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Nel grembo di una donna

di Francesca Giordano

Silvia Budri

“In quel tempo l’angelo Gabriele fu inviato


da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nazareth, ad una Vergine promessa ad un
uomo di nome Giuseppe, della casa di
Davide. Il nome della Vergine era Maria.
Quella Vergine ero io.
L’angelo essendo entrato da me mi disse:
„Ave o piena di grazia, il Signore è con te“.
Turbata a queste parole, mi domandavo che
cosa significasse questo saluto. Ma l’angelo
mi disse: „Non temere Maria perché tu hai
trovato grazia davanti a Dio. Ecco tu
concepirai nel tuo grembo e darai alla luce
un figlio e gli porrai nome Gesu’, ed egli
sarà il figlio dell’Altissimo“
Allora io dissi all’angelo: „Ecco l’ancella
del Signore: si faccia in me secondo la tua
parola“.
Silvia Budri: Primo quadro

Poi l’Angelo partì da me.

Sono sola adesso. Sola con il Solo.


Non c’è più nessun altro. Gesù!
Tu . In me.
Io. In Te.

Non c’è più niente. In un momento tutto


è sparito. La mia storia comincia oggi.
Non ho passato. Non ho identità. Gesù!
Tutto il mio futuro, tutto quello che
avevo programmato. La vita che avevo
pensato di donargli. Io a Lui… E’ Lui
che la dà a me. La Vita: Gesù!

Ero una ragazza di Nazareth, promessa


sposa di un uomo di nome Giuseppe. Ma
ora… ora sono… ora io sono un piccolo
nulla. Tu Dio sei il mio tutto. Io sono un
granello della polvere del deserto.
Eppure Tu sei venuto qui ed il mio nulla
è diventato il Paradiso del nostro primo
incontro.
Ho detto „Eccomi“… a chi? Al mio
Signore?
A chi ho detto “sì“, all’Eterno?
A chi „sia fatto come dici“,
all‘Onipotente?
Io ho risposto a Te, mio Dio! Tu hai
chiesto a me? E chi sono io perché Tu te
ne curi?

Eppure così il Creatore mi ha guardata


… il cuore scoppia di gioia, ma Lui mi
dice: „Vieni mia tutta bella, bellissima
tra le donne“. Il Signore dell’Universo
mi ha scelta. La mente si perde. Ma la
sua sinistra è già sotto il mio capo, la sua
destra mi cinge e mi sostiene.
L’Altissimo si è chinato su di me, mi ha
coperto con la sua ombra. L’anima
vacilla, credo che morirò, ma lui mi dice
– „Tu mi hai rapito il cuore con un solo
sguardo“ - Ed ecco mi riempie di
Amore: Gesù!

Cos’è questo amore che sento nascere


dentro di me? È Pace, luce, fortezza,
sapienza, fiducia. È Gesù!
Come riuscirò a contenere tutto questo?
Come riuscirò a contenere l’infinito?
Io, il niente. Io, la Madre del Figlio di
Dio. Amare, amare sempre, amare tutti.
Solo questo ormai posso fare.
Perché adesso Dio è venuto ad abitare
dentro di me ed ora so che Dio è amore.
Ho chiesto al mio Sposo che nessuna
anima mi sfiori più invano.
Sono una porta che porta a Gesù.
L‘ho stretto fortemente e non lo lascerò.

Un sole si è acceso. Un sole che splende,


scalda, irradia potente su tutto, su tutti.
È un Fuoco che brucia. Un roveto
ardente di amore. Una passione per il
mio Signore, per Gesù, per ogni uomo,
per ogni donna che incontro.
Amare, amare sempre, amare tutti.
Am…
…Giuseppe! Devo cercare Giuseppe.
Giuseppe caro. Il compagno mio terreno.
Dopo il mio Signore, l’affetto più
grande. L’altra metà dell’anima mia.
Giuseppe capirà, crederà. Saremo la
famiglia Santa di Gesù.
Silvia Budri: Secondo quadro

Sono partita in fretta. Ho lasciato


Nazareth. Così ha voluto anche
Giuseppe.

E’ un viaggio lungo e freddo. Una salita


verso la montagna. Una difficile
conquista del mistero. La mia montagna.
Il mio mistero. Ci giro intorno ma ho
l’impressione di non riuscire a capire
ancora tutto. Troppo grande, troppo
grande. Un po‘ alla volta.
Ripenso alle parole dell'angelo: „Non
temere“. E allora...Un po’ alla volta.
Salirò un po’ alla volta. La tua parola
Signore, sia lampada al mio passo.

Mi tornano in mente gli sguardi della


mia gente. Non hanno capito.
Mi torna in mente l’espressione di
Giuseppe. Non ha capito. Neanche lui.
Mi guardava come uno che mi vede per
la prima volta. Non mi riconosceva.

Ho tentato di parlargli, ho tentato di


comunicargli la grande speranza della
mia, della nostra chiamata. Ho chiesto
un segno. E il Signore ha mandato una
stella. Una stella speciale. Sono corsa da
Giuseppe, l’ ho preso per mano, l’ ho
portato fuori dal villaggio, e gli ho detto
“Guarda! Perché mi dici che si è spenta
l’alba di domani? Non vedi la stella di
questa notte chiara?“

Giuseppe ha fissato a lungo il cielo con


me. In silenzio. Ma non guardava la
cométa. Guardava la notte. “Stende il
Cielo come un velo - mi ha detto - Dio
alle volte stende il cielo come un velo.
Un velo oscuro, indecifrabile,
imperscrutabile”. Poi è tornato in
silenzio.
Ho capito. Non ce l’ ha fatta. Ma non ha
smesso di volermi bene. Anche dopo,
quando mi ha comunicato la sua
decisione; ha rotto il fidanzamento e mi
allontana in segreto. Ma la sua
determinazione ha più il sapore di una
resa che di un ripudio.
È buono Giuseppe. È giusto.

L’ho perso. Lo abbiamo perso, mio dio?


Quale dolore…
Ho detto allo Sposo: „a Te si stringe
l’anima mia“.
Poi l’ho pregato di consolare Giuseppe.
Di togliere il velo da sopra i suoi occhi.
E di non farlo allontanare da me. E da
Gesù.
Non smetto di sperare. Il mio diletto mi
esaudirà. Giuseppe vedrà.

Un passo dopo l’altro. È sempre freddo.


Sempre notte. Su questo percorso
imprevisto e impervio. Un fuori sentiero
sassoso e a tratti pericoloso. Ma è una
fatica possibile. La faccio con il mio
Gesù. Questo conta. Essere insieme.

Mi tornano in mente una ad una le


parole dell’Angelo. Capirò a poco a
poco.
Mi metto ad adorare Gesù, dentro di me.
Un passo dopo l’altro ed ogni passo è
una scoperta.
Ogni passo Gesù mi spiega qualcosa.
Mio figlio, il mio maestro. Qualcuno
parla al mio cuore. Capisco meglio le
scritture adesso, una luce di salvezza
squarcia le tenebre della nostra storia e
brilla sopra le guerre, le schiavitù, le
carestie, sopra il terrore, sopra la morte.
-Sono il tempio di Dio. Sono l’arca della
nuova alleanza-
Vedo, un po‘ alla volta, come tutta la
storia ha atteso fin qui. Non solo il
disegno di Dio su di me, ma su tutti
quelli che amo, sul mio popolo,
sull’umanità intera.
Ho visto tutte le generezioni passate e
future. Ho visto la Salvezza e la
misericordia di Dio. Un’era nuova si
apre: l’Emanuele, il Dio con noi.

Forse Elisabetta. Lei forse mi capirà.

Silvia Budri: Terzo Quadro

Sto arrivando da Elisabetta, piena di


gioia, glorificando intimamente Dio. Ho
voglia di gridarlo dai tetti. Ma non lo
farò.
L’importante è custodire la Vita.
L’importante è questa vita interiore che
produce amore. Nient’altro importa, solo
amare.

Andrò da Elisabetta: non per parlare ma


per ascoltare. A chi avrà potuto dire
della sua maternità straordinaria?
Sto arrivando Elisabetta, lo racconterai a
me.
Andrò da lei non per essere consolata
ma per consolare.
Non le dirò di Giuseppe. Zaccaria, suo
marito, è rimasto incredulo e non parla
più. Sto arrivando Elisabetta, non per
essere amata, ma per amare.

„Ti saluto Elisabetta“…


Ero appena entrata in casa sua. Non
avevo avuto il tempo ancora di dirle
nulla. Non ci eravamo ancora guardate
negli occhi. Solo la voce. Aveva sentito
solo la mia voce. Solo il mio saluto. Un
saluto comune, parole semplici, sentite
tante volte. Ma Elisabetta ha capito
subito. Qualcosa si è mosso dentro di lei.
Ha sussultato davanti a me. La gioia l’
ha invasa e la mia gioia si è riversata su
di lei, come un vaso aperto e
comunicante.

„A che debbo che la madre del mio


Signore venga a me?“
Così mi ha accolto. Io di lei sapevo
perché l’angelo me lo aveva annunciato.
Ma lei come sapeva di me? A lei chi lo
ha rivelato? Sposo mio delicatissimo, sei
stato tu. Ecco perché sono partita in
fretta. Hai preparato una creatura per
condividere con me questo miracolo. Io
non avrei saputo cosa dirle, da dove
cominciare, come comunicarle il grande
evento che il Creatore sta compiendo in
me. Ma lei mi ha anticipato, lei ha visto,
ha sentito la notizia che è in me, la
buona notizia.
Elisabetta mi ha benedetto. Benedetto.
„Benedire“ com’è bella questa parola.
Solo adesso la capisco davvero.
Elisabetta ha visto il bene di me. E le
sue parole mi hanno fatto bene al cuore.
Mi sono sentita „presa dentro“
compresa, io e tutto il mistero che io
stessa facevo fatica a comprendere.
Santa Elisabetta! Meraviglia di carità.
Ero venuta per amare e quanto mi hai
amato!
Questo, dunque, vuol dire essere fatti a
Tua immagine e somiglianza mio Dio.
Sapere amarsi l’un l’altro fino… fino ad
essere Uno. Entrare uno nel mistero
dell’altro, travalicare con un salto la
condizione di umana solitudine ed essere
Due con te. E per l’amore che ci fonde
essere in Tre. Respirare insieme, gioire
insieme, patire insieme. Grazie.
Grazie Elisabetta per aver capito anche
le parole che non ti avevo ancora detto.

Poi ho parlato anche io. Dopo. Solo


dopo aver sentito questo amore.
E non le ho detto solo quello che sapevo
di volerle dire. Ho detto di più.
Ho detto qualcosa che non sapevo
ancora di pensare. Davanti al suo amore
benevolente, caldo, generoso tutto si è
chiarito in un modo nuovo. Mi ha
restituito, come specchio limpido, la mia
immagine, l’essere mio più profondo, la
mia vocazione, il mio disegno.
… Ho detto cose che non sapevo di
pensare.
Tutto è venuto alla luce.
Grandi cose ha fatto in me
l’Onnipotente. Grandi cose ha fatto il
Signore per noi.
Silvia Budri: Quarto quadro

Sì, anche Giuseppe ha creduto. Non ha più timore


adesso. E quante attenzioni, quante premure. Ho
l’impressione che abbia una sola preoccupazione
ora, di essere santo, di essere più santo, ogni
giorno che ci avvicina al grande evento.
Perfetto nell’amore.
È la stessa mia tensione. Fra noi è una gara di
amore.
Sappiamo bene che è l’unico modo per poter stare
alla presenza di Gesù. Ci stiamo preparando a
quel momento, attendiamo quell’istante in cui lo
guarderemo finalmente negli occhi.
Come ci guarderà? Dolcezza infinita. Tenerezza
immensa. Gesù bambino.

Giuseppe ha preparato la stanza ed io le


fasce, vogliamo che tutto sia pronto.
………ma ecco la notizia del
censimento. Il nido che avevamo
approntato, quel nido lo dobbiamo
lasciare, proprio ora che il tempo sta per
scadere. Dio dunque ha disposto
diversamente. Anche gli uccelli hanno i
loro nidi ma il mio Gesù non avrà dove
poggiare il capo. Mi affido a Dio
totalmente. Lui provvederà.

Eccoci qui, in questa grotta.


Ecco dunque il luogo scelto dagli abissi
eterni, per l’evento di tutti gli eventi.
Eccoci al nostro posto, quello che da
sempre Dio ha pensato per noi. Nei
modi che Dio ha scelto per noi.
Da soli: io e Giuseppe, e tra noi Gesù,
deposto in una mangiatoia.
Nella povertà. Eppure ricchi, stracolmi
di grazia. Nell’anonimato. Eppure nel
cuore pulsante della storia.
Testimoni unici e prescelti del mistero
più grande: l’incarnazione.
Il momento è qui. Ora.

... Cosa vedono i nostri occhi? Il cielo si


sta abbassando a baciare la terra. La
Provvidenza di Dio sta scendendo
come nuova manna sulla miseria
umana. Benedici il Signore anima mia,
quanto è in me benedica il Suo nome.

Dio si fa uomo. L’infinitamente grande


nell’infinitamente piccolo. L’invisibile si
fa visibile, si manifesta ai nostri occhi.
Tutta la Gloria di Dio precipita qui, nella
più umile delle dimore. L’Onnipotente
sta nella più debole tra le creature: un
neonato.

Ora abbiamo visto Dio. Ora conosciamo


Dio, dunque. Dio è questa dolcezza,
questa umiltà, questa capacità di farsi
come noi. Dio è amore. Contemplo il
volto di Gesù, vedo il volto del mio Dio.
Non riusciamo più a staccare lo sguardo
da Lui. Il Tuo volto Signore io cerco
giorno e notte.

Shalom, shalom, shalom, la pace è con


noi: ecco Gesù ci guarda con gli occhi
della pace: su questo fazzoletto di
infinito, tutto è in pace, adesso.

Sposo celeste manda i tuoi angeli a


gridarlo a tutti, come hai mandato a me
Gabriele. Non lasciare che noi siamo i
soli a godere di questo grande privilegio.
Gloria a Dio nell’alto dei cieli e Pace a
tutti gli uomini di buona volontà.
Chiama tutti, i poveri e i re, i pastori e i
sapienti, i vicini e i lontani. Attira tutti e
raccoglili qui per questa Epifania. Per la
manifestazione della tua Misericordia,
della tua salvezza. Fai che tutti possano
venire e vedere, e contemplare e credere
che Dio è qui e li ama immensamente.
Silvia Budri: Quinto quadro

Eccoli che arrivano. I primi. Grazie


Signore di avermi ascoltata. Grazie di
aver chiamato anche i pastori e i magi.
Via via si dilata il mio cuore: tutti queste
persone che fino ad ora erano per me
degli estranei comincio a sentirli fratelli.
E in questa notte di stelle e di lacrime, di
doglia e di gioia, formiamo insieme la
vera famiglia di Dio.

....Ma gli altri Signore? Tutti gli altri


dove sono? Tutti, tutti li dobbiamo
chiamare!
Da chi andranno quelli che non sono qui
adesso? Signore da chi andremo? Da
tutto il mondo, in tutte le età che la
storia ci prepara
da chi andremo? Da chi se non davanti a
questo Bambino? Chi risponderà al loro
bisogno di amore infinito? Chi
raccoglierà la disperazione, il vuoto,
tutto l’abbandono dell’universo? Chi li
trarrà fuori dai peccati e da ogni male?

Usa me Signore! Dammi anime, a cui


presentare Gesù.

Sposo mio celeste trova presto un modo,


un modo straordinario, per rendere
eterno questo istante, in cui Gesù
risplende davanti agli occhi degli
uomini, Luce di tutte le genti, Astro di
Amore infinito.
Dio Onnipotente, tu che hai creato il
Cielo e la Terra, inventa un modo per cui
in tutti i luoghi del mondo, per tutte le
generazioni future, ognuno possa
avvicinarsi a Lui, Fonte di acqua viva,
Pane del Cielo, sacramento di unità di
tutto il genere umano.

So che mi ascolterai. E ognuno potrà


mettersi in cammino, trovarlo, cadere in
ginocchio, adorarlo e sussurrare „Gesù“.
E Gesù lo aspetterà. Chi è oppresso dalla
sofferenza gli porterà le sue angosce e le
sue fatiche. E Gesù abbracciandolo gli
dirà: “vieni qui e riposati un po’ .
Chi ha perso la strada gli donerà le sue
lacrime e i suoi peccati. E Lui alzandolo
dalla polvere gli dirà: „molto ti sarà
perdonato perché molto hai amato“.
Chi si sente abbandonato gli rivolgerà il
suo grido, e Lui guardandolo, lo amerà.
Ma non basta, Signore, perdona il mio
ardire. Troppo grande è il favore di cui
hai colmato me sola. Io oggi ti chiedo
che ogni donna e ogni uomo possa
partecipare alla incommensurabile
grazia che Tu hai voluto fare alla tua
umile serva: fai che dopo averlo trovato,
ciascuno possa ricevere dentro di sè
Gesù, vivo e vero nell'anima e nel corpo,
nel sangue e nella divinità. Che ognuno
possa sperimentare l’intima comunione
con lui e accoglierlo come dolcissimo
ospite dell’anima. Che ognuno possa
diventare, Tabernacolo di Gesù,
Ostensorio vivo di Dio. e portarlo agli
altri nel mondo.
Che Gesù sia tutto in tutti, come è stato
qui, ora, in me:
nel grembo di una donna.

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