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Z ona 5 08

il bimestrale Dagli Dagli Istituti di pena Bresciani


Zon a 50 8 Bime stra le Da gli ist itu ti d i p en a Brescia ni - Aut or izzazione d el Trib unale d i Br escia n. 2 5/ 200 7 d el 21 giu g no 2 007

Anno VII - Numero 2


giugno2011

zza elle b La elle an st che ose e c ol picc

A le zion e di crim inol ogia pen iten ziar ia

Ricette galeotte

l e: cia pe

Bellezza e maschere

Zona 508

Sommario

Pag. 4 Pag.3

Iniziative

Leditoriale

Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 25/2007 del 21 Giugno 2007 Direttore responsabile : Marco Toresini Editore : Act ( Associazione Carcere e Territorio ) Via Spalto S. Marco, 19 Brescia Redazione e amministrazione : c/o Act Via Spalto S. Marco, 19 Brescia Tipografia : Grafiche Cola s.r.l. Via Rosmini, 12/b 23900 Lecco Redazione Verziano e Canton Mombello :
Letizia, Rachele, Patrizia, Danilo, Mauro, Vincenzo, Alessandro, Giorgio, Giuseppe, Alfredo, Redouane, Ermanno, Armand, Salvatore, Emiliano, Riccardo, Gianni, Massimiliano, Vincenzo, Emiliano, Pasquale, Sergio
Pag. 16

Pag. 12

Parliamo di...

Pag 8-11 Premioo Casalini

Speciale bellezza e maschere

Pag.2428

Riflessioni

Redazione Act :
Michela, Andrea, Marta B, Alessandra, Daniele,. Roberta, Brunella, Paola, Carmelo, Laura, Emanuela, Marta S, Fabiana, Camilla Pag 32

Ricette galeotte

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Oroscopo

Zona 508

Leditoriale

L
C

a bellezza che sta

nelle piccole cose


osa c dietro luomo del delitto? Dietro luomo e la donna che per quel delitto finiscono in carcere? Che cosa si cela dietro una maschera, dietro laspetto talvolta feroce di chi finito in una cella e guarda disorientato al futuro che lo attende? E impegnativo il tema di cui si discusso nella redazione di Zona 508 per questo numero: si parlato di maschere. Ci si confrontati partendo dal contributo di un docente universitario Ivo Lizzola, pedagogista della marginalit, uno abituato a lavorare con vite in difficolt, abituato a cavar maschere da volti troppo induriti per potersi mostrare nella loro genuinit. E in un carcere togliere le maschere un lavoro fatto di sofferenza e condivisione delle difficolt. In un contesto come il carcere ci si trasforma metaforicamente in camaleonti leggiamo in questo numero - Ci si adatta non per scelta ma per sopravvivenza, per conservare il cosiddetto quieto vivere, che spesso ti fa d i v e n t a r e s o r d o - m u t o - ciecoindifferente. Eppure il carcere per chi ha vissuto, pericolosamente, con una maschera in dosso fino allultima follia, pu essere il momento per riconquistare la propria identit, per ritrovare se stesso, i propri lineamenti, per recuperare se stesso e gli affetti che gli stanno accanto. E il momento giusto per gettare la maschera e con essa gli artefizi di una vita fatta di valori ricchi solo in apparenza. Parlare di maschere, quindi, per la redazione di Zona 508 non stata solo un mero esercizio di stile, una seduta psicoanalitica, ma la consapevolezza che dietro ogni uomo del delitto e la sua maschera c luomo della pena, quello che sa riscoprire la propria genuinit, i propri talenti nascosti da spendere in una nuova vita, una vita da dedicare agli affetti

veri e ad una esistenza meno effimera. Effimera come talvolta sa essere la bellezza, altro tema centrale di questo numero, altro tema che aiuta a riscoprire la genuinit delle cose per le quali vale la pena vivere. La mia idea di bellezza ha un nome scrive nella sostanza Massimino su queste pagine e quel nome Francesca. Noi non conosciamo Francesca, ma la immaginiamo bellissima se riesce a dare speranza e progetti a chi si confronta con la realt dura come quella del carcere, a chi, nel suo nome, vuole costruirsi un futuro diverso, senza le maschere, senza gli inganni e senza le furbizie del passato. Dietro le sbarre di Canton Mombello e Verziano, si sa, lestate pu riservare momenti di grande malinconia. Il caldo e lafa in una cella sanno essere pi opprimenti che altrove, ma la forza sta nel saper cogliere i piccoli segnali di speranza. Qui il brutto non sembra bello ma ci che bello risulta fantastico la razione di sussistenza di cui si nutrono i redattori di Zona 508. Un messaggio in bottiglia che aiuta anche noi lettori a guadare il mondo con occhi diversi.
Marco Toresini

Zona 508

Iniziative

U f
D

na esta un po speciale
omenica scorsa c stata una festa per la Pasqua a Cantone. Una giornata molto bella, piena di bambini, di tanta gioia e serenit. Una festa come tante altre, quando i bambini corrono dietro ad un pallone mentre altri si abbuffano di dolci e caramelle Un momento speciale, di ricongiungimento per chi costretto a vivere dietro le sbarre e chi, da fuori, attende che il giorno dei colloqui arrivi, per abbracciare il proprio padre e/o il proprio compagno di vita. Anche domenica stata cos ed io, di questa esperienza, conservo unimmagine nitida, ma una pi di tutte altre conservo nella mia memoria: quella di Salvatore che abbraccia il suo bambino. Salvatore mio compagno di redazione, una persona molto gentile, affabile, con la quale si pu parlare di tutto e, sebbene tenda a non mettersi al centro dellattenzione ed a non parlare di s, dotato di una forte sensibilit Domenica, per la prima volta, lho visto durante il colloquio con sua moglie e con suo figlio ed stata veramente unesperienza che mi ha coinvolto. Ho colto una luce diversa nei suoi occhi, una gioia ed una spensieratezza che faticano a trapelare durante la redazione del giornalino. Del suo piccolo, Salvatore me ne aveva gi parlato, diverse volte, finch durante la festa non ho conosciuto personalmente Valerio, un cuccioletto con due occhioni grandi e luminosi! Salvatore lo ha preso tra le sue braccia appena arrivato in teatro ( l che si svolgeva la festa) ed rimasto stretto al suo bambino per tutto il tempo della festa. Ho letto diversi articoli che parlano dei colloqui che avvengono in carcere, alcuni dei quali proprio qui, su ZONA508. In questi pezzi per limmagine che viene data molto diversa da quella della quale ho voluto parlare oggi. Non posso negare che possa capitare che, durante i colloqui o le feste,

alcuni genitori non diano molta attenzione ai figli, perch presi da molte, forse troppe, altre cose; ma non dobbiamo generalizzare. Ho scelto di raccontare questa giornata e questa esperienza per due motivi fondamentali: il primo perch vorrei dare una visione positiva del rapporto che si pu instaurare tra un genitoredetenuto ed il proprio figlio durante i colloqui, perch laltra faccia della medaglia esiste ed giusto che se ne parli; secondo perch stata unesperienza che mi ha coinvolto emotivamente. Ed con limmagine di Salvatore che sorride stringendo Valerio che voglio concludere questo mio testo aggiungendo un ultimo pensiero/dedica : a Valerio, che spero presto possa trascorrere intere giornate con suo pap che lo adora.
Lex 77

IL VESCOVO TRA NOI

M
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ancava una settimana alla S.Pasqua quando ci venne annunciata la presenza in questo istituto del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari, in occasione della celebrazione della Lavanda dei Piedi del Gioved Santo. La presenza quotidiana dei cappellani un sollievo alle nostre pene ma laver avuto TRA NOI ed in questo giorno in cui si rivive lultima cena, considerata la chiave interpretativa dellEucarestia, un cos alto Prelato, ha alleviato in modo particolare le nostre sofferenze, sia quelle interne sia quelle rivolte ai nostri fami-

gliari in queste Feste Pasquali. Ho notato fra noi una forte partecipazione spirituale: convinta e molto significativa. Il Vescovo con semplicit, durante la funzione e lomelia, ha scandito queste testuali parole: TUTTI ALLA FINE VI SALVERETE senza aggiungere altro. Parlo a nome di tutti: ci ha colpiti! Il suo messaggio e quello di Maurizio al ringraziamento di BEVENUTO TRA NOI, stato sintetico e molto toccante come tutta la funzione. E stato suggestivo assistere alla lavanda dei piedi di 12 detenuti da parte del Nostro Vescovo, considerando anche il suo tour de force (mattina celebrazione in Duomo, il pomeriggio fra noi e poi a Verziano) che lo ha Zona 508

portato per la prima volta in questi ognuno di noi, Cristiani Credenti, correre verso una nuova vita. Istituti di pena. stato sui valori morali e sulla Il messaggio da lui trasmesso ad rinascita con la forza della Fede: Piova 54

Brescia, 5 maggio 2011

Caro Piova 54 Emilio, ho ricevuto la tua lettera con il testo dell'articolo che hai scritto. Mi piace, stato un momento bello quello che il Signore ci ha donato di vivere il Gioved Santo.

Vorrei che ci ricordassimo tutti - voi ed io - che il Signore venuto per noi, perch noi possiamo avere la vita. Questo motivo di consolazione e di speranza. Un saluto con gli auguri migliori.
Il Vescovo Luciano Monari

C T L
aff

eatro: Niente come sembra


va ristretto qui. La cosa bella e interessante che eravamo particolarmente uniti nel laboratorio teatrale: ci siamo aiutati gli uni con gli altri, passandoci dei suggerimenti e cercando di migliorarci reciprocamente, ma devo dire che tutto ci stato diretto e gestito da due operatrici che hanno saputo avere un atteggiamento molto umano! bello essere trattato come un semplice uomo... eh s, perch sono detenuto, ma non per questo posso essere diverso da qualsiasi altra persona che in libert fa teatro. Mi ha fatto molto piacere il loro comportamento, da subito sono riuscito a superare il mio imbarazzo e mi sono messo in gioco per come meglio ho potuto. Colgo loccasione per ringraziare le due operatrici, Giulia e Barbara, che con grande fiducia hanno investito del tempo con noi e insieme a loro siamo riusciti a creare un buon laboratorio teatrale che ha cominciato ad essere operativo e costruttivo. Mi auguro che queste buone iniziative vadano avanti, perch molto importante potersi mettere in discussione e, chiss, magari con un po di buona volont, emergono dei Talenti e (perch no?) con un futuro teatrale! Comunque pur sempre del tempo

a mia esperienza stata a dir poco entusiasmante, molto emozionante: mi piaciuta molto! Ma devo dire, con una punta di presunzione, che si pu fare di pi, di meglio! Bisogna dire che in poco tempo, con e nonostante gli imprevisti, abbiamo messo in scena tre episodi, uno attaccato allaltro. Penso sia andata bene! Per me stato interessante potermi confrontare con i compagni ma soprattutto con le compagne. Devo ammettere che dopo tanto tempo, ritrovarmi davanti al gentil sesso mi ha emozionato molto, bello potersi confrontare con le donne! Credo che, essendo eterosessuale, sia pure normale tutto ci, ma non perch ci potesse essere chiss cosa ma per il semplice fatto che loro, come noi, sono ristrette in carcere. bello trovare motivo di sorridere spezzando la monotonia della detenzione, bello poter ridere di s stessi, bello stare tutti insieme. chiaro che ci sono delle regole ben precise, ma soprattutto c leducazione e il rispetto gli uni per gli altri e questo ci ha unito come gruppo; bello poter vivere delle buone emozioni soprattutto per chi, come noi, si tro-

usato in modo costruttivo e creativo, nel modo pi positivo possibile in questi contesti dove tutto diventa pi amplificato e importante. Desidero ringraziare la direzione per queste buone e belle opportunit! Il mio ringraziamento frutto della buona educazione e del rispetto della dignit di tutti coloro che, come me, sono detenuti nel carcere di Verziano. Con stima e affetto sincero, vi saluto. Ciao n!
Giuseppe Pio

Zona 508

V C P
IVI

ITT

er il terzo anno ho partecipato alla gara di corsa che viene organizzata allinterno del carcere di Verziano. Come gli anni precedenti stata una giornata piena di emozioni con tante, tantissime persone che sono venute da fuori per questa occasione, per lo pi ragazzi e ragazze delle scuole di Brescia e dintorni. La circostanza sempre bella, c lopportunit di ritrovarsi con le ragazze detenute nella sezione femminile e vi posso dire che una bella sensazione poter correre con loro, principalmente per lattrazione naturale nei confronti del gentil sesso ma anche perch si vive una sensazione di libert! una sensazione molto, ma molto limitata, ma pur sempre un'emozione positiva! Qui dentro fa tanto piacere vivere una situazione diversa

dalla solita monotonia carceraria, in cui il tempo sembra scorrere a rallentatore! C un fatto che mi successo durante la gara di cor26 marzo 2011 sa: cominciavo a sentire la stanchezza, era molto evidente che non avevo fiato, la forza nelle gambe cera, ma il fiato no. Ad un certo punto mi sono trovato da solo e cos, da furbo, ho ben pensato di tagliare il percorso, un bel pezzo di strada in meno! Quando per mi sono ritrovato a passare davanti a chi cronometrava il tempo, al primo giro non ho detto niente, perch mi piaceva tanto essere protagonista, ma al secondo giro il buon senso ha prevalso sulla mia vanit. Devo dire che arrivare tra i cinque finalisti cos non mi sarebbe piaciuto. Amo lo sport con tutto me stesso, lo pratico da sempre e la soddisfazione quando si vincitori grande ma devo dire che vincere in modo disonesto non da me. Purtroppo il mio passato mi d

letichetta del delinquente o meglio, del pregiudicato ma non per questo mi prenderei un merito che non mio. Ecco perch al secondo passaggio ho deciso di dire non considerate il mio tempo; ho tagliato il percorso. Mi sono sentito dire bravo, sei onesto. Pi che altro mi sento leale e rispetto il principio che mi hanno insegnato: nello sport bisogna impegnarsi con tutte le forze e non sarebbe stato corretto nei confronti di chi ha vissuto su se stesso il sacrificio e la fatica per arrivare al traguardo. Ci fu chi mi disse il limite solo quello che tu ti proponi: io mi sento molto orgoglioso di me stesso per la correttezza e il rispetto per lo sport che mi sono proposto. Nella vita possono succedere tante cose che ci cambiano ma la nostra dignit un valore troppo importante, bisogna tenere sempre in alta considerazione questo principio per non perderlo mai!
Giuseppe Pio

Ti racconto il mio carcere


Alcuni giorni fa, insieme a volontari, educatori, assistenti sociali ed agenti penitenziari, ho avuto la possibilit di partecipare a un piccolo corso di formazione sulla genitorialit in carcere. Durante questo corso abbiamo svolto alcune attivit e, tra tante, avevamo il compito di scrivere un breve tema intitolato Ti racconto il mio carcere cercando di immedesimarci in un bambino che va a colloquio a trovare il suo pap. Dopo il momento di scrittura abbiamo letto i nostri temi e tra tutti, uno ha suscitato maggiore emozione e sorpresa forse per la firma che portava alla fine:

i chiamo Michela, ho 5 anni e oggi finalmente insieme alla mamma vado a trovare il mio pap che, purtroppo, lavora e posso vederlo solo 6 volte al mese. Quando entro nella prima stanza ci sono tanti bambini felici come me di incontrare il proprio pap. Dopo un po di tempo io e la mamma entriamo in una stanzetta piccola dove c una signora che con un oggetto nero controlla la mamma e ogni tanto suona. A volte la mamma ha vergogna nel farsi vedere da me mentre deve svuotare le tasche. Spesso vorrei portare delle caramelle ma la signora vestita di blu mi dice che non possibile perch le caramelle me le dar pap. Tutti insieme entriamo in unaltra sala ma solo le mamme con i bambini hanno la fortuna di entrare nella sala giochi: pochi minuti di attesa e il mio papi mi abbraccia e mi fa tante coccole. Che brutto per quando la mamma piange e litiga con il pap, io non capisco perch si arrabbia tanto con lui, in fondo sta solo lavorando spero che il disegnino che gli ho regalato gli faccia compagnia nei momenti in cui non lavora. Avrei tante cose da dirgli ma il tempo volato, non mi resta che aspettare che la mamma mi porti di nuovo per riabbracciarlo.
Un agente

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I HAVE A DREAM
Martin Luther King

enerd 13 maggio, alcuni di noi d el l As s o ci azi o ne Carcere e Territorio, hanno partecipato alla fiaccolata contro le discriminazioni organizzata a Carpenedolo dalla Commissione Giovani. La proposta di essere presenti a questo evento ci giunta quasi allultimo minuto ma stata davvero una splendida occasione cos, abbiamo deciso di non farcela sfuggire!!! Insieme ad altri tre ragazzi son partita avendo chiaro nella mia testa una def inizione di discriminazione, la si pu trovare su un qualsiasi dizionario: La discriminazione il trattamento non paritario attuato nei confronti di un individuo, o un gruppo di individui, in virt della loro appartenenza ad una particolare categoria. Alcuni esempi di discriminazione possono essere il razzismo, il sessismo, lo specismo e l'omofobia. Detto questo per, mentre si avvicinava il giorno della manifestazione, cercavo di collegare questo termine con la realt che, noi e la nostra associazione, incontriamo nel nostro lavoro quotidiano.. Sono giunta a pensare che questa manifestazione (davvero bellissima, partecipata e sentita dalla popolazione di Carpenedolo e dintorni!) volesse innanzitutto sensibilizzare alle conseguenze che le discriminazioni e le ingiu-

stizie in generale, possono procurare, poi per, concentrandomi un attimo, non stato difficile vedere dove troviamo discriminazione anche in carcere qualcosa di sottile ma che c e pesa decisivamente sul futuro di tutti coloro che vi ci si ritrovano a vivere. Nel carcere esiste discriminazione e chi la vive sono i detenuti: c discriminazione per quelle persone che dopo aver scontato una pena sono costretti a scontarne unaltra, non prevista dalla legge, quella di non trovare un lavoro perch ex-carcerato, c discriminazione perch se sei un povero disgraziato sconterai la tua pena fino allultimo giorno, se invece hai soldiforse in carcere nemmeno ci finirai; c discriminazione perch, permettere a 6 esseri umani di vivere in una cella di 20 mq, non umano ed discriminante nei confronti di colui che, ha certamente commesso un errore, che certamente deve pagare per ci che ha commesso, ma tutto ci non perdendo la sua identit, la sua di-

gnit. Quando penso a questo termine non posso non collegarvi un personaggio come Martin Luther King, attivista non violento per i diritti civili fondamentali per le persone di colore, lui esempio concreto che una realt diversa di pu costruire, lui sosteneva che Nulla al mondo pi pericoloso che un'ignoranza sincera ed una stupidit coscienziosa, che la legge e l'ordine saranno rispettati solo quando si conceder la giustizia a tutti indistintamente ma soprattutto che le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano. E allora NOI NON STIAMO ZITTI e SCRIVIAMO!
Laura

Tutti i cittadini hanno pari dignit sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. (art.3 Costituzione Italiana) Il razzismo l'espressione del cervello umano ridotta ai minimi termini. (Rigoberta Mench) L'ingiustizia una minaccia alla giustizia ovunque. (Martin Luther King)

Il tuo Cristo ebreo. La tua democrazia greca. La tua scrittura latina. I tuoi numeri arabi. La tua auto giapponese. Il tuo caff brasiliano. Il tuo orologio svizzero. Il tuo walkman coreano. La tua pizza italiana. La tua camicia hawaiana. Le tue vacanze turche, tunisine o marocchine. Solo il tuo vicino straniero. (Su di un muro a Berlino, 1994)

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P C
remio

asalini

na leggera brezza spazzava lampio viale alberato, trasportando qua e l, foglie di mille diversi colori, bagnate di rugiada, che diffondevano nellaria un caldo odore di muschio e di umidit. Su una delle tante panchine di metallo, che costeggiavano il viale ove si affacciava il carcere, stava sdraiato un giovane, anzi meglio, un ragazzino, tra i 13 e 15 anni difficile dirne con esattezza let, con un fisico piuttosto gracile e i capelli scuri, ma la cosa che colpiva di pi di lui o almeno quella che mi colp di pi, quando lo vidi per la prima volta, erano gli occhi, cos simili a quelli del padre, occhi neri, pro-

Luomo si era accasciato a terra, rannicchiandosi come un bambino in posizione fetale, io voltai appena il viso per osservarlo, capii immediatamente che piangeva, non potei fare a meno di sorridere, quello non era un lurido delinquente era solo una povera anima, unanima portata dalla disperazione a fare degli errori.
fondi, atteggiati ad uno sguardo da duro, ma che, se osservati pi a lungo e con pi attenzione, mostravano tutta la debolezza e la fragilit della persona. Anche allora mentre erano rivolti al cielo, nonostante la freddezza glaciale dello sguardo, erano umidi di lacrime, dopotutto gli occhi stanchi di pianto sono i pi degni di riposarsi nella contemplazione del cielo come disse lo scrittore italiano Ambrogio Bazzero. Il giovane stava aspettando lorario di colloquio per parlare con il padre, rinchiuso nel carcere della citt da pi di un mese ormai. Io sono a conoscenza di tutto ci, perch sono il compagno di cella del padre del giovane, non voglio rivelarvi il mio nome n i miei delitti, qui mi chiamano Mente come il filosofo greco Aristotele secondo una leggenda, perch io trovo nella cultura la risposta a tutto ci che vi nel mondo, e uso spesso citazioni di grandi personaggi per chiarificare il mio punto di vista, il punto di vista di unombra, di un emarginato, di un escluso, di me saprete solo questo. Ricordo ancora con chiarezza la sera quando il padre del ragazzo fu buttato nella mia cella, io ricordo tutto con precisione, poich Il ricordo l'unico paradiso dal quale non possiamo venir caccia-

ti. (Jean Paul). Quel giorno pioveva a dirotto, il cielo era completamente oscurato dalle nubi, la luna ogni tanto riusciva a far timidamente capolino da dietro quella coltre per illuminare la notte, io ero tranquillamente disteso sulla mia piccola branda, osservavo il cielo, seguendo le parole di don Bosco Camminate con i piedi per terra e con il cuore abitate in Cielo, e la luna rimembrando le parole della scrittrice tedesca Henny Koch Io considero sempre la luna come l'occhio stesso di Dio che mi invita in tono serio d'avvertimento: Vieni, vieni nella dimora del tuo Padre celeste, riflettevo su queste citazioni, su Dio e sul senso della fede o meglio, della mia, fede in Dio, quando la porta della mia cella fu aperta con violenza, e un uomo vi fu spinto dentro seguito dalle parole gridate con rabbia e odio: marcirai qui con mente lurido delinquente che non sei altro. Luomo si era accasciato a terra, rannicchiandosi come un bambino in posizione fetale, io voltai appena il viso per osservarlo, capii immediatamente che piangeva, non potei fare a meno di sorridere, quello non era un lurido delinquente era solo una povera anima, unanima portata dalla disperazione a fare degli errori. Non gli rivolsi la parola, lo lasciai solo nella sua disperazione; la disperazione stessa, per poco che duri, diventa una sorta d'asilo nel quale ci si pu sedere e riposare. (Charles Augustin de Sainte Beuve). Il mattino quando mi svegliai era ancora l, sdraiato sul pavimento umido e freddo, per stava dormendo, lo lasciai stare. Erano solo le sei del mattino, ma io dovevo lavarmi per recarmi nelle cucine poich ero un detenuto lavorante, quando uscii dal bagno lo trovai seduto a terra, fissava con lo sguardo vuoto le fughe delle mattonelle, alz gli occhi solo per un attimo, mi fiss con uno sguardo duro, freddo, non disse nulla, io lo ignorai, e mi distesi tranquillamente sulla mia branda sino a che non arriv uno degli agenti per portarmi nelle cucine, mentre un altro entrava per spiegare al mio compagno, come si svolge la giornata in carcere. Camminavo lentamente lungo il corridoio freddo e squallido tra le celle, gli altri detenuti si avvicinavano alle sbarre, con smorfie, battute e gesti osceni si informavano sul mio nuovo compagno di cella, io non rispondevo, non mi voltavo neanche, ma continuavo a camminare a testa alta, ignorando le battute. Pregavo silenziosamente per il mio compagno, speravo di rivederlo quando sarei tornato in cella, lultimo mio compagno, si suicidato il giorno stesso in cui giunto in carcere. Mentre camminavo a fianco dellagente riflettevo, pensando che sulla porta del

carcere tranquillamente si potrebbero scrivere le parole, che Dante afferma di aver letto sulle porte dellinferno, lasciate ogni speranza o voi che entrate. Per noi che stiamo dietro le sbarre, rinchiusi come animali dentro una gabbia troppo piccola, linaccettabile diventa normalit: si perde la libert, la libert di uscire a fare una passeggiata, o semplicemente la possibilit di prendere una boccata daria,ma sopratutto difficile sopportare linnaturale promiscuit che si viene a creare, anche a causa dellendemico sovraffollamento, io so cosa vuol dire vivere a contatto, anche nella intimit, con persone per cui non si prova rispetto, di cui si sospetta o a volte si ha persino paura. la sessualit inizialmente lultimo dei pensieri di un carcerato ma col tempo normale che come tutte le cose che vengono negate, in carcere anche la sessualit diventa unossessione e non raro che le persone si lascino tentare dalle occasioni che man mano si presentano loro. Non dovete dimenticare che chi entra in carcere, fino a quel momento ha avuto una vita sessuale normale, ovvero ha potuto scegliere il proprio/la propria partner con la massima libert. Io a casa,a casa mia, ho una moglie e una figlia piccola che mi aspettano, io voglio tornare da loro, credo nella frase amor vincit omnia, il solo pensiero di mia moglie mi ha aiutato a reprimere il desiderio, al contrario molti altri detenuti inizialmente trovano il sollievo, dapprima nellautoerotismo,poi arriva il momento che questo non basta pi, si desidera toccare, lasciarsi accarezzare, perch la sessualit, dopo tutto, anche affettivit, comunicazione, contatto. Anche detenuti che prima provavano o semplice avversione o addirittura ripugnanza, cominciano con uno scherzo, un gesto affettuoso, una coccola e finiscono col diventare veri e propri amanti, con tanto di gelosie, tradimenti, scenate e violenze. Sono arrivato nella sala comune, dove ci vengono assegnati i nostri compiti, nel giro di unora arrivano anche tutti gli altri detenuti e cos giunto il momento della conta. Mentre noi mangiamo gli agenti controllano le celle, io mi siedo e cerco di isolarmi dal caos che rimbomba nella stanza, abbiamo unora per mangiare, poi veniamo rispediti velocemente nelle nostre celle. Ritornato in cella, vedo che il mio compagno gi l, sta compilando una domandina (richieste alla direzione, compilate su appositi moduli, di svariate autorizzazioni, dai colloqui con gli operatori (direttore, comandante responsabile dellUfficio comando, responsabile dellufficio matricola, educatore, assistente sociale, psicologo, cappellano, assistenti volontari), allacquisto di prodotti non compresi nellelenco della spesa, al prelievo di libri della biblioteca) per la possibilit di ricevere visite, diso-

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rientato non sa che fare, per tranquillo, ha metabolizzato il fatto di trovarsi in carcere, allora mi rivolgo a lui con calma e tranquillit per aiutarlo a compilarla, prima che passino gli agenti a ritirarla. Gli chiedo per chi la sta compilando, dovevo sapere chi voleva vedere, era giunto il momento di lasciarlo sfogare, dovevo farlo parlare, ascoltando con attenzione ogni parola e il tono con cui pronunciava ciascuna, la parola comunica il pensiero, il tono le emozioni. (Ezra Pound) Mi fiss un attimo solo, in viso, poi un fiume di parole mi travolse, come mi aspettavo non fece problemi, mi rivelo la sua vita parlando freneticamente, con gli occhi sgranati, incespicando sulle parole,gesticolando come un pazzo, doveva purificarsi dal passato, e io ero lunico che poteva ascoltarlo. Mi racconto del figlio appena 14enne, che aveva accudito da solo, dopo che la madre era deceduta quando il ragazzino aveva appena 8 anni, di come lui disperato per la scomparsa della moglie era caduto in depressione, di come aveva perso il lavoro, di come non sapendo pi che fare avesse iniziato a spacciare droga per mantenere il giovane figlio e se stesso, di come la notte precedente i poliziotti avessero fatto irruzione nella casa, con aggressivit e forza, di come lui spaventato per la sua incolumit ma soprattutto per quella del figlio, dopo averlo nascosto dietro se stesso avesse estratto la pistola che teneva nascosta sotto il cuscino e sparato un colpo, a caso, non sapendo neanche se fosse carica o meno, lo era, cos aveva ferito un poliziotto. Finito il racconto abbasso immediatamente il viso, e riprese a fissare le mattonelle, aveva ragione Carlo Maria Cipolla La persona stupida il tipo di persona pi pericoloso che esista, era stato colto ma un momento di stupidit e cos aveva rischiato di ammazzare una persona,era diventato un potenziale e pericoloso assassino, un criminale. Era riuscito a raccontare cosa aveva fatto, la prima parte era andata a buon fine, ora bisognava convincerlo a prenderla in mano, analizzarla razionalmente, gettando via i sentimenti, ignorando il proprio coinvolgimento emotivo, per arrivare a capire appieno latto che aveva compiuto, arrivare ad assumersi le proprie responsabilit, senza lasciarsi opprimere dal senso di colpa, un demone malvagio, che la persona si porta dentro, radicato nellanima, non ne percepisce la presenza, mentre scava sempre pi profondamente in lui, lasciandogli prendere possesso della sua razionalit, ci rende impossibile esplicitarlo, portarlo alla luce, affrontarlo e neutralizzarlo, la sofferenza che ne deriva, per essere placata, finisce con lassumere i contorni di una vera e propria malattia. Lo stress imita le patologie, riproducendone dolori e correlazioni fisiologiche. Le diagnosi per sono il pi delle volte incerte: e

ci perch il corpo si ribella ed il danno viene pi o meno tenuto sotto controllo. Col tempo per, soprattutto quando non vi sono sfoghi adeguati o le cause psicologiche sono preponderanti, produce lentamente uno stato costante di agitazione, di insoddisfazione e di infelicit, fino ad arrivare al salto sul corpo e quindi, minando il sistema immunitario. In breve senza tanti tecnicismi quell uomo che avevo di fronte, fragile e indifeso come un ragazzino, si sarebbe ammalato gravemente cadendo in depressione nuovamente o si sarebbe suicidato. Il bivio era costituito da queste due strade se io non lo avessi aiutato, in carcere vi uno psicologo,ma il mio compagno aveva bisogno di un intervento veloce, preciso, duraturo, cio di me. Tentai di riportarlo alla realt, di rompere la barriera che stava costruendo attorno a s, ma appena gli toccai la spalla per stabilire anche un contatto fisico per facilitare quello pi sottile e complesso,quello psicologico, lui si ritir bruscamente e mi guard con profondo odio, poi si alz di scatto,pronto a colpirmi con un pugno in pieno viso, ma io con molta pi agilit e rapidit di lui, lo schivai passando sotto il suo stesso braccio teso a colpirmi, gli sferrai un pugno allo stomaco che gli fece mancare il fiato, mentre io con un movimento fluido gli andavo alle spalle, prendendogli le braccia e torcendogliele dietro la schiena, sospingendolo poi contro il muro per bloccarlo, non volevo esagerare. sei uno stupido novellino, che speravi di fare, il mio motto e mens sana in corpore sano. non puoi battermi, ma comunque ricorda che la violenza l'ultimo rifugio degli incapaci. (Isaac Asimov) e tu che diavolo vuoi da me, sono in grado di cavarmela da me, fatti gli affari tuoi inimicarsi il compagno di cella, non una gran mossa novellino e ricorda L'odio la catena pi grave insieme e pi abietta, con la quale l'uomo possa legarsi all'uomo. (Ugo Foscolo) smettila di . La porta della cella si apri improvvisamente, due agenti entrarono, io mi allontanai subito dal mio compagno, fingemmo non fosse accaduto niente, nessuno dei due voleva finire in isolamento. forza Mente lora delle tua attivit trattamentale, quella sportiva. Noi detenuti attraverso una domandina possiamo partecipare a particolari attivit, come attivit sportiva, scolastica o altro dette appunto attivit trattamentali. mentre tu vieni con me disse laltro agente dal direttore per discutere delle tue domandine, poi entrambi nella sala comune per il pranzo e poi lora daria. Mentre svolgevo i miei soliti esercizi nellampia, luminosa e ben attrezzata palestra, riflettevo, speravo gli concedessero di vedere il giovane figlio,nelladolescenza si necessita delle

figure dei genitori, indipendentemente dal fatto che esse siano pi o meno positive, forse da ragazzi non ci rendiamo conto appieno di cosa loro significhino per noi, let in cui si diventa ribelli, si cerca di allontanarsi da loro per divenire autonomi, per cercare di crearsi una propria personalit, diversa e pi originale di quella altrui, creiamo miti esterni alla famiglia, meglio se i genitori non condividono, senza renderci conto invochiamo a gran voce comunque la vicinanza dei genitori, gli unici di cui in fondo ci fidiamo realmente, gli unici di cui temiamo davvero il giudizio, di cui desideriamo con tutte le nostre forze comprensione e stima, gli unici che emuliamo veramente. forza ora basta , tutti nella sala comune. Cammino lentamente tra la massa informe dei detenuti che si muovono come fantasmi, ignorando il rumore e gli schiamazzi, ormai la routine ripetitiva del carcere mi entrata nelle vene, nel cervello ovunque, il mio corpo si muove da solo, non appena sente gli ordini, sono un automa senza cervello e libert di scelta, una ventata di malinconia mi ha avvolto come un fuoco che divampa furiosamente in un bosco seccato dallautunno. Nella sala comune veniamo nuovamente contati, e ci viene distribuito il pranzo che mangio svogliatamente, non capisco che mi succede, poi

Pregavo silenziosamente per il mio compagno, speravo di rivederlo quando sarei tornato in cella, lultimo mio compagno, si suicidato il giorno stesso in cui giunto in carcere.

allimprovviso comprendo, oggi il compleanno della mia bambina, il suo terzo compleanno alla quale non ho potuto partecipare, tra due giorni per, giorno di colloquio almeno potr farle gli auguri, e farle un regalo considerato che noi detenuti possiamo a nostre spese comprare presso il sopravvitto (spaccio gestito direttamente dallamministrazione carceraria) alimenti ed altri generi (detersivi, cartoleria, sigarette, etc.), e in presenza di particolari motivi, tramite domandina possiamo chiedere lacquisto di prodotti non presenti nellelenco. Gli acquisti li effettuiamo tramite il denaro che abbiamo su un libretto di conto corrente interno. possiamo spendere al massimo, 424 Euro al mese (106 Euro la settimana). Arriva lora daria, la passo osservando il movimenti degli altri, ascoltando le parole indistinte dei gruppetti, fantasticando sulle ombre intricate che si disegnato sullasfalto nero, inventando storie su

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quelle strane forme che in un momento solo si trasformano da uomini altissimi e magri come linee tracciate su un foglio con una matita, a uomini piccolissimi, grassottelli e buffi come facevo quando potevo ancora stringere la mia bambina tra le braccia seduto accanto a mia moglie , sino a che non ci viene ordinato di tornare in cella, allimprovviso torno alla realt, sento delle grida e poco pi lontano vedo un gruppo di detenuti che si azzuffano come leoni affamati, violenti, aggressivi, assetati di sangue, mentre giunge un gruppo di agenti per fermarli, il mio primo pensiero e desiderio fu quello di andare a vedere, ma un agente mi giunge alle spalle, mentre io con la mente annebbiata delle urla stavo ancora fermo nel mezzo del cortile, Mente levati di torno e torna in cella e anche voi altri forza. Ubbidisco insieme a molti altri, a nessuno piace finire in isolamento, nella solitudine la rabbia interiore cresce, la paura avvampa dentro, si trasformano in odio verso il mondo intero e diventi un mostro La solitudine il campo da gioco di satana. (Vladimir Nabokov). Arrivo nella mia cella, vuota, un pensiero funesto mi attraversa la testa e mi feri-

sce come un dardo nel petto, il novellino si fatto coinvolgere nella rissa, non ho il tempo di completare il pensiero che la porta della mia cella si riapre e luomo viene spinto dentro con violenza, la porta viene subito richiusa con rabbia. Non lo guardo, non gli parlo, mi siedo sulla mia branda guardando fuori dalla finestra, osservo il cielo, che si tinge di rosso, come una macchia di sangue che sgorga da una ferita, allargandosi sul tessuto dellindumento di un giovane coraggioso che muore per aver combattuto per i propri ideali o di un giovane stupido, troppo arrogante, che non sapeva riconoscere il proprio posto, come il mio compagno di cella. Dopo qualche ora si alz barcollando e raggiunge a stento la sua branda dove si addormenta allinstante, dormir il sonno migliore, il sonno senza sogni a disturbarlo. I due giorni seguenti passano pigramente

ripiegandosi su se stessi, noiosi nella loro Invece la mia piccola streghetta ha una ripetitivit e banalit. gran voglia di parlare, mi racconta della festa di compleanno che ha fatto, di tutti i Finalmente il giorno di colloqui giunse, regali che ha ricevuto, di come va ogni volta il tempo tra un colloqui e laltro allasilo, e del suo grande amico Alberto, mi pareva aumentare, ogni volta ero sem- che quando uscir mi presenter. pre pi ansioso, lo attendevo con maggior si Alberto, proprio un bel bambino, il disperazione, una disperazione dolorosa e suo fidanzatino fredda che mi avvolgeva, intorpidiva il come streghetta hai il fidanzatino e non mio corpo come fossi immerso nellacqua lo dici neanche al tuo pap. ghiacciata. Isabella riduce i suoi grandi occhioni azVennero a chiamarmi per portarmi nella zurri a due schegge di vetro pungenti stanza colloqui, quasi corsi attraversando guarda la mamma poi me, incrocia le bracil corridoi, rallentai quando giunsi nella cia al petto e con voce seri da adulta: stanza scrutai rapidamente come un aquila Non il mio fidanzatino! solo un amiansiosa che scruta dallalto del azzurro per co. trovare un preda da portare ai suoi piccoli- Ridemmo, iniziai a domandarmi perch da ni, tra le varie postazioni, quando le vidi il bambini ci si offende se qualcuno ci dice mio sguardo si illumino e corsi verso di che ci piace qualcun altro, in fondo loro. lamore la cosa pi bella di questo monIsabella la mia bambina, si sbracciava per do, amare significa non dover mai dire salutarmi, non appena arrivai mi fece un mi dispiace, anche io allasilo ero innasorrisone per mostrarmi che aveva perso morato di una bambina, una bambina un altro dentino, sapevo che dovevo asso- bionda, ricordo ancora, si chiamava Relutamente chiederle quando, dove e come becca, poi scoprii che aveva una sorella lo avesse perso, e quanto il topolino bian- gemella identica e visto che non riuscivo a co dei dentini gli avesse portato, con il suo distinguerle dopo lunghe e infantili rifleslinguaggio di bimba mi spiego tutto con sioni avevo deciso che ero innamorato di perizia di particolari e grande enfasi. tutte e due e le avrei sposate entrambe, ci Poi le feci dare dalla guardia il suo rimasi cos male quando mia madre mi regalo, lo scarto velocemente, sape- disse che non si poteva. vo cosa regalarle, la piccola stre- Mentre continuavo a parlare entr un raghetta me lo aveva suggerito gazzino abbastanza alto ma molto gracile, nellultima telefonata, intanto che non appena lo vidi in viso riconobbi in lui mamma era distratta, non fini nean- gli occhi del mio compagno di cella, lo che di scartarlo riconobbe subito la guardai ciondolare con quellaria da arroconfezione, dalle braccia della mam- gante verso una delle postazioni e sedersi, ma si allung per appoggiare la ma- poi vidi il mio compagno raggiungerlo, e no sul vetro che ci separava, facen- visto che le nostre postazioni erano abbadomi un sorriso ancora pi grande di stanza vicine potevo udire distintamente le quello di prima, mi sussurr con loro parole, il mio compagno era malconsguardo complice: grazie papino. cio per la rissa dellaltro giorno ma racIo appoggiai la mia mano sulla sua contava con arroganza al ragazzino che senza poterne per percepire il calo- pendeva dalle sue labbra con lo sguardo re. Lei ne soffriva, mi chiedeva sem- carico di reverenza e ammirazione di essepre quando sarei andato a casa con re stato aggredito da un gruppo di altri lei, quando avrei potuto prenderla di detenuti e di averli stess tutti compresi i nuovo in braccio, come fanno tutti i tre agenti intervenuti per fermarlo, bugia pap di tutti i suoi amichetti. colossale mi avevano riferito tutto un paio Guardavo mia moglie senza dire nulla, tra di agenti, lui aveva aggredito ed era stato noi le parole non servivano, bastavano gli pestatoLa menzogna non nel discorso, sguardi, i suoi occhi che non smettevano nelle cose. (Italo Calvino). di ammagliarmi, i nostri silenzi che canta- Un agente mi chiam perch la mia ora di vano storie e poesie damore tra di noi, colloquio era finita mandai un bacio a mia per noi, sentire il suo respiro vicino imma- moglie e mia figlia e le guardai incammiginando il palpitare leggero e dolce del narsi verso la porta di uscita innondata di suo cuore, nonostante ci che avevo fatto luce al neon, se non che mia figlia lasciami era rimasta vicina, permettendomi di ta la mano della madre torna verso di me e vedere la mia bambina, aveva continuato mi sussura: ehi papino, ti dico un segread amarmi come io amo lei dal primo to... alberto mi piace sai..per non dirlo a giorno, che lho vista seduta sola sullerba mamma mi raccomando, ciao papino ti morbida come piume di fronte al piccolo voglio bene sorridendo anche io piccospecchio dacqua verde smeraldo ove le la, mia moglie alza lo sguardo e mi sorrifronde dei salici si immergevano donando de, mi fa un cenno di saluto con la mano e un po del loro colore, in quel parco men- poi si incammina nuovamente con la fitre dava delle briciole di pane ai piccoli e glia. Torno in cella. ghiotti anatroccoli e agli uccellini leggeri, che arrivavano volando dai nidi nascosti Dopo la cena torno nella mia cella, oggi tra gli alberi verdi di primavera, lo ricordo pi tranquillo e felice, La famiglia la come fosse successo ieri, lei bella come patria del cuore. (Giuseppe Mazzini), mi allora. siedo sulla mia branda e continuo a guar-

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dare fuori dalla finestra, guardo le gocce di pioggia inseguirsi mentre cadono dal cielo e tuffarsi dentro le grandi pozzanghere che si sono formate nel viale, La pioggia vita; la pioggia la discesa del cielo sulla terra; senza la pioggia, non ci potrebbe essere vita. (John Updike).

La porta si apre improvvisamente il mio compagno, che pigramente si siede sulla sua branda, dopo qualche secondo: Mente Sorrido adesso sente la necessit di comunicare, bene getta finalmente al vento quel suo stupido orgoglio egoista; come disse Andrea Gasparino Il pi grande ostacolo nel comunicare ce lo portiamo dentro, il nostro orgoglio. dimmi che diavolo guardi sempre dalla finestra? Bene. Prima mi aggredisci mentre io tento di aiutarti, poi non mi rivolgi la parola per due giorni, fai come se non esistessi, come fossi unombra capisco che Rudyard Kipling disse che Una persona spesso finisce con l'assomigliare alla sua ombra, ma tu hai esagerato, e questa la domanda migliore che ti viene in mente di farmi dopo due giorni, va bene, meglio di niente? Comunque viene e guarda tu, dimmi cosa vedi. Lui si avvicin un tantino intimidito, si sporse e guard per un attimo, poi: vedo il solito diavolo di viale, oggi per lo pi sporco di acqua e fango, niente che conti, fa tristezza guardare il mondo di fuori anche le cose peggiori come la pioggia perch ti rendi conto in che stato sei, il si gir di scatto, contrasse i muscoli di

carcere rimane la cosa peggiore. sai cosa disse Andrea Gasparino Due carcerati guardavano fuori dalle sbarre della prigione, uno vide solo il fango della strada e si rattrist, l'altro guard le stelle e si rallegr. te e le tue diavolo di citazioni, e la tua diavolo di cultura, che te ne fai di tutto il tuo sapere qui chiuso in carcere Le carceri sono luoghi favorevoli alla lettura dei testi di filosofia (Leo Valiani), inoltre voglio contraddire quello che disse Edward Bunker La prigione una fabbrica che trasforma gli uomini in animali. Le probabilit che uno esca peggiore di quando c' entrato sono altissime malgrado riconosca che spesso vero. Ma nessuno pu dare una definizione sullaffetto del carcere, io ad esempio ho capito i miei errori ,ho trovato la strada giusta, ringrazio non ci sia la pena di morte, perch cos potr portare un giorno la mia testimonianza a chi rischia di fare errori, altri continuano a gestire i propri traffici da dentro la prigione stessa e quindi continuano ad essere ci che sono, delinquenti, altri ancora si fanno schiacciare dal senso di colpa e di oppressione che non appena entrano in carcere li attanaglia e si suicidano, in fine i pesci piccoli del sistema, quelli che entrano al posto del grande capo perch egli troppo potente e ricco, le forze dellordine non lo posso sbattere dentro. Colui che gioca a fare il duro, ma non sa quello che fa, il piccolo topolino spaventatoche si spaccia per il grande eroe

tutto il corpo, voleva aggredirmi ma memore della lezione di qualche giorno fa si rilasso abbasso il capo e: che diavolo vuoi che faccia che dica a mio figlio che razza di pezzente ha per padre, che lo spaventi dicendo che cosa mi faranno qui prima o poi. Comunque anche tu Mente, vivi nella menzogna nella tua specie di vita ascetica, nel tuo mens sana in corpore sano, torna alla realt ti hanno sbattuto in carcere, ti hanno tolto la tua famiglia,la tua bella moglie e la tua dolce Isabella, sei solo come un animale chiuso in una gabbia. In tono pacato senza perdere la calma risposi: forse ci che dici vero, vivo nella menzogna, nelle riflessioni, in un mondo fantastico, ma io non trascino nessuno con me nel vortice impetuoso da cui non si pu fuggire,simile quello che trascin Ulisse e la sua imbarcazione dopo che ebbe attraversato le colonne dErcole, quello della menzogna. e con ci che vorresti dire? tuo figlio ti emula, pende dalle tue labbra, quando parli, ti crede, sei il suo eroe, questa mattina non andato a scuola, era gi qui fuori che aspettava di entrare, lho visto chiaramente mentre sfilava il portafogli a una signora che passava, lo ho osservato mentre fiero ne tirava fuori i soldi e poi con quelli. basta stai zitto.ioio... scoppi in lacrime, aveva capito.

Jessica Pasquariello

Le parole di Luca Langella mi hanno profondamente colpito, perch danno forma alle sensazioni che a lungo ho vissuto in prima persona durante la mia esperienza detentiva. Per questo vorrei che la poesia, gi pubblicata nella raccolta di opere Laltra libert- Premio letterario nazionale Emanuele Casalini, IX edizione, Casa di Reclusione di Verziano 2010-, venisse riproposta allinterno del giornalino Zona 508. Alessandro

Larmonica di cemento Di ingoiare non smette mai. Ingoia, mastica e qualcuno vomita Lunica via duscita, buio e il rigurgito di lampadine senza incandescenza scarponi, ottoni, ferro, sblam, plin, sblam, crak nelle orecchie ristagnano con il cerume da giorni fermo per inerzia pitture grigie e nocciola come chiodi trapassano occhi inquinano la mente sorrisi come insulti. Mastica, ingoia mastica ingoia E vomita lunica via duscita Larmonica di cemento

Suona il vento fra le grate Schizzi di saliva le nostre lacrime Ad incollar buste piene del sapore di un immobile dolore e non taccorgi dove o come sempre potr bussare sempre ad ogni ora nel letto che non ti riposa nel piatto che non ti sazia ma che senza amore neppure il mal sostiene a chi disperso si nel vento dellarmonica di cemento. Luca Langella

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Parliamo di...

Unaltra idea

gnuno di noi a volte stenta a credersi, a credere di dimostrarsi allaltezza di cose nuove, sperimentare che nel nostro io pi profondo ci siano delle capacit nascoste, mai messe alla prova. successo cos il giorno venerd 8 aprile, qui nellistituto di Verziano, durante lo spettacolo realizzato da noi detenuti che partecipiamo al corso di teatro e, credetemi, nonostante le difficolt esistenti, siamo riusciti alla grande ad emozionare la folla di gente che cera. Siamo riusciti a dare uno schiaffo morale allalta societ piena di pregiudizi verso di noi, perch siamo riusciti ad accarezzare il successo e abbiamo dato una bella impressione. Ora i giornali parlano tutti di noi e non ne parlano pi per i reati commessi o non commessi, ma ci fanno i complimenti. Lopinione pubblica si accorta della nostra bravura e determinazione, dovute soprattutto alle nostre due insegnanti, Barba-

ra e Giulia, che dopo un lungo periodo di duro lavoro e sostegno sono riuscite ad essere appagate per la pazienza avuta con noi. Ora si pu benissimo dire che siamo frutto del loro vivaio e, si sa, i complimenti fanno sempre piacere. Ora ci siamo montati la testa e metto le mani avanti dicendovi che stiamo lavorando per giugno! Presenteremo unaltra scenetta teatrale ricca di emozioni, ormai tra noi attori cresciuta la fiducia; larma per far ricevere un buon messaggio agli spettatori e offrirgli un ottimo divertimento. Anche tra le rocce pu nascere un fiore e si dice inoltre che volere potere. Quindi adesso chi ci ferma pi!
Alessandro

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ARCERE
nostra Italia. Ogni notizia vista con i vari echi di chi osserva impotente. Impotenza la sensazione di chi da qui osserva i vari fatti della vita; la vita, base dei diversi ragionamenti che poi sfociano in animate discussioni. Le ore scandiscono la giornata che passa sempre lentamente e inesorabile creando un vuoto dentro Fantasmi di noi stessi, ci accendiamo per poco, ci animiamo per cose delle quali, se fossimo in libert, non ce ne accorgeremmo nemmeno, situazioni che ci scivolerebbero addosso senza creare alcun tipo di reazione Coinvolti come siamo nel nostro nuovo ambiente, la mente vola sempre fuori da queste mura a ricordare i bei momenti di libert. Lo sciopero contro il sovraffolla-

na parola che lo descrive in modo inedito e surreale!!! Un incontro di pensieri, modi dessere e di vivere, lesperienza molto individuale, un grande fratello senza le telecamere. Alcuni direbbero anche senza donne, le quali ormai si perdono nei pensieri come figure mitologiche, astratte e perse nella memoria. Per alcuni si vive per unora di colloquio con i propri cari, spalmata nelle settimane, nel mese per la poca aria giornaliera. Poi il resto, luno sopra laltro in cella dove, come una piccola comunit, ci si misura con i propri cancellini Si vive non perdendo i vari telegiornali e le trasmissioni dintrattenimento che, durante la settimana dal mattino alla sera, parlano dei vari problemi della

mento del carcere volge al termine, si tirano le somme ed in molti si interrogano: ma abbiamo risolto qualcosa? Abbiamo risolto qualche problema? Non sta a me rispondere, sar il tempo - come sempre il supremo giudice! Il tempo passa e tra le varie Yara, tzunami, terremoti, radiazioni, una cosa certa: per molti il calvario non finito. Nei vari labirinti della legge italiana si sono persi ma sono sempre i pi ferrei difensori delle proprie idee.
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LA PRIMA VOLTA

ppena entri in un carcere, dopo le formalit di rito, lumiliazione della perquisizione personale, il controllo minuzioso degli indumenti, la sottrazione di lacci, stringhe e cinture, piombi in uno stato di incoscienza totale. Come un automa esegui meccanicamente tutto quello che ti impongono di fare, e accetti ogni tipo di vessazione psicologica. Da quel momento in poi perdi la tua identit, perch essa sostituita da un numero che lUfficio Matricola ti assegna. Poi la volta della visita medica in infermieria: il medico di turno con tono severo e perentorio ti chiede se fai uso di droghe, se hai malattie infettive, se sei omosessuale, se hai fobie o altre patologie. Ma proprio in questo preciso istante che la tua coscienza ritorna, quella che si staccata da te nel momento in cui sei entrato in questo girone Dantesco. Ti risveglia, ti scuote, e ti rende consapevole del tuo nuovo status: sei un detenuto, un nuovo giunto, un numero da aggiungere a tutti gli altri. Poi cammini per i corridoi silenziosi e tetri, e intorno vedi solo pareti e sbarre di ferro. Infine il rumore sordo di una chiave che apre il blindo: la tua nuova depandance. Inizi a tremare, ma non hai freddo. E' il cupo

tremore della paura, della disperazione, della presa di coscienza che la tua vita spezzata per sempre. Dopo un primo periodo in cui lapatia e loblo prendono il sopravvento, inizia a reagire e quindi ad accettare tutte le varie regole che ti sono imposte. QUI MANCA TUTTO, O MEGLIO TI MANCA IL NULLA: quel nula che facevi quando ti annoiavi sul divano di casa tua, quel niente da fare quando trascorrevi certe giornate uggiose a svagarti nel vuoto. Allora cerchi di riempire il tuo tempo che fatica a passare, ed inizi a dare sfogo allimmaginazione, alla tua creativit e alla spiritualit. Col passare dei giorni ti rendi conto che, dopo aver toccato il fondo e aver perso le speranze, lentamente riesci a risalire e a rimanere a galla, riemergendo dai marosi che ti tengono lontano dalla riva, lottando contro il mare in tempesta, perch ormai capisci che devi salvarti, non puoi naufragare e devi mattere in salvo la cosa pi preziosa che Dio ti ha dato: LA VITA. Ci sei ancora, sei vivo e non stai pi sopravvivendo perch le tue fragilit sono diventate solide mura, che ti fortificano e ti difendono dal nemico e dalle intemperie. Ti ritrovi ad ascoltare, a guardare negli occhi chi ti

parla, a dare conforto, a condividere, a gioire con gli altri; E capisci che la lezione della tua vita non ancora finita. Si, proprio tu che prima di affrontare questa dura esperienza eri convinto di avere la situazione sotto controllo, ora sei consapevole che questa esperienza segner indelebilmente il tuo cammino. Certo i momenti destabilizzanti ci sono, ma come i bimbi che imparano a fare i primi passi cadono, si rialzano e poi riprovano, cos mi sento ora qui dentro: una persona capace di rialzarsi, camminare ed andare avanti, perch in fondo alla strada buia, se non perdi la speranza, la luce fioca e tenue si trasforma in una fiamma vigorosa, che rischiarer i tuoi passi futuri. E' rassicurante, calda, protettiva, sembra volerti prendere per mano, avvolgerti col suo tepore e prenderti per mano per guidarti e sorreggerti. Hai come la consapevolezza di non essere pi solo, perch la fede ti conforta, la speranza ti incoraggia e lamore riempie il tuo cuore, e cerchi di dare un senso compiuto al tuo tempo, che ora non trascorre pi invano. Giorgio Orizio

UNA PENA MORALE ANCHE PER LA SOCIETA

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a morte di Yara ha suscitato in tutti noi incredulit, rabbia, e tanto dolore. Ci siamo chiesti pi volte cosa possa scattare nella testa di chi compie un tale gesto! In una societ in cui tutto lecito, il rispetto non pi di moda, e soprattutto importano solo soldi e potere, episodi tragici come questi sono diventati quasi la norma. Aggiungiamo anche il caso di Sarah: per mesi martellati dai media, veniamo poi impossessati dalla curiosit che ci spinge ad un solo quesito (CHI SARA IL COLPEVOLE?), dando cos addio a quel

sincero interesse iniziale...questo non accettabile. Dovremmo richiamare il nostro senso del rispetto verso il dolore altrui, escludendo la curiosit sintomo di ignoranza! Tuttavia vorrei credere ancora nella giustizia umana (e in extremis in quella Divina), perch nel nostro Paese le figure dei governanti promuovano solo una societ ritrovata, pi bella, pi ricca, e pi giusta, dando sempre pi spazio a valori importanti.
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IL VALORE DELLA FAMIGLIA

n questo scritto non voglio parlare della mia famiglia, delle mie esperienze personali; sarebbero solo mie e non rispecchierebbero il valore dellaspetto famiglia di oggi e di ieri. S, vorrei fotografare ci che oggi si nota a differenza di quello che era lambiente famigliare nel tempo passato. Non molto tempo fa nella famiglia la figura materna era sempre presente: era molto difficile che la mamma lavorasse, era un punto cardine nelleducazione della prole. anche vero che il nucleo familiare non aveva un solo figlio ma minimo due e spesso anche di pi per cui la figura materna era il primo controllo per i figli. Il padre era chi impartiva la penitenza dietro richiesta della madre quando i figli combinavano qualcosa. Essendo lui fuori casa per lavoro, non poteva vedere durante il giorno come si comportavano i figli ed allora la madre, vigile, pensava alla sera, ad informarlo cos che in comune dessero la giusta punizione al figlio trasgressore. La famiglia unita, legata da un

collante indissolubile tra i genitori, era la base che dava ai figli una corretta educazione che poi si trasmetteva nel rapporto con gli altri e con le generazioni future Nel nostro tempo, linsufficienza economica famigliare porta a fare lavorare entrambi i genitori, venendo cos a mancare il faro e il controllo della madre. La volont di far studiare i figli porta gli stessi a misurarsi con il mondo esterno senza unadeguata preparazione sulle questioni concrete, la buona educazione spesso viene a mancare, lapproccio con gli altri diventa scontro e lunione tra due ragazzi spesso viene fatto solo per fare, venendo a mancare la base di tutti i rapporti: lamore. La decisione di legarsi a qualcuno, che avviene sempre pi tardi rispetto ai matrimoni di una volta, avviene per lo pi per la voglia di qualcosa di nuovo invece che per il desiderio di formare una fa-

miglia con la persona amata. Ognuno dei due vuole poi mantenere la propria identit, la propria indipendenza, cosa che poi ricade sulla prole portando a volte anche al disfacimento degli equilibri famigliari con conseguente divorzio. Tutto questo cosa vuol dire? Vuol dire che mancano ormai tutti i fondamenti per creare famiglie stabili e durature. Anche se vi sono altri aspetti che per questione di spazio non sto ad elencare, devo aggiungere che, seppur riguardi la maggior parte delle famiglie, per fortuna questa situazione negativa non le coinvolge tutte.
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LA FAMIGLIA DI FATTO

evo tornare alla mia infanzia per vivere serenamente i ricordi affettivi, gioiosi e ancorati ad ununione forte dei miei genitori, senza tralasciare il carisma dinsegnamento dato dai nostri nonni in quei meravigliosi anni 60. Non si pu dimenticare come allora quasi tutti i membri famigliari di ogni ceto e posizione sociale avessero gi innati in loro i valori e le responsabilit della Famiglia.

Dopo la rivoluzione sociale degli anni 70 per i giusti diritti, compreso il divorzio, siamo arrivati in questi ultimi anni ad una percentuale altissima di separazione che ha contribuito a dare vita alle coppie di fatto. Dovremmo finirla di scomodare Tribunali e Studi Legali; torniamo invece a parlarci con responsabilit, perch il dialogo in questi tempi cosa assai difficile. Mi chiedo: se queste famiglie sono andate allo sfascio ed hanno dato

vita a coppie di fatto, qual sar il prospetto futuro? Nuove FAMIGLIE DI FATTO, con tutte le problematiche immaginabili. I genitori dovrebbero soffermarsi a pensare a come si lotta per i figli quando ci si sta per dividere, mentre si fa ben poco per dimostrare loro il nostro interesse quando il matrimonio funziona. I figli con genitori fragili o con un solo genitore avranno sempre uninfanzia e

unadolescenza tempestosa e tutto ci richiama ancor pi lattenzione sul bisogno di un padre ed una madre veramente uniti. La paternit e la maternit, egualmente distribuiti e vissuti, sono ancora lunica strada per trasmettere il valore della famiglia; non solo ma certamente lunica seria possibilit che pu portare la famiglia ad essere meno disastrata di quanto sembra. Piova 54 Zona 508

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VOLONTARIATO
comune. Credo che queste associazioni siano composte soprattutto da giovani perch, in questo momento, gli obiettivi accennati precedentemente sono si fattibili ma non portano a cambiamenti significativi nella nostra societ ed allora i giovani cercano qualcosa daltro oltre alle proprie ambizioni. Forse, se ci credessimo tutti, potremmo avere pi cambiamenti o mutamenti nella nostra vita quotidiana. Far parte di unassociazione di volontariato vuol dire, oltre che a fare del bene agli altri e al prossimo, avere anche un briciolo di coraggio nellaffrontare problemi come lassistenza ad handicappati, la compagnia degli anziani, dialogare con persone in difficolt o entrare in contatto con persone come noi detenuti. Tutto ci ha come risultato laffrontare problematiche interne al carcere o esterne a esso, anche riguardanti la vita quotidiana fuori da queste mura. Proprio allinterno di questo carcere, ogni sabato mattina, svolgiamo unattivit di redazione di un giornale. Lattivit si svolge allinterno della biblioteca; siamo una quindicina di ragazzi che si ritrovano a parlare delle problematiche e delle cose negative e positive del carcere ma anche della vita esterna al carcere. Insieme con noi ci sono anche delle ragazze; sono tutte volontarie. Ogni sabato ne vengono due, partecipano a questa attivit insieme a noi e lo fanno volontariamente. Questa parola non vuol dire che vengono di proposito ma che lo fanno solo per la voglia di far parte di un gruppo di persone in difficolt, cio rinchiuse in un istituto penitenziario. Queste persone, oltre ad essere rinchiuse, non hanno la possibilit di esprimere le proprie sensazioni o emozioni riguardo al mondo che con-

iamo nellanno 2011 in un mondo, dal mio punto di vista, non proprio coerente. A parlare di mondo mi sembra di accennare ad un discorso troppo grande per cui parler del nostro territoriopi o meno. In questo momento il nostro Paese sta passando un momento pi che indecente; succedono tante brutte cose che suscitano indignazione e vergogna, specialmente per noi, popolo italiano, che alla fine di tutto il bello o il brutto siamo sempre quelli che subiscono le conseguenze, positive o negative. Forse noi persone normali, anche se in piccolo, possiamo svolgere un compito utile e pi che dignitoso, importantissimo per questa grande societ: questo compito si chiama volontariato. La parola volontariato deriva davolont, una grande parola che credo in questa societ sia essenziale, sia per raggiungere obbiettivi personali (tipo carriera lavorativa, successo sportivo o negli studi), sia per obbiettivi pi normali ma molto importanti, come crescere dei figli, creare una famiglia o una propria vita individuale da single. Credo che queste cose siano o rientrino nella vita normale di ognuno di noi o, meglio, della maggior parte delle persone. Ma oltre a queste ambizioni o doveri ci possono essere altre cose che alcune persone decidono di fare e sono le attivit di volontariato. Il volontariato secondo me una cosa pi che importante nella nostra societ, che coinvolge tanti tipi di persone, in particolare i giovani, come stato accennato nel titolo del tema. In quasi tutte le nostre comunit esistono delle associazioni di volontariato e credo che portino solamente positivit, solarit e coraggio in questa difficile vita

tinua a girare e cambiare nonostante il loro fermo. Devo dire che, trovandomi in questa situazione, ho capito e ho dato a queste persone pi importanza rispetto a prima, quando non avevo avuto contatto con loro. Credo che oltre ad essere assistenti sociali queste ragazze (forse non solo queste ma spero anche altre) siano persone buone, dignitose ma specialmente persone umili e altruiste che in questo brutto momento del nostro Paese vorrebbero far andar meglio le cose, sia per noi sia per tutti ed per questo motivo che decidono di fare volontariato. Queste persone le ammiro perch, oltre a fare qualcosa di positivo per la societ, a noi detenuti fanno trascorre un paio di ore alla settimana a contatto con il mondo esterno, raccontandoci ci che avviene e levolversi del mondo esterno che qui, essendo noi reclusi magari anche da qualche anno, tante belle cose ce le siamo dimenticate. Grazie a tutte le persone che fanno volontariato! Riccardo Zona 508

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Speciale
Bellezz a &
here asc M

u questo nuovo numero di ZONA 508, abbiamo lonore di pubblicare uno scritto del Professor Ivo Lizzola, docente di Pedagogia della marginalit e della devianza presso lUniversit degli Studi di Bergamo. stato quasi un caso, un piacevolissimo caso, ricevere questo testo. Il professore lha spedito a noi studenti dopo una lezione nella quale sottolineava la necessit di colui che ha compiuto un reato di cogliere che si altro da ci che si commesso, che necessaria unattesa su di s, unattesa di novit che porti quindi al non ridursi alla maschera indossata nel compimento dellatto criminale ed assumere cos

la propria responsabilit, la propria colpa. Qui il termine colpa non per forza un qualcosa di negativo, anzi, se coltivata e soprattutto riconosciuta, pu divenire fonte di vita rinnovata, pu spingere a trovare un nuovo inizio, provocare quindi ci che il professor Lizzola definisce una rottura instauratrice, instauratrice di riscatto, di riposo, di perdono. Un grazie sincero va quindi a Professor Ivo Lizzola.
Laura

La maschera

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Ogni cosa profonda ha bisogno di una maschera, dice il filosofo, e di una messa in scena. La maschera cela, il volto rivela: il volto di un uomo, di una donna il luogo dove il mondo, il tempo,

la vita un poco esce dal suo mistero. Nella sua unicit, nella sua capacit di nascita; e poi, di nuovo anche dopo il buio, il ritrovarsi nellambiguit della maschera nella sua possibilit di una nuova

nascita. Nelle relazione tra le donne e gli uomini allinterno del carcere, da dentro il fallimento e il riscatto, levidenza della colpa e la fatica della speranza, c la vita. Come il volto dietro la maschera. L pu Zona 508

nascere una nuova piega del tempo, un nuovo inizio. Oppure la maschera pu incollarsi al volto, soffocarlo. Quando la maschera quella assunta nel reato, definita dal dispositivo della sentenza, continuamente ribadita dallo stigma sociale, allora scompare il volto. Lo si pu negare anche a se stessi, il volto: ci si pu ridurre a quella maschera, pensando di saper recitare e o di non poter recitare che quella parte nella vita! Oppure poi pu pensare di rifugiarsi in cortine di giustificazioni, di cause e pressioni esterne delle quali ci si presenta vittime. Si nega quel che di s, della propria ombra si manifestato. Dobbiamo a volte provare a metterci in scena con altre maschere per conoscere possibilit altre e nuove che portiamo in noi e tra noi. Un nostro nuovo volto. Allora la maschera preziosa perch ci protegge un poco, riserbo e pudore, non falsificazione e inganno (verso altri e verso noi stessi). Come se servisse, per un momento, a farci provare un nuovo modo di entrare in scena, la abitabilit di una scena nuova che pu accoglierci e ospitare una nuova pagina del nostro racconto, una nuova prova. Per cogliere che si , si pu essere, altro dal s fino ad ora manifestato, occorrono due condizioni: che si guardi in faccia ci che si gi espresso; che si colga una attesa su di s, una attesa di novit, una fiducia esigente ancora offerta: laltro dentro di s non sar mai sondato e fatto nascere se non sar atteso, evocato e richiamato. Questo esige percorsi nel tempo, ascolto di s e ascolto di chi attende (un figlio, una moglie, un padre, altri cui dedicare attenzione e cura pur se non conosciuti, ). Senza scorciatoie, fughe, nascondimenti. Questa attesa viene negata, spesso, da chi si sente giusto e per continuare a sentirsi cos deve

imprigionare altri nel giudizio. Non pu concepire di rimettere le colpe, come non pu pensare alla vita che pu nascere dal lavorio della colpa. Nella cooperativa che dava lavoro ai semi-liberi incontro F, durante uno degli incontri nei quali periodicamente si riflette insieme sullesperienza di lavoro e sulle prospettive riparative e ricostruttive della propria biografia. Ci vediamo da diversi mesi, mi colpisce la sua sobriet, e la sua franchezza: ha un figlio, ha sette anni; lui al sesto anno di detenzione. La moglie ha caparbiamente tenuto le relazioni con lui e, per quanto possibile, quella col figlio. Ha cresciuto bene il piccolo, ha gi compiuto pi di un miracolo, mi ha detto piano F. Fine pena vicino ormai: ho un regalo per loro: me ne andr lontano. Il mio tesoro non dovr vergognarsi o dire bugie sul pap ai suoi compagni, e sua madre potr rifiatare, sar libera. Anche le nostre mogli vivono la prigione, e sperano la fuga. Cos lultima volta. Ma oggi F sta zitto durante il gruppo, con gli occhi assorti. Quando mi saluta mi guarda dritto: Torno a casa, devo farlo. Devo dire che ho sbagliato e sono capace di riprendere il filo, che ho lavorato su di me per sostenere la durezza che chieder. Che li amo tanto, che si pu amare anche se si compiuto un reato. Che si pu ricominciare. Mi lascia in mano un momento una cartolina: del figlio, per la festa del pap. Grazie ad altri possiamo tornare ad uscire da noi stessi, fuori dalluniverso chiuso della colpevolizzazione e della perfezione, del merito e del giudizio. Il senso di colpa il pi profondo appello di s ad un al di l da s. Pu provocare una rottura instauratrice, un ritorno al volto, un nuovo racconto e una nuova interpretazione. Pian piano lasciando la maschera: ci che doveva compiersi si dato, pur se resta fragile.

E nessuno escluso dal gioco, delicato e drammatico, dellombra da attraversare tra maschera e volto. Vittime e colpevole sono accomunati spesso dallessere fissati a ci che avvenuto: lingiusto che si fatto possibile. La vita comune li porta sul margine, quasi in esilio. Presto in un cono dombra. La vita comune non ha saputo difendere la vittima e si sente segnata da un debito irrisarcibile verso di lei. Vuol chiuderlo presto, il debito: i giusti non stanno

La maschera cela, il volto rivela: il volto di un uomo, di una donna il luogo dove il mondo, il tempo, la vita un poco esce dal suo mistero.

bene davanti al loro limite, alla loro ombra e ai loro fallimenti. Ma la vita comune ha pure ospitato il colpevole, il suo percorso e la ferita da lui arrecata alla fiducia del vivere insieme e allaltro. Lui cresciuto nellombra della trama della convivenza, ma tutto, tutto della ferita addebitato a lui: perch gli altri ne emergano al confronto tutti purificati e senza ombra. Come se piet e riscatto non fossero dimensioni preziose, necessarie per ognuna ed ognuno di noi: da attendere in chi incontriamo, da cercare in noi stessi. Il nostro volto lo conosciamo nello sguardo degli altri, quello sguardo che pu darci la fiducia di smettere un poco la maschera. E di diventare attori responsabili e spettatori attenti e partecipi. Ivo Lizzola Zona 508

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LE MASCHERE

u sembrare assurdo ma sempre pi spesso mi vien da pensare che la vita in se stessa sia una cosa meravigliosa; su diversi palcoscenici bisogna cambiare la propria maschera per adattarsi alle circostanze e immedesimarsi nel ruolo che, volta per volta, la vita ci propone, a seconda delle decisioni che prendiamo. Certo, pu succedere che una nostra aspettativa non si realizzi ma nonostante ci ci dobbiamo saper adattare. In un contesto come il carcere ci si trasforma metaforicamente in ca-

maleonti...Ci si adatta non per scelta ma per sopravvivenza, per conservare il cosiddetto quieto vivere, che spesso ti fa diventare sordo-muto-cieco...indifferente. Per fortuna esistono degli spazi in cui i vo lo ntari offro no lopportunit di essere se stessi. In queste occasioni posso tornare ad essere semplicemente me stesso: Giuseppe. Ammetto che non stato facile togliermi le maschere perch, per fare ci, necessaria una cosa fondamentale: la fiducia in se stessi. In questo contesto non cosa semplice da ritrovare ma, con il tempo, ci sono riuscito, accettandomi cos per quello che sono, senza

dover aggiungere o togliere nulla al mio modo di essere. Posso dire che questopportunit mi abbia aiutato a ritrovare una certa serenit con me stesso ed stata molto importante per vivere questo tempo sospeso nel migliore e costruttivo dei modi. Essa anche una buona palestra per ci che mi aspetter in libert... S perch, a mio parere, le maschere le portiamo tutti, indipendentemente dalla professione, religione, dal modo di vivere...alla fin fine siamo un po tutti camaleonti. Limportante che non porti maschere il vero amore. Giuseppe il saggio

IL BISOGNO DI UNA MASCHERA

hi di noi non ha mai indossato una maschera? Chi di noi non ha mai, per ambizione o necessit, fatto trasparire una personalit non sua? Perch si sente il bisogno di essere diversi? Chi nel mondo degli affari, non ha forse bisogno di imporsi nel lavoro e, dinnanzi agli altri, essere sempre il migliore? Chi si propone alla donna che gli piace cerca di essere come lei desidera; oppure uomini, ragazzi che per essere interessanti e progredire nel lavoro, avere una promozione o un miglioramento di vita in ogni senso, si propongono agli altri per quello che in realt non sono. Donne, ragazze che usano il loro aspetto nascondendo la loro intelligenza per avere un minimo di approvazione. La domanda che vi pongo : per-

ch? Perch non possiamo mostrarci per quello che siamo? Cos che lo vieta o lo impone? E la vita dei nostri giorni, lesasperazione di tutto e di tutti, il volere tutto e subito, la gallina oggi invece delluovo domani, tutto il pi delle volte a discapito di chi sempre e solo loro stesso. Quale il pericolo? Che si perda il contatto con il vero io, cos che la maschera la portiamo con noi stessi e alla fine davanti allo specchio non ci riconosciamo pi. Bench sia praticamente impossibile non indossare maschere nella vita, dobbiamo comunque sempre ricordarci chi siamo. A volte importante rinunciare per non cadere nei pericoli di assuefazione perch nella falsit si diviene chi non si . Laugurio che tutti imparino a crescere e a farsi accettare per come si , a lavorare su se stessi e

creare un mondo dove solo il Noi, il vero Noi, sia ci che proponiamo agli altri. Certo, cos facendo sar pi difficile esaudire le nostre aspirazioni ma di certo saranno pi vere.
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MASCHERE E POLITICA

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resso molti popoli, soprattutto africani, le maschere hanno significati complessi: rituali, magici, religiosi

ecc. In Italia, oggi, le maschere si utilizzano di fatto solo durante il carnevale e, in misura assai ridotta, sul pal-

coscenico quando si rappresentano le commedie dell'arte di alcuni secoli fa. La funzione della maschera, sia sul

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palcoscenico che durante le feste di carnevale, ha la funzione di nascondere il volto di chi la indossa. Tra le molte ricordo Arlecchino, il prototipo di chi poco serio e cambia troppo speso opinione e padrone; Pulcinella, chiacchierone che non sa mantenere i segreti n la parola data; Bertoldo, rozzo e furbo che pensa ai propri interessi; Gioppino, astuto e meschino. Con un piccolo, molto piccolo, sforzo di fantasia possibile rintracciare gli arlecchini, i pulcinella, i bertoldi e i gioppini tra il gran numero di teatranti che si agitano sul palcoscenico della politica italiana. La maschera aveva ed ha la funzione di non farsi riconoscere. Quindi indossandola si vuole apparire quel che non s . Si nasconde la propria identit. L'attore perde la sua faccia e la sostituisce con quella di cartapesta. Il pagliaccio dovr ridere e far ridere anche se triste, anche se nell'intimo del cuore magari addolorato o in lutto. In teatro,

nel cinema o in televisione l'attore uno che finge, ride o piange, ama o odia a seconda della parte che deve recitare. In definitiva un attore uno che sa fingere. Nella vita chi sa fingere un ipocrita. Ci sono in giro, e non solo a carnevale, una infinit di attori, quindi di ipocriti: appaiono per quello che non sono. Anche non pochi politici sono attori e ipocriti. Non dicono quello che pensano ma quello che alla gente piace sentire. Prendiamo, ad esempio, i politici populisti. Ne troviamo sia fuori che dentro il Parlamento ed alcuni riempiono le piazze con veri e propri spettacoli: l'importante dire male dell'avversario o dire male di tutto e tutti. I populisti promettono a tutti benessere ed imbrogliano chiamando ben-essere il ben-avere. Si fanno guidare non dalle convinzioni profonde o dai principi ma dai sondaggi, ossia dagli umori passeggeri della gente. Si mascherano per venire eletti e rieletti disposti a fare leggi che interessano pochi di loro capo fingendo siano utili a tutti i cittadini. Esistono per anche i politici che non sono disposti a perdere la faccia, non si mettono la maschera, non promettono ci che non possono mantenere. Non giurano fedelt ad un capo ma alla loro coscienza dopo

averla formata in modo retto e tenuta illuminata dai grandi valori in cui credono. C' un modo per smascherare i politici-attori, servitori di pi padroni come Arlecchino, chiacchieroni come Pulcinella, urlanti come Bertoldo o bastonatori come Gioppino: basta osservare gli atti che compiono. L'atto pi importante per un uomo pubblico l'esempio. Quando ha scelto di essere pubblico ha automaticamente rinunciato al suo privato. Deve quindi essere coerente, sempre. L'interesse dello Stato non deve entrare in conflitto con i suoi personali interessi e la sua condotta deve essere dignitosa in ogni circostanza, come dice la Costituzione. Anche dal carcere passano molti politici; di tutte le forme e di tutti i colori. Visitano, vedono, si scandalizzano per le condizioni in cui versano le strutture, promettono impegno, stringono mani, ostentano commozione e poi E poi?! Poi ci auguriamo solo che non tolgano una maschera per indossarne unaltra Giuseppe Ungari Consigliere comunale

SMASCHERARE LA BELLEZZA

aschera ci che immobilizza e divide. Quando ci mascheriamo, separiamo noi stessi dalla realt. Pi o meno consapevolmente, il mascherato costruisce unimmagine di se stesso e del mondo che lo circonda, cos che la maschera pu essere indossata ma anche fatta indossare: mascherato tanto colui che si finge diverso da ci che , quanto chi finge che sia diverso il mondo che lo circonda. Questa finzione nasce appunto dalla costruzione di unimmagine, dalla cosiddetta immaginazione, troppo spesso

confusa con lispirazione, che invece intuizione creativa. Limmaginazione non comporta alcuna creazione, bens la costruzione su basi differenti della realt dei fatti e, cos facendo, paradossalmente distruzione, disgregazione, divisione. Limmaginazione divide poich fissa nello spazio e nel tempo una concezione distorta della realt; costruisce stereotipi; genera falsit. Mascherare, ovvero immaginare, comporta dunque la negazione del reale, il rifiuto di un incontro con noi stessi, con il mondo che ci circonda, con tutto ci che esiste. Questo rifiuto immobilizza, annulla, in definitiva rende incapaci di esistere.

Quando invece ci poniamo privi di maschere di fronte alla realt, quando decidiamo di incontrare noi stessi e tutto ci che c attorno a noi, e lo facciamo con sincerit, allora si crea una sublime sintonia con tutto lesistente, i problemi non sono pi qualcosa o qualcuno da rifiutare ponendogli o ponendosi indosso una maschera, bens loccasione per la nostra crescita, la quale sempre conseguenza di una comprensione. In questo incontro, in questa comprensione, in questa crescita si partecipa dellesistenza. Possiamo allora dire che tutto ci che si maschera non esiste, poich proprio mascherandosi annulla la propria crescita. Ci che esiZona 508

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ste, per contro, che esiste in modo vero, non pu che essersi ed avere smascherato, non pu che essere ci che , in ogni istante del suo incessante divenire. E quando qualcosa o qualcuno non altro che se stesso, sprigiona

unindicibile bellezza, generata dallo stato di grazia del suo semplice esistere. Smascherare comporta dunque la scoperta dellintrinseca bellezza di tutto lesistete, ci che ne consente larmonia, la sua solida sin-

tonia. Tale bellezza permette al tempo stesso il divenire e lunione della molteplicit di tutte le cose. Bello allora tutto ci che esiste.
Andrea

LE MASCHERE

(C.Zagarini M. Cabassa)

non ci dai peso, fino a quando il tuo io non rimane offeso, indifeso dalla maschera che ti ha colpito, seppellito, ma tu sei calmo per un minuto, un minuto di pazienza dopo di che l'incandescenza prevale sulla pazienza, ma ti rilassi subito e ti chiedi come mai successo proprio a te, ti concentri sui tuoi sbagli non sapendo che le maschere sono sempre in agguato davanti a te, girano con te, stanno insieme a te mischiate tra la gente, dentro le persone che affronti quotidianamente, ti sfruttano e se tu parli non c' ascolto. Recuerdalo yo soy on e tu sei spento ichos de puta senza volto! Mscaras che vedo entro la chente Mscaras che Mscaras che vedo cotidianamente dentro la gente Mscaras che vedo entro la chente Mscaras soy M scaras che vedo continuamente cotidianamente Quante maschere che avrai trovato, con persone di cui ti eri fidato, magari innamorato di una maschera che alla fine ti ha ingannato, ti ha rigirato per i suoi scopi e ti ha lasciato il sapore acido dell'interesse nella bocca e sei sorpreso, non lo avresti mai creduto e sei incredulo su quello che hai vissuto, ma un po' sei cresciuto dentro di te. Mscaras che vedo entro la chente Mscaras che Mscaras che vedo cotidianamente dentro la gente Mscaras che vedo entro la chente Mscaras soy M scaras che vedo continuamente cotidianamente Ma le maschere peggiori sono sempre a contatto con i vincitori di una partita che li ha alzati di livello, e condizionano il tuo cervello con false informazioni. Sono furbe come volpi, ma non hanno fatto bene i conti e alla fine sono braccate e cacciate dalla tua vita, imperdonabili all'infinito, maschere che alle spalle ti han deriso.

Mscaras che dentro la gente. Mscaras cotidiana-

mente Di maschere ne ho viste tante nascoste nei volti della gente, quotidianamente, le vedi passeggiare per le strade del centro citt, ammassate l'una all'altra tante maschere, variopinte tra falsita e verdad, ma difficilmente riesci a descubrirle e in ogni caso non riesci a capirle in quanto sono molto furbe a rigirarti, a succhiarti l'anima e se ti capita

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La Bellezza...
Secondo Giuseppe il saggio...

uando si parla di bellezza mi viene spontaneo pensare alla cosa pi bella della vita: lamore. Quello che risveglia lanima e che fa desiderare di arrivare pi in alto ancora Quello che incendia il nostro cuore e che porta la pace nella nostra mente Lamore che rende tutto possibile, dove le fatiche ed i sacrifici non sono pi tali perch questo sublime sentimento porta ad un equilibrio che ci fa sentire cos

felici e realizzati, dove addirittura volere diventa potere. La bellezza diventa tale quando si riesce a stare insieme nonostante tutto e tutti. La bellezza semplice da trovare se si cerca soprattutto in se stessi. molto pi semplice apprezzare la bellezza altrui, daccordo; chiaro a tutti che locchio vuole la sua parte ma rimane il fatto per che lapparenza lascia il tempo che trova. Quando si ha lopportunit di conoscere a fondo una persona per tutto ci che essa , con i suoi pregi e difetti, si pu apprezzare con passo costante. Come se il fruscio delle pelli di foca sulla neve, lenergia, il sudore, il sacrificio costante della passione, possano rappresentare i gradini di una scala infinita che ogni giorno tentiamo di salire al raggiungimento di una meta. L sono immerso nel completo, gradevole silenzio assoluto, solo, a confronto col vento, il cielo infinito, la durezza del gelo e limmenso panorama. Stimolanti sensazioni che raffrontate con le altre persone esternano

la sua vera bellezza, quella interiore, e la si pu condividere. Per quanto mi riguarda ho potuto apprezzare amicizie che mi hanno lasciato un segno della loro bellezza individuale, per il loro modo di essere, di porsi e di vivere la propria vita. Si dice che non bello ci che bello ma bello ci che piace: a mio parere vero ma penso che in natura ci siano alcune bellezze talmente meravigliose che indiscutibilmente sono belle per tutti.
Giuseppe il saggio

Secondo Piova 54...

a bellezza dellinfinito silenzio Sono esclusivamente luoghi specifici dove trovo le necessit di riscoprire il bello; quasi che la mente e lo spirito si ricarichino notevolmente, azzerando tutte le problematiche della vita. Le vette o cime in alta quota, paragonabili al percorso della nostra vita, ogni qual volta raggiunte,

stesse emozioni con similitudini, trovat e nel la bell ezza e PROFONDITA del SILENZIO ASSOLUTO. Dimenticando totalmente i ritmi frenetici e gli stress della vita, quasi che tutto si azzerasse di colpo. La discesa se pur facile non trova sollievo a quelle sensazioni provate, rafforzando notevolmente il percorso della mia vita.
Piova 54

Ci sono tante bellezze che si possono notare anche da dietro le sbarre, come lalba del mattino, il fruscio del vento tra gli alberi che smuove le foglie giovani assopite sotto il sole ma io noto unaltra bellezza: quella dellanimo. In ristrettezze anche economiche, si nota in ognuno che pur avendo poco si disposti a condividerlo con chi appena giunto non ha nulla: dando del tabacco, un paio Secondo Sergio...

di pantaloni, una maglietta, un p di shampoo per la prima doccia in carcere Bisogna pensare che al momento del fermo non ti lasciano fare le valigie, entri in carcere come sei (con niente in pratica), e ti senti spaesato, specie se al tuo primo arresto. Ancora incredulo e pieno di dubbi entri in un ambiente a te estraneo con mille paure, ma vieni aiutato da sconosciuti, con piccoli gesti, poche parole ma confortanti e dette col cuore, che ti

danno una sensazione di relativa tranquillit (ovviamente ricordi che sei in carcere),e ti aiutano a superare quel primo momento di panico. Ti senti in quel momento sollevato da chi come te si trovato nella tua situazione e a sua volta stato aiutato da altri. Questa la bellezza che non si vede con gli occhi, ma si tocca con il cuore. Sergio Zona 508

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La bellezza di tornare bambini

i siamo mai chiesti perch ci piacerebbe tornare bambini? Certamente impossibile ma potremmo provare a guardare dentro i nostri figli, dentro i loro occhi che chiedono solo una carezza rendendoti indietro subito un sorriso e porgendoti una manina delicata che immediatamente ti sfiora il viso, dandoti una sensazione di leggerezza e complicit, volendosi donare a tutti i costi quando li teniamo per mano e porgendo subito dopo due braccia tese verso di te in segno di protezione. In quellattimo stesso siamo noi a sentire tutto lamore del

mondo partire con un sorriso dal cuore per stamparsi sulle labbra. E sentiamo una sicurezza infinita quando sono loro a ricordarci il valore della parola mamma, dimenticata troppo spesso da noi adulti, per egoismo maggiore. Un bimbo, un piccolo essere che cerca con tutta la sua forza di tenere insieme mamma e pap che troppo spesso si perdono dietro allindifferenza giornaliera, cercando di far capire loro che lorgoglio non esiste quando ci si ama. Basterebbe solo prendere esempio da loro ed imparare da ogni piccolo gesto, da ogni piccola lacri-

ma, da ogni grande sorriso, da tutto ci che sono capaci di donare senza aspettarsi nulla in cambio. Ed qui che arriva limbroglio della vita che troppo spesso ci insegna a non donare pi. E allora, sempre troppo tardi, ci accorgiamo di tutto quello che se n andato e non far mai pi ritorno. Impariamo dai nostri meravigliosi bambini ed apprendiamo dalla loro bellezza danimo che bello sarebbe tornare bambini seppur solo per un giorno
Rachele

La bellezza in carcere

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a bellezza in carcere percepita in modo diverso rispetto allesterno. Qui non sembra esserci nulla di bello, neanche la compagnia delle persone: pesanti che non ti scegli. Per molte cose acquistano valore:

bello vedere larrivo della primavera, i profumi e i colori sembrano pi forti e amplificati. bello larrivo della posta ed bello il momento prima della dellapertura della posta. La bellezza la complicit con le altre e le lettere delle mie figlie,

le sue lettere e immaginare il nostro futuro Qui il brutto non sembra bello ma ci che bello risulta fantastico. Rachele

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Cosa rappresenta per noi la bellezza

a bellezza dellessere umano sicuramente non la si trova nellesteriorit ma guardando dentro ogni persona. In me stessa riesco a riconoscere la bont della mia interiorit che spesso combattuta da sentimenti diversi. Apprezzo molto anche la bellezza naturale che si pu trovare in un prato pieno di fiori colorati; pursi che urale no di at ie za n ellez n prato p ab L u re in trova i pu rat colo iori f

troppo in questo contesto non riesco a ricordare la serenit e il piacere che donava al mio animo. Le passeggiate in riva al mare con i miei meravigliosi figli che a loro volta si incantavano a guardare la bellezza di un tramonto. Ma ora che sono lontana mi rimane solo il ri-

cordo e la tristezza delle meraviglie vissute ma poi faccio un salto nel futuro e so che presto torner a guardare e gustare tutte le bellezze perse in questo mio triste percorso.
Rachele

La bellezza in un nome

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a bellezza, per me, prima di essere innamorato era solo esteriore. Quando vedevo una bella ragazza ero attratto solo fisicamente, niente di pi. Poi, da quando mi sono innamorato perdutamente della mia compagna, la bellezza non stata pi solo esteriore. Oltre ad essere una

bellissima ragazza che allinizio mi ha colpito come tante altre, conoscendola e vivendola giorno per giorno, ho scoperto la sua bellezza interiore: la sua dolcezza, la sua bont. La bellezza a 360 della mia compagna ha cambiato anche me; mi ha reso un uomo migliore che pensa ad un futuro senza delinquere

perch una volta fuori dal carcere non voglio pi lasciarla sola e farla soffrire. La bellezza, in tutte le sue forme, io la conosco. La bellezza ha un nome e quel nome Francesca. Massimino U * BS

La bellezza in un sorriso
a bellezza per me e il sorriso di un bambino in una sala colloqui, e la mano tesa di chi ha meno di te ma se ne priva per darti un momento di serenita. il sorriso di tua moglie che, nonostante tutte le pene e le preoccupazioni che sta passando, quando viene a trovarti cerca in tutti i modi di farti stare bene anche se dentro di lei ce disperazione. Bellezza e riuscire a trovare ancora il modo di pensare che ci sara un futuro e che potrebbe non essere poi cosi lontano. Tutto questo per me e la bellezza! Mauro

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Riflessioni

ALLA REDAZIONE
ve, hanno una simpatia eccezionale, con loro vado daccordo e gli voglio tanto bene. Inoltre, ho partecipato al giornalino. Inizialmente avevo un po di vergogna e non mi aprivo tanto, ma poi con un po di buona volont ho cominciato a descrivere la mia storia, confrontandomi con qualcuno allinfuori di queste mura che comprendeva ci che noi detenuti proviamo in questo contesto. Mi piace andare al giornalino, le volontarie sono simpatiche (Roby una forza e le voglio un bene dellanima, come lo stesso per Brunella!). Credetemi, non vedo lora che arrivi il mercoledi per andarci, anche se solo per unora e mezza per me importante passare un po di tempo con quelli del gruppo, parliamo del pi e del meno malgrado noi qui non abbiamo tante cose da raccontare, mentre invece loro ci possono riportare tante cose essendo libere e passandosela meglio di noi. La cosa bella che ci capiscono anche se non hanno mai provato il carcere, provano ad aiutarci ad esprimere le nostre emozioni. Ci sono molti di noi che raccontano su un foglio di carta la loro vita, alcuni parlano dei loro figli e certi non hanno il coraggio di esprimere le loro angosce preferendo chiudersi in se stessi... ma ci brutto, essendo stata figlia e poi mamma il pensiero di non vederli n sentirli mi rende molto triste, e solo chi una mamma o un pap pu capirmi. Con questo ringrazio le volontarie e la redazione che a tutti noi danno lopportunit di esprimere questi nostri sentimenti, lontani da tempo dal mondo esterno.
Rachele

C S

iao! Mi chiamo Rachele, vengo da Napoli, e sono rinchiusa qui a Verziano da sette mesi. Dopo il mio ingresso, nonostante abbia attraversato momenti tristi, sono cominciati vari corsi e alcune mie amiche mi hanno convinta a fare le domandine per parteciparvi. Io non sapevo cosa fare ed ho scelto il corso di teatro. Che dirvia questo corso mi sono integrata bene, le due volontarie Giulia e Barbara sono molto bra-

ono lultimo arrivato nella redazione del giornalino ma non per questo non ho la facolt di dire la mia. Si sa che tante volte la prima impressione quella che conta e non ho potuto fare altro che considerare la positivit che si respira con il gruppo. E un momento di sana riflessione su problematiche che a volte risultano difficili da affrontare in carcere ed anche un ottimo luogo dove poter parlare liberamente di passioni che, a volte, vista la

nostra reclusione, si tende a dimenticare. Con laiuto dei volontari che propongono e ascoltano varie argomentazioni, la redazione diventa un ottimo momento per allargare la mente e la visione delle cose che, purtroppo, talvolta viene distorta dalla nostra condizione. Il fatto che poi il giornalino venga letto da tutti gli altri detenuti il modo migliore per poter dare a tutti loccasione di avere un momento di ragionevole confronto di idee e di svago. Si sa che non a tutti purtroppo L'idea che le mie parole potessero penetrare nell'ambiente proibitivo del carcere, mi rende, in qualche modo, una privilegiata.

piace la lettura ma, in questo caso, siamo noi a scrivere: detenuti come te, con talvolta i tuoi stessi problemi e con la mente costretta, per buona parte del giorno, tra 4 mura. Il fatto per di riuscire, tramite il giornalino, ad allungare anche per solo poco tempo i momenti di spensieratezza e di confronto con gli altri non pu che giovare! Perci un sincero grazie alle persone che rendono possibile questo, da parte mia e, scommetto, anche da parte tua!!! Eddy 73 Poi ci ho pensato. Io non ho fatto nemmeno un giorno di carcere. Sono totalmente all'oscuro delle problematiche e delle possibili

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uando mi stato chiesto di scrivere un articolo per questo giornale, non mi pareva vero, ho accettato di buon grado.

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soluzioni che gravitano attorno al complesso mondo dei detenuti. Cosa posso dire loro? Come avvicinarmi in punta di piedi, senza rompere il delicato equilibrio della vita di un/aDetenuto/a? Ho vissuto per breve tempo lesperienza dei colloqui settimanali quando mio marito(a quei tempi mio fidanzato) era detenuto a Canton Mombello, ma ho capito poco. Gli amici, e in generale le persone che sono uscite, tendono sempre a raccontare simpatici aneddoti o situazioni divertenti e inusuali della vita carceraria, dicendo quanto hanno riso e si sono divertite in quel frangente. Non accennano mai ai momenti bui, alla paura, alla solitudine che si prova in carcere. Forse perch danno queste cose per scontate, o forse perch Vogliono lasciarsele alle spalle, ma non ho mai sentito un/a exdetenuto/a dire quanto si sentisse solo/a e spaventato/a.

Io lo sarei, e tanto. Non ho paura di dire che avrei paura. Dannatamente paura. E qui entrate in campo voi, anzi il vostro coraggio. Gi perch essere un/a detenuto/a significa avere coraggio, il coraggio di aprire gli occhi la mattina e affrontare un nuovo giorno, il coraggio di accettare una convivenza forzata con persone sconosciute che magari non vi piacciono, il coraggio di stare lontano dalle persone che amate, il coraggio di fare scelte che condizioneranno la vostra vita per sempre. Io non so niente di tutto ci, lunica cosa che so che ci vuole coraggio, e non il coraggio di spaccare una vetrina, forzare una portiera o rapinare un ufficio postale, parlo del coraggio vero quello che uccide la rabbia e la trasforma in voglia di vivere nonostante tutti e tutto. Non finta retorica, dannatamente reale, si puo quasi toccare.

In realt larticolo avrebbe dovuto basarsi su tuttaltro argomento, ma non importa il tempo ci amico, e non una battuta di pessimo gusto. Il tempo quella cosa che possiamo espandere e restringere a nostro piacimento, unora di divertimento e spensieratezza sembra durare un minuto, mentre un minuto di sofferenza e solitudine sembra durare ore ed ecco unaltra forma di coraggio, il vostro coraggio, il coraggio di comandare il tempo, di usarlo, di farselo amico. Spero di essere riuscita a farvi passare un bel quarto dora, un piccolissimo lasso di tempo in cui vi siate sentiti un po meno detenuti e un po pi liberi e spero di poter ripetere questesperienza, perch, lidea di essere una voce fuori dal coro, mi rende, in qualche modo, cittadina del mondo, come voi. Denise

er me questa esperienza nata per curiosit, per il desiderio di poter vivere una novit e posso dire che ogni settimana ci sono novit per i vari argomenti che si affrontano. L'ambiente sereno, c' la possibilit di poter tirar fuori se stessi, di poter dire la propria opinione e di confrontarsi con gli altri. La cosa interessante potersi confrontare con altre persone, le volontarie che vivono la libert e hanno la passione del volontariato. Vengono qui dentro per noi detenuti e detenute e sinceramente questa passione mi affascina, dedicare del tempo agli altri... altri che in questo caso sono persone chiuse in carcere che stanno scontando una pena. La cosa che mi subito piaciuta stata essere considerato un semplice uomo, non diverso perch detenuto: la cosa particolare del mo-

mento che dura poco pi di un'ora ed speciale il rapporto che si creato con la redazione del giornalino. un po' di tempo che scrivo per Zona508 e di argomenti ce ne sono stati tanti e sono ancora qui che scrivo e, come dicono qui a Brescia, mi piace fess! Scrivere in questo contesto mi ha dato l'opportunit di vivere delle emozioni entusiasmanti, perch quando ci sono i valori sani e buoni, si crea un bellissimo rapporto e una sana collaborazione fra tutti noi; un rapporto basato sul rispetto reciproco, sulla lealt e sincerit. Nasce un'amicizia perch c' un rapporto umano, sto bene con gli altri redattori perch s'instaura una sana competizione e anche con gli altri compagni che si trovano nel carcere di Canton Mombello; fortunatamente qualcuno di loro riesce ad arrivare qui a Verziano e c'

anche chi esce in libert! Comunque, la forza delle volontarie tiene compatte le redazioni di queste due carceri nella realizzazione di Zona508, uno spazio dove ci si trova tutti! L'entusiasmo per ogni articolo occasione di scambio e di dibattito: potermi confrontare con le compagne, i compagni e le volontarie stato ed molto interessante perch mi ha dato spunti per diverse riflessioni. La cosa che mi piace che con il tempo ho trovato l'opportunit di essere me stesso, senza preoccuparmi pi di tanto ho imparato ad accettarmi cos come sono... semplicemente Giuseppe! La redazione mi ha chiamato il Saggio... io cos saggio non mi sento, anzi, se guardo dove sono mi sento tutt'altro ma sapete la novit? Mi piace pensare che questa realt sia il residuo di un passato che oggi non c' pi, perch mi Zona 508

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sento un Giuseppe migliore e per questo desidero ringraziare le volontarie della redazione Zona 508, perch penso che in parte abbiano collaborato pure loro a questo mio piccolo miglioramento come essere umano e credo che l'abbiano vissuto insieme a me. Nonostante tutto, mi sento di dire che si pu cambiare, se si vuole; che sia possibile realizzare il desiderio di vivere una vita degna di essere vissuta. Io mi sono chiesto: perch scrivo per Zona 508? Con il tempo ho

trovato la risposta: per avere la possibilit di essere parte di un qualcosa che dia voce a chi non ha il modo di dire ci che ritiene giusto dire. Poter vivere e lasciarmi vivere da chi ha la pazienza di ascoltarmi, di conoscermi. Nonostante tutto sono un essere umano, un individuo in grado di rendere la propria vita degna di essere vissuta. Voglio ringraziare tanto tanto i volontari e le volontarie, in particolare vorrei augurare buona fortuna a Giulio, perch ho saputo

che si trova all'estero per lavoro e poi le volontarie che sono tante, Roberta, Brunella, Paola, Marta, Michela, Camilla, Luisa etc... per la dedizione, la costanza, la pazienza, la simpatia e per l'amicizia affettuosa e sincera, quella genuina, vera, sana, fatta di seriet e rispetto... Grazie di esistere! Grazie per aver reso la detenzione pi costruttiva, interessante, dinamica e umana! Con stima e affetto sincero! Giuseppe Pio

Prima e dopo

icordo bene la prima redazione di ZONA 508, circa dieci anni fa. Eravamo in quattro/cinque donne, nella saletta della prima sezione femminile di Verziano, seguite dal Prof. Sandro Zucchelli, colui che ci aiut e rese possibile la realizzazione dle nostro giornalino, credendo in noi e nel nostro progetto. Grande forza e sostegno vennero anche da Madre Mirella, da sempre punto di riferimento insostituibile per noi detenuti/e. Allinizio era tutto nuovo, non ben definito, ma era talmente forte lentusiasmo e la voglia di creare un giornale nostro, che subito ci mettemmo al lavoro individuando gli argomenti ed i relativi articoli, organizzando le impaginazioni e mettendo a fuoco gli obiettivi che volevamo raggiungere. Nel corso del tempo la nostra iniziativa fu accolta anche dalla sezione maschile, sia qui a Verziano che a Canton Mombello. I primi tempi uomini e donne si riunivano separatamente. Ricordo bene quanto lottammo per avere le sezioni unite, circa quattro anni fa, riuscendo a superare quegli

ostacoli burocratici e di sicurezza riscontrabili in un Istituto di pena. Ad un certo punto il Prof. Zucchelli, avendo altri impegni, dovette lasciare la redazione, ma subito arriv laiuto e la professionalit del giornalista Marco Toresini, che tuttora il nostro Direttore Responsabile. ZONA 508 assunse cos una veste nuova, pi giornalistica. E infatti, nel 2007 ottenne anche lautorizzazione del Tribunale di Brescia, e fu motivo di orgoglio per tutti noi. Contemporaneamente inizi la presenza alternata di molti ragazzi/e volontari dell Ass.ne Carcere e Territorio, che divent (ed tuttora) il nostro editore. In questi anni ho conosciuto molti di loro: alcuni non li ho pi rivisti, altri continuano a partecipare alla redazione qui a Verziano, a Canton Mombello e allesterno presso ACT. Sono i nostri punti di riferimento, ponti con lesterno; E' con loro che organizziamo gli articoli, i temi da affrontare, le copertine e tutto ci che ruota attorno ad ogni numero. Con questi ragazzi ormai si creato un clima amichevole, di familiarit e affetto. Non posso non citare la mitica

Roberta, la prima volontaria che ho conosciuto in redazione e che costantemente viene ogni settimana. Tanto minuta quanto forte, una donna incredibile con una dolcezza, una disponibilit ed unapertura mentale rari da trovare. E Matteo? Anche la sua presenza stata fondamentale; Era il nostro portavoce, sempre sempre attento ai nostri pensieri ed alle nostre posizioni. Poi si laure e dovette dedicarsi alla sua carriera. Non dimentico nemmeno tutti i

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discorsi di attualit, di politica, e le grosse, grasse risate fatte con Giulio, anchegli andato via per altri impegni. E adesso chi c oltre Roberta? Beh, in effetti non c un granch, solo qualche ragazza, insignificanteAH AH AH!!!!......ci siete cascate eh? Si, st parlando di voi: dellesuberante Brunella, della

dolcissima Paola e della simpaticissima Marta. Ah gi dimenticavo: sono anche bellissime e bravissime, altrimenti chi le sente quando le vedo! Bene, devo dire che ZONA 508 ha una bella storia, coronata anche da premi e riconoscimenti, come il Premio cronisti Vergani asegnato pi volte.

Il maggior auspicio quello di continuare a credere in questo progetto, perch la nostra voce che va fuori da queste mura, e dobbiamo sempre sperare e credere che questa venga ascoltata. Siamo noi a diffonderla: pi siamo a tirarla fuori, pi forte e dice Ci siamo!. Letizia

Ragazzi, latte Sono circa le 8:20 quando sento queste parole sussurate dallo spioncino. Mi alzo dal letto e d una bottiglia vuota ad un ragazzo che tutte le mattine me la riempie. Veloce, metto sul fornello la moka del caff e poco dopo colazione velocissima, una sciaquata al viso, tuta e scarpe da ginnastica e mi precipito giu in cortile per correre e fare delle trazioni su un ferro che si trova allentrata del cortile stesso. L ci trovo solitamente una quindicina di ragazzi che si scambiano un serio buon giorno, serio e grintoso: la giornata va affrontata con grinta e aggiungo che questo saluto da un senso di rispetto che resta nellaria per piu di unora. Finito lallenamento salgo di corsa le scale, inumidito dal sudore e chiamo un tale (1) ad aprirmi la porta della mia stanza (2). Veloce indosso laccappatoio e via in doccia: un vero momento di relax. Quando rientro in stanza mi siedo vicino al calorifero, una asciugata alla testa e di nuovo una moka di caff seguita da una sigaretta. Nel frattempo una voce assonnata mi saluta e mi chiede: che ore sono emy? Rispondo che sono quasi le 10:00 e prima che mi venga chiesta offro una tazza di caffe al mio compagno. Ah, di compagni in stanza ne ho 4 ma la stanza si

Ragazzi, latte
r i emp i e ve r so m e z zo gio r nobuon giorno, buon giorno, buon giorno Andiamo dalleta di 23 anni alleta dei 40 passati, con passioni in comune e un vizio trasgressivo, niente di malema un po matterelli lo si e! Qualcuno e del sud ed altri del nord, ma lunica cosa che puo dare problemi non e let o la provenienza ma il carattere: c chi calmo e passivo e chi un terremoto e vi prometto che prima di cena c da ridere, ma ridere sul serio. Di solito il terremoto si sveglia prima del calmo: e stai ancora dormendo? Svegliati va l e lavati la faccia, sembri un calabrone uscito da una trave di legno, muoviti un p di, di E quello calmo lascia passare una decina di secondi: non farti trovare davanti a me, perch ti metto la testa dentro il cestino dello sporco! Questo dialogo continua fino allorario di cena. Io dormo su un letto a castello, quello sopra, e alla fine di ogni esclamazione vengo guardato dal basso con unespressione che mi chiede un consenso. Io per non fare torto a nessuno accenno una schiacciata docchio e mi ritrovo coinvolto dal vivo, o quasi, in un film simile a quelli di Aldo, Giovanni e Giacomo. Dopo cena si gioca a carte almeno per due ore, non prima di aver visto il telegiornale versione integrale: dobbiamo sapere quello che succede fuori da questa stanza, qui si usa cos! Dopo le carte non manca la ricerca di un buon film e, se si trova, ci si promette di stare zitti e guardarlo con attenzione. Vi ricordate di quel tale? B, lo si vede 4 o 5 volte al giorno ma a mezzanotte ci conta, ci d la buona notte (non sempre in realt) e ci chiude una seconda porta. Seguono dei rumori da parte nostra e una risata immancabilebe natura fa e cirio conserva! Poco dopo mi addormento sereno e con il pensiero rivolto al futuro. Uno sguardo ai ragazzi e vedo che piu o meno la pace nella nostra stanza, pi pi che menoci vediamo domani. Io scrivo da canton mombello, cella 48 emy Agente penitenziario Cella 48 Zona 508

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conoscersi

o sempre pensato di conoscermi bene ma pi passa il tempo e pi le esperienze di vita mi dicono il contrario. Pensavo che il mio modo di pensare e di confrontarmi con determinate persone non avesse pregiudizi ma mi sbagliavo. Nella situazione in cui mi trovo attualmente, in cui mai avrei pensato di ritrovarmi, mi rendo conto che al di l delle mura, nel mondo reale, sentir parlare di un detenuto spaventa. Si giudicano queste persone puntando loro il dito, come se avessero un marchio; lo facevo anchio ma una cosa che ora non trovo giusta. S, sicuramente si sbaglia ma questi sbagli si pagano a caro prezzo: ognuno paga sulla propria pelle, ognuno ha la propria storia, ognu-

no ha la propria vita. Poi mi chiedo: Ma in fondo nella vita chi non ha mai sbagliato? Non una giustificazione ma mi accorgo che prima il mio modo di pensare era diverso. In questa situazione invece ho trovato persone meravigliose, con cui basta uno sguardo per capire lo stato danimo senza bisogno di tante parole, cosa che fuori non succede quasi mai. Al di fuori di queste mura si d tutto per scontato, si apprezza molto di pi lapparenza che linteriorit e si d molto peso alla materialit che alla fine porta a non conoscere realmente le persone e a non comprendere che le cose materiali non pagano come quelle spirituali: quanto appaga poter donare un sorriso ed aiutare un amico nel momento del bisogno, soprattutto in questo contesto! Sicuramente, se prima di tutto questo mia figlia fosse tornata a casa presentandomi un ex-

detenuto, avrei lottato con unghie e con i denti perch la relazione non procedesse. Certo, anche in questo momento non farei salti di gioia ma nella vita si pu cambiare e capire gli errori del passato. Poi, in fondo, nella vita chi non sbaglia? e chi sbaglia paga alla fine i propri errori. Quindi ora mi accorgo di aver sbagliato: per quando riguarda le mie figlie, per esempio, credo di aver tramandato anche a loro dei pregiudizi e sicuramente un modo di pensare non troppo corretto nei confronti delle persone che, in qualche modo, non se lo meritano o hanno avuto una vita molto difficile, poste davanti a scelte sbagliate e spesso costrette. Quindi la conoscenza del prossimopassa attraverso la conoscenza di se stessi. Poi forse potr insegnare, anche se insegnare non proprio la parola pi giusta; meglio dire che potr far capire a chi verr dopo di me che prima di giudicare gli altri si deve guardare dentro di s. Tanti sbagli nella vita si fanno proprio perch pensiamo di essere nel giustoma chi pu dirlo se in fondo non conosciamo noi stessi!! Patty

Sono qualcuno

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osso essere giovane o vecchio...colto o analfabeta...ma la cosa importante che sono qualcu-

no! Posso essere nero o bianco...ricco o povero...ma la cosa importante che sono qualcuno! Posso essere grasso o magro... sposato, divorziatocelibe o vedovo...ma la cosa importante che sono qualcuno! Posso avere successo nella vita o essere una frana, posso essere un

peccatore o un santo... ma la cosa importante che sono qualcuno! Io penso che sia arrivato il momento di prendere tra le mani questa mia vita e renderla degna di essere vissuta nonostante tutto. Non facile accettare che ci siano e sempre ci saranno delle porte chiuse, altre invece sbattute in faccia ma con pazienza e tanta buona volont vado avanti. Accetto la realt, ora devo raccogliere ci che in passato ho seminato, la vita non facile. Bisogna considerare che la fiducia

una cosa difficile da conquistare e poi, si sa, nessuno ti regala mai niente. Io riconosco di aver fatto degli errori nel mio passato ma nonostante questo vivo il presente con serenit per potermi costruire un futuro migliore. Un futuro che possa compensare e riscattare ci che ho fatto nel mio passato. Io accetto la diffidenza che posso suscitare ma la cosa importante che io sono qualcuno! Giuseppe il saggio

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oesia P
Primavera
E' tornata la primavera! Il cielo terso, un vento leggero muove gli alberi ancora spogli, le rondini solcano i cieli per un lieto ritorno, gli uccelli cinguettano costruendo i primi nidi, il contadino dopo il torpore invernale torna nei campi a coltivare, la natura si sveglia a viver sobria la stagione sua, linverno passato, primavera! E' primavera sembra gridi la primula che spunta rigogliosa dal fertile terreno. Il sole sorride e leggiadro il tepore che esso d. Un frusco di vento, ecco una nuvola e poi il temporale! Ma primavera e presto il sole torner a risplendere, a dare il suo calore. Tutto si desta, tutto sembra torni a vivere. I fiumi gonfi delle prime piogge, il verde che torna pian piano a regnare nelle campagne tutte. Via le pesanti vesti! Via le coperte dai letti! Aprite le finestre! E' primavera bisogna festeggiar! FC 286

Occhi
Visi, sguardi: tutte con una propria storia, chiuse in questo purgatorio luogo di espiazione dei nostri peccati di gelosia, di denaro, damore. Dimenticate dal mondo fuori Occhi assenti, persi, dolci, arrabbiati... cercano in altri laiuto al loro dolore. Donne, madri, chiuse fra queste grigie mura: ora leggo nei loro volti la speranza, la paura, la realt Il tempo, odiato e amato, passa I minuti, le ore, i giorni, lenti e inesorabili, ti fanno ricordare che sei ancora viva, in attesa della parola magica liberante. Noi donne.semplicemente donne! By Patty

Le parole ad un amico
In queste parole ci sono io, un libro che conosco molto bene, dove ripassando tra le pagine, sto ricostruendo il mio passato, convinto di rivedere un futuro positivo. Forse se non avessi commesso tanti sbagli, finendo in carcere, non avrei mai conosciuto il valore vero della vita. Ora, dopo una vita da sballo e trasgressioni, ricomincio da qui a riscrivere la mia nuova vita. Marco San

Il coraggio
Il coraggio di guardare a domani, dimmaginare il futuro. Il coraggio di andare oltre ai nostri limiti ed accettarli. Il coraggio di essere scomodi e di dire le cose come stanno. Il coraggio di essere diversi e rifiutare il giudizio degli altri. Il coraggio di ammettere i nostri errori e pensare di avere sbagliato. Il coraggio di cambiare abitudini e creare ogni giorno qualcosa di nuovo. Il coraggio di avere paura di qualcosa, di niente e di tutto. Il coraggio di affrontare la giornata, per sentirsi finalmente vivi. Il coraggio di camminare a testa alta, per non essere scesi a compromessi. Il coraggio di uscire dallegoismo e di essere egoisti solo un poco. Il coraggio di esprimersi, per una reale crescita. Il coraggio SI, per respirare unaria nuova. Piova 54

Per un'amica
A volte non servono parole, perch esiste un'alchimia che ti fa riconoscere gli altri senza bisogno di formalismi in quanto uno sguardo, un sorriso schiudono porte e aprono orizzonti indefiniti... Tu sei cos, mia dolce amica comunichi col tuo sorriso, con la tua dolcezza, con la tua semplicit, con la tua contagiosa voglia di vivere e riesci a risplendere anche in questo triste palcoscenico macilento. Io sono sicuro che un giorno riuscir a trovarti, nell'universo mondo cos uguale, cos preziosa, per riuscire a condividere altri momenti, insieme. Giorgio Zona 508

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Ridiamo insieme...

Tre pipistrelli...

i sono tre pipistrelli che ogni notte, da molti anni, si ritrovano su un cornicione di un castello. Una notte, uno dei tre, ormai stufo di passare sempre le notti cos, si rivolge agli altri due dicendo: Perch non facciamo una gara a chi succhia pi sangue alle persone? e gli altri due rispondono: Si, va bene! La notte seguente il primo dei tre parte e sta via per quattro notti. Quando torna, tutto sporco, gli altri, incuriositi, gli chiedono dove sia stato cos a lungo e lui risponde: lo vedete quel castello laggi in fondo?

E loro: si... Ecco c'erano dentro cento persone e le ho uccise tutte. Gli altri due esclamano: Ooooooh!!!! La notte successiva il secondo pipistrello parte e sta via due settimane. Una notte torna tutto sporco di sangue e gli altri due gli domandano dove sia stato e lui risponde: lo vedete quel castello laggi in fondo? E loro: s... C'erano 200 persone , le ho uccise tutte... Gli altri due pipistrelli esclamano: Ooooooh!!!!! Alla fine la notte seguente parte

il terzo pipistrello e sta via per 4 lunghi mesi. Una notte lo vedono arrivare tutto sporco e rotto... e gli chiedono: Ma dove sei stato? Lui risponde: lo vedete quel castello laggi in fondo? E loro: si... Ecco... io non l'ho visto!!! Luigi

Gigi Bertel

un operaio della Fiat di Torino che si chiama Gigi Bertelli. Un giorno Gianni Agnelli si reca in visita al suo stabilimento e facendo il giro passa davanti alla macchina di Gigi Bertel; lo guarda, lo riconosce e gli va incontro abbracciandolo e baciandolo tra lo stupore del Direttore e di tutti gli altri operai. Il Direttore chiede a Gigi Bertel che rapporti avesse con Agnelli, lui risponde di non preoccuparsi che sono amici. Passo un po di tempo, allo stabilimento viene in visita il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Mentre fa il suo

giro passa davanti al macchinario di Gigi Bertel; lo guarda, lo riconosce e gli va incontro abbracciandolo e baciandolo. Il Direttore e gli operai sono sempre pi stupiti. Dopo 10 minuti di conversazione il Presidente saluta Gigi Bertel. Il Direttore domanda a Gigi che rapporti avesse mai con Scalfaro, Gigi Bertel risponde di non preoccuparsi che sono amici. Prendendo la palla al balzo Gigi Bertel chiede al direttore una settimana di ferie per andare a Roma a trovare un suo amico. Il Direttore gli risponde: non dirmi che vai a trovare il Papa Gigi Bertel risponde di non pre-

occuparsi di quello che andava a fare. La domenica mattina in Piazza San Pietro durante lAngelus del Papa, presente anche il Direttore della Fiat. Vede Gigi Bertel accanto al Papa. Nel frattempo, dalla sua postazione, Gigi Bertel vede il Direttore svenire. Scende, lo rianima e il Direttore gli dice: mi pu star bene che tu sia amico di Agnelli e di Scalfaro , ma sono svenuto quando il filippino accanto a me mi ha chiesto chi fosse quella persona con la tunica bianca in parte a Gigi Bertel Jonny

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"A l
ezione

Ufficio Matricola del carcere


"Il nuovo giunto viene condotto all'Ufficio Matricola, dove gli viene aperta una pratica e gli viene assegnato un numero di matricola. Alla pratica cos costituita vengono allegati tutti gli atti che lo riguardano, nonch la posizione giuridica (reati, cumulo delle pene, fine pena previsto). Ogni comunicazione tra l'autorit giudiziaria e il detenuto avviene attraverso questo ufficio, il quale assume un ruolo

di

riminologia

enitenziaria"

veramente centrale all'interno dell'istituto. Qui infatti vengono registrati tutti i movimenti. L'identificazione del nuovo giunto viene fatta con la fotografia e con le impronte

di Beatrice Ferrari

digitali. Il soggetto viene inoltre sottoposto a visita medica al massimo entro il giorno seguente. Egli subisce poi una visita psicologica, molto importante, finalizzata ad escludere il pericolo di suicidio.

Polizia Penitenziaria
"Il corpo di Polizia Penitenziaria stato istidenze del Ministero della Giustizia ed un corpo civile. Il personale suddiviso in tre ruoli, secondo l'ordine gerarchico: re, ispettore capo) 2. ruolo dei sovrintendenti (vice sovrinten31
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dente, sovrintendente, sovrintendente capo) scelto, assistente, assistente capo) Gli appartententi alla Polizia Penitenziaria hanno dovere di subordinazione gerarchica superiori gerarchici."

tuito con la legge 395/1990. posto alle dipen- 3. ruolo degli agenti e degli assistenti (agente

1. ruolo degli ispettori (vice ispettore, ispetto- nei confronti del direttore dell'istituto e dei

galeotte Ricette
Bavette al guanciale
Ingredienti
500 g di bavette cipolla tritata grossa 500 g di guanciale di maiale tagliato a dadini 1 noce di burro 2 cucchiai di olio extra vergine 2 pomodori spelati e cotti

Preparazione:

ettere in padella cipolla tritata, una noce di burro, 2 cucchiai di olio di oliva. Rosolare lentamente con i 2 pomodori pelati, e quando si asciuga lacqua introduci il guanciale tagliato a dadini, un po di pepe, 1 peperoncino rosso calabrese (il famoso corno) tagliato a pezzettini e cuoci il tutto. Spezza le bavette in due e gettale in acqua quando bolle, un po di sale grosso e quando la cottura a piacimento scolarle amalgamandole con il tutto.

Salame dolce alle noci e biscotti secchi


Ingredienti
500 g di biscotti secchi 1 bustina di cacao amaro bustina di cacao dolce 1 uovo 3 cucchiai di zucchero 1 pizzico di sale 250 g di noci California tritate carta velina

Preparazione:

T
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ritare i biscotti e le noci e mettere il tutto in una terrina. Poi introdurre tutti gli altri ingredienti e amalgamare il tutto formando un impasto con la forma tipica del salame. Avvolgerlo in carta velina.

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Mi dai un consiglio?
Ovvero, scambio di idee e consigli semplici, veloci ed economici per mantenere una buona forma fisica, mentale e relazionale IL DETERSIVO PER I PIATTI STA FINENDO e non hai un altro flacone a disposizione? Non preoccuparti: in attesa di comprarne uno aggiungi al detersivo che ti rimane la stessa quantit di aceto. Agita bene ed ecco che te ne ritrovi la doppia quantit!

MACCHIE DI FRUTTA? Se il tessuto di cotone bianco usa il succo di limone. Se non bastasse emulsionalo con un po di sale. Se cotone colorato, invece, tamponalo con il latte caldo.

MITI E LEGGENDE (FALSI) SULLA TINTARELLA Comincia a fare caldo ed ecco che corriamo ad esporci al sole ma pelle. Ad esempio una crema casalinga allolio di oliva pu essere benefica come doposole ma DANNOSA come crema abbronzante! se hai la pelle scura comunque necessario che usi la crema protettiva! La pelle, infatti, va in ogni caso protetta dai raggi ultravioletti (UV) responsabili del suo invecchiamento e talvolta dellinsorgenza del melanoma (tumore maligno cutaneo). se nuvoloso metti la crema protettiva perch lazione dei raggi UV sempre presente esistono alcuni comportamenti, dovuti a false credenze, che possono risultare pericolosi per la nostra

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Hai anche tu un rimedio, una ricetta, un libro, un lavoretto da consigliare? Mettiti in contatto con i componenti della redazione delle carceri di Brescia e/o Verziano oppure scrivi alla Redazione di ACT

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ROSCOPO O

nati tra il 21 Marzo e il 20 Aprile I nati tra il 21 e il 26 Marzo sono chiamati da tempo a prendere decisioni in qualche caso anche definitive. Venere (dal giorno 10 fino a fine mese) rende comunque tutti gli Ariete brillanti e determinati.Vi sentirete desiderosi di nuove conoscenze, favorite anche dagli ottimi aspetti nel settore dei viaggi. Dal giorno 22, potrete contare anche su quel pizzico di intraprendenza che favorisce le missioni impossibili nati tra il 21 Aprile e il 20 Maggio Venere in Gemelli vi richieder una maggiore intraprendenza, una comunicazione pi brillante ed efficace. D'altra parte, con Giove e Marte dalla vostra, non vi sar difficile conquistare anche le prede pi ambite, grazie ad un fascino ineguagliabile.Dal giorno 17, Mercurio in Cancro vi assicura l'en-plein: le atmosfere romantiche e sentimentali saranno il vostro asso nella manica. nati tra il 21 Maggio e il 21 Giugno Venere, nel segno dal giorno 9, pi che eloquente nel favorire le vostre strategie seduttive, sempre molto ironiche e cerebrali. Troverete pane per i vostri denti: interlocutori brillanti e all'altezza delle vostre scherzose provocazioni.Bandita la noia, vi terrete alla larga dalle persone noiose e troppo seriose per poter comprendere la sottile intelligenza di chi sa prendere la vita alla leggera. Pi che bene!

nati tra il 22 Giugno e il 22 Luglio Inizia il recupero del sentimento, quello che tanto vi rassicura e vi fa sentire protetti.Giove, in ottima angolazione nel settore delle associazioni e delle amicizie, promette fortuna nelle relazioni, purch ci sia da parte vostra lo sforzo per uscire dal guscio e aprirvi a nuove conoscenze.

nati tra il 23 Luglio e il 22 Agosto Mercurio e Venere in sestile: una bella presenza assicurata, con schiere di corteggiatori e corteggiatrici . Godetevi le luci della ribalta, ma non siate insofferenti, perch Marte ancora in una posizione insidiosa, quantomeno fino al giorno 21 e non premia l'impulsivit. Dal giorno 5 lasciate perdere le missioni impossibili. nati tra il 23 Agosto e il 22 Settembre Sarete estremamente determinati, soprattutto i nativi della prima decade, anche fortunati; potrete cos puntare con decisione al cuore di chi vi interessa. Sarete meno cerebrali del solito e non perderete troppo tempo in valutazioni troppo rigorose. I pianeti in Gemelli vi richiedono un briciolo di elasticit in pi: proibito nascondere il vostro acuto senso dell'umorismo perch potr fare la differenza.

nati tra il 23 Settembre e il 23 Ottobre Ci sono buone chances di recupero di una sana leggerezza e del desiderio di confrontarsi: una Venere benaugurante facilita il dialogo e una maggiore spensieratezza.Con una serie di passaggi in ottava casa e un Plutone molto rilevante, per contro, difficilmente resisterete alla tentazione di testare l'effettiva disponibilit di chi incontrerete. Forse sono inamovibili solo i Bilancia nati tra il 2 e il 3 di Ottobre.

nati tra il 24 Ottobre e il 21 Novembre Una Venere light invita ad essere pi ironici e meno viscerali nei pensieri e nelle parole. Alle volte, restare in superficie, pu essere anche divertente.Fate attenzione agli sbalzi di umore e all'impulsivit: pensate cento volte prima di parlare e non aspettatevi che l'altro sia sempre in sintonia telepatica coi vostri pensieri. nati tra il 22 Novembre e il 21 Dicembre Le opposizioni dei pianeti in Gemelli vi richiedono di ascoltare anche le ragioni del partner, in una dialettica costruttiva, che pu insegnarvi a considerare come una ricchezza il punto di vista dell'altro. L'accumulo di astri in sesta casa, quella della quotidianit, vi invita a focalizzarvi sulle piccole cose e su una continuit di gesti e attenzioni, che saranno particolarmente gradite da chi amate. nati tra il 22 Dicembre e il 20 Gennaio L'azione combinata di Plutone, in quadratura a Urano e a Saturno e di Nettuno, in quadratura a Venere e a Marte, pu aver reso irriconoscibili i nativi dal 22 al 26 Dicembre: sembrano essere momentaneamente sprovvisti della consueta lucidit. Dal 10 Giugno a fine mese, potrebbero essere anche piuttosto svagati.

nati tra il 21 Gennaio e il 19 Febbraio Le posizioni planetarie enfatizzano l'importanza dei valori dei segni del Toro e del Cancro, probabilmente troppo tradizionalisti per la vostra mentalit. Tuttavia, Mercurio e Venere nei Gemelli saranno garanzia di quel tipo di socialit nella quale sapete dare il meglio. nati tra il 20 Febbraio e il 20 Marzo E' gi lanciatissima la prima decade, che, in molti casi, sta assistendo a una ripresa clamorosa. Pi in generale, Giove, che entra in Toro nei primi giorni del mese, garantir per molti mesi l'avvicinamento a quell'ideale sentimentale cui tutti i Pesci tendono. Un paio di pianeti in orbita dissonante impediranno forse la perfetta quadratura del cerchio, a causa di qualche piccolo malinteso in famiglia; passer prestissimo.

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Caro amico ti scrivo...

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L' Associazione Carcere e Territorio di Brescia orientata alla promozione, sostegno e gestione di attivit che sensibilizzino l' opinione pubblica riguardo alle tematiche della giustizia penale, della vita interna al carcere e del suo rapporto con il territorio. Promuove e coordina intese interistituzionali e collabor azioni, sui pr oblem i car cer ar i, tr a l'amministrazione penitenziaria, la magistratura, le amministrazioni, le forze politiche, le organizzazioni del privato sociale e del volontaria to. Promuove e realizza le iniziative che favoriscano, all'interno del carcere: l' assistenza socio-sanitaria, l'organizzazione di attivit sportive, ricreative, formative, scolastiche, culturali e lavorative, l' or gani zzazi one di per cor si di for m azi one professionale e di progetti sperimentali per l' i ns e r i m e nto l a v or a ti v o de i de te nuti , il reinserimento sociale del detenuto al termine della pena. Visita il sito www.act-bs.com per saperne dipi

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