Sei sulla pagina 1di 136

Un monaco anziano

IL SENTIERO
CONTEMPLATIVO
A DORSO DI SOMARO
Una raccolta di brani spirituali
ed esistenziali sorta nella maturità del sentiero
Anni 2018-2022

Il Sentiero contemplativo
Opera completa, volume secondo

1
Le parole di queste pagine descrivono un itine-
rario spirituale e un complesso di comprensioni
maturato nel tempo: la vita nella solitudine di
un eremo e la relazione con le sorelle e i fratelli
del Sentiero contemplativo le hanno incubate.
Ogni composizione è l’istantanea di un sentire,
l’affiorare di un’intuizione o il compiersi di una
sfumatura di comprensione.

I brani percorrono l’arco temporale di quasi


cinque anni (2018-2022), gli ultimi di un tren-
tennio dedicato alla vita contemplativa, all’in-
segnamento e alla trasmissione del Sentiero.

Per approfondire: www.contemplazione.it

2 3
ALLE LETTRICI E AI LETTORI

Questa è una raccolta da aprire a caso, lasciar-


si attraversare dall’impulso che si riceve e poi
chiuderla.
Non è un libro su cui insistere: se fosse un bic-
chiere di vino direi che è da sorseggiare lenta-
mente.
Il lettore che sa rendere se stesso un secchio
vuoto, sarà quello che si lascerà penetrare più
a fondo.
Come nella meditazione lasciamo sorgere e ab-
bandoniamo, così credo vada fatto con queste
offerte di vita reale.

4 5
FEBBRAIO 2018

La benedizione di un passo indietro,


di una parola taciuta.

Nella babele di voci


e di emozioni tirate come sassi
che giungono dal mondo,
trascorro queste giornate immerso
nel silenzio della campagna,
immobile nella foschia.
La via è togliere, non aggiungere.

Non un solo rumore nella notte,


gli ultimi carboni si spengono,
non rimane altro da fare.

* L’iniziale in grassetto distingue una composizione


da un’altra.

6 7
Quando le nostre reazioni Frammenti di passato
aggiungono qualcosa al reale ci attraversano
qualificandolo secondo il nostro gradimento, e ciò che ci colpisce di più
esso scompare è la sollecitudine mancata,
e rimane solo la nostra aggiunta la sofferenza prodotta all’altro,
che va a nutrire l’idea che del reale abbiamo, l’intralcio che, a volte,
non altro. abbiamo rappresentato
per il suo cammino
esistenziale ed umano.
Non dalle parole sorge
il Significante,
ma dal silenzio di sé, Nelle ore e nei giorni
quello più fecondo. accolgo la tua venuta,
In ogni angolo di strada, so che senza l’incontro con te
in ogni sasso e in ogni respiro il mio essere sfiorisce.
quel Significante si rivela. Tu porti la possibilità di vedermi,
di divenire consapevole,
di provare a cambiare
Potremmo anche dire che tutto il cammino e, infine, di comprendere.
umano altro non è che un evolvere
dal bisogno di essere amati,
alla capacità di amare senza scopo. Domani non voglio rimproverarmi
Il bisogno d’essere amati ci pone al centro, di non essermi accorto di te,
l’amare gratuito vi pone l’altro. di aver visto dove cadevi
senza porre la giusta attenzione
là dove io rovinavo.

8 9
Si possono semplicemente Ogni ora, ogni giorno la possibilità
osservare le persone, le situazioni, d’imparare a conoscere quel che si è.
i fatti che scorrono senza aggiungere pensiero, Ad accettarlo. A condurlo a pienezza.
giudizio, aspettativa. E, quando è tempo, ad abbandonarlo
Allora la vita scorre e non s’impiglia per un essere più vasto,
nella nostra pretesa, più libero dai condizionamenti,
o nella nostra ribellione. più libero da sé.
Questo crea una sospensione del tempo,
una quiete profonda e vasta,
l’emergere del Significante. Un piccolo fatto
produce una gioia
se accade nella gratuità
Una giornata, anche quando segue e nel gioco.
un copione predefinito, può essere
come una pagina bianca su cui trasfondere
un sentire: non conta cosa facciamo, Nella routine dei giorni,
ma con quale intenzione. finiamo per non vedere più
L’allineamento con il sentire che ci muove, quelli che ci stanno accanto.
ci libera dall’usura della routine Protesi come siamo verso la ricerca
e fa affiorare il Reale di ogni momento. del significante, non ci accorgiamo
che essa si realizza proprio nella domanda
rivolta a chi ci è a fianco:
Quando l’altro ci ferisce, “Hai bisogno di qualcosa?”
forse allora comprendiamo
e rammentiamo le molte volte
che noi abbiamo ferito.

10 11
Se ad ogni momento la mente Nei giorni di sole
e il desiderio si proiettano in avanti, come in quelli di grandine,
la vita mi sfugge come sabbia dalle mani. qualunque cosa io stia vivendo,
La vita esiste solo nel presente, mai mi abbandona la consapevolezza
solo mentre un fatto accade, della Tua presenza.
un’intenzione prende forma. Tu sei la ragione
Nel passato e nel futuro esiste di questo irrilevante essere
il pensiero sulla vita, non la vita. che chiamo con il mio nome,
e di tutto ciò in cui è immerso
nel giorno e nella notte della vita.
Rincorriamo sogni per fuggire
dall’ordinario e così non viviamo
né il quotidiano ordinario, né i sogni. Mi alzo il mattino e mi corico la sera
Non abbiamo occhi, né comprensioni sentendomi vittima di qualcuno
per penetrare nell’ordinario o di qualcosa.
e coglierne l’essenza che ci può liberare. Questo mi avvelena l’esistenza.
E se non fosse che sono vittima?
Se la realtà che mi accade fosse veramente
Non è la ricerca della gratificazione adatta a me, per me, e il problema fosse
il fondamento dell’identità, che non ho imparato a decodificarla?
del suo sentirsi d’essere?
E quando, finalmente, non agiamo più mossi
da quel bisogno, non ci sembra forse
di vivere una leggerezza, una libertà nuove?

12 13
MARZO 2018

Potremmo anche gioire La neve ci isola da ogni collegamento


per il semplice fatto che siamo vivi, ed evidenzia la semplicità,
che possiamo vedere, toccare, l’essenzialità delle cose.
ascoltare, camminare. La legna per la stufa,
Ma non siamo così, non ci basta. la ricerca lungo la siepe del punto
Solo quando qualcosa lo perdiamo, in cui un ramo ha troncato
allora ne comprendiamo il valore. il cavo telefonico,
l’affondare delle ciaspole.
Il tempo è lento e si dilata
in un silenzio assoluto.

Ho conosciuto persone,
afflitte da gravi malattie, utilizzare
quel processo esistenziale
per conoscersi e per divenire migliori.
Sarà così anche per questo paese così malato
nell’interiore, e da così tanto tempo?

Due scoiattoli si rincorrono sulla neve,


e poi merli, pettirossi, cince.
La gioia di osservare e tacere.

14 15
Posso iniziare e terminare una giornata Qualcosa di sé, dell’altro,
nell’ottica dell’officina, dell’opera in me, della vita che viene compreso
del conoscere, divenire consapevole, illumina l’esistenza intera.
comprendere. Non è la ricerca del nuovo
In quest’ottica non c’è azione, stato, tempo che ci conferisce senso,
che non porti frutto e che non mi conferisca è la conoscenza che diviene comprensione
un’intima gioia, quella di sapere che nulla che ci cambia la vita e la fa splendere.
rimane quel che è, se lo sguardo cambia.

C’è una solitudine che non è estinguibile,


Nel dimenticarmi di me, quella che deriva da una sorta di esilio
affiora il procedere dalla terra d’origine interiore.
e il sentire La solitudine dell’identità
con quella pianta, si può compensare,
con quell’animale, quest’altra solitudine
con quella persona: è molto sottile, una nostalgia,
allora siamo un sapere da dove si proviene
solo quel che siamo, e non poter varcare il confine.
uno stato d’Essere,
senza dover essere altro.

16 17
Alle ultime luci del giorno, In te sorge lo stimolo ad aiutare,
come distinguere ad accompagnare, a servire:
lo sguardo dal Tuo, vuoi assecondarlo?
il respiro dal Tuo, Potresti, ma non lo fai.
lo stare dal Tuo Essere? Attendi che sia la vita a chiamarti,
Come, con le parole, e sai che lo farà secondo il suo progetto.
non creare frattura Eviti di assecondare il fare
tra essere ed Essere? che ti sostanzia come identità.

Una persona della via Viene una stagione in cui ciò che si ha
è in perenne cammino. da esprimere viene solo come risposta
Se ha una meta, la perde. ad una domanda.
Si può forse desiderare la realizzazione? Se non c’è domanda, quel mondo interiore
Se completa una comprensione, rimane nascosto, chi lo detiene non può
mille l’attendono. che raramente esprimerlo per volontà propria.
Il Divino al quale si affida Troppo complesso, troppo discreto.
non lo incontra domani,
è oggi nel suo incedere,
è il suo incedere.

18 19
LUGLIO 2018

Ti cerco ancora? E dove? Una vita interiore salda,


Il movimento del cercarTi un contatto profondo
è privo di senso, moto dell’egoità. con il proprio sentire rendono
Cerca chi non ha trovato, la fatica dei giorni affrontabile,
o chi ha bisogno del nuovo ogni ora. illuminano i passi.
Ma chi già risiede dove gli è dato di essere, Non c’è separazione tra via spirituale e vita:
e di viverTi secondo le sue possibilità? senza la prima la vita è fatica senza senso
Dentro quell’essere Ti svelerai ancora. e i fatti divengono accidenti.

Quando grandina come ieri,


il senso dell’impermanenza s’impone.
Lo è anche quando quei gommoni
affondano nel nostro mare.
L’esperienza dell’impermanenza
non dovrebbe avvicinarci al contadino
che perde il raccolto e al migrante
che perde la vita?

Se un’intenzione d’amore ci sorregge,


cosa potrà nuocerci?
Può temere chi ama senza scopo
e senza finalità?

20 21
Il giorno assume la Sua forma, Ti incontro nel profumo
il richiamo senza fine del merlo, del fiore di zucca
la Sua voce, che inebria l’orto,
la luce cristallina che segue la pioggia, nel chiacchiericcio senza fine
i Suoi occhi, dei giovani di rondine,
il mio respirare, il Suo respiro, nello slancio per un fratello in difficoltà,
origine di ogni accadere. nell’odio meschino di chi teme il diverso.
Tu tieni nel palmo della mano
ogni essere e ogni aspetto
Se hai bisogno di odiare, del suo esistere.
chi può impedirtelo?
Ma non raccontarti
che il tuo odio è a causa di altri. Di silenzio e di canto d’uccelli
Esso è in te, sorge da te e lo risolvi è intessuto questo luogo.
nell’intimo tuo. Da qui osservo un mondo
Per parte nostra che smarrisce l’Essenziale,
non ci faremo ammorbare da te, e mi interrogo sul mio ritorno
né lasceremo che tu possa nuocere ad esso senza fine.
a degli incolpevoli.

Un amore struggente ti attraversa


e ha il volto di quella femmina di fagiano
a cui, stamattina, hai rotto due uova
nel nido con la motofalce.

22 23
Questo insignificante tentativo Il minuscolo,
non ha bisogno di sapersi utile, infinito,
l’Essenziale interiore conduce recinto del proprio essere,
i passi di ognuno. contenendo tutti gli esseri,
Tutto diviene.

Lasciar giungere a noi


la natura dell’altro, ciò che egli è, Siamo immagini in mostra,
ciò che vive, ciò che sente, o sostanza d’Essere?
ciò che lo muove. Se siamo sostanza, essa è forse
Ciascuno abita la propria fragilità, lesa ed umiliata da un errore,
e misura le difese sue, da un limite mostrato a sé e all’altro?
ma l’altro è lì Solo l’immagine proiettata è lesa,
e ci interroga. non l’Essere.
Perché dunque temiamo,
ci preme così tanto l’immagine?
Ogni giorno che mi doni è benedetto,
anche quelli in cui avrei voluto essere diverso.
Questi giorni sbiaditi, mediocri, Ogni fatto è un problema quando in noi
mi ricordano il cammino da fare non c’è l’apertura fiduciosa a ciò che viene.
e l’umiltà necessaria per farlo. Ogni fatto è una possibilità, magari anche
Tu vedi oltre il mio limite dolorosa a volte, di capire, di comprendere,
e non me lo imputi: di essere autentici, di divenire migliori
proverò ancora, imparando. se lo riconosciamo sorgere dall’intimo nostro
per il nostro bene.

24 25
Non possiamo sentire gli altri Se vuoi bere a quella fonte,
come sentiamo i nostri figli, devi chinarti per farlo.
non è possibile, non è reale. Se non intendi,
Eppure essi si presentano a noi allora non ingombrare il passo
con le loro vite e noi, per non sentirli, e lascia il posto a chi è pronto.
compiamo la più scellerata delle azioni, L’acqua, e il chinarsi per berla,
li escludiamo. parlano delle mille possibilità,
Così facendo, paghiamo il prezzo più alto, dello splendore delle relazioni
moriamo dentro. quando si basano su autentica reciprocità.

Non essere veicolo adeguato Sono stato condotto


dell’Amore che mi intesse, dal bisogno di incontrarTi.
di questo mi rammarico. La mia vita è stata
un lungo preparativo all’incontro.
Quando sei emerso come l’Evidente,
Quando una comprensione lo hai fatto nel semplice, nel piccolo,
è vera e reale, diviene gesto. nel banale, nell’ordinario di ogni ora
Se non lo diviene, essa è magari che offri a me e a tutte le creature.
nell’intenzione, nel pensiero, nell’emozione
ma, se non riesce a maturare in un gesto
naturale e spontaneo, significa che è ancora Quando l’interiore è aperto
incompleta e chiede ulteriore lavoro interiore. a Ciò-che-viene,
basta una brezza per farci vibrare e risuonare.
Accade, se c’è libertà
dalla preoccupazione di sé.

26 27
Siamo capaci di dare a coloro L’infinito spazio oltre sé
che sono dentro al nostro recinto: si dischiude a chi ha occhi per vedere,
i figli, i partner, quelli più vicini. orecchie per ascoltare,
Questo non dice niente cuore per comprendere.
della nostra capacità Organi di senso che si formano
di dare e di amare: vivendo e comprendendo,
è quando non c’è ritorno e che infine rivelano
e gratificazione che si misurano la vera realtà del banale,
queste capacità. del quotidiano insignificante.
L’estraneo è la frontiera.

Il valore di una parola data,


L’egoismo, la paura sono veli di un impegno preso
che ci separano dalla Vita. e mantenuto nel tempo.
Essa è lì e attende che noi si sia pronti Il valore di una dedizione,
a viverla in pienezza, finalmente liberi di una chiarezza interiore
dal peso di noi stessi, dal nostro timore, conquistata e onorata.
dal nostro resistere a ciò che, I sì che sono sì, e i no mai definitivi:
giorno dopo giorno, ci viene offerto. il quotidiano ci interroga
e noi possiamo guardalo negli occhi.

È venuta una stagione


in cui non c’è più stato bisogno
di gratificazione, né di ricerca:
l’amore interiore colmava ogni vuoto.

28 29
Non ho un luogo e un tempo È benedetta quella parola,
dove incontrarti. quel gesto in meno che evita un dolore.
Tu sei il gesto dell’aprire la bottiglia, Ma a volte è necessaria una parola in più,
del versare, del bere. non per ferire, ma per indurre in riflessione.
La sensazione del desiderare Stiamo così,
e quella dell’essere appagato. tra il silenzio e la parola consapevole.
Ogni frammento del giorno
è aspetto del tuo sentire,
ogni condizione mia Forse verrà un giorno
è il riverbero di Te. in cui ci accorgeremo del cielo
anche senza lo stimolo di una eclissi.
Forse verrà un giorno
Non c’è umano che non cerchi qualcosa. in cui ci accorgeremo
La salvezza da un pericolo, un lavoro, di tutto ciò che è altro da noi,
una casa, un amore, una condizione interiore consapevoli che senza siamo niente.
unitaria, un Dio.
Siamo tutti in viaggio da una condizione
esistenziale ad un’altra, una transumanza Terra dura che accoglie
senza fine: fratelli e sorelle a partire da questo. e abbraccia l’aratro.
Girasoli come giganti.
Rovi che si allungano alla luce,
come ogni umano.

30 31
Nella notte profonda Tutto passa.
ogni essere tace, Ineluttabile l’occidente attende
anche la volpe che sfama il sole alto nel mezzogiorno.
i suoi piccoli si placa. Nella penombra della sera
Ma l’umano no. ricorderemo le nostre smargiassate?
Dalla costa giungono fin qui I nostri egoismi?
le note di una musica ossessiva, Le nostre intolleranze?
simbolo vano Ciascuno si misurerà con la capacità
di un bisogno interiore urlato. che ha avuto di amare nella gratuità,
senza curarsi di sé.

L’ascolto nasce nell’assenza


di identificazione con i contenuti Vediamo l’altro con gli occhi del bisogno,
della mente e dell’emozione. in una proiezione del nostro desiderio,
In quello spazio vuoto scorrono stati, o del nostro timore.
sensazioni, suoni, aspetti del reale. Non basta nemmeno vederlo
Quell’esperienza di vuoto/pieno apre con gli occhi del desiderio suo:
alla chiara consapevolezza dell’Essere. si può andare oltre il desiderio
e il bisogno e in quell’oltre
vivere l’incontro reale.
L’estremo significato diviene accessibile
all’esperienza quando non si coltiva più
la ricerca di alcun significato.

32 33
AGOSTO 2018

Vivere senza attendere qualcosa La gioia profonda e silenziosa


o qualcuno, ci impone la consapevolezza di mettere a disposizione dell’altro
dei semplici fatti che accadono adesso. uno strumento forse utile
Quei fatti divengono così la nostra vita alla sua vita interiore,
e permettono l’esperienza del senso profondo e poi, prontamente,
di essa. ritrarsi.

Quotidianamente uno squilibrio Fa che conserviamo la capacità di vedere


matura in un equilibrio, i fratelli e le sorelle che ci metti a fianco,
un evento negativo viene compensato di riconoscerne la dignità,
ed equilibrato da uno positivo. di avere il coraggio di proteggerli
Se avessimo occhi per vedere, dal nostro egoismo,
prenderemmo atto che non c’è giorno dalla nostra indifferenza,
che, letto unitariamente, non porti con sé dalla nostra stupidità.
un equilibrio sostanziale.

Ogni volta che il velo della solitudine


Così lontani, così vicini. mi ha coperto, sempre la Tua presenza
Gli esseri, come le emozioni e i pensieri, si è manifestata e come un balsamo
vengono e vanno e ogni cosa è benedetta mi ha curato.
nel suo semplice essere: Oggi posso dire che mai sono solo,
essa non è vicina, né lontana, perché mai Ti separi da me.
né opportuna, né inopportuna,
è la Tua evidenza che senza fine si dichiara.

34 35
Vedere ogni persona Tu fai crescere la melissa che placa
nella sua unicità e irripetibilità. a fianco dell’ortica che ustiona.
Non per come essa non è L’uccello da preda che riequilibra,
e potrebbe essere, assieme alla nutria che devasta il campo.
ma per come è e per il significato esistenziale Tu hai dato il dono della parola al saggio
di quell’essere a quel modo. che orienta, come allo stolto che turba
Ogni persona è una coscienza le coscienze.
unica e irripetibile che accade.

In ogni persona esiste una fiducia di fondo.


Raccogliamo qualcosa di diverso Allo stesso modo ciascuno sperimenta
da ciò che abbiamo seminato? un pensiero, o un’emozione,
E quello che seminiamo non si moltiplica che quella fiducia vela.
forse per dieci, per cento? Se l’identificazione non ci sovrasta,
Madre mia, quella fiducia può riaffiorare
fa che la mia mente e illuminare il cammino.
sia ricca di discernimento
e povera di avversione.
Non c’è giorno che volge al termine,
rammarico e pentimento,
promessa e desiderio di fare meglio,
speranza e proposito per il futuro
che non maturino nell’espressione:
“Sia fatta la Tua volontà!”.
In Te trova pace l’umano e si appresta
al passo successivo, in Te confidando.

36 37
Non ho dubbi che il futuro che ci attende Per uno che muore,
sarà all’insegna della collaborazione un altro nasce.
più che della competizione, Per una persona ferita nell’intimo,
illuminato dalle coscienze un’altra amata.
più che dagli egoismi. Una carezza ricevuta,
Ci stiamo preparando nel peggiore nell’equilibrio ineffabile del cosmo,
dei modi, segno che quel futuro diviene un ceffone a qualcuno,
non è prossimo e che noi non siamo pronti. in qualche posto.
Tra il giorno e la notte,
il nascere e il morire stiamo sospesi,
Una babele di stimoli ci attraversa. pienamente presenti.
Quando viene meno, siamo travolti
da un vuoto che non sappiamo gestire.
Possiamo allenarci a togliere, Benedetta è l’accoglienza ricevuta,
a sostituire la qualità alla quantità. che ci ricorda tutte le volte
Poche cose percepite in profondità. che abbiamo accolto.
Sorgerà così l’esperienza dell’Essenziale. Benedetto è il rifiuto subito,
che ci ricorda le molte volte
che abbiamo rifiutato.
La leggerezza nei rapporti Oscilliamo tra i due opposti
è spesso richiesta da chi soffre senza conoscere l’indispensabilità
la morsa della propria mente. dell’una e dell’altra esperienza.
Se non c’è identificazione
con l’affermazione,
o con la difesa di sé, c’è leggerezza.
Essa dipende dalla libertà da sé.

38 39
Il vero ignavo, prima di divenirlo, Non conta il già fatto,
deve morire interiormente, ma il cosa e il come di ora.
deve vedere la sensibilità, In questo adesso si riflette
l’umanità abbandonarlo. tutto il passato, il compreso,
Allora sarà pronto a tacere quello che è ancora da comprendere.
di fronte all’umanità offesa, Ecco perché non bisogna indugiare
alla terra vilipesa. sul già vissuto, o su quello che verrà:
La sua morte interiore il determinante è ora
sarà la porta d’ingresso e non deve coglierci impreparati.
per gli arroganti.

Domani scopriremo che le parole


non vanno vomitate, ma meditate.
Che i gesti non debbono essere eclatanti,
ma attentamente ponderati.
Domani ci pentiremo dell’avventatezza
di oggi e del dolore arrecato.
Nessun Dio ci giudicherà,
lo faremo da soli
e saremo più severi di Lui.

40 41
SETTEMBRE 2018

La via per l’eremo è deserta, La vita è possibile in virtù della interazione


raramente qualcuno viene e della collaborazione tra una moltitudine
per camminare assieme di esseri.
con i piedi per terra e la testa nel cielo. Senza collaborazione, cooperazione,
All’aurora lo scoiattolo ascolta attento condivisione non c’è vita possibile.
il respiro del bosco. L’umano, erigendo barriere interiori
ed esteriori, nega questo principio
e crea la sua sofferenza.
Le rondini e i gruccioni sono partiti.
Il cielo è silenzioso.
Le forze dell’estate che attraversavano Tutto il nostro preoccuparci
ogni essere inducendolo a manifestarsi, non sposterà un granello di sabbia
cedono il passo a quelle dell’autunno dall’arenile di quella persona.
che ci sprofondano nell’interiore. Dopo aver agito il possibile,
Il cielo silenzioso ci induce a volgere solo un’invocazione sale:
lo sguardo dentro di noi. Madre e Padre di tutti noi,
benediciamo il necessario
che doni ad ognuno
Il sonno è il riposo e approfondiamo
nel Tuo cuore, la nostra capacità di accoglierlo.
il risveglio la benedizione
del Tuo sguardo.

42 43
Quello che chiamiamo Io, Tu doni la parola a chi bestemmia
altro non è che l’istantanea di sé le tue creature come a chi le celebra;
nel momento presente. a chi umilia i Tuoi figli,
Istantanea delle comprensioni come a chi li soccorre.
e incomprensioni, della disposizione Ogni essere è un aspetto del Tuo sentire,
del carattere, delle reazioni di fronte il nostro gridare all’ingiustizia ci allontana
agli stimoli. dalla comprensione di Te,
Un’istantanea quantomai mutevole e ci nega gli strumenti per cambiare.
e aleatoria: un’immagine in uno specchio.

Una vita, una continua


Quando un dovere diviene una gioia? messa a fuoco dell’Essenziale.
Quando sai che contribuisce Ciò che esisteva in potenza
alla trasformazione tua o dell’altro. è divenuto atto.
C’è un dovere non imposto da una norma, Ciò che era un anelito,
ma da un moto del sentire: esso induce un bisogno profondo,
l’identità recalcitrante a coltivare qualcosa oggi è esperienza.
di più vasto del suo limitato orizzonte egoico. L’unità interiore
era come un richiamo
pressante e indefinito:
oggi è realtà chiara
nel sentire, nel pensiero,
nel processo.

44 45
Un amore grande, privo di prudenza Per cogliere la natura di una brezza,
e discernimento, produce danni ti devi fermare; se corri non sai distinguere
come una carenza d’amore. tra l’impatto con l’aria e la brezza.
Se doni qualcosa che non è alla portata Così è per la contemplazione del sentire:
interiore della persona, essa non ha se vuoi ascoltare la profondità di te,
un modo di interpretarla ed equivoca devi ridurre l’impatto di pensiero,
in molti modi. emozione ed azione.
L’amore chiede di metterci nei panni dell’altro,
ma l’opera non è semplice
perché dell’altro ben poco conosciamo. Il fare per l’altro,
il dare quando ci aggrada,
quando ce la sentiamo,
Beati gli inquieti, quando ci viene naturale si usa dire.
coloro che accolgono Ma non è questa la sfida:
ciò che sono lo è quando non te la senti e la vita bussa
nel limite e nel non limite e, con la richiesta dell’altro,
a partire da quella lettura di sé, e tu sei interpellato dal sentire
coltivano il superamento a provvedere.
di limite e non limite.
Beati gli inquieti,
a cui non basta dire:
va bene così,
e sono spinti oltre il margine
del conosciuto.

46 47
OTTOBRE 2018

Accompagnami Non temo l’ombra


lungo la strada del mio limite,
dell’irrilevanza di me, sebbene mi pesi.
del pensiero compassionevole, La Tua compassione
dell’azione minuta. come un balsamo,
La lunga stagione alzo lo sguardo, distinguo le ombre,
del costruire è finita, imparo a discernere la natura
la Tua forza mi ha sostenuto, del limite e la sua manifestazione.
il lume della Tua volontà Una fiducia mi sostiene,
mi ha guidato. origina nell’incondizionato
L’unica opera di quest’ora processo dell’affidarmi a Te.
è contemplare Te.

Se tu soffri, non soffrirò con te;


cercherò di comprendere il tuo dolore,
e la sua origine, e lascerò che in me sorga
quella parola, quel gesto che possono
alleviarlo.
Ti proporrò una prospettiva esistenziale,
un respiro, per superare l’impasse
nella quale ti trovi.

48 49
NOVEMBRE 2018

Abbiamo molti modi di conoscere C’è la parola vana


e di imparare, alcuni consapevoli, che recita l’infinito rosario dei bisogni,
molti inconsapevoli. e c’è la parola efficace
La vita altro non è che l’imparare che veicola un sentire.
che fiorisce nel comprendere. Un silenzio
L’orgoglio pone all’apice a volte è solo la forma che assume
la conoscenza consapevole, una vacuità e una subalternità,
ma tutti gli esseri conoscono, altre volte è la condizione
imparano e infine comprendono. per l’espressione piena del vivere
e dell’essere uno con Te.

Giornate
nella benedizione
d’esistere.

Farò in modo che tu possa sentirti


sempre a casa.
Non un luogo dove rimanere immobile,
ma una situazione che, nella protezione,
ti permetta di indagare e realizzare il tuo
disegno esistenziale.

50 51
So che non mi farai mancare Conosciamo libertà,
le forze per volgermi senso e realizzazione,
là dove mi chiami, solo nell’unione con Te.
per inchinarmi al ritmo Separati da Te,
del Tuo respiro immersi in noi,
che pulsa in ogni creatura. sperimentiamo la fatica
della solitudine e della frustrazione,
esse ci indicano la via
Pregherò e ci conducono fino a Te.
il Padre e la Madre di tutti noi,
non perché ti protegga,
ma perché tu possa vivere Ogni creatura vive
consapevole che la Sua mano quel che gli è permesso
sempre ti sostiene, dal sentire conseguito:
nella gioia come nella prova. questa comprensione,
Facile è riconoscerla nella gioia, sempre relativa,
della prova non comprendiamo origina l’esperienza
che è un passo per avvicinarci della compassione.
all’Essenziale. Non si può chiedere,
a se stessi e agli altri,
che quello che è inscritto
nel sentire.

52 53
Ogni essere conosce “Dove andare lontano dal Tuo spirito?
il Reale a suo modo, Dove fuggire dalla Tua presenza?”
così come sperimenta chiede il salmista.
il velo della separazione. Posso esistere separato da Te?
Il Reale è lì, sempre, Può l’albero vivere senza la terra,
e si offre all’esperienza il cielo e la linfa che celebrano
di chi lo cerca. la loro unione?
È la tiepidezza della ricerca Puoi Tu divenire solo cielo,
che lo mantiene nell’ombra. solo terra, solo linfa?
Tu sei Uno, mai due.

Il giorno che inizia


è l’atto della consapevolezza Tu intessi l’intimo
che si spalanca su di Te. di ogni creatura,
Le Tue luci ed ombre, sei il suo respiro,
i Tuoi silenzi e le Tue voci, il suo calore,
le Tue creature irrompono il suo sudore.
e saturano la percezione e l’essere. Nel silenzio della sera,
Altro non rimane ogni essere che vive
che lasciar fluire accoglie in sé
l’ineffabile dichiararsi di Te. la Tua benedizione,
e la custodisce
nella metamorfosi del sonno
per incarnarla nel giorno che verrà.
Se Tu vorrai.

54 55
DICEMBRE 2018

Tu, l’ineffabile, Oltre il velo ci sei Tu,


assumi il volto l’Esistente Reale.
dei miei fratelli e sorelle, Ho imparato a vedere,
di chi mi rifiuta conoscere, sorridere
come di chi mi cerca. dell’irreale realtà del velo.
Non c’è in me desiderio Non mi spaventa,
di essere cercato, né mi affascina.
né dolore che duri È come l’ombra che ci segue,
per un rifiuto. la conseguenza del Tuo assumere
In ogni aspetto del reale la forma del divenire.
scorgo Te,
sostanza, ragione e fine
di ogni essere L’apertura costante all’intuizione,
e di ogni processo. ai dati che sorgono dal sentire,
rende marginale il processo cognitivo:
nell’intimo sorge una sorta di resistenza
Tu sei la fiamma, al pensare.
la mia esistenza è il cero; La disposizione complessiva è unitaria
come immaginare una separazione. e volge alla contemplazione dei dati
Vivo nella combustione di Te. che affluiscono dai vari piani.

56 57
GENNAIO 2019

Tienimi per mano Simili a grandi rotoli


in questo procedere di tappeti erbosi,
attraverso il niente. srotola l’Assoluto
consapevolezze di sentire:
le nostre vite.
Tra le pietre affiora
l’acqua della sorgente.
La contemplazione Osserviamo il mondo da dietro le sbarre
che non conosce sosta, delle nostre celle edificate per sentirci
è la forma che l’Essere al sicuro.
assume nel divenire dell’umano Metodicamente abbiamo innalzato muri
che in sé realizza la natura della pietra. e installato gabbie, costruita la nostra
miserevole routine chiamandola libertà.
In realtà, ci siamo soltanto chiusi nella cella
Incontrarsi in un silenzio. della nostra paura.

Il silenzio in Te
è come una coperta
che ti butti sulle spalle
e, avvolto, scompari.

58 59
Una pratica meditativa sedimentata C’è nel nostro cuore,
negli anni, fiorisce in una disposizione nella nostra mente,
meditativa diffusa. nel nostro tempo uno spazio
Ogni presente libera l’attitudine per l’Assoluto Essere?
alla consapevolezza, alla presenza, Se c’è, quell’Essere si mostrerà
al dischiudersi dell’Essere. e pervaderà ogni aspetto dell’esistere.
La disposizione meditativa abbisogna dunque Se non c’è,
di un lungo tirocinio. continueremo a credere,
o a dubitare,
o a discorrere di Lui.
Il monaco,
colui che risponde all’Assoluto Essere,
ascolta l’invito che ad ogni attimo Una via spirituale implica una pratica specifica
lo interpella. e originale che ponga in relazione diretta
La sua vita è come il ciclo del respiro: Essere e divenire.
l’inspiro, proprio del divenire, Nell’intimo della persona deve svilupparsi
precipita nell’espiro, ventre dell’Essere. una disposizione unitaria illuminata
Il monaco non conosce scelta, dalla dedizione.
obbedisce e risponde. Questo è evidente da millenni,
ma sembra non esserlo in questo tempo.

60 61
FEBBRAIO 2019

L’umano che non può pensare Non è rilevante


ed agire il bene, che tu sorrida a me,
è come un carro senza ruote: lo è che tu sorrida.
non sperimenta che il limite di sé.
Il suo cammino è faticoso,
ogni fatto gli dichiara l’evidenza Vivere negli occhi di Dio.
della sua incapacità.

L’amore
La fede è il fiore che nasce ha bisogno di farsi gesto.
dalla consapevolezza Fermenta nell’interiore,
dell’essere di Dio in noi, matura nella contemplazione
dallo sperimentare la Sua essenza e nell’esperienza mistica,
nella nostra costituzione, e poi chiede gambe
il Suo svelarsi nelle possibilità quotidiane. per camminare,
La fiducia è il frutto dell’aprirsi umano, mani per sostenere,
del rispondere al richiamo ontologico parole per dire.
della fede.

62 63
MARZO 2019

Quando non sei in attesa, Chiara è la visione


e non hai bisogno, oltre il velo della mente.
Lui viene. Il pensiero,
Nello spazio che si crea, nel conferire forma al sentire,
nel niente che lo abita, lo tradisce.
Lui risiede. Il sentire dichiara la natura del Reale,
La Sua presenza è il Reale, pervade la coscienza d’essere
ogni aspetto del presente divenendo sensazione,
il Suo accadere. sguardo, ampiezza,
ma di rado pensiero.
Su quella soglia si ferma,
Benedetto sei Tu, e rimane puro.
mostri il Tuo volto
a ogni vivente,
nel Tuo cuore lo senti, Nel respiro di Dio
nella Tua mente lo pensi, volano i petali
sulle Tue spalle lo porti, di mandorlo.
affinché nell’intimo suo
Ti conosca.

64 65
Cerchiamo consolazioni A noi non interessa conoscere
per non sentirci soli. e comprendere il reale,
Dal manto di foglie secche ci interessa averne un’opinione.
spuntano le viole. Anche il contemplante ha una opinione
La solitudine è come le foglie, del reale, ma prontamente l’abbandona,
nasconde il germoglio della vita. pena il non conoscerlo
e il non comprenderlo.

Con cura ritmi ogni focalizzazione mentale,


in modo che la Realtà possa fluire senza Nel computo del ricevuto,
inciampo. l’umano si avvede
Ai momenti in cui il pensiero si fa acuto, di quell’aspetto dell’Amore
alterni la sua disconnessione: che appaga il suo io.
come il nuotatore che si immerge L’Amore vasto e neutrale
e riaffiora per respirare. di cui è circondato e senza sosta nutrito,
sembra non colpire la sua consapevolezza:
egli non coglie l’Essenza,
Oltre il velo del carattere, ma è attento alla gratificazione di sé.
della personalità, dell’identità, chi sei?
Se non mi lascio confondere
da ciò che di te appare, cosa sento?
Nulla dei tuoi limiti e dei tuoi talenti
ha alcuna rilevanza,
altro sei da ciò che mostri,
oltre limite e non limite, sei.

66 67
APRILE 2019

La libertà interiore sorge dall’accettazione La dedizione, la perseveranza, il sacrificio dei


del rischio di non piacere, di non essere pochi illumina la strada ai molti.
approvati. È così nell’ambito dei diritti, della ricerca,
Quando la persona diviene consapevole della via spirituale.
della propria cifra interiore, allora può Il sentire più ampio orienta quello più limitato,
scegliere di non nasconderla più: e ciascuno paga il proprio prezzo,
senza ostentazione, senza paura come è nelle cose.
manifesta ciò che è.
Semplicemente.
Non esistono i contrari e gli opposti,
l’esistente altro non è
È sorta una mitezza nel mio interiore, che una declinazione dell’Amore.
quando ho sentito L’odio non è assenza d’Amore,
che la rappresentazione o il suo opposto: è la sua ignoranza.
che porta il mio nome L’esperienza dell’Amore si estende
era giunta a manifestazione dalla sua completa ignoranza
creativa e fluida, fino alla sua piena manifestazione.
e quando l’essere del mondo Ma l’Amore sempre è.
è apparso ai miei occhi
come l’essere possibile alle persone,
non potendo esse altro. Se la mia fede dipendesse dai segni,
sarebbe simile ad una pianticella
che cresce sulla sabbia.

68 69
C’è un mare vasto trattenuto Dovremmo riflettere su quanto
da un lembo di terra. torpore ci avvolge e ci conferisce
Ogni giorno rafforzi la diga un certo grado di ottusità:
e ti ritrai di un passo il reale giunge a noi filtrato e attutito.
da quella pressione, Probabilmente non c’è alternativa,
da quel vasto mondo sarebbe troppo doloroso
che incombe. l’impatto con la nudità di sé.
L’esperienza contemplativa ci rende
Facile è aprire la diga, permeabili in un modo del tutto nuovo.
ma a chi offri quel mare
se nessuno lo chiede?
Basta che sia disponibile a te? Più il mondo celebra se stesso,
più l’ancoraggio interiore si consolida:
Non così opera il Reale, come un’onda sale e pervade,
i corpi vengono logorati stabilizza e orienta, contiene e protegge.
nell’impatto, e tu ne hai cura Un silenzio e una neutralità vasti
liberando del vasto mare si impongono.
il possibile di quel momento
al bene di qualcuno,
non al tuo, Che io possa camminare
a te quel mare è già dato. lungo la Tua via,
in questo giorno.

70 71
Solo col tempo e con l’ampliamento Coltivo in ogni intenzione,
del sentire, comprendiamo di essere pensiero, emozione ed azione
su di una scialuppa con pochi altri, di questa giornata,
compagni d’esistenza. ciò che suscita ed alimenta
Allora, il limite reciproco non è più un peso, in me una disposizione d’amore
ma una condizione del viaggio. e mi permette di veicolarlo,
Allora, il sentire conseguito donandolo.
è dono reciproco. Di questo divengo pregno
mentre le ore maturano.

Il mondo porta con sé


ideali e sogni, Le ore del giorno
io ho avuto solo Te. sono il Tuo respiro.
Tu sei stato il cammino Le intenzioni delle persone,
e il suo fine. un grado della Tua consapevolezza.
Le creature L’agire del mondo,
che mi hanno accompagnato, lo specchio del compreso di Te.
sono state la condizione
perché Ti vedessi.
Non ho coltivato
il desiderio di Te,
ma la ricerca tenace
del modo di liberarTi in me.

72 73
MAGGIO 2019

Comunque io abbia potuto servire Quando l’umano


il Tuo disegno, attraversando i limiti non è più confuso,
della mia comprensione di Te, l’esperienza dell’Assoluto
è certo che oggi, in questa nuova condizione si presenta feriale e ordinaria.
di ‘servo inutile’, L’infinitamente vasto
ho il tempo e il modo per contemplare diviene esperienza
la grandezza del Tuo progetto, tangibile e inequivocabile
e per affinare la mia disposizione a Te. nell’infinitamente piccolo
e ordinario.
Infiniti sono i modi e i gradi È così,
del servizio alla Vita e all’altro da sé. evidenza per tutti coloro
Terminato il ciclo esistenziale dell’insegnare, che da Quello si sono lasciati plasmare.
divengo consapevole, pienamente,
che anche il semplice Stare,
Risiedere-in-Sé, è servizio. Sono nato nello Zen,
Quell’Essere è una nota e lì sarei rimasto:
che attraversa il cosmo. niente divenire, solo stare.
Lo sguardo era limpido.
Ma il prossimo non capiva,
Una vita senza condizionamento e lui veniva prima di me.
e senza tempo nella Tua presenza: Allora ho messo i suoi panni,
questo era l’orizzonte di tanto tempo fa. e le sue scarpe. Fino a ieri.
È quanto negli anni ha preso forma, Ora posso spogliarmi.
ed oggi, in buona parte, è realtà feriale.
Nella Tua presenza: senza di Essa,
il resto non avrebbe senso.

74 75
La dedizione è un aspetto Tu guidi i nostri passi
della nostra risposta e a ciascuno doni
alla Tua chiamata. il pane ogni giorno.
La persona dedita a Te Il nostro discernimento
ti scopre in ogni fatto, ci permette di sentire
nella presenza a ciò che accade dove vuoi condurci,
si sperimenta non altro da Te. e di leggere i simboli copiosi
Più questo è vissuto, che illuminano la penombra
più Tu divieni l’unico fatto reale, del nostro essere.
sostanza fedele,
roccia dell’esistere.
Tutto ciò che ho studiato mi è utile
per affrontare la vita e il suo insegnamento.
Solo col tempo Non mi è utile in modo diretto
ho imparato a fidarmi di Te. affinché Tu viva pienamente in me.
Questa fiducia è fondata Perché questo accada,
sulla consapevolezza che ad ognuno debbo abbandonare ogni concetto
Tu offri il necessario, ogni giorno. e lasciare che il sentire
Quel necessario, molto spesso, permei ogni senso.
non è quello che la persona attende:
quella che Tu offri
è una possibilità esistenziale.

76 77
Il silenzio dell’identità Quando il mio prossimo diviene
è un balsamo. una sorgente di parole che si nutrono
I passi sul sentiero, prevalentemente di mente e sono povere
tra boccioli di rose canine di sentire, un senso di estraneità
splendenti come stelle e di inutilità mi travolge.
in un cielo verde, In Te trovo rifugio,
sono solo passi, all’ombra delle Tue ali mi riposo.
le parole solo parole,
i silenzi solo silenzi.
Se gli occhi non servono
per contemplare Te,
Allo sguardo profondo per quale altra funzione li hai creati?
si rivela la natura autentica Se la mente non è per indagarti e scopriti,
di ogni essere, quale altro scopo ha?
in essa Tu splendi. Se il sentire che mi plasma
Quello sguardo ha bisogno non è che un aspetto del sentire Tuo,
di essere coltivato in ogni momento, a cosa mi conduce
nella solitudine come nella compagnia. se non alla scoperta della sua origine?
Ma se non affonda la radice
nella solitudine di sé,
non germoglia con gli altri. Il silenzio della sera, Tu sei,
l’ombra delle situazioni disegni,
al cuore degli umani infondi forza
affinché comprendano
il principio dell’Amore che li genera.

78 79
Benedetto sei Tu La vita fornisce gli strumenti,
che mi hai posto e genera le comprensioni
in questo giardino per conoscere Lui, il Determinante.
al margine del mondo. La via spirituale è un piccolo aiuto
Benedetto sei Tu che nulla può, quando le persone
che mi hai fatto irrilevante. non vedono attraverso il velo di sé.
Benedetto sei Tu Ciò che non è compreso, non lo sarà
che mi doni la possibilità perché viene suggerito ed indicato.
di contemplarti in ogni fatto
e in ogni essere.
Quando germoglia in me
il fiore della semplicità?
L’amicizia e la fratellanza divengono Quando so rinunciare a una parola,
più vere quando sono vuote di tutto ciò a un orpello, a un gesto
che le menti dichiarano sulla loro natura: che mi espone senza necessità.
allora, l’altro cade come una goccia d’acqua Man mano che vuoto il secchio di me,
in un secchio vuoto. la semplicità veste il mio essere.
Così scompaiono vasti aspetti,
cascami, veli e maschere.
Com’è facile, nel tentativo di servirTi,
finire per essere servo di un proprio ideale.
E non distinguere più tra l’ideale e Te. Il silenzio di Dio
Non c’è cammino interiore sano narra la nostra sordità.
che non inizi da un deserto,
e non lo ritrovi ciclicamente.

80 81
Mille punti di vista rimangono mille. Osservando la casa interiore,
La compassione coglie il vero in ciascuno, vedo che è vuota.
ed opera una sintesi unitaria, Non c’è stanza abitata da alcuno, pare.
il molteplice diviene uno. Osservando la reazione allo stimolo,
Questo è il processo che, noto che comunemente
dalla frammentazione della mente, non c’è difesa o affermazione,
conduce all’unità nel sentire. salvo i casi in cui lo stimolo
è interpretato come pericolo,
e in altri in cui si attiva
Frammenti del non compreso il necessario gioco delle parti.
manifestiamo ogni giorno,
velando la natura più vasta.
Il compito, non semplice, Vorrei che in me sorgessero le forze
è quello di provare compassione e l’intelligenza, per divenire consapevole
per quei frammenti, del contributo che ogni essere vivente
non identificandoci ma imparando, porta all’equilibrio e all’armonia del Creato.
cercando di portare lo sguardo Consapevole di chi porta il bene,
oltre il velo. e di chi il ‘male’,
per rendere grazie ed apprezzare pienamente
ogni contributo.

82 83
GIUGNO 2019

È venuto un tempo in cui il pudore Il cammino nella solitudine


si è steso come un velo sulle parole azzera molte delle rappresentazioni
e sui gesti. proprie dell’identità: a chi mostrare cosa?
Ciò che un tempo potevo dire, Alle rondini?
non per narrare me, Permane nel profondo
ma per esprimere la ricerca il senso di una rappresentazione,
dell’Assoluto e il vivere in lui, ma non riguarda l’identità,
oggi è vinto da una reticenza. è il portare a evidenza una spinta profonda,
La vasta complessità dell’unione un Essere che si fa divenire.
diviene silenzio.

La mia preghiera
Attraversiamo il mondo è fatta di silenzio.
ed esso ci attraversa. La domanda è muta.
Ci spendiamo, impariamo, comprendiamo. Ogni atomo dell’essere ascolta.
Viene, per alcuni, una stagione in cui
il mondo esaurisce la sua funzione,
le risposte giungono dall’interiore, Il soggetto separato da Te
dal silenzio dei bisogni e di sé. prova gratitudine per i Tuoi doni,
Questa è la stagione della priorità di Dio. per la Tua mano che lo sostiene.
Ma il non-soggetto cosa prova?
Contempla il Ciò-che-è,
l’evidenza dell’Essere come pienezza,
perfezione ed eternità oltre l’illusione.

84 85
Una delle più grandi gioie Camminerò lungo la Tua via
concesse all’umano, nei giorni e nelle notti
è quella di sperimentare che vorrai donarmi.
la comunione del sentire A Te affido il divenire,
nulla potendo su di esso
con gli altri esseri.
e conoscendo la mia fragilità.
In quella esperienza non contano
Una determinazione
le innumerevoli note dell’umano,
e una fiducia mi guidano,
ma la vibrazione che le riassume,
in esse riconosco
le contiene e le trascende
la Tua mano ferma,
nella dimensione unitaria.
il Tuo condurmi
dove è bene che io sia.
Quando la sera viene,
una leggera brezza attraversa
Conosco il timore di perdere Te,
e incanta l’animo del monaco:
la possibilità di non avere
“L’anima mia magnifica il Signore
più accesso al Tuo volto,
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore.”
il vedere la mia vita frantumarsi.
Conosco la mia responsabilità,
le vie per perderTi e per trovarTi,
fragile è l’equilibrio.
Questo timore mi è compagno,
assieme alla fiducia.

86 87
Osservo l’umano e so che ama Non sono stato un buon maestro.
identificarsi col mondo. Per non creare conflitto, ho lasciato
Frequento quest’essere che porta che crescessero le erbacce dell’indolenza
il mio nome e il deserto del mondo. e della pigrizia.
L’anima mia si quieta Ho ascoltato le parole di coloro che,
e si nutre nel risiedere in Te, nel tempo, sono venuti in questo eremo,
si abbandona al semplice stare ma avrei dovuto chiedere di più
nella Tua presenza pregnante e discreta. sulla loro pratica della Via.

Cosa mi separerà da Te? Come può l’umano,


Si può separare il cuore dal corpo? immerso nel divenire,
La mente dal pensiero? pensare di trarre profitto
Sto vivendo la Tua vita, da quell’esperienza
non la mia, se non si nutre dell’Essere di Dio,
ed essa non è buona, né cattiva, della Sua fiducia, della Sua forza,
favorevole o sfavorevole. dell’apertura che quel fuoco gli conferisce?
È la Vita, è Te,
mai divenuta altro da Te.

88 89
LUGLIO 2019

In giorni come questi, Viviamo prigionieri delle nostre idee,


l’esistenza che definisco mia, delle nostre morali, delle nostre fedi
è fusa con la Tua: pensate ma non vibranti nel sentire.
nel ventre Tuo, l’Essere risiede. Aderendo ad una idea di Dio,
L’aspetto di me che chiamo umano, ci impediamo di vederLo,
di questo dono trabocca, di riconoscerLo, di esserLo.
i suoi corpi sono tesi e pronti Oltre tutto questo il Determinante È,
come corde di violino. e si svela nel deserto della nostra pretesa.
In attesa che l’onda passi,
contemplo il Tuo Essere.
«Se perseverate nella mia parola,
siete veramente miei discepoli;
Pochi minuti di grandine, conoscerete la verità e la verità
e il lavoro di una stagione viene perduto. vi farà liberi»
Un attimo di distrazione altrui o tua, Se risiedete nel vostro sentire,
e la vita è capovolta, o finita. in esso ci incontriamo, siamo Uno,
L’impermanenza: comprendiamo il Suo Essere
il giusto sguardo ci porta e questo ci rende liberi
a rivedere ogni nostra priorità. dall’illusione del divenire.
Cosa è permanente?
Alla fine, solo il fuoco che ci arde.

90 91
Se non so accudire, A ogni ora
sarò abbandonato. l’imponderabile bussa.
Se non so dare, Ciò che sfugge al nostro controllo,
non riceverò. alla nostra pretesa,
Se non so ascoltare, impone la sua variante della storia.
non sarò ascoltato. La nostra resistenza è tenace,
Se rifiuto, ma il germoglio della Vita
sarò rifiutato. lacera la difesa.
Se insulto, L’Essere di Dio si insinua
sarò insultato. nelle fenditure e dice: non vedi?
Se amo,
sarò amato molte volte tanto.
Tutto ciò che faccio L’amore ha una duplice valenza irradiante:
al mio prossimo, si effonde nel cosmo indiscriminatamente,
sarà fatto a me. e cerca un secchio vuoto in cui depositarsi.
Nel primo caso è simile al moto del respiro,
nel secondo all’intimo accudire.
Camminiamo
su membrane
di carta di riso L’umano che vive il Dio-in-sé,
sospese sull’abisso. conosce una libertà?
Solo quella di viverLo
più compiutamente.

92 93
Non siamo mossi sempre Sostienimi
da una mancanza, da un bisogno, nella consapevolezza
da un desiderio. che ogni gesto
In una data stagione, è l’agire di Dio,
è la spinta a celebrare ogni silenzio,
il Creato e il Creatore, il Suo silenzio,
in tutte le Sue manifestazioni ogni parola,
e declinazioni, a muoverci. la Sua parola.

Ciascuno di noi porta nel cuore Mi hanno chiesto:


i seminatori d’amore e di giustizia. ma tu cosa cerchi?
Gli arroganti sono come la pula Cercare significa andare,
del grano, destinati al vento. muoversi in una direzione.
Il setaccio del cuore sceglie Ciò che vivo non è un cercare,
ciò che può portare frutto, semmai un essere cercato, stanato.
ciò che d’amore è intessuto. L’insieme dell’essere è passato al setaccio,
permeato, intriso di Irriducibile Altro,
senza scampo alcuno.

Gli alberi compongono la foresta,


ma a noi rimane difficile vedere gli uni
e comprendere l’altra.

94 95
Come stranieri Che Tu possa tenere
attraversiamo la vita. nel palmo della Tua mano coloro
Vivido è l’amore che sostiene che in questo momento soffrono,
e accompagna, affinché non si sentano soli
fidata la nostra presenza. e avvertano nel loro cuore l’amore
Ma indietro rimane e la forza necessari per affrontare
la capacità di partecipare ciò che loro occorre.
al banchetto della vita,
quasi fosse vero.
Quel diaframma ci rende stranieri, La realtà che colpisce i miei sensi,
e per noi è bene così. le esperienze presenti
e quelle che desidero,
nulla di ciò mi completerà.
L’amore sorge Questo perché della realtà
nella solitudine e nel silenzio e delle esperienze colgo l’apparire,
della benedizione della presenza di Dio, non l’essere.
benedizione che in quel momento Per coglierne l’essere,
tocca quel cuore quando un fatto accade
e lo fa ardere della Sua volontà. deve esserci un radicale vuoto di me.
Da quel cuore,
l’amore ricevuto si travasa
nella solitudine e nel silenzio
di altri cuori dediti all’ascolto.

96 97
Ho fatto della mia vita spirituale un’officina. L’umano si racconta che la propria vita
Ho lavorato fianco a fianco con operai va realizzata attraverso le esperienze
e operaie condividendone i modi del creare e del distruggere,
e l’immediatezza. dell’affermare, del dichiarare sé.
Sudati, sporchi di grasso e affaticati, Se sapesse osservare ed ascoltare,
non abbiamo avuto timore di avvicinarci, scoprirebbe che la propria esistenza
di comprometterci e di ferirci, è già realizzata, è completa in sé
mai dimenticando di ridere. così come è. Da sempre.

Nessuno attraversa la vita


senza lasciare un’impronta, e senza, a volte,
gravare sulle vite degli altri.
Vorrei dirti: “Che il mio peso ti sia lieve”,
ma non te lo dirò.
Sarà il peso necessario a te,
non posso determinare quale,
ma certo cercherò di esserti lieve.

Nel momento in cui il mondo è travolto


dalla confusione e dalla disgregazione,
spetta a chi conosce la chiarezza e l’unità,
coltivare con ancora maggiore determinazione
la via dell’Essenziale.

98 99
SETTEMBRE 2019

Giunto, infine, nel porto della compassione, Tra una parola e l’altra, tra un gesto e l’altro,
ho iniziato a vedere la realtà di me stesso, tra un fatto e l’altro c’è sempre uno spazio:
e alcuni frammenti della realtà altrui. lì si focalizza l’attenzione del contemplativo.
Finalmente la narrazione della mente Quello spazio è la radice della parola,
si è incrinata, e ho cominciato a sentire del gesto, del fatto in quanto tale;
il Reale. inconsapevoli di esso,
veniamo travolti dalla fiumana del divenire.

Non ti chiedo cosa fai per noi,


ma come onori il Dio vivente Il passaggio dalla fantasia della mente
che pulsa nelle tue vene. alla realtà è duro, spesso genera buona parte
Se riconosci ed alimenti del nostro dolore.
quel pulsare che ti costituisce, La Presenza non conosce quella fantasia,
so che la tua vita è al servizio dei tuoi cari, non alimenta la mente inutilmente,
dei tuoi fratelli nella Via e nella vita, aderisce alle sensazioni e al sentire
al fianco di ogni essere di Dio. di ogni momento presente.

Se Tu fossi l’acqua del fiume,


vorrei essere la foglia
che si adagia sulla Tua superficie,
priva di volontà propria.

100 101
DICEMBRE 2019

Grazie perché accadi, volto di Dio, Lascia che io possa sprofondare


nelle sembianze di una fetta di pane, nell’irrilevanza del presente,
di un caffè, della bizza di un figlio, là dove ogni scena dell’ordinario
della distrazione di un partner, danza sulle Tue mani,
di una perdita del rubinetto, e in ogni dettaglio
di un raggio di luce tiepido. si mostra il Tuo volto. 
Mi apro al giorno che viene
nella speranza di poter ascoltare
ed obbedire il sentire di Dio, Più il mondo si approssima con la sua aura
di poter essere la sua voce, di bisogni, di desideri e di ipocrisia,
il suo braccio, le sue gambe. più mi ritraggo nelle caverne del monte
interiore: per difendermi, per non vedere
lo scempio, perché, pur comprendendo
tutto questo, ne colgo il portato di dolore
che innesca.

Accompagnaci
nel nostro itinerare
nel tempo e nell’illusione.
Abbiamo chiaro l’orizzonte,
ma i passi a volte sono incerti. 

102 103
GENNAIO 2020

Sperimento l’amore di Dio  Tu che vedi


come Ciò-che-È oltre l’apparire delle cose,
e come-Ciò-che-diviene. delle intenzioni, dei pensieri
Nel Ciò-che-È, esso è una forza, dei fatti stessi,
una pressione, una vibrazione credi che esista qualcosa, qualcuno
che pervade ogni particella che possiamo definire persona?
di ogni corpo e viene sentito Io non vedo persone,
come vastità, potenza vedo aggregati complessi,
e compassione infinite. molte volte non coerenti,
tenuti insieme dall’artificio
Nel Ciò-che-diviene, della interpretazione.
è il gesto estroverso e creativo,
la sensibilità per il pianeta L’interpretazione crea la realtà 
e il cammino degli esseri, del soggetto che chiamiamo persona,
la spinta a servire al quale affibbiamo un nome,
e il rammarico per essere delle caratteristiche,
ampiamente fuori gioco. un posto nel mondo, nelle nostre vite.
La potenza e la pervadenza Oltre l’interpretazione c’è la complessità,
dell’esperienza trasformano la quale è logica secondo il sentire,
in profondità i corpi e, ma non coerente dal punto di vista
quasi sempre, li lasciano provati. del divenire, dell’umano.
Evolviamo secondo logica,
ma non secondo coerenza.

104 105
Se il chicco di grano, caduto in terra,
non muore, rimane solo; se invece muore,
produce molto frutto. Chi ama la propria vita,
Intenzioni diverse la perde e chi odia la propria vita in questo
generano tentativi e scene mondo, la conserverà per la vita eterna.
di comprensione diverse: Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove
un apparente guazzabuglio incoerente sono io, là sarà anche il mio servitore.
dove scene di egoismo Se uno serve me, il Padre lo onorerà.
si alternano a grandi altruismi.
Da tiepidi viviamo, fuoco che non scalda.
Tu che sei oltre l’illusione, Contiamo e centelliniamo il tempo dato
sostienici nel tentativo di decodificare alla Via, e gettiamo ore e giorni
i codici del guazzabuglio, nella vacuità del niente.
affinché noi si possa non perderci in esso, Il mantra del ‘non ho tempo’ arriva
mantenendo fisso lo sguardo anche qui nel mezzo delle colline,
sul quadro d’insieme, nel silenzio della sera, nella lontananza
sulla trama esistenziale dall’affanno di sé: lo ascoltiamo a volte
del nostro procedere, con benevolenza, altre con fastidio.
più che sul singolo e isolato fatto. 
Ciascuno estrae la sua esistenza
dall’Indifferenziato Essere,
La sera avvolge di silenzio se ha necessità di estrarla nell’asfissia
ogni pretesa dell’umano, del tempo, così sia.
e s’impone Osserviamo e tacciamo, cercando
la sinfonia del Creato. di rispondere a coloro che, consapevoli
delle narrazioni delle proprie identità,
provano di aprire un varco nelle mille
scusanti prive di verità.

106 107
L’Amore è un’intenzione Solo colui che ha conosciuto
che sorge inaspettata, la gratuità, l’azione senza scopo,
un pensiero, un’emozione, la pratica senza guadagno,
un gesto che si forma l’esperienza senza gratificazione 
come la rugiada durante la notte. ha accesso alla sostanza dell’Essere.

Su tutti piani vibra l’Amore, Non c’è Essere finché c’è scopo,
e attraversa, risuonando, tutti i corpi. motivazione personale,
È come il sole che scalda ricerca di qualcosa:
le creature del giorno, quando la ricerca,
e come la luna che ha al centro sé, muore,
che suggerisce allora il presente si dispiega
a quelle della notte. come accadere gratuito,
nulla ci è estraneo
L’Amore non è nostro, e finalmente cominciamo
non possiamo dire: a vivere intimamente la vita.
questo è il mio Amore,
così come non possiamo dire:
questo è il mio sole, la mia luna,
la mia rugiada.

108 109
Una via spirituale è un processo Si può essere grati
che ti nutre e ti mette in scacco. per il poco come per il tanto,
Se ti nutre soltanto, è una fumeria d’oppio. ma se non si è capaci
Se ti mette in scacco solo, è un patibolo. di vedere la grazia
Se alterna l’uno e l’altro, è come la forca dell’Essenziale che il poco porta,
che penetra nel terreno ben temprato. e di goderne la benedizione,
l’unica funzione che il tanto avrà
sarà quella di conduci allo smarrimento.
Nell’apprestarmi al sonno, Allora, nel vuoto di senso,
una commozione profonda mi scuote: impareremo a vedere
la consapevolezza dell’unione in Te, il valore del poco, dell’Essenziale.
e la nostalgia struggente della sua
completezza mi travolgono.
Mi abbandono in Te,
unico mio rifugio. 

110 111
FEBBRAIO 2020

Generalmente non ascoltiamo; L’Amore è associato alla bontà?


quando lo facciamo, è spesso L’Amore non è buono,
un ascolto cognitivo. è il principio che fa incontrare gli esseri
Esiste un altro modo, molto diverso, e li conduce alla consapevole unione
di ascoltare: con l’apparato sensoriale, con l’Assoluto:
con quello emozionale, con la disposizione questo non ha a che fare con la bontà,
affettiva, con il pensiero, con il sentire. ma con la verità.
È cioè possibile ascoltare con l’insieme Vero è ciò che svela e rivela il Reale.
dell’essere, sintonizzandolo come fosse Ecco allora che l’Amore è forza attiva
un ricevitore radio, cogliendo l’intera banda che rompe equilibri così come placa tormenti:
delle frequenze che giungono è forza che guarisce
e lasciandole risuonare in sé. e che sferza,
che crea e che distrugge.
L’Amore liberato dalla bontà,
Che tu possa vivere oltre il tempo, diviene pedagogia e didattica
lasciando che ogni fatto ti attraversi della relazione, del darsi e del ricevere,
come il vento tra i rami solidi e spogli del costruire officina esistenziale
delle querce in inverno. assieme a tutti gli esseri.
Che tu possa imparare dalla brezza
come dalla tempesta,
affinché non possa mai dire: Cerchiamo la sorgente
oggi sono come ieri.  e non ci rendiamo conto
che siamo la sorgente.

112 113
Ci riempiamo del pensiero dell’altro Colgo la paura che attraversa le persone
per non sentire la nostra solitudine. in questa pandemia e mi proteggo.
Mi chiedono d’interpretare il simbolo
di quanto va accadendo, ma non lo faccio
Errando nel divenire, e non lo farò.
cerchiamo di proteggere la nostra integrità Le persone nascono, le persone muoiono
che, se troppo esposta, si frantumerebbe. secondo il disegno loro proprio.
Ecco allora che possiamo condividere Le persone hanno bisogno di amare,
solo in parte la fatica esistenziale di altri, di odiare, di provare gioia e paura.
e vediamo solo frammenti dell’incedere delle La mia vita è lontana,
moltitudini che affrontano le sfide pur conoscendo l’amore,
della conoscenza, della consapevolezza, la paura e la gioia. L’odio no.
della comprensione.
Ognuno di noi crea personali barriere
al fine di filtrare il possibile esistenziale Il prato è pieno di viole
che può reggere.  e non si sa dove camminare
per non calpestarle.
Per loro natura le viole crescono
distanziate le une dalle altre,
ma in alcuni casi sono vicine,
in macchie affollate.
La terra chiede acqua,
e anche noi abbiamo bisogno
di acqua per lavare i nostri cuori
e le nostre menti.

114 115
Dimmi chi sei, dichiarati, mostrati. L’avversione nasconde il reale
Non basto a me stesso, non basto a niente. dell’altro e del mondo:
Fammi vedere dove vai e capirò dove vado. sul loro immenso palcoscenico
Mostrati per quel che sei le persone non sono come noi
e imparerò a dismettere le mie maschere. le vorremmo, sono quel che sono
e non vivono per piacere a noi,
vivono e basta e lo fanno come
Ascoltando a loro è possibile.
ho scoperto l’infinito altro. Come potremo comprendere qualcosa
Mi sono reso conto della meraviglia del creato,
che quella forza se rimaniamo nella morsa
che mi spingeva del “mi piace/non mi piace”,
ad aprirmi nell’ascolto, “mi nutre/non mi nutre”?
altro non era che forza d’Amore, Cosa comprenderò della vita
disponibilità d’Amore, se non entro nelle viscere dei viventi?
non qualcosa di mio
ma che mi attraversava.
Il cosmo è regolato dalla legge dell’equilibrio:
non c’è vita,
non c’è giornata che non la realizzi,
anche se a noi non sembra.
Ci rimane difficile ricordarlo,
ed educarci a considerare che al ricevere
deve succedere un proporzionato dare,
e che un dare porta con sé il diritto
ad un nuovo ricevere.

116 117
MARZO 2020

La via spirituale Se io fossi cieco,


in fondo altro non è crederei che Tu sei il vento
che la consapevolezza ed io la foglia,
dell’attimo senza tempo ma non sono cieco.
e il processo del prendersi cura Ho compreso che il vento e la foglia
del vivente. hanno una natura comune,
La cura non conosce e solo nell’apparire
dentro e fuori, sé e l’altro, assumono forme diverse.
è uno stato del sentire Il mio compito non è divenire vento,
prima che un gesto, ma lasciare che affiori la natura
e in quanto sentire copre che ci accomuna
l’esistente senza distinzione. e ci testimonia come Uno. 

È come in un sogno lucido:


vivi le scene e sai che è un sogno.
Così è per questa vita:
la vivi, e la senti nella carne
e nella mente pura illusione. 

118 119
La gratuità riguarda l’intenzione che muove La straordinaria bellezza dell’essere vecchi
una persona: il termine gratùito designa la è che nessuno ti considera più niente,
condizione di uno scambio/relazione che puoi dire e fare tanto sei solo un vecchio.
avviene senza finalità alcuna.
Allora non devi nasconderti
In ambito spirituale la confusione è somma e, dietro quello che non sei,
non di rado, il vincolarsi al gratùito falsa alla non devi più superare esami
radice la relazione con l’altro da sé, alla cui e dimostrare qualcosa,
base deve esserci una reciprocità, uno scambio, tanto meno devi
un fluire di forze, di segni: la relazione è piacere a qualcuno, o sedurlo.
come una danza, e la si fa in due; l’altro deve
rispondere, io debbo esserci, altrimenti non c’è Puoi vivere la tua vita
danza che abbia senso. e andare per la tua strada
sapendo che gli altri vanno
La relazione è fondata sulla responsabilità dei per la loro e non si curano di te.
soggetti coinvolti: ciascuno mette del suo
e sente la responsabilità di farlo per sostenere Il corpo è il simbolo vivente
la relazione stessa. del fatto che tu sei oramai altrove,
è l’immagine di scena
Il mondo del divenire è fondato sulla che proietti e che gli altri
relazione, quello dell’Essere sulla gratuità. hanno bisogno di vedere
La persona consapevole di tutto ciò vive nella e che li libera di te, e te di loro.
gratuità, ma non necessariamente nel gratùito: Su queste basi, finalmente,
quest’ultimo è strumento pedagogico, a volte non devi più incontrare tutti,
lo si utilizza, altre no, pur risiedendo sempre ma solo coloro che risiedono
l’intenzione nella gratuità. nel tuo cuore. 

120 121
Ieri affermavo: “Finalmente, non devi più In virtù di questa consapevolezza, viene meno
incontrare tutti, ma solo coloro che risiedono quell’afflato tipicamente umano al ‘salvare
nel tuo cuore”. tutti’, all’aiutare tutti: tutti si aiutano già da sé.
Un lungo tratto del cammino esistenziale è Quello dell’aiuto all’altro non è un dato
dedicato alla scoperta dell’altro come non del reale, ma del racconto soggettivo: 
altro da sé; quando questa comprensione è tu non hai bisogno di me,
sufficientemente matura, non diveniamo uno- sono io che ho bisogno
con-tutti, un indistinto aggregato unitario, ma di aiutare te, esistenzialmente parlando.
il sentire acquisisce in modo incontrovertibile
il senso della comunione, della connessione e Dalla comprensione di questo può sorgere
della condivisione, pur conservando coscienza una frase come quella riportata in apertura:
di sé e della propria unicità nel divenire. posso occuparmi di coloro che si presentano
Quindi permane un certo senso di esistenzialmente (che risiedono nel mio cuore),
“separazione” che verrà colmato, in modo ovvero coloro che dall’indeterminato Essere
definitivo, solo con la fusione nell’Assoluto. assumono una forma per me e per il mio
esperire: di loro mi prenderò cura, gli unici reali. 
Il senso della comunione, della connessione
e della condivisione conferisce la lucida
consapevolezza che ogni essere ha la sua
strada, il suo senso, la sua responsabilità:
lo sguardo ampio contempla la moltitudine
degli esseri e degli insiemi, e di ciascuno
coglie il procedere peculiare.

122 123
APRILE 2020

Nei momenti più bui Per amore.


del non senso mi dico: Tutto è accaduto,
non conta dove quella parola cade, accade e accadrà per amore.
conta che sia potuta divenire tale. La nostra incapacità di vedere
Dall’indifferenziato Essere non cambia la ragione
prende forma il possibile a ciascuno, per cui i fatti accadono,
siamo come piccoli stampi anche i più dolorosi.
riempiti di granelli di sabbia. Chi può intendere questo,
Da chi questo stampo d’Essere coglie l’intenzione che attraversa la storia,
sia percepito, capito e compreso contempla il sacrificio dei tanti
non deve riguardarci: che hanno obbedito
l’Essere che prende forma, al principio dell’Amore
è come l’albero che genera che fecondava le loro vite.
moltitudini di semi
e non si cura dove cadono.  Sabato santo 2020

124 125
Un atto d’amore è come un’opera d’arte, Quel tormento ci permette di rimanere
difficile che al primo tentativo, alla prima vigili e di non abbassare la guardia, affinché
stesura sia perfetto. quando l’Amore viene, quando ci attraversa
La natura tormentata dell’artista deriva per ore, per giorni, per settimane noi si sia
dall’ossessione della perfezione, quella a pronti ad abbandonarci al suo tocco, che a
lui possibile, e che, di opera in opera, si volte è una carezza appena percepibile, una
trova sempre un passo più in là e richiede brezza leggera, altre è simile al tumulto di un
uno sforzo ulteriore, una applicazione più torrente di montagna.
profonda.  
Pasqua 2020
Per colui che sperimenta l’Amore, non si
tratta di perfezionare una propria qualità e
capacità nel fare, nel rappresentare o nel dare:
si tratta, di esperienza in esperienza, di
tentativo in tentativo, di lasciarsi plasmare,
in ogni grado dell’interiore, da quella forza
divenendo sempre più fluidi, meno oppositivi,
più duttili e trasparenti affinché solo essa sia,
solo l’Amore possa guidare le intenzioni, i
pensieri e le azioni.

L’Amore ci guida con mano ferma e noi


sentiamo la sua forza plasmatrice trasformarci
fin nei più trascurabili e intimi dettagli: come
l’artista, anche noi viviamo un certo tormento
nel timore di essere maldestri e inadeguati.

126 127
MAGGIO 2020

Osservo meravigliato I vecchi sognano le loro vite,


il dispiegarsi dei disegni, non indugiano
l’intrecciarsi delle vite, quando hanno fatto del bene,
il prendere forma dei processi: patiscono per il dolore provocato,
senza fine gli attori scorrono oramai non possono più rimediare.
nei fotogrammi del nostro film Nella loro solitudine,
e noi in quello degli altri. nel tempo e nelle opportunità
Le situazioni di armonia, che non hanno,
come quelle di conflitto, pagano il loro debito.
sono le onde del mare Comprendere il proprio errore,
che si formano questo basta. 
e si infrangono sugli scogli:
uno è il mare,
uno il disegno che tutto combina Dolce è lo scomparire.
e rende prossimo, non altro.
 

128 129
NOVEMBRE 2020

L’Amore non è un sentimento. ha una sua specifica funzione nel contesto


L’umano conosce più declinazioni dell’amore, della nostra ecologia esistenziale:
quello con la maiuscola amarli significa riconoscere
non è un sentimento e accogliere la funzione esistenziale
anche se può assumere che ciascuno di loro svolge.
quella connotazione.
L’Amore non è un sentimento,
Amare tutti non significa provare è una condizione d’Essere
il sentimento dell’amore per tutti. ontologica,
Significa sentire che ciascuno che a un certo punto del cammino
ha un suo percorso d’esistenza legittimo si dischiude alla consapevolezza
e per questo va rispettato e onorato. e all’esperienza tangibile
e incontrovertibile.
L’amore che tutto copre e tutti abbraccia,
è l’Amore che sorge nel sentire:
siamo Uno, cellule dello stesso corpo,
e sviluppiamo reciproca collaborazione
e condivisione, rispetto e protezione.

Nel quotidiano, nelle esperienze, la vita


ci mette a confronto con coloro che sono
compatibili con il nostro sentire e con il piano
esistenziale che ci riguarda.
Alcuni di costoro ci sono affini, altri meno,
altri estranei, altri avversi: ciascuno di essi

130 131
GENNAIO 2021

Da ragazzo volevo C’è un silenzio


il bene delle persone, che è figlio
soprattutto di quelle in difficoltà. del mio tacere.
Non sono più un ragazzo, E c’è un silenzio
ma voglio ancora il bene delle persone. frutto di un tamburo
Allora avevo due modelli, senza membrane.
Francesco e Gesù, Sbaglia chi pensa
volevo vivere come loro, che quel tamburo
sentire come loro. non sia percosso
da un suonatore,
Non so se ci sono riuscito, l’Eccelso lo percuote
di certo ci ho provato. senza fine.
Voglio il bene delle persone, Il suo suono è percepito
oggi so che quel bene da chi sa ascoltare
è materiale e spirituale; un tamburo senza membrane.
ho compreso che il bene spirituale
ognuno lo edifica dentro di sé
e ne è l’unico responsabile. Nei giorni del silenzio
lo strumento dimentico
Gioisco di una gioia piena del musico
quando vedo le persone realizzare risuona dell’armonia
il proprio cammino esistenziale, delle stelle.
sbocciare alla vita,
essere compassionevoli
verso ogni creatura.

132 133
FEBBRAIO 2021

Mi interrogo senza fine colpirci non accadesse,


per comprendere le relazioni sarebbero pura ipocrisia,
se l’Amore che mi attraversa il mondo sarebbe immobile,
chiede qualcosa in cambio. l’amore un sorriso vuoto.

Sono consapevole La dimensione dell’Essere


che la vita è la preghiera di Dio è l’accoglienza senza condizione,
rivolta alle sue creature ed è praticabile nella maturità
affinché comprendano se stesse del cammino umano.
e così conoscano il Creatore. Prima di allora,
nel divenire del mondo
Ogni essere agisce come può, e di noi stessi,
pensa come può, l’accoglienza è relativa:
sente come può. noi e gli altri ci trasformiamo
Ogni essere è quello che è perché, senza fine,
e non spetta a noi ci contaminiamo:
dirgli come deve essere. accettiamo di sconfinare
nelle vite altrui
Ma se noi rinunciassimo e che gli altri irrompano
a sollecitare, a stimolare, nelle nostre.
a provocare un altro modo
di essere, e ci opponessimo
a che gli altri ci provochino,
ci stimolino, ci sollecitino
per fare in modo che noi
si possa essere diversi;
se questo contaminarci,
confliggere, accarezzarci,

134 135
MARZO 2021

Amo scavare fossi Quando sei pronto,


con la pala da terra; anche l’odore
nel silenzio, dello sterco di capriolo
spinta dalla pressione lungo il sentiero
del corpo, ti sembra un miracolo.
la pala scende
nella densità della terra.
Amo preparare un letto Tu che sei
per sorella acqua. la forza di affrontare
il giorno che viene,
rendimi sensibile
C’è un ampio a ogni opportunità
e vasto deserto, di apprendimento
inimmaginabile, e di contemplazione,
da attraversare affinché io sia disposto,
se dall’esserci sempre,
si vuole approdare a scorgere la Tua essenza
all’Essere. in ogni essere
e in ogni situazione,
in quelle più ordinarie,
umili, insignificanti.
Quando la mente si chiude,
mostrami il valore nascosto
nell’irrilevante
che canta la sua natura.

136 137
Arrendersi all’effimero Quando giungerò
sorgere e scomparire all’ultimo foglio
di ogni istante. del calendario
Dimenticare la pretesa di questa esistenza,
di afferrare il vento. non vorrò dire:
ho dubitato di Te.

Niente prima, Non vorrò dire:


niente dopo. se le cose vanno così,
Non il dono di un dio, hanno un senso;
non l’offerta a un dio. se non vanno così,
sono un tiro di dadi.
Non la soddisfazione di una brama,
non la sua repressione. A ogni attimo
Solo una tazza di caffè. osservo l’esistenza
Solo un fatto. che nasce dal mio sentire,
e so che è la forma
che il Tuo Amore
assume per me.

A ogni attimo
investo ogni energia
affinché questa
consapevolezza
mai m’abbandoni.

138 139
La fede non è credere, all’immagine che ci siamo
è la certezza sperimentata cuciti addosso, nel tempo.
che vivere è la combustione È terapeutica, l’umiliazione,
del Tuo volere esistenzialmente preziosa:
e del Tuo amare. ci costringe a vederci,
a togliere,
a ridurre all’essenziale,
Innumerevoli a tornare alle fondamenta
sono le stagioni del nostro essere
dell’esistenza, senza ricami,
e c’è anche quella senza aggiunte.
dell’umiliazione:
per un errore proprio,
per mezzo dell’altro. Per non ascoltare
quella intercapedine
Chi viene umiliato? di vuoto che c’è
L’immagine di sé.
Nessuno può umiliare tra il divenire dei giorni
il sentire, e l’Essere senza tempo,
ma quello che crediamo alimentiamo il pensiero
di essere e l’emozione.
lo possono tutti.
Come tossici
Si può reagire, cerchiamo il pensiero
si può patire, significante
si può accogliere il colpo. e l’emozione edificante.
Indiscutibile è che parli
dell’attaccamento a noi stessi,

140 141
APRILE 2021

Inconsapevoli Il credere ha lo stesso valore


ampliamo l’intercapedine, di una di quelle sculture di sabbia
la frattura comuni in estate.
nel nostro interiore. È la disposizione di un soggetto,
l’adesione a un paradigma,
Vedere la dinamica l’incendiarsi della mente
del tossico e del cuore per un periodo,
è la via una profonda autosuggestione, non di rado.
per por fine
al gioco crudele. La fede di un soggetto
non è differente dal suo credere:
sabbia al vento tenuta assieme dalla mente,
e qualche volta dalla paura del niente.

Conosciamo un’altra fede:


l’ardere di un fuoco interiore
che non si è scelto ma che accade
a prescindere dalla nostra misera
disposizione.

Conosciamo un fuoco che ci orienta


e ci trasforma,
che ci nutre e ci distrugge.
Il credere che sorge da questo fuoco
è un’esperienza,

142 143
un impasto di stati e di comprensioni Pur avendo scelto
intrisi nella carne e nel tempo: di vivere in solitudine,
nulla porta dell’adesione a un paradigma, sono debitore
a una forma. a ciascuno di coloro
che ho incontrato.
Questa fede non edifica, Come la corrente
conduce all’irrilevanza, del fiume leviga i sassi
allo scomparire affinché Tutto sia. facendoli rotolare
e cozzare,
così l’incontro,
La gratitudine è un fremito a volte amorevole,
che attraversa i corpi altre ruvido,
e li commuove. ha affinato quest’essere.
Sorge per la grazia
di alzarsi dal letto,
di camminare,
di masticare,
di parlare,
di tacere.
È nel sorgere
e lo scomparire
di ogni istante.

144 145
Tiriamo calci scaraventati
là dove non avremmo
e ci assalgono angosce voluto,
ogni volta che la vita per aver perduto
ci toglie ciò che volevamo
i nostri giocattoli, trattenere
i nostri interessi, senz’altra ragione
le cose che il nostro bisogno.
che reputiamo essenziali,
le persone
che ci sono care.

Per elaborare la perdita


è necessario sapere
se si è perduto
ciò che non si è curato,
o, semplicemente,
ciò che non era più
adeguato
alla nostra stagione
esistenziale.

Allora,
con lo sguardo chiarificato,
possiamo ringraziare
per essere stati

146 147
Gioisci a piante di senape
quando tra le erbe più alte di te.
vedi spuntare Sorella volpe
una querciola nuova, va a mangiare le galline
o quando scopri dai vicini,
che i ciclamini a un chilometro da qui;
si vanno moltiplicando; il mese scorso
o quando, al mattino, l’hanno presa in trappola,
il picchio rosso inaugura ma lei l’ha divelta
il giorno con il suo martellare. e si è liberata:
immagino avesse
Gioisci quando piove, i piccoli che l’aspettavano.
in questo tempo così siccitoso,
e sei timoroso Mi sta bene
quando si alzano essere un disadattato,
certi venti caldi: avere come compagne
la terra, le piante le piante,
non hanno riserve come amici gli uccelli:
d’acqua sufficienti. il loro canto è la melodia
che scandisce le ore.
Ieri, mentre liberavi un filare
di querce dall’edera, Benedico la solitudine
hai visto due tane di volpi e la lontananza dagli umani:
e sei passato in mezzo mi permette di perdere

148 149
MAGGIO 2021

la percezione di me I miei eroi non sono persone,


sono gesti che possono appartenere
e di scomparire tra la terra a qualunque persona,
e le piante, quei gesti che quando vengono compiuti
immerso in questa vita portano la luce anche nella più buia
che adesso freme, delle disposizioni interiori.
in altre stagioni langue, I miei eroi sono i gesti di cura,
immobile, di accudimento.
in altre ancora, silente,
prepara il suo risorgere. Da quelli grandi compiuti da organizzazioni,
a quelli minuti operati da gente
Vibra in quest’essere che nessuno conosce, riverisce, celebra.
la stessa forza che permea Gesti che vanno dal curare il pianeta,
ogni creatura all’occuparsi della pianticella lungo la via.
e il partecipare di questa sinfonia
è gioia senza uguali, Dal provvedere a una persona in difficoltà,
possibile perché avviene al salutare un estraneo mentre si cammina.
nel vuoto di sé.
Il mio mondo è semplice, e così i miei eroi:
spesso nessuno li vede, né li conosce,
sono nelle pieghe dell’animo nostro:
speriamo di non soffocarli.

150 151
Mi alzo Una via spirituale
alle prime luci non cementa l’identità,
dell’alba, collabora al suo scacco.
le rondini Tutto avviene, nelle relazioni
ancora dormono, interne alla via e alla vita,
il silenzio è ovunque. affinché il discepolo
Siedo con la coperta trovi la sua ragione d’esistere,
sulle gambe, la radice del suo essere
la mente vuota, non nell’effimero identitario
senza preoccupazione, ma nel sentire di coscienza.
senza progetto.
Intimamente lontano Pur essendo questo
dal mondo, da tutti riconosciuto,
il perdere è divenuto alti strali si levano
la cifra dei giorni. quando il maestro,
o altri discepoli,
producono qualche ferita
nell’immagine di sé,
quando conducono
a quello scacco, da tutti,
a parole bramato.

Senza l’esperienza
del gioco identitario svelato,
senza il passaggio

152 153
per quel dolore, Certi pensieri
sono come le nubi
per le volte che è necessario, che attraversano il cielo:
la narrazione di sé, lo coprono
mai reale, sempre illusoria, e oscurano il sole.
rimane intonsa. Per comprendere
la nostra condizione,
Non cambiando la percezione, dobbiamo ampliare
la comprensione lo sguardo
e l’interpretazione di sé, all’intera volta celeste
la via diventa un simulacro e considerare
quanta parte di essa
assorbito all’interno è oscurata.
di una narrazione irreale.

La via per la realizzazione


è darsi oltre il timore di dare;
offrirsi oltre il senso
di inadeguatezza;
spendersi per le creature
per le quali
si sente di spendersi
e anche per quelle
per cui mai
ci spenderemmo.

154 155
GIUGNO 2021

Ci vuole coraggio Andiamo cercando


per osare di scaldarci il cuore.
e ci vuole per stare. Delle mille situazioni
Ci vuole grande lucidità vediamo quelle
per danzare tra l’osare che soddisfano
e lo stare. il nostro bisogno,
La vita, per il resto
se consapevole siamo ciechi.
in alto grado, Così,
richiede molte forze: come tossici.
quelle che gettiamo
per dimostrare Traboccano
che ci siamo, le possibilità,
le possiamo utilizzare ma non per noi,
per osare Essere. ci diciamo.
A noi non interessa
vivere la pienezza
del reale che accade,
goderne e gioirne
in semplicità
e senza pretese:
abbiamo bisogno
del nostro reale,
solo quello ci interessa.

156 157
Non dunque Ho avuto la fortuna
ciò che è, di vedere molte
ma ciò persone fermarsi,
come aggrada a noi. qualcuna è rimasta
A noi stessi siamo votati, e sediamo accanto
non al vivere. davanti a un muro.

Una persona inizia Un partner esistenziale


a cambiare autentico ed efficace,
la propria vita è colui che ci conferma
quando decide o ci smentisce,
di fermarsi, ogni volta sorprendendoci.
osservarsi e osservare. La vita di coppia,
Mossa da un disagio, o la vita con un maestro,
indaga se stessa. non è una luna di miele,
Spinta da una né un calvario,
inquietudine esistenziale, è un’officina esistenziale
osserva nel fondo di sé. frequentata da operai
dell’interiore,
Ci si ferma in molti modi: che, come in ogni officina,
con un terapeuta si vogliono bene
per un disagio; tanto quanto
davanti a un muro si mandano a quel paese.
per qualcosa di più profondo.

158 159
Non vado cercando, Nello spazio vasto
né sono mosso del giorno
da un bisogno. trovi nicchie
Osservo il reale, di raccoglimento.
le ombre che scorrono Basta tirarsi da parte,
e che più non possono appartarsi deliberatamente,
velarlo. creare quella distanza
dal fare e dall’esserci
che non pone al centro sé,
Ogni giorno ricominciamo. ma lo stare semplice,
Il riavviare e ravvivare l’opera silente,
ricomincia sempre dalla prima senza pretese.
di tutte le consapevolezze:
di nulla possiamo dirci certi,
senza garanzie viviamo
sotto il cielo.

160 161
LUGLIO 2021

Madre nostra, Mi vergogno


in questi giorni di me e del mio prossimo,
in cui il caldo del nostro egoismo,
tormenta umani, della nostra disattenzione,
animali e piante, della nostra stupidità.
sostieni coloro Ciò che oggi
che nei campi tocca ad altri,
lavorano per tutti noi. domani toccherà a noi,
Costoro non hanno niente, ma ci sentiamo
la casa e gli affetti lontani, invulnerabili
faticano così tante ore, e non comprendiamo
tante quante noi la ruota del karma.
mai sosterremmo,
per un pugno di soldi,
e la sera tornano Rendimi capace
alle loro baracche di integrare il dolore
infuocate. dei tanti che vivono
il loro destino.
Seppure io sia solo
un vecchio inutile,
dammi la forza
di non rassegnarmi.

162 163
Il ciclo del frumento Madre nostra,
si è appena concluso, perdonaci
i campi sono spogli, e abbi pietà della nostra
corpi nudi, esposti, ignoranza e ingratitudine,
grandi banchine siamo incapaci di considerare
di balle di paglia che anche Tu
attendono il trasporto. hai bisogno e necessità
Scene per noi naturali, di nutrirti.
non degne del nostro Ogni anno rinnoviamo
interesse sempre ad altro questo sopruso su di Te,
dedito. nel mio cuore piango.

Eppure una violenza


ogni anno si consuma
contro di Te, Madre:
vieni privata non solo
del seme che hai prodotto
e che nutrirà le nostre esistenze,
ma anche del fusto di quel seme,
necessario al tuo bisogno.
Nulla l’umano ti lascia,
di tutto si impossessa,
tutto è suo,
a lui sembra.

164 165
AGOSTO 2021

Provo gratitudine. Andiamo 


Per il cibo che cresce
nell’orto, dove il vento 
per la possibilità dell’Essere 
di raffrescare la casa, ci conduce, 
per il privilegio in noi non esiste 
di alzarmi dal letto altra volontà 
e vedere la luce del sole. che l’obbedirgli.
So che tutto questo
non è sempre stato
e non sarà per sempre, Come vivere
so che oggi viene senza conoscere,
non tanto come dono senza sperimentare
quanto come frutto l’irrilevanza,
della legge del karma, l’irrealtà di sé?
eppure lo sento Come passeri
come pienezza donata. chiusi in gabbia, 
con le sbarre
come orizzonte?

166 167
OTTOBRE 2021

L’Amore non chiede satura di senso


di ‘consumare’ l’altro, colui che da quell’Amore
ma di contemplarlo. è attraversato.
L’umano è rapace e vuole,
desidera, ghermisce, consuma: La bellezza del creato,
se non possiede, o è posseduto, e di ogni creatura, basta.
non si dichiara sazio. L’essere di ogni creatura
abbonda di senso
Incapace di contemplare chi da quell’Amore è benedetto.
l’esistente,
allunga le mani e il desiderio Non ci sono desideri
su tutto ciò che incontra che avvinghiano,
e cerca di inglobarlo in sé, non pensieri condizionati
o di saturare l’altro di sé, da un bisogno,
bulimico di vita, di senso, c’è solo l’Amore
di potere. che accarezza ogni creatura
benedetta
L’Amore contempla l’altro, dal semplice esistere.
non vuole, non afferra,
appoggia il suo sguardo benevolo,
compassionevole,
gioioso su ogni creatura:
il solo guardarla,
sentirla, contemplarla,

168 169
Nella totale immobilità,  tra fatto e fatto.
solo l’attimo presente È il mondo sottosopra,
è reale. il mondo dei pazzi,
Nel movimento del corpo, dove il reale apparente
solo l’attimo di quel gesto, si frantuma e risalta
di quel movimento. un dettaglio,
una sfumatura
Nel fluire dei pensieri, che libera una pura
solo quel pensiero  essenza d’Essere.
che sorge e scompare,
vive per un attimo.

Nell’evaporare delle emozioni,


ora quel colore,
quel suono:
evanescenze,
inconsistenze.

Nell’imporsi di una sensazione,


la porta per il silenzio di te,
se sai essere secchio vuoto.
La vita liberata da noi, 
è la vita liberata
dalle connessioni 

170 171
Tante sono le pagine Di fronte alla vita dell’altro
del libro della vita, puoi solo fermarti e osservare:
non è sulla singola pagina per quanto tu lo ami,
che poso l’attenzione, sua è la vita,
tengo sul mio cuore l’intero libro suoi i ritmi e i modi.
che il Creatore ha voluto donarmi
e sono grato per l’Amore Per quanto tu lo ami,
che da quell’insieme trabocca. devi prendere atto che l’Amore
non puoi riversarlo,
che il rapporto totale
avviene solo nel sentire.
Quel riversare 
da maestro a discepolo
avviene nel tempo,
condizionato dall’apertura dell’altro.

Per quanto tu lo ami,


e sei disposto 
a donare la tua vita,
devi essere in grado di ritirarti
come dal fuoco
quando l’altro ti mostra
la sua alterità.

172 173
NOVEMBRE 2021

Per quanto tu lo ami, A Etty Hillesum,


devi governare questo Amore l’Amore si è rivelato
come fosse una fiera ad Auschwitz.
e lasciare che sia l’altro  Dove si rivela a noi?
ad attingervi. Nell’inaspettato,
Se oggi hai ecceduto, nell’imprevisto,
se non hai governato la fiera, nell’impensato?
inchinati davanti alla vita dell’altro, Dentro uno sguardo,
accetta l’umiliazione  nelle movenze di un gesto,
per il tuo errore, in una connessione
riposiziona la tua vita. con una creatura,
in un incontro
L’Amore  che mai avresti detto?
è per sua natura discreto,
ma non in te che è E se l’Amore ci chiedesse
come un torrente montano. di avere gli occhi per vederlo
e i sensi per sentirlo
là dove mai ci aspetteremmo
di trovarlo?

Se uno scopo dell’Amore


fosse quello di spiazzarci,
di rovesciare la prospettiva
limitata che ci orienta,

174 175
facendoci comprendere nella sua completezza,
che non è un limite di tempo, in quella forma coerente
o di lontananza, con la nostra aspettativa.
o di frequentazione
che impedisce all’Amore L’Amore sorge
di essere completo? nell’esperienza del piccolo
e del limitato,
Come possiamo incarnarlo del condizionato
un simile Amore? che tanto temiamo,
Come può saturarci di senso? e, frammento dopo frammento,
si insedia nel nostro interiore
Non ho una risposta definitiva, fino a splendere.
ma so che la via è una:
imparare a liberare Allora la via
l’Amore che è in noi, è aprirci alla possibilità
lasciandoci attraversare che l’Amore
quando sorge nei gesti non venga a noi
più ordinari, nella forma attesa,
nelle situazioni più banali. che ci chieda di viverne
la sostanza in una forma
Ma non lo vedremo mai, che ancora non riusciamo
non ci coglierà di sorpresa a decodificare,
fino a quando non smetteremo ma che è nelle pieghe
di attenderlo nella sua pienezza, di ogni momento del giorno,

176 177
in ogni gesto, La tua mente è incerta
in ogni incontro. nel comprendere il reale
L’Amore è già, dei rapporti e dell’Amore
e attende che noi lo liberiamo che li sostanzia,
dall’ingombro ma stai apprendendo in fretta
del nostro desiderio di Lui e scoprirai che non è questione
permettendogli di amarci per primo. di vicino o lontano,
presenza fisica o assenza,
è questione di cuore aperto
La tua solitudine e vibrante,
è come una forra che sta scoprendo
che lacera la terra. cosa sia amare
Sembri prigioniero andando oltre sé,
tra le sue alte pareti nella gratuità
ma in realtà bagni i piedi di ogni accadere,
nelle acque limpide nel gioco
del suo torrente. di ogni situazione,
nel gioire di ogni
Ti sembra che sia reale frammento di vita
solo ciò che puoi toccare che si presenta.
e invece la tua solitudine
ti insegna che è reale
non ciò che tocchi,
ma ciò che senti.

178 179
Mi affido al Creatore Se per facilitare
affinché a ogni attimo  il tuo cammino
mi conferisca la disposizione dovrò soffrire,
per accogliere la realtà lo accetterò.
creata dal sentire per me. Quel dolore passerà,
ma l’Amore provato
Desidero servire il disegno rimarrà per sempre.
che mi trovo a incarnare,
senza opposizione
e senza resistenza.

Ogni mia forza è orientata


a servire il mio prossimo,
e seppure io sia un essere
molto limitato,
questo è il mio voto,
in questa direzione
oriento l’Amore 
che mi attraversa.

180 181
DICEMBRE 2021

S’avvicina Nella totalità della solitudine


il solstizio d’inverno,  sperimento la totalità
si allontana dal mondo dell’unione,
il mio eremo. mi inchino al Creatore 
e piango.
Le ore passano e sprofondo
nella lontananza, Piango per chi soffre
nel ventre dell’interiore e per chi gioisce,
mi rifugio. piango per chi cerca
e per chi ha trovato.
Seduto tra le sabbie del deserto 
sconfinato e silenzioso, Piango lacrime
il cielo brulicante di vita di commozione
inebria lo sguardo per la capacità d’amare 
e annulla la mente. che mi è donata,
per l’amore ricevuto,
Le stelle portano i nomi per i miei errori e limiti,
di coloro che siedono  per quelli altrui.
nel mio cuore, 
delle sorelle e dei fratelli  Piango nel mezzo 
nel cammino, di un deserto assoluto,
di quanti hanno contribuito di un cielo senza margine,
a condurmi  di un cuore che si fonde
in questo spazio immenso. con quel deserto 

182 183
e con quel cielo, apra gli occhi su un essere 
con tutti gli esseri  vicino o lontano,
che li popolano.    e impari ad accudirlo
per il giusto
e per il possibile.
Non siamo Dio,
non possiamo curarci di tutti, È una pratica semplice,
ma appoggeremo lo sguardo ma, se viene coltivata
su ogni creatura vicina a noi. nella piena consapevolezza,
Che poi sia solo ci porterà oltre la nostra centralità, 
un vaso di prezzemolo, allora il mondo dell’altro,
con una lumachina  il Reale,
che lo mangia, si dischiuderà a noi.
che importanza ha? Se siamo capaci d’Amore,
quell’Amore ci travolgerà. 
Conta l’intenzione,
la dedizione,
la capacità di essere solleciti,
di provvedere.

Non quanto,
ma come.
Ciascuno sviluppi
l’attitudine alla cura,

184 185
Lascio andare Se quel gesto d’amore
il più piccolo pensiero che è sorto da te
basato sull’avversione non era indirizzato a me,
e sulla contrapposizione, cosa conta?
coltivo la consapevolezza Non è importante
dell’unità del creato che comunque sia sorto?
dove il santo e l’assassino E non parla della mia centralità
danno forma alla legge la delusione che provo
dell’equilibrio, per non essere stato io
mi guardo a beneficiarne?
dall’arrecare danno E potrò mai gioire
alla più umile creatura. per il semplice accadere
dell’Amore
a prescindere che mi tocchi
o meno? 

186 187
Conosco il Tuo Amore Da oltre il muro
e la Tua compassione delle mie paure
anche quando mi perdo, giunge la Tua melodia, 
oltre il velo anche quando
del turbamento le mie mani tremano 
sento vivida e i miei occhi
la Tua presenza. sono pieni di lacrime, 
mai perdo
Osservo e ascolto la consapevolezza di Te, 
il vivente,  pur essendo
e facendolo profondamente smarrito.  
osservo e ascolto Te. 

Nella pietà per me stesso, 


a volte così difficile, 
sento la Tua pietà. 

Nell’Amore che mi usa 


per amare, vibro con Te.

Negli occhi di chi amo


colgo Te,
vedo specchiarsi 
la Tua bellezza
e la Tua grazia. 

188 189
Non cadrò nell’inganno C’è qualcosa in me
del buio e della luce,  che è totalmente libero, 
del prima e del dopo, irriducibilmente libero,
del perdersi e del trovarsi. ineluttabilmente libero.

Non aderirò alla mente Qualcosa


che tutto vuole separato, che è oltre la ragione,
diviso in opposti, oltre il sentimento,
non penserò a te uno stato d’essere
come altro da me. che conosce e frequenta 
la libertà,
Osservo e ascolto il non condizionamento.
il momento presente
e sento l’unità  Qualcosa 
del corpo che respira, che in quello spazio risiede,
dello sguardo e con quegli occhi 
carico di tenerezza vede il mondo
che tutto avvolge, dove tutto è condizionato:
della compassione da quello stato
che tutto sostiene. sente tutta la propria alterità.

Non inclinerò all’illusione, Quando il mondo si incontra


fermo rimane il mio sguardo e celebra se stesso,
sull’Essenziale.   il lupo esistenziale che è me

190 191
GENNAIO 2022

si ritira oltre i boschi  «Le volpi hanno le loro tane


e i pascoli d’altura, e gli uccelli del cielo i loro nidi,
al confine tra la terra e il cielo, ma il Figlio dell’uomo
osserva silente e vuoto non ha dove posare il capo»
il grande spettacolo 
del divenire, Non ho nulla che mi ancori alla vita, 
e tace.   nulla su cui appoggiare il cuore.

Natale 2021 Non sugli affetti appoggio il cuore,


non su ciò che posseggo,
non sulle mie capacità,
non sui miei progetti.

Straniero a me stesso,
attraverso il tempo
con un senso di spaesamento,
privo di passato
non guardo al futuro.

Straniero nel mondo,


senza casa 
che non sia nell’Essere,
mi dispongo a servire in ogni adesso
il disegno della vita.

192 193
Di ciò che opero nel bene Instancabile canta l’usignolo
non porto merito, nelle notti di primavera
del dolore che provoco e d’estate.
mi pento amaramente. Non canta solo per sé,
ma perché ognuno
La mia irrilevanza scopra il proprio canto in sé.
è il sentire L’Amore bussa nelle vite,
che mai m’abbandona, non bussa per sé,
vivo come se tutto o per l’interesse 
dipendesse da me di chi lo porta,
e come se fossi l’ultimo ma perché noi si liberi
degli esseri. l’Essere che ci crea
e ci tesse a ogni istante.   

Figli dell’Intenzione 
dell’Assoluto,
fluttuiamo come foglie
sulla superficie del fiume,
ignari del senso,
dediti a viverne
l’accadere presente.  

194 195
Ho visto l’Amore Innumerevoli
bussare nella vita sono gli anelli
delle persone della catena
e venire rifiutato. e senza soluzione
Ho visto come l’Amore sembra la mia prigionia,
offre sé stesso ma ho imparato
per rendere nuova a contemplare
ogni cosa, un anello alla volta,
e come l’umano allora la catena
può negarlo scompare,
per andare ogni anello
per i suoi sentieri, è la mia libertà.  
ed ho pianto. 

Tutto passa
ma non l’intenzione
che genera la cura,
non l’Amore.

196 197
Ho imparato Il fatto che io possa
a considerare la vita sbagliare,
niente altro mal interpretare,
che un gesto  lo trovo un dettaglio
di accudimento. considerandomi,
So che per tanti in fondo, irrilevante:
non è questo, ai miei occhi risalta
ma per me l’intenzione,
è una cura senza fine e tante volte
dell’altro da me, la vedo buona anche
e di quella che è nel mio prossimo,
la mia ecologia interiore. e ne gioisco.                           

Anche quando dico di no,


e a volte sono no ribaditi
alla stessa persona,
ciò che mi guida
è un’intenzione d’amore,
magari da me malintesa,
male applicata,
ma da quella sono
mosso e condotto.

198 199
Se osserviamo Se potessi trasmetterti
attentamente  il senso e l’esperienza
il nostro vivere, dell’infinitamente vasto,
quello che è stato adesso piangeremmo
e quello che è, assieme per la commozione.
scopriamo che esso
altro non è Se fossi capace di recepire
che una moltitudine l’infinitamente vasto
di tentativi  che ti intesse,
di imparare e che canta e vibra attraverso te,
ad amare  impazzirei dalla gioia.
gratuitamente,
senza scopo e finalità. Ma sono solo quel che sono,
un sabato sera dopo un incontro
della Via del monaco,
travolto dalla vastità
del mistero della Vita.

200 201
Verrà scopriamo
un giorno che per tutti
in cui ci sarà quel momento
evidente è adesso.                          
che ogni fatto,
ogni pensiero,
ogni emozione
e ogni azione
altro non sono
che manifestazioni
dell’Amore
nel grande circo
del divenire.

Quel giorno
per alcuni
è oggi,
per altri sarà domani,
ma non dimentichiamo
che il tempo
è un’illusione
delle menti:
se guardiamo
attentamente,

202 203
L’Amore che giunge gratuito Sono dolci le ore del tramonto,
nelle nostre vite è un balsamo, tenero quel scivolare in sé,
un attivatore di processi, naturale l’abbandonarsi
un piede di porco che scardina alle forze della sera.
le serrande del nostro egoismo
e della nostra centralità, Silenziosa la mente sta,
un lievito nella massa contempla questi momenti
del nostro pane quotidiano. e sembra aver finito i pensieri.

Sento che il morire è prossimo


a questa esperienza,
l’autunno della vita
come la sera del giorno,
momenti di un abbandono,
di una resa dolce,
priva di ogni resistere,
intrisa di fiducia,
espressa in un sussurro
di commiato.

204 205
APRILE 2022

Perdere L’illusione
sembra divenire si insinua
l’unico verbo come polvere
declinabile. nei sandali.
Mi inoltro Filtra la luce
in territori dell’alba
sconosciuti, e il lavoro
nella solitudine paziente
più profonda di una vita
come è attende.
inevitabile
che sia.
Il tempo A volte l’atto d’Amore
del divagare conduce l’altro allo scacco,
è finito, altre, nel tentativo di preservarlo
rimane da un dolore che in quel momento
l’Essere sarebbe regressivo,
che non lascia conduce a dire la verità
scampo. che l’altro vuole e crede
di poter ascoltare in quel momento.
Altre occasioni si presenteranno
per condurlo più vicino al reale.

206 207
In un attimo Se è chiaro che l’Amore non si insegna,
il mondo è però anche chiaro che si testimonia.
è divenuto
sfuocato, Non è il soggetto che testimonia l’Amore
un pianto attraverso parole ed opere, è l’Amore
profondo che testimonia se stesso semplicemente
e silenzioso, irradiandosi anche attraverso parole
luoghi interiori ed opere.
conosciuti,
acque calme Non bisogna mai dimenticare che tutto è
senza nebbie vibrazione, e l’Amore è la vibrazione che tutto
mattutine, intesse e costituisce: vibrando risuona in ogni
un luogo essere il quale lo sente a suo modo,
in cui riparare. un modo sempre diverso ogni momento.

208 209
La vita che vivo Mai consideriamo che il dono,
è manifestazione di questo Amore, l’Amore donato,
così come mi è dato, non è merito nostro,
come possibile a quest’essere. essendo solo un veicolo,
ma è il frutto dell’incontro,
Questa vita è anche della relazione tra chi è attraversato
dedizione totale alla Via. dall’Amore nel donare,
Al punto tale che penso e da chi lo è nel riceverlo.
che l’organismo comunitario
altro non sia che una sorta L’Amore-dono
di mia proiezione, stabilisce una unicità,
chissà se da altri vissuta. in virtù della sua alterità,
tra il donatore e il beneficiario:
Tutte le dinamiche che vivo esso è possibile,
con l’organismo può accadere non perché
sono il dispiegarsi c’è un donatore,
del mio film personale. ma perché esiste
l’insieme donatore-beneficiario.

210 211
Sebbene io mi illuda di averne, Dopo tanta esposizione,
non ho potere su questa giornata tanto essere rivolto
che mi attende, al servizio dell’altro,
né sulla prossima ora. torno al mio eremo interiore
L’unico potere che posseggo come il migrante torna a casa.
riguarda la disposizione
con cui vivo l’attimo presente.
Allora, adesso, Il bene più grande:
che io sia libero da me stesso. preservare la cella esistenziale.
Il mondo è come un vento potente,
la quercia è solida, ancorata,
Non esiste dunque un futuro, non teme la forza del contingente
ma solo una teoria di attimi presenti, sebbene inevitabilmente la scuota.
come i punti di cui è composta una linea.
Fotogrammi. Flash.
Scene a sé stanti collegate
dai limiti dei sensi e dall’interpretazione.

Non è difficile uscire


dal programma della continuità
ma grande deve essere
la focalizzazione sul presente,
sorretta dalla comprensione
che è l’unico reale a noi accessibile.

212 213
L’Amore è una brezza delicata Ho spesso parlato del sentire, o dell’Amore,
quanto una forza che scuote, come di un’onda che attraversa: mi rendo però
là dove passa nulla rimane invariato. conto dei limiti dell’immagine.
Più l’attenzione si fa attenta e profonda, Infatti sembra che quest’onda provenga
più lo vediamo operare nelle sfumature da fuori, quando invece è la nostra intima
del giorno come negli incubi della notte. natura che si irradia e pervade tutti i corpi.

La Realtà ultima è che l’Uno è tutti i sentire


Se la persona e tutti i sentire sono la realtà Uno.
è vissuta dall’Amore, Ogni sentire, illusoriamente frazionato,
la dedizione le sorge naturale: è Uno. Questo significa che tutti i sentire
dedizione alla Via, vibrano all’unisono col Sentire Uno.
al prossimo, a ogni creatura.
Quando sento in me quell’irradiazione
d’Amore significa che un mio limite
percettivo si è attenuato o è caduto.
Allora sento l’altro da me come Amore:
non lo amo, lo sento come Amore.

Dunque non esiste, se non nell’illusione


soggettiva, l’amore ‘per’ l’altro, esiste
invece il liberarsi della consapevolezza
di essere Amore,
e dell’Amore che intesse l’intero creato.

214 215
La compassione, e la comprensione,
come l’Amore, pur pienamente presenti,
non è un sentimento. rimangono velate dalla necessità
L’umano la interpreta primaria della difesa,
in chiave affettiva questo istinto così ancestrale
mentre essa è uno stato di cui quasi mi vergogno.
del sentire.

Provo compassione
per coloro che non sanno dare,
anche a fronte del tanto
ricevuto dalla vita,
ma ho necessità di difendermi da loro.

Per mia natura mi offro


senza calcolo nella relazione,
ma quando incontro
i ‘centellinatori’
qualcosa di istintivo
mi induce a proteggermi.

È innaturale per me,


e doloroso.
In questi casi la compassione

216 217
Comprendiamo il valore Ognuno di noi
di ciò che la vita ci offre procede per terre sconosciute.
ogni giorno, Per quanto altri ci abbiano preceduto,
solo quando lo perdiamo, nessuno ha compiuto i nostri passi
o quando ci costa molta fatica. e preso le nostre stesse vie.

Pochi di noi L’esperienza dell’altro


considerano una grazia - come quella che viene dalla tradizione -
ciò che hanno, è simile alla segnaletica lungo i sentieri
qualcosa per cui benedire di montagna:
il Creatore a ogni respiro. non sempre è chiara e visibile e, a volte,
tra segnalazione e segnalazione
Nel Sentiero molte scene passa così tanto che si teme
vengono create affinché di essersi smarriti.
le persone si trovino a perdere
ciò che presumevano acquisito: La stessa capacità di interrogarci
così accadendo, e di decodificare i simboli a volte
esse debbono accorgersi si annebbia, soprattutto quando grande
del dono di ogni momento. è l’identificazione.

A chi chiedere allora


senza dover essere corretti
dal ‘bastone’ della vita?

218 219
L’Amore è la madre di tutti i sentire. È l’Amore che genera il servizio al prossimo,
Anche quando sei indaffarato, pressato, attuandolo si svela, ma esisteva già,
coinvolto nelle incombenze della vita, era l’origine.
è la forza inconscia che ti sostiene,
che ti indica la via,
che ti permette di discernere
il tuo vero bene.

La prima obbedienza è all’Amore,


non alle incombenze del mondo.

Se in te è tiepida questa consapevolezza,


sarai uno dei tanti che si fa portare
dalle incombenze;
se vedi chiaro questo, invece,
sai che l’Amore è la prima cosa
che va coltivata,
ciò che ha la priorità su tutto e su tutti.

Dall’Amore deriva il servizio al prossimo,


chiunque esso sia.
Affermare: scopro l’Amore
nel servizio al prossimo,
è bello ma ha un piede nell’illusione.

220 221
La vita dell’umano assomiglia al mare. ‘Ama, e ogni cosa accadrà’.
Alcuni processi sono visibili in superficie, Ma cosa significa aprirsi all’Amore?
talvolta sono complessi,
altre volte sono appaganti, Esiste l’azione dell’amare,
o frustranti o addirittura drammatici. o non è invece uno smettere
di non amare?
Ma ciò che accade in superficie
non è che l’estrinsecazione Se l’Amore è già tutta la realtà,
di una moltitudine di processi non stiamo parlando di generarlo:
che avvengono alle varie profondità, l’invito innanzitutto ad amare
nonché di innumerevoli influenze è in realtà rivolto ad abbandonare
karmiche e ambientali. il non amore,
la focalizzazione asfissiante su di sé
Il mare va letto come un insieme, che occlude la manifestazione creativa
dalla superficie agli abissi, dell’Amore che, di per sé,
va considerato aspetto naturalmente e spontaneamente,
di una unità cosmica. crea ogni aspetto della realtà.

Non è la stessa identica cosa Allora quell’invito va così inteso:


per tutto l’umano? liberati di te,
Per una coppia, una famiglia, e l’Amore accadrà
una comunità, anche ai tuoi occhi.
un luogo di lavoro?

222 223
MAGGIO 2022

Se le nostre vite fossero piene di zazen, Lascia che la Vita


noi saremmo vivi e intensi, ti mostri l’Amore-che-È,
saturi di consapevolezza e di forza interiore. smetti di resistere.
Perché?
Perché zazen è la pratica dell’Essere,
e quando coltivi l’Essere tutto ti è dato Per ogni goccia d’Amore
in sovrappiù e con una tale intensità ricevuto oggi e non visto,
che non finisci di meravigliarti. non considerato, snobbato,
Non ci credete? quante domani ne chiederai
Ah, mi dispiace per voi. e ti verranno negate?

Ditemi,
voi che vivete nel mondo
e stimate la vostra opera quotidiana,
ridereste del culo possente
dello scoiattolo che vi trotterella davanti,
vi riempirebbe questo il cuore e la vita?
Se la vostra risposta è sì,
allora siamo proprio fratelli nel sentire.

224 225
Perché il monaco cerca la routine? Il suo augurio è quello di usarlo bene,
Perché in essa quasi niente è stimolo: affinché non accada che non sorga
le scene, ripetendosi, sono prevedibili meraviglia per ogni creatura che vive
e conosciute. nella luce del sole e nell’ombra della notte.
Nella routine è poco il cibo per le menti
e l’attenzione può essere rivolta Per poter vivere una vita di questa natura,
al particolare, al dettaglio, al reale per dedicarsi a niente altro che non sia
che emerge nella rarefazione del pensiero. lo stupirsi per la meraviglia di ogni vivente,
di ogni fatto e di ogni processo,
Mentre il mondo cerca l’eccitazione, il monaco ha bisogno di stabilità e coltiva
il monaco costruisce meticolosamente l’arte della resilienza sopra tutte le arti.
l’equilibrio della propria cella esistenziale
e accantona pensieri, parole, gesti
che lo possono distogliere
dalla contemplazione
di ogni più minuto accadere.

Mentre a ogni persona del mondo il tempo


sembra non bastare mai, al monaco avanza,
non solo è dono gratuito di fronte al quale
si prostra, ma è sovrabbondanza
per la quale si commuove.

226 227
Smetti di guardare ai tuoi piccoli dolori, Un’amicizia nella Via
alle tue piccole ferite, è preziosa come l›acqua nel deserto.
emancipati da questa sfera Nella solitudine esistenziale
così limitata ed egocentrica, il monaco incontra il fratello o la sorella
lascia che la Vita vera ti attraversi e la loro comunione è intima e discreta,
come un brivido d’amore che vibra fatta di parole e di gesti misurati.
in tutti i corpi.
Smetti di preoccuparti per te stesso, Ognuno di loro porta nel cuore
è questa preoccupazione che ti cela l’importanza di quei momenti,
la Vita come dono. balsamo sulle ferite
e sulle fatiche,
forza per i nuovi giorni.
Il silenzio ci avvolge,
il senso profondo Solo l’amore per la Sorgente
dell’irrilevanza e dalla Sorgente ci tiene saldi nella Via,
ci illumina la via. ci permette la cura e la perseveranza
nell’Essere e ci dona quella parola,
o quel gesto di Vita
che offriamo al nostro prossimo.

Solo l’Amore,
il suo arderci nella continuità del tempo,
ci guida, ci solleva quando cadiamo,
ci conferisce la forza, la lucidità,

228 229
la tenerezza e la compassione Con l’avanzare delle comprensioni,
per affrontare la variabilità tutta la nostra vita si interiorizza.
dei nostri molti giorni, Abbiamo sempre meno bisogno
la sfida delle relazioni. di ‘collaboratori efficaci’,
di generare scene di vita in cui qualcuno
Questo il monaco lo sa, collabora alla rappresentazione che noi
e celebra nel suo cuore silente abbiamo necessità di mettere in atto:
l’amicizia con i fratelli ciò con cui dobbiamo
e le sorelle nella Via. fare i conti ci appare chiaro
alla consapevolezza interiore,
non ha bisogno di una rappresentazione
esteriore didascalica.

Si presentano implacabili i dettagli


di ogni cosa in comprensione,
ma si presentano interiormente
avendo noi acquisito la capacità
di vederli e interpretarli.

Gli apprendimenti suscitati dal presentarsi


dell’altro sulla scena continuano,
ma sono poco più che suggerimenti,
attivatori, poi il processo si fa autonomo.

230 231
Mai vorrei che l’altro È il silenzio
fosse un accessorio nella mia vita. a far sì che la mente si ritragga,
Vedo così poche persone è questa la profondità: il silenzio.
che posso dedicare loro,
per il poco tempo che restano, Il silenzio implica il distacco,
la dedizione che meritano. il silenzio implica lasciare che passi,
e questo fa arretrare la mente.

Sacro è il momento della relazione, Lasciate che passi ogni idea,


specchio profondo di sé, ogni aspirazione,
rappresentazione ogni ideale,
dei propri processi interiori. ogni incontro.
Sacro è dunque ciò che mostra.
Lasciate che passi,
e allora la mente arretrerà,
anche se nell’arretrare
minaccerà ancora la propria forza.

Il silenzio
non è solo assenza di parola,
è ben altro,
è perdita della propria centralità.

232 233
Il contemplante è colui I discepoli sono come i figli:
che spesso tace, li allevi, li incoraggi e li sostieni,
ma è anche, soprattutto, li rimproveri quando è necessario.
colui che impara Poi viene una stagione in cui loro sono adulti
a dimenticarsi di sé e tu devi farti da parte:
e ne prova una profonda gioia. il contadino non s’addentra nel grano
quando è alto, farebbe grossi danni.
Lo spazio liberato da sé
è stato occupato Si dice che i figli siano nostri per sempre,
da una pienezza silenziosa. ma non so: i figli sono della Vita
e il grande dono è di poter camminare
assieme a loro per alcune stagioni.

Così è per i discepoli: vanno nel mondo,


sperimentano e comprendono
e diventano come grandi alberi:
i figli come i discepoli portano nel cuore
chi gli ha indicato la Via,
ma hanno il loro compito cui attendere.

Noi osserviamo tutto questo


e possiamo solo essere grati e benedire.

234 235
Mi chiedo senza sosta La poiana attende paziente
che ne sarà di questo Amore la serpe e alla prima occasione
che mi attraversa non la perdona: per lei è vivere,
e che non ha contenitore per la serpe, morire.
abbastanza grande da contenerlo
e sapere cosa farne. Facciamo difficoltà a comprendere
il dono della poiana alla serpe,
Dovrò lasciare che sfiorisca? quel toglierle la vita,
Che la sua morte sia la sua rinascita? essendo per noi il vivere il bene supremo.
Debbo scomparire come veicolo
di quell’Amore? Conosciamo la pietà, forse,
O, più semplicemente, ma l’intelligenza dell’Essere?
debbo prendere atto Chi muore a caso?
che ora non ha una vita Non muore forse ognuno
in cui riversarsi? quando è il suo tempo?
Ecco, tutte queste domande E quel morire non è la condizione
parlano della mia inutilità, per un nuovo ciclo di esperienze?
benedetta essa sia. Ecco il dono della poiana alla serpe.

236 237
Sono le ultime passeggiate della stagione L’autenticità della nostra compassione
lungo la strada dell’eremo, viene messa alla prova quando il limite
tra pochi giorni sarà troppo caldo dell’altro ricade direttamente su di noi.
anche per il pomeriggio inoltrato. Allora, patendo in prima persona
e vedendo comunque sorgere
Mentre cammini il canto degli uccelli comprensione e compassione,
ti accoglie e ti insegue ad ogni passo, conosciamo meglio l’autenticità
mille varietà di fiori e di erbe ognuna di quanto proviamo.
col proprio colore, la propria forma,
il personale portamento;
infiniti odori ti vengono incontro, Le tensioni del mondo
sempre ti fa sussultare l’odore portate dalle menti degli umani
degli escrementi del capriolo: giungono fin qui,
dove sei, piccolo fratello timido e discreto? in questo luogo di pace
così lontano da tutto.
Mi capita, a volte, di camminare Vivo momenti di sconcerto
con sorelle o fratelli del Sentiero, e poi inizio a difendermi,
ma anche con persone esterne; a erigere barriere.
se non fosse perché li amo Molto tempo fa
e camminiamo assieme ho scelto la via della compassione,
per discutere di qualcosa, ma questa non implica
dopo cinquanta metri li pregherei il farsi travolgere dalle vite degli altri.
di andarsene: non vedono,
non ascoltano, non si lasciano impattare
dalla meraviglia del Reale attorno.

238 239
Una foglia condotta dal vento La Via realizza due stati simultanei:
ora viene portata in una direzione, - lo svelamento della natura del Reale;
ora in un’altra. - l’esperienza diretta di quella natura.
Ora posata Più si prende contatto con il velo
e ora ripresa con più forza. chiamato sé e lo si abbandona,
Ora sbattuta contro un tronco, più il Reale affiora alla consapevolezza.
ora fatta vorticare in un turbine di luce. Più si pratica lo ‘zazen di ogni istante’
più il Reale splende vividamente
Le persone pensano che una guida, nella consapevolezza di ogni corpo.
un maestro sappia: che errore.
Egli è colui che è portato dal vento
e del vento strumento: Uno a uno sento gli esseri
l’unica libertà che possiede e vibrano in me
è quella di abbandonarsi due consapevolezze simultanee:
alla forza del vento pagando - l’anelito all’unità con ciascuno di essi;
nella propria carne ogni conflitto - la piena consapevolezza
e ogni sofferenza che crea, che quella unità è già.
perché non c’è nessuno La natura del divenire e dell’Essere
che è superiore coabitano inscindibili in questo centro
al dolore che genera, di sentire che chiamo me,
anche quando è strumento del vento. e producono una commozione
che mi travolge.

240 241
Una via spirituale è basata sul confidare Nella dolcezza
che nel perdere e perdere strati di pelle della sera che viene
di sé infine sorge, nella più totale delle anche il peso di sé
fragilità, la possibilità di Essere. si fa lieve.

Diceva una sorella: “Alla fine la mente


condiziona in modo potente. Un sentire evoluto è sensibilità estrema.
Si, facciamo passi avanti, ma il nucleo La sensibilità è la capacità di vibrare
sembra impossibile da scalfire”. nell’attimo con ciò che si presenta.
Ognuno fa i passi che può, Vibrare è lasciarsi interpellare,
ma non sa cosa domani crollerà, è l’essere
quanta e quale pelle perderà. intero che sente l’accadere
e risponde.
La questione non è nelle difficoltà Risponde come può,
che ci sono, è nell’osare andare oltre ma il suo rispondere lo svela:
il possibile a sé, non facendo l’impossibile, un sentire evoluto è sensibilità estrema.
ma aprendo il cuore all’impossibile.
È una questione di fuoco.
Ma se il fuoco langue perché soffocato
dalle foglie umide della mente,
dalle comprensioni insufficienti,
dal sentire che non sorregge?

242 243
GIUGNO 2022

Piccoli gesti d’amore L’Amore viene


e di cura si susseguono, a dorso di somaro,
come se quell’onda possente nei gesti minuti,
che ti scuote, negli sguardi discreti,
non avendo dove posarsi, nelle parole ordinarie.
si frantumasse in una miriade di gesti
e di disposizioni interiori minute. Perduto a te stesso,
lo vedi declinarsi
nelle mille sfumature
Non poter comunicare del giorno e della notte,
l’Amore che ci attraversa, il tuo cuore sembra
ci rende simili a un uccello ferito non reggerne l’impatto.
che non riesce a volare.

Se qualcuno mi chiedesse della prima


delle disposizioni del monaco, risponderei:
l’essere disposto a perdere tutto, sapendo
che non è una decisione che si prende,
ma uno scacco che si incontra ad ogni
momento.

244 245
Mi accade di pensare a questa parte Il vecchio si può sedere e guardare il mondo
residua della mia esistenza incarnata scorrere, più di morire non gli può capitare.
e mi coglie una tenerezza se so Può ridere e giocare, stare e contemplare,
di poterla offrire ai pochi che fin qui il circo non lo riguarda più.
hanno perseverato nella Via. Animali feroci in mostra,
D’altra parte ho oramai compreso nani e ballerine con le chiappe al vento,
che tutto è impermanente il vecchio sta seduto nel suo angolo
e non mi appoggio su questo o su quello, e lascia agli altri
ogni giorno può bastare a se stesso l’onere di rappresentare una parte.
e porta comunque il necessario anche Vi sareste aspettati che dicessi che
nella solitudine di chi dovesse perdere fino all’ultimo respiro innanzitutto
gli ultimi compagni di viaggio. responsabilità, Via, dedizione all’altro?
Questa consapevolezza mi rende libero Beh, non lo dico,
dagli eventi. il vecchio non è più di questo mondo.

Interminabili i sentieri di una vita, Poco consideriamo l’altro


tanti i bivacchi e in un ognuno come una creatura
mai un fuoco spento. che può essere anche debole e fragile,
Ora che i giorni si sono fatti pochi, ma dovremmo imparare a farlo
non accadrà che nel tuo incedere inquieto anche quando si presenta protetto
ti fermi presso un fuoco spento. da un’armatura apparentemente
L’amico che oggi se n’è andato, ti è di monito: inscalfibile.
gli smarriti contemplano i fuochi spenti.

246 247
Come un fiore delicato Molto vasto è lo spettro dell’Amore,
è il rapporto di fiducia tra noi. alto come la più alta delle montagne.
Chi non cade, chi non è meschino, In quale campo base risiede il mio cuore,
chi non ha le sue torbidità? quale Amore conosco?
Eppure c’è la ricerca di chiarire,
di portare alla luce, Mi sono mai spinto
di essere trasparenti oltre la linea dei boschi,
che ha la meglio su tutto questo. dove anche l’erba non cresce
e cede il passo alle pietraie?
Quanto è doloroso dover fare un passo Ho arrancato sui nevai e sui ghiacciai,
indietro perché un nodo non è sciolto, sono rotolato sulle pietre gelate
una parola non è stata detta, sferzate dal vento?
una ferita non adeguatamente curata,
un rapporto non sviscerato Quanto dell’alta montagna Amore
nella sua complessità? ho conosciuto?
Sono forse rimasto al riparo degli alberi,
Quanto è duro questo, dove le notti sono protette
quando senti l’altro-non-altro-da-te? dal cielo sconfinato,
È come essere lacerati interiormente. al riparo dai venti furiosi?

Oppure ho osato la vetta?


Quanto di questo Amore sconfinato
e folle conosco?

248 249
Porto ogni creatura nel cuore, Incurante delle piccole
ne soffro i travagli increspature della mente,
ma ho anche imparato delle pieghe in cui alleva risibili
a lasciarla al suo destino. e inesistenti ferite,
Dividere il pane spirituale l’Amore travolge
di ogni giorno come un vento fresco
crea legami molto forti nell’estate torrida,
nel sentire e in ogni corpo, come un’onda di mare
ma bisogna lasciare nell’arsura,
che ogni fiore fiorisca a modo suo. come l’acqua fresca
In noi rimane a volte un rammarico, nel mezzo della sete.
spesso una solitudine.
L’Amore non conosce barriere:
troppo grande,
L’Amore, infinitamente vasto, troppo vasto afferma la sua potestà
è in ogni direzione e su ogni piano, e crea, nel suo attraversare,
scompaio nel suo abisso. vuoto, silenzio, stupore,
Il limite che chiamo mio, vita autentica.
è come il movimento fugace
di una creatura
in questa immensità infinita.

250 251
Lasciandomi attraversare dall’Amore, Quando il battello
ho cercato di insegnare a lasciarsi lascia l’ormeggio,
attraversare dall’Amore. pian piano la terra si allontana,
le figure si fanno minute,
Non voglio osservare i risultati: lo sguardo abbraccia l’orizzonte.
come nell’orto,
dove a parità di qualità del terreno,
di quantità d’acqua e di luce,
ogni pianticella cresce a modo suo,
così è nella vita.

Un dolore mi stringe
quando mi arrendo alla consapevolezza
che in alcuni casi l’opera è impegnativa
e il frutto incerto,
però non essendo mia l’opera,
né la responsabilità del frutto,
provo a riposare in pace
anche se in alcune notti
mi assale il dubbio e l’incertezza.

252 253
LUGLIO 2022

Se il pensiero A ogni ora del giorno


non diviene contemplazione, chiedo al Creatore
se l’affetto di indicarmi la via,
non fiorisce in Amore, ma il Creatore
la nostra vita non è una persona
è come l’erba e non soddisfa i bisogni.
dei greppi in estate,
come il greto dei fiumi In realtà, a ogni ora
in questa stagione arsa, cerco la connessione
come i fiori profonda con l’Essere,
a cui abbiamo dimenticato affinché ogni scoria di me
di dare l’acqua. si dissolva
e la mia esistenza sia solo
aspetto del Reale.
Se avrai compreso,
non ricorderai
né l’amore che hai dato,
né l’amore che hai ricevuto,
ma sarai travolto
dalla gioia
di essere stato amore.

254 255
Mi sono illuso di vedere la realtà con i miei Chi è frequentato
occhi, solo in seguito ho compreso che erano con poca assiduità dall’Amore,
molti gli occhi con cui guardavo, non sa quanto sia scardinante,
gli occhi di tutti coloro con cui quanto poco tenga conto dei limiti
quotidianamente mi relaziono e che che l’umano senza fine pone.
cambiano senza fine il mio modo di vedere.
I mistici conoscono questo impatto
Mi sono illuso di pensare con la mia mente e in genere hanno gestito sublimando,
finché non mi è stato evidente che essa o ragliando, il trambusto che l’Amore
deriva da mille menti. attraversante provocava nei loro veicoli.
In altri ambienti interiori,
L’ultima mia presunzione è stata quella quest’opera possente dell’Amore
di essere una coscienza, e dimenticavo ha prodotto risultati molto differenti
che ogni coscienza è la risultante e contradittori.
di tante coscienze, di tanti sentire
che si sono fusi per mezzo delle esperienze. L’Amore erompe
oltre le barriere e i confini,
Finalmente ho sentito produce scacco e suscita difese,
che l’Uno è molteplice abbatte steccati e invade,
e simultaneamente uno, unitario, singolo. nulla salvando
L’ho sentito nella mia carne così fragile. di ciò su cui eravamo abbarbicati,
come naufraghi
aggrappati a frammenti di relitto
in balia dell’irruenza sconsiderata del mare.

256 257
La persona attraversata dall’Amore L’Amore è una corrente impetuosa
non è ragionevole, che solo l’estrema compassione
il Cristo valga da esempio, per sé e per l’altro conduce a misura.
ma si piega al rispetto sacro per l’altro, Ho necessità di portare il vostro pensiero
rispetto che non è una linea definita, troppo lineare ad abbracciare visioni
è un processo, spesso duro. più vaste, più contraddittorie,
di quella contraddittorietà apparente
alle menti che si trova solo là
dove la vita pulsa senza timore.

Onde potenti d’Amore


si levano col farsi del giorno,
onde possenti che elevano
e squassano,
onde che aprono nuove vie,
che generano nuove comprensioni,
che allungano carezze nuove
su volti sconosciuti.

258 259
L’esperienza dell’Amore è germogliata Chi ha accesso al sentire
nel tempo, e nel tempo è maturata in modo consapevole sente
la consapevolezza di cosa comportava. ciò che sperimenta dall’interno.
L’Amore è vibrazione potente, Non ama, è amore.
sia in chi lo dona essendone attraversato, Non pensa un concetto, è quel concetto.
che in chi lo riceve. Non considera una comprensione,
è quella comprensione.
È vibrazione che edifica autenticità
allo stesso modo di come può distruggere I fatti vengono sentiti dal loro interno.
sedimentazioni e cristallizzazioni. È possibile sentire come sente l’altro?
In parte, se i due sentire
Suscita attrazione, sono prossimi come ampiezza,
ma a volte anche ripulsa, altrimenti l’altro lo si può capire,
genera incondizionate aperture si può provare compassione e amore,
e agguerrite resistenze. ma non si sente allo stesso modo.

La consapevolezza del possibile rifiuto


dell’Amore donato,
mi ha colto impreparato.

260 261
AGOSTO 2022

Due immagini dell’esperienza dell’Amore. Da quanti stati è attraversato


Da un lato è come un fiore che si dischiude questo tamburo senza membrane?
alla consapevolezza ogni giorno, E, alla fine, qual è il peso
ogni ora di più. di quella increspatura critica,
Dall’altro è un flash potente di quel moto di antipatia?
che abbaglia e sconvolge. Il fondo dell’essere parla,
In entrambe le esperienze ciò che lascia quella nota costante ci svela e ci dichiara,
nei corpi è struggente, non il vibrare di un attimo.
una tenerezza e una compassione
struggenti.

262 263
Amore e avversione convivono. «Voce di uno che grida:
Li conosci entrambi e ti trovi, a volte, Preparate nel deserto la via del Signore»
ad essere attraversato da questi sentimenti Preparate nel deserto di voi stessi
anche relativamente alla stessa persona, l’avvento dell’Essere.
o situazione. Solo se voi scomparite nella pretesa
di esserci, l’Essere sarà.
Mentre questa antinomìa viene vissuta, Allora l’Essere avrà il vostro volto,
più a fondo di essa, c’è chiara e cristallina le vostre parole,
l’esperienza di qualcosa di totalmente altro: i vostri gesti ma esprimerà sé
l’Amore incondizionato che tutto accoglie, e voi sarete Quello.
tutto benedice, tutto sostiene.

L’Amore che dice: Vasto è il mondo interiore


“Lascia che i sentimenti scorrano, non ancora esplorato
lascia che la natura umana inevitabilmente e tale rimane finché
duale e limitata si esprima; una domanda non lo libera.
ascoltami, ascolta me.
Non ti curare più di tanto di quella, Infinita è la possibilità
tu puoi già ascoltare me, di contemplare il Reale,
tu puoi già essere me, la potenza dell’attimo
che questo porti pace nel tuo cuore che si libera dal tempo.
e ti basti”.

264 265
266 267
268 269
270

Potrebbero piacerti anche