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La scelta di Nora.

Penso che la scelta di Nora sia stata la più giusta tra le possibili. Avrebbe potuto
anche abbandonare Helmer più tardi, magari quando gli eventuali figli saranno
diventati completamente maturi, tali da sopportar e capire certe discussioni e
decisioni, oppure avrebbe potuto lasciar perdere sé stessa e seguire suo marito per
il resto della sua vita. Ma vedo entrambe le opzioni come paure di ascoltarsi e
sfiducia in sé stessi. È necessario mettere la propria persona in primo piano per non
commettere altri errori e crescere con padronanza e intelligenza per il bene di tutti.

Non è benevolo farsi trattare in tal modo infatti, ossia come una bambola secondo le
affermazioni di Nora. È necessario essere completamente autopensanti e
autosufficienti. E non esserlo ha conseguenze sulla mentalità della persona: per
esempio, quando ci si ritroverà da soli in una situazione di pericolo, non si saprà cosa
fare, dato che si è stati sempre portati mano per mano nelle decisioni. Non si
penserà con il proprio cervello ma si cercherà di farlo con il cervello dell’altro, il che
non è possibile data la circostanza solitaria. Inoltre, psicologicamente parlando,
aumenterebbe il livello di panico e stress, mandando quasi completamente in tilt la
persona.

Da tutto questo si evince che la cosiddetta “vittima” abbia precedentemente scelto


un individuo di riferimento, proprio come quando bisogna orientarsi in una nuova
località e si sceglie sempre quella piazza o quel bar per incontrarsi. Ed ecco che
l’essere soli non ci torna a favore perché non si ha un punto di riferimento saldo.
Una situazione tale potrebbe essere paragonata a un bambino che perde di vista i
propri genitori durante una visita turistica in una città a lui sconosciuta, e sappiamo
che poi il bambino potrebbe perdersi tra la gente e/o forse non essere mai più
ritrovato, nei casi peggiori.
Ovviamente, è un paragone esagerato quello tra Nora e un bambino di pochi anni,
c’è una differenza mentale tra i due. Ma è essenziale capire il concetto. Scegliere
una figura di riferimento può ritenersi utile soltanto se non si è proprio capaci di
pensare ed agire, proprio come un bambino; invece per Nora, una donna adulta e
capace, non è per niente necessario averne una, per esempio Helmer, e farlo la
porterebbe a trovarsi disorientata in alcuni contesti.

E a non aver imparato niente dalla vita, purtroppo, perché la vita va vissuta nella sua
totale completezza e con i suoi rischi. Perciò dico che la sua scelta non è stata
egoista, perché ognuno di noi deve aver il tempo per pensare a sé e ad arrivare ad
una decisione con le proprie gambe, senza il rischio di poi trovarsi sul proprio letto di
morte con rimpianti e rimproveri a sé stessi, che possono essere evitati.

Devo ammettere però che l’unico errore che Nora ha commesso è di essersi fatta
manipolare fino ad età adulta, ma bisogna ricordare che la mente viene costruita e
non “nasce” già tale. Suo padre e il suo ormai ex-marito l’hanno guidata così
intensamente che si è resa conto troppo tardi di quello che stava facendo, ma
meglio tardi che mai.

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