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Francesco Preziosi
AVVERTENZE:
1. Chi crede che esista un solo tipo di musica da venerare come un imperativo categorico
assoluto, perché vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare.
2. Chi crede che la musica è tale solo se ostenta virtuosismo e barocchismo compositivo.
3. Chi non ha capito che la musica è espressione di un'interiorità e come tale acquista
significato solo in relazione a chi l'ascolta.
Non esiste musica bella o brutta in assoluto. Esiste solo musica capace di suscitare tale o tal
altro stato d'animo, emozione o ricordo.
4. A chi non ha capito che non esiste una parola che sia perfettamente sostituibile con
un'altra, poiché resta sempre una certa differenza di significato e di uso; infatti la perfetta
sinonimia presupporrebbe l'intercambiabilità in tutti i contesti.
Del resto, se servono un Cazzo e un Vaffanculo, è inutile usare una Mazza e un Vai a quel
paese.
Era uno di quei pomeriggi d'estate che solo chi ha vissuto in quella terra di motori e
porcilaie può ricordare. Il sole a picco sulla testa divorava i contorni delle cose, mentre l'afa
rendeva difficoltoso e lentissimo qualsiasi tentativo di movimento o pensiero.
L'unica nostra salvezza era il Casotto, un vecchio capanno per gli attrezzi in lamiera e
muratura divenuto punto di ritrovo, sala prove, e sauna vista la presenza di un solo
ventilatore che funziona ad intermittenza.
Seduti sul pavimento tra pezzi di bacchette plettri e bottiglie vuote, c'eravamo noi (Nino,
Omone e Prezio), pantaloni strappati, capelli lunghi e l'immancabile Fink Brau da 66, unico
refrigerio a nostra disposizione.
Eh...la Fink Brau...12 bottiglie da 66 per 15mila (lire, ovviamente, l'Euro non faceva parte
del nostro immaginario, si parlava ancora di CEE e di Ecu).
Non smettevamo mai di ringraziare la nascita dei Discount. Li avevamo accolti come una
benedizione.
Del resto gli Anni Novanta avevano dovuto pagare pegno; la maggior parte delle nostre
certezze, o illusioni -a seconda dei punti di vista- erano state spazzate via dalla donna delle
pulizie più efficiente che esista: la Storia.
Basti pensare che il 1986 aveva cancellato, con un poderoso colpo di spugna, la convinzione
di poter disporre di quantità illimitate di energia senza rischi per la popolazione.
Fu un triste risveglio quello del 26 aprile. Avevamo appena finto di festeggiare la
Liberazione, ed eravamo di nuovo in catene.
Il Wind of Change soffiò anche in Italia e lo scandalo di Tangentopoli si portò via la vecchia
classe politica. O meglio, così ci fecero credere, mostrandoci le Mani Pulite, mentre la
Gioiosa Macchina da Guerra di Occhetto collassava al grido di “Forza Italia”.
Per fortuna, in questo girone infernale in cui non si distinguevano più gli amici dai nemici,
George Bush, padre amorevole, ci prese per mano e ci consegnò uno nuovo nemico comune
e una nuova missione: esportare la democrazia.
Noi avevamo i Discount e finalmente potevamo berci le nostre birrette senza svenarci.
X
Faceva sempre più caldo in quei pochi metri quadri ricoperti di moquette e scatole di uova.
Il ventilatore ci aveva salutato con la mano ed era passato a miglior vita, quando l'aria si
saturò di quell'inconfondibile odore di miscela grassa che annunciava l'arrivo di Alex detto
Pesca.
Dopo aver sbattuto il motorino in terra (non aveva il cavalletto), entrò nella nostra magione
con una fantastica maglietta della Brockum che raffigurava i Metallica al completo su
sfondo nero, e una cassetta nelle mani: il Very Best dei Nirvana.
Aveva passato una mattina intera a scegliere i pezzi per registrarli su un nastro da 60'.
Noi eravamo così...maglietta dei Metallica e in tasca i pezzi dei Nirvana, chiodo e pantaloni
a zampa, Airwalk senza skate e Dread senza Bob Marley.
Indecifrabili, indefinibili, eravamo la Generazione X, nemmeno degni di un nome.
Non portavamo avanti la Lotta di Classe, né rivendicazioni ideologiche. Non eravamo come
i nostri nonni che avevano fatto la guerra, o i nostri genitori che avevano lottato per l'aborto,
per il divorzio, per migliori condizioni di lavoro, per la pensione, o per un'ideologia
qualunque fosse.
Del resto, dal cesto dei panni sporchi avevamo tirato fuori quello che ci piaceva di più...
abbigliamento usato, pantaloni a sigaretta, a zampa, larghi, Parka, Eskimo, chiodi, anfibi,
Clark, Nike, All Stars. Al parrucchiere avevamo chiesto capelli lunghi, coi Dread, corti,
rasati, tinti, ossigenati. Agli Zii, ai fratelli maggiori o ai genitori più illuminati l'accesso alla
loro collezione di Lp e cassette.
Sì, cassette e trentatré giri erano ancora ben lungi dal finire nel dimenticatoio. Ovviamente
esistevano già i Cd e i più fortunati possedevano anche Minidisc, Dat, Dcc, Sadc o
addirittura Laser disc.
Noi, poveri mortali, ci accontentavamo di un Walkman, una cassetta possibilmente Position
II -volgarmente chiamate “al Cromo”- e di una matita, accessorio di vitale importanza, se
non si voleva spendere tutta la paghetta in batterie stilo.
Da un lato possiamo dire di essere stati la prima generazione tecnologica; esisteva tutto, dal
computer, al cellulare, al sistema audio più raffinato. Il problema era che, contrariamente ad
oggi, la tecnologia non era alla portata di tutti, costava e costava cara.
Spesso ci si riduceva coi nasi spiaccicati sulle vetrine di Fangareggi o di altri negozi di
dischi ad ammirare le luminosissime copertine patinate delle ultime uscite in cd e, con un
misto di stupore e meraviglia, si provava ad immaginare come sarebbe stato poter ascoltare
il nostro artista preferito in un super impianto Hi-fi, anzi, visto che si fantasticava, in un iper
impianto HighEnd dotato di ogni più moderna diavoleria tecnologica.
Poi il proprietario di tale o tal altro negozio bussava sui vetri per mandarci via e
ripiombavamo d'improvviso come Icaro sulla triste terra, matita alla mano per riavvolge la
nostra cassetta.
Un episodio che mi riguarda direttamente fu quando i miei genitori a Natale mi regalarono il
mio primo stereo compatto, un Sony con lettore Cd, doppia piastra e radio.
L'emozione fu tale che rimasi a guardarlo per ore senza avere il coraggio di accenderlo, mi
sentivo Unto dal Signore!!!
A quel punto mi fiondai alla velocità della luce sul primo autobus per il centro con in tasca
le paghette che avevo risparmiato nel corso di alcuni mesi.
Entrai in un negozio di dischi specializzato in rock. Era vicino alla stazione delle corriere,
gestito da una signora gentilissima che ti faceva passare lì le mezze giornate ad ascoltare
musica anche se non compravi niente.
Gli scaffali erano stracolmi di vinili, edizioni limitate, poster autografati, cd e cassette. L'aria
era satura di fumo, transistor e chitarre distorte. Si respiravano Clash, Ramones, Pixes, Led
Zeppelin, Doors, Joy Division, Cure ed io, finalmente, con aria spavalda potevo dire :
“ L'ultimo dei Nirvana, per favore...in CD!!!”
16
Scentless Apprentice
Like most babies smell like butter
his smell smelled like no other
he was born scentless and senseless
he was born a scentless apprentice
Hate me,
Do it, and do it again.
Waste me,
Rape me, my friend.
It's so relieving
To know that you're leaving as soon as you get paid
It's so relaxing
To know that you're asking wherever you get your way
It's so soothing
To know that you'll sue me, this is starting to sound the same
Hey
Wait
I've got a new conplaint
Forever in debt to your priceless advice
Hate
Haight
I've got a new complaint
Forever in debt to your prieless advice
Hey
Wait
I've got a new complaint
Forever in debt to your priceless advice
Dumb
I'm not like them
But I can pretend
The sun is gone
But I have a light
The day is done
But I'm having fun
Milk It
I am my own parasite
I don't need a host to live
We feed off of each other
We can share our endorphns
PennyRoyal Tea
Tourette's
Moderate Rock
In the sun
In the sun I feed as one
In the sun
In the sun
I'm married
buried
“Teenage angst has paid off well, Now I'm bored and old “ , la rabbia giovanile ha fruttato
bene, ora sono vecchio e annoiato: una fucilata dritta al cuore che delinea senza mezze
misure tutto ciò che andremo ad ascoltare.
Del resto, dopo il successo di Nevermind che aveva consacrato i Nirvana profeti del Grunge
e portavoce di un'intera generazione con successivi bagni di folla, interviste, comparsate
televisive e tour mondiali, era inevitabile una presa di posizione ancora più netta da parte di
Kurt Cobain che male accettava, non solo lo Star System, ma anche un pubblico che amava
cantare di rabbia e ribellione, ma sotto la doccia.
“I coglioni mi girano ancora per gli stessi motivi di qualche anno fa, c'è gente che fa del
male ad altra gente senza motivo e io voglio massacrarli. Questo è il succo.”
Cobain spiegò così,in una delle ultime interviste rilasciate nel 1993 la linea di continuità
rispetto ai lavori precedenti, anche se è assolutamente innegabile che In Utero, con il suo
accecante e ruvido lirismo capace di fotografare a tinte forti l'alienazione collettiva della
Generazione X, sia un ritorno alle origini di Bleach (1989), ad un sonorità potente,
monolitica, ruvida, acida e dissonante.
Non a caso i Nirvana decisero di affidare il lavoro di produzione dell'album a Steve Albini,
figura di spicco del panorama Noise statunitense, già produttore di The Jesus Lizard, Pixies
e che di lì a poco avrebbe riportato al successo Johnny Cash con il mirabile progetto delle
American Recordings.
Per capire il pensiero di Steve Albini e le modalità alla base della produzione di In Utero
non c'è modo migliore se non quello di leggere la lettera che lui stesso indirizzò alla band:
“Se ci vuole più di una settimana per fare un disco, allora qualcuno ha fatto una cazzata”.
Con questa premessa era praticamente impossibile che In Utero richiedesse più di due
settimane missaggio e mastering inclusi; infatti bastarono 13 giorni, dal 13 al 26 febbraio
1993.
Seguendo i consigli del produttore, le sovra incisioni furono ridotte all'osso, così come i
brani in cui la sezione ritmica fu registrata separatamente (Very Ape e Tourette's).
In tutte le altre canzoni che compongono la tracklist chitarra, basso e batteria sono stati
registrati in diretta, quindi limitando in partenza i possibili interventi di editing e gli
stravolgimenti di mix.
Ciò ha conferito al lavoro una sonorità compatta, monolitica. Suoni ruvidi, acidi, potenti si
adagiano perfettamente l'uno sull'altro come strati di roccia sedimentaria, lasciando
emergere la voce rabbiosa, angosciante, disperata e a tratti schizofrenica del leader
indiscusso, Kurt Cobain.
Credo sia piuttosto inutile affrontare un'analisi musicale di tipo classico, in quanto sarebbe
difficile – e difficile è un eufemismo- trovare in questi brani le nostre amate e confortanti
esposizioni o i turbolenti ponti modulanti per non parlare delle logorroiche code.
Tutte le canzoni sono costituite da tre cellule fondamentali, intro, strofa, ritornello, a cui a
volte si può aggiungere un breve tema strumentale o un assolo.
Ciò che colpisce, invece, è la componente espressiva, la parte emotiva, passionale,
trasgressiva che non può emergere leggendo note su un pentagramma, ma solamente alzando
il volume dello stereo.
“Tutti i passanti lo guardavano in modo così strano e singolare e lui sentiva che lo
guardavano così tutte queste facce pallide nella luce serale. Voleva fissare un pensiero, ma
non gli riusciva. Aveva la sensazione che nella sua testa non ci fosse nient'altro che il vuoto
e allora tentò di fissare lo sguardo su una finestra in alto, ma i passanti si intromisero di
nuovo, il suo corpo era scosso dal tremito, il sudore lo bagnava.”
Sembra quasi che i pensieri di Munch e Cobain si tocchino per un interminabile istante,
sembra che l'unica soluzione sia fuggire.
Il grido, 1893
Proprio nell'apice di questo turbinio di emozioni arriva il ritornello, parole che si
trasfigurano in puro suono, perdendo la loro componente semantica, sino a diventare:
“Camminavo lungo la strada con due amici, quando il sole tramontò. Il cielo si tinse
all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad un recinto. Sul
fiordo nero azzurro e sulla città cerano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano
a camminare e io tremavo ancora di paura e sentivo che in grande urlo infinito pervadeva
la natura.”
Quell'uomo che Much raffigura con la bocca spalancata, le mani sul viso sembra fondersi
con la natura circostante. Il contrasto tra le linee di colore accentua ancora di più il senso di
smarrimento e la forza distruttiva del terrore al punto che la sua angoscia sembra riempire
l'universo.
La realtà è trasfigurata in immagine e l'immagine a sua volta in espressione pura.
Espressione di ansia, angoscia, frustrazione che affiorano dalla sconfitta che tanto più grava
sulla vita dei singoli quanto più essi si pongono in situazione conflittuale con sé stessi, con
gli altri, con il destino, con l'esistenza umana.
Kurt Cobain ha strappato la tela con la forza della sua chitarra dando voce a quell'urlo di
disperazione, disagio, inadeguatezza nei confronti di uno mondo, quello dello Showbiz, che
lo ha alienato, portandolo ad essere altro da sé.
Mentre negli anni ‘50 e '60 la vita della società occidentale assomigliava ad un'autostrada
dritta, confortevole, priva di ostacoli su cui correre veloci verso la realizzazione dei propri
desideri e gli artisti non dovevano far altro che celebrarla per rappresentare degnamente il
proprio tempo, negli anni ‘90, i più lungimiranti potevano sperare di sapere cosa sarebbe
successo fine anno; molti a malapena immaginavano cosa avrebbero fatto il giorno dopo.
Come può un artista sperare di rappresentare una realtà così mutevole senza bruciarsi?
Il merito di Cobain è stato quello di buttarsi nel fuoco del reale, piuttosto che commentare
da lontano il nostro mondo. Per questo motivo sia in Bleach che in Nervermind, ma in modo
ancora più marcato in In Utero c’è molta più disperazione e rabbia, di quanta ce ne sia nei
lavori di artisti suoi contemporanei (Alice In Chains, Pearl Jam, Stone Temple Pilots).
Inoltre, la noia, l'alienazione, l'angoscia, la morte, che pure sono descritte, non hanno niente
a che vedere con un Jim Morrison che si spoglia in pubblico. Piuttosto è terrore di fronte al
futuro. E' la consapevolezza di doversi fare da parte, invece di sopravvive a sé stessi,
ripetendo sempre la stessa formula. E' la fucilata che, in piena coscienza e coerenza, Cobain
si sparato addosso.
Non a caso il titolo provvisorio del terzo album era: I Hate Myself And I Wanna Die.
programmatico, profetico. In un secondo momento si decise per un più politically correct In
Utero. Basta poco per capire che si è trattato semplicemente di un camouflage. Il presagio di
morte, è lì sotto i nostri occhi, nei palmi rivolti verso l'alto di quella donna con ali d'angelo
che domina la copertina.
In Utero, quindi, non è altro che l'inevitabile parabola discendente dei Nirvana il cui leader
colpevole a suo avviso di imbrogliare i fan, poiché non più capace di trarre emozioni dallo
scrivere/ascoltare musica e dallo stare sul palco, intraprende la sua personale Via Crucis che
culminerà nella crocifissione simbolica di un vecchio pallido,stanco, emaciato nel video del
primo singolo estratto dall'album: di Heart Shaped Box.
http://youtu.be/n6P0SitRwy8
Tuttavia, il modo migliore per capire lo stato d'animo di Kurt Cobain nel periodo compreso
tra il 1993 e il 5 aprile 1994 - data della sua morte- è leggere le sue parole di addio:
To Boddah
Speaking from the tongue of an experienced simpleton who obviously would rather be an emasculated, infantile complain-ee. This note
should be pretty easy to understand. All the warnings from the punk rock 101 courses over the years, since my first introduction to the,
shall we say, the ethics involved with independence and the embracement of your community has proven to be very true. I haven't felt the
excitement of listening to as well as creating music along with reading and writing for too many years now. I feel guilty beyond words
about these things. For example when we're backstage and the lights go out and the manic roar of the crowd begins, it doesn't affect me the
way in which it did for Freddie Mercury, who seem to love, relish in the love and adoration from the crowd, which is something I totally
admire and envy. The fact is, I can't fool you, any one of you. It simply isn't fair to you or me. The worst crime I can think of would be to
rip people off by faking it and pretending as if I'm having 100% fun. Sometimes I feel as if I should have a punch-in time clock before I
walk out on stage. I've tried everything within my power to appreciate it (and I do, God believe me I do, but it's not enough). I appreciate
the fact that I and we have affected and entertained a lot of people. I must be one of those narcissists who only appreciate things when
they're gone. I'm too sensitive. I need to be slightly numb in order to regain the enthusiasm I once had as a child. On our last 3 tours, I've
had a much better appreciation for all the people I've known personally and as fans of our music, but I still can't get over the frustration,
the guilt and empathy I have for everyone. There's good in all of us and I think I simply love people too much, so much that it makes me
feel too fucking sad. The sad little sensitive, unappreciative, Pisces, Jesus man. Why don't you just enjoy it? I don't know! I have a goddess
of a wife who sweats ambition and empathy and a daughter who reminds me too much of what I used to be, full of love and joy, kissing
every person she meets because everyone is good and will do her no harm. And that terrifies me to the point where I can barely function. I
can't stand the thought of Frances becoming the miserable, self-destructive, death rocker that I've become. I have it good, very good, and
I'm grateful, but since the age of seven, I've become hateful towards all humans in general. Only because it seems so easy for people to get
along and have empathy. Only because I love and feel sorry for people too much I guess. Thank you all from the pit of my burning,
nauseous stomach for your letters and concern during the past years. I'm too much of an erratic, moody, baby! I don't have the passion
anymore, and so remember, it's better to burn out then to fade away.
Frances and Courtney, I'll be at your altar. Please keep going Courtney, for Frances. for her life will be so much happier without me. I
LOVE YOU. I LOVE YOU
Questa canzone fu il singolo di lancio del nuovo album, un brano che dimostrò subito come
i Nirvana non avessero perso la bussola svendendosi definitivamente al mercato, o
proponendo un disco noise come taluni temevano. Semmai rivelò, ancora una volta, le
grandi doti del gruppo nel saper utilizzare la classica formula strofa-ritornello con una
personalità ed espressività ineguagliate.
E dire che Heart Shaped Coffin -questo era il titolo provvisorio- rischiò di essere scartato;
infatti Kurt, che aveva composto le idee base, rimase deluso dall'interpretazione troppo
violenta elaborata dalla band. Ma, dopo una serie di tentativi, la canzone si sviluppò in
maniera del tutto inaspettata, trasformandosi in uno dei capisaldi del repertorio.
In questa prima parte Kurt descrive in maniera visionaria il rapporto con la moglie Courtney
Love: un’attrazione dai contorni scuri -se non addirittura oscuri- ma che allo stesso tempo è
sinonimo di forza ed unità.
Il loro matrimonio, infatti, si basò su atteggiamenti spesso sopra le righe: abuso constante di
eroina.
Essi svilupparono tuttavia un forte senso di protezione che li difese, per quanto possibile,
dalle continue minacce esterne che rischiavano di compromettere famiglia e carriera.
Suonare per Kurt fu sempre una grande passione, la sua band fu tutto. Malgrado ciò, al
momento delle registrazioni dell’album Kurt capì che in lui stava cambiando qualcosa.
L’arte si stava trasformando in lavoro. In maniera ancor più intima, sentì una carenza di
stimoli:
“Non provo più la stessa emozione nei confronti della nostra musica, sono piuttosto
indifferente a questo disco. Le mie emozioni non vengono fuori. Non so se a questo punto si
tratti della produzione, dell’esecuzione o solo della mia mancanza di interesse.”
Dai versi della canzone si può intravedere una forma di soffocamento o comunque di
stanchezza psicologica che fagocita anche il rapporto coniugale.
Allo stesso tempo la moglie però è la sua musa, la nuova “madre” tra le cui braccia trovare
rifugio di fronte alle tante ansie e pressioni del successo.
Hey Wait
I’ve got a new complaint
Forever in debt to your priceless advice
Dopo una strofa giocata in contrasto tra potenziale deflagrazione e rivio della stessa, il
ritonello arriva con la potenza di una corazzata.
I tre versi di cui si compone, espressamente scritti per Courtney Love, fanno riferimento
dualismo amore/odio che caratterizza la relazione; infatti dall'interpretazione ruvida e urlata
così come dallo sguardo spiritato che il cantante mostra nel videoclip, il sentirsi in debito per
gli impagabili consigli della moglie non è espresso con gioia, ma con nevrotica
disperazione, quasi a volerli rifiutare.
Kurt, quindi, è quanto mai lacerato tra il desiderio di dimostrare la sua totale indipendenza
da tutto e tutti e la disperata consapevolezza di non poter fare a meno né di Courtney né
dell'eroina.
Meateating orchids forgive no one just yet
Cut myself on angel’s hair and baby’s breath
Broken hymen of your highness I’m left black
Throw down your umbilical noose so I can climb right back
L’avvento della figlioletta, preannunciato dall'Borken Hymen, gli permette di avere ciò che
lui non ha ricevuto, affetto e unione familiare, ma soprattutto è un modo per tornare lui
stesso bambino.
Nonostante ciò, è chiaro che il rapporto con Courtney stesse prendendo un indirizzo
negativo; lo si intuisce negli ultimi due versi, in cui l’imene lacerato (Courtney), quello che
ha messo alla luce una nuova vita, viene indicato come artefice di cattivo umore, ma, allo
stesso tempo, il cordone ombelicale è visto come via di salvezza per ritornare nell'Utero, in
uno stato di pre-vita.
Come è noto, Kurt fu un acceso sostenitore dei diritti delle donne, degli omosessuali e di
tutti i diversi, quindi l’aggancio con questa pubblicazione, tra l’altro bistrattata o comunque
non recensita seriamente dai critici statunitensi, volle essere un ulteriore attacco alla
maggioranza ipocrita del suo paese.
Heart shaped box, con tutti i suoi rimandi intimisti quanto intellettuali e sociali, si rivela
una canzone senza speranza, dolorosa che descrive una situazione esistenziale sconnessa
ma, artisticamente parlando, ancora molto espressiva.
Le stagioni passarono una dopo l'altra molto più velocemente di come ci saremmo aspettati,
molto più velocemente di quanto avremmo voluto.
Il Casotto, baluardo difensivo della nostra adolescenza, venne abbattuto in un triste venerdi
di fine maggio per lasciar spazio ad una bella piscina privata con tanto di giardino.
Alcuni di noi si sono persi per strada, trovati freddi nel letto in un giorno qualunque.
Molti hanno scelto vite normali, abbandonando i sogni di gloria.
Altri continuano a suonare per passione o per professione.
Poco importa.
Eravamo tutti lì ad ascoltare per la prima volta quell'album che ci avrebbe segnati per tutta
la vita,a domandarci perché non ci fossero soli di chitarra e perché tutto girasse attorno a due
accordi, senza virtuosismi, senza Guitar Heroes o mirabolanti vocalizzi.
Quando Kurt si fece saltare le cervella, quella fucilata non spazzò via solo la sua faccia, ma
con essa si frantumarono le paure di una generazione senza eroi che forse trovò in lui il più
improbabile, violento e malinconico, capace però di infonderci la consapevolezza di poter
scrivere canzoni, di suonare anche con solo due fottuti accordi.
“Noi avevamo bisogno di una musica che ci desse schiaffi in faccia non che ci solleticasse
il... ” (Alex Pescarolo, il Pesca)
http://youtu.be/gjHiAD6lYRo
Nirvana's Biography
Few bands in rock history have had a more immediate and tangible impact on their
contemporary pop musical landscape than Nirvana did in the early Nineties. When the
Seattle trio hit the scene in 1991, mainstream radio was awash in the hair metal of Poison
and Def Leppard. But seemingly within hours of the release of Nirvana's anarchic, angry
single "Smells Like Teen Spirit" — and its twisted anti-pep-rally video—the rules had
changed. Artifice was devalued; pure, raw emotion was king.
Kurt Cobain, Nirvana's leader, was Seattle's resident genius — and a tortured one at that.
Nirvana's reign was tragically cut short on April 5, 1994, when Cobain took his own life
following at least one earlier suicide attempt and severe bouts with drug addiction, a chronic
stomach ailment, and depression. He was 27.
Cobain and Krist Novoselic grew up in Aberdeen, Washington, a small logging town 100
miles southwest of Seattle. When Cobain was eight, his secretary mother and auto-mechanic
father divorced, leaving him constantly moving from one set of relatives to another. As a
child he loved the Beatles, but by nine discovered the heavier music of Led Zeppelin, Black
Sabbath, and Kiss. Cobain met the 6-foot-7-inch Novoselic, son of a local hairdresser,
through mutual friend Buzz Osborne of the Aberdeen band the Melvins. Osborne introduced
them to the hardcore punk of Black Flag and Flipper.
In 1987, Cobain and Novoselic, both of whom had long felt alienated from their working-
class peers, formed Nirvana and started playing parties at the liberal Evergreen State College
in nearby Olympia. The following year, Seattle independent label Sub Pop signed the band
and released its first single, "Love Buzz" b/w "Big Cheese."
Nirvana's debut album, Bleach, recorded for $606.17, came out in 1989 to kudos from the
underground-rock community. It sold an initial 35,000 copies—considerable for an indie-
label release. The next year, Nirvana put out another Sub Pop single, "Sliver" b/w "Dive,"
and recorded six new songs (including "Smells Like Teen Spirit") with producer Butch Vig.
They also dismissed Channing and hired Dave Grohl of D.C. hardcore band Scream.
Although opposed to major labels in principle, the band claimed it shopped the songs to
bigger companies in hopes of getting its message to a larger audience.
A major-label bidding war ensued, with DGC ultimately offering the group a $287,000
advance (rumors had it at $750,000). With Nevermind, Nirvana succeeded at getting its
rowdy rally to the populace on a grand scale: After an initial shipment of 50,000 copies, the
record kept selling, eventually bumping new albums by Michael Jackson, Garth Brooks, U2,
and MC Hammer from the top of the chart. Nevermind ultimately sold 10 million copies in
the U.S. alone. It also produced another hit, "Come as You Are" (Number 32, 1992). In the
wake of that success, Cobain explored a few pet projects, including performing frayed guitar
feedback on William Burroughs' The "Priest" They Called Him spoken-word CD and
coproducing the Melvins' Houdini album
By early 1992, Nirvana's success was biting back. As "Smells Like Teen Spirit" continued
climbing up the charts, Cobain began bemoaning the group's meteoric rise, worrying that
fans were missing the point of Nirvana's antiestablishment message. Cobain's expressions of
support for women and homosexuals also challenged the earlier rock & roll status quo.
Simultaneously, his new relationship with Courtney Love, singer of the band Hole, had
become a hot topic in the gossip columns. The couple married on February 24. When Love
became pregnant with Cobain's child and was quoted in a Vanity Fair article as admitting
she had used heroin during the pregnancy, the couple's alleged drug addiction became the
subject of intense media scrutiny.
Attention to the Cobain-Love affair reached a level of intensity matched in the pop world
only by John Lennon and Yoko Ono, or the fated punk couple Sid Vicious and Nancy
Spungen. On August 18, 1992, the Cobains delivered a healthy seven-pound baby, Frances
Bean (named after the tormented, lobotomized Forties film actress Frances Farmer). After a
battle with children's services in L.A., which challenged the Cobain's parental fitness based
on Love's comments in Vanity Fair, the couple was granted custody of the child. Amid the
chaos, Nirvana released Incesticide, a collection of early singles and outtakes.
Beginning in spring of 1993, a series of events occurred that foreshadowed the demise of
Cobain and Nirvana. On May 2, the singer overdosed on heroin at his Seattle home. The
following month, he was charged with domestic assault after Love summoned the police
during an argument over Cobain's gun collection. On July 23, Cobain overdosed again, this
time in the bathroom of a New York hotel room before a Nirvana show at the Roseland
Ballroom.
On September 21, Nirvana released In Utero, which debuted at Number One and produced
the Modern Rock radio hits "Heart-Shaped Box" and "All Apologies." On January 7, 1994,
Nirvana performed what would be their last American concert, at the Seattle Center Arena.
On February 6, the band departed for a European tour, but after a series of shows in France,
Portugal, the former Yugoslavia, Germany, and Italy, decided to take a break, during which
Cobain remained in Rome. At 6:30 a.m. on March 4, Love found Cobain unconscious in the
couple's room at Rome's Excelsior Hotel, the result of an overdose of the tranquilizer
Rohypnol. At first deemed an accident, later reports uncovered a suicide note. Cobain
remained in a coma for 20 hours. He woke up and returned to Seattle. On March 18, police
arrived at the Cobain home again after the singer locked himself in a room with a .38-caliber
revolver, threatening to kill himself.
On March 30, Cobain checked in to the Exodus Recovery Center in L.A., but fled on April
1, after telling staff members he was going outside for a smoke. On April 8, he was found
dead in a room above the garage of the couple's Seattle home, the result of a self-inflicted .
20-gauge shotgun wound to his head. For weeks afterward, fans, the news media, MTV, and
radio mourned his death with specials about Nirvana and the generations they inspired. In
November 1994, MTV Unplugged in New York, an album of the acoustic show taped in
1993, was released. It debuted at Number One, sold 5 million copies and, in 1995, won a
Grammy for Best Alternative Music Album.
While Novoselic turned to alcohol in the months after Cobain's suicide, he eventually
stopped drinking and formed a political action committee (JAMPAC, for Joint Artists and
Music Promotions Political Action Committee) to battle censorship. In 1994 he picked up a
guitar and joined Venezuela-born singer-bassist Yva Las Vegas for the short-lived band
Sweet 75, which released a self-titled album on Geffen in 1997. Novoselic occasionally
played with a band called Sunshine Cake, but, by decade's end, most of his energy was spent
on political activism, performing with Soundgarden's Kim Thayil and Dead Kennedys
founder Jello Biafra as the No WTO Combo during protests against the World Trade
Organization's 1999 gathering in Seattle. A live album, Live From the Battle in Seattle, was
released by Biafra's Alternative Tentacles label in 2000.
Nirvana's impact was also felt by some of Cobain's own musical heroes, heard in such
Cobain tributes as Neil Young's Sleeps With Angels album and Patti Smith's song "About a
Boy." After years of legal-wrangling, With The Lights Out was released, exposing a box-set
collection of the band's rawest demos and studio outakes in November 2004. The 2009
album Live at Reading, captured at the British music festival in 1992, captured Nirvana at
the peak of "Teen Spirit" mania. The band doesn't sound quite overwhelmed by their
newfound fame, playing a blistering set that had long been bootlegged.
Chuck Crisafulli (1996). Teen Spirit: The Stories Behind Every Nirvana Song.
Fireside.
Kurt Thomas e Troy Smith (2002). Nirvana, The Chosen Rejects. St.Martin'sGriffin.
Michael Azerrad (2000). Come As You Are. Nirvana. La vera storia, Arcana.
Dominique Dussidour (2006) Si c'est l'enfer qu'il voit : dans l'atelier d'Edvard
Munch, Paris, Gallimard.
Nirvana (1996). From The Muddy banks of the Wishkan. DGC Records