All’interno della rappresentazione scenica, l’attore assume il ruolo
centrale di mediatore tra il testo teatrale e il pubblico. Gli strumenti con i quali l’attore comunica il suo messaggio sono: il gesto, la mimica, l’espressività e la parola. Già nell’antica Grecia, il teatro aveva una funzione pedagogico-educativa, tanto che era obbligatorio andare a teatro. Il testo teatrale è strutturato in modo da essere rappresentato: è diviso in atti (“azioni”), prevede dei cambi di scene (ambientazioni), contiene dialoghi, monologhi, soliloqui (il personaggio parla con sé stesso); mentre le didascalie descrivono indicazioni utili allo spettatore. La “messa in scena” (trasposizione dal testo scritto alla rappresentazione) prevede il ricorso a diversi codici espressivi (gestuale, sonoro, visivo, ecc). Inoltre, a differenza del testo narrativo che è in forma “diegetica” (il narratore riporta i fatti), il testo teatrale è “ mimetico” in quanto i personaggi “vivono” direttamente le vicende. I personaggi, con i loro comportamenti, ecc. sono gli unici strumenti che possono servire allo spettatore per ricavare la trama ed arrivare al messaggio dell’autore (emittente). I piani di comunicazione sono, quindi, posti sia sul livello orizzontale (dialoghi tra i personaggi) che verticale (dialogo tra spettatore e autore). LO SPAZIO E IL TEMPO Lo spazio teatrale può rappresentare ambienti esterni o interni, ma è sempre visto come “fittizio e illusorio” che i personaggi trasformano in un luoghi reali in cui i fatti si svolgono sempre “in diretta” e al presente. I salti temporali sono ammessi attraverso intervalli, inserti retrospettivi (riferimenti al passato) o prolettici (anticipazioni). IL PATTO TEATRALE Il teatro nasce in Grecia. Gli elementi fondamentali sono: l’ attore che impersona personaggi storici o mitici e il coro che commenta e spiega le vicende. Questa struttura viene definita nel V sec. con la “tragedia”. Tra l’emittente (autore) e il destinatario (pubblico) esiste un tacito accordo per cui non basta che l’attore assuma un’identità falsa, ma serve che lo spettatore accetti l’inganno, lasciandosi coinvolgere. Infine, tra i due interlocutori non sono previste interferenze. Questa separazione tra attori e pubblico verrà eliminato nel teatro del ‘900. 2. LA REALIZZAZIONE SCENICA Nel teatro moderno, la messa in scena è affidata a un’equipe di lavoro (attori, scenografi, costumisti, tecnici delle luci e del suono, truccatori, macchinisti, ecc) guidati da un regista. L’ELEMENTO GESTUALE Per una buona riuscita scenica è molto importante che l’attore interpreti il testo teatrale attraverso la complessità degli elementi gestuali: la mimica, l’intonazione della voce, i movimenti, la gestione dello spazio, l’espressività, le entrate, le pause, ecc. IL RUOLO DEL REGISTA Per molto tempo il ruolo del regista venne svolto dall’autore stesso che era anche il primo attore, in seguito il regista fu il capocomico (l’attore più prestigioso della compagnia). Solo nell’ ‘800 si definì il ruolo del regista con il compito di analizzare un testo, contestualizzarlo alla sua contemporaneità senza forzature e nel rispetto della scrittura originale, prima di realizzare la trasposizione scenica. 3. IL PUBBLICO L’esperienza teatrale è unica, irripetibile e mutevole: i personaggi non hanno la possibilità di ripetere una battuta o una scena “sbagliata” e ogni rappresentazione è diversa dall’altra. Inoltre tra il pubblico e gli attori esiste un legame che condiziona ambedue le parti: se da una parte la reazione di un pubblico può motivare e dare energia a chi sta recitando, viceversa gli spettatori saranno più coinvolti da interpreti espressivi e comunicativi. Infine, la bellezza del teatro sta anche nella molteplicità delle interpretazioni che attori diversi possono dare dello stesso personaggio.