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Storia del tiramisù: un dolce tra mito e realtà.

Il tiramisù è uno dei dolci più diffusi e amati al mondo, diciamo


che potrebbe essere il dolce per eccellenza. Andiamo a vedere
quali sono le sue origini, la sua storia e le ricette che lo hanno
reso il dessert moderno per eccellenza.

È una delizia, così buono che fa parte della nostra vita da sempre. La sua
dolcezza e cremosità, unita allo sprint derivato dal caffè e dal cacao e dal
potere ristorativo delle uova, rendono questo dessert una delizia per il
nostro palato e per l’animo.
Stiamo parlando ovviamente del tiramisù, dolce amato da grandi e bambini
di tutte le età, estremamente apprezzato anche all’estero.

Ma da dove deriva la sua ricetta così gustosa? Qual è l’etimologia della


parola “tiramisù”? Dove è nato questo dolce tanto amato sia da noi Italiani
che dalle persone di tutto il mondo? Infine, quali sono le sue vere origini?
Seguiteci in questo viaggio nel passato, dove andremo a scoprire cosa si
cela nei miti e nelle leggende di questa eccellenza della creatività culinaria
Italiana; non sarà semplice definire la sua vera provenienza, dato che molti
ne reclamano la proprietà.

Si dice che la parola tiramisù significhi, come ribadisce la stessa parola,


qualcosa che riesce a tirarti su, a ristabilirti e rimpolparti; sappiamo oggi
essere una delle dieci parole Italiane più conosciute in tutto il mondo,
peraltro presente nei vocabolari di ventitré lingue diverse, e la quinta
parola Italiana più conosciuta in Europa.
Proprio come altri piatti nostrani come la pizza, il babà, i tortellini, il
tiramisù ha conquistato il passaporto mondiale, anche se sappiamo che le
sue origini, seppur velate di mistero, sono certamente Italiane.
Si narra che una delle sue origini derivi per la precisione dalla città di
Treviso, dove spesso si serviva il famoso “sbatudin”, dolce molto calorico
ottenuto montando zucchero e tuorli d’uovo insieme, un toccasana per
bambini, puerpere e convalescenti; un’usanza trevigiana prevedeva che
questo composto venisse consumato bagnandovi biscotti, detti baicoli, con
panna montata. Intorno agli anni settanta, questo dolce così semplice
venne un po’ rivisitato, aggiungendovi negli anni caffè, savoiardi,
mascarpone e cacao.
Prima della produzione industriale dei biscotti savoiardi, si usava preparare
questo dolce con biscotti friabili fatti in casa e nelle famiglie più povere
con focaccia o pane vecchio inzuppato nel caffè.

Un’altra leggenda che da rivendica l’origine è quella di una “maitresse”,


padrona di una casa di piacere, sempre di Treviso, che usava servire questo
dolce così ristoratore e afrodisiaco ai clienti che passavano di li, per ovviare
e i problemi connessi ai doveri coniugali una volta tornati dalle loro mogli.
Si narra che gli uomini appunto, chiedessero alla padrona il suo famoso
“tiramesù”. Da cui deriverebbe il nome odierno.

Ma le informazioni che abbiamo riguardo a questo dolce stimolante sono


ben più lontane dagli anni ’70, e arriverebbero addirittura dalla fine del
1800, con le testimonianze presenti nei racconti e nelle ricette delle nostre
nonne e bisnonne, che gustavano questa rinvigorente prelibatezza ben
prima della sua comparsa nelle tavole dei ristoranti e nei ricettari moderni.

Possiamo comunque affermare la sua nascita nella città di Treviso e, la


ricetta dei giorni nostri prevede l’uso di ingredienti veramente semplici, ma
che insieme formano una perfetta armonia di gusto: uova, mascarpone,
zucchero, caffè, cacao in polvere e biscotti savoiardi.
La ricetta è davvero molto semplice, chiunque può cimentarsi e riuscire in
questo piatto, sia i grandi che i più piccoli, magari insieme; forza,
partiamo: si comincia il tutto dividendo i tuorli dagli albumi, per poi
montare rigorosamente a neve questi ultimi e unire i rossi con lo zucchero.
Si aggiunge poi il mascarpone ai due composti e si tuffano i savoiardi nel
caffè, infine si alternano gli strati di biscotti e crema di uova e mascarpone
con una bella spolverata di cacao in polvere.
La crema deve rimanere assolutamente morbida e non farsi assorbire
troppo dai biscotti, che rovinerebbero la consistenza del dessert. Punto
importante è l’assenza di liquori, il che lo rende ottimo per i bambini,
anche se, volendo aggiungerlo, si potrebbe usare il Marsala.

Nella realizzazione di questa pietanza, vi sono sicuramente delle influenze


da parte di altri dolci del nostro territorio, nonché di qualcuno di origine
straniera: in particolare con la Charlotte, una crema bavarese circondata
da una corona di savoiardi e ricoperta da una guarnitura; con la Zuppa
Inglese, composta da strati di savoiardi inzuppati nell'alchermes e crema
pasticcera; con il Dolce Torino, composto da savoiardi inzuppati anch’essi
nell'alchermes, uniti a un composto a base di burro, tuorli, latte, cioccolato
fondente e zucchero semolato; presenta anche delle similitudini con la
Bavarese Lombarda, dove vi è la presenza di alcuni ingredienti come i
biscotti savoiardi e i tuorli d'uovo, non crudi ma cotti.

Le versioni rivisitate di oggi.

Certo, dalla sua prima creazione alla bontà nostri giorni, il tiramisù ha
subito tante trasformazioni e varianti, ma oggi è uno dei grandi classici
della nostra cucina, e non solo; ci sono pure un’infinità di versioni
alternative: si fa con l’aggiunta di liquore e cioccolato, ottime quelle fatte
con morbido pan di Spagna, con i biscotti, con la panna per aggiungere
consistenza, ma anche con ingredienti meno consueti come le fragole, il
gelato, lo yogurt… insomma, ci sono davvero decine o centinaia di
rivisitazioni di un dolce 100% Italiano dal gusto inimitabile. Impossibile non
amarlo, in ogni versione.
Curiosità
In occasione del giorno europeo del 2006, il tiramisù è stato scelto per
rappresentare l'Italia all’evento Sweet Europe. Il 17 gennaio 2013 il nostro
tiramisù è stato insignito del titolo di “piatto ufficiale” della 6ª Giornata
Internazionale della Cucina Italiana a New York.

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