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Al posto del fine, per principio Premessa La dialettica negativa descritta da Adorno mantiene in vigore la dialettica sebb ene

la sottoponga al pi forte contrappasso che la critica le abbia riservato. La conoscenza mira al particolare, ma nella forma della mediazione chi ci rimette i l particolare, e nella dialettica hegeliana la coscienza del particolare, la sua cosa pi vera, secondo Adorno, finisce per eliminare il particolare. La socializz azione come fine della dialettica finisce per rovesciarsi nel suo contrario. Heg el e i suoi seguaci marxisti hanno squalificato l'eterogeneo come elemento caoti co. Ci che viene chiamato angoscia non altro che claustrofobia, aveva ricordato A dorno. La dialettica negativa si arresta dove intuisce che la posizione del pens iero nei confronti della felicit sarebbe la negazione di ogni falsa felicit. Quest a affermazione segna il limite dell'impostazione del problema da parte di Adorno . Il giovane Marx ricordava ai suoi futuri seguaci che noi conosciamo un'unica sci enza, la scienza della storia, che tuttavia non una scienza. Non sar io a conclud ere il discorso che porter alla dismissione delle illusioni della dialettica. Nel la Premessa alla Dialettica negativa Adorno spiegava che quando Benjamin nel I 9 3 7 lesse quella parte della Metacritica della gnoseologia che l'autore aveva a llora portata a termine - si tratta dell'ultimo capitolo di quel libro -, osserv che per giungere in modo rigoroso al filosofare concreto si doveva attraversare il deserto di ghiaccio dell'astrazione. Ora la Dialettica negativa traccia retro spettivamente tale via. Nella filosofia contemporanea la concretezza stata otten uta per lo pi surrettiziamente. Per contro il testo prevalentemente astratto inte nde servire alla sua autenticit non meno che alla spiegazione del procedimento co ncreto dell'autore. Nei dibattiti estetici si parla comunemente di antidramma e di antieroe; analogamente la Dialettica negativa, che non tocca affatto temi est etici, potrebbe chiamarsi antisistema. In modo analogo si potrebbe dire che neppure l'antisistema smette di avere rappo rti con il sistema, conservando nella condanna l'analogia col nemico da abbatter e al quale rimandano inusitati legami. La triste verit , da un punto di vista metapsicologico, una regressione. Le sponta neit dei singoli sono condannate alla pseudoattivit, potenzialmente alla stupidit ( Adorno).

Indirizzo sconosciuto Note sul passaggio dalla teoria radicale allateoria radicale 0 Era cambiato tutto meno la cosa che decide di ogni altra, l inimicizia come spir ito del mondo. Sono come sempre un gregario nell animo... Un libro serve a chi lo scrive, raramente a chi lo legge. Abbondare nei particolari, visto che l insieme inafferrabile. Luigi Pintor - Servabo. 0.1 Premesse. L idea dell eterno ritorno l idea del nessun ritorno, perci non preferibile a que

lla dell eterna vergogna o dell eterno smarrimento. In linea generale, quella che, maldestramente si chiama vita prenatale, o intrau terina (A. Breton, P. Eluard), senza dubbio pi densamente vissuta della cosiddett a esistenza tanto che mai il divenire conoscer la stessa intensit. La cui cifra un a esclusione, l exsistere al di fuori della vera vita. Su questo argomento, dato che ogni parvenu crede di poter dire la sua, converr procedere in ordine sparso. Al fato ci che suo, i cambiamenti appaiono vorticosi e non necessario spendervi parole pi inutili di quelle che dovrebbero evitare gli inconvenienti successivi. L immacolata concezione che la tecnica rende disponibile per cui si disinvoltame nte liberata dell Edipo, restituisce come materiale inerte i testi che questo pe riodo apertamente richiama, e si offre, rifiutando di vedere intorno a s, al peri colo. Una grande presunzione - grande oltre ogni confronto - permette al fantasm a di negare la realt delle forme che lo incatenano. Nella gettatezza dell exsistere la possibilit del progetto il progetto della prop ria fine; il gettare avanti ci che resta, giacch si finisce con il guardare indiet ro, filologicamente auspicabile, come direbbe W. Benjamin. 0.1.1 Ma dove vado adesso, dove andr, notte iniziata tardi e gi finita? Provavo il marciapiede con la neve scivolando a New York sul marciapiede per la neve ormai immobile e gelata. Con una mia caldissima pisciata potrei scioglierla un po , aprire un po la strada. Eccomi utile e tardamente chiara: luna che cresce, vento che scende, adesso dormo, domani torno. Notte palombara di Patrizia Cavalli. Attraverso un atto meno singolare della pretesa che la poesia getta sotto, la no stalgia si camuffa in uno scherzo, che pi bello di qualunque testardaggine. Accen di le prospettive della stanchezza il consiglio che i versi interpretano fin tro ppo bene, perch la nostalgia l ombra pi bella sulla meridiana? 0.1.2 Di L. Wittgenstein questa frase: - Il soggetto il soggetto che vuole - pendant a llusivo a un altra di un altro filosofo che diceva. - Noi, i soggetti -. 0.2 Glosse a una critica radicale del tempo. Quando Menelao si trov davanti Proteo si lanci, dice il mito omerico, e lo cattur; ma subito Proteo si fece leone, pantera, drago, acqua corrente, albero verdeggia nte. Fu necessario che Menelao domasse Proteo e lo costringesse a prendere la su a propria forma: allora Proteo disse a Menelao la verit. Simone Weil - Primi scritti filosofici. 0.2.1 La velocit. Nello sguardo di chi ha la catastrofe alle spalle, e vede da dietro le macerie, l importante proprio la velocit con cui si acquisisce e si legge lo spazio, gli a mbienti, quali si attraversano e da cui si attraversati, ma la sfuggenza e la mo bilit sempre meno evitano la cattura e tanto meno il mimetismo delle lepri di Ado rno. Ogni movimento si fa doppio, triplo, quadruplo, ma non basta. Non questa la via. (...) Non si tratta di un articolo molto interessante, ma finisce cos: il travestimento che smaschera, ma non c nulla da smascherare: il doppio fittizio, perch il quadr o mutevole. Non pi l, ma quando andr l e mi sembrer cos, non ci sar pi.

0.2.1.1 L impossibile. Il volume L impossibile di G. Bataille fu pubblicato con inchiostro bianco su pa gine nere, d altronde lo stesso editore, dello stesso autore, aveva stampato la Critica dell occhio. Le conferenze del non-sapere contengono il materiale grezzo che avrebbe dovuto confluire in un libro che non fu mai composto, e che avrebbe dovuto avere come titolo Ridere da morire. Morire dal ridere. L inutilit un appe ndice estetica della teoria. 0.2.2 Nei mari estremi. Non mi ero posta il problema: io non temo il vissuto. La parola scritta, il ritm o delle frasi non dipendono da esso. L arte astrazione - Dalla Presentazione del 1996 a Nei mari estremi. Se l arte non astrazione, ma in linea di principio, il non porsi del problema pi uttosto che - spropositatamente? - affermare di non temere n questo n quello, sicc h solo l inizio verosimile, ecco dunque, che il dimenticare la presunzione della non intimorita, e di chi anche? 0.2.2.2 Un comando come Regola il passo su quello delle tempeste, non intimorisce, n acqu ieta sulla presunzione acquisita che le uniche certezze sono le eccezioni e chi le governa sa che ogni scrupolo a suo danno, infatti tutti gli uomini sono parti giani della Libert, dell Uguaglianza e della Fraternit - cos si scrive per simulare l imbecillit. 0.2.3 Un paradosso. Nelle sue pi remote mediazioni resta l onda di tremore della contraddizione, come nel pianissimo estremo della musica il rintronare dell orrido (Adorno). 0.3 L elogio di Adorno al trapassare oltre le cose, oltre la gravit del puro fatto, n on concede nulla all allucinazione, all ebbrezza, alla visione del reale, quanto invece presuppone, di fronte al dilatarsi dell orrore, di esserci non in quanto pura coscienza infelice del negativo. L interazione della doppiezza e dell irri ducibilit d luogo alla dialettica radicale, permette che non sia l ontologia dello stato di reificazione che la ratio scientifica post-moderna vorrebbe. Siamo in ritardo ma tanto peggio! Mordiamo i morti e facciamo ai vivi impossibil i segnali, cui tuttavia attribuir un senso nettamente negativo. La battaglia infu ria... Ma noi lasciamo qui le nostre insegne di cani... (Jean Pierre Duprey). 0.4 Il tempo tutto, l uomo non pi nulla; esso diviene tutt al pi una carcassa del temp o (K. Marx). Non esiste niente di pi irreale che il valore di una cosa, eppure tutta la vita p resente si riconduce al valore delle merci. Il valore l autonomia delle merci, o gni merce, anche la pi eterea e immateriale, incorporando il suo tempo di fabbric azione ci costringe a scoprire, nostro malgrado, ricavato dal valore di mercato, il tempo degli esseri umani. Ma ancora gli sguardi ingannati incontrano solo le cose e il loro prezzo. Ritrovo in queste parole, fortunosamente salvate dal tem po, che allora, mentre le scrivevo, dovevo attraversare lo specchio, e il tempo sarebbe ritornato a sorridere nel consumo, dal quale prima dei vent anni, non er o per niente sottomesso. Ci non costituiva alcun problema. 0.5 Non cogliere il tempo di ricominciare vuol dire che sar esso a coglierti e, nello stesso senso, la libert con cui mi fai ridere fino alle lacrime la tua libert, da ci deriva che per mettere l ordine al suo posto devi confondere le pietre della strada.

0.5.1 Non aspettarti mai la logica premessa per cui vale la conclusione che non hai ni ente da fare prima di morire. 0.6 Se vero che in generale la fiducia si affaccia solo dietro le gelosie dell osser vazione, enfaticamente significativo di uno stile che nei nostri brevi rapporti con l esistenza tutto sta nell aver tenuto un po il ritmo, se le arie della fal sit hanno suonato per voi senza che voi dimenticaste che il primo e minor termine di una soluzione, mentre si perde il ricordo delle svolte del tragitto, rendere giustizia all uguaglianza, per cui non si abbastanza certi della propria vita p er non stimare quella degli altri. 0.6.1 Dare al dispiacere la forma di una speranza terribile e disarmata. 0.6.2 Poich ti astieni da ci che la testa sulle spalle, sostieni la tua testa, che, dive rsamente dalle castagne, assolutamente priva di peso perch non ancora caduta. 0.6.3 L amore moltiplica i problemi, ma girando intorno a se stessi l esito infinitame nte problematico del problema ci d il calendario perpetuo, perch l amore ha sempre tempo. Fa loro la sorpresa di non confondere il futuro del verbo avere col passato del verbo essere (A. Breton, P. Eluard - L immacolata concezione). 0.7 Conclusioni. Un po pi di un secolo fa, nel 1898, nasceva Faustroll, che credeva di stupire a lungo con la Patafisica. Delle sue letture, i ventisette pari (il piccolo numero dei suoi eletti), sono ancora valide alcune definizioni che li evocano. Da tutt i i quartieri dove non voglio bere, il volo, guidato dal suo fiuto, delle pagine , simili a gazze, viene a succhiare la vita (la loro, esclusiva), al getto sciro pposo e fumante della cerbottana saturnina. Faustroll decide che la pittura, l a rte, il lusso borghese, hanno bisogno di una Macchina per Dipingere nel Palazzo delle Macchine, perci affidato a Henri Rousseau l incarico perch imbelletti con la calma uniforme del caos. La Macchina, Clinamen, eiacula, dopo la fine del mondo abitato, nel palazzo suggellato ergendo sola la lucentezza morta. Quindi, nulla , infine cio com bello il giallo! 0.7.1. Sarebbe per me facile trasmutare ogni cosa, perch posseggo anche questa pietra (. ..), ma ho sperimentato che il beneficio non si estende che a coloro il cui cerv ello questa stessa pietra ... (A. Jarry). Solo teste dure.

Postfazione a qualunque testo di Guy Debord Lo stile perde limpidezza come lo spirito si fa pi profondo e perci pi pessimista. In effetti si tratta di riprendere una critica del tempo. 1. J. L. Borges nell introduzione a L invenzione di Morel di Adolfo Bioy Casares sc rive che Stevenson verso il 1882 annot che i britannici, in genere, non apprezzav

ano i romanzi di peripezie e Ortega y Gasset nella Disumanizzazione dell arte de l 1925 decreta che l invenzione di un avventura interessante praticamente imposs ibile. Borges dissente da quest opinione per motivi di ordine intellettuale e em pirico e afferma che nessun altra epoca possiede romanzi di cos ammirevole trama come Il giro di vite (The Turn of the Screw), come Il processo (Der Prozess), co me Il viaggiatore sulla terra (Le Voyageur sur la Terre), come questo che riusci to a scrivere, a Buenos Aires, Adolfo Bioy Casares. Poi, e qui si viene all ogge tto del discorso, baster dichiarare che Bioy rinnova letterariamente un idea che Sant Agostino e Origene confutarono, che Louis Auguste Blanqui ragion e che Dante Gabriele Rossetti disse con musica memorabile: I have been here before, But when or how I cannot tell: I know the grass beyond the door, The sweet keen smell, The sighing sound, the lights around the shore... Sono gi stato qui, ma quando o come non so dire: conosco quell erba davanti alla porta, quel dolce intenso odore, quel rumore sospirante, quelle luci attorno alla costa... Borges con un giudizio di opera perfetta attribuito a L invenzione di Morel (il cui titolo allude a un altro inventore isolano, Moreau) trasferisce nelle nostre terre e nelle nostre lingue il suggerimento di una critica radicale del tempo c ome genere nuovo. 1.1 Nel Manoscritto di Brodie, del 1970, Borges, che si ispira a Kipling, narra di g uappi smargiassi e feroci, di teppisti, di cuchilleros, e di armi che tornano a colpire dopo la morte dei loro proprietari perch nel ferro resta in agguato il ra ncore umano, che sembra dormire. Ma il contrario, evidentemente, la stessa cosa. 1.1.1 A me mi pareva di capire e mi pareva che pure la vita non cos complicata e che ce rte cose che paiono impossibili poi vai a vedere che sono le pi normali. Prendi a d esempio i guai. tu stai in un guaio cos e cos perch hai provato fino a l e ti pare che oltre non puoi andare. Ma se ci pensi, vedi che volendo hai voglia a andare e che come va va, il guaio invece oltre non pu andare. Il fatto, allora, che non il guaio, che certe cose proprio non tieni lo stomaco di farle. E perch non tien i lo stomaco, vai a saperlo. L unica idea sicura era che non devi pensare troppo al perch e al percome, che pi conveniente fare, perch tanto a pensare ti attacchi al tram. Ferrandino - Pericle il Nero. 2. In un atmosfera di sogno, come in altre fasi del romanzo Steppenwolf (Il lupo de lla steppa), ma soprattutto in questa del teatro magico, il cui prezzo d ingress o il cervello (situazione peraltro pi che ordinaria, bassamente corrente anzich on irica e fantastica), Harry Haller (il lupo della steppa) attirato da un iscrizio ne: Caccia allegra! Caccia grossa alle automobili. Appena dentro, si trova in un a situazione che oggi diremmo da videogiochi (una fruttuosa ispirazione, il teat ro magico, per questi ultimi). Per le strade correvano le automobili, in parte c orazzate, e davano la caccia ai pedoni, li schiacciavano riducendoli in poltigli a, li spiaccicavano contro i muri delle case. Dei manifesti eccitanti invitavano la gente a far fuori i ricchi grassi automobilisti. Degli altri, all opposto, e saltavano le macchine come ultima e suprema invenzione degli uomini. Si trattava di una guerra seria e molto simpatica, a cui Harry prende parte con gioia. Inco

ntra, come in sogno, ma naturale, un compagno di scuola dimenticato da decenni, Gustavo, professore di teologia, che per correggere l aiuto di Martin Lutero ai principi e ai ricchi decide, ma in fondo indifferente, di sparare agli automobil isti. Arrivati in macchina sul posto, Harry spara per primo, poi tocca a Gustavo ammazzare i guidatori. Sulla terza macchina rimangono vivi i due passeggeri, mo rto l autista, il Pubblico ministero Loering e la stenografa. Il pubblico minist ero, si potrebbe dire, subisce un colloquio con il teologo nichilista. I conduce nti di una quarta vettura, rimasta illesa, portano in citt l anziano pubblico min istero. Dora, la stenografa, sale con i due sul rifugio da cui Harry e Gustavo c ontinuano a sparare. Per Harry americani e bolscevichi hanno violentato la natur a umana e la vita stessa, perch la semplificano in modo troppo ingenuo. Ma uccide re, che senz altro una tipica semplificazione, necessario per fermare la moltipl icazione. Il comportamento di un pedone che nelle automobili fracassate fruga pe r trovarvi infine del vino che beve e qualcosa da mangiare, per la sua innocenza , suscita un istintiva vergogna nei due per il sangue versato, ma anche della ve race fame, come Dora intuisce per prima: Non avete fame, voi bolscevichi? Prima di precipitare nel vuoto di un intermittenza del sogno Harry bacia le ginocchia di Dora, che si mette a ridere. 2.1 Nella Disfatta, Emile Zola, non avendo nulla da dire pi di quanto un lettore dell e gazzette potesse aspettarsi, precisa, alla fine della vicenda, che i borghesi erano ancora pi feroci dei soldati, e i giornali, recentemente riapparsi, incitav ano allo sterminio, come se l ovvio non si vendesse a peso. Cosa rimaneva da dif endere ai federati se non il cimitero del Pre-Lachaise? Che cosa alle truppe di V ersailles se non conquistarlo tomba per tomba? A un romanzo penoso manca la sobr iet del pensiero, a un finale in cui si leva l aurora sulla citt in fiamme... 2.2 Alle critiche permalose della sinistra hegeliana, Max Stirner rispose in modo an cora pi, se era possibile, intollerabile. Io voglio solo essere io; io disprezzo la natura, gli uomini, le loro leggi, la societ umana e il suo amore, e recido ogni rapporto generale con essa, persino qu ello del linguaggio. A tutte le pretese del vostro dovere, io contrappongo l ata rassia del mio io. E faccio gi una concessione, se mi servo del linguaggio, io so no l indicibile, io mi mostro soltanto. Nell insolenza di Stirner si ravvisa uno stile, durevole, in cui facile riconoscere pi che le declinazioni della critica, certe storiche inettitudini dei suoi avversari. 2.3 La rivolta contro le condizioni esistenti di vita presente ovunque. E stato lo spettacolo della soddisfazione a fornire il suo progetto esplicito, secondo il p rincipio che afferma che l unit degli oppressi fa la coerenza degli incontri poss ibili. Il nemico ha sperimentato nello spavento che per lui il maggior pericolo era che tutto andasse spettacolarmente bene. Quindi bisogna ormai che tutto vada spettacolarmente male. Per bisogna che la rivolta presente ovunque non possa pre cisare ulteriormente il suo scopo e la sua organizzazione. L insoddisfazione div enuta ufficiale deve prevenire la comprensione del mondo da parte del mondo stes so divulgando tutti gli aspetti della sua decomposizione, ma separatamente, come dettagli. La lotta tra la pubblicit dell insoddisfazione, che insoddisfazione ve rtente sull essenziale, cio l insoddisfazione vertente sulla pubblicit; e lo spett acolo dell insoddisfazione che l insoddisfazione vertente sui dettagli, e cio lo spettacolo del nichilismo. 2.4 Simplicissimissimus. Hans Georg Gadamer nel 1982 ai partecipanti a una conferenza a Vienna diceva: L intera dottrina politica e delle costituzioni mira a limitare l aspirazione al p otere di coloro che lo detengono, e a formare il consenso di coloro che sono dom inati. Gi all inizio del nostro secolo il grande sociologo Max Weber ha preconizz

ato il destino del progressivo disincanto del mondo come destino della crescente burocratizzazione. Nel frattempo noi viviamo l inevitabilit di questo processo. Esso governa letteralmente il nostro intero sistema sociale dal principio alla f ine, e nessun sistema politico al mondo sembra conoscere un rimedio contro di es so. La forma attuale della paura non romantica, se non per alcuni adolescenti, e neppure mai prima lo stata per gli altri. Per questo L avventuroso Simplicissim us di Grimmelshausen sembrava essere (non per antitesi), esclusa la fine della v icenda, un alter ego per la teoria senza prassi e la quotidianit di una prassi se nza denaro. 2.5 Fleur Jaeggy con Le statue d acqua, testimonia di un rapporto impossibile con la realt. Il personaggio Beeklam, che raccoglie qualcosa dei vegliardi di Beckett, non ha pi a disposizione itinerari a ritroso, se non di maniera; non l innominabi le, da tempo oltre quella stesura. Ha gi dimorato nella corruzione indefinita, pr ima di essere descritto. Nell acqua che filtra dappertutto scivola la sua presen za, la sua rappresentanza. Acqua che scrive invano, la scrittura del sembiante d iscretamente cita l impossibile rapporto con il reale, la cui negativit non specc hia che l evanescenza della sua materialit post festum. Le statue di cui il legat ore non sono che le concrezioni di una pulsione temporale che stagna indefinitam ente, i nodi di una diacronia dimenticata, oppure non passata, inavvertita, non vissuta, che la sua storia. L io di Beeklam si raccorda a questi passaggi slitta ti da un interiorit che non si capisce come possa essere concepita, dove, dunque, la parola, letteratura di grado sempre ulteriore, ritorna alla sua immobilit pre ferita, l assenza. Se questo romanzo ha manifestato la reverie del raggelamento, medusizzata, come la pi vera, anche non dicendo nulla che la offenda, affida alle giovani generazio ni, come seconda scelta, il tema di un fantastique suicida - mentre l incubo del gi visto ossessiona il pubblico dello spettacolo e della pubblicit - con la fredd ezza di chi non ha paura che le fobie di massa diventino verit ufficiali perch si crede in lizza per la direzione occulta dell occultamento. 3. Una certa quantit di falsit nella critica la rende universalmente leggibile. 3.1 Le dialettiche dell antidialettica. Il pensiero dialettico, trialettico, tetralettico, pentalettico, ecc. non si arr esta mai! I soggetti attraverso i quali si manifesta non sanno dove saranno cond otti, ma solo dove ricondurranno ci che non sono in grado di capire. Quelli che f ingono di dominarle sanno solo di non essere esclusi dalle sue conseguenze; altr i ancora che credono di sapere dove non pu trovarsi, il pensiero li sorprender, at tuato da chi non si attendevano e in forme impreviste. 3.1.1 Quando la volont di potenza dello spettacolo incontra dei limiti, se ripiega, per raddoppiare la circolazione del falso, che non si sgretola mostrando nella dial ettica negativa la circolarit viziosa delle sue virt. 4. Dato che ogni cosa ha un tempo suo. Il moto dell opinione manipolata mi ha fatto capire fino a che punto siamo stati ridotti a usare gli eventi mondiali con la stessa dissipazione puerile che eser citiamo sui prodotti: a consumarli (Franco Fortini - I cani del Sinai). La guerr a del 67 ha aperto gli occhi a qualcuno, il noi adoperato dall autore non il pl urale dell immodestia, adoperato senza ritegno, o al contrario, con l ironia che ne ridicolizza la presunzione, ma quello di una comune sottomissione all impera tivo della stessa legge, che si confermata ovunque in seguito. 5. Le citazioni che seguono sono tratte dal Delitto perfetto di Jean Baudrillard.

Se la teoria non aspira pi al discorso della verit, deve prendere la forma di un m ondo da cui la verit si ritirata. Diventa allora il suo stesso oggetto. Lo statuto della teoria pu essere solo quello di una sfida al reale. O meglio, la loro relazione quella di una sfida reciproca. Il reale stesso infatti indubbiam ente solo una sfida alla teoria. La teoria stessa deve essere in anticipo sul suo stesso destino. Bisogna infatti prevedere per ogni pensiero degli strani domani. La teoria comunque votata ad e ssere stravolta, deviata, manipolata. meglio quindi che essa stessa si stravolga da sola. se aspira a degli effetti di verit, deve eclissarli col suo stesso movi mento. La scrittura fatta per questo. Debord avrebbe spiegato altrimenti il suicidio della teoria. Talvolta si mescola no elementi di critica dell esistente, lungo le linee aggiornate della lotta in corso nello spettacolo. 6. L arte della guerra, dovendo trattare di forze vive, forze morali, non pu mai rag giungere l assoluto, la certezza; dappertutto rimane aperto uno spiraglio all ac cidentale, altrettanto grande nelle cose di grandissimo, quanto in quelle di pic colissimo momento. Poich su un piatto sta l accidentale, il coraggio e la fiducia in se stessi devono prendere posto nell altro, riempire i vuoti. Tanto grandi s ono queste qualit, altrettanto grande pu essere il campo offerto all accidentale. Coraggio e fiducia in se stessi sono dunque principi veramente essenziali nella guerra; per conseguenza la teoria non pu stabilire altre leggi che quelle ove que ste necessarie e nobilissime virt guerriere possano esplicarsi liberamente, in tu tte le loro gradazioni e variet. Anche il rischiare prudenza, talvolta perfino pr eveggenza; solo l unit di misura che cambia. 6.1 La guerra il campo del pericolo quindi il coraggio la prima qualit del guerriero. Il coraggio di due generi: coraggio in presenza del pericolo personale e coragg io di fronte alle responsabilit, sia nei riguardi del giudizio di una qualche pot enza esteriore, sia nei riguardi della propria coscienza. La guerra il regno del caso. In nessun altra attivit umana si deve lasciare a que sto elemento estraneo un gioco cos libero, perch nessuna vi in cos continuo contatt o. Esso aumenta l incertezza di tutte le situazioni e turba l andamento degli av venimenti. 6.2 Gli uomini indolenti non si lasciano facilmente allontanare dall equilibrio, ma non si pu certo parlare in questo caso di forza d animo, perch manca ogni manifest azione di forza. Non si deve per negare che uomini simili in grazia appunto del l oro equilibrio, mostrino in guerra una certa, per quanto unilaterale capacit. Man ca loro spesso il motivo dell azione,la spinta, e per conseguenza l attivit, ma n on facile che essi mandino a male alcunch. 6.3 La testardaggine non un difetto dell intelligenza: noi designiamo con questa par ola la resistenza contro le idee migliori, che non pu essere posta senza contradd izione nell intelletto, cio nella facolt appunto che genera le idee. La testardagg ine un difetto dell animo. Questa rigidit del volere, questa irritabilit di fronte ai consigli altrui ha fondamento solo in una particolare forma di egoismo: un e goismo che pone pi in alto di tutto il piacere di dominare su s stessi e sugli alt ri in virt della propria esclusiva attivit spirituale. Sulla Guerra di Carl von Clausevitz.

7. In una poesia di Fernando Pessoa si evoca il viaggiare, il perdere paesi e ident it. Dove non c errore c assenza, perch viaggiare cos viaggio, cio sognare, mentre stano, sono il resto, solo terra e cielo, quello che non si vede, perch l anima s enza radici priva della vista. All ignoranza dell origine corrisponde l assenza del fine, perci l ansia di conseguire ci che inattingibile (ma lo faccio) al sogge tto impone di fare alcunch perch si completi la perdita, perch il soggetto perda se stesso ad ogni appartenenza. 7.1 Cosmopoliti senza cosmo n polis. Che le citt rinascano con poteri autonomi, autocefali, dalla transizione degli St ati-Nazione ad entit pi vaste, pu essere messo in un conto che prevede la ridistrib uzione del concetto di citt a quello di giardino cintato per i ceti proprietari. Il resto pi oscuro.

Saluto alla critica del tempo Ogni volta che non darete all uomo il mezzo necessario per buttare fuori quella quantit di dispotismo che la natura mette nel fondo del suo cuore, egli per esercitarlo si sfogher su quanto lo circonda e disturber il governo. D.A.F. de Sade A introdurre l apologia sar: Il bardo delle divinit feroci in cui dominano sgomento e angoscia. Riconoscere la verit adesso pi difficile perch la mente, incapace di controllo, pre da di una paurosa vertigine. Ma se anche per un solo istante il gioco dell illus ione sar svelato, immediatamente il morto si libera, perch nel terrore la mente no

n si distrae ma resta vigile e concentrata. Se in quest attimo non si ascoltano le istruzioni, anche il pi sconfinato oceano di occulta sapienza sar inutile. Libro tibetano dei morti, Settimo giorno, Visione delle divinit feroci. Nessuna verit in cambio per qualcosa di meno di quegli insulti che ne pareggino l e sproporzioni. In questa esitazione non si potrebbe iniziare un qualsiasi paneg irico: necessario, per introdurre l argomento, in primo luogo esaminare ci che no n si ignora che avr un peso determinante e decisivo, e allo stesso tempo fare com prendere che quella stessa dimensione lo aveva gi avuto ed era stata sottovalutat a o semplicemente ignorata. D altronde non scevro di pericoli riferire tutte le cause di ci che si prepara ad accadere: non un altra nuova confutazione del tempo , ma il nuovo tempo della confutazione di tutto ci che potrebbe opporglisi. Potrebbe essere opportuno nel proseguo dei tempi tacere i misfatti; ai quali si addice rimanere sconosciuti per non giungere alle orecchie degli imitatori, ma a spingermi a scrivere queste note la considerazione che per i tiranni del futuro sar chiara la possibilit di essere impuniti per le loro malefatte. Senza ricorrere all ovvio il tempo non si far vedere mai in questa pagina. Ottuso e muto il tempo e chi ne parla, ancora mentre ne parla, sottomesso al suo passaggio ostinato. Curioso e furioso il passaggio, lo scorrere di cui intriso - come di sangue. Nessuna direzione definita o delimitata. Distrazione e distruzione. La vera questione, proprio perch sfugge all essere falso, alla coniugazione univo ca di tutto il resto, la critica del tempo. Non era il denaro o il cielo, i padroni e i generali, lo spettacolo o la religio ne, l obiettivo delle insurrezioni del proletariato, ma il tempo e la sua sospen sione. Nella rivolta matura la sosta del tempo. Un attimo o quanto di pi possibile, uman o o disumano che sia, il tempo doveva essere fermato. Che farsene del tempo che ci rimane? Che farne mentre lo spendiamo, letteralmente merce unitaria? Che cosa crediamo di fare mentre ad esso ci opponiamo senza sapere niente del no stro nemico? Beat! come il poliziotto in una poesia americana, e le lancette degli orologi fi nalmente si fermavano o giravano stoltamente, oppure la progressione dei numeri si bloccava. Dovevano passare diversi anni prima che potessi sapere che a Parigi, cento anni prima, avevano tirato agli orologi pubblici. Sicuramente con le stesse intenzion i. Gli uomini d oggi, testimoni assai bene informati dei fatti in questione, sarann o per il tempo avvenire garanzia bastevole della mia affidabilit. Oppure della mi a inaffidabilit, che chiunque potrebbe provare inventandola, o del fatto certo qu anto insignificante che, essendo del tutto sconosciuto, nessuno potrebbe vantare testimonianza di alcunch. Con il tempo ci affligge un destino, o un fato. Senza il tempo e neppure l etern it, che la sua ossessione, o la sua infinita perversione, saremmo liberi da quell unica libert che ci concessa a prezzo scontato. La prima qualit del tempo la sua furia. Il tempo atmosferico la metafora di quell o economico. Se parlo del tempo e critico il tempo soltanto perch ho letto qualcosa di Leopard i e delle sue Operette morali. Non era la Natura il nemico di Leopardi, ma il te mpo, e la Natura nascondeva il suo volto opportunista.

L attimo di quiete al cuore del tempo sono state l obiettivo delle rivoluzioni, ma questa possibilit si cela ancora davanti a noi sotto le sembianze mutevoli evo cate dalle catastrofi che l epoca non finisce di suscitare. Ma nessuna catastrofe comprende l interruzione della storia. Le catastrofi atten gono al compimento di una dinamica, dentro il tempo della storia. La falsit intrinseca ad ogni aspetto di quest epoca, unitaria quant altro mai. Il tempo intanto ci divora e noi siamo il suo consumo, la sua merce. Il tempo non sar socializzato ma federato, scriveva Debord, in un testo che in qu esto passo si allea ai testi dei mistici. Non potremo abolirlo ma solo sprecarlo, il tempo. Questa la sentenza e il testam ento di Villon, di Manrique o di Khayyam. Non per niente la bottiglia la metafora, preferita dai poeti, del tempo. Non la bottiglia solitaria, ma le bottiglie vuote che si allineano sui tavoli delle ost erie. E le osterie richiamano i marosi e infine gli oceani. Il tempo riprende la sua estensione, e da questo varco i suoi artigli ci catturano di nuovo, quando si esaurisce l ebbrezza. Ma il tempo consuma le illusioni, sebbene le illusioni affrettino il consumo del tempo perch il tempo si materializzi nello sguardo che la merce fissa e la mano che consegna la carta di credito. Eppure non smetteremo di cercare le strade silenziose che portino altrove, e di nuovo, ancora il tempo non redime nessuno, saremo indirizzati alle strade lumino se e brillanti di sempre, che gi tutti conoscono come il segno, il marchio dozzin ale della mistificazione. Nel canto delle sirene l impiego abituale del tempo riconosce la sua canzone. Quando mi ritrovo fuori dal vortice infernale che tutti trascina, soltanto per c aso? Non mi concesso che uno sguardo di fuori. Di nuovo sar ghermito dal tempo. Eppure si sogna l eternit, senza riconoscere in e ssa l aspetto maligno, il sorriso orribile del tempo, il manichino di nome Olimp ia del racconto di Hoffmann. Il tempo il fuoco, l incendio che avvolge la notte, la rivolta un fal in cui si d issolve il fuoco. Si leggeva sulle meridiane che se tutte le ore feriscono l ultima uccide, eppure l ultimo uomo non vuole essere ucciso, ma che sulla sua ombra si prolunghi inde finitamente la sofferenza, cio la sua colpa irredimibile. Kafka scriveva che l in ferno l eternit. Le allucinazioni non redimono dal tempo ma osservano, fuori dalla sua portata, l e sue sviste, lo strabismo e la doppiezza dell osservato. La macchina fotografica, per un attimo, sembrata vincere il tempo, talvolta per rare inquadrature, inchiodando la sua fuggevole ombra, ma le telecamere hanno ri dato al tempo le sue illusorie dimensioni e in pi la noia del suo doppio. Pure in questo campo Debord ha condotto alle estreme conseguenze la critica del tempo filmico. Eppure si trattava di una critica alla portata di tutti (e di nes suno).

Quest epoca bulimica e mantiene le stesse abitudini rispetto ai rimorsi, secondo la regola del mai nessun rimpianto. I rimorsi dunque seguono il rapido tragitto del cibo. La rapidit del tempo cresce a misura in cui diminuisce del suo peso. Il tempo conosce un impasse prevista dalla sua saturazione. I problemi che essa causa, a livello macroeconomico, saranno ingigantiti dalla d ifficolt a porvi un rimedio duraturo. La catastrofe chiama il tempo a realizzarvi la liberazione dalla sua ansia, o a sognarla almeno. In questo giro si materializza la diagnosi. Che tutto rientri nello spettacolo, e finch sar possibile anche ci che lo eccede, a nche la dismisura che lo spettacolo commenta fuori campo. Per il gusto dell imparzialit ci si applica equamente nei confronti di entrambi i campi semantici della parola tempo in italiano. Infatti dare lo stesso destino ad orologi e ombrelli, quasi con la stessa soddisfazione... Altrove non sarebbe possibile. Certe persone, non dotate di una particolare perspicacia, vedendo due uomini che non conoscono, tutti e due con i baffi neri o del tutto rasati, dicono che sono due uomini, l uno di una ventina, l altro di una quarantina di anni. Certo, in tale valutazione ci si sbaglia spesso, ma il fatto che la si sia creduta possibi le significa che si concepita l et come qualcosa di misurabile. Nel secondo uomo dai baffi neri, si sono aggiunti effettivamente venti anni di pi. Proust - Il tem po ritrovato. Il tempo sgomenta meno di ci che il denaro pu comprare; ma di questo non ci conces so di non soffrire. Quante morti successive in un solo essere umano, dice Proust , e quante vertigini d il tempo, sotto di noi! Quante morti sepolte e quanto poco lievemente il tempo segner quelli che saranno abbastanza ricchi da sfidarlo; per ch si finisce con il rassomigliare a ci da cui si viene riconosciuti. Il tempo interiore non pi del battito del cuore. Un suonatore. Non sono nato per suonare le percussioni, e non ho mai scoperto di essere divent ato ci che non ho avuto l ambizione di essere, non essendo altro, pure adesso che scrivo, mentre scrivo. Il cappio della necessit cinge i numeri. Non saremo mai abbastanza arrendevoli pe r le cifre e per lo zero, dicono i tecnocrati, i militari, gli economisti, gli e sperti di statistica, ma soltanto al contrario, il loro argot illumina lo spirit o del tempo. Il tempo la furia, dunque spesso gli indifferente l accumulazione o la distruzio ne. Le luci delle nostre notti offuscano il cielo, quando sgombro. I rimedi saranno tardivi o non saranno, ma il silenzio svanito. Ogni tanto si aprono delle voragini, dove prima si stendeva uniforme lo scorrere del tempo, e l si inabissa, e finch si colmino i varchi, improvvisamente dilatati , il tempo laggi si sfinisce, e si esaurisce per un po . La critica della vita quotidiana: quanto appare limitata la sua prospettiva di f ronte alla critica del tempo! Non sono pi i tempi morti che sono considerati il p roblema da risolvere, ma il tempo stesso, e il peso della sua lentezza che l epo ca gli ha sollevato dalle spalle. Rimbaud sosteneva, per il piacere giovanile della sfida, che la scienza era trop po lenta!

Il concetto di vita quotidiana si concentra su certi aspetti di lunga durata, e ripetuti, normali, meccanici, ma la vita ci ha distolto da essi, per venderci il suo sostituto: la vita corrente. Ed essa corre su di noi. Noi siamo della stessa sostanza del tempo. Abbiamo paura che il tempo si distend a. Lo spezziamo perch spezzi le nostre ansie. Ma esse rinascono pi forti perch le t esse il filo del tempo. Conosco un modo per distogliermi dal battito delle sue ali, perch mi lasci in pac e. E lo conoscono tutti; ed caldo e umido come le caverne del mito che analogica mente richiamano. Allo stesso tempo la fonte originaria del tempo. Non possiamo sfuggire al tempo, ma ad esso dobbiamo sottrarci. La differenza del tempo la sua critica. Certo, quella stessa alterazione esteriori nei volti che avevo conosciuto, era s olo il simbolo di un mutamento esteriore compiutosi giorno dopo giorno; forse qu elle persone avevano continuato a fare le stesse cose, ma poich, giorno dopo gior no, l idea che si formavano di s, e degli esseri che frequentavano, si era in par te deviata, nel giro di pochi anni, sotto gli stessi nomi, essi amavano altre co se, altre persone, ed essendo divenuti loro stessi altre persone, sarebbe stato sorprendente se non avessero avuto nuovi volti. Proust - Il tempo ritrovato. Il messianismo dei rivoluzionari, quando finisce per conoscersi, e non accade so vente, scopre che il suo obiettivo era giungere attraverso una strada tortuosa a possedere di nuovo, piena e illimitata, l epoca che reintegri la propria regres sione, maturare verso l infanzia. Non esiste, n ci sar, un tempo liberato, secondo il modello la vita contro la mort e; ma il tempo libero vorr occupare tutti. La sua utopia non concede scampo, nepp ure a chi pare escluso dal consumo, perch richiede che tutti partecipino secondo le loro possibilit. I sistemi complessi degenerano nel momento in cui parcellizzano il tempo per raz ionalizzare l operato dei suoi addetti e dei suoi clienti; la dismisura delle po ssibilit che si offrono ai consumatori si commisura alla povert del tempo a dispos izione, e alla coscienza povera che lo imbastisce. La miseria a lato del tempo inseparabile dalla ricchezza materiale di cui il pro dotto. Se i consigli operai si impadronissero dell universo, per sfruttarlo a loro piac imento, che ne sarebbe del tempo? Il tempo va liberato come noi ce ne dobbiamo liberare, perch siamo fatti della ma teria del tempo e il tempo ci ha costruiti a sua immagine. Non sar la fretta non sar la pazienza, non sar la creativit e non sar l ostinazione a permettere questo e quello. La tela del tempo va disfatta a partire dalle sue m etafore e dalle sue analogie. Noi stessi siamo la sua allegoria; la sua figura s arebbe la sua critica, se vi fosse compresa una semilibert. Questo tempo presente ha eletto come suo patrono un concetto della storia per cu i esso primeggia. Chi direbbe che strano? Esso incita la manifestazione di forme sempre pi rozze di nuovi culti della soppressione mistificata del tempo. La critica del tempo un espressione reticente, al contrario della sua soppressio ne mistificata a cui non mancheranno le fanfare dei media. La partita decisiva delle prossime generazioni non si giocher pi soltanto sulle mo

dalit di utilizzo del tempo, ma sulla natura di esso; la socializzabilit del tempo verr messa in discussione, la propriet privata svilupper nuovi domini sulla base d i nuove partizioni del tempo, di una tecnologia dell istante, e di nuovi campi d i impresa sulle sue virtualit e sulla loro esperibilit. Con quell andare di male in peggio, essi pure finirono con l apparire moderatiss imi, tanto inferiori erano i loro delitti rispetto all impunit che avevano garant ita! Procopio - Storie segrete . L ingegneria genetica potrebbe donare alla disusata nozione di proletariato un u lteriore significato e riaccreditargli una vecchia prospettiva. Il tempo furioso della tecnica corre verso la sua abolizione. Le aspirazioni della critica non p otranno diventare altro che il progetto dell epoca, una volta che esse siano sta te dissolte. La teoria si vede rinviata all obliquo, all opaco, all indeterminato, che, come tale, ha senza dubbio qualcosa di anacronistico, ma non si esaurisce nell invecc hiato, perch ha giocato un tiro alla dinamica storica. Adorno, Minima moralia, Eredit.

Nella direzione opposta Der Keller di Thomas Bernhard Der Keller, La cantina, sottotitolata Eine Entziehung - Una via di scampo recita la traduzione in italiano, una ritirata, il riuscire a sottrarsi. L inizio netto come la decisione che descrive. Gli altri esseri umani li trovai nella direzione opposta, in quanto non andai pi all odiato ginnasio, ma, ci fu la mia salvezza, a fare l apprendista, cio al matti no presto, contro ogni ragionevolezza, non andai pi con il figlio del consigliere governativo ... Quindi il protagonista, l io narrante, per andare l dove stava decidendo doveva p assare davanti all Istituto dei ciechi e a quello dei sordomuti, che chiudono la citt normale, metaforicamente, e poi nella terra di nessuno, sopra il terrapieno della ferrovia e attraverso i giardini al margine della citt e accanto alle stac cionate del campo sportivo vicino, ora siamo al di l della citt, infine, al manico mio di Lehen per andare all Alta Scuola dei reietti e dei poveri, all Alta Scuol a dei pazzi e di quelli che sono dichiarati pazzi, nel quartiere di Scherzhauser feld, in quello che per antonomasia il quartiere degli orrori della citt ... La procedura della mia assunzione nel negozio (di generi alimentari, di Karl Pod laha) non sarebbe potuta essere pi breve. Ci che il protagonista vuole lavorare in modo utile per la gente. All improvviso sentii dentro di me: la mia esistenza di nuovo un esistenza utile . Ero scampato a un incubo. L impiegata all ufficio di collocamento per un bel po non gli fornisce gli indi rizzi giusti, lui voleva andare nella direzione opposta. L apatia dei parenti alla sua decisione gli fa capire quanto era stato abbandona to a se stesso, e fino a che punto era stato lasciato solo. Lui dice: Io non avevo la minima idea riguardo al mio futuro, non sapevo che cos

a volevo diventare, non volevo diventare niente, mi ero semplicemente reso utile . La cantina, adibita a negozio di generi alimentari, rappresentava, per molte per sone, per molte donne, l unica, estrema salvezza da un ambiente casalingo spaven toso e da un quartiere micidiale, non una locanda non un caff, ma soltanto edific i al fine di distruggere e compromettere coloro che vi abitavano, per la monoton ia e la laidezza, infatti l imbarazzo con cui scendevano era una prova della lor o innocenza. Il tempo passato nella cantina fu fin dal primo momento un tempo prezioso, non u n tempo infinitamente disperato che si trascinava senza posa e senza senso nella mia testa uccidendo i miei nervi a poco a poco ... la martellante inutilit del t empo vuoto. Tutto ad un tratto, qui, io esistevo intensamente, naturalmente, utilmente. Quello che importa se vogliamo mentire o se vogliamo dire e scrivere la verit, ch e pure non pu mai essere e in effetti non mai la verit. Per tutta la vita ho sempr e voluto dire la verit, anche se ora so che erano menzogne. Alla fin fine quello che importa soltanto il contenuto di verit della menzogna. I sabati sono nel mondo i veri assassini degli esseri umani, e le domeniche fann o intendere questa realt in modo assolutamente insopportabile, mentre i luned rinv iano la scontentezza e l infelicit alla fine della settimana, al sabato successiv o, al prossimo peggioramento dello stato mentale di tutti. Io cercavo il cambiamento, l ignoto, forse anche l eccitazione e l inquietante, e tutto ci l ho trovato nel quartiere di Scherzhauserfeld. Non sono entrato con c ompassione nel quartiere di Scherzhauserfeld, ho sempre odiato la compassione e, pi profondamente che mai, l autocompassione. Non mi sono mai permesso di avere c ompassione e ho agito solo per motivi di sopravvivenza. La mia caratteristica peculiare oggi l indifferenza e la consapevolezza della eq uivalenza di tutto ci che stato, e sar. Non ci sono alti valori, n valori pi elevat , n valori supremi, tutto questo liquidato. Due tempi narrativi si mescolano e st ridono, ora e quella volta, allora hai pensato e ancora ci hai fatto credere di essere stato lasciato solo e hai detto di non provare, e forse non aver provato nessuna autocompassione, hai detto che i tuoi parenti ti avevano lasciato solo e ora ostenti la tua piena indifferenza verso tutto come consapevolezza ... Ovvio dunque ci che il narratore vuole significare: ogni dichiarazione non generi ca di indifferenza stata preceduta dalla quantit di sofferenza necessaria perch fo sse concepita come sintesi. Necessaria perch sia semplicemente concepibile come f ondamento di una comunit. Gli uomini sono quel che sono e non si possono cambiare, proprio come le cose ch e gli uomini hanno fatto, fanno e faranno. Ma in definitiva tutto lo stesso. Si scoprono le carte, un poco alla volta. L id ea era quella di rintracciare l esistenza, la propria non meno delle altre. L essenza della natura che tutto sia lo stesso. Salve e Tutto lo stesso; io sent o di continuo le sue parole (l uomo con il martello pneumatico, del quartiere di Scherzhauserfeld), che sono parole sue malgrado le sue parole siano le mie e io stesso abbia detto molte volte salve e tutto lo stesso. Comunque andava detto i n quel momento. Io l avevo gi dimenticato. Il percorso circolare, la direzione opposta ci riporta comunque dove saremmo arr ivati, ma la direzione dalla quale arriviamo al punto comune, che non la meta, u n altra. Questa l uscita di sicurezza, la strada della salvezza, la via di scamp

o. Decidere ci che determinato, in altro modo, purch ci riporti, dove siamo destin ati, pi leggeri della coscienza.

Il sublime divenuto normale In fondo sedurre il suo mestiere, non pensa ad altro da pi di quindici anni ... N on si pu dire che manchi d intelligenza: fine ed astuto. L entusiasmo e la poesia non sono compatibili con un simile carattere - Stendhal, Il rosso e il nero.

Estratti da "Il buongoverno della cattivit" "Qualcosa deve mancare" Errata. Nonostante tutto della critica si dice che la sua sia una invariata sequ ela di errori. Eppure non si riesce ad immaginare un complimento pi efficace. Pro e contro la teoria. D altronde se ci che si dice non si scrive senza la legit tima presunzione delle anime candide, queste non sapranno mai che le parole spia zzano il loro dire - la lettera volata -. Si potrebbe dire loro che non c origin e, non c fine, non c teoria, ma quando se ne accorgono si spaventano e le reinve ntano. Ci contro cui si scrive non detto che sia il vero oggetto del discorso, che sicur amente spostato altrove da chi non sa di farlo, a meno che si ammetta il dubbio che potrebbe essere proprio l opposto -questo detto a vantaggio della diceria ch e l anfibologia propriet delle affermazioni, ma pi ancora delle negazioni. I commerci dei concetti hanno degli aspetti pericolosi quando i significati si s cambiano. Senza un uso accorto del rovesciamento di prospettiva teorico, l unifo rmarsi del pianeta al capitale che l ha conquistato non passerebbe per una vitto ria del proletariato. Divieto di fermata e di sosta. Se il falso oggi un momento del vero, non sar cons entito, se non eccezionalmente, che l idea del cambiamento, nel mondo falsamente rovesciato, si concili con una speculazione teorica che ammaestri alla fatalit d ell indugiare distratto. Ci che ci tolto come fantastiche ria condannato ad atten derci come reale. Il concetto di superamento cattiva archeologia. Se l immediatismo sparizione del concetto, si tratta di perdita pura -in altri termini "deterritorializzazione". Nella perdita non ci si trova ammesso che lo si voglia. Il dramma dell unicit il suo carattere imitabile, la sua inesauribile riproducibi lit tecnica, quando lo stile la massa. La depersonalizzazione comunque la nicchia della psicologia. Dove pi tranquillamente riposare? - sostiene la voce dell econ omia politica. Quando l annullamento radicale, e la cronaca sa offrire talvolta delle folgoranti rappresentazioni, non restano eterni che il brivido e il ghigno con cui la paura ci prepara, nonostante il paradiso in terra chiami alla felici t. Le congetture dell impero. La vera volont di potenza nell obiettivo della felicit. In ci che obiettivamente la sostiene sta la sua impossibile realizzabilit materia le, che dunque ci data. Ripasso dialettico. Tutti i settori (semi)intellettualizzati, che misurano una n on stupita e non rinegoziabile inutilit, sotto pena di un maggiore discredito, at testano che l ottusit non n svista n imprevisto, ma gli effetti della risaputa veri t ritornano prima che (se) ne rendano conto. Non c attesa senza che qualcosa si riveli o sparisca. L attendismo una dilapidaz ione incantevole ma funesta, fatalistica nel senso di ci che proprio del fato, ci che naturale, cio funebre; ma per ogni caduta ad inferos vi capitalizzazione e du

nque vera accumulazione nella matura economia odierna. Se si traduce (si tradisce) in atto il diritto alla felicit si ottiene una quasi perfetta simulazione, cio altri spettacoli non si danno, perch non c svista se non per finta. Ridere la professione del postmoderno. Considerato il grado di superficialit che contraddistingue dello sguardo il disin canto sul (lo pseudo) reale, si potrebbe dire che la "depense" la grande inattua le, ma dal suo nascondimento nelle forme delle ossessioni di sicurezza e di segr etezza (quando tutto pubblico e pubblicit), essa rinnega che, come ad altri conce tti, si conceda una rinascita esoterica, e nella riapparizione si scopra l etern it del sogno. Destino di ci che viene scartato di subire (o di volere) una specie di metempsico si, ma la dialettica economica tra ci che si perde e ci che rimane nell immaterial e, di proposito non consente il sollievo se non come vendetta. Ogni tradizione ha un legame con l origine ed il suo tradimento. L origine del t radimento il senso della tradizione. La smemoratezza -incentivata- del passato c omplica la situazione; se salva il passare del passato perch lo dimentica, moltip lica le affiliazioni immaginarie -il vero del falso- con esso. Se ogni ritorno g rottesco, lo senza rimedio -la perversione del trascorso. La pianificazione il sogno del determinismo. Il fascino del piano attira gli ste rminatori. Nell idea di destino il cinismo si spreca. Che gli eterni ignari acco rrano si scrive per contraddizione. Ci che pu far sembrare l arroganza un po meno disdicevole di quello che effettiva mente, proprio l apparenza nella quale si mostra; nel suo candore c la perfidia indicibile della servit. Questo argomento sostenuto dalla convinzione di una stor icit dei comportamenti e della loro interpretabilit, che, si potrebbe dedurre, det tata a chi scrive dalla sua superfluit, per cos dire, artistica. La complicit con il dolore del mondo la colpa dell astuzia, la sua una fattiva se rvit ad esso. E un altro spirito quello che libera; non vi ha luogo l astuzia, n ci che si dice che sia il suo opposto. L emancipazione, quando in atto, sposta il discorso, trasferisce una pratica, agevola il commercio. La seriet dell inganno il cos com , e la sua meretrice l astuzia. Il fatto che il disprezzo si universalizzi per diventare il sentimento unico, re nde evidenti le pretese dell epoca, mentre il suo oggetto si dilegua nella misur a in cui si saturato per l onnipresenza, la pervasivit dell invisibile, del ripro dotto nel riproducibile. Tra la merce svilita e ci che apparentemente privo di valore corrono alcune tenui differenze che, a vantaggio del secondo, ricordano quanto sia ingenuo (il dispe ndio, la morte) ritenere di rinvenire dei limiti alla circolazione universale de l valore. L ingenuit, a volte, stringe dei patti - che non conosce - con la realt, tali che, alla sua ombra, e all insaputa di chi ignora di non sapere, all improvviso, ci c he oscuro si fa chiaro e viceversa (pur con qualche incertezza). Contro il diritto alla felicit. Nel cuore della costituzione dell epoca vi il seg reto della sua falsit. La confusione irradia da questo centro. Meglio custoditi sono i segreti di cui si intimamente complici. Tutto invoglia a (non) fidarsi troppo delle intermittenze del desiderio, la nostra economia poli tica. Ma se ci che siamo non lo (ci che parla in vece nostra), non ha nessuna importanza , perch ininfluente, meno della pigrizia, dell ironia, della discrezione, per tac ere del resto. Contro la speranza. La speranza il prologo della tragedia, ci che insostituibile perch ci sia tragedia. Chi spera perisce di essa, dunque la speranza la dimostraz ione di un arte in ci che la disperazione dell innocenza d luogo: all esperienza. La mezza impossibilit dell eguaglianza nella semi irresponsabilit dei soggetti - d ei clienti - dicono alcuni dei suoi funzionari semi appagati, ma lo stesso carat tere mediocre del dubbio assicura che tutto torna sempre di nuovo - secondo il c arattere dell illuminismo postumo. Che le tentazioni nascondano il pericolo ipocritamente considerato raccapriccian te da delle masse che non aspettano che fingere di essere sedotte, ma nel segno

della quantit accettabile che le proporzioni si ristabiliscano ipocritamente seco ndo le variazioni dell offerta e in acconto alla pubblica felicit. ... lo specifico delle transazioni si sarebbe detto tradimento della servit volon taria, oggetto della prima delle passioni. La moltiplicazione delle libert non co nsente di fare a meno di leggervi la loro non sorprendente soppressione ad opera del demos, cosa che garantisce, se non altro, di poter fare a meno di preoccupa rsi. Le authorities del mercato sorvegliano sul diritto a godere di un offerta i llimitata. Non bastasse, ci sarebbe la noia. Non d altro spettacolo se non di s; la democrazia diretta immediatamente spettaco lista e viceversa (la verit del sondaggio). Solo gli esibizionisti ne hanno capit o la natura d obbligo. L intelligenza con il nemico tra le cose non sospettabili, bench certe. Se non si incapaci, l errare riempie di nausea (il doppio - il maligno - del sen timento), da ci si capisce che ci che (si) fila nella vita corrente non che risent imento. Tra pazienza e impazienza corre la differenza che separa un dono da un prestito, comunque ci che vi si dimentica o si trascura non negoziabile, a conferma del pr imato di ci da cui non siamo dimenticati -il suo essere inequivocabile. L ostinazione - la figura dell acefalo - si direbbe che sia nel gran cerchio d o mbra di ci di cui qualcosa detto, impropriamente, qui; giacch se arreca pi danni di qualunque altra insensatezza, nessuna lo meno. Questo volontariato dell idiozia da tenere sotto controllo, perch ad agire i dispositivi la solita pigrizia. Se n on fosse che la resa all ostinazione il consentire alla vanit presuntuosa della d ialettica di ritirare le sue carte: un inganno si cela di fronte a un altro. Tutto quello che strano via - al via - come dire che l eterogenesi dei fini non omogenei non crea disordini ma storditi e pesa le quantit (p.e. l ufologia) nella competizione globali dei fantasmi dotati di valore. L apparente gratuit della facilit ingannevole, e l inganno non certo occulto, per cui l adesione ad esso assai pi ideologica di quanto si vorrebbe ammettere. Se ci che facile si presenta come un furto e lo si capisce, si pu comprendere (con difficolt) anche la logica che lo sostiene. Il terzo: l esclusione fonda l amicizia. Il nome segreto della speranza evoca ci che non si possiede n pi n ancora; non ci di cui si persa la memoria, che sarebbe lu ttuoso, ma di cui si inventata (cio persa) la scomparsa. E il panico per ci che n on c (n ci sar) ed credibile che con esso termini la faccenda, cio si decida (deced a). N manuali n trattati di savoir vivre n arti n tecniche, se non il travaglio della pa zienza, del riconoscere che non per timore non si perduta un attitudine, il dolo re della servit. Quando si dice che non si pu abolire lo stato delle cose -i l cui essere non lo s tato - presenti, c chi trova che si parli di quella disposizione per cui tutto f inisce per rientrare l da dove era uscito, cos la socialit della vita corrente non permette che un taglio in cui si ripeta l evento, giacch poi , ancora e sempre, ne vrosi (lo spettacolo vittorioso). Ogni doppio movimento che non si nega uno stallo dove la malinconia non falla se non c falla, dove si attacca la trama della vita quotidiana. I misantropi - e i misogini - se non possiedono la verit, dallo scontro con essa ne sono offesi. Il godimento che non ode, se non fosse sordo, non godrebbe mai, e non che la tec nica del desiderio di massa; ci che in corso non pu che essere compiuto fino in fo ndo, perch si dilatino le sue cedevolezze, perch infine ceda a s stesso. Ci che passato non sempre ritorna e contro questa eventualit alcuni dicono che i n ostri progenitori si siano sempre premuniti. Ma le nevrosi restano. Se i nostalg ici soffrono dei mancati ritorni, gli apparati di intrattenimento universali nas condono la furia del cambiamento nella intatta gioia del sempre uguale. La demos copia ne un sintomo. "Il primo merito di una teoria critica esatta di far istantaneamente apparire ri dicole tutte le altre". Guy Debord - Prefazione alla quarta edizione italiana de lla Societ dello spettacolo. Si deve ricordare che la fedelt a s stessi non attesta che l inganno perpetrato e

non riuscito. Ci che manca ci che riesce. L affinit l inferiorit secondo la legge economica del conformismo. Impronunciabile e irriconoscibile la piet; ci che viene mal detto, sar comunque mal visto, e se ritorner, avr lo stesso destino con un nome nuovo. Una teoria dello stupore alla fine insolente. Nella presunzione di coloro che credono di "poter capire qualcosa non servendosi di ci che loro nascosto, ma credendo a ci che loro rivelato" (Guy Debord), si man ifestano minacciose l amore per la servit volontaria e la certezza di un inferior it approvata. Da quando la velocit della presunzione doppia l intero campo sociale , l aggressivit verso i livelli di esistenza quotidiana rende la sua verit solo ne i picchi di furia. Non la verit la morte dell intenzione, perch l intenzione ha pr ima ucciso l idea che esista una verit. Contro l utopia statistica: il pi solido effetto della globalizzazione della feli cit di massa la solitudine di ciascuno. Sulla socialit da ottenere lavorano divers i istituti per coprire le incertezze che continuamente rinascono e i leggeri mal esseri che derivano, ma la capacit di interpretazione dei dati non cos sicura come essi vorrebbero che fosse. Le banalit qui esposte sono le prime ad essere offusc ate. I costi sociali delle masse sono nettamente inferiori agli incentivi alla produz ione di caste di governo e di protezione. Ma che le soluzioni raddoppino gli orr ori dei problemi a cui rimedieranno non dato da pensare, ma ci il cui pensiero in sostenibile ci sar ancora, disancorando ogni congettura a qualsiasi falsa prospet tiva di fuga. Ogni accelerazione del tempo moltiplica il suo dispendio e in ci rimane l ultimo rito sacro. L incompetenza generalizzata. La proletarizzazione nell incompetenza, il resto v i si aggiunge come toglimento. La pubblica denuncia dell ovvio compito impari pe r chi non sa cosa pensare di quello da cui viene detto, ed a causa dell incontra stabile verit che gli effetti del dominio corrono cos veloci che, invece di impens ierire, rassicurano. Il peggio il bonus dell ottimizzazione. Sulla domanda "che fare?". Non si sprecano dubbi sul carattere funesto della dom anda a cui la fatticit della pratica sa replicare. Che la smemoratezza sia sollecitata, e svagatamente, una delle tante manifestazi oni del dominio della verit. Le intenzioni assillano la critica pi dei suoi detrat tori. Ma che si dilegui in fretta la sua via. Post res. Il concetto di arte esiste solo come genitivo o come rovesciamento di esso. La critica all idea di fondazione consente di risolvere la questione originaria per poterne subire la rimozione in cui insiste il circolo vizioso in cui non pu u scire da tempo la causa della rivoluzione. Contro il dubbio sull abbandono di fronte alle cose. Come epigrafe sta scritto: "Tutto funziona. Questo appunto l inquietante, che funziona e che il funzionare spinge sempre oltre verso un ulteriore funzionare..." Verrebbe da dire che talvolta nei sogni si condensa l effetto di una pulsione, u no stile e la sua intraducibilit. Un immagine che possiede lo sfolgorio dell onir ico una specie di ossessione disinvolta, ci che i surrealisti chiamavano un cadav ere squisito. Dire: niente arcani! - dire quasi niente, anche se di essi filtra proprio ci che non dovrebbe che arrestarsi, e proprio nella misura in cui si stabilisce che non vi debbano essere resti. Ci che la teoria detta rivoluzionaria non ha ignorato d i ignorare il rovescio di tale proposito. Non guardarsi indietro! - un messaggio intraducibile, eccetto che la sua fine nota. Anche se di niente oggi si pu dire che non sia riutilizzabile senza conforto che si sospendano le soluzioni. La trasparenza della simulazione, se rende invisibile la scena, rende del tutto trascurabile l inganno della verit sotto l erosione dell inverso (la verit dell in ganno). L aprs-midi de la fin (du spectacle) La fin du spectacle ou bien le spectacle de la fin

Il pomeriggio della fine (dello spettacolo) La fine dello spettacolo ovvero lo spettacolo della fine

1. Lo spettacolo compendia tutte le forme alienate di rapporto sociale. 2. Tutte le forme correnti di rapporto sociale sono, a un grado diverso, alienate. 3. possibile determinare il livello di alienazione delle forme di rapporto sociale in base al tempo storico e alla durata delle relazioni spettacolari. 4. Lo spettacolo si risolve in pratica negli scambi della citt universale del consum o, quotidianamente controllata dalle pi disparate indagini di mercato. 5. Quando tutto soggetto a indagine demoscopica e ogni soggetto commerciale le rico nosce un importanza reale per la sua esistenza, gli indicatori quantitativi risu ltano, di conseguenza, i pi veritieri a misurare lo stato dell alienazione nei ra pporti sociali. 6. Gli indicatori statistici del benessere economico dei cittadini dell Occidente m ostrano che l assoggettamento di tutte le forme di rapporto sociale agli stili d ominanti nel regime dello spettacolo completato. 7. Tutte le forme di rivolta nell Occidente, essendo alienate, tendono ad essere co mprese a partire dalle esigenze dello spettacolo e ad apparire come parte stessa dello spettacolo dominante. 8. Il carattere totalizzante dello spettacolo non consente eccezioni o deroghe alla visibilit dei rivoltosi, mentre, d altra parte, spesso sono i rivoltosi stessi a non desiderare altro che essere riconosciuti come i protagonisti dello spettaco lo della fine dello spettacolo. 9. Non esiste una teoria della rivolta che non sia una teoria (spettacolare) della fine dello spettacolo. 10. Dopo ogni rivolta si consolidata l alienazione dei rapporti sociali. 11. Le teorie (spettacolari) della fine dello spettacolo, nelle formulazioni pi acute , hanno anticipato la progressione dello spettacolo; in una forma parcellizzata e disorganica ne costituiscono una sorta di teoria generale. 12. Diversi termini convergono a definire una stessa realt dimostrandone la vocazione totalizzante. Lo spettacolo non si impone su una situazione militare-economica diversa da quella precisata con la nozione di Impero, e, insieme, la democrazia appare come la forma politica privilegiata dal regime dello spettacolo.

13. Il dominio dello spettacolo si estende sull intero pianeta, ma con efficacia dec rescente sulla sua periferia, quindi, in gradi diversi, possibile che esistano o pposizioni non ancora del tutto integrate nel regime spettacolare. 14. Le opposizioni non ancora integrate nello spettacolo dominante sono alienate da credenze anteriori alla loro futura integrazione spettacolare, come le divisioni religiose, nazionalistiche, etniche, tribali. 15. Lo scontro in diverse aree del pianeta tra le sopravvivenze anteriori allo spett acolo e la modernizzazione che esso comporta avr un esito scontato, ma ci non impe disce che, realmente, quest ultima integri le prime secondo le sue leggi. 16. Il terrorismo islamico di bin Laden incarna il tentativo di conciliare lo spetta colo dell assalto al centro dell Impero con la pubblicizzazione di credenze in v ia di destrutturazione. 17. Il terrorismo, che mette in scena lo spettacolo della crisi mortale e suicida, a vr vita lunga, conservando l audience pi elevata dal frastornato e frustrato pubbl ico islamico e affascinando i telespettatori occidentali i cui media esaltano tu tti i nemici pubblici n.1 dell Occidente. 18. Lo spettacolo proseguir indisturbato: l insicurezza della middle class la sua ste lla polare. 19. Terrorismo e violenza urbana sono esecrati nello stesso tempo in cui la loro dif fusione oggettivamente richiesta dalla necessit dello spettacolo. 20. Il concetto di democrazia non stato oltrepassato dalla critica, che ne ha propos to e anticipato, con le migliori intenzioni, la sua manifestazione diretta, quel la stessa che, in forma invertita, i sondaggi praticano quotidianamente. 21. I consigli operai e le assemblee, che hanno avuto un ruolo propulsivo al rafforz amento delle avanguardie organizzate nel secolo scorso, appartengono a una fase storica tramontata. Il fallimento delle assemblee in Argentina nel 2001-2002 dun que il fallimento di una nostalgia ideologica alla pari delle ideologie nostalgi che. Il fallimento della pretesa di ignorare lo sviluppo storico dello spettacol o irreversibile. 22. Poich lo spettacolo corrisponde all evoluzione della democrazia in ambiente tecno logicamente sviluppato, ogni mediazione politica destinata a essere ridimensiona ta e, in prospettiva, a scomparire, poich il regime dello spettacolo , per sua nat ura, contrario alle mediazioni politiche. 23. L autoreferenzialit di una spugnosa e gigantesca middle class la conseguenza soci ologica di una evoluzione che non tarder a conoscere le sue conseguenze. 24. La rivolta di strada evocata dai media come evento eccezionale, conosce nelle st rade di periferia la sua origine. Il carattere generale ed endemico della violen

za urbana, solo relativamente pericolosa seppure sempre autodistruttiva, mantien e sulla soglia d allarme la paura della middle class, la cui ossessione della si curezza il tema dominante delle campagne elettorali in Occidente. D altronde il successo che arride ai gangsters il successo mediatico. Tutto per lo spettacolo e tutto nello spettacolo. 25. Lo sviluppo della critica dunque non pu ignorare che il rifiuto dello spettacolo nasconde, come in una crisalide, la prossima fase di individualizzazione e socia lizzazione dello stesso. 26. Il timore della noia ha garantito il successo dello spettacolo; le speranze dei rivoluzionari del 1968 anticipavano ci che lo spettacolo avrebbe richiesto. 27. Ci che ha sorretto il consenso allo sviluppo del regime dello spettacolo non stat o altro che l assorbimento delle contestazioni rivolte ad esso. Giudizi erronei presenti in Sur la Commune di Debord, Kotnyi e Vaneigem Les poubelles de l histoire sono sempre colme! L ideologia del qualitativo era la force de frappe dell I.S. Omar Wisyam La pretesa dell I.S. di trasformare l eredit di alcuni fallimenti del movimento p roletario in un aperto successo pratico non altro che un infelice tentativo di b arare con la disperazione del futuro che l unica tradizione del proletariato, me ntre la critica, che doveva essere compiuta, non stata neppure iniziata. Ci che la Comune ha messo in comune tra i suoi sostenitori la forza (o la debolez za) della disperazione. Leggere in un impresa disperata i segni di una festa sig nificava ingannare il pubblico dell I.S. per accusarlo, alla prima occasione, di avere accettato passivamente quelle idee che si pretendeva di mettere in pratic a proprio per le menzogne che contenevano. La dittatura del proletariato, nel senso di Engels, non ha mai condotto nessun p opolo a un regime diverso da quello conosciuto sinistramente con la stessa denom inazione. Nessun tentativo di rianimare due secoli di propaganda pu resuscitare q uesta espressione. Tutta le carenze della Comune sono riunite in una tesi interessata, in quell ins ufficienza dell apparato politico che nel corso del secolo successivo ha moltipl icato i suoi bisogni e le sue esigenze. Ci vuol dire che tutte le menzogne della Comune sono state apprezzate come mezzo per fare carriera. Negli atti irresponsabili di quel momento si pu riconoscere la disperazione di ch i non aveva che l irresponsabilit come criterio e l incompetenza come merito. Se il livello di efficacia militare della Comune fosse stato calcolato attravers o il numero di fucilazioni e di deportazioni, il progresso tecnologico dei nostr i tempi avrebbe consigliato di imporre il disarmo ad ogni protesta. Ma alla disp erazione, che non sa di essere ignorante, non gliene importa nulla di esserlo. Se lo spazio urbano allora non era innocente - e come avrebbe potuto esserlo? -, come non lo oggi, non lo sar neppure domani. Per lo spazio valgono le stesse reg ole del tempo e dell esperienza: chi innocente scagli la prima pietra. Ci che sal va dall intemperanza del nichilismo distruttore la fredda nostalgia di quello ch

e gi stato perduto, per cui, in contropartita, si deve ammettere, in ipotesi, che la salvezza di quasi tutto non sia una pregiudiziale. La denuncia presuntuosa dell abitudine deve fare i conti con il suo intrinseco c arattere ideologico, che vuole nascondere il dubbio che nessuna abitudine colpev ole avrebbe potuto modificare il corso delle cose, ma semmai affrettarne il deco rso. Che la vita stessa sia intesa come la prima abitudine adombrato lugubrement e dai tre situazionisti. La dimostrazione data che coloro che pensano le rivoluzioni si trovano in accord o con il vecchio mondo, almeno per quanto riguarda il vecchio mondo in quanto mo ndo, rende evidente a se stessa la falsit della posizione situazionista in quanto teoria. La frase di Saint Just vera a met: coloro che fanno le rivoluzioni a met non fanno che scavarsi la fossa; d altronde coloro che le completano gli avrebbero fatto presto compagnia. La demolizione di Notre Dame non avrebbe restituito l alienazi one da cui credevano di fuggire ai suoi demolitori? N dalle sue macerie la poesia sarebbe giunta alla portata di tutti. La critica della Comune di Parigi doveva passare attraverso la critica dell I.S. Dalla disperazione dei comunardi non si pu ricavare neppure una previsione. Consi derando la forza d inerzia a cui tende, nella maggioranza dei casi, la vita quot idiana, si deve notare che nessuna invenzione, nessuna audacia potr sopprimere l intrinseca solidariet delle banalit. Nessun rivolgimento potr mai davvero esserne n emico. La guerra sociale continua, per quanto gli apologeti della mistificazione voglia no avere l ultima parola. Chi vuole rendere consce le tendenze inconsce della Comune deve accettare l effe tto del ritorno del rimosso. Varianti: Lo spettacolo e il suo doppio 1. Il buon governo della cattivit Il primo merito di una teoria critica esatta di fare istantaneamente apparire fa lse tutte le altre. Guy Debord - Prefazione alla Quarta edizione italiana della Societ dello spettaco lo. Immaginarsi una spudoratamente falsa che invererebbe le altre? Il peggio il bonus dell organizzazione. Sulla classica domanda che fare? Non si sprecano i dubbi sul carattere funesto delle conseguenze della domanda, a cui solo la fatticit del contratto sociale sa replicare. Che la smemoratezza sia sollecitata, e svagatamente, questo avviene perch si trat ta di una delle tante manifestazioni del dominio della verit. Le intenzioni danne ggiano la critica pi dei suoi detrattori. Ma il fatto che essa si dilegui in fret ta la sua via maestra. Contro il dubbio sull abbandono di fronte alle cose. Come epigrafe sull esistente sta scritto: Tutto sembra funzionare, ma questo app unto deve inquietarti, il fatto che l apparenza comunque funzioni e che il funzi onare spinga sempre verso una ulteriore prova del funzionamento dell apparenza.

Viene la tentazione di dire che talvolta nei sogni si condensa l effetto di una pulsione, di uno stile e della intraducibilit. Un immagine che possieda lo sfolgo rio dell onirico stata, per gli architetti dello spettacolo, una specie di osses sione disinvolta. Per definirla: ci che i surrealisti chiamavano un cadavere squi sito. Dire e pretendere: Niente arcani! - dire e pretendere quasi niente, anche se di questo filtra proprio ci che non dovrebbe che arrestarsi, e proprio nella misura in cui si stabilisce che non vi debbano essere resti nascosti. Ci che la teoria, che stata chiamata rivoluzionaria, non ha ignorato di ignorare il rovescio di ta le proposito. Non guardare avanti! - un messaggio incomprensibile, eccetto che l a sua fine nota. Anche se di nulla si pu dire che oggi non risulti riutilizzabile, non tuttavia se nza conforto che sulle possibili soluzioni lavorino cos tante persone a intreccia rne le trame virtuali, che la confusione finisca per appiccicarsi dove non dovre bbe. La trasparenza della simulazione, se rende invisibile la scena, ha reso del tutto trascurabile l inganno della verit, a vantaggio dell erosione dell inverso : la verit dell inganno.

2. Il doppio e la sua propriet Tutta la vita nelle societ in cui regnano le moderne condizioni di produzione si presenta come un immensa accumulazione di nullit. Tutto ci che era direttamente vi ssuto e si era allontanato in una rappresentazione, si allegramente dissolto in esse. Le immagini che si sono staccate da ciascun aspetto della vita si fondono in un corso comune, un immenso discorso, dove l unit precedente della vita non pu pi esse re ristabilita, dato che non molti ne lamentano l assenza. La realt, considerata pi che parzialmente, si dispiega nella sua propria unit generale come ci che perfet tamente vero, per quanto oggetto di rapide e distratte contemplazioni. Nel mondo autonomizzato dell immagine, dove ci che falso ha mentito prima di tutto a s stes so, la specializzazione delle immagini del mondo si ritrova attuata come nullifi cazione in atto dell esistente in quanto inesistente. L unificazione che lo spettacolo realizza percepita sotto il fascino, la seduzio ne del nichilismo (nihilazione). Lo spettacolo, che si tradotto materialmente in oggettivit, vuole essere il desid erio soggettivo. Nel mondo realmente rovesciato, il vero un momento del falso, dunque nel mondo f alsamente realizzato la falsit spettacolare comunica s stessa attraverso gli emble mi della verit. La pubblicit l affermazione dell apparenza (spettacolo) come unico fondamento. La critica che raggiunge la verit della pubblicit non la scopre in quanto negazione invisibile della vita, ma come una negazione della vita che diventata perfettame nte invisibile. La positivit, il monopolio dell apparenza la realt. Della positivit si dimenticato il carattere passivo, tanto che facoltativo accettarlo. Nella pubblicit mezzi e scopo sono identici. Il suo trionfo il carattere tautolog

ico dello spettacolo. L economia imperante non ha futuro, n vuole averlo, ma sogna un infinito sviluppo . Il nulla della pubblicit, in quanto esposizione generale della razionalit del sist ema, la principale produzione della societ attuale. Ogni realt individuale divenuta sociale; se le permesso apparire solo in forza di una coercizione alla quale non necessario altro che la propria sociabilit spetta colare. Se tutto ci che si vede spettacolo, non solo perch la mediazione specializzata ha reso astratto e facilmente mistificabile ci che si coglie con lo sguardo o con l ascolto, ma perch la partecipazione allo spettacolo l attivit pi privatamente intim a e pi ambita socialmente degli uomini. Dovunque vi sia (stata) rappresentazione c realt. Quanto meno la necessit viene socialmente sognata, tanto pi il sonno diviene neces sario. Il nichilismo non pi il sogno cattivo della societ moderna che non esprimev a che il desiderio di vivere. La societ postmoderna esige di agire in nome del so nno. La potenza pratica della societ attuale espressa dall impero dello spettacolo, ma non senza contraddizioni in s stessa. Che la comunicazione tenda sempre a ritornare ad essere unilaterale un segreto p ubblico, come di pubblico dominio il discorso universalizzato che lo nega. Ogni dialogo deve trasformarsi in un monologo, perch il potere nell epoca della gestio ne antitotalitaria delle condizioni di esistenza non pu che esibire l apparenza d ella pura oggettivit. La pubblicit della nihilazione esprime ci che la societ pu fare e in questa espressi one ci che permesso si distrae dal possibile, perch la conservazione deve essere s ovrastata da qualunque sospetto nel cambiamento pratico delle condizioni di esis tenza. La riuscita di questo sistema nella riuscita di una vacanza soddisfatta. Nel quadro della nihilazione ogni attivit incentivata, esattamente come ogni atti vit reale captata integralmente per l edificazione di un modo modellato dalla raz ionalit del sistema. La produzione circolare di isolamento si realizza nella forma virtuale della com unit. I beni selezionati del sistema sono le armi del consolidamento delle condiz ioni socializzate di isolamento. Pi lo spettatore interagisce con ci che contempla pi crede di vivere. L interiorit d ello spettacolo si concretizza per mezzo di una riuscita appropriazione di ci che vi si rappresenta. Se lo spettacolo dappertutto, mai lo spettatore a casa con s stesso. Il tempo e lo spazio del mondo dal quale siamo esclusi ritornano a noi grazie al l aria familiare dei prodotti alienati che accumuliamo, la cui forza si manifest a in tutta la sua ottusa grazia. La qualit dell alienazione la misura della convinzione. Il mondo sensibile stato sostituito, dicevano i matti.

Ma il mondo della nihilazione ancora, e solo, il mondo delle merci, ma ha oltrep assato la soglia dell abbondanza. La sopravvivenza obesa ha aumentato le proprie virtualit per via della viziosit de lle merci, ma la scienza del dominio dovr essere capace di occultarne le carenze. La totalit dell esistenza umana da tempo stata data in appalto per una incessante trasvalutazione dei valori non negoziabile. Non vi nessun al di l della sopravvivenza aumentata. Lo pseudo-uso della vita non pi tale, almeno da quando ci si sbarazzati di quell altro. Lo pseudo-bisogno del mantenimento del regno dell economia la storia una ininter rotta vittoria. Infine ci che conscio deve diventare inconscio. La lotta dei poteri che si sono costituiti per la gestione dello stesso sistema socio-economico non si presenta come la contraddizione ufficiale, n lo , ma le fal se lotte spettacolari sono, allo stesso tempo, reali. L insofferenza per ci che esiste si accompagna da tempo, come se fosse la stessa cosa, all accettazione goduta di esso. Il godimento nutre l insoddisfazione in q uanto merce: questa la banalizzazione. Al consumatore non dato comprendere che una successione di frammenti della felic it mercantile, che la lotta delle merci per s stesse. L aberrazione il sogno della merce. Niente si deve arrestare perch sul cambiamento si fonda la certezza della nihilaz ione. Tutto ci che era storico ritornato assoluto. L infortunio del paradosso che la smentita della conclusione spesso la conferma del metodo. La critica dell economia politica stata la fine della preistoria del capitalismo . Il punto di vista rivoluzionario sempre stato il pi avanzato dei progetti dei ges tori. Di solito la coscienza non arriva n troppo presto n troppo tardi, ma se non arriva non colpa della teoria, la quale, nel migliore dei casi, non ha da offrire che un cimitero di buone intenzioni. Il soviet stato la pi alta azione prodotta dalla teoria del proletariato nella mi sura in cui non poteva essere messo in pratica (un assurdo logico), cos come la p i alta vetta teorica dell Associazione Internazionale dei Lavoratori stata la sua effettivamente piatta inesistenza. La grande scoperta della corrente radicale di Rosa Luxemburg stata che nessuna q uestione centrale poteva pi essere posta apertamente e onestamente.

3. Il doppio due volte La teoria dei consigli stata la tartaruga di Achille del movimento proletario ne l primo quarto del Novecento, poi solo scuola. In generale le armi non sono nulla di diverso dall essenza dei combattenti stess i. Nella pratica della comunicazione l incoerenza il risultato meno inatteso e pi ge neralmente accettato. Lo sviluppo stesso dell organizzazione spettacolare ha cancellato ogni progetto rivoluzionario costringendolo a divenire visibilmente ci che era gi essenzialmente : una nullit o un impostura. L uomo identico al tempo. Il trionfo della nihilazione. nella reversibilit delle mode, l immagine venduta d ella sua presumibile eternit. Ci che stato vissuto come la vita pi reale non pu che essere narrato come la vita p i realmente simulata. Alla realt del tempo si sostituita la pubblicit del tempo. Ma se il dolore, una bu ona volta, calasse... L assenza sociale della morte speculare alla pubblicit sociale della vita. La falsa coscienza del tempo potrebbe avere dei ricordi. Il mondo possiede gi la fantasticheria di un tempo di cui non ha da rivendicare c he il sonno per ottenerlo realmente. Ci si dice in continuazione che il fastidio che riceviamo la socialit che meritia mo. La cultura il senso di un mondo che ad essa appare senza dissenso. Per approvare le condizioni di vita esistenti non c bisogno di conoscerle, ma la conoscenza che non necessita di una teoria della prassi si ritiene fortunata, g iacch non deve smarrire ci da cui dispensata. Far dimenticare la storia richiede una grande efficienza tecnologica, lo spettac olo al servizio della nihilazione rimozione al servizio della pubblica felicit. Con troppo ottimismo si detto che la verit di quest epoca dovrebbe essere la sua negazione. Seppure le idee non migliorano ma si adattano, il plagio sempre necessario. Del resto di nostro non abbiamo quasi nulla, meno che meno il tempo. Varianti: Lo spettacolo della fine dello spettacolo L illusione assembleare della critica allo spettacolo Lo spettacolo della fine delle illusioni sulla politica e sulle assemblee Lo spettacolo compendia tutte le forme alienate di rapporto sociale.

Tutte le forme correnti di rapporto sociale sono, a un grado diverso, alienate. possibile determinare il livello di alienazione delle forme di rapporto sociale in base a semplici calcoli quantitativi. Lo spettacolo si risolve "in pratica" negli scambi della citt universale del cons umo, quotidianamente controllata dalle pi disparate indagini di mercato. Quando tutto soggetto a indagine demoscopica e ogni soggetto commerciale le rico nosce un importanza reale per la sua esistenza, gli indicatori quantitativi risu ltano, di conseguenza, i pi veritieri a misurare lo stato dell alienazione nei ra pporti sociali. Gli indicatori statistici del benessere economico dei cittadini del pianeta most rano che l assoggettamento di tutte le forme di rapporto sociale agli stili domi nanti nel regime dello spettacolo sostanzialmente completato. Tutte le forme di rivolta nell Occidente, essendo alienate, tendono ad essere co mprese a partire dalle esigenze dello spettacolo e ad apparire come parte stessa dello spettacolo dominante. Il carattere totalizzante dello spettacolo non consente eccezioni o deroghe all immagine mercificata dei rivoltosi, mentre, d altra parte, i rivoltosi stessi no n desiderano altro che essere riconosciuti come i protagonisti dello spettacolo della fine dello spettacolo. Non esiste una teoria della rivolta che non sia una teoria (spettacolare) della fine dello spettacolo. Dopo ogni rivolta si consolidata l alienazione dei rapporti sociali. Le teorie (spettacolari) della fine dello spettacolo, nelle formulazioni pi acute , hanno anticipato la progressione dello spettacolo; in una forma parcellizzata e disorganica sperimentano la moda sul campo. Diversi termini convergono a definire una stessa realt dimostrandone la vocazione totalizzante. Lo spettacolo non si impone su una situazione militare-economica delimitata rigorosamente ma, insieme, la democrazia appare come la forma politic a privilegiata dal regime dello spettacolo. Il dominio dello spettacolo si estende sull intero pianeta, ma con efficacia cre scente sulla sua periferia, quindi non esistono opposizioni che non si siano anc ora integrate nel regime spettacolare. Le opposizioni integrate nello spettacolo dominante sono alienate anche da crede nze anteriori, come le divisioni religiose, nazionalistiche, etniche, tribali. L integrazione in diverse aree del pianeta tra le sopravvivenze anteriori allo s pettacolo e la modernizzazione che esso comporta ha un esito scontato, ma ci non impedisce che, realmente, quest ultima integri le prime pacificamente. Il terrorismo islamico incarna il tentativo di conciliare lo spettacolo dell ass alto al centro dello spettacolo con la pubblicit di credenze in via di destruttur azione. Il terrorismo, che mette in scena lo spettacolo della crisi, avr vita lunga, cons ervando l audience pi elevata dal frastornato e frustrato pubblico islamico e aff ascinando i telespettatori planetari.

Ma il regime dello spettacolo proseguir indisturbato: l insicurezza della middle class stabilmente la sua stella polare. Terrorismo e violenza urbana sono esecrati nello stesso tempo in cui la loro dif fusione viene massicciamente richiesta come reality show. Il concetto di democrazia non stato oltrepassato dalla critica, che ne ha propos to e anticipato, con le migliori intenzioni, la sua manifestazione diretta, quel la stessa che, in forma invertita, i sondaggi praticano quotidianamente. I consigli operai e le assemblee, che hanno avuto un ruolo propulsivo al rafforz amento delle avanguardie organizzate nel secolo scorso, appartengono a una fase storica tramontata. Il fallimento delle assemblee in Argentina nel 2001-2002 dun que il fallimento della nostalgia ideologica. La pretesa di ignorare lo sviluppo storico dello spettacolo fallimentare. Poich lo spettacolo corrisponde all evoluzione della democrazia in ambiente tecno logicamente sviluppato, ogni mediazione politica di massa destinata a essere rid imensionata e, in prospettiva, a scomparire, poich il regime dello spettacolo , pe r sua natura, contrario alle mediazioni politiche. Lo sviluppo della critica dunque non pu ignorare che la pubblicit del rifiuto dell o spettacolo nasconde, come in una crisalide, la prossima fase di individualizza zione e socializzazione dello stesso. Il timore della noia ha garantito il successo dello spettacolo; le speranze dei rivoluzionari del 1968 anticipavano ci che lo spettacolo avrebbe concesso. Ci che ha sorretto il consenso allo sviluppo del regime dello spettacolo non stat o altro che l assorbimento delle contestazioni rivolte ad esso. Nota a conclusione della raccolta Ma se attingo a questo piacere con tanta prudenza e circospezione, non sar pi un piacere per me. Lope de Vega Tutto ci che racconto, l ho visto; e se mi son potuto ingannare vedendolo, certo non v inganno raccontandovelo. Da una lettera a Stendhal Il traditore dell ideologia salva ci che di essa non si pu fare assolutamente a meno: il fallimento - da cui preventivamente riscattata.

Una raccolta raccoglie un materiale disuguale se non semplicemente eterogeneo, m a in questo caso ci vero solo in parte; quanto si riunito, se disuguale, talvolta risulta espresso a un livello superiore alle capacit dimostrate dallo scrivente, in genere. Ci imperdonabile, come ogni furto intellettuale, per quanto sia allo stesso modo la cosa pi frequente sulla terra. L intento a cui subordinata questa collezione non stato quello di fornire degli elementi per superare le presenti i mpasses della teoria, o di rimpiazzarne le insormontabili presunzioni, ma di far la arretrare di fronte alle sue responsabilit - che indietreggi, come aveva scrit to Benjamin in una nota famosissima, per quanto mal compresa, finch non ricordi i suoi debiti non meno che il suo onore (sarebbe bastato rileggere La marchesa vo n O. di H. von Kleist).

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