da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, ad una Vergine promessa ad un uomo di nome Giuseppe, della casa di Davide. Il nome della Vergine era Maria. Quella Vergine ero io. L’angelo essendo entrato da me mi disse: „Ave o piena di grazia, il Signore è con te“. Turbata a queste parole, mi domandavo che cosa significasse questo saluto. Ma l’angelo mi disse: „Non temere Maria perché tu hai trovato grazia davanti a Dio. Ecco tu concepirai nel tuo grembo e darai alla luce un figlio e gli porrai nome Gesu’, ed egli sarà il figlio dell’Altissimo“ Allora io dissi all’angelo: „Ecco l’ancella del Signore: si faccia in me secondo la tua parola“. Silvia Budri: Primo quadro
Poi l’Angelo partì da me.
Sono sola adesso. Sola con il Solo.
Non c’è più nessun altro. Gesù! Tu . In me. Io. In Te.
Non c’è più niente. In un momento tutto
è sparito. La mia storia comincia oggi. Non ho passato. Non ho identità. Gesù! Tutto il mio futuro, tutto quello che avevo programmato. La vita che avevo pensato di donargli. Io a Lui… E’ Lui che la dà a me. La Vita: Gesù!
Ero una ragazza di Nazareth, promessa
sposa di un uomo di nome Giuseppe. Ma ora… ora sono… ora io sono un piccolo nulla. Tu Dio sei il mio tutto. Io sono un granello della polvere del deserto. Eppure Tu sei venuto qui ed il mio nulla è diventato il Paradiso del nostro primo incontro. Ho detto „Eccomi“… a chi? Al mio Signore? A chi ho detto “sì“, all’Eterno? A chi „sia fatto come dici“, all‘Onipotente? Io ho risposto a Te, mio Dio! Tu hai chiesto a me? E chi sono io perché Tu te ne curi?
Eppure così il Creatore mi ha guardata
… il cuore scoppia di gioia, ma Lui mi dice: „Vieni mia tutta bella, bellissima tra le donne“. Il Signore dell’Universo mi ha scelta. La mente si perde. Ma la sua sinistra è già sotto il mio capo, la sua destra mi cinge e mi sostiene. L’Altissimo si è chinato su di me, mi ha coperto con la sua ombra. L’anima vacilla, credo che morirò, ma lui mi dice – „Tu mi hai rapito il cuore con un solo sguardo“ - Ed ecco mi riempie di Amore: Gesù!
Cos’è questo amore che sento nascere
dentro di me? È Pace, luce, fortezza, sapienza, fiducia. È Gesù! Come riuscirò a contenere tutto questo? Come riuscirò a contenere l’infinito? Io, il niente. Io, la Madre del Figlio di Dio. Amare, amare sempre, amare tutti. Solo questo ormai posso fare. Perché adesso Dio è venuto ad abitare dentro di me ed ora so che Dio è amore. Ho chiesto al mio Sposo che nessuna anima mi sfiori più invano. Sono una porta che porta a Gesù. L‘ho stretto fortemente e non lo lascerò.
Un sole si è acceso. Un sole che splende,
scalda, irradia potente su tutto, su tutti. È un Fuoco che brucia. Un roveto ardente di amore. Una passione per il mio Signore, per Gesù, per ogni uomo, per ogni donna che incontro. Amare, amare sempre, amare tutti. Am… …Giuseppe! Devo cercare Giuseppe. Giuseppe caro. Il compagno mio terreno. Dopo il mio Signore, l’affetto più grande. L’altra metà dell’anima mia. Giuseppe capirà, crederà. Saremo la famiglia Santa di Gesù. Silvia Budri: Secondo quadro
Sono partita in fretta. Ho lasciato
Nazareth. Così ha voluto anche Giuseppe.
E’ un viaggio lungo e freddo. Una salita
verso la montagna. Una difficile conquista del mistero. La mia montagna. Il mio mistero. Ci giro intorno ma ho l’impressione di non riuscire a capire ancora tutto. Troppo grande, troppo grande. Un po‘ alla volta. Ripenso alle parole dell'angelo: „Non temere“. E allora...Un po’ alla volta. Salirò un po’ alla volta. La tua parola Signore, sia lampada al mio passo.
Mi tornano in mente gli sguardi della
mia gente. Non hanno capito. Mi torna in mente l’espressione di Giuseppe. Non ha capito. Neanche lui. Mi guardava come uno che mi vede per la prima volta. Non mi riconosceva.
Ho tentato di parlargli, ho tentato di
comunicargli la grande speranza della mia, della nostra chiamata. Ho chiesto un segno. E il Signore ha mandato una stella. Una stella speciale. Sono corsa da Giuseppe, l’ ho preso per mano, l’ ho portato fuori dal villaggio, e gli ho detto “Guarda! Perché mi dici che si è spenta l’alba di domani? Non vedi la stella di questa notte chiara?“
Giuseppe ha fissato a lungo il cielo con
me. In silenzio. Ma non guardava la cométa. Guardava la notte. “Stende il Cielo come un velo - mi ha detto - Dio alle volte stende il cielo come un velo. Un velo oscuro, indecifrabile, imperscrutabile”. Poi è tornato in silenzio. Ho capito. Non ce l’ ha fatta. Ma non ha smesso di volermi bene. Anche dopo, quando mi ha comunicato la sua decisione; ha rotto il fidanzamento e mi allontana in segreto. Ma la sua determinazione ha più il sapore di una resa che di un ripudio. È buono Giuseppe. È giusto.
L’ho perso. Lo abbiamo perso, mio dio?
Quale dolore… Ho detto allo Sposo: „a Te si stringe l’anima mia“. Poi l’ho pregato di consolare Giuseppe. Di togliere il velo da sopra i suoi occhi. E di non farlo allontanare da me. E da Gesù. Non smetto di sperare. Il mio diletto mi esaudirà. Giuseppe vedrà.
Un passo dopo l’altro. È sempre freddo.
Sempre notte. Su questo percorso imprevisto e impervio. Un fuori sentiero sassoso e a tratti pericoloso. Ma è una fatica possibile. La faccio con il mio Gesù. Questo conta. Essere insieme.
Mi tornano in mente una ad una le
parole dell’Angelo. Capirò a poco a poco. Mi metto ad adorare Gesù, dentro di me. Un passo dopo l’altro ed ogni passo è una scoperta. Ogni passo Gesù mi spiega qualcosa. Mio figlio, il mio maestro. Qualcuno parla al mio cuore. Capisco meglio le scritture adesso, una luce di salvezza squarcia le tenebre della nostra storia e brilla sopra le guerre, le schiavitù, le carestie, sopra il terrore, sopra la morte. -Sono il tempio di Dio. Sono l’arca della nuova alleanza- Vedo, un po‘ alla volta, come tutta la storia ha atteso fin qui. Non solo il disegno di Dio su di me, ma su tutti quelli che amo, sul mio popolo, sull’umanità intera. Ho visto tutte le generezioni passate e future. Ho visto la Salvezza e la misericordia di Dio. Un’era nuova si apre: l’Emanuele, il Dio con noi.
Forse Elisabetta. Lei forse mi capirà.
Silvia Budri: Terzo Quadro
Sto arrivando da Elisabetta, piena di
gioia, glorificando intimamente Dio. Ho voglia di gridarlo dai tetti. Ma non lo farò. L’importante è custodire la Vita. L’importante è questa vita interiore che produce amore. Nient’altro importa, solo amare.
Andrò da Elisabetta: non per parlare ma
per ascoltare. A chi avrà potuto dire della sua maternità straordinaria? Sto arrivando Elisabetta, lo racconterai a me. Andrò da lei non per essere consolata ma per consolare. Non le dirò di Giuseppe. Zaccaria, suo marito, è rimasto incredulo e non parla più. Sto arrivando Elisabetta, non per essere amata, ma per amare.
„Ti saluto Elisabetta“…
Ero appena entrata in casa sua. Non avevo avuto il tempo ancora di dirle nulla. Non ci eravamo ancora guardate negli occhi. Solo la voce. Aveva sentito solo la mia voce. Solo il mio saluto. Un saluto comune, parole semplici, sentite tante volte. Ma Elisabetta ha capito subito. Qualcosa si è mosso dentro di lei. Ha sussultato davanti a me. La gioia l’ ha invasa e la mia gioia si è riversata su di lei, come un vaso aperto e comunicante.
„A che debbo che la madre del mio
Signore venga a me?“ Così mi ha accolto. Io di lei sapevo perché l’angelo me lo aveva annunciato. Ma lei come sapeva di me? A lei chi lo ha rivelato? Sposo mio delicatissimo, sei stato tu. Ecco perché sono partita in fretta. Hai preparato una creatura per condividere con me questo miracolo. Io non avrei saputo cosa dirle, da dove cominciare, come comunicarle il grande evento che il Creatore sta compiendo in me. Ma lei mi ha anticipato, lei ha visto, ha sentito la notizia che è in me, la buona notizia. Elisabetta mi ha benedetto. Benedetto. „Benedire“ com’è bella questa parola. Solo adesso la capisco davvero. Elisabetta ha visto il bene di me. E le sue parole mi hanno fatto bene al cuore. Mi sono sentita „presa dentro“ compresa, io e tutto il mistero che io stessa facevo fatica a comprendere. Santa Elisabetta! Meraviglia di carità. Ero venuta per amare e quanto mi hai amato! Questo, dunque, vuol dire essere fatti a Tua immagine e somiglianza mio Dio. Sapere amarsi l’un l’altro fino… fino ad essere Uno. Entrare uno nel mistero dell’altro, travalicare con un salto la condizione di umana solitudine ed essere Due con te. E per l’amore che ci fonde essere in Tre. Respirare insieme, gioire insieme, patire insieme. Grazie. Grazie Elisabetta per aver capito anche le parole che non ti avevo ancora detto.
Poi ho parlato anche io. Dopo. Solo
dopo aver sentito questo amore. E non le ho detto solo quello che sapevo di volerle dire. Ho detto di più. Ho detto qualcosa che non sapevo ancora di pensare. Davanti al suo amore benevolente, caldo, generoso tutto si è chiarito in un modo nuovo. Mi ha restituito, come specchio limpido, la mia immagine, l’essere mio più profondo, la mia vocazione, il mio disegno. … Ho detto cose che non sapevo di pensare. Tutto è venuto alla luce. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente. Grandi cose ha fatto il Signore per noi. Silvia Budri: Quarto quadro
Sì, anche Giuseppe ha creduto. Non ha più timore
adesso. E quante attenzioni, quante premure. Ho l’impressione che abbia una sola preoccupazione ora, di essere santo, di essere più santo, ogni giorno che ci avvicina al grande evento. Perfetto nell’amore. È la stessa mia tensione. Fra noi è una gara di amore. Sappiamo bene che è l’unico modo per poter stare alla presenza di Gesù. Ci stiamo preparando a quel momento, attendiamo quell’istante in cui lo guarderemo finalmente negli occhi. Come ci guarderà? Dolcezza infinita. Tenerezza immensa. Gesù bambino.
Giuseppe ha preparato la stanza ed io le
fasce, vogliamo che tutto sia pronto. ………ma ecco la notizia del censimento. Il nido che avevamo approntato, quel nido lo dobbiamo lasciare, proprio ora che il tempo sta per scadere. Dio dunque ha disposto diversamente. Anche gli uccelli hanno i loro nidi ma il mio Gesù non avrà dove poggiare il capo. Mi affido a Dio totalmente. Lui provvederà.
Eccoci qui, in questa grotta.
Ecco dunque il luogo scelto dagli abissi eterni, per l’evento di tutti gli eventi. Eccoci al nostro posto, quello che da sempre Dio ha pensato per noi. Nei modi che Dio ha scelto per noi. Da soli: io e Giuseppe, e tra noi Gesù, deposto in una mangiatoia. Nella povertà. Eppure ricchi, stracolmi di grazia. Nell’anonimato. Eppure nel cuore pulsante della storia. Testimoni unici e prescelti del mistero più grande: l’incarnazione. Il momento è qui. Ora.
... Cosa vedono i nostri occhi? Il cielo si
sta abbassando a baciare la terra. La Provvidenza di Dio sta scendendo come nuova manna sulla miseria umana. Benedici il Signore anima mia, quanto è in me benedica il Suo nome.
Dio si fa uomo. L’infinitamente grande
nell’infinitamente piccolo. L’invisibile si fa visibile, si manifesta ai nostri occhi. Tutta la Gloria di Dio precipita qui, nella più umile delle dimore. L’Onnipotente sta nella più debole tra le creature: un neonato.
Ora abbiamo visto Dio. Ora conosciamo
Dio, dunque. Dio è questa dolcezza, questa umiltà, questa capacità di farsi come noi. Dio è amore. Contemplo il volto di Gesù, vedo il volto del mio Dio. Non riusciamo più a staccare lo sguardo da Lui. Il Tuo volto Signore io cerco giorno e notte.
Shalom, shalom, shalom, la pace è con
noi: ecco Gesù ci guarda con gli occhi della pace: su questo fazzoletto di infinito, tutto è in pace, adesso.
Sposo celeste manda i tuoi angeli a
gridarlo a tutti, come hai mandato a me Gabriele. Non lasciare che noi siamo i soli a godere di questo grande privilegio. Gloria a Dio nell’alto dei cieli e Pace a tutti gli uomini di buona volontà. Chiama tutti, i poveri e i re, i pastori e i sapienti, i vicini e i lontani. Attira tutti e raccoglili qui per questa Epifania. Per la manifestazione della tua Misericordia, della tua salvezza. Fai che tutti possano venire e vedere, e contemplare e credere che Dio è qui e li ama immensamente. Silvia Budri: Quinto quadro
Eccoli che arrivano. I primi. Grazie
Signore di avermi ascoltata. Grazie di aver chiamato anche i pastori e i magi. Via via si dilata il mio cuore: tutti queste persone che fino ad ora erano per me degli estranei comincio a sentirli fratelli. E in questa notte di stelle e di lacrime, di doglia e di gioia, formiamo insieme la vera famiglia di Dio.
....Ma gli altri Signore? Tutti gli altri
dove sono? Tutti, tutti li dobbiamo chiamare! Da chi andranno quelli che non sono qui adesso? Signore da chi andremo? Da tutto il mondo, in tutte le età che la storia ci prepara da chi andremo? Da chi se non davanti a questo Bambino? Chi risponderà al loro bisogno di amore infinito? Chi raccoglierà la disperazione, il vuoto, tutto l’abbandono dell’universo? Chi li trarrà fuori dai peccati e da ogni male?
Usa me Signore! Dammi anime, a cui
presentare Gesù.
Sposo mio celeste trova presto un modo,
un modo straordinario, per rendere eterno questo istante, in cui Gesù risplende davanti agli occhi degli uomini, Luce di tutte le genti, Astro di Amore infinito. Dio Onnipotente, tu che hai creato il Cielo e la Terra, inventa un modo per cui in tutti i luoghi del mondo, per tutte le generazioni future, ognuno possa avvicinarsi a Lui, Fonte di acqua viva, Pane del Cielo, sacramento di unità di tutto il genere umano.
So che mi ascolterai. E ognuno potrà
mettersi in cammino, trovarlo, cadere in ginocchio, adorarlo e sussurrare „Gesù“. E Gesù lo aspetterà. Chi è oppresso dalla sofferenza gli porterà le sue angosce e le sue fatiche. E Gesù abbracciandolo gli dirà: “vieni qui e riposati un po’ . Chi ha perso la strada gli donerà le sue lacrime e i suoi peccati. E Lui alzandolo dalla polvere gli dirà: „molto ti sarà perdonato perché molto hai amato“. Chi si sente abbandonato gli rivolgerà il suo grido, e Lui guardandolo, lo amerà. Ma non basta, Signore, perdona il mio ardire. Troppo grande è il favore di cui hai colmato me sola. Io oggi ti chiedo che ogni donna e ogni uomo possa partecipare alla incommensurabile grazia che Tu hai voluto fare alla tua umile serva: fai che dopo averlo trovato, ciascuno possa ricevere dentro di sè Gesù, vivo e vero nell'anima e nel corpo, nel sangue e nella divinità. Che ognuno possa sperimentare l’intima comunione con lui e accoglierlo come dolcissimo ospite dell’anima. Che ognuno possa diventare, Tabernacolo di Gesù, Ostensorio vivo di Dio. e portarlo agli altri nel mondo. Che Gesù sia tutto in tutti, come è stato qui, ora, in me: nel grembo di una donna.