1301
S.
cfr.
di Francesco Alighieri,
voi.
XIV,
(1) Cfr.
p.
(2)
ma
e
Monna
ma
ma
del
poi, per
di
re
cade prigioniero
fa
fermare la
del carnefice e stabilisce di non opporsi pi alle nozze dei due amanti,
Gerbino ed Erbele;
ormai ha gi bevuto
mennone,
ma
il
il
ecc.,
Napoli,
di F.
le
morte Gerbino,
mano
morte
vi
127.
ed profondamente
uccisa,
per
Debenedetti,
in BuJlett.
E. Levi, Zaffarino e
lettino critico
si
ma
152
LEVI
K.
nome
data di anno, n
invece certamente
luogo o stampatore
di
Lami
Il
(1).
il
si
JDecamerone, e che
lo
al
Ma
novella boccaccesca.
dopo
le
fiorentino.
stile
dai
del
fatti,
vecchio erudito
il
dalla
di
solito
versi
Arme,
st.
LUI,
e'
lusso
il
un rimaneggiatore,
Scop-
si
Uno,
al castello di Frassi-
arma
fosse ridotta
campagne e
si
'
balestra
tremare
(1)
col.
perch
',
il
N mi
e.
legni sull'acqua
'
La balestra non
'
che
fa fracasso e
MDCCLV,
fa
il
tomo XVI,
si
verso parla di
'.
manegle citt
380
Intorno
e seg.
Non
se
alle
stampe
ne conoscono
forse
La
Cerbino
cfr.
manoscritti;
il
Fiore di leggende
cit.,
di
letter.,
disp.
XXV.
Borghini,
a.
II, p.
236.
ma
arme,
153
lieve.
li
nel verso
scoppietti e priete
il
il
An-
anzi,
in ottava
modello
8), le tirate
di quelli
di
come Vardere
retoriche,
e assi-
giuochi di pa-
Serafino Aquilano,
come
il
Amore amaro, oh
L'invocazione alle
Muse
lasso!,
(I,
1),
i'
moro,
simo.
m'ero...
mi-
tologiche rivelano
daano
i'
il
al
Le enumerazioni
di
amanti celebri
come, per
es., nell'ott.
...
LXXVIII:
quecento;
cfr.
e nei primi
del Cin-
voi. I,
pag. 539.
(2)
Un
secentista precoce
definito l'Altissimo
da R. Renier, Stram-
{Rarit bibliografiche e
154
E.
LBVI
aceri...
es.,
una
perdo
e' passi, el
mi
ossa,
nervi
Anche
la
rima
Eco:
falsa
strambotto dell'Altissimo
Non
stecco,
LXXX),
quale in uno
tal
(2).
vi
si ti-ova
gende
S.
cantavano in
si
fiore
della
forti
poesia leggendaria.
di
gomito
alle
nell'ott.
Amor
...
...
LXXXV,
vv.
m'accenna
(1) St.
XI
(2) Str.
Vn (ediz. Renier,
p. vi).
Donna
del Vergi
(I)
gloriosa,
155
vergine pulzella,
i'
e dire 'n
E la sorpresa s accresce, quando riudiamo ai tempi del Bojardo e dell'Ariosto, squillare ancora, come sul bronzo d'una
campana
secolare,
il
Donna
nell'ott.
XGVI
magnanimo
del cantare di
el giustiziere
CerMno:
men...
e dallo
La vecchia leggenda ha
la
vita tenace e
morire.
XVII.
Conclusione.
Lasst aUe Vlker unter gleiohem Himmel
Sich gleioher Gabe wohlgemuth erfreaen.
GOKTHE.
Le numerose
luce tra
il
1860 e
il
1880,
Lo studio
non avevano
dell'antica
uno
letteratura era
puramente
che in
esempio
agli scrittori
testi antichi
moderni e che
dovessero servire
la lingua del
Trecento
156
LEVI
B.
tempo
in cui fu
quegli nomini
si
il
valore
d'
un
libro
dipendesse dal
scrittore),
incontravano.
tutto quello
Insomma
amavano
essi
di
nella
morto e
e non
di sorpassato
libri antichi
che
letteratura antica
recano
di ve-
gende, dei sogni e dei miti che popolarono per tanti secoli la
fantasia degli
uomini.
che andavano in
filologi
visibilio
da-
si
medie-
la letteratura
dovevano adattare
si
inte-
alla necessit
tichi
mente
il
come ho
la luce
in
gli
an-
valore,
mentre ricomponendo
si
rende loro
la
cantari
religiosi, noi
cantari ciclici,
tutto
il
cantari classici
sott' occhio, in
ed
affetti secolari.
La pubblicazione
che
il
altra
come
si
Del
il
in
tempo
;5fc.-
157
belli,
(1)
lo disse,
:
in
leiten,
alle streiten,
Una
in verschiednen Zungen.
classico e
il
il
il
romanzo bizan-
una
Poesie erklungen,
nun
il
mondo
Sinn,
mazione
tino,
Einem
La poesia
come
con
da mille
sorilievi provenienti
sciamo benissimo
classici
ma
forma e
la
l'arte di
Noi ricono-
che ne
risulta,
nuova,
La leggenda
del
zione. Crollano e
si
sbriciolano
in forma-
rovina
si
ricercano,
si
adattano e
si
compongono insieme
di-
Soltanto
quando
le
W.
tardi,
giovani nazioni
chiati nell'arte
(1) A.
pi
assai
caratteri
compiacquero
di
vedere rispec-
und Portugiesischer
}58
LEVI
B.
si
altri,
dei franchi
Da
brama
di scoprire
manze
Anche
(i).
l'arte
origini
le
nazionali
quella
impadronirsi con
di
avi
degli
studi
gli
medio evo
vita al
Hugo porgeva
gli
Mentre Oltralpe
cosi
secoli.
dividevano
si
spoglie e
rimaneva indifferente e
le
territori
inattiva.
(1) Cfr.
le
scalmane e
si
il
mezzo
si
mirando pi
della
ai
dell'Ariosto.
Ma
il
siero,
limpido
Terrario pubblic la
e infine, che nel 18.30
alle oscure
Foscolo compose
mai po-
capolavori meditati
Rinascita, che
und
Antonio Panizzi
PJiilologie
le
fece, lo
della
letteratura,
comune retaggio
il
quasi
nostro orizzonte
Grimm
uomini
poesia medievale,
si
applaudirono a quell'usurpazione
la
159
(1).
popolarono
la
upupe e
gufi.
da un equivoco,
Dettata
la
Lo
quando
romanticismo
ed
finita,
amore appassionato
ma non
Per questo
io vorrei
che
la
mia parola
fosse in questo
mo-
una campana
corteo prodigioso
delle
d'Italia.
Ezio Levi.
(1)
nostri facili
Lady Godiva
si
una nostra
caratteristici
della
leg-
leggenda
160
S.
LBTI
APPENDICE
AL CAP.
Un
II
(I cantastorie).
comune
Antonio da Verona.
di
XIV.
et singalis,
vota successus.
Cum
infnitas artes
partem utilitatem
fore necessarias,
omnibus prosperitateni ac
comunem modura
quam
dispositio
deceat offerantur,
diores
evexit,
cum
aliis
crescentibus
nisi
in-
provident, circumvolitan-
tar-
utiles red-
melos tum
audiretur.
precipue
quod ipsorum
tali
ad
felices
ore,
tum
fi
161
virum
manuum magicarum
rimum
rei
Et ob
Anthonium de Verona,
celeritate,
et
New
(Il bel
guide
lo
in
Gherardino).
virum equidem
recondit, frustrantem
AL CAP.
La
indignum
illusionura
annotari.
Jmius
familiariuni
cetui
Ex quo
convertantur.
artis ludicre
Anna Hunt
Bil-
Romances,
di Alcal
de Henares, 1518.
cusc z wiehii XII; streszczenic, rozMr i ohjasnienie, Cracovia, 1901 [Bollettino dell' Accad. delle Scienze di Cracovia,
n. XVIII]. Secondo queste ricerche il poemetto francese sarebbe
stato composto a Blois nel 1153; ma W. Foerster ha dimostrate infondate quelle asserzioni; cfr. Litteraturblatt fir
und ronum. Philologie, voi. XXIII (1902), pp. 28-33.
Giornale storico
- Suppl.
n" 16.
germ,
"
162
LEVI
E.
Alla
leggenda
l'Ariosto
(ott. 20),
nei
di
Cinqite
poi l'A q
anche l'amica
u i 1 i n a e poi
Montana
poi la
la
Enumerando
Canti.
l'Ariosto ricorda
di
la Silvanella,
Fata Bianca
e la
Bruna
sorella...
Ofr. L.
Il
nome
di
Liombruno
de'
alla
Ludwig Tieck,
(elesse
AL CAP.
GXLVII).
la
d'Oriente).
(I,
ott.
30). L'
163
disseli:
Tu
hai molto
fallito,
Infatti
il
Roma
medievale
esso giganteggiava
argomento
di favo-
Le famiglie magnatizie se ne disputarono il possesso, poich dall'alto di quelle mura ciclopiche si dominava
l'immensa distesa di Roma. La torre, che ancor oggi ci appare
una mole gigantesca, era nel medio evo assai pi colossale;
essa fu mozzata da un terremoto nel 1348. Anche nel cantare
lose istorie .
di
Florio e Biancifiore
cantare di Florio
107 e sgg.
Oiornale storico
(st. 3*).
Cfr.
66 e 245.
Sappi, n 1.
11*
I,
iisriDioi
1.
i'
me ora
Intendete
tagna
r pnego
tutti quanti.
!>.
cant. 1 e
Iddio che 'nfino a qui m'ha dato, Reg. d'Oriente, cant. 8".
Lo
re
Art
Ges
O
O
Cristo, figliuol di
Donna
cant.
l**.
del Vergili.
padre, o
figlio,
stai,
Liombruno, cant.
1>.
2<*.
(1)
Bruto di Bret-
(1).
16()
B.
LEVI
Indice analitico
2.
^^\
Andrea Cappellano.
Liber che
del Liber
Versioni italiane
di Bruto, 103.
19.
Apugliese;
cfr.
Ruggieri.
cit.
82
dall'Ariosto nei
e segg.
Nov. IV.
5, p. 74.
(da) Francesco, 9.
Bel Gherardino, 26 e
sgg.; data,
27
autore, 28
argom., 29.
Bella Camilla, origine, 133; fonte, 137; imitazione dei cantari del Pucci, 136.
Bellicies,
innamorata
Boccaccio:
Corfeamo
nel
cantari, 4.
Decamer.,
cita
il
II. 9;
p.
69; IV. 4,
p.
149; IV.
9, p. 70.
Bologna:
vi
si
5.
(1) Il
nnm. ndica
la pagina.
Ravignana, 6; e nella
167
Casa:
(de')
il
103
e sgg.; fonte,
113; ottava
di Gfismirante,
112.
finale,
litratto di Raffaello
una rappresentazione
(n.XVI)
cfr.
Leggenda.
Vergy, 62.
Davanzino
di Giovanni, proprietario di
Drusolina
storia di
un codice
al Gibello, 86.
Fioravante: Libro
Firenze:
Liombruno
in
una
cit.
in
Liambruno, 57.
poesia, 52.
di,
1, 2,
di L. Tieck, 162.
de), 85.
Romanonim,
58, 61
18.
data, 61
il
Giovanni
di Giorgio,
18.
Godiva (Lady), 96
e sgg.
168
LBVI
B.
Grimra
Griselda
(Fratelli),
cfr.
60.
Guglielmo d'Oringa,
8.
Huon
Me
de Bordeaux, 129.
et
Olive (chanson
milla,
d'),
fonte
della
Regina d'Oriente
della Bella
Ca-
129.
italiane, 84.
Graelent, fonte del Bel Gherard., 30; e della Pulzella gaia, 39.
finale,
39;
41
liere del
e sgg.; di
riera,
127
iberiche, 161
font*
di
98; del
ital.,
di
Cava-
Lady Godiva, 96
ragazza
della
guer-
Liombnino, argom.
M.
nelle
tradizioni
XVI-XIX, 52
popolari
e 162
le
italiane. i>l;
ottave 40-41
Elena, 141.
Lionessa, 114.
Lope de Vega,
Lucca:
da Lucca,
Malagigi:
cfr.
Mambriano,
Marco
de Murcia, 86.
Sala
di.
bello, scudiero di
de Blois, 29.
Margherita di Navarra, nov.
Maria
di Francia,
24
LXX
e sgg.; cfr.
lVHeptame'ron, 74.
Lais.
amante
di
Napoli:
Narbona: allusione
169
M.
Elena, 141.
Ottaviano
v.
Leggenda.
Ovidio: episodio delle Metani, che ha riscontro nelle leggende italiane, 128.
tragedia, 151.
Perugia:
Pier Canterino (Pietro di Viviano da Strove), 14; aut. della J5eZ7a Camilla, 133.
Pisa: giuUeria a
P., 15;
Pucino da
P.,
15.
Comte de (roman
du), 143.
Pome
Fontano,
3,
72.
17.
cit.
nella <Sa7a
di Malagigi, 37.
Romano
Bose (roman de
la)
cita la
donna
del Verziere, 71
Pulzella gaia e
170
LEVI
E.
Shakespeare: Cym6e?ew e
le
Mer-
Siena: giuUeria
Tavola Ritonda:
Trebtsonna
(la
Tristano ricerca
sm irante,
dramma
la
43.
98.
riccard. riferisce la
(il)
vi ricordata la
Vanto
(il)
Vergi.
La donna
(del),
valdostana del
Verino Michele,
sec.
XIV,
cantare di Cerhino,
Cfr. la Chasteaine de
155; novella
Vergy.
giullare, 160.
2.
Viviano
80.
la),
Pietro;
cfr.
Amadio
nella Bella
Camilla, 134.
143.
Pier Canterino.
Westminster
Wurzburg
(di)
Matteo, 97.
del
8.
I.
S.
8.
IL
donna
del Vergi
XVI
(Messer
XIV
se-
4.
1.
Introduzione
171
PQ
4001
G53
CheckOut Receipt
^18/02/04
03:07
pm
Xv\:
W-
\::^K
'im
f^
;-is'.,:;,
-j.
JJ&.S
mm