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L’esterofilia degli Italiani

Ogni anno le statistiche sul turismo parlano chiaro: gli Italiani, sia per periodi
prolungati di tempo, sia per lassi temporali inferiori, preferiscono mediamente
spostarsi al di fuori dell’Italia, sia per quanto riguarda il turismo culturale, sia per
quanto riguarda il turismo “relax”, che comprende località marittime, mete a
carattere escursionistico, montagna e quant’altro.

Vorrei focalizzare l’attenzione in particolare sul turismo culturale, che


francamente ritengo il risultato più allarmante, dal momento che l’Italia detiene
più dell’ottanta per cento del patrimonio mondiale, sotto il profilo dell’arte e della
cultura. Non è concepibile che per esempio una città come Berlino, che è
comunque una città meravigliosa, abbia annualmente tre volte i turisti di Roma.
Non è un dato accettabile per il semplice fatto che per definizione Roma caput
mundi, dovrebbe essere la città più visitata, più studiata al mondo, perche è
tutt’ora la città più esclusiva e straordinaria del pianeta. Nella capitale
coesistono tutte le epoche storiche che hanno caratterizzato il nostro paese e di
fatto anche le altre nazioni, partendo dai monumenti romani, dai musei, dalle
scuderie del Quirinale, dai musei Vaticani,sebbene facciano parte di uno stato
diverso, palazzi sette-ottocenteschi , per finire con il palazzo del quartiere Eur,
esempio lampante dell’architettura razionalista che caratterizzò l’Italia nei primi
anni del XX secolo.

Però analizzando le statistiche in questione è opportuno e doveroso porsi una


domanda:come mai i turisti di tutto il mondo, italiani compresi preferiscono
Berlino a Roma? Le risposte sono molteplici, dati anche gli ultimi fatti di
cronaca, le indagini in corso sulle questioni legate agli affitti e agli appalti, di
risposte davvero ce ne potrebbero essere tante. Ma fondamentalmente al
turista questo non interessa. Al visitatore interessa ciò che ne deriva da queste
continue aberranti connivenze tra amministrazione pubblica e mala vita, prima
fra tutte la scarsissima efficienza in relazione a mezzi di trasporto pubblici e
servizi turistici. E allora la risposta viene da sé. Ma all’Italiano medio questi dati
non interessano, non sono parte di lui, in quanto lui stesso, per primo sceglie
mete estere per le sue vacanze, perché presumibilmente non sa e non si
informa di conseguenza rispetto l’immensità di patrimonio che c’è in Italia.

Il problema è dunque strutturale: si deve diffondere la cultura del proprio paese


prima tra gli Italiani, e cercare di diffondere un po’ di sano amore per la propria
terra, e poi diffonderlo e pubblicizzarlo all’estero affinchè avvenga una vera e
propria inversione di tendenza che porti l’Italia di nuovo ad essere una meta
ambita, più di tutte le altre in particolare dagli italiani stessi.

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