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Scheda bibliografica

Autrice: Federica Dal Falco


Anno di pubblicazione: 2018
Titolo: Lo spazio pubblico del Museo. Design e museum experiences
Rivista: Urbanistica Dossier, 15
Pagine: pp. 119 – 122

/ Abstract

Le nuove modalità di creazione e fruizione delle opere, dettate dalle sperimentazioni artistiche e dallo sviluppo
tecnologico hanno portato ad un nuovo modo di concepire la Museologia: il museo diventa contaminazione di
espressività, linguaggi e discipline in cui la drammaturgia viene affidata al visitatore; l’arte viene concepita come
azione nell’ottica di una architettura evolutiva - frutto di una nuova estetica relazionale - che favorisce una
dimensione partecipativa agli ambienti della cultura.

/ Introduzione

Una riflessione sul ruolo del Visual Design nella valorizzazione del Patrimonio Culturale, specificatamente
riguardo le Istituzioni museali; il testo della Dal Falco lega la tutela dei beni culturali (vale a dire la conservazione
e la divulgazione della loro memoria) alla cultura digitale ed alle sue implicazioni: il ruolo del fruitore - ed il suo
abitare l’ambiente, immerso in nuove - e sperimentali - esperienze narrative. Fisicità e virtualità instaurano
sinergie tra ambienti e visitatori, avvicinando la Museologia ad una dimensione esperienziale interattiva.

/ Contenuti centrali

Il presupposto di Bene Culturale come “testimonianza materiale avente valore di civiltà” porta ad analizzare, e
(ri)pensare i luoghi della cultura, gli ambienti in cui essa si svolge e manifesta, indipendentemente dal pregio
artistico, seguendo una logica emozionale capace di attuare processi cognitivi nei confronti del fruitore al fine di
ottenere un coinvolgimento sensoriale ed empatico della nuova esperienza museale; il museo diventa così un
oggetto stratificato, luogo di incontro e contaminazione, integrando nuove esigenze sociali e politiche in cui il
design si fa portavoce di un’educazione alla Bellezza capace di ridefinire l’esperienza culturale come atto di vita e
di partecipazione.
/ Conclusione

La multidisciplinarietà dei nuovi mezzi espressivi, le rivoluzioni del ‘900, concorrono tutte ad una (ri)definizione
dei luoghi della cultura, insieme alla loro fruizione; la cultura digitale pone nuovi focus sulle dinamiche
esperienziali museali, trovando nel diletto il motore emozionale per una rivoluzione all’approccio
dell’acquisizione delle conoscenze: il museo si libera dal suo passato anacronistico e si accosta ad un modello
laboratoriale, un catalizzatore di eventi culturali. Se è vero che la base per la riqualificazione di un bene
all’interno di un territorio è il riconoscimento degli abitanti all’interno di un determinato contesto culturale e
sociale, il futuro del Cultural Heritage deve essere incentrato su una dimensione partecipativa, al fine di ottenere
un consolidamento identitario delle comunità e dei territori.

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