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19 ottobre 2010

LA CINA LANCIA IL SUO 12 PIANO QUINQUENNALE: QUALI PROSPETTIVE PER IL FUTURO DELLECONOMIA GLOBALE? Questa notte il Partito Comunista Cinese ha chiuso i lavori del 12 piano quinquennale del paese, ponendo le basi per la futura politica economica. Le decisioni prese verranno formalizzate in un vero e proprio programma dettagliato, che sar per reso noto il prossimo marzo. Le linee guida per il futuro vedono, in estrema sintesi, il governo cinese attivamente impegnato nellottenimento di uno sviluppo economico pi equilibrato e sostenibile: il 12 piano diverso quindi dai programmi di fine anni 90, focalizzati sulla crescita rapida a tutti costi, che hanno dato origine alla Cina esplosiva che oggi conosciamo. Lattuale piano segue direttamente il precedente (quello del 2005) sulla strada del miglioramento delle condizioni reddituali dei lavoratori, del proseguimento dellurbanizzazione, di un maggiore controllo sulla sostenibilit ambientale. Ottenere una crescita sostenibile ed equilibrata vuol dire essenzialmente favorire i consumi interni, a scapito delle esportazioni. Come gi accennato anche il precedente piano quinquennale aveva avuto come focus proprio il sostenimento dei redditi dei lavoratori e lurbanizzazione: in buona parte i risultati programmati allora sono stati ottenuti, anche se una battuta darresto giunta a causa della crisi finanziaria globale, che ha imposto a Pechino interventi massicci di investimento infrastrutturale per il sostegno della domanda interna. Lespansione monetaria e fiscale messa in atto dalla Cina ha ottenuto ottimi risultati nel contenere gli effetti della crisi, cos che ora il Governo potr riprendere con gli obiettivi di medio termine. Lattuazione del piano attuale si tradurr in una sempre pi elevata importanza della Cina per la crescita asiatica in primis e di tutto il resto del mondo: il consumatore cinese potr garantire un nuovo mercato di sbocco per molti prodotti e servizi (in particolare occorre ricordare che il ceto medio cinese sta via, via aumentando di peso sul totale della popolazione). Il piano quinquennale definito in questi giorni implicitamente fa riferimento a livelli di crescita inferiori rispetto a quelli registrati negli ultimi anni, dal momento che il venir meno della spinta data dalle esportazioni sar un freno per il Pil del paese; ciononostante, se le autorit di politica economica riusciranno a mantenere stabile linflazione, il piano si tradurr in salari pi elevati (tanto auspicati dai paesi sviluppati) e soprattutto in un pi rapido apprezzamento del cambio (che da giugno si apprezzato di un 2% sul dollaro). Proprio in relazione al problema della rivalutazione dello yuan, occorre citare lultimo intervento del governatore della banca centrale cinese, che ha rassicurato sulla volont del Governo di proseguire il processo di rafforzamento dello yuan, sebbene a ritmi diversi da quelli richiesti dai paesi sviluppati (con gli

19 ottobre 2010

USA in testa sempre pi minacciosi nel prefigurare ritorsioni protezionistiche). Il governatore ha esplicitato che le modalit e la tempistica degli interventi di politica monetaria e sui cambi possono essere paragonati alla medicina cinese rispetto a quella occidentale (un mix di strumenti che non aiutano il paziente in una sola notte, come una pillola occidentale, bens risolvono il problema in uno o due mesi). In questa chiave occorre leggere lintervento a sorpresa di oggi della banca centrale (PBoC) che ha deciso di incrementare i tassi ufficiali di 25pb al 5.56%: le buone condizioni delleconomia rendono necessari degli aggiustamenti monetari, che per non passano solo attraverso il canale del cambio (come vorrebbero gli USA), ma anche attraverso manovre convenzionali sui tassi. Speriamo che il prossimo incontro del G20 in Corea della fine di novembre possa svolgersi in un clima pi disteso dove la cura cinese a dosi omeopatiche abbia iniziato a manifestare i suoi frutti.

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