Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
it/
Senigallianotizie.it
PAESE :Italia
TYPE :Web Grand Public
Venerdì 18 dicembre alle ore 17, presso il Palazzetto Baviera la studiosa di paesaggi
d’arte Rosetta Borchia e la docente di Geografia fisica all’Università di Urbino Olivia
Nesci sveleranno il mistero che ha sempre aleggiato sul più famoso ritratto di Leonardo
. Il paesaggio è quello dell’antico Ducato di Urbino e del Montefeltro visto dalle alture
della Valmarecchia, conclusione cui le due studiose sono arrivate dopo quattro anni di
ricerche e che hanno reso pubblica nel volume: “ Codice P: Atlante illustrato del reale
paesaggio della Gioconda”, pubblicato da Mondadori Electa. L’appuntamento è
organizzato dalla sezione di Senigallia di Italia Nostra ed ha il patrocinio del Comune di
Senigallia.
Le relatrici Olivia Nesci e Rosetta Borchia, note come “cacciatrici di paesaggi”, già nel
2007 avevano scoperto nel Montefeltro sette paesaggi riconducibili alle opere pittoriche
di Piero della Francesca. Contemporaneamente a queste ricerche, lo storico Roberto
Zapperi aveva ritrovato, nel 2009, la vera identità della Gioconda, già dichiarata fin dagli
anni ’50 dai più grandi storici di Leonardo. L’individuazione di questo personaggio ha
dato lo spunto alle due ricercatrici per tentare di individuare anche lo sfondo della
Gioconda. Ma per entrare in quel paesaggio ed identificarlo, occorreva trovare la chiave
con cui Leonardo l’aveva secretato. “Questa chiave – spiegano Borchia e Nesci – si
chiama ‘compressione’, una tecnica di rappresentazione prospettica che coglie e
sintetizza la bellezza. Dunque un nuovo paradigma del paesaggio, esperimento sulla
realtà che assume un significato innovativo”.
Tra i codici di Leonardo le due ricercatrici hanno rinvenuto anche alcuni disegni
preparatori di quel paesaggio, mai prima d’ora riconosciuti. Due le possibili date in cui
furono fatti quei disegni: 1502 (quando al seguito di Cesare Borgia spaziava in quei
territori nella veste di Soprintendente generale alle fortificazioni militari) o 1516 (in un
viaggio da Roma a Bologna, fatto insieme a Giuliano de’ Medici e Papa Leone X:
lasciata la Toscana, si imboccava la via Ariminensis, proprio dentro il paesaggio dipinto
da Leonardo).