Tecnologia
La torre corazzata
Recupero, conservazione e valorizzazione
dell’architettura militare
I
l collegato n° 662 alla Legge finan-
ziaria del 1996 sull’alienazione dei
beni immobili militari che non risul-
tano più funzionali alle esigenze attuali
della difesa ha portato all’attenzione,
sia dell’opinione pubblica che degli
studiosi, l’esistenza di un considere-
vole patrimonio storico-architettonico il
cui valore documentario, figurativo e
ambientale è tale da rappresentare un
vero e proprio giacimento culturale al-
l’interno del sistema dei beni culturali e
ambientali del Paese.
Nonostante l’avanzato stato di degrado
di buona parte di essi, la conservazione
pressoché totale degli impianti edilizi
consente comunque di documentare
sia i caratteri strutturali della loro di-
stribuzione e organizzazione sul terri-
torio, sia il contesto tipo-morfologico di
riferimento, sia infine il grado di svi-
luppo delle conoscenze tecniche, delle
metodiche e dei processi costruttivi
adottati.
Umberto I e il sistema
fortificato del Golfo
della Spezia
Vista del promontorio di Punta Scola (foto M. Riccò).
Il sistema fortificato del Golfo di La
Spezia costituisce, in questo senso,
una testimonianza significativa del
ruolo che beni architettonici e ambien-
tali di tal genere hanno assunto nella
storia della città e di quello che pos-
sono ancora esercitare nel suo pro-
cesso di sviluppo.
Il campo trincerato del Golfo come
sistema urbano Al visitatore non ec-
cessivamente distratto la città della
Spezia rivela ancora oggi, nei segni che
ordinano il suo suolo e narrano la sua
storia, almeno tre caratteristiche:
la “natura” militare dell’impianto sto-
rico – urbano e territoriale – del Golfo,
riscontrabile nel disegno e nella con-
servazione dei principali temi fondativi;
l’unitarietà – dal punto di vista storico-
morfologico e ambientale – dei manu-
fatti e degli impianti militari dislocati
sul territorio; il rapporto tra questi e
ambiente, rapporto sedimentato nel
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Massimo Gennari
tempo e cristallizzato in un sistema
spaziale, architettonico e naturalistico
di particolare rilievo.
Da qui la necessità di trattare il pro-
blema della sua destinazione futura in
un’ottica sistemica, considerando cioè
il complesso dei manufatti (immobili,
infrastrutture, pertinenze) come un si-
stema, un giacimento culturale orga-
nico ancorché socio-economico, una ri-
sorsa territoriale le cui potenzialità
sono ancora tutte da esplorare. Un si-
stema articolato in vari sotto-sistemi –
i forti e le batterie di vetta, le riservette
e gli acquartieramenti di mezza costa,
le fortificazioni a mare, la rete stradale
di servizio, gli stabilimenti e gli im-
pianti di città ( caserme, scuole ecc.) –
e nelle nodalità territoriali – l’Arsenale
Militare, l’isola della Palmaria, ecc. –
che ancora oggi lo caratterizzano.
All’interno del sistema naturalistico e
architettonico del Golfo, l’isola della
Palmaria rappresenta il sottosistema