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Prediche Quaresimali Del Padre Emmanuele
Prediche Quaresimali Del Padre Emmanuele
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Hom.31.
EX BIBLIOTHECA
CONVENTUS RATISBONENSIS
CARMELITARUM
DISCALCEATORUM ,
L : 64
( onumentis faliómentis irmelitarum , 3 ka lieetorun
PREDICHE
QVARESIMÁLI
DEL P. F.
EMMAN VELE
Orchi da COMO
Predicatore Capuccino .
DELEA
:
PREDICHE
QVA.R ESIMALI
Del Padre
E EMMANVELE ORCHI
da Como Predicatore Capuccino .
Dedicate al M.R.P.
F SIMPLICIANO DA MILANO
PROCVRATORE NELLA CORTE ROMANA ,
e Commiſſario Generale della Religione
O uentus fogla APVCCINA.P.irun garaetalitar
Al molto R. P.
F SIMPLICIANO
DA MILANO
Procuratore riella Corte Romana , e Commiſſario
Generale della Religione Capuccina.
Sſendo reftate alla mia cura per eſſere
date alle Stampe le Prediche Quare
ſimali del Padre. F. Emmanuele da
Como; alla P. V. M. R. vengo a dedi
carle , alla quale dall'iſteſſo Autore ( mi gioua
credere ) in teſtimonio del molto , che le doue
ua e di quel tenero , e riuerente affetto , che le
portaua , ſarebbono ſtate dedicate , quando il Si
gnore gli haueſſe conceſſo di ſoprauiuere alla
Stampa dieſſe. Non accompagno queſta mia con
quelle lodi , delle quali ſi veggono conſouerchia
affettatione,e non ſenza qualche nauſearipiene le
dedicatorie : sì perche temerei d'offendere la a
lei modeſtia , in riguardo à cui nè pure hio voluto
fignificare alla P.V., ch'io foſli perfarle queſta de
dica
dicatione ; ſicuro , che mi ſarebbe ſtata conteſa :S1
perche l'eſſere già ſtato ſuo Studente,& hora il ſer
uirla attualmente di Compagnò,non lo permetto
no : sì finalmente perche ogni mia lode farebbe
vn'ombra à quelle virtù , le quali,con la promotio
ne al Diffinitorato, e Procuratorato,furono già nel
CapitoloGenerale paſſato autenticate , ed ammi
rate da tuttala noſtra Religione ( mortificata di
non hauerle potuto anco maggiormente honora
re con la foprema Dignità Generalitia magnani
mamente da lei rifiutata con larinontia; tanto poi
eſemplarmente, e con grandiſſimo profitto ammi |
niſtrata dal Reuerendiſs. P. Innocenzoda Calata
girone, quanto in lui degnamente conferita ) &
hora tiranoà fe à viua forza gli ſguardi, & hanno
gli applauſi della miglior parte de' Principi , e Pre
lati di queſta Corte , eCittà di Roma . Dirò fola
mente , che ſe co'l darſi in luce queſte Predichere
ſteranno molto honorate le ſtampe ; così le Predi
che iſteſſe con effere à lei dedicate , verranno à ri
ceuere grandiffimi fplendorid'honore .
Romali20. di Maggio 1650.
Di V. P. M.R.
mo mo
À L. LETTORE:
E Predichedel P.F.Emmanuele da Como(la cui anima fia in Cielo)
credo non tanto ſarannoſtimate comunemente degne della ſtampa,
guanta delle marauiglie d'un mondo intiero ; come pure maraui
gliofo'ın ecceſſo ſi diede egli ſempre à vedere dalpergamo, il cui
intelletto era ſtimato pin angelico , che humano. T ardı efeono
alla luce riſpetto alle molte inſtanze fatte cosìda perſone Secolari ,
come da Religioſi; ma i vari accidenti d'indiſpoſitioni, e d'occupationi, che mi
hanno impediso l'attenderuicon maggior preſtezza ,nehanno alquanto differito
laſtampa. Sieſpongonoà viſta del Mondo, non perche habbiano in tutto à feruir
dimodello di Predicatori maſſimamente Capuccini , da' quali deue per ogni modo
eflere sbandita la fouerchia delicatezza dello ſtile, e la curioſità de’penſieri; ma
perche s'ammiret'eminenza dell'ingegno in ciò , ch'è più degno d'ammiratione ,
che d'imitatione ; e s'imiti ciò , che può imitarſ , maſſime il maſſiccio dell'elo
quenza , o il feruore, e la vinacità dellepratiche conueneuoli à qualunque Predi
catoro. E ſebene il predicare di queſto Padre riuſciſſe con grandiſſimo frutto ,
come ne hanno fatto fede moltiſoggetti riguardenoli in dignità,e ſpirito , Sopre
l'atteſtatione de' qualiegli acquetaua lapropria confcienzaaſai timoroſa, e dili
cata , non per tanto conſigliarei alcun Predicatore ad inuaghirſene ; conczoſiache
la fioritezza fouerchia del dire è diametralmente upposta à quelfine della conuer
fione dell'anime, ch'effer deue l'unico oggetto dopo l'honore, égloria divina d'ogni
qualunque Predicatore tanto d'altra Religuene, quanto Capuccino , ancorche ad
altri paremeno fi difconuengano le curioſità ,chea queſto. E ſe la Chieſa diDio
hà di biſogno d'alcuna riforma , forſen'è biſognofa nelparticolare di molti Pre
dicatori , iquali nulla curandoſi dello fcapito, oprofitto dell'anime, nonſi prefig
gono altro ſcopo , che di tirare molti Vditori, ancorche con mezzi ſconueniuoli di
dire curiofó ,écomico, e di raccomandationi ( onde quanto meno talhora henno
lettere ,tante più lettereportano) e ſeciò ottengono , ſiperſuadono d'haver ſoddiſ
fatto à ſe ſteſſi se conſeguito il vero finedell'Oratore Ecclefiaftico.
Nonho dato titolo d'inuentionia queſte Prediche , febene in riguardo a' Procmiy
ciò ſi ſarebbe potuto fare quaſi di tutte : ma nonproſeguendoſi l'intentione nel rio
manente dieſſe , eccetto in tre , ò quattro , ne anco habbiamo ſtimato poter loro
conuenire ſimigliantititoli. Nelche ( lia detto con ogni bumil riſpetto) sbaglia
no molti Moderni , i quali denominano tutta la predica da una inuentione appena
motiuata nell'introduttione. Molto è facile il mettere in campo vn’imenticne ;
ma altrettanto difficole il proſeguirla degnamente : e fe non è proſeguita, ne anche
merita effere da eja intitolato ildiſcorſo.
Invecedella Predica del Martedi della Domenica quarta ,quale non ſiè banuta
perbene di mettere alla ſtampa ,fi e poſta quella di S. Giofeffo.
Compatiſcail Lettore à glierrori, che ſcorreranno dalla ſtampa alla quale non
poſſo trovarmi preſente , e molto più à quelli ,che per mia ignoranza , a inauuera
tenza fonoſcorſinella correttione della ſcrittura ,e preghiper me il Signore.
F. Benedetto da Milano.
Facula
Facultas Reuerendiſs. P. Miniſtri Generalis .
Nos Fr.Innocentiusà Calatayerone Ordinis Minorum Sancti Franciſci
Capuccinorum Generalis Minister .
VM opus, cuitituluseft ,Prediche Quareſimali del P. F.Emmanuele da
Ссы,
Como , ab ipſomet P. Emanuele noſtri Ordinis Concionatore , ac
Le&ore compolitum ,à duobus Theologis,quibus id commiſimus, re
le & um , & approbatum fuerit,vt typis mandari poflit,ſeruatis ſeruan
dis, tenore præſentium facultatemconcedimus. In quorum fidem his
ſigillonoſtro munitis ſubſcripſimus.
Datum Camberij die 6. Menſis Septembris 1649.
Locus † Sigilli.
Fr. Innocentius Miniſter Generalis .
della vittoria . Certo che medicina to ? Queſto vuol dire , e poteua dire
aggiuſtata, quantunque Arana à buf- Bernardo dum vindicas, diem defen
foli diGaleno , con la miſura d'vn ' . dis C.
ombra riſanare la vana impreſſione 8 Oh ambitio ambientium ceux;
d'vna vétoſa grădezza immaginaria. quumodo omnes torquens , omnibus
? E qualpiù miſeroſtato d'yn'- places ? oh ambitionecroce penoſa.Bern.la
animo diqueſtoventoripieno dum de'medeſimiambitiofi com'è pof- 3.de con
D. Ber. vindicas, dumdefendis dice Bernar- fibile ,chetormentando tu curti, ad fid .
op. 113. do Santo, dum inuides, dum fufpi- ognimodo tu piaccia à tutti? nihil
caris , dum femper ambis , que non acrinscruciatszihilmoleſtius inquie ..
babes, nonnullisadeptis acquiren- tat,nihil tamenapud miſeros moria
di non tepefcit ardor ; qua reguiesin les cebebrius negotys eius.non c'è co
gloria tua ? Signori s'io non la sba- ſadi cruccio ,dimoleftiamaggiore;
glio vn giuocodi pallone quinell'- e pure non c'è coſa più famigliare in
animo ambitioſo dal Santo ciliti- queſta vitamiſerade'mortali.Regna
gura. Come ſi giuoca al pallone?oh , ne' ricchi, domina nc' poucri,vince i
facriſi i giuocatorisuquella piazza, Nobili, abbatte i mercami,ſignoreg
l'vno batte , ribatte l'altro , e quelli gia gli uomini , tiranneggia le don
giuocano à mezzo;ferma, ſegnataè ne,non la perdona alſecolo , non hà
la caccia ; ſi fà hor paſſata, ora fal- riguardo alla Chieſaznihil ,nihil cm
honora
lo ; e vincendo , e perdendo con al . Dunque fe le ricchezze, e gli fono
(
La Vanità del Mondo
ſono materia v, bicrugo, o tinea de- fe tale è la bellezza , che si può dire
molitur, meglio l’tranno indouinato di meno ? Oh queſto è ilgiuoco,che
le donne , che vanno inuaghite nel- quì ci vienedeicritto: dall'età fan
l'effer belle. Meglio “ la gioventù , ciulleſca faltiaino di slancio alla
che vive innamorata delle bellezzei gioventù ; e dalla giouentù à parli
Io non vuò adeffo parlare delle bel- incerti così veloci alla vecchiaias
lezze poſticcies che fi fabbricano co : corriamo , che prima che ci auue
gli empiaſtri de' profumieri, eſpe- diamo di non eſer più giouani,ci ri
cializes infrafcano co' ricci, co ' fio- trouiamo fatti canuiti di pelo ; e co
ri : non li può turto ftringere nr vna: si quella bella Doma , che vuol’a
volca : dirò di quella folo ch'è nåtu- deſſo ſignoreggiar frà le belle, come
rale, econſiste nella fumetrica pro- del bello Reina ; e co ' fiori del vol
portione de' membri , e delicata mi to , co'l Filo de' denti , co'l ladro de
itura de' più foaui colori. Che vi ſguardi, con lo ſpiritoſo delle palpe
credete mai la queſta bellezzaw? bre ſi tira à dietro vira gran niandra
Ifaia vien quà alza la voce , e grida . d'innamorati ; à vn detto, e fatto tu
Vox ditentis clama . Son quì riſpon- la vedi increſpata di fronte , iſimor
de, e gridarò tanto , quanto volere : tita di labbra , ilgangherata di guan
Eft. 40 mi coſa hòda gridare? Grida che la cie,ſdentata,bauofa, rugoſa, puzzo
carne è fieno ,e la bellezzadi lei è co- lente di fiato , fpelata dicrine , laga
me il fiore del campo : Omnis cara gnola de gli occhi,fatta Itounacofa,
fænum , omnis gloria eius quafi à quer tutti,che primacosì grata l
flos agri. Eh .Profeta Santo l'hab . hauteuano; tutto diſcorſo di Girola
biam ben fatca: che ſi poteua dire di mo Santo , che non c'è tanto del :
meglio à fauore della bellezza? Mi- mio: qui dudum infans,fubit,puer : S. Gir
ra l'herberte de' prati, e le vedrairi- quipuer repente iuuenis; o uſque ad in cap.
denti , tenere , licte ,fregiate ,rica. ſenectutem fer ſpatia mutatur in- 40. Eſ.
mate, arricchite di quelle perle , che certa ; o antea fe fenem intelligit ,
la rete dorata delbiondo crine delo quamiuuenem finon effe miretur ;
l'alba peſca nel maredell'aria , e o pulchramulier , qnæ adolefcentulo-
fparge in terra : grate all'aure , care rum poft fetrahebat greges , arata
a Zeffiri, gioconde all'occhio : ill frontecontrahitur , quæ prius A
bello, ilbuono , il ricco del gentilet- mori, poftea faſtidio eft. Intendete
to Aprile rimirà il fiordel campola ſorelle ; io parlo chiaro chiaro vc
ſu'l mattino , gioioſo , Vezzolo , che dete : Quel grallo , che s'alza , her
allegra l'occhio , che rapiſce i cuori , berta, che ſecca : quel.vago , che
e fà inuidia alle ſtelle . E l'animadel ſpicca ; fiore che sfiora , l'hauete in
bello, è il meglio del buono , è ilpre- teſo ?
tioſo del ricco diprimauera : è ſe ta- 9 Horsù dice lo fudiofo , ric
le è la bellezza , che ſi può dire d'a- chezze , honori ,bellezza tutto ſog .
uantaggio: Beniſſimo beniffimo:ma getro diruggine , e.di tignuola æru
voltafoglio . frà quattro giorni tu go, o tinea demoletur . Ariſtotelic in
vedi l'herberte da ritorta falce tam fine l'intere,inettendo la felicità del
gliate, fiapite da'venti,cliccate dal l'htroino nella ſpeculatione ſolo del
Sole , ſtrapazzate da' contadini, far- le nature . Ma tu ,che appetendo di
tc paſto de' più viligiumenti, e bene fordinacainente il ſapere , pretendi
ſpeſſo de più fozzi aniinali ;e fe gi- fare anotomia delle ſcienze, à che
ri l'occhio alfordel campo ,in fulla tanto arrivaruitvà,e ftilla per alem
ſera langue, illiuidiſce,fivsfoglia, ca- bicco vna quinta eſſenza di quanto
de, è diſprezzato , e vien calcato da' hanno naturalnaente inteſo le fette
piedi delle greggie più inmonde: e filoſofiche tutte de'Pittagorici,Ac &
demi
!
Per il Mercordidelle ceneri . 7
demici ,Stoici,Peripatetici, Nomi- che morti.Eh diciamo la verità,che
- Dali, Realis e che sdio ; e betuta che quegli ſolo qualche coſa ſapeua , il
Fol'haurai in vn forfo , vieni , eri- quale confelſaua di ſaper queſto fo
fpondimi: Cola è Dio ? Sì : videmus Jo, che non ſapeua alcuna coſaw :
nuncper fpeculum inenigmate. Dif- Vnum fcio , menihil fcire : beniſ
finiſcitiquidditatiuèle feparace ſo- fimolo dille il Sauio ;Hanc occupa
ſtanze?eh non habentypecies proprias ' tionem peffimam dedır Deus homini
pro hoc ftatu . Trattainidelleſtelle, bus, Onde regola prudentiſſima fia
de Cieli, de' loro moti? Oh queſto ſempre quella anco nelle lettere hu
sì ; mettiamoin confronto Tolo mane. Non plus fapere,quàm opor
meo, e Ticone, & in terzo il Fraca- tet ſapere .
-ſtoro , e poi víciamnone co'l ceruello 10 Dunque che ſi bà da farc ? At
fano , s'egli è poſſibile . Diſcorrimi tendere riſponde quell'altro ,à viue
delle Meteorologiche impreſioni ? re quanto più à lungo poriamo , e
Appunto ; in ranti ſecoli , che i venti del reſto laſciare , che'lmondo cor
ciſi fanno ſentire , ancora fiamo ad ra per li ſuoipiedi;e chi l'vltino re
aſſegnarne vna cauſa , che l'intellet- fta, ſi tiri l'vício da preffo . Ma credi
to vn popoco ci appaghi . Dimmi poter'à lungo dizueſta vita godere ?
almeno che ſiano pofitiuè le foſtan- Chiaro ſono di freſca età, ſano, for
ze corporee fortolunari? Sò dir'io , zuto ; ordinatainente viuendo , per
Nihileft in intellectu,quod prius won ogni ragionedeuo tirar’auanti buon
fuerit in fenfu:affermi, hora chipuò pezzo . Sanio diſcorſo : ma dimmi:
d'hauerne vifta alcuna , od vdita , ò Vn'albero , che habbia fin dentro al
odorata,è guſtata , o toccata . Alla le midolle appicciato il fuoco ; che
peggio alla peggio ,degli accidenti, tanto potrà durare in piedi , per gio
che con gli oggetti immediati de' nane , fano , eben piantato che la?
fenfi, doureſti ſaperne l'alfa ,e l'ome- non c'è dubio , che in hore poche in
ga? beniſſimo : proui chi può, natu- cenere vedraſſi ridotto . Ob te dun
ralmente eſſere la quantità realmen que ſgratiato , poſcia che in poche
te diſtinta dalla coſtanza : moftriin hore in cenere hai à trouarti ridot
aperto , come la rarefactione li fac- to ; non eſſendo tu altro che vn'albe
cia; ſpieghi in qualmodo riſultino i ro , il quale porti il fuoco acceſo en
- colori dalla miſtione delle prime tro delle midolle . Non fù lontano
qualità,e cento , emille : finalmente da queſto penfiero Empedoclea,
forma vn concetto rappreſentatiuo quando che diſſe eller l'huomocom
delle formalità , ò de'modi, il quale poſto di legno , e fuoco , pigliando
habbia vn rantinello più del diſtinto per legno il corpo , per fuoco l'ani
di quello s'habbiano ipartidell'oua, ma . Platone, & altri dillero dell
cmiti dò per vinco's e poi di quel huomo eſſere vn'albero alla rouer
poco che fai, checanto ſai? dmun- ſcia piantato : Arbor inuerfa . Ma
dum tradidir difputationieorum : il parla chiaro la Sagra Scritturainns
tutto è opinione. Siamo ridotti à San Marco all 8. Et alberi chiama
tale , chenon ſappiamo fe'l freddo , gli Huomini, e Giufti, e Peccatori.
che ci martirizza diverno, fia qual- Arbor bona, ed Arbor mala : Adun
che coſa dipoſitiuo reale , ò più to- que noi ſiamo alberi per conſenſo
no yna mera priuatione di caldo , delle profane, e delle Sagre lettere .
come ſoſtenta Cardano : non ſap- Ma quale è il fuoco , che arde nelle
piamo , ſe vi ga, ò non vi ſia l'ele- noſtre midolle ? certo che l'anima
mento del fuoco ; e ſe non foſſe la noſtra . Vis'arricorda di quella ſta
fede, che ci tien ſaldo ilceruello à tua tantomiſterioſa, quanto che fa
saſa ,non ſapreſſimo d'effer pità viui, uoloſa , la quale ritronatag in ter
tay
8 La Vanità del Mondo
ta , noii fi poteua viuificare? Salì 'morituro effe cæpit, nunquam in ço
Prometeo in Cielo , e rubato il fuo- . non agitur,vt veniat mors. Oh dot
co dalla sfera ſolare, col fuoco diel- trina digniſſima , che ſe la porti
le la Vita . E che ſignifica queſto ciaſcuno ben'impreſa nel cuore fà
fuoco vitale, celeſte , Tolare , ſe non quel che vuoi Huomo, Donna, che
l'anima noſtra, la quale è vna parti- ſempre ſarà vero il dire , che altro 1
LA
LA CARITA
Per ilGiouedì delle Ceneri .
Acceſsit ad eum Centurio rogans eum . Puermeus
jacet in domo paraliticus. Tantum dic verbo,
@g ,anabitur puer meus .
S. Matth . 8 .
1
PAVENTEVOLE ch'- ſteſſo cantania ,mentre ruggente nel?
eglièil ſerpente à Si- boſco ſe gl'infingeua . Ne quel rug
gnori ſe ſtriſciante, e gito è d'ira ;così d'amor ſoſpiras.
Ipumante in ſulla ter- Certo che bel ſegreto dellanatura :
ra s'incontra , evi- Che l'animale mentre è terreſtre,fe
1
brado triffida linguia roce, famelico, e venenoſo ſi troua , !
con venenoſo liuore minaccia d'ac- s'aquatile per auuentura diuiene, in
to Nicarci; arco mentrea curua; ar- piaceuole , benefico , falubre à tras-.
ciero mentre ſaetta ; Saetta falſi , formare ſi venga . Noxia in terris , Ambr.
mentres'incocca con ilcollo eleua in aqua innoxia ſunt(ſcriſſe già Am - xame
lıb.s.ca
to sù iproprij giri; e fà che ſtrida il broſSanto ) aršipſi angues fineve
dulci
t
neruo co'l viuo fiſchio nello ſcocca neno Leo terribilis in terris , s 1. 2 .
re del ſalto . E pure gran maraui- in fluétibus , ę ben vorrebbe ragio
glia : ſe dentro all'acque galleggia , ne , che ciò che ottiene natura dalli
ogniveleno depolto , quaſi che pe- ſeluaggi, tanto più facilmente otte
ſciolino guizzante egli feruire può à neſſe la gracia da ragioneuoli. Ma 1
circ yn'innocente . Paſſate per gli de, come da principio propoſi, cpis
fpedali,e luoghipij;e non ſolo ha glio fiato .
ueſte ſangue , che non s'incalori à
fouuenirgli liberamente i màhaiic
SE
27 . La Carità
tornate à godere del patrio Ciclos
SECONDA PARTE. Fitoruate à fpirare l'aria voſtra na
tia : là madre hauete , e parenti, là
IL Iena è la Sagra Scritturae , conoſcenti, & amici , onde haurete
PTorna
pienii. Padri,picne le Storie. iui ſicuro e ricouero , e cura , e foc
Sagre de beni, che dalla carità, co'l corſo amoroſo , & efficace .. Già la .
proſliino vſaca lideriuano in queſta pierà douuca pagaſte a'morti mari
vita,che dell'altra non occorre par- ti, & à meviuade'morti più diſgra
larne : ma io ſcelgo per breuità va . ciara : faciat vobifcum Dominusmi
rol pallo di Ruth R. uth Moabitide fericordiā. Dio ve lo renda , Dio ve
ſtraniera,vedoucla, mendica, iniſe- lo paghi in lieta , lunga vita , e feli
rabile tanto , che ſe vuol mangiar ce con maritaggi ſecondi ; , quali
del pane , biſogna che fquagli al ſol. auuenturoſamentepriego ad ambe
eftiuo. fpicolando le fpiche , che i dae lano predeſtinatidal Cielo :
miccicori ne' campi li laſciauano à bellaprole , e viuace veggiare ſcher
dietro ; arriua à tanca ventura , cha zaruiin grembo ,, che facra grande
preſa in moglie da Booz , perfo .. in numerofi nipoti rinaſcere à terza
maggio potente , e riccbidimo. Por vita vi faccia , pria che la morte pri
tens, o magnorum opum ,c riefce Bi- mamiriàte; o ofculata eft eas; equi
fauola diDauid.Progenitrice dican- teneramentebaciandole lor dà con
ti Regi, e Profeti , anzi dello Atelio gedo . Ma non lo pigliano quelle ,
Rè , e Regina de'Regi , e de Profeti gemendo , e piangendo proteftano
Giesù , e Maria diGiesù, Vergine dinon volerla abbandonare..Quan
Madre: e donde va tanco -bene gle doNoemi ripiglia . Eur venitis me
venne ?. Vdite lo steſſo. Bootz nel.c.. cum? Et à che fare è figlie medo've
2. anri che baueffe forſe penſiero: pire ?.oue appoggiate voi le conce.
d'eſlerlemarito. Nuntiata funtmia pure ſperanze? Altrifigli non chiu
hi omnia quæ fecerisficruiruia, poft dono queſte mie viſcere , onded'al
mortem viritui. Volta il Parafra- tri mariti io viprouegga :già decre
fe Caldeo. Pe Prophetiam nuntika pita.ſono , e la morre gelata ſpira su .
tum eft mihi fore, vt proueniant ex . delmio capo delle vicin trionfo.
te Reges , or Prophetæ proprer bonis pallida inſegna: Ifterilito è queſto
... qua ffluſti, erga focrum - vtero , non è più atto alli germi;of
taterini
tram , quam marito two demortuo ficcato è quello feno » non hà più.
alufti. Tornate à dietro Signori va latte che Gillis vacilla debole il pics .
lol paffo at capit. I, e trouarette la de ; trema fiacca la mano ; interrot..
Vecchiarella Normi , che perduti in to languente eſce il reſpiro dal ſeno:
Terra di:Moabbe il marito ,e li fi- é quando pure arta à conicepire io
gliuolidamorte eftinci , fe ne tiroom furtis Vedone attenderete , che io
na à ripatriare in Betlçemme : l'ac- gli partpriſca alla luce 5 pargoletti
compagnano le Vedonelle ſue due gli allacci; islatrati gli alleuis adulti
Moabitidi Nuore , Orfa ,e Ruthie ve limariti ? ante eritis vetulagnam
gionta alli confini di Giurla , livol nubatis. Tramonters frá ranco queł
ta ad effe',e loc dice : figlie , che fi foledi priinaixra , chie. Vindora la
glied'anior milicce, da che vna car- clioina, e caderanno le neudell'-.
De ftella vi vidi io . farte con queix biemale vecchiaia : no nò figliuole ),
che figli m'vlcirono da queſte viſcem nò; per voi c'è'tempo di vivere ,
ce :non più l'affatigato voſtro palo Jicte viuere : à me l'auuanzo: vita è
meco s'inoltci.. Terra è per.voiltra- viua morte : piu't: voftro male mi
na quefta, d'altri riti, d'altri coftu- preime ,midange ,miaddolora , mº
mi: Ite in domummatrisveffre ;ci- 20cora, chenon fa lmio . Egreffa
oft
Per il Giovedi delle Ceneri. 23
ejf manus Domini contra ime. Ho monte diqueſto Nuore ,le quali lo
laſciato il mio cuore alla voſtra ter no caritatiue con le Suocere loro ,
ra; che miocuore era il mio defon- ſendo che per lo più vorrebbono che
to matiro : Gli occhi miei nella vo- il giorno , ch'elicho entrano in ca
Atra cerra hò laſciati ; che occhi mici fa del marito per vna porra yla Suo
crano li mieidefonci figliuoli : «Al cera folle portata alla ſepolcura per
la mia terra for fenza chore , bor Palera: lia vero , ònò quella pouera
ſenz'occhi io paſſo condannata à ro Vecchietta deue ſapere , come ftà in
{pirare ſenza cuore,à pianger ſenz'- caſa ſua: ma chi sà, che lamala vita
Occhi nella Patria il fin del'effilio che le dà la nuora , non - fia caſtigo
del troppo lungo-mio viuere. A clic della carità "negatada eſa vn teinpo
hauer parte, e volontaria parte in fà alla buona memoria della madre
così fieraſentenza ich ritornate ,eh di ſuomarito
ritornate figliuole. Resertimini,re- 12 Signori sì , che ſe dalla carità
uertiminifiliemed Ma ſe l'vna vſata col proſſimo à poideriuano
qui perfuala ritorna » e con il gratic e beni in queſta vita ; dalla
bacio ſuggella il buon'affetto del Pella negaca almedeſimo , ànoides
cuore , l'altra , e fu Ruth y con riuano malanni graui - Benedice
al
raggioſa il proliegue nel comincia- Mosè nell'vltimno di vita ſua le Tri
co effetto , reafte , e la vince , 'ne 'bù a'Iſraele di voa in vna , nel penul
10 ſe le'fcolta indiaifa dal fiancos ne timo delDeuteronomio ; ma patra
re perche torni la fitocera à ſcongiu-
no
'la Tribut di Simeone ſenza benedic
carlacon ildolce ricordo , e del Por tionechefa , Ne forma queſtione Theod.
3an pol ſuo , e del fuoi Dipella perciò ò Theodoretos e riſolue Arbitror qu.
s'atrende)o li piega:ma proteftau tim precipuum fuiße auctorem ſtru-in Dek
ina giura di ſeguirla docunque va- Earum'in Iofepb infidiarum , Fù Si- fer.
$ da di fermar& doue li ferma : Papir meone il principale autore dell'infa
Hill lus tuus, Populus meus, o Deus tuus, dicordite contro del pouerello Gio-.
'al Deus meus : Viuerd , doue vincitai, feffo Eglifù il primo , che vedute
ecre morro doue morrai', vbique totum lodi lontano yenire , molle partico
Tas accipiam fepulsuse ; Non laſciandoti trà di fratelli di leuarli la vita coil
on to in vita ,non abbandonandoti inmor- nidoferro ; e Te Rubennon's oppor
nietło. to , quali che venneà concludere: neum , 'ne feguiua l'affaſlinamento
ni ; oh ſe ſperar cið lece , alterafortes infame. Egli giunto quello da prek
à più Così la venne à ſeguire, confotando fogli li slancið alla prefa , e fe bene
Il pic la afflitta , aiutandola biſognolamies Pvdibelare qualgemebondo agnet
errota mantenendole il pane, non lolo con lo non inteneriſipunto ; ginocchior
Iſono: letue manicercato, ma con lifudos nePhebbe a 'ſuoipiedi,gilucele ma
pire io riſuoi ſteffi impaftato ammaffaro ; ni ftipplicheuoli in atto ; e via più
che io Ah da qucfta, da queftacaritàpoi le ſempreindaroffi ;puiote eller tocco
rgolerti venne , e le vennio dalCieloit felice dalle faette di que' ſguardi vigaci
adulti ſucceſſo delle ſue nozze l'efferpro- nella fucina del duolo temperatiper
4,9mm genitrice di prole tanto famora , & man d'amore ; e non ſentimi com
coque aunenturata , & allo Spirito ſanto panto ; puote reſtar bagnato ilſeno
dorala
udell?
piacque direveladoper addocrtina- da quelle lacrime calde, e non am
mento de fuoi fedeli : P , Prophes mollifi nel cuorc . Natura (teffa le
gliuole, finni , 66 Abhauete vdito Signori ſgridaua nell'anima ; e con malicia
vere , C
o vita
quella Vecchietta ècatata dal alpidina ſeinedeſimo affordiuas.
pale mi
feno ortouoce vn folpironotungo Fraterno afferco gli rattenena, gli ri
vn braccio ,e mezzo , dicendo, che a ' tiraua il braccio oltraggiatore ; e
ora , m '. noAri tempi s'è perduca quaG la fe con odio barbarico fofpingeua à
Egreffe forza
La Carita
forza le ferro ad inoltrarlo : Pierà punto d'honore cauallereſco, ti fai
filiale auanti all'occhio mentale gli valere, e temere : che per aſſicurarla
dipingeua il martirio futuro del vec- di fopra terra, cerchi mandame lote
chio Padre ; e con velo di pasſioneto e qucfti,e quelli , co ' quali il fan
ferina volontariamente si accieca- gue tuo non s'accomuna ? Cieco ,
fua . Alla fine ei glitraſſe la tunica, e kciagurato , ingannato , che à queſto
in atto tale,che moſtrò iniare à trar- modo vai difereditando la tua bere
gli più coſto ſcorticata in capo la dità della benedittione del Cielo ,
pelle ; egli la finegli legò alli fian- che ſola hà loro à dare,e conſeruare
chi in tal guila , che moltro brama e la roba , e l'honore , e la vita i onde
d'accorniarglila più toſto al collo , & di quella priuata, in miſeria diroba,
iltrozzarlo : egli lo calò viuo nella in(cadimento d'honore , in eſtintio
ſecca ciſterna, cccntal modo , che ne di vita , miferabilmente viene à
moſtrò deſiare di più coſto morto cadere. April'occhio dell'intelletto,
diftenderlo entro vna folla ; e già emira , non dirò adeſſo la morte ,
chein quella buca vivo lo fepelliua, che in atto bicco con falce adonca ,
di precipitaruclo ad vna (pinta à Età per recidere il gainbo della tua
rompicollo , & in vn punto dargli, e vita :non dirò adeſſo il Giudice Dio ,
morte , e ſepoltura ; e rauuoltoliegli che in actodi fulminare dal Tribu
il ſangue , & irrugeniſlegli il cuore, nalc Diuino , ltà per ſententiarti reo
& intorbidiffegli l'occhio contro di d'eterno fuoco : non dirò adetlo l'In
Ruben ,chegli haueſſe leuato di ma ferno , che in atto ſtà d'ingoiartià
no ilferro , che l'haueffe priuato di bocca aperta di ciſferrartinel fuo
quel piacere , che haucrebbe ha- cartarcoventre : ma li beneli tuoi
uuto , vedendolo a poco a poco per- medefimifigliuoli: delli tuoi figli , i
dere il colore, la parola , la vitta , il figli , egli altri tutti della tua de- .
moto, il fiato , loſpargere il ſangue , fcendenza ,non anco vſciti alla luce,
agonizzare, morire, irrigidire: Ar- che dalle culledalle faſcie, dal ſeno,
bitror arbitror O C. Ah nego nego dalle poppe,dall’yrero delle lor ma
Simeone la carità al ſuo fratellodo- dri, anzidalle tue viſcere ifteffe non
uuta ,gli fù ſpietato , e crudele ? ordi- ancor generati , alzan le braccia , e
na Dio ,che la di lui difcendenza pri- Je voci: prorompono in pianto , e in
ua di benedictione ſen reki , e fà gemiti: mandan ſoſpiri.. e vaggiti i
che'l fatto regiſtrato fi legga nelle formano prieghi, e ſcongiuri: tanto
pagine Sagre, acciò che intenda più forti , quanto che più pietofi;
il fedele , che quella carità, ch'egli al quanto più mutistanto più efficaci;
proſlimo niega, che quella carità , à te lor Padre,Auolo ,Progenitore,
ch'egli.coʻl proſſimo abuſa, per ſen- acciòchead clü almeno , che ſono
tenza diuina verrà negata al ſuo puretuo ſangue, tue midolle, loftan
fangue , verrà à cadere in mal anni za cua, la crudeltà non vti , la caricà
deli fuoi figli , e nepati , cdifcen , non nieghi già chela nieghi, e l'vl à
denti . queſti , e quelli , che iſtrani, enon
13 Intendi tu ò Chriſtiano , che proſſimi,vuoi, checi ſiano al cuore
nieghi carità , & vli crudeltà co'l & alla inano . Fermati,Padre, che
proſlimo tuo, danneggiandolo nella fai ? piangono i figli tuoi , mentre
roba,affrontandolo nell'honore , in- danneggi il proflimo nella roba :non
fidiandolo nella vita , e dici, che à ciò ſono queſti ludori tuoi vna rugiada
ti porta l'affetto della tua deſcen- feconda che c'inaffij le facoltà ; ma
.denza; che per laſciarla ricca di fac- vna brina vorace , chediuora il.no
coltà , vai facendo d'ogn'herba fa- ftro hauere . Tratcienti Auolo ,
fcio : che per mantenerla in tutto que traſcorſi? gridano i tuoi nepoti,
men
Per il Giouedi delle ceneri.
eſco , tifai mentre che affronti nell'honore il ti altrui più deboli, & infiacchite. E
aſſicurarla cuo fratello : non è queſto vn ferea ſentenza dello Spirito Santo , e non
ndame ſota nar’ilCielo di noſtra caſa , ma vn- ci può ingannare ne' prouerb. al .
quali il fan sfregiare di ruginoſa eccliſſe il Sole feftinant, ut effundant fanguinem ,
na Cieco , delnoftro nobile faco. Arreſtati ò ipfiquoque contra fanguinem fuum
che à queſto Progenitore, ouet inoltri ? Atrillano infidiantur . Ti crediò progenitore
- la tuabere ipoſterituoi ,mentre che infidij, la co'l nodrimento dell'altrui ſparſo
del Cielo , vita al tuo auuerſario :tu non aguzo ſangue mantenere la vita di noftra
conſeruare zi ilpalo , chel'albero della tua di- ftirpe ? e la giuſtitia Diuina fà , che
vita i onde fcendenza ftabiliſca ſicuro ſopra la micidiale l'argento vivo le cacci
eria di roba, terra i ma arruoti il ferro , che vio- nelle midolle . Incendi ò tu , à cuiro
in eſtintio lentemente te'l recidi, & attecci. Se no queſte voci indrizzate ? ſono vo
ente viencà ſono tarli ,che ci conſumano i no ci non mie , ma de' figli, de' nepoci,
l'intelletto, Arii che non reftituiſci li denari al- de' pofteri , del ſangue tuo: Sanguis
o la morte , trui? ſe è vnsfregio infame, che noi filiorum tuorum clamat adte de tera
ce adonca , portiamo nelviſo ,che non riſarci ra ; è del tuo ſangue, che parla, non
o della tua l'honore à chi lo deui? fe và la con la ſua, ma con la parola di Dio :
udice Dio , noftra nell'altrui vita inneftata ; che Gli ami? lor porti affetto ? lor deg
dal Tribu non la laſci, à chi leuarla procuri? deri bene? Guardati dall'eſempio di
enciarti reo E ſentenza della ſapienza increata , Simeone crudele; ſeguita quello di
adeflo l'In Prouer. ne può fallire . Qui calumniatur Ruth caritatiua; ama il proſſimo
22 .
ingoiarti à pauperem , ut augeat diuitias fuas, tuo , che amarai i tuoi tigli:amal
arti nel ſuo dabit ipfe ditiori,cegebit . Ticre- anima tua, che amarai iltuo profli.
bene lituoi di , ò Padre, collo linagrire i più de- mo ancora : ama il tuo Dio , che
tuoi figli, i boli di te, ingraflar tuttinoi ? e law amarai l'anima tua; che ſe contro
lla tua de giuſtitia Diuina ci hà preparato vn del profimo crudelmente ti porti ,
si alla luce, più forte alle ſpalle, che lin all’offa e carità glinieghi, odijil tuo Dio ,
Ee, dal ſeno, ci ſpolpi. E ſentenza della verità in- odij te ſteſſo , odijituoi figli mede
elle lor ma fallibile , ne può fallire ne' prouerb. fimi.
iftele non al 15. Domus ſuperborum demolie- 14 Oh Cielo , oh ſangue,oh na
braccia , e tur Duminus , o firmos faciet ter. tural ſentimento : chividemai d'vn
minos Vidue . Ti credi • Auolo , ragioneuole viuente Padre , e Chri
janto , e in
e vaggiti; con le ruine dell'honorealtrui innal- Atiano contro ſe ſteſſo , i figli, e Dio
uri : tanto zare la fabbrica di noſtra gloria ? e la più moſtruoſa chimera ? certo no
giuſtitia Diuina con leuarle li fon- uello Cerbero cane per trè gole ſe
ù pietofii damenti di ſotto , la farà dirrocare ; ſtello , i figli, e Dio entro l'Inferno
ethicacii
genitore , formando di quelle noſtre pietre hà da beſtemmiare in eterno , Die
che ſono
fondamentali libarbacaniallepare- te ne liberi. Amen.
Hle,loftan
, la carità
clvà
ni, e non
1
al cuore ,
dre , che
mentre
coba :non
rugiada
Ità ; ma
a ilno
Auolo ,
nepoti , D L'AMOR
nen
26
L'AMOR DE NEMICI
Per il Venerdì delle Ceneri .
9
'ar o ufico
m ſono le virtù cardinali di comun
ulle corde di confenlo digutta la morale filoſo- feceris gratum . Er ecco che al per
endo la mano fia: Prudenza, Giuſtitia , Temperan donare alpemico , come ad atto , &
lira della pia za , Fortezza . Chiaro che'l vendi- opera di virtù và il medeſimo filo
ando co'l me carlinon è atto diprudenza3ſendo fofo pagando la giuſta mercede del
ire icarmid quelta virtù vniuerfale , che prefcri- l'honoredouuto : hora chiamando
enza ; eh no n uc il modo, e la mera all'altre tutte . il rimetterl'offere coſa da Principe.
Ci ache
il fa tto Non è atto di giuſtitia ; ch'anzi il. Principum eft nullius rei veniam pe
mufico Sal vendicaca con autorità priuata è tere, multarum dare : hora aggua
lla dolciſima D 2 glian
cetra
L'Amor de Nemici
gliando vn picciol'atto di ſignoreg- dente , ſappi non eller meno diſdi
giare à le fteffo ad vn vaftiflimoli- cenole coſa il vederti dipendere nel
Idem pero . Parum imperare fibi,maxi- l'attioni tue da cicalecci del volgo ,
op. 114. mum Imperium eft. E di quà fù , che di quello ſarebbe il vederti fotto vna
vn Licurgo , vn Pisttrato, vn Fo pelle di buffalotirare per il nalo da
cione , vn Giulio Ceſare , e cento, e ' yn buffalaro :Nihileft turpius (ſcri- .
mille, & infiniti, non ſolo dotti ma- ue lo fleſſo de finibus ) quàm fapien . Idem
neggiatori diben temprate penne , tis vitam éx infipientum Sermone lıb.2.de
ma prodi impugnatori ancora delle pendere, finib .
ſpade forbite non pretenſori de gli s Ma che che foſſe dell'honore
honori celefti , che occhio di fede del mondo ; douerebbe baſtare à chi 1
ful teſto Canonico faccia teftimo- dann tanti, c diſagi da tutti i canti
fi vdi
Per il Venerdi delle ceneri. 31
tto parola didi lvdiua il replicatoimprecare con - vgualmente ditutti i perche ti chiu .
elia: illic mania tro l'Imperatore, echi sà non ci fof. do la boccacon queſta contra repli
nefemenAbra fe ancora chi mormorale della ca conuincente , che la VergineA.
,
Prouidenza diuina , che diſordine braamo , & altri intanto furono ca.
il noßro Idilio canco li permettene per il capriccio ri, & amici diDio , in quanto si fot
Oferuarci l'bo fuperbo di chi ſoddisfar fi voleua topoſero al luidiuin volere , & of
che ſe perle con lo ſguardo ſolo d'yn foglio à feruarono i lui diuiniprecetti , con
folle biſogno colto della commotione di tutto il forme à quello:Vos amici mei eftis,
loſopra,ve Mondo . Ma ob penfieri humani ſi feceritis, que ego pre ipio vobis; deann
di fatto una quanto diuerſi da' penſieri diuini ! onde ſe tu purc aggiuttandoti al c.15 .
tudium a Ce- Lecc2 Maria ( diceua Dio ) hà concetto di compiaccimento diuino , oſferuarai
beretur eni Spirito ſanto ne' ſuoi ſponſali trè l'Euangelico precetto delperdonare
capriccioad mehi auanti le nozze con Gioſeppe a'nemici, non ſolo non farai atto
Icfcritti gli poi celebrate, onde il parto hà da le- dishonorato in te ſteſſo ,ma ne pren
iene uell guire il ſeſto meſedopo il maritag, derà anco Dio la difeſa contro la
erli (chic gio raco, mai conſumato: ma ſcrine falfa opinione del Mondo , ò dirò
volle ve Rupert Kup.Abbate:Poterat namque vics- meglio del Volgo , comedi cara co
lio : ba Abbto, miss u notis fieri occafió loquendi, fa d'un ſuo caro, & amico, non per
Mondo 2.lib.1. quod tam cito peperit, vix habens mettendo , che perciò tu ne venghi
parte da in can .menfes fex . Il vicinato di Nazaret. (prezzato quali vile, e codardo , co
jolo vi tic. ſu - tc. vedendo la moglie di maeſtro me timoroſo c'affliggi:ma ordinan
спор per l Giofeffo partorire vo bel figliolo do , che tu ne venghipiù toſto prez
zuria del Nigra maturo nelſeſto meſe :si, non dirà, zato, comevero Chriftiano , è vir
veniua, Sum fed she fia miracolo , è ſtraordinario di tuoſo honorato.
colta formo- natura non al tutto impoſſibile; ma 8 Eranto è certo Signori, che il
ta an Ja. verràad inſoſpettirſi di tutto il peg- perdonare al nemico èatto vera.
nque gio . No, diſſe Dio , vada il Mondo mente honorato chenon ſolo il gili.
loſopra con l'editto d'Auguſto , che ditio humano ,ch'è fallibile, lo ſtimo
COC à queſto modo paſſando Maria con fattoveramente
degno divero Prencipe,di ani
chi Gigreffo à Betleemme, ne trouando mo reale , comeda prin
chi que albergare, verrà à partorire fco- cipio vedemmo;ma lo ſteſſo giudi
20 noſciuta entro di quella ſtalla ,paſſa- cio diuino , ch'è infallibile ce ne la
rà di là in Egitto , ne ritornando per fciò nel Sagro tefto ſentimenti irre
qualche tempo alla Patria li verrà fragabili. Vaglia per mille il nora
ad ouniare ad ognimale: E cosi Dio bile regiſtrato nellaStoria de Regi.
lo diſpofe conchiude il Padre , accid Venina Dauide perſeguitato à inor
che Pirgo ab omni vicinorum que te dal Rè Saule; e fuggiciuo inno
ftione liberaretur . cente da poche ſchiere ſeguito , pala
7 Duoque ſe Dio ci porta ſifat- ſaua doglioſa, e frettamente la vita
caméte nella materia di vero hono- trà più ſcoſceli dirupi del montao
re,chiaro ch'egli Phà molto à cuore, ſo paeſe. Accade vn giorno, ch'eía
chiaro ch'egli ne fà ltima grande; & trovoa grotta oſcura aſcolo ſi ri
in conſeguenza euidente chiaro non troua, e come avviene à chi da loco
ci hauerebbe fatto precetto di per- tenebroſo drizza lo ſguardo al chia
donare a ' nemici, quando che al ve- ro ; non veduto , ecco vedeil nemia
ro honore ciò realmente hauefle co, che in ella à certo affare le n'en
pregiudicato . E non mi replicare , tra . Penſatelo voi, ſe leuoniallho.
the re Dio hebbe cura, etantacura ra à romore la turba tutta de'be
dell'honore della madre di Abraa- fiali appetiti. Sorpreſero d'impro .
mo , e d'altri , l'hebbe comede'ſuoi uiſo le porte dell'auuertenza, occu
più cari, & amici ; ma non l'hà così parono inaſpettatainente la ſala rc
gia
32 L'amor de Nemici
giadel cuore seda ſdegnofi clamori quella che lo ſtelloRèSaule poce
dell'odio , e dell'ardire chicdeuano dopo gli poſe in capo . Vdite : eſce
all'animo del perſeguitato innocen- Saule dalla grotta di nulla accorto ,
te il voglio della vendetta : voglio , dilungatol alquanto ,n'eſce Dauide
che tantoſto vſcì ſegnato in vn( ur ancora ; il chiama,gli narra ilcutto ,
rettitio mandato , che'l ſenſo eſtorſe à ſegno del vero glimoÁra il lembo
dall'ingannata ragione . Corſe all'- della velte recilo . Ah dille allhora
hora mandataria la mano d'vn mo- Saule , con vinto , ſon vinto , che per
co primo primo alla daga : l'impu- donando vinceſti , più chevcciden
gna, la Itringe, la sfodera , ritira il do ; ecco vinto mi arrendo', e come
braccio ; ma nel cacciare del colpo à vincitore ti chiedo arreſo merce
auanti, riconoſciuto l'inganno , e ri- de . Sarai Re d'Iſraele queſta coro
uocato il mandato co'l non volere , na reale, ch'io indegnamente porto ,
fortemente ſuperando le ſteſſo , gli degnamente fa tua : à queſto fatto
tagliò folo tacitamente vn pezzetto n'hò euidente certezza ;dammi dun
della veſte pendente .Che fai Signo- que giurata parola diſerbare viuo
re:lo rampognano i ſuoi ſeguaci:hai yn germoglio della mia ſtirpe: Et 1.Reg.
la vita ,hai ilRegno in ſicuro ,e l'ar- nunc quia ſcio,quod certiffime regna- c.24.
riſchi di nuolio ſu'l tauoliere? Dio turus fis ,o habiturus in manu tua
ti dà la vittoria con vn ſol colpo ; c Regnum Ifrael :Jura mihi in Domi
la rimetti a' colpi di mille morci? no, ne deleas Semeen meum piftme.
verſa quel ſangue, che ti bolle con- Saule Nuncſcio : A queſto fatto
tro nemico : luiſcera il cuore , che conoſci Dauide degno di corona
nelle viſcere tue cerca d'incrudelire: reale ? & all'altre di lui prodezze
e laſciando vna volta l'habitare con no'l conoſceſti ? l'abbattere vn Gie
le fiere nelle montane cauerne , pal- gante Golia , il far ſtrage di Filiſtei, .
ſiamo à paſſare le notti intiere quie . con l'altre proue ſue tante , che già
ti fu'l patrio letto . Là ci foſpirano ti moliero ad accoppiargli in mo
i vecchi Padri, là ci piangono le tri- glie la tua ſteſſa figlia Michot , non
ſte mogli, là patiſconolanoſtra af- te lo fecero conoſcere Perſonaggio
ſenza abbandonati i figli. Eh Signo- degno diregio honore ? Nunc fcio .
re hai la cataſtrofe in pugno di tanti Eh voleuadire Saule, che l'effere di
mali, e la traſcuri ? Qui erantcum Atruttore d'eſerciti , & eſpugnatore
redarguebanteum ,notadaGio- di rocche, abbattitore de Cauallieri
Gles.co
ordin. feffo la chiofa ; ma Dauide pur fi ri- più forti, è fatto di gran forze , e
in pri- tira, e rinfodera il ferro ,e perdonan- grand'animo, io non lo niego; ina ſe
mum do al nemico ,giura dinon offender- queſti viene à cimento di magnani
Reg.ca. lo per conto alcuno . Propitius fit mità , e fortezza con chi ſtrugge l'
24 . mihi Dominus, ne faciam rem hanc. eſercito delle (moderateſue patio
1.Reg .Come non lo moſſero adunque con ni » cſpugna la rocca dell'alterato
0.24. gli appetiti del cuore gl’intereſi fi ſuo cuore, abbatte il proprio ſuo di
viui ſuoi , e de' ſuoi, della ſaluezza , fordinato appetito della vendetta ;
e del Regno ? Tutto vn nulla ſtima- forza è, che ceda , e confeßi cſſer di
Diuus ua, dice GrifoftomoSantose che ti lui il gridodella tromba , che vinci
Chryſ, maua ? ſolo il guadagnarla corona, tore il proclami; lafrondedell'allo
hom . de chemeritaua quell'attodiſofferen- ro , che trionfante il coroni . Gionfi
Dauid , za . Nihil horum iuftus ille apud fe anch'io con la ſpada , d'eſſo à pari, à
Sauperpendebat: vnumſpectabat quomo- quelle glorie prime ; ma à queſte ſe
lecit a do puſletredimiritolerantia corona. conde mi troio à lungo tratto pre
Sl. ord. Ma qual corona era queſta allaqua- corſo ; ondel'altre tutte ſue impreſe
1. Reg. te foderente alpiraua è lo dico , che ſtimo picciole fille, e piccioleStel
6.24 • le che }
Per il Venerdi delle ceneri. 33
cè Saule poco le , che ſi perdononell'ampiezza di macchia divoftra Diuinità pola re
- Vdite : clce queſto mare, che fi adombrano allo ftar macchiato di dishonore i ma
ulla accorto ,
fplendore di quefto Sole del perdo- ben troueraſli cattolico , che impli
n'eſce Dauide dare al nemico ; e però hora , hora citamente lo verrà à ſoftenere con
i narra ilcurto , conoſco , ch'egli ha capo degno di la lingua nelle accademie , con la
Loftra il lembo corona reale ; perche l'hà fapiente à ſpada entro gli arringhi,non sò ben
- dille allhora tenere à freno lirata mano : ch'egli s'io li dica ,del Mondo , ò dell'Infer
-into , che per hà mano valeuole permaneggiare no. Sofiene il Duellifta con dia
i che vcciden vn ſcettro ; perche l'hà paciente à bolica dottrina , che'l mantenimen
endo , e come non ſtringere il ferro per la vendet- to d'honore, la vendetta ricchiede ;
arreſo inerce ta; ch'egli hà ſpalle forzute à portar & à caratteri di ſanglic inimico le
3queſta coro con vn manto gemmato il peſo d'vn ſottoſcrive co'l nudo ferro in pugno
mente porto, Regno intiero ;perche le hà poffen- il vendicatiuo : dunque effendo voi,
i queſto facto ti à ſopportar'vn'aggrauio ingiurio- o Signore , antonomaſticamente il
dammi dun ſo . E che altre volte io n'hebbi rimettitore dell'ingiurie riceuute ,
ſerbare viuo probabile opinione; ma adeſſo io n'- fanno velint, nolint, I'vno co ' detti,
ſtirpe : Et 1.Reg. hò fcicnza : il sò, ilsò di certezza eui- l'altro co'fatti,quella eretica , com
fime regna- 6.24 dente ; nunc fcio,nunc fcio ,qu.dre- inumicata conſeguenza , che voi an
in manu tua gnaturus fis. Trionfale coronatio- tonomaſticamente ſete il dishonos
Ehi in Domia ne , alla quale ſe fù Campidoglio il rato , & infame. Obftupefcite Cæli
eum poftme. deferro , carro la rupe,coronatore il fuper hoc , o portæ eius defolamini let :c.2..
quelto fatto perſecutore nemico , e coronato il vehementer Stupite o Cieli; face
di corona
rimettitore dell'ingiurie riceuutei pazzie o porte del Paradiſo all'vdi
tromba proclainatrice delle lui glo- re di beſtemmia sì horrenda , quale
luitereprodezzee rie fu la bocca d'oro di Gio: Santo il non sò ſe dalla bocca de'condanna
et in Gi
gedi Filiftei, Diuus Griſoſtomo ſuggellando il penſiero ti ſia per vdirli in tutta l'eternità .
Chryso Panegerilta . Egreffuseft,0 Dauid Spezzin Monti Sole,se
nte , che già ftomus liberis oculis Cælum intuens, oma- imbrunililai Luna , ,s'oſcuri il
cadano infuriate
iargli in mo hom . de gis exultans, qua cum Goliath deie- le Stelle , e con horribile terreinoto
lichoł , non Dauide ciffet ; fiquidem becilla magnificen- ne vadi ſoffopra il Mondo , e fi rau
Perſonaggio O Sau-tior erat viłkoria, hac magnificentio- uolga l'abiſſo : & armandofile
fcio.
Nuncre lecit, à ra ]polia , hæc predailluftrior, hoc creature tutte contro qucfti Diaco
pelele di
ſpugnator e glof.or
din . -
glori.fius tropheum . Colpische do- li incarnati, facciano giuftifimori
Cauallieri ucrebbero pure ſpezzare la durezza ( catto dell'honore del Creatore , a
n forze , e 1. Reg. pietrina del vendicatiuo , forzando . dempiendoli in eſli quella terribile
6.24 Profetia : Et pugnabit cum illo or . Sapcha
iego; ma ſe lo à confeſſare , che'l perdonare a'
i magnani nemici è fatto di virtù eroica,degno bis terrarum contra infenfutos. s.
anco de' Regi , e per tutta confe 10 E non mi replicate, ò vendi
ſtruggel guenza di vero honore . cativo , che ci biſogna diſtinguere
fue padio 9. Che ſe'l duriſſimo diaſpro à trà l'honore diuino,e l'honore mon
Tell'alterato queſto colpo non ſi (petra pur'anco , dano : non mi ſoggiungere , che tu
prio lo di
vendetta ; aprinG le carceridella Sagra Inqni- conferli , come Chriſtiano che lei,
fi cffer di ſitione , perche à queſto dilema io che'l perdonare a' nemici è atto ho
che vinc lo riſtringo . O che il perdonare l'- noratiſſimo quanto all'honore di
e dell'allo ingiurie non è coſa d'infamia,mad- uino, e ſolamente ſollieni, che'l non
honore ; è che Dio fà , e ſi pregia di far vendetta è mancamento d'infa .
i. Gionni
fatto, che non è di honore ,ma è d'- mia quanto all'honore mondano ,
Toàpari, à infamia , Ahi mio Dio : che non fi perche ſtringendoridico ; ò che que
queſte re troua già bocca d'eretico tanto ſa- ito honore mondano , che fà cora
Fatto pre grilega , che ardiſca eſplicitamente dishonorata il riinetter l'offeſa , ò
eimpreſe affermare , che lo ſpecchio ſenza vero honore, ò ch'è falſo honoreis'e
ciole Stel E vero
lesche ]
34 L'Amor de Nemici
vero honore , dunque l'honor Diui- dell'eſtimatione mondana . Ma alla
no , che gli è contro , è honor falſo ; morte , alla morte, all'aprirſi gli oc
perche veritas confiftit in indiuiſibi- chi dell'anima , quando fi chiude
li : dunque Iddio quanto al vero ho- ranno quellidel corpo , allhora fi
nore, conforme à queſta tua dottri- vedrà fe queſte ſono verità fode, &
na ſcomunicata , è veramente diſo- irrefragabili, ò ciancie ſolite, diſcor
norato , & è honorato ſolo di fallo fi vficati, eflaggerationi annuali de'
honore , e bugiardo . Ma ſe confef- Predicatori in queſto giorno.
fi , come forzatamente pur deni,che 11 Sò , che relitono ancora le
queſto honor mondano, che al di- indurare pietre de' vendicatiui : so ,
'nino s'oppone, è honore fallo ,e bu- che non s'arrendonovn punto : sò,
giardo: dinimi perche ne faisigran che s'hauefferopreſenti i loronemi
conto ?perche lo preferiſci al vero , ci , e poteſſero farlo , cauerebbero
e diuino ? Oh io viuo nel Mondo , e loro il cuore in faccia di queſto
le leggidelMondo vanno così. Sei Chrifto , deturpandone co'l ſangue
tu Chritiano , ò Gentile ? e ſe tu ſei quel Sagro Alcare , e ſcancellando
Chriſtiano'; perche mi citi contro l' dall'Euangelico Tefto il precetto :
Euangelio di Chriſto l'Alcorano del HominumGenus durum . Tuttauol
Diauolo ? comearriuià tanto di te- ta queſta mia predica non ſarà va
merità, che ardiſci porrein compe- na , e non giouando efficacemente
tenza della legge di Dio gli abuli dcl ad eſi, per conuertirli, giouerà à
ſecolo ? alla morte , al giuditio : al mc , per ſcarico dell'obligo , che mi
tempo , che faremo con la candela s'addoſſa : Seruirà à queſto Giudi
alla mano, e'l capo al capezzale, per ce eterno , per rinfacciare ad eſi al
rendere di ſettimana , ti chiederà la morte la diabolica loro oſtinata
queſto Crocifilio tuo Dio conto de' durezza . Prendo con tutto ciò re
ftatuti ſatanici , ò de'precetti Euan- Spiro , per novamente aſſalirli : e frà
gelici? eh che non eft qui recogitet tanto v'inuito ad vna buona elemo
corde : non c'è chi ci penſi , chi ci di- Gna .
ſcorra da vero . Stimare il vendicar
fi fatto di vero honore , ò è Stolida SECONDA PARTE.
ignoranza , ò è malitia efecranda :
pure , e pure hoggi mai tutti, Caua- 12
lieri, Nobili , Mercanti, Artigiani, · E
riſolui ? Oh Padre queſt'
Mendichi, Straccioli ; le Donnicci- honore mondano è vero , ò falfo
uole , i Ragazzi, taluolta i Confa- ch'ei ſia , è vna gran coſa . Sia gran
grati al Culto Diuino la vogliono al de quanto ſi voglia , Dio ti coman
tu per tu fin ſopra dell'offo al diſpet- da,che in queſto caſo tu non ne fac
to di cutta la Legge, di tutto l'amo- ci tanto conto , che lo proponghial
re ,di tutto l'honore diDio . Et è la Diuino . Ego autem dico vobis dili
colpa duplicata de'Signori,de'Gran- gite inimicosveftros. Ego, lo , che
di di queſto Mondo , i quali ( coſa ſono Iddio ; Padrone aſſoluto dica
horribilealſolpenfiero )fi Idegnano fai e che di quello , che voglio , e
con eſſer battezzati di praticar l'E- faccio , non hò da rendere il perche
uangelo'; hanno per dishonore l'imi- ad alcuno , e fia mò chi fi voglias,
tationeperfetta del Figliolo di Dio ; Dico; l'hò inteſa così : l'hº determi
ftimano mancamento d'infamiaľ nara così ; e così la comando , per
vbbidire a comandamenti d'vn Dio; che così mi piace di comandare.
e la Plebe , il Volgo , il Popolo più Vobis , à voi crearure à me total
minuto li và ſeguendo alla cieca ,pi- mente ſoggette : pezzi vili di rotte
gliando dall'attioni loro la regolamen pignatte c, he con vn calcio poſſo
git
Per ilVenerdi delleCeneri. : 35
lana . Ma alla
Paprirſi gli oc gittare cofà frantumate in ſcheggie. e per il tempo al partorirgli oppor
do fi chiude Diligite inimicos veſtros , ſotto pe- tuno s'andaua la pianta appena pro
na dell'eterna diſgratia mia d'ellere uedendo di pannicelli con le ſue
50 , allhora fi in queſta , e nell'altra vita ſoggetti frondi; ma Chriſto di ciò ſdegnato
verità fode , &
e rolite , diſcor
all'ira d’yn Dio vendicatore: Perdo- tantoſto la maledille : lam non am
oni annuali do nate a voſtri nemici . Perche omnis plius in æternum ex te fructum quif
Matt. arbar, qua nonfacit fructum bonum piam manducet : e la pianta infelice
giomo. 7.- excidetur in ignem mittetur : che à quella maledictione Diuina arida
ono ancora le queſto è il fuoco ,nel quale diſli da ſi fece ſin dalle radici: Viderunt fi
endicatiui: sò , principio di voler gittare le pietre cum aridam factam à radicibus. Si
vn punto : sò , de’Vindicariui. gnore ? così dunque le piante hanno
nei iloro ncmia 13 Ma piano di gratia · Signore ad abortire i lor parti di Primauera?
, cauerebbero dell'albero delgiuſto ſi dice nel Sal- fe c'è colpa , è del Sole, che nuoran
: cia di queſto mo primo, che darà frutti à ſuo do in Acquario , che guizzando trà
10 co'l ſangue Pfäl...s teinpo: Quod fruétum fuum dabit Peſci non anco ſalta in groppa al
ſcancellando in tempore ſuo: Amare chiciama; Montone ,non anco li pianca nelle
il precetto : far bene à chi ci få bene , queſto è corna del Toro onde
; più vinainen
im . Tuttauol frutto di ſuo tempo ; e ſe l'albero te penetri le viſcere de' vegetabili.
non ſarà va della natura humananon loprodu- Pouere piante : appena è tempo che
efficacemente ce y certo merita , che veniate conformino gli embrioni nelle midolle
rli , giouerà à la ſcure della Diuina voſtra Giuſti- del tronco ; e pretendete , che porti
obligo , che mi tiä , e lo recidiate dalla radice il no maturi i frutti tra le braccia de '
queſto Giudi queſta vita ', lo gittiate su't fuoco rami?: In fine non fiam capaci, che
ciare ad el al cterno nell'altra : excidatur , in s'vſi tanto rigore, doue non c'è di
loro oſtinata ignem mittatur ; ma amare chi ci fetto , & in ſoggetto dimalitia inca
on tutto ciò re odia ; far bene à chi ci fà male ; per- pace . Hor fermati ; che ti farò io
e allalirli: e frà donate Signore ;queſto parfrutto : capace ;-foggiunge Origene Cumho.Orig: 16 .
buona elemo fuoridi tempo;ondeſe l'Albero del. amicus tuustibi benefacit, fi charitas
la noftra naturanonto produce,paa tua eum diligit s reddit ficusfructum in Mat.
re ancora ſia degno di ſcuſa ,enon in tempore fuo , quod fi inimicum di.
ARTE meriti perciò ſentenza di taglio , e ligat , tunc ficusprofert fructum in
fuoco . Chi vide mai, che ſi ta- tempore nonſuo : Porrò Chriſtusnun
iuo à cherc gliaſſe di queſti giorni it fico , per folum vult fructusin tempore fuo,fed
non trouaili in ello maturi i frutti? etiam cum non eſt tempus fruétuum ;
Padre queſt' 14 .Stà ſaldo dice qui Origene in vult enim ſuosmeliores eft omni na
ro , ò falfo
an
à . Sia gra
San Marco all'ori di quefti giorni tura ; e vuol dire fù queſto miſtero
ricom n appuinto poco auanti la ſuapaſſione adinſegnanza tua , ò fedele . Tudi
ritornando queſto Chriito da Betta . ci , che amare , chiti ama ; far bene
non ne fac nia in Gieruſalemme, vide da lungi' à chi ti fa bene , è frutto di ſuo tem
ropoboinsghi iaal vn fico ; tutto già diverdi foglie ve- po , come proportionato alla natura
coc dil
80, lo , che
Atito : Cum vidiftà longè ficum tua humana: liamo d'accordo. Re
Sluto di ca. habentem folia ; vi s'accolio , cerco plichi , che amare chi e’odia ;far be
fè frutti haucua i e non ſolo non vi ne à chi ti fà malé , e frutto fuori di
voglio , c troud fratto alcuno , che vecchio tempo, come ripugnante à gli affetti
e il perche baueſſe l'occhio piangente ,rugoſa la d'vni cuor di carne: te lo concedo.
i votgetriiansi. pelle , e'lcollo ſulla ſpalla cadente ; Ma ſappi,che Chriſto vuol fichi fuor
de ma ne menone vide alcuno ,che diſtagione ;perche precende , chei
er
n o , pe
d bambino in faſcie di latte. Si nutri ſuoi trapantino-in bontà i termini
mandar . caſie: nihilinuenit prerer folia;mer tutti della naturafotto il climadella
me total . cè che non era ancor'iltempo de' fic Chriſtiana fede tanto ti ſcaldail So
di rotte chi; non enim erat tempus ficorum ; to della gratia diuina, che puoi pro
cio posto • ༔༥༠༨
E 2: dur
git
36 L'amor de Nemici
durre queſti frutti d'amore, di beni- detta ,trouerà vendetta : voi la voie ?
ficenza di pace anco trà i rigori del- te ? certiflimo la trouarete . Si non
la niiniſtà più gelata enon trouan- dimiferitis hominibus,necPaterve- Mait.
dofi in te , verrà giuſtiflimamente à fter dimittet vobis : A chi non per- 18.
quella maledittione reale, che nella dona , non ſarà perdonato ; voi non
maledetta infructuoſa ficaia s'è fic perdonalte ? non vi ſarà perdona
gurata. lam nin amplius in æternum
ex te quifpiam fruétus manducet . Şi, 16 Sidice Dio : lo che ſono l'Al
dirà quelto Chriſto , non vuole co- tiffimo, l'Onnipotente , quello, che
lui produrre frutti di carità , di pace hà in pugno le chiavi della vita , e
con il proſſimofuo ,hora ch'è tem- della inorte, ad.vn ſemplice priego ,
po opportuno ſecondo la leggemia, che penitente mi porgi, ti perdono
il mio diuin volere ; hora che ſolen- l'ingiuria, e l'offeſamortale fatta al
nemente gli li promulga di nuono la inaeſtà d'vn Dio; ti riinetto la pe
l'obbligo del precetto euangelico di na meritata di fuoco eterno ; e me
perdonare al nemico; ma l'odia tut- lafcriuo ad attione d'honore ; eta
tauia , e lo maltratta , ò cerca di mal- viliſſimo verme , temerario , non
trattarlo nella roba ,nell'honore ,nel- che ardito ,rubello al mio coinando ,
Ja vita , nell'anima? maledetto fia non che al mio eſempio infleflibile
nella roba : vengano ſopra d'eſfoli non vuoi rimettere vn minimo di
fallimenti,le brine,le tempefte,le ca- che al tuo proflimo ; ma ne vuoi
reſtie , le guerre , i criminali, che lo ſangue, morte, vendetta tutta? hora
diſtruggano . Iam non amplius in a- bene: non vuoi imparare da mc?im
ternum ,Oc.maledetto fia nell'hono- parerò io da te : non vuoi ſeguire il
re ; refti affrontato , ſuergognato , mio eſempio? Seguirò io il cuo:chiu
(caduto egli, i figliuoli, tutta la fua di l'occhio al mio ſangue, che per te
cafata . lam non amplius c. Mate- mio nemico io fparfi in queſtaCro
detto ſia nella vita, giaccia sù d'vn ce ? Iaprirò io à quello , che tu fpar
letto languente , pieno di dolori, di gi de' tuoi nemici: ſerti l'occhio alla 1
malori , dipiaghe: veggaſi leutar di Lettione di mifericordia , che io ti dò 1
I PATIMENTI
Per la Domenica prima di Quareſima.
Ductus eft Ieſus in defertum à Spiritu, vt tentaretur
à .Diabolos.ea cum ieiunaſſetquadragintadiebus,
e quadraginta.no&tibus poftea eſurit..
S. Matt. 4o.
HBE L fatto Sia zandofile membra in pietre , e for-
gnori, ch'è quello mando le baue in calce , Romiti , ò :
de bombici,à chi'l . Rei , mutino in cella , è carcere :
conſidera : di que' Non lai, ſe dalla conocchia del le
'vermi,dico , che in- no , con la dita delle labbra filandoſi:
gegnof produci- le budella , è dall'aſpedelle vifcere
tori ſono delle nobili rete : Naſco- fuolgendo lo ſteffo filo , &al ſubbio
no à delicato vigore di viuo caldo auuoltolo della lingua , mentre che
nel ſeno medeſimo delle Donne ,, nel telaio del boſco il cacciano frà:
chequafichioccia in oua piccioleta l'orditura de' raini; lenzuolo fune-
te gli conano; e.verminati,mangia : bre, è natalitic faſcic li teffano ,doue
po,dormono, guſtofa ,agiatamente ; ò bambinelli, ò cadaueri venghino .
e dopo hauer ben mangiaro , edor- Non fai , ſeconl'accetta ſquadran
inito, con ſoporoſo ſapore,e ſapori- do, ò ſegando, l'affe del petto ; e con :
to ſopore ſaegliativermi ſiritroua-. li chiodide’ramoſcellipungentisben
no ancora: tornano alle menſe, & a' congiunte, e ierinate,ò baca , ò culla
piumacci , a' piatti , & a' guanciali ;. s'aggiuftino , in cuiè la nanna , ò l
alle crapole, & a' fonni"; hora crària efequic à loia-fi. cantino . Non ſai
denti prati ſedendo , bor'all'ombra in fine, ſe aaggelletti volanti , ò ſcal
difreſche frondi difteli , e ciò fanno pellieri ſederiti trà gli arborcelli d'vn
più volte :: e mentre durano in que- boſco , o ſotto l'arco d'vn Tempio ,
Ito modo di viuere ſenſuale, otioſo, nido , ſepolcro » doue s'infracidi
mai laſciano diverme à l'effere , Òſcano , o naſcano preparando fi va
la figura ; anzi quali che ſozzi ani- dino . Bafa; che quando morti alla
mali in ferido letamaro grugnendo ,, fine li credono , quafi.nouelle fenici
ſpeſſo ſi. giacciono ſtomacholi : toſto rinaſcer ſi veggono , e ſpiegar
quando ecco magnanimi" , egene-. Pali mutati in condide colombine.
rofi , ſprezzando la delicata freſcu . O che bella , è che inorale figura
ra di quel verde, & ombrofo , entro Signori, naſce l'huomo vn viliſlimo Job 173
del quale.dolcemente paſceuano , e verme .. Putredinidixi Pater meus
riporauano , ſalgono coraggioſi ad es tu ;mater.mea , foror mea ver
vn'horrido boſco , oue digiunando , mibus; ementre ſi ltà giocando nel
cvegliando trà mille croci diramu . le verdi freſcure.dc ſenſuali diletti ,
Scelli intrecciati , più crocififi , che mangiando ,dormendo, compiacen
ftefi ſimettono à trauagliare : Non do alla carne, tanto manca , ch'egli
fai , è vero , à primaviſta , le ſpez-. cangi lá viliflima conditione di prima
una ,
i Per la Domenica prima diQuareſima. 39
wa , che anzi in puzzolente lezzo opera vana; il premio , che non s'
TI ſempre via più s'intrica . Ma quan- acquiſta con l'opera ,ricſce ingrato:
do aluiene, che magnanimo, ege dunque dice Dio , acciò rieſca all
neroſo ſprezzando imondani piace- huomo il Paradiſo in ſommo di
ſima. ti , fale all'horrido boſco della peni- prezzo , e godimento , ſe l'acquiſti
tenza ,e mortificatione Chriftiana ; per mezzo de' patimenti , e de'tra
doue frà croci, e malanni,digiunan- uagli. Non quia non habeat potefta
ntaretur do ,vegliando , trauagliando , e pa- tem , & fine operibus nosglorificare,
tendo , imprigionato nel diuin vole- diceua l'Imperfetto ſopra il poſuić
diebus, re ; Crocififfo à Chrifto , more à ſe rationem cum eis diS. Matt. al 25.
fteſfo ne gli appetitiſuoi diſordinati: Sed ideo opusipermiſit, quia ficutopen
it.. toſto allhorache più morto, chepiù rafinepremysvacua ſuntiſícpremia
disfatto fi crede , qualinouellafeni- fine operibusſuntingrata . Immagi
ce rinaſcere'ſi vede à iniglior vita , e nateui, che li patimentii trauagli, te
mutata in colombina innocente vo- fatiche diqueſta vita ſiano il lapo
pietre , e for larſene al Paradiſo . Quiui Chriſto retto , l'inringolo, l'agreſta, che ren
e , Romiti , o noſtra guida ſicura d'eterna vita w ; de guſtoſa la viuanda ,la unanna del
, à carcere : hoggi ci precede al deſerto , alle bat- Paradiſo. Era per ſe ſteſſo cibo ſapo
occhia del ſe taglie, al digiuno , à ftenti, à pati- ritiſimo la manna,che piobbe dal
obra filandor menti. Dučius eft Iefus in defertum Cielo à gli Hebrei. On s'era panc ,
e delle viſcere à ſpiritu , ut tentaretur à Diabolo era fiordi farina cauato dalle fpiche
à queſto modo dilingannando il de' raggi del Sole : s'era Vino , era
, & al ſubbio Mondo , chedeliciando , e godendo premuto da' grappoli delle Stelle dei
7 ,, mentre che entro di queſta vita , ad ogni modo Cielo : s'era latte , era ſtillato dal
i cacciano frà: pazzamente pretende anco nell'al- candido ſeno della Luna ; inſomina
enzuolo fine
i tefſano,douc tra beatamente godere: come di ne- era cibo degliAngioli; PanemAn- Pfi77.
Cellità pur non foſſe patire in tempo gelorum manducauit bimo ; & ad
eri venghino. pria , per goder poſcia in eterno. Io ognimodo non ſolo guſtoſa non gli
etta ſquadran per tantoal diảinganno più chiaro riuſciua ,maloro metteua 'naurea ,
I petto ,tie con d'yna pazzia ſi fatta cooperando , ftomaco loro faceua ; Nauſeat anz
pungen ,ben ſon'à moſtrar le raggioni di neceni: ma noftraſupercibo iſtoleuiſſimo, di
baca,o culla rà così facta , acciò la gloria del Pa- ceuano colà ne' numeri al 21. Gran
nanna , òl radiſo più guſtoſa rieſca : acciò gl- marauiglia ; era la manna à coſtoro
0. Non lai eletti ſiano prima gloriofi in terra , di quel ſapore , che più bramauano:
inti , o fcal che glorificatiin Cielo : e finalmen- haueua del Selularico , ſe voleuano
oſcelli d'vn te quando queſte, che ſono di con- Saluaticine: dell'accido , ſe deſide
o,
7 Tempaciid gruenza , no ci ſoddisfino: co'lbene- rauano agrumi: del dolce , ſe gulla
s'infr i placito di Dio che è l'affoluto Pa- uano de'canditi : del mordente , ſe
rando la va . drone , chiudendo il tutto ; e fon'da voleuano de'fortumi, andate voi di
morti alla саро . Tcorrendo ; e pure dice , cbe mette
nelle fenici 2 Bontà infinita del noſtro Id- ua lor nauſea . Nauſeat oc. E che
clpiegar dio : non gli baſta d'hauerci apparec- altro volete voiò Hebrei. Ob vore
Toinbine . chiara in Cielo quella celeſte gloria , reſimo agli , cipolle,e porrid’Egit
le figura : quel bene diuino della beatitudine to . Oh mangiare della mannaiin
viliflimo Job 17. eterna s che vuole ancora darcelo in tanta voftra buon’hora , che vivo dir
eter meus modo , che ci rieſca più gradito , e di peggio , che ſentendo il fapore
mea ver più caro . Poteua Dio darciil Para- d'aglio , cipolle , c porri, vi puzzarà
ando nel dilo ſenz'altro , che faceſimo dal talmente il fiato , che appeſarere la
diletti , canto noftro ,Signori sì ; ma non ci aria d'intorno . Ma sì à propofito ,
прiacen farebbe riuſcito cosi caro, e gradito, non ne ponno inghiottire più vna
ch'egli che ſe l'opera , che non hà premio , é bocconc. E donde queſto auueniua
e di pri certe
ina ,
40 I Patimenti
certe parole del Sanio ci faranno la la fatigoſa , la trauaglioſa, e lonta
Atrada à ritrouarne la cauſa. Panem na , oh quella appetiſce , e và cac
de Calopreſtitifti eis finelabore, di- ciando gran leurierdelle nubi, gran
ce nella Sapienza al16. Era quella nuotator dell'aria , gran corſaro del
Manna pane del Cielo, egli è ilvero ; Cielo . Tanto che veriſſima reſta fi
ma non coſtaualoro trauaglio , non no frà gli ſteſſi animali la ſentenza
S.Piet. conftaua loro fatiga . Ab dice S.Pie- del P.S. Theodoreto : Prologo in
Dam ... tro Dam . non gultaua dunque loro Ezech. Contemnitur reuera corum ,
1.ep.15. la Manna,perche limancaua la con- quefunt inpromptu, poffeßio,verò
fid que
iuo
cia , l'intingolo , l'agreſta del pati- labore partapofidentur , ea
mento leuifimum quidem , deputant cundiffima: Sidiſprezza ciò, che fa
cibum , fi pondus,atque duritiam con- cilmente viene alla mano ; ma ciò ,
tingat deeſſelaborum . E non è ma- checoſta trauaglio ,maciò , che co
rauiglia, che l'humano palato ſiadi Itafatica; ohquelloècaro, oh qucl
tal temperamento , mentre veggio lo è dolce, oh quello è diletteuole.
no , che gl'isteſi bruri animali por- 4 Ma che direte. A. ſe trouarc
tano dalla natura il medeſimo iſtin- mo lo ſteſſo Dio eller del medeſimo
to . Scriue Eliano del cane di caccia guſto ? ftupite.Si laſcia intendere
lib.8.c.21. Si mortuo apro , vel lepo- Iddio à bocca aperta ne' Prouerb.
ri inciderit , non attingit quidem i all'8. chene gli huomini conliſtono
non enim alienis ſe laboribus adfiri- le ſue delicie: Delicia med effe cum
bit : Fà , che il cane di caccia s'ab- filys hominum . DolciſimoSignore
batta in vn cignale , in vn lepre mor- noi vi reſtiamo bene grandemente
toi non gli tocca vn pelo , ſe ne paſla obbligati per fauore tanto ſegnala
di lungo . Come ! tanto appetiſce to : ma in corteſia non ſonolaltre
quel cane la ſeluaticina, che ſe è vie creature figliuole voltre? e poſibile,
ua , e fugge , le corre dietro , la cac- che non vi lidiletti ancora la ſolitu
cia per le ſiepi, e le biade, le ſpine, e dine de'boſchi,l'opacità delle ſelue,
lebalze , licampi, e li monti , e ſi l'eminenza de'monti, la concauità
ſtrugge , e ſi ſtroppia per farne pre- delle valli ,il riſo de'prati , l'apertu
da , e quando la può godere ſenzara de' campi , il fuſurro dell'aure, il
trauaglio, ſenza fatica veruna , non mormorio de'fonci , la chiarezza ,
ne fà conto ? appunto perche gli vie- dell'acque , lo ſplendore de'Cieli, il
ne alla bocca ſenza trauaglio ,e fati. cantare de gli vccelli, il guizzare de'
ga propria, non ne fà conto; perche'l peſci, il fuggir de' ſeluaggi, il ſeguir
trauaglio ,e la fatiga propria è il con- li de'cani,e che sò io ? e ſe queſte coſe
dimento , che gli la rende guſtoſas non vi dilettano , comecoſa di balla
Nec enim alienis oc. Mercè, che di lega à paragone dell'huomo; non vì
tuttele coſe in fine ſi può dire collo ſono gli AngioliSanti creature tan
Chriſologo Ser. 96.Plus accepta la- to nobili, e grandi? Tant'è riſpon
piunt quam poffeſa ; inuenta magis de Hugone Cardinale ſono più coſto
quam ſubiecda delectant. di delicie gli huomini à Dio , che l'
3 San Pietro Dam. l.1 . epif. 11. altre creature tutte, che gli Angioli
ſimilmente racconta dello ſparuie- ſtefſi: Potius funt ei deliciæ infilys
ro , che Quefacilia ſunto in prom. hominum , quam in Angelis, vel in
pru , nobilitèr tranfit . in quibus vero' alis Creaturis à fe conditis : Mala
victoria maior oft laborlengingua ragione di queſto CardinaledotiNi
perquirii ; diquella preda, che facil - mo ce la fapreſti tu dare? Benilimo,
mente può fare vicino al nido , non e tanto gratioſa , e vera che niente
fi cura tantino , la ſprezza , e vola più . Diceli il Prencipe talc viue in
auanti; ma la difficile d'acquiſtarli , gran delicie , come farebbe à dire ?
mangia
3
Per la Domenica prima di Quareſima. 41
glioſa, c lonca: mangia vccelli , polli, che lihanno bà poſto Dio l'acquiftodelParadiſo
iſce , e và cac
delle nubi, gran ſempre alla mano ? Signori nò , non in trauagli, e patimenti tanto baſi,
conliſtono le delitie in queſte coſe evili, che lciano l'animno d'abbrac
gran corſaro del domeftiche ,e famigliari, ma confi- ciarli. Digiuni ,cilitij, penitenze ,
erillima reſta fi Itono ne' reluatici , nelli animali di tribulationi , perfecutioni,diſonori,
nali la ſentenza cacciagione ,ne'caprioli, ne' fagia- diſgratie, infermità, e morti: ah ron
; Prologo in ni , che coltano fatica, e trauaglio. cole,che troppo abbaſſano,che trop
TEHETA COTUM , Hora bene gli Angeli ſono coſe do- po auuiliſcono la generoſanatura
poffeßio,fidgue meſtiche , e famigliarià Dio : fem- dell'huomo. Pazzo Mondo ben lo
thr , 14 vero iyo per vident faciem Patrisi gli ſtanno chiamaidaprincipio . Non li cor
ezza ciò, che fa ſempre auanti gli occhi , gli hà ſemn- tenta Dio di darci la gloria del Cic
nano ; ma ciò, pre pronti alla mano ; ma gli huo- lo , e darcela conmezzo che più gu
na ciò, che co mini ſon ſaluaticine, ſono preda del- ſtoſa la facci , che ce la vuol dare
caro, oh quel la cacciagione della predicatione, ancora con vn mezzo tanto hono
diletteuole. dell’ycellaggione ,della Crocififlio- rato , che prina gloriofi ci renda in
.. ſe trouare ne , e però gli coſtano ſudori , e fan- rerra , cheglorificati vcniamo il
del medeſimo gue; Quia de iys , que aucupio , ſeu Cielo , e per queſto ce la vuol darc
intendere venatione capiuntur, fiunt délicia , per mezzo di queſte croci; peroche
ne' Prouerb. non autem de domefticis . Angeli au- queſte ſono chiarillime gloric, che
ni conliſtono tem ad domeſticas res pertinent, ho- gloriofi ci rendono al diſpetto del
mee effecum mines vero venatione prædicationis, Mondo, che non l'intende. Alla pro
Simo Signore c aucupio Crucis cepit, e però ne glilia . Credete voi, che i miracoli, che
grandemente hiiomini hà più toſto i ſuoiguſtische Chrißo faceua inqucfta Vita , la
canto ſegnala ne gli Angeli : Potiùs funtci deliciæ rendeſſero glorioſo ? Oh n'andaua
on ſono altre infilys hominum , quàm in Sanēlis la fama per tutto il Mondo ; per
re? e pollibile, Angelis. Dunque egli è chiaro . A. quellile inigliaia delle Genti lo vol
cora la ſolitu . che ilbene , chenon coſta trauaglio, lero far Rè: tante le riconobbero
ità delle ſelue, non è grato, non è guſtoſo ; onde per lo Mellia , e molti l'adorarono
la concatrica per queſto volle l'ottimo noftro Id- per vero Dio : hora trouatelo in San
cati , l'apertu dio , che s'acquiſtafle il Ciclo con Giouanni al 13. e l'vdirete dire . 10.6.13
o dell'aure, il patimenti, e fatiche , acciò condito Nunc clarificatuseft filius hominis :
chiarezzas il cibo della celeſte manna del Para-. Adeſſo in queſto punto. Nunc: ven
ede'Cieli, il diſo con fimile ſaporetto, più guſto- go chiarificato, vengo reſo glorioſo.
guizzare de ſo ci haueſſe à riuſcire: e però li co- Quomodo Nunc ? Dimanda il Mal
gi, ilſeguir Luc. 24 me oportuit Chriftum patio ita in- donato : quando fu queſto Nunc,
queſte coſe trare in gloriam fuam così oportet queſto adeſſo ? e riſponde. Quando
coſa di balla o nos pati fi volumus intrare inglo. Iudas iam ad vendendum illum ad
omo ; non vi riam . mortem egreffuseft. Appunto alllo
creature tan s . Padre riſponde il Mondo , ſe ca che Giuda ſe n'vſci , per darlo in
ne’è riſpon Diohaueſſe poſto la conquiſta del mano de'ſuoinemici , che ne facef
nopiù volto Cielo in trauagli honorati, eglorio- ſeroque' ftratij, che voi ſapete. Pia
Dio , che l' fi ,recome di ſtudij,di caccie, di guer- no vn poco ; allhora è reſo glorioſo
sandarebbe bene , e vidò parola, Chriſto , quando hà da eſſere fpu
gli Angioli
icia infilys che con tanto di cuore ci attende- tacchiato in faccia : gli hanno ader
elis, vel in rebbono gli huomini; che su d'ogni ſer dati de' pugni,de calci,de ſchiaf
is : Ma la cantos’vdirebbono diſputedi Lettc- fi; hà da effer villaneggiato , frufta
nale dotilli ratij i boſchi tutti riſuonarebbonodi to , appeſo in trechiodisù d'vna for
Benillimo, corna di cacciatori , e latrati dicani: ca ? Signorisi. Nunc, nunc,e ſe que.
che niente e'l rimbombo delle trombe , e deſte tenebre lo rendono glorioſo c
, he
le viuc in tamburi, co'l nitrir de caualli, af- gloria gli haranno dato le chiarezze
be à dire : fordirebbe il Cielo : ma à dir'il vero de' ſuoimiracoli ? Che tenebre ? che
F chia
mangia
42 I Patimenti
chiarezza? riſponde lo Ateſſo Dotto- Cielo , ce ne portano vna Carita itui
' re con San Cirillo :Eam claritatem , dia : Inuidia Cælum tundimus . Ma
quam miraculisconſequutus fuerat, queſto è nulla:parla altroue di Dio .
Ti cum ea comparetur , quan eft per De fuga in perfecut.ca. 10. , e dice.
Crucem confecurus,tenebrasfüli . Maloinuidiam ei facere per volun
Mi marauiglio de'fatti voftri,vuol tatemipfius pereundo , quam bilem ,
dire qui San Cirillo . Voi chiamate ' per meam euadendo. Vuò più toſto
tenebre i patimenti di Croce,e chia- far'inuidia à Dio ,ſoffrendo perfecu
rezze la gloria de' miracoli? queſta tioni fino alla morte per ſuo diuino
à petto diquellatenebroſo ſi reſtaše volere,che mouerlo à colera,ſaluan
però nunc,e non allhora clarificatus do la pelle per amor proprio . Nora
oft filiushominis.Má fermateui,che te Inuidiam c. far'inuidia à Dio .
yuò quì fare un ſalto marauiglioſo . Dunque tanto gloriofa coſa è ilpa
Tanto gloriofi ci rendono queſti pa- tire låntamente perſecutioni fino
timenti in terra , che muouonoad alla morte , che ſe il Dio della gloria
inuidiarci i Beati glorioli del Cielo. foffe capace d'inuidia, queſto lo po
Non mi bafta ; vuò fare un ſalto Trebbe muouere ad inuidiarci: Inui
mortale :mouonoad inuidiarci lo diam ei facere. E queſta dottrina.ws
Belo Dio , Padre con queſti ſaltiyi che non è inteſa dálMondo, era ben
romperete il collo . Non ho paura: inteſa da quegli amici diGiobbe ;
hò il Padre Tertulliano , che miſo . che nel 22. l'andauano caricando di
Atenta; ma intendetelo ſanamente , in tante ingiurie , Propter malitiam
quel modo , che Dio , e Santi ſono tuam plurimam , o infinitas iniqui
capaci d'inuidia . Dice dimque Ter- tates tuas: Forfante da galera: ſcele
tulliano in Apolog.c.40.Nos ieiunys rato da forca , per le tue iniquità
aridi , omni continentia expreffi, Dio t'hà condotto à queſto termi
in faccos. O cinere volutantes inuidia ne.Io addimando,l'incaricauano ef
Cælum tundimus. Signoris'incon- fi per odio,che gli portaflero ?Il Pa
crafte va penitente Romito , che ve- dre S.Antioco hom :51.dice che nè,
ſtito diſacco , cinto di corda , ſcalzo ma che fù per humiliarlo : humiliar
de' piedi,tutto di cenere ricoperto , lo ? e non era forſe il pouero Giobbe
haueſe pallidoil volto , ſquallida la humiliato aſſai , mentre era fatto
barbazhirſuta la chioma, ſetole le ci- berſaglio d'ogni diabolica perſecu
glia , ſmorte le labbra , liuidi i lumi, tione ſentina d'ognipiù infelice ma
con gli occhi vn palmo à dentro , il lanno:pouero,nudo , ſino de' proprij
naſo prominente in fuori: ſcarnare figli , non che della pelle ſpogliato ;
le guancie,le narici riſtrette allidra- tutto vulcere', tutto piaghe , tutto
ta la pelle ſopra la fronte , ſtirata (o- marciume, tutto nauſea , e fetore:
pra de' poll , che à pena tenendol- mangiato viuo da queivermi, che
offa compaginate ,andaile zoppican- figli della carne ſua fteffa laceraua
do con vn baſtoncello leggiero ti- no con viperini morſi il ventre della
rando il fiato co' denti,neri,rari,tan- fua madre:viuo ſepolto in quel leta
to longhi,ecosì groſſi che gliballaf- "maro, che le membra fire ſteffe, co'l
ſero in bocca , tutto effetto de'ſuoi cadergli à pezzi dalloffa ; gli stende
digiunipenitenze,erigori, che bell- uano fotto. Ricco ſolo della miſeria
afferto cagioncrebbe in voi ? Oh Pa- fua, e d'vn'importuna,e fuperba mo
dre gran.compaſſione . Si ftimanu glie, che di lontano apena gli gittarra
coſe vili,e baſte i digiuni , i cilitij, il le regole per raſchiarſi lepiaghe:é fe
faccoslo ceneri le penitenze. Et io vi più da vicino gli porgeuá il cibo ; il
dico , che tanto gloriofi ci rendono, facena, come ad appettaro sù la ci
che per gloriofi che ſiano i Santi in ma d'vn legno , turando il naſo , tor
cen
Perla Domenica prima diQuareſima. 43
cendo il collo, ftendendo il braccio , rendono più ſaporita la gloria del ins
ritirando il fianco , vibrando gli oc- Cielo, che cirendono prima glorioſi
chi , increſpando il vilo con mille in terra che glorificati in Ciclo ? Di
brontolamenti , e punture , che gli co la colpa mia ,ſon'vn balordo,dico
paſlauano il cuore , trafiggeuano I- la colpa mia , che hò vanamente git
anima , Itracciauano le ftelle viſce- tata queſta mezz'hora : hà dell'im
re : elo voleuano quelli ainici anco ponibile , che'l Mondo ſe lo perſua
maggiorinente humiliarc ? galanti a- da , quantunque ſia verità ,che non
mici per certo ;guardimi Dio da tali patiſce tanto di replica;mutarò dun
amicije pure lo dice vn Santo '. Hoc que ftile.Horsù ingannato il Mondo
quidem commenti adornato menda- ti creda , che ipatimenti gli rendano
cio iuſto iſti contumeliofius oprobra più coſto amara , e non ſaporita la
bant,non quod illum odiffent, ſed ut gloria del Cielo ; ſognili,chein terra
aſperitaté verborum humiliarent'. lo facciano vile , & abietto : fa conie
Quà ftare ineco Signori; v'arricor- fi voglia fratello ; fe vuoi andare in
date de' trionfi Romani, quando sù Paradiſo , hai da montar la Croce ,
carro dorato da generoſi deſtrieri haidapatire :per quefto buco hai da
trà i fali ditanti fregi , trà le feſte di paſſare. Oportuit Chriftum pare.co
tanti gridi , à ſuono dicanore trom- ita, Gita , ő ita intrare in gloriam
be veniuano glorioſamente tirati in fuam.E ſtato di neceſſità porto ilde
Campidoglio ?acciòche non veniffe- ' creto del Padre eterno , cheChriſto
ro in tanta gloria ad inſuperbirli , quell'innocente agnellino , che non
nell'arco del trionfo perdidietro ve- pecco mai, ne meno poteua pecca
niuano da alcuni ingiuriati; Sugge- re, che'l figliolo di Dio patiſſe, & à
ritur ei à tergo . Scriue Tertulliano queſto modo , o itas e per queſto
in Apolog. Refpice poſtte,hominem , mezzo, Oita,e per quefto buco,
memento te.Non t'inuanire,diccua- ita entraſſe nella ſuagloria . Et quos
no,inqueſti trionfi: riſguardatialle prafiinit, o pradeftinauit conformes Ad Ro
Spalle,ricordati cheſei yn’huomo in feri imaginifily ſui:&hà decretato man . 8.
fine miferabile, fragile,c corruttibi- Iddio , che chi ha d'andarein Para
le . Ah così gli amicidi Giobbe, ve- diſo , hà da eſſere ſimile a queſto
deuano , che ſopra quel letamaro eſemplare in Cielo per gloria, in ter
meglio che sù carro dorato,da queira perCroce; Si tamen.compatimur. Ibid ,
bollenti vermi, meglio che da più dice S.Paolo )vt o conglorificemur.
generoſi deftrieri tirato , trà i fatti di Parimenti, patimenti a chivuolglo
tanti fregi, quanti erano gli ſquarci ria : e ſe tu cerchi, e ſe ti pigli altra
della ſua pelle , trà le fette di tanti ſtradatu t'inganni all'ingroſſo:cu ſei
gridi,quante erano le bocchc che ſe di quelli, de quali diceil Profeta ;
gl'apriuanonella ſua cameal ſuono Viam pacisnoncognouerunt, noin Pfal.13
delle canore trombe degli Angelici hanno conoſciuto la ſtrada della pa
spiriti , veniua glorioſamentetirato ce ,ideft panitentiam
al Campidoglio dell'immortalità ; e Cardinale , diceHugone
,quæ ducit ad pacem s
dubitando non s'inuaniffe , l'andaua- , tur autem pænitentia recte via pacis,
no improuerando mille falſe calun- guia per pænitentiam , non aliter,
nie per humiliarlo ; non quod illum non aliter, o non aliter venit ban
odiffent , fed.vt afperitate verborum mo ad pacem Dei .Pel mezzo, c per
bamiliarent la ſtrada della penitenza , o volonta,
6 Ma che yado io facendo? pre- riamente abbracciata , è patiente
tendere di perſuader'al Mondo , che mette ſofferta , fi và al Paradiſo ,
itrauagli, leperſecutioni, l. tribola- nonin altro modo.Fratelliforellesit
sioni, le penitenze ſon coſe', che ci punco barre in queſte dueparole: 0
F 2 ita ,
44 I Patimenti
sta, non aliter . Quis mihi det, vt derio ſuperbodi riſentirliį ſoddisfa
Job 19.fcribantur fermonesmei , quis mihi cendo alla vilipeſa voſtra leggediui
det,vt exarentur in libroftylo ferreo, naj Et ita , non aliter . Datemi Si
plumbi lamina, vel colte ſculpan- gnore sù i voſtri flagelli , acciò con
tur in filice ? oh chi mi dalje vn ftilo eſli le imprima in queſta rubelle mia
di ferro acuto,per intagliar'in piom- carne , che con capriccio di ſenſo à
bo , per ſtampare nel marmo coran- pugni, cdenti la vuole pure contra 1
to importanti parole: “ita, non lo ſpirito con diſordinato appetito
aliter . Datemi Signoresu queſta di ritornare alle pignatte d'Egitto . .
intercedere:
uagante riſpolta , ch'ella è queita.si
acciò effer fior del campo ,hauer battante
quella cofa , che fù d'altri, ſi faccia ſcufa allegata pernon accettar l'in
mia , e di necellità , che v'intramez- uito , che vi få l'anima voltra fede
zi qualche coſa . Signori il Paradiſo le ? à me pare dinò : che ſe fiore voi
naturalmente non è dell'huomo:ac- fete , ela vi fà fapere , che'l ſuo letto
ciò dunque fi faccia dell'huomo , è fiorito , & in letto fiorito non ſta
qualche coſa vi hà da intramezza- rà bene per auuentura vn fiore ? eh
re: e qual coſa vi hà d'intramezzare che tu non l'intendi dice Hugones
Oportuit pati Chriftum : @ita : la Cardinale:mà bà ben'intero Iddio il
Croce, il patire , trà'I mobile ch'è zergo dell'anima : e però gle riſpon
il termineà quo,e'ltermine ad quem , deego flos campi evuol dire; tu vor
che coſa è neceffario intramezzi ? reſtigodere de' gufti miei ſpiritualià
riſponderebbe il Filoſofo , che viam bell'agio , in caſa tua , fu’l proprio
intercedere neceffe eft : hora noi fia- letto , ſenza ſcomodarti, e patire ;
mo mobili , che ſtiamo nel termine ma t'inganni ſorella ; io ſon'vn fiore
à quo della terra, il termine ad quem del campo, e però non m'haurai nel .
è il Cielo : dunque è neceffario vi le mani, fe non t'affatichi, e traua
tramezzi la via : e qualeè queſta via? gli ; venendo à cogliermi, venendo à
on ita. Croce, patire , aſtinenze, ricercarini, fudando, e patendo. Tu
lagrime, orationi, veglie,che sò io: vis habere me fructum lectuli, fiue
queſte fonola ſtrada ,che ci condu- domus,fuauitatem meam pollidendo;
ce al Cielo . Alftinentia, lachrime, fed ego adhuc fum floscampi per cer
preces , vigilia ; ipfe funtviæ , qua tamen obtinendus, per laborem colli
in Cælum ducuntad Dominum dice gendus. Ohera Dottore Giobinzo
S.Eph . S.Efrem Amin : ri ad maius io vò , queita ſcienza,e però dice nel 3.cap.
de ális che andiamo argomentando. V dien- che ogni volta che vedena la tanola
Beatitu za ; non ſi può godere di Dio in apparecchiata , prima di mangiar
dinibus queſta vita mortale , participando boccone,fofpiraua; Antequam com
ne' ſpirituali diletti di quei godi medam ſuffiro.Giobbe miofe le po
menti, che li goderanno colà sùnel teua dire , coſpirare auanti di porti à
l'eterna, ſenza pallare per queſto tauola ? che s'hanno forſe ad arri
mezzo della Croce , de patimenti: cordar alla tauola i morti ? più coſto
Oh guardate mò voi , ſe lenza Cro- bilognaua reſpirare , allargando la
ce, e patimenti potremo godere di cintola , e prepararſi à ſaporeggiare
Dio nel Paradiſo . La diletta ſpoſa agiatamente le delicate viuande ,' e
là ne' Cant, al 1.dice , al diletto. Le lambire dolcemente i vini non me- ,
Elulus n fter floridus , tigna domo- no grati al palato, che conferenti al
rum noftrarum cedrina , laquearia lo ſtomaco : perche dunque in vece
noftra l'ypreſina. Odiletto mio, ſe di allegrarti, lorpiri? eh dice Grego
tu faperii, che bel letto fiorito io rio Sanro ; mercè che ſapeua benil
tengo in caſa , che caſa ricca , ador- fimo chi nell'eſiglio di queſta vita
nata ', tutta odorofa di cedro , e di mortale deſideroſo de'beniCelefti ,
cipreſſo ; vieni vn poco à vederlan , non ſi humilia camminando per la
che sò , chete n'hai fubito ad inna- Atrada de' gemiti , e de dolori , non
morare . E'l diletto immediatamen- folo non occorre chepenli d bauere
re le riſponde nel 2. Ege flos canepi, à federe all'eterno conuito del Para
dilo ;
46 I Pafinenti
diſo ; ma ne anco d'hauerne à parte- Parla Dio delle tribolationi,che die.
cipare vn bocconcino . Niſi enim de al fuo Popolo d'Iſraele , e dice
susperet , non comedit quia qui fe Et ero quaſi exaltans ingum super
inhoc exilio per defideriorum cæle- maxillaseorum Leggonoli 70. Et
ftium lamenta non bumiliat , eterne eroguafi homo dans alapasfuper ma
Patrie gaudia non deguſtar : E però , villas evi um : Tribolando il mio Po
reſtano digiuniaffarto de' veri guſti polo , io ſarò comehuomo, che lor
del Cielo coloro , che vogliono go- dia le guanciate . Dice Hug. Card.,
dere qui, e paffarſela allegramente che Dio allude qui alla metafora
ne'beni di queſto mondo . A veri- dyn Padre , ò Nutritio che dà delle
tatis enim fabulo , ſoggiunge il Pa- guanciare al figlio , enon adopra il
dre , leiuni funt , qui in hac peregri : pugnale,perche vuole correggerlo,c
nationis inopia latantur. Signorisi: non ammazzarlo . Alludii Domi
perche quel carnale vuol goderſi di nus metaphora Paris, vel Nutrity ,
quella carogna,non goderàmaitan- qui filium percutit palma, vt corri.
tino de' guſti del Paradiſo perche piat ,non gladio utinterficiat ie dice
quell'auaro vuol goderſi tutta per ſe beniflimo Hug,perche diſle Dio di 1
quella malla d'oro , non aſſaggiarà sopra, ego quafi Nutritius ephraim , 1
mai boccone della manna del Cielo: portabam eos in bracchijs meis ,
perche quel vendicatiito vuol rod- nefcierunt quodextraherwn eos: Ho
disfarſi à pieno in quella vendetta , ra bene , qui ſi tratta ditribulatione
non ſaprà mai coſa lią vera pace ſpie dice la Volgata . Portabam eos , in
rituale . Oh Padre qui replica quei bracchus meis ; Leggono i 70. Ama
tribolato , che non ſipoſſa andare in bulare feci:legge Pagnino , colligani
Paradiſo ſenza mortificarſi inquele pedes : s'vdimaipiù bel intrico ? col
le coſe , che ſono contrarie alla di ligaui pedes i ambulare feci ? ſe lor
nina legge, và bene : laſciar la con- haueuace legati i piedi Signore , co
cubina , reſtituir quel d'altri, perdo- me gli faceuate voi caminare ? e fe
nar'alnemico : ma, che io non vi gli faceuare camminare, come gli
polla andare ſenza Coffrire queſta portauate in braccio ? ambulare te
inferinità incurabile , che per tanti ci ,portabam eos@c. Oh che quello
anni io porto ; che ſenza patire vna è ilmiſtero , ch'io c'andauo dicen
fi gran perſecutionc à corto. , tante do . Diuenti fratello infermoire
diſgratie , e fuenture , che mi tem. Dio ti manteneua in ſanità , eri tu
peltano addollo , enon ci hè colpa : mai per camminare alla volta del
è pur gran coſa , è pur duro boccone Paradiſo ? Oh Padre correno à tut
da maſticare: eh non è ponibile ,che to paſſo alla volta deH'Inferno , tan
Dio habbia decretato in quefto vni- to preſo io mi trouaulo con quel
co mezzo la mia ſalute . E s'io ti marciume, chem'bà concio al mo
moftrarò e
, farò toccar con le ma- do , che vedere. Et adeffo mò , con
ni , che ſeDio non vuole forzare il met'indrizzià quella Patria celeſte?
libero arbitrio , che ha dato all’huo- Padre viuo pure fuor de peccati
mo , come non lo deve fare ; è for- graui; vado raſſegnandomaalla me
zato ad adoprar queſti flagelli , ſe glio al voler diuino , pigliando il
vuol condurre gti huomini in Para- male in penitenza delle inie colpc
diſo , altrimenti non glieli potra con- paffare. Dunque perche la bontà.
durre ; che mi riſponderai ? Diuina civoleua in Paradiſo , e tu,
8 Vå in Orea al capsl. e troue- rano voleui andare ad ogni modo
rai vna Scrittura , che pofte le varie all'Inferno , fù di neceſſità , che ti
lettioni, è la più bella cola , che à legale i piedi con quell' infermità,
quello propoſito ritrouare fi poſla . & à quelto modo ti faceſſe camıni
nare ,
Per la Domenicaprima di Quareſima. 47
nare , voltando faccia à quella vol- bolato in queſta vita è de' maggiori
ta, alla qualeſano teneui volte le ſegnize forſeilmaggiore, che li pot
ſpalle . E non è queſto vh portarti lehauete quà giù dell'eterna falute.
in braccio in Paradiſo ? Si che bilo- ' A queſto propoſito : Palla Chriſto
gna pur confeffarlo. Colligans pedes; il mare inSan Gio: al 6. Abur trans
ambulare feci;portabameos in brac- mare ,eſubito ſoggiunge l'Euange
chysmeis. Così lega Dio i piedi à lilta. Subitergo in montem Iifusi
quell'auaro mercante con quel fal- adunqueGiesu Taliſoprail monte
limento ; à quel Padre difamiglia , Si ferma qui Ruperto Abbate , e vå
con la morte del figliosà quella don- ſpecolando ſopra quell'ergo . Ergo ?
na con leủarle ilmarito ; à quel vin- queſta è conſeguenza : cda quale
dicatino con farlo cadere in pouer- antecedente è dedotta?oh io l'ho in
tài à quegli altritanti peccatori, con teſa perche Chriſto hà pallato il
quell'altre tante tribolationi; perche Mare ſimbolo della tribolazione per
altrimenti fe gli haueflero fciolti , ſe tảnto da queſto , come da legittiino
laſcialle loro in potere la comodità antecedente ne viene in buona con
del peccare:actum effet ,correrebbero ſequenza, che ſia falito ſu'l monte
à dirittura all'Inferno i non vi ſareb- della Glorificatione . Ergo , quia
be ſtrada che quel mercante laſciaf- trans mare alyt , idcirco ipfe quoque
ſe gl'ingiuſtitraffichi; che quelPa- in montem fub t,quia videlicet pro
dre di famiglia per laſciar ricco il fi-
pter hoc illum Deusexaltanit , quia
glio , non facelle d'ogn'herba faſcio;
factuseſtobediens vſque ad mortem ,
che quella maritata ſiſtaccaſſe da' mortem autem Crucis. In Chrifto
piaceri di queſta vita ;che quel ven-dunque dall'antecedente della Cro
dicatiuo ceffaffe di procurar la mor ce venne dedorra la conſequenzano
tealſuo nemico . Ah e Dio che della gloria ;Oportuitpati Chriftum ,
vuole , che camminino al Cielo . ita intrarein gloriam ſuam .Al
Colligaui pedesjambularefeci ; & à mili dunque nem Chriftiano; biſo
quelto modo tribolandoli come ' gna,che dall'antecedente della Cro
Nutritio , che gliaina, e ne tien cu- ce , de' patimenti deduca la conſe
ra , li può dire gliporti in braccio . quenza della gloria ; ( ita , o non
Ego quaſi Nutritiusepbraim porta . aliter. Sei tribolato fratello ? ſei tri
bam eosinbrachys meis , o nefcie- bolaca ſorella ? Si si,fate lieci,bene
runt ,quòdcurarem eos ; Pazzilí tri- dite il Signore ſoffrite con raſſegna
bolari , chetribulati vedendoli , cre- tione la tribolatione , e'l trauaglio ,
don d'eſſere abbandonati da Dio , e che hauere vna gran certezza mo
non intendono , che anzi perqueſto rale della voitra ſalute: ma ſe nò tri
appunto che ſono tribolati, Dio hà bolateui,trauagliateui da voi mede
di loro ſpecialiſſima cura , ſono da fimicon penitenze , con mortifica
Dio particolarmente guardati, e go- tioni, con volontarie croci, perche
uernati: queſte infermità , perſecu- altrimenti io dubito cosi de'cafi vo
tioni, trauagli, che ſtimano pazza- ftri, che non vorrei eſſer in voi , &
mente fuenture , ſono la vera lo- eller Monarca di tutto il Mondo .
ro auuentura : e quelle che ſogna- Dunque à Chriftiani, ò anime elet
no ſarebberole loro auuenture i te , echiamatealla gloria del Para
farebbero l'vltimata loro fuentura . dilo ; Sapientia ædificauit fibi do
Senti ò tribolato ò che li Santi Padri mum , excidit columnas/ iprem , mis
cucci ſono ignorantije lo Spirito ſan- fcuit vinum ,copropofuitmenfam : è
to nella Scrittura Sacra c'inganna vero vihà apparecchiato Iddio il ci
(coſa, che à dirla ſarebbe horrendif- polo eterno nel Tourano Palazzo
lima beſtemmia ) è che l'effere tri- della Celeſte Gieruſalemme: è vero ,
che
I Parimenti
che vi bà apparecchiato indeffetti- num pati , & intrare in gloriam
bil conuito di manna diuina nel fuam ,ő ita ,o non aliter . Ma par
piatto della beatifica viſione;ma au- ſando per queſta viade'patimenti,
ucrtite , ſoggiunge il Sauio , anzi lo ma ſalendoper queſta ſcala della
Spirito Santo,che mifit ancillasfuas, Croce , curamente entrarete in
vt vocarent ad Arcem , o ad menia gloria, & entrarete gloriog prima in
Ciuitatis . Non vi penſiate, che da' cerra, che glorificati in Cielo , done
prati,che da' giardini, che da' piace- faporita , e guſtoſa tantopiù cola sù
ti, che da guſti diqueſta vita, fiatc la goderete ,quanto meglio condita
colà sù chiamati? ma da mura , ma quà giù l'hauerete con l'inringolo ,
da fortezze, ma da guerre , ma da coʻl laporetto , con l'agreſta del tra
combattimenti, madaftenti, ma da uaglio della fatiga. Dio ci concroci
ſudori, ma da croci , da patimenti: figga tutticon Chrifto in cerra , per
Oportuit Chriſtum pati,& ita intra- conglorificarci tutti coʻl modelino
riin gloriam ſuam :oportet Chriſtian Chriſto in Ciclo . Amen.
LA
49
LA TRAGEDIA
DEL GIVDICIO
Per il Lunedì della prima Domenica
di Quareſima.
Cùm venerit filius Hominis in maieſtate ſua , een
omnes Angeli cius cum eo : tuncſedebit ſuper
nubem Maieſtatis ſua · Et congregabuntur
ante cum omnes gentes.
Matt . C.23 ,
Erribile , e ſpa- tentamente l'vdirlo , c portaruclo
uentoſa Tra- ben'impreffo nel cuore.Cùm v.nerit
gedia di Giu- filius hominis in maieftate fua ,
ditio vniuerſa- omnes Angeli eius cum eo . Queſto è
le ci ſi appre- l'intento di Chrifto, che lo propone ;
renta in queſto di Santa Chieſa ,che ce l'eſpone:bea
giorno Signori ta l'anima, la quale cooperando , fe
nell' horribile, n'approfitta : io mi faccio da capo à
e tremebondo Teatro dell'hodierno trattarne in cinque atti diſtinti con
Vangelo.Sono le ſcenevoraci fiam- ' quell'ordine appunto, che in fatti hà
me d'Infernoje ribombando frà ſcu- da ſuccedere .
ri nembi nell'aria lugubre rromba ; e Alzate gl'occhi A. , & in pro
riſpondendo dalle feride tombe de ſpectiua dell'horribile ſcena mirate
cadaueri infraciditiecho dolente ; e eſpoſto un gran cartello nell'altro ,
folgoreggiando frà nuuoli; la Mae- entro del quale à terribili caratteri
Ità d'vn Giudice ineſorabile ;doloro- di ſangue, e fuoco , quali che titolo
ſe alla viſta , ftrepitoſe all'vdito , an- della Tragedia fà ſcritto l'immuta
gorciofe alla mente fi mirano , fi bil decreto della verità infallibile
odono , ſi contemplano per ogn'in- dell'vniuerſal Giuditio ,che riferi già
torno ripiene e riſonantidiftrida, di l’Appoftolo. Omnes nosmanifeftar:2.Cor.
gemiti ,di beſtemmieconfuſe , pro- oportet ante tribunalChriſti . Égli è 3 .
fondi, & elecrande, che l'occhio , l'- di fede che tutti , turti in carne riſu
orecchio, el cuore iſpauentano , af- {citati habbiamo ad eſſere appreſen
ſordano , ingelidiſcono d'accuſatoritati auanti al Tribunale di queſto
Diauoli , e d'anime condennateg. Giudice Chriſto ; & inteſo di quà ,
Non tocca , è vero , la littera dell'- che la Tragedia veriffima di GIV
Euangelo , che parte dell'attione fu- DITIO vniuerſale fi rappreſenta ;
nella; ma ſtà å mio carico in voce ecco che mentre i miſeri mortali .
viua appreſentarui compito fpecta- Edentes, cor bibentes,ementes, o ven- Matt.
colo si deplorando , & à voftro at- dentes,nubentes, o nuptuitradentes ,21 .
ſe ne
30 . La tragedia delGiuditio
ſe ne vanno , come hoggidi vanno vna rugiada ſanguigna l'herbe , ei
pure dimenticati affatto dell'incui- tronchi ;& in polaere ridotti i colli ,
tabilc fine ,che vicino gli aſpetta & imontii ruggendo in truppe vni
tutti ſpenſierati, & alforti ne'piace- re le beſtic della terra ; aperti da lo
rl del viuere , ne gl'interefli del fe- ro fteffi i ſepolchri de' morti,eſcono
colo , facendoſi ne' capricci del fer- i viui tuttidalle loro ſtanze, e vanno
ſo , c diffegni del Mondoil brindile quà , e là ſcorrendo, quali che for
allegramente , eſcono à fare il pro- femmati. Così leggo Signori in più
logo que'moſtruoli ſegnali, che da luoghinelmio Serafico Buonauen
gliHebreiraccolti ſcriue Girolamo tura . Echi da prologo tale l'horrore
Santo, eci accenna inparte il Salua. della futura attionc non argomenta?
Luc. 21 core in S. Luc.al 21. Erunt fignaini ben l'argomentaranno quelli , che
Sole, U Luna , Stellis oc. Fa . Spettatori & trouaranno ; onde all' .
teui in attento penſiero, che orgo- improuiſo ſorpreſi dal mal preſen
glioſi s'innalzino iMari eutti ,e co- te , ſtaranno innariditi quali ſcogli
prendo con onde ſuperbe lecime aſpettando ildi peggio auuenire,che
de monti'altieri , mentre per li rami queſto volle dire il Saluatore nel
de gli alberi (piegano il volo i peſci, foccitato Euangelo di S. Luca. Are
e per le felue, & iboſchi vanno cor- fcentibus hominibuspratimore
rendo idelfini, vadano poicon ime: capellatione.
prouifo tracollo à diroccarli l'acque 3 Et ecco muta nell'atto pri
tanto giù nell'abiſſo, che ſpalancati mo la ſcena , & appaiono perſonag ,
ipiù regretiripoſtigli dellecauerno- giin palco, il Sole , e con la Luna,
ſe viſcere loro , appena dall'alto re le Stelle, ele virtù motrici del Cielo.
fano diſcoperte Quando ritorna- Sol obfcurabitur , Luna non da - Luc.21.
tii Mari all'egualiçà naturale , leua. bit lumen fuum , Stelle cadent de
no i moftri marinidall'onde il capo, Culo , Virtutes Cælorum moue
dando l’yn verſo l'altro con ſopra- buntur. Ma come? veſtito di grama
naturale prodigio muggiti horribili. glia à lutto , incapucciato ditene
Strana coſa vederli allhora congre- broſo mattino vn lungo ſtraſcico di
gati ne' ſpatioſi campidella terra gli notturno buiotirando in coda ap
vccelli tuttidell'aria nelle ſpecie loro parirà quel Sole , che hora di broc
diſtinti, & ordinati, e ſenza guſtar di catelloammantato, à nozze coron
cibo alcuno ſpogliati con gemiti la- nato dimatutini chiarori,ſporo bril
grimeuoli riſpondere gli vicignoli,e' lante della diurna luce dal talamo
cardellini, a doloroli vlulati delle dell'oriente veggiamo vſcire. In fole
ciuette & alocchi in concertoſcon- pofuit tabernaculum ſuum , eo ipfe Pf.18.
certato del noioſo gracchiare delle tanquam /ponfusprocedens de thala
cornacchie, e de corui, Fulmini di mo ſuo ? Spogliara de gli argentari
fuoco ſcorrono intanto dall’Occaro monili ſuoi nuncia lugubre in nero
nell'Orto ;e cangiate nell'apparenza vidouile manto s'adombrerà quella
le ſtelle fille , & erranti in crinite co- Luna , c'hora feſtoſa meſſaggiera ,
mete, ſcuotono la terra terremoti si de' gaudij , luminoſa miniatrice del
fieri ,che i più corragioli leoní , &i firmamento sì glorioſainente riſple
meglio piantatielefanti,non che gli de in alto ? A Luna ſignum drei feſti. Ecclif.
huomini, già più che foglia d'autun- In firmamento Cælireſplendens glo-43•
no pallidi , tremanti, edeboli vanno riose ? Cadenti à rompicollo ſen'
boecone à terra . Si ſpaccano le pic- anderanno quelle ſtelle , che le bel
tre picciole, e grandi in quattro par- lezze del Cielo , ſquarciato il bianco
ri : s'incontrado , vitano, cozzano velo diurno ſuclando al mondo,fan
infrà di loro le parti diuiſc : ſudaço no à chi dorme in terra , la ſentinella.
sì in
Per ilLunedi della primaDomenica diQuareſima. Sr
sì intrepida , c sì fedele? Species Caglia moſtruoſamente commofle fi
li gloria Stellarum , in verbis Sancti troueranno. Quì dunque si A. che
ftabuntad Iudicium , a non deficient replicare porianio. Arefcentibus hoc
in vigilys fuis ? Scompigliate ſolo. minibus præ timore : cheda gelidif
pra li vedranno quelle virtù motrici limo timore opprefli gli huomini
de' corpi ſuperiori, che hora coil ) tutti à portenti sifieri, quafi cangia
ſpalle di Gigante portando il Mon- ti in inſengibili ſtatue di fredda pics
do e reggédo i regiſtri dell’Vniuerſo tra,attrattidimembra ,immobili d'
non piegano le ginocchia che al di- occhi, arefatti di petto , muti, ciechi,
uino potere? Deus cuius ira nemo re- quaſi che radicati su i piè rimango
fiftere poteft fub quocuruatur qui por, no.Non piangono,perche non troua
tant Orbem ? E chi ci ſpiega ( cena sì il dolore humor'alcuno ,che torchia
dolorofa? In fatti diceRabano,Nihil re ſi poſſa nel petto. Non ſofpirano,
prohibet intelligere veraciter Solem , perche non troua la pena fiato , che
Lunam cum fyderibuscæteris fuo eſalar poffa dal ſeno . Non gemono ,
lumine priuari, quomodo factum de percbenon troua l'angoſciaſpirito ,
Sole conftat tempore Dominica Pafche articolare ſi poſſa intrà lidenti ,
fionis . ' I luminari celeſtirealmente e lelabbra . E re pure lagrimadagli
s'eccliſſaranno ; ritirando i raggi, occhi gocciola ; ò fe parc vn foſpiro
chiudendo i lumi quell Argo inna- trà le faucimormora ; ò fe puredal
morato ,dichiarandoſi di non poter le labbra rifuona vn gemito ; l'affor
ſoffrire sù gli occhi aperti iniſeries biſce , lo diſlipa , e l'ammutiſce vna
sì deploranda di quelloggetto , at- fiamma vorace.che foriera corrente
torno al quale per tanti ſecoli,e tan- dello ſdegnolo Giudice in vn'iſtante
ti giraſole d'amore s'andò aggiran- occupa la ſcenatutta . Ignis ante ip- PS:96
do: appunto come il Vener Santo in fum precedet diffe il Salmifta . Hida
tenebrofe cortine li chiuſe il Sole , precedere alla venuta di Chrifto vn
per non ſoffrir la vilta della morte grande incendio di fuoco : coſa ,che
del Saluatore. Non caderanno già le al parere di più ſcolaſtici, horribil
vere Stelle del Cielo , che immobil- mente bà da feguire in queſto Mon
mente ini fitte, centro fatte à fe ftef- do . Per concorſo de' celefti aſpetti,
fe , altro moto non fanno che girein e confrattione de' raggi loro , ò filo
giro . Ma il punto ftà (ſcriue Buona- fofo , in nube concaua quaſi ad fpecu
uentura Santo ) che ripiena l'aria di lum ; s'accenderanno nell'aria fpa
Metereologiche impreſioni, tanto uentofi fuochi,e vomitando la terra
confufe in ordine, e moltiplicare in fuora da mille puzzolenti bocche
numcro ſi vedranno ſcorrere , e ftri- tutte quelle fiamme , che in tanti
fciare le Stelle cadenti , le capre ſal luoghi nelle zolfuree fi rillerra : vnic ,
tanti, e fimili, che ſembrarà cadano tel quelte , e quelli con la sfera del
à rompicollole vere Stelledal Cie- fuoco ſarannoperdiuin potere can
lo ; queſte diſperate dogliore ad am- to moltiplicati, che tutto il Mondo
morzare nel mare i loro fplendori, baſſo à guiſa di fornace ardentif
quelle inimicate idegnoſe à metter fima verranno à riempire . Dite voi
fuoco alla terra co 'loro ardori:On- hora , che ricouero da quelli ardori
. de le virtù motrici de gli orbi cele troueranno le freſche aurette i che
Magi- fti;Commouebuntur (dice il maeſtro refugio da quelle vampehaueranno
fter fen-delleſentenze )quadamadmiratione idolci zefiriicheaſilodaqueibola
tent.in eorum , qua viderint; à ſucceſlisì fori a'loaui fauonij concederafli ?
ftrani non più veduti da che immo- Leuaranno queſte fiamme co ' refpi
bili corcate in quelle mobili ruote fi rila vita a tutti gli huomini , e Pur
ritrouauano, dall'ecceſſo di maraui, Satorio faranno in Gieme all'animno
G 2 de'
32 Látragedia delGiuditio
de' giuſti,comelo diſſe Malachia .. ucllero in queſta vita . Refurgent er
Mala- Ipfe enim quaſi ignis conflans, o go Sanctorum corpora finevllo vitio ,
ch.z. purgabit filios Leui, là doúe la Glof. Jine vlla deformitate; & all'incontro
Glo. ib. Duos ignes legimus futuros : vnum , riſorgendo i reprobi , riſorgeranno
qui purgabit ele&tos, precedet In- con quei medelimi difetti, e corpo
dicium ;alterum ,qui reprobos cru- rali malanni, con i quali ſe nemo
ciabit ; reſtandodel rimanente mi- rirono , come dal inedegmo Santo
racoloſamente forpela la virtù di lo raccoglie S.Bonauentura là doue
quel fuoco, non ſeruendo più che diffe : che nulla debet eſſe quaſtio de 1
Iti tali mille volte la morte , e che la tione di carne , e non di ſpirito. Hu
terra s'aprile, e l'inghiotile , che ' metus c. Quel Gentilhuomo pro
ſoffrire vna tale pubblica confuſio- tegge quella Vedoua:oh che carita
ne ?Quid igitur tunc fiet miſeris no- tiuo ; ma fà , che ſi leui il Sole &c.
bis , cum omnia Mundo vniuerfo pa- calireiudicy arefcet;perche ſi vedrà,
lam falta in tam aperto, tàm illuſtri che la proteggeua per conſeruarfi in
theatro denudata , hominum partim quella pratica , e che era vna carità
cognitorum , partim incognitorum peloſa . Humectus c.quel Giudice
occulis fubijcientur ? Che ſarà dun- caſtiga irremiſabilmente: oh che
que allhora , quando tutte queſte giuſitia , ma fà che & c. calore o co
brutture , infamie, e ſceleraggini fi perche ſi vedrà , che caſtiga per em .
paleſaranno chiaramente à tutto il pire la borſa , e che era Giuftitia da
Mondo in quel ſuperbo Theatro del rampino. Humectus Oc. quel Sacer
Giuditio vniuerſale? O roſſore, ver- dote veſte abbiettamente , mangia
gogna ,confuſione, che glicoprirà ſtentatamente : oh che humile, & ,
tutti ſenza panto coprirglida capo à auftero ma fà &c. calore c.perche
five
Per ilLunedi dellaprima Domenica di Quareſima. 59
fivedrà , che lo faceua per arricchi- canne mobili? che faranno , dico , i
re inepoti , e che era vn’humilrà ſu- mondani , i peccatori ? Orsù , Pa
perba , vn'auſterità auara ; e che ben drc ,fi ſcuſeranno . E con quali (cu
Ecclef. diſſe il Sauio . in fine hominis denu- ſe? dice S.Gio.Griſoſtomo. Quoco D.Chr.
II . datis operum illius : à quel puntos'- lore excufationis vtemur ? Auanti, Epift.G
hanno da leuare i mantelli, c prete- Giudice , Padre di fameglia , Mer- ad Th.
fti dell'opere tutte , e vederli nuda cante : Negotiorum forte ,o caufa - tom , s .
la conſcienza quale è in ſe ſteſſa . rum varias follicitudines pretende
Sunt multafucis illita, gue lucepur- mus? Signoreli tanti negotij, efa
gentur tua ,cantaua S.Ambrogio , e cende , e chesò io; ci hanno pofti in
vuol dire . Credete voi,che ſenza i tanti intrichi . Eh ſeura friuola ri
belletti i volti di tante , che paiono ſponde ilGiudice,perche già y'auui
belle , liano tali, quali fanno moſtra lai nell'Euangelio , chenon hauerebe
d'ellere ? oh aſperiate, che nel gior- be giouato vn punto il guadagno
no del giuditio appaiano ſenza bel- dell'oro di tutto il Mondo , rel'ani
letti l'operacionihumane, e mi fa- ma ſi perdeua. Sed iffe dixit. Quid
prete poi diresſe in verità di fatto fa- prodeft homini , fi vniuerfum Mun
ranno così lucide , comecralucono. dum lucretur , animæ vero fua derri
E che diligenza vſerà quel Giudice mentum patiatur. Auantigiouano
rigoroſo per trovar conto delle no- ti , e giouanotte . Sed ſeductos nos à
ftre colpe ? Notate, che dato di ma- quoquam caufabimur Signore fu
no ad vna lucerna di molti lumi và rono quelle Vecchie Gabrine, 'che
guardando per li cantoni delle con- ci conduſſero à trapola ; ne fù cagio
Icicnze di quelli, che gililta , e reli- ne quella maledetta compagnia, che
gioſamente ſono viſſuti nel mondo. noi guarda; oh erauamo tanto buo
Scrutabor lerufalem in lucernis. E ne tigliuole , tanto buoni figliuoli .
D.Ber. vedendolo Bernardo Santo alza la Si , guardate ſe giouò ad Adamo il
fer. Ss .voce , e grida . Quid tutum in Ba- gittar la colpa addoſſo ad Eua, & ad
in Căt. bilone , fi in Ieruſalem manet fcruti- Eua ilgetcarla addoſſoal Serpente.
nium Se ranta diligenza li mette Şed non potuit Adam Vxoris illece
in vn'anima giufta , che ſi farà in vn' bra excufare , nec rurfus Vxorem ,
animapeccatrice ?tutto , tutto m’- Serpentis culpa defendere. Auanti
inorridiſco , conchiude , per timore voi tutti figliuoli degli huomini à
d'hauere à dare nelle mani di quel render conto : Sed fort: naturali in
Dio viuente . Prorſus horreo inci- firmitate tentabimus crimen obtegen
dere in manus Dei viuentis. E pre- re, nec potuiffe nos fufceptum iugum
lob 26. liedendo Giobbe sì ſpauentato il ferre, dicemus . Signore l'humana
Bernardo eſclama. Columna Cæli fiacchezza , e fragilità , non là po .
contremifcunt aduentum eius. Stu- tuto portare il peſo del giogodella
pore, ſupore: Mirate , mirate , te- voftra diuina legge. Ob qucfta sa
me, e trema Bernardo quella gran che ſarà impertinenza da balionc,di
colonna del Cielo di Santa Chieſa re di non bauere potuto portare
per timore diGiuditio sì eſatto : il quel giogo , che la Itella Verità Din
D.Gre. che notando Gregorio Santo fofpi- uina chiama foaue, e leggiero: chia
ibid. ra . Quid facient tabula ſitremunt mar graue , e peſante quella fatica ,
columna ? aut quomodo arbuſta im- alla quale comeà quiete, e ripoſo
mobilia ftabunt.Jo huiuspanoris tur- lo ſteſſo Chrillo c'inuita ? Dialis
bine Cæli etiam quatiuntur ?Se tre- excufatio bec erit ? ingum nesplacia
mono le colonne, che faràil tauo- dum non voluiffe sufferre ,vnus nomi
lato ? s'à queſto turbinc ſi ſcuotono potuiſſe portare , quod itſevocauit le
i Cieli, chefaranno i virgulci, le 'ue, imo graue,& H
onerofum pondus
exia
58 La tragedia delGiuditio
exiftimare quietum laborem , ind pinto ; donatiui , e denari non fan
guem nos C'hriſtus inuitat dicens. no vn Zero .Ille Iudex ( dice S.Ago
Venite ad me omnes C. U rurfum fino ) n.c gratia præuenitur, nec mi- D .
tollite iugum meumſupervos,quia iu- firicórdia iam flectitur, nec pecanisguſtin .
gum meu(uave efter onus meum leue. corrumpitur : E quello cheinhorri-lib.3.de
E re le 1euſe non vagliono , valerà diſce vr’aninia , che lo conſiderais, Symb.
forſe l'eſſere il tale , زe quale ? Venga non giouerà il penrimento , e l'offes
Platone co’fuoi Diſcepoli , Arifto- rirli a ſoddisfattione, nec fatisfactio
telt co'ſuoi argomenti . Vedete vn ne,nec poenitentiamitigabitur.Cer
zero , ciò non vale loro . Adducetur uello adunque . A. , che non ſono
cum fuis ftultus Plato diſcipulis(fcri- queſti romanzi, e fole, ma cattoli
D.Hie- ue GirolamoSanto ) tunc Ariſtote- che verirà . Hic ( fiegire il Santo )
ronym . les argumenta non froderunt. Ven- dum tempus habet,agat anima pro
epift.ad ga vn'Aleſſandro ,'vn'Annibale ,vn fe , quam diu locus eft mifericordiæ ,
Eliod. Ccfare , non ſi porta loro vn tantino quia ibi erit locus iuftitiæ : adeſſo
D.Chr. di riſpetto ; frue Dux ( dice il Bocca- adeſſo in queſta vita', biſogna lauo
ad Ro- doro) fiue Conful, fiue Imperator fis, rar à due bracciai adeſio , adeſſo ,
man . neminem veretur Iudici ratio. Ven- che c'è luogo di mifericordia , biſo
gano le grandezze , le dignità tutte gna ricorrere a'fauori de Santi, alle
del Mondo non fi guarda in faccia à lagrime, alla penitenza à corrompe
chi che ſia : Neminem veretur Iudi- re ( ſe così dire sì può il Giudice
cij ratio : nullus enimlocus his digni- con l'elemofina, e non aſpettare il
tatibus reli &tus eft . Vengano i Rić- tempo , nelquale non v'hả luogo ,
chi,e diano conto dimaggiori ele- che la giuſtitia; mentre dunque è fia
molíne . Vengano i Dorti , e diano nito l'atto quarto fonate voile bote
conto di maggiore eſatta oſſeruán- ſe dellèlemoſina , che canteranno i
za de precetti di Dio . Vengano i poueriperallegrezza : e facendo io
Prelaci, iPrencipi,i Nobilis iCaua- le pauſe con altri reſpiri, haueremo
lieri , e diano conto d'atti heroici compito l'vltimointramezzo .
di Prélaro , diNobile , di Principe,
di Caualiere battezzato , e di profeſ- PARTE SECONDA .
.
9 Cena
exigeris ; fi prudentior maiorem ube- catori
dientiam , fi principatu ornatus , fa- comincia l'atto quinto,& vltimo di
cinora illuſtriora . Si , altro ci vưo queſta noftra Tragedia . Anſelmo
le , che ſottigliezze , e ſofiſmi: non Santo ce la deſcriue. A dextriserunt
fi hà loro più di riguardo chea'pe- peccata accuſantia : à finiftrisinfini
corai , a'biffolchi più ruſtici, più ta Demonta:ſubtushorrendum chaos
groſſolani: adducenture. Si, al- inferni: defuper Iudex iratus : intus
trocivuole , che ramoris che ſtre- confcientia ardens: heu miſer pecca
piti di trombe, e ditamburi: non fitor ,fic deprehenfus,quofugies ? A
hà loto più di riſpetto , che alla fec- deftra peccati à furia , à ſiniſtra infi
cia della canaglia più vile.Neminem niti diauoli: ſotto a' piedi l'Inferno
veretur c. Ši, altro ci vuole che à bocca aperta per inghiortirlo ; fo
corone, che mitre , che porpore , e pra ilcapo l'irato Giudice in atto di
che tritegni; non ſi guarda più loro . fulminar la ſentenza : di fuori il
in faccia , che alla plebe più ballal , Mondo tutto à fiamma , e fuoco: di
piti ſconoſcitira . Neminem veretur dentro la conſcienza tutta ardori, e
o c. fàuoride'Grandinon fanno vn torinenti : Miſero peccatore , e col
ioca i pianti , e ſoſpiri non fanno vn to a queſto paſſo , cheſcampo ritro
uerai ?
Per il Lunedi della prima Domenica di Quareſima. $ 9
mat' non fan aterai ? Onofugies , quo fugies.? late- in Paradiſo ; precipiteranno con li
(dice S.Ago re erit impoſſibile', apparere intole- Diauoli idannatitrà quelle fiamine
mitur,necmi-D.All rahule . Alconderti ſarà impellibile ; in vn faſcio giù nell'interno per ab
–,nec percaniagutin ſtar faldo intolerabile. Dunque i bruciarli viui viuiper tutta l'eterni
cheinhom - lib.1.4 chiaritji procefli ,, veçrà ilGiudice tà , che non finirà mai . Saltano
confidera , Symb alla ſentenza inappellabile . Librano allkora, àmio penſiero , nel piom
to , el'offe allhora iinmobili lale gli ſpirti del bare che giù fanno , da quella foce
-Gatisfactia Ciel volanti: arreſtano ilSole il cor- , taxtarea horribilmente le tiamme,
-bitur, Cer: fo , le ſtelle il moto ,'i Cieliil giro , terribilmente le vampe , chenella
non ſono & ammutite tacciono quelle fiam- tetra caligine d'oſcuro fumo zolfo
31a cattoli me ſtridenti . Culore non v'è , che reo (pauentoſamente la npeggiano :
il Santo ) palpiti , fianco , che anſi , ciglio che ſi odono'à gli ardori dei fuochi,
Enima pro cenni. Non fcorre dal feno yo lo delle caſniglittridori delle asſure , e
ricordie, ſpiro ,non s'qde da vn petto vn ge- cotture , gli ftrillori, i clamori: bat
- adeſſo mito , non muoue la mano vndito,' ter dipalme , coccar di perti: fre
a lauo : non che forni la livgua vn derto . mer didenti , gittar di gridi , ſoſpiri;
dello , Turci, turti pendenti Cieli,& Infer- gemiti, pianti, dolori ,ilai, ei guai;
-bilo no , AngelicDiauoli , Prede.tina- le beſtemmie , e gli vlulati de dan
i, alle ti, e Reprebi dalla bocca delGiudi- nati , e demonij . Riſuona Cocito ,
пре cc, che il tutto hor’hora hà da porre rimbomba Acheronte , & a' ſuoni, e
ce in iſtato d'eternità , ò d'infinita in- rimbombidell’vno , e dell'altro ri
re il defettibile felicità,o d’infinita,& ir- fpódeyy muito fragore in Flegeton
remediabilmiſeria . Et egli voleatofi te. Cerbero latra , Gibila l'Hidta : ſi
fica à quei felici eletti confronte di ſere- digrigna.co glialtri moftri la Sfinge:
- no , con bocca d'aurora, con viſo di & al gridorem'immagino d'vna vo
vi IT Cielo, con ſguardo di Paradiſo, con ce horrida . LASCIATE OGNI
Co voce da canare da'ſeni i cuori, da' SPERANZA , O VOI CH'EN
cuori le vifcere , dalle viſcere l'ani- TRATE A PENAR SEMPRE E
ma per eſtaſi di quinto eſtratto d- NON VSCIRNE MAI, riſponden
amore, dirà loro: Venite benedicti do l’Inferno tutto in echo beſtem
Patris mei ,poffidete paratum vobis miādo doloroliſiino vn'ai racchiul-
Regnum à conftitutione Mundi: Ve- de il Tartaro ,per non aprirla in eter
nite o cari, o benedetti dell'eterno no, la puzzolente ſua bocca ; e chiu
mio Padre , & impoffeflati godete dendo la bocca il.Tartaro ,viene la
della gloriaimmarceſcibile del Pa- Gülticia Diuina,c le dà ſopra di fuo.
radiſo . Oh feliciſſimiquelli. E voi, ci ilcatenaccio d'vn'aſſoluto decre
ſoggiungerà poi, Reprobi ſcelerati , co,che poſtoui il luchetto dell'immu
con faccia dinullo , con occhio di cabile, ſi chiude conla chiaue dell'e-.
baleno ,con tuono di tuono , che ternità ; quale portata nel gabinetto
porta ſeco ilfulmine della ſentenza de' giudicij, ſuperni immobilmen
di morte:Diſcedite a memalediéti in te sappende al chiodo del ſempre
ignem æternum , quiparatuseſt Dia- indiffolubilmente legata con il no
bolo, Angelis.eius. Allamalhora dodelmai. E così plaudite , che
maledetti , alfuoco cterno , ftanza. belle finita è la Tragedia , che'l
diSaranaſſo , e ſuoi ſeguaci . Oh in- rendimento di gratie è riſerbato a '
feliciſſimiqueſti. Et in queſto pun- Beatisùnelle kanze Celefti à no
to aſcendendo glieletti con Chrifto. ue chori d? Angeli ben concertato ..
M 2 IDDIO
1
60
IDDIO PIETOSO ,
E RIGOROSO
Per il Martedì della I. Domenica di Quareſima
Intrauit Iefus inTemplum Dei, eg eijciebat omnes ven
dentes , Qementes in Templo , Cathedras ven
dentium Columbas euertit, eo dicit eis, domus
܀
mea ,domus orationis vocabitur,vos autem
2
feciſtis illam Speluncam Latronum .
S.Mat, 21 .
ONFESSA la fe- ecco fe và à colpire vn molle inuo
de tutta effer'inc- glio di ſeta,di lana, è lino , che chiu
fplicabile la mara- da in taſca , ) borfal'argento ,e l'oros
uiglia , ò Signori marauiglia: s’ammolilce ſu'l molle ;
delli Miſteri oc s'arrende full'arrendeuole l'abbrac
chiuſi dentro le cia , ma non l'abbrugia ; il bacia , ma
lettere Sagre . Et io per quanto in non lo macchia; il lambe,ma non l'
queſto giorno m'occorre ; hor mi affumica ; e trà l'vn filo e l'altro fe
profondo in quel paſſo dell'Euange- greta la ſtrada aprendo , contro l'in
lico Profeta. Ecce Dominusafcendet durato chiuſo metallo rigoroſo,[de
1:18.Aegyptum . Siaco'l douuto riguardo i
glia, lo ſtrugge, l'inceneriſce, il con
dell'eſpoſitioni de' PP. Echi fedele , fuma,e lo deuora,ſe non l'annichila:
e ſaputo ,mentreil ſuo Dio contem- e trouata l'vſcita per non sò douc ,
pla entro à volante nuuolo , qnafi pelo non è nel panno , che in ſoftan
che nuuolo appunto pigliar la ftra- za , ò accidente moftri di fuoco , ò
da all'Egitto di queſto Mondo , folo fumo veftigio impreſſo . Aurum ,o
goreggianti in eſſo non riconoſcei æs , argentum liquaturintus ,Jac
Miſteri della giuſtitia,e della miſeri- culis ipfisnullo modo combuſtis.Plin .
cordia diuina ? Nora io mi dòà cre- lib.2.c.33.nella ſua Storia. Ab tale ſi
dere la ſtoria naturale vi ſia. Si ſpic- moftra Dio nella miſericordia, e
ca la sùdal Cielo ardente vnfulmi- giuſtitia fua co' peccatori . Molle ,
ne ; e ftriſciante ſcendendo vola, ftri . pietoſo con i fragili humani ; duro ,
de,fiammeggia ; ſpauentoſo fulgore idegnoſo co' gli oſtinati maligni; e
rendendo l'ombra , & atcerrendo però quali fulinine da trauolante
con tortuoſi raggiri la viſta de'ri- nuaolo portato viene . Ecce Domi
guardanti : quanto per via egli in- nus Oc. E non entra qual fulmine in
contra -dibatte,infrange, & incende: queſto giorno nel Tempio atterren
equelletorri atterra , ch'eternein do, atterrando chi’l profanana ? In
piedi, eſperto ſtimaua il tempo , Ec trauit lefus in Templum Dei, cij
Cze
PerilMartedi della prima Domenica diQuareſima. 61
ciebat omnes vendentes , ementes . ua , ogni ſpecificante rouerchio dal
Ma come atterra nel Tempio coil , lije pure guai à chi diceſſe , che vna
SO , iſdegnoſi rimbrotti hoggi i banchi di fola parola di louerchio ſi troui nel
que' mercanti , a' quali vn tempo la Sagra Scrittura , che auzi nell'or
con auuiſi si dolci diede sì facile dine folo di quello vn'Oceanodi ini
SO 1
congedo dal Tempio iftefo ? Inucnit fteri ſi ftà couando . Ma che miſtero
in Templo vendentes Columbas, ou trouaremo noi qui à couare ? Quel
his,qui Columbas vendebant, dixit : lo,s'io non m'inganno , che S.Pietro
Quareſima Auferte ifta binc, o n lite facere do- Griſologo viriconobbe,quando che
mum Patris mei domum negotiatio- diffe: Vidit hominem ,vtpeccata ko
omnes ven
nis . Silegge in San Giouanni al ter- minis non videret.Norare:Vidit le- Grysol.
zo . Come si pietoſo fù allbora con ſus: ecco il vedente: ſedentem in telo- fer . 29.
ras ven quelli ftelli , co' quali adeſſo sì rigo- nio Matthæum : ecco il peccatore :
roro ſi moftra ? Signori fù quel pec- ut peccator eft , che gliftà dirimpetto
comus cato ilprimo , eda fragilità deriua- per effer viſto : Publicano infelice,ſe
ua , onde con dolce auuiſo fù con- à queſto modo s'appreſenta auanti
Fem donato : ma perfeuerando oftinati, e la faccia diuina , che vedendolo ftil
colti poſcia di nuouo in peccato di far per ogn'intornodi pianto , eſan
malitia mera indurati, vennero in gue, de' pupilli, Vidoue ,e genti op
queſto giorno terribilmente atterri- prelfe da ingiuſti cenſi, e gabelle ini.
ci,ed atterrati: che ſe fulmine è Dio , quamente aggrauate,viuo,e calzato
che s'ammolliſce lu'l molle del no- fhà da cacciar ſotterra yn braccio , e
un molle inuo
lino , che chiu Aro fragile bumano; egli è fulmine mezzo, che Vultus Dominiſuper fa
argento ,el'oros ancora ,cheſulla durezza dell'ofti- cientesmala, utperdat deterrame- Pfal.33
iſce ſulmolle ;
nationemaligna , più s'inaſpriſce. moriam eorum : Vidit Iefus homi
euole l'abbrac Quinci io ſcelgo il motiuo per que- nem fedentem in telonio Matthæum .
Fa ; il bacia , ma
fta mane,e vi dimoſtro, quanto va- L'huomo, vt homo eft,fi parò all'oc
glia l'humana natura in quanto fra- chio diuino , dopole ſpalle il pecca
mbe,ma non ! ' gile in conuertire à pierà l'Onnipo- tore celando , acciò l'humananatu
filo ,e l'altro le cente verſo del peccatore ; & à rin- ra riconoſcendo, alla colpa humana
do , contro l'in contro quanto efficace ſia l'oftinata non riguardaſſe,queſto voleua dire
lo rigoroſo ,ſde malitia à mouerlo ad iſdegno irre- Griſologo à mio parere.Vidit homi.
rori : lo ſqua millibile , e ſon da capo . nem ,ut peccata hominis non rideret.
enerilce, il con 2 E certo diquanto vaglia l'hu- Se forſe non vogliamo più ſottil
non l'annichila : mana fragilità in conuertire l'Onni- mente dire alla filoſofica concertiz
non sò doue , potente à pietà verſo del peccatore , Zando , che l'humana natura fù vne
, che in ſoſtan teftimonio diſperienza ci di farà l'- mezzo alterato di fragilità , che si
tri di fuoco , Ò Euangelifta Matt. nella ſua ftella frapoſo trà,la potenzavigua del Si
ffo . Aurum ,o Matt. conuerſione ; egliinedefimo la nar- gnore, e l'oggetto viſibiledel pecca
matur intituss,/ac 6.9. ra ,
e dice . Vidit Iefus hominem fe- tore,onde portandogli le ſpecie alte
combuf .Plin . dentem in telonio Mattheum nomie rate di fragilità alle pupille , mentre
Storia.Ah cale me.Scare meco Signori,che à prima peccatorelo vide , lovide inGeme
miſericordia , e viſta egli pare , che non sò qualpa- inſieme fragile,humano ;li che douc
ratori . Molle, rola orioſa nell'Euangelo ſi troui . àmouere s'haueua ad abborrirlo , c
aumani ; duro , - Kidit Iefus hominem fedentem in te- punirlo,à compatirgli, à perdonargli
ti ligni
ha ma ;e ·lonioMatthaum nomine. Se queſto li moſſe. Vidithominem fedentemin
Ha trauolani - cale s'haueua à riconoſcere perMat- telonio Martheum nomine . Vidit
he . Ecce Demi teo, à chefraporre quella parola , hominem ,vtpeccata c.
qualfulmine in hominem ? báfaua dirc, vidit feden- 3. Ma qui mifalta penſiero di
empio,atater ren sem in telonio Mattheum nomine: gencflmente fpiegare con diuerſa fi
profanu ? Ina
perche la douc l'indiuiduante a tro- gura queſto fatto corrente ; per ra
lux Dei,ocij gione
076
62 Iddiapietufo,e rigoroso
gionedella quale è forza di ricorda- delle lor poppe miſchiando ; e con
re vna famoſa ſtoria delle latine ro- fondendo li pagnacigridori d'odio ,
mane . Attendete : Sorgeua adulto e di guerra å lagrimoſe preghiere di
à pena il Regno di Romolo la ſopra lorpirata pace, & amore . Pace> &
il dorſo di quell'Idra ſeconda, che ſe amor chiedeua al marito lamoglie,
non ſette capi, fette collialmeno , c mentre il pargoletto lui figlio gli
ſe non bà nel mezzo della palude di opponcua alle ponte à difeſa delPa
Lerna, in sù la riua almeno del fiu- drefuo, & al Romano pareya , che
me Teuere alzaua; & adiuenne,che balbettando il figlio nelle braccia al
le Genti Romane, per hauerfi rapite la moglie Ginghiozzando dicelle:Pa
inganneuolinente in inoglile Don- dre? incrudelilcinemico contro del
zelle Sabine , trouaronli da quelli l'Auolo mio prima contro dime
Popoli in arrabbiata guerra analite. tuo figlio.deui forzatamente incru
Et ccco in ſanguinola miſchia az- délire, perche ti giuro , cheper que..
zuffati,luentolando audacil'vne in- ſto mio ſeno , per queſto collo mio
contro l'altre,l'inſegne;rimbonban , ignudo ,pria che giongan'à luispala
do minaccioſe I'vne incontro l'altre, ran l'armi. Er al Sabino fembrana
k trombe; ſtrepitando orgoglioli gli che palpitando il cuorenel ſeno del
xni incontro à gli altri,i tamburi:cl- la figlia, fofpirando eſclampalle. Pa
mo , & elmo cozzando ;iſcudo à ſcu- dre :incrudeliſcicontro del mioma
do vrtando; piede à piè contraſtan- rito ? prima contro dimetua figlia
do ; co fantacini anco vcciſo loro i incrudelire forzatamente tu deui,
cauallijappedati iCauallieri, ftaua- quanrunque io ſperiche barbaro, tul
no co'lnudo ferro in pugno l'vne non farai sicrudo,cheluivogli ferir
contro l'altro per iluenarli nemicizi per me piagare ; quali,che figlio, ?
Generi Romani, ei Soceri della Sa- figlia conchiudelliero verſo liPadri
bina . Trofeo crudele della vittoria loro ſupplicheuoli vniti.Pace Padri,
pretera hauendo ficonftituito gli vni pace Padri , & amore , condonando
il corre i maritialle lor figlic; gli alcri al piacere della preteſa vendetta à
il priuar de' Padri le mogli loro . queſta qual li fia prole negletra. E fi
Quando le donne, che figlie à quel poteua quà negare pace , & amore
li , moglieri à quefti haueuano già frà ſangui humani:Cadettero i ferri
tenerelli bambini partoriti, vezzofi in terra in vn faſcio ; fi ftrinſero alle
figli a' mariti, &amabili Nipotia' deftre le deftre , s'incontraron co *
Padris Sicure che douunque andal- baci i bacis s'vnirono i cuori a'cuo
ſe à dare il guadagno,elleno di graue ri : s'innektarono sù gli affetti, gli af
perdita hauetano à fofpirare infeli- ferti; pacifici, & amoroſi vnendoli
ci ; cuore fi fecero , ardite à pari, e poi ancora in vna fola Città i Popo
pietoſe à porſi nel martial conflitto li della Sabina alli Quiriti di Roma ::
mediatrici. Marauiglia il vedere frà che perciò appunto le quattro lette
due eſerciti & huomini di piaſtre , e re della romana bandiera S. P. Q.
maglie arruati, cacciarſi il terzo di R. , che per altro fi leggono Sena
giouanette donne in famigliari gon tus , Populusque Romanusi, vennero
ne malamente rauuolte ; e ſpiegan- altrimente interpretate Sabini Pe
do infra brillanti cimieri ſcapigliare pult,QniritesRomani. Riflectere,a
le chiome, percuotere sù gli acciaini dello Signori , edite meco ,nel figu
( cudiper le forbite ſpade , delicate rato: Stauano l' ffeſo Iddioc'lPub
nudele manià ferri nudi opporre licano Matteo, Tyn contro l'altro
per iſcudo il ſeno , & i figli dalle nemici con l'armi in mano . Dio
mammelle pendenti i al caldoſan- collaſpada della giuſtitia ſuahomi
guc dellakrui piaghe tepido il latte cida fengra ; il Publicano concello
il colo
Per il Martedìdella prima Domenica '. 63
tello della colpa motrale , deſcida fieme, come nell'Appoſtolico Col
crudele : fi trouauano à fronte à legio piantandoſi il Publicano ; Set
frontesà petto à petto coºl taglio luy quere me,fecutus eft eum .
collo, con le punte sù gliocchi:Vi- 4 Maqui non inanca chi ſottil
dit Iefus fedentem in telonio Mat- mente s'oppone ; ne sà vedere il co
thæam jenon v'hà dubbio, che da me quella natura humana porelle
colpo mortale tocco finalmente te montere l'Onnipotente Dio à pierà
immortalSignore haueua à cadere , verfo del peccatore , parendo atra
& etemalmente morto quel pecca- più toſto à mouerlo contro le ſteſſa
tore , onde (gratiata vedendo quella adiſdegno maggiore , & à deſiderio
incinidha'Hatura humana à qual più acceſo di vendicarſi. Che ſe ' le
fuppofito in matrimonio vnita'nel donneSabine non foſſero ſtáte for
mariraggio delļa perſonale vnione zatamente rubate da' Romani, ma
(direbbe vn metafiſico ) eller con volontariamente loro fi foſſero pro
dotra à termine di ſoſpirare in eter- ftitnte , non v'hà dubbio , che all'ap
no il ſuo morro marito' z' beltem- préſentarſi avanti de' Padri offeli ,
miando'dannata il perditto Padre chiedendo pace, & amore , haureb .
fuo Dio ; ardita àpari, e pietofa , G bero più imbeſtialito l'odio , più in
pole loro frà mezzo. Vidit Iefus ho- ctadelita la guerra. E qual Prencipe
minem fedentem in telonio. Mát- Padré, mentre che giuſta guerra
thæum :hora ſe medelima figlia op- moue control nemico infamatore
ponendo al Padre Iddio , delmarito della ſua ſtirpe honorata , ſe la pro
peccatore à difeſa ; hora nel coniu- ftituta figlia li vedelle avanti me
gale ſono della conſcienza eſponen- diatrice di pace , rinfacciandole pri
do al peccatore inarito il figlio del ma co'l ſangue reale l'antica fchiat
gencrato rimorſo , à difeſa del Padre ta' moſtruoſamente di torpezza
Iddio , ad ambidue gridando : pace nuoua macchiata ; con la virtuoſa 0
chiedeua , & amore . Pericò io tua educacione , la ricca dore , pazza, e
figlia ,ella gridauaałPadre Iddio; in miſerabilmente gittata , e con l'of
vano porrò dire da te creata alla fefa , e con l'ingiuria paterna lo ſtela
gloria, ſeiſdegnato la duri córro del fo danno , e vitoperio di ella , non fi
peccatore mio marito '. E così dun- pigliarebbe poſcia di proprio pugno,
queti ſcorderai ò pieroſo : Quomo- col nudo ferro nel di lei cuore te
domiferetur Pater filiorum ſuoruin . condegna vendetta alla giuſtitiado
Pfalm . Tu ,che ficutlac múlfifti me, o ficut uuta più ; toſto checondonarle co'l
102. cafeum me coagulaſti Perirà il figlio fallo l'infame Drudo ? Ciò poito :
lob 10, rimorſo , ella gridaua al peccatore Non è l'humana natura nel pecca
marito , in vano ſi potràdire vſcito tore in fua perfonalitate fubfiftens
alla luce , fe oftinato perſeueri in- forzatamente al Padre Dio ruba .
contro al Padre mio Dio. E così ta , violentata al male : no : Perche
dunque non tiricordaráiò crudele, Deus ab initio conſtituit hominem ,
Thren. che Lamie lattauerunt catulos fuos, o reliquit illam in manu confilijfui.
6.4 . efTer volendo guafi ftruthioin de fer dice l'Ecclefiaftico al 13. onde can
to ? Et ob mediatrice efficace , anzi tò colui . L'humana libertà è dones
trionfatrice glorioſa ? che l'vno, el- del Cielo , che non fà forza à chirie
altro quì arrefo , à pace venne , & ceue forza : ma volontariamente fe
amore : offerì pace , & amore l'im ne diparte , & à protituire ſi viene
pieroſito Iddio ; accettò pace , & nel vitio ,nella colpa ; chefub omni
amore pentito il peccatoreMatteo; ligno frondofotu profternebaris me
vnendoli non fol dicuore , & affet- retrix , dice Gerem.al2. onde que
tojma di vita, e di ſtanza inſieme in . l'altro : Edoler mi votreis ne so di
cui,
04 Iddio pictofo,e rigoroſo
cui , che la colpa è pur inia ; & ap- hà à moftrare la riſpoſta nella ſotti
preſentataſı adunque à queſto mo- gliezza fondata del ſottiliffimo Ra.
do colpcuole auanti del Padre Dio uennate Pietro Grifologo Santo , il
ſi giuſtaniente adirato , non l'hauc- quale dopo hauer detto di ſopra .
ua nell'ira ſua diuina ragioncuol- Vidit hominem , utpeccata hominis
mente ad acuire più coſto , che ad non videret, ſoggiunge toßto: Vidit
iſpuntare 7 forſi che non poteua rin- opusfuum , ne videretoperapeccato !
facciarle co'l ſangue reale , l'antica rum . Io vado qui ſpeculando ſopra
fcbiatta dell'intellettua , e volitiua l'intendimento di queſto pallo , e
naturalezza,che l'apparenta sì ftret- ben m’auueggo , che à ſaluare ò
tamente con gliAngeli, anzicon le ſciogliere la difficoltà con ingegno ,
trè Perſone Diuine : con gli Angeli: biſognarebbe intendere . Vidit opus
Pſal. 8. Minuiſti eno paulominusab Ange- fuum ,che Dio vedendo quella natu
lis:con letrè Perſone Diuine; facia - ra humana , che dicorpo , & aniina
mus hominem ad imaginem , fi- venia compoſta , fiſsò l'occhio nel 1
tquein perpetuum , infin che duri l'in- vuole compatire , e perdonare l'int
defettibile Diuina Eternità. Eh Pa giurie riceuute,e pretende che'lDio
dre trouareino ben noi il verſo di della Maeltà lo compariſca , e per
sfuggire queſta eterna carnificina,ci doni i peccati ? Che ſpropoſitiſte
vendicaremo, ci ſoddisfaremo à no- macoli ſon queſti, che sfacciatagine
Ara voglia di chi ci hà offefi, e poi inſopportabile? Quis exorabit oC.
ſoddisfaremo al Signore conla con- E chiardirà pregare perlidelitti di
feflione con la penitenza, prima che queſto tale ? Quis quis ? Chi ſulla
egli ci dia in mano de' carnefici, per- terra ? Chisù nelCielo . Interroga
che alla fine Ga queſto peccato di to Spirito Santo, e non refponde co
non compatire, dinon perdonare di me chi cerchi, e non troui: s'egticle
quantamalitia ſi voglia , che vna è Dio , noʻl croua, lo tronerò io me
confeſſione benfarta, vna penitenza ſchino ? lo troverai tu infelice? e per
intiera , roddisfà à tutto . Beniflimo, trouarlo chi gliadi voi ? re l'aniina
ma ſai bene, che queſta confeffio- ti è cara , mentre , che fi fà l'elemo.
ne , e penitenza ti hà da venire dalla fina , & io reſpiro, penſa a'cafi tuoi
gratia diDio , e con gratia partico
lare c'habbi parienza ad aſpettare , e SECONDA PARTE.
non ti preutenga con la morte, con il
manigor omenirewiwienaqueftobem ? G Ranforzachetiene l'humaa
chiaro ftà che hà da efferetutta pa- fragilead impictofire l'onnipotente
tienza , gratia ,mifericordia diuina. verſo del peccatore : ma vna graue
E chi ti otrerrà dal canto contro di difficoltà: come non s'impiecosì con
te adirato Signore quanto ſi dichia- Adamo ? come fù egli caſtigato del
ra nell'Euangelo, che non può men- la ſua colpa co'l decreto irremiſlibi
tire ; Iratus Dominus eius, quefta fe dimorte ; con la priuatione irre
patienza , gratia , e miſericordia di- parabile dello ſtato dell'innocenza ;
uina, ſi chefaccia per conto tuo vn " con l'eſliglio ſenza ſperanza di gra
appendice d'eccettione all'Euangeli- tia dal Paradiſo Terreftre ? Non era
ca regola generale , con la qnale de- fragileAdamo? di creta anch'egli
creta di fare in quefta cauſa giuſtitia ammalato, & ammaffaro di freſco?
rigoroſa ? Padreme l'otterranno, ſe Eh Signori perche il peccato d'Ada
non le mie preghiere, i ſerui di Dio mo fùù peccato di malitia,non di fra
di qıreſta vita , quali m'obbligo con gilirà . Oh it peccato dimalitia tan
l'elemoſine; i Santidell'altra,a'quali to muoire å ſdegno ilSignore , che
mi faccio raccomandare , & hono- perlo più è caſtigato da fui à tutto
ro come mniei particolari Anuocati; rigore , e co'l primo, che vi cadette
La Vergine Santiſſima, alla qnale ne volle dare à pofteri tutti leſeni
Tengo vna particolare diuotione. Oh pio . Vogliamo noivedere, come
grida lo Spirito Santo nell'Ecclef. al fone peccato dimalitia ,non di fra
28. Homo homini referuat iram , o gilità? Tratta Dio nella Geneſ.al .
propitiationem petit à Deo; quis exo- di formare queſt’huono e dice fa
rabit pro delictis illius ? Phomo ciamas hominem ad imaginem , a
conſerva lo ſdegno cótro l'altr’huo- fimilitudinem noftram ,o prefitfi
mo , e cerca , che Dio gl’yli pietà , fcibus maris , o volatilibus Coeli,
aſpettandolo à penitenza ? non vſa beſtys vniuerfæque tèrra . Horsù fac
mifericordia co'l tuo frarello , & hà ciaino l'huoino , e ſignoreggi, e go .
ardimento chiederla per fe fteflo , dernšalli pelci, alle citie , à tutto il
Mon
Per ilMartedidella 1. Domenica di Quareſima. (9
Mondo . Oh piano vn poco Signo . rafa nell'intelletto , ſono neceflitoſi
se ſu'l trattaine primo la formation di ſentire prima di fuori , creden
ne , tratrare di porlo in fignoraggio , tro ; e di fantaſticare pria ,che intens
e gonerno ? bifogna trattar prima di dere ; anzi nell'intendere ftello , pria
nodrirlo , alleirarlo , aminaeſtrarlo ; d'apprendere, che di comporre , è
e fatto che farà buomo compito ,fa diuidere, e di comporre, e diuideres
puto, & eſperto, fe gli potrà allicu- pria che d'inferire , quali chi balbete
rare in mano il dominio & il gouer- tando fix'l libricciuolo , pria l’A.B.C .
no :ma'apena cauato alla luce, af femplicemente apprente , porcia le
fentarlo in Tribunale :eh ch Signore vocali , e conſonanti intende, diſtin
Ars artium è quella del gouernare: te fillabe, e compone , e diuide , v
vn poco più pauſatamente biſogna- timamente intiera la dictione for
rebbe andare per quanto vede il di mata pronuntiando, à queſto modo
fcorſo noftro debole , e corto . Oh difficoltoſamente folcon progrello
appunto diſcorſo debole , e corto ri- ditempo atriuando ad effere con !'
{ponderebbe Baſilio Santo quello di intelligenza ſaputi ,e con la rimem
Seleucia. Oration. 2. Qual’huomo branza fperimentati . Non vide Dio
credi tu baueſſe auanti alla mente in vn'huomo diqueſta fatta, mentre il
quel punto , che queſte coſe diceua futuro Adamo appreſentoir alla ,
si Creatore Iddio Vidit hominem mente: nò: ma qual’huromo vid'egli?
non egentem vtero, non in nature of Sed vidit hominem immortali manu
ficina luteum embrionem , non accre- editum , Dei digito ex tempore
tionem vteritumore defignatam , non perfectum ,abfolutumgifimulachrum ,
tempus manentem quo de ventris vidit fimul fictum fimul Regem fa
carcere captinus exoluatur , neque Etum : nam prefitinquitpiſcibus,e
poſt paritionem reticulis fafciorum ciò che fiegue. Videvn’huomodal
reformatum :Non vide mica vn'buo- l'onnipotente fua mano , dalſuo di
mo delli noftrani , di quelli , che ſo- to divino al punto , al momento ,
no generati, naſcono , e s’alleuanò aldetto , e fatto omnibus numeris
alla giornata , che quafi olte , e bo affolutiffimo compita , e perfetta
calihanno biſogno dell'vtero d'vna mente formato , e di ranta ſcienza
madre , che di fornace lor ferue, en- infuſa inſiememente dotato , che
tro la quale li cuocano, e ſi maturi- iraſcendo poteua sử lo fteſfo vſejr
no :che prima in embrione innani prima allaluce ſenfatamente regna
mati, quafiche pezzi dicarneinfor- re , e gouernare:onde neltrattare la
mi; ammalati vengono poi à poco diluiprima formacione, il Signore
à poco dalla tardanza del tempo , Ben puore inſieme trattare diporgli
quaſi che dalla lingua dell'orfa nelle fcettroin pugno , & affentarlo in
for membra diſtinti, e figurati: che Tribunale . Faciamas hominem ,
nolie mehi ad vncarcere cieco dan- Prafit Oʻc. Fare -qni punto adeſſo.
nati, prima che di peccar capaci, ro- Tale fù l'huomo primodaila diuina
no forzati ad aſpettar , che il nono mano formato . Animato d'anima
m' ere con la chiave del parto da ragioneuole , è vero, che di natura
quella ſcura prigione gli caui al fua come le forbe il tempo chiedes.
chiaro ; che dopo nati eller denno che la matnri'net ſenno ; ma che per
legati trà fafcie ; epannicelli imeli, difpenfatione particolare non feppe,
egli anni , accioche libero , e franco che li foſſe nudità di ſapere , & ad
ilpaſſo mouano e dirò più che nati à dottorata prima mentalmente nelle
pena alla vita entro d'anguſta culta fcienze trouofli , che fulli teſti de
ripoſti al feretro , al ſepolcro vengo- fenfi carattere di fpecic alcuna da
no inaugurati je naſcendo tabella Stampatori oggetti impreſo tro
fi in
70 Iddio pietoſo,e rigorofa
trouafſc,in sù de'quali leggere,o ftu , può arriuare ad eſſer perdonato dal
diare poteffe . Impaſtato di corpo la miſericordia diuina per infinita
cretigno, egli è verifimo ,che dina- che ſia . Fermati Caino . Chi ti fà
cura liia tencro prima nell'humido , rompere in così graue beſtemmia ?
à poco a poco poſcia al fuoco de' Signori dopo peccato Caino,gliap
mattoni nell'eNicara s'indura : ma parue Dio, e frà l'altre coſe glidille .
che per priuilegio particolare nono Sub te erst appetitus eius, o tu do .
ſeppe, che debolezza foſſe de glian- minaberis illius : S.Ambrogio legge
niprimi; e pria trouoliviriledi for- Tu Princeps ilius : indi riuolto à
ze, e nerbo sù proprij piedi, che par- Caino cosi''l rimprouera : Tu ergo
goleggiaſſe bambino in ſeno altrui; Princeps operis tui , tudux criminis:
& aggiungete poſcia i ſopranaturali non te' inuitum, non imprudentem
fauovi della gratia ſantificante, del eror traxit ,fed voluntaris reus iu
dono dell'innocenza , che non ſenti- dicio , non lapſu fecifta dolum , quote
ua incentiuo di fomite, rubellatione diuina imurie reun effe conuincis.
d'appetito, diſordine di paſſione,che Dunque ò ſcelerato tu ſei quello ,
gliobombraſſe, impugnaffe, inquie- che libero dominatore dell'opera
caſſe la parte ſuperiore. Oh huomo taa , guida ti ſei fatto con la malitia
tale, per vn pomopuerile galluccia, al delitto ,onde al tuo comando fc
venne à traſgredire il precetto diui- guiſſe il ſanguinofo misfatto : non
no ? Non v'è fragilità , chelo ſcufi, puoidire , cherenitente vi ſei ſtato
pecco di mero volere , fù ſola ſola fofpinto; che imprudente vi ſei ſtato
malitia , onde non fù da Dio com condotto , che inauedutamente vi
patito qual fragile, e perdonato , ma lei caduto ; che di tutto volontario
qual malitioſorigoroſamente puni- pieno,e poſato giuditio il fratrici
to , e caſtigato . dio hai commeſlo :e perciò reo del
8 Così le a queſtioneggiare poi ladinina ingiuria ti dai da te mede
venille il Teologo, che ragione di limo conuinco . Oh quefto queſto
congruità aſſegnar li poſſa dell'ha- fù quello,affermo io, che fece roin ,
ner' Iddio irremiffibilmente al pri- pere in diſperationc Caino . Sapea ,
mo fallo caſtigato con eterna dan- che all'Angelo, che hauca di malicia
natione langelica apoftafia: io l'afe peccato , non fù concella graria di
ſegnarei dicendo , perche eccellen- penitenza . Sapca , che al Padre
riflimi, fortiſſimi per natura, e gra- Adamo peccatore di malitia non
tia ; peccarononon per fragilità,ma venne condonata , ne la ſentenzadi
per mera malitia : edopo dell'hauer morte, ne lo ſpoglio dell'innocenza,
Diomoſtrato , quanto il peccato di onde vedendoli rauuolto in colpa di
malitia à giuſto iſdegno lo moua , e malitia sì fatta , difperò della miſe
nell'Angelo , e nell'huomo primo , ricordia diuina con peccato molto
volle moſtrar l'effetto di queſta giu- maggiore , & impenitentemorendo,
Ititia ſua anco per terzo nell'huomo andò dannato Giuftitia Diuina , che
ſecondo : accio che in ore , anzi in . iſdegnata per il peccato di malitia
experimento duorum , vel trium te- commeſſo , cominciò il condegno
ftium ftet omne verbum .Peccò Caino caſtigo dal negargli quella gratia
vccidendo il fratello Abele , e diſpe particolare, la quale & à ſperare,&
randodellamiſericordia diuina,im- à pentirſi efficacemente l'haurebbe
penitente muore , c và dannato . moflo .
Maior cit iniquitas mea , quàm , ut 9 Oh N.ob N. , she quell’huo.
veniam merear dicenelGen.al 4. lo mo, chequella donna cadano colà
fulmino contro me fteffo la ſenten- fuori in quel peccato di carne
za , che'l mio peccato è tale, che non che colui nell'atto , che viene in
giuriaco
Per il Martedidella I. Domenica di Quareſima. 71
gidriato , & offero , e mentre bolle : Diauolo : che finalmente à ſanguo
il Sangue , dura l'ardore del Cuo . freddo , à cuore quieto , à giuditio
re , defideri , e procuti vendetta : pofato ſi pecchi de'più enormi pec
che quell'altro all'offerirſegli vna cati , e li perſeueri in peccato , nc
si farta troppo bella comodità di curi il peccatore di Vitièrenetico
pizzicare la roba altrui , laſci (cor- di Dio Maeſtà Infinita , Onniporen
rere l'vgne : che finalmente pec- te , Giuftiffima, che tiene le chiaui
chi l'huomo , ch'è foſpinto da pal- della vita, e della morte temporale ,
fione ne i peccati dozzinali , ſe ben & eterna;oh peccati di malitia fono
mortali, oh l'humana fragilità in queſti , i quali per ordinario non ſo
gran partegli ſcuſa preſſo la Maeſtà no compatiti ,non reſtano perdona
del Signore,ma chelemale pratichetida Dio . Oh Padre , che'l più de
durino incarognitei meſi,e gli anni : gli huominiſonopieni di queſtipec
che delle Chieſe, caſe conſagratc à cati. Ob figli, che per queſto il più
2
Dio fi facciano poſtribolidel Dia- de gli huomini vanno dannatiin
uolo che in peccato mortale fi rice- eterno eternamente. Oh Padre,che
uano li SantiſliiniSagrainenci ,ch'è tutti ſperano d'ellere compatiti , e
vn calpeſtarli fagrilegamenre : che perdonati alla morte . Oh figli,ch'è
vengano inſidiari i letti maritali al- yn ſottiliſimo inganno del Diauo
trui ingiuftiffimamente anzi vi fia- lo, il quale alla morte facendo loro
no ſcatenati Diauoli, che fiſſando la ſcoprire la malitia delle lor colpe ,
mira , e l'occhio ne' SagriChioſtri , le quali hora tiene adombrare co'l
non habbiano horroredi mettere il velo dell'immaginaria fragilità, per
deſiderio , ſe non poſſono l'effetto , mettendolo Dio per lo più li fà dare
Dio,
in perſone ſpoſare al medeſimo con Caino in diſperatione , e cost
sfregiando quanto è dal canto loro muoiono ò inconfefſi, ò malamen
quella ſuprema Macità di quell'in- te confelli. Oh Padre , che quali
famia , che più ignominiofal tima non v'è, chi ci penſi,e quanto li pec
frà le perſoned'honore: che non cāti di carne , ſangue , e roba altrui
ſolo fi pecchi dipeccati, a' quali in- ſono più grani,tanto ipeccatori ma
clina la fragile ſconcertata natura , litiofi piti gloriofi fe'n vanno . Oh
ma dei contrarij abbomineuolmen- figli cheperciò fulmninò lo Spirito di
te alla natura médeáma : che incan- uino quella ſentenza nel Salm . si ,
cheriti gli odij non ſi rimetia mai ; Quid gloriaris in malitia ,qui potens
non ſi perdonimaiper amor di Dio, es in iniquitate ? A che glorioſotc
che lo comanda, &imbeſtialitol'of- ne vainella malitia tua, ò tu ,che ſei
feſo voglia più coſto macchiarl nel di ardimento epotere, per commet
ſangue humano , che lauarſinel di- tereogni fortc d'iniquità ? Propte
uino di Chriſtonella compaſſione ; rea Deus deftruet te in finem ; euellet
più toſto tracciar co ' denti le carni te , emigrabit de tabernaculo tuo ,
nemiche , che Santamente paſcerſi radicem tuam de terra viuétium .
dell’amoroſe del ſuo Giesù nel Sa- Propterea D.d.te in finem .Spiega la
gramento là dell'Altare ; non ſi cu- Portilla morale ,tibi reddens debitan
rando d'anima, d'Inferno, d'eterni- pænam . Euellet te , o e.d.ttuo : ex
tà; beftemmiando Iddio ,moſtran- trahendoanimam à corpore, o radi.
dofi vn'atteiſtaiche riflettendo quel- cem tuam de terra viuentium , ideft
l'altro , che ſe vuolſaluarſi, biſogna animam luam qua viuificat corpus ,
ſoddisfare reſtituirc, e non v'è altro ficut radix arborem , priuabit te glo
mezzo,ſe queſtoè poſlìbile, ad ogni ria per æternam damnationem . er
modo per danari venda l'anima ſua, rà perciò il Signore à caftigarti con
el corpo inlicme eternamente al la pena douuta alla malitia tua ; il
che
>
-
Iddio pierofoje rigoroſo
che farà con lo ſterparti à forza ! - altroue, chenella gratia di Dio pore
anima fuori del corpo , e priuandoci le fue fidanze,c perciò meritamente
etemamente della ſua gloria , cter- egli èprecipitato all'Inferno . ON.
namentedannarti à pene infernali. o N.beati, beati que' giuſti, che à
Videhunt iufts, a timebunt, fuper queſto modoimparano à fpeſe al
Eum ridebunt, o dicent : ecce homo, trui à temerela giuſtitia diuina : )
qui non pofuit Deum adiutorems N. Ò N. Infelici infelici que' pecca
fuum . Videbunt iuftituam deiectio- tori , che à ſpeſe proprie leggono al
nem , Ótimebunt Deum offendere trui la lettione del diuino timore .
plufquam, ante : super eum ride- ' Vditori, vditrici;di tanti che liamo
bunt,applaudentes diuina iuftitia: qui, quanti di noi alla morte citro
dicent : Ecce homo, qui ocideo me- uaremo di queſtigiuſtibeati:Quan
rito lapfus eft.ad Infernum . Vedran- . tidiqueſti peccatori infelici? Dio lo
no i Giufti queſto rigoroſo caſtigo ,e sà, Dio losà i però ſe Dio ci chiama
concepiranno più timore del pecca- à penitenza non tardiamoalla mor
to mortale, che non baueuano pri- tefuor dipropoſto . Chepericulum
ma, & applaudendo alla giuſtitia di- eft in mora,e pericolo d'eterna mor
uina , diranno . Eccoti il fine dicbi te, Dio ci liberi. Amen ,
IDDIO
IDDIO MINACCIA
PER NON CASTIGARE
Per il Mercordì della prima Domenica
di Quareſima.
Viri Niniuit & furgent in iudicio cum generatione
iſta, e condemnabunt eam . Regina Auſtri
ſurget in iudicio cum generatione ifta , >
S. N.
D. B. 33
ES
L'EC
85
LECCELLENZE
D E L L A N IM A
Per il Giouedi della I. Domenica
di Quareſima.
Miferere meiDomine. Non refponditeiverbum . Dimitee
cam . Non fum miffus nifi ad oues . Domine adiuua
me . Non eft bonum ſumere panemfilio
rum , con mittere Canibus ,
S.Matt.c. 15 ,
Cosi dunque $ i- shes : Picchia la terza volta all'vlcio
gnori ci fi cangia- della miſericordia divina l'anima
no in quelto giort perſeverante, con picchiata d'aprice
no le carte in pųe le ſtridenti irruginite porte dell'la
gno ? Vicne conferno , non che le molle oncate det
memoriale di gra- Paradilo , Domine ad una me e Dio
tia la Cananca dal Saluatore, e lup- manco paco non diceſſen idegnolo
plicheuole in acto, co'lcuore in pale di faccia ; rigoroſo di voce , minac
madimano , e con l'anima in sù le ciolo di geſto , la caccia alla malho
labbra , con lo ſpuito in vn foſpro ra, quali cagnaccia importuna . Non
l'adora, e grida . Signore miſericor- efibonum fumerepanem filiorum
dia : Miferere mei Domine : ¢ 'l Saluat mittere tambas ? Ah,giomata , ali
tore qualifaltoſo con gechig toruo giornata nigrofignanda lapello : Se di
Ja (degni ſchifoſoà boccatorta l'ab . bronzo diuicne ilCielo , chegoutt
bomini , & à fpalle ruolte la rifiuti no hauranno i milti Se il Sole riti.
infaſtidito , non le risponde parola . rai saggi, che di luce godranoo gli
Nap reſpondit eiperbuisen ? Ricourebi archit lc il fuoco ſi fà digelo , che
ſognola la donna à gli Appoſtoli, li di caldo reta a'viuenti? le ci nega
priegasilta,ſcongiuraj affannata gri. la pioggia l'aria , d'onde a campi
din lo, addolorata gemendo ; lagri- verrà l'innaffio ? ſe le vent racchiu
mando angoſciatai tutta bocca tutta de il Mare , chihumore darà alle
ſeno , occhio tuua ; & eglino ſi fra- fonti? ſe la terra iſteriliſce , chi alla
pongono feruentemente mezzani: bocca manterrà il panc? fe il cuore
Dumitte cam ,quia clamat poft nos . E' fi cangia in pietra, chedi vita haurà
noftro Chrifto ,come che non ciba- la vita ſe auaro ſi rende Dio , che
di, che li traſcuri, chele ncbeffi, ri- farà della gratia della natura : Cor
ſponde loto, quali cheſogghigo ádo rotti i miſti, ciecati gliocchi , irrigi
Ja ſcherzo . Non fum miffus, nifi ad diti i viuenti, innariditi i campi,
Iccca
dil
86 L'Eccellenze dell'anima
ſeccate te fonti illanguidite le mem- Intelligenze create. Platone, e co ef
bra , immota morta la vita, ſpenta la fo forſe Oxigenc fù di parere ,che
gratia, e deſolata la natura bën toſto Dio tutte inſieme le producerſe , e
ritrouerafft : & al caos antico ridot. compartille nel Çielo fotto Stelle di
totutto il creato , anziſepolto, & in- uerſe , doue infaſtidite delle coſe ce.
cencrito entro à quel nulla , d'onde leki, s'innamoraRero delle terrene,
al gratioſo volere del liberaleSigno- onde in pena del lor peccato , hora
re , alla vita dell'eſſere forgetre va vengano dentro de corpi quali che
tempo.Mafermaceui Sigirori Tro- imprigionate.I Manichei poleroduc
uafi la Cananea con l'anima oppref- animein ciaſcun corpo.vna buona ,
ſa da peccato mortale , e chiedemi. iniqua l'altra . Alcuni notando con
ſericordia per l'energumena figlia ? Ariit.che'l picciolo concetto nelven
fraſcura l'intereſſe, dell'etetoa pro- strčmaterno vegeta prima, poi lente,
pilaſalute , e folo cura la tempora- & vltimamente diſcorre ; hebbero à
le algui? Miferere mei Dominei fila dire , che l'embriona non eſercita le
mea malèa Damoniovexatur . Ehabz prime dueoperacioniperanima,che
bomina Dið traſcuraggine čale, dira finformi, mao per la virtù formatri
degna vna cura sì fatta,non ode pre ce del feme, o per l'anima della ma
gluiere tanto inordinate ; e però dif- dre. Fù chi perciò vi poſe tre anime
feriſce l'eſauditla , ſin tanto che pe- realmente diſtinte,vegetatiua, ſenſi
nitente l'hà à piedi per l'anima fuatiua, e fagioncuole; Parte de'quali
medefima la medicina prima , e la vollero , che ſempre duraſſero tutte
falute cercando : Dimine adiuua me , trè infieme : parte che all'infonderſi
conforme canta la Chieſa.Qui cand della ſuffequente la precedente per
naam vocaſti ad pænitentram .Miſera rifle:parte che l'anima divegetatiua,
maledittione diqueſto ſecolo ', che ſenſitiua diueniſſe, c ragioneuole di
degli altrituttiintereſſi,e del tempo ſenſitiua , Deiextrinfecus illuftrantis
c del corpo con tanta accuratezza Pirtute . Molti ſoftennero con Plato
tien cura, e quegli folidell'anima; ne eſſer l'anima non forma infor
chc foli incerto modo curareaccu- mante,ma affiftente:habereque ſe ani.
rataniente doucebbonſi,quali onni- mam Socratis ad Socratem ,come noc
namente traſcura.Mercè chegli altri chiero alla naue , che coʻl timone
tutdi bilanciando , e ftimando del va della ragione la gouerna, e la regge .
Jor del'animapoco conoſce,e nulla Temiſcio v'aggiunge eſſere queſt'a
và ricercando . Ciò fpinge med Si- nima vna fola numero affiftente à
gnoria ragionarui Atamane dell'ec- tutti, e ciaſcheduno , & Auerroe be
cellenza dell'anima ragioneuole:poi ſtemimiò d'auantaggio eſſere ſempi
dimoſtrarui,come la di lei perdita,e terna à parte antes& pofti e ſtimò non
morte,fola fia degna di pianto acciò' vnirſi all'huomo in altromodo , le
con queſtotrati con la Cananca pe- nó in quanto riceuendo in ſele ſpe
nitente a piedi di queſto Chrifto , tie intelligibilialla preſenza de' fan
con la Cananea medeſima ne ri- taſmi prodotte , opera intendendo .
portiate poſcia in pugno le gratie Platone,Pittagora con altra tuba fo
tutte , & incomincio . gnarono , che l'anime parfallero da
2 Non manco preſſo Tullio nelle un corpo in vn'altro ;maſolo huma
Tuſculane,chi negò l'anima affatto . no dife Platone ,' e Belluino ancora
Ma frà quelli che la conceſſero: altri volle Pittagorajonde nella ſua ſcuo ."
con i Luciferiani furon d'opinione, la era vietato il mangiar carne , per
che l'anime ragioneuoli fi propagar- timore di non mettere i denti nelle
ſero per virtù ſeminal : Altri con A- ſpalle dell'auo, ò biſalo . Corporea
uicenna credettero ,chc foflero dall'- Tottenne l'anima vna gran mandra ,
dirò
Per il Giovedi della I. Domenica diQuareſima. : 87
diròmeglio di pecore,che di filoſofi, che degli altri viuenti colà vien det
fià qualitutta la ſetta Hebrea de' Sa: to. E come ſi poſſono generare, s'cc
duceie'l più de'Stoici.Zenonela dif- ccdono ognivirtù corporea? e come
ſe fuoco ,aria Apaximandro : Varone ſi poſſono dall'intelligenze creare;s'
la diffini. Aer conceptus oresdeferrefit- e'l creare è ſolaattionediDio ? Dio
Etus in pulmonestepefactus in corde, dif- dunque folo crea l'animaragione
fufius in corpore : Empedocle la crede uole , & vna ſola per ciaſcun corpo ,
ſangue:Critia compoſta di ſangue, e come la fede c'inſegna. Anzi i mi
d'humore conforme à quel poeta ', gliori filoſofanti dicono,che in virtù
Purpurea vomit alle animă. All'incon- di queſta fola l'huomo vegeta ,ſente,
tro i Gnoftici iManichei,& i Priſcil- cdiſcorre ; conforme che gli organi
lianiſti empiamente la differo vna perfectionando ſi vanno . Di fede è
particelladella mente diuina. Errore, pure,che forma informante ,non al
che fù purdi Plutarco ,oue diſſe: A liftente ella ſia , e la ragione lo mo
nimi aüt mentis particeps facta, non fo- ftra, perche altrimente ne il corpo
lum Dei opus eft,verõetiam pars,neq;ab haucrebbe l'eſſere di vitadall'anima,
eoſed ex eo factaeft; a' quali tutti fi ri- ne l'anima riccuerebbe nell'opera
duconoquelli,che la poſero diuiſibi- tioni ſuc nocumento dal corpo : af
le . Platone la colloco poſcia nel ca- furdi manifesti pur troppo . Il dicla
po ;Hippoc.nel ceruello; Epicuro in poi materiale , corporea, e diuifibile
tutto ilpetto ;Filone hebreo nel cuo- fe non è Eretico , almenoè errorc ,
re; & gli Stoici, ò nel cuore , è ne gli conforme alle ſcuole Angelica,e Sot
Spirti intorno al cuore , & altri in fi- tile ;mercè,che oltre alla comune de
ne in certo luogo naſcolo , d'onde à Padric de Scolaitici,in mille luoghi
guila d'aragna vſcendo , ſcorreſſe a' la Sagra ſcrittura la chiama ſpirito :
biſogni per tutto il corpo . Mortale ne tanta guerra farebbe trà la carne,
poi la volle gli Epicurei. Alcuni dif- e lo ſpirito ,ſe non foſſero di ſoſtanza
fero , chenon moriua già fubito ſe- diuerſi.E pure caro concispifcit aduerfus
parata dalcorpo , ma che à poco à fpiritü et ſpritus aduerfuscarnë.E quá
poco debilitandoſi prima , moriua cunqueneghi Scoto ,che naturalmé
dopo, e tra queſti gli Stoici allunga- te queſta verità fia nota,nondimeno
uano la vita a quelle de'fapienti,lino le operationi dell'intendere , c del
alla conſumatione dell'vniuerfosefi volerc cleuate ſopra ogni conditio
nalmente Arift., e Gal.cosi dubbio- ne di materia, e di corpo molto ben
ſamente ſcriſſero dell'anima, che da ce l'additcano.Oude tale ce la dipin
varij, in varie ſentenze vengono fti- ſe il Poeta nell'anima del Vecchio
rachate:ma laſciati queſti che ſono Ò Anchiſe. Par lewibusventis,volucrique
fognide' Gentili, ò errori de gli An- fimillima fomno.Che l'anima non fia
tichi,ò beſtemmie de gli Eretici. parte dell'Erenza Diuina oltre che
3. Che ci ſia anima,chi veramen- la contraria è dannara Ereſia , nel 1 .
cc hà anima, non puònegare , e ciò Bracarenſe Concilio, lo proua effica
per fede,e per natura fuppofto. Che cemente S. Agoſt. percioche è Dio
I'anime ragioneuoli dalla ſola onni ſarebbe mutabile, o immutabile l'a
potente mano dell'Altiſſimo create , nima ; tallimimo l’vno,c l'altro.Il fia
: non tritte inſieme, ma ſeparatamiento ,dice Tomaſo Santo , è di natura
te l'vne dall'altre vengano , all'h ra diuerfa da chi lo manda fuori ; na
che ne' corpi s'infondono , oltre che l'anima non è che fiato vſcito dal
è verità ſtabilita di fede da' Sacro- petto di Dio i Infpiramtſporaculum
ſanti Concilij,ci viene anco infinua- vita, dunque l'anima è dinatura di
ta dall'infpiramit della Sagra Gen., uería dalianatura diuina . Tutta in
che li dice dell'anima di Adamo,ter tutto , e tutta in qualfi uoglia pat
mine molto diverſo da quelprod::cas, te del corpo fi ritroua queſt'anima.
Chia
88 L'Eccellenze dell'anima
Chiaro il primo per eſſer forina,che tus non communem , fed propriam habet
dàl'effere al tutto , & à tutte leparti : conditionem , nec in mala creatur, fed
chiaro ilfecondo per eſſere fpirito fingulari quadam excellentia inſpirac
immortale, indiuiſibile . Finalmen- tur.Mache direſte,s'hauelli tempo à
te , che l'anima ragioneuole fa in moſtrarla con tutte le ſue potenze.
mortale , il lume della ragione lo Briarco di cento braccia , non fauo
perfuade, siper ellere fortanza per loro ,ma vero ? comecon ladigeſtina
ſe faffiitente fpirituale , fole radici forma del cibo nel ventricoloil chi
dell'immortalita anco negli Ange- loi come dalle ſozzure purgato , ti
li; sì per eſſere in noivn naturale ap- rato al fegato lo conuertiſcein fan
petito dell'immortalità , che fruftra gue ; come di nuouo da' più lonili
non ſi può dare : Onde la defini Ti- efcrementi purificato con prouida
mögifto nell'Aſclep. orizon aternitat econoinia lo diſpenli per le vene
tis temporisi perche dal tempo há conforme alla natura di tutti , e cia
il principio , e dall'eternità ha lſen- ſcheduno de membrii in tutti , e
za fine : ma quando la vinceſſe pure ciaſcheduno de' quali riſedendo
La ſcuola ſottile , che la natura non con l'attractioa tira ciò , che lor buio
habbia viſta per tanto ,ce ne dà lume noi con l'eſpulfiua ributta ciò ,ch'e
la Sagra Gen.al primo la doue dice ; for male ; conla ritentiua trattiene
Inſpirauit in faciem eius ſpiraculum ciò , che lor gioua; e mediante la
Dita : translata l'Hebreo come offer- concottiuaglinutriſce , & augmen
uò ilGaietano , ſpiraculum vitarum i ta ; indi raccogliendo alcroue ciò ,
per darci ad intendere , che l'anime che le abbonda per generare lo fer
· jrragioneuoli ſono ſpiriti di vita , ba ?Che direfte s'io vidicefli come
ma la ragioneuole di più vite : per- per venc ſegrete paſſando la partio
che paſſata la temporale viue poi ne più ſottile del langue dal fegato
dell'eterna. Che tù cagione al Sal- al cuore ,là per virtù dell'anima for
milta , che all'huomo folo deffe no- ge invn fonie ſpiritofo di vita , che
ne di viuo , e di vanità à tutto'I reffo. in nuille ruſcelli per l'arterie ſnenifi
Veruntamen vniuerfavanitas , omnis catocon innaffio virale dàvita à cuc
homo nuens. E per finirla è propofito il corpo ? Che direlte s'io vi con
tione di fede gridata in più luoghi tarli , come queſta puriſſima quinta
dalle Sagre pagine,e da SagriCon- eſſenza vitale cauata dalle miniere
cilij determinata . Beniè vero , che del cuore , viene porcata alla zecca
non è così certo di fede , fe queſta del cesucllo , doue à conuencuole
immortalità l’habbia di ſua natura , temperatura ridotta , & improntata
ò fe per gratia le fi conuenga iquan- co 1cmmco di ſpiritoanimale,fi mau
lunque il ſecondo non corra' così da poi per mezzo de' nerui pagato
bene alla ſcritcura aggioftato cnon
, riil douuio , e neceffario foldo alle
s'accordi alla comune de' Padri. potenze mtotiue,e fenfitiue? Che di
Hora che dite A, della nobiltà di rette s'io vi ſpiegafli , come con le
queſt'anima noftra? Spirito pro, & cinque fpie de'tenti eſterni con aiu
immortale : non committo , ò vfcito to delTorcimanno della lingua,ve
dal grembo della materia,ma chedi dendo ,vdendo,odorando ,guftando ,
fuorivenendo,nel corpo s'in fonde : e toccando , s'informano di queſte
Non creato con la turba dell'altre coſe di fuori; indi nemandano fidc
coſe , ma particolarmente formato liffimiragguagli all'officio del fenſo
dalla mano diuina anzi dallo ftelio internosquali poſti nell'archiuio del.
petto diuino inſpirato , e ſoffiato , l'immaginaruia , e prodotti a ' ſuoi
Spiritus ( dice il Padre San Bernardo tempinel Senato della cogitatiua ,
Sérm.2.de patiuitate Domini. ) spiri- iui vilti , & efſaminati, e con i con
cetti
Per il Giouedi della I. Domenica di Quareſima. 89
cetti delle coſe non ſenſate parago- queſto noſtro corpo ſi può direvnº
nati, & vniti, e di nuouo nella ſegre- organo , dicuil'anima èorganiſta.
taria della memoria ripoſti, vengo- Organo, al qualedanno fiato vitale
no poi dal miniſtero de' fantafinial- interiormente litre Mantici de tre
l'intelletto agente propoſti, dal qua. gradi d'anima vegetatiua , fenfitiua,
le fattane compita relatione nella ragioneuole. Organo , che ſi rege
ſpecie intelligibile impreſſa al ſopre- ge con li quattro regiſtri de' quattro
mo Regio Palazzo dell'intelletto gradi di vita , vegetativo, ſenſitiuo ,
ponibile , iui nell'Accademia del locomotiuo , intellettivo.
& Orga
conoſciniento ſpeculatiuo vengono no finalmente , nel quale ſi toccano
diſputate , e deffinite le nature delle dall'anima organiſta i varij atraſti
cole , e le virtù contemplate ; nella delle tante operationi vitali, quali
quale Accademia addottoratoli il tutte ridotte nel concerto delle cin
Conſiglio di ſtato del pratico inten- que vocide cinquegeneri di poten .
dimento pela poi, e miſura , cimen- ze: del Ballo della vegetatiua ; del
ta ; e conſulta, diſtingue & cleggei Tenore della ſenGuità;dell'Altodel
mezzi più conueneuoli, e necelarij la loro motiua ;del ſoprano dell'in
per lo gouerno morale ,monaftico , tellettiua ; del quinto canto dell'ap
economico,e politico , del pubblico, petecilia i ſe da ſtrauagantecontin
e del priuato . Coſe ch'eſpoſte nelle genza , mal'aggiuſtaco bumore , d
tauole dorate de concetti mentali (concertata paſſione ſurbato non
alla Sereniſima Volontà Reina (o- viene, graciſiimo rieſce all'vdito del
prema , e libera Dominatrice de gli fifico , e del morale. O grandezze,
atti humani, deliberaciò ,che le pia- Ò marauiglie , ò miracoli di queſt'a
ce ,comanda ciò , cbe l'è in grado ; nima noftra.Madite pur d'auantag
onde al di lei volere s'impenna l’ali gio . E ' qucft'animna noftra imma
al corſo velociſſimo cacciatore l'ap- gine di Dio in quanto Vno ; Imma
petito concupiſcibile, & all'apparire gine di Dio in quanto Trino . In
della nianſueta ſaluaticina del Bene, magine di Dioin quanto vno dice
l'ama, la brama , laſegue, e preſa ſe Ambr. Santo lib.de dignit: hoininis
ne diletta ; comeall'incontrare della c.2. Perche Dio è tutto in qualſiuo
moſtruoſa fiera del male , l'odia , l. glia parte del Mondo , dando al cut
aborre , lo fugge , e ſe vien colto s'- to vita , moto, e gouerno : l'anima
arrilta.Così alvolere pur della ſteſſa è tutta in qualquoglia parte del coĽ .
prende l'armi l'ardito Ammiraglio po , dando à tutte vita , moto ,cgo.
dell'appetito iraſcibile , & aſpirando uerno ; Sicuti Deus vnusſemper zbin
all'acquiſto dell'arduo bene, con va- que totus eft, omnia viuificans, mo
rij luccelli diguerra , hora audaceuens, o gubernans : Sic Anima in
ſpera, & affale ;hor timoroſo s’arre- ſuo corpore , ubique tota viget., Villa' .
tra, e diſpera ; hora furibondo com- ficans illud , mouens, o gubernans.
bacte, fatta ſdegno guerrier dellara- Dio hà l'eſſere, la vita , e l'intelletto;
gion feroce : e finalmente al di lei l'anima, c viue,e diſcorre: Sicut Deus
cenno pronta, e ſollecita obediſce la eft , viuit, o saput; Ita anima fe
curba citta delle potenze eſecutiue? cundumſuum modum eft , viuit ,
Ma non nuiconcedeil tempo ,che di- Sapit. Ma immagine diDio in quan
moftri, e vi dica, ch'io conti, e foie to trino ancora è l'anima noftra, di
ghi marauiglie corante di queſt'ani- ce lo ſteſſo Padre, perche nella Tri
ma noftra . lo dirò ſolo conforme nità è Padre ,Figlio , e Spirito Santo,
alla diffinitione, che ne diede il Filo- enell'anima li troua , intelletto me
ſofo ; Anima eft actus corporis orga- moria,e volontà . Nella Trinità dal
nici potentia vitam habentis : Che Padre è generato il Figlio , e dal Pa
M dre,
90 L'Eccellenze dell'anima
dre, e dal Figlio procede lo Spirito quod ipfa ; o non ipfum ipſa, quiipa
Santo ;è nell'anima dell'intelletto è ſe, non ipſa ipfe , que ipfa ; Hor
generata la volontà , e dall'intellet . così nell'anima noftra ; l'intelletto
to e dalla volontà la memoria pro- genera il verbo mentale, Mens, que
code . Sicut ex Patre generaturF :- Sciregignit :dunque ſon già due, la
lius, ex Patre , Filioque procedit mente chesà , e quello , che dalla
Spiritus Sanctus : Ita ox intellectu mente è ſaputo . Suntque iam duo
generatur voluntas , ex hss stem mens, o quod ipfamens fcit . Refta
ambobus procedit memoria. Il Pa- mo'l terzo all'vno , & all'altro co
dre è Dio, il Figlio è Dio , lo Spirito mune: reſtattertium utriufque com
: Santo è Dio , e pure non ſono tre mune , ma eccolo chiaro . Omnis
Dei , ma vn folo Dio in tre perſone: mens quidquid fcit amat.Amor non
l'intelletto è animaj lavoloncàè ani- minusquaminterduos eft amantem ,
ma; la memoria & anima , e pure á quod amatur;unus eft ergoamboo
non ſono tre anime, mà vn'animarum amor , qui tertius eft . Ogni
fola in trè potenze ,e dignità: Sicut mente ama ciò ,ch'ella sài ma l'amo
Deus Pater , Deus Filius, Deus Spi- re non puole eſſere che almeno frà
ritus Sanctus , o tamen non tres Dy due , frà l'amante , e l'amato ; dun
funt , fed vnus Deus tres habens per- que frà l'vno , e l'altro proccde l'a
Jonas: Ita eft anima intellectus, ani. more , che è'l terzo . Ma non ſi può
ma voluntas, anima memoria , non negare queſti tutti eſſere vn'anima
tamen tres anime in vno corpore, ſed ſola, e queſt'anima ſola eſſerequeſti
una animatres habens dignitates. Il trè ; perche ſi come queſti tre ſono
Padre intendendo genera ilVerbo , veramente vu’animaſola , cosìvera
dall'amore de' quali procede terza mente queſt'anima è queſt'vno ,que
perſona l’AmoreDiuinodice lo Spi. ft'altro , e queſto terzo : Sicut enim
ritoSanto ; eperò quod Deusex quo her triavere una anima funt,fic non
eft, fi dice il Padre : Quod qui ex eo, minus verèvna anima eft hoc unum ,
li dice ilFiglio Quod quo:fi dice loo hoc alterum ,o hoc tertium : dun
Spirito Santo . Dunque queio dal que immagine delſuo Fattore con
quale ſono queſti; queſtoil quale è chiude il Santo , in quanto Trino è
da queſto: equeſto , colquale que- l'anima ragioneuolc, in modo chela
fi due s'amano , ſono trè: Ex quo mente aſſomiglia al Padre , perche
ergo : qui ex eo , quo fe diligunt genera il concetto mentale. Quefto
ipfa duo , Triaſunt : Con tutto ciò concetto al figlio , perche non è da
queſti tre ſono vn ſolo ;perche in tal fe fteffo, ma dallamente è generato ,
modo queſti due vengono da queſt' quel terzo Amorc allo Spirito San
vno originari,che da lui ſeparati non to , perche procededadue , che s
fono . Erilla tria ideo vnum , quia amano. Comparet ergo anima,ut di
fic funt ex vno illa duo,vt tamen abeo xi, fe eo modo , quo poteftCreators
non fint ſeparata . Ma ſono da lui, ſuo,vtdicatur mens Pater , quiagie
perchenon ſono da ſe ; e ſonoin lui, gnitfciro. Dicatur fcirefilius,quia
perche ſeparaci non ſono: Sed ex ip- ex alio eft, o non eft aliud , quàm
Jofunt, quia non à fe,oin ipfo, quia ipfumex quo cft; Dicatur Amir Spie
non ſeparata . El’inteſſo in genere ritus Sanctus, quia anberum eft co
neutro, enumero ſingolare fono ef- rum ,qui feamant . Che marauiglia
fi , che è effo , & ello cheſono effi : poi A. Se eſſendo l'anima noftra cosi
ma non l'iſteſſo in genere maſculi- viua Immagine del ſuo Dio ; creato
no , è numero plurale ſono elli , che che fù l'huomo dall'ifteffo Dio , dice
è effo ,& eſſo, cheſono elli . Et ip- la Sagra Scrittura ,che ſe to poſe di
fum ipfa quod ipſe , Et ipfum ipfe , proſpettiua auanti la fua faccia diui
na ?
Per il Giouedi della 1. Domenica di Quareſima. 9I
na ? Deus creauit de terra hominem , ma ragioneuole la gratia giuſtific
(dice il Sauio , ) o ſecundum imagi- cante , ſopranaturale participatione
nem fuam fecit illum , iterum cone della lua diuina natura , conforme
mertitillum in ipfum ; ch che voleua dice Tomalo Santo , & io ffiigarò
Dio ſpeccbiarli in ello , e godeua di altra volta più alla lunga ; come ro
rimirare in eſſo la bell'immagine pranaturale anima dell'anima, che
ſua . le dà l'effere ſopranaturale .
4. Ma habbiamo bendecto dell'. S Indi v'infonde le trè Virtu
eccellenze dell'anima vn maximum theologali, quali che trè potenze da
quid . 'Pure ci reſta ancora il maxi- quell'effer diuino einananti:Fede :
mum quod fic .Ciò ,che fin'hora det. quaſi nouo intelletto ; carità quaſi
to n'habbiamo, fi contiene frà limiti noua volontà ;fperanza,con la quale
della natura. Hora alla gratia faccio dal ricordo delle diuinepromeſſe
paſſaggio . Gran cofa ècerto, che innalzandoſi al Cielo , in certo mo
queſt'aniina noſtra la ordinata à do diremo , quaſinuouamemoria .
Dio , comein naturale fuo fine ima Quinciè , che canto guſta il Signore
che volefle quella Maeſtà infinita di queſt'animenoftre , & immagine
ordinarla inTeftelſo come in ſuo fi- fua in lui, come in vltimo fine da lui
ne louranaturale ancora , queſto è ftello , che n'è primo principio fo
fatto ineſplicabile . Honoreuole, di- pranaturalmente ordinate; chele
letteuole molto è la felicità natura- chiama il giardino delle delitie ſue .
le tanto pratica , che s'occupa in re- Etdeliciæmeæ effe cum filys bomi.
golaregliagibili, che ſono l'attioni nü.E che credete voglia dire la Sagra
delle virtù concernenti alla perſona Gen. quandoche dice, cheporeDio
priuata ,alla famiglia , & al publico ; l'huomo nel Paradiſo terreſtre , ut
quanto ſpeculatiua , che ſi trattiene operaretur ,cuftodiret illumSant'
l'Ente primo , nobiliſſimo oggetto pronome illuns fi riferiſca a l'huo
dell'intelletto humano . Dottrinamo , & il Borgenfe Gen.2.vi li forto
d'Ariſtocile nell'Ethica . Ma l'amo. ſcriue, onde vuoldire, che Dio poſe
re, e'l diletto ,che reca la felicità rou- l'huomo nel Paradiſo per coltiuar
ranaturale , che conGʻte nell'inten- l'huomo ſteſſo diſua mano, & effe
dere l'efſenza diuina , ma per fpecies reegli ſteſſoilgiardiniero; onde po
alienas,o conceptus negatiuos,come tremo dire dell'anima effer quel Pa
il filoſofo ; non per fpeculum inenig- radilo terreſtre, che fù giàpiantato
mate , come il fedele , ma faccia , à da Dio . Plantauit autem Dominus:
ſe Paradifum
faccia, facie ad faciem , com'è inla a principio .
6 E come bene ci trouaremo
fteſla , Sicutieft ; & intendendo
perfettamente, con amore beatifico quei quattro fumi principali delle
amarla, e poſſederta:comealtra vol. virtù morali : Prudenza , Fortezza,
ta io v'adombrai, ch'è coſa incoma Temperanza , c Giuſtitia , da quali
prehenfibile . Dio dunqueordinò l- irrigato il Paradiſo dell'anima , fe
anima noftra àqueſto fine fupre- condato colla ruggiada della gracia
mo ,aqueſta felicità ſupernasà que- attuale , germogliò poidalla gratia
Aa gloria cterna del Paradiſo; e per- habituale,viuificate l'herterte riden
che à fine ſopranaturale ſi deuono tingli odoriferi fiori, i faporoſi trurti
mezzi (opranaturalise gli atti ſopra ditantiattivirtuoli , e meritorij di
naturalinon pofono eſſere dalle ro . vita eterna ? Ameniflimo giardino,
le potenze naturali chederiuanoda ch'è quelt'anima noftra , o più coſto
naturale natura , ecco che liberalit nobiliflima vire piantata col Santo
fimo dapatore Iddio dona all'ani- Batteſimonella vigna di S. Chieſa ;
M 2 ap
92 L'Eccellenze dell'anima
appoggiata all'olmo della Sagra d'opere Chriſtiane, diguadagno per
confirinatione; ingraſſata con la Sa- te ; di edificatione alle figliole d
,i
groſanta Euchariſtia; portata con la compiacciméto alla Maeſtà SuaDi
Sagramentale confeflione; benedet- uina. Expectaui,utfaceret vuas. Ma
ta con gli ordini Sagri ; sfigliolata con l'impiaſtrarti il volto di belletti,
co'l matrimonio ; & innaffiatacon con l'infraſcarti il capo di ricci , e
l'eſtrema vntione , acciò malgrado fiori, co'l ciuettare tutto il giorno
dell'arido aquilone delle centationi alla fineftra,hà prodotto amarillime
infernali , polla ellere trappiantata labruſche d'opere del Diauolo , di
viua nella Celeſte Gieruſalemme. dannatione per te , di ruinaalle fi
Vite di queſtamiſtica vigna, circon- gliole, didiſpiacere alla Maeſtà Sua
data dalla ſiepe de gli Angeli cuſto- Diuina, fecit autem labruſcas . Atè
dijo sæpem circumdedit ei;arrichita letterato ha dato Iddio l'attitudine
del torchio della Croce corrente per le leggi, acciò l'impiegati in di
pretiofiffimomoſto del ſangue difeſa diquella Vedoua , l'babilità per
Chrilto ; o fodit in ea torcular ; af- la medicina , acciò l'adoprani in
ſicurata con la torre della legge di ſoccorſo di quel mendico : il ſapere
uina ; Et ædificauit turrim . Vite in delle Sagre lettere, acciò aiutaſi la
finc,che amata accarezzata,fauori- conſcienza di quel pouerello.Expe
ta , ingrandita tanto dal gran Padre étaui,ut faceret vuas , fecit autem la
di famiglia Iddio ,comehauere ſen- bruſcas: Perchetu Procuratore ,tu
tito , doueua perdebito d'amore,di Dottore ſucchi il ſangue di quelPu
gratitudine di giuſtitia frondeggia- pillo ;Tu chirurgo,tu medico,tu lpe
re perfede,fiorire per fperanza,frut- tiale concorri, e cieni mano à quel
tificare per carità aborto ; Tu Eccleſiaſtico , tu Sacer
7. Ma ſconoſcente, ingrata , ini- dote laſci morire ſenza idebiti Sa
qua, in vece di produrrevue dolciſ- gramenti, & aiuti ſpirituali quel po
fime d'opere Chriſtiane,mandò fuo. uerino infermo.Expectaui ,vtfaceret
ri amariſime labruſche di peccati e vuas.Aſpettò Dio,che le Chieſe for
ſceleraggini . Expectaui , ut faceret ſero frequentate con hamiltà , e di
vuas (dice Ifa.als. Fecit autem la- uotione da voi anime ſue fedeli per
bruſcas. Poteua la vita dell'anima affiftere à Diuini Offitij, per vdire
tua, ò Padre di famiglia con lo ſtar- la parola diuina, per adorarlo in ſpi
ti ritirato in caſa di notte , con la rito , e verità nelSagroſanto , e tre
frequenza de Sagramenti produrre mendo Sagrifitio,e Sagramento del
l'vue dolciſſimedell'opere virtuoſe , l'Altare : fecit autem labruſcas: Ee
di merito per te, dibuon'eſempio a ' ecco frequeptate le piazze,iridotti,
figli,diguſto alla Maeltà ſua Diuina. lebotteghe; equando venite alla .
Expellaui , vt faceretvuas. Ma co'l Chieſa,venite à cicalare ,à vagheg
gittare le facoltà sù i giuochi,con l- giare e piaccia àDio ,che non a fare
atteidere à pratiche dishonefte,con di peggio , Ordinò Dio à fe l'anima
l'afpettare dall'vna Paſqua all'altra tua ragioneuole, ò huoino, ò donna
à confeſarſi , hà prodotte amarif per felicitarla nel fommo bene,e co
fime labruſche d'opere vitiofe , di sì. Expeltaui,vt faceretvuas; aſpet
dannatione per te, di fcandalo per li iò , che in luidrizzale ognivoltro
figli,d'offeſaalla Maeſtà Suadiuina, penſiero , ognioperatione ingiufti
fecitautem labruſias. Douelialavi- tia,efemplicitàChriftiana: che tu ò :
tadell'anima tua ò Madre di fami- poueroviuelli con patienza , &hu-
glia co'l veſtire modeſtamente col miltà ;che tù , è riccosfuli piecoſo , &
lo ſtarti ritirata dalle piazze , e dalle elemoſiniero che tu ò mercante ne
welche , produrre vuedolcillime gotiali giuſta , e liberameprei che
cho
Per il Giouedi della I. Domenica di Quareſima. 93
oper tu ò Gentilhuomo pagalli à chido- gnore non riſpondono coſa alcuna ,
! , di ueui.Fecit autem labrufias; ma vol- perche veggono pur troppo che non
Die tandogli le ſpalle, la cola è andata al v’hà ragione, che li difenda , non v'
. Ma rouerſcio , perche tu poucro ſei im- bà ſcula , che li ſcuſi . Orsù , dice
letti, patiente,e luperbo ; tù ricco ſeicru- Dio , non volete giudicar voi ? dirò
lie dele, & auaro, tu mercante ſei frau- io ciò , che penſo difare con queſt'
orno dolente,e ladro; tu Gentilhuomo ſei anime ingrate, e và ſeguendo . Et
Ume ingiufto ritenitore delle mercedi al- nunc oftendam vobis quid faciam za
, di trui.Expectaui. Expectaui,utfaceret ned mea. Auferam fapem eius, o
efi vuas . Parlo ſempre con riſerua de'erit in direptionem , diruam mace
Sua buoni,fecit autem labruſcas. Nunc riam eius, ó erit in conculcationera,
Ate ergo habitatores lerufalem , o viri ponam eam defertam ; non puta
ine Tuda indicate inter me , o vineam , bitur , non fodietur : * afcendent ve
meam , Parole ſono queſte del no- pres , cºlpina ; nubibus mandabo,
CE ftro Iddio , che alle fuccitate per ne pluant ſuper eam imbrem . Oh
Ifaia ſoggionge , nelle quali dopo Cielo . Auferam fepem eius , Cerit
e hauer raccontate le carezze fatte al- in direptionem . Leuarò à quell'ani
3 la miſtica vigna di noi anime ſue fe- me ingrate la cuſtodia de gli Angeli,
deli , & incontrapoſto queſta tanta & i Demonijnefaranno ogni riina;
ingratitudine vokra , hora fi riſolue toglierò loro la protettione de' San
difarnegiuſtitia , e però Giudici
ne tij & i Diauoli ne faranno ogni Atra
conftituiſce gli Angeli ,i Beati, & i pazzo . Diruam maceriam eius,
Santi tutti del Paradiſo . Nunc ergo erit in conculcationem . Non la col
habitatores Ierufalem , a viri lude tiuard più con la mia gratia effica
iudicate inter me, & vineam meam . ceio ponam eam defertam ; onde
Spiriti del Paradiſo(dice Dio, )auan- iſterilita d'opere buone, nonputabi
tialli quali hò citato in giuditio !- tur , non fodietur ; permetterò , che
anime fedeliche coſa doucuo io fa- non vengano potare con la peniten
re per queſt'anima, e non hò fatto ? za , che non vengano zappate con le
Quid debui vltra facerevinea mea , prediche; e cosi afcendent vepres,
& non feci ?Oh chemelo ſon dato ſpina , e reſteranno ſoffocatedalle
per Padre nellacreatione ; per ſporo vepri, e dalle ſpine di mille habiti vi
nella giuftificatione per fratello nel tiofi , di mille peccati , e ſceleraggi
l'Incarnatione;per nutrimento nella ni: e finalmente comandarò à tutto
Santiſlima Euchariftia i per riſcatto 'l Paradiſo , che non mandi ſopra di
nella mia Paſſione, e morte, & in fi- loro goccia di gratia, che lorpenetri
neme le ſon promeſſo per premio al cuore, cºnubibus mandabo, ne
nella gloria .Che poreuo far d'a- pluantſuper eam imbrem . E che fa
vantaggio ? Quid debus facere , o rà di voianimemeſchine, fe venite
non feci ? & ecco come hanno fatto , in queſto modo abbandonate dalla
comehanno corriſpofto ? An quod mano di Dio?Vebqui confurgitis
expectaui, vt faceret vuas , fecit au- mane ( ſeguita più baſſo il Profeta )
sem labrufcas ? Ob mi hanno dato ad ebrietatem feftandam , a potan .
in vece diguſti,diſgufti ;digiuſtitie, dum efq ;ad vefperam ut vino aſtue
peccati;di carezze feriteid'opere, & tis . Cythara, ő lyra, o tympanum ,
vue da Chriſtiani, ſceleraggini, e la- tibia,o vinum in conuiuysveftris,
bruſche del Diauolo . Expectaui, vt opus Domini non refpicitis, nec
faceretvuas, fecit autem labruſcas. opera manuum eius confideratis
8 Vditori leggete il Sagro Teſto, Guai à voi ò anime Chriftiane , che
e trouarete , che iSanti del Paradiſo dalla mattina alleuarui di letto , ſino
imterrogati a queſto mododalSi- alritoruaruidinuovoallaſera ,ad
alıro
L'Eccellenze dell'anima
altro non attendete che à fpani, à poche parole diſſe di queſto il dicia
bagordi, & à delicie ſenſuali, e non bile in lammo. Senti , ò fedele , fai
riguardate all'eccellenza della vo- coſa è morte dell'anima ? Vedi: G
Itra natura , che non è beftiale , onde come l'anima è la vita del corpo , co
finiſca nel ventre , enella carne , ma si Dio è la vita dell'anima . Sicut
ragioneuole , & ordinata in Dio ; c anima eſt vita corporis: ita anima eft
non conſiderate all'infinità de'doni vita Deus; onde ſi come ſpira il cor
ſopranaturali , de' quali v'hà arric- po al mandar fuori dell'anima, così
chite la liberaliſſima mano di Dio , Ipira quell'anima,che mortalmente
non perche li ſporchiate, e calpeftia- peccando, perde il ſuo Dio : ficut
te nel fango delle brutture delMon- Spirat corpus , cum anima emittit, fic
do , comeandate facendo , ma per- Spirat anima,cùm Deum amittit ,
che ve ne ſeruiatein ordine alla glo- Dio perduto è la morte dell'anima ,
ria del Paradiſo .Guaidunque à voi. come ſpirata l'anima è la morte dei
Veve; Ob perche Guai ò Profeta ? corpo . Deus amiffus mors anima,
Propterea dilatauit Infernus extra ficut anima emifa morscorporis eft.
modum animam fuam , osfuum Ahi anima infelice, che alfalita dal
aperuit abfque vllo termino .Guai à la tentatione futra và in giubilo , e
voi , perche all'vdire delle ſuddette fefta , e non s'auuede , che vn paro
minaccie , vſcite dalla bocca dello ciſmo mortale l'è falcaro alle ſpalle.
fcorucciato Dio rallegratoſi l'Infer- Sente il diletto di quel penſiero , c
no , ha fatto tanto di cuore , & hà al- dice oh che dolcezza : e non s'accor
fargata la ſpauenteuole bocca fuor ge , che'l parociſmo le và ferrando
d'ogni miſura :abfque vllo termino : alla vita ; viene al ponto dell'accon
èche farà ? deſcendent ferteseius, fentire ; eſi credevbbriaca digioia;
o Populus eius, o ſublimes , glorioa & in ſodezza di fatto in agonia li
fique eius ad eum . Tutte , tutte voi, troua ; pecca , e fiftima toccare it
anino ingrate, ſiate inò delPopo- Ciclo con le dita & in verità Chri
to , e de' Nobili, de'forti , e deboli , ftiana , Cattolica ella muore ,ella
de vili , e gloriog stutte tutte vica. fpira : e che ſpira ? omne bonum : à
derere dentro à piombo per ardere chimuore ? al ſuo Dio.
per ſempre nelle fiamme infernali. 10 Oh quanto fauiamente grida
Oh Dio , c fi ville alla cieca i e li vi. ui ò Sauio Eccl. 22.Luctus murtuife
ne alla pazzaje li viue all'vbbriaca je ptem diebus fatuiautem ,et impy om .
Hando vn'ingratitudine tale nell'ani nes diesvita illorum : alla morte del
me Chrittiane , vn pericolo tanto corpo bafano al più lelagrine, le
chiaro di cader nell'Inferno , non funerali nenie di fette giorni, ma al
penſano à rimedio alcano ? Fare vna la morte ſpirituale delpeccatore, als
buona clemofina &c. la perdita diun Dio , eh che li deue ,
e non baftail pianto d'vn età intiera .
SECONDA PARTE. Ma gridi il Sauioà fua poftail Mon :
do pazzo và di rouerſcio veſtito , e
Ele
anima non foſſero baſtcuole il
SS . Si vxor , aut filius , aut maritki
antecedente per cauarne chiarilli- mortui fuerintioh in terramfecollia
ma la conſequenza che la ſola per- dunt homines, capillos trahendo,pe.
dita c morte d'elladegna Gia di pian . Cloratundendo , in luctu ,o lacry
to ; io non faprei à miglior modo mis non paruo tempore perfeuerant .
molcarlo , che appigliandomià cid, Fà,che muora à quel tále giouanet
cluediffe vna volta il P. S.Agoſtino talamoglie ; à quella Madre diletto
Ser.s.de Verb.Domini, il quale in il figlio i àquella donna caro il ma
rito
Peril Giouedì della I. DomenicadiQuareſima. 95
rico , oimè dice il Santo ,che queglº hanno da piangere che no ſondegno
impazzito percuote col capo in ter- di pianto. Anzichequelle lagrimele
ra , ſcapigliate queſte fi vanno ftrac-
quali vengono fparfe per cosi fatto
ciando le chiome, e tutti inſieme perdite temporali, ſono ſtimate la
fortemente battendo il petto : non grime vergognoſe. Notate,
fanno , come por fine al pianto , al 12 Piange Dauide da Gierula
lagrimarc : ma in morendo l'anima lemme cacciatorepiange la perdita
della moglie , delfiglio , del marito , ch'era pure d'vn Regno intiero , e fi
ò di noi ftelli mortalmente peccan- và coprendo la teſta . Scandens, og
do : eh cela palliamo ridendo ,coinc flens operto capite, nel 2. de Reg.al
ſe vn nulla folle , peroche amandoli 15.Piangelo ſteſſo vn'altra volta, c
il corpo , o noftro , o d'altri, non s'- piange lamorte di Abſalonne, ch'
aina l'anima noftra , non s'amal'ani- erapure lamorte d'vn dilectiſſimo
ma altrui; Corpus mortuum plangi- figlio , nell'Aprile de gli anni, e a và
mus , quodamamus, i conchiude il a naſconderenella più ſegreta parte
Padre ) animam vero mortuă , quam del Palazzo Reale.
Afcendit cenack
non amanus
dolemas ,
, non plangimus, non lum porte, flexit. 2.Reg.18. Pian
ge moribondo Ezechia , e piange la
11 Lagrime precioſe, e care con- morte fua , ch'era pur morte d'en
ceſſe all'buomodal fattore della na- Rènel fiore dell'età fua, co'l fine
tura Iddio , acciò co'l fuoco dell'- della ſchiata Reales e volta la faccia
amor diuino , da gli odoriferi fiori da chi lo ſtà mirando, verſo del mu
delle conſiderationi ſuperne; nella ro : Conuertit faciem fuam ad parie
fornace del cuore ſtillaffero per le tem ,e poſcia fleuit fletu magno. Fer
boccic de gliocchi que' liquorivita- mati Dauide , perche piaugendou
li , che fi fanno poi fonti di vita. Sa- vai coprendo ſu'lcapo ? folleua lames
lientes invitam æternamicome ſete terra in alto bigi i vapori & ecco in
hora tanto auuilite , e diſprezzate ? torbidico il bel ſereno del Cielo : s
Piangeſti Santo Profeta , e dirotta- addenſano i bigi vapori in ſcure nu
mçnte piangeſti: exitus aquarum ait bi, & ecco il Cielo tutto adombraro,
duxerunt oculi mei ; potefti dire del copertois'affollano le ſcure nubiin
tuo pianto nel Salmo 118. ma che frecti mucchi , & eccone colà l'ac .
piangefti sì forte ? forſi che l'eſpere qua in abbondeuole pioggia . Tale
dalle forze nemiche perſeguitato ? in te cacciato dal Regno , ſolleua ia
No dice Ambr.ſer.17.ibid: Pluscul- terra delſenſo bigi ivapori de'me.
pa , quàm erumna defletur : Pianſe Ati affanni, & ecco intorbidito il ſe
più li peccati commeſti , che li tra- reno del Cielo della tua pacifica's
uagli offerti: onde conchiuſc , quia mente : s'addenſano i bigi vapori de
non cuftodierunt legem tuam . He melti affanni in ſcure nubi di cieco
ſunt lacryme Philoſophie SoſpiraS. duolo ; & ecco ilCielo rutto della
Gio : Grifoftomo hom . 12. in Epift. tua mente adombrato ,e coperto ap
ad Colof . ) quando autem quifque paſſionato : fi affollano le Icure nu.
faétus fuerit pauper , quia fuerit in bi del cieco duolo in ſtretti mucchi
morbo corporali, quando fuerit mor- di pene anguſtiate ; & ecco ne cola
IKUS , nequaquam flendus eft ; hæc l'acqua inabbondeuole pioggia di
osm non funt digna lacrymss. Que- largo pianto; e queſto è fatto şi ftra.
Ate si , queſte sì che ſono lagrimede' no ,ch'effer coperto richieda:Operto
veri amatori della fapienza celefte ; capite ? Fermatiò Rè Profeta , per
piangere i peccati, piangerla morte che à naſconderti vai ? Staffene la
dell'anime; che le ricchezze,la fani- quella fonte ripiena d'acqua , cuil
ca , la vita fteſa perduta , cb non s '• cilalacioni ſottili miſchiare fono :ſpi.
ra
96 L'Eccellenze dell'anima
ra vn ' acerbo ſoffio di rigidatra- pupille : & ecco viene il Profetta
inontana , & indurata la fonte inte Ifaia in Ambaſciadore di morte à
gielo , ne l'eſalationi elalare, nè l'ac- prenderlo infra le mani : co'l primo
quanepuò traſcorrere ; & ecco il auuiſo humile 'l piega ; co'l trifto
Ciclo comincia ad accennar co's aſpetto confuſo l'auuolge ; col for
lampi , indi à gridare co' cuoni ;'on- mardella voce timoroſo lo preme ;
de fuegliato l'autro cocente là dal eco'l fulminar della ſentenzadiſpe
meriggio fi lela, e con l'ardente fuo rato lo torce; onde l'acqua del pian
fiatoſtrugge quel gielo, e l'eſala- to ne ſtilla à furia in più cadenti ra
tioni efalano: disfà quell'acque, e fcelli da lumi ſuoi ; e queſto è fatto
l'ondefuorne traſcorrono . Tale in si inuſitato ,che s'habbia àcelareà
te nel fatto del tuo Abſalonne. Ha- quelli , che ti ſtanno mirando : Cone
ueui la fonte del tuo cuore ripiena uertit faciem fuam ad parietem ? .4.
primadipaterna pietà,con efalatio- Reg.20. Eh eh Signoriche non cela
ni miſchiate di ſpiritelli amoroſi : uano , che non aſcondeuano il pian
fipico lacerbo foffio della rigida tra- to Dauid, & Ezechia , perche'l loro
niontana della perſecutione delcuo piangere ò Arano , ò moftruoſo , ò
ribelle figliuolo, & in gielo di nemi- inuſitato fi foffe : ma perche vergo
citia induroni, onde ne eſalauano goro il giudicauano , mentre che
l'eſalattioni amoroſe,nè l'acque pie- l'vno della perdita del Regno prima,
toſe ne ſcorreúano fuori: Ma ecco e poſcia della morte del figlio ; els
il Cielo cominciò à lampeggiarti nel altro della perdita della ſua vita , e
cuore con vn preſagio della morte fine della ſua ſchiacta à lagrimare
dilui : & hora tirimbomba il tuono traportato veniua . Core, dice Gri
all'orecchio dell'annuncio ſicuro , ſoſtomo, che non ſon degne dipian
che vcciſo ei giace . Ab toſto fue to . Hac enim non funtdigna lacry
gliato l'auſtro cuocente del ſenti- mis .
mentodi Padre, ſi leua là dal mcrig- 13 Pazza vidoua , che tuttauia
gio delle più interne midolle , e con piangi il tuo marito defonco ; ſe non
ardéri fiati di naturale affetto ſtrug- piangi più toſto i tuoi piaceri perdu
ge quel gielodi nimicitia paſſata ,on- ti :perchegetti tu à male il precioſo
de n'eſalano i caldi corpiri, gli ſpiri- teſoro delle tue lagrime?piangi,pian
telli amoroſi ,e ne traſcorrono l'ac- gi meſchina i tuoi peccati, piangil'.
que della patema pietà per licanali amore diſordinaco , che gli portaui,
de gli occhi in tante lagrime: e que- piangi ildiſordinato attacco, che te
fo è fatto sì moſtruoſo che à na- neui a contentidiqueſta vita; piangi
fconderes’habbi? afcendit cænació le vanità , le galle, i grilli , icapricci,
Ium porta ? Fermati ò Rè Ezechia fulli quali pallafti gli anni in cante of
perche volti la faccia al muro ? Si feſe di Dio, mentrech'eglî hebbe vi
troua vn panno lino inzuppato nell'- tai in gaſtigo delle quali forſe il Si
acque , e mentre ſpiegato all'aure ſi gnore te n'hà priuato per ſalute dellº
refta, goccia non ne diſtilla . Er ec- anima rua, crocifiggendoci ilcorpo,
co viene chi lo prende , e lo piega ; e ſe ſaprai ſpargere fruttuoſamente il
lo auuolge , e lo preme , e lo torce, pianto tuo. Pazza Madre ,Pazzo Pa
e l'acqua acftilla à furia in più ca- dre, che piangere la morte diquel
denti ruſcelli. Così tu qui nel caſo voſtro figliuolo , che vi fù tolto divi
di tue ſciagure , e inalori. Trouauali ta per mano diviolente morte: per
il pannolino del tuoSpirito inzup- che gettate à male il pretoſo teſoro
pato nell'acqua de'ſuoidolori , ma del voſtro pianto ? piangere, piange
Apiegato all'aure della ſperanza di te più toſto i voſtripeccati, piangete
tilanare, goccia non ne ftillaua dalle la traſcuraggine, che vſafte in alle
uarlo,
PerilGioueda della I. Domenica diQuareſima. 97
uarlo ; che in vece di alleuare con le mi in coda di recitare, cileuiaino in
douuţe correctioni å ſuo tempo vn piedipiù belli , e viui, chemai . Al
ben morigerato figliolo , laſciando, danno da ridere , e non da piangere
gli la briglia in collo, alleuaíte vn ca. ficuro d'eſere con ogni facilità re
peftro , vna forca , vu beftiuolo , clic parato ? Oh ſciocchezza, oh pazzia,
da beſtia iniſeramente morendo , ò che non intende quanto pericolofil
fenza confeffionc,ò con vna confef- fuo ci fa di cadere in iftato , che
fione fatta là Dio sà come ; adeſo più riparato non venga. S'io mi pen
ſtà beſtemmiando forſe gii nell’In- to, dirai , non mi perdonerà Iddio ?
ferno la troppo colpeuole negligen- Chiaro, che si, purche ci penti, ficut
za vofra nell'alleuarlo , aſpettando oportet , come li deue . Non ità in
voi anco, ſe non mutate il pianto , à mia mano il pentirmi, come ſi deue?
beſtemmiare ſeco in (concerto per lo ti riſpondo , cheno preciſamente
tutta l'eternità. Pazzi tutti quelli in- parlando . Badate à ciò, che dice. lo
fine, che piangone20 ſia pur qualfi- dico propofitione cattolica , e coil
uoglia cola di quello Mondove non dottrina teologica la dichiaro ,e pro .
piangono i lor peccati mortali; las 10 : Dio ci vuol dare la ſua gracia
morte dell'anima-Toro , la perdita giuſtificance in ordine alla gloria ;
della vita Spirituale, anzidelmede- ma aftraendo da' Sagramenti , ce la
AmoDio, che da noi quali che dilli, vuol dare per mezzo delle noſtre
fola eller pianta dourebbe. Carnem , operationi bumane, le quali accio
quamnon poffumus fufiitare ( dice Liano proportionate al fine, ch'è lo
Agoft. Ser. 41. de SS. ) plangimusi pranaturale ,deuono eſſere anch'el
animam noftram mortuam non leno ſopranaturali : mà non poffono
planginius,quam poffumus perpani- lenoſtrepotenze naturali,neleifem
tentiam ad ftatum priftinum reue- plici forze della natura fare opera
care: gittiamo pazzanente ledagri- tioni ſopranaturaliv. g. ſe tu ſtai in
me in sù l'arido tronco d'yn corpo peccato mortale, non puòlatua yo
morto , che per quanto s'innaffij lontà ſola per ſe ſteſſa produrre
non può humanamente cinuerdiré quell'atto di contritione ,co'l qual
più vino , c l'anima noftra morta in a metta in gratia , ò quell'atto d'at,
peccato , che innaffiara co’l pianco tritione, che li richiede alla Confera
di penitenza , rediuiua di gratia può fione Sagramentale , acciò la gratia
rinfiorire , laſciamo in fecco aifáuco fi conferiſca ; mà deue eſſere eleua ,
affatto di pianto . ta , & aiutata da qualche principio ,
14 Ohl'hauete pur'anco detta & aiuto ſopranaturale , il quale in
vna volta . Sapete, Padre, perche fi fieme colla volontà concorra , e co
piange la morte del corpo? appunto, operi alla produttione di quell'atto
appunto per queſto perche carnem di contrisione, d'attrit ione ; quale
non poffumus fufcitare: Morti che atto per eſſer poida doi principij, 1
Tiaino, ſpedito e'l ballo , Apriuatio- vno libero , ch'è la volontà ,e l'altro
ne ad habitum non datur regreffus : ſopranaturale , ch'è l'aiuto Diuino,
ma la morte dell'anima non li pian- libero , efouranaturale anch'egli, &
ge, percbe il danno è da ridere,e non inconſeguenza proportionato al fi
da.piangere , ſendod'effcre con ogni ne , emeritorio de congruo (parlan
facilità reparabile . Es poffumus per do dell'atto dicontritione )della gra.
Penitentiam ad ftarum priftinum re- tia giustificante ; li come parlando
uocare: ogni volta che vogliamo,vn' dell'attritione, diſpoſitione congrua
atto di contritione , & anco di at- al Sagramentoje queſto aiuto (opra
tritione ſola , con due parolette all naturale è da ' Teologi gratia adiu,
Orecchio del Confeffore,e Setre Sale uante chiamato. Anzi che perche ad
N ogn'
98 L'Eccellenze dell'anima
ogn'atto di volontà precede qualche dre' , Ità in mia mano con l'aiuto di
cognitione nell'intelletto, ſendo che Dio,il quale aiuto ,ſebene non ſi può
nihil volitum quin pracognitumidal- meritare de condigno , nè de con
la quale cognitione mollaprima la gruo parlando delprimo , primo,ad
volontà medefima con un ſubitano, ogni modo non è mai negato dalla
& indeliberato affetto venga poſcia miſericordia diuina al Peccatore ,
inuitata , & allettata all'atto libero : ma ſempre ſempre,mentre glidura
edouendo nel noſtro caſo queſta lavita gli dà gli aiuti neceſſarijalla
preuia cognitione eſſere ſopranatu- ſalute.Ahe queſto e'l ponto deſpon
rale , ne detur initium falutis in no- ti ſempre ſempre,mentre che dura'la
bis, ch'è dogma de gli Eretici Pe- vita al peccatore, Dio gli dà gli aiuti
lagiani; e non porendo eſſere dalla neceſſarijalla ſalute,ſempre ſempre
volontà imperata., per eſſere prima à luoghire tempi conuenienti,con
in queſt'ordine; ma neceſſariamente forme à ſuoi giuditij diuini , ma non
dall'intelletto prodotta, conchiudo- ad ogni inftante, ma nó ad ogni mo
no i Teologi, che per farev.g.l'atto mento . Che quando dormiv .g. cu
fodetto dicontritione, o d'attritio- non hai qucſtagracia, e ſe vai à dor.
ne, oltre la gratia adiuuante, vi ſi ri- mire in peccato inortale , e deus
chiede vn'altro aiuto ſopranaturale, ſcendere vn catarro, che ti foffochi ;
1 quale chiamano gratia eccitante ,la fe Diononvuole, nonhà per queſto
quale non è altro, che certeillumi- à fuegliarti, perdarti lagratia, che
nationinell'intelletto ;,certe inſpira- t'eccitià contritione prima che ſuf
tioni nella volontà ,certe prime.co- focato tu reſti: ne quando Itaitutto
gnitioni, certi primi affetti ſoprana- occupato in qualche penſiero mon
turalinon liberi, ò meritorij, ma ne dano,haiqueſta gratiaes'eſci di ca
ceſſarij, eprodotticon aiuto parti- ſa , di Chieſa,ò che sò io , in peccato
colare della mano diuina . Dottrina mortale ; & à queſtomodo con la
cattolica , che non patiſce replica , mente occupato , & ilnemico tuo t'
fondata nelle Sagre pagine,corrobo- aſpetta per coglierti con vn'archi
rata da SantiPadri , e ſuggellata in buiggiataimprouiſasſe Dionon vuo
pill luoghida Sagroſanti Concilij.A lenonhà
, per quefto ad interrom
noi adeffo,fratello,ſenza queſta gra- pertiquel penſiero con dartigratia ,
tia eccitante non ti puoi conuertire: che t'ecciti à contritione, prima che
queſta gratia eccitante non cade loc. archibuggiato tu reſti; e così và di
to merito de condigno ; ma ti hà da ſcorrendo . Di modo che quando
venire gratiofiflimamente dalla ma- mortalmente tu pecchi, Dio sà , fe
no diuina.E ſe mi dici, ch. farai ora- morirai forſe prima,che la gratia di
tionc , & altre opere di virtù , acciò uina t'ecciti al conuertirti : & effen
Dio te la doni ; io ti replico , che ſe do adeſſo in peccato mortale ,e chia
queſt'opere hanno d'hauer qualche mandoti Dio con la ſua gratia à pe
merito de congruo, e proportione nitenza, ſe la rifiutiadeffo , fe non ti
con lagratia, che chiedi,deuono el penti adeffo,fe adeſſonon faipropo
ſere ſopranaturali anch'elleno , & in fito di confeffarti ; Dio sà , che non
conſequenza fatte con aiuto ſopra- rifiuti quella gratia , che bà daefier
naturale d'altra gratia eccitante, di l'vltima nel corſo della tua vita . Oh
modo che puoi fare quello, cheſai , vedi tu s'egli è danno di riſa , ò pur
evuoi,che ſe Dio non è il primo pri di pianto , s'egli è ſicuro d'effer con
mo à conferirtiquefta.gratialibera- facilitàriparato, ò pure pericoloſif
liflimamente il tuo caſo è ſpedito : fimo di cader in ftato di non eſſer
dunque il convertirti non fà in tua più riparato . Ab & eſfendo in que
mano ,ma nella mano diuina.Eh Pa- Ato dubbio , e dubbio reale , che real
men
Per il Giouedi della I. Domenica di Quareſima. 99
mente inporta il pericolo dell'eter- io guardo più facile mi viene ad ef
nità, ardilciad ogni modo, janima, ſere il giudicarti Epicureo , bruto
di così facilmente mortalmente animale , vn Sterpo , vn Saſlo ,men
peccare? e chiamata à penitenza,ar- tre vnodi quelli à me ti moftri, che Iere. S.
diſci ad ogni modo andarla procra- indurauerunt facies fuas ſupra pe
ftinando Che portento, chemoſtro tram, noluerunt reuerti.Deh mo
è queſto ? Se füſiin dubbio tale , ſe ſtratiadeſſo viuo col mouerti deli
correſti vn fomigliante pericolo di deroſo di raquiſtare la ſpirituale vi
ricchezze', d'honore , di vita , terre- ta perduta : moftrati ſenfitiuo , co'l
ne , mondano ', e temporale , tu no'l riſentirtipentito d’hauerla sì pazza
faretti,ſe bene ci auuertilli,che trop- mente gittataj moftrati ragioneuole
po graue pazzia lo ſtimareſti : e trato con il conoſcere il gran periglio, che
tandoli di ricchezze, d'honore,di via corri :moſtrati fedele con il temer
ta del Cielo ,della gloria dell'anima, lo , e fuggirlo . Vedi la luce Diuina,
anzi della miſeria , vituperio , e mor- che ſopranaturalmente t'illumina l'.
te di tutta l'eternità , con tanta faci- intelletto al conoſcimento del vero :
litàauuertito, emille volte auuerti- ſenti l'aiuto diuino , che ſopranatu
to, le vai facendo O Donna , ò Huo . ralmente ti muoue la volontà ad ab
mo , che in
peccato ti troui,esi mo- bracciare la verità conoſciuta .Adef
ſtruoſamente tiporti, qual s'hò io à ro puoi, che veramente tu puoi , ſe
credere ? Fedele , ſe non hai timore vuoi , perche Dio tida 'l potere: ma
d'Inferno ? ragioneuole , ſe non di- ſe adeſſo non vuoi, quando poſcia
(corri? Çen Gitiuo, ſe non ti riſenti? vi- potrai ? Io nol sò: Dio lo sà:tu no'l
no , ſe non ti muoui ? fe à gl'effetti Cai: forſe che attualmente più mai,
N 2 ICA
100
I GAS TIGHI
D E L L A V ITA
P R E S E N T E
Per il Venerdì della Domenica prima
di Quareſima.
Ecce fanus fa&tus es ,iam noli peccare, ne deterius
tibi aliquid contingat.
S.Gio:C. 5 ,
Erto che gran gauche banchetti gki pare:la boceà chiere
ſtigo , ò Signori de,e fe ne troua digiuno : fempre ins
parini quello di gannato in diſinganno palefe ; fem
Tantalo ilfauolo- preſperando, in diſperata ſperanza :
ſo . Egli s'arrabbia così girando à vicenda fuggitiui , le
di fame; ei ſicon- guaci, ſulla ruota dell'appetito con
ſuma di ſete più fitri la potenza, e l'oggetto ; mifero
che lupo diverno ; più che cane d’- mofruoro entro la sfera (ua eterna
eſtate,e fà co' pomi eſpoſti, non lo- mente inquieto. Ma ſe finta diTan
lo coloriti alla viſta , & odorofi alle talo è queſta pena , vera fù l'hodier
pari , ma ſtagionati, e maturi fin fo . na dal Paralitico si lungamente fof
pra i denti pendenti; e ſtà con l'ac- ' ferta ; ne da queſta fittitia parmidi
que vicine ,non folo fufurranti all'- uerfamolto. Staua ſulla piſcina,non
vdito , & ondeggianti alla gola , ma più che vn pafio diſcoſto dalla bra
in frigidizampilli fin fulde labbra caz mara ſalute,ne d’arriuarla finiua:già .
denti, e forzoſo diuieto non gli per- già in pognoſe la ftringeua, e di pu
metre , ne vn picciol forfo , ò morſogno ſe glivolaua ; già nell'acque ei
diqueſte è quelli: oh và meſchino. « s'immergena, ne dalle ſponde lidis
Già già egli tira il fiato per afforbir- partina. Gli baftaua cadere per rilc
le ,e di criſtallo ad vo punto ſi fanno garfi,ne lcuar fi poteua, chenon ca
quell'acque immobili : già già egli defle; ma non hauendo foftegnoal
Kende il braccio per iſpiccarli; & al la leuata , gli mancava il crollo alla
pallo che s'andanza la diluimano , caduta . Tempo non richiedeua l
fi ritira co’pominell'alto il ramo. intento della fua voglia , perche era
Fugge il ſuo ſcherno,& il ſito ſcher- fonerchio il moto per arriuare al
no lo fiegue : fiegue il fuo bene, & il termine del ſuo defio : era baſteuole
fuo bene lo fugge; volta le ſpalle,e fe vn'iſtantanea ſola mutationc ;ne vn'
to troua da fronte:gira la fronte,e fe iftante per effo nel lungo giro di 38.
gli mette alle ſpalle: apre la bocca,e anni continui a ritrouaua; che oue
ricco
Per il Venerdidella Domenica 1.di Quareſima. ror
IL
III
IL PARADISO
Per la Domenica Seconda di Quareſima.
Affumpfit Iefus Petrum , & Iacobum , * Ioannem fra.
trem eius , eo duxit illos in montem excelfume
Seorſum : transfiguratus eft ante eos.
S. Matt . al 17.
Chi Signori de gli viſto il Sole per amabile , che in ſe
habitatori terreni fteffo egli fia , ei non è amato . Ma
s'innamora del So- ſe ſcoperto à Ciel ſereno ci si dà à
le per chiaro , e ri- vedere, chi può ridire qual ei ga !
lucente ch'ei lia, ſe Puoi dire , ch'è vn chiaro , che s'è
da nuuolo oſcuro mirato , egliadombra : puoi dire ,
ammantato , e celato alla terra non cheè vn luminoſo , che s'è vagheg
lo ſcuopre che'l Cielo, Argo felice , giato , egli abbaglia : puoi dire , che
che ſopra à ſerenafaccia mai ſem- è vn rilucente, che s'e contemplato,
pre con occhi mille il vagheggia.. ? egli accieca:ma non puoi dire,s'egli
1 Amabile è ciò , ch'è bello , io non lo ha fronte piana, o rugofa ; naſo affi
niego :ma ſe l'occhio no'l vede , per lato , ò ricorto ; cranquillo aſpetto ,
lo più non l'approua la mente : fe feuero . Puoi dire ch'è Padre all
non l'approua la mente , non l'ama altre coſe del giorno, ma della notte
il cuore . L'occhio fi marita all'og- à fe fteffo: Puoi dire ch'è Pittore
getto ; concepiſce la mente vn'em- che'l rimanente indora;ma ſe mede
brione , che in animato amore for- fimo imbruna . Puoidire , ch'è vn's
mato è partorito dal cuore : ma ſe'l occhio , che ſcorge il tutto i ma all’a
genitore non dalli , non c'è concer- occhio humano di cela: ma non puoi
to , ò parto , che indi feguitare ne dire , ſe hà il crine fteſo , è ricciuto:
pona. Sorge nell'occhio quaſi che barbato , ò raſo il mento : raccinto ;
in fonte l'amore: ſcorre poi nella o aperto il ſeno . Cuopraſi dunque
mente , quali che dentro à canale , il Sole con nuuoletta gentile, ſorti
indi nel cuore quali che in proprio letanto , che non neceli in tutto il
wiloma netempriin parte
centro s'alluoga : maſe'l fontes'ar- che il raggio
reſta , anco il canale ſi vuota , e'lla: vedendolo l'occhio , ſe non iids
go ſteſſo diſſecca . Germoglia nella chiaro , in ombra , lo capirà l'intel
pupilla l'amore ; fioriſce nel ſeno , e letto, ſenon in ſpecie, in enigma ; &
dentro al cuore matura: ma ſe'l ger- amarallo il cuore, ſe non quanto è
moglio non ſpunta , non creſce il quegli amabile , alıneno quanto egli
gambo , che fiore, è frutto produ- é d'amarlo capace . Bella figura à
ca. Eſca è la viſta; l'intendimento N. (plendeua il Soledella glorianel
focile ; pierra focaia il cuore , fauilla Cielo dell'Humanità Sagrofanta del
ardente l'amore : ma ſe l'eſca ti man- noftro Chrifto , amabile certo in ſe
ca, in van s'affatiga l'acciaio à trarre medeſimo; ma non ne giua invaghi
il fuoco dal farlo . Se dunque non è to il cuore humano , peroche l'intel
letto
112 Il Paradiſo
letto non lo capiua , mercè che dall' tà dell'Huomo . Beatum dixerunt Pfal.
oſcuro nuuolo della lui carne mor- Populum cui hæc funt: non oſtante 143.
tale ammantato , e celato , l'occhio · chè la vita ſia fugace , coine ombra.
no'l diſcopriua, aperto ſolo reſtan- Fugit velutumbra.Giob: che la car- lob 14.
do alla viſta del Paradiſo ; che Atgo ne lia fragile, comefieno; omnisca
felice con occhi mille d'Angelichero fænum . Iſa. 40. Che 'l ſenſo non
Menti il vagheggiaua: Ma che fà lamai fatio . Non ſatiatur oculus Eccleße
Chrifto Sapienza infinità ? hoggi ce vifu , necauris auditu : che l'intel- c.i.
lo diſuela lu'l Monte , a transfigu- letto non refti pago ,ne l'affetto con
ratus eft ante eos ; é perche fplende tento delle coſe create, per eller , fi
quel Sole , che le pupille ci abbaglia come verità, così bontà participate,
Refplenduit facies eius ficutSol; ec- & effere ogetto di queſto vniuerfale
co ſi copre con candida nuuoletta Bonum ,fi come di quello vninerſale
ſottile;Veſtimenta autem eiusfalla Verum , dice Thom.Santo 1. 2. q.2. S. Th.
ſunt alba ficut nix ; & in efla tem- a.8. che dobbiamonoi dire di quella
prando l'acutezza della glorioſa ſua vera Beatitudine , chein rodezza di
luce , viſibile tanto ce la eſpone all'- fatto , eft bonum perfectum intelle
occhio , onde intelligibile , in modo cualis nature ?? come dice l'iſteſſo
ce la diſpone all'intelletto, che ama . Santo nella p.p. alla q. 26. all’yrt. 1 .
bileinguiſa ce la propone al cuore , nella quale la vita è eterna,la bellez
ch'è forza gridarfeſtoſi. Bonum za immarceſcibile,il piacerene'len
eft, bonum eſtnos hic effe : ma per- fi ſoprabbondante, ilſapere infinito
che temo, che frà poco luanendo da e traboccante l'amore? Eh dicalo
gl’occhi, v'eſca di mente, onde ſe ne Paolo Santo , che rapito al terzo
ſcordi ilcuore , co'l pennello della Cielo la vide , e la intele : anzi con
mia lingua , co'colori del preſente felli , che non la può compitamente
diſcorſo , nella tela della voſtra iſpiegare humana lingua . Arcana, 2. Cor.
mente medeſima fc da voi con at- que non licet homini loqui , inercè c.12.
tentione diuoca mi farà conceffa , non la può meno immaginare hu
mentre m'è dato con l'occhio della mano cuore , nec in cor hominis P.Cor.
fede vagheggiarla ſul monte, jo vò afcenderunt , que præparauit Deus 2 .
formarui vn ritratto di queſtagloria diligentibus fe,
del Paradiſo quanto all'accidentale 3 Tuttavolta per ombreggiar
prima, e quantoall'eſſentiale di poi, ne pure quel poco , che ſuppoſta la
acciò che l'occhio della conſidera- fede, dalle coſe quìgiù ne potiamo 1
tione voftra conreinplandola à fuo argomentare ; ſouuengaui di Mosè,
bell'agio , inuaghỉto per ſempre ne · Signori, che già creſciuto nella o
, allenato qual fi
reſti poſcia l'affetto ,epronti io vi ric Corte d'Egitto&
troui ad abbracciare quel inezzo , glio dell'Infanta Figliola diFaraones
che neceſſario per conſeguirlo io foi entra yngiorno in penſiero diſco.
no per apportarui. E per daruiin prire chiegli fia ; e dichiaratoſi he
quattro pennellate vn' abbozzatura breo , mancò poco , non difli ſchia
di quanto io ſono per delineare più uo , non che Vallallo, con generofo &
l'ostk
125
LOSTINATIONE
NEL PECCATO
Per il Lunedì della Domenica ſeconda
di Quareſima.
Et in peccato veftromoriemini . Vos de deorſum eſtis.
S.Gio: al 8 .
E mai vedefte Si- da quell'animapeccatrice nel moto
gnori buomo vila del bene operare,e pelance nel piede
plebeo , che da ſo . del mal affetto, anza nel fianco del
ma in pelo ecce- la conſcienza angoſciaca; nel fiato
dente caricato cão aneladell'anguftiato ſuo ſpirito; co
mini ; dite pure , la ſudor dalla fronte , nelle fatighe
che habbiate vedu. dell'anaritia ; lampeggia fiamme
co il ritratto de gli oſtinati in pec- dal volto nelle furie della fuperbia ;
caro , dal noſtro Chriſto in queſto caccia famo dalle narici nelli ardo
giorno pennelleggiati in iſcorcio ridella libidine ; e rinforzando in
nell'Euangelio. Vos de deorſum eftis. contro al peſo della malitia le for
Tardo queglinel moto , nel pie , pe- zedelloftinationesle rileuano i ner
fante, anfa nelfianco , nel fiato anc- ui delle paflioni dell'irafcibile; le ri
la, cola ſudor dalla fronte , lampeg- ſaltano iinuſcoli de gliappetiti del
gia fiamme dal volto , caccia fumo -la concupiſcibile;e ſpiccar le li veg
dalle narici ,gli riſaltano i muſcoli, gono lecongiunture dell'olla de'vi
e ſpiccargli li veggono le congiun- tij i cutti frà d'effi compaginati ,
ture dell'offa ; onde con ciò gli è Onde con ciò l'è forza piegar le re
forze piegar le reni , curuar le ſpal- ni del retro della natura ; curuar le
le , ecamminar col più pendente à ſpalle dell'aggiultato dettame della
piombo, fiocco, interrotto, à quan- ragione; e camminar co'l capo del
ti incontra gridando ; largo, largo ; fentintento di fede , pendente à
perche s'auuede, che ad ogni popó piombo verſo l'Inferno : timoroſa
d'intoppo ſe gli attraverli a piedi, gridando ne' perigli,che incontra :
miſeramente egli hà à cadere à tra- largo , largo o Dio della miſericor
collo · Cosi per appunto la ſoma dia tua ;perche l'auuede , che ad
de peccatinella perfeueranzaaſſo- ogni popò d'inteppo , che s'attra
mati aggraua l'animavoftra, o pec- uerga piedi della temporale fua .
catori oſtinati, grida il benedetto Si- vita , miferamente fi bà da precipi
S.Ant. gnore . Vos dedeorfum eftis , ideft tare in eterno perduta ; ch'è la ſen
da Pa-- ( fpiega il Serafico S.Antonio daPa- tenza dello ſtello Chriſto apporta
doua in doua in hac fer. ) onufti Sarcina pec- ta ; Q in peccato veftro moriemini.
hac fer,catorum eftis deorfum deputati. Tas. Ma come enon è vn'animatale li
bera
126 L'oftinatione nel peccato
bera ne' ſuoi arbitrij , onde conuer- campi ? troppo ftrano paſſaggio : 0
tire à penitenza si poſla? No moral- come generoſamente aſſueto a’bel
mente parlando, tanto tiranneggia- licoli penſieri di Marte,e di Bellona,
ta ſi troua dalla conſuetudine,nell'- potrai auuilirdi allo rnſticane cure
oſtinato peccare di già contracta , e di Pomona, e di Bacco ? Nò nò, ri
moſtrarollo nel primo. E non po- ſponde Mario , già l'armi hò appeſe
trà ſpuntare l'Onnipotenza Diuina al Tempio : già conſagrato all'otio
quelli oſtacoli tutti , che alla fiac- hò lo ſcudo, che mi fù tante notti di
chezza humana rieſcono come in- poſa al capo , quanti giorni al brac
ſuperabili? Si ; ma l'ottinata perfe- cio mi fu dipelo . Vuò quiete , vuò
ueranza in peccato , che portabile è ſonno; sò quanto coſta la guerra , so
ſempre all'Onnipotenza Diuinam , quanto vale la pacei & il coſto dell
alla diuina mifericordia importa- vna in’hà poſto in chiaro del valore
bile ſuol riuſcire ; moſtrarollo nel dell'altra , e credi pure eller vero .
ſecondo , e ſon dal primo Che non conoſce la pace , e non la
2 Gittiam Signori i fondamen- ftima , chi prouato non hà la guerra
ti al diſcorſo colla dottrina del filo- ' prima . Che ne dite Signori?Crede
ſofo, che dell'habito parla . Habitus te voi,che Mario ſia per ftare in cer
dic'egliseftgnalitasdifficilis mobilis, uello ? credete voi, che ridotto Ve
facilitans potentiam ad operatia cerano guerriero in Villa , potrà vi
nem confimilium actuum . L'habito uere in otio in queſtapace ?Chiede
egli è vna qualità difficile da rimo- telo à Plinio fello . Villam O c.fed
uerſi, la quale facilita le potenze peritia caſtrametandi.Eh sò dir’io:
all'operatione d'atticonſimili, ela Appena fù giunto in Villa , che nel
facilita in modo, che à poco a poco formare la piantadel ſuo Palazzo ,
fà prendere al ſoggetto quali, che ribollendo quell'habito bellicoro ,
Vn'altra natura ; onde gli è forza il che gli s'era in natura paſſato , lo di
dire . Habitus eft altera natura. Co- ſegnò à guilad'vna fortezza con le
sì lo dice l'eruditiflimo Greco da mura , limerli, i parapetti, le torri, i
San Tomaſo citato . Nonne habitus pontile foffa, i cancelli ; peritia ca
ex vfu ,ex habitu vero natura ? natu- Gramstandi : , ripartiua ilpodere, e
ram vero mouere, alterare difficile ; vede vn colle eminente , ſubito qual
nam fi pauliſper declinet , coalla poſto auantaggioſo ad occuparlos'
redit ad re ipfam velociter : bella affretta ; e con le truppe de' zappa
dottrina : l'vló fà l'habito,l'habito fitori, quali che gualtatori, alza (co
fà natura ; e mouere la natura ,od ſcela ripa all'iporno, e folta liepe vi
alterarla negl'va egli è difficile · pianta ,in apparenza formando trin
molto , che potrà bene fofpiata mo- ciera , e vallo ; & in sì fatte fila vi
itete vn piede, vn pallo , ma tornarà ſchiera le viti, e i fichi, che iui ſchie
poi ſubito in lulla ſolita (trada:redit rati direlte arcieri, efiombatori: pe
ad feipfum velociter. ritia caftrametadi Scuopre trà pog
Plin.li. 3 Quincigratiorofatto apprel- gio,e poggio ritirata aſcola vna val.
18.c.6 . To Plinio di legge. Villam in Mire le; luogoopportuno, dice , per l'im
nenfi pofuit Caius Marius fepties boſcate ; c sù ſpinoſa tronchi caccia
Conſul.Già ſette volte haueua Caio gentili inneſtiad inganneuole agua
Mario portato il gran carico del coi peritia caltrametindi. Stende à
Conſolato Romano,e fancodalle piedel monte vn campo in piano ;
fatighe pubbliche , ſi fabbricò vna qui ſtarò bene,penſa, il groſſo in or
Villa per ſua priuata quiete.Mario, dinanza campeſtre, e nelle folce bia
Mario: dal Conſolato alla Villa?dal de figurati nel mezzo numeroſi li
Maneggio dell'armi alla coltura de fari , piega da' laci in curuo due
Telue
PerilLunedi della 11. Domenica di Quareſima. 127
ſelue fpelle di cerri,comele corna al no Hiftorico , che mai ſmontano da
campo armar voleſſe di generoſi cauallo. Equis omni tempore veclans
cauallis peritia caftrametandi.Spun- tur,illis bella,illis conuiuia , illis pub- Iuftin.
taual'Alba appena, & il garrir de gli licajac priuata officia obeuntiſuper il bifi.lib.
vccelli à raddoppiar'il ſonno l'inui- losire,committere,mercari,colloqui. 4i.
taua corteſe;& cgliguarda,queſta è A cauallo guerreggiano , à cauallo
la ſquilla diceua , che'l dì nafcente banchercano , e trattano à cauallo i
faluta ;e tofto faltana in piedi à riue- loro pubblici , e priuati affari, & in
der'i poſti delſementaro, e delgreg- tereſi; vanno,ſtanno,mercantano,
gesperitia caftrametandi. Cadeuano conuerſano , e ſempre ſempre à ca
damunti l'ombre , e ftrepitauano i uallo , feruendo loro vn ſol giumen
grilli ſull'imbrunir della ſera, affret- to hor di corſiero à Marte ; hora di
tandolo amici co'l palo al tetto ; & tauola à Bacco ;quando per giuridi
egli appunto ; queſto è'l tamburo , co Tribunale ad Aftrca,quando per
penſaua , che và à mucar le guardie, banco mercantile à Mercurio ; pri
le ſentinelle ; e ſi faceua ſpedito alle ma diaddobbato ſeggio in Senato ,
piazze, alle porte dell’aie, e de' can- poſcia di biſonto ſcanno in cucina ;
celli, peritiacaftrametandi. Manda- mancò poco non aggiunge al na
uaimietitori alla meſſe come all- ſcer diculla in ſulla groppa ; nel vi
allalco , alla miſchia', alla ſtrage de' uere di letto in ſulla ſella ; in morte
nemici. Veniua alle vindemmie co- di ſepolcro entro le viſcere. Equis
me ad vn ſacco crudele di ferro , e omni tempore vecbantur . Così l'ha
ſangue. Spediua alpaſto gli armenti, bituato nel male mai ilinonta dal
quaſi volanti bande à dar'il guaſto giuinento del vitio , che lo porta in
a' foraggi ; accumulaua il raccolto , fella dell'inueterata conſuetudine :
preuenendo l'aſſedio de' geli, e delle ſella ailacciata,racciata d'auanti col
neui ; ammaeſtraua i cani à far la pettorale del deſiderio di peccare
ronda di notte , chiedendo il motto all'auuenire : di ſotto con le forco
latrando arditi alli Hrani: igalli gli cinghie delle trangreffioni preſenti:
fonauano di vigilia in vigilia la cam à dietro colla groppicra della com
panella : bella e ſpedita inſomma al- piacenza delle colpe paſſate ; & in
lucfatto in guerra,ancora in pace,in effa lo porta à tutta briglia del con
Villa era forzato à guerreggiare le ſenſo allentata :co'l freno della con
non in fatti, in ombra ; tanto l'inue- ſcienza isboccato affatto , e cadente:
terato coſtume fattogli in letteCon- fermato in ſulle ſtaffe d'vn fapere
ſolati connaturale lo dominaus. acciecato ,d'vn volere induratoinot
Villam pofuit Caius Marius, fed pe- ccegiorno dormendo ,vegliando ,in
ritia caſtrametandi , perche repties. ogniaffare , per tutto il corſo della
Conful, fepties Confulmercè che ha- vita . Vstio vellantur omni tempore,
bitus ex vfuc
. Fatene la ſperienza nel mal’habitua
4 Che ſe quedo è vero d'ogniha- to in quella pratica per eſempio la
bito in genere, che ſarà in ſpecie de ſciua : ſubito ſuegliato , doue vola il
gli habiti peccaminofi,chcdalle cor- penſiero : oh qualiviliflimo corno
ruttele diqueſta noftra natura in A- alla carogna di quel di quel puzzo
damo ſcadura, come argomentam- lente diletto :vſcendo da quella ſan
mo da pria , vengono si fattamente za ,doue laſcia il ſuo cuore? oh quali
e rinforzati , e difeſi? vengono per gemma perduta nel letamaro delſe
tanto mirabilmente bene paragona- no di quelfracidume aniınáto , di
ti queſti inuccchiati nel vicio à que' longandoſi da quella porta ,ouie tor
Popoli Parti,de quali ſcriue Giufti- nano millc volte gli ſguardiłoh qua
fifto
128 L'Oſtinatione nel peccato 3
L'AM
?
L'AMBITIONE
Per il Martedì della Domenica Seconda
di Quareſima.
Super Cathedram Moyſi ſederunt Scribe, & Pharifæi:
Qui ſe exaltauerit humiliabitur , eos qui ſe
humiliauerit exaltabitur.
S. Matt . al 22.
I Chc Signori naui, mille ſplendideStelle,che allo ſchia
gare gliAntichiad rire del rilucente mattino , divna in
Atene,od in Cala . vna dileguando ſen vanno ? Eccoci
A bria;viaggiar'imo-
derni alle Accade-
mie dell' Italico
Rheno , o del Ticino , per vdir da
morale vn dogma ſperimentato di
quantofeconda madre di luminoſe
virtù ſia la triſte difauuétura di que
fto Mondo, quali al primo apparire
Platone, o da Pittagora, per appara- della pompoſa mondana proſperità
re da'Cattedratici più conſuniati , e di vna in vna fpirare, noche ſparire
famoſi idogmidella Filoſofia più tu vedi;e par che li oda,feruendo di
criuellata ? trà famigliari Pennati voce lo ſcintillare de luminari me
nella tua terra natia , entro del nido deſimi, dalle lingue de' raggi loro
paterno, può, comepuote mai ſem- quaſiche articolato : cosi purle vir:
pre , nelli ſpiegati fogli delle sfere tudi han vita,e morte dall'vna , el
fuperne dall'eminente Cattedra là altra forte . Succede in vicenda in
su delCielo leggere, & apprende. fallibile al ſereno il nuuolofo ; al
re ogni niortale quella morale, e ſa- pianger delle pioggie il ridere della
lutare ſcienza,cui lola il nome di ve- luce ? Eccoci morale vn dogma,e ſa
ra filoſofia gir conſagrato doureb- luberrimo , che dalla qualità dello
be . Naſce il Sole nell'oriente , eà ſtato preſente ſi pronoſtica quello
pena in culla d'auorio da Bosforo dell'auuenire; e parci renda auuiſa
poſato viene , che in poco giro d'vn ti collo ftrepitar delle rane ammac
femicircolo entro alla bara d'ebano frate : cosi doglioſi omei ſeguono
nell'occidente da Heſpero è collo- al canto :ſuccede ilriſo al pianto.Fe
cato ?eccoci morale vn Dogma,e ve- ſtoſo appare il baleno la sù nell'al
ritiero di quanto ſia veloce , e breucto ,e nello ſteſſo apparire momenta
il corſo dinoſtra vitaje par fi legga, neo diſpare nell'elfer ſuo dal nulla ,
ſeruendo di caratteri l'hore diurne, non più chevn punto ſolo diſtinto ?
che la penna del raggio ſolare ſui Eccoci morale vn dogma tentimen
bianco foglio del giorno con l'oro toſo della fugacità de' piaceri , che
della lucediftingua tal s'affretta à sù la terra s'aſſaggiano , e mai ſigo
morir dal ſuo natale , chiunque na dono ; e pare che'l Cielo nel cenno
ſce mortale.Partoriſce l'oſcura notte fteſto del lampo accennando
S
cida,va
138 L'Ambitione
da . Talfugace e'l piacere quali ba- queſtolomoſtraràil primo : E po :
leno ; Chemondano, e terreno. Oh ſcia il vitio delle rouine ; c lo mo.
cara,oh dotta,oh fagra,oh miſtica fi- ftrarà il ſecondo , e ſon dal pri
loſofia,ch'ella è mai queſta è Signo- mo .
ri Che ſe dogma nouello chenel di. 2. Il vicio delli ſpropoſiti è dun
ſcorſo hodierno introducendo ci va- quel'ambitione In proua diche,In
da , deſiderate pur'anco ,dirizzate l'- tendenti d'Aſtronomia , pigliamo
occhio alla Luna, & in riguardo del vn poco vn'altra volta per le mani la
Sole gitela conſiderando.Deſidero- Luna in ſentimento miſtico sì , ma
fa di lume Cintia,onde riſplenda in- ful naturale fondato . Ambitiofa la
fià ie Stelle Reina , s'accoſta à Febo Luna di Regina dominar trà le Stel
di tanto maggior lume credendo ar- le, fugge auueduta dalla chiarezza
ricchita reftare, quanto che più vici- del giorno , in cui ſolitaria s'adom .
na tarſegli le fia conceſſo ; ma non bra, & accorta ſi caccia frà le tenebre
sò come, contrarij a' voti poi ſono i della notte,doue corteggiata riſplen
ſucceſli; che mentre giù ſe gliacco- de: E ſe inuecchiata trouandofi,vuol
Ata ,fmaſcellata prima limaa,Imez- rinouarſi ne'ſuoi ſplendori argenta
zata poſcia ſi vede , indi cornuta ella ta , eſce tantoſto dalle notturne te
appare , dopo à ſottil filo ridotta , o nebre , e và à cercare il Sole ne
finalmente quando congiunta con diurni chiarori,in congiuntione del
effo ogn'ın fe l'haurebbe di com- quale ſi rinouella. Mate pretendef
pito iplendore vo nuouo Sole im- felaLuna , e di conferuare il domi
maginata, caliginoſa à riguardo no- nio frà i luminari minori, e rinoua
ftro fatta per ogn'intorno , nelle te- ta ancora vederfi nell'argenteo fuo
nebre ſue vergognoſa tutta s'aſcon- lume , vi ſarebbe partito , al quale ſi
de . Quiuidell'inganno auueduta , poteſſe appigliareOh inniſſunmo
dalli iplendori Solari ben accorta , do, direte; imperoche, ſe non s'vni-.
veloce à tutto corſo ſi fugge . Etoh ſcc al Sole , non ſi può rinouare : fe
chi'l crcelerebbe? mentre più ſi di- non ſtà frà le Stelle , ella non può
lunga , d'oro pria fi raffila le ſpalle, dominare :onde biſognarebbe, che
poſcia l'vn corno , e l'altro s'indora, di notte ella cercale if Sole colà fiå
ne guarivà , che dopo l'vna , e l'al- mezzo alle Stelle , il che ſarebbe va
tra maſcella ancora illuminata di- {propoſito di prima claſſe ; perche
moftra : ſi che oppofta al fratello in le Sielle co'l Sole , non coutuntur,co
lontananza eſtrema, à compitiffimo me Samaritani, e Giudei . Hor
tondoluminoſa allhor dari à vede- queſto èvno delli ſpropofiti appon
re. Ah e nonè queſto moraliſſimo to del vitio ambitiofo di gloria va
dogma, il quale ſi come l'ambitioſo na . Dominaua quel Nicodemo di
addottrina;Cheic cerca l'honor,cer- San Giouannialterzo . Princeps the
ca rouina . Così l'humile all'incon- deorum ,quaſi Luna infrà le Stelle de
tro rincuora , che dichi'l fugge, ho- Popoli nel Cielo della Giudea i
nor fol s'innamora ? E ben'autenti. Et ecco Venit ad refum nocte : Venitad
ca hoggi Chriſto queſta filosofia , e lucem , chiota l'interlineale : andò à
n'addottrina i Diſcepoli in contra- ricercare Giesư ; andò à ricercar di
poſto de gli ambitiofi, e vituperati notte la luce . E che ſi pretendeua
Scribi, e Farifei, ſententiandoalla- queta miſtica Luna ? Riſpoſe quì
perta , che que ſeexaltanerit humilia- San Cirillo Aleſſandrino . Che la
bitur:onde per contermarlaiopu- conſcienza per limiracoli viſtiadfi
re,prendo à mio carico il dimoſtrar. dem eum pellebat , lo cacciaya alSo
.
ui in due punti diſtinti eſſere l'am- ledi Giultitia ChriftoGiesù ,perri
bitione il vitio delli ſpropofiti ; e nouarſi nellifplendori della fede de
quel .
Per il Martedi della II. Domenica di Quareſima. 139
quello , trouandofi da Luna vecchia ce,foruolare nel Cielo.Teologo ,non
quafiche affatto oſcurato nell'om- ftaua in Cielo in quel punto Lucife
bre del Giudaiſmo . Ma come cer- ro, quanto alla ſtanza materiale?cer
car'il Sole di notte ? biſognaua, che to chesì : ma tentati funt Angeli.
lo cercafle di giorno , vſcendo da ( Scriue Eliedo Santo , ſer.17.in Iſa. )
quella miſtica interna notte,che nel. V trum mallent ſubdiDeo in humilitate,
Peterna naturale figurata veniua ? quam reprobis præeſſe in poteftate. Ven
En ſoggiunge Cirillo Santo.IlPțin- nero in quelpunto tentati gli Ange
cipato , che poſſedeua ,, Nepalam li,ſe voleuano più toſto ſoggettarli à
chriſto adhæreret ,facile illi perfuade. Dio in humiltà , quero dominar'a'
bat,quia Principatus detrimentum cala- reprobi in podeſtà: e Lucifero am
mitatem non paruam ex ftimabat . Se bitiofo eleſſe queſto ſecondo . Ma
lo cercaua 'apertamente di gior- piano di gratia: & eleggendofi Luci
no, perdeua il Principato delle Stel- fero di dominarc a'reprobi,dice,che
le Giudec , le quali co'l Sole Chri- aſcenderà sù nel Cielo . In calum
fto non s'accordauano : e perdere il confcendam dunque ei ſi perſuadeua,
Principato , ph era punto , che da che in vn Cielo più alto del Cielo
ambitiofo al viuo dell'anima gli iteſto , nel quale egli allhora fi ritro
penetraua . Dunque volendo egli uaua,à collocare s'haueſſero i repro
e dall'vn canto da Luna vecchia ri- bi condennati? Biſognaua più cotto,
nouellarſi nel chiarore della fede ; e che haueſſe detto.In infernum dejčen
dall'altro da Luna ambitioſa con- dam che voleua ſcender'all'Inferno;
feruare il dominio in fra le Stelle de' che però aggiuſtatamente ſoggiun
Popoli : che fece ? limiſe à ricer- ge il teſto . erumtamen ad infernum
car'il Sol di Giuſtitia Chriſto di not- detraheris . Ah,dice il Santo ,chetu
te tempo . Venit ad Iefum , venit ad queſto ſpropoſito folenne, che dell
lucem nocte . Vtrumqueigitur ( con- ambitione nelcorrente fatto , a vid
chiude ilPadre) @fidem fcilicets com de . Situst focietatem illam fančtam ,in
gliniamhominum retinere cupiens, te. qua regnaturus erat Deus, Cælum vidit
mebris ſe commiſit. Ab , mira tu ſpro- nominandum ; ita ipſos,in quibus ipſe do
poſito del vitio dell'ambitione. Lu- minari affectat , ſuism caelum arrogan
na ſciocca , pretendere di rinouar- ter appellat.Inteſe Lucifero ,che quel
fi in congiuntione del Sole entio Regno delli eletti , frà quali Iddio
quell'emisfero , che ſtellato fi mo- regnare ſingolarmente doueua,s'ha
ftra di notte cieco : che però oſcu- ueua Cielo à chiamare ; & egliam
rato nelletenebre luc , non riſchia- bitiofo volle chiamar quì Cielo l'In .
randoli alli diuini fplendori , forza ferno ancora , doue trà reprobati di
fù, che'l Saluatore gli delle per il dominare ambiua . Er oh Lucifero ,
capo dell'ignorante , per Dottor di che d'intelletto angelico lei pur do
legge,che fuſſe. Tiles Magiſter in if- tato , qualconuenienza rauuiſare ſi
rael, y hac ignoras? Oue argutamen- poteua frà la ſtanza de' Beati, e de'
te Haimonenell'ordinaria . Pulchrè Bannati; delle Gratie, e delle Furie ;
in nocte venife diutur;Nox enim in fa- delle glorie,e dell'infamie; de' con
cro eloquio pro ignorantia ponitur . tentie de' tormenti, frà vn'Aprile
3 Mare queſto fù dell'ambitio- eterno,& vn perpetuo Gennaro; vn
ne'vn (propoſito humano , vediamo monte Parnasſo d'immarceſcibili
adello della ſteſſa ambitione vn (pro- fiori veftico , & vna palude leinca d
poſito angelico . Non v'inhorridite Idre iminortali ripienaivn coio mu
Signori,che ſono ben'in ceruellosì . fico d'Angeliche Muſe , & vn gru
Venga Lucifero , l'Angelo apoſtata gnire a indiauolati animali: rà quel
in Campo. Già l'vdiſte in Iſaia al 14. la Città di Dio , che viene letificata
in cælism confcendam i lo voglio, die dal mormorio d'vn fiumicello ama
S2 roſo
I 40 L'Ambitione
roro ;fluminisimpetus latificat ciuita- ua ; & offeruando i portamenti lo
tem Dei ; e quell'horrido boſco ,che ro , al viuo procaraua d'immicarli.
aſſordito reſta dal ſtrepitoſo ſtrido- Maeſtoſa ſedeua; gratioſa trattaua ;
re di Flegetonte i quella rilucente amoroſa danzaua ; forzandoſi à tut
Gieruſalemme , alla quale ſi varca ta poſſa di viuace girar'il guardo,de
per lo criſtallino marc dell'acquelicata formar la voce, agilettomuo
ſouraceleſti ; Et aquæ omnes ,q:4 €ſuper uere il piede , ne ſconcio in alcun
Cælos ſunt . É quella tenebroſaDite , modo le riuſciſſe ildimenar del ca
alla quale ſi paila per lo fangoſo ſta po , il riuoltar del fianco , il rima
gno della ſotterranea Cocito ; trálneggiar della mano . Ma vaglia il
Paradiſo in fincamabile Regno del vero ,che ad ogni modo vedeuaſi ,
Benedetto Dio , e l'Inferno odibile che quelcapo , quel volto , in tutto
tirannia del maledetto Diauolo ; ſi non s'affaceuano à quella chioma ;
che l'aggiuſtato ſignificante none quel fianco non compiua affatto ſot
di quello à queſto li poteſſe attribui- to di quella gonna; quel collo, quel
re . Certo graue (propoſito dell'anz- le mani, que' piedi pareuano più to
bitione , ch'egli fù , che occupan- fto intricati, che adornati frà quel
do quella mente angelica vn Cielo collaro , que' guanti , e que' zocco
nell' Inferno troppo ſpropoſitata- li . La maeſtà nel ſedere era forza
mente ſi figuraua ; mentre , che s'- ta ; la gratia nel trattare era affetta
eleggeua ; Reprobis praeffe in pote- ta: l'amoroſo nel danzare , era ſgar.
ftate . bato.Era ſtupido il viuace del ſguar ,
4. Tuttauolta dopo dello ſpro- do ; il dilicato della voce era feri
polito humano,dello (propofito an- no : l'agilità del piede era ſcompo
gelico anco vn ſpropofito beſtiale fta ; e leggiero dimenando ilcapo ,
gratioſamente io ci auuertiſco . Ar- torto voltando il fianco, boffone
tenti per corteſia .Viſarà noto credo fca rimaneggiando la mano , daua
io , il folleggiato raccontodiquella bene fpelloin quelle ſconcie ma
fcimia , la quale ambicioſa d'eſſere niere , che di fuggire cercaua ; on
ftimata , e favorita, quali che dama de per quanto la buona ſcimia s'af
< gentile , traueftita in sù d'vn ballo ſi fatigaffe per parere qualenon era ,
die à vedere . Poſticcia capigliatura il tutto però ſempre à chi acuto il
dorata le ricopriua l'oſcura naturale naſo del giudicio teneua , e di lui
ſuja cuffia ;e pendundone innanellati dir fi poteua . illi nafus erat, puzza
fiocchetti in giro dalla fronte alle ua di ſcimiotto . Et ecco la lice in
tempie, le ombreggiauano in modo campo . Chi meno accorto diceuas
le cinericie,e große rughedel volto , ella e vna dama : chi più auueduto
che al chiarore di quelle facile qua- diceua , ella è vna ſcimia . Quan
lientro la ſala ardeliano , da vn dili- do che vn bell’humore ſoggiunſe ;
cato pallore di tenerelle guancie hora vedremo in fatti , quale ella fi
non bene ſi diſtingueuanɔ. Pende- ſia : e dato di mano ad vn pomo ,
ua la gonna dalle ſpalle alli fianchi ò ad vna noce , che foſſe , la fè ſal
riftretta attillata ; dalli fianchi alli tare colà nel mezzo della feſta : &
piedi,pompoſa , e ricca , & aſcofe oh che non si toſto quel caro og .
con ella le più ignobili , e ridicole getto fù dalla beſtia veduto , che
parti , co'l collaro , e li guanti vez: ſcordataſi del poſto , in ch'ella ſta.
zofi , & odoroſi il ruuido delcollo , ua , laſciati à dietro i zoccoli , à
e delle mani celaua : e ſollcuandoli quattro gambe gli faltò leſta' alla
in fine ſull'alto delle zoccolette ar- preſa : ma non sò come non lo
gentate , punta de' rozzi piedinon potendo arriuare rotolato bine
dimoſtraua . Sedeua dunque in fra lungi , impatiente ſtraccioli a
le dame la ſcimia : trauaua, danza- capelliera di capo , il collaro
di
Per il Martedidella II. Domenica di Quareſima. 146
di collo,di inano i guáti, conlagon- aſconda al poſibile dalla rabida ftiz
na di dofio : il tutto quà,e là diſperſo za , le ridicole ſue paſſioni, Che'l
gitcando , dando in que' rabidi gridi, collaro di ſoauità nel parlare , che li
e beſtiale digrignare didenti , che in guanti della pierà nell'operare, iqua .
queſto caſo è ponibile immaginarſi;, li bugiardamente di benignità l'ador
é ſe le riſa , li cherni , le fiſchiate nano , le celino in tutto il ruuido
battute, e piſte delle palme , e de' per l'arroganza del collo , e per l'a
piedi iui la ſuergognorono , à voiSi- uaritia delle mani: e finalmente ,
gnori il laſcio conſiderare,e dite poi, che ſolleuandoſi ſull'alco delle zoc
le fù ſpropoſito queſto , nell'atto di colette delli preli preteſti d'vno
voler'effere iftimata , e fauorita ftaccamento dalle coſe di queſto
quaſi chedamagentile , farſi da tut- Mondo ſuperficialmente argentati;
ti vituperoſamente per vna (cimia punta non appaia de'rozzi piedi, de'
ſcoprire , e cometale ſolennemen- ſentimenti ſuoi, nel malliccio reale
te ſchernire, e beffeggiare . terreni, e temporali. Si mette dun
Epift. s . Hor queſto dico è lo ſpropo- que à federe fra le dame delle virtù ,
14. ad Gito beſtiale della vanaglorioſa am- & imitando l'eſemplare, che li è
facella- bitione. Ambitio eft quædam fimia propoſto , ſi sforza in maniera di
neos Au charitatis . ScriuePietro Blefenſe . Tofferenza di maeſtoſa ſeder'in pace,
licos Re L'ambitione è vna (cimia vitiofa , la quando è tentara i gratioſa trattare
gis An- quale vuole eſſere ſtimata , e fauo- in humiltà, quando è contraftata ;
glia. rita quaſi che dama gentile di hono- amoroſa danzare in allegrezza
rata virtù : e che fà ? Entra nella fa- quando è maltrattata ; di viuace zi
la del Mondo ſu'l ballo dell'huma- rar'il guardo dell'intelletto , dilica
na conuerfatione ; & oſſeruando la ta formar la voce dell'affetto ; agi
carità , la quale , come riferiſce San letto muouere il piede dell'effetto
Paolo al 13. della prima à Cor. Pa- nella materia della fede : di tener
tienseft , benigna eſt, omnia ſuffert, cura guardinga, che'l capo non ſi
omnia credit ,omnia ſperat : anch'- dimeni anſioso ; che'l fianco non ſi
ella di carità maſcherandoſi, di pa- riuolti impatiente; che timorola non
tienza ſi velte, e di benignità li ador- fi rimaneggi la mano in materia di
na ; e così ftudiora procura , che l'- ſperanza ; peroche charitas ( co
oſcura naturale ſua cuffia del fine medi ſopra dicemmo) fat enseft ,
intereſſato , che tiene , venga rico- benigna eſt, omnia suffert , omnia
perta da finta capigliatura dorata , credit , omnia Sperat . Ma diciamo
che paia d'amore puro , e ſincera- il vero , che per quanto in ciò s'affa
mente diuino donde pendendo in tighi l'ambitione,à chi buon'odorato
giro inannellati fiocchetti d'appa- bà di mente , forza è che dij ſentore
rente amor del proſimo, ombreg- del ſentimento vitioſo , che maſche
giate in modo le cenericie , e groffe , rato ella tiene . Perche, dice il Ble
rughe, che l'inuidia inuecchiara le ſenſe , la doue Charitas patiens eft
hà cagionato nel volto , che al chia- pro æternisi ambitio patitur omnia
rore di quelle faci , di quei fallaci pro caducis : Charitas benigna eſt
giuditij, che ardono nella ſala del pauperibus : ambitio diuitibus.Cha
Mondo , non ben ſi diſtinguono da ritas omniafiffert pro veritate ; am
vn delicato pallore di guancie nella bitio pro vanitate . Vtraque omnia
tenerezza impietoſite .Che la gon- credit , omniaſperat ; fed longe diſſi
na della patienza dalle ſpalle alli milimodo : hæc ad gloriam buius vi
fianchi attillata , e riſtretta nel pati- tæ : illa ad gloriam fine fine. La do
mento , edalli fianchi allipiedi ric- lie la carità è patiente per li beni e
ca , e pompoſa nella ſofferenza , le terni ; l'ambitione tutto patiſce per
li
142 L'Ambitione
li caduchi: la carità è benigna anco gnamenti d'imprecationi,e maledi
verſo i deboli , c pouerelli , l'ambi- cenze , che ſi odono in queſticaſi.
tione benignamente ſi porta folo . E ſe le riſa ,gli ſcherni , le filcbiate ,
verfo delli Ricchi, delli Potenti: la battutte , c piſte di palme , e piedi la
carità tutto ſoffre per la verità i l'- vengono à ſuergognare , dicanlo
ambitione lo foffre per la vanità : e quelli , che ne parlano, anzi Atrapar
l'vna , e l'altra il tutto crede , il tutto lano ne circoli pubblici,in ſulle piaz
ſpera : quella lo indrizza al fine del- ze , ne'ridotti priuati, entro le caſe,
la gloria , ch'è ſenza fine ; queſta lo nell'anticamere de' grandi, c con
ſtorce à dili gno della gloria, che in uenticoli tutti tanto delli otiofi ,
quefto Mondo finiſce: ondemalag quanto de' vitiofi . E conchiudete
ginttandoſi al maſcherato perſonag- poi, s'egli è ſpropofito queſto, nell'
gio , che veſte,diquando in quando atto di voler' eflere ſtimata ,e faulo
nel fofferire ſcoprendoli inquieta , rita quaſi damagentile dihonorata
imbeſtialita, sbattuta ; dandoli à ve- virtù, farfi da tutti per vna (cimia
dere nel credere lippa nell'intellet- vituperoſamente ſcoprire, e come
to , nell'affetto indurata , pigra , e tale ſolennemente ſchernire , e bef
lenta nell'opere ; e nell'operare ti- feggiare, perche Ambitio eft Scimia
moroſa , anſioſa , impatiente mo- Charitatis.
strandoſi , dà bene ſpeſſo in quelle 6 Oh ambitione ambitione vi
iconcie maniere , che di fuggire più tio delliſpropoſiti: e di queſti ſpro
cerca : & eccoti ridotto il fatto nuo- pofiti quantigiornalmente ſe ne
uamente àlitigio . Chi meno accor- veggonoanco a noftri tempi?Sivege
to dice , ch'è tutta carità ? chi più gono delli ſpropofiti humani di Ni
alueduto dice , ch'è tutta ambitio- codemo ? Signori sì: & io li hò au
ne : ma vuoi vedere quello in fatti ſi uertiti in qualche Caualiero , in
fia ? fà , che ſalticolànel mezzo alla qualcheGrandedi queſto Mondo , il
fefta v.g. in quella Corte, Curia, Ec- quale dall' vn canto ambitioro di
clefiaftica , ó Secolare , la noce , il campeggiare frà i Popoli, frà i Cit
pomodiquel Carico , di quell'Offi- tadini, come Luna infra le Stelle ,
tio , diquel Benefitio , di quella Di- dall'altro conoſcendo , che inuec
gnità , che porta ſeco honore, eglo- chiando in mille colpe s'ofcura : che
ria vana : ah che non ſi toſo il caro fà ? Ab dalla conſcienza ſtimolato
oggetto è dall'ambitione veduto ,che va cercando d'accoſtará al ſole
fcordatoſi il pofto , in che ſitroua, Chrifto , per rinouarſi ne' chiarori
li laſcia i zoccoli addietro delli preſi della gratia diuina ; ma per non per
pretefli di Baccamento nel feruire dere queſto Principato della gran
pallato , & à quattro gambe gli falta dezza , e preeminenza mondanaus
jefta alla preſa : che le à calo lungi ſpropofitatamente lo ricerca di not
fuggitofi, come non raro adiuiene, te . Cerca Chrilto , vdendo mella
non lo priò arrivare: oh il tutto fi ogni giorno , con la corona alla ma
Araccia , egetta di capo ,e collo , di no , facendo dell'elemofina , fre
mano, e dorlo: non ci è più capiglie- quentando quell'Oratorio , trattan
ra porticcia , che l'ombreggi d'amor do ſpeſſo con quel Padre Spirituale,
di Dio , e delproſſimo ; non c'è più con vna certa velleità anſioſa della
gonna , che di patienza la veſti ;non ſalute,che sò io ; ma lo cerca di not
c'èpiù ornamento , che di benignità te , perche non eſce dalle notturne
l'adorni ; ma intereſſata , inuidiofa , tenebre della inondana prudenza; la
impatiente, arrogante, & anara fco- quale gl'inſegna lufingar’imaggiori
perta dà in que' rabidi grididi do- per hauer beneuolo ſempre l'orec
glianze, e querele, e beſtiali digri- chio loro : nuotar ſotto acqua con
gli
Per il Martedidella Domenica II.di Quareſima. 143
gli vguali , per poter loro piantare ſpropoſito maggiore dell'altro , Per
all'occorrenze vn porro in mano : vo fugace temporale ſplendore , che
conculcare i minori,accioche ſulle ſe non hoggi , dimani , ò l'altro , è
ſpalle loro poſſa piùin alto federe: poco più là hai ad ogni modo àla
(palleggiare auanticolui , per farſelo ſciare in notte cieca ecliſſaro , voler
partialei vrtar'addietro coſtui, per ti condennare eternamente ſchiauo
non trouarſelo vn giorno competi- di Satanaffo .
tore ; è però mai mai ſi rinoua nella 7. Si veggono de' (propofiti am
gratia diuina , ſempre ſempre più gelici di Lucifero ? Signori si : & io
inuecchia nelle ſue colpe , che non li hò auuertiti in alcuni Gentilhuo
c'è Luna , che rinouar ſi poſſa , ſe mini per lo più , à quali propoſte
dalle tenebre notturne vſcendo , non due vite, l'vna priuată , moderata ,
cerca il ſole di giorno . Oh Padre egli è vero , ma nella caſa paterna ;
riſponde quel tale, chi non vía que l'altra ſuperba , faftoſa poſcia entro
ft'arte , non può campeggiar nel vna Corte mondana(c parlo di quel
Mondo : à quelto modo biſogna far- le Corti , nelle quali ſi viucconfor
fi gl'amici ,guadagnard i Padroni, me alli abuſi del ſecolo corrotto ,
obbligarſi i parteggiani, e cost au- ſempre col douuto riſpetto di quel
uanzarfi , e conſeruarſi nelli auuan- le , nelle quali prima Regola di vi
zi già fatti; perche l'andare così la ta è la ſanta legge di Chriño ) à qua
alla ſemplice , alla ſchietta alla bno- li , dico , quelte due vice propoſtes
na , come faceuano gli Antichi , eh la della Corte s'eleggono ; & inter
non è coſa da huomo ſaputo à noftri rogati del perche , riſpondono ; à fi
tempi , ma più tolto da Aolidi giu- ne diviuere allegramente , lungi
menti . Ah e per tanto , e per tanto dalle domeſtiche cure , quali che in
mentre vuoi effere delli Iaputi del Paradiſo nouello facendo vita il
Mondo , ſarai ſempre ignorantiſli- queſto Mondo in certa guiſa beata .
mo della dottrina del Cielo , e nelli Guarda tu,che ſpropoſito , chiamar
affari della tua ſalute darai nelli Paradiſo vna tal Corte.Vna talCor
fpropoſiti diprima claffe; e tiſi po- te ch'è più coſto vn'Inferno alla qua
tra dire co'l Saluatore à Nicodemo. le non pafla , chi non paga il nolo à
Tu es magiſter in Ifrael , o hæc qualche auaro Charonte:nella qua
ignoras ? Tu , che ſopra la terra pre- le non entra , chi con qualche artifi
tendi ne' temporali intereſſi d'eſſere, cioſa ciambella non chiude le trela
vn'Oracolo di Delfo,non intendi poi tranti gole dipiù d'vn maledico cer
Atraccia , d'intelligenza pratica , di bero ; dentro la quale chi ſi ritroua ,
quella, che t'importa l'eternità dell'- troua le furie , troua l'Erinni, troua
Inferno ,e del Paradiſo ? eh fgannati, l'idre , troua le sfingidelle inſidies
[gannati , ò Lunaambitiola ,che ſe delle perfidie, de' diſegni, de' tradi
non eſcidalla notte di quella ſciocca menti . Guarda tu , che ſpropoſito
prudenza humana , e cerchi il Sole chiamnar vita beata quella d'vn tal
Chriſto nel giorno della ſincerità Cortigiano. Vita d'vn tal Corrigia
Chriftiana la quale alla prudenza del no , ch'è più cono vita d'vn'infernal
ſerpe richiede aggiunta fimplicità di condennato .Vita d'vo Tantalo,che
colomba , non tivedrai rinouare Rà ſempre co’pomi, e coll'acque
giamai ne' chiarori della gratia diui- delli auuanzi preteli in ſulle labbra
na . Che ſe mi dici,che troppo ti pe- pendenti , e mai ne gulta . Vita d'vn
ſa il perdere quella preminenza lu- İrione , che rabbiato ſulla ruota del
nare, che tieni frà luminari ininori la ſperanza , mai co'l chiodo del te
de' Popoli , de' Cittadini ; io ti rif- nere ſi ferma. Vita d'vn Silifo , che
pondo , che queſto è dell'ambitione ſudando gli anni , non che le hore
à con
144 L'Ambitione
à condurre la graue pietra della ſua coſa in coſa ; e trouerai , che'l tutto
feruità alla cimadel monte dellaw puzza di ſcimiotto ( tali, e quali,
gratia del ſuo Padrone , in vo mno- ſempre co'l douuto riſguardo di que'
inento poi ſe la ritroua nello ſcadi- molti , e molti ; quali puramente in
mento precipitata al ballo à rico- tentionati , virtuoſaincnte ancora li
minciare la fatiga rutta di nuouo . portano nell'eſercitio militare; per
Oh dite voi , dite voi , s'egli è ſpro- ie medeſimo ſi comevirtuolilimo,
poſito queſto d'andare in rollo con così honoratiſimo inſieme ) metti
quello di Lucifero , che Cielo ardi l'occhio , dico, diligentemente di co
chiamare ſpropoſitatamente il vero fa in coſa , e trouerai che in queſti
Inferno , e re mentre auuiandoli à tali, e quelli il tutto puzza di ſci
quella Corte , dice con lo ſteſſo Luo miotto : patiſcono co'l ferro indoſa
cifero quel miſero Cortigiano ; In fo , co'l faro in mano ; ma beitem
Gælum confcendam :ſuper aſtraexal- miano ancora à più non poßo : guar
tabo folium meum ; ſe gli può riſpon- da che patienza ; benigni ſi dimo
dere col medeſimo teſto . Veruntat ftrano co ' ſoldati di ſeruigio, e dico
men ad Infernum detraheris , in pro- mando ; ma alle ſpalle del paeſano
fundum LacióC. contro gli ordini , non che l'inten
8 Si veggono finalmente delli tione del giuſto Principe , tante ti
ſpropoſiti della ſcimia beſtiali ? Si- gri, canti lconi; guarda c, he beni
gnori si , e ſi auuertiſcono ſpeſſo in gnità . Soffriſcono nelliaſſedij, nel
qualificati - ſoggetti : Cinge quel le campagne,maridotti in guarni
Caualiere la ſpada al fiancoj li pian- nigione , non ſi fù Epicuro , o Sarda
ta vna Croce in petto , & eſce illo napalo , che più allentaſſe le briglic
guerra : chiedetegli, che lo muoua : alla gola , & alla carne ; guarda che
riſponde , che il zelo del giuſto , il ſofferenza ? Credono à chi li adula ,
ſeruigio del Principe , della fede , ò ſperano da chi promette loro beni
di Chriſto : tutta carità verſo Dio , è mondani, e terreni ; ma delle coſe
verſo il proſimo. E certo ſe della dell'altra vita coſa credono , coram
carità , come di ſopra diceuamo,è ſperano ? biſogna penſar bene, che
proprio d'eſſer patiente, d'eſſer be à ciò ſiamo obbligati; ma ſe valeſſe
nigno , tutto ſoffrire , tutto credere, l'argomentare da quello ch'eſce tal
tutto fperare : vaglia il vero , che hordibocca à qualcheduno d'effi , c
non patiſcono quelti tali con l'vsber- mette , potendo, in opera con la ma
go in petto , con l'elmo in capo , al no , ſarebbe forza conchiudere , che
caldo ſole , alle frigide pioggie, alline credono , ne ſperano , ò troppo
ardori della canicola , alligeli di tra- troppo , è niente niente. Eh eh mio
montana , con la picca alla mano , Dio, che in tali,e quali il tutto è vna
del nemico alla fronte ? Che beni- finta capigliatura dorata , vn paio di
gni non ſi dimoſtrano co ' fantaccini zoccoli argentati d'ombreggiante
priuati, percaptiuarſi le voglie; con apparenza difallaci preteſti, co 'qua
gli Officiali maggiori per guada- liaſcondono l'affetto intereſſato de'
gnarſi l'affetto ; con quelli tutti, che lor ventofi diſegni . Lo vuoi tu chia
li poſſono ſpalleggiare, ſpingere , & ro vedere ? fà , che ſi gitti colà nel
anuanzare ? Chenon ſoffriſcono di mezzo alla feſta la noce , il pomo di
ſonno , rondando ; di fetc , marcian- quella ginnetra di Capitano , di quel
do ; difaine, aſſediati ; di ſtenti, al- baftone diColonello , di quel Cari
ſediando ? Che non credono da chi co , di quell'officio , che ſubito vc
li adula ; che non ſperano , traditi da drai faltargli à quattro gambe allas
chi loro promctte ? Ma và vn poco preſa; e ſe sfugge lor dimano , oh
mettendo l'occhio con diligenza di vedrai ancora e Itracciarſi , e gittare
е са
Per il Martedidella II. Domenica di Quareſima. 145
ecapigliere , e zoccoli delliombreg- perbi infolefcant magis , extollantur,
giamenti, e prereſti paſſati; dolen- 'inflentúr, appetant ſemperin cumulo
doa , e querelandofi apertamente apparere, vt cum venerit æquitatis li
de' Principi , e de' Minitri maggiori; nes , à plenitudine eyciantur . Horsi
improuerando , maledicendo liſer- pure inſuperbiſchino gli ambittiofi,
uigi paſſati ;laſciando l'armi; vol. inſolenti più appaiano , più s'inalzi
cando le ſpalle al campo . Dunque no , più a gonfijno , più appeciſcano
non era zelo amoroſo della cauſa vederſi co'l cumulo delle grandez
giufta del Principe , ò della giuſtifli- ze : che ne farà ? quello appunto ,
ma di Chrifto , e'della fedei perche che vediamo eſere de grano , il
la ſteſſa ancora dura , ne perciò di quale mentre non ſi vole rattenero
perdeua la douuta ſpirituale merce- frà termini moderati dellapienezza
de; ma era tutto ambicioſo interef- delmoggio ,della miſura, ma quali
fe , che doue crede maſcherato au ambitiofo cerca apparirenel cumulo
uanzato trouark , eglorioſo paſar full'alto nell'eminente; ecco ſen vic
a' Pofteri ſulle Storie con (propofio ne poi il miſuratore, co !l'equacore,
co beſtiale diſcoperto a vede, e de- col raditore baſtone, e radendo , ad
rifo ; ebeffeggiato ſulle gazzerte . E eguando il moggio , la milia, lo
di quefti ſpropoſitidi Scimia bekia- ſcaualca , lo precipita à baſſo , ad ef
li ſe nç veggono taluolta alcuninel- ſerconculcato da' piedi. Queſto fa
le Gurie , e Republicae Ecclefiaſtic rà delli {propogtati ambition dice
che , doue ci ſono Miniftri, i quali Bernardo ſanto ſopra'l Profetav .
ſotto apparenza di carirà , d'amor Non {i vogliono contentare dirat
di Dio , e.del Proffimo s'affarigano , tenerfi frà fi termini moderati del
ſudano , ftentano ne' minifteri del giufto , e dell'honeſto nella pieneza
culco ; diuino , e della falute dell'a- zadel moggio , della mifura dique
nime ; ma in verità fono ſcimie am- fto Mondo ; ma cercano diapparire
bitioſe , che non pretendono che ante nel cumulo delle grandezze terrene ,
uanzi cerreni, e per tali ſi ſcuopro- full'alto delleglorie caduche , sull
no al vacare delle Prebende , de Be- eminente de temporali honori ; &
neficij, delle Dignità , quali fe loro ecco verrà il iniluracore Iddio coll
di mano sfuggono , queruli , rabidi, equatore ,co'i raditore baſtone della
maledici, attoficati volcano le ſpal- giuſtitia ſua , eradendo , adeguan
le al Prelato , & alla Chieſa , é tal do il moggio , la miſura delle coſe
volta anco più , atrhabito clericale. mondane , ſcaualcaralli , e precipie'
9. Giuſta ſentenza diuina , che caralli giù baſſo nelli ſcadinieri, c
la doue il fedele à fine vitiofo ſtorce diſpregi ad eller conculcati da' pie
quell'opra , che à virtuoſo indrizza- di della Plebe più vile , e bene (perlo '
re dourebbe, cpotrebbe , non ſolo delli Diauoli (telli giù dell'Inferno ,
perda quellamercede ſpirituale , che ' cacciati dalla pienezza delParadiſo
goderebbe nel Cielo, ma defrauda- Vt cum venerit equator C
ro anco reſti di quella , ch'ei fi pre-
10 Dicanlo ſeicento hiſtorie non
tende in ſulla terra i anzi che d'au- meno profane , che ſagre, Non fi
uantaggio , oue crede d'honorata- volle rattenete ambitioro Nabuco
mente auuanzato vederſi , viliflimo, donororre frà i termini moderati
conculcato , e ſuergognato fitroui della ſua grandezza reale, ch'eſſer
Ite Angeli veloces , li grida in Iſaia al voleua nc cumulo , quali che Dio
18. ad gentem expectantem , o con- adorato ; vedilo (caualcato dalla
culcatum . legge Forerio ad gentem giuſtitia diuina in vn Deſerto in trà
linee , linea ; Sù di che San Ber le ficre moſtruoſamente ſeluarichi
nardo ſer.2. in capit.6. Ifa. Eant ſu- to . Non ſi volle rattenere
T
ambi
tio .
1 46 : L'Ambitione
tiofo Aman frå i termini moderati peftamento dell'altra vita . Vt cum
di vno itato Signorile , che veder venerit c . e dirai poi (ma che pro,
fi voleua nel cumulo , anco quel fe gettato ritroueratGildado della
Mardocheo alli ſuoi piedi prolira- tua forte ? ) oh i'bauelli creunto à
0 , Eccolo caualcato dalla giuſti- chi da luogo di tutta veriià ms lo
tia diuina vituperolamente il lulle dife . Ma quello è vo far pallaggio
forche appiccato . Non li volle fato dall'ambitione vitio delli diropoliti
tenere ambitiofo Alcibiade frà į all'ambitione vitio delle rouiiegi
termini moderati della Cittadinan- punto , che in alto riguarúo alla
za d'Atene , che voleua nel cumu- ſeconda parte io mi rilerto , le pu
lo reggere tirannicamente il Prin- re yoi Signori mentre allargate le
cipato : vedilo ſcaualcato dalla giu- borſe ailelemoſina , à me pria con
ftitia diuina dopo ftentatieligli iile cedete di allargar il cuore alli relpin
miferabil fine : Non ſi yollc ratte- ri . E ripoſo .
nere ambitioro Seiano frà termin
ni moderati d'un fauorito ministro SECONDA PARTE.'
dell'Imperatore Romano, che vo
lena nel cumulo gouernare à bac- 11. Non ſolo il vitio delli ſpros
chetta lo ſteſſo Imperiale volere :
vedilo ſcaualcato dalla giuſticia di-
E >
st
748 L'Ambitione
mo non li bauefie curati con l'anti- fiana ? QuantiMiniftri di Principi,
doto lopracelelte: dicalo l'Empireo che per compire a' loro ambitiofi
Cielo , che acceſo di queſto fuoco capricci , ſono cagione dell'eſſerſi
là ne primiinftanti del natcente Vni- attaccate , e mantenerfi le arrabbia
uerfo , diſertato fi vide della ter- te guerre correnti , doue potuto
Apoc. za parte dell'angelicbe Stelle. Ter- haurebbero , e tuttauia potrebbero
12. tiam partem Stellarum . Dunque crimettere , e mantenere la pace frà
dunque, e che far ſidourebbe delli Popoli battezzati? tante fanguina
ambitiofi entro delle Republiche ? nie ſpade. Quanti pubbliciofficiali,
Nella Republica Celeſte Dio , qua- che per arriuare a' loro ambitioli
fi appeftati, li fcgrego dall'angelica diſegni, vanno iſuiſcerandoi poue
conucrfatione, cacciando l'ambitio- ri , ideboli , e gl'innocenti , ouc po
fo Lucifero , c Seguaci come che à trebbero , e dourebbero cauarli dal
ferraglio d'infetti , all'acre caligino- le zanne ingorde de Racchi, Poten
10 ; neque locus inuentus eft eorum ti , c Delinquentit cahre fiere Sel
ampliesin Cælo.E nella Republica uaggie . Quanrinobili,che fanno it
Hebrea lo fteſſo Dio,quafi appeftati capo di parte di lgherri, di farinelli,
pure , li ſegregò dalla conuerfatione efomentando i diſgufi, le nimici
humana , facendo aprir la terra , che tie , ammalignano negli odij , nelle
ingoiò gli ambitioli Core, Datan , & vendette le Città , il Pacle ? Quante
Abiron , con ogni lor ſolanza, & ha- Donne o della Nobiltà , ò de Mer
uercseſli pure comeà ferraglio d'in canti, che introducendo il foggie ,
fetti yiui giù nell'Inferno cacciando; legale , le ſuperbie , gli fpregamenti
Num . Difrupta eft terra fub pedibus earum , dell'entrate ,ammorbano le caſe , i
C.16. aperiens os fuum deuvranit illos vicipati, i Popeli di vanità ? tante
cum tabernaculis fuis , o vniuerſa tante peftimaligne . Oh oh Signore
Jul ftantia eorum ,defcenderuntg; ziui Signore : e chipotrà rintuzzare il fi
in Infernum . Mà oh Signore perche lo di quefte fanguinarie ſpade s fe
non farli dare l'vltimo reſpiro qui non iltaglio del coltello del giudicio
1 all'aria aperta? non laſciarli fiſſar gli gintiſiino voftro dimino'? Chi po .
vltiini (guardi nella chiarezza del trà isbranare queſte fiere ſeluaggie ,
Cielo ? non lobbiflarli più roſto nel fe non identi de' dinini voftri gafi
mezzo al Mare? le non conccder lo-. ghia Chi potrà purgarequefte ap
to almeno almeno ſotterra la fepol- . peftate contrade, fe non il fuoco del
tura ? oh marauiglia acutamente si diuino voftro furore 2 Si si riſponde
fponde Ambrogio Santo lib.co.epift. Iddio . Verrà verrà il coltello del
82. tutto fù per timore,che appellati giuſo giudicio mio diuino controle
eſſendo,coʻl reſpiro ,co'l guardo ,co'l , fanguinarie ſpade di quelli iniqni
tocco, con il ſepolcro infetto non ambitioù Miniftci, e ne farà qnel
veniſſero in parte aleuna , in alcun la ftrage ,di cui può dirls : Foris Dentai,
elemento il Mondo à malignarli vaftabit eos gladius , o intus panor. 32.
Ab omnibus buius mundi ablegan- Verranno verranno i dentide'miei
the elementis , ut nec aerem hauftu , diuini gaftighi contro le fiere ſel
nec Cælum viſu , nec mare tactu , uaggie diquelli ingiufti ambitiofi
vel
<bro.
terram contaminirent fepule pubblici officiali, e nefaranno que
Itratij , de'qnalidir pollo , Dentes
15. Ah e quante diquefte fangui- beftiarum immitam in eos . Verrà il
narie ſpade diqueſte fiere ſeluaggie , fuoco del mio diuino furore con
di queſte peſtimalignea'noftritem- oro le pefti maligne di quello , !
pi á trovano nella Republica Chri- quelli, che ambitiofi fomentano gli
odij ,
Per il Martedì della II. Domenica di Quareſima. 149
ofi
gliodij, e le vanità , e ridurrolli'in " è ben vero , che non meritano mi
Eri
eſſere dimiſerie totali, & vltimate , ſericordia alcuna al corpo, ò all'ani
perche dir pollo, Cheignes fuccenſus ma in tempo , od in eternità quei
eft in furoremeo . ſciagurati,cheal ſolo vento del loro
to 16 Ah ah mio Dio , io non vi ſentimento ambitiofo , non ficura.
chiedo già giuſtitia douuta contro no d'eſſere la rouinoſa cagionc
frà de' peccatori , ma fi bene più toſto di tanti corpid'anime tan
d'vn'infinita miſericordia l'eccello : Ttee nel tempo , ed in
ܕܐܵܐ e fe pure fete riſoluto di diſtruggere tatta l'Eternità ,
oli i corpi, e gl'intereſli di queſta vita, Dio ci
come lo dà intendere la pellima perdoni.
00 . congiuntura de' noftri tempi ; mife A
al rere dell'anime almeno , in quanto men .
à gl'intereſſi dell'Eternità. aia egli
1
B.
در :
į
20
DA
ti
ELET.
ISO
Ε L Ε Τ Τ Ι Ο ΝΕ
DI SOGGET TI
D E G NI
Per il Mercordì della ſeconda Domenica di
Quareſina .
Dicor ſedeant fi duo filij mei . Neſcitis quid
petaris.
S. Matth. al 20 .
Orgeua nouella in la corona . Ma ſe ne rifero i Dei,che
piedi l'antica Tioias diuerſo il giuditio ne formarono in
& in macchine ' luz- alco ; e fatto calare in eſſa il ſimola
perbe s' ingiganti- cro di Palla , augiſati li refero , che
uả , mentre bambina tanto haueua ådurare , e non più ,
ancora vaggiua con quanto quel Palladio in fe fteria bene
le labbra dellefreſche pareti {pruz- , cuſtodito ſerbaſſe . La perdita d'vna
zate tuttauia dal latte della tenera nobilè ſtatua le ſpiancarebbe le mu
calce . Fattaſi dalla culla de' fonda- ra, arcerrârebbe le torri, adequareb
menti ftabile baſe al Colorto delle bele foſſe , e con le ceneri delle ab
impenetrabili mura , fcauaua cosi brucciate macchine , aſſorbite l'ac
profonde le foſſe ,che minacciaua que,e fopiti i fuochi, ſotto d'anguſto
aperto l'abiſſo à chi varcarle preten- tumulo l'ingigantita fuperbia fepel
deſſe all'aſfalto: alzauatanto eleua- firebbe. Signori, era Pallade la Dea
te le torri , che pretendeua farſi co- del ſapere ,era nel ſimolacro dieſſa
muni con le nubi i fulmini alla di- figurata la fapienza: dunquequanto
feſa. Le foſſe vaſto nido dell'acque , fù vn dire, ſe à Mitologico Scrittore
Je torri ampio couile de' fuochi col- ſipreſta fede : Ciuitasilla ,in qua ſa
legati amici s'haueuano i più nemi pientia defit in rebus publicis admini
cielementi contro a' nemici. Nemi- ftrandis i diutiùs confiftere non poteft.
ciche àparfar I'vne eller doueuano Città,Republica , Srato , oue manchi
Hercoli-ardimentoſi å ſcendere an- fauiezza in chi maneggia il gouer
co all'Inferno ; che à ſcalare l'altre no, non può durare in piedi ;neceſ.
eſſer doueuano Enceladi temerarij fitoſamente de' rouinare. Dunque à
àmontareper fino al Cielo . Non vi raggione tanto durerà Troia , quan
era dunque trà gli huomini,chi non to dura in eſſo il Palladio ; che done
la deffe per piazza di ſicurezza to- manca in chi gouerna , il ſapere ,
tale, & non le inauguraſſe all'eterni- manca l'anima alla politica vita , e'l
tà conſagrato l'Impero , lo ſcettro, e gouerpato eſanime cadauero hà da
cade
Per il Mercordi della Domenica II.di Quareſima. ISI
cadere.Venne il Palladio dal Cielo, tura, da ſe non può aggiuſtarla con
chetale auuiſo d'altronde non po- tanti. Troppo graue è la mole , ſcri
tea venire ; e le al ſimbolo della fa . ue Filone,non può vn ſolo portarla; Phil.de
uiezza s'aggiungeua quello dell'in- numeroſi troppo gli affari ,non può creat.
tegrità , ben fi poteuadire(ſe'l fauo- yn ſolo trattarli . v uusenim non fuf- princ.
loro con l'Idolatria ne leui)auuiſo: ficit quantumuis alacer , fortisque cor
da vero Dio, non cheda falli yenu. porefimul, atque animo, in tanta mole
to . Ma forſe che nell'yna l'altra fi negörcorum , acmultitudine , quotidiè
daua inteſa , che doue la malitia fi alys affluentibus fuper alia . Quiui
troua , mancano gli elementiprimi fupplendo il Principe al naturale di
di fapienza eſſendo ſcritto ; Initium fetto , di miniftri prouede , acciòche
Sapientse, timor Domini : Succeſſe à in certo modo moltiplicando in eſſi
P8110. ſucceffe
Troia l'eccidio ,ch'è fifamoſo , e le la propria forza , vegga con glior
per la pazzia e colpa di chi chi ditutti , con l'orecchie di tutti
ſoffri l'adultero rubatore , più toſto egli oda , e coʻl ceruello di tutti i
che perla frode dichi rubolle il fi- conſigli,e firifolua. Hanc igiturndo
molacrofatale. Che chiarezza mag. tur& defeétum fupplens, amicosin eius
giere? ſe ſauio,erctto Priamo la mal dem natura communsonem adfcifcit
rubata femminareſtituiua,nel Pal- rim quodammodofuam nantiplicans :
ladio inuolato non le haueua tolto ita enim fiet, ut omnium oculisvideat ,
Vliſſe la ſicurezza : oh quanto im- g'omnium auribus audiatomniumque
portaad yn Pubblico lia Eccleſiaſtic animis in vnum confentientibus confi
co, èfecolare , che ſi prouegganoin lium capiat. Sel'iftorTo Atlante per la
effo miniftri degnialgouerno,enon : carica delCielo hebbe biſogno do
correrea langue,à paſſione, à piace= yn'Hercole, che'l folleuaſſe : le me
re , come hoggi corre la moglie di deſime intelligenzemotrici coʻlou
Zebedeo 3. DicDefedeant hi duo fili mero delle materiali sfere vennero
mei . Ma faggia riſpofta,che le dà il molciplicate . Biſogna dunque far
PrencipeChrifto: Nefertissgud peta vna ſcelta di miniftri , & affentarli al
tis . Donna , voleua dire fétu haid maneggio : Proinde aſſumendifuis op
prouederti d'vn'ago , oculara prima tinastes feletti. Manotate Signori.
l'elamini nella dirittura , e fortezza, optimates felecti . Non s'hanno à
nellapunta,nelcapo,e'l foro nellat- prenderà caſo, à prouedere à con
titudine Iutta per il cuccire : e nel fufo à fciegliere à proprio guſto, in
m ! prouedece a gouerni habbiamo à rereffesc paifionc:guarda:ma hårt .
ſciegliere i ſoggetti, comechigiuo- eller ſcelia del meglio: polata,peia ...
ca alla gatta cieca ? eh và che ſono ta , di ſoggetti calmente qualificati
ſciocchezze.Degni s'hanno daclege che degni ſiano , & i più degni á
gare, & i più degni; e ſaranno altho. quell'officio ,carica, e mimítero .
ratalis checauijsvetterci ſaranno : sů : 3
-3 State meco . Crea Dio il Cie .
queſti punti s'hà da tirare la linea lo sela terra i diuide il giorno , e la :
del mio diſcorſo. Attendete , & inco- notte ; gli elementituttidiftingue ; e
mincio . potendo dafc folo gouernare cid
2 Che'l pubblico gouerno ha tutto , per inſegnanza dell'huoma
mano di miniftri fia biſognolo è aſſumervollealcune creature mini
chiaro alla ragione. Dio folo , dice ftre:chefa: forma i luminari fuperni,
erat.de Sinclio , è quegli che baſtaperfe econcedendo atutti: dicampeggia
Regno ch'è altutto per natura fuperiore: ſuperterram : il Sole folo ,e la Luna
ma l'huomo, che ſignoreggiaà gli affume à Prelatura ,a Dominio , à Gen.c.i
huomini , che gli ſono eguali in na- precedenza : Luminare maius, vtpra
effet
152 Elettione di ſoggetti degni
effet diei:cu luminareminus, vt præef re . Niente replica Dio ; anzi ſigno .
fet noch ; perche ſe bene alle itelle reggiare vuol dire,reggele si, ò no a
Ancora li riteriſce nell'vltimo vn pre- ragione, che hauendoli à prouedere
ellent diei,ac noctu ; folo di notte ter- Miniſtri, s'hà da haner riguardo a'
po , e cosi poca parte ne tocca loro , meriti, à chi n'è degno ,e più degno.
Tort. che in aiuto più toſto , che in gouer- E chi n'è degno,epiù degno ? Chia
9.25 . no della notte create ſono. In adiuto- roche'l Sole, e la Luna : luminari i .
rium noctis , comeſcriue quì il Tor- più grandi , per quanto dalla terra :
rato: farebbe à dire ministri d'eco- appariſcono , & iconſequenza i più
nomia , non di politica . Ma ftupore qualificati di lume,e divigore. Fe
per certo , che Dio non chiamaà citque Deus dua luminaria magna i
parte ,& à maggior parte del politi- dunque ſia loroil gouerno ; e per
co gouerno le ftelle ancora . Tutti che queſto è minore di quello ſia di
fono luifigliquei luminari ſuperni, queſto il gouerno minore , cioè il
ne c'è chi poſla vantarſi di primoge notturno , e di quello il diurno, chic
nito tutti nati ad vn tempo, non che il maggiore,Luminare maius, at pre
ad vn parto d'un fiant. Fiant lumina effet duels luminare minus,vt praeſſee
Gen. 1. ria in firmamento calı. E fe ragione notti . Ma piano per corteſia; e non
diprimogenitura non ofta ,ma fauo- c'erano meritine glialtri pianeti an
riſce,chi fà fipreponga loro (de' pia. cora ? Andiamo digratia imidollan
neti almeno parlando ) di tanto , è do queſto miſtero c, h'eſſendo diui
tutto la Luna, e'l Sole forſe tù niera no , non poſſiamo che trarne impor.
gratiadel Principe ? fù vn mcro vo- tantiſſimi auuiſidi prouifione à go
glio di beneplacito mero di eſlo , uerno . Et io pure pretendo , potrà
che n'è il Signore ? Guarda riſpon- dir Vogere, perle amoroſe fattezze
derebbe Tertulliano. Bonitas operata del volto mio. Ma guai alla Repub
Tert. eft mundwiiuftitia moduleta eft iufts- lica, oue àmeritidifemminile bele
lib. 2. tie opus.eft, quid inter licem , ateneo. lezza ſono diſtribuiti i carichidel
contra brasſeparatio pronunciata eft, inter lub gouerno . Donnabella hà il danno
marci. minaria maiora ,og minoras diwrna at- in ballo , e doue Venere fignoregs.
cap. 12. que noćturna : Che Dio creaſſe il gia , anco nel corpo ciuile è più de:
Mondo,quc' luminari formalſe,del- formie doglioſe, che nel naturale,
ſe lorotali raggi,& influllis oh.que- le ſtroppiatute G veggono
ſto fù mera gratia della bontà del bo ,che contagioſo : in finedel mor
ciò , che
Principe: non c'eramerito,che pro- ſi fà per amore, & fà alta cieca i che Claude
durſi poteſſedal canto d'elli: Boni. mensomnisoberrat in vultus,quos finxat in nupts
tas operata cftmundum : ma ſuppoſti amor .A me dunque tocca pretende
creati,e creati di tali qualità ,e talen- te , dirà Mercurio ; che melata elo
cijil ripartire, & aſſegnar loro glivf- quenza ſcorro dalla mia bocca , atta
ficij, tu atto di giuſtitia,cheporc pri- ad attrahere i ſudditi vbbidienti ' .
ma in bilancio imeritidi ciaſchedu- Ma tolga Dio , che lingua diluſin
nosericonoſciuto il preponderar de ghieroparlare ne portiTeco i cari
più degna, diede loro Prelatura , e chi del tetto operare; guardati dalle
preſidenza .Juftitia modulata eft: Tu mani dichi ci parla à piacere che lo
ftitia opus eſt ;quaſi diceſſe allhora ſteſſo Mercurio bel patlatore è inſie
Dio : horsú habbiamo diſtinta la lu- me gran frodolento ,c rubatore:puo
ce dalle tenebre : echidi questi lu- te,ingannando , rubare vna giouen
minari daremoad efli Prelatie Pre.ca da cent'occhi guardata , perche
ſidenti? Chi vi piace, ò Signore, che puote , ſonando, addormentate vn
queſto vuol dire ſignoreggiare c, ioè capo ,che haueua cēt’occhi:la lingua
reggere si,enò, à fuo guſto , e piace e come l'unghia , ſe gratia , ſcotti
ca:
Per il Mercordi della II.Domcnica di Quareſima. 153
ca : e ſe di queſti tali tu Ti prouedii natura , io lo confeflo co ' medici.
gouerni dello ſtato politico , io te lo Duleia amica natura, maperchegli
dò dalle carmée dalli ſorci corroſo , iſteri affermano , che facile bile
e guafto : che Adulator eft foux, ti- fcunt : Corpo , che di ſolo dolce &
nea Palatý dilfe l'Imperador Con- paſce , à gliacuti malori ſarà tanto
ftantino . Entrarò io dunque in peti. Ato ſoggetto . Mi piace il lauoro del
torio ,dirà quiMarte , cheimpatien- l'ape ,che fabbricandoci il mele , mi
*? te dell'otio , opro di mano , e fò farti naccia con l'aculeo , e punge all'oc
con la mia ſpada. Ma ci liberi ilCie- correnze . Le roſe hanno d'hauer le
lo quì di perigli. Lo ſtato pubblico loro ſpine , e ſe'l Cielo ſempre foſſe
hà biſogno e di lingua ,e di ſpadajma ſereno , la terra ſarebbe ſempre de
ſe'l mercuriano c'è di ſoſpetto , il ſerta : biſogna, che a' reimpiſuoi lde
martiale c'è di timore : s'io vedefli gnofo s'annuuoli,e baleni: ftrepitoſo
Marte poſto ſotto Saturno , e ſopra tuoni, e diluuij , & alle volte anco
Gioue, credereiche teneſſe i capric- fulmini ; e con ciò ſi fecondano le Plus
cidel capo ſoggetti , e regolati dalla campagne , affermando Plutarco .
canuta prudenza; e calpeitaſſe gene- Aquas,que inter fulgura decidunt,ex
rofo ſprezzatore gl'intereſi de gli agricolarum confenfu ad incrementa
honori,delle grandezze: onde con frugum idoneas efe. Dunque finian
prontezza tutta gli darei la palla per la dirà Saturno:farò io lolo à litigio ,
ogni vfficio :ma ftando trà Gionee' e produrrò per ragione la tardanza
Sole , mi fà temere, che porti ambi- nel moto,e'i rigore degl'infiufli, con
tioſoin capo gl'intereſi priuati de' che prometto vn gouerno maturo ,e
proprijauanzi ; e ſi metta di ſotto à giuſto.Ma s'ilcomandocade in ſog
piedi i pubblicidelPrincipe , e dello getti sì facti, io prendo il bando per
Itato ; però difficilmente mi laſcio petuo dalle lorTerre.La rifolutione,
condurre à fauorirlo . Due ſpade ſo- è comeil frutto : matura è gradita ;
le , dille Chriſto a' Diſcepoli, bafta- maſe trapaſſa ,infracidiſce:done che
uano à ſua difcla nell'orto ; ne vol- l'acerbetto rieſce anco grato al pa
le, che ſe ne inertefle à mano che lato : chemai fi venga al fine di quel
vna fola ; e quella ſola alpriino col- negotio ? lo ſteſſo condannato alie
po,che fece, la fecerinfoderare ; e la forche hà per aggrauio vn carnefi
, piaga fatca ſanò tantoſto al piagato . ce,che lento non lo ſpediſca .Si (car
Oiinè quante cantele acciò la guer- ta dunquetardanzatanta,e tanta ri
ra ancogiuſta giuſtamente venga , gidezza ancora . Di verno nonc'è
amininiltrata:ma bene ſpeſſo la pof- raccolto , perche tutto indura il ri
ſanza maggiore è la proua della gore . Il medico fi diſtingue dall'ini
maggiore giuſtitia, e li dichiara, chemico , perchevnito al ferro , che ta
conferuare il proprio è lode del glia , porta l'vnguento ancora , che
buon'Economosma contraſtarel'al- ammolliſce; e fe l'oglionon tempe
trui è gloria del buon Politico Dot- ralle l'aceto , e'l.ſale,l'inſalata non
trina diabolica di chi preffo Tacito farebbe, com'è , à tutto palto gradi
Tacit. diffe:ld in fummafortuna aquius eft, ta ;che,perconchiuderla,non haani
1.15.an quod validius , ſua retinere prina- mo humano,chiall'humanità piace
mal. tæ domus; dealienis certare regiam uolmente alquanto più non inchi
laudem effe.Saràmia dunque queſta na.Humanus enim animus,fi tamen
pretenſione, dirà quì Gioue : mia , humanus (dice Nazianzeno Santo) Dinus
che ſono tutto benigno, affabile tut- in humanitatem , o benignitatem . Naro
to, tutto gratia , tutto benificenza : potius inclinat · Chiaro dunque à
ma ſe da taliſiamo gouernati , noi Signori, che non v'erano meriti in
liamoſpediti: il dolce è amico alla queſti cinque,baſteuoliper
V
il gouer
no
IS 4 Elettione di ſoggetti degni
no del Mondo. Nel Sole sì, e nella's pre ſtà ſu’l rigore de gli equinotij,
Luna. Vedete bella Venere ; ma di ma condeſcende alcreſcere , e dimi
bellezza molle : la done il Sole , e la nuire de' giorni, ſino à folftitij; e la
Luna belli, e maeltoſi appunto qua- Luna non ſempre rigida dominatri
le appariua Antipatro, che perciò fù ce tiene à feruitio le Stelle ; ma ſi ri
nel Regno preferito a ’ fratelli : cui tira bene ſpeſſo , e laſcia loro libero
forma , cui decoris gratia fuppeteret, notturno il Cielo : come accurati Amm .
ut iure preferendus omnibus æftima- offeruaffero graue ſentenza di Am- Marc.
Egeſip.-retur:ci laſciò ſcritto Egiſippo:di fa- mianoMarcellino. Nihilaliud effe lib, 29.
lib.1.c. conda linguaMercurio ,madi ma Imperium , ut fapientes definiunt,nifi
leficamano : la done il Sole Principe curam falutisaliene,bonique effemo
dellemule ſtimato è Pianeta benchi deratoris reſtringere poteftatem .Oh
centiſſimo al Mondo notato di quel e che più li porcua' deliderare in
reale carattere , del quale Agesilao queſti luminari maggiori ? degnita
riſpole , quando venne interrogato lenti per tanti , & i più degni appari
del .come alcuno poteua diueniruano, à ragione dunque vennero ar
glorioſo : Si optima dixerit,a pulo fonti , e tali afſonti dal Creatore
cherrima fuerit : che ſe la Luna con Principe à Preſidenza , e gouerne
effere grandemente benefica, è tacie dell'Vniuerfo . Fecit Deus Oc.Boni
turna i egli è, che regge l'hore del ſi- tas c. Iuftitieopus eft ócTuttoad
lentio amiche: opportuna, e riguar- inſegmanza dell'huomo , che ſe Dio
Tert. deuolmente portando ( comediſſe ciò fece, chediMiniſtri biſognoſo
lib . de vnavolta Tertulliano) Ostaciturni- non cra , & ad ogni loro difetto po
pat.ca. tatishonore ſignatum .Forteguerrie- teua per le ſolo ſupplire , che dob
15 . ro Marte'; ina ſanguinario , e crude- biamo noi fare biſognoſi tanto , de
le: la douc il Sole le ci fere co'raggi boli,& imperfetti ?
ardenti (olleuando nello ſteſſo tem- 4 E qui vorrei , chedipaſſaggio
po i vapori, prepara la pioggia, che auuertiſſimo quel modulata eft del
ci refrigerij e ſe calhora laLuna cur- dotto Tertulliano : Bonitas operata
uata in arco minaccia ; toſto di com- eft Mundum , iuſtitia modulata eft.
pie di volto, e à cara faccia ci arri- Termine muſicale altroue pure dal
de: quaſi ſtudioſi della dottrina,che lo ſteſſo in materia tale vſitato . Tert.
Plut.li. a'Principi Plutarco diede: che offen. Deum modulari fublimitatem .Che lib.de
de doct. ditur enim Deus ys,qui tonitrua,fub- fece Dio , e che fà diſponendo go- bap. c.8
Princ. mina radiorum iaculationes imitan- uerni, comandi, e carichi in Cielo ,
tur : dele&tatur autem ys, qui fuam & in terra ? quello , che fà il citare
emulantes virtutem , femet in hone- do,gli accorda quafi muſiche corde
ftate , ac in humanitate reddunt ad su d'vna cetra . Delle corde l'vna ,
fimiles.Benigno Gione; ma troppo più che l'altra dal mufico s'innalza ,
che non sà offenderli, ne iſdegnarfi: es’abbaſſa ,conforme all'attitudine
la doue il Sole sa bellar co'l Monto- loro,per il baſſo, o'l ſoprano, il con
ne ; e sà ruggire con il Leone; e la tralto , o'Itenore . Se à queſto punto
Luna sà con piena faccia riſplende- s'aggiuftano , lamuſica è concerta
re , e con ſanguinoſa ecliñarli; che ta:maſe più del douereAtirate ſono ,
bendiſſe Tertulliano di chi gouer- o allentate , tutta è ſconcerto , e di
na.Stupidiffimus ergo, qui nonoffen- ſordine . Oh cara armoniadi quel
ditur facto, quod non amat fieri ; aut gouierno , oue le corde de Miniſtri
fi offenditur ,debet irafciiſiirafcitur, fanno la parte delbaſſo,e dell'alto,
debet vleiſci . Finalınente rigoroſo é conforme à lor talenti ; ma ſe quel
Saturnu , ma di gielo , che non sà lo, che hàtuono ſolo per il baſſo , s'.
{quagliare ; la doue il Sole non ſem- innalza all'alco ; quello, che l'hà per
l'alto
Per il Mercordidella Domenica II. di Quareſima. ISS
l'alto s’abbaſſa al baſso , perche la dexteram ,ideft obedientiam aliquan
mano , che allenta , e ſtira non è ra- tulam , quam prius habebant - No
gione , ma è paffione ; non è giuſti- diffe Chrifto à Pietro : rinfodena lo
tia, ma è intereſſe ; eb troppo noio- ftocco , che ignorante farai macel
ſo ſtridore ſe n'hà da vdire; delica- lo, e non giuſtitia ; non vedi', che
tamente dunque fildetto , e con all- miri alla fronte , e cali sù d'vn'orec
uilamento mirabile , che iuftitia chio ? guarda bel colpo : in vece di
modulata eft , Deum modulari (u- fiaccare l'orgoglio al ſuddito , che ſi
blimitatem . rubella , leuargli quel poco d'vbbi
si Horsù dunque degni Miniftris dienza ancora , chetiene al Prelato ;
& i più degni s'hanno da prouedere cosi fà chi non sà , che fà ò da cieco,
a gouerni; e tali ſaranno , quando è da pazzo . Iudi frà pochi giorni
ſiano fauij , & i più ſauij , e nulla dandogli ilPrincipato , gli dille. Pro
più volcua dire Filone , benche in fce oues meas , quali che dir volelle :
più parole il diceſſe . Proinde alfa- 'tidò il gouerno sì, ma ſin che ven- Ioan.co.
mende ſunt optimates ſelecti ,fpeéta- ghi lo ſpirito , che c'ámınaeſtri, che 21.
ta prudentia , fortitudinis , iuftitia , illé vos docebit omnia non ti venga
pietatiſque incarrupti. capriccio di dar di mano al ferro del
6. Saui hanno d'effere , dotti, tuo comando , che non facciamo di
ſcientiati i Miniſtri del publico ', di quelle de' di paſſati ; baſti per hora
quella ſcienza, dottrina', e ſapere , ilbaſtone,e guidarpecore al prato ,
ch'è neceffario confacente, gioue- che'l trattare nelgabinetto di regger.
uole , per eſſercitare retra , e pru- Popoli , e gaſtigar malfattori, ti ri
d'entenente la loro carica . Bella , e ſerbo à miglior maturanza del tuo
ſpedita.: chi non sà , non s'auuede ; ceruello : eh che riſpoſta acerba non
chi non s'auuede , s'inganna, sbae fù mai buona. Et ecco non paſsò
glia, intoppa , precipita , e fà.ſpro- molto', che fatto fauio di ſapienza.
poſiti .. Chiaro fi vide frà le tenebre celeſte con la venuta dello Spirito
ancora la notte del Gioue Santo . Si- Iddio , con la viſiono de que ſerpen
gnori ?. ſe per l'orecchio deſtro l'vb- ti, ſentì la voce del Cielo . Suge Ator..
bidienza ſimbolizzata ; s'itatende; chi Petre , occide , o manduca : leuati 10,
più doueua hauer cura di conſeruar- Pietro adeſſo , e dà di mano alla
lo illeſo ne' ſudditi del Prelato del- ſpada: taglia , trincia , fà pezzi, co
la Chieſa Vniuerſale? e pure ( ve- me che più tipare , che di ſaviezza
dete ſpropoſito ) à trauerfo tirando ripieno non faraicolpo, che non ſia
con il coltello il buon Pietro , lo ta- giuſto; ne ti ſtupire , ſe prima d’hora
Joan.c. gliò à Malco nell'Orto : abfcidit ilbraccio ti hò ritirato ; oceide , oh
18. eius auriculam dexteram . Ma non manduca , hauerai da fare que' pez
è marauiglia , perche Pietro erano zi , come le cu gli haueſi hauuto à
zottico ancora , e con il ferro in pu- mangiare : e però tagliare , e trincia
gno , non haueua ſenno in capoj e re doueui con tanto , e cale auuiſaa.
però doue pretendeua correggere , mento , che maſticando poi le fatte
ci rouinaua . Queſti ſono gliIpro- riſolutioni , ti deffero buon guſto ,
politi, i diſordini, dice il Cardinale e non c'hauelli à pentire d'hauerle
Vgone, di chi non tiene ſapere, e fatte :ma il fatto non bà ſapore , fe
Hugo tien gouemno . Per quem defignan- non la condiſce il ſapere ; percheil
Card. tur quidam Prælati habentes zelum fapere è il fale , che lo condiſce : &
non fecundum ſcientiam ; quividentes oh milteri , oh doctrine .. Quanti
Chriftum cape in membris , ſtatim ignoranti con Pietro tira do à tra .
cducunt gladium excommunicatia uerſo , fanno colpi à rouerſcio , e
mis , o amputant fubditis aurem , chedirado à quelliG.fà rinfoderare:
V 2
156 Elettionc de”ſoggetti degni
la ſpada ? Quanti mandar ſi potreb- no ; i prati ridono ; le nubi piango
bono à parcer pecore prima, che à no ; pare, che ſembra il tutto , non
reggere huomini? eh che fpeflo vic- so , le più lo dica picciolo Mondo ,
ne loro dall'Inferno , e non dal Cie- ò modello , ò ritratto del Mondo
lo la voce : Surge, occide , man- grande. Tratteui meco adello in Ex Phi
duca . Surge, leuati , e falta fuora in maſchia filoſofia . Intellectus intelli- lofopho.
gouerno ; occide , & iui trincia , fà gens fit omnia , fcilicet per fimilitu
pezzi; ma quando ſiamo al mandu- dinene . L'intelletto , intendendo di
ca , nel maſticare il fatto , il palato fà ciò , ch'egli intende. Intendendo
ſi eſulcera, c'iſtupidiſce identi , per- falſo , ſi fà ſaíſo; intendendo ſtella , fi
che trouiamo, che habentes zelum fà ftella : in quanto la ſtella il fallo
non fecundum feientiam , amputaue- inteſo con la ſpecie , ch'eſprimne ,
runt fubditis aurem dexteram , ideſt ei rappreſenta . Proteo mirabiliNi
obedientiam : ſe non quanto all'effet- mo , che in tante forme ſi cangia,
to , alimeno quanto all'affetto ; ra- quante , intendendo , ne vete . Et
dice , che ſotterra naſcoſa là dentro - ecco dalla pietra , ch'eſprime, qua
al cuore à ſuoi tempi ne caccia i fi che'l tutto Achate ; il minilito
maledertigerinogli . ſcelto da Enea ne trae il nome ipfe
7. Efere dunque dourebbero in vno graditur comitatus Achate, per
fatti quelli , che gouernano tutti, darci ad intendere, che degnamen
quale apparina in figura quegli , che te al gouerno ſi douerebbero ſcie
dal troiano Enea fù ſcelto per follc- gliere que ſoli , ſe poſibile folle ,
uatore miniſtro , per conſigliero fe- che tutto ſapendo , tutto nella men
dele del ſuo Impero . Achate quei fi te rapprefentaſſero. Di tutto deuela
Aenei. chiamaua . Ipje vno graditurcomi- pere l'Oratore ditutto deue fapere il
1. tatus Achate, e tale tu da Virgilio 'Poeta , perche materia oratoris ,
chiainato , fe à dortillimo ſpoſitore Poetæ funt res omnesiad elli occor
fi crede ; per figurarlo tale nell'intel- re trattar di tutto ; che ſe di tutto non
Cerda. letto , quale la pietra del medeſimo fanno , non ſofterranno con decoro ,
nome appare in faccia . Queſta , al è'l Perſonaggio , ò l'atto , che intro
Plin l. aldir di Plinio , con artificioro dife- ducendo civanno . E dove occorre
37.6.1 . gno dalla pittrice natura pennelleg- più iltrattare di tutto , che nel go
10. giata , in picciol Teatro quaſi ti uerno ? dunque di tutto vi ſi doue
rappreſenta la ſcena di tutto il Mon- rebbe ſapere : Introduce quell'Ora
do : iui iboſchiverdeggiano , e di vi- tore vn Caualiero sù d'vn caual di
rore sì vilo, che non gialleggia d'au- maneggio ; e da zotico me lo ſqua
tunno ,ne incanutiſce di verno : con dra con la mapaia , ſi che me'l få
ſtupore del campo , che non sà co- vedere quafi vn beltramo di Villa ,
me da vn’arida pietra ſucchino ra- che trotta dal mercato ſulla giu
dici aſcoſe sì vigoroſo, l'humored menta da baſto . Deſcriue quel Poe
immortal vita : iui trà duri mafli ini- ta vn Togato , che và in Senato ; e
teicaturendo le fonti , con più ri- da mal prattico me lo inſacca nel
ſcelliimmobilmente cadenti, s'vpi- la giornea del Medico di Francoli
ſcono in groffi fiumi, d'impertur- no . Spropofiti di nauſea, che ven
bata quiere rapidi, precipitoſi : con gono dal non ſapere. Ma qui ſono
itupore del Mare , che non sà , coa di riſo ; che nel gouernd, ahi , che
me con vn perpetuo corſo mai mu- ſono di pianto , ſe non ſono di far) .
tando di luogo , inaigli arriuino a' glie i bene ſpeſſo cagioni di care
lidi co’lortributi. In piano i monti itie , di glierre , di tirannie , oppref.
ſi leuano : in piano valli s'incaua- fioni de Poueri , morti d innocen .
no . Carri corrono ; Vccelli yola- ti , rouine di famiglie , diftruftio .
ni
Peril Mercordi della 11. Domenica di Quareſima. 157
ni de Popoli ", dannatione d'a- tierno d'vn piloto è ineſperto, è cie
nime , ingiurie diuine , con e- co , ò priuo di ſenno ? non è vn ab
fterminij del ſecolo , e della Chie- bandonarle alla cieca , ò alla pazza ,
fao . vn eſporle, vn ſpingerle , vn conden
8 Colpa , colpa sì di quel mini- narle àmanifeſto naufragio ? e fe'l
ftro , che non sà , e preluine , e vuol ladro s'appicca , & all'homicida fi
fare dell'Atlante con vn Cielo alle gitta ilcapo della giuſtitia humana ,
ſpalle , e ſi trova ſotterra dal peſo perche tolſero la borſa, la vita ad vn
oppreiſo: e vuol far dell'Achille,con ſolo membro , e ſpeſſo inutile , e pal
lancia , e ftocco je và à moſtrare ò trido del corpo ciuile : che farà le
le ſpalle a' nemici, ò le piante de'pie- giuftitia diuina di me , quando reo
dial Sole ; e viol fare del Catone , mi troui d'vna Città alla ninara , ſe
in Tribunale ſedendo , & è venduto non d'vn ſtato : d'vn fiume di ſangue
da pecora in vn mercato : e vuol la ſparſo, ſe non d'vn mare: d'un muc
palla in mano nel maneggio del pub- chio d'anime perdute , ſe non d'un
blico ; ne bà ceruello per giucare al Mondo ? O ardori deli ſdegni diui
le noci co'ragazzetti di piazza.Col- ni, ò ſtridori delle fiamme d'Infcrno ,
pa, colpa sì di quel tale:colpa graue, quando v'accenderete , v’arruotare
che darà grane conto , e pagarà gra- te , fe quì non v'accendete , non v'
ue ſconto al Tribunale Diuino di arruotate ? Aluerta , aluerta dun
tanti danni per l'ignoranza ſua ſe- que chii prouede , chi elegge , a' log
guiti : Tuttauolta d'ignoranza laws getti da eleggerſi, e prouederſi; li
colpa eſſendo , ſarà pure in qualche peſi, li ſcrutini , li bilanci,e pareggi
parte ſcuſaca , e nella ſua dannatio- con queſto , e quello : penſi , che lo
ne dipena allegerita. Ma grauiffima sbaglio , l'inauuertenza d'un fauio
colpa , ineſcuſabile colpa di chi l'hà porta bene ſpeſſo ruine irreparabili,
affonto , promoſſo , fauorito , ſpal- irrefarcibili danni; & argomenti che
leggiato , introdotto al carico almi- farà l'ignoranza d'vn ( ceruellato ,
niſtero , al gouerno , all'officio , al che farà la ſciapitezza d'vn'impru
quale è inhabile , ò meno habile co- dente . Ma quìfrà tanta fauiezza .
noſciuto veniua ; perche? per l'inte- non occorre di ciò più dire , e baſta
reffe del ſangue, dell'amicitia ; per il bauerlo accennato , & io per com
fauore di quel grande, di quel pof- mendarne la pratica , non conden
fente ; per hauer chi ſecondi, per ha- narla. E voi fate elemoſina , mentre
uer chi pareggii neſi hà riguardo al io reſpiro .
pubblico , ne fi tien l'occhio al gir
ito , nè s'hà riſpetto à Dio primo , e " SECONDA PARTE.
ſupremo Principe , che relta in ciò
danneggiato , offeſo , e vilipelo . Col- 9
pa, colpa s'hanno
colpa , che dallo ſteſſo Dio , che non Miniſtri del gouerno pubblico . In
può eſſere che giuſtiflimo ſempre', nocenti , vnò dire , che di preſente
non può non eſſere rigidiflima,e pe- (che che foſſe di qualchetempo pal
ſatiflimamente giudicata , e gaſtiga- lato ) viuano virtuofi ofleruatori in
ta . Ch'io fidi ,cerci , procuri, che fe fteſi del giuſto , è dell'honeſto ;
vengano fidate le facoltà , le vite, l- perche ſe vitiofo ilminiſtro s'elegge,
animeditanti , e tutti à chi non sò , non ſarà fauio . Mi dichiaro ; potrà
e lo deuo ſapere, s'egli bà fauiezza eller fauio in habito , hauer ſcientie
per tanto affare; anzi alle volte à chi acquifitei ma non farà faujo in atto:
sò , che non l'hà : non è vn'imbar- che in fractione panis, al porle in
carle in pelago tempeſtoſo co'lgo- praticá , non coglierà la luna , ci da
158 Etertione di ſoggetti degni
rà in nulla , farà (propofiti. Proprie- la natura ; fe dalla notte è oppreffon
tà del peccato confondere , ottene- ſoffocato ſpirando , veltito à lutto ,
brare , leuar’il ſenno a“più ſaggi: più celebra l'elequic alla ſuamorteme
che non toglie la notte la luce a'crè. delima. Ma che diciamo ? non ri
PT:37 più balli elementi. Comprebende- fplende mai ſempre con luminoſo
runt meiniquitates mea ', a non po- mattino nel Paradiſo Terreſtre? cer
tui vt viderem . Diceua Dauide.Ini- to chesi, apparere di tanti de' Padri
quitates,meæ grauatæ ſunt ſuper me: Antichiimercè dell'eminenza del fi
o lumen oculorum meorum , c ip- to , che diſcoprendo il giro tutto del
fum non eft mecum . doue S. Pier Sole,ombra terrenanon conoſceua,
Ser: 3: Chriſologo . Nox fipelit externum che folle ardita à rubargli la bellas
de duo- lumen : peccata ſinfum Quel tale viſta del già ainorofo Pianeta .. D'
busfilis egli è vn gran dotto . Io te'l conce- onde adunque è quàla ſera venuta?
do . Anco quell'altro tiene occhio come trà raggi ſolari, che lo circon
di buona viſta : ma che gli gioua , ſe dano , ſono sìpenetrate le tenebre ,
và di notre all'oſcuro ? come ſe foſſe che lo ricoprono ? così di luce diur
cieco . E così per appunto la dottri- na la circonferenza (iforma di que
na al vitiofo? quanto ſe fofle ftolido, ſto circolo , & il buio notturno vi
& ignorante. Nox ſepelit externum ferma il centro ? Eh riſponde Am
lumen : peccata fenfum . brogio Santo : Deniquein Paradiſo, Pf.39..
10 , Andiam Signori nel Paradiſo vbi ſemper matutinus erat dies, le
Terreſtre , & in effo ritrouaremo il. Sper. eft factus;quoniam umnia pecca
Creatore Iddio , che vi paſſeggia al tatenebrofafunt. Non è del Ciclo la
freſco d'alcune aurctte giocoſe , che notte, edella mente d’Adamo :non
non sò dirui fe fpirino,ò le ſoſpiri- fon di notte le tenebre;fon di pecca
no.Main fatti egli è già ſera , e cado- toje lo ſcurore , che lobbiſso in vn'
Gen. 3. no da' monti l'ombre , che'l tutto abiſſo di ſtolidezza la ſauiczza pri
oſcurano . Dei deambulantis.ad au- ma del Protoplafto, adombra anco
ram poſt meridiem, dice il Sagro te- ra eternamente l'aria, che lo circon.
Lxx. fo. Ad vefperam . Leggono i ſettan- da. Oh diſiftro: quel cangiante,quel
ta . Tempo poco à propoſito dir ſi vario, che formauano entro quellº:
potrebbe , per godere le delicie di intelletto ,quafi chedi mille viui co
quel giardino . Quel'cangiante,quel lori le ſpecie dell'artitucte , e ſcien
variodi mille viui colori, che in vn zei quel criſtallino chiarore,che dile
-- palmo di terra dipinge,e diſtingue il uelaua iſuiſcerare al ſapere le fonti
giro tutto delCielo, ſe dalle tenebre delli principij , con i ruſceletti delle
è tocco , fi difforma, s'accieca in vn . concluſioni dedotte: quell'ordinede
caos affaſciato , & indiſtinto : quel fpeculabili, e praticabili, ch'era lo
criſtallino chiarore de’ruſcelli, de' fpirto di quella ſauiezza tanta , edi
fonti, che prodigo diſuelatore delle lingueua gli argomenti ne'luoghi;
fue vifcere tutte
con liberale rifleſſo e dallifiniintenti i mezzi ſubordi
ridonauia all'occhio con la lui pro- nati all'acquifto : oiinè , che tocco
pria immagine i di lui proprij bril turbato , oppreſo dalle mentalite
li , rigiri , e ſguardi; ſe dallo ſcuro- nebrediquella notte peccaminoſa ,
re è turbato , Ponde confonde e'l s'affaſciaua alla cieca in vn caos in
fondo,ſotterrato ſott'acque l'ogget- diltinto con quel giardino. Denique
to alla potenza: quell'ordine delle in Paradifo Óc.Et eccolo , ſpento il
core,ch'è lo ſpirto del bello, c diltin- lume , intoppare nelli (propofiti.
guendo co' viali le aiuole , con le Ode la voce diDio,elinaſconde trà :
liepi i frutteti , con le filaie i frutti , certe fratte per non eller da luive
organizza con l'arre l'embrione del duco , ritroyandofi ignudo : timui ea
quod.
Per il Mercordi della 11. Domenica di Quareſima . 159
quod nuduseſſem , co abfcondi me . mente? e potrà vn cale affrontare ri
Dio lo condanna alla morte con la ſolutioni,partiti, prouedimenti,ſen
mogliesc i poſteri cattii & egli ſubico tenze nel ſuo gouerno ? Oh quante
la chiama Eua, che vuol dire Vita, e volte {tupiſce il Mondo dello sba
ne dà la ragione per eſſer madre di gliare de fapienti ? & è poſsibile di 1
tutti iviuenti , eò quòd effet maier cofi,che huomo di tanta ſaviezza l'
eunctarum viscentiana . Quantz hoc habbia fatta si maſchia ? Egli è pur
eft inſipientie ? dice del primoSan vero , che quandoque bonus dormitat
Gio:Griſoſtomo,quid infancus.? dice Homerus. En dormitat Homerus:và
del ſecondo Rup.Abbate . Vn Teo- cercagli nella conſcienza , e trouerai,
logo , qual'era Adamo, naſconderli che fù letargo di vitio , che gli op
da Dio , che pertutto è preſente,che preſſe il ſenno , non ſopore d'inau
vede il tutto , à cuine quando an- uertenza, che lo fuialle. Queſto è vn
notta il Soltramonta : chiamar vita gran punto dice S.Ambrogio , e con
quella, che gli dà morte : madre de' ciò la conchiudo.Quomodo potes iu- D. Ante
viuenti quella ,ch'èmadre de' con- dicare conſiliofuperiorem ,quem vi-'br.15.2.
dennati inattoalla morte . Eh tene- deas inferiorem moribus ? ſuprameoffr. 22
bre del peccato à quanta ftolidezza debet effe, cui me committereparo.
riducono vn'intelletto. Eh dice Grif. An vero idoneum eum putabo, qui
Nihil peccato peius. Ecci trà voi Sic mihi det confilium , quod non dat fi
gnori chi habbia intelletto migliore bi ? mihi eum vacare credam , qui
di quello c'haucfle Adamo? Più. Pie- ſibi non vacat ? cuius animam volu
tròconoſce Chriftoin carnemorta- ptates occupent, libido deuinciat,ana
le ancora per vero Figlio di Dio. Tu ritia fubiuget , cupiditas perturbet ,
Marci
c.S.
es Chriſtus filius Dei vini, e riſuſci- quatiat metus . Quomodo hic confily
cato immortale apparendogli no'l locus,vbi nullusquieti? Tratta il San
conoſce manco per il ſuo maeftro, e to dell'eleggerſi va conſigliero, e di
Signore ; onde è biſogno ,che Gio- ce. Vedi colui, che di coſtumi t'è in
Ioan.c. uanni gli dica : Dominus eft ? olà di feriore , e te lo giudichiſuperiore di
21 .
ce ChriſoſtomoSanto . Queres il ſenno ? s'hò d'elere raddrizzaro , e
lam Petri ſic tardauerasmentem , vt gouernato , ragion vuole, ch'io lo ſia
ab alio audiret Dominum , qui cete- da chi s'intenda più di me di gouer 1
3 IL
161
I L R I CCO
D Α Ν Ν Α Τ' Ο
Per il Giouedi della Domenica ſeconda
di Quareſima.
Homo quidam erat diues, & induebatur purpura, em byffos
Gepulabatur quotidie ſplendide: egrerat quidam
mendicus,cupiens ſaturari demicis, & nemo
illidabat . Mortuus eft diues, a re
pultus eft in Inferno
S.Luca al 16 .
Ire vn Caualiero fagace ;di ciò cheaagello rapace,o
tempo fù, è Signo- con rapido volo , ò con veloce cor
ri, à cuimetteua le ro , frà le ſelue , ed inuuoli ſen'và
biade in fe tili ſpa- cacciando , daman prouida,idola
tioſe campagne tra miniſtra del Vencre Iddio, ſapo
Cerere la Dea Si- roſamente appreſtato le riccheta
cana ; vindemmiaua le vigne in lun- uole gli ſouerchiauano atlantise co'
ghe apriche colline Bacco il Dio montic co'piani garcggiando i fiu
Tebano; coltiuauano i giardini in miji laghi, imari ,à chiuderlientro
affilati frutteti, e gentiliſlìme aiuole le reti prigionii loro mutoli parti
Pomona,e Flora, & iteſoriammuc- frà intingoli , e fapori le aquolte
chiauano à largamano ,con la foto ſempre delicate viuande, co’genem
terranea dite , l'India , e l'Eritreo : roſi candiotti liquori , su de' profa
Homo quidam erat diues : Di bian- ni Altari delle imbandice menſe,fu
chi linii c ſottili, diporporinidrappi mando ogn'hora , ei banchettavia
in ben compoſti affili ; per man di ogni giorno ſplendidamente alla
Pallade orditi ,c poi d'Aracne telfu . grande. Epulabatur quotidie fplen
ti; da ricchifregi, da ricamivézzoſi didè : e tutto ciò ,ch'era fuo, ad vſo
adornati , guerniti. Opra d'vn ago proprio impiegando , à ſuc delitic
gentile,chelereti e gli orivſar ſape- godeua , partcnon nefaccua à non
ua, quaſi pendello , che iniſchia foa- sò quale nendico , che defioro di
liemente al più viuace ininio olcra- alcun ſouuenimento , ſulle lui por
marini i colori , le dà gl'vnguenti te giaceua . Et erat quidam mindi
dall'acque c di Cipro ,e di Pitto pre - cus, o nemo illi dabat. Et ecco,che
tiofi , odoroſe accarezzate carni, diciò cutto procefato , e conuinto
pompoſamente veftiua . Induebatur il Ricco alla ſua morte, per ſenter
purpure , o było . Di ciò, che veltro Za diuina fù condenaci ) ctern.1
X men
162 Il Ricco dannato
mente all'Infemo. Mortuus eftdiues, ' to di biſo , e porpora : induebatur
o fepultuseſt in Inferno. Ceito di ri- purpura o bylo, & il banchettare
gorofo proceſſo più rigoroſa ſenten- alla grandech'egli faceua ogni gior
S. Gre za.Diuesifte (ſcriueGregorio Santo), no . Etepulabarur quotidie ſplendi
non abftuliffe aliena reprehédetur,fed de , e con tutto ciò non faccua elan
propria non dediffe : qui non coſta molinacomelo depoſe in giuditio
di furto, di rapina , d'ingiuſto dan- il ſanto pouerello Lazzaro , il quale
neggiamentoso detentionedirobaal- patendo di fame, Itauadefideran
trui. Godeua il ſuo, vſaua il proprio, do le migole della menſa , ( cauato
drone,equello,
negaua del quale
ſi proceſſa, egli era
e ſi danna ?Se Pa-
go- ne fianchi, nonche nelle guancie ,
votato nelle vene , non che ncl ven
der no'l potea, com'era ſuo?ſe lo po- tre , quali che priuo di fiato , non
tella , in che ſi fonda il procello ? s- che di forze ie le chiedcua con le
era tenuto à darlo , com'era pro- lagrime de gli occhi, col rifringe
prio ? fe non era tenuto , perche fi re delle ſpalle ; co'l ſoſpirare del le .
danna? Noioſo haucre s'egli è in- no , coll'accennar della mano , già
terdetto l'vío . Mifero poffedere , le che la debolezza gli vietaua il farlo
ad alienare forzatamente è tenuto . co'l gridar della voce . Et nemo ili
Padronanza penoſa , ſe legate tic- dabat ; coon v'era chi fi mouefle à
ne alli ſtranieri delij le voglie ſue . pietà dell'affamato meſchino . Ho
Graue proprietà , a cui la libertà ra îi cerca , fe per questo egli fi me
del diſporre non è conceſa. Felici ritaſſe giuftamente la ſentenza del
vccelli, che non hauendo proprio in la Morte eterna . Mortuus eft ds
ſulla terra , vſano de' frutti tutti ues , o fepultusc. lo reſpondo di
tutto lor piacere Terra infelice , sì , e lo prouo .
che produttrice del tutto , nulla può 4 Merita pena
di morte quel
fer ſe Refia à fuo diletto godere, diſpenliero , ò fattore, che hauen
Oh chi ci delle Signori , le piume al do il gouerno della roba del ſito
volo , fi che laſciando con il terre Padrone , inuece d'andarla difpen
Itro peſo queſte miſerie terrene , ſando prouidamente alla fameglia
con leggerezza d'uccelli à quell'ae- del ſuo Signore conforme al debi
re anuenture patlar poteßimo ? to fuo, ingiuftamente ſe la conucr
12. Ad ognimodo di giuſto pro- te in vſo proprio , sfoggiando , c
cello giuftiffima è la ſentenzau , bagordando egli , e la moglie alla
ſendo ch'ella è diuina giuſtiflima- grande. E quante volte ſe ne veg
mente và condennato all'Inferno il gono di coſtoro , che non hauendo
ricco , chepotendo non fà clemo- palmo di terra al fole , oncia d'ar
fina . Io m'addoffo di chiaramente gento all'ombra , ad ognimodo li
prouarlo nel primo punto : e per- trattano con tanto ſplendore , che
che non diciate , che ingiuſta è la fanno chiaro conoſcere hauer'appa .
ſentenza ſe vien fatta lenza ydire rato à tener'i libri de' conti dans
le difefe del reo , vdirò poi la par- quel Villico dell'Euangelo , il quale
te '; nulle , e vane nel ſecondomo- conuocati i debitori del Padrone;
Atrando le ſue ragioni , riſerbando s'accordaua con ello loro per la
ui all'vltimo di ponderare la grauità metà ; e diceua : Quantum debes
della pena dell'Inferno , allä qua- Domino meo ? O ille dixit , centum
le à condannato , e ſon dalprimo . cados olen , dixitque illi ; accipe cau
3. Signori il fatto è chiaro : que- tsonem tuam , o ſede cito , Forshed
ſto Epulone era ricco : Drues erat , quinquaginta . Oh merita la Morte
vi lono doi Teftimonij conteſti , vn cale , come domeſtico ladro :
che lo conuincono : Il nobile vefti dunque , e qucto Ricco la merta .
Ma
Per il Giouedi della Domenica II.di Quareſima. 163
Ma che Logica è queſta, che conſe- all'elmo; ſcorrendo il giorno gli al
quenza è queſta ?Non era queſto loggi,e le campagne; ſtanchi tacen
Ricco fattore, ò diſpenſiero diroba dolila terra il letto , guancial lo ſcu
altrui,era il Proprio Padrone diciò , do , arriſchiando ſei cento volte la
ch'egli ſpendeua . Ah parli adeſto vita in sù difieuoli ſcale nell'alfali
Chryf. S.Gio : Griſoſtomo: Tuarum pecunia- re dell'alte mure; anzidandoſi mil
bom.34 rum o homo es difpenfator, in panpe- le volte per morti diſperati ne' po
ad Do -rum tibi data fmtalimentum ; hac ſti di ſentinelle perdute . Coſtarono
pulum . bona tibi conceſsit , bedares illis efcam à me,replicail ſecondo ,tanto ani
in tempore opportuno, ficut tu conferso mato ſudore , che in trafichibono
tuo bona tua difpen fanda dediſti . Tu rati me l'hò adunate à itenti di ter
non ſei Ricco tanto padrone delle ra,e Marc, à pericolidi boraſche,e
tue ricchezze , quanto ti ſogni, noi di ladri ; vegliando di notte con la
tu ne ſei fattore, tu ne ſeidiſpenſie- penna in mano in sù de' libri; ſcor
roche te l'hà date Iddio ,acciò com- rendo il giorno le fiere , c per le
partendo le vadi in ſoſtegno de' po- piazze; ſtanco facendomiletto vna
ueri alli biſogni occorrenti: al mo- inenſa,guancial la ſella : arriſchianº
do vedi,che tu le dai al tuo medefi- do ſeicento volte la vita in su fdru
mo fattore aldiſpenſierotuo ftello . fcitto battello , nel varcar de' rapi
Notate di gratia;Sicuttu conferuotuo. di fiumi ; anzi dandomi mille vol
Si dice comunemente quel Signo- te per morto abbracciato ad vna
rc e'l Padrone di quei beni , etiene tauola in preda all'onde ne' deſpe
yn maſtro di caſa , vn (penditore , rati naufragij: e non ne ſaremo con
che gli gouerna,che gliipenda l'en- queſto gli affoluti Padroni, ma idi
trata : Signori nò, non ſi dice bene, ſpenſieri? Io non sò che farui , ri
è parlare improprio , biſognadire ſponde Griſoſtomo Nello ,macon
così : Quel Signore è maltro di ca- chiudendo replico , che Resegitur Idem
ſa , cfpenditore principale di Dio pauperum tibi credita ſunt.fineexLabo- ibidem
nel maneggio di quell'entrate ; e ribusiuftis,fiue ex páterna hæreditate
quell'altro , ch'eitiene alſeruigio ,è poſſideas.Habbitio Ricco le ricchez
yn ſecondo maſtro di caſa, vn ſpen- ze ,ò per legittima heredità deriua
ditore ſubordinato al primo : onde ic, ò con giufti ſudori acquiſtare, ad
non meno è tenuto il primo à ren- ognimodo ſono coſe de' poueri à
derne i conti à Dio , di quello ſite- te affidate,vedicome che à diſpen
muto il ſecondo d'andarli rendendo fiero , onde ſe loro le nieghi in ele
al primo : perche hæcbona tibi oc. mofina,reo di furto ti vieni à fare.
Dunque ſe ladro domeſtico ei ſe ne 6 Poter del Cielo , iſtaquel Ric
fà,chiaro che merta le forche. co pure , duro boccone ch'è queſto
s Ma eh Griſoſtomo Santo au- da digerire. Che la roba,ch'io por
uerti, che qui vanno foſfopra i Ric- ſeggo , fia diDio , & in riſpetto di
chi. Gridà l'vno , che le ricchezze , Dio io ne ſia il difpenfiero è dottri.
ch'ei tiene , laſciare gli furono da na , che mi và meglio all'intelletto
Progenitori ſuoi in legittima here- quadrando, perche Dio è il Padro
dità : eſclama l'altro , che in lecite ne del tutto : Non è meno di Dio
mercantie ei ſe l'ha guadagnate . quell'oro , ch'è già improntatonella
Coltarono (dice il primo)à gli An- zecca del Principe,diquello che ſtà
tenati miei tanto di vino ſangue , i naſcoſto ſotto terra nelle miniere :
quali nelle guerre guadagnate ſe !'- tanto è di Dio ilgrano ,ch'è nel gra
hanno à punta di ſpada, e lancia , à naio racchiuſo , quanto è quello ,
colpo di ferro ,c fuoco; vegliando di che virtualmente è riſerrato nella
notte con l'armi in mano , di ſotto femente del campo : & vgualmente
X 2 ¿ di
164 il Ricco dannato
è di Dio il pelliccio, che rittreuoſi glia : di modo che tu feui del loro X
a'fianchi ciripara dal freddo , con tutti quelli , a' quali puoi ſouuenire,
Ja pelle ch'è ſulle ſpalle de gl'ani- e non ſouuicni.S .Baſilio ibidem al- S. Baf.
malicorrenti viui la per limonti,e la lettera. Panis eftfamelici,quem tu ibid.
li boſchi: peroche tutto è opera del tenes: nudi tunica quam in conclaui re
la ſua mano: ipſe dixit,6 factafunt, feruas; difcalceati calceso quam penes
ipſe inandauit,e creata funt.Ma che te marceſcit: indigentis argentum ,quod
la roba mia ſia de'poueri: de' poue poſſides ; quocirca totlabefaétas , quot
ri, che dilteli colà di verno al Sole , fubuenirevales : c però ilRicco ho
colà di ſtate all'ombra ſe ne ſtanno dicrno in ciò mancando , giuſta
qiioli : mentre che gli Aui miei , mente và condennato all'Inferno .
guerreggiando , ſquagliarono ſotto Mortuus eſt disses C.
l'arıni infocate al Sole colà d'Ago- 7 Che ſe raggiungi, che oltre
1to; mentre ch'io affatigando gelauo all'eſſer furto , è fagrilegio in partc .
tià lerigide brine alla tramontana Pars facrilegi eft , (dice Girolamo S. Hie,
là di Gennaro ? oh queſto è un Pa- Santo in Epiſt.) respauperim non da- in op .
S. Baf fadollo . Piano entra quiilP:Bafia repasiperibus; ſendo il poucrello con
bom. i . lio Santo hom.1. Si fateris ea tibi di- Chrilto vna medeſima cola. Quod
uintus provenije, felicet temporalis vni ex meis minimis feciſtis, mihi fe
bona , 'aniniftus eft Deus inæqualiter ciftis: c con eſſer furto ſagrilego , c
res nobis d ftribiens ? Se tu confelli, homicidio ancora , mentre che to
che le ricchezze , che tu poſſiedi, ti glie al proſſimo il pane , il panno ,
vengono dalla mano di Dio,che n'è neceſſario ſoſtegno della ſuavita .
Padrone, io ti addimando, è ingiu- Hoc eft occidere hominem . ( Sciuc
fto Dio forſi,che inegualmente tan- S.Ambr.in pfal.118.) vitæ fuæ ei fub
to habbi diſpoſto di que'mille ſcu- fidia negare : Ah della giuftitia del 1
di d'entrata ; à te ogni coſa , nulla à precetto, della ſentenza non ci può
quel pouero ? quel Dio ,che comuni reftare piùdubbio alcuno.Diues c.
al ricco , & al pouero hà diſpoſtii NemoBr.Mortuus os.
ieſpiri dell'aria , irinfreſchi delle 8 Ma eccoci alledifeſe dice quel
pioggie , il ſereno del Cielo ,la luce ricco:Il precetto dell'elemoſina dot
delSole ,gl'infulli delle Stelle , la trina chiara de' Cafifti: non obbliga
cuſtodia de gli Angeli,lo sborſo del à peccato nortale , ſe non in caſo di
ſangueſuo ,la viſione della diuina graueneceſſità del pouero, la quale
ſua Erenza,haurà la terra creata ſo- conlti al Ricco, & il Ricco nó hab
lo per la vita de' ricchi, e per li po- biegli biſognodi quella roba per ſc
ueri non più che per fcauar la foffa medeſimo conformeallo ſtato fuo ;
à lepellirgli? Se ciò non è da conce- di modo che Ye l'Epulone andó
dere,dunque biſogna dire, che par- condennato , doucua eſſere in caſo
te di quel frumento ,che tienichiuſo diuerſo da quello,in che io fono: ad
in quel granaio,è di ragione di quel ello conſtaua la graue neceffità di
mendico affamato ; que'veſtiti,che Lazzaro , che li morina di fame ; à
tieni ſerrati in quella caſſa , ſono di menon conſta d'alcuno che in gra
quel nudo , clic ligela di freddo ; ue neceffirà ſi ritroui; e quando mi
quel paio di ſcarpevecchie ,che ti veniſſe à conftare,cgli haueua d'au
marciſce in quell'angolo , è douuto uanzo , che io non tengo che baſti
à quel mendicodiſcalzo ; e quelle per lo mio ſtato. Horsillodato il Si
doppie, che tieni tanti mefi, & anni gnore . Reſta dunque indubitata
fono entro quel fcrigno ripoſte, fia- mente conchiuſo ,che quel Mercan .
no facoltà di quel tuo vicino, che ne te , quel Nobile , i quali ogn'anno
bà biſogno per maritare quella fi- auuanzano tanto, e vanno di conti
nun
Per il Giouedi della II. Domenica di Quareſima. 165
nuo moltiplicando le facoltà , fca- nell'Euangelio , e mette le mani ad
richi de' figli da impiegare , Igra- dolſo ad vn ſuo debitore : Rea'de
uati di figlic da collocare, ſe ven- quod debes : pagami di ciò , che de
1 gono in cognitionedella graue ne- bitore mi ſei piegacolui le ginoc
cellità d'alcuno , ſon'obbligati ſor- chia , ſupplicaper nuouo termine
to preceito di peccato mortale al pagamento , ma nulla ottenne ,
à ſonuenirlo . Cosi conchiude che à tutto rigore biſognò , che ſe
San Tomaſo nella 2. 2. queft. 32. n'andaſſe prigione , onde per queſto
art. s. in corpore , che l'elemofi- il creditore fe n'andò condennato .
S.Th. na cade ſotto precetio , Elecmofy- Ma Signore per dimandar'il ſuo fivà
narum largitio cadit fub precepto . d.innato ? ſe queſta giuſtitiaſi mette
Ogni voltachefourabbondi al Ric- in pratica , non vi ſarà chi venda più
co , e la neceſſità del Prolimo ſia à credenza , e ceſſati i litigij tutti,
di coſa , ſenza la quale non fi può in quattro meli vidò pieni gli Ho
ſoftentare, onde la chiama estre- ſpitali d'Auuocati, di Procuratori, e
F mai extremam neceſitatem . di Notari ,molti de'quali mentre i
9 Ma io m'auuanzo Signori , e Clienti pretendono il proprio , vi
dico , che ſe bene la dottrina di San uono sull'appellatiuo. Ah dice qui
Tomaſo fù ſempre angelica , e ne- Griſoſtomolib.4. de prouidentia in S.Chr.
ceffarij( ima guida dichi la liegue, fin . Mihivenit in mentem hec cogi-lib.4.de
tuttauolta , le bepe intendi latino , tatio, vt non folum cupiditas alieni, frouid,
l'aſpettare il toccar con mano la o bonorum direptio , verum etiam in fin .
graue , ò eſtremna neceſſità del Prof- vacuitasmiſericordiæ gehenn.e nobis
limo, è pericoloſiſlimo croppo , e caufa fuit . Non deſideraua coluidi
non mipare, che Sant'Ambrogio l'- fordinatamente quello d'altri , ne
allargalie tanto . Parla diqueſto fat- meno lo toglieua ingiuſtamente nò,
to nel Sal. 31. edice Efurientium eft ma non hebbe, non vsò mifericordia
panis, quem tu retines : nudorum in- alcuna co'l Proſimo biſognoſo : &
dumenium eft , quod tu recludis : io ſon di parere , che non ſolo il to
miferorum redemptio eft , quam tu gliere, edeſiderare la roba altrui,m2
in terra abfcondis : quel pane , quel etiandio la vacuità , il non hauere , il
veſtito , quel danaro , ò Ricco , che non vſare miſericordia , giuſtamente
tieni colà rinchiulo , ſappi , ch'è di ci condanni all'Inferno . Verum e
quelli affamati, di que' nudi , di que' tiam vacuitas & c. Ah e diremo noi,
meſchini. Oh sì bene Ambrogio le che quel Ricco habbi miſericordia,
coloro ſi trouano in graue necelli, che chiedendogli vn poucrello men
tà . Tante coſe , dice il Padre , ſe tu dico vna mezza pagnotta , perche
hai d'auuanzo , e lo nieghi al poule- non lo vede agonizzar di fame, non
ro , che ſe lo chiede , io ti dico , che gli la dona ? che incontrandoſi in vn
non è meno peccato , che ſe lo to- pouero nudo , che gli chiede vn pan
glicni ad vn'altro . Neque enim mio no vecchio ; perche non lo vede ſti
nus crimen eſt , quam habenti tollere, rar le gainbe di freddo , lo caccia in
sum poſſes , abundans fis , petenti- pace ? Incontrarſi in vna pouera ma
bus denegare . Eh petentibus denega- dre, che hà vn bambino alle poppe ,
re: biſogna mò farui la chioſa,e dire. va fanciulletto alla mano , e duialtri
Petentibus , fed tamen in graui necef figlioli à lato , che lagrimando, im
Jutate degentibus : oh temporale pro- portunando la vanno di ſoccorſo di
prio intereſſe , che di ſottiliſime Jaite , e pane ; mentre ella vuota del
chioſe ſei mirabiliſſimo ritrouatore. l'vno, per eller priua dell'altro, ſofpi
10 Ma parli chiaro San Giouan- rando , e gemendo procura in vano
ni Grifoftomo . Và quel Seruidore di racchecarglii & ad ogni modo ſer
rar
166 il Ricco dannato
rargli la porta in faccia , perchenon ſognoſo: ſe non voleli pormi qui i
puzzano ancor’affatto dimorte ?ch ſpeculare nella ſcuola di CriſippoFi
che non ſono queſti effettidi cuoreloſofo il quale conſiderando gliani
humano , che di miſericordia capa- mali più fozzi, e vedendo chenon
ce sà affaciarfi alle fineſtrede'ſenli ; cacciano lana , che tolare si doggia ,
non ſono queſti effetti dibumana non producono latte , che mongere
mano , ch'è gouernata da ragione- li poſla , non portano foma, non ti
uole mente: ſono più toſto di fiera , rano carro , non lauorano terra ; vi.
che non hà mente: ma hò detto po- uiinſomma non ſeruono ad opera
co ; che ſe priua è la fiera dimente , tione alcuna , che di profitto cifa ,
non è priua di ſenſo : bà cuore , oc- conchiuſe, edire, che la natura
chio poſſiede, e tiene mano à ſua haueua lor dato l'anima non peral
guila ; e con enli operando amass tro , che per tanto di falc,onde quel
compiange,aiuta la ſpecie ſua:dun- pezzo dicarne viua dalla putrefat
que lono più toſto d'vn tronco , che tione fi preferualle. Quibus ne pu
non bà fenio . Ma poco hò detto an- trefcerent animam pro Jaledatam
cora ; che ſe priuo è'l tronco di fen- ait efle Criſippus ; ' riferiſce Tullio
fo , non è privo di vita: occhi tiene,e de natura Deorum ,e così dirò anch
braccia ſtende à ſuo modo, e molla- io , che ad vn ſomigliante di miſeri
me bàin vece di cuore , e con elli cordia priuo l'anima non ferue ad
operando , pianger ſi mira la vita , e altro che d'vn popoco di fale , che
darle braccio dall'olmo , e'l pioppo , viuo lo preferua incorrotto . Sozzo
amar sì dice il pioppo , e quel ch'è animale , inutile in queſta vita mor
più anco l'oliuo , e l'alloro , dunque tale fino che in capo gli cada la
ſono più coſto dipietra , che non hà mazza della finale fentenza , & arro
vita : ma queſto pure è poco , che ſe {tito venga in eterno in ſulle cratiin
priua è la pietra di vita , occhio non fernali,mercè che già Aabilira ,e pub
apre , e braccia non fende , non è blicata la legge dall'Appoftolo, ripi
priua dell'eſſere, e forſe, e ſenza for- glia il Padre, che fi faccia giudicio
Je ancora (metaforicamente quì ra- ſenza miſericordia , à chi mifericor
gionando ) racchiude infeno , rifer- dia non hàvſato. Sancita eft, in
ra in capo; ſe non l'occhio, ſe non dicta lex ab Apoftolo. Iudicium fine
il cuore, la pierà almeno e l'amore; miſericordia illi, quam nun fecit
e con efli operando Atillar fi mira fericordiam : è però giuſtamentemjean
pictofa , sfauillar fi vede amoroſa : deranno queſti tali condennati all'
ma ſe queſti non ſono affetti; non Inferno , poſcia che à finirla , fe gli
ſono effetti d'huomo, che ha mente; ſcuſarà dal peccato mortale il non
di fiera che hà renfo ; di tronco che effer quei biſognol in graue , ed
hà vita ; di pietra , che bà l'eſſere ; di eſtrema neceſità , non gli fcufarà l'
chi aranco per forte ? forza n'è il impenitenza finale dell'altre colpe
dire , che ſono affetti, che ſono ef- mortali,nelle quali permetterà la di
fetti del nulla ,il quale di ſua natu- uina Giufticia , che ſe ne moiano in
ra maligno . Nigatio eftmaignan- gaſtigo di quella crudeltà , nella ve
tis natura , dice il Filoſofo, è nega- nialità troppo graui , & abborrito
tiuo del tutto. Cbe ſe mi replicate, troppo da Dio .
che queſto tale tiene anima , che gli 11 Il Boccadoro Santiffimo , che fi
dà l'éflere , la vita , il ſenſo , e la ra- doueua intédere di inedicina ,auuer-,
gione, ftupefatto ripiglio, e ſoggiun- tì, che in tutti li medicamenti cópo
go,che non sò io vedere à che gli ſfer. Ai ſempreci ſi ritroua vn'ingredien
ua quell'anima , ſe non l'adoprami- te frà gli altri, ch'è il principale, Vno
fericordioſo co'l proſſimo, ch'è bi- ve n'hà, che riſguarda il ſuddomi
nio
Per ilGiouedidella Domenica II. di Quareſima. 167
nio della maſſa peccante : vno, che peccatore in vna cognitione foura
tiene riſpetto alla parte offeſa : que- naturale; quale pofta nelventrc del
fto ,clıcacuiſce la pigritia di quello: la merre , fàmotione per le vene de
quello , che tempera l'acutezza di gli affetti della volontà , onde ne và
queſto, che sò 10 :maolore à tanti vi lofſopra lo ſtomaco della conſcien
è il principale , che s'ordina contro za, finche ſuperata dal medicamen
l'humor dominante, che s'indriz- to la malitia peccante nell'atto della
za al colpomaeſtro , qualſe manca , conpritione , ne feguita l'eliacuatio
manca la midolla all'ollo , manca ne della maffa peccaminoſa nella
l'offo al braccio; vuò dire, che rieſce Confeſſione Sagramentale,finendo
la medicina si fiacca ,che non haurà fi poi di conſumare le reliquie del
l'effetto felice,che ſi pretende: hora male con la regolata dieta della fod
bene: s'hà dariſanare fpiritualmen- disfactione impoſta dal Confeflore :
te vn peccatore;s'hà da ridurre à pe- c quì c'entra principalniente clemo
niterza: che ſi farà ? Oh dice l'am- fipaleſe c'entra, c'entra nell'vltimo,
monitione loaue d'vn Padre ſpiri- e ſolo peraccidente : ma non è que
tuale , la minaccioſa correttior.ed'o ſto il ſentimento del Santo . Piglia
vo’Euangelico Predicatorc,l'oratio . il Boccadoro al creder mio la peni
ni de' buoni ſerui di Dio : Quimi in- tenza facale , per la ſanità del pecca
greditnti:il principale, quello ,di cui tore, e cercando qual ſia ilprincipal
clcolpo, quale fara? l'elemoſina ri- medicamento perridurre l'Inferino
ſponde il Santo onde ſe queſta leui, fpirituale alla ſalute d'vn pentimen
leui il tutto , peroche queſta hà da to verace,riſponde ch'è l'elemofinas
fare il colpo maeſtro Medicamen , perche fe'l ricco peccatore non fa
tum fortius, quod maximè optetis , in elemoſina, Dio d'ordinario non gli
pænitentia ,eleemelyna, ficut in per- darà la pillola della gratia attuale ,
ceptis medicina accomades medicamenh che venghi ad eſſere efficace all'atto
fum multas quidem herbas accipit , della penitenza , e cosi medicamen
»nam autem dominantiffimam : fic tum dcnc vuoi la ragione !
etiam in pænitentia ifta dominantior , 12 Pigliala dal Sal.17. Com San
opotentior eft , vniuerfum ipfa ef- Eło Sanctus eris, au cumviro innocente
ficit.Serm.9 fuper Matth .Macome innocens.erising cum electus ele&tus eris,
entra la elemolina in comporre la o cum peruerfosperuerteres.Legge vnº
penitenza : ofta .quelbel ceruello . altra littera . Cum benigno benignus
Laſciamo, che non ſi parli di peni. eris.cum liberali liberaliseris:cum firem
tenza precise , feel quatenus virtus,ne cero, a candido fincere ,o candide a
quatenus Sacramentum , ma conſide- gis os cum peruerſosperuersè agis. Si
rata in totalatitudine. L'Infermo e'! grrore, diceDauid ,con quegli,ch'è
peccatorc,la malla peccante le di lui benigno ,e liberale, benigno, elibe
colpe ; lamedicma la penitenza : il rale anco voifete : Con quegli, che
medico e'l nostro Dio : lo direi,che'l tratta con la Maeſtà voſtra alla buo.
fatto procede at modo ſeguente. Pi- na , candida , e finceramente , alla
glia il medico Iddio tanto di aloèa . buona , candida , e ſinceramente la
maro della memoria della morte : Maettà voftra tratta con ello i ma
tanto d'agarico eletto , ch'è capitale, con quegli , che và alla dura alla
di anucrtenza alrigor del Giudicio ſtorta , alla dura , alla ſtorta giuſta .
fipale:canto di Diagridio focoſo di mente ſeco n'andare .Si, dice Chri
timor dell'Inferno:miſchia,e l'indo- fto ; io ti chiedo , ò Ricco peccatore ,
ra con la ſperanza del Paradiſo ; c elemofina in perſona di quel pouc
cosi farra la pillola d'vna gratia at- rello , e non è queſta pia meditatio
tuale , la fà inghiottire all Infermo nema verità cattolica, dichiarata di
bocca
* 168 ... al Ricco dannato
bocca tria ncll'Euangelio , e me la Buon ſentimento , ma non é al pro
nicghi, perche dici non ſeiobbliga- poſico mio · Riſponde ilquarto il
to à farmela,ſe non mi vedi morirdi Padre S. Agoſtino.Anteforesgehen
fameschenon tibaſta vedermimo naffat mifericordia:la portinara,quel- Auguri
rirc in Croce ? hora bene, non vuoi la che ſtà alla porta dell'Inferno ,è la lib. so
elſer liberale meco? non fard libera- miſericordia.Eh no Agoſtino tu vor 39,
le teco . La vuoi vedere in puncto 1u- rai più coſto dire la giuſtitia. Perche
vis ? Veggiamola à tutto rigore di in inferno nulla eft Redemptic , onde
legge:ti riduci alla punta dell'obbli- non cihàche fare la miſericordia .
go riduciamola à tutto pụnto. Tida- Ah, riſponde il Santo , troppo ci ha
ro gli aiuti ordinarii , che ſaranno che fare. Ante fores gehenna ftatmia
Lofficienti a conuertirti , à fare peni- fericordia , do nullum miſericordem
tenza condegna , perche à queſto io permittit in carcerem illum mitti: di
mi ſono obbligato : co' quali tu di alla porta dell'Inferno la miſericor
fatto non la tåraiima de gliaiutipar- dia , & è l'vfficio di lei non permette
ticolari , che ſarebbero efficaci , oh re in conto alcuno , ch'encri colă
non vi penſare , chequeſta èlibera- dentro, chi fi ſiadi quelli, chemiſe
lità mia,della quale ſei troppo inde- ricordioſi ſono ſtati in queſta vita . 6
gno. Ahi e quanti ardono nell'Infer- che ? s'hà forſe da intenderc S. Ago
no morti impenitenti, che ſe foſſero ſtino alla lettera ? ſarà per auuentura
ftati liberali co 'pouerelli, anzi con la miſericordia vn perſonaggio fitti
Dio ,Dio hauerebbe toccato loro ef- tio la di comedia ?Eh vuol dire, che
ficacemente il cuore e concello gra- à miſericordioſi darà la miſericor
cia di vera contritione, di fagramen- dia diuina tanta gratia in queſta vi
tale confeffione . ta , che muoiano contriti, econfelli;
13. Oh efficacia grande , potere come permette all'incontro a ' cru
eftremo della miſericordia verſo de deli , che muoiano inconfeſli impe .
pouerelli .Macurioſità Signori non nitentwſecondo l'ordinario modo di
meno profitteuole,che gentile . Chi procedere della giuſtitia, e della mi
mi sà riferire, chiſia il portinaro giù fericordia diuina .
nell'Inferno :Padre non fuflimo mai 14 Horsù ,Padre,entra qui vn ta
in que' Paeli . Piaccia à Dio ,che le confeſſo , che quelli,i quali vanno
manco niuno di noi vi capiti. Pure tanto ſulla ſtretta con Dio, mèricano
hò vdito direriſpôdel'vno,d'vn cer- queſto , e peggio . Io dalmio canto
to vecchio Caronte, che traghetta I- farei volentieri elemoſina , e mi
anime làper quella palude entro d'- ſcoppia il cuore de'pouerelli ; ma
vna barcheuatanto ſdruſcica , che non pofo,non poſlo : hò mille ſcudi
per leggicri,che ſiano gli ſpirici, ge- d'entrata,è vero ; maſe voglio man
me , ftride ſotto del peſo, e pare,che tenere la fameglia conforme allo
fi vogliaaffondare · Eh fauole de' ſtato mio , non men'auuanza vile
Poeti. Hò letto,riſponde quell'altro, ſoldo; anzi hò ,che farc à tirare tanto
d'vn certo cane cerbero , che ſtà alla la briglia , che nonmitramonti il
porta là giù del Tartaro , e per trè Sole alle 22.hore:io la dico ſchietta ,
canne manda da vn petto ſolo tripli- cnetta,non poſſo , non pollo, in ve
cati i latrati . Eh menzone come le rità,ch'io non poſſo . Signore s'egli
prime . Si potrebbe dire , riſponde non può , biſogna hauerlo per ifcu
vn terzo , che fuſſe la diſperatione, fato .Non me neparlare, dice Iddio;
Dante conforme a ciò ne ſcriſſe il Teolo- oh Signore ad impoſſibile nemo tene
nell In - go volgare , il qual diſſe , che sù la tier : ſc non può : 'Non me ne parla
ferno . porta dell'Inferno ſi legge. Laſciare re,dico, cheio gli porto vn'ocio ab
ogni ſperanza , ò voi, ch'entrate . bomincuolo tanto, che non mi pof
To ac
1
Per ilGiouedidella II. Domenica di Quareſima. 169
fo accomodare feco lo ſtomaco . E ideo mendax eft , a Deo fic inuifuso
perche Dio mio ? Perche egli è vno Is Che neceſſità hà quel Nobile
di quei trè così fatti , co ' qualime !' di campeggiare con quell' adobbas
hd legata al dito. Tres species ( nell'mento luperbo , che gli coſta vn’oc
Ecclef.al 25. ) odiuit anima mea , a chio ? che perderebbe di reputatio
aggrauor valde anime illorum . Pau- ne , ſe lo facefle divinticinqire fcudi
perem fuperbum , diuitem menda- meno difpefa , e ne veltifie doi po - .0 T
cem ; ſenem , fatuum , o infinja. uerelli,e ne ſoccorreſlevn’Hoſpitale? : a
tum . Trè male razze hò ſempre Neceflità ? Druitem mendacem : ella
odiato in eſtreino , ne le polio mi è vna inarcia bugia , peroche è tutta
rar di buon'occhio in conto alcuno . fuperbia , peroche è tutta albagia.si
Il pouero ſuperbo, il ricco bugiardo, Che necellità bà quel Mercante di
il vecchio ſenza ceruello . Vedere vn fare , che la Moglie la sfoggi al pari
pouero , che fia fuperbo come ſono di quella Daina ? che tanto le relta
gran parte de' poueridi queſti tem- rebbe addietro le ſpendeffe vna doza
pi, che per un poco d'abbondanza di zina di ſcudi meno in quel gioiello ,
pane , che vengono ; fi ſdegnano di ene faceffe vn palto a poueri della
trauagliare, emettono il capeſtro al parocchia? Neceſità: Diustem men .
collo alla Nobiltà nelle irragioneuo- dacem : ella è yna marcia bugia , pe
li mercedi , cheprerendono . Oh di- coche è tutta fuperbia , peroche è
ce Dio , non lo pollo ſoffrire. Vous tutta albagia : ah necellità tutte fins
vecchio ſenza ceruello : v. g. quelle te , che non finiranno mai ( Scrine
Donne , che tengono tantiannialle S.Agoſtino ad vn gran Caualliero ) Aug.ad
{palle, quante rughe ſul volto,e s'af- Sintamo che non finiranno idilar Comit.
fatigano ancora di parere donne dinati capricci delle cupidigie:hu - quendă
freſche: quelli huoinini, che à fomi- mane. Tunc finientur ifte neceſſita - princi
glianza de' porri hanno la barba , e'l tes,cum finitæfuerint ifte cupiditates: pem ep.
capo canuti ,e verdi le foglie de'ca- Chè quello dicena pur Tullio. Non 70 .
pricci , e de' penſieri , e ſtanno ſull? eftfacultatibus addendum ,fed cupi- Tull.
amoroſa vita . Oh dice Dio non ditatibus detrahendum . Si pofono citat. à
poſſo tolerare . Pauperem fuperbuimt paſcer canidi caccia ; fi pofionove- floren
fenem fatuum , o infenfatum :ma Air di ſera le mura ; fi poffono giu- cia ma
frà queſti due vi è queſto dimezzo, car le decine, & anco le centinaia diirial.to.
Diuitem mendacem ; vn ch'è ricco foudi; fi pofono ſoſtener ſgherri , e 2.fer.
bugiardo, perche dice , che non può, mantener concubinc, e non lipoco
c bruttamente fi mente . Può , può no paſcere , veſtire , ſoccorrere , c.
fdice Agoſtino Santo ) colui fe bene mantenere i poueri, i luoghi Pij? Di
dice dinon potere : tratcaghi d'vn'- uites mendacesSmarcie bugie's che
opera pia ; d'vn'elemoſina : eh non non ſtà il difetto in non potere , ma
può quattro giulij: trattagli digitta- fà in non volere . Poteft enimin bis
re , fpregare in capricci del Mondo , que vult, o in bis , quenon vult or
in intereſidi carne , oh allhora pe- 16 Ma v'è di peggio , grida S.Gio : loann .
trà ſpendere, e fpenderà di fatto ſe Griſoltomo, homil. 37. ad Popul.Chryf .
decine de Scudi: dunque non è che Dum ſpectacula fiunt, afſiftis ridensihom .37
non poffa ; è che non vuole , onde fi @ admirans, vt promptius fiant ,ad Po
conuincebugiardo ;.e Dio non lo pecuniasprabessc pauperi.pro Chri- pul.
può roffrire , non lo può tolerare • fto fupplicanti neque refpondere , nea
Diues mendax eſt , qui in his , qua ad que reſpicere dignaris; quin gran
Deum pertinent , toties dici! ron por ua dicis verba . S'eſpone .in piazza
fumi poteft enim in his squez ult, 6 vn cartello , che innita a’ſpettacoli ,
in his, quæ non vult , non poteft , co alla comedia: tutti corrono, non v'è
Y chi
170 Il Riccodannato
chi dica non poffo ; là Gi feſteggia , fi tante volte ingiuſtamente l'aggraui
ride, Ligiica allegramente il denaro; Sappi , che quanto del rigido fa
& al pouero di Chriſto non ſolo q. rai co' poueri;& à puntino dell'
niega elemoſina,maò ſi ſdegnano ii obbligola vorrai con elivedere ,
Chriftiani di riſpondere, e di riguar- tantodel rigido più teco lo farà Id
dare ;ò lidicono-villanie , & ingiu-- dio , e la votrà vedere più che à puno
Thi.. ho rie. Si quisvnum petens obulum ac-- tino - Aurea ſentenza del Santo .
35. ad cedat , contumeliys ali ,quin infeta- Ille , qui ſemerus in Pauperem , Oʻin '
Pop.. mur, o impoſtorem vocamus.Viene conferuumexałtor eft; multo magis
vn mendico ,e ti dimanda vn quat- Deum in fe habebit Jeuerum , o ex
trino , e lo ſpediſci con dirgli ; alle aĉtorem Saprà ben'egli trouare
forche guidone , che fingilo ſtrop-. Nodim infcirpo & il pelo nell'ouo,
piato , & hai braccia di galera . Non li che giuſtifinamento eiti condan
erubeſcis, non borres homo,impoſto- ni all’Inferno ò per l'vn'obbligo ; ò ?
rem propter panem vocas ? énon t'are per l'altro ,al quale baurai mortal.
ronici; e non t'innorridiſci di chia- mente mancato , ſi che dice diralli,
mar quel meſchino ingannatore per come dell'Epulone hodierno : mor
lo prezzo d'vn tozzecco di pane ,ch' tuus eft diues,o fepultus OĆ. Penſate
egli ti chiede? Quin o hoc crudeli. bora,ſe non vi mette conto à fare lar
tatis noſtre redargutio eft ; nam quia ga elemofina, e laſciate , ch'io re-
dare facile non fuftinemus ; innume. (piri'.
tas coguntur artes excogitare , ut inn
humanitatem veftram fallerepoffint. SECONDA PARTE ,
Che ſe quegli par finge', ſono lefire i
LA
LA CVSTODIA
A N G E L I C A
Per il Venerdì della Domenica Seconda
di Quareſima.
Honso crat Pater familias , qui plantanit Vincam , e
Sepem circumdedit ei.
Matt . I l .
Lori ſtupiſca pure , feruendo il ſemplices l'imperfetto al
che io ,no'ldiuieto, perfetto;l'innanimato al vegetabile ;
à Signori, che per queſto al ſenſibile ; il tutto alragio
A l'huomo ſolo , e neuole.Ma.che all'huomo ordinar
non più , l'eterno ſe poi anco Dio, che alliteſſe cuſto
fabbro Iddio fab- de,Aio , Pedante:vn'Angelo di Para
bricaſſe il Palazzo di queſto Mon- diſo , che.dinatura gliè tanto lupe
do viſibile,materiale; immobili git- riore, come dall'hodiernoVangelo
tando le fondamenta del centro ; vien chiaramente raccolto ; Et je
eminenti alzando lo muraglie de pem circumdedit ei : ideft Angelo
monti ; ampie ſcoprendo le fine tre rum cuſtodiam ſpiega l'Angelica: oh
dell'ariai & ordinando ,che di tetto di queſtoio fupiſco ,mentre la con
ſeruiffe ftellato il Cielo ; divoltei ueneuole congruenza non bene an
nuuoli pennelleggiatià candido , & çora à prima viſta io ſcopro . Che ſe
à vermiglio ; dipauiinento il piano meco , o Signori, di cercarla vi è in
laſtricato di fiori ; e ſcauando per grado : vediamo prima il vantaggio ,
pozzi i fonti; accendendo per focaia che la natura angelica tiene all'hu
digiorno ilSole ; allumando dinot- mana,acciò il motiuo dello ſtupore
ce per lucerna la Luna;depeſciem- più ſpicchi; cerchiamo poſcia ſe'in
piffe la peſchiera de'marisdiſeluag- gratia tiene all'Angelol'huomovan 1
1
I 86 La Cuſtodia Angelica
allellremo Corpito ci alliltiate al & affettate: ſerbano à pena veftigio
fianco , per noi vegliando di notte , oſcuro di folla del timore ,di Dio
pernoiopran do inno , in facig.- riempita da ſperanze, e fidanze fal
bili, in eparabili, Luisdonando le laci , e luſinghiere ; ſcaduta la con
noftre corporali batezze ; compa- traſcarpa della Chriſtianaprudenza ;
rendo alle noſtre fpiritualimilerie ; facra vn dirupo confufo dimalitio
illuminandoci la mente ; ſtimolan- la fecolarefca fagacità ; perducą .
doci il cuore ; conſecuatori ai que- affatto la ſtrada coperta del proui
fta fracida carne , non chedello ſpi- do auuedimento , adeguata , ſpiana
rito incorruttibile ; reltimonij ſein- ta da temeraria pazza profuntions
pre di viſta dicutto quel peggio , che à cui inefficace per il più riuſcendo
rende noi ſtefli à noi qedefimi in- il dominio de i primi conoſcimenti
fo portabili ;e li troui frà noi , chi di natura , ç di fede ; inutile rieſce
puti l'hore : sì l'hore , igiorni, ime- anch'ella à ſcoprire la ſpianatan
fi , gli anni; manco poco non diſli, della noſtra vita , ch'è di già fatta
la vita cutra ſenza vn ricordo della vna ſelua di corruttele, e d'abuli ;
preſenza della cuſtodia voſtra ; ò fe diſordinate le cortine delle paflioni
pure vn ricordo ; così indiuoto , c humane iſconcertate: leuata lor la
ſecco , che non lo moua ponto à ri- difeſa de'baloardidelle morali vir
nerenza , ò riguardo , ad iftima, ad tù , che la caduta del vitio và di
amore , à ſegno di gratitudine al- ftruggendo Alle porte del voglio
cuna ; one dourebbe ad ogni iftante tolti i ponti leuatoi de' riſoluri pro
humiliarſi gradire , ringratiare , lo- pofiti, & in Jor vecepofte le infie
dare , riucrire , feruire ? oh huomi- uolite fauole delle fiacche velleità ;
ni non meno di ruftici ſentimenti rotte da ruggine di traſcuraggine in
imbaitarditi nell'animo , che di ru- tereſſata le ſaracineſche delle pro.
ftica terra ammaſſati nel corpo : oh meffe , e de' voti : infraciditi i can
meriteuoii troppo d'eſſer priuati ſe celli de' ftrapazzati eſercitij eſterio
non dell'opera voſtra ( già che'l de- ri de'voti : sformate da inconfide
creto Diuino non lo conſente ) al- ratione animaleſca le mezze lune
meno dell'effetto feliceà danno lo- delle precautioni diſcrete , & auuc
ro temporale, & eterno . E chi po- dute , che so io . Ah e quel, ch'è
trebbe ſoffrire vna villania si fatta peggio , gli Angeli vedendogli à
dall'humana natura , ſe non la gene- questo ſtato volontariamente ridor
roſità della nobiliflima angelica na- ti, anch'eglino ſdegnati partono non
tura voſtra : ſe non la carità , che
curano più dar ſoccorſo . E ſe'l Cu
bearilimi vi accende in gloria ?Rode loro particolare di preſenza
20 Ma che Aupore che vadano i non gli abbandona , titira almeno
Chriſtiani tantodimenticatidivoi anch'egliin gran parte gli aiutiſuoi
, ede
.
fortiſſimi Cuſtodi loro , mentre co- Chiari Imadottrina de' Padri
sìdimenticatiſe ne vanno della mi- Teologi , onde Bernardo fanto, pian
Aica Piazza dell'anima loro ſteſſa ? geua V & nobis, fi quando prouoca- Ber.fr.
Oh ſgratiara miſeria del Chriſtia- ri peccatis , e negligentys noftris, 1.de An
nelmo: mettiamo gli occhi nell'- indignos nos iudicauerint præfentia ,gelis.
anime de fedeli , e vederemo nu- corfitatione fua.Dio mio ? & attac
meroſiſſimi farſene collamuraglia cando il nemico le Piazze dell'ani
della diuina , & humana legge dan- ma si ſprouedute; che ſtrage , che
neggiatada rouinoſe rottureditraf- ſcempio ,che ſacco , che dannoeter
greffioni mortati, il terrapieno del- no non ne hà à ſeguire ? Oh o ta
la conſcienza ſpallato , e sfiancato men dormiuntmulti , dormiunt mul
in rilaflarioni , & ignoranze craffe , ti . E con ciò-ttutto con tanto peri
glio
Per il Venerdi della Domenica II. di Quareſima. 187
glio auantigli occhi, con tanti dan- chezze digratia t'hà l'inimico pres
ni alle ſpalle numerofilimi dormoe date ? ' Oime è depredata la campa
no neghitrofi. gna del meritoriooperare,quant'an.
21 Oh peflima infania noftraw , ni ſono ,che della Città dell'anima
cſclama S'Agoſtino , quia cum con- tua impadıonito in peccato mortale
tinue videamus contra nosdraconem titiranneggia ?dache ti colle in quei
ore aperto paratum ad deuorandum , trafichi ingiuſti, in quei contratti
nihilominus dormimus , a lafciui-' vſurai, in quell'odioſo liuore, inte
mus in pigritijs noftris , tanquam fe- quella brama fanguigna di vendicar.
curi arteeum , quinihilaliud defideo' ti, in quella praticamala , in quel
rat , quam ut nos perdat. Inimicus,* concubinato , ò altro ſimile . Tulo
ut occidat,ſemper vigilat linefomnojs ſais tu lofai : e dormi in ceppi putea
O nos ut cuftodiamus nos, nolumus anco ſchiauo dannato a galera d
euigilare à fimno. Oime peflima's eterno fuoco ; ne al racquiltare la li
noltra pazzia ch'è queſta: veggia- bertà perduta ſolleui generoſo il
mo , veggiamo con gli occhi della penſiero ? eh folue foluevincula colli
fede aperti il veggiano; veggiamo tui captiua filia Sion. Sciogli, ſciogli
dico il Dragone infernale, che à boca hora mai dal collo tuo le catene det
ca aperta ci ftà di continuo à fronte la tua prigionia ,e ſe non ſai il coine
per diuorarcij & ad ognimodo dor- tipoftaſciogliere , porgi l'orecchio
miglioſi ſteli giaciamo entro a'laſci- alla voce dell'Angelo Cuſtode ami
ui nidi delle pigritié noſtre. Quiegli. corche ti riſueglia , e tidice , come
nulla più , e nient'altro deſideras che' quall'altro à Pietro incarceratoſur
depredarci,e perdercieternamente: ' ge velociter ,ſurge velociter ; leuati
e noice ne viuiamo , quaſi che carta leuati ſpeditamente si ſpeditamente
n'haueflimo d'vna tutta tutta ami- leuati da quelli interefli di roba , da
cheuole Gcurezza . Poderoſo ilne- quelli intrichi d'honore i da quelle
mico non chiude l'occhio mai; ve- reti d'amore : preſto preſto al punto
glia, veglia di veglia inuincibile , in- alpunto ſpeditamente , non tiraila
fatigabile, indefectibile per leuarci la ' più lungo ; non voltar fianco forno
vita , e vita eterna ;e noi, e noi per fencepur'anco ; che queſto ſonno
cuſtodire noi ſteninon ci vogliamo fratello potrebbe finire in ſeno dol
fuegliare dalmolle ſonno, in cui adó la ſorella ſua morte . Surge veloci
dormentati ſtiamo al molle canto ter , ſurge velociter ; che le a queſta
delle micidiali Şirenedi queſtoMó- voce obbediſci con vn'atto Verace di
do :: Ehfurge ſurgequi dormis:hora contritione , e propoſitofermo di
eft iam de fomnofurgere;licuati hor- confeſſarti: à te felice , poiche ſi co
mai sù dormiglioro fedele , lieuati, me à Pietro al punto iteſto cecide
dico , che già alto il Sole s'auuanza runtcatena demanibus fuis , à que
nel giorno dell'età tua. Iri guerra' fto iſteſſo punto , che ti luegli,e ti ſe
ſtạis & albattereprimo della Diana, ui, li ſcioglieranno quelle del collo
che li feceinſulloſpuntare dell'alba: tuo' , e caduce a' tuoipiedi, libera ti
dell'uſo quodiragione, eri obbliga- troueraire ben’attare Ipeditaad ado
co ſaltar'in piedi ſuegliato con l'ar- prare la ſpada contro dell'inimico.
mi in mano ; e puré lin'hora hai dor- 22 Ma tu dormiltera pur anco?
mico: ſin'hora che già vicino titroui ne di ſuegliarti, ne di lcuarti ci curi ?
al meriggio della temporale vitae ahichedell'Oltinate timoftri, e tidi
tua ; e fe non lo tocchiforſe , ſe non chiari , onde per tale l'Angelo già ti
declini alla ſera, ſe non fei ſull'occa abbandona ; ' & abbandonata dall'
fo dimorte ancora : e colpa del tuo Angelo ,che ti è Cuftode, à ine che
dormire i quante ricchezze e ric- refta più fare ,ſe non leuando la pa
A2 1 · rola
188 La Cuftodia Angelica
rola di bocca ad Iſaia Propheta alzar in queſto ſonnoinnamorate ſepolce
la voce , e gridare alli Diauoli. Om- preda franca li danno a’ voftri eterni
Ifa. 56. nes beſtie agri venite ad deuorandum , furoriie però venite, venite omnes
venite vniuerfæ beſtic ſaltus:su veni- beftiæ agri ad deuorandum . Et ob ſe
te , su tutte ó betie, o Furie inferna- horribilmente horrenda queſta tra
li , arruotare le zanne ; aguzzate gli ge de' fedeli addormiti fi dà à vede
vnghioni;ſpalancate le fauci; allar- re ; dicalo il Cielo, che perdendoli s
gate le viſcere ; vccidere, ſquarciare, piange i danni ſuoi: dicalo il Tarta
ſuiſcerate , ſmembrate, e diuorare , ro , che riempiendoſi , ride de' ſuoi
che queſta preda è voſtra dall'ange- guadagni. E voi , le hauete ſenno ,
lica cuſtodiagià abbandonata i mer- alueduti vegliate, viglianti pugnatej
cè che dormientes, amantes fom- e vegliando , e pugnando perſeuera
nia , dice il Profera , dormono que- te ; langelico ſoccorſo indiocate, af
fte anime , e dormendo ſtannoli in- frettate , e venuto gradite , e ben '.
namorate di queſti ſogni mondani , vſare . Vincitori v ' aſpetta il Para
che all'ingannato ſenſo vengono dilo . Perditori vi aſpetta l'In
rappreſentati. Crede l'vna arricchire ferno.L'vno felici ſempre ;
in quelli trafichi ; crede l'altra ag- l'altro infelici in eter
grandire colli titoli; credono queſte, no . Dio ce ne
e quelle di beatificarſi in que'diletti liberi . A
carnali ; ma ſognando fi ſtanno , & men .
189
PENITENZA
DI F F E RI T A
ALLA MORTE
Per la Domenica terza di Quareſima.
Erat Iefuseijciens Dæmonium , egillud erat
mutum :
ra bene: Ego quoque in interitu veftra alle doloroſo fue piaghe, elleno sfac 1
ridebo . Verta l'hora della morte , ciatamente gli voltano ridendo l'oc 1
LA
301 :
LA SAL V TE
DEVE ACCELERARSI
Per il Lunedì della Domen. III.di Quareſima.
Multi Leproſi erant in Iſraelſub Elifão Propheta, com
nemo corum mundatus eft, nifi Naaman Syrus .
S. Luca al 4. capo ,
Rouerbio antico , ò viaggio ,la ſtrada, il corſo alla ſalute .
Signori , chi tardi Molti leprofi erano inIſraele à tem
s'alza diletto , non pi d'Eliſeo Profeta , e Naaman ſolo
arriua all' albergo fù dalla lepra ſanato: l'habbiamo nel
CHG coʻl Sole, & il mal-
anno lo alloggia
l'Euangelio corrente . Multi leprofi
erantin Ifrael, o nemo mundarus eft,
L'etio viwe mendico, emuore all nifiNaamanSyrus.Mercè chedilui
Hoſpitale,percheſtandoconlema- Tolo dilegge,che al priino auuilo, ch'
nialſeno alcore,dormigliolo sbada- eglihebbe ,trouarti là il rimedio del
gliac dicedimamiandrò à bottegha. ſuo malore, preſto,e qael, ch'è più
Facilmerke volendo ſi prende l'oc- per le ſteſſo,non guardando à coſto
cafione incontrata,perche lungohà e fatiga,à ricercarlo fi moſſe. L'hab
il ciuffo da fronte ;ma ſeguita alle biamo nella lettione hodierna delta 4.Re.so
ſpalledifficimētes'arrelta,peroche Storia deRegi: Ingreffus eft itage
calua nell'occipitiofi troua.In effet . Naaman conciòche
segue. Sei Le
to ,cane,ch'è zoppo ,nongiunge al proſo , ò peccatorei la tualepra è il
A
lepre i ccorſiero di piè dolente non peccato.Cerchi ſalute? Ecco il mo
arriva al pallio. Al primo odore fiu- dello diNaaman. Mouiti preſto ,cer
tato fi moue ſpedito il veltro alla calaper teſtellone tifácare per po
buſca , to'rifiuta , & alballar della co.Così Chrifto in ciffra ti parla dall
corda , ſuelto il barbaro G ſpingeal Euangelose s'attendi,io ce lo ſciffro.
corſone fe lo ſcordaje così quello fà 2 Signori era leproſo Naaman Ca
preda,fà acquiſto queſto . E certo à pitan Generale dell'armi del Rè di
che ſerue trattenerſi il paſſaggiero Siria , & inceſo da vna fanciulla ſua
sui'l paſſo , penſando alla ſtrettezza ſchiana , che in Iſraele ſi ritrouatia
de ponte ,& alla corrente del fiume, unProfeta medico valeuole per niſa
fe non à cagionarli vertigine , onde farlo , ſubito ſenza vn punto d'indu
tracolli, e s'affoghi ? A dirla come la gio ,tolta licenza dal Re, à ricercarlo
fento,ladro ,che vede ibirri da lungi, i moffe.Marauiglia,donnaſchiaria,
.. cgli aſpetta vicini,con dire,mi fål- e fanciulla:Puellă paruulamique erat
uarò nella Chieſa , ſetroua la porta in obf:quio vxoris, & egli dagraui
ferrata, e colto vàſulle forche; à to impieghi occupato politici,emilita
danno , egli fe I lià meritato con un ri. Penta primae diſcorri; incédi pri
boia ineſperto,che ne lo ſtenti. Tutti mas'è vero. Niente alprimo ſempii
vorrebbon (aluarſi, e Diopochine ce auuiſo fimoue,li mette in corſo .
falua:perche? perche pochiton qucl- Sauio cheſauiamente c'inſegna, che
li, che con preſtezza intraprendino il chinon corriſponde libito ,àquando
chia .
Сс
202 La ſalute deue accelerarſi
è chiamato àfaluarfi, ma fàlfogdo, chieroche faiperditempo con sibel
ma traſcura ', e differiſce , Ità in gran teinpo. Anzi riſponde,quimi godo il
periglio di perderla eternamente . beltempoche'lporto là m'allicura.
3 Quà batte quell'auuiſo di Gre- Ob pazzo ,e s'il tempo a muta , chi
gorio il Santo diNazianzo: Aequora fiaſaluezza al tuolegno , alla tua vi.
nec celeri fulcans infida carina , dum ta ? & ecco iprimi venti allentano,
tibi flat Zephyrus,nec magnas cxci- cangiano ,s'ingroſſano; la sauc affal
tat undas, committe, ut curfum ratis tano : follenano le corna i nebi,s'am .
anchora iacta retardet: e vuol dire le mucchiano, ſi ſtringono, il Cieloor
nauighi, edi ſpira fauoreuole il ven- curano ; fi curbano l'onde njarine, s'
to , fiche à viaggio poſato ti poni adiranø,inferociſcono leſponde ôp
condurre in faluo: ſarpa tantoſto,ne pugnano, fugge il Solelaluceſpare ,
trattenerti piùcon l'ancore in fondo; e ſconcertate ſtridendo le fartetutte,
perche ſe'l vero muta faccia, la tem- à sì alto tuono le ftira la tempeſta
peſta di leua ,& in ſpiaggia mal ſicura fonante, c'horl'vna,bor altra ftrepi
ti coglie , tu ſei perduto : poſcia che toſamente ſi ſpezza , & ilpauepia .
L'vn dei duci otrattenendoti in alto, Sarpa allhora il nocchiero per vſcir
cafforbirà la proceHaid affrettando- di periglio, alza le vele ,e s'affretta,
ti al porto, t’infringerai ne ſcogli: e tirando al porto. Tienti ohiinè, che
però Acquora 66.Chiedeteadeſſoà trà l'oſcuro de nembicorri aHa cie .
Giuda, comc.fi perdeſſe meſchino, e ca ad inueftire ne'ſcogli e naufraga
vi dirà, che per traſcuraggine ſola di re. Ma doue fiati trattenga ? fulla
queſto auuilo. VideChriſto conden- ſpiaggia nonpuò, che imarroſi pof
nato ,e pentito d'bauerlo tradito; pe- fenti lo sbattono , l'incagliano ,'lon
pitentia ductus : confeſsò la ſua col- per disfarlo :nell'altononè poſibile,
pa peccaui tradens ſanguinem iuſtü ; che i caualloni ſpumanti ſtanno di
e diſperato ad ognimodo morendo, puntoin punto per ſoprafarlo , per
ist ando perduto in eterna:ne cercate il coprirlo per affogarlo . Mifero s'af
perche dice Griſoſtomo Sáca:Dixit fretra dunquc,e contro lo ſteſſo por
peccaui, tradens.fanguinem iufti ,fed to rópendo , ne indouinandola boca
nonpotuit vitare peccatum , vt in eo ça , tra le braccia della vita,che l'ar
quodpoenitentiefftinaueritadportú, petcaua,incontraſciaguratamentela
ibi incideret in aternum ,o fine repa- moreche lo fuggiua.Quefto à Giu:
ratione malum . Ahvtin eoquod pec- da ſucceſſe:Dixit peccaui,oc.Naii
nitentiæ feftinauerit adportum.State 'gania Giuda il Mare de'ſuoi auari
meco. Trovali colà vn nocchiero in diſegni ; edato fondo neldeliberato
ſpiaggia periglioſa già dato fondo, e tradimento del ſuo Maeſtro, ecco la
zeffiro foaue alle di lui fortune fa- notte del Gione Santo,zeffiro foauc
uoreuole {pira; lo ſpinge da poppa , dell'amoroſo ſpirito del ſuo Signore
ma piega alquanto all'orza,siche ve- ſpira fauoreuole à lui migliori for
loce lo porti,non lo trapporti:ſereno tune. Lo ſpinge da poppa con la ſpe
il Cielogli arride, e gliſcoprevicino ranza , ina piega alquanto dall'orza
ſicuro il porto . Solleuano le ſpalle i del timore, con l'auuiſo ſegreto ,ch
Autti, masi piaceuoli, chemormo- egli la ſcoperto il dilui fallo . Vnus Mar.
rando atteſtano eſſere cóparli à galla exvobis tradetme,qui manducat mé- 12.
perportare in collola nane,nontra- cum ; sìche veloce à pentirai lo porti,
collarla ; e'l vento ſteſſo le farti fteſe non à diſperarſi il trapporti. Sereno
ſcotendo, pars, che toccãdo le corde il Cielo della diuinabenignità gli ar
d'vn mufico cetarone, că ſuonoami- ride , mangiando con etio luiin vn
co alla partenza l'inuiti ; ſarpa, ſarpa piatto . Qui intingitmecum manum
fiſchiando: & il nocchiero in vecedi in catino , quafi co'l propriodito di
ſarpare, più ferri gitta. Che fai? noc- mofrandogli ſicuro il porto della
peni
Per il Lunedi della Domenica III.diQuareſima. 203
penitenza à ſalute.Solleuano le ſpal- per vſcirdi perigliozalza le vele delle
le i flutti delle minaccie : Va autem mal concerte ſperanze ; e s'affretta à
hominialli,per quem filius hominis reftituire il prezzo dell'innocente
tradetur ; ina si piacevoli, che con- tradito , tirando al porto di peniten
dolenti atteſtano vſcir' in atto per za : panitentia ductus retulit trigin
portarlo in collo alperdono , noile ta argenteos . Tienti miſero , che fai?
tracollarlo algaſtigho : Bonum erat non èil pentimento verace vn'atto,
ci,finon effe natus homoille; e'l Sal- che fi debba precipitare trà mentali
uatore telo , co'l lauarglide' piedi, oſcurità si fatte ; corri alla cieca ad
e comunicarlo di mano fua ,pare , inueftire ne'ſcogli di mille oſtacoline
che toccandogli le farti fteſe delle naufragar diſperato: penſa prima, c
innarprite voglicriſuonare gli le fac- pefa lagrauezza dellatua colpa ,l'ec
cia muſicalmente nel cuore ; farpa cello delle miſericordie diuine; rifta
Giuda , deb ſarpa : efci di peccato , biliſci la fede; la ſperanza rauuiua,&
deh n'eſci. E Giuda in vece di far- ammollito difponti con l'aiuto di ſo .
pare, e d'yſcirne, più ferri gitta pra à pentirti á falute. Ma doue fia fi
di più affondata malitia , e parte trattenga ? ſulla ſpiaggia della mali
à dårlo in mano a'nemici . Che fai, tias doue fi troua, durando in effanc
meſchino , che fai ? perdi tempo lodeue,ne può che i marrori en
con sì bel tempo , in tempore oppor- ti de' rimoroli interni lo battono, l
tuno. Anzi, riſponde , qui mi go- incagliano, ſon per diśfarlo nel lace
do nelli miei interefli il bel tempo raro ſuo cuore. Nell'alto della cor.
delle piaceuolezze di ſopra , che m'- fideratione armeggiando in cfaine, c
aſſicurano il porto per quando inef- ponderatione aggiultata di quanto
fo mi ſarà in grado ſáluarmi. Oh hà peccato , e deue per ſoddisfare ?
pazzose ſe'l tempo ſimuta,e ſi fàdi non è poflibile , che icaualloni ſpu
giuſtitia,queadeſſo dimifericordia, mantide'meritati gaſtighi, nell'in
fi moftra, chi ti fia diſaluezza all'- maginatione fua leſa ſtanno di pun
anima per l'altra vita ? Et ecco gli to i punto per foprafarlo , coprirlo,
fpirti amoroſi del Saluatore s'allen- & affogarlo nel tartaro infernale .
tano , ſi cangiano , s'ingroffano in ri- Meſchino s'affretta dunque ad VIL
Matt . gorofi giæditij ; e vedendo conden- pentimento malfatto , che non è for
27
nato il Signore . Videns ,quod dam- cuti oportet ic contro Piſello porto
natus effet, affalita quella conſcienza della penitenza ,non indouinando la
fa trona da timori, e treinori. Solle- bocca , ch'è quella del cuore ; in toto
uano le corna i venti di nuille dubbij, corde veftro; in diſperatione rompen
e foſpetti; s'ammucchiano , G ftrin do : trà le braccia della vita , che l'a
gono in doloroſe anguftic , e'l Cielo ſpettaua à falute , incontra ſciagura
oſcurano della mente prima ſerena.camente la morte temporaler & eter
Si curbano l'onde marine delle paf- na c , he lo fuggiua , ſoſpendendo ſe
fioni tutteis'adirano,s'inferocifcone feffo, & affondando dannato :abiens Mats.
diſordinate e lefponde della fidan- laqueo fe fufpendit. Queſto èquello , vbifup.
za, e conftanza oppugnano, Fugge il che voleua dire Griſoſtomo Santo .
Sole della fede;ſpare la luce della ra- Dixit peccaui Oc.onde bene auuiſa
gionei e ſconcertate ftridendo le far- ua Gregorio Aequora o C.
ti tutte delle ſtimolare fire voglie , à 4 Oh quanti Giudi, oh quanti
sì alto buono d'impetuoſo moco le traſcurando, procraſtinando obedire
Atira la tempeſta fonante della dia all'aguiſo della faluce , naufragano
bolica çentatione,c'hor l'ona, horl- dannati ſulla bocca del porto al qua.
altra ſtrepitoſa li ſpezza in reſolutio- le fperando aſpirano? Mamolti an
ne precipitola , ſi che l'animo ſteſſo cora, direre ,entrana in poto con il
fe pc ſpauenta . Sarpa allhora Giuda ladronc. Tardi anch'egli li moſe , c
Сс 2 CO
2014 Liſalute dcue accelcrarſi
così tardi, che più tardar non pote- uida piouofa ſera . Maria ? auuez
va i e pure approdò falao con vu ſo za a'vezzi, alleuara ne gli agi , con- .
Spiro lolo dipenitenza al coſpirato li fueta a'diletti, trà le delicic nodri
do del Paradiſo. Signori queſta è la ta ; che farai per tant'aśni in vita
folita replica di queſto punto ; alla di penitence ? Oimè duro paſſag
quale replicarc in guiſe varis fi fuo- gio da gli vaguenti a' flageli; dalle
le. Per me dirò vn bel tiro di Grego piume a'ciliciji da' conuitia' di
rio il Sauto di Nazianzo. Neg ; enin giuni; dalle delicatezze della Deco
furto fapius circumueniri Chriſtus di Cipro alle aſprezzo de' Marlina
amat. Non ama Chrifto , che ſpeſſo gliani dirupi . Sempre è tempo à
gli fia farra da’ladri; laſcia tal volta dolerli; ma non ſempre è tempo à
correre , ma raro ; che non ègioco godere . Sempre hà ſpine il roſaio ,
queſto che gli dia guſto . Vogliamo che poſfi cogliere ; ma non là ſem
vedere quanto raro :Non più che dui pre role ; e farli duro letto la ter
erano crocifilli con effo , & ad vn fo- ra puoi d'ogni tempo ; ina noin
lo l'auuenturato furto concelle. Vi già ſempre morbida l'herba , e i fio
des latronesi fed non ambo an eifdem : ri. In fatti • Maddalena egli è va
alter Regnum hæreditauit : alter in gran riſoluerti nella tua giouentù .
sehennam demiffuseft. Signore , ela Comprare adeſſo la medicina al tuo
corrente di quattroriui di ſangue , male con l'oro delle tue chiome
che voi ſgorgate , non portaranno fe bafterà con l'argento de' crinica
doi concrocitiNi con voifelicemen- nuti : fpegnere con i ſoſpiti le fiam
te fàluinel Paradiſo ? perirà in eter- me de' tuoi amori ; le baſtarà con
no , chi con voi more in tempo ? al- elli portarne poi difperſe à volo le
la fine la gratia è per doi ſoli.Niente ceneri: innaffiare co'l pianto i cam
dice Chriſto : ladri, che aſpettano pi delle tue guancie , primache
al più non poſſo : balta d'vno, e non la cultrice vecchiaia co'l vomerc
più ; non vuò , che alcuno vi s'affi- del tempo vi formi dentro i rol
rii . Alter Regnum ore.Neque enim chi delle ſue rughe. Vuoi tu , ch'io
furto Oc. Non mi fi dica dunque te la dica ? godi mentre che puoi ;
il tale dopo tanto tempo impeni- che finche dura la vita , dura il ter
tente viſſuto s'è confefſato alla mor- mine ancora di penitenza . Balta
te : dunque ſi è faluato ; perche è dolerſi vn fol giorno , vna ſol'ho
fuccello di troppo gran contingen- ra , vn ' iftante è vuoi dolerti vn'
za . età inticra ? ok pazza . Così dice
Lsc& cm Non cosi Maddalena, ut co- uale il Mondo ;ma non l'vdiua el
7. {xonit , dice l'Euangeliſta San Luca. la ſauia . Necspſa ſe referuauit , vt
Subito , alprimo auuilo cbe ellas fine vitæfue pænitentiam ageret,
hebbedel doueGritrouaffe il medi ( dice San Ceſareo Arelatenfe ) fed Cæfar.
co del ſuomalose , sorleà trouarlo dum adbuc poteratpeccare , fic vo-Arelat.
pencita . La contempla il Mondo , luit peccata deferere , vt illam de bom . 7 .
e ftupifce : diſrompe , e gittaimo- adulterijs fuis non impoſibilitasfub
nili : ſtraceia le gale pompoſeiſcio- traheret, fed voluntas . Ob fálla
glie da' naftri lechiomes e diveſti ci ragioni dotiea riſpondere : e
to abiecta , c di trarro fpregiatan ſon’io forſe di natura immutabi .
rompendo in gemiti , sfacendof in le , ò di coitumi? aquezza a'vez
lagrine , à penitenza s'affretta . Me- zi , m ' auuezzaro à rigori ; alle
tamorfoſi Atrana : veder cangiarfi uata ne gli agi , in'alleuarò nelli
ad vn punco vn' Aprilc in vn Gen. Aenti ; conſueta a' diletti ,m'aſſuc
naro : vna prinauera in vn verno : farò à parimenti, nodrira trà le
Ynſereng ragiadofo mattino , in li- delicie, ininodricò trà le pene l
.o
fon
Per ilLunedidella Domenica III.di Quareſima. 205
ton di terra alla fine , e la terra que s' bà da cercare la ſalute dat
di berbora fiorica , & imperlaca sà peccatore : preſto al primo anni
rauoltarli ignuda trà libronchi , To , che gli viene dal Cielo , con
le brine , ei geli : e le fia duro il Maddalena in fatti, con Naaman
paſſaggio , da gli vnguenti a' Hac in mifero : e non tardare traſcu
gelli ; dalle piume a ' cilicij i da ratamente con Giuda , sù l'vn
conuiti a' digiuni; dalle delicatez. de ladri affidato ; onde s'affon
ze della Dea di Cipro all'aſprez. di con l'altro eternamente danna
ze de'Marſiglianidirupi;farà ſoa- to . Ma non baſta ,chelimova
ue il palfare dalflagello al perdo- preſto à ſalute hà da cercarla per
no ; dal cilicio alla gratia ; dal di- ſe inedelmo . E non baſtaua , che
giuno alla gloria ; dall' afprezza . Naaman mandaſſe ambaſciadorial
del monte alla ſtanza beaca del Pa- Profeta , mediatori , oratori , che
radilo . Eh che nel bel godere è gli otteneffero la ſanità ? non lo
il buon dolerſi ; e nel fiorir del- Iculauano i tanti affari delRegno ,
le roſe ſono le ſpine men dure: la lunghezza del viaggio , con 1
e chi fi ftende à dormire trà l'- infermità attuale dal ricercarla in
herbe , e i fiori , ſpeſſo iui tro- perſona ? e pure poſpoſe il tutto :
ua co'ſerpi veneno , e morte . volle per fe fteſto cercarla , e fe
D'oro adeffo hò la chioma ; e chi licemente adiuenne , che la tro
m'aſſicura , che pria mi ſi cangi uaſſe , Affidar tutto ad altri vn
in argento , non mi fi cangi il ca- noftro tanto intereſſe ? tutto à que
po in cotica ſpelata di cemeterio ? ſerui di Dio , cheper noi preghi
shammeggiano in me le vampe no ? tutto a que'Santi Auuocati,
amoroſe ; e chi m'accerta , che che per noi intercedano ? e noi
prima d'incenerire , non miri- ftarcene immobili nell'affetto , nel
troui murata in vn tizzone d ' In- cuore , nel ſentimento : Signori, la
ferno! E quanti , e quant asi sbagliamo à partito.
ma che la veccchiaia lor folcbidi 6 Che non poteliano Maddale
rughe il volto , vengono dalla na , e Marta quelle amate diſces
morte ſegati nel mezzo al prato pole co'l Saluatore? e che non me
della giouinile lor vita ? Godere ricauano con l'hoſpitio loro sì fa
mentre che poſſo ? non potrò for- migliare ? haueuano le chiaui de'
ſc pentirmi, quando ch'io me'l pre- lui teſori ,il ſuggello de' lui diſpac
tenda . Riſerbarmi al dolore d'vn ci , de' lui arbitrij il voglio . Muo
giorno, d'vn' hora , d'on ſol'inſtan- se il fratello Lazzaro , e Chris
te , che porta ſeco il periglio d' Ito viene al Caſtello . L'incontra
eternità ; mentre preuenire lo pof- no l'impallidite Sorelle di grama- '
fo d'vn erà inticra : che ſciocchez- glia veſtite , che haucreſte dette
za più fciocca ? Aſpettare al più due albe adombrate in vn manto
non poſſo , & poi dire , ch'io vo- di mezza notte , che ſpargeuano
= glio ? non ci arriua il diſcorſo ; زil rugiada dipianto : e'l Sole Chriſto
credere non vi s'aggiuſta : eh che incontrato oſcuroſi trà quell'om
pretezza , che aſicura , non fù mai bre di duolo i ſembrò , che per pie
preſtaj & bor’hora che tardar pof- tà tramontaſſe frà le lagrime lo
To peccando , hò d'vſcirne veloce; ro quali che dentro al Tago . E tra
e farò certa , che à ciò mi porta l'- montate Signore inentre che qui
arbitrio , non l'impoſibile . Tan- v'aſpettauano àſgombrare i ſcurori
to lauia ella fece ; e tanto fauia- di queſti lutti ? balta vn raggio del
mente ci voleua dire Ceſario : Vt diuino voſtro potere à rauuiuare
cognonit : Nec ipfa Os. Preſto dun- quel morto , e riueftiredi porporino
riſo 2
206 Laſalute deue accelerarſi
riſo il lagrimoſo lugubre delle do- morum , ma che fia?che perciò egli si
lonciimbrunite ; e liberale non ne ſa- mandi affoluto di colpa, e pena? Es
rece à queſte voſtre sì care?Siriſpon- dicetvbipofuiftis eum ? Hoc eft,ilpie
de , Vbipofuiftis eum ? Moſtratemi ga il Padre ,in quo reorum ſtaru eft ,
Jon, 11 , queſepolto si troua. Tollite lapidē; in quopoenitentiumordine? Videam ,
Jeuare quella pietra , aprite quell'a- quem fletis,vt lachrymis ſuisipſe me
ucllo ,acciò ch'io veder poſſail cada- moueat. Tofto chiederà conto di te
nero . Eh noSignore ,che puzza , ri- medeſimo Iddio : voi piangere , pre
ſponde Marta : rifioriſca alla vita , e gare per queſto tale, & egli per le
poſcia ſenza nautea lo vedremo. Ab Iteffo che fà ? èegli peccatore di fra
Marta , quanto t'inganni : Videam , gilità , ò di malitia?'èdiprimecadu
replica Chrifto per bocca di S. Am- te, è di pratiche inueterate ? è peni
Am brogio , videam quem fletis, ut la- tente, èperfeuera? non vicrediaredi
br. l. 2. chrymis furs ipfe memoueat. Bifo- far tutto davois'egli ſteſſo nontrat
depæn.gira, ch'io vegga primail morto ,che ta per ſe medelimo : il voſtro pianto
voi piangere ,acciò egli ſteſſo colle à pietà mi commousíma ſe nonveg
lagriine lue à pierà mi commonadi go il ſuo,nonmouerommi al perdo
ſe medeſimo.Confeffo ,che nonl'in- nodi meritati gaftighi.Videam , quě
tendo.Piangonoi morti forſe?man fletis Oc. ch'egli è ben'il douere,che
co le pietre Atillano doglioſi humori, chi per le medefino fi traffe à mali,
fe viue à loſ modo non ſono. Ele per le medefimo cerchi la ſua falute.
pianto cercate , che à pietà vi com- 7. Peccatore tu l'hai inteſa, ſei in
moua ; non baitano i quadruplicati peccato mortale moito, ſepolto, in
ruſcelliche ſgorgano da' lumi delle vecchiato, infracidito ,ferente: i cuoi
forelle 2 due viue, querule , lagrino- puzzori ſono più volte inſopporta
fe , dilette non vi cominouono .; e vi bilià:te medeſimo . Penſi tu à nuoua
porrà commouere vn morto ſenza vita, penli tu àfalute ? riſpondi, ci
vocese ſenz'acti?la voce viua č quel- peaco, e ſpero; e pur fra tanto perſe
la , ch'eccitar ſuole nel cuore i noſtri will nelle tue colpe , c peccati am
atfetti addormiti:l'atto viuaceè que mucchi à peccati,ne ceni d'ingiuriam
gli, che ſcolpir Luole nell'animo ivi- re ,offendere vn Dio di maeſtă infin
w fengi. Ma en cadauero ch'è in- nita , terribile con gli huomini, e con
mobile , e muto , che potrà fare ? Eb gli Angieli ne'ſuoi giuditij, & oltrag
che non intendi il miſtero riſponde giare , e ſtraziare queſto humanato
Ambrogio. Veniet admonumentuim ſuofiglio. Chi t'aſſicura ,che di pun .
Chriſtus, o ſi viderit flere proteto in punto non ſcenda il colpo della
Martbam banifeminant miniſtery; fentenzadiuina , e raffondinel fon
& flereMariam , qua attentè audie- dodelle miſerie di queſta e dell'altra
bat Verbum Dei ,mouebitur miferi- vita ;contedi giorno ingiorno il và
Cerdia ,cùm viderit in tuo obith la- facendo con canti ? replichi', hò que
shrymas plurimorum : 0 dicet vbi ferniddi Dio, cheper me pregano; hè
pofuftis eum sevuoldire: Lazzaro que’ Santi Aquecati, che per me in
fra fimbolo delpeccatore; la morte tercedono. Étu da te non ti moni s
del lui peccato d; unque tu che lei in cridi ,mentre per te altripiange ; c
peccato , feivn Lazzaro morto , fen beſtemmi Iddio , ei Santi, mentre
fente: & ecco perte piangono per te per te i Santipregano Iddios e laceri
orano , per te intercedono i buoni queſto Chrifto , calpeſtando's ſuc
ferui di Dio , & i Santi del Paradiſo chiando in mille iniquità , & ingiiz
tuoi Auuocati, à qualitiraccoman- Atitie queſto Corpo ; e queſto San
di ; e l'offeſo Signore fi commoue à gue,mentre per te altri l'offeriſce fu ’!
pierà. Monebstur mifericordia , cùm fagro Altares& in iftatosì fatto fpe
viderit in tno obitu lachrymas pluri- riſalute , afpici à perdono? Soggiun
gii
Per il LunedidellaDomenica III.diQuareſima. 207
girio non fpero ſalute,mentrefòin manamente parlando , da sipofſenti
queſte fato, ma quádo io n'eſcaper incerefliquali neceſſitata?Obmale
penitenza, comeho penſiero di fare, dette lunghe riſponde la fanta don
che sò m'è acceffario il farlo i ma frà na: guardati figlio da cosi ficre fire
tanto che mi trattengono gl'interef. nc ,ſed dignus fratribustuis effectus 2. Ma .
li diroba,d'honore,e vitasipero ,che particeps , fufcipemortem , vt in illa chab.7.
i Santi, eferuidiDio tratteneranno miferatione cum fratribus tuis te re
il colpodella giuſtitia di ſopra , em cipsam : Vuoi ſalute, vuoi Dio ;vuoi
otteneranno tempo à ben pentirmi, miſericordia in eterno : miraquel
e faluarmi, ſangue; queiſquarci , quei cadaueri
8 Oh ſanta Madre de Martiri Ma- laceri de' tuoi fratellijnon per fidarti
chabei: tu ,che sì felice Oratrice riu- inelli,e conſeruar la tua vita,ma per
{ ciſti inperſuadere all'ultimo de'fin darla con elli , iniſchiare al ſangue il
gli tuoiildiGngannodi queſto erro- ſanguejammucchiar ſquarci àſquar
çe, ſcendi, ti priego, dal Cielocon lo ci, accumulando il tuo alli cadaueri
tuofpirco, emoata su queſto perga . toro; che te chiamando hora Dio có
mo, c perſuadià queſti ildilinganno clli , con eſli hora per temedeſimo
medeamo . Già lei fratelli de' Ma- haid riſpondere. Magna lausmatris
chabei erano caduti martiri anti al in exhortatione virtutis ( grida S.Ci
Tingnno dell’Afia , ſofferti per l'ora priano ) fed maior in Deitimore, D.Cip.
feruanza della legge tormenti horri- in fideiveritate . Ob gran lode, che in exh.
biliMimi: reſtaualylitno,cheall'età, à quelta madre li deue per forza d’ndmar.
all'aſpecte puotę muouer pierà in oratoria perfuafiua.Ma oh maggio- c.11.
quelle viſcere , non so ſeme le dica re , che l'è douuta per ilſentimenco
infielite, ò infierite;difiera , d ferro . profondo c'haueua
, della fede , e del
Si volta il Rè alla madre:la tentasche timore di Dio; e che ſarà ? ſeguita ,
perſuada il figlio il violar della leg- quod nihil tibi,aut filio de fex marty
ge : & adambiduepromette quelle rum honore permiſit , nec fratrum
mondane felicità , chepiù felici arri- precem profuturam credidit ad ne
dono ſotto la gratia reale. Che farai gantis falutem . Che ſapeudo haue
donnaiq . ftà la tua vita ,e quella del ua da fare con vn Dio ,che sà danna
figlio co'l ſommo.de glihonori , de' re , e ſaluare , & à cui nulla iinporta
piaceri,de gli ori : qui la tua mortese faluar' il figlio ,dannar'ilPadre , dan
la dilui , con l'eccello de tormenti , nar'vno, e faluar l'altro fratello ; non
de' ftratij: eh fà ,che villa,e teco viua ſi promiſe tanto à ſalute , ne perle ,
contento , goda co ' fiori de gti anni i ne per l'vltimo de' pegni ſuoi lopra il
frutti di forte amicajmancieni adeſſo martirio de'ſei tigliuoli;ne ftimno,che
la vita che già glidelli e cauane I'v- i lor prieghi a giouare efficacemente
Cura del proprio viuerešnon per dan- gli hauetleroſe rinegauano Nccfras
narui noimaper pentirui à ſuo tein- trum precem .Non perche in facti no
po; paſſaranno i furori del Rè ; s'ac- potellero eſſere loro di giouamento ;
quetaranno le turbolenze preſenti;vi ma perche il fatto era in forte , clta
farà tempo per ritornar’alla legge ; e ua in mano di Dio, che sà fare de'ti
frà tanto le temi l'ira del Cielo , che ri, che in eterno li piangono : e trak
vi preuenga ricorria ' figli morti: ſei tarli d'ardere eternamente ,e porla in
figli martiri hai nel coſpetto diuino , forſe?affidarla dubbiofaméto all'aiu
co'l ſangue ſparſo , con i ſquarci fof- to altrui,one aſſicurarla pociamo da
ferti con le lor lacere membra le có- noi medelini ? Iperando, e diftcrirla
ſagrate lor vite non potranno aſſicu- al dimani in contingenza di non po
rare alla madre , &al fratello la ſofa terciarriuare, s’hoggi prevenire là
penſione de'gaftighi , la dilatione al poſſo? oh fono Ipropoliti , ſono paz
pentiinento :mallimeper colpa hu- zie , fono beftialità da non crederli ,
e pur
208 La ſalute deue accelerarſi
c pur ſi fanno . cheportò ſecoteſori per dieci talen
9. Che dici adeſio ,ò tu , che viui ti d'argento ,ſei milla fcudid'oro , e
in peccato ? ò tu,che ſei in iſtato d'e- dieci mute di veſtimenti,eliuree: re
terna perditione? Dio ti chiama à fa- gno di quanto tempo , e ſpefa ci pre
lute :tieni ardimento di differire an- tendeua impiegarui, tutto ftimando
cora la penitenza ? hai tu cuore an- ben'impiegato per ottenerla: & afſc
cora d'affidarla intempo futuro all'. gnandogliEliſco per medicamento
interceflione de'Sāti, e ferui di Dio? il lauarli rette volte nel Giordano,rc
Io non ti dò per ſicuro, quantunque ne ſdegnò,come chemedicina vol
folli certo , che mille Martiri, e mil- gare,e facile troppoaſſegnata gli ha
le Confeſſori vniti offeriflero per te neſſe , ftimando , che graue morbo
al Tribunale di Dio vn mare di ſan- per poco riſanar non si poſſa : e ſarà 1
e tanto male r'cleggi?e ſe canto t'affi- hauer ſoddisfatto con quel non nulla,
di nelle miſericordic di Dio ; che non che ti diede il Sacerdote per peniten
lo ſupplichid'vna cocale, condonatio- zaj ne più ci penſi vo punto . Sciocco
ne al gaſtigo ? pentito , e veramente che la partita è anco aperta , e t'aſpet
pentito del coinmeſſo peccato, non l'- tano guai , miſerie , e trauerlie nella
otterrai da vn Signore di miſericordia roba,nell'honorc , nella vita dite , de
infiniça ? Si feciſſet (riſponde Ambro- tuoi figli della tua caſa; e quando ti
gio ianto, impudentie notaretur, quod verranno alle ſpalle , ſtupirai d'onde
D. Am. moderationi diuine fuiffet ingratus. vengano i darainelledoglianze, nelle
in Pf«. Elegit non god vi flagelloeffit immu- querele ; quafi che incolparai d'ingiu
37. ne , fed quod moderatus iudicauit , vt ſto il Cielo , che lo permetta . Certo
Dei lenitati fe committeret . Per nil- si: Santo innocente , che aile leggi di
fun modo haycecobe ciò fatto Daui- uine intieramente ſerbare di nulla è
de ; chetroppo sfacciataggine farebbe debitore . Tanto haipeccatoi tanto ti
Hara: Sfacciataggine ? sfacciataggine venne ſcontato nella penitenzafagra
.si; Dio lo poteua gaſtigare in eterno; mentale ; e tanto ti relta digaſtigo; vn
e non lo volle gattigare che io tempo : iota non ti verrà rimetio, fe con opere
Dio gli poteua in tempo caricare i trè virtuoſe, e penali ( aggiungeteui le in
flagelli alle ſpalle e fi contenta fagel- dulgenze ) non te lo conti . Vedi tu ,
larlo d'vn folo : & egli ardire di for- s'è pazzia', che t'affidi,calicuriilla
trarſene in tutto ? non era quello vn quell'atto prirnodi penitenza:vedi tu ,
chieder gratia, ma vn'eflere sfacciata- le mai mai in tutta vita ftancarti deui
mence ingrato, à chi gli tù pieroſo. Nò in raddoppiare il pentimento di com
diile Dauide ; hò peccato : effer deuomelli peccati , e procurare con opere
punito : hò offefoi è giuſto , che io fod- virtuole, e penali,orationi,clemoline,
& in
Per il Lunedi della Domenica III.di Quareſima. ' 211
& c indulgenze d'arriuare alla foddis- viſſe peccando : Tn confitto ? jo con
fartione compita : timotoſo ſempre, ficto: e miſiandchiodi dolori di soda
che all'improuiſo non venga la giuſti- gre, e chiragre. Tu confitto io trafic
cia di fopia all'eſecutione diquello , co : e milano ſpine, e miliano lancie
che tu le deui: quanto deui , non fai'; punture intenſe di capo, paſioni acul
ma dal numero grauezza , e miſura te di cuore : ahi chi poteſſe Signore
delle tue colpe ben puoi argomentare, tante volte teco crocifiſſo morire,
ch'è molto ; e mai inaipuoi eſſere fi- quante volte peccando ti lo croci
curo d'hauere à pieno pagato . Baſta fiffo :
dire, c'hòmortalmente peccato,e co' 13 Oh Dio : oh fedele : parlo à te ,
peccati mici hò poſtoqueſto figlio di parlo à me, e parlo a' piedi di queſto
Dio su queſte forche à morire.Coſta- Crocifiſſo tuo, e mio Saluatore , tuo
no dunque al mio Dio le mie colpe Giudice,e mio . Habbiamo offero Id
queſti chiodi, e queſte ſpine ,quelte dio ,e meritato con ciò l'Inferno in e
piaghe,quefto ſangue,queſta Croce, e terno ; e Dio in queſto giorno à falute
quefta morte;c nulla à mecoftarden- eterna ci chiama; pentianci,pentianci,
no ? ne haurò ad effere à parte del mal e di cuore pentianci ſenza perderci
di pena , io chetutto il maldi colpas tempo , e queſto èl'vltiino forfe de gli
commiſfia ehchSignore: s'io'l potel, atti di peniteuzayc'habbianơà fart; e
l , no'l voglio . lo me ne pento , io me fe vita ci reſta, dianci fretta ad aſſicu :
ne doglio , rinforzo il dolore , il pentit rarc pernoimedeſiminella conferio .
mento raddoppioine din che io viua ; ne ſagramentale , l'importanza d'vn'a
cellarò dat dolermi, mancard dal pen eternità , checièvicina forſe più che
tirmi: così il cuor mi ſcoppiaffe , così le forte diPaſqua , quali aſpettiamo;
l'occhio mideſſe fangue , non che non ceſſando perciò dal più ſempre
pianto inclaufto . Troppo foaue è il pentirci, piu föddisfare . Fclice chidi
rigore, al quale m'obliga queſto facco, noi ben l'intende ; chí ben'ilfà , e mi
e queſta fune:dammi,Dio, forze di dico Naam la fua ſalute ricerca pre
ferro in carne huinana , acciò io viua Ao per ſeftelio, e non fi Nanca per po
tanto penando, quanto merita chi già 00. Amen
1.47 ..
v
Dd 2 įÀ
212 CRUES !.!!! : 00.0
LA CORRETTIONE
Per il MartedidellaDom.III. di Quareſima.
Sipeccauerit in teFratertuus:Corripeeum inter te , ea ip
Sum ſolum . Si autem tenon audierit , adhibe tecum ,
adhuc vnum , velduq . Quod fi non audierit
در زالوili
IS
I DAN
223
I DANNI DELLE
RICCHEZZE
Peril Mercordi dellavDomen.
ie
زر
III.di Quareſima,
Deus dixit honora Patrem , Matrem . Vos autem dicitis :
quicunque dixerit Patri,velMatri. Munusquodcunque
eft ex me, itibi proderit . Et irritum feciſtis mandatum
Dei propter traditionem veftram . S.Matt. 15.
ür iOS!
qıranto è più raro , tanto più è glo- gliono, che l'oro , 'che idenari ven
tioſo . gano loro in coda come ſtaffieri , e li
S Ma notate per corteſia. I ricchi tengono ſempre in moto in faccen
per il più vitioſi ; i virtuoli per il più da à ſeruire in queſta , e quell'altra ,
Itraccioli, mendichis.e miſerabilis ſia fattura ; liberalinente impiegandoli,
ſempre detto il tutto con la donara e però sfuggono da eſli, co quali fo
riuerenza di quei pochi ricchi, i quali li perdono la ſcherma de' loro ſuper
adognimodo e fauij,e virtuoſi di fan- bi, e ſenſuali diſſegni , e gli laſciano
no ſeguire, & obbediredall'oro ,cheſe impouerire. Ch'egli è pur vero , che
ne trouano pur' alcuni , quantunque rolo dal ſauio , dalvirtuoſo è ſupera
rari,ma quanto più rari,tanto più glo to il potentiffimo Tiranno dell'oro ;
rion . Hora per auuentura diretesche onde ſe dal ſauio ſi dice , che potrà
n'è cagione la fortuna , la quale ar- dominare alle Stelle : Sapiens domi.
rabbiata di non poter loro leuare la nabitur aftris ; io dirò dello ſtello ,
3 virtù , e'l.fapere , che non fanno fog- Sapiens dominatur, ( auro, ch'egli
getti alla mutatione della fua inftabi- doinina ancora all'oro , che folo quel
le rota , per danneggiarli in qualche Sole nel Cielo del Mondo ballo intrà
cola ,non laſcia loro fermarſi vn foldo le ſtelle delli metalli riluce : mercè
in borſa ?ma non è queſta la ragione che quei denari, a'quali ſecondo il
PiusII,dicePio II, Non eftfortuna ,que vi- detto diSalomone s obediunt omnia Ecclef.
Epit. ros bonos pecunys priuat: Non è la ſecondo il detto del Pontefice Pio c.10.13
11. ſine fortuna,quella , cheimpoueriſcei fa. apud ſapientem funt quafi ancille.
Si . nij, ivirtuofi:noie chièdanqucriſed - Ma guardari ad ogni modo o
habent ipfi nummi nefcio quid fenfus : Cauio , ò virtuoſo da inimico canto
funt enim ambitirfi , o honoris cu- potente , che ſe volra frontes e con la
pidi non teneri , fed tenere volunt : cupidigia t'affronta , come alle volte
ipfi quietem amant , libenter apud egli ſuole ,mentre con la poffeflion
auaros ſunt , qui eos firinizs clauden- ti fugge , farai gran fatto ; ſe in così
tes , ſingulis horis viſitant, or bono- fatto duello non perdibagaglio,& ár:
ranti nec alibi cor habent , quam cum mi d'ogni tua virtù , e ſapere . Voila
eis . Apud fapientem funt peceunie pete quella fauola antica, che qua
quafi ancıtle , nunc huic rei, nune illi lunque volta combatreua Hercole
feruientes : oh bella doctrina, e de- col corno d'Amaltea riſciua vin
gna certo d'vn Pontefice Commo. So- citore. Hercole mio non può elle
no le medefime ricchezze , l'oro fter- re , che non fti, qui forto alcolo al
fo , glittefli teſori , i quali tengono cun miſtero gentile; imperoche che
vn Aon sò che di ceruello : ſono am- à forzia di braccio , à taglio di ferto ,
.
bitiofi i denari, à dirla frà noi : Sunt à colpo di mazza ad ardore di fuoco
enim ambitiofi; vogliono guidar'egli habbi ru ſoffocati i ſerpenti , atter
no la furenel ballo , e non effer gui- tato vn' Achelao , fuperaro vn' An
daci , non teneri , fed tenere volunt ; e teo , sbranato vn leone di Neme, le
d'auantaggio fono pigri , & otioſi, uato il teſchio al cinghial d'Eriman
quietem amant ; bramano ftarſi à ri- to , e nella Palude Lernea toli all
-poro ; e perd la pafiano bene con gli idra que' reſpiri , che vitali ad ela ,
auarisi quali vanno lor dietro ad ogni letalià gli altri per ferte canne ſpi
pallo ſolleciti: e quando vogliono ri- raua ; incatenato trahendo alla lu
poſarſi , gli metcono à bellagio den- ce del Sole il tricerbero cave dell?
tro de' ſcrigni, doue ad ogn'hora gli ombre eterne , ſe bene fono menzo:
. vanno à viſitare; riserire, quaſi che gniere prodezze del tuo valore , ad
disi adorare . Ma i fauij, i virtuofi , ogni modo corrono Ff
pure 2co'l paſſo,
non
ſe
228 I Danni delle Ricchezze
non del vero , almeno del verifimilc ; Pier Griſologo ; cum radicari cæperit
ma che'l corno d'Amaltea ti inerceſc in cordefic mox diſſipat ornamenta ,fi
la vittoria ſicura in mano ; oh di ciò cut arbor noxia feralibus , radicibus
potreſſimo cantare . Forſeera ver ,nia nexa ſoluit, diffipat monumenta
non però credibile . Arnete dicaccia- 'maiorum ; c vuol dire à ben ſpiegarlo: Peti.
tore èil corno,non diguerriero: ftaua vedeſte inaitrionfale vo’arco , che sù Cbry .
benependenteal collo d'va'Arteone , di quattro colonne di porfido affrica- fir. Los
non d'vn'Alcide. Arma è prouitta dal no itabilmente innalzato di mille fre
la natura al coroe non dall'arte al ſol gi, e fogliami, di mille Simboli, &
dato, ſe forſe non era il corno dell'In- impreſe vada arricchito , & adoria ?
gleſe Aſtolfo ,aldi cui ſuono incantato ob chidirebbe , che quella macchina ,
andauano in fuga anco le Amazzoni la quale monumento reale contro la
bellicoſe :ma queſte tinte ſono foli , e morte, & il tempo eretra venne à fe
romanzi. Sapete come pallaua la conda vita, di chiper natura mortale
verità della cola ? Amaltheam mulie- in glorioli fatti l'immortalità della fa
Anton. rem diuitem fuam omnem pecuniam ma guadagnata ſi haucua ; hauieffe à
Riccar. in quodam cornu det inuiſe,ſcriue eru- dareper terra ? & ecco vopicciol pat
in com .dito fcrittore di Simbolici Commen- fero laſcia tra pietra , e pietra fortile
Simbo- tarij ) qua emebat Herculi omnia , granellino cadere, done la maleder
lici v. quaque voluiffet : Ci fù in queitempi ta ficaia ſeluatica caccia tenerella's
Amal- vna donna ricchiſima di nome A. radice, la quale non sò come fra'l ſeco
thea maltea , la quale teneua ripoſto il co di quelle pietre più digimando ,
32 . ſuo teſoro encro vn certo gran corno , che nodrendog caccia anco germo
e comperalta ad Hercolequello , che glio, che in rampollo verdeggia , po
deſideraua . Oh gran mercè buona ſcia in vitgulto s'indura , c . fi dilata
mico : anco l'infingardo Martano fiiit rainia e ferpendo là dentro per le
poteua à queſtomodo fingere vn Ro midolle tanto (caua , che quelle com
domonte: diceuano i Pocti , che viis miſlure ifcongionta, che'l forte ma
citore Hercolevíciua da quelle zuffe glio nonhauerebbe à pena à pena in
tutte,nelle quali combatreua co'l cor- frante ; onde cadendo hoggi vna pie
no d'Amaltea ; volendo inferire , clae tra , dimani vn'altra , onclk che pri
mediante l'oro entro à quel corno ma arco trionfale apparim riguarde
animaſſato dominaua le voglie, tiran- 110le ponipa de' meritati honori, fi
neggiaua gl'affetti, rubaua icuori di vede fattovn rouinoſodirtipo , ofcu
tutti,arriuaua à quel tutto ,che mag . fo ,nido di ſerpi verzenofi , & anxichi;
giormente ſapeua deliderare ;e fitra- e radice d'ogni male fil quel primo
diuanoà lui con le fortezze, e i regni, germoglio . Ab così dice Grilologo
la religione, e la fede da' più religioſi Santo : damunivn'anime's chc vitto
da' piu-fedeli: che non c'è forza in fi- ' rioſa de' vitij , vn'arco trionfale en
ne , chealla poffanzadell'oro delde- tro ſe ſtefa fulle quattro colonne del
naro non dialiper vinta ; pecunieobe- le cardinali virtù , Prudenza , Tempe
daunt omnia :è ſentenza della Sapien ritualmente
za ſteſſa di Dio .
ranza ,Fortezza ,Giuftitiahabbia ( pi
innalzato di mille fregi, e
7. Et oli quanti de' fáirij,de Virs foghiami,di mille ſimboli ,& impreſe
tuofi rouinati , perduti ne vitijturti d'atti magnanimix & heroici fattis ar
da poſtanza si fatta ,manco poco non ricchito , & adorno : oh e chi direbbe,
difti onnipotente ? Sapere il modo che quella bella macchina , la quale
forro diuerſa metafora nominolla monumento reale contro lamorte, e
San Paolo per eccellenza , quando l'Inferno eretta , venne à feconda vica
chiamò l'auaritia radice di tutti li ma- di Paradiſo , dichiper iiatura mortale
li. Radix omnium malorum auaritia, in virtuofi fatti l'immortalità della
e ſpiegolio ingegnoalimamente :San glocia mecitato s'hauçua , hauefle à
roni
Per il Mercordi della DomenicaIII. di Quareſima. 229
touinare in peccato? Er ecco piccio- ledetto granello , che germogliando
lo paffero d'vn Diauoletto , d'oil in più maledetra radice d'auaritia ,
Tentatore gli laſcia cadere in cuore il andò in inodo fcauando là dentro al
granellino ſottile dell'affetto dell'oro, cuore , che fece poi rouinar'ognico.
da cui la maledetta ficaia ſeluatica ſa , tanto che di virtuoſa figliuola , di
dell'auaritia caccia tenerella radice ,la honorata donna ch'ella era , la ve
quale non sòcome tra'lſecco di quei diamno bora fatta vn'adultera infa->
primi rigori in ſtretto digiuno nodré, me , vna pubblica meretrice:oh qua
dofi,in germoglio biācheggia,in ram , li dirupi, rouinog dirupi. Che bel- i
pollo verdeggia , in virgulto s'indura, l'arco trionfale vittorioſo dell'inte
eli dilata in rami; e ſerpendo là dea relli del Mondo eretto haueuano
tro per li ſpiriti,per le midolle , tanto dentro dell'anime loro quell'officia
fcaua,che ſcongionta quelle commiſ le, quel Procuratore, è Togato? pru
Ture de gli habici buoni, che forte ina- dente non precipitaua le cauſe ; giu
glio d'altra tentatione non hauerebbe ito : non miraua in faccia à chi fi
à pena à pena infrante : onde cadendo fode , forte non cedeua ad amiche
hoggi vnapietra d’ına yirci , dimani preghiere itemperato nonambiua glo.
vn'altra d'vn'altra , quello , che prima applauä: oh bella coſa . Ma Dio mio ,
arco trionfale appariua , tignardeuo- che venne il pallerodi quel mezzanos
le pompa de' meritati bonori del Cic c vi laſciò cadere il granello dell'af
lo ,li vede vn rouinato dirupo di ſcon- fetto dell'oro : Signorc, diſſe , queſta
cerrata conſcienza , oſcuro nido di ſottocoppa d'argento con tant' occhi
ſerpivenenofi , & antichi di vitij più di ciuetta dentro ſarà voftra,ſevi con :
rozzi, e di ſceleraggini più abbomina- tentare di poſla fulla bilancia dal can
te: e radice d'ognimale fu quel primo to del Signor tale : elle volete voi fa +
gerinoglio dell'auaritia : queſto vole. xe ? eflere yn Dottore (tracciones
ua dire l'Appoſtolo , radix omniurn tutto il tempo di voſtra vita , fenza
malorum auaritia , e queſto volle auuanzarui vn foldo in borſa ,vo pats
ſpiegare Griſologo ,cum radicari,o6. fo auanti . Oh ne potrei eller chia
8 E non ſi veggono ogni giorno mato à render conto alla Giuſticia à
di qucſte rouine ? Che bell'arco trion- Tribunale maggiore . En la coſa hà
fale vittorioſa della diſonettà , bauc- da ſtare qui fepolta ne vi farà ne fin
ua eretto entro dell'anima fua quel- dicatore , ne viſitatore , ne mezzo ,
la figliuola ,quella donna honorata , che di ſotterra cauandola , la poſlas
ftabilito su di prudente ritiratezza , mettere in chiaro ; onde potrete pai
giuſto mantenimento dell'honore al ſeggiare ſulla piazza co'l cappello
trui , forte conſtanza , e tempera- fuori de gli occhi canto quanto il più
to modo di viuere ? Ob bella cola . incorrotto Giudice dell'Areopago d ':
Ma Dio mio , che venne il paſſero di Atene. Maledetto granello , che gera
quella mala vecchia , e vi laſciò ca- mogliando più maledetra radice d'o
dere il granelliio dell'affetto dell'oro: auaritia , andò in modo ſcauando la
figliuola ,diſte ,queſti canti fondi c- dentro alcuore,che fece poſcia roui
offeriſce il Signor Tale , fe tu lo vuoi nare ogni coſa , tanto che di Giudice
compiacere : fenti , vedi, che fon'- giuſto , di Procuratore , d'Aduocatos
ori , e lucenti; che vuoitu fare ? Aten- diſintereſſato , ch'egli era , lo vediaino:
tace in neceflità il tempo tutto di ta farco vna fanguiluga di prelentine dow:
Vita ? Oh l'honore ? L'honore è vn'- natiui, vn ſcorticatore delle borſe al
opinione delMondo , ne lo ſaprà gati trui. Che bell'arco trionfale vittorio ..
to , che viua fuor che noi trei e fan ſo de'beni caduchi di queſta vita eret..
do ſegreto it facto , tu ſarai tanto how to haueuaentro dell'anima ſua quela
11orata , quanto la più incorrotta l'Eccleſiaſtico , quel Sacerdote , prui- .
Vergine delle Veftalidi Roma . Ma. dentemente era ſcarſo di pratica ca'.
reco
PL
230 Idanni delle Ricchezze
fecolari, giuſtamente data, e riceueua diffe , eccoci aporta l'entrata ad v .
all'occorrenze Que funt Cæfaris Ca- bel colpo ; io sò comeaſciugare quel
Mat. fari, et que fui Dei Deo ; fórtemente le mercantie tutte , fe ' tu vuoi tener
22 . refiftena à gPinuiti, e doglianze de' acqua , & à chi poi ne vorrà , eh fa
parenti , & amici ; temperatamente remo bacciar la itola ; di più vud , che
viueua ad vna menfa frugale: oh bella facciamo venir da Genoua , da Venc
coſa . Ma Dio mio che venneilpafi tia, da Fiandrale tali; e tali robe,e ci
ſero di quella buona eleinolina , che andaremo pofcia miſchiando le tali,
Sotto pelle di pecora , aſcunde.zanne tali noftrañe', e facendo correre vn
di lupo, e vilaſciò cadere ilgranellino legno su d'vn baftone , ne hauereinb
dell'affetto dell'oro . Anrico direcè vn groſſo per cento ; à che propofito
vn bel boccone per voisit Canonicato , poi andar correndo in tutte le fiere ,
il Beneficio del Signore Tale ; - fapete mercati dietro à quattro Soldi, ſe ti
già bene, s'egli è vn taglio del fatigatot rando in vn fol colpo la rere , potiamo
vero è che ci hà da intrattenite per te afengargli fcudis Oh la Confcienza
ftimonio meffer Sinone là di Samat Si, la conſcienza e comevra di quelle
ria ; tuttauolta non ci è che temere, borſe Tedefcheche Giftringe es'állar
che lo faremo entrate per la porta di ga comeſi vuole;ne ci mancarà Con.
dietro,e così bellamente rauuolto nel feffore che l'habbia tagliata d'vn mede
la rete di San Pietro , che qnanti lo ve- fimo Cuoio,e cucitaad vn mcdefimo
deranno , giureranno ch'ei lia vn San- modo,eh chi non så trafficare ,pud fer
to PeſcatorediGalilea:e che volere voi rare bottega,inaledetto granello ,clie
fare ? intillichito morireattorno lof germogliando in più maledetta radice
ſo ſpelato di quella cura di quella d'auaritia andò in modo fcairando là
cappellania ? Maledetto granello, che devo aleuore ,che fece pofcia routini
germogliando in pili maledetta radice re'ognicoſa ; tanto che di mercatante
di auaritia , ando in modo fcauando honorato , ch'egli era lo vediamo fatto
là dentro al cuore , che fece pofcia ro- Ladro domeftico, vn'affafino di Cit
uiare ogni coſa ; tanto che di Sacer- cà , radix ; radix omnium malorum z.adT ;
dote,ch'egli era vno di quei Beati po- 'avaritia , e tutto il male venne dalla mot. 6
ueri di ſpirito dell'Euangelo, de'qirali maledetta radice diI'anaritia . "
è il Regno de' Cieli ; lo vediamo far ! 9 Dunque che s'ha da fare? lafcia .
LA
235
glio:
2lio; LA DOPPIA PENA
mor
Elpes DEL PVRGATORIO .
eti Per ilGiouedì della Dom.III. di Quareſima.
Socrusautem Simonis tenebatur magnis febribus.
San Luca al 4.
1 Angue da molte feb- che le forze cadano ilmidollare : in
bri opprefla la focera focando la fpeme; fà , che l'ardore it
di Simane , & in efla tutta l'addolorata ſoſtanza s'effonda ,
langucnte di molte e fenda: e della brama vijace l'arden
febbri l'anima pur- te ſete, fà , che affannate le viſcere in
gante mi ſi figura . fofpirare ſi fruggano iſuiſcerate . E
Moue à pietà quella i Santi Appoftoli, nella febbre di fuoco , il fuoco iſteſſo
mentre cheanguftiata refpira ; e pure (per quantocontrod'animanuda ani
ampia èla ſtatyza , che l'ambiente a'ma, ch'è di carne veſtita quì lo può
rinfreſchi le ſomminiſtra : mentre che intendere ) i reſpiri con le vampe fof
midollara hà l'oſſatura tutta , & duole; foca ; le midolle co'l calore diſtilla ila
e pure è molle quel letto , in suì di cui foſtanza con le braccie arroftiſce ; e la
ella ft ftende à ripoſo : mentre ſi que- ſete noioſa con le arrabbiate arſure in
rela , che le abbrugiano addolorate le ſopportabilmente và augmentando .
carni; e pure leggiero , e di lino èquel Nela folleua vna ſtanza , cheall'aure
lenzuolo , che immediato al nudo la aperte ſi troui'; ch'è ſotterranea vna
toccaze cuopre: mentre che fitibonda grotta , giù nel profondo racchiufa :
nudo
in ſoſpiri ifuifcerati s'affanna ;e pur la non fpiumacciato vn letto ; ch'è
fete più volte con refrigeranti beuan- vn pauimento indurato di laftre igni
de , fe non vccide, addormenta : onde te ineftinguibilmente formato : none
dalla pietà cómolli gli AteſliAppoſto delicate lenzuola ; che fiamme fono
li la ſaluce le ottengono dal Saluatore. infatiabilmente diuoratrici: non final
Muouono à pierà me l'anime la giù mente refrigerante l'huomo,che goc
purganti , mentre le febbri loro con- cioletta d'acqua in quegli ardori in
templatore rimiro ; e febbri in acci- fernali non si diftilla : Digito guttam
denti grauiflimi auualorate , che pri- inftillat nemo. Quincida pietà mol D.Chr.
uc di loccorſo , che le ſolleui, ogni lol ſo à voi ricorro , ò Signori, nelle mani
leuamento hanno in preſſura cangia- de'quali , co'l ſuffragarle s ſtà ripoſto
to . Son d'amore , e di fuoco le febbri l'aiuto delle meſchine . Se aprite la
loro : obimc febbre d'amore , e d'amo borſa, ſpalancate la grotta , che le rac
re puriffimo del loro Iddio : ohime chiude : fe rauuolgere foſfopra gli ar
febbre difuoco , e di fuoco reale giù genti, e gliori, le dure laftre infocate
mell'Inferno : e nella febbre d'amore for fpiumacciate di ſotto : fe Atendere
( per quanto entro d'anima fciolta a- impierofice le mani all'elemoſina, de
nima legata in corpo qui ſe l'immagi- liciofi lini lor diftendere alla vita : fe
na) rittringendo il timore; fà, che i re- verſate in abbondanza il denaro ,con st
Spiri anguſtiati tragga l'anima inna- frigido humore ad abbeuerarle veni
morata : corrodendo il penficro ; fà , te, chetotalmente lafece lor'ettinguc
Gg. 2
236 La doppiapena delPurgatorio
te : ma perche sò, che in voi canto's'- carentia eiusmoleftius tolératur:ding;
apriranno leborſe, quanto inteneriti i quella priuatione , ò tardanza eccelli
cuori;canto li raguolgeranno foſfopra uaniente eſſere dè tormentoſa D. i quà
gli argenti, e gli ori, quanto gli affetti deduco io , ò Signori , che queſta pena
commoni,tanto liſtenderanno impie. di Purgatorio amoroſa è pena dilon
toſite le mani, quanto riſoluto il vole- tananza in amore, e le ritrouo inſieme
re ; e tanto ſi verſerà con abbondanza accoppiata anco più quella della gelo
il denaro , quanto che bollente l'amo- ſia . Vdite la Madre Chicla , comed' Eccl.in
rei con la chiaue della mia lingua all'- ambedue queſte pene compatendo le
apertura conlebrac- grida:Domine Iefu ChrifteRexglorie, off.Def.
de'voſtricaori;
ciadelle ragioni allo rauuolgiinento libera animas omniumfideliū Defun
de' voſtri affetti; con gli organi delle Elorum de penis Inferni, et de profundo
preghiere,allo diltendimento delle vo- lacu. Calia Signore caua quell'aniine
Atre voglie ;con le ſpinte dell'oratoria tue innamorate fedeli,cauale da quel
perſualiua all'effusione del voſtro a- le pene : da quali? de profundolacu i da
more , io quì diſpoſto mi trouo ; pur- quella grotta la giù profonda: Ecco la
che l'oglio della gratia diuina la chia- lontananza ; o de penis Inferni : c da
ue irrugginita della rozza mia lingua torinenti infernali:ecco la geloſia:per
aſperga ; e le fieuoli braccia delle ra- che duraficut Infernus amulatıo.Et oh Cant.c.
gionimie lottatrici inonga : purche il pena di lontananza , e gelofia in amo- 8 .
nerbo dell'aiuto ſuperno delle pre- re e tanto amore,chi lo porrà ombreg
ghiere mie gli organi mal fabbrefatti giare,non che ſpiegare?
raggiri; e le deboliſpinte della ſuaſiua Vennero,fe crediamo ad Heliodo, Hefiod.
oratoria inia di rinforzar fi compiac- vna volta à contraſto queſte due tor
cia; mentre che delle peneamoroſe , e mentatrici in amore , chi d'elſe foſſe
focoſe dell'anime purgan ti diſcorren- laceratrice più fiera d'vn cuore inna
do io vado, & incomincio . morato: è mio vanto diccua la Lonta
2 E volgata Signori la diuiſione sanza il dare à chi ama vna vita , ò in 1
della pena del Purgatorio , comedella tutto , o in parte almeno diſanimata .
pena dell'Inferno. Pena di danno, e pe- Coua di chi ama l'anima nel ſeno del
na di ſenſo . Pena di danno ,che tà nel- l'oggetto amato, più toſto che in quel
la priuacione ad tempus ( parlando dello dell'amante ſoggetto . Animamagis Plate
Purgatorio)della viſione diuina,ò per eft vbiamat,quam vbianimat . Dunq;
quanto verrà qui da noi conſiderata , il ſoggetto amante,che dall'amato ló
nella che conſequitaad vnapriuatio- tano viue,ò che d'animaè priuo affat
ne sì fatta :e pena di ſenſo , ch'è il ritro- to , ò che dell'anima in due parti diuiſa
liarſi afflicte quell'animedalle fiamme la portione miinore in ſe trattiene . Se
voraci:quella è la pena amoroſa: que- vine d'anima priuo ; ohime che pena.?
fta è la pena focola . Et quantum ad v- pena qual di inortej anzi vera pena di
trumgi (Scriueil Serafico Buonauen- di morte; che quella pena, la quale di
D.Bon. tura in compendio Teologicæ verita- morte è volgarmente chiamata , in
in com- tis) minima pæna Purgatori maior eft realrà ella è pena dimoribondo ſolo ,
fen. Te maximapoena Mundi, e quanto all'ý- ma non di morte: perche la morte ci
el.1.7.6. na,& all'altra,didanno ,e lenſo ;amo addolora penſata , ma non prouata; ci
3. roſa ,e focoſa ;la mivor pena del Pur- tormenta futura , ma non preſente ici
gatorioè maggiore della manima di martirizza à vicino , manon à tocco ;
qucfto Mondo. ſendo che prouata , preſence , à tocco
3. Iftud patet de pana damni:lo proua fatta ci toglie d'ogni pena quelſenſo ,
prima della pena del danno , perche che con la vita ſiperde . Ma l'amante,
quanto l'affetto amante èmaggiore , ch'è lontano dal bene amato , s'ei viue
tanto il vederli dilungato l'amato be- amando,egli ha ſenſo ; perche il ſenti
ne è più penoſo :ma queſto affetto nel re dalla vita d'amore in carne vien
l'anima giuſta,e ſeparata eccede ogn'- preſuppoſto: & eſſendo inucme d'ani
aliro limile affetto di queſta vita; ideò ma priuo,à tocco preséte, proua quel
Per ilGiovedidella Domenica III.di Quareſima. 237
la pena di morte, della quale chi è tri goda quel bene, che chi ama , bra
i
morto non può penare. Oh ditu , che majc pur n'è priuo :oh punta, oh den
tormento. Viuere morto ; incadaucri- te,ob veneno ,oh gelo,oh fuoco . Púta
to ſpirare; agitare nelle vene il iangue che mai ſi caua; dente, che ſempre la ,
incencrito ;e ſentir quella pena, che per cera; veneno, che ſempre ſerpe ; gelo ,
l'ecceſſo ſuo à chi vine animato non è che mai G ſquaglia; fuoco, che mai ri
ſenſibile . Portentoſo ſentire: portar' il mette;tormento di táticarnefici,quáti
peſo dalle ſue forze diſgiuntojagere in ſonoi penſieri, quanti gli affetti , e di
vn ſoggetto inxcombuftibile ; e nella tanti patiboli,quante che ſono l'hore ,
quiere delterminedella vita trouarla ſono imomenti; dolore finalınéte ,che
ſtanchezza della via,del viuere più fa- non hauendo ſimile in vita, d in mor
tigoſa . Che ſe dell'anima indue par- te,non bà figura , che limbolizzare lo
tidiuiſa la portionc minore in ſe trat- poſſa.Tancodiflc ,ò dir puote la Gelo
tiene : chi può capire quanto per l'a- fia,e dichi ſi foſſe la palma, poco im
mato oggetto lontano il ſoggetto a- porta ;bafta ,che l'vnae l'altra nell'ani
mante fi addolori? Tiene il dolore la me purganti pronano le forze loro.A
ſua radice in folutione continui, nella nime innamorate, e con foura ecceffo
diuiſione,nello dimezzaméto di quel- d'amore à queſto nokro amore ; & in
le parti ſenſitiue , le quali ſoſtantial- namorate di Dio ,Beneimmélo, ama- :
mente erano prima infrà di loro vni- bile in infinito ; e da eſſo allontanate ,
te , continuare:etrouarſi diuiſa l'ani- quanto alla viſta giù in quella grotta
ma , ch'è diſoſtanza in ſe ſteſſa indiui- profonda; e d'ello ingeloſite à lor mo
fibile; &iſmezzarſi queltutto , che in do , che altre beate ilgodano la su nel
ſe medeſimo ſenza parti integrantili Cielo :ah cbi potrà dire la pena,ſe no
troua intiero : ne diuidergi perciò la hà detti bafteuoli per l'indicibile? Quà
vita ; ne dimezzarli perciò il ſenſo vi- non arriua l'hiperbole;máca il ſogget
tále; anzi indiuiſa quella, intiero que- to impoſſibile;non può calzare la me
Ato operare , patire in ciaſcuno de' taforajimmaturo il concetto vien del
termini allontanati: oh che tanto mo- Ja mente abbortico .Anima eſanimata ;
fruoſo pone in atto vn dolore , diuiſo indiuifibile ;lacero mai ſempre
quanto è moſtruoſa la quantità nel intiero ;morta ſoſtanza immortale nó
punto , il numero nell'vnità : che la iſpiega ilpunto ; poſcia cheeflendo l'
diuifione dell'vtero del tutto aperto oggetto amato terminante l'amoroſo
non partoriſca al parto gemello in affetto tormentatore,cſſendo ,dico ,di
parti ; e che'l dimezzar del peſo la uino , anzi lo ſtello Dio , apporta alla
grauczza al portar raddoppij. Così pena dell'anima purgāte ingeloficaló
vantaua la Lontananza , e con ſoffif tana,ragione d'infinito: e pena infinita
mi apparenti l'angoſcie pur troppo ſi potrà
ben patire,manon già dire.Se
vere d'vn'allontanato amante giuando con la Chiela S. in ciffra non ſi racco
eſaggerando. Quádo la Geloſia forri- glie.Depenis inferni,et de profundolas,
dendo peramuentura, riſpoſe. Grande cu . Ma ſe la pena è indicibile, ta potrà
oratrice: ſorella hai orato, hai perlua- dire almeno, che ammetta alcun con
ſo.Io nó rigetto vniora de' pregi tuoi. forto ,che la ſolleui?Signori sì diceHe
Ma vediſe tu diſgiungi i corpi,iodif- fiodo : furono le due foddette Lonta
giongo i cuori. I cuori per doppio ti- nanza,e Geloſia d'accordo dal Som
tolo dinatura , e d'amore, ſono i ſeggi mo Gioue trattando , ſe rimedio al
primarijdell'anime innamorate.Dun- cuno li deſſe contro l'offeſe loro à
que daldiſgiungimento loro , quanto folleuamento de' gli amanti allonta
più nobile,tanto più doloroſo, in con- nati , ingelofti; e fù riſoluto , che in
ſequéza più certa ne verrà ancora l'e- lontananza con la ſperanza ſola por
ſanimatione, è dimezzatione dell'ani- fano conſolarli gl'innamorati : ma...
ma,e conſeguentemente il noſtruoſo nella geloſia co'l crepacuore ſolo
tormento, che figuraſti. Aggiungi mò d'vn piangere continuato . Et oh ti
quella pena,ch'è propria mia. Che al medio dalSommoDio aſſegnato all'. '
338 La doppia pena delPurgatorio
anime purganti innamorate .La ſcrit- lingua: Piano vn poco di gratia fcri
cura da Santa Chieſa all'offitio delli ueCriſologo S. Viintingat in aquam ,
Defonti affegnata dà conie à lonta- non deferat aquam . Tudici,acció
ne ſperanza Spera in Deo , quoniam che intinga nell'acqua , e non dici, ac
adhuc confitebor illi Jalutare vultus cioche partidell'acqua. Ergosuxta te
mei, o Deus meus : come ad ingelolin eftaqua: dunque biſogna dire, checo
se crepa cuoredi lagrime continuate : ági ù àte vicina ſia l'acqua, Et fi iux .
fuerunt mihi lacryme mee panes die , ta te eft, quare de proximo non ſümis ?
ec nocte,dum diciturmihi quotidie vbi Ma ſe tieni l'acquavicina, che non te
el Deustuus ? Ma che rimedio , che ne ſerui à tua voglia ? Ah, quia vincte
Follicuo ò .Signore ? Piangers notte, e ſünt manus tue; perche hai legate le
giorno; angoſciofo piantomai inter- mani,onde incatenatoin fullariuad
rotto ,mentre va pentiero noioſo ſtà vn fonte trà viuefiamine ,iui ſei cour
di continuo beccãdola mente à qnel- dennato ad incenerire di ſete à tocco
Fanima anima innamorata , vbi eft all'acque, ſenza poterle toccare. Cer
Deustuus ? doue è l'amato tuo Dio ? to pena d'Inferno : paſcer la ſere con
Ahi la sù nel Ciclo dalle riualimie l'acqua ; nodrir le fiamme con l'onde;
beatamente goduto , mentre io ne lo mantener'il veneno co'lmitridare ;
no priua . Olime ftratio di mente ,che Atentar doglioſo in sù i confini del
fà (coppiare il cuore in vn diluuio di gaudio , e del ripoſoj fare,che dalla via
lagrime euiſcerate . Fuerunt mihi la- ta vicina à tocco mirata tragga l'oc
cryme Oc. Ma sì via Spera in Deo , chio materia à lunga morte .Dite ad
Pro. 13. quoniam adhuc confirobor illi o c.fpe- ello.Infernomoſtruoto d'vn'aninala
ranza , fperanza ,che certo lo vederai giùpurgante : è lontanas-e vicina all'.
anco vn giorno preſente, lo goderai tu amato lino Dio.Lontana; ſotterra ,olic
Trans. pure beata in gloria . Ma si ſperanza : è ſepolta prigione, hà ſoura il Cielo ,
Pagn, la ſperanza s'allunga , & affliggel'ani- oue ci goduto è da’ Santi. Vicina per
Oleaft. mafpes que deffertur affligitanimam , iftratoin gratia terminata aſſicurata
in 6.Ge già diſſeil Sauio : e l'affligge con deli- e pur'anco ne'l gode , e n'è impedita ..
nefa quio di cuore , e con fincopali acci- Egli fóre di vita dilimpidezza diinia,
denti impercettibili. Infirmitaseft core di freſcura paradiſina fcaturiſce,zamă Pfa.
dislegge Pagnino . Dolor cordis inter pilla, allåga ſcorre. Quoniam apud te 3g.
cæteros acutior, và ifpiegādo Oleaftro. eft fans dita .Ela qualceruo ferito, &
Ma vaglia il vero Ò N.che la pe- affannato trà quelle arfure deſidera
na della vicinanza in amore non è per abbeuerarâ in eſſo ,refrigerarſi, atruf
na minore di quella della lontananza farfi. Quemadmodum defiderat ceruus
Midichiaro: Peller vicina l'aninain- ad fontem aquarum , ita deſiderat ani- Pfa. 410
pamorata al-bene amato , e non poter- ma meaad te Deus; e ii ſulle fponde
lo godere; oh che tormento : egli è immobilmente legata , iui fitibónda ,
tormento d'un condennato all'Infer- bramofa , innamorara , infocata pati
20. L'ingegnoſaacutezza diGriſolo- re, languire,diſeccarſi,incenerite rens
go S. non milaſciamentire . Staua l'. za morire è forzata . Quiavinkefunt
Epulonearroitendo nelle fiamme in- manus eius . Ma che forte è queſto le
D.Chr. fernali , e vedendo Lazzaro àrinfree game? chedifficile faràmaiàſcioglie
Luc. 16 (chi delitiofi.sùnel ſeno di Abraamo, re queſtonodo che difficileà togliere
alza la voce e dice Pater Abraham : farà mai queſto oſtacolo , che'l godi
che vuoi Epulone ; che vuoi ? Mitre dimento impediſce della lor voglia
Lazarum , vt intingatextremum digi amoroſa?oh Dio,chequeſtoè 'lpun
tiſuiin aquam , vtrefrigeretlinguam to eſtremo, ched'vnapena sì fatta di
D.Chr. meam : Manda Lazzaro,acciò che in- può toccare .
fer. 122 tinga la ponta d'vn dito fuo nell'ac- 6 Facciamo della vipera reriaca .
qua , e refrigeri queſta infocata mia Trattcui alla memoria il pazzarello
No
Peril Giouedi della Domenica III.di Quareſima. 239
Narciſo , quello che di ſe steſſo inu.2- fo:ma quello che dà l'ecceſſo alla pe
ghito ardeua acceſo per quella imma- na intolerabile , è , che'l Mare non ci
gine ſua , la quale entro la freddezza diſgiunge , vn gran viaggio non ci al
dell'acqua, quaſiin ifpecchio fe gli of- lontana,Ron ci diuidono i monti, ne
feriua . Miraua cofti in vn fonte , e riſlerrate muraglie ci racchiudono ſeu
le proprie factezze vi contemplaua ': paratii ma fiamodiſgiunti e fiamo vi
contemplandole ſe n'inuaghiua : ne cini ,e vicini da vn poco ſolo d'acqua
baſtando quell'onde ad ammorzar le proibiti , impediti d'vnir la deſtra alla
fiamme le quali co'l rifielo de'ſguar- deftra , e contentarci. Quoque magis
di ei s'auuentaua nel cuore , era à ſe doleam c. Oh N. che queite ſono in
Ateſſo ingannato e legna , e fiamme , e ſeno, ſe non in voce le querule amo
ſoffio , e mantice, e fornace , e forna- roſe doglianze dell'anime la giù pur
ciaio . Vedctia , che'l bell'oggetto ri- ganti . Mirano quafi che in ſpecchio
fpondeua aggiuſtato co ' ſguardi a' entro la fede , & in eſſa di già ſgom
(guardi, co'l rifo al riſo , co ’ ſcherzi a ' brato il ouuolo, tokco il veto diqueſto
Icherzi;neannuertendo, ch'egli ftello corpo , con animirabil chiarezza ( fe
co' pennelli de gliatti, co' coloridelle bene ancora enigmatica ) contempla
fpetie intentionali nella tela di quel no l'immagine del loro belliſſimo Id
diafano terminato d'opaco n'era il dio ,e contemplandolo n’ardono in
natural pittore , ftimaua ripartito in fuoco viuo d'amore, e didefio : e l'a
duc cuori quell'amore, e deſiderio , mato Dio ſtello iui fi dà loro in bel ri
che nel ſolo di lui & annidaua indi- cambio à diucdere altresì cutto amo
uiſo . Et ecco immergeaa giù nella re , e dello di contentarle , e bearle .
fonte le braccia ; per cauarne abi Scanno tutte ridotte alla bocca della
bracciata la non meno pazzamente lormente ,ſulle labbra dell'intelletto,
credata aimante , che pazzamente e dell'affetto , per libare dall'Eſſenza
amata immagine: macon qual moto diuina ilbaciodella gloria eterna , ſo
agitandofi l'acque , e confondendofii fpirando bramoſe: Ofculeturmeufcu - Cantoso
gli rubauano quegli accidenti alla lo oris fui: & è loro vietato , in atto
viſta, chevanamente in ſoſtanza cer- fempre di ſtendere le braccia di ten
caua iltatto . Turbauafi egli allhora tione , & amore per abbracciarſi co'l
nel viſo , fi moftraua dolente infaccia, loro diletto Signore in godimenti di
e lagrimolo nell'occhio ; & intanto uini , e gridare contente ; tenur eum ,
acchetatel l'onde , e ſchiarite, vgual- nec dimittam : & è loro impedito.Oh
mente turbata , dolente , e lagrimoſa e chi lo vieta ? e che tanto mai le im
la dilecta figura gli dimo rauano , Si pediſce ? dicanlo elleno fteſſe , che ď
che penſando ſeco condolerſi da fen- vna in vna parıni vdirle in concerto
no , quella , cheombra ſola del dolo- di tante queruli voci. Quoque magis
re di lui , era di dolore , e di corpo in- doleam oc. ci croce il noſtro amores
capace , ſtendeua di nuouo le braccia, ci arde l'affetto diuino ; ci cruccia il
cdi nuolio nulla ftringendo , sfogaura proprio delio ; ci tormenta del noſtro
in vane sì, ma doloroſe querele i ſuoi Dioda brama; il noſtro duolo ci af
tormenti : l'ecceſſo delle quali , nelle fanna ; cilacera il martirio amorofo
pazzie fuc , faujamente toccando , la- (à noftro modo d'intenderlo delfom
grimando cancaua. Quoque magis do- mo Bene :maquello che dà alla pena
Ouid. leam , nec nos mare feparat ingens,nec ecceffiua il traccollo d'intolerabile:ah
Petam . via, nec montes,nec clauismania por . egli è, che nonci diſgiunge ilMare,il
tis: exigua prohibemur aqua; e voleua Mare colà del Mondo; Mare magnū, PS203.
dire: micuoce il mio amore ; m'arde o fpatiofum manibus: non ci allonta- T her
il tuo affetto ; mi cruccia il mio defio ; na vn gran viaggio ; il viaggio della c.1 .
mi rormenta la brama tua; m'affanna vita mortale: Omnes, qui tranfitis per
äl mio duolo ; mi lacera il tuo maiti- viam :non ci diuidono imontiji mon
ti
240 La doppia pena del Purgatorio
ti della corruttibile carne ; Mons cor- mie , tormenti me nelle vilcere dolo
gulatus, monspinguisne tinalmente ci rofi Mimamente.Traſcurato Sacerdo
racchiudono ſeparate riſlerrate mue te cſclama quell'altra, che guazzando
raglie, le rifferrate muraglie dell'eter- à piacere ne' miciſudori, tienimequi
na dannatione, che in Inferno nulla legata ad incenerire di fete . Parente
eft redemptio; ma vn popoco d'acqua, ingrate , qui piange queſta , crudele
yn popoco di acqua,e non più , è quel- amico, gemelà quella ; per li quali già
la, che vicine à tutto il bene , da tutto poli al Mondo più , e più volte à sban
il bene diſgiunte in tanto male ci tie- raglio la roba , & à periglio la vita ; e
ne ; che c'impediſce, ci toglie,ci proi- non vi mouete adeffo à darmiaiuto
1
biſce il felicitarſi in Paradiſo perſem- d'vn giulio , non che d'vn ſcudo ? Fi
pre.exigua per habemur aqua.Maqual' glio ,grida quelPadre : Figlia , grida
acqua è queſta , ò animedalle più in- quella Madre , fiftracciano qui le vis
cernc mie viſcere al viuo companio- ( cere di coloro , che colle viſcere loro
nate , che tramezzando frà di voi , e' vi diedero la prima vita , e quella pic
voſtro Dio, v'impediſca il godimento tà vi chicggono ,che non puòmanca
beato ?Ahi che rilpondono quello dell're alle fiere i e diſpietati refate ? Fra .
Ecclif. Ecclif. ignem ardentem extinguit an tello ,eſclama quella Sorella ; Sorella,
al 3. ' qua, oeleemofyna refiftit peccatis.L'. cſclama quel Fratello , ſtanno legari
acqua di quel legato pio ,chelaſciam- qui quelliche à voi congiunſe natura
mo, e non è anco pagato da' noftri e coll'indiſſolubil nodo d'vn ſangue
redi, l'acqua di quelle meffe , che tar- ſteſſo, e quell'aiuto dimandano , che i
da celebrare quel Sacerdote , che ne barbari negar non poſſono ; & indura
tiene carico : l'acqua d'vn fcudo d'e- ti perfeuerace ? Marito , piange la Mo
lemoſina , che non ſi riſoluono fare glie:Moglic ,piange il Maritojtormen
que' noſtri parenti, que’noftri amici, taro crucciolinimamente l'anime di
che ci laſciammo nelſecolo tanto ob- quelli , che vna fol carne furono con
bligati: ob queſta è quella che frà noi, voi in terra ; e quel ſuffragio aſpetta
c'lnoſtro Dio framezza ; queſta è no ,che da voifù loro promeſſo ; e dif
quella , che c'impediſce, chęci ricarda ferite à compirlo ? Parente , geme e't
la gloria, e qui citiene in ſcoppiacuo- parente; amico, geme l'amicoi penano
re d'vna vicina doloroſi lima lonta- quì ineſplicabilmente quelli , che fane
nanza d'amore , mentre che exigua gue, & amore hebbero con voi sì dol
perhibemur aqua. Mercè che ſe'l lega- ce; e quel ſoccorſoſperano, che dolce
tofoſſe pagato , celebrata la meſa, fangue, & amore viſpinge adarrecar
l'elemofina fatta , volareiſimo di lun- li ; e l'allungate pur'anco ? Ah vdite i
go a ' beni dell'eternità. gridi; mirate il pianto; vedete i ceppis
7 Che fai adunque , ò iniquo he- immaginate la ſerei contemplate la
redesò traſcurato Sacerdote, ò paren- brama;attendere la pena ineffabile ,
te ingrato , ò amico crudele co'l nega- impercettibile,intolerabile; che vi pom
te, co'l traſcurare,co'l differire à quel- trà cauare dalle vene il ſangue , non
l'anime que'fuffragij,& aiuti, che lo- che da gli occhi le lagrime,non che
so ſei per giuſtitia , e carità debitore , dalla borſa il danaro .Anime Chriftia
ſenondoloroſiflimamente allungare nenonItà la terra ne gli ardori cani
quelta tortura amoroſa , che ſoprawo colari d'Agoſto con tante bocchear
ogninoftra humana capacità le itra- ficcic iniando per la pioggia del Cie
tia, le martirizza ? Abidoloroſe que- lo , con quanti effetti ardenti, chele
rele,che di ciò s'odono colà giù riluo. bocche ſono de' cuori ,ſtanno quell
nare, poderole in eccello ad ammol- anime purganti iniando adeſſo all'ele
lire le pietre, non che i ſeni dicarne . molina voſtra. L'anime dico de'vo
Iniquo erede,grida quell'anima , chc ftri cari e congiunti,cheda gli Angeli
paſcendoti agiatamente delle ſoſtanze Santi ſono reſc auuilate , che qui in
que
Per il Giouedi della Domenica III.di Quareſima. 241 .
queſto punto di fuffragarle ſi tratta. nia conduca : e Marta ſollecita mor
Anzi con tante bocche la fà iniando , bido , e fpiumacciato vn ricco letto
lo queſto Crocifiſſo Giesù , con quante apparecchia entivna ſtanza , che tan
ป piaghe ſtà su queſto legno ſpargendo to ver l'oriente co'l lato deſtro fi pic
il ſangue ſuo diuino prezzo infinito ga, che al tepor de fauonij temprato
della loro , e noſtra redentione, Grida il crudo de gliaquiloni falubre l'aria
queſto Crocifillo , ò fedele , che da te ci può fpirare l'inferino. Viene il Me
afpetta , c pretende adeſſo tanta ele- dico e tale che al pallore di morte, che
molina à ſoccorſo di quelPanime ſan- gli tinge la barba,e icrini,può rinuer
tc, quanto hai mialamente tante volte dire à chi langưe la ſımorta ſpeme di
gittato à danno dell'animna tua mede- vita ;& auuertito calido il clima , la
lima, & haurai cuore , e fronte dine- ſtagione ardente , maligni i correnti
gare vna volta à vn Chriſto Croci- influi; ſcuopre l'infermo di colore
hifto quello, che tante hai conceffo al acceſo , di caini ſcarno , di pelo ric
Mondo , alla carne, al Dia uolo ? Co'l cio , e focoſo : l'ode amico delle dro
Mondo, colla carne, co'l Diauolo ſei ghe indiane , de' vini di Creta, digiu
ftato prodigo vitioſamente de ſcudi,e car’al pallone: intende,che duole ilca
ſcudi; c con Chriſto Crocifiſſo auaro po di dolore, che punge, che ardon le
ti reſtringerai à pochi ſoldi? alla mor- fauci d'ardore, che non s'eſtingue per
te , al capezzale , quando co ' ſudori , e bere ; che s'affanna il cuore ; chc dà
tremori eſtremiftarai co'l Crocifiſſo ftentati i reſpiri: troua il polſo veloce
alla mano chiedendo miſericordia à in fommo, & al poffibile fiaccoc mé
queſte piaghe à queſto ſangue; e ti di- tre interpolaco lo nota , vede la mano,
rà il rimorſo della conſcienza , che à che conuulgui i moti và dando ; onde
queſte piaghe e ſangue negafti quello , crollando il capo ,da tanti accidenti di
che conceduto haueui al peccato , & peracuto morbo ne caua conſeguen
all'Inferno :dimmi, che timoroſo ſcop- za di prelta , quaſi che ineuitabilmor
piacuore di rigoroſa giuſtitia ſorpren- te. E Marta ,e Maddalena,cheanfiole
derarti ? deh fuggi si duro incontro ; offeruatrici fanno pria frà ſperanza, e
guadagnati vna fiducia più rara ; non timore,pendenti tutte con l'anime da'
e fuordi ragione , che Chriſto da te motiprimi,che porta il cuorein fac
pretenda in fanto impiego tanto,qua- cia di quel ſaputo ,non così toſto au
to hai in peccaro fpregatoje mentre te uertono che egli dà quaſi per ilpedito
lo chiedein impiego , oue corre con il fratello,che da vn freddo pallore ri
l'intereſſe della tua ſtella ſalute quel- coperte ambedue, moſtrano di voler
lo dell'anime delli tuoi Itefli defonti: preuenire con la morte il moribondo.
oh ſe violenza maggiore tu aſpetti an- Frà tanto il Medico , che non vuol
çora à vuotare affatto la borſa , ardif- chiudere con l'arte quell'anguſto ſpi
co dire , che tu non hai ſentimento ne raglio diſperanza , che la natura co'l
di Dio,ne d'anima, ne di natura, e pi- fiato del languiente tiene pur'anco
glio fiato . aperto, comanda,chc ſottil ferro apra
la cefalica vena albraccio deftro, on
SECONDA PARTE . de à tant'oncie ſe n’eſca il ſangue, che
fi minori la maſla ,fi diuertano gli hu
' Inferma Lazzaro, e grauemente mori al baño,ne fi diſtrugga il vigore;
no, ne prendono prouida cura . Spe- combattano : refrigcranti i ſciroppi,
diſcc prelto Maddalena due Meni ve che'l focoſo ammorzinoi oxorodini
loci,à Chrifto l'vno oltre alGiordano, al capo, che riburtino i funi: e pitti
che l'atuiſi dell'infermità dell'amico; me al cuore, che allegrino gli ſpiriti ;
à Geroſolima l'altro , che'l più ſaputo , & altri mille conforme all'arte ; e ſo
& cfferto in medicina cofio à Betra pra curto i delicati ,Нh
tenui sì, macoli
rigo
242 La doppia pena delPurgatorio
roli riſtori, che alle cert'hore aggiu ti puzza quel Lazzaro , quel fratello
Atate in pronto ſiano. Mettono le So- che inferino , e morto tanti teſoriti
relle in vn punto foſfopra il Cattel- cofta ? fermati che adeſſo Chrifto con
lo: s'appreſtano le perle più fine,le più ſolare ti vuole , te lo vuol dare nelle
pretiofe conſeruc, ipiù coſtoli ftillati: braccia , te lo vuol porre nel ſeno, ouer
îi carica vna gran menſa de' più gen- l'accogli , e lo ftringhi à tuo piacere .
tili rinfreſchi, de'più nobili ſucchi, Nosno tā fatet,iāfatet, quatriduanus
delle quinte ellenze più rare : bollono OC, Abi quante Marte, mio Dio, frå
nelle officive più batie cento boccic,e l'animede'viuenti, a' qualipuzzano i
pignate per ridurre in conſumati le Lazzari de’loromorti che la giù itan
carni de' morti polli, che le conſuma- no nel Purgatorio fepolti ? Figlio , fi
te forze del viuo infermo banno da glia, per tuo Padre , per tua Madre ;
rittorare :e non meno à piena mano Padre, Madre, per tuo Figlio, per tua
sborfano le addolorate Sorelle gli ar- Figlia ; Moglie per lo Marito , Marito
genti, e gli ori,per rimedio della poco per la Moglie ; Fratello , Sorella per
meno che deſperata vita di quello che fuo Fratello pertua Sorella ; Parente
à larga vena (gorghino da gli occhi il per lo Parente ; Amico per l'amico ;
pianto per dolore, della poco meno quando che infermi li Itąuano , che
che certa morte. Ma non hauendo in non facelte di ſpeſa ? quando che more :
fine braccio di forza sì vigorofa l'in- ti furono che non moftraſte di duolo ?
ferma natura, che alzare poſſa il mar- & hora che di là giù ſtanno gridando
tello de'lomminiftrati rimedij contro focto le pietre peſanti di quelle pene ;
del morbo nemico ; langue , manca , Tollite lapidem ; fuffragij , fuffragij,
foccombe, e ſpira l'vltimo fiato :Mor- aiuti , aiuti i accio da queſta tomba
tuuseſt Lazarsis. Reſtano allhoras vſciamo alla luce del Paradiſo ,ahe
Maddalena ; e Marta profondamen- chi è divoi che corra à porui la mano
te trafittei gemono ,piangono , ftillano impiecoſito ?ahi che per lo più in quat
sì dolóroſe, che ſe havielle orecchio la tro giornive n' andate ſcordati , e le
morte, che i gemiti, i pianti, leftrida .v'hà alcuno,che à ricordar ve gli ven
loro ydir poteſſe , il tolto Fratello lor ghi, co'l tollite lapidem :torcere il.col
renderebbe impietoſita. Vogliono , lo, volcate gli occhi,turate l'orecchie ,
che'l freddo cadauero fi laui d'acque ſe non le nari, quali che tante Marte
odorore , che s'vnga delli vnguenti più gridando , l'hò pianto , l'hò fuffragato ,
delicati : che ſi condilca con gli aro- di tanto tempo è ſepolto : già allame
mati più vigoroſi . Sepolto in fine è inoria mipuzza infracidito ; non ne
Lazzaro, e pietra grande in fulla boc- tengopiù briga : Iam fatet,iam fatet ,
ca s'addofa. Eteccoti il quarto gior- oc.e ſe queſta è crudeltà traſcurata, è
no arriva il Saluatore ;và con efle al traſcuraggine crudele , lo dica il Tar
ſepolcro , chiede, che s'apra; coman- taro fteflo , che ne ftupiſce . Ma sù è
da , che li tolga la pietra : Tolkite lapi- animeChriſtiane, che yoglio ſchiarir
dem; e Marta (chi'l crederebbe torce ui all'occhio il quanto di quelle pene
il èollo , volca l'occhio , ſi tura lé nariš focoſe , che colà giù viuamente tor
e nauſeabunda grida. Oibo Signore mentano quell'anime purganti; acciò
non fate : puzza , ch'ammorba ; fete ſe dalle pene amoroſe , come meno
che appeſta ; Jam fatet,iam fatet,qua- aggiuſtare all'intelligenza comune ,
triduanus eft enim . Marta Lazzaro commoſi non vi ſete à pierà, vimuo
già tipuzza ? giàti puzza il fratello ? ua almeno il rcale del fuoco che reala
quel Lazzaro sìdiletto , che inferino mente le tormenta , ecol'abbrugiantura
.
tanto ancora curaſti,feruilti tanto fol. Il mio Serafi Bonaue D.Bom.
lecita ? quel fratello sì amato , che dopo d'hauer prouato , che Minima
morto doglioſa tanto piangeſti, tene- pena Purgatory maior eft maximapa
ra tanto bacialti? In quattro giorni già na Mundi , quanto alla pena del dan
no ;
llo, Per il Giovedì della Domenica:III.diQuareſima. ' 243
no ; lo proua anco quanto alla pena pra da un vaſto coperchio d'infocato
01 del ſenſo, edice . Iftud etiam patet de ferro , fopra del quale ſi cuoccuano
pæna fenfus, quia cum dolor non fit ef- l'anime, e cotte ſi liquefaceuano, e li
fentialiter leſio, ſed lafionis fenfus, quefarre colauano giù nella valle, co
tanto magis dolet anima, quantoma- me la ſtrutta cera ſi cola giu per vo....
gis fentit Tinfitiuum aliquod ; ideo ab panno ždoue sù quelle bragie poi ſi
G igre in ipfam agentemaxime affligia riuniuano, e rinonauano pertormen
001 tur: Chiaro, dice il Santo, che la pena tarui cruccioſamente. In tomma iter
minore del Purgatorio auuátaggia la ri, i fuochi, i zolfi ,i liquefatti metalli,
maggior pena delMondosanco quan- ivermi, i ſerpi, i moftri , & i Dizuoli
it; to alla pena del ſenſo perche l'effenza' feriuano ardenano , boltivano , edi
del dolore non ſtà nella leſione,ed of- . ffruggeuano , lacerauano , attollica
- fela ; ma nel ſenſo , ò ſenſatione dell' nano , fracciauano , e cormantauano
ofteſa, ò leſione; onde tanto più s'ad- quell'amime in tante guile, che non
dolora vn ſoggetto و, quanto più ſente ſono immaginabili da nollri cuori ,
i il ſenſitiuo,che l'offende: dunqué non-non che eſplicabili dalle noltrelingue.
effendoui paragone trà l'acutezza Ordinando la Diuina Giuftitia, cone
del ſentire d'vn'anima ſeparata , e vuole fa Tomiſtica Scuola ,che ſopra
quella d'vna congiunta', reſta con- naturalniente cleuate quelle corpo
chiuſo l'ecceſſo della ſua pena del ſen- rali creature realmente poſſano tor
fo , ideo ab igne in ipfam agentemaxi- mentare , e tormentino que' fpiriti ,
me affligitur. ſopra de quali vaturalmente nonhan
10 Ma per darui qualche chiarez- no alcuna forza y accioche eflendoli
zamaggiore delle pene , che ſentono ſoggettati ad eſſe peccando , rettino
l'anime del Purgatorio non potendoſi loro anco ſoggetti penando . Se la
in queſto fatto valer d'altro , che delle menteuoli poi colà giù s'odono i
rivelationidiuine: vdite ciò , che dal pianti ; ſe doloroſe ſtridano le quere
Dionyf.GranDionigiil Carculiano nelle ri- le; lehorribilirimbombino gli vlulati
Cartus.uelacioni, ch'egli chiama degne dife- in quellefiamme, frà quellebalze,per
de4.no- de, ione hò cauato . Furono per di- quelle grotteipenſarelo voi,ch'io non
uiſ.ar - ſpenſatione diuina l'anime purganti · hò tempo,nefpirto di poterlo deſcri
tic. 47. vifte da moltiancor'in corpoviuen- uere ; econchiudete poi , s'cgliè vero
48.49. ti,altre vine abbruciarli entro l'arden- anco quanto alla pena delſenſo , che
ti fornaci ; altre immerſe ne' bagni di minima pena Purgatory C.
pece, di zolfo , e piombo liquefatto, e Ma vaglia il vero hanno l'ani
bollenti: parte fteſe all'in sutrafitte in me purganti fràtante pene alcun re
terra con chiodi infocati : parte ftefe frigerio , e conforto ? Signori sì , ne
all'in su da infocati dragoni lacera- hanno. Vanno gli Angeli Cuſtodi lo
te , e diuorate. Queſte fritte veniuano ro à confortarle con portarloro mal
nelle padelle ; quelle s'aggirauano ar- <sme care nouelle de ſuffragij,che lo
roſtite ſopra de ſpiedidi fuoco.Fu vi- ro vengono fatti da' parenti , e da gli
- to horribiliſſimo vn monte da vn cão amici: Eroh conforto grande, c'heb
to tutto fuoco , putrido , marcio , zol- bero à giorni pallati i anime di N.
forco ,e tenebroſo ;dall'altro tutto ne- quando cheintelero douerfi predicar
ue,tutto ghiaccio , tutto grandine, e queſto giorno delle lor pene, & inui,
gelidiffimo vento : e con forconi,e tri- tar'i viuenti à ſuffragarle . Reſpire l
denti acutiſſimi di ferro erano slan- anima di quel Padre, di quella Madre
ciate l'anime arroſtifte dal fuoco nel là trà quei ferci , là trà quei fuochi;
ghiaccio ; irrigidite dal ghiaccio nel ſperando che la figlia, che'l figlio con
fuoco, così à vicenda: Fừ vifta inlie- l'elemoſina d'vna doppia doueſſero
me caliginoſa yna valle , tutta d'ar- vna volta ſaldar le piaghe , ſpegnere
denti carboni ripiena , chiuſa al difon i loro ardori.Reſpiro l'anima di quel
нь 2 Fra
244 La doppiapenadelPurgatorio
fratello , di quella ſorella là trà que' Sagre canzoni , che in angelico con
zolfi ardenti , la tràquei piombi bol- certo cantando fràtantovanno , non
lenti,ſperando,che'l fratello, che la ſo- habbia per canto loro il Purgatorio
rella con l'elemoſina d'vn'oro douer- ſpecie di Paradiſo ? e ſe l'ingratitudine
fero vna volta medicar le cotture, ac- ità lontana bandita dalli confini del
quetare i bollori . S'allegrò l'anima di Cielo; qualiſupplichepoi colà sù glo
quel inarito , di quella moglie là frà rioſe non ſtaranno inceſſantemente
quei vermişlà trà quei ſerpi;ſperando, porgendo al Tribunale della Maieſtà
che la moglie , che'l marito con l'cle- Santa per li loro benefattori? Oterque
moſina d'vno ſcudo doueſſero vna quaterque Beati: è ben tre volte , e
volta por fine à que'morfi, & arreſtar quattro Beati quellidi voi , che con sì
quei veleni . S'allegrò l'anima di quel nobil riſcatto potremo dire d’haniere
parére, di quell'amico là trà quei mo- vna si gran parte di noi nc'noftri inter
itri,trà quei Diauolifperādo, che'l pa- ceffori digià bene introdotta nel Pa
réte,che l'amico con trlemolina d'vn radilo . Ma dell'efficacia di quello
ducatone douellero vnavolta riſarcire mezzo per ottenere l'abbondanza de'
i loro ftratijaddolcire i loro tormenti; beni della terra , e del Cielo , non oc
onde, ſtauano iPadri , le madri , i fra- corre , ch'io tratti, hauendone già par
telli; le ſorelle, i mariti, le moglie,i pa- Jato le lingue di mille penne,hauendo
renti, gli amici voſtri porgendo le ma- ne già ſcritto le penne dimille lingue .
nià voi, à voi ſuoi figli , e figlie , fuoi Maahiche ſarà, quandoche dopo l's
fratelli, e ſorelle, mogli fue, e Mariti : lemofina fatta gli Angeli Cuftodi tan
ſuoi parenti , & amici; e porgendo le tie ranticonfuli,edoglioſi,lagrimasz
ftauano da quei ferri, e da quei fuo- do,e gemendo recaranno à molte l'o
chi , da quei zolfi, e da queipiombi, dioſo annuntio, che durare è lor forza
da quei vermi, e da quei ſerpi, da quei in quelle pene, re ferite, arſe pur’anco ;
moltri , e da quei Diauoli; moltran- bollire pur'anco , e ſtrutte i laccrate
do con le piaghe gli ardori;con lecot- pur'anco,e attollicate ; ſtracciate pur
ture i bollori; con i morli, i velenijcon anco , e tormentate , perla ſcarſa ele
gli ftratiji tormenti;gridando ,ſtriden- moſina de' ſuoi, ſe ben congiunti di
do, vlulando : pietà ,aiuto, miſericor- ſangue , non già congiuntid'amore ?
dia ; con gridi, con frida , con vrli la- Venne,dicono,alle mani di tuo figlio
grimoſi,vogliofi, forzoli sismaviuaci lo, ò madre, quella doppia,è verojma
pur'anco di cara ſpeme d'efferne me- laſcioſfela in borſa per paſcer cani di
diante vna liberale voftra eleinoſina caccia; e per tuo aiuto non sò bene, s'
liberati in queſto giorno. egli diede vna lira . Vemne alle mani
12 Er ecco compita ſubito l'elemo- di tua ſorella , ò fratello quell'oro , è
fina, fpiegarono dorati i vapni Angeli vero; ma laſciolclo in borſa per com
mille a quella volta,e lieti alcuni, e fe- prare empiaſtri, e belletti : e per tito
ftofi lodi cantando al Signore collie aiuto non sò ,s'ella diede vn dieci fol
dolciſſima melodia di Paradiſo porta di , Venne alle inani di tuo inueito , o
rono ad alcune la deſiderata nouella moglie , quello ſcudo , è vero, ma la
i dello ſconto delle lor pene nella libe- ſciolelo in borſa per mantenere la.is
rale elemoſina fatta dalorocongiunti concubina ; e per tuo aiuto non sò be .
di ſangue,da loro congiunti d'ainore; ne, s'egli diede vn cinque ſoldi. Vera
ah chi può ridire la gioia,chi può ſpie- ne allemanidell'amico tuo , ò amico ,
gare il contento , chipuò capire la dol- quel ducatone è vero ; ma laſcioflelo
cezza , che loro abbonda , che lor tra- inborſaper giocarlo in quella cricca
bocca, che ſouerchia nel cuore? e s'at- sì facta; e per tuoaiuto diede vno non
tendere pure loro conuiene là giù il sò bene, le foldo, ò groffo: Vennero in
frutto delle melle che dimani s'hanno cuore, ò animo gradite,à voſtri Eredi i
da celebrare,chi può negarmi,che alle legati , che hanno à ſoddisfare ; maſi
l
rico
Per ilGiovedidella Domenica III.di Quareſima. 245
rifolſero di non farui altro fino al ſe querele gridano quelli Angeli tutti
nuouo raccolto, fino a maggior valı- di là giù ballo all'Altiſimo vendetta ·
ta dell'entrate , fino à teinpo che cel- contro la crudeltà , & ingiuftitia do '
fino gliaggrauij in parte . A' cani viuiin ver demorti, ene reguitatolto
dunque io ſon pofpofta da vn figlio, infallibilmente la ſentenzadella giu
grida l'animadi quella madre ? Ahi ftitia diuina . Eadem quippe menud,
cane, enon figlio ; che qual cane rab- qua menſi fueritis , remetietur vobis :
bioſamente troppo ſtracci le viſcere A voi ,, o tutti viuenti, con la ftefi Luc. 6.
della tua madre. Giudice Iddio giu- miſura dicarità , con la quale miſura:
ftiffimo,& anderà impunita la crudel ſte l'elemoſina per li voſtri defonti, la
rà di quelto figlio, che con denti cani- rà à voipoſcia miſura da' voftri Porte
ni le viſcere materne và lacerando ?Ad ţi Delte vna lira,yn diece,vn cinque
empiaſtri dunque e belletti io ſon pof- foldi,e non più ? Vna lira, vn diece, vn
polto da vna ſorella , grida l'animadi cinque ſoldi hauerete , e non ſperate
quel fratello ? Ahi tigre e non ſorella; di più vn quatrino · A' cani , alle
che quelli empialtri, ebelletti einpia- vanità , alle meretrici , a' bagordi
mente troppotu coloriſci co'l ſangue pofponeſte l'anime de' voſtri congiur?
di tuo fratello . Giudice Iddio giuſtif- ti, e cari? A cani , alle vanità , alle me
fimo , & anderà impunita la ferità di retrici, a' bagordi ſarete poſpoſti da'
quella ſorella, che del ſangue fraterno voſtricari, e congiunti. Traſcurate,
s'immaſchera il proprio volto ?Ad vna differite, ricuſate di ſoddisfare a’lega
lupa dunque io fon poſpofta dal mari- ti de' voſtri paſſati? traſcurati, differi
to: grida l'anima di quella moglie?Ahi tisricuſati faranno da'voftri eredi quei
lupo, e non marito ,che per accoglie- legati, che laſciarete ; eadem , eadem
re in ſeno la meretrice, mantieni letto menfura; con la ſteſa, con la ſteſſa
di fuoco ſotto l'honorata compagna miſura,chedigià ſtà ſegnata aggiuſa
delle tue nozze . Giudice Iddio giu- tiſſima co'l ſugello delle piaghe di
ftiffimo, andarà impunita la barba- Chrittoin Paradiſo . Sorella,frarello,
rie di quel marito ; che i diſoneſti ſo- adeſſo la mano alla conſciencias
lazzi di quell'infame compra con li Quanti peccati hai ſin’hora comment
tormenti della legittima moglie ? Ad in vita tua , oltre quelli che viuendo
amici dinome dunque io ſon poſpo- all'auuenire commetterai ? Quanti di /
ſto dall'amico, grida quell'amico, che quei mortali, e tanto fatti, che peſano
fù di fatti sì grandi? ahi nemico,e non più che piombo , che puzzano più che
amico , che per eſſere auaro dello ri- carogna ? Che infiniti de' veniali di
ſcatto d'vn ſcudo che prodigo poiget- cuore, dibocca , di mano ? Che de
ti in vn bagordo , lafci ſchiava di gale- penfieri folo , parole , & opere otioſe
ra di fuoco l'anima dell'amico . Giu- dalla mattina alla ſera tu ne ammuc
dice Iddio giuſtiſſimo , & anderà im- chi là ogni giorno vn confuſiflimo
punita l'ingrata ſconoſcenza di qucll caos, ſenza tantin diriguardo ? e che
amico , che bruttamente tanto per l'- penitenza nehai fatto , che penitenza
apparenti , e falſe della vera , e loda ne fai, che penitenza ne ſei per fare ? E
amicitia è traditore ? A meglio tempo fe penitenza aggiuſtata non ne fai in
dunque,à tuttacomodità differiſcono queſta vica, à quante decine, à quante
gli Eredi noftri il cópire à gliobblighi, centinaia d'anni verrai tu condennato
che di presére gli altringono? Ahi aſfal al Purgatorio? e ſe non ti vengono più
ſini,e non Eredi,che aſaſinate del po. ſuffraggij da' viui di quello , che tu
co quelli che liberali donatori vi furo- bai fin hora mandato à morti , che
no già del molto . Giudice Iddio giu- ſarà di te pouerello ? (tartene vn'ho
ftiflimno, & anderà impunito l'ingiuſti- ra ad abbrugiarte viuo nel fuoco ar
tia d'vn sì vituperoro affario mento ? dente , penſa tu che dolore ? che ſarà
13. Ah che à sì giufte, & à sì doloro- yn giorno ? che ſarà vn meſe ? che
farà
246 La doppia penadelPurgatorio
ſarà yn'anno ? dieci anni ? cent'anni? bile à dare : io non sò , s'io micreda ,
· mill'ann ?Sin Dio sà quando ? Sin al di che tu babbi fede, che tu creda in fuo
del Giuditio? Padre . Cent'anni, mill'- co di Purgatorio .
anni , fin'al di del Giuditio può Itare 14 Eh date dare , e vi rimborſerà il
vn'anima in Purgatorio ? Si che ve ne Signore date date , o dabitur vobis .
Itanno di fatto , e Dio sà quante, el'. Date con fede ,date con carità ,dare,
atteſtano approuare apparitioni, che che vivede quel Dio , che v'hà pro
s'hanno pain ne'Sagri Scrittori, e meſto quel centuplo anco in queſta
pofta l'infinità de' peccati, che fi com vita , date c date allegramente i per
mettono , e la poca penitenza che le che ama Dio vn'allegro datore :bilan
ne fà, è moralmente certo ,che ſe non rem enims datorem diligit Deus. A
foſſero i fuffragij, cheloro ſi fanno in nuoua clemoſina' dunque v'inui- 2.C0.9 .
Santa Chieſa , il più dell'animoviſta- to tutti, vi perſuado , vi ſupplico ,
rebbe, vn Dio sà quando . Chriſtiano vi ſcongiuro per pietà dell'anime vo
ſe à queſto punto per piecà dell'anima Atre medelime , accioche dopo
tua ſteſſa , che non dico più de'tuoi morte fi rendano degne d'
morti , non ti riffolui prima à pagar effere quanto prima in
que' legati , à ſoddisfarà quell'obbli trodotte nel Pa.
ghi , à quali tenuto fei ; e non ti moui radilo . A
poi à dare in elemoſina: tutto il polfie inen .
i
L'OC
247
51
L'OCCASIONE
DEL PECCATO
Per il Venerdì della Domen. III. di Quareſima.
. Et mirabantur , quia cum muliere loquebatur :
S.Gio.cap.4
Arauiglioſo fatto per ſpalleggiatoal di fuori da quelle gra
certo o Signori . tiene fauori,che la mano liberalilli.
Hà l'huomo vn'ani- ma del prouiſore Iddio per tutto ipar
M ma , nellaquale ſo-
no impreſi i temi
dellevirtù , Atampa-
to l'impronto della Santiſſima Trini-
ge, e maſſime nella ſua Chieſa. Epus
re gran marauiglia al cader' in pecca
to è così facile , alriſorgere così diffi.
cile,onde con moſtruolo rincontro al
sà, in cui riluce quel chiariſtimo lu . ricadere si labile , di virtù ſeminato ,
me, che ci addita il più diritto fentie- dà raccolta di vitijritratto diDio rap
ro del ragioneuole:hà l'intelletto che preſenta il Diauolo, riſchiarato di lu
diſcernedat falloilvero ; la volontà , me , vàtentoneall'oſcuro ; conoſce il
che non s'appaga, ſe non del beneila vero ,& 'erra nel falſo; vorrebbe il be
memoria ,che ſempre vivà leggendo ne,e s'appiglia al male ; ricorda l'ob
all'orecchio interno gli ſtatuti della bligo , e rompe la legge; fe fteſto ac
natura , quali fecondi primogenitori, cufa,ne da'delitti s'arreſtaialCielo mi
della conicienza ,ce la danno poi ma- ra,ne dalla terra ſi ſtacca;nato pieghe
dre di que' peilieri, che hora ciſono uole , piùincreſcendo s'indura ; altri
importuniaccuſatori de' noſtri falli, l'ındrizza,e ſempre và torto ; altri il
hora fedeli auuocaüi delle notre gių . rincora,e fempre è pigro :altri lo ſpin
Ttitie : hà l'huomo'vn corpo di figura ge, lo ſtimola ,lo ſolleua, e ſempre fi
diritto , che mira, e mirando aſpira al tira, s'arrelta, li gitta à peſo , e ſe bene
Cielo ,e non alla terra; di complellio. inuigorito , e ſpalleggiato da chi può
ne,che non eccede in caldo, e ſecco , il tutto , cſce co'l peggio bene ſpeſſo
acciò non ſia indomito, e fiero come da queſta vita . Ma ceſli la marauiglia
il Leone , che non louerchia in fred- V. che la ragione è bell'in pronto :
do, & humido , acciò non ſia ttupido troppo s'allicura il Giuſto di no rica
come il peſce, ma d'ottima tempera. dere, con eſporſi all'occaſioni, e però
rura , acciò che viua pieghevole ad facilmente egli cade, non ſi ſtacca
ogni virtuoſo coſtume.E l'huomo in- dall'occaſioni il Peccatore,e però dif
drizzato dalle leggi humane, e diui- ficilmente riſorge : torna all'occaſio
ne , regole delle noſtre attioni, rinco- niil Penitente ,e perciò labile vi ri
rato coll'eſempio deGiuſti,e de San- cade. Stupiſcono loggi gli Appoftoli
ti,di Chriſto iſtetto, ſpintoquaſi naue trouare il noſtro Chrilto à difcorſi in
da’renii fitimolato quaſi deſtriero da ſegreto con quella femmina,u mira . 2
K k L'EC.
258
L'ECCELLENZE
DEL SS. SAGRAMENTO
Per la Domenica Quarta di Quareſima.
Accepit ergoIefus panes, egcum gratias egiffet diftribuit
diſcumbentibus. 10.6.
V già ,voilo ſapete o ſcuote, c caccia vampe dal ſeno ; tutti
Signori,ingegnoſal fegni d'amore ,che dentro delle rugia
inuétione di quegli de,delle brine,de germi, de’terremoti,
antichi , i quali più edelli fuochi ftelli de'Lippari,de Mó
Filoſofi ,che Poetii gibelli ben chiaramente li poſſono co
foffero, ò che Picto- remplare.Ondedall'amore di noi toc
ri, dipioſero il Dio d'Amore no ignu- co , vinto ,atterrato , prigione fatto ;
.do ;debole, e delicato fanciullo, come quanto può,e pomiede in Ciclo ,in ter
volgarmente fi fuole , ma guerriero , rajin Mare, à noftro pro opra tutto , e
armato,poderoſo , virile, che in atto di tutto cede . Figura ben ' aggiuſtata io
vincitore à piedi fteſo atterrato il Dio nonlo niego. E chiſagra ,diprofana,
Pane teneua: que! Pane,che delle coſe ch'ella è , deliderafle di farla ,ben po
naturali tutte dall'ingannata Gentilità trebbe dipingere à piedi dell'Amor
era per Nume creduto , & adorato , Diuino vinto ,abbattuto il Dio Pane, e
dando con queſto fimbolo à diuede non già quel fauoloſo mezz'huomo ,
re,che quanto dalla natura ci viene in mezzo capra ,e tutto beſtia, nò : ma ſi
quefta vita mortale prodotto , e con- bene il reale,Huomovero, Dio vero , e
feruato,rutto ètrionfod'Amore. Vi- Pane vino,Chriſto Sagramenzaro. Ego Ioan . so
ue di noi,diceua quella dipinta figura, sum panis vius i dando con questo
viue di noi innainorato il Dio della fimbolo à diuedere , che l'hauercico'l
naturajarde per noi d'amore entro all' turro della natura , e co'l tutto della
acquenon meno, che nelle fiainme : gracia ſe teffo ancora Dio di natura ,
per noid'amore ſcintilla ne' dirupi nó edi gratia nel fine della temporale ſua
meno che nelle Stelle, e non meno ne' Vita in precioſo conuito donaco in ci
taciturni tronchi , e nelle mutole pie- borcucro fù trionfo d'amore.Amor fe
tre, che nell'aurette loquaci, e ftrido- rillo ab æterno:amor lo traſſe dal Cie
lette frondi,geme per noi,pernoi d'a- lo:amor di carne veftilloj e per ainore
mor ſoſpira , Riſo d'amore e'l ſereno ; humanato arſe,gelò ,patì, ſparſe ſudo
pianto d'amore è la pioggia ; gaudio re, langue dal preſepe alla Croce ,di
d'amore è laluce ; doglia d’ainore è'l giuno orante,predicante,anelante,ſpi
buio ; & è ſdegno d'amore ilnunolo , rante , ſempre auuampante, e sfauil
che perciò poco dura: & è fato amo- lante d'amore ; dandoci finalmente
roſo lo ſtato delle ſtagioni, che perciò pegno di tanto amore ſe ſteſſo in cibo.
è così iftabile,& inceſante . Innamo- " In charitate perpetua dilexite. Cum Tere, is
rato geloſo ci fà la veglia in Cielo con dilexiſſet ſuos,in finem dilexit eos.Ma
Canciluni; innamorato impazzito ſi rauiglioſo conuito in vero ſimboleg
và ſuenando in terra con tante fonti giato in quello , che hoggi fà Chrilto
ſuda , gela, G ſuiſcera ; impatiente fi alle Turbe : che ſe dell'ino fi dice ;
acce
Perla Domenica quarta di Quareſima. 259
Joan. 6. accepit ergo Iefus panes : dell'altro ltà iftupiſce la gracia,che entro d'anguſto
ſcritto; accepit panem in lanēlas,ac ve- lido troua ondeggiante dituttii fiumi
S.Chi. nerabilesmanusſuas:ſedi quelloicùm fuoi ilPadre Dio Oceano . Deus cùm
gratias egiffet ; diqueſto ; tibi gratias fit omnipotens (ſcriue S.Agostino) plus
agens : le diquello diftribuitdeſcum- dare non potuit: cum fit fapientiffimus,S.Ago.
loa. 13. bentibus : di queſto dedit Diſcipulis plus dare'nefciuit . cùm fit ditiflimus
ſuisi ſe nell'vno ſi moltiplica il pane ; plus dare non habuit ; mira , e ſtupiſci
nell'altro ſi moltiplica la preſenza rea . imbandigione ſtrana ricca abbondan
le diChriſto : ſe iniracoloro è l'vno ; te fuor d'ogni vſato . Quel Dio , che
prodigioſo e l'altro . Ma l'amante de onniporente col dire già fece il fattoje
lidera, che ſi conſideri il dono , acciò dall'ineſaufto poffibile altr'eſſenze in
à gradire lo venga l'oggetto amato . infinito all'eſittenza può trarre; non
Tocca à noidunque Signori à fine det hebbe, non ha potere, per darci più di
: gradimento douuto, confiderare l'ec- quello ci ha dato in poco foro , il
cellenze ſourane delconuito Sagro- picciolo vn bocconcino . Quct Dio ,
fanto dell'Altare, preſo ilmotiuodalla che onniſcience fù l'architetto dell'vo
hodierno : il che fatto nel primo ; ve- no , e dell'altro Mondo , e nell'eterna
dremo nel ſecondo con qual decenza ſua mente altri infiniti operabili , con
cgli è giuſto , che ſotto pene grauiffi- ordini in infinito diuerſi diſtingue , &
me vis'accoftià goderlo il conuiuan- intende i non hebbe , non ha ſapere
te fedele, & incomincio . per darci più di quello ci ha dato in un
2 Signori ſc voi mi date vn con- legno ſenſibile , e famigliare. Quel
uito il quale , primo gia mirabile all'. Dio , che biſognoſo di nulla , tutto del
Occhio nell'imbandigione ſtrana , ric- tutto è Signore , & à cui d'erario fer
ca , abbondante fuor dell'vfato . Se- uendo il libero ſuo volcre, pronti al
condo che ſia di cibi artificioſamente comando ha ſempre infiniti iteſori in
al palato delicati,e foaui . Terzo , di infinito ; non hà , non hebbe hauere ,
vigoroſa , ſalubre coſtanza al conui- per darci più di quello ci ha dato in
uante . Quarto & vltiino d'appaga- triuiale figura dipane, è vino. In quel
mento tale al conuiuante medelimo , riſtretto teatro ha dimoſtrato Iddiol
ch’ogn'altro cibo , quantunque prima eſtremo di ſua poflanza : in quel fo
appetito , abborriſca , rifugga, nauſea- , gliuccio ſottile hà iſpiegato Iddio l'c
bondo rifiuti : per me di compitezza ftremo di ſua ſcienza : in quel meno
tutta anco reale,ſenza contraſto alcu- miſlimo campo aſcoſo hà Iddio l'e
no lo ſtimo . Er oh eccellenze foura- ftremo di ſua ricchezza . Deus cum fit
ne del noſtro Sagramentale , in cui o. omnipotens 06. Oh , e lipotenia qui
pra d'amor diuino fouraeminentitut- defiderare più marauigliola l'imban
te quattro fi vengono à ritrouare . digione in Itranezza, ricchezza, & ab
3 E non ſarà permirabile l'imban- bondanza ?Mentito dal Salmiſta ſareb
digione ſua dall'occhio dell'intelletto be chil'affermaſſe,mentre à chiamare
riconoſciuta , mentre ſi troua fatto lo viene , il compendio la ciffia delle
materia , di ſtupore all'Angelo , non marauiglie diuine . Memoriam fecit.Pfira
che all'huomo? alla gratia non meno , mirabilium fuorum . Eſcam dedit ti
che alla natura ?Stupiſce l'Huomo,che mentibus fe . Marauiglie si , ma ope
accidenti corruttibili ſperimentando rate d'amore . Cum dilexiſſet ſuos,in
co'l fenſo , incorrottibile ſoſtanza con finem Oc:
l'intelletto vi crede : Stupiſce l'Ange- 4 Che ſe à materia più facile diſcen
lo ,che dentro d'vna picciola sfericci- dendo,vogliam vederlo adeſſo al pala
uola vede ciffrata vnita l'Immenſità to dell'anima artificioſamente delica.
Beata del Paradiſo . La natura ſupi- to , e foaute : ditemi per voſtra fè,qual:
ſce , che dalle ſtrette ſue leggi lui in- più roaule artificiofo conuito fra liter
rende diſobbligarli materia ; e forme: mini tutti del naturale creato può ri
KK 2 tro
260 Ľ EccellenzadelSantiſſimo Sagramento
trouarſi diquello , che l'ingegnoſe, e Dauide lo diſſe chiaro . Ma teſtimo
laboratrici del mele apparecchiado ci vio al mio penſiero aggiuſtato ne
vanno ? Accurate proueditrici eſcono chiamo quì l'Aleſſandrino Clemente ,
le api alli mercati, alle piazze delli quando che d'ello ei ſcriſſe. Apes ex
giardinii & iui da viuandieri , e dro- horto colligunt flores poftea quam et Ciem ,
ghieride' rugiadol fioretti le roſee floribus collegerunt , fauo dulciffimo Alex.l.
più delicate foſtanzesi giglini quintie- perfoluunt . Suc Chriftus ex horto 2. ftra
Itratti più nobili , e ſpiritoſi ſcelti, & Mundi huius cæpit humanitatem no- mat.
accappati; con arte, quanto più inco- ftram ,et dulciffimum fauum mellis red
gnita all'occhio , tanto più rara allan didit nobis . Hai tu viſto, e guſtato l'
mente, non sò ben dire le ainmaffano, artificioſo delicato lauoro di queſt'
ò le diſtillano; le premiono , ò ſe fer- api terrene? Mira adeſſo ,e ſaforcggia,
mentano ; le ſquagliano , ò ſe dilecca- Ò fedele, quello ch'è dellamiſtica pec
no : fe cuocono , o le maturano quel chia del Figliuolo di Dio. Ape increa
la materia aduvata : ma sò bene , che ta , habitatrice eterna delſeno hibleo
ſe ricerchigli ſtromcnti, gli arneſi di del Padre, volò algiardino,al prato di
così fatto lauoro ,altro tu non ritroui, queſto Mondo ;e da ' rugiadoſi fioretti
tu non iſcuopri, che la boccuccia loro delle vene prima,poi delle poppe della
Suſurratrice , con la quale ſi vanno iui Verginella Maria le roſec fanguigne
d'attorno adoprando; direi con la lin- più rare,e delicate ſofianze , i giglini
guaeſperta, e più di quella dell'orſa,in jattei quint'eltratti più nobili , e lpiri
quello cumulo inforinc,informe caos toſi neha formatione, & annento del
di faporoſi tanticonfuſamente agglo- corpo ſuo ſcielti, & accappati, con ar
-bati diſtinguiendo formata la melli- té quanto più incognita all'inrellecro
fua ſoauità; direi con tantibaci amo- noftro ,tanto più rara alla fede,afſonca
Tofi quella pretiofa miſtura di tante l'humanità à lofliftere in vnità di per
delicatezze sfiorate mirabilmente ſona nella roſſiſtenza relatiua del Ver :
condendo , e confettando ;ma, dirò bo con il lauoro d'anni 33. continui
meglio ,con magico ſuſurro le raffina- dell'età ſua ,ammaſſata nelli entiſtit
te ſoſtanze nell'opra ſegreta loro per- lata nelli ſudori, premuta intrà l'an
fertionando ; e così n'eſcono al fine guftic , fermentata con i crepacuori ,
con l'apparecchio gradito de'loro fa- Iquagliata dal deſiderio , eficcata nel
ui. Faui moſtruoſi artificiati della na- rofferire , cotta dall'amore , maturata
tura ; compoſiti inimitabili dall'arte da' patimenti ben mille volte quellas
humana ; copia delnettare , eſemplari corporeaviua natura ; alla fine noir
dellerugiade. Faại centri delledol- conaltri ſtromenti checon quelli del
cezze ; midolle delli guſtabili; ſtapori la ſuabocca,delle ſue labbra ,della ſua
de gl’incingoli : Oceani formati dalle lingua le ſagramentali parole artico
adunanze tutte delli ſapori. Faui in fi- lando, n’vſci ( siami lecito il dire) con
ne Paradiſ del guſto; Idoli del pala- fagroſanto diuinillimo incanto , con
to ; leccode'labbri; polidi quelle lin- l'apparecchio di quelfallo dimele er
gue , che dalla gola ghiotta ſono cala- fo Chriſto Sagramentato ; e de petra
mitate. Conuito d'artificio delicatif melle faturauit eos: Et dulciſſimum fa
fino in vero , frà li termini tutti del sum mellis reddidit nobis. Fauo , in
naturale creato non mi ſi può contra- uentione ſoprammirabile dell'amore
Itare . Ma oh conuito d'artificio deli- diuino ; opera inimitabile della poten
Catiflîino pure frà litermini tutti di za creata; copia della beatitudine del
quella gratia , che ſulla terra ripartita l'altra vita; eſemplare delle délicatez
ci viene, ch'egli è queſto euchariſtico ze ſpirituali tutte di queſta noftra via
fagroſantiſſimo ? E certo non altra ta . Fauo centro delle dolcezze, che
cola , che vn'artificioſo foaue fauo di cadono là dall'Empireo ;midollo del
Pfal.So mele; Et de petra melle fatwauit cosi liguiſtabili dell'anima d'vn viatore)
Nupo
Per la Domenica IIII.diQuareſima. 261
Auporede gl'intingoli diS.Chieſa; O. uarete vn Lattantio Firmiano , che vi
ceano formato delle fiumare, de'beni riſponde : Ambroſias libat cal ſti ne
tutticorrenti quigiù frà noi. Fauoin carerores. Stellifero teneri, quiceci- Lallan.
in fine, Paradiſo del guſto d'vna men- dere Polo: tutta forza ,e vigore diquel Firm .
12 te diuota : Idolo del palato d'vn'intel- conuito, nel quale dell'ambrofee, del- car. de
letto credente ; lecco de' labbri d'Il le nettaree, più depurate, più raffinare Phani
cuore innamorato ; polo della lingua rugiadel’orientale Cielo la và paſcen - ce.
di quell'affetto ,che dall'appetito della do . Quinci rinforzata refifte con le
gloria calamitato ſi troua . E che più ſue tenere carni va viuere così longe
d'arteficioſo , delicato , ſoauein rúlla uo contro li ferrigni denti del tempo
terra in queſto viuere iminaginar fi conſumatore ; quinci rinuigorica con
poteua, non che bramare? Compitez- feruia dopo'l morire ancora nelle ſue
ze d'amore, d'amore diuino cùm dili- ceneri fteſe iſemi di nuova vita ; per
xiffetfuos Oc. che ambrofias libat @c. Ma che bàda
S Ma vaglia il vero , che di foura- fare quella nettarea rugiada, che ſtilla
ne eccellenze moſtrandoſi il ſagra- ilCielo nell'oriente per vitto, alla Fe
mentale conuito nelle conditioni due nice, con quel nettareo Sagramento ,
prime , non meno d'eccelenze ſoura- che nell’occidente della ſua morte
ne G moſtra nelle due cftreme. Cis'- ' ftillò il Cielo dell'Humanato Figlio di
offre la terza in ordine, che di vigoro- Dio per vitto all'anima del fedele?Vic.
fa , e ſalubre ſoſtanza al conuiuante to ſoltantioſo così, che non ſolo man
egli fia . Venga pure la Fenice inte tienein lunga vita di gratia l'animas
campo , e del famoſo ſuo pafto vanti che ſe ne ciba; ma alla vita di gratia il
le forze , ei pregi. Inuecchia à ma- viuere di gloria continuando , eterna
rauiglia queſt'vccello frà tutti gli ali- mente beata anco immortale la ren
geri habitatori dell'aereo elemento ; e de. Qui manducat hunc panem ,viuit loa.c.6.
vigoroſaallungando il ſuo viuere à in æternum :l'habbiamo nell'Euange
numeroſi giri di luftri, e luftri i alla fi- lo di bocca di Chriſto ſteſſo . Quinci
ne giunta a quell'eſtremo, in cui pa- viua al ſuo Dio , eſſendo viſſura nella
gar'il debito le conuiene alla comune foauità mortale vn'anima fedele co'l
caducità ; preſaga' d'hauer più toſto à frequentare queſto cibo diuino , arri
rinaſcere , che à morire ; con gli aro- uata poſcia à quel punto , in cui pagar
mati pretioti, odorofi delle felici con- le conuiene il debito eſtremo dal Pa
tradedell'oriente , forma à fe ftefla vn dre Adamo contratto : preſa nuoua
nido; quale dirò più toſto, l'vteroma- forza, e vigore dalSagto palo in via
terno, in cuidinuouo fi generi, chela tico riceuuto ;preſaga di quell'eterni
piradel funerale, in cui s'abbrugi : di- cà che già le termina il tempo del pre
rò più coſto la culla ,in cui rinata bam- ſente ſuo corſo con gli aromati pre
bigella s'alleui; che'l ſepolcro ,nel qua- tiofi , odoroſi delle più care brame di
le incenerico fi chiuda ; mercè che in Paradiſo , forma à re ftella il rogo del
elſo collata per rediuiua ſpiccarne il la ſua morte vitale, & in eſto contem
volo , e non eftinta giacerui ; berſaglio platrice couata , berſaglio ſe medeſ
ſe medeſma eſpone allidardi vitaliné ma voglioſa,non che raſſegnata efpo
ardentij
te micidiali de' raggidel Sole dardi
ne alli Iddio ,
de' raggi del Sole
que da celefte fuoco ferita ſpira, ma onde d'amoroſo diuino fuoco ferica.
la vecchiaia più coſto , che la ſua vita ſpira ben si,ma che ſpira Spira il mor
trà gli ſpenti carboni delle conſumate tale della ſua carne, ma non già muo
ſuemembra riformandoſi frà pochi re dello fuo ſpirto la vita trà gli ſpenti
giorni,riauuiuato il corpo , ringioue- carboni dell'incadauerito ſuo corpo ,
nita . Che ſe cercate , onde alla Feni- viuace la ſperanza couando di riauui
ce adiuenga dopo sì lungo viuere il uarlo riflorto colà nel giorno finale,
rediuiuo riſorgere à vita noua ; citro per non più inuecchiare ringiouenito :
cara
262 L'Eccellenze del Santiſſimo Sagramento
cara cara morte vitale di felice fenice. de ; geme inuidioſo dalcuore ; piange
Moriatur anima mea morte Iuſto- addolorato dall'occhio ; ſpuma dalle
rum ? Forza forza , vigore di quel cibo labbra (degnoſo ; batte irrabidito co '
Dtuino , di quel nettarco Sagramen- denti e crolla impazzendo di capo ; &
to , il quale ſolo in verità ottiene il fi- abbaiando pare giucando itia ,che ſe
ne de' cibitutti , che è la viua durata quel pezzo dicarne non gli è gittato ,
indeffettibile della cibata ſoſtanza ,che morià diſperato; & ecco sù gli lo git
però ferille ilP.S.Agottino ſopra il ci- ta il Padrone, e con falto ſpedito ilca
tato di S. Giouanni, Qui manducat ne à bocca aperta l'abbocca , l'afferra ,
bunc Panem © c.cum cibo , o potuid ene fa preda.Che crederefte che quie.
a fetanthomines , vt n neſuriant, nec to corcaro ſi mettelſe poratamente à
fituant; hoc veraciter non præftat niſi bell’agio à mafticarlo , guſtarlo , ſapo
ifte cibus , o potus, qui cos , à quibus reggiarlo ; contentandoli il guſto nella
fumitur , immortales, o incorruptı- acquiſtato bramato oggetto ; acque
biles facit. Tutto dono d'amo: e. Cum fitando in quel bene l'appetito ſuo qua
beatificato ? Niente: non l'hà si toflo
dılexiffet, c .
6 "Ohe che più ſi può dire dell'ec- al labbro, che l'hà alle canne : non l'hà
cellenze fourane di queſto diuinilli- tocco la gola , che nel ventre l'hà chiu
mo cibo? ſe non conchiudere eſſere fi. lc :fparito dirai più toſto in vn'iſtante
palmente d'appagamento tale all'ani- prima che tranguggiato; dal palato il
ma, che ſe ne palce ,che ogn'altro pa- libato,dal dente intatto tanto che del
fto quantunque prima appetito ab- la preda fatta, attuale, preſente, ſenza
borrilce, rifugge,nauſeabonda rifiuta. ſapere quali di che ſapore ella fialau
Signori quanto ineſplebile, inſaciabile uertenza tutta sfuggendo , come che
Lala cupidigia dell'anima noftra di- nulla folle alla futura ſempre non mé
moſtrato l'ha ſempre l'infallibile inae . vorace che prima hiante afpira. Oh
ftra delle coſe tutte la ſperienza , non idem euenitnobis , idem euenit nobis.
eſſendoſi trouato ancora chi fatollato Queſto è il ritratto vero della cupidi
di queſte coſe terrene diceſſe baltas. gia dell'animanoftra ; cupidigia cani
Quinci ingegnoſa non meno , che ag- na ineſplebile , inſatiabile. Quidquid
giuitatamente Attalo preſo al Morale ſpectantibus fortuna proiecit , id line
Seneca ce la figuraua in vn cane. So- vlla voluptate demittimus, ftatim ad
Senec, lebat Attalus hac imagine uti; vidifti rapinam alteriuserecti,atque intenti.
42.34. aliquando canem ,miſa a Domino fru- Cagna afamata l'anima cupidigiofa ,
ftra panis aut carnis aperto ore captan. affifte alla fortuna, che per Siguora li
tem? quidquid excepit , protinus inter tiene ; la qualle in ſulle cauole delle
gruni deuorat, ſemper ad ſpem futu- mondanevicende conuiuante trincia,
ri buat. Vedetivo cane affamato ftar- e riparte i golog bocconi delli beni , e
fene alla preſenza del conuiuante Pa- diletti di queſta vita:pende tutta da el
drone ? Fillo in vn tempo ſtello lo ve- fa, in ello leiaffi tata , puutto termina
di nell'aſpetto, nella mano , e nel cibo tiuo del fuo penſiero ; gira feinpre à
del luo Signore,terminando moftrno- mira diquegli oggetti, guide polari
fainéte à trè punti la linea d'vn ſguar- del fuo luiato appetito , e vidiſtrugge
do ſolo .Sembra il caninomuſo vn fer- il deſio , viftanca il piede,vi ſi amareg
ro tocco dalla calamita di quell'odo . gia il cuore,viperde l'occhio ,viſi fde
re , tanto inquieto s'addrizza al polo gna, vi fiarrabbia, vi impazziſce; tan
del boccone, che quegli hà ſtretto in to che ſe non ottiene quel guadagno ,
pugno , e l'accompagna co'l moto , e quel diletto , quel grado , che ſtà bra
Go'l fiato dal piatto al labbro,dalla lin- mando,miſera si chiamada diſperata,
gua al palato , & inghiottito giù perle e ſe l'ottiene beata: Ma sùl'ottengaá
Canne alventreiftero , diinena delio ſua voglia,prodiga lenelia fortuna
fo la codairaſchia impatiente co'l pie- non che liberale;s'acqueta ella fattol
la ?
Per laDomenica Quarta diQuareſima. 263
la? Ne gode,ne guſta, ſe ne contenta,linata , tanto manca che hiante di car
bea ? Guarda, non l'hà sà coſto ottenu- nali, e terreni oggetti, e diletti più af
to,che l'ha ſcordato: non l'hà manco famata fimoftri cheanzi compitanić
aſſaggiato ,chel'hà digeſto: mentreche te in eſſo lui appagata,quelli tutti qua.
l'vn boccone incorpora, s'apporta l'al- fi rancido pafto, mordace, noioſo , ef
tro nell'attuale paſto hiante ſempre ſulcerante abborriſce , rifagge , nau
digiana: canino dente inſomma, cani- ſeabonda rifiuta . Vt deinceps, omnis
no ventre , e non d'un cane ſemplicei ſapor delechamentorum carnalium , fic
ma d'vn cerbero moſtruoſo di tripli- eiquaſi rancidum , radenſque palatura
cata gola à triplicate canne latratore , acuta mordacitatis acetum .
diuoratore; mentre ſempre ſi moſtra 7 Oh rourane eccellenze,oh com
alle ricchezze , alli piaceri, à gli hono- pitezze four eſquiſite di queſto ſagra
ri hiante,ingorda,incontentabile.Dot- mentale conuito , dono amoroſo del
trina, ſe non in termini, in foſtanza al noſtro amorofiffimo Dio ? Et è pofi
meno di quell’Appoftolo che ciò tut- bile,che sì mal gradito egli venga da
1. Ioan. to à que' trè capi riduſe: concupifcen- gli amati fedeli , che inuitati à guſtar
2. tia carnis , concupifcentia oculorum ,colo , à frequentarlo ; eglino traſcurati
Superbia vita . Dunque e chi d'vn tale no'l curino , ſe ne dilunghino , e con
moſtro trionfare porcua ? Chi là di lui villano rifiuto rigettino il caro inuito?
moſtruoſa voracità acchetare.correg- Ahi gridarò con Ilaia Profetta. Quare 7ſa. 55.
gere,& addormire:Signori voi lo lape- appenditis argentum,non in panibus.
te , il crilatrance cerbero cane non con Non in pane(legge l'Hebreo ) o labo- Lect.
altro venne accherato , & addormito rem veftrum non in faturitaté. Audite Hebr. )
dalla Sibilla,che con vn tozzo di pane, audientes me, o comedite bonum ,
con arte medica ammaſſato co'l me delectabitur in craſſitudine anima ve
Virgil, le : Melle ſoporatam , o medicatis fru- ftra. Qnare quare appenditis argentum
gibus off am diſſe quel famoſo,le vi ar- non in pane . Perche, perche impiega
ricorda. Oh mira, mira, ò fedele, arte te voi l'hauere ,gliftenti,la vita in altra
medica celeftiale del tuo Signore per coſa , che in queſto pane Dio viuo ? ſe
trionfare del miſtico cerbero dell'ani- brainate marauiglioſa , foaue, roſtan
ma tua cupidigioſa : per correggere la tioſamente ſatiare l'anime voftre cu
dilei inoſtruoſa canina voracità , ac- un fingre, perche cercate que'beni, che
chetartela , addormirtela in ſeno , che perrplebile ventre loro non poſſono
fece?Siammaſsò viuo pane co'l mele, riempire ? Eb aprite, aprite vna volta
Dio huomo Sagramentato. Ne' Sagri l'orecchio voſtro interno , e voltando
Cant.s. Cantici:Comedi faxum cummia Suey, con l'affetto le ſpalle al corrottibile
oue iSettantaComedipanent cule, se tutto venite, correre à qnefto benedi
D. Paf- meos Sù di che S.Paſcalio,il quale:del- uino , à queſto pane celeſte, à queſto
chaf. 7. l’Euchariſtia l'intende. Quoniam in il conuito d'amore , che divotamente
de Cor. lo Druinitatis dulcedo , o bumanitas gultato , e frequentato fatollando , ap
Ofang. pradicatur. Mele Diuinità : Pane Hu- pagando la cupidigia voſtra,vi empirà
Domi- manità; ammaſſati con arte medica l'animadelledelicie à deſiderarſi più
nic, 10, celeſtiale , in Dio Huomo Sagramen- care . Comedite bonum c Oh fe di
raco: Comedi Panē o c.Quomam in il- quella verità tu ſapefli filoſofare , ò
lo Oc.Et oh chenon si torto viene dal- aniina fedele: anima, che ſin'à queſto
l'anima cupidigioſa degnamente mā- punto , ftimolata fofpinta , violentata
giato ,che con forza d'aſcoſa virtù mi- daile inſatiabili cupidigie tue ſei corſa
D.Cyp. rabile ( dice S.Cipriano)l'empie, la ſa- diecro , e tuttauia correndo vai in ſe
ferm.in cia nelli ſuoi appetiti. Hicpanisvirtute guito delli fallaci beni di queſta vita ,
Cæna mirifica implet,Jatiatedentium appe- oh che ſopite , addormite ,acchetate ,
Dom . totus; onde corretra acehetata addor- quiera in pace , in vna dolce fatietà :
mita la di leicanina cupidigia diſordi- contcntati trouarefti. Segui fupciba
l'ho
264 L'Eccellenza delSantiſſimo Sagramento
l'honore , e lo ſegui, in vano ,che ſe lo ue con perdita così graue l'hore della
portano i venci à volo velocillimamé- mia vita ? perche cercar lontana in
te . Auida ſeguiil danaro , e'l ſegui Aille picciole ſparſa quella delicatez
in vano , cheſe lo porta la fortana à za, che vnita quì in vn Mare di manna
piene vele rapidiflimamente. Segui à mio piacere ondeggiaua ? perche fe
camale il diletto del ſento , c lo ſegui guir'i diletti , che mifuggiuano , ſe di
in vano, che il tempo ſe lo porta in vn letto più caro quì m'aſpettaua ? Con
ponto iſtantaneamente . Dimmi & in uito four'eccellente : e che di più mi
sì lungo corſo de' giornituoi,che tut- rabile ,delicato ſoſtantioſo , appagan
to ciò vaiſeguendo,con i ſtruggimen- te , diuino ſulle tauole del Paradiſo
tianco eſtremi della carne , non che viene imbandito a’ Beati , ſe non à
delloSpirito: con gļi vltimi periglian- piatto la sù ſcouerto , e quicouerto PL.102.
co di queſta ,non che dell'altra vita ; mangia ? Benedica anima mea Domi
dicefticu mai vna volta; io ſon con- no , & omnia quæ intra me funt nomi
tenta? mai, inailo diceſtije ſe'ldiceſti, ni fanęłoeius . Qui replet in bonisde
nientiſtial ſentimento fteſfo ; ne ſarà fiderium tuum.Pagnino legge. Qui fa-Pagnin.
mai, che lo dichi: e ſe'l dirai, mentirai tiat bono os tuum : cantarò quil'ec
altuo medeſimo cuore,che inconten- cellenze tue, frequentandoti in cibo , ò
tabile è il ventre della cupidigia cani- Sagramentato mio Chrifto , e cantarà
na tua,ſe di sì fatti beni cerchidiriem quìmangiando : mangiarò qui can
pirlo, epure, e pure c'è vn bene in ter- tando, mai digiuna, ſempreaffamataj
ra , che fatiartipotrebbe, e l'haicosì fatia ſempre, mai nauſeata ; ſolo del
vicino , ne lo ritroui; e così fpeffo lo Mondo mai ſempre infaſtidita , ſino
miri,nelo conoſci; & inuitata da eſſo che arriui à faporeggiarti à conuito
ad eſſo ti ſenti, e non l'accetti e l'haià d'eterna vita ; così dirai ò anima , ſe à .
tocco le labbra , non che alla mano , e queſto ſagrato cibo t'accoſti, c conui
digiuna ne reſti di propria voglia , i uante il frequenti; e non potrai con
meli, vn'anno, più anni continuati.Eb ciò ſpiegare la milleſima partede'cuoi
audite audientes mec. credi , credi à dolciſimi affetti. Oh Dio : tili pro
me, ò anima Chriſtiana , anzi credi al mette contento di cuor ſcontento ; e
fuo Dio, che ti parla all'interno: dona per contentarti, non hai più che à ma
fede, mentre che doniorecchioa Sos giare , & à frequentare delicato VILA 1
ftemie parole ,che ſon parole diukilti bocconcino ,erifiuti l'inuito ? Sarà in
Corci à queſto conuito , e laſcia il tua mallora ò maledetta , che da ca
Mondo con le concupiſcenze ſue tut- gna in queſta vita viviendo , ſempre in
te; e quì diuota ti ciba , che queſtoè il ane ; larabida, affamata,imbeſtialita,
bene Tolo , che ti contenta, mirabile , alundne cigiuna di queſto pane anco
dolce, loftantiofo . Non ti pentire, da ragina norrai diſperata;lacerando
non ti partire , ſe ſulle prime non ſentiti cw ke canine zanne delle cupidigie
lo ſupore preteſo, la bramata dolcez- tue ſtelle , trà tuoi latrati befteinmia
za, l'atteſo vigore , l'afpettata fatietà . trice allordita , a ' temporali ſcontenti
Frequenta frequenta ilpaſto diuino à gli eterni crepacuori continuando .
filiorum ,
poco a poco,purgarafl'l'occhio, pur- Non eft bonumfumerepanemmedeſiino
garaNiil palato,che offuſcato che im- omittere canibus , diſſe il
Bibito ſi troua di queſti vapori, & hu- Chriſto : Il pane è cibo de' figli, non è
inori mondani ; e purgato che l'vnoje cibo de' cani : a'cani Gi dà la cruſca da
l'altro ſi troui,oh alihora vedrai,oh al- ingoiare, l'offa rodere , le carogne da
lhora ſentirai l'eccellenze di luicoura- malticare; ma ilgentil panedigrano ,
pe , e quando ſarà, che tu le vegghi, guarda, èriſerbato alli figli. Ingoia ,
che tu le ſenti, ahi malamente mie ingoia , è cagna auaraquelle ricchez
conſumate giornate (andrai gridan- ze, cruſca della caſa diDio , Dio te le
do ) one mai vanamente lograi altro- laſcia : rodi , rodi ò cagna ſuperba .
qucl
Per la Domenica IIII. di Quareſima. 265
quelle dignità, quei carichi,olſa dure, nelloccidence, garreggiareil coſtoſo ,
in cuitifpezzilidenti;Dio laſcia cor- co'l ſaporito , contrailare l'accidente
cere : maitica , maltica è cagna diſo- alla lottanza; l'ordine guerreggiare
neſta que'ſporchi diletti, puzzotenti con l'ordinato; e dall'arte d'vn cuoco ,
carogne; Dio lo permette . Ma vi- affaſcinati incantati,inquietoaggirará
uendo da cagna , guarda che mori- lo ſguardo; irreſoluta arreſtaru la ma
rai pur da cagna di queſto pane di- no, inhiante digiunar l appetito i efic
giuna eternamente perdura: one l'ani- nalmente yn picciol pezzo di carne
ma figlia qui conuiuando contenta , morta eller futo lo tłudio di molti in
paſſarà in pace fatolla à contentarli gegni, l'impiego di tantemani,lo ſten
beata per ſempre la sù nelCielo.E qui to ditante braccia, lo ftruggimento di
siporo popoco ;e voi fra tanto all'ele- più clementi, lo ſpregamento d'vn te
mofina , infolita in queſto giorno . Toro,lo ſtupore di occhimille, la bra
SECONDA PARTE. ma di cento gole , l'inuidia di tutti i
8 T vidst abi hominem oC. Si- cuori , e'l palto d'vn ventre folo . Ne
E gnori che per decenza dique- poteua eſler ineno , poſcia che paruc
Ato ſagramentale conuito refti obbli- ad Auguſto, che ad vn apparecchio si
garo il tedele ad accoſtaruiſi in gratia fatto , non douefle accoltará conui
giuſtificato , ò perche non habbia mor- uante alcuno, che non foſſe al poſibi.
talmentepeccato , ò perche purgato lediſumanato,iftimandolo quaficon
prima G lia nella Confeffione ſagra- uitodegno dell'iſteſli Numi del Cie
mentale ; altrimente pecchi mortal- lo : che però fè comando, che iconui.
mente di Sacrilegio, e fia condeonato cati tuttiveniſſero alla diuina vefiti;
fecüdum præfentem iuftitiam alle pene egli Apollo, altri Gioue, altri vnMer
infernali egli è chiarillime nella Cat- curio ,vn Marte, vn Giuno, d Minerua
tolica Chiela , onde è louerchia la.. rappreſentando.Cana quoque eius Se
proua : folo quanto ragioneuole fia cretior in tabulis fuit ( icriue lo ſtoria
vna sì fatta decenza à mc tocca mo. co ) in qua Deorum , Dearumque babi.
drare . tu difcubuiffe conuiuas , o ipfum pro
9 E certo Signori , conferuano le Apolline ornatum , con ciò che fieguc.
Storie ancora molti ricordi di conui- Ma che hà da fare quel conuito alla
ti reali,chenegli andati tempi furono fin'fine non più, che d'vn Auguſto Im
in queſto Mondo veduti : ma ſe frà i peratore Romano ,con queſto noftro
Anti, vn ſolo accappare ne vogliamo dell'Auguſtiſſimo Imperatore Cele
quidi preſente , alla mano ci correſte? che paragone trà l'imbandigions
Suet.in quella di Ceſare Auguſto, che da Sue- di quello alla fin'fine limitata, e finita,
vita Ay tonio è riferito . Conuico mirabile , è e la di queſto infinita , & immenſa ?
guft.c. forza à credere, e dirne, che la doue il la delicatezza di quello ſenſuale , c
70 . pretiofo fuole dal raro cauar la ſtima terrena , e la di queſto mentale , pa
del prezzo; iui ineſtimabile apprezzo radiſina ? il nodriinento di quello
Cauaua dall'abbondante:la doue il po- corporale , e caduco ; & il di que
co ſuoleſſere del guſto il ſaporetto più lo ſpirituale , & ecernante ? l'appa.
caro ; iui il fouerchjo alla fatietà ne- gamento di quello mancheuole ; &
micato via più ſempre il godimento
imperfetto, & il di queſto compito , c
allettaua , vedeuanſı quegli animali ,
facollante ? trà quello inſomma hu
che Jitterenti di moto in si diuerra
mano, benche ſuperbamente,giudica
ampie stere bà collocati natura ; iui
to degno delli Numi del Cielo ; c que
nel poco giro d'un piatto angufto im-
ſto diuino , che il conuitato, che vera - D. Hie.
mobilmente ſtarlene accomunati : mente ne mangia rende vn'altro Dio. in fuo
quanto genera il Solcd'arornati, ed'. Oefia Sacratiſſima ( grida Girolamo teftamă
edori, ſcorrendo il vaſto oriente sud- Santo) quam vere comedens Deus effi- to.
un riltretto lino ſilaporare , fumare citur. Dunque fe volle
LI
Auguſto , che
à quel
266 ĽEccellenze del SantiſſimoSagramento
à quello non s'accoſtaſſe conuitato ciataggine trouandofi in vefte horrida
alcuno , che non foffe alla diuina ve- lucida, e puzzolente dipeccato mor
Aito; giuſto molto , e ragioneuole egltale; ad ogni modo prelumono come
è , che'l fedele à queſto deceuolmente in S. Matteo al 22 d '
quel temerario
s'accolti altre sì alla diuina veſtito , in accoſtarli à quell'Alcare Sagrato , à
giuftitia, e fancirà , che Sancti erilis , quel Conuito Diuino ? Puzzano ftil
Leuit. quoniam ego Sanctus fum . Santo , lanti infino al ſenſo difone to mar
II . giuito, con la diuina gratia ſantifican- ciume , e preſumono miſchiarſi trà
te, giuſtificante , la quale non è altro mezzo à gli Angeli. Colano attonica
che vna partecipatione della diuina te le ſpume dell'inuidie , e de gli odij
natura , con la quale il formalmente ftomacoſamente per la bocca , dal
con ella ſantificato , giuftificato , non cuore in sù del petto,e preſumono ap
in efterna ſolo apparenza rappreſenta preffarſi al Rè pacifico, veſtiti della
yn perſonaggio diuino ; main habito ſcorticata lacera pelle de' loro promi
realmente inerente reſta diuinizzato . mi : inorridiſcono gli occhi dell'In
2.Pet.I Vtefficiaminidiuinæ confortes natura ferno non cbe delCielo, & accoſtarfi
dille l’Appoſtolo Pietro , e ciò ſotto preſumono alle feſtiue nozze del Dio
grauiſſime pene,di colpa di ſacrile- d'amore. Parlo teco donniciuola in
gio, di punitione di morte eterna d'In- gannata , che preſa da ſouerchia ver
ferno. gogna taci la tua fragilità al Confeflo
10 E vaglia ilvero Signori . Non re. Parlo ceco ò aggrauato di roba al
ammiſe Giacobbe alcuno della ſua ca- trui,che confeſſandoti,celi i danni da
Gen.35 la al Sacrificio nella Geneſi al 35. ti &i contrattiyſurai,accio che aftrete
che non hauefle mutati i veſtimenti ro non venghi à ſoddisfare à chi deui .
ſordidi in puri, e mondi: Mundamini, Parlo teco , che per riſpetto humano
O mutate viſtimenta veſtra. Non aſic mettendori alla Paſqua a piedidel Sa
ſe il figliol prodigo al paterno conuito cerdore non hai penſiero alcuno di la
dell'ingraffato vitello , prima che i ru- ſciare la pratica, la vendecta; e pure
Micaniftracci cangiatihaueſſe in vna preſumete sfacciatamente riceuere 1
veſte ciuile . Citò proferte ſtolam pri- queldiuiniſſimo cibo. Certo nouello
mam . Dunque non ſarà giuſto dalle Giuda , ò chiunque cale cu fij, ladro ,
figure al figurato paſſando ) che s'am- facrilego , elecrabile ; in cui dopo fa
metta , che ſi affenta fedele alcuno al crilegamente il Pane Dio rubato , en
Sacrificio incruento al conuito Pater- trato è il Diauolo addolo, onde in
no del Sagro Altare , ſe non mutati i diauolato ti porta ad ogni tradimer
tordidi, e Atracciofi veſtitidella mali- to più infame del cuo Signore , finche
ia mortale,ne'mondiffimi, e ciuiliffi- diſperato troulandoti, tiſtringa al col
mi della Santificante giuſtitia ,che tan- lo il laccio dell'impenitenza finale , c
toci volle Jare ad intendere il Padre così venghi à ſcoppiare eternamente
Dio nè quì citati pafli , e mame dannato . Non ti conoſci tu adeffo d'
del figlio prodigo ſimbolo verace d ' ellere indiauolato : benche il doureſti
vn peccatore , che à penitenza ridot- auuertire dal precipitoſo tracollo ,che
to à queko Sagro Conuito dell'ingrar. tu vai dando in ogoi abiſſo di (celera
Tertu , fato Vitello Chriſto Sagramentato s ' tezza più graue ; ma verrà, verrà l'ho
libr . de ammette , onde Tertulliano ,Veftem ra,nella quale il conuitante offeſo , e
praf. c .priftinam recipit,atque ita vefiitur.
mitate DominiciCorporis exınde ops- vilipeſo tuo Dio venga teco al riſtret
to di tua malitia. Amice quomodo huc Mait.
9. ,
11 Ec oh tre volte', e quattro te- intrafti non babens veſtem nuptialem ? 22 .
meraria fronted'alcune anime(lequa Amico ei ti dirà , ché nemico odiofif
li, come non finiſco di credere Chri- fimo eſſendomi, ti chiamo amico, per
ftiane, così non ardiſco Chriſtiane di non cangiarti quelnome , che altra
nominare)che có inſopportabile sfac- ditor Diſcepolo già diedi vnAnice
tempo.
Per la Domenica Quarta di Quareſima. 267
Amice ad quid veniſti: E come in or- in hoc iuftificatus fum . Pigliati ò Dio
rido tanto ,e puzzolente veſtito de'vi- que o carneo cuore, e dammi criſtal
tij infraciditiardiſci cóuiuante guſta- lina la mente : prenditi le pupille di
se dell'apparecchio diuino inio , che i quefto capo , e donamni queſt'occhi en
conuiuanti deificandi, veſtiti alla diui- tro allo ſpirto : muora io più toſto Si
na per legge mia rigoroſa richiede? gnore dicorporale famehorribilmen
Parla , riſpondi,difenditi, ſe ci dà l'ani- te digiuno, ch'io micibi à quell'Altare
mo. Ah ammurirai tu confuſo,cu con- in peccato : mi fraccino infocati ra
uinto dalla tua colpa , come ammuri foi la pelle viua tuttada capo à piedi,
l’Appoftolo Apoftata: At illo obmu- pria che ſpogliato della tua gratia di
tuit : ma non ammutirà il giuſtamen- uina Santificante à quel conuito San.
te adirato Signore, anzi fulminandoti tiſlimo io m'appreſenti.
contro la ſentenza del tuo galtigo, co- 13 Ma ſe amico tu chiamafti à Si
mandarà à minidri della giuſtitia ſua. gnore il Diſcepolo traditore nemico ,
Tunc dixit Rex miniftris, ligatis ma- non lo faceſti per dolcemente inuitar
nibus , o pedibus ac. Preſto , preſto lo, e ſuaderlo à penitenza? così confu
Diauoli, che di coſtuiimpoffeffati già ſo, oſtinato non fi foffe egli ammuti
vi trouate: reo, legato , dannato , por- to , ma compunto , e pentito haueſſe
tatelo , che voftro è fatto in eterno . confeſſata la colpa ,comeaſſoluto gra
Così rimbomberatti la ſdegnoſa diui- tioſamente ne lo mandaui : dunque
na voce all'interno , primache ſpiril- chiamando tu amico il neinico Sagri
anima; e negandoti lo fteffo Dio quel- lego comunicante fedele : amice quo
la gratia, colla quale à penitenza vera modo đc. oltre al rinfacciargli la col.
ti ridurreſti in gaſtigo di quella cheſa- pa d'vn nuouo Giuda , pretendi anco
crilego tu calpeſtafti ; indiauolato fo- ja inuitarlo , ſuaderlo con eſſo lui al
ſpenderai te ſteſſo, con diſperare della pentimento . Quinci io rauuiſo che
miſericordia diuina , carnefice menn . Dio non prinia fulminòla ſentenza
fiero , non meritando la tua malitia inappellabile contro quell'infelice,che
della malitia tuaAtella. vditoſi rimproverato della colpa ,oſti
1. ad 12 Oh probet autem fe ipfum homo natamente ammocolito rimaſe: Ami
Cor. 11. (gridaua Paolo Santo ) o fic de pane ce quomodo oC.At ille obmutuit.Tunc
illoedat,o de calice bibat.Vitamtuam dicut Rex miniftris ligatis oc . Certo
exade indica (ſpiega Teodoreto) con- fortil Miſtero che ci dà ad intendere ,
fcientiam fcrutare, o examinare,pen- che ſe ripreſo ſi compungeffe ,e pen
ſi, penli ben prima a' ſuoi caſi , chi fe- tilfe , e confeffafie il delitto , la ſenten
dele s'accoſta ad vn conuito, sì fatto i za imminente in perdono pietoſo di
faccia rigoroſa eſame della ſua vita , cangiarebbe.
Scrutinili più ſegreti repoſtigli della 14 Oh auuilo , oh auuilo, che tan
suia conſcienza i giudicbi giuditio ret- to ti hà da valere ,ò ti hà da coftare',
to dello ſuo fato ;auuiſato che , Qui quanto ti hà davalere l'acquiſto dell
manducat, a bibit indignè, iudicium eterna vita , ò ti bà da coſtare il danno
fibi manducat , o bebit : Se vis'acco- dell'eternamorte. Senti, che in que
Aa indegnamente deturpato di mali- ſto punto di rimprouera ſdegnato Dio,
tia mortale , mangia , e beue quel giu- che ti rinfaccia il delitto tuo ſi eſc
ditio finale , che ad infernali fiamme crando : amice , amice ? Quomodo o
eternamente lo danna. Oh mio Dio , Tu fapeui pure,che riceucui vn Dio ,
Dio mio ? cbi mi darà di criſtallo las e lo riceueui inimico con colpa tan
inente , onde chiare io rauuili in ella ta à pena tale vietata : & ardifti ad
mie colpe tutte ? chi mi darà tanti oc- ogni modo fatto sì fcelerato ? Oims
chi, quanti s'aſcriuono ad Argo , onde che la ſentenza della tua condanna
non me ne sfugga inanuertita vna ſo- gione è ſcritta , e differiſce il Giudi
la ? Nihil mihi confcius fum , fed non ce ſolo il fulminarlaIl
popoco
2
, per
dere
ve
268 L'Eccellenze delSantiffimeo Sagramento
dere fe in queſt'atto , che rimprouie- malitic tue a' piedi del Confeffore ,
rata , cherinifacciata tu vieni , ti pen- prima che ſcoppij lo ſcoppiacuore
ti , ticonfefl colpcuole ; e ne chiedi dell'irremediabile dannatione.
o gli
quelperdon , ch'e è pro à do nto 15 Tauuiſa la diuina parola ; e
narti, e faci muta ? e non frilli do- attende la Miſericordia ſuperna iti
lente? cnon rompi con liqueruli gri- ſtimola la conſcientia tua proprias;
di di penitenza lo ſteſſo Cielo ? Oh t'incalza la gratia del Cielo ; ſe non
veramente dal Diauolo oppreffa ani- te n'approfitti guarda, che l'indura
ma indiauolata . Miſera viciniſſima ta tuo ammorolire chiama la ſenten .
alla miſeria eterna : compaſſiona te za diuina , che ſolo è dal Diauolo
Neffa , mentre compaſſionata ti ri- atteſa , acciò ligatis manibus ,
troui pur anco dalla pietà del tuo o pedibus , condennara ti
Dio : giudica te medeſima rialuedu . gitti in tenebras, eate
tain tempo , prima che ti giudichi riores . Che ce
Dio à Itato di eternità : diſrompi dif ne liberi la
ſoluta pentira i lacci dell'ingiuſtitie , Mife
ricordia din
tue , prima che diſperata incappinek uina. A.
capeſtro delle forche infernali . Scopr
pia di cuore , verſando le viſcere delle mcn .
LA
269
LA SANTITA
DELLE CHIESE :
Per il Lunedì della Domen . IV. di Quareſima.
Aſcendit Iefus Ierofolymam , inuenit in Templovenden
tes oues, egy boues , ex columbas, dos nummularios ſo
dentes ; e cùmfeciſſet quaſi flagellum de funiculis ,
omnes eiecit de Templo. S.Gio.al 2 .
Chi mirando da vn lo . Coſa non v'era in quello , che l'o
canto la bella fab- ro non abbelliſse; cola non ſi vede in
brica del Tempio queſto.che non indori la luce.Fregia
di Salomone , e dall' te colà le mura ſi vagheggiauano in
altro in pararello giro di rilcuate ſcolture, diviuacipit
aggiuftandola àque- ture con mille groppi, & intrecci,con
fta non meno bella Macchina Mon- mille nodi , e cerchielli ; ornato quì
diale,irrefoluto non reſta ,ſe nelTem- fi mira all intorno di rileuate ſcolture
pio , ò del Tempio ilMondo foſſeo di colli, e monti , di viuaci pitture di
figurato , ò figura ? Era diuiſo quel celeſti ſegni ;vn Pellio , vn Offa,vn
Tempio in molte parti; - in molie , e Atlante ; vn I eone, che ſcote la ma
corriſpondenti parti diuiſo è queſto gnanima Clio. ' :a , vn montone , che
Mondo . Se'l Sancta Sanctorum più cozza con la fronte indurata ; vn'A
ſegreta , e ſagrata nel Tempio nii ſi Atrea ,che aggiuſta la bilancia co’peli;
dimoſtra ; il Cielo Empirco parte più vna Vergine tinta di vergogna la fac
ſagrata, e ſegreta,io dimoftro nell'V- cia con mille groppi, &intrecci d'au
niuerſo . Se'l Sancta parte congiun- bori,e viti di pomi, e d'vue con mil
ta alla prima, e ſeconda in nobiltà; io le nodi , e cerchielli di corone , e di
purc i Cieli , che ſotto il primo mo- cigni,diNauigli,e di Rote . All'en
bile aggirando ſi vanno , conginnti al trata del Tempio ftaua quel grand
primo , e ſecondi in eccellenza . Se'l Auello d'acque , che fabbricato di
portico al Sankta anneflo ; la sfera del ſpecchi,Marefi nominaua ; all'entra
fuoco ,che i Cieli termina. Se l'Atrio re della terra fta'l grand’Aucllo del
interiore, che àCielo aperto ſeguiua ; Mare, che di telo ,e lucente ſpecchio
Pelementodell'aria,ch'à Cieloaper- ferue alla natura. In più ,e più vafion
to quìfiegue. E finalmente ſe l’Atrio deggiauano l'acque colà all'intorno ;
cſteriore vltima parte colà del Tem- in più , e più laghi l'acque quì all' in
pio ;itglobo qui della terra vltima torno li uouono. Sette lucerne ſu'l
parte dell' Vniuerfo . Strepito di ma- cadeliero ſplédcuano; ſette pianeti in
glio , ò ferro non s' vdìnella fabbrica sù delCielorilucono.S'andauano ri
cola del Tempio ; ſtrepito dimaglio, cambiando i pani della propofitionc
ò ferro non s'vdi nella fabbrica di su quella menía, leuando i tofti,e po
queftoMondo . Era coperto il Tem- nendo i freſchi; li vanno ricambian
pio d'incorruttibile cedroj ſtaffi co- do le creature in quefta menſa della
perto il Mondo d' incorruttibile Cie, balla natura,gencrandoſi le nuoue al
cor .
270 La Santità delle Chieſe
corromperſi delle vecchie . Era il profanau ino .Traſecolo ioqui, con
Sancta Sanétorum a' ſoli Sommi Pó- fello,dimarauiglia : hà par gran for
tefici acceſſibile ; è il Cielo Empireoza in ſe medeſimo il Tempio per co
penetrabile alle ſole menti Beate . In pungere vn cuore, per conuertire va
quello aſcolo ftaua l'Altare,doue s'of- peruertito fedele: e come dunque nc
feriua l'incenſo; là sù inuifibile è l'Al- Tempi Sagri tanti fedeli , più toſto
tare, della gloria,doue s'offeriſce l'in- più imperuertire fiveggono con tan
cenſo dell' oratione de Santi. Nell'A- to ſcandalo , facrilegio sihorrendo ,
trio interiore cantauano iSacerdotii pericolo si importante : Metterò in
nell'elemento dell'aria fapno mufica chiaro io queſta forza nel primo, cer
gli avgelletti. La sù l'Altare dibron- cherò di ſcoprire nel ſecondo queſta
zo s'innalzavanol'hoſtie dal Popolo ſcandaloſa, lacrilega, e pericoloſa ca
offerte ;, qui s'innalzano i gemiti, & i gione: e darò nell'vltimo il mode
ſoſpiri, hoftie,che vengono dal cuore perottenere ne' Sagri Tempij idiui
humano: e fe nel fine nó s'ayuan zaua ni fauori , sfuggendo i meritati , &
il Popolo olire àilinuti dell’Atrio e- hoggi à noicoll'eſempio del giuſto
ſteriore ; ne da noi gli huominimor- zelo diChrifto minacciati gaftighi, e
cali s'auuanzano oltre a ' confini di ſon dal primo .
queſta terra Certo , certo Signori, 2 Vegniamo Sig. in ſulla prima all'
che bifogna pur dubitare , ſe picciol Achille. Tanta forza hà il Šagro Té
Mondo quel Tempio forle , od vn pio , per compungere vn cuore , per
gran Tempio queſto Mondo pur ſia. conuertirevn peruertito fedele , che
Ma già che la medeſima cieca Genti- all'eſſer ſolo mirato , e contemplato ,
lità hebbetanto di luce di chiamarlo ſi dà per efficace rimedio di peniten
vn Tempio colà per bocca di Tullio , za compita ; cnon fù già la iapienza
figura diquel Tempio, anch'io miri- fallace d'Hipocrate , ò diEſculapio ,
foluo à giudicarlos c che ben diſſe che ricettafle queſto medicamento ;
Macrobio à quel detto del Padre del ma la Sapienza infallibile del mede
la romana eloquenza , pt ſciatquifo fimo Iddio ; Vdite che bella, e forzo
Macro quis in uſum Templi buusinducitur,ri- faſcritura habbiamo dell' vno in
ufibi viuendi elle Sacerdotis.Talefor Ezechicle
1. 1. in Ice- E2-443?
.Haueuano commerce
Somn. mò l'onnipotente mano di Dio que- leraggini grandi le Genti Iſraelite , e
fta Macchina Mondiale, che riappa- voleua Dio tirarle à penitenza. E be
ſcrip. riſce vn Tempio , acciò intendeffero ne Signore , che mezzo efficace hà
gli huomini, ch'in ello entrauano , ch ' trouato la Sapienza voſtra per conuer
era lor debito il portarſi in quello in tire coſtoro ? Tu autem fili Hominis,
modo, che foſſe conueneuole ad vn ( dice egli al.Profeta ) oftende domui
Sacerdote. Etoh miſeria eſtrema,che iſrael Templum , ut confundanturab
irreuerentemente a'noftri tempiſono iniquitatibusfuis, o metiantur fabri
li Sagri Tempi trattati da'Chriſtiani: cam , & erubefcant ex omnibus, qua feo
temo.A. che quefto Chriſto vn gior- cerunt. Il mezzo efficace e guetto ,
po da queſto legno ſi ſpicchi, &in- che tu vadi loro moftrando il Tem
puguati li chiodiche lo conficcano , pio, e diparte in parte lo vadino paf
quafiche à pugnalate neſcacci que leggiando,contemplando,e miſuran
Sagrilegitanti,che nella ſteſſa ſua ca- do ; & à queſto modo ficonfondano
medeſima sfaccia-
fa , ſulla ſua faccia vergognino
de'loro errori, ſi delle lo
tamente ardiſcono di oltraggiarlo : ro iniquità. Eh Signorevolete la bur
come hoggi appunto eſemplarmen- la voi: facciamo fcommefa,ch'entra
te cirecita il Sagro Teſto , che cüm tiche faranno nel Tempio , ò fi mct
feciffet quafi flagellum defuniculis , om terannoà mormorare , chei Leuiti
nes eiecit de templo: ſcacciò dal Tem- tengono poco puliti gli Altari, chei
pio lagro di Gerofolima quelli che il Sacerdoti imbrogliano gli yffiui Di
uinis
Per il Lunedi della Domenica IV . di Quareſima. 271
uini : ò ſi laſceranno fapire ſentua . d' efli quali prù ne di conoſcimento
mente dalla muſica , auuertendo i di Dio , ne d'elercilio d' oratione, ne .
paſſaggi, notando le pauſe , ſeguen- di oſſeruanza de'precettilegali. Ma
do i contrapunti i mafticando le tira- come o dotto Origene ? Non haue
re; guſtando le gorghe,faporeggian- uano anima, ad ogni modo i Giudei:
do i languori: tutti con l'idico pen- E non è l'animamiſtico Tempio di
denti dalle fughe, dagroppi, da tre- Dio ? Templum Dei quod eftis vos, di
molanti,c delicati rintrecci e nel parc cea l’Appoftolo : e perche dunque 2 , Car .
ſeggiare per lo Tempio , quante oc- non fi poteuano ritirare nel Tempio
chiate lafcieranno ſcorrere gli huo- dell'anima loro , & iui ſicuri fotto al.
0
mini verſo :le donne ? Quante donne la ſoffitta olella volontà , foftentata
fi perderanno attorno a ſpecchi di dallecolonne delleviltù morali,alla
quel Mare di bronzo , à vedere ſe i lumiera dell'intelletto con la luce
ricci, i fiori, il collaro tengono anco- della fede acceſa contemplando i ſou.
ra l'attillatura medeſima,cheglidie- rani mitteri , full'Altare del cuore ,
dero in caſa : o ſe il fiato de' vicinile nell' incenſiero de gli appetiti , co'l
få ſtillare niente giù perle guancie di fuoco della carità abbrucciare l'in-'
quell' empiaſtro , col quale ſi hanno cenſo de gli affetti fanti ,e diuotizho .
medicato le creſpe, ele rughe del locaufti le ſteſſiin viua fpeme di lalu
volto , le quali con effere honorare te , nell'olieryanza della diuina leg.
ferite riportate da loro nella guerra ge offerendo alla Maeſtà del Signo
del tempo ; ſono da eſſe pazzamente ric ? Tanto è parmi replica; ſe la ife
ftimate sfregi disonorati dell'odio- culatiua è per re , perme èla pratica ,
ſa vecchiaia? Eh credetelo pure à me, però che infatti li vede , che deftrutto
• Signore , trouate vo ' altro mezzo , c'hebbero il Tempio i poueri Giu
che per quanto moſtra l'eſperienza , dei , ſi trouarono perciò tanto ſull'a
mirando ,c paſſeggiando per lo Tem- fciutta d'aiuto fpirituale,cheera quafi
pio ſi potrebbonocosiben peruerti- dinecellità,che defferoinmilleini
te , quanto che conuertire .Norepli- quità contro la legge diDio ;qua de
Glos.ca la Chioia Angelica
, plo.confunda .,Erviſo tem . Aručlasneceffe
ntementes abinequitatibus eft,neceffeefort.
4 Ma la raggione ,
Interli o Padre , ce la
fus : è coſa di tanta forza il Tempio' ſapreſte voi dare per la quale il mira.
Sagro,che per peruertite che ſiano le re il contemplare del Tempio hab
mentihumane , co'l ſolo vederlo , ſe bia tanta gran forza per confondere ,
pur mirarlo vorranno,fi poiſono con- per conuertire vn peccatore ? Signori,
uertire , c però oftende oftende donni ditemivoi prima , per qual ragione
Ifrael Templum il Rè Dauide quando fuggi fuori di
3 Mò benedetto Iddio, io ſto à ve- Geroſolima cacciato dal rebelle fi
dere , che tanta forza, & efficacia po- glio Abfalonne, gli laſciò il Palazzo
niare in queſto Tempio , che ſe per con tutti i finimenti reali à porte a
ſorte viene deftrutto , venga ancora perte , non mettendoci guardia di
quaſi che leuata à quel Popolo laſpe maggior nerdo che dieci donne ?
ranza della ſalute . Tu l'haiindouina- Reliquit Rexdecem mulieresconcubinas
Orig. ta riſponderebbe Origene. Templum ad cuftodiendam domum : e perche 2. Reg.
ho, 15. Des exiftimatur domus orationis , qua non più toſto chiuder le portedi fer IS
deftructe
in Molt. com neceſſe, eft, ut Iuda quaſi non ro,tarle digroffi iteccati all' intorno ,
habentes domus orationis ; lam non & armarla di coraggioſi ſoldati, che
habet ! prımlegiumjpeculationis Dei , la difendeſſero? Oh ,e ſedifendere nó
nec poſsint fecundum legem Deo feruire: fi poteua,perche non fare vn fardello
destretto che fù il Tempio i poueri delle gioie, vna maſſa delle coſe più
Giudei hebbero bellè fatto il reſta precioſc.e ſeco condurle in faluo? Oh
deiie coſc ſpirituali , non reſtando ttà arte
risponderete , che fù queſto vafici os
272 , La Santità delle Chieſe
ficio mirabile del RèProfeta.,il qua- penitenza fortemente ” inuitiiſe d '
le andò ſauiamente diſcorrendo intrà huomo pure non s'è egli in beftia
fe ftello : all'entrare, che tarà il mio fi transformato ; fe'l cuor di carne non
glio Abſalonne in queſta caſai miran- tiene in pietra cangiato .Oh queſta è
dola,paſſeggiandola, riconoſcendola la ragione per la quale Dauide laſciò
di loggia in loggia , di sala in ſala, di il palazzo aperto al figlio rebelle, e per
Itanzain ſtanza, gli andaràdicendo appunto l'apporta San Gio: Grifofto-D.Ch
il penſiero all'orecchio dell'anima: mo . Regiam tenendam dedierebellofi-hom.in
quetta è la ſtanza , nellaqualetu pri- lio; vt cum videret domum ,in qua creue- pfal.7.
ma víciſti all' ellere, aprifti gliocchi rat,o educatus fuerat , o Patris figna
alla luce , e con tenerivaggiti faluta - ad penitentiam veniret ; fi enim non
fti quella vita , c'haueſtiindono dall' fuiffet immanis beftia; neccor habuilſet
amoroſo tuo Padre : in quel dorato lapideum , omnia illa ſufficiebantadil.
catino ti fè lauare dalle naturaliſoz . lum reducendum : menfa, cuius cum Pao
zure;có quelle ricchefaſcie ci ti fè co- fre crat particeps, domus fedélia , vbi
prire le membra ignude;. qui di me- eum verba reconcilianerant, cüm fratris
ſe,e butiro , quì difogliuccie d'oro , ti cadem feciſſet . Ah & eccoci aperta la
fè riceuere inodrimenti primi i à que- ſtradaalla chiariſſima folutione del
Ata menſa reale à lato del tuo Padre dubbio i e l'anima tedele entrando
ſedeui , e da queſto ſuo piatto , e da in Chieſa (parliamo delle noſtre adeſ
quello fuo nappo mille volte beuan- ſo, che più accertato faremo il colpo)
da , c cibo non meno delicato , che eſirandola, paſſeggiandola,ricono
precioſo con le ſue mani tencramen- fcendola di parte in parte , vdirà il
ie ti porſe: hor vezzeggiandoti con le penſiero dirle all' vdito interno : que
carezze:hor auuiſandoti nelle man- Ata è la ftanza ; nella quale tu prima
canze ; hor addeſtrandoti ne' porta- víciſti all'effere ſopranaturale , aprifti
menti. Su queſto ſeggio il tuo pieto gli occhialla luce del sole di Giuſti
ſo Padre ſedeua , quando chela pena tia Chriſto , e con tenerivaggitiſa
di morte", che per lo fratricidio com- lutafti quella vita dell'anima,c'haue
meſſo tu meritaui, ti cangid in dolce ſti in dono dall' amoroſo tuo Padre
perdono , e ti raccolſe fra le paterne Iddio .Entro al catino di quel Sa
braccia si ſtretto,che parue deſideral gro Auello ti fè lauare nelperBatteſimo
naturale
fed inuiſcerarti di nuouo in quelle ſozzure
dalle contratte ,
vene , dalle qualititraſſe a'rinfreſchi, diſcendenza , dall'originale peccato :
a'refpiri di queſta aura vitale . Queſto colle ricche faſcic della gratia giuſti.
volto da' gemiti ſuoivdiſti allhor ri- ficante, là ti fè coprite leignude mé
ſuonare : queſto pauimento delle ſue bra del tuo ſpirto : e di mele di fede ,
lagrime vedeti all'hora bagnarſi : dibutiro di ſperanza , di fogliuccie do
queſt'aria da ſuoiſoſpiri fentiſti all. oro di carità riceuere ci fece i nodi.
hora percoſſa : e queſto èl Padre,che menti primientro à quelli habiti in
tu combatti nemico ? c quefto è'lPa- fuf . A queſta meſa reale del SagroAl
dre, che tu perſeguiti ingrato ? e que tare al lato deltuo Padre fedelti,e da
ſto è'l Padre, cbetu cacci crudele? e queſto ſuo piatto della ſagrapatena,
queſto è il Padre, à cui tu parricida e da quel fun nappo del fanto calice
vai procurando la morte ? Ah che da millevolte beuanda , e cibo no meno
queſti penſieri' ferito al cuore ilmio delicato che pretiofo delCorpo, e Sá
figlio,non potrà eſſere diceua Daui. gue ſuo medemo co le mani tuelenie
de, che piaga di pietà non ſe gli fac- tencramente ti porſe : hor vezzcgiá
cianelcuoresche d'indi il ſangue non doti con le carezzede'guſti fpiriquali:
gli sgorghi (u'l volto in vergognoſo hor auuiſandoti nelle mancanze con
foſfore, e doglia acerba non ne ſenta illuminacioni celetti:hor addeſtradori
poſcia nell'anima, che à medicina di ne'portamenti con inſpirationi dit'a
radito
الم
Per ilLunedì della Domenica IV . di Quareſima. 273
radiſo . Sì quelto feggio del Con- pij entrādo fiveggono più toſto inz
feffionale il tuo Padre Iddio fedeua peruertirſi ne' fcandali, checonuer
nella perſona del Sacerdote, quando tirſi ? Oh che bene lo raccolſe Cela
che la pena dell'eterno fuoco d'eter- reo S.dall'Euangelico teſto di S. Lu
na perditione ,che per lo fratricidio Ća al 18. nel caſo del Fariſeo . Entra
commeſſo del da' tuoi peccati mor- vn Fariſeo inſuperbito ad orare nel
talitante volte crocifiło Giesù, tu Tempio lagro , & in vece di humi
meritaui,ti cangiò in dolce perdono, liarſidi conuertirſi,più à inſuperbire
e ti raccolſe frà le paterne braccia si più ad imperuertire livenne . Se la
ſtretto nell'aſſolutione Sagramenta- medicina forzoſa eglivenne à for
le ; che diede à vedere , e deſiderana bire , e come in vece di riſanare , fe
d'inuiſcerarti di nuovo in quelle ve- gli raddoppia la febbre ? L'Euange
ne di carità , dalle quali ti trallelico teſto gentilmente ce l'addita ,
a' rinfreſchi a' reſpiri dell'aura vita- riſponde il Santo . Pharifans ftans
le dell’ainor ſuo diuino;e ſe ſpiritua- hac apud ſeorabat; fapete che mo
le ſordità tu non haueiti patito , l'ha- do tennc il Fariſeo nel Tempio ? vn
uerelti vdito nelSacerdote , che co' modo ſomigliance àquello , che
gemiti ſuoi faceua riſuonare il volo tengono molti de' Gentilhuomini,
to del petio : l'haueceſti viſto 5 - che & Artigiani ancora de' noftri gior
bagnaua dilagrime il pauimiento del ni , e forſe anco di queſta città . Se
cuore : hauereſti ſentira percolla ne vanno alla Chieſa cicalando,
l'aria del ſeno da' ſuoi ſoſpiri : e que- ciarlando ſempre con quefto , e
fto è'l Padre che tu combatti nemi- quello , ſenza mai attuarſi nel cuo
co coʻtuoiaffetti diſordinati ?e que- re , che vanno ad adorare vn ſuo
ſto è'l Padre ,che tu perſeueri ingra- Dio : all'entrare nella Chieſa , mil
to con le parole rue (conciere queſto le ceremonic affettate à cederſi
èl Padre,che tu cacci crudele con quella precedenza , che da ciaſcuno
attioni tue ſozze? equeſto è'l Padre, nell'interno del cuore è deſiderata
al quale tu parricida vaiprocurando e talvolta preteſa , à feruirli con l
la morte co'tuoi peccati mortali? Ah acqua Santa , ſenza vn ſentimento
che da queſti penſieri ferito al cuore al Mondo di quel fanto ſagramen
il peccatore,ſarà impoſſibile che pia tale . Entrati che ſono , ſubito con
ga di pierà non ſe gli faccia nel cuo- l'occhio forriero auanti à vedere ſe
re; che d'indiil ſangueno gliſgorghi c'è qualche donna , che loro all'
ſu'l volto in vergognoſo roflore , & occhio ſoddisfi : ſaluti à tutte , in
acerba doglia non ne ſenta poſcia chini à tutti, ma lo ſguardo ſolo co'l
nell'anima , ch'à medicina di peni- cuore alle belle,e gratioſe:indi ridoc 1
tenza fortemente l'inuiti :ſe d’huo- ti al lor poſto che per ordinario è ra
mo pure no s'è egli in beſtia trasfor- le ,che ſtà caualiero al ſito delledon
mato; ſe il cuore dicamne non tiene ne, poftia in ginocchione all'vſanza
in pietra cágiato.Si enim non eft im . de' ſoldati, che tirano à dadi in fu'l
manis beftiz,neccor haber Oc. certo tamburo , ci ſi fermano cosi va po
gran forza del Tempio ſagro in co- poco , maſticando vn Pater noftro ,
uertire l'anima , che hà peccato , ſe che in tanta parte fi và perdendo fra
pur lo mira, e contépla,no me lo po- denti, che non ne inghiottiſcono tá
tete negare , cheefficacemére èpro- to che ſia loro di nodrimento allo
Lato , edimoſtrato,& anco del Tépio fpirtoje poi fi leuano in piedi alcune
dell'antica legge,in cui altri grădini- volte con la corona in mano , che ſi
mi miſterij veniuano rappreſentati. fanno giucare ſulle dita;e non atten
s Ma sù A. ſe tuttocid è pur vero, dopoad altro che àridere à troſca
e come dunque i fedeli ne' lagriTé- re , à fare l'amore ; e tante volte
Mm di
274 La Santità delle Chicke
di peggio :ſenza ſapere , ò badare ne cola inolto da conſiderarfi, e temer
àciò ,che ſi cantino gli Ecclefiaftici fi.Confiderandü eft,et timendumoc .
in coro, ne à ciò , che fi faccia il Sa 6 Ma come è poſibile, che vn'
cerdoce all'Altare, ne à ciò,che li di- anima che ha fede entri nel Tempio
ca il Predicatore ſul pergamo . Oh cofa tanto efficace, e ci dimori l'ho .
queſto è il modo, che ſproportiona- re intiere dittrattamente ſempre ſen .
tamente tenne il Fariſeo nell'anda- za vn ricordo di Dio , ſenza vna me
re , e ftare nel Tempio ad orare Pna- moria del ſuo Signore, e ſe n'eſca da
rifeusſians Oc.confiderandum eft,co quello ſenzatanto di compuatione
timendum ( ſcrine Ceſario Santo) ne nel cuore , di commotione nel fan
pro eo quod ftans orauerit , ideo non gue, come ſe foſſe vna beſtia , come
meruerit exaudiri : ah dall'irreue. le foſſe vna pietra ? Oh , riſponde
renza , con la quale egli Itette , e Origene, te lo dirò io , come è por
portofſi nel Tempio nacque l'vſcir- fibile. T'arricordi tù di ciò, che rin
ne chreifece con le mani piene di facciaua il Saluatore a ' Giudei in S.
moſche , ſenza vn frutto che foſſe Matteo , che haueuano ammazzato
fpirituale , anzi con maggiori colpe Zaccaria colà fràl Tempio, el'Alca,
di quelle , con le quali entrato ei ci re ? Me n'arricordo beniſſimo che Matt,
era; coſada conliderarſi molto , e diſſe vfque ad fanguinem Zaccharie 23 .
temerſi da noi Chriſtiani, dice il $. fily Barachie's' quem occidiftis inter
che per lo più Fariſei ci moſtriamo in Templum , « Altare:borabene ſap
queſto fatto de' Teinpij. Confide- pi,dice Origene, che Zacharias s'in
randum eft, o timendum .MaPadre, terpreta memoria Domini : Zacca
enon è queſto ilcafo , chereplicafte ria vuoldire ricordo , memoria del Orig.
alSignore quando che dalta ad Eze- Signore:dunquenon ti marauiglia
chiele il Tempio per coſa tanto eff. re , che ſe ne reſtino coloro diftrat
cace ? Comedunque replicaſte in tamente nel Tempio , perche inter
contro con quellachioſa ? Signorila Templum , oAltare ab impijs me
chioſa(replicò beniſfimo , e beniſſi- moriainterficitur Dei; quando, o
mo diſſe Dio , che'l Tempioſagro Templum Dei à lafiuis corrumpia
vagheggiato, econtemplato è d'effi- tur : chicommette peccato d'irriue
cacia grandiflima al conuertire vn'-renza nel Tempio di Dio , ammazza
anima, che ha peccato . Ma'l ponto nell'anima lua la memoria ,il ricor
fà, che il Fariſco ſe bene posòil pie- do di Dio : è coſa morta non ſi può
de nel Tempio ,non ci poſe mai l'oc- muouerenon è poſſibile che gli ſue
chio attentamente à mirarlo in quei gli , che gli ecciti da quel loro letar
SagratiMiſteri ,ch'egli rappreſenta- go,e maſimefele irreuerenze ſono
ua; e ſe pure il penſiero gli gridaua laſciue;perche queſte, oh, ſono ſtoc.
all'orecchio dell'anima , che con- cate più penceranti , che vanno al
templafſe queſto , e quell'altro mo- cuore della memoria diuina, e le tol.
tiuo ,non ci badaua , ma ftaua tutto gono quella vita , che ſola potrebbe•
irreuerente aſſorbito nella cattanza dar vita alle eftinte anime noſtre
ſua , ne' ſuoi pengeri fuperbi. Hec Inter Templum oc.
apud fe orabat, come non ci bado 7 E manco male s’altro danno
Abfalonne nella caſadel Padre,ne ci non neſeguifle, che l'vſciredi Chie
badano tanti , etanti de' Chriftiani fa ſenza frutto fpirituale: peggio è ,
de' noftri tempi, che vanno , e ftanno che ce n'vſciamo co'l Fariſeo cari.
nelle Chieſe , nella caſa delPadre chi di ſceleraggini nuoue, di nuoui
Dio à fare ogn'altra coſa più tollo reati, e talvolta con irremediabile
che ad orare, come ſi deve, che à ſentenza d'eterna perditione . Oh
contemplare i ſuoi diuini miſterij dorata ſentenza di Griſologo Santa ,
che
Per ilLunedi della Domenica IV . Quareſima. 275
che ſi dourebbe leggere à caratteriď ferno', cangiandolo d'Angelo belliſ
oro nel bel mezzodi ciaſcun Tem- fimo' in vno più che deforme Dia
Diuus pio. Defperatus incurrit , qui in ipfis uolaccio.Oh dolciſſimo il mio Dio,
Chryfo. dominantis oculis offendit, o excu- voi che ſete di bontà, di caritàܕ܀, di
fer. 26. fatione caret , quifacinus ipfo Iudice pietà , dimiſericordia infinita in sùi
Tefte committit; è diſperato di per- bei primiinftanti , che vi date à co
dono colui, che pecca in ſulla faccia noſcere alle voſtre creature , rompe
del Principe con delitto lefë Maie- te ne gli vltiini eccelli della voſtrane
Statis, ne c'è ſcampo di ſcuſa per giuſtitia ? Ah non te lo difli io ſog
quello , che commette chiaro il de- giunge S.Pietro Griſologo , che non
litto alla preſenza delGiudice . Des occorreua (perar perdono al pecca
Speratusac. Ne volete voi vna fpe- to ch'è commeſſo in faccia del Prin
rienza ſtringata ? Vdiamo il noſtro cipe;che non c'era ſcuſa per lo de
Dio , che parla à Lucifero y à quell' litto fatto alla prelenza delGiudice?
Angelo, che gli fù già rebelle. Pofui Hàpeccaro Lucifero , in Cielo, ſulla
Ezechote in Monte Sancto Dei,in medio la faccia,alla preſenza diDio , Princi
28 . pidum ignitorum ambulafti : perfe- pe di quella Corte Reale, Giudice
Etus in vis tuis à die conditionis tuæ, Topremo di tutte le attioni creare ;
donec inuenta eft iniquitas in te: io ti eccolo ſubito diſperato ,caduto ,dan
collocai honorato, e grande in quel- nato , perduto , e d'Angelo del Cielo
l'alto Monte del Cielo ,Corte reale , cangiato in vn Diautolo dell'Inferno :
Tempio Santo della Maeſtà mia Di- Sic Diaboluscum eſſet Angelus, in
uina, trà mezzo à quell'empiree fel- Cælo, o coram Deo femper clarifi
ci,che dall'acciaio dell'intelletto per- mus verfaretur', o fulgens, cùm Des
coſſe ſcintillano per ogn'intorno d' tentat aures; dum in Der ſviperbit af:
amordiDio ; e perfetto tu cammi- pectu, lapfus ad terram , ad tartara
naſti fin tanto ', che in re fù ritrouato deiectus , in Diabolum mutatur ex
peccato . Hor sù Signore il pouerel- Angelo'.
lo bà mòpeccato , che volete farci: è 8 Ahe quante anime Chriſtiane
creatura anch'egli, che da ſe ſteſſa è vengono dalla diuina giuſtitia acco
vn nulla: queſta è la prima volta, bi- pagnate co' Diauoli dell'Inferno per
fognarà compatirgli, e perdonargli. li peccati , che nelli Tempij ſagrati
Che compatirgli, che perdonargli, commettono alla preſenza di Dio ?
Idem fegurita Dio : Inmultitudine negotia- Se neſtà quel giouinaltro alla mella,
ibidem . tionis tuærepletafünt interiora tua òalla predica, alveſpro; è che lo io ,
iniquitate, o peccafti, & reieci te de ſemprecongli occhi aperti ſopra le
Monte Dei : ſcelerato , forfante hai donne, è ftà norificando al ſuo com
peccaro? Preſto fuoridi queſta Cor- pagno i ſuoi ſporchi penſieri ,iſuoi
te, fuori di queſto Tempio ,che non diłonefti diſegni, & ardiſce ſpiegarli
ti voglio più alla mia preſenza . Oh anco à quelladonna medeliina ,di
Signore con vo Perſonaggio sì gran- cui và in caccia ? ah che Dei tentat,
des comeè Lucifero-, vſar tanto ri- aures ; quel Dio , che Giudice ſiede
gore?Horsù almeno almeno ,ch'egli colà nel Tribunaletremédo di quel
poſſa farne la penitenza in vn qual- le ſagroſante ſpecie Sagramentali, l
che deſerto, quale compita racquifti ode con le ſue proprie orecchie , e ſe
la gratia voftra.Nò no conchiude Id- ne chiama sioltero che coſto lo con
dio non c'è più per Lucifero ſcampo danna all'Inferno con ſentenza d'en
dipenitenza, è ſpedito il caſo luo ; è cerna irremediabile dannationes per
irremediabile la fua perditione , che excufationecaret Or. Se ne Ità
re:eci te de MonteDerecho perdidite, quella donna vana colàinmezzo
perdidi te : gli laſcia ſcorrere d'yn vna Chieſa infuperbita de'doni della
piėde in faccia, e lo precipita nell'In- natura , e dell'inuentioni dell'arte,pa
Mm 2 10
276 La Santità delle Chieſe
uoneggiandoli d'ogni intorno, e gri- alioggio ,tutto à ftrepito di tauerna:
dandocon tante lingue, quanti ſono tanta turba , tantusriſus quantus in
i ricci del capo , i ſguardi de gli oc- balneis, quantusin foro, clamantibus
chi, i raggiri del collo ,gli atti, imodi omnibus, tumultuantibus omnibus ,
ci portamenti delle mani delle brac- nequeenim tonftrina , aut unguenta
cia, di tutto il corpo: adoratemi tut : ria taberna Ecclefia eft , aut officina
ti con inchini , e fàluti, offerendomi forenſisiſed locus Angelorum , locus
vittime di cuori, holocauſti di vo- Archangelorum , Regnum Dei , Cee
lontà, timiama d'amore, perche con lum ipſum . Puomini, edonne tante
l'Idolo della bellezza, e della gratia : volte å miſtura , tanti rifi, tante bur
madonna sì: Ah che in Dei fuperbit Ic, ranti circoli,tanti romori come ſe
afpečtu: quel Dio , che Principe fiede fomimo nelle pubbliche piazze , a '
colà nel Maeſtoſo Trono di quell' pubblichi giuochi, a' balli pubblici:
Altare riceue in faccia propria le ſu- e già non è la Chieſa vna barberia ,
perbie di lei,e ſe ne chiamasioffeſo, vna piazza di mercanti , vn ridotto
che toſto la condanna all'Inferno , di giocatori ; Ma luogo d'Angeli ,
con ſentenza d'eterna irremediabile ſtanza d'Arcangeli, Corte di Dio , yn
dannatione,perche defperatus incur- Cielo ilteſſo :manon ci badano tan
rit oC. ti, e tanti de'Chriftiani, e peccano ir.
9 E non è ella più che chiara , è riuerencije fuperbico'l Fariſco ,e Lu
Chriſtiani , queſta tanta irreuerenza cifero in queita Corte diuina,in ,
de' noſtri tempi alle Chieſe , a' fagri queſto Cielo alla .preſenza di Dio :
Tempij di Dio? Dicalo S.Gio :Grilo- ahi che col Fariſeo ſtello , e con Lu- ,
ſtomo,che la piangeua fino a' ſuoi cifero ne vanno poi in eterna danna
giorni in riſpetto de primi tempi. tione, d'onde potevano riuerenti, &
Apudprimos Chriftianos ipfa Do- humiliorando co'lPublicano otte
mnus Ecclefiæ erant, nunc vero Ec- nere eterna ſalute . Moſtrateui voi
clefia domus fit, imo domo qualibet Signori di queſti, e non di quelli, e
profana magis : al tempo de' primi per meglio humiliarui,vuorate il pe
Chriſtiani, le caſe erano Chiere ; ma lo delle borſe nel buffolo dell'elemo
a’noftri tempi voltatoſi il Mondo fo- ſina perche l'huomo è come la pal
fopra tante care ſono divenute le ma, della quale ſi dice, che quanto è
Chieſe, anzi ſtanze più profane d'al- piùricca di pero , tanto più fuperba
ſai delle medeſime caſe: nam in do- s'innalza , e quanto è più pouera , e
mo quidem ordo feruari folet : bera leggiera,tanto più humilmente s’ab
ebronum occupat: omni cum venuftam bafia . E piglio fiato.
tefamula fedentes texunt : bic vero
magnus tumultus, magna confufio, SECONDA PARTE.
nihilque à caupona differunt veſtra .
Nelle caſe ſi tiene pure alcun'ordi- 10 E il modo d'afftere , e d'ora
ne, ſeruali pur qualche regola: Itan SEilmododitaefile hariconei
no i Padroni ne' luoghipiù honora- Tempio , cibàla ſcandaloſa ſagrile
ti: que' Seruidori ſcoperti, in piedi , ga, e pericoloſa cagione ſcoperta di
conriſpetto dellor Signore , pronti comecon eſſere il Tempio lagro di
a ' cenni di ſuo feruitio : quelle don tanta efficacia per conuertire ipec
zelle in appartamento diuerſo con catorii ad ogni modo ne' ſagri Tem
modeſtia , e ſilentio alla preſenza di pijtanti non ſi conuertono , anzi ſi
quella Signora attorno à quei rtca , peruiertiſcono maggiormente ; à me
mi , à quei lauori :ma nelle Chieſe , pare o Signori , che niuno meglio
oh, cante volte tutto à tumulo , tut- dell'à lui contrapoſto Publicano ci
to à confulone, tutto à rumored ' poſſa dare il modo per ottenere laws
gra
Per il Lunedi della Domenica IV.diQuareſima. 277
gratia della remiſſione de'peccati. nell' anima fedele fpofadel noftro
Narra S.LucayanziChriſto in eſſo al Chriſto : e perche à Gilberto ? Pet
18. che entrarono nel Tempio ad che verecundia quaſi aurora qua
orare vn Fariſeo , & vn Publica- dam omnium actorum coloratprin
no · Parti il primo nella ſuperbia cipia , virgineo virtutes reliquas
ſua più peruertito : il perche già l'v- venuftat pudore : Mouete il paſſo
dilte: ma compunto il ſecondo , pen- di gratia di notte ſcura in vn pra
tendoſi delle ſue colpe , partì con il
to , ditemi: diſcopre l'occhio nel
perdono delle ſue colpe , arrichito di
verde ſmalto dell'herbe le viuen
gratia,c Couranaturali fauori: defcen-
gemme de' fiori ? Eh Padre , che
dit hic iuftificatus ab illo. Defiderate
dimanda è queſta ? Se fate il ca
ſaperne il modo,per imitarne l'eſem- ro di notte ſcura , doue manca la
pio ? Eccolo raccolto nel teſto dallaluce , ch'è l'anima de colori , vo
poftilla . Et Publicanus a longé ſtans,
lete voi , che gli diſtingua l'occhio
nolebat , nec oculos ad Cælum leuare nel prato ? Addormiteui adero per
ſed percutiebat pectusfuum On vede- corteſia tantino , e poi ſuegliateui;
te , che differente modo d'orare tenne olà? s'è voltato il Mondo al rouer
melTempio ilPublicano à longėſtans ſcio ? è ſceſo il Cielo , che ſi fa
ecce timor Dei,dice il Lirano:nolebat ceua ſoffitta ſopra , à farci paui.
O C.ecce pudor, ſedpercutiebat , c. mento quì ſotto ? ò ſon venute
ecce dolor : con riuerente,e verecon- quelle gemme celefti à ftellare qui'l
do timore della preſenza di Dio : con verde , che infiorauano là sù ľ
dolore delle offeſe fatte al Signore azzurro ? Eh nè , Signori , girate
oraua queſti nel Tempio , e però de- l'occhio à quel canto , vedere
Jcendit hiciuftificatusab illo;v'otten- te sù'l palco dell' oriente che la
nele diuine miſericordie in oppoſto pittrice aurora è quella , la quale
al Fariſeo ,che meritò glieffettidella copennelli de' primi albori và co
diuina giuftitia . lorando' nel prato la faccia à quel
11 Oh piace pure al Signore in vn' l'herbette , a' que'fiori, che da te
anima vn riuerente , e timoroſo roſ- nebroſa macchia di notte Itauano
ſore della ſua diuina preſenza , e pe- prima oſcurati . Oh bella aurora ,
Cant.4. rò lodando ne'Sagri Cantici al 4. le ch'è'l verecondo rolore , dice Gil
guancie dell'anima fua diletta , di- berto , che dà colore , che dà lu
ceua ficut fragmen mali punici , ce , dà vita à quelie herbette , à
ita gena tue :le tue guancie , ò quei fiori de gli atti delle vittù ,
mia cara , raſſomigliano ad vn po- che ſono l' ornamento del prato d'
mo granato : oh Signore ad vn po- vn'anima fedele . Verecundia qua
mo granato , mancauano frutti di fi aurora quadam : non ſi ſcopri
più gentile ſembianza ; eh ſcriue vano già queſte miſtiche herbeta
Gilberto Abbate . Ipfa mala puni- te , queſti miſtici fiori nel prato
Gilb.ca gratam modeſti vultus verecun-; dell'anima del Publicano prima ,
Abb. diam corticis rubei colore defignant: che entraſſe nel Tempio ; nò , per
r. 25. mira vn pomo granato , e delica- che gli oſcuraua la notte di ſua
in cant. tamente in guiſa lo Vedrai colo- . malitia . Mà ecco entrato nel Tem
rito di roffo nella ſcorza dalla pit- pio , eccitata dal timore della pre
trice natura , che ti verrà à rap- ſenza di Dio , gli ſpunta queſt'
preſentare d'vna faccia modeſta vn alba gentile del verecondo roſſore
grato verecondo roſtore : ò prie nell'oriente della ſua faccia ; Alon
mum planè in Chriſti ſponja deco- gė ftans, ecce timor : nolebat nec ° C.
ramentum verecundia : oh ornamen- ecce dolor C.
to primo , che'èl verecondo roilore 12 Ma oh miſeria d'effer lagri
ma
278 Là Santità delle Chieſe
mata con lagrime di fangue , ò mio per luogo molto à propoſito;la mer
Signore , che pochi pochi à noftri la , la predica, il veſpro per tempo
giorni vengono dentro le Chieſe dal tutto opportuno à Cullecitarla co'
voltro diuino amore co'l Publicano ſguardi : le vogliono trattar negotij,
abbracciaci: che tanti tantivengono conchiuder trafici, far de’imercatiid?
dall'odio vofiro diuino , co'l Farileo eſtate in Chieſa al freſco , che in piaz .
ripudiati : mercè che pochi pochi za è caldo; di verno in Chieſa al cal
fuori è freddo ; Accademic
Co'l Publicano ftanno alla voſtra di- do, che
uina preſenza riuerenti , timorofi , di maledicenze ; Aſſemblee di mor
verecondi, e penitenti ; ma tanti, e morationi ; Diete didetrattione de"
tanti ci ſtanno co'l Fariſeo arditi, ſu- proſlimi, de' Fratelli; Ob alla mer
perbi , sfrontati, baldanzoſi, onde la, auanti prcdica , à tutto il veſpro ,
non sò perche è non impugnate di n'hauerai ſempre nelle Chieſe in ab
nuouo i flagelli à ſcacciarli da’Tem- bondanza .. Diciamo quello , che ſi
pij Sagri : o diſtruggendo i Tempi puòdire in vna ſola parola jiomnia
itelli non gli mettete in ſecco di beni denique hic facılıus,quam Ecclefiam
ſpirituali . Sgridarouniò Chriltani, deprebendas. Vieni alla Chieſa', e la
adetlo, e non di N. ſolo, madi tutto trouarai fatta caſa ridotto più d'
il Mondo (ſempre co'l rilperto dou- cgn'altra coſa , che trattata da Chie .
lito di tutti i buoni ) e ſgridarouui fa. Cala di ſuperbic, di vanità, dila
con le parole del Boccadoro Santil- fciuic , di rancori ditutti i ſette pec
Diuus fimo. Quid D? umos ad nugandum cati mortaliche non cenevuòman
Chryſ. non habetis ? Eccleſiam Deicontem- coeccettuare la gola , che.dibagordi
bom . 36 nitis? Siquis eft,quimodeftus effe ve- pure nella Chietà ſi tratta .
21.1.Coolit ,corrumpitis. Nunc autem. Ec- 13. N.Citrà fedele , io tiproteſto ,
clefia à foro nihildiffert, o fi non ſit e di queſteproteſte inie ti chiamo
temerarium dictu , forte nec à ſcena: contro in teſtimonio per ſcarico del
spſa adeo que hæc mulieres congre- debito mio, quel Dio , che in queſta
gantur fe fecomunt , ornant: che ? Corte ſua Regia ſe ne Aà colà afico
E non hauete cale da ſtar treſcando ?. forto di baldacchino reale,con quel-
A queſto modo ſtrapazzate ,. c di li Angeli Santi curti, che gli fanno
ſprezzate la: Chieſa dell'Altiſſimo corteggio attorno di Paradiſo , que-
Iddio ?. E ſe v'hà in eſſa ch’in mode- fta non è caſa di vanità, di mormo-
fto filentio fi voglia ſtare orando ; à rationi , di lafciuie , di peccati , ma
forza d'inuiti , e di mal'eſempio lo caſa della Maeſtà delSignore , caſa
corrompete ? Già s'è fatta la Chieſa d'oratione. Domus mea.,domus ora-
vna pubblica piazza ; e ſe non è te- tionis: tai quì da orare, e non ciar-
merità il dirlo, è divenuta quaſi vn lare: trattarnegotijdell'anima,e non
Salone, vn Teatro di comedie, tante delcorpo ; lodar'Iddio , e'luoi Santi,
ſono levanità ,con le quali inefla e non malmenare per Bocca i tuoi
adornate, epulite fi fanno vedere le prollimi: piangere i tuoipeccati, e
donne : mapeggio delle donne fan- non ſtare nelle riſa , e ſulleburle : in-
no gli hromini ancora :: Signorisi, namorarti diDio , e non far l'amor
fi quis corrumpere matronam cona- con gli huomini e con le donne. Hai
tur Locum hunc maxime idoneum . l'eſempio delFariſeo ; hai l'eſempio
putat , cernere quid , autmercari luo del Publicano :pondera la riuſcita ,
bet ? magis idonea eft Ecclefiasquàm la ſpeditione dell'vno ; pondera la
forum : diceremala audire malavis.? riuſcita', e ſpeditione dell'altro ; &
o hoc frequentius hic , quam foris : arricordandoti , che lei in faccia del
Se vogliono far la gambetta ad vna Principe', che ſei alla preſenza del
ägliola ; far cadere nellaccio vna Giudice , riſoluiti à ciò , che meglio
dunna honorata : hanno la Chieſa ti torna ,e reſta in pace. Amen.
IL
279
met
IL MISTICO
A L B E R O
Per le glorie di San GIOSEFFO .
Cum effet defponfata Mater Iefu
Maria Joſeph :
CI :
S.Matt.c. 1.
Ittaſi taluolta vn pic- che nelpicciol grano , alla fola pic
ciol grano alla terra, & ciolezza riguardo tiene, e non sà co
G ecco mentre disfatto me da vn quaſi che nulla si grand
voi lo credete , ò Si-
gnori, fattoli di quel guſcio, che pri.
effetto ne legua: ma non ſtupiſce,Si
gnori,quell'intendente , cui l'effica
ma gli fu ſepolcro , vna culla , quaſi cia della virtù ſeminale è chiara , e
che vn'altra Fenice dal fracidume nota ſapendo ei molto bene che per
del ſuo cadauero rediuiuo riſorge vigore di quella nel picciolo corpic
in vn germoglio gentile. Aſſoiniglia ciolo di quel granello eminente
ne' primigiorniadvn'herberta ridé mente fi contiene quell'alta pianta .
te,ad vn fioretto gentile,e pargoletto A ſomiglianza tutto del Santiſſimo
nel materno grembo di verde ceſpo noſtro Patriarca Gioſeffo , Ode , è
- jedendo , comincia à fermar ſulla legge quel poco ſaggio le grandez
terra i vaccăllanti piedi delle cadici, ze di queſti, e dall' vn canto lo vede
giucando anch'egli con l'aure,ſcher- quali eminente , frondoſa , feconda
zando anch'egli co’zeffiri, e dalle pianta , tanto in Santa Chicla innal
poppe dell'alba ſucchiando anch'e- zarſi, che all'ombra della cuſtodia
gli il latte della rugiada ; ma toſto di luiagiatamente di ripoſarſi pro
fatto di germoglio virgulto ,ftrica frà tefta la Vergirella Signora , e da'la
poco le mani de'ramuſcelli fuor del- poroſi frutti di lui colſuo Bambino
le faſcie della tenera ſcorza , e dila- Giesù dolcemente nodrirſi. Sub omCant.c
candopoi le braccia de'tronchi,alza bra illius, quem deſideraueram ſedisa om
guerriero vn gencroſo cimiero in fructus eius dulcis gutturi mco : e mi
ver le ſtelle ; ſi che già fatto Gigan- rando dall'altro la picciolezza del
te , Briareo nouello di forte corazza feme delle ſuccinte parole,chedi ef
armato nell'indurata corteccia ,tante fo ſi leggono nell' Euangelio . Cum
ſpadc impugnando di tanti rami, efset defponfata Mater Ieſu Maria 10
tanti ſcudi imbracciando di tante ſeph. Ei altroue 1ofeph virum Maria ,
frondi, porge difeſa ombroſa à chi 'de qua natus eft tefiis. Stupiſce , che
da’raggi ſolari ripararſi pretende,ci- da vn quaſi che nulla , che di eſſo
bando inſiemede ſaporitiſuoi frutti parlanole fagre lettere , ei venga
chi le forze ſuenute diriſtorarſi pro- poſcia da'Santi Padri,e Dortorí tan
cura . Soupiſce quel poco accorto , to aggrandito , & innalzaco: ma non
ifty
280 IlMiſtico Albero
iftupiſce quel Sauio , che nelle pu- giardinieri, ſono ſtati più di carote ,
che parole la virtù ſeminale ricono che di pomi fecondi . Altro fi dun
ſcendo , chiaramente intende, che que il giardino , giardino miſtico ;
per ragione di quel diuino decreto , l'antica Ichiatta , e reale di Dauide ,
Ch'eleito l'haueua alloſtato altiſſimo & Abraam . Liber generationislefu Matrb
di Marito vero,di matrimonio rato, chrifti filý Danid,fily Abraam .Giar- 1.
non conſumato ,della Madre di Dio dino in tante violette gentili per ap
Maria , diPadre putatiuo , e legale punto diſtinto ,quante ſono le gene
del Figliuolo di Dio Giesù , e di coa- tationi, che iui Matteo Santo diftin
diutore in terra del Sagroſanto Mi- gue . Abraam autem genuit Ifaat ,
ſtero deli Incarnatione del Verbo, iſaac autem genuit Iacob, conquel
non poteua che creſcere, e dilatarſi che liegue;adornato ditantinobilis
con ampiezze, & altezze in Albero fimi germi, arricchito ditáti cedri, e
eccello , e fecondoà marauiglia.Ma cipreſli,quanti Giudici,Re,Profeti,e
non vi ſpiaccia. V. di feder meco al Patriarchi con lo ſteſſo Matteo, San
quanto ſotto di queſta pianta felice, Luca altroue vi conta. qui fut Da- Lucki.
evagheggiare a bellagio la di lei mid ,quifuit Abraam ,qui fut Adam ,
grandezza, e bellezza , dal primo qui fuit Dei . Fortunato di rito ſulle
eurain
germogliare, che fece in terra, al ſpalle diuine; port auit eurn humeris Deuter.
in humeris
trappiantarla , che fe'l Signore ne' fius, felice di clima ſotto l'ali di Dio , 32 .
glorioſi parchi del Paradiſo .Conf. ſuper eum palitans; diterreno fe
derando inſieme I ombra grata , ei cace,in generatione infinita i multi Gen.12.
dolcifrutti,cheà Maria , eGiesù ca- plicabo femen tuumficost ftellas cæli:
ra , & amoroſamente porgette va di coltura eſquiſito , fotto la ſpecial
tempo , & incomincio . cura del prouiſore del tutto ;?te in vi
2 Poſto dunque lo ſtabile fondar meam meamientro de' quali in fineMattko
mento , che l'eminenza , e bellezza natura ,e gratia con ruſcelletti,efonti 20°
dell' Albero Gioſeffo Santo dipen- di fauori celefti ,e terreni,con fiori ,
delle dalla virtù ſeminale della di lui c frutti , di grandezze temporali , &
altiſſima elettione; diciamo ,che tol- eterne , alla lotta giucauano del più
toſi in mano Iddio queſto vigorofil- non poſſo. Quidvltra debui facere vi
fimo grano, penso come prudentif- neamea, o non feci Giardino infi. Efa.s.
fimo Agricoltore di ſeminarlo nel ne ,che Agricoltore hauendo lo ſteſ
più gentile giardino , che nel vaſto fo Eterno Padre;Pater meus Agrico
terreno ditutta lanatura humana di la:Mariavite produſe,cheall'Àlbe. Toa . 15 .
ritrouaſſe, ma qual giardino fù que- ro maritoGioſeffo noftro appoggia
Plin . fto ? Antiquitasnihilplus mirataeft, ta ,frutid fecondaVergine il grappo
nat.bil quâeſperidum hortos, acRegumAdo- lodell'eternavitaGiesù.Ego quafivi.Ecclif.
vis, Alcinoi,ſcriſſe già Plinio.Ce- tis frutificauit . cum effet defponfata 24.
lib. 19. leberrimifurono pretio l'antichitài Mater iefio Maria 1ofeph . Inqueſto
cap. 4c giardinidelle forelle Heſperidi ,e giardinoadunque volle Dio, che fe
delli Regi Adone, & Alcinoo : tor- minata germogliaſſe miſtica la no
tunati di Sito ,telici di clima,di terre- ftra pianta : qui ſpuntò radicata, qui
noferaci, di coltura eſquiſiti; entro ſi nodris,quicrebbe, fiorire, fruttar ſi
de'quali in fine natura ; & arte con vide , acciò da rozzo terreno il ger
ruſcelletti, e fonti,con fiori, e frutti, moglio gentile non foſſe inabaſtar
quaſi che in teatri pubblicipereter- dico , Iacob autem genuit Iofeph vi.
narl I'vn l'altra alla lotta giucauano rum Mariæ, oC.
del più non pollo . Ma ſe volete, ch ' 3 Ma il campo in fine per fe me
io ve ne dica il mio parere ,hauendo deſimo non può daie , che feluatico
hauuto più Poeti , che Storici per il tronco , ' t'lgentilmente inneſtarlo
vie
Per le gloriedi S. Gioſeffe. 281
viene dal giardiniero.Intendiamoci, mouimenti, e fattezze puntualmen
Formato ch'è l'embrione colà nel te fimile almio nodricio Giofeffo .
ventre materno, che tanto può il ge- Dunque fù Giofeffo nel corpo fuo
norante , e non più ; ſi può dire eller formato copia belliſima preceden
quel corpo innanimato vn ſeluatico te all'originale belliſmo dell'Incar
tronco, ſoura del quale ilGiardinie- nato Figlio del Padre Dio , Oh Si
ro Dio Creatore fà poſcia l'inneſto gnori fi formaua quel corpicciuolo
dell'anima ragionevole. Voleua colà nel ventre materno con la virtu
Dio dell'Albero Giofeffo noftro far de' genitori perfetti, e nel quagliarli
gentiliſsimo inhelto, quanto alle do- primo de' principi primigenij mem
ti tutte della natura:eche fece Sciel- bri, cuore, ceruello, e fegato, corſe
ſe il ſeluatico à compitezza tutta ot- ro coadiutori co'loro intumi l'Arie
timamente conditionato : vuò dire, te, il Cancro , e'l Gemini con gli al
gli formò il corpo belliſſimo otti- tri ſegni alle nature loro ignee ,ac
inamente organizzato ,e temperato : quofe , acree correſpondenti ; e fi
& à che fine?ſe non per fargli ſopra temprarono inſieme così felici,ed'
gentiliffimo inneſto d'vn'animaper- accordo , che inpofſeflandoſi del
fettiſſima quanto alla naturale per primo i primi,del ſecondo i ſecondi,
fettione ; c però foffe proportionato del terzo i terzi con la manutenen
ſtromento alle di lei perfettiffime za congrua degli altri tutti vn do
operationi. La conſequenza è chia- minio foane , non tirannia violente
ta: perche trattandol d'agricoltore vi eſercitauano. Quindi diſtinta poi
prudente , licome có ficurezza mo- l'ordituramirabile,matenerella an
rale dalla gentilezza dell'inneſto e- cora dell'oſſa tutte , in tellitura non
letto ſi può argomentare alla buona mai balteuolmente ſtupita , vi s'in
diſpoſicione del ſeluatico , che li hà trecciauano le ſottilillime trame
da (ciegliere così dalla buona difpo- dell'arterie , de' nerui, e vene, co'li
ſitione del ſoluarice ſcielo ſi può gamenti,i tendini, e le membrane:e'l
argomentare alla gentilezza dell'in- Toro intanto , la Libra , e' Capro ,
neſto ,che lihàda cleggere:ne il con- che di terrea natura ſono,indurando
ſequente è falſo,ſapendo gli Anima- gli andauano , & annodando ;ma con
ftici,che bizzarra è la queſtione ven- tanto riguardo, che'l Peſce, e gli altri
tilata frà d'eſli . An detur anima vna acquol tanto dell'arrendeuule vi
perfectior alia ,quanto all'indiuidua- conferuaffero , quanto ad vn'agile
le perfectioneze comevenga da mol- moto picghcuolmente forti ſi ritro
ti , a' quali pure io mi ſortoſcriuo , uaſſero .-Allhora ſi cominciarono à
dottamenteſoſtenuta l'affermatiua. generare il ſangue , e gli ſpirti tarti ,
Ma chi ciproua l'antecedente dell'- di vita , e ſenſo , emoto ;e concre
eſquiſitezza sì fatta del reluatico ſcendo la carne, gonfiarſi imuſcoli ,
corporale dell'Albero Gioreffo no . empirli ilvuoto , formarli i ſeni, e
ftro ? Chrifto medelino Signori porſi figurata la forma di parte in
nella ſtoria orientale appreſſo Gra- parte: e Gioue la sù dalCielo guar
Grat.in tiano : volete teſtimonio migliore ? dando il fegato , tratta feco in ami
vita S. one hebbe à dire : Ego eram ſimilis cheuole alpetto la ſtella d'amore.co
Tofl. 2. lofeph in omnibus. lo Verbo Incar- pioſo , e dolce, e purgato il ſangue
nato à giuditio della Sapienza diui- vi raffinaua : mentre nell'atto itello,
na nella ſimmetria de membri, e de- entro la maſſa humorale Marte la
licata miſtura de' più ſoaui colori, il bile accendeua ; fomentaua la ma
più bello de gli huomini ; fpeciofus linconia Saturno ;, la Luna nella pi
forma prefilys hominum ; appariſco tuita operaua ; ma con tal concerto.
di Atatüra,diforma, di naturali geſti frà d'elli , chela bileNa
acuendo (pro
nal
282 ilMiſtico Albero
naffe, non trapportaffe ; che la ma- tro la cedeua inferiore, mentre che
linconia refiftendo, ſtabiliſie,non or- Chriſto , Similis erat in omnibus.
tundefle : che la pituita inondando , 4 Oh poteuafi , ò Signori dall
piaceuolmente innaffiaſſe,e non im- Agricoltore Dio nobilitare più il no .
petuoſa diluuiaſſe. E ' Sole in queſto biliffimo inneſto dell'Albero Gioſef
i ſuoi reali raggi drizzando al cuore, fo noftro ? Ma vaglia il vero , che la
gli ſpirti vitali ad eftremo potere in- doue ne gl'inſerti, che delle piante
generofiua : mentre ne gli animali naturali í fanno, il domeſtico, ches'
ingegnoſo Mercurio entro a'ſeni del inſeriſce, pare che in certo modo af
cerebro à più dilucidarli s'affatica- forbiſca in fe ftello la ſaluatichezza
ua . Erano le amiche ſtelle tutte pró- del tronco inneſto ,comunicando al
te venute al miniſtero prouiſto dal la pianta la ſua domeſtichezza: nell'
primo loro Motore ; gli aſpetti tutti incerto miftico dell'anima col corpo
nemici, è ſpariti, ò firperati, è ſepol- humano il fatto corre al rouerſcio ,
ti. A che più dimne ? ricoprìdi pel- perche il ſeluatico della carne pare
Je, velo delicatiſimo di inateria ', e aſſorbiſca in certo modo in ſe mede
tintura al velato lauoro corriſpon- fimo la domeſtichezza dell'anima, e
dente. Oh & ecco venne Dio al ſuo l'inſeluatichiſca ,cótrahendo la mac
tempo all'inneſto, creò, infuſe, l'ani- chia dell'originale peccato: e queſto
Gcn.2. maifaétuseft in animam viuentem : pure adiuenne , non lo potiamone
anina di ſoſtanza, mancò poco non gare, all'Albero Gioreffo noftro , co
difli angelica; d'intelletto quaſi che- me rampollo ch'egliera pure d’Ada
rubico ; divolontà poco meno che mo, in quo omnes peccaverunt. Egli Ad Ro.
ſeraficainelle potenze ſteſſe entro gli era dunque da inſerire dinuouo , es.
organi riſedenti emulatricedelle po- co'l piùgentile inſerto della diuina
tellà, e virtù, di poſſanza , & isforzo gratia giuſtificante. Ma che credete?
più ſublimato į Signori ſempre frà che à comunale guila ſe l'inſeriſſe il
termini della natura ) fi che apparue Signore ? Guarda . Sanckficationem Io:Ger
Gioſeffo ne' tempi ſuoi fiocchi d'oro in vtero recipiens,dice con altritanti fon . fer.
nel crine ; latte, e vino nel volco; ala. il Cancelliero Parigino . Signori voide Nat.
baltro per ricoperto; auorio il nudo; lo ſapete,come ſi fanno gl'inſerti.Si Virgin.
con le Muſe ne' derti , con le Gratie fradica prima lo ſpinoſo tronco fuor cöfidi 3.
ne gli atti ; la pudicitia, e l'ainore nel della macchia ſeluaggia: di trappian
guardo, e nella fronte ; anticipata- ta nel campo aperto,e dopo qualche
mente kempre all'età ,ne' ſenſi viua- tempo paſſato ,ilgiardiniero co'l fer
ce ; nell'ingegno ſottile; nel giuditio ro gli recide il ſeluatico, e co'l genti
maturo; ordinato nell'appetito; effi- le domeſtico ne lo inſeriſce. Chiede
cace nel voglio, enell'operare cofta- telo adeſſo alli Teologi, che vi di
re . Diciamo tutto il dicibile , nel- ranno, che'veniuano gli altri ſeluati
la natura tutta in tutto ſimile àChri: ci fanciulli del Giudailino, dopo che
fto. Ego eram c. onde egli è qui ſradicati fuori dalle macchie delle
forza affermare, cheſe Chriſto ienz' materne viſcere; dopo chetrappian
alcun dubbio in quanto huomo fù il tati all'aperto nel campo di queſto
più perfetto dell'humana naturama . Mondo,l'ottauo giorno rinſeriti dal
Pf.4. Speciofus forma prefilishominum ; lamano diuinacon l'inneſto paradi
e Maria di lui Vergine Madre à fi- Uno della ſua gratia , recidendo loro
curezza tutta ortenne il luogo fe- il ſeluatico della colpa contratta nel
Cant. i. condo ; Pulcherima inter mulieres ; taglio della Circoncifione, la quale
Giofeffo à forzoſa ragione della na- nell'antica legge fù Sagramento. Ma
turale perfettione , fe non la terza l'Albero Gioleffo noftro , prima che
piazza occupaua ,almeno à null'al- trappianxato nel campo di quello
Mon
Per le gloriedi S.Gioſeffe. 283
Mondo , prima che ſradicato dalle gonna così pulira veftiua , fiorito il
macchie delle materne viſcere , anti crine così leggiadra ingemmaua,che
che nato, colà nell'aluo della ſua ge- la diletra del Giro glorioſamente fi
nitrice ; l' Agricoltore Iddio , che dichiaraua , onde con iſpirto diuino
pianta ſpecialiſima l'haueuaeletto , di ſtagionati frutti feconda madre
con modo ſpecialiffimo ancora del al fuo tempo profetizandola , lim
la fua mano à rinſerire lo venne ſen- boleggiò in eſſa vn certo tale , che
za taglio dicirconciſione alcuna, le- non sèbenechiſia.Non vi affatigate
uandogli il ſeluatico del peccato , e la mente, o Scritturali , in ricercare
co'l domeſtico ramoſcello d'oro del, oue ilProfeta Reale vna tal villaw
la ſua gratia , non fuelto nella valle godeſſe : l’hauete pel Salmo primo. Pfal.r.
d'Auerno da quella pianta , che iat- Et erit tanquam lignum , quod plan
tabonda nel morto fl và vantando , tatum eft fècus decurſus aquarum ;
pregiando, che auulfo uno non deficit quod fructum ſuum dabit intempore
alter :ma colto in lul Caluariodel ſuo. Ma fermati, mi riſponde Filone Pbilon.
la futura Croce del venturo Meſia il Veſcouo Carpatino : queſto tale , Carpa .
formalmente ſantificandolo . San- che non conoſci è il Giuſto. Il Giua'
Etificationem in vtero recipiens. ito ? Iuftus ? Iofeph autem cum effet
s E chi porrà agguagliare con la Tuſtus; io l'hò dibocca dell'Euange
facondia del dire i glorioſi augmen- lo. Dunque di Giofeffo la profetia s'
ti , che fece poſcia l'Albero auuen- inteie, che felicillima pianta fù dalla
turoſo ? Iofeph ei fù chiamato , che mano diuina trappiantata lungo la
Augmentum , Additus , Adanctus , è chiara viua corrente dell'acque del
interpretato ; per figurare l'altezza, la ſua gratia attuale , acciò mirabil
l'eccellenza, l'eminenza alla quale mente creſcendo , e bambolina lat
egli doueuaauuantaggiatamente tante, e fanciulletra fronzuta ,e gio
ſempre girli auuanzando . Dauide uinetra fiorita, e virile feconda, por
colà vna volta vide vna chiara cor- gelſe à tempo ſuo & ombra ,e frutti
rente , l'acque dicuihora placidette alla diſegnata ſua Spoſa , e di leiFi
ferpendo, dal vicino fondo increſpa- glio ; Quod fructum fuum dc.
te vedevanſi trà sfatti argenti girar 6 Er ecco contemplandelo vo
miſchiati i granellini d'oro dell'are- giorno Bernardino Santo da Sienas D. Ber :
noſo lor letto: hora da' tributarij ru- eſclama,e dice.Credo Joſephum fuif- nardin.
ſcelletti intumidite al quanto nella semundiſſimum in virginitate i pro- Senen.
creſcente, tanto piùterſe, e quere in fundiſſimum in humilitate; arden- tom . 3.
ſulla faccia dauanſi à diuedere , tilimum in charitate ;altiſſimum in ferm.de
quanto che'l piè affondauano più contemplatione , ut effet adiutoriumS. Toſe
nel profondo. Erano le molliſponde fimile Vergini . Olà che veggio ? Oh ph.
herbore,pingui, e fiorite, e d'affilate mirabile pianta Gioſeffo Santo ? Di
piante àlungo tutte arricchite. Vna fiorita virginità coronata in profon
infrà l'altre tante ei ne vide , che gli da humiltà radicata ; da' pomi d'oro
rapi con l'occhio la mente ancora ; di carità caricata ; con cime altilli
& à fe tralle con gli ſguardi dell'vno me di conceniplatione eleuata. Glo
anco dell'altra il penſiero . Mercè rioſi pregi , che non poflo io fpiega
che per diſotto con mille bocche re con termini, che del fuperlatiuo
aſcoſe i più gentili, e virtuoſi liquori vniota meno racchiudano. Virginei
dalle nodricie poppe di quell'onde fiori di purità più mondadella diur
vicine bambinella ſucchiando, & at- na luce : humili radici nella cogni
trahendo ; al diſopra poſcia amoroſa tione,e disprezzo di femedeſimo più
fanciulla, poſtoſi lo fpecchio all'oc- dell'abitfo affondate: caritatiui pomi
chio de'correnti criſtalli, frondofa nella maturanza d'amore più lam
No 2 peg
284 IlMiſtico Albero
peggianti del fuoco : cime contem . ſciagura : ma diremo di ciò due pa
platiue del ſapere fuperno più dell's role nell'altra parte . Horsù doueux
Empireo cleuate : fiori inondillimi, Dio prouedcre di marito à Maria ;
il candore de' quali fora baftante ad dunq; li atomigli ad cila nelle per
abbagliare anco le vitte aquiline : ra- fettioni , e non ineno gratuite , che
dici protondillime, nell'abillo delle naturali: & ecco nuoua ſublime pre
quali affilata G luanirebbe ogni te- rogatiua: che le Maria immacolata
fla cherubica : pomi amoroli , il mente concetta immacolata ville
fiamineggiante du quali itinorireb- mai ſempre i Gioſeffo ſantificato
be anco l'heiperida frutta : cine al- prima che nato ,lanto per tutta la vi
tiflime, fortó la fronte de'quali na- ta conferuofli mai ſempre . Oh Al
ni appariſcono i più giganti cipref- bero auuenturoſo . Non mi parto
fi . E poteua mondo meno fiorire , dalla metafora preſa . Signori per
mentre ſotto l'ombra di lui doueua ben inſerte , alleuate , accarezzate ,
poſare l'immacolata in tutto con l'a che ſiano le naturali piante , ſempre
Agnellino in ſeno ,che và paſcendo dal piede cacciano ( peròche in fine
Cant. 2 trà gigli ? Qui pafcitur inter lilia ? e è feluatico ſempre) qualche germo
potena radicarli profondo meno , glio ſpinoſo , qualcherampollo infe
mentre co'l tronco ſuo doueua fer- condo ; & à chi lo contempla pare
uire d'appoggio à quella donna for- con politico auuilo , che le radici ve
te , che tra le braccia reggeua il por- dendo colà ſopra det trono del na
titore del Mondo : Mundum pugillo turale lor tronco agnoreggiare ftra
continens ? e potella men’amoroſo pieri rami,e cigoroli cliggere il tri
fruttare , mentre recare il ſoftenie buto di quel Toftantioro alimento ,
mento doucua à quella Vergine ma ch'elleno à sì gran coſto di ſotterra
dre , che amoroſa nodrice lattaua nei raggiri (cauano fuor della terra ,
quel Figlio Iddio d'Amore , che è irritate , ſdegnoſe tentino di ribellar
SoChi, prouiſore del tutto ? Per quem nec ſij che però d'ogniintornopullulan
ales efurit ? E poteua men'eleuato do dal ſuolo ſpiritofi igetri, ſem
alzarſi, mentre douea ſtare contem- brano d'accampace locfotto mille
platore faccia a faccia affilato per ſeluatiche picche in vn ſquadrone
anni tanti nella Madre , e Figlio di ordinare e non c'è dubbio , chies’ac
Dio, emulatore in tempo di quell'- curato il giardiniero non accorreſſe
eterno beato ?. tunc autemfacie ad fa- con la inano,e co'l ferroin aiuto del
ciem ? ch Credo,credo loſephum ( c. domeftico amico , la vincerebbe il
ut effet adiutornim ſimile illi : ſeluatico affollato ', affogandolo en.
7 Queſto è quello che diſſe Dio tro vna fame ſtentata aſſediato . Ma
là nella Geneſi ,quando proucdere viene quelli,iſuelle , ſchianta ,recide,
Gen.... doueua al Protoplatto di mogliefa- e nel dominio acquiſtato l'inforto
ciamus ei adiutorium fimile ſibi : fi fatto aſſicurato mantiene . Corre la
hà da ammogliare Adamo z lia con parità , egli è vero , d'ordinaria via .
vna donna ſomigliante ad effo nelle anco nelle miſtichehumane piante ,
fattezze del corpo , acciò che l'ami; che prima feluaticbite nella colpa
ne' coſtumi dell'animo,acciò che le- originale,inſerte poſcia con la gratia
cohabbia pace ;ne'beni della naru- ſantificantc , gittano ad ognimodo.
ra, acciò la ftimi ne'donidella gra , ſempre dal piè ſeluatico della natura
tia , acciò l'adori. Che quam male in Adamo ſcaduta qualche rampol
inæquales. veniunt ad aratra iuuenci, lo ſpinoſo dipeccatoattuale.E gran
T am premitur magnoconiuge nupta mercè al giardinieroIddio, il quale
minor : così diccua colei,che in ma- re con il ferro , e la mano della gra
ritaggio inequale piangewa la luam tia boca preferuatrice , hora di penim
ten
Perle glorie di S.Giofeffo . 285
het tenza in aiuto non ci accorreſſe,fo- Oʻc. Ut effet adiutorium fimileilli.
dun ra ſpedito il calo ; e piante ſecche , 8 Quinci non è poffibile arriva
morte di fame fpirituale in piedi, ci re ad intendere à qual'altezza emi
trouareſimo à fiamme eterne dan, nente di ſantità lubliimato veville
pati . Ma corre quegli al ſoccorſo e' quell'Albero miſterioſo Giofeffo S.
preujene , e preferua, e condona , e dopo il matrimoniorato , mai con
rimette, come che più gli piace : Ma fumato con la ſempre Verginc vite Eccliſ.
la pianta Gioreffo , fù per via ftraor- Maria, e più dopo ilvirgineo parto 24.
dinaria guidata . Iofeph repletus gra- diuino Grappo Giesù . Ego ficut via
tia peccatum mortale quodlibet fupe- tusfructificaui Certo ,che gliauuan
也是 Io.Ger. rante, afferma il dottilino Giouan zi delle piante comuni qui della ter
ofer. de Gerfone. Tale fu la cura, che ne pre- ra, dipendono da' naturali aſpetti &
NatuV . ſe il Giardiniero diuino ,che preue- infludi del Sole, e della Luna, frà gli
nato d'aiuti sépre efficaci, indubita- altri tutti poderofilimi rettori di
to ſempre conoſcitore delvero ,fem- queſti effetti, come di concerto af
pre voglioſo riſeluro del bene ; con fermano Fiſici , & Aftrologi, perl
la prudenza regolatrice del fenno , eminente cauſalità di quello , è vici
con la giuſtitia ponderatrice del yo . Banza al Mondo baſſo diqueſta.Ma
glio, con la fortezza, e temperanza non men chiaro che gli auuanzino
moderatrici dell'vna e l'altra poten- Ari di ſaneità dipendono dall'influé
za iraſcibile, concupiſcibile ( feli- zedigratia
cillimo d'eſlo ) mai fù , mai fà cac- de'miſtici luminariSole Cant.4.
Chriſto , Luna Maria Sol Iuſtitiei
ciale dal ſeluatico del Padre Ada- Pulchravt luna . E qual'altro mai
mo gitto fpinoſo alcuno di peccato nell'horto di S. Chieſa . Hortus con
mortale . Ma che dich'io di peccato clufus, ne godette aſpetti più cari ,
mortale ? Giouami credere che mai influenze più benigne dell'Albero
gittaſſe germoglio alcuno infelice noftro auuenturoſo ? Egli dell'vna
manco di colpa veniale , che fofle Verginella marito : egli dell'altro
almeno dopo il maritaggio ſeguito Nodricio , e Padre putatiuo , e lega
con la Vergine donna . Atreftatrice le . E chi con ſguardi più amorofi
ne ſia la Aefla Immaculata fua don- vien riguardato dal Bambinello Fi
na Vergine, la doue à Birgitta ſanta glio , dalla Verginemoglie , del ma
ella diſſe . Iofeph nullum verbum non rito ,e del Padre? Oh grandezza d'
Inreu . honum protalit,necotiofum :mortuus impenetrabil ſegreto ? Tratta Mosè
B. Bir . carns, a mundo non nificeleſtia de alcunigiorni con Dio , quafi mini
1.6.6.59
fiderabat : Mai diffc Giofeffo paro- ftro , e ſeruo co'l Principe, con il
la orioſa , ò men che buona :viffe Padrone, ene riporta Juininofala
mai ſempre morto alla carne , & al faccia, come che di beato : Giofeffo ?
Mondo, e tutti li ſuoi defij di conti- tu , che per anni canti collo ſteſſo
nuo al Cielo indrizzaua : dunque in Dio trattatti,come Padre ,c Signore
che mai puore venialmente pecca- co'l Figlio vbbidiente,e foggettoiche,
re , ſe non peccò di lingua nelle pa- di beatiſplendori glorioſo nell’ania
role , ſe non di mano nell'opere , ſe maneriſplendefti? Vola vn Serafino
non di cuore negli affetti poteua dal Cielo,e con l'acceſo carbone pu
0
peccar di lingua nelleparole, mai rifica yna volta de labbra at Profeta.
menche bene parlando ?porcua pec- Iſaia,e n'è dimato perciò il maggio
car di mano nell'opere , niorto alla re trà li Profeti. Gioleffo ? tu ,che
carnc, & al Mondo viuendo ſempre? da'baci infmiti dell'amoroſo. Giesu
porcua peccar di cuore ne gli affeta infinite volte nelle tue labbra forti
ti, non altromai checoſeceleſti de- diuinizzato à quale fima frà i Santi
kiderando? Iofephum nullum vertum ti ſublimafti ? Trè meli conuerfa
Chri
286 il Miſtico Albero
Chriſto non anco nato co'l Precur- poſte ,e riſpoſte giornali trà Verginie,
ſore Giouannipur’anco chiuſo nell' einarito,che ripieno veniſti diS.Spi
aluo della ſua madre, e gli apporta il rito ? E ſe all'incontro di quella fac
primato intrà ifigli didona?Gioſef- cia maeſtoſamente diuota eſtatico
fo:Giofeffo :Tu,che più luftri cóuer- l'Areopagita diuiene ,e poco manca
fafti con eſſo , indiuiſo con eſo , in non cada in forſe,s’ella è preſenza di
vna vita comunei quale fouranità di vn Dio:alla preſenza di lei continua,
Atato ne riportati? Filſa il Saluatore e famigliare, in quali eſtaſi di ſtupo
vna ſola occhiata in Matreo,c di Pu. re,e d'amore aquila contemplatrice
blicano in Appoftolo fe lo riforma . non t'innalzaui ? Innamorata Fenice
Giofeffo ? Tu, che da' ſguardidiuini non t'accendeui ? Signori ville Gio
criuellato venifti,dall'aurora alla fe- feffo in fimile vita con Maria,e Gie
ra per si lungo corſo di tempo , di S. su da trent'anni in circa ; per me lo
prima che nato ; in qualHeroe del Atimo iniracolo atſai maggiore , che
Cielo fofi perfettionato ? Chrifto fe -vedeſi per trent'anni continui
nelle veſti coccato ſanaua i corpi , e durar la neue nella stera del Sole, ne
l'anime ſantificaua:Gioſeffo ?Tu,che li ſquagliaſſe ; durar la paglia in vna
à numero innumerabile à collo nu acceſafornace, ne incenerille.Viuet
do teneramente te l'abbracciarti , è trent'anni con Maria , c Giesù in tale
ne veniſti abbracciato ; che fancità, è vita comune, e la diuotione non lo
ſalute ne ritraeſti ? Vn giorno Pietro fquagliaſſe , e nonVinceneriile l'a
vide it fuo Signore glorioſamente more ? Miracolo delli miracoli . Ma
nel corpo trasfigurato ,e dall'oggetto pure ſquagliaua Giofeffo in Jiuote
rapito ,già fe lice fi ltima; e del Para- dolcezze ineſplicabili; e non ſi disfa
dilo ſcordato eſclama,e dice;Domi- ceua , che delli ſquagli felli 10
Matt, webonum eſt nos hic effe:Gioſeffo ?Tu tricaua : e pur'inceneriua in quegli
-17. che sì fpeffo trasfigurato glorioſa- ardori amoroſi impercettibili , e
mente lo rimirali, come dice Ber- non s'annichilara , ' che delle cene
nardino ilminore ; in quale eccelli ri fteſe ſi tiformaua ; ſquagliauo
di gloria beata rapito non prorom- il cuore , e li cibaua col guardo ;
peri ? Quid tu dicere debebas, cui inceneriua l'anima, e ſi riformaua
D. Ber. non femel fed fepius,vt pie creditur, co'l bacio . Se forſe allo fquagliarſi
fer.12: ſe benedictus Iefus transfiguratum in del cuore il vederf à faccia del
de deſp . corpore glorioſo oftendit. Oh & in la madre di Dio ,in timoroſa bu
Mar. ciaſcheduno di quegli atti, di quelle miltà gli ſquagli ſteni non riqua
parole, dique'ſguardi , di quelli ab- gliaua gelati; 8c all'incenerirli del
bracciaméti,di que' baci,che lumiti l'aniina , al ritrouarli vnico co'lme
s'infondeuano, che moſſe ti liquefa- defiino Dio in virore d'eternità , le
uano ,che ratri di mente, che ſtruggi- ceneri medemeno rinaerdiua. Oh
menti di cuore ,che profondità di la- fquagh ,oh ceneri,oh ſguardi, oh ba
pere che fueniméti d'amore,checu- ci'. SquagliChe vi Kimarebbeil Bea
muli di meriti, che teſori di gratia di to per più addolcire con le dolcezze
momento in momento tis'ammuc- voltrei proprii amori:Ceneri:Chevi
chiauano :Nelli ſteſſipútiMaria ti ſe. pagarebbe il dannato per fopire ſot
deua à łato ; Maria ti taua à fronte'; to i pallori voſtri grá parte de proprij
Maria à mano , à mano ti porgena il ardori ? Sguardi"? Che vi prezzareb
Bābino; lo ripigliauí ; mellifua t'in- bon le felle per più auuiüare con i
terrogauaj netrarea ti riſpodeua. Ob brillori voltrilor cariaſpetti? Baci ?
Dio ? E ſe al primo ſuono della voce Che vi pregiarebbon le roſe, per più
di Maria s'empiè di Spirito S. la Co- intenerire co le voſtre delicatezze le
gnata Eliſabetta ; alle tante fue pro . corallinelor labbra? Oh Giofeffo , fe
pri
Per leglorie diSanGiofeffo. 287
prima Santo ,chenato , beato prima te,e'l cuore in eſtaſidi ftupore,e d'a
che morto ; e da ceneri, e ſguagli ta- inorc, andrò dicendo di eſſa il ſagro
liche vigore di gratia le radici del motto . Miranda vifuscultuque colenda
lo tuo ſpirto non ne traeuano ? e da pio. All' occhio di ſtupor, di culto al
baci, e ſguarditalià eminenza
qual cuore. Ma mentre diuoto il cuor l'a
zad diſantità le cime dell'anima tua no dora , e l'occhio lo ſtupiſce inuaghi
s'innalzauano ? Albero lagroſantiſs. to , muta qui la lingua s'arreſta, che
2 Signori ſe alcun Santo à Gio- affannato il ſeno i ioliti reſpiri chiu
feffo vguale ſi ritroui, io non lo sò ; de . Voi diuoriVditori, mettete frà
che ſe netrovi vn maggiore dopo la tanto in opra le mani , per ottenere
Vergine Madre ,io non lo credg. Sò con voa ftraordinariamente liberale
quanto di riguardo è douuto à gli elemofina ad honore di queſtoSato,
Åppoftoli , e San . Tomaſo me l'in- quella gratia ,che più vi preme .Chi
ſegna: ma quando io concedo lo- in lantità non riconoſce maggiore
ro gratia , e doni più auuutaggiati dopo la Vergine donna , in efficacia
in riſpetto al miniſtero pubblico , d'interceſſione alla ſteſſa , & non ad
che gni ſoftennero , hò coinpito col altro la cede. Così l'affermò il di
debito ,e Suarez me lo ſoftenta. Chę uoto , e dotto Iſolano.
nel merito,e gratia ſantificante nella
quale corriſpondeil lume sù della SECONDA PARTE.
gloria , Gioſeffo à ragioni moltipli
cate for uanzi tutti i ſono i giuditij II E mi chiedete ó Sign. qua
diuini imperfcrutabili, cometali gli s le >
Oo 2 GA
GASTIGO DE PADRI
N E F I GLI
Per il Mercordi della Domenica Quarta
di Quareſima.
Rabbi ? Quis peccauit. Hic , aut Parentes eius , ve 1
cæcusinaſceretur.
San Giouanni al 9.
Tupiſcein queſto ſpirito ,mentre che la chiarezza ,læ
giorno Signori na- vifta ,e la pupilla tanto gl'intorbidi
tura tutta al con- ſce, che'l mezzo giorno gli cangia in
templare dell'ope- oſcuriſſima notre. Epure col tene
ca del Saluatore , e broſo fango hoggi illuminato è da
non'sà d'bauer'oc- Chriſto il cieco nato : e pure conToz .
chio che'lvegga , ò penſiero', che ſe za maſſa di polue , e Iputo , hoggi
Pinfinga ,mentre lo mira co'l fango ſchiarite gli ſono le tenebrore pupil
donar la viſta à colui,che dal ventre le : Fecit lutum ex ſputo , liniuit Ioan.g.
materno cieco era vfcito alla luce . lutum fuper oculos eius. Venit videns:
Marauiglia parmi vdirla gridare la Venit videns : queſto è un portento ,
sù dal Cielo , e gridare con tance queſto è vn miracolo: con l'ofcuro
bocche , quantiocchi'ell’apre in tan- ſchiarire ; detergere con il viſchiolos
te ſtelle : con tante lingie', quanti aprir chiudendo ; fanar piagando :
fguardi ella rigira in tanti raggi: con far che dall'Erebo ſe n'efca l'alba nel
tante yoci , quanti ſono i moti, che Cielo, e far che dal ventre, chegra
fcintillando ella forma : Stupore , uido è della notte , il giorno venga
parmi vdirla eſclamare qui dalla ter partoritoalla luce Quis audiust un - Ifa. 66 .
fa ,& eſclamare con tanre bocche , quam tale ? Et quis vidit huicfimile?
quante ſono le fofle , che di fango E chi tali portenti; e chi miracoli ſo
riempie : con tantę lingue , quante miglianti vui mai raccontare , che
ſono l'arene, che per la Itrada ella ſcopriſſe il Ciel'sù la terra ? Afæculo
ſparge : con rante voci , quanti gli yon eft auditum : afeculo non eft au
attomi ſono , che dentro l'aria Colle- ditum , riſponde il cieco inedeſimo:
ua . Marauiglia ella grida : ſtupore da chele tenebre acciecano , da che
eſclama . Cuore dell'occhio è la pu- la luce ſchiariſce , tale portento , ro
pilla : anima della pupilla è la vifta : migliante miracolo non fù più vdi
Ipito della viſta è la chiarezza ; e fito. Ma portento , e miracolo , alla 1
ciba la chiarezza del nulla , e s'auuc- conceinplatione del quale fe la natit
tena la viſta con l'attomo , ne più ra ſtupiſce ,in me s’accende generoſo
che'l nulla l'occhio à medicina ri- penſiero di farne queſta mane quafi
chiede ; onde ſe picciol granellino di ch'vn ſomigliante.Ciechi Padri, cic
polue nel mezzo il tocca , gli fiede il cheMadri ben mille io veggo in que
cuore , glitoglie l'anima , glicaua lo Ato Mondo : ciechi, cicchinell'intel
letto ,
1 1
Peril Mercordi della Domenica IV . di Quareſima . 291
letto chenoninſchiariſcono , che , c tro Ezechiele Profeta,e c'intoppa frà Exech.
come galtigtai Dio,e graueniente ga : piçdi quel luogodel 18. douedeter- 18.
Highi ilorpeccati nefigli ;e quelli minaDio , che anima, qua peccaue
ciechiillaminare vorrei,& illuirina- rit, ipfa morietur, filius non portabit
re con fango di fpuco , e polue , clae iniquitatem patrisi non porterà il
tale apponto il noftrotema rauuiſo. figlio la pena del peccato del Padre ,
E lo iputo Umbolo della verità ,e la maquello ftello, chepeccarà , quel
polue ſimbolo dell'errore : ſcende la lo ſarà punito . Onecomedunque
verità,dal recto incendimento , e per ſoſtentate, che Dio gaſtighi di peccati
la voce eſce fuora ; fcende dal cer- de'Padri ue'tigli loro ? Daquando in
uello lo ſputo , e per la bocca ( en'- quài decreti diuini fi ſono fatti mu
efce l'occhio del corpo dalla polue tabili, contro ciò ,ch'è poflibile anco
intorbidito fi refta , l'occhio dell'ani- di potenza alloluta ! E pure ſi dichia
ma dall'errore intorbidito rimaneic ra Dio , oltre à ciò che n'habbiamo
nella propoſitionc portata: Quis pec- nel correnteEuangelo apertiMima
cauit . Hic , aut Parentes eius, ut mente nell'Elodo ,ch'egli è quell'- Exod.
Gæcus nafceretur , ci è lo ſputo della onnipotente diforze, e zelatore del- 20 .
verità, che Dio gaſtiga, e grauemen- l'honor ſuo diuino , che gaſtiga le
te gaftiga i peccatide' Padri ne' figli colpe de Padri ne' figli loro , e ne'ti
loro ; ma c'è la polue dell'errore an- glide' figli fino alla terza , e quarta
coraqualich'in fango amniaſſata , generatione. Ego fum DominusDeus Idem
però che s'ingannauano iDiſcepoli ruus firtis zelotes vifitansiniquita -ibid.34
credendo, che la cecità di quel po- tem Patrum in filios in tertiam ,
uero foſſe veramente gaſtigo dipec- quartam generationem eorum, qui
cato da effo , ò da' ſuoi Padri com- oderunt me. Qui reddis iniquitatene
meſlo , onde fgannandogli Chriſto Patrum Félys , ac Nepotibus in ter
diſſe : Nequé hic peccauit , neque Pa- tiam , quartam progeniem . Come
rentes eius. Co’i fango adunque del s'accordano queſte cetre ? Tratta la
noftro tema, io vuò tentare d'illuni- preſente queſtione di propoſito quì
mare queſti ciechii ma con patto Si- l’Abulerſe, edeciſo priina con mol- Abul.
gnori,che s'ilfatto rieſce,non m'- te alvoritàgiuridiche, che dall’hui- in 34.
honoriate qual Santo , confeſſando- inana poteftà vengono giuſtamente Exod .
migranpeccatore; & in vecedelle penalizatii figli innocenti per le col- 9.9 .
faltate, che merito lanciate contro pe de' Padri,dipena pero , che porti
mi fiano , non mi appendiate all'in- ſeco perdita di coſe temporali,come
torno le tauolette de vori, però che di roba, d'honore &c.e non afflitcio
à dida frà noi, io non farò miracoli, ne corporale di morte, di mutilatio
fendo che in fatti ſeparando dallo ne di mcmbra , ò fimili ; tolto che in
{puto la polue,non ſono peradopra- certi cali atrociſſimi. Vistatuspoli
re, che la verità ben'intera ; mofran- ticus fecurior habeatur : tutto perche
do che , ecome Dio gaſtighi ipec- hà più riguardo il Legislatorealbe
cati de' Padri ne' figli loro , & all'in- ne delpubblico , e del capo , che dal
.contro coinc puniſce i Padri per li priuato, o de' membri: quello dico
peccati de' figli ; e perche bine äuer- deciſo prima;diftingue poidella di
tiſco eſſere queſti punti pur troppo uina giuſtitia: è che la pena è eterna,
acute ponte à cuori de'poucri Padri, à temporale: ſe eterna: nunquam pu
medico amoroſo vn delicato, eſalu- niuntur fili propatribus:maiil figlio
berriino vnguentino per l'vna,e l'al- faràda Diocondensato all'Inferno
tra puntura io vi prometto, e ſon dal 7
per li peccati del Padre , Signori nò ;
priino . ' ina in queſto ſi verifica il decreto d'
2 Ci ſi fà al pallo al primo incon- Ezechielc . Filius non portabitOc.
oo 3 Ma
Gaſtigo de Padrine' Figli
Ma ſe la pena è temporale, oh al- re le proprie ne'nidi altrui.
Thora sì che i figli ſono penalizari 3. Ma piano vo poco Griſologo
per li peccati de' padri, & i nepoti ch'altra coſa è pigliarla in moarlo
per quelli de gli aui,e de biſani,e si bus , altra in naturalibus : la pianta
verifica quello dell'Erodo , che Dio contrae il vitio dalla ſemente natu
eft Vifitans oc.e con eſempi di ſcrit- ralmente , ma non così il figlio dal
cura ottimamente lo moftra , qua- padre : dungie s’eiſi conſerua inno .
hauerà d'effer maltrat
li perbreuità tralaſcio,rimettendo- cente ,nonnon
mi al teſto di così graue Dottore , tato . Eh importa riſponde yn
per venire ad altri, che per le mani Pietro per l'altro , yn Cardinaleper 1
io tengo . Tolto dunquel'intoppo , l'Arciueſcouo , Damiano per Grilo
e data douuta ,e dottrinale chiarez- logo . Và nell'vltimo del primo de'
za al noſtro diſcorſo : con la ſolita. Regi, e vitrouaraiattaccata vn'ar
galanteria entra prima quella tela rabbiacillima zuffa trà Filiſtei, &He
bizzarra,e ſanta, inſieme di S. Pietro brei. Freggia prima il ſangue bebreo
D.Chr. Griſologo : Parentis vitium filiorum l'herbe ridenti e ditrà rugiadoſe per
fer.3. exitium :nunquid non in femine tota le appare fu'l verde (malto diſtinto
arbor ? Vitrum ergo feminis exitium in tepidetti rubini ; ma non và mol.
eft totius,arboris . Vn Lacedemone to, che in fecondi gorghidallereciſe
non la porena dire ne più rapida , nc vene ſcorrendo ricoperti, c cipieni
più ftringata Parentis vitium filio- ſe ne veggono diGelboè i colli, ei
rum exitium . Il vitio del padre è l'- monti correnti i riui , incumidite le
elitio de'figli: vuoi tu chiaro veder- fonti: incalzano gl'incirconciſi,fug
lo ? Diimi: nella ſemente non li gono i circoncil , fanno teſta i più
contiene eminentemente la pianta forti, ma la folla gli accerca nel pol
tutra ? Che marauiglia dunque, che to ifteflo , oue il valore gli franca :
ſe la ſemente era verminoſa, la pian- s'aſcondono ipiù infingardi, ma le
ta tutta co’rami venga dallitarli ad cauerne ifteſſe riſpondendo piccole
eſſere in modo gualta ,che ſcorrendo a'loro gemiti, traditrici gli ſcuopro
per mille piaghe la corraſa materia no à chi li cerca , e molti fuggendo il
dell'interiora , yn rozzo , e ſcauato ferro diroccano in precipitio dall'al
zocco diuenga , que facciano le for- te rupi; e molti mentre à dirupi aga
miche granaro, diſpenſa i topi,e ca- grapati tentanofuggir dal ferro , re
mera locanda i cucchi?Vitium ergo ciſe loro le mani , di precipitio , edi.
feminis Oc. & à ſimili adeffo ; ver- ferro ſentono la doppia morte. Quc
minoſa di vitio è la ſemente del pa- ſi oppone iſcudo al capo il braccio ,
dre ? Non è marauiglia , che dagli e perde in yn ſol colpo co'l braccio
acuti morſi di tarlide'ſuoipeccati, il capo : quegli arrefo vuole gridar
venga in modo ad eſſere guaſta las pietà, ma no'l permette l'affilato ta
pianta della ſua ſchiarta co’rami: glio , che nelformare del grido gli
rutti de' ſuoi figliuoli, che ſcorrendo: recide le fauci;v'bà chi mentre aſpec- :
per le piaghe dimille tragerſie ,e ma ta faraleil colpo cadente , refa pria
Ianni la corrafa inateria delle intc- dal timore, che dalla ſpada vcciſo :
riora dellaroba ,della ſanità , dell'- v'hà chi " incrudelendonel proprio
honore , yn rozzo , e ſcauato zocco ſeno à volontaria morte ſi voltam
di miſerabil fortuna diyenga oue contro la deftra armata : inſomma
facciano granaro le formiche de'- lo ſteſſo Rè Salue fatto berſaglio di
criminaliſti, diſpenſa i sopide'Me- mille arcieri, criuellato di mille dar
dici , e Speriali ', c camera locan . di , per non venire moribondo nelle
da i cucchi dicerta gente , che d’ale mani nemiche da ſe medeſimo fi
trui le voua inangando , fà coua- gitta à pelo ſopra l'acuta ſpada. Ar
ripuit
Per il Martedi della Domenica IV.diQuareſima. 292
1. Reg. ripuit itaque Saul gladium ,& irruit fama, penne a'ſcrittori, pennelli a'
vltimo. fuper eum : e ſe frà quella miſchiadi pittori,che à chiaro ſuono , à viui
morti , frà quel mucchio di cada- concetti, à naturali fattezze poter
meri diligertemente tu miri , vi ve- fero morto , ch'ei forſe , riſuonare ,
drai,ne lo potrai veder ſenza pianto, cantare , ritrarre la gentilezza della
caduto eſtinto il Principe Gionata : ſua vita , il dorato della ſua chio
maeſtoſo, quantunque morto :amo- ma , la bellezza della ſua faccia ; al
rofo fe ben piagato , amabile anco zò vn monimento di ſe ſteſſo , che
ricoperto di ſangue : Et percuffe- le crediamo à Giofeffo nelle giu
runt Ionathan . Oh là bene dirai, daiche antichità , era vna ſtatua ,
che cadeſſe miferamente Saulei che lo rappreſentana , e l'alzo nella
fconfitto da’Filifci : Saule fuperbo : valle del Rè dicendo. Non habeo fi- Toſeph.
Saule empio controil ſuo Dio :Saul- lium , co hoc erit monimentum nomi- Antiq.
le perſecutore ingiuſto del Santo nis mei : Non hò manco vn figlio , Iud.lib .
Profeta Danide ; ma Gionata nò : nel quale rinaſcendo nella comune 7.6.7 .
il Principe Gionata , che tutto - mortalità io mi vegga ritratto ;hor,
mile , tutto verſo Dio era pio ,tut- sù bene :queſta ſtatua ſeruirà di me
to amico , e Protettore di Dauide , moria alle Genti auutenire di quale
perche perdere il Regno ? Perche la- fato mi ſia . Er eccoci la queſtione
ſciare la vita trà quei cani infedeli? in campo . Non habeo filium ? Non
Forſe per accidente di guerra ? For- hauetia figliuolo Abfalonne ? Ma ſe
ſe perche coraggioſo volle effere il di ſopra al 14 : gli vennero contati; 2.Reg.
primo ad inueſtire i nemici, e fug- fily tres , o filia vna, quattro figli 14 .
gendo i ſuoi ſoftener volle alla coda tremaſchi, & vna femmina , e della
la fronte de vincitori . Nò nò ri- figlia ſingolarmente ſidice , ch'ella
Petrus fponde Pietro Damiano : Ionathas era elegantis formæ,difattezze com
Dami. cum in Deum pius , o Sancto pite, comequella che al ſicuro allo
fer, 19. Propheta effet amicus, propter pater- migliauaſi alpadre , le dicuibellez
vel opk-nefirperbie faftumgladiofubiacuit ze haueua il Sagro Teſto diſopra ..
fc.6.ca. impiorum . Giunata ilfiglio quan-, magnificate , chiamandolo il più
19. tunque pio verſo il Signore , quan- bello di tutto Iſraele , gratioro al
tunqne amico del giuſto , quantun- poſſibile , di compitiſſima perſona
que innocente , ad ognimodo ci la- da capo a' piedi: Sicut Abfalon vir
sciò il Regno , ci perdetre la vita non erat pulcher in omni Íſrael, et
permano d'incirconcifiinfedeli, in decorus nimis å veſtigio pedis vſque 1
quale ſe dal deſio del morire non niti ne' figli i Padri , che fe in loro
foſſe mantenuta in vita , harebbefteni veniſſero gaſtigati; che ben lo
dille
Caſtigo de Padri ne' Figli
dire la Boccadoro di Giouan San- te quell'unico figliuolo, che nell'au
to l'Arciveſcouo Biluncino in caſo uanzarſi in età ,mentre vidouerebe .
ſomigliance al narrato , che fù la.. be aiutare,e confolare, cade ir gra
maledittione di Canaan per lo pec- uiſlima infermità , onde non ſe ne
cato del Padre . Cam Grauius enim può rileuare, ma ve lo vedere inciſi ,
eft videre filios fupplicusaffici, guàm chire in vn letto : ditemi vn poco
ji ipfi Parentes us fiant obrony : più quis percanit, hic , aut parentes eius ?
çruccio , piti tormento ſente il Pa- Oh, ch'egliera così buon figliuolo :
dre delcruccio, del cormento del fi- dunque è gaſtigo del peccato vo
glio di quello , che ſente s'egli ſteſſo ftro , i quali con illeciti modi cele
e'l crucciato, è il tormentato . braſte te nozze, e ſconuenientemen
8 Che ne dite adeſſor Gaſtiga Ida te abuſaſte del Sagramento delma
dio i peccati de' Padri ne' figli loro? trimonio ; e pero giuſto giuditio di
Gligaftiga ei grauemente ? e non ſe Dio , che fà marcire il frutto , che
ne conoſcerebbero mille ſperienze à d'arbore infetto prodotto venne . E
noſtri giorni, ſepur voletero icie- perche mi direte non più colto fare ,
chi Padri aprir gli occhi alla luce ? che dalla radice le piante s'infracidi
Staua quel mereante tutto conten- [cano fare,dico ,che noiſfelli infer
to perche ridotto alla vecchiaja fi mallinto , che noi feli incilichilli
trouaua hauere ben collocati i figli- mo ? Ah per maggior voftro tor
noli e tuttigià emancipati, e diuiſi mento, permaggior voſtro gaſtigo .
laſciaļra di ricchezze abbondanti fe per voſtro continúo crepacuore , ac
ecco viene l'vno affaſlinato del me- ciò che camemoriate , quante volte
glio nell'andare, o cornare da quella lo vedere moribondo agonizare .
fierail'altro precipita in vn fallimen- Ģrauiuseft enim videre filios fupple
to, eper varij accidenti tutti vede in cys affici,quã feipfiParentes isfiant
neceflità caduti , Che è queſto fra- obnoxi. Viene ſcoperto , che quella
tello ? Qui peccauerunt, bi,aut Pater figliuola patiſce queſto , e quell'at
eorum . Ticredereſti , che foſſero tacco , e refta in modo auuilita , che
quefti malanni gaſtigo dell'hauer tu non è poffibile a troui chi la vogli 1
à Padre , mentre eri giovane , fatto per moglie, Moiono à quel tale tut
d'ogni roba fardello per arricchirdi? tili figliuolià pena nati , e non può
Ohpeccati di trenta , quarant'anni, tenerli in piedi vn'erede lus pecca
fà adeſſo vengono gaftigati? E s'ad- nerunt ? bij aut Parentes eorum ? Oh
ello gli vizolc Dio gaftigare, che non Padre , quella figliuola, quei figliuo
gli gattiga in me ſtello , facendomi li ſono canti Angeletci: dunque gas
tempestar que poderi, perder que' ſtigo del peccaro diquella madre, la
crediti , che io mi ſon rikrbato 2 si quale fù ſempre vna lingua ſerpen
ch'adeſſo gli gaſtiga Iddio , perche, tiva , che non laſciaua mancamento
in tanti anni non ti ſei mai curato di delle vicine , che non pubblicalle à
foddisfare alla diuina giuftitia , la queſto , è quella :dunqué gaftigo di
quale alla fine ha ſcaricato il colpo , quel Padresche deftrufie dalla radi
ellà fcaricato fopra de' figli cuoi ce vna fameglia con vn riferimen
per maggior tuogaſtigo , perche po- to che fece . E perche non far fec
peccato , fe tu care la lingua à quella madre! E per
ca penaclla era al tuo
biſognoſo andaui à chieder ſoccor- chenoirleuar la vita à quel Padre ?
ſo a ' tuoifigliuoli ; & adeflo ti con- Oh , à maggior loro rormento , à
niene ſcoppiar dicolore ,nel vedere, maggior loro gaftigo : acciò gaiella
elli chiedere bifogsofi ( occorfo ad iptilichilca in vederli intecchiare l'a
altri: Granius eft enimc. Cosi di- figlia in caſa ſenza rinedio alcunoje
co a voi inauito, e moglie : vi troua- queſto tante volte venghi à morire ,
. quan
Per il Mercórdi della Dom . III. di Quareſima. 294
quanti figli li vede leuar di vita : Jedir quella ſorte , che per marito le
Grauius eft enim oC. Si, sì che fpef- diede yn Diauolo in carne .. Ciechi
fiffime volte leinfermità , le trauer- Padri, cieche madri di fameglia, che
fie , i malanni, le morti de' poueri fi- fe la guazzano in gioventù intra
gliuoli ſono gaſtighi de' peccati de' pazzo dello itato matrimoniale, in
Padri ,e dellemadri; e ſe non de' Pa- offeſe della Maeſtà del Signores e là
dri , e delle madri , tante volte de gli doue , inuecchiezza di crederanno
Auoli, e delle Auole ; de' Bifauoli, e poi di poter cecitar la corona in pa
Bilauolei perche dice il Signore ch'è ce , gli farà: Diodire il Miferere à.
di giuſtitia infinita . Ego fum Do- cauallo con i tanti malarni, che
minus Deus tuus, fortis,celotes,viſi. pioneranno in capo a borfigli à quei
tans iniquitatem Patrum in filiosin tigli, che furono da loro in tante
tertiam , o quartam generationem iniquità generari, e concepuci. Qui
corum, qui oderuntme . Cieco dun . reddos , qui reddis iniquitatem oC.
que quei Padre , che ingiertamente Che fe quclta è punta acuta , piaga
ne' trafici priuati , òne gli officij pu- profonda perli poueri Padri, ecco
blici và accumulando teſori per ag. Þvnguento in pronto , che hò lor
grandirlafarneglia , e non s'auuede, prometo: elvnguento è queſto che
che l'ingordigia ſua verrà gaſtiga- ſe li peccatide' Padri ſono gaſtigati
ca feueramente da Dio con l'vlcima- ne' figli; le virtù , e buonimeriti de!
ta rouina della ſua caſa ; onde oue Padri ſono anco premiati ne? figlii
fi crede adello di arricchir'i figliuo . Onde fi come i Padri vitiofi fono la
li , in verità di fatto gl'imponeriſce. rouina della deſcenderiza loro ; COSA
Cieco Padre , che non vuol fare li virtuoſi fono l'anuentura della
quella pace , che non vuol fare medefimi: e quello che fà l'vn
quella remillione , che vuol pur guento più delicato è , che la bontà
vendicarſi con quel nemico , per la- de' Padri leuia dalle mani di Dio i
ſciar' in eluto punto diriſpetto , c Hagelli, che meritano i mali figliuot
d'honor mondano i figliuoli ; e non li e non ſolo in terza,e quarta gene
s'anuede , che la ſuperbia ſua verrà rationes má etiam in poftericà di
gaftigata feueramente da Dio.có vn diſcendenza più lunga: ob vnguen
vile abbaſſamento della ſua cala i to oderoſo : oh delicato vnguento :
perche permetterà il Signore,che dij ob vngucnto efficace per mitigar it
no li figli à caſo ancora in tal'incon- dolore per addolcir lapiaga. Venga
tro ,quevi reftino gli affrótari, i Ara- adeffo il Cardinal Pietro Damiano ,
pazzati, e là doue li credeadeſſo & autorizzi irrefragabilmente con Petr.
di mantener loro l'honore , in verità la divina autorità vna verità cosi Da.ſer.
difatto glicdo diſtrugge. Cieco Pa- , bella . Propter fanétum Dauidpofte- 19. vel
dre,e cieca madre ,che per laſciare ritas erus desadisoni obnoxia , diutius opufc.6
ò più comodo vn nglio ,ò permari- Kegium obtinuit Principati . Lade - c.19.
tar meglio vna figlia , cacciano l'al- fcendenza di Dauide ( dice il dottir
tra forzatamente à monacarſi , e limonon meno che pijaimo Cardi
non s'aaneggono ,che'lpeccatolo- nale) la qualemeritaua d'effere fpo
ro grauiffimo verrà da Dio ſenera- teftata diſcettro , dicorona priuata,
mente gattigato con l'infortunio di depoftadi trong , dimanto Ipogliam
cutti ; perche quel figlio morirà gio- ta , cacciaca vitruperoſamente di
Linetto; ò gli vetrà forſe ammazza- Regno , oh per li buoni ineritidilui
to : la figlia monaca in poco tempo perpiù , e più deſcendenci venne å
finirà anch'ella la vita , ò tiſica , ò conleruarſi indignità reale: Propter,
diſperata , e la maritata hauerà os propter fandtam Dauid Oc. Non lo
gni giorno in caſa à piangere , e ma- vuoi credere al Cardinal Damiano ?
credi
Gaſtigo dePadrine'Figli
credilo alla bocca ſteſſa di Dio. Pec- nc gli effetti alla giuſtitia : premiarò
ca Salomoneidolatrando ,e Dio ful- non ſolo nel figlio , cnel nipote i ma
mina ſentenza di dare il Regno di nel nipore del nipote, di quel nipo
lui ad vn ſuo ſchiano medeſimo per te , e più ancora lc bontà dell'Auo 1
3. Reg. maggior tuo gaſtigo . Quia habuifti: lo primo , con non leuargli il Re
II . boc apud te, non cuftodifta pactum gno, ma laſciando , ch'in parte di
meum , o pracepta mea,qua manda- ello per ſe mantenga la dignità rea
vi tibs, diſrumpens fcindam Regnum le: Jemper , femper , propter David
tuum , o dabo illud feruotuo.Giuſta Joruum meum , propter Dauid fer
fentenza , Signori , preſto preito à uum meum : dunque eccellentemen
queſto Idolatra di Salomone di leui te Damiano . Propter fanctum Da
lo ſcettro di manoi fi gitti la coro . uid Oc. Intendete o Padri, intende
na di capo ; li tiri per vn braccio dal te o madri : volete che i voſtri figli
Trono ;siAtracci ilmanto da doffo ; uoli habbiano felicità in queſta vita?
& à calci ſi cacci vituperoſaméte da dateui con Dauide à feruire il Si
Geroſolima ; ah ſoggiunge il Signo- gnore in tutta purità delleconſcien
10. Verumtamen in diebus tuis non ze voſtre . Volete , che Dio rimetta
faciam propter Dauid Patrem tuum : igaſtighi, che ineritano i voſtri fi
de manufilý tui fcindam illud : non gliuoli per li loro peccati ? viuete da
lo poſſofare dice Dio; li buoni me- vero in eſercitiodi opere , e virtù
riti di Dauide cuo Padre me l'impc- chriſtiane. Volete , che la deſcen
diſcono : biſogna ch'io premij lam denza voſtra viua honorata in que
pierà , la fedeltà , la bontà di Daui- fto Mondo ? fate voi conto efattini
de il Padre , con laſciare che regnimo dell'honore diDio , e propone
felicemente queſt'empio Idolatra , telo all'honor del ſecolo . Volete ,
fcelerato Saloinone ſuo figlio : ma che non manchinoconuencuoli ric
non andarà per queſto impunito il chezze alla caſavoſtra in queſta vi
fuo peccato : nò, perche lo gaſtighe- ta ? guardate , che non vi s'attacchi
rò nel ſuo figlio : la bontà del Padre all'vnghie la roba d'altri perche de
Dauide è da me premiatain Salo- male partis nongaudet tertius heres,
mone figlio ? il peccato di Salomo- cfiate liberali nell'elemoline, e co
Re Padre farà da me gaſtigato inminciate
minciate adeffo , mentre ch'io pi
Roboamo figliuolo : di mano di glio fiaro .
Roboamo figlio di Salomone ho da
levare il Regno, e darlo allo ſchia- SECONDA PARTE
uo ſodetro de manu fily oc.Ma co
..mc Signore ? puniſce la giuſtitia vo- Aſtiga Dio i peccati de' Padri
ftra diirinalin’alla terza , e quartas · ne'figli loro ; ma puniſce
generatione i peccati de' Padri; in anco i Padriper li peccaride' figli, e
tertiam , o quartam generationem ; giuſtamente iPadri, e le madri per
& hora volete premiare la bontà lo lo più hanno colpa ne' peccatide'fi
co ſolamente nella primar dunque gli, perche malainence gli alleuaro
libuoni meriti di Dauide ſaranno no , perche non li correffere come
premiati ſolamente nel figliuolo , & doueuano , perche lor diedero mal
il nipote non goderà per le virtù del. eſempio , che so ioi e per tanto co
lAuolo? cederà dunque alla giuſti- me parteci anzi radice di quelle
tia voſtra la voſtra mifericordia? No colpe Dio lipigaſtiga,Di o gli puniſce,
ſeguita Dio : Nectotum Reguum au- cmeritamente.
feram , fed Tribum vnam dabo filio 10 Beniſſimo , che l'intendeuawa Plut. in
1h0 propter Dauid ſeruum meum : Diogenc quel Filoſofo, il quale co - mor.li.
Vuo , che la mifericordia foruanzi me riferiſce Plutarco , vedend o vn de doc.
figli- virtut
PerilMercordi della Dom .IIII.di Quareſima. 295
figliuolo , che ſtaua mangiando con'chio d'anni nonanta otto il Giudi.
vitio d’intemperanza si ſubito laſcid ce , e' gran Sacerdote del Popolo
fcorrere vna gitanciata in faccia al Hebreo Heli , e ſe ne ftaua ſe
Pedante , che ne haueua cura . E le dendo il ſulla porta vn giorno ; &
il pouero Pedagogo li foſſe diciò la ecco' all'intendere' d'yna mala no
mentato , come ch'egli non haueſſe uella cadette' giù dal trono ſupi
commeffo errore alcuno : sì, gliha- no , e miſeramentemoriſli : Ceci- 1.Re.4.
rebbe riſpoko ilfiloſofo , che pubbli- dit defella retrorſum iuxtaoftium ,
camente ti ga tigo ,perche ſe queſto fraflisceruicibusmortuus eft leg
tuo diſcepolo pecca d’intemperan - gono i Settanta : contribulatum Transi
za , à te fe n'aſcriue la colpa , che ſe eft dorſum eius : Legge l'Hebreo : 70
bene l'alleualli , e corregelli noilo fractum eff os,colli: Leggono le Rie - Trans.
commetterebbe di queſti errori , e gie : fracta eſtſcapula : s'infranſe le Hebr.
queſto medeſimo halverebbe' egli ceruici: fi ruppe l'ollo del collo : & Tranſ
1
VG 1
1
€97
VITA ODIOSA
E MORTE DOLOROSA
Per il Giouedì della Domenica quarta di
Quareſima .
Ibat Iefus in Ciuitatem , quæ vocatur Naims.
Ecce defunétus efferebatur filius vnicusma
tri ſue. Quam cum vidißet Dominus, miſe
ricordia motus fuper eam , dixit illi, Noli fles
re , S. Luca al cap.7 .
PUNTA fulPal- breve corſo d'un giorno folo naſce ,
ba il fiore , c frà le inuecchia , s'inferma , ſcolora , e
braccia di verde muore . Ma ſe caduro , e morto en
ſtelo raccolto , tro al feretro di verde ceſpo diſteſo ,
non priina l'oc- in ſulla ſera l'iſteſſo fiore contem
chio differra , il plo ; ecco di nuouo pianto in rugia
primo ſguardo affilla colà nel Cie. dofe ftille diſtinto afperlo appare .
lo , che tutto molle ditugidofo pia. Sedireſi può, che lo ſparga ſoura
to ſi dà à vedere . Se dit li può, che del figlio eftinto , piangente Ma
lo ſparga foura di ſe medeſimo, o dre natura :freni , frenulpianco, d
Signori, piangente il fiore: pian. Signori, che non ègiuſto ſi pianga
ga, pianga , ch'è giuſto , pianga nel quella morte , che gia paſſataha rer.
fuo natale , chi ſpunta à viuere vita 'minato vn corſo , in cuidal ſuo prin .
odiofa tanto , quanto è la ſua . Vica cipio il fine inalamente venia di
veloce , e fiacca, che ad vn tenero ftinto ; & in diſtanza indiſtinta ad
gambo debolmente affidata dalla ogni modo chiudeua di mancare
natuta , fa , che fragile tematocco nel mezzo ben mille incontri. Oh
di mano gentile , che ne lo ſuella : che pianga , che pianga l'huomo
morſo di picciol verme , che lo re- fanciullo naſcente, al pianoprima,
cida : fiato di mutol'aria , che l'am- che allo ſguardo aprendo gl'occhi,
maligni : punta di raggio ſottilewe egli è giuito, egli è giuſto :che ſolo è
che a morteil fieda: non che dente degna dipianto l'humana vita. Vi,
che'l paſca; non che ferro che'l ca- ta veloce, e fiacca, che al gambo ic
gli; non che piede che'l piſti; non nero di queſta carne debolmente
che tempeſta in fine, che ne lo in- affidata dalla natura , ta, che fragile
franga. E quando pure adiuenga, tema carnefice crudele alla gola
che gli accidenti tutti d'vna morte vna fol mano ; entro del cuore vn
immatura iſchiui auuencuroſo : nel picciolo verme ; al reſpiro vn'aura
Рp muta i
298 Vita odioſa, e morte dolorofa
muta ; all'influffo vn raggioſottile: e non fipiangano i morti al viuere,
non chefecrino il denie , nonche al morire, odioſo, doglioſo , non
nemico il ferro ,odopprimentevn piùſoggetti.Nonmistedeceanco .
peſo ; ò ditempeſta furentevn ful- ia odiola la vita ? co'l primo pun.
mine del Cielo , vn'aperta voragi- to io la dimoſtro , e maſſime in rif
ne in mezzo al Mare . E quando petcodella futura. Credete doloro
pure accada , che i caſi tutti di mor. Ja la morte ?nel ſecondo vuò dimo
te acerba isfuggaà grande auuen- ftcare il quanto , e ballimeà glia
tuca: ahi che naſce , sinuecchia , matori di queſto Mondo , e ſon dal
inferma, ſcolora ,e muore nelbre- primo .
ue corſo di che ? direi d'vn giorno 2 Odioſa certo , Signori, è que.
folo , come diſſi delfiore ; poiche ſta vita mortale . Odiora primo per
vita di fiore Giobbe l'humana vita la velocità inquieta del tuo breuilli
già diffe . Quafi flos egreditur , mo corſo , figurata in vn fiore , non
Poeta conteritur: ſe doued'vn ſolo parlo così bene è capita : la figuroinvn
Volg. già la cantò il Poeta : Dalla culla giuoco, ecapiralli allaimeglio.Sa,
Plal. 38. alla tomba e yn brcue parlo : d' pere, che siala trottoia? Trochus il
va palino ſolo non la piangeſe il latino la diſſe; ella èvno ſtromen
Profera ., Menfurabiles . Altri pal.
Alia le- mares poſuištis dies meos. Mache
to dilegno, che la figura tienepi
ramidale , entro delqnale vn ferria
etiocie. à morto caduto dentro la bara diftero ciuolo ſi troua . S'auuolge da' fan
Fed.fer. pianga vnamadre , che ſoprauiua, ciulliall'intornocon vna funicella ,
6. Dom. il ſuo figlio , come hoggipureadi. opicciol faſcia dicuoio ; e ſulla ter
4.1.6. uiene in fulle porte della Città di ra gettata à raggirare Gi mette. Ohi
Naimo : ch non lo ſoffre la Sapien . me, notate : la troicolain ſulla tere
za increata , & incarnata , il noſtro ra li gitta , e vi ligitta legata , & im .
Chriſto, onde à quella s'accolta, & prigionata, perche è ad vn'officio
à miſericordia commoſſo non me- odioſo violentata; & ai getto primo
no dall'inganno del ſenno, chedal in sù del ſuolo li pianta, ma colla
dolore del ſeno , con il comandol- punta ſola ,la ſola cuſpide inpunto ,
indegno, l'ingiuſto pianto leftagna, non conla bafe in piano , ſegno di
Quam cum vidiſſet Dominus , mile. quanto inpronto alla caduta ſitro .
ricordia motus ſupeream , dixit illi ui. Ma non per queſto ſtabile va
noli flere. Quali che dire voleile : fol momento ripoſa, che non si to .
Frena , frena donna quel corſo del- ' fto èin piedi,cheà raggirare comin
le lagrime tue ; ch'eller non de la cia . Gira, gira , inquicta , l'vn giro
grimata morte , cheimpoſto ha fi- all'altro accoppiando, fu'l chiudere
ne alle miſerie molte moſtruoſa del primo incominciando il ſecon
1
mente affollate entro del breue giro do ; e d'inſtante in inſtante coll'in
di po a vita,che Homonatusde mu- ftabil punta variando il ſuo centro ,
here , breui viuens tempore , repelle. con rintrecciati auuiluppi dicircon .
tur multis miferijs. Piangere li do ferenze confuſe'vn labirinto forma,
ueua viuo , mentre era frà quelle incui ſi perde con l'occhio la niente
inmerſo; mahora che n'è vícito ,à ancora . Tienti trottola vn poco ,
che ſpargere pianto ?Laſcia , laſcia pauſando il giro . Non è poftibile
quelo louerchio officio . Nolifle Itare,e non girare;che tenerli,e ca
re: è riſerba almeno queſte lagti- dere fia auto in vno . Seguonoigi
me tue, perquando rediuiuo iolo ti,irigiri , piede à piè, fronte àtec
torni allemiſerieprime, chehàla go, girisì,inolticol numero del più
Iciate , Piangansi adunque i viui ,
Per ilGiouedidella Dom .IV .diQuare). 299
tinuati: & in girare si fatto cosìve. mirabilmente à tutta l'humanavita!
Joce hà il corſo , che deludendo lo Quaſi ibrocum , ecco l'huomo mifti.
ſguardo , vedi, che non hà quiete; ca trottola :Circumligando te faſcia;
econ ciò tutto il moto non vidi- eccolo auuolto all'intorno , & affa
stingui. Se ricordii paſſasi rigiri , ti ſciato nelcuoio.In terram ,& c.ecco .
paion fogni, cosìratti ſene volaro . lo gertato in pieno ſopra la terra à
no , ſe nel preſente t'affiaci, pria che raggirare il circolo della ſua vita .
l'incontri la viſta , già coʻlricordoè Poteuano eſsere i termini più fciffe
sfuggito : ſe preuieni i futuri con il rati . Circumligando te , & c. No
giuditio ,mentre più giriaſpetti, P. tate adeſſo , chelegato , auuiluppa.
vltimo compie , e diſteſa caduta te to trottola l'huomo nell'vtero della
èil fanciuleſco fuamadre, qual prigioniero Gigę
queſtotrottola è detto . ta in fulla terra nafcendo ; perche
È della
la ritroui, .che
giuoco
Oh che vn giuoco , vn giuoco è è ad vo'offitio odiofo :: diſſi poco;
queſta vita humana. Aeftimaucrunt perche reo dannato àmorte , egli è
Sapa 25. Ludum efle vitam noſtram ,diſſe dala prima a' tormenti violentato; e al
cuni il Sauio, nelnquà prefero er- getto primo di queſto Mondo fi
core : vn fanciulteſco giuoco , gi- pianta, ma con la fala punta,la ſola
uoco di trottola appunto ? Coſa è cuſpide in punto (non con la baſe in
Phuomo Signori ? egli è vna trotto- piano) il momentaneo preciſo d'vn
la. Cercate il legno ,materia à veco lolo inſtante , che paſſa attualmente
mi ſoggettajn cui fabbrefacio ti tro- toccando, ſegno di quanto in pron
ui ? Eccoui il corpo .. Volete il fer- to in durata caduca alla caduta ſi
to, che è il foftegno, e la fermezza , troui: ma non per queſto ſtabile va
per fin che dura nel moto ? Eccoui fol momento ripoſa , che non si to .
l'anima. Defiderate vederlo pira- fto havita,che à raggirarcomincia il
midale ? dirò baſe l'eterno dell'altra viuere ſuo circolare . Gira l'hore
vita ; cufpide il teinporale della pre- inquieto ,l'vn giorno all'altro accop
fente. Cosìprima che nato ,rauuol piando,fu'l chiudere del hieri,l'hoge
to nelle faſcia di cuoio di quelle gi ricominciando ; e coll'iſtabile
pellicciuole, ò membrane , che da' punta deltéporale fluſſibile dinunc,
Medici ſecondine vengono dette , in nunc variando il centro deltem .
che lo circondano entro delventre po preſente detto , con irintrecciati
materno : viene poſcia in fulla ter- auuiluppi delle circonferenze con . >
2 epift. 17. de' Greci, e celo riferiſce il Cardi- anco da va'ifteffa conocchia la Fi
nal Pietro Damiano Santo; che luió liera fatale dell’vno ; e dell'alcro la !
bito eletro l'Imperatore nouello,; vita andò filaudo . Diſtingui, les
poſtagli la corona reale in capo , lo puoi , la mano , che già ſtringea
ſcettro dorato in pugno , & alien- lo ſcettro da quella , che maneg.
tacolo nell' imperiale ſuo Trono ; gaua l'aratro i quella , che con
mentre ſalutato veojua da’lieri,e fe: la penna daua le leggi a' Popo-
ſtoli gridi de'ſuoiVaffalli, rinbo.nl.li , da quella che con lo ſtimo
bando con le trombe le voci ilvi . 10 : i giouenchi cacciaua . Guaca
ua per ogn'intorno; nell’acto ſtello , da ſe riconoſci la Maeltà Red
ſe gli appreſentava auantıvntale , le dalla vilcà rufticale ; il riguara
che in voamino portaua vnvaſo deuole aſpetto dal rugginofo 1001
pieno d'olla di morti , e nell'altra. biante : Qui con le membra cal.
popo di ſtoppa ſoitilc , la quale da lore , e le delicate : qui l'odorore
tole fuoco , un punto ; à vn punto di muſchi' , e le putenti di ſtalla .
fuaniua: Che ſe chiedere al Cardi . Hoggi lo ſquallore co nunc , il co-
nalé , à che fine voi ceremonia si mune puzzore in morte con 'vgua .
ſtrana ordinata venjua;riſponde, de glianza atorbiſce quello ', che hierii
in altero debeat conderare quodell, Pakro in vita cosi diuerlo appari
4 o in altero valeat videre, quod ha- ua . Ma non è da itupirne : itau2
bet. Acciò in quell'offa ſpecchian : la diuerſità tutta ne gli accidenri ,
doſi, la caducita dell'elec fuo cor: quali corrotti,l'identita ſipaleſa delo
porale in quelle riconoſcelie, e nes la fortanza . Ierra ſon fatti i Ciri, gli
Qa . Alfa
306 Vita odiofa , e morte dolorofa
Aleſſandri, e i Cetari con gli Erga- culo , che viviya Vincitore da",
fi, coniMontani, c co 'Mirtilli; uochiOlimpici;inuojaſi per gloria,
perche di terra lutti formali venne- come mori Cildeno Areniele, quá .
to . Morriſon quei Monarchi, e do per l'eccellenza fua fù coronato
con eſfile Monarchie cutre fuanite , d'oro da gl'Hiſtrioni : muoiafimd
e ſuanite, come alla vilta tua ſuani foaueinente dormendo , come mos
fce qui il baleno . Vedi l'oggetto tì Platone ; • gioioſamente riden
Jacob di ſtoppa, efuoco , che r’appreſen. do, comefè P.Craſlo; adogni mo
6.4 to ? V'avor ad modicum parens.Dim-
do la morte ha ſempre d'eller vio
lente , & in conſequenza doglioſa : Tertall
mi , che fù dilui ? à vn punto , à vn
punto 6 è riffoluto in vn nulla : ap.
Et fi vury exitus mortis, nullum ita lib.de
dicimus leuem , vt non vi agatur : Anima
pena appena vo'ombreggiato ricor-
balta dire , che ſia morte ,per dire ,..
do le ne diftingue . Tale ſeguirà di 8
quelta inperiale grandezza chetù che è violenza . Ipſa illa ratio ope 8.19
ta
Poe pol lie d . Oh mu oi on o tà rix tis
le Cit , rat mor ,fi mpl ex lice t , vis eft :
Volg muoiono i Reyni, e l'huomo d'ef equale ? violenza tale , che può ftace
fer mortale pari he fiſdegni. Que- care, iſcongiuntare, isbarbare l'vna
fto t'arricorda Signore la fauiezza dall'altra due ſoſtanze ſorelle , ani
de Greci ; la quale non potendotima , e carne, inſino dal primo con
far'eterno in queſta vita , con lo cetto loro frà ſe radıcate ,inuiſcera
{ taccarui l'affetto da ciò , che in eſla te : que tantam anime , carnis
è caduco , procura almeno di inie Societatem tantam à conceptu concre .
nuiri il dolore della tuamorte ; & tionem fororum ſubſtantiarum diuele
però queſto oggetto alla Maeſtà tua lit , ac dirimit . Maſeviolente è la
appreſenta . Dunaliero debeat, c.morte , e dolorofa per tutti , & in
Queſto era il ſentimento de Greci conſequenza anco perchi ſen’viue
in ceremonia sì fatta . con diſattacco d'affetto da queſte
Et oh certo infelice colui, cofe mondane : che violente ſarà ,
che traſcurato in quello punto vi- che doloroſa à chi idolatra d'amore
uendo , con attaccod'affetto diſor« viue di queſtomondo ? Dall'ano
dinatoalle coſe caduche diqueſta re l'vnione nie ſiegue ; dalla ſepara
vita , li troua ridotto al paſo della tione ildolore ; dunque à maggiore
lua morte . Ahi che dolori ango- amore , maggiore l'vnione conſe
fciatiegliba in quell'hora terribile gue ; & inconſequenza violenza
à ſoffrire. Doloroſa è la morte per maggiore , maggiore dolore nello
D. Aug sutti,affermaSant'Agoſtino, ne fe fepatarGl'amante dal bene amato ,
n'eſclude pur'vno , mercè ,che
lib.Ciuie1.
de fatto ècoluivncuore, vn'anima fom
quella forza, e violenza, con la qua. la con quell'oggetto ; che farà allo -
KALEC,6. le fiftauano queſte duecoſeaniina, ſeparatli forzatamente da eforin
c corpo tanto nel viuente congiun- doto à morte?
te , e compaginale , non può eſſere IL O mors quam amara eft me
fe non tanto aſpra al fenſo , quanto moriatua homini pacem habentiinas
contraria alla natura . Nullibonas ſubſtantisfuis ; gridal'Ecciefiaftico
eft, babet enim aſperum ſenſum , al 41. Quiproſperitatem Mundi, o
contra ngluram vis ip/a, qua vtrun . diuitias amat , amara.est illi mors:
que diuellicur , quod fuerat in viuena corporales, dice la Chiota ordinaria:
te coniunctum , atque conferium . Ohquanto amaro egli è il penſiero
Muoiaſi mò per allegrezza , ſcrive della morte all'huomo voito d'a
Tertuli, comemori ChiloneSpar- more à queſti beni del mondo 2
rano , abbracciando quel ſuo figlio Amaro, amaro:manon dà parago
Per il Giouedi della Dom .IV . di Quareſ. 307
ne di queſto amaro , che non iono- to lamoglie con torſe l'adultera ,
ua il fauio entro l'abſintio amaro , la concubina , ) che dil tuo fiato é
nell'aloè più amaro , nell'amarilli- lo ſpirto : dall'altro quel figlio , for
mofiele . Amara , amara est illi, ſe lvnico , oʻlcaro più, che della tua
O quam amara, quam amarai che pupillaè la luce : & entrando lamora
fetanto amaro il penſiero ſolo rie- re per ſeparati da edi : e con eili
sce, che farà l'alco , il fatto : Dicalo trouandoci sì ítretcamente abbrace
lo igratiato Rè de' Popoli Amale- ciato , cradicato d'amore : ahicon
citi , che ridatio à punto di morte. quanti , e quali iterpamenti violen
Pinguiſſimus , o tremens , grauiſſi. tati doloroüliimamcate jui ne ver
mo, etremante quali ſozzo anima- fai illaccato ? Siccine ſeparataman
le , cheal mnacello di croua , e caderera nors ? Soípirate ricchezze ago.
Si vede la mazza ferrata in lullas nizante dirai entro dell'anguſtia.
fronte , incominciando à grugnire , to tuo cuore ) da mecon tanti itens
altre voci che le ſeguenti articolare ti,e ſudori auidamente acquiſtare;
non ſeppe , ficcine ſeparatamaras
P.Reg . mors ? Cosi inivengono damorte
coſimiicte hor dalle inani rapite
Ambiu honori da me con tante
amara , dalle midolle più intime pentierote cure cupidamente arri
violentemente ifterpate quefte af- uati ; cosi mi fete hor dall'occhin
fondate radici? uolati ? Diletta Donna da me con
12 A queſte à quefte violenti tanti perigli.gelolie, e contenicer
Aterpate hai à ridurti ò mondano al cata , cultodita , e poſſeduta ; così
punto dell'amara tuamorte:per non mi vieni hor dalle viſcere non me .
Sapere adeßlo rettamente odiare no, che dallebraccia rubata : Ama
quefta tua vira , e con odio ordina- to figlio da me con tanta tenerezza ,
co iſtaccare il fouerchio del tuo af- & ainore carezzoſamente alleuato :
fetto amoroſo ; onde idolatri que, così mi vieni per non paù ciuder
di beni finivili,e tranſitorij. Lericett, hor dalla viſta leuato. Siccino ,
chezze idolatri, idolatri gl'honori; c. lo vado , che viſoo tolto, voi
quella donnaidolatri ( e la donna reftate , che ſeguir non potete ,c
quell'huomo ) & in quel figlio ido- non volete . Vale dicui non pollo ,
latri la tua ſucceſſione , e ſagrifichi che no'l permette l'amore; Vale fa
ad elli cucto il giorno, la nouie cutta , re egli è forza , che mi sforza la
tutta la vita, penſieri,e affeici; diſle- morte : e ſcoppiandomi il cuore
gni, e voleri; ſudori, e ftenti; il cot ſu'l dipartire , pollo gridar con la
po , e l'anima ; nulla riſerbando per pietra di quel ſepolcro . Inuitus
Dio , anzi tutto togliendo à Dio , morior : Quo vadam neſcio : Vale
per darlo ad efli; ſenza vo riguardo, te pofteri. Siccine ſeparat amara
che Gia alla legge, all'amore , alla lui mors? Si si , che a queſto paſſo an
gloria diuina. Er ecco verrai al paſo goſciofillimo hai à ridurii . E ſe
lo della morte , al paſſo eſtremo, v'aggiungi i timori , i trenori del
Giacerai in vn letto morbidamente l'altra vita, che da queſto tutto ven
iſpiumacciato ; ti trouarai in quella gono in conſequenza molto parti
ftanza ſuperbamente adobbata , & colare. Il cortolore verme della
in ella , quali che in tempio ande- conſcienza accuſatrice . Il rigo
rai idolatrando gl’ldoli del tuo fa- re del giudicio imminente : gli
grilego affetto . In vn canto lo ſcri- ardori della foinace infernale ;
gno di ricchezze ripieno : in vn'al- qual mai , qual mai carncfice
tro le inſegne,imonuméti de glho. così crudele , che fulla ruota
nori , c dignità poſſedute : da yn la dell'eternità si fieramente rag,
Qq 2 gira
308 Vita odiofa , e morte dolorofa :
gira la mente humana ; ubi chi carne entro del cuore tiſſerro
porrà apprendere à mezzo , non Squarciami l'arterie cutte , non che
che ſpiegare in tutto i tormentatori le vene con il ſangue vuotando an.
fcoppiacuori diqueſta tua amarill- co gli ſpirti vitali ſpaccame il pct.
mamorte ? Oh e potendo tú tante to , e cauane con le radici ſue tutte
angoſcie diminuirt co'lmoderare queſto carneo cuore, e daimivn
i tuoiaffetti fmoderati, te le vai in cuore rigoroſo di ferro , che ruggi.
infinito accreſcendo , ſenza fine noſi gliſpirtigeneridella mia vita .
inoltrando con le inſatiabili voglie Odioſa è queita vita mortale: non
del tuo appetito ? oh pazzia , oh be- fia mai, che io più l'ami: doloroſa
ftialità , mancò poco non domi, oh prouaròcerto la morte : non per
atteiſmo d vn'nuomo , che eſſendo mettere , che per amare malamente
mortale , ad immortale vita dopo la viuendo,doglie tante io mi raddop
morte ordinato , viue sì attaccato , pij morendo. Morirò quando vuoi,
immerfo , medeſimato con queſte come vuoi : hoggi,pretto , più tardi:
coſe finibile e tranſitorie , comeſe di febbre, didolori,dipiaghe,tut
altro viuere, ò pazzo non conoſceſ- co è nulla o Signore , purche ad og.
ſe , ò beftia non haucíse ,ò non cre- getto miondano io non mi troui à
deſse atteilta . quel punto per amore abbracciato .
13 Signore , Signore , io ric. Huoino, donna,che quim'aſcolti:
chezze non tengo ; io dignità non ſiamo viui , moriremo dicerto : e
curo , e da' ſenſuali diletti con le vo- paſſaremo ad vno ſtato d'eternità :
glic ,co'lſacco , con i flagelli, e di- & amaremo frà tanto coſa di queſto
giuni ſto lontano,cacciando notte , fondo ? Sel'amaremo, viueremo
e giornodal cuore,non che dal ſenº ad ogni modo miſerabile vita : fene
ro . Se ciò non baita , mio Dio, per tiremo alla fine doloroſiſſima mora
iftaccare affatto l'affetto da quelto te ; e nello ſtato d'eternità, che ſarà ?
mondo , però che ſangue huinano Ahiche'lſolo penſarui mi và acco ,
pur nelle vene mi ſcorre, e cuore di cando . Ite in pace, Amen .
LA
A
309
LA MEMORIA
DELLA MORTE
Per il Venerdì della Domenica quarta di
Quareſima ,
Lazarus mortuus eſt. lam fatet. Quatridua
nus enim eft. S.Gio . al XI.
I OGGIA oltre le de ' Sacerdoti la madre'Chrera'l'.
nubi più alte co'l importanza dello ſgannamento vo
capo altiero così ftro , l'importante ricordodi voſtra
vicino alle Stel morte ; e lo ſtampò nella fieuole
le il móte Olim- cenere de'fepolchri in quelle Sante
po, che d'anno parole : Memento homo ,quia cinis
in anno aſcendendo la sù i Sacer- és, o in cixerem reuerteris ; ma ſe
doti gentili per ſagrificare a lor Dei, ritorna nell'annuale ceremonia ſa
fcriuendo nella diluiſommità alcu- gra à ricercarlo , lo troua dall'aure
ne lettere dentro la cenere , al ritor- della vanità , da' venti della ſuper
narui, che per coſtume faceuano l' bia , dall'onde di mille colpe, das
anno ſeguente , intiere,illeſe ſerba- tempeſtedimillevitij, che ondeg
te le ritrouauano. Litere in cinere giano , gioſtrano , cozzano , ſtrilla
Solinus fcripta (riferiſce Solino ) vſq; ad al- no nel mar dell'aria de'capriccioli
cap. 14.seram anniceremoniam permanent: penſieri, ſulla lizza del ſuolo dell'
ã Poliſth. ſegno ben chiaro , che per quanto indurato volere , entro de campi
qui ſotto ondeggino l'aure nel mar marini de'.perturbati affetti, intor
dell'aria ; gioſtrinoi venti in fulla 'no a’lidi de gli appetiti sfrenati, in
tizza del ſuolo, cozzino l'onde den- gito a' ſcogli delle pallioni immo,
tro de'campi marini; tumultuofe derare , e nel Marzo bizzarro dell
ftridino le tempelte intorno a'lidi , adoleſcenza bollente, e nel Giugno
in giro a'ſcogli; (ia di Marzo bizar. Idegnoſo della giouinezza furente,
ro , ò la di Giugno Idegnolo; lia di e nel Settembre vbbriaco della viri
Settembre vbbriaco , o ſia di rigo. ità oſtinata , e nel rigoroſo Decem
roſo Decembre; colà sù non arriva bre della malhabituata vecchiezza
òcommotione dell'aere , ò incon già ſcancellato , e disfatto . Så bene
tro di venti, ò torbolenza d'onde , la madre pictoia , quanto importi a'
ò ditempelte tumulto ; ma'l tutto in fuo, figli queito ricordo di morte ,
pace, in calina li poſa quieto , ma ondc fen’viene pur hoggià rinfre
ahi, che palla hoggidi purtroppo è fcarne l'impronto , eſponendoci al
Signori al rouerfcio la coſa frà Chri- l'occhio vn ticco , nobile , e gioui
ftiani. Stampò l'anno parlato nel netto defomo, che di quattro giore
l'Olimpo de' voſtri capi per mano ni ſe polto gia puzza infracidito ;
Lø .
310 La Memoria della Morte
Lazarus mortuus est . lam fatet, letto co'l Piftello della confidera
Quaſi che voglia dire,mortalimor- tione : indi mettile à macerare nel
tali, doue inuanite ? il penſiero di l'infuſione di tenera compuntione ,
voſtra vita quìſi termina alfine : ne e portale poſcia al torchiello della
ricchezza preferua , ò nobiltà lo affetto : cauane ſucchio di vergogna,
( chiua , ò giouinezza l'eſclude , il di dolore , e ditimore , quale miſ.
darſi atreſo èſaviezza , oue ſcampo chiato diligentemente con la ſpace
non ſi ritroua . Io miniſtro della coletta dellameditatione; fallo bol
Chieſa all'intento diella delo coo- lire nella pignatta del cuore à fuo
perare , e perciò ſon’à moſtrarui , co di deuorione, ſin tanto che ve
quanto vtile ſia la memoria della di , che viſi attacca tenace , che ſa
morte, e per ben viuere , e perme rà yn'ottimo antidoto contro ilve
glio morire; & in qual modo s'hab. leno del peccato , preſeruatiuo ,e
bia à penſare alla morte , acciò il curatiuo;memorare primordia, &c.
penſieroprofittcuole ci rieſca, eſon manò riſponde Bernardo Santo. ,Bern.
dal primo . Non diciiar memorare primordia , de Prie
mord.
2. Vrile è la memoria della mor- aut media , ſed nouiſſima, o non pec.
te per viuer bene , & vtile in modo, cabisi ch che non vuole il Sauio , medis,
che volendo il Sauio nell'Ecclelia- che ei s'intrichi qui ne vergogna di o noui.
Itico al7.donarci vn'antidoto con. naſcita noftra vile, ne doloredi no
tro'l veleno del peccato mortale , ftra vita ſtentata : ſolo il timore ci
poſe ſubito mano à qucfto medici vuole dell'ineuitabile morte . E per
nale. Memorare noniſimatua , che ciò , è Bernardo Santo ? Valja
Ecclef.7 in eternum nonpeccabisRmemoria dior enim , o nehementior ſpiritus
della morte , e ſarà vn'ottimo anti- timoris ad refiftendum peccato ,
doto contro d'ogni peccato . Ma quam pudor ,auidolor : perche non
piano , ò Sauio , che nel giardino ha che fare la forza del ſucchio del.
dell'huinana conſideratione io tro- la vergogna , ò dolore con quella
uo altri due ſemplici di gran valore, del ſucchio del timore; quia pudor
cioè il ricordo della vila di noſtra de fimilitudine, dolor de quali
naſcita, & il penſiero de' trauagli di cinque buius mundi confolatione can
noſtra vita: quel naſcere bambinel- pit ſolarium ; timorvero non inuenit ,
li, fiacchi , teneri , ignudi , che vbi conſoletur: Vile è la noftra na
biſognoſi del tutto non ſappiano , ſcita ? eh il vedere , che dallo ſcet
è pouiamo far'altra coſa che pianº tro all'aratro , dal piùaltoReal più
gere : quel viuere in tanti ftenti , baſso contadino la viltà del naſcere
e fudori , pene , e malanoi, cala- è comune ; alleggeriſce pur la ver
mità : che non ti paiono coſe di gogna. Stentata e lanoſtra vita? chi
gran rigore per abbaſſare vn ſuper - piaceri , le confolationi mondane ,
bo , per frenarevn peccatore ? Che che ci ſi vanno tal'hora mitchiando,
ſe ci voleui pure la memoria della rendono pur mitigati iſuoi dolori.
morie , poreui formare vn'elettua . Ma in arriuando allo ſtretto di mora
rio , ricettando à queſto modo da te : alleuarſi dell'onde delle burra
intendente; Memorare primordia, ſche,de'timori dell'altra vita; hò da
media , o nouiffima tua, o in eter morire,non sò il quando;hò da mo
num non peccabis. Be ricordo della rire, e non sò,che ſarà di me; ciò ,che
viltà di noftra naſcita, penſiero del. farà,ſaràp sépre:bene,ò male, ſarà i
la miſeria di noſtra vita , memoria eterno :s'io moro inale,tutto il reſto
d'havere ineuitabilmente à morire : è nulla ,s'io vò dánato ,tutto'l reſto è
piſale bene pel mortaio dell'incel {pedico;ahi che no c'è cöſideratione
di
Per il Venerdidella Dom. IV.di Quares. 311
era di compagnia, non c'è piacere al- courotta; pienu diputridemalignità
nel cuno , chealleggeriſca , chemitighi di ſconcertate paffionizin tempo che
ne , queſto timore, e treinore.Che mi fi la canicola' dell'appetito animale
ll's dà, che mora il mondo tutto , s'io vò abbaia,e morde sì fieramére la parte
morendo dannato che in'importa- ſuperiore? Eh va balordo hauerebbe
mile no i gufti tutti di queſta vita , s'io riſpoſto Dio , che non t'intendi di
Data vud nell'altra à penare in fiamme medicina ſpirituale: ſe'l preſeruati
Dot cterne? eh queſto queſto è l'ingre. uo della memoria della inorie in
2100 diente che ha forza,e farà il colpo ,e fatti non ti giouò nello ſtato dell'in
We però memorare , memorare nouiffi- nocenza n, on fù perche in ſe ſtello
fa. ma oc.perche timor OC. fofle d'efficacia minore, mafu pere
FC 3 E di quà è ,che douendo il So- che traſcurato non l'applicaftià luo.
prano Iddio prouedere ad Adamo go , e tempo conueniente . Che ſe
Bert
d'vn'antidoro coixro le morſicatu- quando tua moglie tiporgette il po
re del ſerpente infernale , alıro non mod mangiare, ci folti ricordato da
de Pri gli diede, che vn vaſo di queſta te ſenno , che mangiandone, baueui
mord. riaca della memoria della morte. In ineuitabilmente a morire , oh ti sò
medis, quacunque die comederis, morte dire , ti ſarebbe fuggita la voglia di
o nout
morieris , anzi ch'è più ; pecca- mangiare lontanaamille miglia:ma
to c'hebbe, non fece che replicar- crouarò ben io il modo , chelamore
gli lo ſteſſo medicamento · Pulo te non ti li poſſa ſcordare. Preſto
mis es , o in puluerem reuerteris . Angeli miniſtri mjerprendete quat
Ma perdonatemi, ò Sapienza infi. tro teſte di quella greggia,e ſcanna
nita,poreua quì dire Adamo E non tele quì alla preſenza di quelli dui
farebbe un gran { propoſito di un meſchinigia condannati à morire .
Medico , il quale hauendo applicato Staua cola in vn praticello ridente
von medicamento refrigerantead vn paſcendo vn branco di pecore,intra
corpo di compleſſionenaturalmeno le quali quattro montoni ardiii hor
te temperato , purgatıſlimo da’mali cozzando , hor faltando in amorog
humori, & in tempo di primauera ſcherzi, moſtrauano la bizzaria del
per qualche accidente da caufa pro- lorſangue bollente. Queſti prelida
catartica vſcito , ſarebbe à dire per gli Angeli, & àviſta di Adamo , &
hauer giucato al pallone,e ciò ſenza Eua fegate loro le canne, comincia .
giouamento veruno; applicarſe po . no a querelarſi in doloroſi bellatis
ſcia lo ſteſſo ancora ad vn corpo di s'intorbidiſcono gli occhi, che fere
natura focoſo , cacomico , pieno di ni prima gurauano;crollano indebo
putride malignità colà ne giornica- lice su piedi, che franche prima
al
nicolari,e felice ne (peralle l'effetto ? zauano à capriole ; e co'lmancare
certo che si:e come dunque non mi del ſangue , che ſcorrendo quaglia
wa , & anneriua mancando il fiato , e
hagédo giouato il preferuatiuo del-
la memoria della morte , mentre le forze , cadono , le gambe Atirano,
di compleſſione ero tenperatiffimo la voce perdono ,e fuanito il colore ,
quanto à gliaffetti ,purgatiflimo da' reſtano inaridite . Ad oggetto ſi fata
mali humori de' vicij , nella prina- toi noſtri primi paren : iftupirono
uera dello ſtato dell'innocenza , prima, s'impietofirono poícia,e s'at
quando il mio morbo veniua cagio- ierrirono in fine: prendono il capo ,
2 nato da procatartica cagione di eoclla ſpalla cadente non hà loftea
quella eſterna diabolica ſuggeſtio- gno ſu'l collo ;fanno forza alla com
nc, me Papplicate di nuouo , hora liia , & indurata al ginocchio ,non
pieleghes
che con fatto focoſo nella natura hà più congiuntura ,cheſia no ;
31 2 La memoria della Morte 1
1
pole ; il tutto non ritroua in eſli che fordinato , per vehemente che sia , 1
gielo :l'odorato già preſente le puz che alla memoria della morte facil
za ; all'occhio non s'appreflaua che mente non ſi mortifichi', non ſi ria
horrore.Oh Dio,& è queſta la inor getti.Staua il Rè Dauide con l'cſer
te ? e che ſarà quando queſte carni cito in fronte a’Filiſtei , e lo preſe:
vedrete infracidire , ftillare marciu . vi’appetito ardentiſſimo di bere
me, e vermi, & incenerito il molle , dell'acqua divna ciſterna, quale no
l'oſſa fetenti , e nude hornbilmente ſi porea hauere ſe non paſſando per
reftare? hora bene, acciòche vn tale : mezzo a'nemici : l'intendono tre:
oggetto mai ( fcordi , Angeli? fcor. coraggioſi ſoldati: romponovna, e
ticate i quattro montoni, e pelle à due volte per mezzo le ſchicre ho .
pelle vnita , fatene due toniche per filipigliano, e portano quell'acqua
D lid. queſti ignudi: Fecit quoque Domi- à Dauide. Contemplatelo adello
libr. 19 . nus Ade, o Vxori eius, iunicas pelo con criſtallino becchicro à fronte ,,
Etbim. liceas, induit eos,dice il SagroTe entro del quale da vicina caduta na
6,222. ſto ; Signore? e perche tuniche che nelle mani di coppiero genuile,ver
non più colto veltiiglià calze ,egiub fa il Bottigliero addestrato l'infiigio
bone?oh inuentione diuina. Tuni. dito humore, che dal verro ſpruz.
ca ( ſcriue S.Ilidoro , est appellala, zando à gocciolette all'intorno ; té.. 1
quia in moru incedentis tonum facit : peita à Dauide (tello , quali che di 11
tonus enim fonus elli primo anteme mattutine perle il viuo tocco . Lim-
fuere pellice& tunice , quibus poſt of: pida traſparendo gli dilettaua la vi
fenfam Adam , & Eua induii ſuni : ita;ſuſuirando cadente gli allettaua!
Sentinento belliſſimo :: la tonica è . I'vdito ; gelida fentir facendoli do
detta: tonica , perche percotendo ucua piacer’al salto ; onde.correndo
contro le gambe dichi ſi muoue, få gl'occhi , l'orecchie, lemaniamba
tuono ,ſuono,tumore. Ah dice. Dio,, Iciatori del ſenfo al cuore,à raggua-
per non arricordarli di morte , ca: gliarlo del refrigerio, che promelle
dettero la priina volta:hora bcne gli ua ,era di già venuta per le poſte ſul
attaccarò la ſeconda vn ſucgliatoio, l' appetito l' aniina 'fiçibonda alla 1
voa căpanella a'piedi, che ad ogni bocca del valo , con labbra atliccie ,,
pallo , che daranno , gli andarà fuo- jarida lingua, palato ardente, per in
nando all'orecchio : queito è il to goiarla in vn lorſo : Ah Sereniſſimo ,
more,che fà la tonica, queſta tonica. Preneipe perche non beuete? s'arre .
èdellepelli
noi vedenimodiqueimontoni,che haimprouifo,&
con glocchi noftri guinem hominum efclama
i/? orum: ,Numſan. 2. Reg.. :
qui profe 6.23
morire con tante doglie , con tanto {toſunt ;O animarum periculumbia !
hortore ,e infracıdire incenerire con bam ? Noluit ergo bibere . Io ho da
tanta puzza, con tanta nauſea,miſe bere il faugue di queste genci ? non
ria canta? Ah e noi limilmente hab- volle bere.in conto alcuno . Maco-
biamo incuicabilméte à morire ? Ah merangue?non è acqua quella della
ecosi in effetto per quanto ricalci- ciſterna di Betlemme, la di cui fre
traſſe poi in Adaino, & Eua il ſenſo ſcura , e dolcezza tanto lo more:
alla ragione , perſcuerarono ſempre. immaginata lontana ? e come horas
in penitenza ; e ſantainente inorro- non lo forza preſente ? oh che mita-
no; peroche ad ogni palio la tonica bilmente Ambrogio Santo . Suauia
arricordaua loro lamorte ; fecit Do- tatem bibendı habere non poterat ; ,
minus OC. que propo/ite mortis horrore con las
4. E credetemi pure ; A, che non bat.SpecchioffiDauide , nell'acco-
c'è appetito,non c'è capriccio per dir- ſtarla alla bocca , entro a quell'ace.
qya .
Per ilVenerdi della Dom . IV . di Quares. 313
e la qua , e ſcorgendoui il pericolo di to , priuo in atto di forze , di ſenno ,
facil . morte, che ſcorſo haneuano quei trè edidifefa , rappreſentante atviuo
foldati in andare à pigliarla . Num immagine di vn’huono mortos
aliſere fanguinem , &c. G vidde ancora ri acqueta all’hora il guerriero fuo fpi
o pieſe flettere al naturale, ch'egli non men rito , e in quell'oggetto apprende
Ji bere mortale d'efli haucua à morire; & vn'ammirabile fitofofia, e filoſofan .
iale nó ob ałricordo dimorte gli fuggil'ap do, dicea intra ſe ſterlo alla mora:
ndoper perito di bere à velociflimo volo : • Saule , Saule , oue è il furore , che
Ono tre ho da morire, e non sölcome, e mi perſegue ? oue gl'inganoi ordini ?
vna , e non so'lquando, e potrebbe effere oue l'inlidie teſe almio nome, alla
cre hom in queſta giornata , e potrebbe elle mia vita : vn frale ſonno , va vapo
l'acqua te d'vna punta improviſa; e curarmi retto leggiero , cheaccefo al capo,
adello d'vn bicchiero d'acqua ? Sò dir'io e condenſato è fcefo per linelui dei
contegs ſe foſſefato vino maluatico, non fenſo, há qui ſopito la macchina di
dura , ne haurebbe potuto goccia aſlag. tante ruote . Ciò , che falforno à
ver-
giare, mercè chepuzzaua di mor- tempo , farà la morte fino alla fine
Higie
to , che appeftauai Suauitarem bi del tempo: Dormi; e morto raitem
uza bendi, OC bri ; cù mortale , io morale : ci fue
o , té s E quell'affetto è più difficile da glaremo dormendo , ma non mo
che di saffrenare dello ſdegno , dell'ira , rendo. Miſeri che facciam dunque
della vendetta ? c pure Dauide ftef trapportati dall'ira , da gli altri affete
lavi . fo entra vna fola volta naſcofamen- ti ? in peccato durinite, chihà à mo
Pertaua . te nel padiglione del Rè nemico rire ? oh ob ! e prefo dal penſiero di
ſido Saule,e lo troua à giacere addormi- morte gli vſciro i grilli di capo, par.
endo Reg. to : Sauliacentem , o dormientem ti compunto fenza molettarlo di
mba , 361 in tentorio ; e contemplatolo popo. tanto , perche conſpiciebat , &c. ob
gua- co , parte ſenza deftarlo, non che memoria , oh memoria dimorre ,
elle ferirlo; marauiglia è non leuarla vi. che forza non tieniper ben'ordina
elul ra à chi sì ingiuitamente gli procac- re la vita , di chiti hà viua alla men
alla : ciaua la morte ? Dauid iniuitas(di- te
iccie ,, ce S.Gio : Grifoftomo) inimici dor . 6 Auuertite , che quando il Si
perin D. Toan. mientisfaciem hincmaximeSumpfü gnore riſanauaalcun'infermo , o lic
ſlimo Chrif.de animumphiloſophicum , cum enim beraua alcun'altro datrauaglio,fpeſ
s'arre. Dauide, videret illum manere immobilem , fo era ſolito fargli vn fermoncino ,
21. 2. Reg: Sau- nec quicquam poffefacere , fic locutus auuerciclo dell'occaſione del male ,
profe6.23 eft Daud; vbi nunc illefuror ? obi & ammonirlo' , che di là avanti più
โlumbia for thecuçi totinſidig ? abieruntom- non tornafseà peccare. Cosi al Pa .I و
pia illa , perierunt exigui ſomni in calicico di 38 anni. Noli amplius o
ho da
li ? non curfu ; confpiciebarillum dormienić, peccare ,nedeterius tibi aliquid con loan . &
Maco Gdemorte omnibus communi philo- tingat:Fratello non peccar più,che
la della fophabatur. Oh tentenza dignil - nonrauuenga di peggio : cosi
ma delBoccadoro . Vide Dauide Adultera ; vade inpace ,
all
iam no
Tui fre .
mole : addormito ſteſo il nemico :ohtra- biamplius peccare; và ſorellavà, mà
We hora: ditore ,dovette dire il penſiero :-ec- non peccare più mai '. Ma quando
nenud coil lupo alla rete,non m’vſcirai già riſuſcicada alcun morto , non glidi
. Suaula . di niani; impugnala daga , eguar- ccua, che ſilegga parola alcuna; le
Peteratlaar digno ſe li fa ſopra per affondargli la paſſauaa bocca chiuſa . Si riſul
cons la in ſeno', ma nel calare del colpo , cita la figliuola del Prencipe, Sure Mat.2
ll'acco . nota chiuſo l'occhio ; pendente il rexit puella ; e non ſi dice altra coſa :
quellace bracciofegz’yſo di ſenſo , ò dimo ritornain pica il figlio della.Vedo
RE UAY
314 La Memeria della Mnrte
Luce 7. ua ; Dedit illum matri ſua , e pallas Peccator ( dice Sant'Agoſtino ) Si
loan, 11. cro;Soluite
auanri: richiama Lazzaro
, “ ſinite abiredalſepolo
, ne più mortem ante oculos poneres
rpretis pompis,postpoſicis , mox D. Augi
Mundich-
s'inoltra . Eh Signore che non ha. ris ,contempris diuitijs , in tui custo- tom.g.in
ueuano forſe queſticali di che elle. diam vigilares. Se ti metteſti, ò ſpec.
te auuifati? Vna giouinetta comeè peccatore, auanti à gli occhi ritratto
queſta d'hoggi di età di 12. anni, al viuo il remedio di morte ; mox ,
eh : Sò dir io , che nonhauerà già mox : ſubito al punto iſteſſo diſprez
cominciato a treſcare : di 12. annile zace le pompe, dato d'vn calcio al
femine già fanno la quinta eſsenza Mondo , ecalpeſtato il ſecolo tute
della malitia donneſca . E queli'al- to , ſtareſti ſempre molto bene all'
tro Zerbino!to mal maturo , eh ? cer. crta , vegliando , e facendo la feri .
to sì che fatte n'hauerà delle ſolite: tinella ſoprade' fatti tuoi : c però no
non ſono ancora i giouinetti fatti di dubitate no ,che la figiuola höggire
primo pelo, che vogliono la zazze- ſuſcitata più ritorni alle fraſche; che
la fin di ſotto l'orecchio , con il Bin 'l figlio della Vedoua tornato in vi.
içione , che ſtriſci loro giù per le ta più s'impacci nel Mondo ,che La,
(palle ; la ſpada al fianco , ebene zaro dal ſepolchro più s'inteichi nel
ſpeſſo la piſtoletta alla cintola ; e Secolo : hanno la inorte indelebil
ftraſcinandoſi il mantello pendentemente ritratta auanti , però mox ,
giù da vna ſpalla per terra , collomox ( pretis pompis oc in lui cuſto,
Itracciare co'denti le dita à vn guá. diam vigilabune.
to , fanno fare il diſperato ſotto vna 7 Che ſe vtile tanto è la memo.
fineſtra per ingannare qualche fan- ria della morte per viuer bene, che
ciulla . E finalmente quel Cauale, farà per meglio morire ? io vado a.
rocco di Lazzaro eh ? che hauute no dello attraendo da quella regola.po
ne hauerà più diSette à digerire . co men che infallibile: chi ben vie
Queſti Signorotti di primo bollore ue , meglio muore , e conſidero il
ſempre hanno qualche lepre in pie- punto di morte in ſe inedelimo .
de da cacciarnella rete:qualcheba- Flauio Vegetio ne gli afforiſini, che
ſtone mal rallettato in aria da ſcote- ſcriue per Parte militare , dice ch'è
re la poluere ſorto al mantello d'vn neceffario , acciò i ſoldati in guerra
pouer'huomo ; qualche piſtoleſe al- combattano, come deuono , che
la mola , per farlo porre in opra en« nella pace ſi mettano molte volte in
to le 24. e le 27. hore. Eh Signore , punto di battaglia , addeſtrandoſi
fate loro vn ſermoncino , cheli toc- in quelle coſe , quali hanno poi ad
chi fu'l viuo ſopra la conſcienza eſercitare nelle campagne . Ratio
mia , e ſarà fatiga bene ſpeſa. E pu- manifesta eft : femper in otio debere
re Chriſto non ci fà altro , non dice fieri quod neceſſariò faciendumvi
loro parola . Ma ſapete perche? pero 'detur in prelio:altrimente non ſarà
che queſti erano già patati perle buonſoldato in guerra quegli,che no
forbici della morte , e non era por. faraſſi in pace eſercitato. Quinci
fibile ſe ne poteſſero più diineatica. Sofer valoroſo , & accorto capitano
re ; & à chi ha prouato quel pallo, e hebreo , e captiuo in Soria : Proba
netiene indelebile ilricordo auanti bat Tyrones depopulo terra . Altri
àgli occhi, eh non occorredaral. leggonomilitare faciebat: Altri ,
tro auuiſo , non occorre far altra exercitans Populum terræfperimen .
predica , peroche la memoria della caua , addeſtralia , eſercitiua la ſole
morte è per le fteſfa vn Predicatore, daceſca nouella ad imbracciare lo
© predica d'ogni più alta perfuafiua. ſcudo , ad arreltare la lancia, adin .
pu,
&
1
Per ilVenerdi dellaDom.io.di Quare]. 317
e non più come la Luna,forſeche non ſi njuta equilibrio per un cadere nel cen
fola ouo il Sole? Cacciatore ilgiorno toccan tro . Se dunque tanto murabile è il
anderebbe do il corno dell'alba quaſi che fiera Sole,cmutabilile Stelle fono; come
ci i tenerel. il ſul mattino lo ſmacchia dalle bo. fà meritione ilSauio ſol della Luna ?
a penana fchine dell'oriente , e laſciatigli die. Stultus Oc. Oh perche il Sole , e le
relto mor . tro i veloci veltei dell'hore diurne , Stelle non perdono mai, ò diminui,
olta laua alla cima del monte del Meridiano ſcono il loro lume, ſempre ſcintilla
.: e poſto Jo caccia; c di là poſcia gli è in coda no , mandano ſensprei loro raggi
chro .Pane giù per le valli dell'occidente core con l'uguaglianza medema, ma la
Bolucrum Temel Pendo inlin dentro delle cimerie ca. Luna hor chiara appare , hortene.
.Oh Dio 1.2 aerne egli s'appiatta , e ſe s’aſconde: broſa s'aſconde; hora nel lume ed
70 in doc MOBIL
dite voi s'eglili muta di pallo. Arbi. argento, hor nell'ecclille è di rame;
je in cre . cap. aa tro dell'anno eletto fra l'ombre el quando ſicurua in arco , quando ti
ettimoin chiaro nelladifferenza dell'hore di tonda in giro ; quando ti moſtra il
a pochi mutabile parere , hora negli Equi- viro , quando ti volta il tergo ; I'vn
lli, au nozij con vguaglianza diuide, hor giornoridente à faccia aperta iimi.
entei ne' ſolftitij dilegualmente compar• ra, e l'altra torta di bocca, e bieca
osi alla te, feforriegli non và fcrupoloſo d'occhio ti guarda.Ma piano;e per
à Dio , rimborſando diverno al.ſonno ,cdo che non ſi vede quefta mutatione
emmia . eftate ella veglia il tempo che alri- nel Sole ?perche il Sole ha da ſe ſter
Nos in .
poro diGiugno, e di Decembre alla fo laluce, e non la riceue d'altro lu .
penſie fatica danneggiato hauere gli parc: minare.creato : e ſe le Stelle;come
ore , fac dice voi s'ègli li muta di ſentimen . fanno gli Aftrologi, non meno rice.
vifpina to. Ne finalmente c'è augеlletto , è uono la lucedal Solc,di quello la ti
a , chi grilloin boſco , in prato , ocampo , ceue la Luna, onde adiviene,ch'el
che si leggiero ſakidipalo infraſca, leno non laperdono mai ? Riſpon
diherba in herbettadi zolla in zolla, deildà S.Geminiano,perche la Lu
come falta leggiero il Sole di minu- na Lucem ſolis non recipe profundi
toinminuto ,di gradoin grado , dificut Stella,ſedin ſuperficie : la Luna
TE. fegno in regno ,più d'unfanciulle riceue lo fplendore dal Solenella
incoſtante nel darli a diuedere hor ſuperficie Tola , enon entro la pro
ignoti il turbato , hor fereno , hor lieto , hor fondità,e però eſſendo illuminatia al
fare, & triſto , hor'amico , hor ſdegnolo in diſopra ,ò all'vn de’lati , quella luce
-: niponn varij aſpetti verſo a ' Pianeti compa- non la penetra di ſotto , ò all'altro la
, e no
to l'ani.
gni.Eh chetroppo mutabile,troppo to , cosìceſta oſcutata , etenebroſa
cchiata;
mutabile èil Sole.Anzile ſtellefiſſe con tantemutationi,qualiſono iri
midolle anch'elleno co'lmoto dellatrepidz- guardi,co' quali s'eſpone a' raggi co
tione ,che dalla sfera deriua loro Tari; male itelle riceuendo lo splen
leggiare mutabili ci ſidimoſtrano , aſſomi- dore del Sole pertutta laprofondità
la via nal
one, che gliandofià chi balla in fulla carda, de' loro corpı, da qualſivoglia par
e con la che piegādo co'l contrapeſod'vn'a- teche venghino illuminate, reſtano
auuentu
te Ata,che reggeinfralemani,hor'à de per ogn'intorno penetrare dal lurze
cuoro ; e
Ara,hor'a finiftra in equilibrio ſi tie chiare, e riſplendenti: Quia lucem
pranlol
o ne,acciòche nella terra nó cada :così Solis Oc. E così appunto fà il pec
elleno appunto ballado ſulla corda çatore ; più volte riceue il lumedal
ullolulcouss del firmamento quaſi Aringendoil penſier dellamorte ,& in quel pun
i Sty
Ecclelhe
ia cótrapeſo dell'aſta dell'aue del Món to dà vn popò dibarlume; matolto,
e
P ear c do; chereggononelle mani de' po piLuna noulatur , torna all'oſcurità
form li,vanno piegando hor'à Settentrio- delle colpe fue,comeera prima,per
mum ne, hor’all'Auftro,mantenendoli in che non recipit profunde,féd inſuper
ficie
s
COM
318 La memoria della Morte
ficie;non lo riceue nel cuore profon- noſtri giorni? oh cammina quell'a
'damente, ma nella ſuperficie delle uaro per la Città, e ſente à dire , ch'è
mente, e così di paſſaggio , ſicu: Lu. morto il cale , che ſi faceua cosi ben
na in fuo lumine mutatur(dice Glan- fruttare il ſoldo à tanti , e tanti per
ſenio ) ita cºstultus pro occaſionum cento , & è morto ſenza potere ac
varietate fic muratur deuoliio snuo « commodare lifatiſuoi,peròche pri
litum; và poftillando il Lirano . Sa- ma di rogarh il Teltamento , háti .
uio per tanto Dauide , che penſan- rato de calci: ſubito lo piglia queſto
lanſe , doui, vi penſaua tanto da fenno , fi penſiero :fratello la morte fuol fare
nius fes- fillo , & internato, che di ſe ſteſſo di limili tiri,in para à fpeſe altruitu ſai
per illud ceua;cinerem tanquam panem mana come indigeſto portt lo ſtomaco
ecclef. ducabam ;mangiaua cenere come ſe della coſcienza: và fratello,vàmen
ſupra. folle pancieche: forſe che mangia- tre che hai tempo , ad aggiuſtare i
ua Dauide cenere in vece dipane, tuoi conticon Dio , e co'l proſſimo,
ò pave fatto dicenere? sò dir io, egli
Pf.101, era & in queſto penſiero fà quattro pal
Rèdi corona ,mangiaua vn pa. fi,entra in vna bottegha , entra in vn
ne fiorito, leggiero come vna galla, ſtudio , e ui fa vn contratto d'vſura
bucato come voa ſpongia , candido marcia ; Ah & è poilibile che à tal
come un fiocco di neue , penſatelo penſiero conſeguiti vn tal fatto ?
voi:ma cinerem ,ideft,memoriam ine s'egli è poſſibile , poſſibiliſſimo per .
firmitatis, o conditionis mea , qua che stultusſicut o c.non s'è profona
memini me puluerem , o cinerein ef. dato il penſiero nel cuore, non gli è
ſe.panis mihi eſt, refeétio mea elt.di- paflata la ſuperficie del ceruello
ceBalduino colà preſſo l'Incognito; Ecce quel dishonefto la mattina
e voleua dire . Io penſo alla morte , in piazza , e troua molto in terra de
che per eſperienza sò quátomigio- vn'archibuggiata vn ſuo cópagno :
ua à ben'ordinare la mia vita, e ben olà che accidente è queſto ? Signo
diſporini alla morte;cheſe'l penſie. re , gli vien ciferto , vſcendo auanti
ro non penetra ben’all'interno del giorno di Caſa qui della tale è ſtato
l'anina, non approfitta, che faccio ? colto di mira da chi l'aſpettaua à
prcodo l'vrna della mia inente , & man ſalua da quella cantoniera. S'e
& in eſſa verſo la farina della cene- confeſſato ? No Signore, non hà po .
te de' ſepolchri,e ſgorgandole den- tuto dire vn Giesù aiutami:ſubito gli
tro l'acquatiepida d'amare lagrime ; entra queſto pensiero : affè che vn
poftoui il licuito mordace dell'acu- medeſimo pericolo vado ſcorrendo
to dolore, lo vado impaſtando, am- anch'io con quella pratica , e forſe
mallando colle mani dell'intelletto, non ſtanno dormendo tutti quelli,
e della volontà; indi poſtala nel for- che tal hor penſo che dormano :me
no del cuore, riſcaldato d'vn'acceſo glio farebbe finirla , & aſſicurarli in
feruore, ne cauo ſtagionato il pane yn colpo, e corpo, & anima: c pure
delmemoriale di morte , per inter- dopo vn tal péliero la notte ſeguen
narlo coſto nell'animo , che in los te ritorna da madonna anch'egli al
ftanza di efla me lo conuerta , re gioco ſolito : Ah è poſſibile che ri
poſtibile fotle , come in ſodanza del conoſcendo il pericolo ,ad ogni ino
corpo conuerto il pane di grano , do ſcioperato Pinconais'egliè poſe
onde giornalmente vivuò paſcen . fibile , poſſibiliffimo , perche Aula
do . Cinerem ac. Oh queſti.sì che 145 c.non ſi è profondato il penſie
ci penſaua da Sauio, e non da paz. ro nelcuore , non gli è paflata la fu
20,e però ville penitente,qual ville , perficie del ceruello.Se ne tià quella
delle ſuecolpe, e morì Santo. Ma á Signora allo ſpecchio yna mattina
con
Per il Venerdi della Dornen. IV . di Quar. 319
mina quell'a con vna bottegha d'ordigni ; e fraf. Predica c’approfitti, dice Bernardo
ce a dire, che che diſteſe sù d'vna tauola , dipin- Santo conchamte exhibe, non cana.
ceua cosiben gendcfidi vermiglio il pallido,fpia- lem ;riceuila doctrina del Predica .
F , e tanti per nando con le gome le rughe, tin- tore in quel modo, che l'acqua è ri .
23 potereac gendo il canuto di biondo, e ma- ceuuta dalla conca , e non come la
peroche pri Icberandoſi fino di gioucniù la vec- riceve il canale : la conca fe la tiene D. Ber.
ento , hati chiaia per inganneuolmente ven- ben ferma in ſenojina il canale fe la fer. 16 .
iglia queſto dere per bello ilbrutto : & in queſta laſcia ſcorrere di lungo via : che ſe tu Cant. ,
rieſuol fare faccenda ſente toccar'a morti , toc- la riceui come canaleiaqua nonger
- altru :itu lai ca à morti ? chiede ,chiè mortoric minat in canalibus : ſcrive il Card.
Io ſtomaco ſponde la donzella, la Signora tale è Damiano ; non ne riceuerai frutto
lo,và men morta.come la Signora tale tulimo alcuno , però che dentro a' canali
guttare i compagne di ſcuola,e non deuo ha non ſi produce germoglio alcunojo
proilimo, uere che vn'anno , ò due meno di fe pur vi s'attacca qualche poco di
attro pal cía , & è morta in età cosi freſca ? mufco, toito omarciſce , o difccca, Card:
tra ia vn io la vidi hieripiù gioioſa che mai . perche non ci s'affonda radice . Dami.
d'víura Oh conchiude la ferua, & appunto Saper ben viuere importa aſſai;ma opuſ.z.
che à cal hierſera le cadde vn catarro in gola, faper morire bene importa il tutto : 6.9.
fatto ? che le colſe la parola , & in tehore tamo cheSeneca ſterio fù di parere,
imo per Aringo,ne poiè mai dare tanto di ſe che per imparare l'vno, e l'altro ,
-protons gno di penitenza al Confeffore,che s'haueſſe à ſpendere , c fulle bene
- non glie le poteſſe dare l'affolutione Sagra- ſpela la vita tutta : viuere tola vita
ceruello , mentale; & i Signori Medici hanno miſcendum est , quod magis for
naltina conchiuſo che'l catarro glè ſtato ca. taſe miraberis; lola vita diſcendum
kerrad gionato da tante bionde, c bagni , eft mori. Et ecco tutta queſta impora
pagno : co’quali sè ſtemperata la tefta ? A tantiſſima ſcienza ridotta in vna fa
queito dire ſubito penfieroſa reſta cile ciffia : penſate alla morte , pen .
Signo : quella Signora. Guarda che non in- fateu mattina,e ſera : e penſateui di
) auanti
: è nato ciampi ta ancora in vn fimile fco cuore : penſate al leuarui di letto ,
ettaua à glio : ſe ti pigliaſſe adello vu fomi- che forle non tornarete à dormire :
hiera . S'é gliante accidente, che farebbe del penſate al coricaruila ſera che forſe
ôn là po
l'animatua ? & in queſto penſiero non vene leuarete la mane. Ohin
fegu ta à ricciarſi ,à pulufi, ad infra. felice chinon vi penta,ò non vipen.
fubitogli
che v ſcarfi. Ah, & è poffibile,che preſa da ſa dicuore, perche giungendo alla
briendo vn tale auuifamento , non getti alla morte da ſpenſierato,e vedendoſela
malhora tutta quella diabolica for venire incontro correndo à tutta
e forſe
i quellis nitura: s'egli è poſſibile? poſſibiliffi- briglia con pallidi finiinenti, trifti
mo, perche ſulcus c . non ſi è pro- (egnali di eterna fuentura . Et ecce
ano :me fondato il penſiero nel cuore, non equuspallidus, qui ſedebat ſuper
curarli in l'è paſſato la ſuperficie del ceruello, eum, nomen ille mors: ſoprafarto da
Mic pare che ſe'l penſiero fuperficiale non diſordinato timore , farà vna morte
ſeguen forle, ma penetrantemente affonda- peßima da peccatore, mors peccato
ch'egleiralia to : oh e di qualefficacia non ſareb. rum poljima ;& oh quanti di quelli,Apo. 3.
lech be , e per ben viuere , e per meglio che mifanno aſcoltando , faranno
ogni mootem morire. E così ſe u’andarà il fatto di nel nnmero di queſti infelici: Parlo
Shep queſta predica tutta , s' vſcendo dal . à te,doniciuola ingannata , che non
che Azt la Chiela ilpenſiero della morte en- confelli quel peccato ſegreto ; parlo
ie
iljpaenlla ſ.u trato per vo orecchio, vſcira ,come ſi à te giouane ſpenſierato , che viui
dice , dall'altro, e non verrà ben ru incaroguito: parlo à teòiriugginito
là quelinlaa minato nel cuore . Vuoi , tu che la nelliodij , ò inmanicato di robba
matt al
con
320 La memoria della Morte
altrui, tutti voi, tutti voi tenio iufeli dus: cquus viridis legge Tertulliaa
ci in eterno , fe non vi penſate di no , qui ſodebat & c. inercè che
cuore , li che di queſto penſiero in ſperat juſtusin morte fua ; tutto affi
tempo, v'approfitate . Ma felice dato in Dio farà vna morte pretioſa
chi penſandoui (pello , di cuor vi da Santo , che pretiofa in conſpectu Transi,
Tertull
į penſa , perche giungendo à quel Domixi mors Sanétorum eius : .
pallo ben preparato , e difpofto , re- che piaccià alla Maeſtà ibi.apud
dendorela venir incontro combar ſua Diuina ſiamo noi
Veg . A
tendo ,tutta ridente di liurea verdeg cutti di queſti pocali. Gering
giante guernica, lieto ſegnale di ſpes Ameo
, ſalute : Et coce equus pallio
ranzae
-
ACOVA
321
Tertullia .
merce che
PECCATORE
;tutto affi
te pretioſa
conſpectu Trend
ABBORRITO
m eius : Total
zelta
noi
Per la quinta Domenica diQuareſima.
Quis ex vobis arguet me de peccato . S. Gio. al cap. VIII.
HEtrà tutte leco- fonanti ſi fanno vdire : gli odori più
ſe la nimiſta, e la diſparati da ben compoſta pariglia
pace ſi trovino ſuaporano in vn grato tumo alle na
affratellare,è filo- ri: i ſapori più al.uerfi inben condi
fofiamirabile sì , to boccone s'affanno delicatamen.
ma dallaſperien- te alle fauci ; e le qualità più contra
za ancora troppo autenticata. Gi . rie in ben temperato ſoggetto s'ami.
ranodiſcordi le sfere ſuperne l'vna cano gradite al tatto . Sisi Signo
dall'altra à rouerſcio : ſi guardanoi ri, egli è chiaro , che la nemiſta , ela
luminari celeſticon aſpetti nemici , pace infrà tutte le cofe fi trouano af
e fino allo ſtruggimento dell'eſſer fratellate. Mà trà Dio , e'l peccaro ,
proprio gli elementi infra fe fteffi e per cagione di queſto trà Dio , e'l
combattono inimicati. Crudelmen- peccatore ciimaidipace,ò d'accora
te vna beſtia a fa dell'altra diuoratri. do ſeguito , ò da ſeguire darmi ſa
ce crudele. Caccia l’huono infieri, prebbe ſeniore ? Odioſunt Deo ima
to le fiere per farne pezzi ; e trà gli pius, o impieras eius, grida lo Spiri. Sap.ca.
huomini itelli diluinanati di nudo to Santo. Longè eft Dominus ab im. 14.
ferro armatile hoftilità più ságuigne pýr ; eíciama con altrimille . Longe Prouer.
vengono eſercitate.Machc? diſcor- per gratiam ; chioſa l’Angelica.Qui 15.
di le sfere s'accordano à variar le non è poſſibile pace, non è trattabi. Interl.
ftagioni : nemici i luminari , s'ami- le accordo , è qui la guerra eterna , Lyr.
cano all'influirenelMondo baſſo: e ela nemiſtà implacabile.Onde non ibid .
ſtruggendo gli clementi l'eſſer loro è da ſtupire, che hoggi con tantas
ſemplice quadruplicato in vn'effer fremura entri l'Iddio humanato a
nifto firendono inedefinati. Nel- giuſtificarſi à fronte dell'impoſtore
l'arca alıneno le più voraci beſtic Giudeo , immune dicolpa , illibato
ad vn cibo ſi videro accomunate : dilicue nco, non che digrauemac
giuoca ben ſpeſſo l'huomo con le chia peccaminofa. Quis ex vobis ara
fiere più fiere domeſticatc, etrà gli guet me de peccaro .Chiamig ſama.
huominiiteffipiù inuiperiti , non ritano , dicaliindiauolato ; humilife
folo depoſto il ferro hoftile, difare fino ò nulla , ò appena riſponde .
mata , ignuda , amicata s'accoppia Ma ſe c'è , che di peccato l'om
alla destra la deſtra, ma il ſangue at bregginon che lo anneri:chi pecca
toſſicato , che ſi ſpargeua à vicenda, tore il ſoſpetti, non che lo giudichi;
in parentela più fretta ſi miſchias s'anualora , fà fronte, e con ardito
raddolcito . Così con chiari, e ſcu : gridoresfidaà duello l'impoftura più
ri, caui, e riſalti, arte ,e natura pro • perfida , & inganneuole: Quis quis
portionati gli oggetti cifà vedere, ex vobis C. Fatto cheà ine diſegna
Così con viuezze , e languori , par. il bianco, que con dui tiricolpiſca
faggi, e fughe le muſiche più con, il miohodierno diſcorſo
ST
, moftran
do
COVA
322 Peccatore abborrito
do primo quanto ilpeccatore abor. giumenti medeſimido' Regi adova:
rito venga da Dio per il peccato : toti gli Angeli ftelli cantauano à lui
fecondo e dondecon ſeguiti in Dio la gloria. Parì di fame , e fete , chi
on canto aborrimento, e comincio. beatoſucchiața l'eternamanna;ma
2 CheinDio infinita Giuftitia , e dolciffimo il larte delle materne
ſomma bontà l'odio formalmente poppe delicioſamente à ſuoi tempi
ſi troui, e d'abbominatione verſo il puringoiaua.Mahora dall’Empireo
peccato,e di nemiſtà verſo il pecca. à grotta oſcura: dal ſen paterno alla
tore;ella è verità theologica, anzi di pietra indurata :da Spitti Celeſtial.
Scrittura Canonica ,da noi più ſopra le ſeluatiche ficre: dall'ambroſia ,dal
accennata . Ma ſe voglianio co mi- nettare alle radici amare ( quando a
fteri più delicati cauare: à luce più nodrire s'haueſse) all'acque crude ?
chiara queſto vero, che annuuolato In defertum ? Ahi grotta ? ciriſchia
trà figure Sagres'ombreggia ;ſouué- raui tù alli chiarori di quell'innocé
gauidiquando il Verbo in carne do zaſagrata., ò t'oſcurauipiù,per non
poche battezzato s'hebbe colà nel vederla prigione fià tuoi ſcurori ?
Giordano, ſi traſſe al deſerto per di- Ahi pietrarti ammolliuitù al delica.
giunare, dice l'Euangelifta S. Marc. to tocco di quelle carniimpeccabili,
'Marc.. Elftatim Spiritus expulit eum in der ò t'induriui più iſtupidita d'eſſer face
sapit. 1. ſertum . Subito , ftatim : appena vſci. ta miniſtra per tormentarle? Ahfie
VOT. I 2.
to dall'acque,e poſto il piè ſull'arena re ? vi addomeſticarte voi maicone
in aſciutto , lo S.S. ( così concorde. quella mano , che vi prouede del vit.
mente egli è inteſo lo ſcacciò al de.. to , ò v'inſeluatichitte voi più , rine
ferto Signori io non finiſco di ſtupi- ſeluate fuggendo,per non poter (of
re à pieno queſta Euangelica frale : frire la Maefta di quello che vi creò?
Chriſto ſcacciato ,al deſerto ſcaccia . Ali acque , ahi radici? viattempra
to ,e ſcacciato dallo Spirito S.Expun lte voi, viraddolciſte, appreſtando
lit eum ,& c.? Cosìdunque o Spirito ui gradito cibo all'infieuolito Signo
Iddio ,quelfiglio Dio ſcacciate, dal re ,ò più incrudite , più amaticale
quale vnitamente , e dal Padre per reftalie ,al.vederlo nel rigoroſo di
ſpirationedi volontà amoroſa,ſanto giunosi conſumato ? Expulit eum ,
Àmore Diuino , voiprocedete ? e lo oc. Ma oh miſtero dell'abborrimē.
fcacciare al deſerto ?" s'egli è quel fi, to diuino verſo il peccatore, c pec
Marc glio,che voimedeſimo in forma di cato. Expulit eam tanquam reum .. Rupert:
cap. 1.
colomba diſceſo .Spiritus,tanquam ( dice Ruperto Abbate ). O portan. Abb.in
columbami con la voce paterna :Tu rem omnium iniquitatem . Chiaro ,
es filiusmeus dile tus: atteftaſti hor': che non vsò lo Spirito Santo termic capit.
Marc,
hora à Gio: per il diletto del Padre: nealcuno con Chriſto ', che l'offen
come la Patria beata in eſilio sì al- deſſe , ò neno conueneuole forces
pro gli vien cangiata?paſsò ,egli è ve all'vno dall'altro , cutiauolta ſcac
ro,incarnadog ,dalleftelle alla ſtalla, ciollo, al deſerto ſcacciollo : perche?
ma apparue quella ſtalla ſtellata del. per la ſembianza,che teneua direo ,
la nuoua ſtella del Cielo. Vēne cor di peccatore, come quegli, che por
cato ſu'l duro ſtrame d'animaleſco taua alle ſpalle i peccati di tutto il
preſepe , chi eternaméte pofaua nel mondo . L'haueda viſto poco pri.
feno del Padre Dio;ma ilmolle vir- mabattezzarſi frà peccatori , quafi
gineo grembo anco ne l'accoglie che peccatore : ne mo Atraua yna ta.
ua, e delicato guanciale li fè la tenea le, quale eſterna apparenza.In limia
ra mano delladi lui madre Maria . litudinem carnispeccati:dice S.Pao :
Trouofi frà giumenti annidato , lo. Ob expulit,expulit,lo ſpinſe ,l'vce
chi regnaua trà gli Angeli; ma trà tò , lo ſcaccio, à noftromodo dicas
picla,
Per la U. Domenica di Quareſima:
m do Regiadora pirla , quali nonſe glihaueſſe piùà glio ineſta,turtataagonizzante.Ok
lli cantauano à lui portare riguardo : quafi dobbiamo quiſà'l punto è Chriſtiano .Senti ,
i fame, e fete , chi dirla ? quali più ponderaſſe ad abbo Sentenza, che peſavn Mondo d'Ilia Ilid. Cla
'ererna manna ma minatione, à diſprezzo vn'appaten. doro il Claro. Referebatgenusnoftrü, rus orn
e delle materie za poſticcia dipeccatore , che non Oʻillius ſcelera ante oculos proponens 39 .
ente à ſuoi tempi ponderaua à giadimento, à riſpetto tanta , ac tam horrenda intuebarur,
hora dall'Empireo I'vnione hipotaticacolVerboeter. Vi faciemoccultare cogeretur,neque
al fen paterno alla no;che à ditla à peſo minore di eſa- auderet illam in Celum aliollere:ali
a Spitti Celeſtial . geratione eccedente,ſarebbeinfop- ſentimento d'vn Cliriſto , Dio hu
dall'ambrofia ,dal portabile empietà .Expulit eum tan . manato , huonio diuinizzato? eğli
ainare ( quando à quan reune Üc. è carne impeccabile, quello ch'egli
) all'acque crude ? 3Et eccoui con lo ſupore di que. è : & ad ogni modo perche in quel
grotta .. ti riſchia sto fatto diſciolto il nodo d'vn’iftu- la ſcena rappreſenta il Perſonaggio
ci di quell'innocé . pore eguale , fe non maggiore. Ora del lignaggio humano , di peccato
uraui più ,per non Matth. l'iſtello Chriſto nell'horto , e nel fordidato, inacchiato ;conoſcendo ,
fià tuoi ſcuror i? porſi ad orare: Procidit infaciem fu penetrando ilquanto abbomineuo
cap.26. am : li laſciacadere con la faccia in le quegli ſia all'occhio , al cuore di
Viui tu al delica .
arni impeccabili , ſulla terra diſteſa.Signore e naſcon. Dio ; non la fronte , 'qual'huomo
apidita d'eſſer fats dere la faccia : quella faccia amoro di ſtarà fronte del Padreeterno:non
mentatle ? Ah fie . fa , che ſerena il Cielo , 'rallegra gli ha faccia valeuole per affacciar al
Angeli; e ſarà vn giorno eterno il Cielo : vien forzato naſconderla :
caſte voiedma icon ſole delParadiſo ?Si dolgono quìi gran parola ; è ſulla terra tenendo
vi prou e del vita luminati ſuperni, ch'auaro fiate al- la, no ardiſce ſollevarla per vn mo.
hilte voipiù , tio . Ja dorata lor luce di quell'amabile mento : Vi faciem occultare o C.
per non poter lof oggetto cheliberale donate allom . Tanto che à ſoffrire confuſione si
Juello che vi creo ?
bre tenebroſe non ſolo della tetra , grande, eiſuddriui di ſangue. Fa
dici ? vi attemapnrdao ma della notte; poco reſtaalle ſtelle dlus eſt ſudor eius ficut gult& ſanguinis
ite , appreſt di goderla in carne mortale: deb no decurrétisin terram :nc adinnalzar
Pinfievolito Signe o togliere ad eſſe quei raggi , ondei la forle al Padre eterno più àrdiua ,
te , più amaricar loro ſguardi allumano, prima che ſe'l Padrefteſſo dal Ciclo con l'An. Luc.cap.
erlo nel rigoroſo dis l'occalodimortegliele naſconda gelo Ambaſciatoreno'lconfortaua. 22. verfi
bato ? Expalit eumme, Che ſe doglioſa,turbata dall'agonia Apparuit autem illi Angelus de ce
tero dell'abborri che vihapreſo ,lanaſconderc: anzi lo conforianseum .
jil peccatore , c pec perciòmoſtratela, accioche compa- 4. Che ſe ciò in Chriſto adiuienes
som tanquam reum Ruger tendoui l'inſenſata natura , trouiate innocenza ſommain quant'huomo ,
Abbateem) o portrano . Abbi in eſſa quella pietà , che'l ſenſo hu- che fara del peccatore verme?Sentie
Squpiitriatto Sa.ntCohitaermi, capie .. njano inhumano vi và negando. Sú Staua Giuda all'ultimacena inafticá
dunque follcuate la fronte,e vedre . do la tradigionetramata.E:eccod'
Chriſto , che l'offen : Ma
te , & vdirete tugiadoſa l'aria con, improuiſo leglivoltail Sig.edice.
conue neuole forte piangere al voſtropianto;ſoſpirare Quodfacis, fac citius.Orlü finiſcila, 1o. c. 13
citro , luttauolta ſcaca Ipiranti i venti a ' ſoſpiridel voſtro cho penti che titrauieniłefcida quel
rto ſcacciollo:perche ipirto angoſciato ; qucrule le frondi la porta ; ſtricati : toglitidi quà vna
riza ,che teneua dirco, Ntridere all'agonia gelata del voftro volta,e va à compir l'effetto del tuo
come quegli, che por cuore; e à doloroſo romore detarti maleuole affetto.N.io quì mi perdo.
ile i peccati di tutto i dal vicino torrente le pietre viue Chriſto Saluatordolciſlimoſceſo dal
'haueda viſto poco pri addormite dentro al letto loro per Cielo in terra per ſalute del peccato
ili frà peccatori, quali alleſtirli pronte contro de'voſtrine. re , hora ſtimola Giuda , glicaccia
te : ne moftrzaau.aIm
n a 12. mici alla difeſa . In fine non orate {proni al fianco ,onde s'affretti ad e.
erna apparen ice limin voi alPadre Iddio? eche più il potrà ſeguire il riſoluto peccato:lo nó l'in .
d
armis peccatii S.Pao: mouere nell'angultie del voſtro ſe . teodo. Che non tè poco pria per ri
, lo ſpinſe,l'oro no, che l'oggetto della taccia del fi-, durlo à penitenza, a faluczza:'Segli
11,expnuolſittro modo dica
0,a SE 2 poſc
pala,
324 Peocatore abborrita
poſe d'auantia ginocchia piegate, e inmediatamente auanti comunicar
carezzeuole mancgiandogli i piedi tofi ſacrilegamente il traditore , gli
nel lauatoio ,pareua cheglidiceſſe . era entrato ilDiauolo adoſſo ,cosi di 10.13 .
Giud mi ric
a onoſci à qu att ?
eſto o l'E perſ:27,
ce uangeliſta . Etpoft buccellam
quelCreatore tuo ſon’io ,che con at: imeroiuit in eam Satanas : oh l’hab
o ſomigliante non mi ſdegnai por- biamo inteſo ,il Diauolo gli è entra
rele mani in terra , e formarti il cor. to addoſſo : Chriſto non lo può più
po di fango nel vecchio Adamo. foffrire , l'haueua fin'hora ſofferto;
Gem.c. 2. Formauit Deus hominêde limo ter- perche ſe nel tradirlo così coperta
ra; & hora poſte le maniin acqna có mentecol bacio moſtrò il traditore
queſt'atto di lauarti ipiedi , ti prote. Diſcepolo di non eſſerfisfrontato af
Ho eſſer pronto a riformarti nell'ani. fatto ; ma trattenereanco in ſe vne
ma, anco lauandoti co'l ſangue mio popoco diverecodoriſpetto.Adhuc
tuo Redentore ,e mi vuoi anco tra. aliquid habetde verecundiadiſcipuli.D. Hic
dire:Seco l'accolſe alla cena, c dopo ( dice Girolamo S. ) Cum non eum rong
hauer mangiato con eſſo lui in vn palam tradit , fed per ſignum oculi:
piatto, lo regalo di ſua mano co'l fa- eglie da credere ancora,che in quel.
gramentato boccone, ſembrando, polcima cena à gli amoroſi tratti del
che dicefle : Giuda mi conoſcià fuo inaeſtro , itelle più volte ſulle
quelt'opra?Quel Creatore tuo ſon'- moſſe di ritrattarſidal mal concetto
io ,che co'l fiato del proprio ſono già fuo voglio . Ahi Giuda, doueua dire
ti poſi l'anima in corpo, per farti huo . ftà fe ftello a ſe ſtello , e tradirai alla
Zbid . mo nell'huomo primo.Inſpirauit in morte,chi ti trafle alla vitae vccide.
faciem ciusſpiraculum vitæ: & hora raico'l bacio,chi ti animò con il fia .
incorporando tutto me ftello den- to ? mira, che l'hai fupplico a' piedi ,
tro di te medefimo in cibo,miti di- che più aſpetti à pétirti? quando che
moſtro pronto co'l porti vn Dio nel l'habbiGiudice à fronte? mira che ti
corpo, á rifarti in vn Dio tuo Salua- fa luo commenſale co'ſuoi eletti:che
core , e mi ſaraitraditore ? Piangeua attēdi per ottenere il perdono? quan
l'amoroſo Sig. e diceuagli al cuore . do cheti cacci dannato con i Diayo.
Piango Giuda non la mia, ma la tua li? Ahi ſguardi, diceua inirando, che
morte: e ſe non ti baſta il mio pian- mi pungere;come non mi compun .
to , ma vuoi anco il mio ſangue ; gete? Ahiſoſpiri,replicaua ſoſpiran
Mai.26 prendilo. Eccolo in queſto calico : do,chemibattete:comenon miab
Hic eft enim ſanguis meus: beuilo , battete? Ah, e l'ottimo Signore, che
che tutto è luo; ma beuilo con amo. ciò ſcopriua , il ſoffriua, e non cella .
re , e non ſuenarlo con odio.OhGiu. ua miniſtrargli aiuti alla penitenza
da ? e lo crinellaua co'ſguardi: oh compita . Ma quando fagrilego in .
Giuda,elo cómoueua co ſoſpiri.Tā: goiatore delconſagrato pane ,vide
to,e più fece poco pria il Sig.per am che riſolutoſi al deicidioinfame,ha.
mollirlo ,per conuertirlo, & hora ad ueua poſto in balia al Diauolo co'l
yn punto limuta , e lo caccia d'in- freno delle sfrenate ſue voglie anco
prouiſo alle forche, e pare.che lofti poflello del corpo , non che dell'ani
moli à porre in opra ilmalconcetto ma : oh all’hora lentò anch'egli la
D. Am.yolere. Quod facis,fac citiusc. Oh briglie all'abborriméto e del pecca
brof.lib.che bene Ambroſio Santo . Viquia tore, edelpeccato; ne trouando ti
de Abel introverat in illum Satanas, ipſeabin tegnoal giutto affetto del cuore,rup
O Cain ret à Chriſto. Eycitur itaque , o exa; pe nelle canto ſentimentoſe parole .
Cap . 4
cluditur , eo quod iam cum Domino Quod facis, fac citius. Stricati , van .
leſu effe non poffit qui cæperat effe cum ne, cogliti da gli occhi miei ; fe vuoi
diabulo , quali dica: Auuertito, che peccare,pecca,ſevuoi dannarti, day
na
PerlaV. Domenica diQuare]. 325
pei comunicai ñati:crocifiggemiſemi vuoicrocifi- Partite dunque, dice, da me lonta
tradicore , gli lo. gere : ſegua chevuole,pur che io nó ne;p artite,tanto ch'io non ne vegga
adofio ,cosi di
DET
ti vegga oggetto abbomineuole , l'aſpetto,cheionon ne ſentalodo
coft buccellan che più nópoffo ſoffrirti.Et continuó re:perche ? perche quaſiputredo ,
anasi ohihaba 10:13. exiuit dice l'Euangelifta. Spurcitia eftis . In peccato rauuolto ,
olo gli è entras s Dunque s'altri giuditij di fo- fete carognealla mia vifta, alle mie
non lo può più pra non oftaſſero , perliquali, a no pari,per ſordidezza,per puzzore in
'bora fofferto ; Itro modo di capirla , ſoftriſce Dio ſofferibile:diſcedite à me:maper do
cosi copeita. peccatori, e peccato àforza, à vio- ue ſi hanno à partire ?eh di cedire à
trò il traditore Mar.17 lenza conforme à quello; Generatio me non indugiate più vn punto,che
Ifsfrontato af. incredula,& peruerſa quoufq; ero vou quandofarete in corſo,la maleditio .
anco in ſe on Hug . biſcum , quouſq; vos patiar.Non ira- ne mia vi porterà all'orecchio l'in
ſperto . Adhuc tus homini ſedvitio , poſtilla il Car- terminabile termine del voftrobá.
endiadifcipuli. D.E dinale Vgone,maa queſta abbomi- do;maledi ti in ignem eternū ?mercè
Cum noneum Tote
natione,che tiene loro preciſamen . non poſſo tanto ſoffrirui, che la ſena
ignum oculi : te ilriguardo correſſe, non ſarebbe tenza cópita io vi pronuntij,nec tan
che in quel il peccatore ſofferto vn giorno , vn'e din vos fuftineo ,quandiu o c. potca
coli tratti del hora,vn momento nel tuo peccato ; creſcer ad abominatione maggiore ?
a volte ſulle ma al púto iſteſſo che in peccato ca- 6 Diciamola in vna ſola parola .
malconcetto delle,al punto medemo fententiato ," In eternum Domine Verbum tuum PC. 118,
a, doueua dire dánato, precipitato verrebbe. Chia- permanet in Celo. Il Verbo Diuino
, tradirai alia to vedralli al comparirſi de'giuditij dice Dauide per tutta l'eternità di
tutti Diuini là nel Giuditio finale . mora sù nel Cielo. Vna queftion
la
a viałe vccide Malt. Venite benedi&ti(dirà à gli eletti)por: eellacurioſa: per qual ragione ſtádo
nimò con il fia .
6:25: fidete paratum vobisRegnum . Indi il figlio di Dio tutta l'eternità in Cie
pplico a piedi , riuolto à reprobi : Difcedite à me lo ,non ſtette incarnato che 33. anni
212 quando che malediéti in ignem aternum . Pon- ia teria ? oh perche in Cielo non ha
te ? mira che ti
ſuoi eletti:che derate Signori dice à gli eletti;Venio peccatore sù gliocchi: vipeccò sì il
teze non dice accoltareui, dice veni. Diauolo,ma non ſoffrendo lo ſguar.
perdono ?quan te alpoſeſo del Regno ;enon dice do diuino l'abbomincuole oggetto,
ato con iDiavo veniteà me. Ma à reprobi non dice ne venne tantoſto precipitato ,onde
ua mirando , che Ite : landate, madiſcedite,allontana. ben vi può dimorare quieto tutta l'e
mon mi compun teui difcedite à me , allontanateui ternica. Ma in terra, doue cadendo il
plicava ſospiran da me : e vuole che s'allontanino , Diauolo co'ſuoi ſeguaci, dalla diam
ome non tiab . prima che faccia lor ſapere il lindo- bolica femente vennero moltipli.
10 Signore, che ve adallontanare li hanno: Difcedi- cati peccati, e peccatori; oime non
ua, e non cella . te à me e poi in ignem æternum . Oh fù poſſibile vi dimoraſſe più a lun
alla penitenza miſteriper vn cuore, chehabbiafe- goj33 anni à violenza tutta vi ſitral
do ſagriego ig. Chrifol de. V dite qui S. Gio. Griſoft. Pecca- ienne , che gli paruero 33 ſecoli, e
agrato pane , vide too.54.7 tricesanimas quafigrauatus non ſuf- compito l'officio diRedentore, pre,
cicidio infame,ha. Mait. fert, tanquam fi dicateis:quaſiputre- fe tantoſto le poſte ſulle pene de’vē.
ja al Diauolo co ' do , fpurcitia eftis;nec tandiu vos ti : Qui ambulas ſuperpennas vento P. 103
re fue vogllie'an coi fuftineo ,quädin Statis in iudicio meo : rum , e dilungofléne à volo , ſe non
d
nc el an
he Ogni parola è vn teſoro . Ti ma- folle d'Ambrogio Santo , non ardi
no
lento anch'egli le rauigli , che'lnoſtro Dio moſtri qui rei d'apportarlo : In Celo permanet
timéto e delperciaa di più odiare i reprobi,che amare gli Verbum , quia inde deie &tus est Dia
110 ; ne trovandor eletti ? ſappi, chepeccatricesanimas bolus:in terris non permanet,quia buc
o e
ffett delſceuor ,rup qualigrauatus no ſuffert:fino à quel rotus aduenit.
costimento parole . to punto ha portato con violenza il 7 Oh Dio , oh Dio à qual paſſo
citius. Scricati, van . pelo della ſofferenza con l'anime miſon ridotto fratello , come u tio
occhj miei ; ſe vuoi peccatrici; hora aggrauato logica. uiPadre,abbandonato da Dio;quafi
i
Vuoi danmart, da che
326 Peccatore abborrito
che diſperato : tutto infermità nel fede: ſe non l'habbiamo, andiance:
corpo;tutto trauagli nell'animo. A. ne, che queſte faráno tutte canzoni,
mico,come la palla la tuafameglia? Ma ſe l'habbiamo,à noidi gratia fu'l
Padre, abbandonata da Dio ; quaſi rodo.Dio non ſoffre in queſto Chri.
che diſperata : tutta rouine nelle fa- ſto vn’eſternaapparenza di pecca
coltà: tutta ſcadiinenti nella reputa- to ; ma expulis cum c. potrà ſof
tione, e nell'honore. Signorila vo. frire vn peccatore verace,che attual.
ftra Città come viue? Padre,abban. mente in perſona, di proprio riſolu.
donata da Dio, quaſi che diſperata : to volere mortalmente lo dilonora ?
maltrattati i poderi,ceffati i trafichi, E pure ci hà ſofferti tanto tempo ne
ecceſſiui gli aggralij, tutti al verde noftri peccati, facendoſi forza, vio
della candela. Mondo tutto ,come lenza à non condennarci in eterno .
ftai ? Padre , abbandonato da Dio, Doueuamo noi confonderci delle
quaſi che diſperato : fatro vn ſolo noſtre brutture, e confufi abbaſſan
caos d'irremediabili mali . Ah io lo do il volto alla terra, col noftro Me
credo ; anzi il veggo ; anzi il tocco diatore nell'horto piangere lagtime
con mano. Ma che ftupore che ci di ſangue ,pentitidelle proprie col.
habbia Dio abbandonati? in Terris pe , doue quegli per le colpe altrui
non permanet , quia Diabolus hucto- ſparſe di ſangue ilſudore : e noiin
iusaduenir.Fratello ,cometi trouiin voce ſuperbi ci ſiamo ſempre ſolle
te ſteſſo tutto peccati,tutto Diavoli; tati co'l voglio luciferino contro il
l'odiomortale alnemico; l'amor la. medemo Dio,e fuoi precetti ſagrati,
fciuo alla concubina;la roba al prof. rendendoci via più ſempre neldiui.
fimo aſſaſſinata. Oh evuoi,cheDio no confpetto abbomineuoli. Non
Ria teco?e Rupiſci , che c'habbia ab- doueuaanco Dio leuar’il freno di
bádonato ? In terrisnõpermanet & C. ſua miſericordia alla mano,lentarle
Amico,comela palli nella fameglia?" briglie all'odio fuogiuſtiffimo, e ab .
tutto peccati , tutto Diauoli :diſcor.bandonarci ?e pure ciſi rattenne per
die trà le cognate: liuoti trà li fratel. anco ; e ſolo tanto con la mano pre
li; maleuolenze, epeggio trà mari, mette in temporalicaſtighi , che'l
tati. Oh, e vuoi, che Dio ſia in ella ? pero di eſli ci abbaſſare pentiti , già
e ſtupiſci , che l'habbia abbandona- che la propria confuſione non ci ab .
ta ? In terris non c. Signori la vo- baſſaua; non ceſſando feà sátoamo .
ftra Città come viue?Gran parte(che rotiſlimo ancora con carezze , e fa
tutta non vuò dire : fe la maggior uori di gratiarci, per amınollirci, per
parte no'l sò )ma gran parte peccati, conuertirci con Giuda ; ma tutto in
gran parte Diarioli: trà mercanti de nulla rieſce : che all'incontro qual
gl'ingannatori : trà Nobili de tiran Giuda appunto in vece di ammol
notti, inſidie, picche, puntigli, ſcan . lirci , d'arrenderci à penitenza, ſem
dali,diftentioni, intereſſi diſordinati. pre più riſoluti al peggio ( ſia con ti
Oh , e vagliamo , che Dio in effa li ſpetio de' buoni, biſogna dirlo) ci
troui? e Rupiamo, che l'habbia ab- fiamo dati al Diauolo affatto affat.
bandonata. In terris Oc. Mondo to . Dio immortale ? fe mento, mi ſi
Tutto come ſtai ? tutto peccati , cutto rinfacci. C'èmiſura nelle vendette ?
Diauoli, tutto vn ſtrapazzo della c'è termine nelle lafciuie c'è riguar
legge di Dio : tutto vn vilipendio do nelle rapine ? ſe il Mondo foſſe
dell'honoredi Dio. Oh cvogliamo, habitato da' Diauoli , e non da gli
che Dio ſia in te ? e ſtupiremo , che huomivi li potrebbero commettere
t'habbia abbandonato ?In terris non ipeccati,ò più numeroſi,ò più graui,
permanet oC. ò con riſpetta minore dell'infinita, e
8 Oh Chriſtiano habbiamo noi tremendiſlimamaeſtà di Dio , che
of
ndiance .
Per la quinta Domenicadi Quareſ. 327
canzoni ,
off :fo e vilipeſo nereſta : è Dio ci moſtra per causā: e la ſperiēza ce'lf)
hà tuttauia à ſoffrire ? eh quod facis, toccare có mano ab effe &tu.Fate voi
Catia fu'l f.ac citius , ancor'eglihomai gridaw . elemoſina, & io popoco reſpiro.
ucito Chi. Così la vuoi ò peccatore ? fniſcila , PARTE SECONDA.
a dipecca ſtricati, fà quel peggio, che faiyna
F. potrà foi. volca : partiti dalla preſenza mia ,che 10 l'is ex vobis arguet me de
e ,che actual
prio tiſolus
partirommi anch'io dalla tua; laſciá . Q peccato ? A cuito eccello
doti in quell'eſtremo de' njali , che daDio il peccatore per il
abborrito
o diſonora ? quàti ſia principio d'eterna códána- peccato . Ma d'onde conſeguita in
to tempo ne gione. Diſcedite à memaledi&ti; co. Dio vn tanto , e tale abborritnento
-G forza , vio minciarò ' fin d'adeſſo à fulminar la del peccatore per il peccato ? molte
arci in eterno . sétéza: dilungateui da me maledetti riſpoſte,e tutte aggiultate quì li por
poderci delle che più non foffro vn oggetto sì ab. ſono addurre .
Fufiabbal120 bomineuole.In terris nõpmanet ,etc.. Addurrò io per la prima,perche il
l noſtro Me 9 Popolo amato , cara Città,ani. peccatore per il peccato egli è vna
gere lagrime me ruttenelle víſcere di queſto Cro corda falla, che gualta tutta la muli- Amos
proprie col . cifillo,ancora con le viſcere del mio ca dell'Vniuerfo. In Amos al 5. Au- C.S ;
colpe alicui cuore inuiſcerate . Veggoui molie fer à me tumultum carminum cuorð:
ore e noi in fràmalannitátorauuolie, ch'è forza foglida me loſtrepito di tuecanzo
ſempre folle io viticonoſca per li peccati voſtri ni. E có chi parla quà Dio per il Pro
crino contro il da Dio abbandonate;e comePadre feta?dicalo S.Gio:Griſoſtomo. Pec- D. lo,
precetti ſagrati, per officio ,non poſso Coffrirui invn calorem tanquam è ( acra Patria ab- Chriſoſ.
ſempuroelniel diui. si fatto abbandono. Nonètáto lon- egit Propheta, a queve muſichus opri- bo.com
mine . Non tano Iddio , cherichiamato à noi , mus è cythara bene modulata chor- eflet plo .
Jeuar'l fieno di non ci li poſla tanto to trouar pre- dam diffonam refecal,ne reliquarum defigna.
mano ,lentar le ſente . Balia chiamarlo, e verrà :ma vocum harmonia virietur. Eundem rus ..
giuftiffimo, ee ab . chiainarlo,come lo chiamaua l’ani. admodum Propheta fecit,dum velua
Cat.C.4.made' Sagri Cantici, Surge aglo,
eti fi rattenn per D.
ti chordă dijonam ab vniuerfo crea
con la mano pres veni auſter,Vanne Diauolo , evieni iurecorporereſecat . Fà conto,vuol
rali caſtighi , cher Ambr. ò Dio , checosì.S. Ambrogio inten- dite,che il creato è vna cetra,cinque
barfalleonpe
e
nuri,già in Pſ. 1.de,edice iffe ventusadſpirat,ſibor- atraſti,oregiſtriineſſa diſpoſtiſono
onfufi non ci ab . reasille grauis ventus flare deficrit. ne cinqueremplici,la terra, l'acqua,
Tando frà tároamos Il Diauolo , il peccato fi hà da cac l'aria,il fuoco,e'l Cielojin su de'qua.
con carezze , e fan ciare , ſe volete Dio con voi , con le liingradi varij temprate fi toccano
ci
p r ammollir ,per
e voſtre fameglie ,nella voftra Città : di creature diuerſe le varie corde,
a
Giud ; ma tturtoto in aggiuſtare leconſcienze, e gliaffet- Fanno le intellettuali il soprano ; le
ne all'incon qual ti;le pretendenze,feliti, anco giuſte, ſenſibili I'alto: il tenore le vegetabi
in vece di ammol anco giuſte (Signori sì) per togliere li,il baſſo le innanimate; e muſica ci
a l'occalioni de' ſcandaliemali tanti, careda n'è la natura ,la quale co'i plet
Betcià penitenz , fem & infiniti ;far penitenza inſomma, trodella gratia letocca.Er ecco l'ar
o
tial pegg (ſia conia
i
voni, biſogna dirlo ) i
che verrà Dio,verrà; e ci farà ſentire monia ne rimbomba nella Capella Dan.3.
i Diavolo affatto affare
tutto amoroſo il delicato auſtrino Reale del Creatore . Benedicite oma
rortale . Semento , mieli
tepore di ſua preſenza amica, e fa- nia opera Domini Dominolaudate ,
mifura nelle vendett ?
uoreuole. Che iste ventus adſpirat fuperexaltate eum in ſacula .Mor.
nelle lafciuie:c'e riguare
Oc.Maperſeuerare in peccati,ſem mora il vento ,ftridela ſelua, fa bom
pine ? ſe ilMondo forte pre più indurarſico'l proſſimo; ſein . bo il monte : & è gradito quel ſuono.
pre più collegarſi al Diauolo , ren- Raggia il giumento, rugge il leone,
a Diaueoblbei,roe nonedtatgerlei dendoſi ſempre più abbomineuolià crocida il coruo : & in conſonanza
potr olcoamm Dio ; e che Dio non ſi habbia fem . s'accorda . Diſcorre l'huomo, diſſe .
piu numer più gnrtaa us
e
claminor dell'in , e
fi pre più ad allontanareda noi: ch nó gna ilfine , adopra i mezzi :il con
@ccorre péfarci, che la ragione il di. certonon può eſſer migliore: ina
līma maelta di Dio ,che ode
Of
328 Peccatore abborrito
ode Iddio vn peccatore tra queſti : fecus,quam pifti. Dottrina veratren
oime, che'l tutto à diſſonanza ſcon redegoa d'vn Boccad'oro . Huomo
certa . Signore ſarà per auuentura lo vero faitu qual'è ? vn'huomo rein
ftrepito delle rane di Egitto,ò il rag- plice di cuore, retto nelgiuditio , te .
giare dell'aſina diBalaam ?Nò,dice, inente Dio nella volontà. Homoves
ch'ella è la voce del peccatore quel- rus dicono i ſettanta: fimplex , dre
la , che m'annoia , e non la rana , oi &tus,ac timens Deum, dice la volga.
giumento ,chemidilettano. E non fi gata . Et à queſto modo conſerua.
potrebbe queſta corda aggiuſtare ? torein ſe ſtello di quella fomiglian
si, penfaloiu. Se la ſtiri, s'alza à pic za diuina, che inınagine eſpreſſa
gliarla contro lo ſteſſo Dio con il impreſſe Dio nell'eflere di lui hul
diſcorſo acciecato : [ e l'allenti, s'ab- mano . Queſto è buomo vero diffi .
balla ſotto le beſtie, e le pierre con nito puntualmente dallo Spirito Sã 1
Paffetto ammalignato. Signore la to.Ma fe trauia vn punto,non è più
corda è falſa,non hapiù ſuono à mi- huomo vero,ina c huomo falſo ;pe
fura tagliala dunque,troncala ,coglie roche vn 'punto chetu cogli all'ef
ne da me lo ſtrepito, che troppo ab- ſenza,tutta affatto la ſoggi: che ef
bomineuolem'e vn si factofconcer- fentiæ funt ficut numeri diceil filo Ariff ,
TO . Aufer à me C.Peccatorem C. fofo. Í oglivna ſola vnità indiuifi.
11 Ma adduciamo la ſeconda, & bile à quel numero , non è più d'er
è più dolia , eſſer tanto abborrito il fo ,ina ſi fà vn'alcro .Toglivo punto
peccatore da Dio per il peccato , dell'honeſto al valore , del diritto al
perche con eſſo guaſta , ftrugge la giuditio , di ſchiettezza al cuore ,
bella diuina immagine, che nell'ef- ftrutta è l'effenza humana , e guaſta
fere humano pianto lo ſteco Iddio in tutto l'immagine ; non è più huo
nella creatione dell'huomo primo. mo vero che appreſentivn Dio ;ma
Non è il penſiero si trito ,comeà pri è vn'huonio fallo , che rappreſenta
Pobr. mo ſuono egli pare. In Giob al 1. vna beſtia ,o'd vn Diauolo.Et è luo .
ſeptuag. timens
Eteratpurille fimplex ,erectus, ac mosìfallo,che mancohuomolo
Deum . Leggono i ſettanta . chiama la Diuina ſcrittura, acciò ne
ibid .
Et erat homo verusille . Chiedo à anco nel nome cquiuocamente com
filoſofi: mi ſaprete voi dare la diffi- uengacon l'huomo vero. Protonda
nitione dell'huomo ? Eccola riſpon- filoſofia mitica diSan Gio : Griſoft .
de l'vno . Homo est animal rariona- imparata ſu'ltelto ſagro. Diuina au
le queſta è la diffinitione dell'huo- remſcriptura c. e perciò táto l'ab
movero. Amico ,tu la sbagli à parti- bomina,lo abborriſce .
to . Queſta tua non è tanto diffini. 12 Macõchiudiamo Signori come
tione, dell'huomo vero ,quanto del- la più foda,e più efficace all'affetto .
l'huomo falſo . Senti nuoua filoſofia Abborrifce Dio à lutto ecceſſo it
D. Ioan .
di San Gio: Grifoftomo. Externi peccatore per il peccato , perche ?
Philofophi cum hominis explicat dif- perche il peccato è in fe fteffo vna
Chriſoft. finitionem ,aiunt. Homoeft animal deformità,e à tutto eccello
ibid."in abbomi.
rationale mortale . Diuina antenu neuole. Dilloiu Anſelmo Santo, che
Catena
fcriptura eum diffinit eflc hominem , illuminato daluce ſuperna alla co
Greca. 941 id, quod Deifimilitudinem comi. gnitione di queſto vero , naufeaio
iatur, cuftodiuit : qui vero diuinos ty- ad oggetto si ſchifo , inhorridito à
pos, * notas confundu ,ac corrumpit, vifta si turpe,dite ſtello diceui : che
hunc ne hominis quidem nomine dio ſe da vn canto ti foſle propoſta la
gnatur,e però. lobum illuftrans,pro- bruttura del peccato ,e dall'altro l'ar
nuntiat,ac aicii,cerat homo rerus. ſura dell'Inferno,e di neceflità t'ha
Improbienimſunt falfi homines,non uelli ad immergere o nell'vnat, a
ac
abborrito Per la quinta Dom .di Quareſ: 329
cus,quam pišti. Dottrina veratren nell'altra;priati ſareſti gittato à pio- Santa fede ? e pure inſenſato no fena
de na d'vn Boccad'oto. Huomo bo nell'Inferno , che nel peccato , ti,percheacciecato non ſcuopri.
cro fai tu qual'è ? vo'huomo ſem eleggédori di miglior voglia lo ſtare 14 Ne vi farebbe vno ſpecchio ,
ice di cuore, retto nel giudrio,te. nell'inferno innocente , che viuere che chiaro ti poteffe moſtrare og
ente Dio nella volontà. Homonas peccatore nel Paradiſo : Si bincpece getto sì abbominádorsi,diceilBea
dicono i ſetrania:
ſimplex, ora D. Anſ. catipudorem , illinc gehenna certo Tomaſo da Villanoua. Scopraſi
#jactimensDeum , dicela volga. de fimi- nerem horrorem , neceſſariò vni il Crocifiſo Iddio , chedoue hoggi
1. Et à queſto modo conſerua. licudini- eorum deberem immerge;priù s me in qui fi è coperto d'oſcuro velo , quali
in ſe ſtello di quella fomiglian bus cap. Infernum immergerem ,quam pec- più non potendo ſoffrirel'oggetto
diuina, che inmagine eſpreſſa 109. carum in me admitterem : mallem abbomineuole del peccatore , ſco .
celle Dio nell'eflere di lui hu enim purus à peccaro,innocensger perto potrà moſtrare al peccatore
. Questo è buomo vero diffi hennam intrare,quàm forde pollutus medemo l'abbomiuatione fuafter
pun:ualmente dallo SpiritoSá Celorumregna tenere : Oh oh pec. ſa. Quid magis homini peccatihorro- D. Tho.
e le trauia vnpunxo,non èpiù catori fedeli,venite, correte, e con . rem incuiere potest , quam videre fa. de Villa
vero , ina chuomo fallo;pe fondeteui .Voi,cheper nó fuffrire il lium Deipro peccato incuius patobu- nouafer.
In punto chetu togli alliet diſguſtod'una paroletta da nulla,no lo morientem ,ac terribilem , pallum 2.deAd
ita añarto la ſtruggi: cheef che vn'offeſa dipeſo ; voi , che per pro peccato hominis, Satisfactionem uētu Do
une ficut numeri dice il filo nó perdere il guttarello d'vno ſguar: reddentem ? • grande malum pecca- minis
opli vna ſola vnità indiuif . do , ch'èmomentaneo ,non cheil tum, pro quo talis vltio fir.Affiltariò
quel numero ,non è più d'ef piacere d'vn giorno , non vi curate peccatore in queſto fpecchio , e ci
i fàltvno'altro . reToglivapu nto vn punto d'immergerui nel peccato vedrai iltuo peccato sì horribile,che
De al valo , del diritto al mortale, e priuarui del Paradiſo, e ti fara inhorridir di te ſteſſo . Caccia
, di ſchiettezza al cuore , perdere lo steſo Iddio ; venite, cor- gli ſguardi per queſte piaghe e rico
l'effenza humana , egualta rete, e confondeteui in vedere vn' noſci i colpidelle tue colpe . Egli
mmagine ;no nepiù huo . Anſelmo , il quale più toſto che git- sfornò queſta forma ; egli fueno
ti
che appreſen vn Dio ; ma tarſi in peccato, ſi vuol gettarenelle queſte vene; egli poſe queſto Chri
1110 dfallo , cheolrao.ppEtreſentoa fiamme dell'Inferno;e quando pec- ſto sù queſte forche . Oh bruttura
2,0' vn Diau clau caro , e Paradiſo ,e Dio follero comº dell'anima, che non ſipuote lauare,
lfo , che manco buomo lo patibili, più toſto chepeccare,ſipri- ſeno co'l ſangue d'vn'Huoino Dio.
1a Divina ſcrittura, acciò ne uarebb anco
e del Paradiſo , perde- Oh ingiuria diDio, che non ſi puote
I nome equivocamente co rebbe anco la viſione dello ſteſſo vendicare , che con la morte d'vn
Dio ,
on l'huoino vero . Protonda Dio fatt'huomo.O infinitam auda
Givitica diSan Gio :Grilotta 13 Che ſe l'efempio d'vn'An- ciam peccatoris(conchiude il Beato )
tulelto lagro. Dinita av ſelmo Santo non vi confonde: con- Quis pofttale ſpectaculum peccare
ura O c.eperciò táto l'ab Senec . fondaui quellod'vnGentile.Seneca non formidai? oh temerita beſtiale ,
epif. 12, nelle fue Epiftole . Licet fcirem ho- oh sfacciataggine diabolica del pec
Io óacbbhourutdiiſcaemo. Signori con mines ignoraturos, o Deos ignofci- catore ? Chidopo va tale ſpettacolo
c
da e più efficace all'affettoo . turos,tamen peccare nollem ob pecca- d'vn Dio in carne, sformato ,ſuena .
ce Dio à lutto ecceſſ il ti turpitudinem : quantunquehaueflito appolo in fulleforche per il pec
per il peccato ,perche :
euidenza non che certezza, diceua, caco mortale,non tenie, non inorria
veccaro ein ſe ſtelo voz che huomo alcuno inai l'hauefle à diſce , non -trema di mortalmente
, eà tutto eclcmelolo abbomi. ſapere che Dio alcunomail'haueſſe peccare ?
Foru Anſe Santo ,che dpunire ; ad ogni modonon pecca . is Quefto fu il ſentimento di
da luceoſuperna alla ctoo rei: Peccare nollem :perche:per l'ec. Paolo Santo alli Romani ſcriuen
ceffo della deformità,e fozzura, che do . Quem propofuit Deus propitiato ,
di queſt vero , naufeao
i chifo nhorni
s ſ ,i il peccato ha in ſe ſteſſo ; ob peccati rem per fidem inſanguine ipfius , ad
he turpitudinem . Tanto ſentiua vn Se-
pe, di te ftello diccuc oſtenſionem iustitia ſua, propter re
anio ti ofolle proptorſota la neca nel Gentiliſmo, perche tanto
ſcopriua coʻl ſolo lume della natura .
miffionem pracedentium deli&torum .
elpeccat edall'ailtà l'as Come Paolo Sáto ? Chrifto nel lan
terno, e di necefl t'ha Che doureſti ſentire tu , peccatore , gue fuo propoſto da Dio propitia
re a ael Chriſtianeſmo co'l lume della tore de' precedentipeccatis propter,
smerge è nell'rn , Te remiſe
acle
330 Peccatore abborrita
remifſionem precedentiu delictorū . partito ; & abbominando inte ſtello
Dunque nel ſangue di Chriſto non il tuo peccato abbominato da Dio,
habbiamo il perdono anco de'pec . cacciane con eſſo il Diavolo con
cati commellidopo la di lui morte? penitenza di cuore. Sei anima anco
Sì ,sì che l'habbiamo,maPaolo non di ſalute capace : detelta , deteſtale
ſeppe parlare de' peccati , che s'ha- tue colpe,tiſoluiti alla pace , allho .
ueffero à commettere dopo la mor- neſta, alla Confeflione Sagramen
te di queſto Chriſto ,maſolo de pre- tale; e veramente cotrita , di dì,dala
cedenti, parendoad cílo , che dopo l'interno delletue viſcere al Croci.
il morire d'un figliuolo di Dio in filo tuo Dio ,
Croce à queſto modo fuiſcerato per 17 Ah Dio della mia fede sù
il peccato mortale , non poteſſe più quella Croce adorato , e da' miei fat
capite ardimento in huomo alcuno ti su quella Croce ſuenato . Che di
fedele à mortalmente peccare. Pre pena non merta,chi è deicida?e dei
cedentium dclitorum cida d'vn Dio morto già per amo .
16 E pure , e pure o Chriftiano , re ? Maſe danni il peccatore ,o Si.
è fedele, quante volte hai mortal. gnore chi canterà con gli Angeli
merepeccato dopo adorato per Dio nel Cielo la gloriatua : deh gira ver
queſto Crocifiſſo Signore,quanto me pictofo lo ſguardo;e ſe lo ſguar
volce?oh vn caos,vn'infinito,vn nu- do tuo abbomina in me l'oggetto
mero innumerabile di fragilità , e di deforme del mio peccato : dammi
tuttamalitia .Età che cercarle in te luogo nella piaga del ſeno, doue io
ſteſſo ? numera queſti ſquarci le iniricoueri,ligche pentito ,io nel tuo
puoi, e ne trarraiil computo più ag. Sangue milaui. In queſta in questa
giuſtaro ; che quante volte peccaiti cauerna. In caucrna maceriei romi
dopo la dilui morte , tante volte lo to , ridotto,piango, deteſto, quanto Cani.c.2
ſquarciafti su queſta Croce . E purtoffeli ò Dio , quantoti naufeai. Pec.
hora ſei in peccato mortale ,& at- caui, peccaui, o malum coram re fe- Pl.go.
sualmente mamieni l'odio , l'amor ci . Così non l'hauelli io fario , e mi
laſciuo, ilmal volere, il mall'afictto, fufíe coſtato il ságue, comeè coſta
quale peffimamentecerchi cregui- toà te l'hauerlo da me ſofferto. Ahi
re , & efeguiſci indurato , riſoluto à dolore,come non ti ſento alcuore sì
non pentirtene:neti muoue l'ogget. al vivo, coineal viuo ſentir ti feci à
to di queſto Dio morto ,pendente, queſto cuore diuino ? Non più pece
ſanguinolente? Ahingrato, ah fiera, care, Signore , norire sì più toſto
ah Diauolo in carne . Che aſpetti? nell'auuenire . Pentorni,e più ſem
che di nuouo ti s'aſconda queſta pre mi pento del mio peccato. Mó
Immagine facra, & affatto t'abban- dami tu,e più ſempre mi monda.Et
doni il tuo Dio, affattoti abbomioi, à peccato meo munda me. Riſoluo, e
e ti cacci co'maledettiGuarda,che più sépre riſoluo mai piùmacchiar
sa ben farlo; e meglio che io non sò mi ; rinoua tu retti ſenſi d'vn nuouo
dirlo :e più preſto, chenon fai tu pe- fpirto dentro delle viſcere mie . Et
Carlo : e l'ha fatto con tanti pari tuoi, ſpiritum rectum innoua in viſceribus
con ſentenza irreuocabile d'eterna meis . Così lo faccia il Signore .
morte. Deh prendi,prendipiù fauio Amen ,
ACOVA
336
ACQUA DI GRATIA,
E DI GLORIA
Per il LunedidellaV. Dom . di Quareſ.
Stabat Iefus, & clamabat,dicens: Si quis ftit,veniat adme,
& bibat . S. Gio . al cap. VII.
TAVA Filippo Rè ria;innargentando ilMare;colorane
de Macedoni, quel do la terra : illuminando il culto , il
gran Padre del gra- turto vede , giunge per tutto, e di fa.
de Aleſſandro, pre. ſeggio del tutto alla fronte de colliz
dendo il cibo vn alle palle de Monti, ſulle cime del
giorno alla ſua menſa reale , quando l’Alpi; nel fondo giù delle valli; ſin
(corteggio in vero ,e trattenimento nell'oſcuro de' ſpecchi, non che Toca
di Re) moſſe queſtione a'Filoſofi , to l'ombra de'boſchi;anzi che fio
che gli faceuano all'intorno corona, ſotterra,non che nel cupo del Mare
qual coſa foſſe in tutto il Mondo con la forza, e vigore de' ſuoi influf
maggiore. Fù di parere il primo el. li . Onde aldıleiparagone, qualà:
fere ilmonte Olimpo d'altezza tá: petto di gran Gigante il Monte
ta , che foruolando a' confini della Olimpo e vn nano ; quafi che in
sfera del fuoco , ſpira quello fpirito mezzo d'vn'Oceano nouello pic
gentile , che inſuperbito della Coui- ciola conca d'acqua l'Oceano anti
gliezza ſua ,Idegnaſi di ſeruire allico raſſembra. Ma ditutti queſti ar
Plso mortali reſpiri; onde libero , franco fai meglio filoſofando il quarto con
d'ogni torbolenza di nubi , d'ogni ſentenza da ſcriuere a'caratteri eter
cimbombo dicuoni;gode mai ſem . ninel bel mezzo dell'vno, e l'altro
prechiara la Serena faccia del Cie. emisfero , diede la corona dimag.
lo; gufta mai ſempre dolce l'armo- gioranza al cuore humano. Valo ,
niolo concerto delle sfere ſuperne. pozzo ,voragine di ſeno dicapacità ,
Diffe il ſecondo , che queſt'honore di tiggiro cosi cupo , si vafto , im.
era all'immenfo Oceano di ragione menfurabile tanto , che vi ſi perde
douuto , che quali cara nodrice , l'Olimpo ; ingoiato l'Oceano vire
bambina in grembo s'accoglie , la ſta ; vi ſi naſconde la medelima luce;
Certa turta ; e perle poppe de'fonti : non l'empiſce ogni ampiezza ; af
per le pupille de zampilletti tanti le forbiſce ogni altezza; vis'affonda il
Atilla , e le ſpruzza alle labbra delle profondo l'abbiſlo vi fi fobbifla .
fiorice fponde indeferuibile il latte Circonferenza deforme che non ha
degli addolciti liquori ; onde à vi- centro:centro moſtruoſo ,che la cire
fta di lui ilmonte Olimpo fembra conferenza ſua ftella abbraccia: ter
per appunto il ciufferio ;che in ſulla minato infrà li termini ſuoi incredi.
fröte s'innalza della terra ſteſſa fan. bilinente iocerminato : finito trà li
ciulia . Alto fece il terzo per labella contini proprij, in intelligibilmente
luce del Sole ; come quella , clre più infinito : parte incfplebilmente vo.
d'vn'Argoocchiuta , piu d'vn Bria- race, chemangiandoſi il tutto , ad
reo bracciuta ; auuiuando le Stelle ; ogni modo non sfama : picciola
Imaltando ilCielo;riſchiarando la portione dell'Vniuerſo, cheuct
l'Unie
ío
TE 2
332 Acqua digratia , e digloria
uerfo intiero capendo, dallo fpatio raicula alcuna. Signori iola figaro
iiumaginario non è capita. Siche così . Cammina yn pellegrino di
tutte le creature mondane frà ter. mezzo giorno ſereno.colà d'Agoſto
mini della natura empire , e fatiare per vna campagna , doue frondoſo
Bo'l pollono nelle ſue voglie , quan.ramo non c'è c, he ombroſo ſcudo
cunque in infinito s’andafleromol. gli faccia.contro le morſicature del
tiplicando: onde ſe queſti v'aggiun- firio cane;onde per mille piaghe de"
geua per ſorte , che lolo Iddio ,Be pori apertidella ſua carne dentara ,
øe per eſſenza Infinito, è quegli,che gli ſcorre il bianco ſangue d'vn'ab
empiendolo di ſe lello,co' ſuoi gra- bondante ſudore; quali fe fonti più.
tuiti doni lo può fatiare , certo che coſto , che piagite chiamar voglia .
ſi poteua ben forſe diſputar più for- mo , marauiglia diremo, che ſcore
tilmente , ma non già meglio deci- rendogli di più ruſcelli all'intorito
dere la queſtione propoſta . Et oh della circonferenza del corpo , egli
che bene , oh che benehoggigrida nel centro del cuore tutto s'arrabbi
adunque il Signore dall'Euangelio di ſete . In eſtremodunque affetato
Stabai lelus, o clamabat dicens: coinınınando , arriua in fine ad vn :
quis firit veniat ad me, bibat. Chi paſſo, doue alla deltra iſcaturiſce in
fitibondo fitroua,volti à me il pallo, piano vna fonte gentile ; & à finiftra:
e beua ; e di quali acque , ſe non di iſcorre giù in pendente vna precipi..
quelledella gratia in terra; ſe non di toſa fiuinara :quìla ſponda eriden
quelle della gloria del Cielo? Certo te ; là rugginola è la riua : qui d'her,
che importantiffimo auuiſo all'hu- bette è veltita ;la ſpelata corrofa :qui
mano genere noſtro , che Gtibondo la forgenre placida amorofamente
cerca oueſatiare il calore nella mi- gorgoglia ;: ë là ſdegnoſamente laz
ftica ſete delle ſue voglie ; e non è rapida corrente iftrepitare fiſente ..
per trouarlo , fe laſciate le fonti de Mira ilfilibondo l'vna , e mira l'al
naturali mondanibeni , caduchi , e tra; e bilanciatele ambedue co'l ſuo
temporali, alle diuine della gratia, e biſogno ,il piede volta della fiumara
della gloria ei non li volta . Son per alle riue : ginocchione ſi mette, car
moſtrarlo · Signori nel mio diſcor. pone poícia vltimamente diſteſo , e
fo :e diſtintatrouandomi ſu'l prore . con la faccia s'abbaſſa, e con la bos
guirlo la ſete miſtica humana in ca s'accoſta ,e con le labbra ſi pofa .
naturale,e morbifica; dopo che del- sù diquell'acque correnti. Alzati ,,
la naturale l'haurò inoſtrato , della grida chi'lvede , ch'egli non è poſ.
morbifica ancora porrollo in chia- Tibile , che iui fi ſcuota la fete ; eri
ro , ſe mi preftate vdienza ; cionda volandoti à deftra , beui dell'ac
capo . que di quella fonte : non vedi ,
2. Cantaua Dauide yn giorno che le del fiume ſcorrono veloce
vna bella canzone al 61. Diuitiali mente . Veggo beniſſimo , il pela
Pſali 616 affluant , nolite cor apponere S.Am . legrino riſponde, che l'acque del
broſio vi legge. Diuitiæ fifluant,no- la fiumara veloci.ſcorrono, onde
lite cor apponere :Preſtami orecchio mi dò adintendere , che allelabbra
correndomis quella fete mi caccia
à mondano , dammi vdienza ò Giri
bondo voglioſo; ſetuvedi,che que. ranno, la qualeardédoini quali che :
fti beni caduchi, le ricchezze , per vn nongibello in leno , l'acque po
eſempio,acque rapide fono, lequali chelà della fonte,aciò , che parmi,,
yanno velocementecorrendo,non baſtanti non ſarebbono ad ainmora
ci abbaſſare co'l cuore, ch'è la bocca zare. Eh ſciocco,ripigliail primo:tùs
dell'anima, con penſiero di cacciata vediben sì che ſcorrono , ina non
teno la fete,perchel'accerto non fa conſidericomeCraſcorrono ; -siche:
Del
Peril Lunedidella Dom.V. di Quaret. 333
figuro hel rapido corſo loro sfuggédoi frå vi la ſece: quomodoveniunt,fic trana
Runo di labbro ,e labbro,non ne potrai aflor- feunt,etrecedunr:Dunque dobbiara
d'Agoſto bire quanto che ti biſogna , c quel voltarci alla deſtra à bere dell'acque
frondalo poco difficoltoſamente così , cheti della gratia,ch'eſſendo -acque di fó .
lo ſcudo ienda maggiore , coon minore la teſtabile , laſciano, che à fuo piace
cure del fete. Oh queſtovolea dire Dauide: re il litibondo ne beua; Aqua ,quă 10:
aghe de Diuitia 11 fluant , c.Se le ricchez ego daboei, fiet in eo fons vira , lo
Hentata , ze , ſe l'acque di queſti beni caduchi feffo Chrifto diceua in S. Gio. al 4.
d'vn'ab fono correnti fiumare', non t'abbaf- fin tanto poiche s'arriui à bere la sů
fontipiù fare à berne,che non ti cacciaranno delmare dell'eternagloria '. Mare
voglia la ferie. Ma,Dauide mio ,fe corrono , non amaro, ma dolce, e dolce qual
e for in correndo non ci correranno alla manna aſcoſa ; Vinceniidaba
ntonio bocca ? Ah dice quì Ambrogios. na abfconditum :Mare ,che non pa.
Vides quia fluunt,non vides quia tiſce fluſcio , e rifluſcio mobile , &
rabbi præterfluunt;tů vediben si cheſcor- inconftante ; ma di fermezza dive.
etato rono ;manon conſideri , come tra- tro , ma di ſtabilità di criſtallo ', im.
vo fcorrono . Vede ben sì l'auaro che mobile,inuariabile ſi-ripoſa quieto :
ce in le ricchezze corrono rapidamente Mare vitreum fimile Chrystallo : e
iltra hor'in borſa di queſto , hor' in borſa perciò di queſteacque beuendo l'a loan . À
ecipe di quello ; ma non conſidera come nima fitibonda ſoddisfatta à ſua vo
idea traſcorrono ; che lofto queſto falli. glia non è poiſibile , che la molesti
'hce. fce, quell'altro vienerubato , aſſaſ- più ſete ; cheperò ſi quis firit C.
ai qui finato ; e l'vn ', e l'altro in quattro fal- 3 Ma sù chebeuailmondano del
vente ti ſi riduce alla morte più ſitibondo Vaqua di quefti benicaduchi, & à
ze la : chemai. Vede ben si il ſuperko,che piena bocca ne beua entro un gran
18 . gli honori corrono rapidamente vaſoà bell'agio ; ad ognimodonon
Pal hor' in pugno di queſto , hor'in pu- cacciaraſti la rete, e cacciaraffela ro
fuo gno di quello ; ma non confidera lo con l'acque della gratia' , e della
ara come traſcorrono;che hoggi queſto gloria . Parla il Rè Profeta al ſuo Sie
car è fcaualcato dal competente , e s'in.. gnore al 15- e dice: Adimplebis me
), e tiſichiſce affrontato ;domaniquello Tertia cum vulturuo : dele&tationes:
OS cade in diſgratia del Prencipe , efi in dextera tua vſquc in finem.Io fac
012
cófuna accorato ; & in quattro ſalti cio conto , che beuuto ch'egliheb .
ig, I'vno , e l'altro ſi conduce alla morte be dell'acque di queſti beni terreni,
f. più ftibondo chemai . Vede bensì gli diceſſe il Signore:Bon proti fac
ci il ſenſuale,che i piaceri carnaliſ go- cia , òDauide:e benecometitroui
de, eli ſtimabeato in terra : manon tuconſolato che refrigerato , che
conſidera , che hoggi queſto cade ſacione gli ardori delle tuevoglie ?
Cea in -on letto appeftato dimorbo,cliè Eh Signore ,riſpoſe Dauide: hò più
el contagioſo ; doinanil'altro è all'im- fete che inai, tento più ardore,che
ela
prouilo ammazzato ſotto quella fi. mai: Adimplebisme leritiacum vul
petra , in quei contorni . Eh fluema tutuo: all'hora all'hora potrò id dire
pra funt,quæ miraris (conchiudeilSan . d'eſſere conſolato,refrigerato àpie- Plissa
to ) quomodo veniunt , fictranſeunr, no, fatio nella fete dellemievoglie,
che
O recedunt : fono fiumare, fiumare ch'io beua dell'acque de vostribeni
tutti queſti beniterreni :rapide fiu- gratuiti,allafonte della preſenza vo
>
inarc,che in fcorrendo,traſcorrono ; itra diuina , pergratia in terra , per
ni, ondesuggendocitrà abbro, elab- gloria in Cielo :Adimplebis, adim .
I bro dibocca, à quelmodo che ven- plebis ,& c. Piano Dauide vn poco :
gono allo dello purpallano, ſenza nont'hà ſeruito di coppa- lMondo
che bere tátoſenepoffancheci can, con ilgran valo deglihonoriz.delle
rice
334 Acqua digratiæ , e digloria
ricchezze , delle potenze reali , de' vultu tuo: e per tanto: ſi quis fitita
diletti , e piaceri di Berſabea , con li 4 Ma.vegniamo di gratia più alle
quali ti ſei potutoſoddisfare ne'cuoi ſtrette, inrigoroſa dottrinale punta
Capricci,ſcapricciare ne’tuoi deſij? pigliando di punto il punto . Eco
e qualcoſa trouitù d'auátaggio nel. Ia èqueſta ſete del noſtro cuore vo
l'acque de'beni miei , onde quette , gliolo ? Signori, molte volte è vna
e non quelle t'habbiano àcacciar la lete, che ſi può dir naturale ; molec.
ſere ?El coſa vi croun òSignore: De volte è vna fete,che ſi può dire more
lectationes in dextera tua vſquein fa- boſa ; e della prima ordinatamente
nem : queſto è quello , che d'auan parlando, ella è quell'appetito co
taggio vi trouo . In temporalibus bo- mune, che portiaino dal ventre di
Hugo, nisi ſcriue il CardinalHugo) dele- noſtramadre d'eſſer contenti, d'el
Cardin . Etationes quædam funt,ſed,non vſque ſer felici, ebeati. Deſiderail mon
in finem ,quia in hac vita (emyer gau dano inondani beni;defidera lo fpi
dium noſtrum ſequirur dolor ,com- ritualebeniſpirituali; cutraè vnale.
nis delectatio amaro fineterminatur: te iſteffa : tutto è vn'iſteſſo appetito ,
in dextera autem Dei, delectationes. che contentezza, vorrebbe , felicità ,
vſque in finem , quia in vitaeterna: Beatitudine. Dunq; fi ſpegnerà que
nec gaudia in marorem , nec delecta ſta ſete , s'appagarà queſt'appetito
tiones in dolorem mutari poflunt. Se quando chearriui à bere alla fonte
beuo nella tazza delMondo, ſento di quella Bontà , dell'acque di quel
full'allaggiarlo prima vn popò di Bene , ch'è l'oggetto , ch'è l'atto ve
contento , vn popò di dolcezza, vn racemeate intelo dalla potenza. In .
popo,dicefrigerio , egli è vero ;ma tendenci, voilo ſapete, che cosi pare
le nel beremiauuanzo,el.nel calar fa il fatto in tutte le creature ancoin .
del bicchiero , trouo fubito amara ſenſibili. Metti la terramaeſtoſamé
feccia difele ,noioſo ſedimento di tea ſedere in sù del Trono più empi
abfintio , che mi cuoce la viſcere , niente del conueſlo lunare; nonri
che l'aniina mi conturba,mercè del pola, none contenta fin tanto che
le gelolie , de' ſoſpetti ,de' timori , ſi troui , benche proftrata vilmente :
de'perigli, della cobba , honore, e boccone, ſu'l pauimento del centro
vita : de 'malanni occorrent; de' ri. dell'Vniuerſo: Aſſenta il fuoco à co
morſi di conſcienza , de’timorid'e. uito sù della terra con l'eſquiſite im
ternamorte,ch'iovi ritrouo fu'l fon bandigioni dell'eſche più elliccate,
do : Intemporalibus bonis Oo Maw e ſottilinon s'appagå,non conren
le di.voftra mano io bcuo ; Ob dele- to in tanto che ſi troui, benche ri
Etationes in dextera tua vſq; in fine, dotto à rigoroſo digiuno ,lotto del
vfquein finem : dolce io ritrouo illi- concayo del primoCielo.Introduci
quore nell'aſſaggiarlo nella gratia l'aria poſaramente a dormire in riti
prima: dolce nell'auuanzarmibeué rato appartamento di ſotterraneo )
do nel voſtro amore : dolce nel ca. ſpeco , oue nube non la conturbi >>
Jar del bicchiero , accoſtandoni al. oue il vento non la commoua', oue:
fine di queſta vita con la ſperanza tuono non l'affordiſca ; non s'ac
della ſalute : e dolce finalniente poi cheta ,non è contento ſin tanto che:
ioſin’all'vltima goccia nella gloria fi troui, benche frà continue trepia
del Paradiſo ſon perguſtarlo ;ſenza core procelle, ſoura delbaſſoglobo 1
MON ,
342
MONDO
INGANNATORE
Per il Martedì della V. Dom . di Quar. 1
forto d'vn tauolato ritrouarai il va. notce: Velut fomnium oc. Così dice
no d'acciecare cauerne.Cerca là do. Ambrogio Santo. Cognouit impiorã
po li Cieli; e quali che dopo vna ſce- fucceijus in hoc feculo fomnýellefimiz
na ritrouarai il nulla dello ſpatio im- les,non veritatis,quorum emolumen ,
maginario. Fà, che quellideponga- la tamdiu videntur elle , dum dor
no le finte vefti, e poſticcie di que- miunt.Vbi edormierint fomnum ſuā ,
fte eſtrinſeche denominationi mó- qui videbantur fibi potare , iam in
dane,e logicali accidenti,e trouarai, tiunt; qui epulabantur, efuriunt;nibil
che fono doi meſchinelli delli co folidum ex ifto fomnio,perfectumque
muni figli del vecchio terreno Ada referentes. Vedete ; ſtanco dalle die
mo, alle miſerie in vita , alla corrot urne fatiche il bifolco ftende il rug .
tione in morte ſgratiatamente rog- ginoſo fiancoſu'l nudo campo; ne
getii. Ahiinganno del Mondo, ahi così preſo ha racchiuſe le ſpinoſe
ineſchini di noi crediamo far da palpebre,che rufla ftrepitoſo addor
douero , erappreſentiamo in come- mito , ſembrando, che nel racchiu.
dia. Nulla c'è di ſoſtanza, tutto è ap- derſile porte de ſenſi eſterni, s'oda
parenza, e bugia. Non lo credete à lo ſtridore de'cardini rugginiti. Sal.
Paolo:Praterit e. Non lo credere tano al ſuono amico i fantaſmi à
à Griſoſtomo perſona & c. credete. miſcuglio. S'accordano all'inganno
lo almeno à Seneca , che l'interecol di quella ruſtica mente ; & ecco fo .
lume della natura: Omnium iftorum gna ; e ſogna, che dimaeſtoſa toga
perfonala C. veftito, sù d'alto Tribunale aſlenia .
3 Ma parue poco à Dauid il rito , litigi termina,reſcriue à Popoli,
durre l'inganno del Mondo all'in . Città gouerna, Stati: che à conuito
ganno d'vna comedia; onde colà ſedendo, trà gli arneli più ricchi, trà
ne'Salmilo riduſſe all'ingano d'vn le armonie più care , gufta i più aca
P1: 7. loguo. Pelutfomnium furgentin Do. conci bocconi, i più loaui vini lam ,
biſce,
Per ilMartedi della Dom U. di Quareſ. 345
biſce , faporeggia gl'intingoli più ahi che tardi, ti piangono, ſi ricono .
delicati . E G mruta la ſpecie; e rima- ſcono,che ubiedormierini o C.
neggia ricco vn trouato teſoro : e G 4 Dunque non ci ſi dà il Mondo
cangia l'immagine ; eſta danzando ingannatore à godere più che in
feſtoſo auuenturato ſpoſo di bella, vna fantaſtica viſione ? tanto , e non
nobile Dama: oh contentezze; oh più, e così ancora alla sfuggita , che
godiinenii beati. Mache? à vn pun bene ſpeſſo ce ne toglie l'oggetto in
to , à vn punio mentre gli pare di ſu'l più bello del ſonno. State meco
Starfene godendo il ſommo delle digratia. Hoc fcio a principioſi legge
grandezze, e de'piaceri, gli dà dva in Giobbe) quo polituseft bomo super
calcio il giouenco , che gli è vicino; terram , quod laus impiorum breuis lobc.20
e fuegliato ſitrova irà itracci ſoliti fit. Leggono i 70 quod letitia impio. Transl.
auuolto, in ſull'aratro pofato , ſemi- rum breuis ſit . Fraſe, che à ceſtino : 70.
nudo,pezzente,litibondo,affamato, nio di dotto ſpoſitore dellepagine Valaq. 7
ſotto vn ferente croftume di polue , ſagre,ilquale da peritiſſiini Rabbini epift. ad
e di fudore:e le glorie, ele delicie di in lib .Radicum il deduce , rende Philip.
pria ? Ahi che l'inganno d'vn ſogno dall'Hebreo. Quod latiria impiorum c.3. per.
ſe l'ha portate. Queſto, queſto è l'in . ad inftar pauorum fic. Sai su qual'è il 8.adnot,
ganno,colquale c'ingannail Mon- goder de' mondani? qualè il goder I.morah
do,niferiaddormitiche ſiamo.Crc. de'pauoni. Adinftarpauonum eff. 1.2.4.
detelo àmeSignori,anzi à Sát'Am- In due ſenſi ciò fi può intendere;
brogio per ſentimento dello Spirito Primo qualè il goiere dello ſteſſo
Santo Velutfomnium oci Cognouit pauone nello pauoneggiarli lui ſtef.
impiorum Ci Felice queltogato fi fo: godere,chein vna breue ruota fi
ftima,che maeſtoſo à ſedere litroua chiude; in yn fugace ſtrido finiſce .
(u'l Tribunale d'Aſtrea, arbitro fatto Secondo quale e il godere, che dà il
delli più graui interefli della vita ci- payone à chi li fa ſpettatore delle
uile. Auuenturato quelCittadino , Lue penne. Del primo altra volta di
che opulento ,che ricco , pollente G cemio: hora al ſecodo in'appiglio ,
vede aviolentare co'l denaro il vo- Signori che fail pauone in queſto
glio de' più oſtinati,e reftij.Conten calo ? V dite Plinio . Gemmatos las
to l giudica l'impazzitod'amore , datus expandit colores aduerfo ma- Pli.li. 10
che arriua à porre ardimentora las ximefole,quia fic fulgentiusradianı: cap . 20,
mano , oue traportolliàporre diſor. fimul' vmbra quoſdam repercufus , Hist,
dioata la brama; c dormono, e non quiin opaco clarius micani, conchata
lo credono ; e ſognano , noſe n'au- querit canda. Incontricolà il pauo.
ueggono. Ma che licoglie d'yncal- ne;e mentre il iniri,lo ammiri,& in.
cio fatale all'improuiſo la morte , a ' cominci frá te ſtello à lodarlo : che
fiáchidella quale preli gli hà il ſon pompofo;che vago;che ricco d'oro ,
no della mottal loro vita; Surge, qui di luce, e di colori. S'auuede accor
dormis: e fuegliandoſi al giorno e. to l'eccello,che v'impieghi lo ſguar .
terno:ob ad vn puntoſi trouano fen- do, che v'impegni il peliero; &am
za toga in vn Itraccio di lenzuolo bitiofo,che vi perdi inſieme l'amo
rauuolti, dal conuito, que incaloriti te , diſpiega in giro il riguardeuole
Codeuano, fu'l feretro irrigiditidifte- oggetto delle tue piume : oggetto ,
a : le ricchezze tutte , tutti i piaceri che ti raſſembra vn Cielo , d'occhi
ſuaniti, di paſſaggio à ſcura tomba inille ſtellato ;d'vn'ltide quali la dif
trà le ceneri, trà i vermi, trà li fetori: fi viua viuamente abbellito . Formia
e quelle felicità, quelle auuenture, yn Cielo, per dare ſperanza ,à chi
quei contenti dipria? eh per ſogno, l'ama,di farloin eſobeato:figura le
per ombre,peringanniallbora
(ma Atelle i occhi,perſollecitargli
Xx ama
ad
1
346 Mondo ingannatore
amare con mille fguardi il cuore : po,tiprometre menti a l'eternità del
l'Iride vi dipinge , promettendo in godere. Che ſe iui appaiono vniti
fluffi di pace ; e tutto ſtende in giro affanni, ftenti, e perigli; aſtuto ei li
per aſſicurare iuieterniigodimenti, diſpone, quali ombre nella pitcura ,
eipiaceri ; e poſto à mira del ſole , onde folgoreggianti più ſpicchino i
piega, incurua conca la coda , acciò luminofi colori de lumi ſuoi. E tu
tra l'ombre , ei lumi la bella pompa mondano à queſto paſſo che fai ? ti
più rubi, più innamori.Gemaios O c. daiper vinco , et'abbádoni all'amo
c chi può nó amare vn'oggetto così re della Corte, della donna, dell'in
amabile , così corteſe?manon si to . tereffe,della roba : oh bel vedere , e
ſto s'accorge ,che vi hai l'affetto al- piacere:ah , & il Mondo pauone in
lacciato,che, omnes in aceruum con- fu'l più bello del vagheggiare , tutto
7trabit pennarum, quos (pellarigau. raudolge in vn faſcio , e te loruba
Plin . det ,oculos;conchiude l'iſtello Plinio. dell'occhio.Perdi la gratia del Prin .
Hift. Inuido ingannatore chiude quegl' cipe,e del Padrone, e re la porta l'e.
Ibid. occhi invn mucchio,fà di quell'Iti mulo competitore : ti toglie la don
de vn faſcio , ſtringe quel giro cele- na con gliſguardi l'affetto , e ne fa
ate in lungo ftraſcino, e cãtando co'l voriſce quell'altroche tiè riuale:ri
grido le ſue victorie;ſitira,quaſi che' uolta la corrente il denaro ; e te la
trionfante in coda ſulla terra à di- ſciando in fecco , s'affonda nell'al
fprezzo con quanto in eſſo amavi,le trui fódo ; baftagli hauerti inuiſchia
tueſperanzeingannate, li tuoi amo. to: del reſto èi non vuol manco, che
Cri deluſi ; non tilaſciando manco con l'occhio negodi; e tirando trió
goder la viſta del bene , che ti pro- fanteil lungo ſtraſcino ſulla terra à
miſe.Omnes in aceruum oc. Così il diſprezzo de'tuoi fperati contenti,
pauone ſi porta có chi lo mira,l'am . trale baſſezze, le geloſie, le miſeric
inira;e ſe n'innammora . Ah Mõdo, canta le ſue vittoric , col farti tratte .
Mondo : pauone ingannatore. Hoc nimento , e fauola de gli ociofi. Oh
Jcio à principio , quo pofituseft homo dicalo la ſperienza , fe taleingando
ſuper terram , quod laus, quod letitia del Mondo qui può negarli Hoc
impiorum breuis fit;ad inlar Pauo fcio,hoc fcioàprincipio,quo poſreur est
num . T'incontri in queſto Mondo homo fuper terram , quòd laus, quòd
naſcendo , e mentre il ſenſo lo rico . Teritia impiorum breuis fie :ad inftar
noſce, fimuoue à ſtupirne la mente, pauonum .
e la lingua à celebraclo fi ſnoda : s Che ſemi dice quì alcuno ,che
che ponipoſo nell'honore , che va . queſti beni mondanihanno la loro
go nella carne , che ticco nel de realità , & in cófeguéza verità mag
maro . S'auuede accorto il mali . giore(perche omne enseſt verum ſem
gno , che berſaglio del tuo ſguar- condo ilmetafiſico )maggiore dico ,
do egli è fatto , checentro del tuo che non ha la comedia , ilfognio , c
penſiero egli è reſo ; & ambitio. P'apparenza fugacedelpanone, on
Yo d'elere anco del tuo amore la ca. de non può con elli táto ingannarfi
lamitaslasfera,ſpiega pauoneggian- ilMondo, chenon ſe ne goda qual.
doſi in giro il tiguardcuole oggetto che coſa di reale, e divero: io riſpo.
de' vanti ſuoi . La Corte con le ſue do, che tanto hanno di reale , di ve .
glorie ti ſembra vn Cielo, in cuibea- ro, quanto ne diede loro il Dio con .
reti pofſi:la donna con liſuoiſguar- ditoredel tutto ;dellaquale realità ,
di ti ſollecita ilcuore con millepun verità à maggiormente ingánarci
te: legême,gli argenti,e glioripen- li fetue il Mondo . Che ſono queſte
nelleggiando ti vanno vn'Iride pa coremondane ? Chiedetelo alVer
cifica; etutto moſſo in giro dal tem , bo eterno ,che ne fu già l'artefice
Lu .
Per il Martedidella V.Dom.di Quareſ. 347
Prou.8. Ludensin orbe Terra um ſcriſſeco- farci.Bell'inganno,direte, ma è caſo
Derf. 30• là il Sauio . Sono vo giuoco, che gi finto ; Signori si quanto alla copia,
rando G fà quì fulla terra.Che giuo- che qui ne hò tratta; mà quanto al
Philo. co ſpieghilo Filone Hebreo l: 'er- l'originale , d'ondeio l'ho copiata ,
Hebr.li. bum Divinum choreas in orbem duo ella e veriffimaſtoria. Signorile ſa
qd Deus cit ; quod vulgus hominum fortune lone è queſta macchina elementa.
lit im- nominal. Il Verbo Diuino nella di re , eceleſte, entro la quale per di
murabi. fpofitione del tutto ordinò di que- fpoſitione diuina fanno danzando
lis. He coſe mondane vn ballo : ballo , ie ricchezze, le grandezze,e bellez
che dal volgo de gli huominimon- ze,e fanno il balio della fortuna. Lue
dani,ingannati dal Mondo viene dens o c. Verbum Diuinum Oc. En.
chiquiato fortuna.Verbum diuinum tra quà l'huomo totalmére ineſper.
Oc. Immaginaccui Signori , che vn to , e tocco all'occhio della nouità
Araniero , il quale non ſappia cofa dell'aſpetto ſi ſente cominoſſo il sa
alcuna di ballo , entri colà in vn (i gue. Et ecco il Mondo ingannatore
gnorile falone , one à concertata ar- vna delle ballerine gli caccia auan
moniaſi ſta danzando ; ſtupiſce, ne ti,che gentilmente l'inuita alli ccafi
ſapendo , che ſia, iui ſcopre le bel. chi,a gradi,a' fenfuali piaceri. Oh
lezze fiorire,folgorcggiar le ricchez: fortuna,dice nel ſuo penſiero, ſe fa.
ze , pompeggiare legale : onde dal norirmi voleſſe,comefè quelloche
nuouo oggetto rapiio ſente pizzi. dinulla fece tanti milla d'entrata :
carli il cuore dalle appetitoſe fue che dallo ſtraccio arrivò alla porpo
brame.Et ecco bella,ricca ,pon po ra : che dalla caccia paſsò ad efter
fa dama ſi troua à fronte, chegan- l’Adone della Reina diCipro.Vede,
tilniente à danzarel'ouita . Oh for che ſe gl'inchina colfacilitar de’di
tuna,dice,ſevoleſſe efter inia: vede, fegni:mira , che gli porge la mano
che profondamente à luis'inchina; con occaſione opportuna;e promet
dunque , dice , per fuo Signore mi tendo il tutto , qualche Aretto in
chiede: mira che gli porge la mano: pugno, ſi laſcia condurre in ballo ,e
dunque, dice , mi promette la fede. mercanta, e pretende , e l'amore ,
Sileuadunque, la prēde, e nel mez- Ma laballerina quì il laſcia,ſe ne di
zo al ballo condotto laballarina il lunga con le difficoltà , có gl’intop
laſcia, e da eſſo lui li dilunga ; e qui pi, con gliaccidenti contrarij ; sfug.
comincia la treſca : ella fugge,fe ge il guadagno ;sfugge l'honore, e'l
quei la ſiegue : ellatorna , ſe quegli diletto ;manonmai tanto lontano,
volta,ma nonfugge ella maitanto , chel'inuaghito deſperi nonpoterlo
vn giorno arrivare : onde di
che quegli ne dilperi l'hauerla : ne cella
mai ritorna ella inmodo chequegli con lungo corſo ſeguitlo.Volta ,egli
arriua à poflederla. Cosi dalle ſpera è vero , 'al volta fatio , e quaſi quali
zeirretito ſi diſtrugge , el'incalza ; e pentiro:ma il guadagno,ma l'hono :
doue mille volte, l'hà à fianchi cóle re ,eldiletto volta anch'egli, e fa
cadenze , mille volte anco vede, che moſtra ,che s'acuicini; onde con
fe gli toglie da lato con le mutanze :nuoue ſperanze à ſeguitarlo ritor
che ſarà ? nota ,che ſe gli aggira al.na:edoue mille volteſtima d'entrar
l'intorno: horsu eçcola ionainorara contento nel poſſeſſorio ; vede mu
farfalla preſa al la me del mio ſguar.tarli d'vna capriola la danza, emille
do :fe in'infuoco , io la ſpenno ;ma volce teſtarſene nel petitorio.Che la
quando crede vederſela caduta a rìsnota,che ſe gli aggira all'intorno,
picdi,fattogli vn bell'inchino, vede, quafi innamorala farfalla , con ino
che l'abbandona,e pianta nel ballo, HrarG l'acquiſto ſempre epoſſibile,
Hi a'lui e facile con cheil mnefchino più s'ins
Xx 2 fua
348 Mondo ingannatore
fuoca à pennarlo co'lproprio ardo- iteſori,gli applauſi,i piaceri? Flores
te: e s'ingolfa nelle mercantie arric fuerunt verni; pere exacto emarcue Di
ſchiato; e ſi caccia nelle pretenden runt omnia vmbra erant ,o praze
ze ſtracciato;es’auanza ne gliamo rierunt:fumuserant, o ſolura Junt:Chrifoft
ti sfrontato: ma quádo crede veder- bulla erant,o dirupaté lunt:arane& tom . S :
fela caduta a piedi , con bell'inchi- erant , o laceralæ funt. Erano fiori,
no abbandonato ſi troua piantato in eccoli infracidit!: erano vn'ombra ,
ballo, con lemanipiene di moſche, eccola (parita : erano fumo , eccolo
fallito,deluſo,ebeffeggia o Oh bal. diſſipato: erano bollori d'acqua, ec
lo ballo di fortuna quanti inganna coli euaporati: erano tela d'aragna ,
ti ne pianti tutto l'anno , per ciaſcun eccole dilacerate. Tanto rinfacciaua
giorno, d'hora in hora:e fe pure adi- Griſoſtomo ad Eutropio , e táto rin.
uiene,che alcuna volta queſto ballo facciaralli à te, ò ingannaro monda
di fortuna non ricf a in ballo di piā . no , quando la comedia finiſca , ſua.
tone ; và à riuſcire in ballo di ruba. niſca il ſogno , la ruota del pauone:
tello ; poſciache preſa alla inano la s'affaſci, e liritroui nel ballo , ò pian.
ballarına di quell'honore, di quella taco , o rubato e de'fiori infracrditi
toba,di quel piacere acquiſtato ; ec- non ti reiterà che'l puzzore de' pec
co vn finiftro accidéte , ecco l'infer. cariconimefli : e dell'ombra (parica
nyità ,ò la morte , che te la ruba di non ti reftarà , chelo ſpauento della
braccia Ludēs óc.Verbü Diuinã elc. giuſtitia diuinae del fumo diſſipato
6 Dunque che facciaino noi tuc- non ci cetterà che'l tormento d'una
til teftimonio di Chriſto ch'ètetti- pianto amaro : e de'bollori euapo
monio irrefragabile. Quia egotefti- rati, non ci reſtarà che la torbidezza :
monium perhibeo de illo , quod opera dell'animo appaſionato : e delle te
eiusmala ſunt,c la ſperienza non la. lc d'aragna dilacerate , non ti seſta
fcia luogo pec dubitarne manco a rà che l'intrico della conſcienza age
miſcredenti ; e con ciò tutti non ne grauata . Mercè che ingannandoti:
reftiamo ſgannati. Ahi peſiiino in- il Mondo in queſta , l'inganna pec:
ganno , che ci accieca alla luce, che l'altra vita , portandoti ad cternas
al vero ci iſtupidiſce; e ciechi, e ftu- dannatione . Sauio', fete n'auuedis.
pidi alle rouine ci tira. Allhora poi ( auio , ſe ci prouedi, eben farebbe
ci ſi aprono gl'occhi, ci ſi ſgombra hora mai tempo te n'aimedeſli o
la ftupidezza , accioche inoftridan , Chriſtiano , & auueduto viprouedeſ
ni vedendo, che le ſciagure noſtre ſi. Riſoluiti à perdere vn non nula
intendendo, più ci accori il dolore , la co'l Mondo per guadagnare il tut:
più ci martirizzi lo ſcoppiacuore . to con Chriſto.Si,che non è più che:
Viueua Eutropio vna volta fauorito vn nonnulla quel puntiglio,quelſen
dall'ImperadoreArcadio ,c trà i mó- timento , quell'intereſe, che olti.
dani intereili credeua d'haner: tro- natamente ſoftenti; vn maladeiro
uata , è ſperaua trovare la ſua felici- nonnulla , che mettendoti trà ſcon
tà . L'auviſaua S.G10:Griſoſtomo di tentiin queſta, ti porta ftà maladetti:
quell'inganno ,e creder non lo vole, nell'altra vita :
ua;perche egli era acciecato ,perche 7. E.voglia voglia Dio, che per
egli era iſtupidito. Et ecco perduta maggiormente ingannarti queſto
la gratia del Principe, caduto in -m1- lupo delMondo , non ſi veſta con
ferabile ftato ;purtroppo ( matardi) manto di pecora conformea quello..
riconoſciutolo , rinfacciauagli po- Qui rement ad vosin veſtimentisom
fcia il Santo Dottore in vnadelle uium , intrinfecus autem ſunt lupira
Lue prcdiche: Doue,doue, Eutropio, paces: Che non ti vefta ,diciainola,
lono ituoi vanti pallati jiConſolati,, di zelo di giuftitia, di preceſto dita
gione
Per il Martedidella Dom . U. di Quareſ. 349
gione giuridica ,econ ciò ti mante: cetto di carità ; per conueneuolezza
ga infleſſibile il voglio , facendoti di Chriſtianità . E ſerbando equita,
credere vir:ù di conftanza quello , farà Dio giuftitia con queſti tali , ſe
che forfe è vitio di durezza . Ma à non diqueſti, d'altri loro peccati :
Mat.7. fructibuseorum cognofcatiscos;di- che Influs Dominus,o iuftitiam dia
'ccua il Saluatore :vuoi tù chiaritte lexit,aquitatem vidio pultas eius. Pfal...
ne è Chriſtiano? guarda ciò , che ne E quì Signori facendo la ſolita ele
fiegue : fe benedictioni, ò maledi- moſina,cócedetemi il ſolito reſpiro.
cenze : ſe carita , ò maleuolenze : ſe
buonieſempi, ò ſcandalı: fe ferui- PARTE SECONDA .
tio , è ſtrapazzo diquesto Dioie
quiui potrai argomentare, fe e dal 8 ilMondo in queſta
Cielo ,ò dal Mondo . Ohneceffe eft, C 'Inganna
vita Signori,e quel ch'è peg
Maith . Di veniant ſcandala: egli è vero; ma gioc'inganna per l'altra vita . Ele
1& Dailli , per quem fcandalum venit , di ciò vogliamo vna molto viua fi.
Guabi a chi n'è cagione ; guahi à chi gura, prendiamola da quella Storia,
douendo , e potendo deciderli,non che ci racconta Aimoino . Guerega
li recide. Guabi, ve ; che à giudi- giauafi colà trà franchi,& accampa
tio de' SS. Padri importa eterna dan ti inemicidel Rè Clotario in vnas
natione , Padre , poirei, inanon rafa campagna , dall'inhdie hoftili
fonoobbligato a laſciaruidel miodi Scuri ligiudicauano. Ma nonvi è
mia ragione.Sia così; ma lamano al poſto in guerra ,che all'infidie milia
petto , alle paſſioni, à gli affetti,ch ' tari non dia ſoggetto. Landerico ,
entro vi bollono; & auuerti,che per ch'era del Rè fanciullo il capitan ,
non laſciarui vn popoco del tuo , fa . Generale entrò dinoite in voarelua
grificandolo à quelto Chriſto , che frondofa ; e secili dalle pianie più
per te fagrificò le fteſſo su queſta boſcute i rami più verdeggianti,gli
Croce ; non vi lalei perduta l'anima appeſe in modo al collo de definic .
per tutta l'eternicà . Tù ſei huomo, ri , chę fotto d'effi finaſcondeuno
e canco mi baſta d'haverci conuin- e caualli , e Caualieri . Se queſte li
to ; e poi tù confefli che puoi : puoi poteſſero dire armi imboſcate,ò bo
leuare tante offeſe diDio , puoi iin- fclri armari , io no'l sò dire:sò bene,
pedire tante perdite d'anime , e non che a questo modo riſtretrele truppe
lo vuoi :che farà queſto Chrifto di in vvamobil ſelua,auuioſſi contro a
te : degl'interni tuoi, e del corpo ,e nemici; e ne reſtò la natura forpree
dell'anina? Al figlio di Dio Cro fa dall'ingegno dell'arte; ne inten
cifiſſo per l'offefe fatte alcuoPache, deua,couie verdeggiaſſero gli albe
perſaluce dell'anime noſtre , con beri , che non G ficcauano forterras
iantinfamia , con tanti dolori? po. tortuofe radici ; e fi mouetkero con
tiamo, potiamo leuar’offeſe , e fal progresſivo moto le piante , lequali
uar’anime;& habbiamo ardire à di- pure non v juono, che d'inſenſibile
re , chenon vogliamo? tioppo m' vita; e ſeitaimburri, e le trombe,
inorridiſco : jo mne ne lauo le mani ; che per comando del capitano am
nó vorreieſſerdi queſti perquáto no mutirano ,fi follero ſonanti vdite,
vorrei eſſer de condannaci in eteri haucrebbe itinatoal ſuono di quelo
no . Saluaraffi quell'anima,che po- le rinouellare lemarauiglie antiche:
vendo faluar'anime le laſcia gie pera della cetra d'Orfeo . Vegliavano in
dure ? io non lo cedo . Oh non des tanto le ſentinelle fedeli delle genti
ue; & jo dico ,che deue . Deuere accampate , acciò falubre: ilſouno
non perrigore digiuititia,perragio- dormite il campo turco ; e'tra chia
ac di cquita. Deue ſe nop per pre- 10 , e ſcurodeldi naſcente ſcoperta
( 350 Mondo ingannatort
la verdeggiante boſchina , ſtupirno dell'appetito concupiſcibile.Main
che'l giorno auanti non ſi foſſero felici diſcorſ : tutta fi trattiene in di
punto auueduti d'haverla cosi vici- ſegni la noſtra vita ,e cicoglie in 1
na . Douqua lo Itupore con la pru cauti il neinico af pūto della noſtra
denza ammogliato generare vnma morte . Cadono quafi frondoli ra
( chio ſoſpetto d'ordita frode ; ma mile ricchezze, e ſpiccano le ferra
adulterando colla traſcuraggine, n " tc punie dell'ingiuſtitie commeſſe
hebbe abbortiua femmina d'vn'al- nell'adunarle: ſparifcono quaſi om
legrezza di poterui trouar foraggi, e bre gli honori , elampeggianole ti,
fonti, ombre , e quiere , e godere rannie vfate nel poffedcrli: dilegua.
nella guerra gli otioſi ripoli dilunga noi diletti , e'l virore del ſeolo di ca
pace .Infelici difcorſi, dice loftio- gia nel palloredel fue eſtremo:fuo.
Aimoi. fico , che dum vigiles hos inter fe fe- co , fuoco gridando i rimorli della
runtfermones
1.3.6,81. ruerat condenſa, ſyluaque prius appa- conſcienza accuſata , inaugurando
,decidentibusramis, l'Inferno à cante colpe douuto. In
fronde quidem rariffima ; ed armo, ferno, che tanci poſcia ſprouilti ſor
rum nicorevidebaturdenfallima.Ce: prcfiingoiaeternamenteperduli: Iere.c.si
Simuldi. Mentre trafcurati difegna- Caſimulti,Cefimulti,e podiana dire
no iui ripoſi, e piaceri , l'inganna- co ilProfeta.Percuſſit cos leode ſylua.
trice felua s'accoſta : cadono irami, 9. Ma con festimento più nobile
eſpiccano ferrare lancie: ſpare la ci ſi ſpiega nel Sagro teſto si fatto in
fronde, & içimicri frondeggiano : ganoo . Guerreggiaya Abſalonne ,
fuaniſce l'ombra, e campeggia l'aci e li pofc àcauallod'vn bizzarrillimo
ciaio ; ecangiatoil viroce , chein-
fingeua la pace, nel pallore guerrie.
mulo: Sedensmulo.Affidarſiad vn 2.Reg.&
mulod SereniſſimoPrencipe,in té- 18 .
ro dell'armi bianche , ſangue, fan- po di così graue periglio ? Anzi ri
gue gridauano le turbe aitalitrici > fponde , questo è per trarmifuorid
inaugurando l'ionaffio al lauro dele ogni piglio. Alla fine è una mala be
Ja vittoria . Victoria, che facilmen- ftia , ereltia . Sì , ma ſireggeanch
ce ottenuta delli ſorpreſi (prouilti , ella co'lfreno . Il freno è ferro ,
ne laſciò ſtero gran numero tagliato vorrebbe eller ragione. Balta ſiara.
à pezzi.Signori queſto è il calo no- gioneuole chi lo maneggia . Eles
ftio . Noiguerreggiamno accampa- rapporta sboccato ? Lo (proneacu.
ti qui ſulla terra : mille volte l'haue- to e vn gran Maeſtro . Ma vnafol
te vdito dalla Sagra Scritcucás . volta , che tracolli, è ſpedita . Otsu
Millia , eft vita hominis fuper io la voglio così . Oh come l'Altez :
terram ;e capitan generale dellino . za lua la riduceal voglio,il diſcorſoe
Ari nemici può dirſi il Mondo. Cer- finito . Solo mi reſta auuiſarla , che
ca questi ingannarci , cogliendoci vn mulo , e va voglio , fono vna ma
trà'ſ chiaro , e fcuro del inal'auue la compagnia,c le male compagnie
dutohumano aquecimento ,e copre dice il Prouerbio ,conducono l'huo .
l'arıni nemiche con il frondoſo vi. ino alle forche. Ob Dio . Riceue
rore degli apparenti beni di queſta vn giorno la rotta , e credendo ſal ..
vita . Veghano il fapere, e volere uarli ,il mulo trapportollo ſotto una
ſentinellefedeli del campo tutto del quercia;intricolli la capigliera trà ra.
laniina ; & all'apparire del lieto og mine sfuggendogli la caualcatura di
getto nulla badando alle frodi, pre- lotto , appuroappunto iui laſciolio
fe dallo ſtupore , & amore , iui diſe . appiccato : Cum ingreffus fuiſetmu- Ibidiver
gnano delle ricchezze i foraggi, bus fubier condenſam quersum ,adeft fic.g.
fotto l'ombredegli honori i ripoli; caput eius quercus; O illo fufpenlo in
allefreſcure defenfualidiletti l'otia ter cælum ,terram , noulus cui in
Gideon
Peril MartedidellaV.Domenicadi Quares: - 357
cederat , pertranfiuit . Ahi mulo, ahi te finiftro , d'vn' mal'incontro , d'
Mondo ingannatore ? ahi Abfalon . yna di quelle male contingenz : 3
ne, ahi mondano ingannato . Guar- quali ogni giorno vediamo .Crede
datiò mondano dalMondo , grida colui ſaluarfi sù dal mulo del Mon
lo Spirito S.e perche percheMüdus do ; e litiga, é contraſta, e s'aiuta có
1. lo. 2.'eranfit , e concupiſcentia cius: pere la giuſtitia, con le amicitie , e fauo .
che palía,sfugge con la concupifcé. ri ;& il mulodel Nondo con una
' za tutta . Palla,sfugge , replica qui morale neceſſità lo trapporta ad in
l'antico DrogoneOltieoſe, e ſai co- tricarfi nella roba, nell'honore, nel
me ? come sfuggi di ſotto Abralon la vita del proſſimo; & intricato ,che
ne quel mulo . Pendet Abfalon per iui l'ha dilintricabilmente ,gli sfug .
Drog.cia comam capitis fui, o mulus,cui in- ge di fotto con vna morte improui
tat. à Ve debat , transit,quia mundus tranſit, fa , & appiccato iui illaſcia in ſulle
lafq.in ' o concupiſcentia eius. Senti . Tú " forche dell' eterna dannatione .
Pbilipp. guerreggi in queſta vita , ò nionda- Mundus tranfit.Mundustranfit.
6.3. perſ. no ; gia te l'ho detto : & in queſta c . Pendet Abſalon , c.
8.adnot. guerra cotti pericoli grauiſſimi di 10 Ahi Inferno , ahi Inferno ? Se
4.4.6 . perdite temporali, & cterne: e che apriſli le rugginoſe tue potte per vn
fai? ti metti à cauallo del bizzarro popoco , e quantiinnumerabilmen-.
mulo del Mondo; ftabilendo i piedi ic di queſti appiccati ne tieni con
de' tuoi affetti in lulle ſtaffe de gl'in- gli occhi del ſenſo , quì rauuifallj .
terelli di carne, eſangue . Fratello mo, che ſgannati reftareſſimo di
non tifidare del Mondo . Anzi, ti tanto inganno? e quanti,equanti di
fpondi, il Mondo co' ſuoi fauori , e quelli, che conoſcenti ci furono,vi
poſſanze, è per cauarmifuora d'o. ſcoprireflimo,che indeplorabili ſto
gni mala occorrenza di queſta vita . rie la loro perditioneinganneuole
Alla fine è vna beſtia , è un mulo , ci contarebbono ? Più e; tanti ,
che ti farà vpa burla.Sia come ſi vo- tanti iui beſtemmiare vdireflimo ,
glia,egli Gi regge co'l freno della po- portati alle forche eterne dal mulo
litica . Eh ? freno di politica : freno , del Mondo, sì, ma non in fella , ma
ch'è paſſione, non è ragione : focus non in groppa , vuò dire non ſulli
Joan.s. Mundus poſitus est in maligno. Ba- proprij,ma su gli alocuiintereſipal
fta, che ſia ragioneuole ,chi lo ma- tioni, e ſentimenti. Vede colui,
neggia; e la paſſione al douere s'ag- che ilparente hà il corto , e che l'in
giutta. E ſe trapporta sboccato in terefle l'accieca;maperche gliè pa
intrichi di conſcienza ? Non v'èpe. rente , chiude gliocchianch'egli , e
ricolo, che lo ſprone acuto del ti. li fà cieco con eſso ; e montando in
mor dell'Inferno è un gran caualle- groppa agl'inrereili medeſimi, con
rizzo , per tenerci diritti in ſtrada. erro corre alle diaboliche forche .
Ma vna fol volta che per accidente Conoſce coſtui, che l'amico deuia
traccolli in morte,è ſpedita per ſem- dalla ragione, e che la paſſione il
pre . Orsù , queſto è un penſare alla traſporta ; ma perchegli è amico ,
ſtrada , e deuiaro
peggio. Io la voglio cosi. Ohco. cſceanch'eglidi montandoin
metų la riduci al voglio , nó ci è più ne và con ello , grope
che ſoggiungere ; folor'auuiſo , che pa alle pallionimedeſime; con ello
ſeguendo vitturino il voglio , full corre al diabolico laccio . Toccano
mulo del mondo , tiri dritto all'ho- có mano alcunidi quel Conſeglio ,
fteria del Diauolo , per reſtacui pene di quel Collegio,di quell'adunanza
dente per inſegna appiccato. Eh nó di molti, che o la giuſticia, la prudē.
ſi crede. Ma quando meno li ci za almeno, d la faccia dell'antece
penſa,G riceue la rotta d'vn'accidé dente , odalmeno le peſſime conſe,
qura
352 Mondo ingannatore
quenze, cheneconſeguono richie- vita ? ahi fedeli, perche negare co
fatti quella fede, che ſi profeſa col
dono , che li deliberi qucfta , enon
quella deliberatione , la quale da al- cuore ? Deh arreſta il corſo ò mon
tci è impugnata, che ſentono diuer- dano: (monta dall'ingannatore giu
famente ; maperche queſti hanno mento , Quia epera cius mala luni:
forza d'attraere , attracre ſi laſciano prendi la ſtrada ſicura :tientia'Chri
nel conſenſo con elli; e montando ftiani conſigli, c tira ad ell , re puoi,
in groppa de' ſentimenti medeſi- anco il proſſimo tuo , e ſe non puoi;
mi, con elli corrono alla diabolica abſcinde cum , proyce abste; quc
forte. Dunque per il collegi, per fto Chrifto ti dice : ffaccati da eſto ,
l'amico , per il parente io deuo pe- e ſentimenti ſuoi, che non è l'Infer.
ricolar l'anima'mia Ateſsa eterna. no luogo da laſciaruiſi condurre
mente ? per compagnia . Di ciò tutto l'auui.
11 Ahi ſangue Diuino prezzo ina ſa, ti priega queſto Dio , con la ſua
finito d'vn'anima così poco prezza. diuina parola per eterna tua ſalute ,
fo : ahi piaghe bocche ſdegnoſe , e ſe vuoije ſe non vuoi, farà à qua mag
querule ditanto male: ahi Chriſto gior perditione . Dio te ne liberi.
perche morite , per chinon vuole la Amen .
LA
351
L A
PREDESTINATIONE
Per il Mercordi della Quinta Domenica
DI QVARESIM A.
Quesmea vocem meam audiunt, egrego cognoſco eas , esmu
ſequuntur me, conc. Ioan.10.
VVIENE Signcri, ineandri nellaberinto di Creta non
che vn peregrino ſi aggirauano . E non diremo noi ,
verſo della ſua pa- che quetto tale deue patir di ceruel
tria s'auuia , e così lo ? e ſe auuernico del fallo da voce
ben ſi vedesù d've an:ica , la quale toſto ilminaccia ,
na ſtrada indirize che ſouraggiunto dal.a notte impro
zato,che per eſſa camminando à di- uila, verra da crudeliffime fiere colà
rittura, non può egli far di menod' dentro aſſalito, e diuorato, con tut.
entrare ſicuriſſimamente nella ſua to ciò ci non voglia ritorre il pallo
Terra, ſcorgendo benche lontano, dalmal'intraprelo cammino ; non
già la porta diquella di proſpettiva. lo dareino noi per affatto impazzi.
Già già può dire d'hauere il piè lul- to dacatena : Hora dite , Signori,
laſoglia, e ſpirar l'aura della caſa peregrini fiain tutti noi,che s'auuia
paterna : d'vdir'i dolci ſaluti de'ca. mo verſo la patria noftra del Para
fi amici, gli affettuo fiapplauſide' diſoje già così bene ſulla ttrada del
ſuoi congionti di ſangue: già può la SátaRomana Cattolica, & Appo
far conto digodere le carezze del Atolica Fede , la mercè diuina liamo
genitore ; guitar'ıl giubilo della ſua indirizzati , che per eſſa camminan
madre; veder le feſte de' pargoletui do à dirittura nell'eſercitio dell'o
ſuoi figli; del genitore , che co'lpa- pere Christiane,non è poſſibile fac .
terno bacio ialulla faccia gli cada ; ciamdi meno d'entrare ſicuriſſima
della ſua madre , che di tenerezza mente in quella Terra felice (cor
amoroſa a giubilante viſo ne lo rie- gendo noi , ſe ben lontano ancora
pia ; de' pargoletti , i quali con ani. già la porta di proſpettiua. Hac por
mate catenedelle lorbraccia, quaſi ia Domina : lut intrabunt in came,
gioielli d'amore gli ſtejno pendenti Già già potiain dire d'hauer il piè sů
in collo ; compatendo la fainiglia la ſoglia celeſte , di ſpirar l'aura em
tutta , ma lieta a'ſuoipaſſati ſudori, pirca , ch'è à noi paterna : d'vdite i
e compiacendoſi della preſente dolci ſalut de gli Angelici (pirii no
quiete:quando che ſpinto da non sò Atri sì cari amici ; gli affettuosi ap
quale curioſità capriccioſa,torcendo plauti dell'animne bcate noftre con
fuori à finiftra in foltiſſimo boſco da giunte diſangue:già potiamo far có
ſe medeſimo fi caccia, doue più nu . to digoderlecarezze del Gepitore
meroſi iriggiri de' ſentieri Ipinoſi, Giesù, gultare ilgiubilo della Ma
fià macchiedenfe , & ofcure fiven dre Maria ; godet le fette di quelli,
gone ad incontrare, che tortuofi che ci furono figlifpicituali: del Gesi
Ditore
134 La Predeſtinatione
nitore Giesù , che fulla faccia cica della Predeſtinatione diuina ; e nel
da co'l paterno, e dolce bacio della ſecondo all'incontro quanto ſtrica
gloria della MadreMaria ,chedi ta , chiara,e ſicura ſiala ſtrada della
Paradiſine tenerezze amoroſa co’l fede con l'opere chriſtiane per arci
giubilante fuo viſo ci riempia ilſc. uare all'eterna ſalute. Che leado.
no : de'pargoletti, che con anima. gnimodo oſtinato alcuno non vor
te catene di riconoſcimento , & a- rà il pallo titorre dal mal'intrapreſo
more gioielli pretioli di Paradiſoci cammino, erinuiarli ſicuro ;diamo.
pendino dal collo al cirore, compa- lo poi per affatto impazzito , e da
iendo ma lieta culta la Celeſte Gie. catena, e ſon dal primo .
Tuſalemme à noſtri patlatı ſudori, e 2. Egli è vero, che in Dio atco
compiacendoſi feftoſa della preſen , puriflimonon li danno atti d'intel
te quiete . Et ecco fpinui alcunida Ictto , ò volontà inftà di loro, ò dal
non sò quale curioſità capriccioſa , l'eſſenza di lui diuina realmente di.
torcendo fuori à Guiliia, s'intricano ſtinti; ad ogni modo non fi può di
entro al foluiffimo boſco della Pre. Predeſtinatione aggiuſtatamente
deſtinatione Divina , doue più nu- diſcorrere ,fenon ponendo frà quel
meroſi i rigiri de fpinoſi sétieri del- li diſtintione forinale almeno per
de dinerſe opinioni ſcolaſtiche, ità intelletto , con ordine di priorita, e
macchie denſe , & oſcure di ſeicen . pofteriorità , non di duratione , ma
to quafi che dilli inſolubili difficol. d'independenza, e dipendenza , è
tà viri vengono à numerare , che più coſto di naturale intelligenza: &
tortuoſ meandri nel laberinto di eccóui ſu’l primo paſſo intricato il
Dedalo non fi ſcorgeuano . Enon boſco ; perche ſe bene la più comu
diretto noi,che queſti tali di ceruel. ne quetta diſtintione di varij inflā .
lo patiſcono: Di queſti furono quel ti diragione concede, non manca
li dell’Euangelo corréte , che Diſce. no però Cattolici Scolaſtici , che
poli prima del Saluatore ſtádo nel non l'ammettono.
la diritta via della ſalute incaminati, 3 Ma ſeguitando la traccia di chi
all'vdire dalla bocca di lui la teulo. l'ammette , eccolo fubbito in cento
gica propofitione profonda, Nemo parti diuiſa, in mille macchie intri
poteſi rapere ae mana Parris mei ; cata . Chi ponela Predeſtinatione
coifero coſto à finiftra entro dei principalmente atto dell'intelletto
bofco della Predeſtinatione loddetu diuino , e chidella volontà : chile
ta , & intricati là per le macchie , mette in Dio auanti la preuiſione
cred'io delia gratia fofficiente, & ef. dell'original peccato , e chi dopo:
ficace miſeramente perduti fi ritro. chi fa ſimultanea la noſtra con quel
vatono . Ma oh Signori ſeguitarete la degli Angeli, chi la diſgiunge ;
voi forſe le fuiate pedate di queſti chinon vuole predeſtinati gl'Ange
fcemi auuertite, badate, che ſoura - li per li meriti di Chriſto , e chi li
gionti dalla notte improuiſa di mit vuole : chi li fottiene predeftinati
le oſcurillimi dubbij , verrete dal per li meriti della Paffione preuiſta,
le crudeliffime fiere deſperatione, e chiper altriattrahenti: coſa mira
& ereſia aſſaliti, e divorati. Ma ac- bile per fino dello ſtello nome liti
tendete pur'anco cheper fare com , gano. Aliri deducendolo dal verbo
pitamente l'officio divoce amica , millere : altri dal verbo ordina,e,al 1
hoggi ſon per moſtrarui nel primo tri dal verbo proponere , & ftatuere.
luogo quanto intricato , oſcuro , & 4 Ma non ſono queſti gl'intrichi
periglioſo all' humano intellerto maggiori. Entrano tutti i Cattolici
nella vita preſente, ſia queſto boſco per yn cammino , e dicono , che
Dio
1
Per il Mercordi dellaU. Dorn . di Quareſ. 355
Dio di volontàantecedente vuole , modo non hanno tutto ciò , ch
che tutti ſi ſaluino. Vule omnes ho- è neceſſario per poterli ſaluare ,
mines faluos fieri;ma appena inoſſo e così vanno dannati ſenza lor
il primopiede, chi và da vn canto , colpa. Riſponde quella , che non
shi và da vn'altro ; ſoftenendo vna è neceſſaria per parte di quelli, che
parte eſſere queſta propria volitio. non s'hanno à faluare , baſtando
ne, e mantenendo l'altra non eſſere per eſſi l'eſſere ſoffizientemente e
valitione,mavelleità . letti alla gloria , così ordinar loro
s Cheſe vogliamo pur dire,che Dio nella prouidenza ſura Courana.
inre fi vniſcano alfine , o in modo curale ſofficienti mezzi per acqui
loquendi la diſcordia loro li troui ; ſtarla ; onde ſe vanno dannati è
mouere di nuouo il palfo ,che bipar. tutta loro colpa , non reprobanda
Lito il cronate . Per lo prino ſentiero gli Dio poſitivamente alla pena ,
và ſentenza famoſa , che auanti la fe non dopo preuifti i loro pec
preſcienzaaſſoluta d'ognimerito ,ò cati. Ma è ben neceſſaria per parte
demerito fra i tutti , che Dio vuole di Dio , che gli hà à faluare , perche
li faluino , alcuni tiano ſtati dalui prudentemente operando ,non po
efficacemente, egli altri ſolo foffi trebbe ordinar loro nella Predeti
cientemente alla gloria eletti ; in nationemezziefficaci à faluarfi, fe
modo che infallibilmente tutti ipri- prima effi:acemente no haueſſe lo
mi ſiſalueranno , ſi come tutti i se to preuiito il fine della ſalute. E qui
condi infallibilmente ſi danneran- facendoſi forte la prima argomenta
no ; quantunque e quellili poſſano comuto della ſeconda. Dio da à Pre
dannare , e queſti (aluare , non fa- deſtinati inezzi elficaci alla falute :
cendo loro Dio giuſtitimo, & ot dunque preintende loro ancora et,
tiino in cioplito o di corto, o divio ficacemente il fine della ſalute ; al.
lenza alla libertà loro . Ma per lo trimente non hauerebbe proceduro
fenciero ſecondo và ſentenza con- da quel prudentiſlimo agere per in.
fraria cgualmente famoſa ancora , cellerto,che d'eflere non può man ,
che dopo la prima eletrione ſofficié, care .
ce comune; & eguale à lurti, Dio 6 A queſto paſſo , chè graue ,ſi
non habbia eletto efficacemente al. tripartiſce in tre vie il ſecondo fen
cuno alla gloria , li come nè repro . tiero. Chi và per la prima, ſoſtiene,
bato pofisicamente alla pena eter. che può prudentiffimamente Iddio
na ( che queſto è chiaro ) ſe non dopo d'haucre tutti ſolo fufficiente
dopo la pieſcienza allolutade'me. mente elecci , preordinare ad alcuni
riti , ò demeriti di ciaſchedug . mezzi,non di natura loro,ma divo .
Se la pruna ſentenza oppone ſcrisa lontà ſua diuina efficace, co' quali ,
ture alla ſeconda , ella le ſpiega dela quantunque con libertà pienidima
la volontà amecedente, non con . di ben'vſargli , ò nò ; ad ognimodo
fequente . Se la ſeconda oppone infallibilmente cooperado alla gra
kcritture alla prima; ella le intende tia ti ſaluaranny, e queſto dice eiſere
della volontà erequente , e non gli Predeſtinati, ordinando à glial
predeftinante . Dicela ſeconda al. ii mezzi ſolo lufficienti, coi quali
la prima, che da quella polition potrebbero faluari, fe ben yiar ne
vno dei due ha da ſeguire : ò che voleffero , coine potrebbero, quan
quella elettione efficace ante preui- tunque di fatto vlandone male, in
la merita è pofta di fouterchio , co . fallibilmente li danneranno, e que .
menon neceffaria alla ſalute : ò s'; ſtidice ellere gli Preſciti . Ma chi
ella è neceſſaria, inon elctci à quel per la ſecoudaYy
via cáinina
2. ,non
lendovon
356 La Predestinatione
lendo diſuguaglianza alcuna auan anco la prima del ſecondo ſentiero
i la preuifone de'meriti,mantiene, ſteſſo , perche le altra Predeftinatio .
che Dio ti come ha tutti vgualmen . no non fi dà , che l'vltimo decreto
te fofficientemente electi alla gloria, digloria dopo li meriti preuifti, il
così a culti dà fofficiente , ò per dir numero , l'armonia ordinauiffima
meglio bafteuole gratia per acqui de' Beati in Cielo ſarebbe acciden
ftarla , e dopo preuniti meriti, ò des dentale, come nó preinteſa da Dio,
meriti , decreta ò la gloria , ò la pe- coſa che di quella cotanto atmoni
na ; onde altra Predeſtinatione non ca , e vaghillima Città è difdiceuole
riconoſce , che queſt'vluna elettio à dirli , come che diſdiceuole fa .
ne alla gloria dopo li meriti preui- rebbe il dire in terra ancora , che il
Ai;la quale da tutti neceſſariamen. numero , l' ordine, l' armonia do
te s’ammette , come chiara di fede. vna Republica non foſſe ſtata pre
Per queſto pare camminino i Padri inteſa da quelli , che la conſtituiro
Greci, in ciò pero derelitti dalla co-
no , ma per accidente riſultato ne
mune, che predeſtinatione alla gra- folie. Niega con tutto ciò queſta
tia diſtinta dall'elettione alla gloria ſeconda edere il dedotto diſdi.
non può negare . Reſta qui la terza ceuole cofa : ma eſſendo negati
via ,che àchiarczzamaggiore mi ua datacon troppoardire, reſtanel
riſerbo da vn canto . Et ecco queſte le ſcuole notata di mal'odore . Et
due vie delſecondo ſentiero adin- ecco ſalca in piedi la terza via , che
trichi frà d'elle.Se oppone la ſecon- laſciammo riſerbara da yn canto , e
da alla prima,perche non vuole in- mettendo alcuni Predeftinati con
tendere , chauendo Iddio vgual- mezzi efficaci al modo della prima,
mente tutti ſofficientementealla il Precurſore ,gli Appoftoli, che sò
gloria eletti , voglia poi predeſtina- io ; falua il numero , & ordine de
re alcuni, & alia no, ſenza che me- Beati ne' più principali preinteſo da
riti , ò demeritic'intrauengano pre- Dio,e laſciandoil rimanente al mo.
uiſti priini;e di ciò la ragione richie. do della ſeconda,dice che poco im
de ; & eccoci più che mai à gl'intri- porta , che più , è meno poi riſuiti la
chi; perche à riſpondere Gi rediuide inoltitudine de'faluandi; li come
in due parti queſta prima . Per l'voa pare , che l'ordine, e numero de
fi niega eſserci alıra ragione, che lo Magiſtrati ſij preinteſo dal Coftitu
ſtello diuino volere, che ſibi eft ratio tore della Republica, e poco impor
Per l'altra ſi concede eſſerci ragione ta , poiche più , è meno rieſcala
di congruità,non ſolo in vniuerſale, Turba de' Cittadini . Sentenza pe .
ma anco in particolare , per la quale rò, che in tutto non è bene vdia, e
Dio predeſtini queſti ,e non quegli: ſente anch'ella ingratamente allee
ma queſta parte viene più toſto à gl pari,ſpiegandoſicon termini, i qua
imbrogli , e ritripartita in tre lati ſi !! poco s'accorda :10 co'lanu Padri ;
vede: per lo primo quella ragione ſi e queſte ſono non tutte , ma parte
aſegna,perlo ſecondo li motteggia delle intricate diuiſioni, e ſubdiui 1
quali che con tiinore , ma non li al fioni, che nel ſecondo diquei due
ſegna: per vltimo li conchiude cf- primi ſentieri vengono à ritrouarſi,
fere aſcoſa in quelliincomprenſibi- il quale mette l'elettione efficace al.
ligiudicij,de'quali dille l’Appoftolo. la gloria ſolo poftpræuiſa merita ..
Ad Ro- Quam incomprehenfibilia ſunt iudi- Ne vicrediate, che ne vada co'l
ma. 11. cia cius , Ginueftigabiles via eius. mieglio il primo ; peroche oltrealle
Ma contro la ſeconda via del mede . primiere difficoltà accennate , le
Gmo ſentiero ſecondo. s'oppone quali ſono ditanto rilieuo , che le
bene
Per il Mercordi della V. Domen. di Quar. 387
bene vengono ſottilmente tratta minatione è morale , e non fiſica .
te,ad ognimodo fanno ſudar la fró . Si pace certo : le è morale ſolo , co
te à quelliingegni, cheMoſtriancome è infallibile l'atto , che ne confe
della natura per ammiratione ven- guita ? eh riſpoſte tutte , che dotta
gono titolati d'auantaggio ,hauendo mente foſtenrano l'opinioni, inano
poſta quella prima electione effica- è poflibile però appaghino l'intelet
ce alla gratiaanie prauiſa merita ; to: oltre che gli vni, e gl'altroin ſpice
mette poi d'accordo si la predeſti- gare quella gratia, quell'efficacia ,
natione delli mezzi efficacià con- quella congruità per diuerfime
Seguirla ;e quelli che a queſtomodo ftrade camminano,tanto che fanno
fono preordinati alla gloria ,chiama il boſco per questo ſentiero non me
Predeſtinati . Ma quitorto fi viene no intricato ,& oſcuro di quello fia
à centraltı grauiffimi. Altri metten- per l'altro , miſchiandoſi in ambe
do l'efficacia della gracia nella fiſica due vna quaſiinfinitàd'altri dubbij,
predeterminationedella volórà no queſtioni, difficoltà , la vuò dire a
itra . Altri in certa congruità di luo- pertamente in queſta vita a queſto
go, tempo, & c. ne' quali Dio per la noftro intelletto inſolubili, ineftri
ſcienza ſua , che dicono media , sà , cabili , ineſplicabili .
che'l preuenuro in tal modo libera- 8 Ma quello , che fà l'intrico
mente ha da cortifpondere , quan- maggiore è, che i Sani Padri guide
tunque poſſa non corriſpondere . inftituite dalla Sapienza diuina à gli
Chiedono queſti a quelli , fe la vo . intelletti noftri , acciò non errino,à
lontà noftra viene dalla gratia effi fenuino anch'eglino diuerfamente
cace , fificamente predeterminata , frà loro , ò parlano ofcuto tanto ,che
come ſi falua la libertà ? Chiedono in varij ſen li interpretare li poifono,
quelli à queſti: ſe non viene fiſica come di fatto in vacij fenli vienein
mente , come ſi può determinare , terpretato il dottiilimo S. Agoſti
efendo per le medefimnaindifferen- no, ſe pure in diuerfi tempi per ſene
te ! Queſtitipondono , cheSigno tieri diuerfi egli non è camminato .
ra degl'atti ſuoi ha potere per deter. Quei quattro Luminari poi della
minare ſemedem . Riſpondono scologica ſcuola l'Angelico S. Tho
quegli , che relta libera , in quanto mai , il Serafico S. Bronaucntura,
puo non operare in lenju diuifo, quá. P'Irrefragabile Alenfe,il Sortiliffimo
tunque non in fenfu compoſito : ma Scoto hor in tutto , hor in parte fan
come può determinare le medelt no diger le vie , e così la moltitudine
male non ha moto , ſe non è moffa? de'Scolaſtici, hora glivni , hora gli
Come ſi può dir libera per il ſenſo altri ſeguendo, inirabilmente fi mi
diuifo , fe quello non gli dà più che fehia , e fi confondo; tutti,e ciaſcu
indifferenza pallina? Che diranco no da ragionidifeſo .
quelli à San Paolo ſe loro propone: 9 Hora egli è vero , che i Santi, e
quis te diſcernio ? che diranno queſti ſcolaſtici Cattolici fe bene per lo la
alSauio , ſe loro eſpone, Deus poſuit birinto di queſto boſco cammina
2. Cor.4 . Hominem inmanu concilifand ſco . 90 , con tutto ciò ſicuri n'eſcono ,
municato è Pelagio, dicono i primi, mercè che humil ( limi feruédoſ co
[ comunicato è Lutero , dicono i le- medifilodelnon plus ſapere , quam
condi.Noi ſiamo con la gratiacó- oportet ſapere, e mantenendo l'intel
tro Pelagio , riſpondono i ſecondi. letto in caprinitatem fidei non per
Noi ſtiamocon la libertà,riſpondo- dono mai di viſta la ſicura, & ampia
no i primi . Orsù pace dicono alcu- Arada ,che la fede ci moſtra; ma egli
ni , ſaltando in terzo , la Predeter- è ben'anco il vero ,che tanti, e tanti ,
iquae
358 La Predestinatione
iqualiè ſuperbi altro filo non vo- cando. Certa coſaè, che c'è Prede
gliono, che loro apra il ſentiero che ftinatione, e fiamo in qual modo ſi
quello dellaragion naturale; ò de- fia : cerra coſa ,che ſe bene tutti fi
boli fi laſciano cauar di mano quel poſſono faluare, ad ogni modo di
della fede , aſſaliti nell'oſcurità delli fatto ſoli i Predeftinati fi falueran
dubbij ne gl' intrichi delle difficoltà no:certa coſa è ancora , che io , è
dalle crudeliſline beſtie della di fon predeftinato , ò non ſono pre
ſperatione, & ereſia , dall'vna, o l'al- deſtinato . Se ſono predeſtinato
tra vengono diuorati . Fede ne fac- ineuitabilmente mi ſaluerò : le
ciano gli erroride'Manichei, Pela- non ſono predeſtinato , inevitabil
giani , Seniipelagiani,Caluinifti, e mente midannerò ; e non mi fta
Luterani, che tante migliaia d'ani. te à dire che'l predefinato in fenfu 1
Genr . omnibus illucefcit hominibus , nullus rizonte, che quello 23. gr. e mezo ,
est in verbo cimerius. Dio chiama che frà l'Orizonte ſteſſo , e'l tropico
tutti alla ſalute , illumina tutti , aiuta del Cancro li trouano tramczzare ;
tutti,ne in queſto negotio del faluar . ma io,cheche ſia, ſpiego quì adeſſo
fi ſi troua chi veramente ſi potra il Commentatore di Clemente , &
chiamar cimerio. Cimeri dice qui il almio ſentimento poco fa, che que
Commentatore Populiſepleniriona. Ai Cimerijtaliveramente ci ſijno, ò
les ſuntadeo aſole remoti, ve velint , più toſto s'infingano : Cimerit o c.
molini, perpetuo cogantureffefub iene- dunque non giunge mai Sole nel
bris:Popoli ciſono nell'vltimeparti cimerio Paeſe, ne ci ſi vede mai lu
Settenttionali così dallole diſcotti, me , ma nella materia della ſalute .
che iu mai fi veſte la terra d'erboſo Nec eft qui ſeabſcordat c. dice il
manto , ma ratiuolta frà le lenzuola Salmifta : Nullus est in verbo cime
dibianca neue,nuda ſi reſta ſempre, rius Oc.dice Clemente: Dio chiama
perche non c'ègrido di galli, che la tutti, cocca tutti, illumina cutii , e và
riſucgli dal ſonno , inercè che ſicuro moſtrando à tutti la ſicura , e vera
la notte poffedendoci il Regno ſuo, ſtrada del Paradiſo ,dando forze ba
non vi tiene ſentinella , che l'anuiſ ftanti à tuttiper camminarui. E qua
dell'arrivo del nemico giorno; onde le è queſta ſtrada ſe nó queſto Chri
non vedendo mai l'ombre zagaglia fo chediſſein S.Gio : Ego ſum via? 10.14
di raggio ſolare,che minaccioła cac- lo ſon la ſtrada ? Le ſtrade , ſcriue
ciando in fuga le vadi, in giro a'cor. Tomaſo Santo ,ſono comuni a tutti
pi , imınobili à bell'agio ſedendo si per vn certo lus naturale,e leggico
itanno ſempre all'intorno cingendo munemente accettate , onde è pro
i corpi {teſti: così non entrando in hibito à chi li fia l'occuparle ,nevhà
quei confini alba,che ſparga roſe,lu- preſcrittione, è corſo di tempo im .
ce, che indorile biade, caldo, che memorabile , co'l quale ſi poterlo D.Tho .
maturi i pomi ; sbanditi reſtano da acquiſtar ſopra d'effe lus alcuno Vię de Re
quel paeſe la Primauera , l'Eſtate , e comunes funt omnibus quodam iure
l'Autunno , onde con un Inuerno naturali; legibus Gentium ;propter gì. Pric . 1.2.C.12 .
continuo in vnaperperua notre for. quod prohibentur à neminc occupari,
***
zatamente ſtanno ſepolti gli habita. nec vlla prafcriprione, nec quoque
tori, che Cimerij vengono nomina- temporum curfu iusde eiſdem polet
ti . Perdonatemi Signori intendenti alicui acquiri: Er à ragione. Turti
disfera , ſe porto dottrina , che pare hanno piedi, con che ſimouano ;
alla ſcienza voftra ripugni : sò , che occhi háno tutti,co' qualiil paſſo va
non ſi dà emisfero,il quale non vene dino regolando;e Dio fece coinunc
ga illuminato dal ſole. Quelli vltimi à tutti la luce,la quale ſe propria for.
paeſi là, che hanno i Zenit co'l Po- fe ftata d'alcuno , pretioliflima non
ſi ſa
1
Per il Mercordi della V.Dom. di Quareſ. 363
fi farelb : pagata col fondo di Pat- Celette ouil: aci citano la mia fede,
tolo ,co'i Perù ,con l'Eritreo: ma che Oh lodata la M.V.D.noi fiamo tutti
prò fe godendo il beneficio della fedeli cuiti profeſſiamo la fede vo
luce ccmunc, fofle regato al inen Ara fanuſfima:iutti dunque godere
dico la difcoperta Atrada , per quale mode paſcoli eterni dal Paradiſo ,
ei mendicare potelle ?fatebbe la pochch figliuoli, non baſta queſto fog
uertà al pouero ceppo a'piedi,ceci giunge Chriito Vocem meam a.
tà all'occhio ;ne d'alero gli ſervireb diuni, o fequuntur me; dopo che ha
be la luce , che di carnefice ch’in no accettata la fede, moyono poi
punte acute d'vn defiderio fuftra- anco il palla, e vengono all'opere
torio lo trafiggeſle. Sono dunquc le alla fede corriſpondenti.
ftrade ragioneuolimēte comuni. Via 15 E coſa credete voi fignificaffe
comunesſuntomnibus,nev'ha chife quelfatto dellaGenefi?Vuoleil Pa. Gen.c.7 .
le poſia appropriare: Dunque que triarca Iſaac conſtituire erede il fuo
sto Chrifto ch'è ( trada , e ſtrada di primogenito Eſau ,e gli dice . Sume
falute. Ego luam dia, è comune à lui. arma ina,Phareiram , arcum ,
ti ; ne vhà , chi ci poſſa impedire di egredere foræs:preſto dà di mano al
camminare per eſlo, eper effo giun- l'arco, alle freccie, e falta fuori alla .
gere ad ello in Paradilo . campagna , doue incontrata la Sel.
13 E come ſi caminina per qus- waricina , pigliala dimira, e per farlo
fta ſtrada, fe non co'l pie della fede, più aggiuitaraméte chiudi l'occhio
fe non co'l pallo dell'opere merita finiftro,aprendo il deftro ſolo, indi
rie ? Il chriſtiano adunque, che ope- ſcoccando il colpoܝ, acciò
a che lento
rarà fantamente con perfeueranza non ſi perda in vano nell'aria , ado
finale , ficurillimamente G ( aluarà praci forzoſamente il braccio : e così
come vitioſamente operando ,ſe ta fatta la preda , appreſtami quella vi
Je è colto nel fine, ficutiliffimament. uanda,che ſai mi è digulto maggio-.
te li dannarà: peroche queſte ſono re . Che ſtrauaganza è queſta che
le dicitiffime trade ,che conducono hà da fare l'vno con l'altro ? coman
licurillimameute al Ciclo , Sall' I.dano forli le leggi , che prima che't
ferno . Cominciare pertanto adeflo figlio fia conſtituto erede dal Pa
à dare vn paſſo di gigáte con l'ope dre,vadi alla caccia, e fatta la preda,
ra caritatiua d'vna groſſa elemoſi- cambiandoli dicacciatore in cuoco,
na, che quanto più nel darlo v'allar- deponga l'arco , e pigli-la pentola ;
garete, canto più alCielo vi ritrouia . gitu le freccie , e dj di mano al me
sete vicini. E quireſpiro . Icolo , & apparecchida mangiare al
Padreiftello ? Il Lirano senzame!
PARTE SECONDA . terei oglione fale riſpóde quì. Quia
filius recipiens beneditionem debet
14 Tricata , e chiara, ficura , & Patri preſtare obfequium ,o feruire
Store
vnica è la ſtrada della fede ,
aggiunteui l'opere buone per arri.
e in meniu . Il figlio , che ftaua per
riceuere la benediccione della pater.
uare al Paradiſo , e biſogna ſcapric- na eredità , doueua preſtar'oſſequio
ciarſi,che non ſe ne troua altra coltoal Padre, feruendolo in iiniltero di
al Cielo, parlando de gli adulti, che tavola. Ahſe queſta è figura, dicia
hanno l'vſo della ragione ,che non mo nel figurato . Il cibo del noſtro
m'intrico ne' bambini, ò ne' pazzi . Padre Chuſto,è l'efecutione del vo
Ques meeldice Chriſto nell'hodier. lere dell'eterno ſuo Padre . Meus
loan . 4 :
no Vangelo )Vocem meam audiunt: cibus eft , ut faciam voluntatem Pam
le mie pecorelle, l'anime del mio tris: & il leruirlo noi inminiſtero di
Zz 2 quee
364 La Predestinatione
queſta tauola ſarà l'oſſeruare la di- la volontà del inio Padre Celefte 5:
uina legge , viuendo in opere fan- altrimenti ſe la coſa fermeraſli nel
Zo Thef. te, percheHac eft volunias Parris, chiedere,non occorre, che a Paradi
fal.4. San &tificatio veſtra.Vuoitu dunque, lo penſiate, ch'altro per lo Paradiſo
o Chriftiano , la benedittione della ci vuole , che'l farmi sberrettate , &
celeſte eredità dal tuo Padre Chri- inchini, dandomi del Signore. Oh :
ſto là nel Giuditio finale,quando di.. che eccellentemente diſſe quì Ori
rà Venite gene e :
Oc. preſto da dimano all'arco della Dei; ſed in virtute: non in nomine fom .
volontà, alle freccie degli affetti di lo ſatisfacies Domino;fed in vocaisa . 1
appunt
Per ilMercordädella Domen. V.di Quar. 365
appunto come fanno alcuniancora ſcoperida Chriſtiano , ò nò : fe si;
de Signori Dottori de’noftri tempi, ftattene allegro , gioiſci, fà feſta, é
i quali per portargli meglio aggiu, perſeueracoraggioſo, che tieni il
ftati di giorno , gli tengono fopre: migliopſegno che fipoffa hauere d
{ ciati con la bigotiiera la notte : oh effere predeſtinato ', dihauertià fala
econ tutto ciò erano più ſtimati i Fi : uare : le frequenti i Sagtamenti ,fe:
lorofi, che gli Oratori ? Si riſpon. fuggi a tutto potere il peccaro nor-
de Lattantio ,maſaiperche? Illi.no tale, anzi l'occaſione anto remota .
mečtè viuendi Doctoresfuntexiſtima. di peccarmortalinente ;ſe quando:
ti, quodlongèeft præstabilius : gliO. per fragilità v'inciampi, corri ſubito
ratori erano maeſtri del ben parlare, pentito àconfeſſarci,ſe ti eſerciti in
perche officium oratoriseft bene dice- opere di miſericordia, di pierà,didia 3
ne; e con le belle chiacchiare lodas uotione: oh gtan ſegno ,gran ſegno
uano le virtu , biaſimauano il vitio ; dicterna ſalute , d'effer ícritto nel
perſuadeuano à gli altri abbracciar numero de Cittadiniceleſtidi quei
quella , e fuggir queſta ; e procura- felici, e beati ,che goderanno ecer
uano ,che foſſe condénato l'iniquo, nainente di Dio . Ma ſe tu ſeidi
e l'innocente alloluto ;;ma quanto quelli , chenon ſicurano più dipec- :
all'operare, oh tiano teſtimonijdel car moralmente , chediſputare in
la loi vita le bugie , che diſſero in terra; che ſi confeſſano ſolo , e cosi
genere demonſtratiuo : gl'ingannig , là diforma alla Paſqua; checaduci
· che teflcrono in genere deliberati- in peccato vna volta , ſi laſciano la :
uo : le ingiuſte arlolutioni de' rei , e briglia in collo del reſto , e non tro .
condenpagioni de’giuſti, che pro- uano conto di confeſſione;chenon
curarono in genere giudiciale ;ma vanno alle Chieſe,ſe vo per far mer
ifiloſofi erano maeſtri del bene o cato , e caſa di paſſarempo : ohmal
perare , non ſolo in voce inſegnan .. ſegno;malſegno d'eſſere de' repro
do , eleggendo i trattati delle virtu : batis di quelli , ch'hanno d'elere
inorali ; ina prudente , giuſta , forte;, condennati all'Inferno; di quei Me-
etemperatamente viuendo, nel go- ſchini, di quelli infelici, chenon
uerno monaftico , economico , o vederanno inailá faccia di Dio, ma :
politico della perſona, fameglia, e sì ben quella del Diauolo per tutta .
Republica loro , coſa ch'è dimolto l'eternitá entro le fiammedell'in
maggiore confiderarione , & eccel: ferno ..
lenza : e però ragioneuolmente n'- 19. Omnis arbor (dice Chriſto )
erano più ftimati . Ah ſono d'altra que non facit fructum bonum exci
foſtanza i fatti , che le parole: e però detur , Ô in ignem milletur : e qual' Mat.7 :
Dio fà più.conto di quelli , che di è il ſegno migliore , che la pianta ſi
queſte , e con ragione .. Jaſcierà in piedi , fe non il far buoni
18 Conchiudo per tanto , chieli: fiutti ? equale, che tagliaralli da '
nico , che'l ſicuro ſentierod'arriuate piedi, e gittaraſsi ſu'l fuoco , ſe non
al Ciclo è la fede nell'eſercitio del cellar di produrre frutto, che vaglia?
l'opere buone , che alle poche forze Dunque siate voi certi, che tutti gli
di ciaſcuno aiutare ſempre m'inten, alberi, i quali non produrrāno buo
do,e folleuate dalli aiuti diuin ; fono ni frutti , vuò dire gli uomini tutti ,
poflibili;e però non cercare, è Churia che non faranno opere buone, ver
itiano , altro feguo migliore dell'el- ranno tagliati , luati da queſta vita !
ſere predeſtinato , o reprobato . Tu finibilc ; egittati ſu'l fuoco vn gior .
haigià per gran miſericordia di Dio no di quell'eterna : omnis, omnis ,
la.vera fede, conſidera mò , fe yiui, tutti tutti divnoin vno ſenza riſpet-
to
ne
:366 La Predeſtinatio
to , ſenza riſguardo à ſtato, à condi daerlei'humile,e pronto all'obbedi
rione di chi li ha. Omnisarbor (dicerc : le libero , non haida eſsere fu
Origenelidest omnis homo,fiue Rex , perbo , ina diſcreto nel comandare :
fiue fubregulus , fiue Princeps, fiue le giouane , hai da viuere modeſta
jenior: nulli parcitur, nulli bonor de caltamente : le vecchio, hai da et
fertur;ſed omnis arbor, fiue diues,li- Sere di virtuoſo eſempio a’gioua.
ne pauper , fiueferuus, jiwe liber, fiue ni ; altrimente facendo tutti tutmal
suuenis , fiue ſenior non ferens fru l'Inferno, à penale nel fuoco eterna
& tum , abſcindetur , in ignem mente : Principe, che tranneggia ,
mitretur : queſta è l'vnica itrada , conſigliere , che radilce , offiuale ,
Þvnico mezzo per arriuare al Para. che allaflina : tico cudele;poucro
difo , per fuggire l'Inferno , opere mfolcnte ; ſeruo iuf dele ;libero-fu
buone in vera fede : la legge è un perbo; giouane fcalpeitiato ; vec
uerfale , che ogn'vno cammini per chio ſcoltumalo ; tutti , turi fior del
queſto dritto lenuero;' Rè,o Pren: Paradifo; lutti tutti dentro all'Infer
cipe, ò Porentato , ò perſona di Go- no . Omnis arbor, que non facı OC .
uerno, di Conſiglio, che ſij, hai d'o- · Ma Puncipe benigno , e giuſto ;
perare fantainente, di far giuſticia , conſigliere fedele , e reito ; officiale
di proporre il ben pubblico al ben incoriollo , e prouido, ricco elemo.
priuato , di mortificare l'amor pro. finiero; pouero paciente: feruo lol.
prio, di vivere Chriſtianamente , lecito , e manſueto : libero , affalje
Ofſeruando li precetti diuini, altri- le , edolce : giouane coſtumato , e
méti tutti tutti all'Inferno ſenza vn caſto : vecchio eſemplare, e prude.
riguardo al Mondo , ſenza riſpetto te , perfeuerando in gracia diDio ,
che ſia . Ricco , o pouero, ſeruo, ò tutti tutti in Paradiſo compagni de
libero, giouane , o vecchio hai daw gliAngeli ; Caualieri dellaReinas.
operar ſantamente, hai da viueres del Cielo , coheredi di Chriſto
conforme alla fede, che tu profeſsi. & addottiui figliuoli del Padre eter
Se ricco , hai da fareleinolina , le no. Che lo conceda il Signore à cut
poucro, hai d'affatigar fedelmente , ti noi,& al rimanente de' ſuoj fede
cviuere con patienza: ſe feruo,hai li. Amen .
LAGRI
1
367
LAGRIME
DI MADDALENA
Per il Giouedì della quinta Domenica
di Quareſima.
Mulier, que erat in Ciuitate peccatrix , ut cognouit
quod ieſusaccubuiſſet in Domo Pharifæi,attulit
alabaſtrum vnguenti, eg fans retro fecus
pedes eius , lachrymis cæpit rigare
pedes eius. S. Luc. cap.7.
JH chi midaffe , o ta d'innanellate chiome teſluta,cac
Signori , trion- ciatricedi cuori predando l'huma
fante corona di ne voglie ,melareparole dalle roſa
verde alloro ,on- te labbra fillaua ; laſciui odori per
de n'incoronalfi ogn'intorno ſpiraua . Mulier qua
le tempie intrài trat in Ciuitate Peccatrix . Eccola
• pittori tutti di illuminata nell'anima dalla ince in
Luca Santo l'Euangehſta. Venga in creata , penitente entrata doue
oppoſto vn Zeuſi,s'auuanzi a rin- Chriſto conuitato ſitroua; e vergo .
contro vn'Apelle, che forza è pure, gnofa d'aſpetto , dimella di faccia ,
che le pitture dell'vno , che li ritrate inchinata di fronte , timoroſa, e tre
ti dell'altro cedano la vittorioſa fró mante non foffrendo gli ſguardi,al
de alla delicata pittura , al gentil ri. le ſpalle fi ritira ; oue humilmente
tratto , che'l pennello di Luca nella diſprezzata, e negletta a ' di lui pie
tela del corrente Vangelo ſpiritoſa di accoſtata; ſcapigliata la chioma ,
mentc in eccellenza ci laſcia deli. intorbidita le luci , impallidita le
neato . Vagheggiatelo per corteſia guancie , fatic vrne degli occhi , e
meco , e datene poi la ſentenza . V. delle gote canali , verſa lor ſopra lo
nadonna, che già nella Città diGe. fpirto disfatto in pianto ; e negli af
roſolima peccatrice famoſa ſen’an- ſciuga , teſſuto de'crini vn velo ; c
daua per le pubbliche piazze , fol- cauandofi dall'alabaſtro del petto la
leuata difronte , sfrontata di faccia , foaue miſtura de’ ſinghiozzi, e de'
sfacciata d'aſpetto ; nulla pauentan- baci ,mentre da vaſo alabaſtrino
do l'incontro più maeftolo,eſenile: pretioſi vnguenti pur caua , con gli
e baldanzola , & ardita ſull'ali leg. vni, e gli altri amoroſa non meno ,
gieri delle viuacipalpebre, faceua che odoroſa delicatamente ne gli
volare inille anjoretti impudichi ; vnge , e lambe : Vi cognouit quod le
da gli archi d'ebano delle nere ciglia ſusaccubuiſſet in domo Phariſai, at
ſcoccaua mille auuenenate ſaette tullit alabastrum vnguenti, o ſans
di ſguardi inoreſti; e conrete dora. retrò fecuspedeseius, lachrymis cils
pit
368 Lagrime di Maddalena
pitrigarepedes eius,ornguento in- zata da vncanto vna maeſtoſa cre
gebat, Signori ? ſi può quidare più denza, in fulla quale in ben concer.
nobile ,più ſpiritoſo ritratto ? nota- tata moſtra lampeggiano ſeicento
te quelfianco ; non pare , che Lalci vaſi d'argento ; dall'altro diſpoſta
al cauare de' fofpiti? olieruate la vna gratioſa botteglieria,chein mil
bocca , non fà moilra , che ſuoni at le limpidiflimicriſtalli riflette la va
ſuggellare de'baci? Contemplare rietà del conuito,econuitanci.Han-.
quei crini, non taſſembrano di ſué no le ricche tauole d'artificioſe pie
tolare allo ſpirate dell'aure afferma gature di bianchi lini , non meno
l'occhio , che realmente gonfiano i che di frondi, e difiori gentilmen
muſcoli al rimaneggiarſi di quelle te adorne ; & affiftendo all'intorno
mani : protefta l'orecchio, che real- de' conuitati corteggio numeroſo
mente gli ode i crecchi dell'alaba.. di Scalchi, Coppieri, Paggi, & altri
ſtro , ch'è infranto , giurano le miniſtri con le touaglie apparecchia .
ILVCID
Om
IL
379
IL GIVSTO
GAS TIGO
DEL PECCATORE
Per il Venerdì della quinta Domeni
ca di Quareſima .
Si dimittimus eum fic , omnes credent in eum,
È venient Romani, Estollent locum noſtrum ,
es Gentem . San Ioan . cap. XI.
VVIENE taluolia bracciale farti; e non mai ſtanchiale
Signori,& è mol- tri dáno inceſantemente alla bom
to pratico il caſo , ba , cauando l'acqua che fa il naui
che preſo alcuno lio. Ma congiurate co ' venti l'onde,
da jouerchio in altoccare che fanno in Cielo à bat
more d' hauer à taglia i ſpauentoſi araldi de'suoni,
ſoffrir in vecchiezza diquei malan- alzano così gran macchine d'acqua
ni,che porta ſecola inifera pouertà , contro del combattuto vaſcello ,che
penfando co'l nauigar'a'lidi lonta- a'forti cozzi di queſte, a'fermi in
ni di potere arricchire, e coll'acqui-- contri di quelli ſquarciare le vele ,
ftate ricchezze ouuiare alli temuti rotte le rarti,ſpezzato l'albero ,fdro .
diſaſtri, carica ſopra d'vn legno tur- ſcitii fianchi, aperte le commiſſure,
to quell'hauere, che gli conceſſe il forza è in fine, chesaffondi il naui
Cielo , e farpando dalle ſpondepa- lio , e co'l nauilio la ſperanza iin
cerne, dona le vele a' véli, i remial- ſieme , e l'hauere dell'infelice Mer.
l'acque , e le ſperanze all'humano cante, che pallido in faccia,treman .
conſiglio , che più de' venti è leggie te nel corpo ,fuenuto nel cuore , nu
co ; che più dell'acque è mobile , & do li vede ſopra dinuda cauola ri
incoſtante. Ec ecco ridorro in alto dotto per quello mezzo iſteſſo , per
Mare, là douc l'occhio dalla più alta lo qualc dalla temura nudità rico
gabbia ſpeculatore altro non ſcuo- prirſi credeua . A ſomigliante partie
preche Cielo ,& acqua , vſcire al . io,non per accidente di mare , nia
l'improuiſo dall'eolie cauerne vn'- per giuditio diuino veggo io ridot.
oſtro, vnaquilone , che sfidati à co tili ( gratia:i Giudei. Temettero ,che
raggioſa gioſtra nell'arringo deli- non pigliandola contro del noſtro
Oceano, fermano berſaglio de'loro Chriſto,haueſſero i Romani à leuar
colpi il legno fragile delmal- accor- loro e la Città, e la gente ; e per fug
to mercante.Corre prouido il piloto gire l'immaginato ſiniſtro , ſpiegate
al timone ; armano alcuni di forti le vele dell'humana prudenza a'
Bb 2 venai 1
380 11 giuſto gaſtigo del Peccatore
ventide gli affetti appaſſionati, s-in. frendo fraternamano vn colpo così
golfarono arriſchiati, per procurar- ſpietato : penſarono di farlo morire
gli la morte.Si dimittimus cum , ve di fame in vna ſecca ciſterna ,ſepel
Kient Romani, Otollent locum no . lirui il delitto con l'innocente; & alia
firum , gentem & apputo dice Ba- fiac il vendettero à certi Iſmaeliti,
filio Santo co'l dare al noſtro Chri . da'quali venne condotto ſchiavo ſin
ſto la morte perdettero per l'armi nell'Egitro.Vendiderüt cum lſmae
romane, e l'vna, e l'altra . Necem liis, qui duxerunt eum in Aegyptum .
Baſil.bo. Chriſtiaggreſſi, quaſi Gentem ,& lo- Ohtroui adeſſo,diceuano, alle me.
22.de cum feruaturi , fuo ipforum confilio tamo fofi fognate ſue Gioſeffo ilmo
hamile pirunq; perdiderunt .Beniſſimo ehe dodi farſi di ſchiauo in Terre bar.
grida ilSauio. Non eft fapientia,non bare noftro Padrone , che táto da eſ
Pro . 21 eſt prudentia , non est confilium con- folui ſe ne viuiamo lontani . Sì, dice 1
tra Dominum : non occorre giucar Dio,non s'hà riſpetto alla volótà inia
di teſta , e di ceruello con Dio , che diuina ? per yn voſtro capriccio , &
n'andaremo noi ſempre co'l male, e intereſſe commettere táto peccato ?
con le beffe ; chiaro Signori lo vuò Non mitenete per quel Dio,che ſo
moftrare nelprimo:chià mezzo ini. no,ſe per queſto mezzo medefinio ,
quo s'appiglia , per sfuggir alcune c'hauete iniquamente pigliato ,nó vi
danno di quefta vita , peril medeſi riduco tutti a'ſuoi piedi; & à fuoi pie
mo mezzo nello ſtelto danno s'in- di proftrati, e proltrati ad adorarlo ,
contra , così l'ordina Dio: e già che facendoui confeffare di voftra pro
al Giudeo tolfe la Giuſtitia diuina pria bocca , che gli fete ſchiaui, e
colia deftruttione di Gierofolima Ichiaui biſognofi d'ú pezzo di pane.
honore , e vita , per hauerà Chrifto E come farete Signore? Fà,cheGio .
negato, e colto honore, e vita ;mo. feffo fia venduto ad vn principale
ſtrerò nel ſecondo comegaſtigato Egittio ; permette , che la moglie di
è ilpeccatore da Dio in quella cofa colui lo tenti di peccato diſoneſto ;
iftelia,nella qualedal peccatore è il che ſia poſto prigione;fà, che ſogni
medeſimo Iddio rimaſto offefo , e no quei due, che ſogniFaraone;che
Quanto alprimo . Gioleffo interpreti il ſogno ; e per
2 Calzáte molto al propofito no mille giri d'vn mirabilillimo labe
ftroè la ſtoria di Gioſeffo nella ſagra rinto lo caua ad eſſer Principe del
Geneſi. Profetizoffi quelgiouanet- l'Egitto , gridato dalla bocca dello
to alla ſchietta , alla ſemplice con Aelio R eSaluatore del Mondo.Vo
certi ſogni Padrone, e Signore de' cauit illum lingua Aegypriaca Sal
ſuoi fratelli, coſa che da eſli mala- uatorcm mundi.Et ecco cacciati dale
mente inteſa, che no ſoffriſce l'huo- la fame di quella horribiliffimacao
mo facilméte vederfi ſignoreggia- rcftia , vengono i di lui fratelli nell'
to , come quegli , che difuapriina. Egitto ,e ſe gligittanoadoratori pro
natura già nacque libero , vn giorno frati a' piedi. Cum que adorarent eñ
che lo videro venire alla lorvolta , fratresfui.Schlaui fe glicófeffano di
toccata la campana del cuore appara propria bocca.Seruituivenerüt:Oh
fionato , s'adunarono a far fenato, galant’huominiiA piedi voi di Gio
per conſultare il comefuggir poter- feffo proftrati? ferui di Giofeffo vi
Gen. 37: lero dal profetato ſeruaggio . Ecce confeflate? à quei piedi,chevoiſtes
fomniator penis, venite,occidamus fi metteſte in ferri: diquel Gioſeffo',
eumi con ſciocca prudenza humana che ſchiavo vna volta vende te ?
gitarono partito prima di leuargli così dal fondo oſcuro della ſecca .
la vita co'l ferro nudo : ma non ſot- ciſterna il caualte , per hauerlo ad
ado.
Per ilVenerdi della V.Domenica di Quareſ. 381
adorare sù d'alto Trono di maeſto- ca ſmonta non ſuol tirar de calci ?
To Viciregno affilo ? per quel me- Nò diſſe l'altro , chi meno tiene che
zo, che dal temuto ſeruaggio fuggir perdere, ſuole eflere il più arriſchia
credefte, nello ftefio ſeruaggio pre- io . Se gli leuino l'armi , che
cipitate ? e quale accidente iſtrano à non combatte il ceruo che non
queſto terimine viriduce? Ah, riſpó- là corna . Poco ſicuro partito log
dono , il biſogno d'vn pezzo di pa giunſe ilterzo . Non manca ferro
ne . Serui tuivenerunt, o emerunt alla mano dichihà fierezza in feno;
D.Greg. cibos : oh eſclama quiSan Gregorio. vorrei più toho ſibipartiſſe diviſo in
Sic diuinum confilium dum deuita- varie Terre,che oue ilfiume hà più
Bur , impletur; fic humana fapientia rami non fa rouine.Guarda,ripiglia
dum reluctatur , comprehenditur: il quarto , di più rami potreſſimo far
cosi è pur forza che voglia, ò non più fiumare ,che vnite poi faceſſero
voglia queſta noſtra tiſica humaia vn lago ; la volete ſicura : Quidquid
fapienza ferua a' conſigli, a ' decreti maſculinigeneris natum fuerit,in fin
dell' Altiffimo Iddio , e fe ne refti men proucite : Sia comando del Re,
lo ſciocco ſaper mondanoſe contro chequanti matchi naſcono del ſan
Dio la prende , e ſcornato , e confu- gue Hebreo,liano tutti gettati al fiu
fo : lic fic diuinum ( C. me . Huomo moito no fa più guer,
* Ma qui ſento vn Mago di Per- fa ; e ſe può far paura , non può far
fia ,.vn Ginnoſofiſta dell'Indie , che danno; njolti ſuddiii, o pochi ſchia
forridendo riſponde, che i fratelli di ui . E ' conchiuſa , conchiuſcil Rd ,
Giofeffo erano pecorai, gente ſem . e públicoffene il bando, e non ci ſú
plice , & idiota, e però non eſſere politico in quella Corte, che non lo
marauiglia ſe non leppero trouaro deſſe permezzo di ſicurezza totale.
partiro di giungere a 'loro diſegni, Ela giuſtitia mia , riſpoſe Dia , dal
che ſe l'haueflero ſcannato , quando Cielo in così fatto conſiglio non ha
impugnarono il coltello , o laſciato uerà luogo ? farò vedere in fatti che
morir difame nella ciſterna, il ballo la doucnon mi ſi porta riſpetto ,non
era ſpedito . Oh come ſe Dio non curo più tutta la fapienza d'Egitto ,
haueſſe braccio così longo,e poten- che quella d'un pecoraio . Naſca
te, che non l'haueſſe potuto libera. Mosė . Naſce Mosè , e lamadre
re, e non foſse già preparato con l'alleva ſegretamentein caſatre me
Ruben , che lo cauanle da quella fi. Abſconditeribusmenſibus : Nò;
buca. Ma parliamo dalla foreſta al- grida Iddio , ſi getti alfiume con.
la Corte , e vediamo di gratia come fornie all'editto reale. Oh Signore;
riuſci à quell'altro Faraone, ch'era quel padre , che gli ha dato ilreſpi
pur Rè dell'Egitto . Temette coſtui rare dell'anima,adeflo l'hà da affo .
che il Popolo Hebreo auualorato gare nell'acque ? Gettiſi alfiume,
di gente, e forze ſe gli haueſſe à ti dico . Oh pietoſiſimo Dio; quella
bellare,& vſcir dallo Stato ,e comin- madre, che l'ha portato così guardi.
ciò à conſultare co' Satrapi dei Re- gna noue meſi alle ſue viſcere, adeſ
Exodir . gno fuo . Ecce Populus filiorum If lo l’lià da precipitare nelle crudeli
rael multus, fortior nobis eſt ; ve- voraggini di quell' onde precipi.
nite ſapienter opprimamus eum : oh toſe ? Tante coſe, che ſi gitti al
queſto sì,che ſauiamente conſiglia. fiume. Oh dolciſſimo Rè del Cie
doſico’ Sauij Egidij, ritrouarà vn lo, e non v'intenetiſcono le lagrime
più ſicuro partito. Io direi, diile di quella faineglia tutta, che all'an
I'vno , che foſſe bene moltiplicargli corviuo fanciullo celebradolorofift
alle ſpalle gabello, e cenfi, chevaca limamente il funerale:M'hauetes
382 ilgiustog aſtigo del peccatore
inteſo , che fi gerti al fiume. Mira. Padre, che tanti Padrifececarnefi
te Signore il bambinello, che ali'al-
ci de'propiij figli; e Faraone ſtedo
trui pianto dando anch'ei ne' vaggi
con il zappone del conſeglio fuo
ti , pare , che giungendo le piccio
medeſimo ſi ( piani la ſtrada alle te
Jette ſuc inani,vichieggia la vita in
mute rouine .
dono ? Orsù finiamola vna volta , 4 Ma andiamo di gratia ſcoprena
girtiſi alfiume : e ſe voinon l'inten- do meglio dalle radici queſto nego
dete, l'intendo io,e voglio con que- tio per quanto però poliono glioc.
Ito mezzo medefimo farlo in barba chidi noitola affiarli nella sfera del
diFaraone. Få Mosè dunque poſto Sole ; perche parmi di ſentir’vno
alla ripadelfiume, & ecco la Prin- che dica: Padre , queſti ſucccellino
cipella figlia del Rè paſseggiando dipendono eglino in gran parte del
lungo di quelle ſponde, vede vna le contingenze delle cauſe fecon . 1
anco ſpruzzate di latte quaſiche co- forza à chi riceue forza? Comepuò
rallina coppa (maitata à punte d'ar- dunque Iddio cangiarci à ſuo piacc
gento : ſcorreua criſtallino il pianto re così bellamente le carte in pugno
giù per le guancie fiorite, quali che cfarci trauedere , e tralunare, come 1
1
duplicato ruſcello frà le role , & ili- ſi vede in prattica occorrere allagior
guftri:daua ne' Ginghiozzi mirando, nata; che doue vno fi crede tirarli il .
quafi chenello ſcoccare delle faette piattoauanti con vncinquantacin
de'ſguardi,Atrideſſe l'arco del cuore; que alla mano, glivengono ſcarica
onde ferica quell'animarcale di pic. te addoſſo quattro cole alla (proui
tà , e d'amore , lo pigliò nelle brac- fa , che gli leuano il reſto tutto? Per
cia , & annodata al collo dalbambi. intelligenzadi queſto fatto biſogna
nello , reſtò talmente prigione , che ' hauer ricorſoin Teologia , e notare
ſe lo fece allattare,& addortofelo in vna bella , e mafchia dottrina : che
figlio : adoptauit in locum fily. So- ſe bene Iddio con vna ſola indiuif
teniflima Signora auuertite , che fa bile cognitione del ſuo diuino intele
Exod.1. te contro l'editro del Rè voſtro Pa. letto intele livo ab æterno tutte le
dre: latet anguis in herba , queſto coſe anco poffibili, e future ſotto
bambino farà vn giorno l'ultimata conditione; nondiineno perchel'.
ronina ditutto il Regno. Oh Giu- eſſere aſſolutamenta futuro dipen ,
AtitiaDiuina :fic paratur à Regecon. de dal diuino decreto, & il diuin de
tra Regem , dice il Dottiſſimo
Lip- creto come atto divolontà dipende
pomano ; & il P. S. Agoſtino che la noſtro modo d'intenderla pro
dignum malitiæ eius ſceleris erat, vt portionatamente alle coſe di quà
Lipoma filia prouifioneperiret, quiGenitrices giù)daqualcheartedell'intelletto;
D. Aug.interdixeratparturire
fer. 89. proceſit diuina vindicta":, vtcompetens non
xall'incontrol'efferepoffibile
fuis effe. fupponc decreto alcuno, come pure
de rempo étibuspuniretur :non poteuavieire pone
l'eileredecreto
tuturoconditionatononfup ,
quod fit,ma ſolo,quod
più aggiuſtatoilcolpo della ſapien-
za d'vn Dio , che si riſcatta d'honofler. Quindi è , ch'vna famoſa via
re . Caui la figlia dal fiuine chi hà de Scolaſtici diſtingue in Dio uè
da repellire nelmare il Padre s'alle ſcienze con ordine in frà di elle d'in
ui il Rèſicuro in Corte colui , che dependenza , e dependenza,e così
il Regnoturto ſpopolare gli deur ; vogliono ( à noſtro modo di capir
) he Dio ab æterno intendetie
proueda di carnefice la figlia à quel la c
puis
Per il Venerdidella Domen. V. di Quar. : 383
primo , Prioritare inſtan :is à quo, o peccare, chiaro ſtà,che permetten :
non in quo, con la ſcienza fimplicis do Dio , che lo tentafle,non venne
intelligentia , le coſe tutte , quanto a fargli alcuna forza, onde peccan
all'eſfer poſſibile : V.G.ch'era pofa do , peccò liberamente per malitia
fibile il Mondo , poflibile Adamo, propria .
pollibile il lui peccato & c.Secondo s Hora mettiamo la ſpeculatiua
con la ſcienza conditionalium inte. in pratica , che tutti facilmente m '.
seffe le coſe future ſotto conditio . intenderanno; c ſciogliendo il dub
ne: V.G.che ſe'lſerpeme tentaſſe bio in fatui , prouareino inheme la 1. Regão
Euain tal luogo, e tempo ,Eua pec: propoſitioneche tralaſciammo. Pro 18.
carebbc : s'ella porgelie il pomo admette nel primo de'Rèai48. Saule
Adamo con talmodo, e taliperfua. la fua figliuola Michol in moglicà
fioni, Adamonemangiarebbe & c. Dauid ,con patto che gli ammazzi
Terzo intendono , che Dio à fuo li. vn centinaiodi Filiſtei nemici, tutto
bero cópiaciméto faceſſe ſcelta del perche inuidiádoquel Rei gloriofi
le coſe chevoleua ſeguillero , evo- progreſſi del giouinetto, e temendo
leua laſciar ſeguire per tutto il tem forſe dipeggio circa la corona , e
po,e tutta l'eternità; ecosì decreta la vita ,s'andaua colla pazza pruden
fe, V.G.la creatione del Mondo , za humana, conſigliando , comefi
da formationc d'Adamo, epermet poteſſe leuarequellaſpina dagliocar
teſſe il luipeccato ; & vltimamente chi : Malitiosè cogirabar ( Poftilla
con la ſcienza vifionis .conoſcere il Lirano ) vt ad confequendum hoc
intuitiuamente tutte le coſe , che matrimonium Dauid audacius peri
haueua già decretato di fare,e di per culis ſe exponeret , ſic periret : di- Liran .
inettere . Ciò poſto , auuertite il ſcorrendo malitioſamēte fià ſe me
Granche,che mette in Dio la ſcien : delimo diceua : Allertato Dauide
za conditionale , ò media , ch'altri nella bellezza di Michol , incapric
la chiamano ; perche dipendendo ciato dell'honore d'eller genero del
la futuritione, ò non futuritione de Ré , oh fiporrà cemerario ad ogni
glieffetti da tante circonſtanze,per riſchio maggiore . Non vedrà" ic
eſempio , che quella naue habbia punte de'ferri nemici, perche amo
felicenauigatione,o non l'habbia, re gli hauerà imbendate le luci: nó
depende che litroui, ò non ſi troui badarà à pericoli della vita , perche
in tal punto in quei golfo, doue s'hà l'ambitione gli haurà luanito il cer
da leuare quella boraſca : che quel uelio ; onde precipitoſo inueftendo
negotio rieſca , o non rieſca, dipen- le fronti più bellicole, vrtando i fiá .
de, che quelle lettere arrivino , ò chi più rinforzati, reſterà morto da'
non acciuino alla cal'hora ; andare Filiitei. Ah vede Iddio con la ſcien .
voidiſcorrendo:neſeguita,che pre- za di viſione tutto queſto conſiglio;
ucdendo Iddio con la diuina fcien- ne li fa conto ,dice, dell'ingiuria che
za tutte queſte dipendenze,che ten- riſulta alla ſomma macita mia ? Stó .
gono gli effetti dalle circonſtanze derò io la mano a difeſa del gioui
anneile, può ageuolmente fare ,che netto , gli darò braccio si forte , si
ſeguano , ò non feguano , etiam fal. gran cuore,che per l'iſteſſo mezzo,
ua ogninoſtra libertàhumana, con che Saule s'hà preſo per rouinarlo ,
mettere ,ò non inettere quelle cir- lo verrà contro fua voglia gloriofa.
conftanzein atto ; ò permettere , ò mente ad innalzare: e che fa Dio ?
non permettere , checi fiano pofte ; Aprel'occhio della ſcienza condi
perche ſe Adamo non oſtante la te- tionale , e vede, che ſe Dauide s'af
tatione della moglie poteua non , fonta in talgiorno , a tal luogo , e
tem :
384 Il giuſtogaſtigodel Peccatore
tempo con li cali nemicinel calare eius nimis; diuenne famoſiſſimo old
che farà d'vn fendente fu'l capo à tre ogņi ſegno in gafigo , e confu
vn Filiſteo,ſe gli cacciarà queglilot- fione del Rè Saule; che però auten
to con vna punta , ecolto ſotto vn'. ticando Gregorio Santo quello no.
aſcella reſterà freddo ; e Dio proue. Itro tcologico ſentimento , di lui di
de chein tali circonſtanzenon ci s '; ceua, che ſuperna Providentia in la D. Gre
affronti . Vede , che ſe l'atracca à pientia ſua confilio est deprehenfuss gor.
quell'altro poſto, in correndo pec in quia vndeſuccrefcentismilitisvitan
ueftir con la lancia, s'intricarà il ca. extinguere credidit , virtutis quaglom
uallo in vna radice , che attrauerfa riam indecumulauit. Cadette caca
la ſtrada , e cadendo à capitombolo ciatore incauto Saule per diſpoſie
fiaccaralli l'orlo del collo;e Dio pro tione della Prouidenza ſuperna nel
uede , che manco à quel poſto l'at: la propria rete , che altrui tela egli
tacchi. Vede, che ſe a tempo diuer- haueua : & à chi li credette leuare
ſo alla campagna ſe n'eſce, farà ſtca- conl'honore la vita, haurebbe falua
ge di nouantanoue incirconciſi, ma la vita , auantaggiatamente l'hono
nel voler compire il centinaro pre- re ancora . Ah così dunque la vin.
fillo , gli verrà morto ſotto il deſtrie- ce Dio facilmenteà voglia ſua,e nel
ro , enelmontare quell'altro , che la primiera di queſta , con laſciarui
da vn ſcudiero glifarà preſtato, fco- miſchiar le carte, e far giuoco libe
prendo l'anguinaglia deſtra nel por. tamente , cileua netto il reſto, qua
li in ſella,gliverrà cacciata vn'auue- do che più gli piace , ſenza laſciar,
Jenata ſaetta, che in quattro giorni che carta , che vinca , e perda à par .
è pertorgli la vita ; e Dio prouede, tito fatto , vn vadamanco ſaluare si
che ne anco à quel tempo diuerſo poſla .
alla campagna ei ſe n'eſca. Ma ve 6 Trafichi mò adeflo quel met
depoi, cheſe il talgiorno , e non il cante inganneuolinente per arri
cale ; alla tale , e non alla tale hora, chire : venda quella madre infidio
con itali, e non itali ſoldati , inta- ſamente l'honore di quella figlia ,. 1
le , e non talc poſto preciſamente per coprir le vergogne della ſua po
azzuffaraſli con li calinemici, che à uertà : faccia il vendicatiuo ammaz.
quel punto, e luogo s'hanno à ritro- zare il nemico ,per aſſicurarſi la vita:
uare , il fatto d'arme gli ſuccederà che anteponendo iproprij intereſti
così bene , che manderà per liferri all'honor diuino , pigliarà Diu la di
ducento , non che cento de' Filiſtei: feſa di ſemedeſimo , e per le mede
e per queſta via arriuando alle noz. ſime ſtrade , per le quali tepiano di
ze reali, diverrà con fari glorioſilli- fuggire le perdite temporali , farà
mi ad eſſere guerriero oltre modo che in effe vergognolamente ven
famoſo. Ah ,& io prouederò,dice gano ad incótrare, e così fallirà quel
Dio, ch'eſca Dauide alla campagna mercante ; anderà per li ferti quel
in tal poſto , loco &c. preciſamente, mandatario ; ſi ſcoprirà la diſoneſtà
e non prima, e non dopo, è in altro di quella donna, & anderanno à ca
modo; e così per lo ſteſo mezzo , dere in quelle foſſe , che ſcauarono
per lo quale lo fcelerato Saule crede ad altri per inantenere fe ftelliin
lepelirgli il nomehonorato , vu), piedi , come diceua il Saliniſta.La Pfal. 7.
che à tanta gloria lo porti , che egli cum aperuit, o effodit eum , inci
Itellodi rabbia a ſcoppiare neven- ditin foueans, quam fecit, oueramé . O 77,
ga ; il che tutto à puntino aggiuſta- te coine cantaua al 77.Conuerſi ſunt
2.
18 .
Reg. tamente ſucceſie, dice la Sagra ſcrit- inarcumprauum :porrà loto Dio in
gura , che celebre factum est nomen mano vna baleſtra artificiofa, con la
Peril Venerdi della V. Dom . di Quareſ. 385
la quale credendo dicoglier' altri , ita o improbus à vitio .Tupenli, o
coglierannole ſteſſi. Pigliavn tale malafemmina,d'arrichireperquel
ynabaleſtra in mano , la carica , & la ſtrada ; eſarà vna ruggine , che
aggiuſta la mira albianco;& ecco ti conſumeràle midolle dentro d':
nello ſcaricare delcolpo , la baleſtra vn'Hoſpidale: Tu penſi, ò donni.
è fatta con artificio si fatto , che ri- ciuola , di piacere, e parer bella con
7
battendo all'indietro, coglie il bale- quelle maſchere , e bellezze poftic .
ſtriero nel moftaccio, ebructamétecie , e ti ſono vna tignola , cheti và
lo ſegna.Ah piglia colui in mano la conſumando,e sfigurando in faccia ,
baleitra di quel tractato ;la carica có onde tutta la brigatane ſparla , eti
quell'inganno; aggiulia la mira al beffeggia. Tu penſi, ò galant huo
bianco di queldiſegno : & ecco nel tuo d'arriuare con quei inezzi proi
ſcatica del colpo troua, che per or- biti à quel boccone, & ingraſſaruit;
dinatione Diuina è la baleſtra artifi- e tifarà vna ruggine, yna tignuola ,
cioſa , e ribattendo all'indietro, egli che ſmagriratti; perche Dio tileua.
rimane colto , e bruttamente in sù'l rà il boccone di ſotto a’denti,e così
moſtaccio ſegnato . Queſto vuol ci laſcierai il proprio , ſenza hauere
dire il Salmiſta conuerfi ſuntin arcă inforcato l'appellatiuo.
D.Hie, prauum ; ſpiega Girolamo Santo. 8 Non può mentire lo Spirito
son. in Qui dum ſagittas putat iacere f , au- Santo, che ci và queſta verità incul
cial tenentem. Crederà quell'offitia.
Pſal. 77 le di ſcaualcare il ſuo competence cando in milleluoghi,Chiaro l'hab.
biamo nel Salm . 9. In operibusma Pfal.9.
có la cale relatione; ma cõuerſus C. nuum ſuarum comprehenfus eft pec
diſcoperto per appaſſionato , e mali- cator. ' Il peccatore reſtò preſo nell's
gno ,reftarà egli lo fcaualcato.Cre- opere delle ſue mani ? Sai che vuol
derà quel detrattore dileuare lafa- dice ? Spiega il Boccadoro Santiſſi
ma alnemico con publicar quella mo : quando enim ftruis alicui in
bugia; ma conuerſus Oc. diſcoperto fidias, ribiipſi contexis retia : quan
per vnmentitore attoflicato , eglifi do inſidioſamente ſtai macchinan D.Chri
proucral'infamator. Crederà quello do contro iltuoproſſimo , nonfaiJop.ibid,
mo con quel fortomano ; ma con- tro di te medeſimo. Srà quel corti.
uerſus 6. diſcoperto pervn tradi- giano ,quel ſeruitore, quel chetic.
tore ſottile, troueraſſegli ſotto i pie- ne famigliare dipendenza da quel
di :arcum prauum quidum ſagirtas , Caualiere, ò fimile , inuidioſo del
bene del ſuo compagno,eglifàtel
7 Sì sì, o N. facciano queſti tali, ſendo vna rete d'inganno h: oggi v
quanto vogliono; s'adropino quan- na macchia d'una macchinatione,
to poſſono ; che non farannocose dimani d'vn'altra d'una doppiezza;
alcuna di buono , peroche Dioci l'altro l'altra di vn ſuſſurro ; pofcias
porrà la ſua inano per confonderglio vna nuoua d'vna falſa relatione; e
egaſtigarglijanzi queſto ſolo faran- così di mano in mano, tutto perfare
no , chereſteranno dalli peccati lo. ne preda , per metterlo in diſgratia
ro medeſimi conſumati appunto co. delPadrone,e gittarlo , comeſidi
medalla ruggine è il ferro ,il panno ce ,diſcanno,e non bada punto al.
dalla rignola, parti delle loro viſce, l'offeſa diuina e non temedi traf
reiftefie. Improbo hominenihilim- gredire i diuini precerti . Eh meſchi
10:Chry becillius (grida S.Gio :Griſoftonio) no , che Dio ti vede , e non è vn'al
Fost. in propris armis capitur quemadmo- locco dilaſciatfelafaresù gl'occhi.
pal... dum ferrum à rubigine, atinealana, Tucredi di farcaccia di quell'altro,
Сcc c fa
386 nl giuſto gattiga del Peccatore
e faraicaccia dite medeſimo; tro appunto auuiene à te Chriſtiano : 1
ucrà modo ilSignore, che si ſcopra temi di dai più riſanare da quella
latuamalitia:fiperderà quella lette : infermità , & in vece di fare oratio .
ra , e verrà preſentata al Padrone :, ne à Dio, ricorria' quei ſegni illeci
fi diſguſterà teco quel cuoconfiden- ti , fuperftitiofi : temi d'ellere vcci
te, etiſcoprirà le magagne : eco- ſo daltuo nemico, & in vece di ria 4
INNAMORATO
DELLA CROCE
Per la Domenica delle Palme.
Plurima autem Turbaſtrauerunt veſtimenta fua in via : Ali
autem cedebant ramos de Arboribus , &fternebant in via :
Turbe auten , quæ præcedebant , & qua fequebantur, cla
mabant dicentes : Hoſanna filio Dauid : Benedictus, qui
venit in Nomine Domini. S. Matt. al cap. XXI.
Iddi ben o più vol. Cielole fiammeggianti faci d'acce.
te,quando che sba. ſe ſtelle ; e in doloroſi concerti pre .
ragliate le tenebro- pararſi gemendo i pipiſtrelli , e lc
ſe ſchiere dell'hore , frigi à celebrargli ilfunerale,come
notturne ſe n’entra ' a chi moribondo già tiene vn pie
in fu'l mattino il ſole nell' ampio nella foſſa là dell'ibero Oceano. Oh
Regno di queſto noftro emisfero Signori, oh Signori : che al noſtro
ſopra'l dorato carro della luce diui- miſtico ſole di Giuſtitia Chriſto in
na , trionfatore della notte nemica ; Bettelenimelicta la gloria cantaſſe
vidi più volte, dico , Itendergli di ro gli angelici vccelletti del Para
ſotto a' piedida.Cieli nella ſtradas dilo: che l'incontraſſero , e forſe con
reale del Zodiaco i zaffirini lor má- boſcareccie Verdure ornandone le
ti: vſcirgli incontro fuori dal buio la mura ,e'l ſuolo di quella ftalla felice,
Cerra con mille rami lieti d'oliui in i paſtorelli feſtoſi;che gliſtendeſſero
pugno in sù de'colli, con mille ver- a' piedi i loro manti reali i coronati
di frondi diſteſe nel ſuolde' campi,e Magi dell'Oriente, marauiglia non 1
de' prati :e cantargli,egridargli alla fù , ch'allhor naſcente ſpuntaua nel
fronte, alleſpalle dall'innocenti bo- l'Oriente anch'egli della temporale
ſcareccie Turbe de gli vccelletti il ſua vita . Ma hoggi in Geroſolima,
lieto , il faufto , il felice, il fortunato che nell'occaſo tramonta, che mette
dell'aſpettata di lui, e glorioſa venu . vn piè nella folla vicino à inorte , ſe
ta.Mache al tramontar nell'occaro , gli itendino tappeti a' piedi ; Pluri
maeitoſi tappeti ſe gli ſtendino a' ma autem Turba Strauerant vesti
piedi,amoroſe verdure ilcammino menia fua invia : amoroſe verdure
gl’infiorino,liete canzonifeſteggia. il cammino gl'infiorino.Aly autem
no il ſuo ſparire, io no'l vidi, chemi cedebant ramos de arboribus. Lic .
Louuenga; c moftruoſo troppo fa- te canzoni feſteggino la ſua venuta
rebbe certol'oggetto. Anzi più toſto a ſparire. Turbe autem qua precede
vidi coprirſi l'aria di bruno manto bane, o que ſequebanturclamabant
dolente à lutto; girſi accendendo in dicentes : Hoſanna filio Daxidi. Oh
que
Perla Domenica delle Palme. 393
Gueſto si ch'è vno ftupore , Ah ve- l'innamorato Chriſto corſe feruen
Aanfi più coſto di nero à lutto le tiflimamente ad vnirſi con la diletra
Turbe: accendano i Leuiti le fiain- fua Croce. Facciamone,ſe vi piace
meggianti facelle: e in dolorofi co11e va paralello ,e farà , ſpero ,aggiuitate .
certi preparando ſivadano i Sacer- Scende d'alto à barto la pietra verſo
dati à celebrargli ilfunerale,comeà del centro , cnon s'acqueta fino ad
chi moribondo già tiene in fulle abbracciarli con effo : fcende Chri
- Jabbra lo ſpirto per raccomandato à fto dal Cielo in terra verſo la Cro
fpirarlo in braccio al Padre. Ma va- ce , e non s'acqueta fin’ad abbrac
glia il vero, che ſe à nozze amoroſe ciarſi con eſa. Deſcendit de Coelis
tramontaſeil Sol nel Tago ,come à factus obediens vſque ad mortem ,
lietenozze dal Gangefuori ſi leua ; mortem autem Crucis. Non è vion
- In fole pofuit Tabernaculum ſuum , lento il noto della pietra verſo del
c ipse tanquam fponfusprocedens de centro ,percheſecondo il Filofofos
thalamoſuo; feſtoſamenteil vedreſ- Violentum eft,quod efl à principio ex:
fimoforſe non meno che in Orien . trinſecopaſo non conferèie vim , ma è
te nell'Occidente incontrato, e rice- moto tutto amoroſo, e naturale, che
uuto.Ah corre in ver l'occaſo hoggi, procede curto dal peſo, che natural
è vero , il Sole Chriſto , ma à liere mente racchiude nelle ſue viſcere :
nozze ſe'n corre:dunque feſtoſo in- non è forzato il moto di Chriſto alla
contro , feſtoſo accoglimento gli è Croce; ma è tutto volontario amo
diragionedouuto ,ſeben tramonta . roſo, perche oblatus est quia iple von
Chefe à quali nozze chiedete ; alte luit , onde procede tutto dal pero di
nozze riſpodo della diletta ſua Cro. quell'amore , ch'ei ſi racchiude nel
ce . Onde gli amori di Chriſto verſo feno Ignisex estuansclauſuſque in of.
di lei à raccontarui io végo nel pri- ribus meisiamore, che al parere di S.
mo luogo;acciòchefacile ini s'apra Agoſtinoel peſonaturale de' noftri Di Aug.
poſcianelſecondo il paſſaggio à có- cuori;amormeus pondusmeum ,eo li. 11. de
dennarel'ingratitudine noftra fpiri- feror quocunque feror.Sempre la pic. Ciu.c.28
tuali
dal pr imodi nozze tali: e fatromi già tradeſiderad'vnit&
figli co'l Caro cen
troidefiderò ſempre Chrifto d'vnir
2 Parla Giobbe al 33.della calata fi con la ſua cara Croce; Defiderio
del figlio di Dio dal Cielo in terra defideraui hoc Pafchamanducare
ad humanarſi,e dice ; Quis dimifit vobiſcum . Pronta è per ſe ſteſſa la
lapidem angularem ? Chi laſciò ca. pietra in ogni tempo di correre al
lace à baſſo la miſtica pietraangula. centro amato;pronto in ogni tempo
re del figliuolo di Dio ? S.Gregorio fù Chrifto per le medefimo di cor
fopra di queſto fatto nota , che Ne. rere all'amata ſua Croce, Tunc dixi
quaquam emififfe,fed dimifille afferit: ecce venio:Violenza eſtrema patifce
Non dice,clie forte caccia: o à forza la pietra ,s'eſſa viene impedica diro .
comepietra da fiomba nò , mache tolare al centro diletto ; violenza
vēnelaſciato cadere da fe ſteſſo co . ineſplicabile patiua Chrifto nell'ef
me pietra naturalınéte portata al co- fergli dilungato ilvolare alla diletra
tro. Dunque io mi dò a credere che fua Croce;baptiſmohabeo baptizari,
fe arriuaſtimo à capire con quanto quomodocoar &tor vſque dum per
amore corra l'innamorata pietra ad ficiam illum ? Giunta la pietra al
abbracciarh velociſſimamenre co'l centro , ineſlo acqueta tutti li ſuoi
dentro amato , arriuareſimo altresì appetici : ſtretto Chrifto alla Croce ,
forfe ad intendere in qualche parte iui dàcompimento a' ſuoi acceſide.
quell'ecceſſo d'amore , co'lquale fij,Conſumatū eft; Diciamola invna
Ddd fola
394 Chrifto innamorato della Croce
fola parola : le Chriſto foſſe pietra, glio , è che la Croce ha da eſſere la
ccentro forſe la Croce, potreſſimo fpolamia , ò che von hò ad huma.
quafi dire chequeſti motihaueſſero narmi: queſta è la conditione fine
infrà di loro quanto alla ſomiglian- qua non della mia acdata . Il Padre
za , vna ſpecifica identità . Ma che ci acconſenti , ci accontentà lo Spi
dieh'io ? Chriſto è pietra; Para au- rito , e toſto ſe necelebrano gli ſpon
rem erat Chriftus: Centro è la Cro . fali nel decreto diuino dell'Incarna.
ce , e però come tale ſtà collaca. tione del Verbo in paflibile carne
ta nel bel mezzo della terra ope.. daca la cura alla Providenza di tro
ratus eft falutem in medio terra ; uar modo al ſeguir delle nozze , la
onde non con minore amore corre difficoltà delle qualinon arreſbaua
l'innainorato Chriſto alla diletta ſua vn punto l'ardentiffimo amore del.
Croce , di quello corra la pietra all'innamorato Diuino Infante;mer
centro amato ; amor meus , pondus cè che l'amore,s'eglie del vero, non
meum ,co feror,quocunqueferor. riconoſce difficoltà che che ſia : So
3. E qui mi pare A., che venga lus amor eff(dice S.Agoſtino )qui no D. Aug.
à taglio il cominciare la ſtoria di miredifficultatis erubeſcit.
queſt'amore . Suppongo quella fen- 4. Ma già creato il Mondo ſe ne
téza famoſa delle Teologiche icuo- ftaua pur'anco l'acceſo ſpoſo Iddio
le , che Chrifto foſſe predeſtinato la sù nel ſeno del Padre locano dal.
Redentor del peccato per Crucem , la Croce ſua ſpora,onde ſpinto d'a
© Paſſionone; in modo però che'l fi- more per conſolarli lontano, e tem
ne della predeſtinatione di Chriſtoperareil deſio della preſenzapermi
folle la inanifeſtatione delle diuine ſe , che facci ne foſſero ritratii viui ,
grandezze e la crocifiſſione ſolamé che la rappresetaſſero al naturalezan
te forſe conditione fine qua non ; , zi volle,che nel Teatrodel Mondo
tanto cheſe la crocifiſſione non ha- in nobiliſſime tragedie le nozze ftel
ueſſe hauuto à ſeguire , il figlio di ſe future veniſſero 'rappreſentate ,
Dio non liſarebbe incarnato;e così Machi ci affegna ipittori, chici
in Chrifto le divine grandezze non troua gli ſcoltori d'vn'opra cale ? chi
fi ſarebbonomanifeftate : su queſto ſpettatore trouoſli de gli amoroſi
dottrinal fondamento concettizo io tragici componimenti Ah ecco
adeſſo. Vide il Figlio diDio colà ab pittoreil fratricida Caino co'l pen
eterno infra le coſc pollibili la bel nello d'in rufticano baſtone, che al
liflima riſplendentiſſima Croce; Ar. viuo la pinge in ſulla tela delmorto
bor decora, o fúlgida: e preſo dalle Abel: ecco ícoltore l'vbbidiente A
bellezze; dalli ſplendori di lei, le n' : bramo collo ſcalpello d'vna ſcimi
acceſe d'amore. Ececco s'adana l'i• carra ſnudaca ſtà per ſcolpirla al vino
nacceſſibile contiglio della Santiſſi- nel ſagrificio dell'innocente Iſaach:
ma Trinità . Chianderà,dice il Pa. ecco gli Hebrei , che l'amoroſo , c
dte, à pigliare humana carne,e ma. fanguinoſo ſuccello videro rappres
nifeſtare le diuine noſtre grandez - ſentato in quelle cante figure , e la
zeiloriſpondeil Figlio,mavuò che grificij.ondeil Padre S. Agoſtino di D. Aug.
lia con cfprefla conditione, che le cendo andava; Chriftus fuitin Abel
nozze io celebri.con la diletta mia occiſus , in Prophetis exhonoratus ;
Croce. Oh, entra lo Spirito Santo , nell'Apocaliſle ſilegge, Agnus,qui
biſognarà patire farighe , Icheri, occifus eft ab origine Mundi.Cosi ate
tormenti, niorte : non mancano già facciato al balcone del Cielo traite .
mezzi all'infinito voftro fapere più nendo s'andaua l'innamorato Prin
facili,più foaui?Nòzno,tipiglia ilFio cipe del Paradiſo ;quando venne
pur
Per la Domenica delle Palme 395.
pur’anco vna volta la pienezza del 'bra d'acciaio del rigidotraditore sfa
tempo, nel quale mádo l'ererno Pa- uillate d'amore? dunquechivi defi
dreilfiglio in queſto Mondo à viſi- dera vita è Satanallo; chiviprocura
tar dipreſenza la deſiderataſua ſpo la morteècaroamico: Oh chebene
fa : & oh forza d'amore , ch’ei ſe ne apre la ſtradaalla riſpoſta Girolamo
venne à capriole faltando per colli , il Santo Padre : Satanallo auuer .
e monti, Ecceiſte venit faliens in ſario vuol dire: ah e per queſto quia
montibus,tranſliers calles, egiunto contra loquerisvoluniatismea ,debesD.Hier.
in terra mentre ſi ſtanno apparec- aduerfarius appellari:Giuda lo fauo- in Mar.
chiandole nozze, da vero arante, rivaalla Croce;gliapriua la ſtrada al 16 .
ficome fà col pefiero mai sépre nel la Croce, lo ſpallegiaua alla Croce
la diletta fua Croce, così corcimána ſua defideratiflima ſpola,pertanto lo
del cuore , quali che d'altro non si chiama amico;ma Pietro , che s'op
parlare la lingua,che della Croce ſua poneua per diritto all'amoroſo vo
cara.Troppo lungo ſarebbe l'oppor- lere di quelle nezze bramate, che le
tar tutti i pafli di queſta fatta , io ne gli attrauetſaua alla ſtrada , oh per
ſcielgo due ſoli, entro de qualifpe- queſto lo fa dare per così dire nelle
cialmenterilucequeſto ſentimento rotte ,e gli cala dibocca vo Sacanaſ.
amoroſo . fo.l'ade Satana .Quia contra lo
s Parlaua della Croce vna volta, querisOC.
come era ſolito fuo , & intendendo 6 Sentimento gentile , chedell'.
Pietro i tormersti, gliobbrobrij, ch'- amore hebbe vna volta Plutarco .
egli haueua à paciec,ſpinto dall'aino Amor est ficut'hedera , ſemper inue.
re,chegli pottauajſe gli poſeda fró- nit, vbifecolligat: l'amore dice è co
teje ditie:Guarda Signore,Groce?oh mel'hedera ;ſempre troua doue po
alla Maeſtà voftra coſe talip oh non terá appoggiare. Sij pur liſcio il tró .
Mar. ſia queſto in eterno ; Abfit à re Do- co, lij,pur piana la pietra ;siacute in
*5.4
mine, non erit tibihoc : Guarda Si. péta, si aduche in taglio halvnghie
per Pietro ,che non l'hederachepertutto s-attacca,s'ag
gnore ?buona
Thaueſſe mai detto . Se gli voltò il grappa , e s'auuiticchia : cosi perap
benedetto Chriſto con faccia mie punto è l'amore ; hà l'unghiedella
naccioſa, e ſdegnola, e non conten- mente nella punta dell'intentione si
to , vollidite,di cacciarlo quafiche acute ,nel taglio dell'affecco siadū .
alla malbora, Satanallo chiamollo . che,che per tutto s'attacca ,s'aggrap
Vade poſt me Satana. Gli venne poi pa , cs'auuiticchia : Amor cloc.
all'incontro nell'orto il traditore di Quinci è che s'entrare à diſcorſo có
Giuda per vederlo almacello àprez vno, che viua cotto d'amore, ſia mo
zodi quattro ſoldi , & arnoroſaméte in qualſia occaſione diſperata , e
fi laſcia abbracciare,ebaciare , & a. ftraoagante,ſe non al primo,alle dua
mico lo chiama; Amice ad quid de fà Taliare à propoſico il ragionare
M41.26 nift ?Signore che metamorfoſi èque della perſona cheama:Amor eſtecc.
sta? Pietro vi ama , e lo cacciate : Gru . Xoh hederico amore del mio Gie .
da vi odiaze l'abbracciated Prima co su . Attendete per cortelia : G trasfi.
onte ricambiate l'amore, & amoro. gura sù'l monte Tabor, & apparc
fo ricambio al tradimento poi date ? frà mezzo Elia,e Mosè tutto veſtito
ftilla di mele lapietraPietro , C v . di gloria, tutto riſplendente di luce;
innaſpriterſpumna veneno il ſerpente indovina tu vn poco di che fanno
diGiuda,e v'addolcite? Pietra fete ò parlando? Dicebant exceffum ,quěco. Lu
Signore,io lo confeffoma ſe cozzá. pletarus erat in Hierufaléipalauano c.c.2.
do colla pietra Pietro,fiammeggiate della Croce : oh e chi l'hauerebbe
diſdegno; comepercolo dalle lab . creduco ? non hanno già che fare i
Ddd 2 COES
396 Chriſto innamorato della Croce
tormenti della Croce co ' guſti det Elia parlauano di Croce à Chriſto ;
Paradiſo : l'ignominia d'vn Croci- ſtromento dolorofiffimo di morce
filo , con la gloria d'vn Bea!o ? eh infaine ? dicebant exceſſum c. Oh
eh l'amor,ch'egli alla Croce portaua Profeti Santiſſimi perdonatemi,fta
anco ne'guſti del Paradiſo anco nella uateà conuito celeſte, guſtando la
gloriade'Beatitrouaua doue aggrap manna , faporeggiando ilneccareer
parli, & à ſomiglianza d 'hederaag. del Paradiſo , ecosì all'aperta fate,
grappaticcia. Amor eſt oc. contro le buone regole de conuita- ;
7 Ma notate di gratia : dicebant ti ? Foſti pur anco tu Mosè alleuato
excefum : Non era Chriſto ſolo,che in Corte di Faraone: praticaftipur
ragionale di Croce nò ,ma tutti trè tanto tempo cu Elia nelle Corti del
parlauano,anco Mosè, & Elia. Ma. Rè d'Iſraele : MÒ Pietro yn peſca- Matth.
crobio ne' Saturnali ſcriue , chene tore meglio ſi porta di voi : Bonum 17.
Macr. conuitibilogna locis,csemporibus estnoshic ere, dice ilbuon Pietro :
1.7.Sa. coaptareſermones; aggiuſtare idil Signore qui c'è buon vino ,quiftia.
turn.ca. cotli , come ſi dice , à luogo , e tem- compitamente, io direi,
moregalati
guftano (tlerattarà
tutti di ciò , che buoniſſima
1.C 2. po,&èragione che faceſlimo quicamerata : facia .
la ne- mus hic tria Tabernacula . Ma voi
cellità non ci forzaſſe al contrario ) in luogo di Paradiſo, trattar di mor
e così dice : Qui venatibus gau . te in tempo di gloria parlare d'in
det , interrogetur de Sylua ambie famia ? Dicebantexcellum c. ? Oh
iu : Religioſus ſi adest, da illire. che bellolocis, temporibus; eh ri.
ferendi copiam , quibus obferuatio- fpondono , ſapeuamobene,che i di
nibus meruerit auxilia Deorumilife- lui guſti batteuano alla Croce, bere
nex præſens eft, eum interroga , qua faglio de' lui amori , onde all'ini
ad illuna pertinent.Se tratti con quel namorato della Croce non poteua
Caualiere , che attende alla caccia , mo più aggiuſtatamente difcorrere
moui diſcorſo di cani, di reti,di fal- che di Croce . Dicebant excefsü,or
laticine, e di boſchi; dimandando- 8 Horsù vicino li fa vedere il gior
gli conto della preda cli'ei faccia:ſe no delle nozze pur'anco , e fubito
ti troui con un Religioſo , parla di s'incamminaalla caſa della ſuaCro .
vocatione, d'oratione, dimortifica .. ce à Gieroſolima, e ſe ne và à sàgtā
tionidicarne, eſpirito, chiedendo paſsi, che ne ſtupiſcono iſuoi . Et
gli con quali eſercitij egli venga ad precedebat eos ; fupebanı, merce
ottenere gli aiuti diuini. Se diſcose non s'accorgeuano, che gl'impen- Marco
ri con vn vecchio , oh d'ordinario naua amore ipiedi; e poteua alzare 10 ,
non puoi errare à biaſimare i tempi l'impreſa di quelccruo alato , e gris :
preſenti , e lodare gl' intrichi, che dare: Amor addidit alas;ondecuta ,
queſto è'l vicio de' vecchi incanche, to pronio , e liero in ver l'amata ne .
rito : A noftri tempi diceuamo , e giua: Prompté, bilariter ibat ad .
faceuamo;e Dio sà poi come la pal- paffionis locum ;iui poftilla il Lirano:
ſarono anch'eglinoin giouentu.Co. e canto pronto , e lieto ,che hoggi
sì potreſſimo dire di chi parla con con feſta , e trionfo ci vole eſſere ri
qualche dõnadi gouerno dicaſa,lo- ceuuto; volle ſe gli cantaliero amo
darla d'accorta , di prudente , d'ha- roſigli epitalamijHoſanna filig Dao.
uer ceruello per gouernare vna Cit- uid : Benediētusqui c. Egredimini, Cant. 3.
tà, che tali per lo più n tégono mol. videte filie Syon Regem Salomo
te diloro . Ohà ciaſcheduno adun- nem in Diademate , quo coronauit il
que è regola d'ordinario buoniili- lum Ma:er ſuajin die defponfationis
ma parlarediciò, che più glidàin illius,oin dieletitia cordiseius .
gufto . E come dunque Mose , & 9 Ma non vi piacc A; che l'amor
rofa
Per La Domenica delle Palme 397
Tofa ſtoriaoltre delprefente giorno ito , che io vedo queftapi sfodera .
qui liproſiegua? Venne sù dunque ſe pungentiſsimi aculei di chiodi,o
l'hora Iteſſa delle nozzemedeſime, lancie : atti più coſto a lacerarui le
Zoan.13. cla chiamahorafua ;fciensJefuse carniconamariſsime piaghe, che à
quia venit bora cius. Signore hora fabbricarui vn dolciſsimofauo .Al
voftra ?l'hora di voftra morte ? Sì, queſta appunto è la magia d'amore;
hora mia , hora cara , hora ſoſpirata credono tormentarmi, e mi addol
giàmille volte , albo fignanda lapil- ciſcono:credono diſparger fangas,
lo ; marauiglia è vero ,ma ſono ma- e ftillano mele che ſe no'l credi fà
, ,
rauiglie d'amore , che sàmodotro- da vicino laboccha , e ne guſterai
uare per nonodiar l'artefice di mor- la dolcezza: Quid ab ignorantibus
te ancora . Solus amor mortis non geſtum fir (Commenta il PadreSala
odit artificem . Agoſtino ) Myſtica ſubtilitare Spins
10 Hora cara , che lo conduſſe ritus Sanctusdecet: mel quippe apes
Zoan.19. pur'vna volta ad vnirſicó la brama. operanturin fauis ; nefcicntes autem
ta fua Croce : o baiulans fibi cruce: perſecutores Domini fecerunt eum,
fibis ſibi,perche acconſenteben'egl
che l'vtile della Croce tutto Gia delsi nobis ipſa paffionedulciorem .
12 Che marauiglia dunque,che
Mar.21 l'huomo : Ecce. Rex tuuspenit tibi di tormenti si dolcimai fatio folle ,
menfuetus: Tibi , tibi, il ſangue , la enon mai fatio gridale, fitio ,fuio :
gracia, la gloria , tuttoquelbenes maiora fitio,fpiega Bernardo Santo. D.Bern.
che ne procede tutto tutto dell'huo. Hoc eft maioraſitio fubire tormenta.
mo: ma la Croce , ah tutta la vuole Oh ecceſsi certo delvoſtro amore ,
per ſemedeſimo: fibi,fibi; perche è innamorato Chriſto ; ma vaglia il
fete halicuate pur'an
e lua Spoſa ,ne la vuol cedere ad al vero , chealtra
hi . Oh Signore ch'ella è dura.,ch'- co : fete , che fivedefle palele la ca
ella è peſante ? Eh riſponde , gionedi queſti ecceſsi: quella forna.
amante fono , e dei ſapere , che ce ardente , che vi ardeua nelſeno . Äbac.za
la fatiga all'amante non è fati- Cornua in manibus eius, fcriueAba,
ga, ma dolciſsimo. vn Caporetto ; chuch al terzo . Staua il benedetto
D.Bern. vbi amor est, labor non eft, fed fapor, Chriſto conle mani conficcate alle
difie l'Innamorato Bernardo . conna della ſua Croce , così intende
fcr.85.in
Cant. 11 Oh adello intendo,innamorato il Titelmanno . E che ſeguió Profe
mio Dio , ciò che andauate cantan- ta ? Ibi abſcondita estfortitudo eius: Titelma
17 done' Sagri Cantici. Meſſui Myr- iuili ftauanaſcoſa la fortezza dilui,
Cani. 5. rham ,comedi fauum cum welle meo Aſcoſa iui la fortezza di lui ? Dichi?
Signore ſe mirra amara haueuate d'amore: edoue aſcoſa: nel cuore:
raccolto ; come dolciſsimomangia ibi, là doue nello ſpirare chinando
Aiilmele ? Ah che volefti dire , ch'- il capo ne diede il ſegno . Et inclia
efferdoucuanomirra conformealla natocapite tradidit ſpiritum , quaſi loan.19
natura loro i tormenti di Croce, che accennando cantare: caro cigno di
raccogliefti; ma per arte d'amore fi amorca ntando moro, e ftà quì den ,
erano cangiatiinmele ;Meſſui myr tro al cuore chiulo , e naſcoſo amo
rbam , comedi fauum .Ma Giesù ca- re : amor m'vccide ; è forte l'amor
to queſto mele chi fabbricato l'ha. como la morte : Fortis eft vtmors
ucua ? Riſponde al Salm . 117. che dilectio .
l'api furono i Giudei , che in quel 13 E pur'è vero , anorofo mio
Pä:117 giorno locircondaronocircumde- Dio,che io primadi veftircatnchu
derunt ſicutapes: ficut apes fauums ar mana volesti, che ne'ſpettacolide
D.Ang legge S.Agoſtino Piano mio Chri , fagtificij antichirappreſentate vi for
ſero
398 Chrifto innomorato della Croce
fero queſte voſtre nozze graditeale co , dal quale arciero d'amore fcoca
l'hor future ; hora che aſcelo glorio- cate ſaette amoroſe al cuordi quel
ſo in corpo in Ciel vi ritrovate , : VO- l'anima diuota , cheper ſuo amore
lete pure ch'in fagroſanto ſpettaco- Crocifiſſo vi mira ; onde da queſto
lo dell'immenſo fagiificio della amore era ſpinto il cuor di Paolo Sá.
Mella rappreſentateviſiano ſe ben to:CharitasChrifli vrgetnos;anzi 2.Cor.5.
paffare . A Flora fagrificauano le cra forzato, cogit nos , legge il Cae- .
Donzelle Roinane coronate di tano . Era ſpinto, era forzato, dico ,
ghirlande , teſfuedifrondi, e fiori; à cauareneceſſaria conſeguenza di
ma guarda che cinetta manco di morir'à le ſteſſo per amor voſtro,
mirto vi ſifoſſe trouata : ſe ne chie- ch'erauate morto per lui ; aſtiman- Idem :
deteil perche, lo dà Plutarcodicen- tes bac ,quia fivnus pro omnib. mor. ibid.
do ; Quiamyrıbeis virgis à viro ce- tuus eft , crgoomnes mortui funt;che
Ja fuit . Venne Flora vna volta con però da queſto amore medeſimo
verghe di mirto flagellata da fuo con centodardi,con mille (pinte
marico:oh non può vedere più mir. con infinita forza douerebbero i vo . 1
to ; non vuol, che mirtoglivenga ftricuoritutti reftar feriti,foſpinci,
auanti à gli occhi, mercè che gliri- violentati à ciamarui libera , egra .
noua alla mente la memoria di quel tamenie ..
le fraffilate odiore . Ah ah e voive- 13 Ma oh ingratiffimi noi Chri
racillimo humanato mio Dio , vole- ftiani , che tante volte ci portiamo
te , che ogni giorno inmigliaia di in modo chevi forziamo a gridare ;
fagrificij, con millioni di croci, an- pofueruntodium pro dilectionemea . Pl. 108
zi con parole eſpreſſe ; hæc quotiefo In vece di riconoſcere amore con
cunque feceritis, in mei memoriam amore , m'hanno pagato conical
facietis, vi si riduca àmemoriala ci, con ingratitudine, con ſcelerag .
voſtra Croce ; mercè che nonodio- gini : vna volta a'hàcrocifiſſo l'a .
le piaghe v'imprefle , ma sìben no- mormio verſo l'huomo ; ma cento ,
teamoroſe , teltatrici fedeli del vo- emillemicrocifigge l'odio de' pec
fro amore . Cari fiori , care fore catori verſo di me: Rurſum cruci- Heb.6 .
amoroſe, per le quali ciſi fa chiaro, figentes (ibimetipfis filium Dei'; in
e paleſe quell'ardentiſfiino amore , naſprendomi dolorofiffimamente
che portafti alla Croce voſtra dilet- quelle ferite, cheprima mi erano si
ta è innamorato Signore ; anzi dirò dall'amor addolcite. E che péli tu fa
meglio , che portati , e portate all'- reò donna, donzella , ò maritata ,
anine noltre, che non per altro in che ſij , quando che vana , e piaccia
nozze ſpirituali alla Croce Crocifil- à Dio , che non laſciuamente r'in
ſo vivnilti,che per hauere ,ò aino. fraſchi il capo,e l'immaſcheri il vol
roſiſſimo Padre, à regenerate alla to ? tu fpuriin facciaal tuo Chriſto ,
gratia , åriprodurrealla gloria lafi. tu gli percuori la fronte,e gli fai pem
gliuolanza feconda de voftri figli netrarepiù alviuo quelle pungen
fedeli. Queſte Pamore, che haue- tiſſime Ipina. E che penſitu fare , à
va faettato ilcuore del P.S. Agoſti- giouinattro , quando defideri, e dai
no , onde ferito d'amore civien di. Ja caccia , edifoneftamente faipre.
pinto a piedidella voſtra Croce grida di queſta , e quella ? tu pigli vrlo
dando . Sagittaueras.cor meü Deus chiodo , tu impugni vn martello , e
charitate tua; mercè che quelle cor- diſpietatamente di nuouo conficchi
na , che tenere in mano ; Cornua in in Croce il cuo Dio . E che penſi tu
manibus eius , non ſono tanto coro fare ò peccatore , quando si brutti
nadi Croce, quanto corna di vn'af- fquarcifai nella legge diuina , dang
nego
Per la Domenica dellePalme: 399
neggiando la robaà queſto, lacerá- mico :cade,mentre voi face elemo.
do la faina à quello, vendicandoti fina ..
del tuo nemico , traſgredendo in fi
ne li diuini precetti ? tu arrefti vne PARTE SECONDA .
lancia , e pazzamente corri ad inue
ſtire le viſcere deltuo Signore.Rur ,
fum crucifigentes',c. Senti , che " guerreggiando Ciro co'l
pieto fillimamente egliſe ne quere. Rè d'Armenia gli veone falco prip
la per bocca diSan Bernardo. Nono gione Tigraneil figlio di quelŘe,
ne ſatispro te vulneratus fum ? non & inſieme la moglie dello itello
ne ſatis pro iniquirate tua affli&tus: Tigrane , quali fattıſicondurre aua.
fum ? Non baſtano , o animaChri- ti, interrogò quel Principe , cheha.
ftiana queſte piaghe, non baſtano rebbe daco per la libertà della ſua
queſti ſquarci, che per tuo amore cara conſorte . Riſpoſe quegli, che
foffriſco in CroceCrocifiſſo d'amo- volontieri la vita ; libenter virada
re:Oh Sig: ſe baſtano ;ſe baſtano , ó bo . Riſpoſta , che piacque tanto à
mio Giesù ; purtroppo , pur croppo Ciro ', che donò fubito ad ambidus:
cccedonos non haiſembiante più d gratioſamente la libertà . Interroga.
kuomo ; raſſomigli ad vn leproſo ; to poi da Tigrane venne la moglie
fembri vn ſtraccio dicarne appeſo à ſua, che le pareuadella bellezza di
trè chiodidi beccheria. Perche dun- Ciro ; & ella rifpoſe , che non ſape
que ripiglia Chriſto m'aggiungipia: ua dire ſe bello , o brutto egli fuſe ;
d ghe à piaghe, ſquarci à ſquarci ,e prorſus ignoro ;; poſcia che diſſe non
doue m'addolciſce l'amore , tu n ': hò mai poſto gli occhi in eſſo , ma
innafpriſci con l'odio ? Ma come? in quello ſolo , che s'èra offerto à
io piagartiSignore? lo addolorarti metiere la vita per mio riſcatto ;
mio Dio? e poilo liauete tanto ſagri- Non enim ad Cyrum oculos meos com
lega mano ? Ahi ſoggiunge , cheuerti , ſed ad illum folum , qui vila
non tanco dolore mi recano queſte fua meredimere delle dixit . A tan
6
digratitu
piaghe del corpo , quanta pena mi to ſentimento didebitogențile.Hor
apportano quelle dell'anima, onde dinearriud vna donna
vengo da'cuoi peccati piagato , ma và mò tu , & interroga il Chriſtiano,
gisaggravant me vulnera peccati che gli pare delle bellezze delMó.
tui', quàm vulnera corporismei . Ah do . Ti riſponderà egli : Io non lo
c non fi ſprezzano ancora i voſtri sò' , perche non hò volcato l'affetto
cuori di falſo?e non l'Atracciano dali alla bellezza delle creature, ina all'.
capo ancora le donne vancle fraſ- . anore delmio Iddio , il quale non
che, e i fiori;e non liſradica anco- ſolo - s'è offerto à metterela vita,ma
ra daljeno il dilonefto amore l'in . in verità difatto l'ha meſſa'sù d'una
carognito; e non ſi fuelle dal cuore: Croce per riſcattarmi della ſchiaui
il riſentito quell'odio ? e non dere. cudine di Sacanaſlo" ? Oh piacelle à
fta ancora il peccaro ilpeccatore ? e Dio ,che interrogato più coſto ,che
ci farà ancora in queſta Chieſa chi gli pare dell'amore del Crocifiſo ,
perfeuerando in peccato, ſi porti a non l'haueſse per lo più à riſponde.
cara inſanguinate le mani in parris re: ionon lo so, perche non hò mai
cidio in deicidio sì horrendo ? E có. voltato l'occhio del penfiero al Cro
io vu'anima tanto beftialmente cifido , ma sì bene ſempre le ſpalle,
oſtinata non ſi pigliarà , ò Signore , per voltare la faccia del cuore curca
ynatiſolutione vltimata?Si,riſpon- alle coſetertene,ecorrottibili di
de Chriftojima prima di reſpicare queſto Mondo .
16 Chris
400 Christe innamorato della Croce
16 : lariſtiano:il tuo Dioèdiſce- farſi, di perſeuerare in peccaro'; di
fo dal Cielo in terra per amor ao . A non rcftituire,di non perdonare, no
ſua pofta hàfatigato,ſudato ,ftentato laſciarla pratica, la mala vita ; efe
trératre annicontinuiper amor tuo . non vuole,non c'è remedio . Piglili
A ſuo dáno.E ftato ſputacchiato,ſcor dunque riſolutione vna volta ,e riſo
ricato ,crocififlo per amor tuo Sia'co furione vltimata :Curauimus Baby- ler.si.
meliuoglia; voglio i miei guſti,i miei lonem osnon eftſanata: Derelinqua
piaceri,l'adepimero de miei capric- mus eam ; o camus vnuſquiſquein
ci. Gridano le ſcritture : eſclamanoi terram fuam : abbandoniamo, Si.
Santi :ſi sfiancano i Predicatori qua- gnore,queſt'anima oſtinata: vole er
ranta giorni continui in sù de' pulpi. fere delDiauolo : lijà pofta ſua:non
si, hora allettando co'l Paradiſo ,ho vole eſſere del numero de' Bene
1a con l'Inferno intimorendo , hora detti ? reftig frà inaledetti , emale
inuitando colla miſericordia , höra dettiin eterno .
minacciando conla giuſtitia ;ma à 18 Anima indurata, nó vuoipétira
propofito ; neper speranza dipreci? non vuoiconfellatti ? ſcapricciati
mio,ne per timore di pena conuer à soglia tua. Chriſtofi parte , & io
tire ſi vuole il peccatore oftinato, la partocon queſtoChriſto, etelaſcia
peccatrice indurata. Siamo alla Paſino in potere di Satanalſo. Chi sà?
qua , & il poſſeffore di roba d'altri forſe non vedrai più ne la mia face
non ne hà ancorafatta la reſtitutio . cia , ne quella del Crocififfo ſino al
ne : il concubinario non ha ancora giorno del Giuditio , doue gridarà
cacciata la mala femmina: il vendi. con queſto Crocifiſſo inmano
con
catiuo non s'arrende ancora à fac la tro loſtinatione tua Vendetta, Ven
pace ; il peccatore inſomma no trat- detta,Vendetta d'eterno fuoco .'
ia ancora difar l'eſame della con 19 Ma come,ò Crocifido Iddio,qua
fcienza ,e farà vn'eſame di meſi, e pure immobile vireſtate , ne di quà
melige forſe d'anni, e quel ch'è peg- pare.vi vogliate partire? Signore vi
gio , non mancheranno di quelli, duole il laſciar quà códannata quel
chaueranno già ſtabilito di non fac- l'anima peccatrice ? Ah duole à me
uialtro per l'ano preſente; e di quel pure , e mi ſi ſpezzail cuore per pic.
li,che ſi confeffarannoformidine pe cà, per amore. Chefe viretta Signo.
na:ohfaranno , dubito , tante confu- re,che tentare anco di nuouozioſon
fioni, e non confeflioni . qui.pronto a piantarle nuoua batte .
17 E'bene, o Crocifiſſo mio Dio, sia all'incontro, per diroccare la tor
è Dio ingratiſſimamete trattato da re dell'oſtinatione indurata , entro la
peccatori: à che partito Gam noi ? Io quale ſi tiene :ſarà bombarda il mio
non hò mancato di ſudarc, ſtentare, ſeno; il fiato poluc ; fuoco l'amore ,
e trillare: Voi Signore nen hauete bombo la voce; caricateci la palla
inancato di concorrere colla gratia voi della gratia voſtra diuina, che la
diuina; e con tutto ciò c'habbiamo colpiſca nel cuore . -
fatto di buonotS'io credelli co'ldi- 20 Horsù dice queſto amoroſo Gien
ſtruggermitutto in ſudore, dimolo sù à queſto mirifoluo io ancora : e
lificarequelcuor dipietra,io vorrei ſpongo aperto su queſta Crocel'in
tanto sfiancarini su queſto perga. finito teſoro delle miſericordie mie ;
mo , che ci veniſli meno ; e sò , che & inuito quelli tutti, che hanno pec.
yoi amoroſo Giesù , fareiti prontify cato ad arricchirſene in queſtigior
simo,ſe conueneuole foſſe ,à(parge- ni ſagrati; chi vuole venga , chi non
te perciò di nuouo il ſangue tutto . vuole laſci. EccouiParadiſo ,& In
Mache? fta ciffoluto di non confefferno : miſericordia , c giuftitia di
Dio
Per la Domenica delle Palme. 401
Dio , tutto Atijpoſto in voicre, e non trala , ſe pureofferta gli foſſe? Duni
volere: tu l'hai inteſo: ſe miſcricor- que su tutte diſpofteò anime reder
dia tu vuoi, Chrifto te la vuol dare; te co'l ſangue di queſto Figlio
ſe non la vuoi, non li vuołChrifto di Dio . Venite , Venice
forzare ; ma bauerai tanta giuſtitia, ad incontrare diuo
1. quanta appunto iu meriti . Ma chi te , compunte ,
ſarà quell'incarnato Diauolo ,che ri contrite le
fiuti inifericordia , che à quellami mi
fericordia volti più che diabolica fericordie diuine . Dio vele
mente le ſpalle , che dal Diauolo conceda , teftate in pa.
fteſto ſarebbe prontamente incon ce. Amen
Eee LA
.
402
LA
PASSIONE
PER IL VENERDİ SANTO .
Paffio.Domini noftri Iefu Chrifti.
1 ORTENTOSO Mi s'arricciano. ipeli in capo , mi ſi
certo ch'eglièl : gela nelle vene il ſangue . Se vien:
oggetto , e pur fatto prigione vn teo , ſe vien fru
troppo ) N.ch '. ftato un malfattore;ſe vien condor
in queſto giorno to alle forche un'alatino di ſtrada ,
à gliocchimis'; fi muouono à pietà i Popoli , s’inte ..
appretenta . Langue ſuenuta di for: neriſcono le genti , e comparendo ..
ze, pallida in viſő là giace vivace, & gli gemono ,ſoſpirano, piangono ,
amoroſa miſtica. Rola di Ierico, e non v'hà chi liſdegnidi porgergli
Maria , allo ſfiorire , e cadere eftin ogni conforto poſſibile . Oh Dio :
10 , che fà’l.vago fiore del campo il più bello deglihuomini; il candi-
lei caro figlio Giesù , e vezzoſc ne , do , e ii cubicondo ſporo dell'anima
gli occhi, e rubicondo nelle gote , noftra, il nobiliſtimo Rè delCielo ,
Te forſe non vanamente ancora ab . l'innocente agnellino Giesù dura.
bellite ardiſcono di farſi in pubblico mente è legato prigione , ſpietata-
le donne del Chriſtianeſimo ? De- mente fruftato , è ſcorticato ; ciude..
poſto lo ftellato fereno manto il lifsimamente conficcato con fieri
Cielo , addolorato ſi vefteà lutto, e : chiodi sù d'vna Croce perle colpe
lagrimoſi deporgono iluminari ſu- del peccatore ; e'l peccatore non gen
perni lo ſplendente Diadema de me , non piange, non s'ammollilce :
raggi per pietà del Crocifiſlo primo cantino : anziriſoluto di perfeuera-
loro motore ; e gli huomini Chri- rene' peccati , alza iv fatti, ſe non
ftianidelle pompe loro , de’loro fa. in voce,più perfido del giudeo quei
fi ,de'ſuperbiloro capricci poco ,ò Ingrilegi gridi, Crucifige, crucifiges,
nulla rimettono per pietà , per dolo- ſia crocififlo ,fia crocitillo : & in ata
re del Crocifiſſo Redentore è poco . 10, quanto èdalcantoſuo, dà dima:
à nulla commoffi? Si ſquarcia l'iu- noa ' chiodi della malitia ; impugna
ſenſato velo del Ten pio , cozzano : il mariello del peruertito ſuo vo
inſieme, eli ſpezzano le durepie- glio ; e più imbeſtialuo de gentili
tre , e ſpettrandoli mafliccie balze , carnefici , di nuouo lo crocifigge ,
e diiupi, moftrano in horribili pre- mortalmente peccando. Rurfus cru. H br.6 .
cipitij le più fccrete vene ſcopeit:', cifigentes filium Dei . Temo A che:
compatrionādo l'appaſſionato Crea- 1 diſprezzato ſangue del Crocifillo
tore comune ; e le viſcete ſenſitiue , inocente non gridi al Padre Eter
eicuori di carne de' peccatori non no vendetta contro de crocifiſ
cedono un punto dell'oftinata du- fori fratelli i peccatori , meglio .
rezza,nella morte del grande Iddio di quello già la gridaya il ſangued.
ſparro
Per i Venerdi Santo . 403
Tparſo di Abele contro del fratricida voi diuoti à quelloſchietto diſcorſo,
Caino. Sanguis fratris tui, Abel, che ſon per fare , & all'opra mirabi
Gen. 4. clamai admede terra; ondeiolo le, potremo dire coʻlProfeta. Po pſa.ros.
di punto in punto attendendo,che'l fuit defertum in ſlagna aquarum .
Cielo , che nell'acque della pietà Maoite che di Mosè più balbutiē .
hoggi ſpegne le luci de'ſuoi ſplene te jo ſono , e con Mosè laportento
dori, gella fornace dello ſdegno ace ſa verga io non inspugno: come
cenda i tuluni del fuo furore, e dunque potrò percuoter queſte pie
ſaettandoli dall'arco della giuſtitia , tre ? come dunque efficacemente
li precipiti in quell'ampie voragini, loro pourò ragionare?
che nella terra aperte lives gono ; 2 Croce Santiſſima , Altare Di
onde l'Ioferno eternamente danna- no , ſopra del quale s'offeri già in
Pſal.7. ti ſe gl'inghiottiſca: niſi conuerſi fue. queſto giorno al Padre Ecerno l'ac
ritis, arcum ſuum terendit, o para- cettiſſimoholocauſto dell'immaco.
uit illum , o'in eo parauit valamor- lato agnello di Dio; manda tu, prie.
tis; ſagittasfuas ardentibus effecit. Si goti , quel Serafino , che con le bra
che già teſo ,e caricato ſtà l'arco del ge acceſe di quell'altro altare puri
la giuſtitia diuina : arcum ſuum tee ticò le labbra al Profeta Iſaja ;man
tendie, parauit illum : Si che di dalo , dico , con quella lancia , ch'
già inarcate ſono le ſaette mortali; apri'l coſtato almio dolciſſimo Re.
Cinco parauit vaſa mortis ; faette dentore,e sù la punta di quella , qua
acceſe nella fornace de' ſdegnieter . fiche in forcipe portil'infocato car
ni : Sagittas fuas ardentibus effecit. bone dell'amoroſiſſimo cuore del
Egli è ben vero , che non cosìpreſo mio Giesù , onde purificate, e cutte
dal timore , e'l campo , che non vi acceſe d'amor diuino queſte mie
inetta inſiemela ſperanza il piede. labbra , queſta mia lingua, efficace.
Nifi conuerfi fueritis:faettarà fde. inente io ragioni à queſte pietrede'
gnato il Cielo contro de' peccatori , cuori indurati de' peccatori, della
le pure nonficonuertano à Dio; ma Paſſione del mio Signore . Croce
conuertendoſi : oh bontà diuina: Santiſſima, Verga fortiſſima, che
In quacunque hora, anco in queſto che dalla miſtica Pietra Chriſto cai
punto , che l'arco è teſo , che ſcocca uafti riui di ſangue ; arma , ti ſuppli
Ezech. il fulmine; peccatorum eius non re- co , queſta mia deſtra , onde perco.
18. cordabor amplius,rappacificato con tendoqueſte ſelci rebelle deglioſti.
elli, in vece de' fulmini, piouerà lo- nati in peccato,io ne cauiriui di pes
ro la manna della remiffione com- nitenza.Non èqueſt'opra della mia
pita. Orsù non ſia trà voi, chiriger lingua : non èqueſto potere per la
ti tanto dolce propoſta , che rifiuti mia deſtra : fare, che s'ammolliſcan
così aguantaggiato partito ; ftillatevna pietra , che da vn'arida ſelce i
i voſtri cuori in viui fonti di duolo , fiumi ſcorrano , che ſi conuerrano i
eſgorgate per gliocchiamari fiumi peccatori: hà d'elier opera della vo
di lagriune,perdolore di hauere con ce interna dello Spirito Santo ; ha
li voitri peccati cagionate quelle pe. d'eller forza della deſtra diuina.Vox Pfal. 28,
ne , tormenti , e morte , c'hora ſono Domini concutienris deſertum : Hæc
per iſpiegare all'humanato figliodi muario dexteræ excelfi. Io non pof
Dio . Temete forſe non ſia per riu . fo più che ſcuotere vn popoco quee
ſcire ilfatto, per eſſeri cuori di mole ſt'aria; io noc poſſo più che fare un
ti più duri che ſaffo? Non dubitate. popò diromore con queſta roca mia
Nü. 20 . Loquar adpetram ;parlerò ioà que- voce . Velut æs fonans , au cymba- 1. Cor.
Ne pietre Mosè nouello ; eſponetele lumtinniens. Opra tu dung; ò Dio , 13 .
Eee 2 per
404 La Pafione
per queſta Croce , Altare ſagrato, maſlime poi douendo egli ſteſſo piā
fopra del quale hoggi vienihonora. tarle in feno piaga tanto profonda;
to con ſagrificio sì accetto : aiuta tu ccompaflionandola al viuo , la mia
dunque o Chriſto per queſta Croce, raua pietoſo, ſoſpiraua, gemeua, &
forbica ſpada,con la quale hoggie' amauiffime lagrime v'accompagna
acquiſti ilPrincipato del tutto : loc. ua più volte: e Maria ſollecita offer
coili tu dunque, ò Maria,perqucfta uatrice de' portainenti del Figlio,già
Croce , coltello acuto , c'hoggi si ſoſpettoſa del fatto , viueua conti
fieramente ti palla il cuore : fauori nuamente anguftiata in eſtremo, in
fermi tu dunque , è Cielo , per que- ftrettezze di cuore ineſplicabili.Ven
Ita Croce , dorata chiaue , c’hoggi gopo vna volta non molto lungile
tiſpalanca le pertant'anni racchiule vn dall'altra ad incontrarli: fi ferma
porte; e cooperate voitutti,chem : su duo piedi Giesù dolente ; s’arre
ascoltare , con affeui diuoti , che ve Ata imniobile , timoroſa Maria : te
ne lupplico pure per queſta Croce, nero la mira Giesù ; languente lo riz
banco celelte, ſo pra del quale bog. mira Maria :Giesù s'impallidiſce ;
gi ſi sborſa dalCrocifillo Verbo in- Maria diuenta vn ghiaccio :geme
carnato alla diuina gufticia il prez- l'vno; gemebonda riſponde l'altra :
zo della nottra redencione . Et in- foſpira queſti ;ſoſpira quella : ela
comincio . griinando ambedue co’gemiti, fo
3 Era vicino il giorno della Pallio . Ipiri, e lagrime ſpiegando in ambi
ne del Redentore; & egli fa ritroua- due ad ambidue ainore gl'interniaf
ga in Berania poco diſcoito da Ge. fetti dell'aniina dal medeſimo ſpin
rololima hospite delle dilette fue ti , e dal dolore , s'vnirono , li ftrin
Maddalena , e Marta : era con ello foro, s'abbracciarono ,e non più che
la Madre Maria, erano con ello gli femiuiui fi caddero l'un l'altro in
Appoftoli: publicamente ſapeuali, collo : dolentisì;languidi si; pro
che i Principi de Sacerdoti , e Pri- ftrati sı;ma però ſempre honeſti; ma
That Giudei gli tramauano acerba però ſempre coſtanti; ma però ſem
morte ; onde itana quella fameglia pre nagnanimi. Indi allargatiſi al
lucra con batticuore, e tremore di Gie.
quanto icuori : ò Maria , dille
ciò , c'haueſse à ſuccedere : e già lo su : • Giesù riſpoſe Maria; ne proſe
ſcelera! o di Giuda dall'auaritia accie guirono più olice ,che li accoraua il
cato , hauendo fatto mercato dell'. dolore ; e non dill'egli è Madre,
Alciilimo , quaſi di pecora al nacel. non tiſpoſe ella,ò Figlio , che non
lo delli nemici di lui , itaua atten. poteuano deciare i cuori con tamo
dendo il tempo , che à tradirlo fofle amore , che non poteuano formare
opportuno . Quando che douendo le vocicon tante pene nomi di táto
Chutto pigliare l'ultimalicenza dal. affetto . Alla fine pur diſſe il Figlio:
la tua Madre , per andare alla mor . Madre , ch'in quelt'vltimo paſſo no
te , quei dolorilentiua , ch'era ben ti vuò negare si caro nome: giunta è
giuſto fentide Figlio tale , e tanto a- l'hora pretila:hò d'andare alla mor
inante d'vna tal padre, che tanto lo te per redimer co'l mio ſangue il ca
riamaua. Anuma fedele , troppo te- ptiuo genere humano.AhiFiglio ,ri
nero , delicato troppo è queito mi- ipole all'hora laMadre , etraſſe in
ſtero per l'impolita mia lingua ; ad lieme con l'ahi l'anima ſulle labbra:
ogni modo fe qui non ti muoui a pie Al Figlio,che ſe Madrechiamádomi
tà, ſei vna tigre. Penſaua Giesù qual (4,niferiffiil cuore, con dirti figlio
acuta puntura doueua plagat il cuo- io,vuò farmi più ampia,e più profo
realla Madre à così acerba nouella; da la piaga. Tu morire,che ſeiil fóte
della
Per il Venerdi Santo 405
della vita ?? e nonmiſarebbe conceſ- partire alla morte. Altri fpieghi hora
fo ,ch'io potelli moſtrare lo ſuiſcera- quìl'impallidire de' viſi, il cremar
to amore ,che ti porto co'ldare per delle membra,l'intorbidire dellela
te mia vita la vitałch ſtraccinſi que. ci : altri deſcriua il languire de gli
ſte viſcere;ſi ſuiſceri queſto cuors: fi animi,l'inhorridire de ſpirti,linge
ſcuori queſto mio reno ; e ſe non è lidire del ſangue:altri racconti il lin.
poffibile , che paghi à tutto rigore ghiozzar de gliomci, il palpitarde
l'offeſa di Maeſta infinita il ſangue ieni: l'annichilarlide' cuori , ch'io
vile di creata perſona, per ellere di vuò più tolto meditarlo , che ditlo :
valore finito , miſchili con que' ſa: baſta à me il dire , che mille volte
grati fudori, che per tant'anni hai d'angoſciamorirno in quell'atto la
iparſo tu Verbo Diuino Incarnato , Madre,e'l Figlio ,che mentormento
ſeconda perſonadella Santiſſima di gran lūga hauerebbe ſentito mil
Trinità , e ſarà toſto baſteuole perci le volte realinéte morendo, di quel
comprare mille Mondi. Che ſe pure ſentirono in quel punto reſtando in
idecreci immutabili dell'Eterno tuo vita . S'erano intanto colà adunati
Padre vogliono, che tu mora : mora gli Appoftoli, Maddalena , e Marca
io teco ancora; l'iſteſſo colpo m'vc- con l'altre donne diſcepole del Sal.
cida , ch'a te ieuala vita :non mi ſia uatore , e nicghi chi può , che non
piccolo quel ferro , che e'hà d'effec fpargeſſero ad vn tale ſpettacolo o
crudele ; ſe con ſentimento ferrino ccani di lagrimeper dolore ; che
non vorrà forſe, che'l più diſpietato bon ſoſpiraſsero Mongibelli di fia .
coltello del doloremiliaſtromento me per amore ; ſolo Giuda il tradi
di morte . Qui cacque la bocca; ma tore, quali che'l giuracei, non titro
ſeguì 'l cuore per gliocchi, e in lar. uolli preſente , percliegli era ima
ga vena di pianto ſpiegò tali con poſſibile ' ch'alli fortiſſimi colpi
cetti ,ch'à più alti Cherubini del Cie . ditante pene non ſi ſpettraffe quel
lo ſtimo ſarebbero ineſplicabili. Mam cuore,ſebene foſſe ſtato diviua pie.
dri,e voi,che Madri liete d'vnico fi- era : ch’all'ardentiſſimi fuochi di tali
glio, penſate voi ,chc dolore ſareb- 2mori non di liquefaceſſe quel cuo .
be, íc 1caro pegno delle viſcere vo, re , quantunque foſſe ſtato di duro
Atre vi chiedereanioroſamente l'vl ferro . Finalmente dopo cento hu .
tima licenza,perandare alle forche, milniente replicate conteſe ,e recu .
ad efferui tracollato per ma di boia . fe , fù benedetto , fù licentiato dalla
Replicò'l Figlio,che fi come i decre Madre il Figlio; &il miſtico Tobia
ti immutabili del Padre Eterno vo del noſtro Giese . Fecit vale matri
lçuano ch'egli crocifiſſo moriſſe,co- luç, diſſe l'vltimovale, diſſe l'vltimo Tob.si
si voleuano, ch'egliſolo moriſſe, re- à Dio alla ſua Madre Maria.Ah che
ſtando ella peròsì fieramente cor- all'hora siquell'appunto fece,che la
mentata , crocifiſſa nell'anima , che Madre del giouinetto Tobia. Cum
Reina de' Marciri coronata ne for- que profe&ti effent , capit mater eius
fe. All'vdire , che in qualche modo flere, 6 dicere ; parciti che furono
doueua con ello lui eſsere crocifiſsa, Giesù, egli Appoſtoli, cominciò la
paruc,che non sò che di reſpiro def- ſconſolataMadre Maria à piangere
le nell'affannato luo cuore;ma fù vn più dirottamente che mai, c dire :
baleno , che nello ſteſso ſchiarire s'- baculum finečturis nostre tulifti, cu
eftinſe,peroche nel medeſimo iftáre tranſmiſišti à nobis:Ah Padre,Padre
inginocchioſele il figlio ayanti , e Eterno: tu m'hai leuato il Figlio, tu
preſala pervna mano , baciandola l'hai mandato alla morte: in'haile
debole
diflc : benedicimi Madre, ch'io vud uato l'appoggio diqueſto fians
406 La Peffione
fianco ; m'hai leuato il ſoſtegno di Dio refpira. Giesù frà tanto ſe n'an .
queſta vita cadente.Midira, forſe,ð daua dolente verſo Gieruſalemme,
Padre , che da queſta mia perdita , e dolente lo ſeguiua la manſueta
chedalla morte del figlio me never greggia de'ſuoi Diſcepoli,frà quali
rà l'effer conoſciuta per Signora del fotomāto di pecora il lupo di Ġiu .
Mondo , per Reina de gli Angeli, da ſi naſcondeua:penſa iu con qual
per Imperatrice del Cielo : eh Padre occhio cimirarse con qual piede ci
Eternoſufficiebai nobis paupertas no premeſse , con qual cuore ei paſsaf
ftra, de diuitiascomputaremus hoc , le per quelle ſtrade , per le quali il
quod videbamus filium noftrumiba- giorno ſeguente doueua eſsere così
itaua à me, io migodcuo più toſto , crudelmtee trattato, e ſtraſcinato . Si
& ò mille volte ben'auuenturata io riducono à cena , e l'amoroſo Signo .
mi ſarci ſtimata di fameneicono- re sù quell'eſtremo della temporale
ſciuta nella ballezza, & humiltà mia ſua vita dà ne gli eccelli d'ainore.
natia, e vedere , e godere il mio fi- Pietro ſtupiſce che quelle mani,che
glio,che d'eſſere innalzata anco lo- di luceminiarono il ſole , lauino dal
pra de' nuuoli,anco ſopra degli An- fungo i piedi d'vn peſcatore . Stupi
geli; e vedermi da lui si fieramente ſce l'Angelo , che quell'Iddio , nella
diſgiunta : sì Padre Eterno in quan- cui faccia eglinen oſa inirare , ſe no
to queſta gloria , & honore preciſa- velato dall'ali,cibo ſi faccia dell'huo
mente riguarda l'intereſſe mo ſolo, mo si famigliare: & io ſtupiſco , che
e qui ſi ferma: che in quanto quefta à Giuda , trà gli amoroli tratti del
mia gloria , & honore per queſto Saluatore non licangiogniveleno,
mezzo adempito , coine palla leg. e fele d'odio , e liuore in mele, e
giera inmebattendo , riſalta ad ho- manna d'amore. Pore Chriſto del
nore,e gloria della maeſtà tua Diui. l'acqua in quella conca per lauar'i
na; fia fatto ; ſia fatto :e fe non baſta piedi à gli Appoftoli; ma lauolli co'l
Paffanno, ch'io lento ,fiduplichi pu. pianto, enon conf'acqua: co'l pian
fe , licentuplichi ancora , in infinito io, che grondaua abbondante da gli
s'auuanzi , che di buona voglia vi occhi loro sù i proprij piedi intene
ſotroſcriuo il conſenſo. Sì Signore in riti d'amoroſo miſtero. Solo l'indu
quanto è adempimento del tuo di « rato cuore di Giuda negaua all'a
ning volere,& in qnanto ioſieme ri- more per gli occhi yn così giulto
fulta à falute à redentione dell'huo- tributo : maluppliuano il cuore,e gli
mo. Sì sì mio Dio:perda jo il mio ft. occhi del Saluatore, che nella perdi
glio , ch'è'lceforo de'teſori: mora il ta di quell'anima vn pelago di la
mio figlio , che è di mia vita la vita; grime diluuiauano , Parlito final
ereft:10 abbiilata in vo mar di tor- incnte il traditore , e compili i mi
menti, che di buona voglia alla fen- fteri della cena , dopo che l'ottimo
tenza acconſento è Dio, ò huomo: Giesù con diſcorſi tuti ftillanti nete
e qui manca la voce , che più lo ſpir. tare di dolcezza , hebbe mille volte
10 non ferueal fiato ; mercè che ar- rubata l'anima de' ſuoi diletti, vetro
forta in Dio , concentrata nell’huo- l'orto di Getſemani partì con eſſi
mo , eſtarica diuenuta ruta , in quel ad orare : e dilungaioſi con Pie
tutto s'ingolfa ; in queſto nulla s'ab. tro, Giacomo , e Giouanni alquanto
bilia ; tutta meditando ftupiſce ,in- da gli altri , per difpenfatione della
focara lampeggia , auampante ince- ſapienza ſua diuina volle ſentire in }
G88 % L'ARCO
420
L'ARCO
TRIONFALE
Per la Domenica di Paſqua .
defumi queritis. Nazarenum Crucifixum . Surrexit.
S. Marc . cap. 16 .
E allo riſorgere rollo per tanto diſegnando così di :
trionfatore de'te- groffo nella tela della voſtra mente,
nebroſi ſcurori' , laſciando , che ivoſtri ſpirti ſaputi
che fa'l dorato Im innalzino poi in aggiuitato rilieuo
perador de'piane- quella rozza abbozzarura , che par
ti in sù'l maitino , io imperfetto ſarà di quella idea ,
vagheggial'occhio del corpoinnal quale , ballo concetto del mio de
zarli all'eſteriore ſua viſta in arcobole ingegno , quì dentro chiudo.
trionfale delle vittorie diurne,gli ali Diſegno dunqueotro colonne;quata .
ti gioghidell’Alpi, quali che ben tro nicchie trà colonna ,e colonna j;
piantate colonne, e'frà d'elli entro due campi in ouato trà nicchia , e
le valli quafi che in caue nicchie; in nicchia; & vn'ampio vuoto su'l cor
mezzo a'pianiquali che in campi, nicione ſupremo, tra’lquale , e l'ar
C quoti più , e più ſenſibili, & inſen . co vn campo in quadro , manon
fibili oggetti ſorger, & apparire qua- quadrato Giftenda, Sca' ftegiforma.
& che Statue, e figure , impreſe', e . li delmateriale diſegno comincian.
fimboli di quelle glorie trionfali,fredo dicendo .
gi ſuperni, & ornamenti reali . Ben : 2 Otto colonne à ſoftegno della
ragion ſarebbe ,ò SS. che allo riſor- arco quihò diſegnato : ma non di
geretrionfatore de' tenebrofinemi. porfido , ò d'altro nobilemarmo,
ci , che fa'i Sole di Giuſtitia Chriſto che da Carara , ò d'Affrica portato
in queſto giorno , caro mattino del venga. NÒ SS. ma vorrei, che dico
Paſchale Alleluia , vagheggiaſſe le lonneferuillero otto mifterioſi co
occhio dell'anima innalzarſi alla vi- lofti. Notate: a'lati eftremi il Mon
fta ſua interiore in arco trionfale del do,e la motte ,l'Inferno, e'l Diauolo ..
le vittoric diuine colonne, e picchi; A canto la porta l'oriente ,e l'aquilo .
campi, e vuoti; ſtatue; e figure;im : ne ; il imezzo giorno , e l'occidente.
preſe,e ſimbolidelle gloriedelCro. Et acciò che il miſtero più gratioſo
cififlo riſuſcitato, fregi d'ingegno , & nellachiarezza rieſca, miopenſiero
ornamenti dipompa. Artefice ben farebbe, che nel capitello diciaſche
eſperto , eglie vero , fabbrica sì no. duno ſi leggelſe vna Scrittura aggiu
bile richiederebbe ;epure già che ſtata, e nella baſe per ſuggello del
Maeſtro in Iſracle mihalaDiuina penſiero la Chiofa,o la Poftilla.Nel
Prouidenza qul poſto , pare che à Capitello delMondo Ego vici Mü
me, quantunque ineſperto , queſto dum ; S.Gio :al 16.enella baſe la
peſo di preſente s'addoni, Ande: Chioſa : VbiChriſtusvicit, inom
nem
Perla Domenica diPaſqua. 421
Hem naturam victoria tranfi . Nel Ma venne Chriſto bellicoſo Cam
capitello dellamorte ; cro morstua, pione,e naſcendo li poſe in campo .
è mors; Oſea al 13. e nella baſe l'In- Guerreggiò viuendo, vinſe moren
terlineale : Moriens te deſfruam , do, trionfo riſorgendo ,e riſchiaran
Nel capitellodell'Inferno : More do per ogn'intorno co'l lume della
fus tuus ero inferne; Olea al 13.0 fua fede l'oriente,l'aquilone,il mez .
nella baſe l'Angelica :mcos electos zo giorno , e l'occidente, aprì nel
educendo. Nel capitello del Dia- nome della Santiffima Trmità per
nolo ; Egredietur Diabolus ante pe- ognilato tre porte alla gloria del Pa
des eins; Abacuch al 1. e nella baſs radiſo.Vinſe ilMondo,purgandolo
la poftilla ; Permortem Chriſti dia- da' vitij , ſchiarendolo degli errori .
bolus fuit expalſus. Ne' capitelli poi Vcciſe la morte' , rediuiuo con alıri
dell'oriente , & aquilone, in vna molti ſorgendo , x auuiuando in
faſcia intrecciata quello dell'Apo- tutti la ſperanza della futura iminor
caliſſe al 21. Aboriente portatres , talità.Soggiogo l'Inferno,cauando i
& ab Aquilone porta tres , o ab ſuoi eletti dal Linbo ;e li cacciò il
Auſtro porta tres , ab occaſm por . Diauolo di ſotto a piedi ,ſpoglian .
18 tres : e nelle bali il Portillato- dolo diquei honoridiuini, che in
se : Nam ex omnibus moundi parti giuſtamente l'iniquo li vfurpaua .
bus colliguntur eleiti intrantes ianua. Dunque dunque à ragione queſte
Paradili. E ne'capitelli del mezzo ſpoglie guerriere,quettınenici tro .
giorno, & occidente quello di San fer alle hodierne trionfali lui glorie
Luca al 13.Venientab oriente, O OC- douuti fono di oriente , aquilone ,
cidente,& aquilone,.Cauftro, o ar- inezzo giorno , & occidente da tie
cumbentin Regno Dei , e nelle bali sannia diſoppreffi à libertà ridonati;
il Lirano. Quia ab vniuerſimundi edi Mondo, dimorte ,d'Inferno ,di.
partibus Gentiles conuerfi funt ad fi- Diauolo rotti, ſconfitti, e foggioga.
dem , qui tunc recipient gloriam in ti.Onde aggiuſtare corrono sù gin
anima, o corpore. nalzati colorile ſcritture, e le chio .
3. E ' certoSignori,che non è fer ſe,ne'capitelli, e nelle baſi ſcritte, e
za ragionc l'inuentione quì diſc . ſuggellate. Aboniere Porte tres o C.
gnata ,poſciache auanti ali’hodier, nam ex amnibus c. e però veniene
na Reſurrectione del noſtro Trio Oe. Quia ab vniuerlis Oc. mercè:
fatore Chriſto viueua F Vnineiſo grida ilSignore.Ego vici mundum ;
tutto nell'orientc,aquilone, mezzobi Chriftus Oc. EromorsOc.mor
giorno ,& occidence in ſchiauitudi- ſustuus.c.meos electosóc.egredie.
ne oppreſſo , ſgratiatamente tiran- tur c.Per mortem o 0.
aeggiato dal Mondo, dalla morte , 4. Ma ſtabilite le colonne , ò Si
dall'Inferno, e dal Diauolo . Tirana gnori andiamo adeſio riempiendo
neggiaua il Mondo -l'anime co' vi- le quattro nicehie diſegnate frà d'ef.
tij, e con gli errori. Tiranneggiauale , andiamorieinpiendole dibelle:
la morte i corpi con l'adonca fuai farue : e Giano a’lati eitreni tràl Mó
falce,non eſſendoui ſperanza di vin do.e la Morte yo Globbe, e tra l'In
la nelle membra, prima che rediui- ferno ,e'l Diauolo vn'Adamoià can
ub forgeffe il Capo. Tiranneggiaua to la porta trà l'oriente , e l'aquilone:
Inferno , inghiottendoco' reprobi vn Balaamo - tra'lmezzo giorno ,e
gli eletti ancora . Tiranneggiaua il l'occidente vo Dauide:er iMondo,
Diauolo- facédoſi in inille Teimpij , ela morte vn Giobbe, ina con rale:
sui mille Altari con incenſi, e con maeſtria delineato , che ridente apa
Vittime,come.che vaDioadorare. paia della fquallida faccia,brillante
nela
422 L'arco trionfale
nell'occhio incauato,ſerenonell'eſ• praſcritto:ciò, che diceuanel primo
ficcata ſua fronte ; efedendo ſe ne de' Regi al 20. Abſcondar in agro
ſtia ſu'l letamaro, trà carogne, e ver- vſque ad vefperam diei tertia ;c foto
mi, vlcerofo ,piagato tutto gioioſo ,c tola ſentenza d'Aranafio Sáto hom .
feitoſo. Indi ſopra la nicchia in vn de fçuiente :Dauid , cum videret fe
picciolo , ma alquáto rileuato cam- infidys appetipertriduuminlatebras
po di marino nero lilegga à lettere fe abdidic.quid ni? quietiam vim trio
d'oro ; ſedens in ſterquilinio del ſecó dui eiuſquemyſterium nouerat.E non
in cam- v'hàdubbio
do della tua ſtoria;ediſotto, che Signori,aggiuftati frea
po alquanto magiore ciò Oria gi direte queſti all'eſterna loro ma.
gene iui concettizzaua 1.2. Ipſe lede- teriale apparenza. Vn Giobbe fu'l
bat fuper acernum stercoris, plus ſibi letamaro fedendo : & vo'Adamo ,
,
de ipfis vermibusatque putredine, che dalla polue, dal fango già mez
quam olim de Regni gloria compla. zo s'innalza in piedi. Supra ſedens
cens. Nam omnium illorum finem , in c.formauit oc. e forto Origene
post bec omnia,que glorioſa ſunt cara e Procopio , ambedue Dottori per
nis,mors expectat; “ poſt omnem pu- antichità, e fapiéza autoreuoli mol
tredinem ,atque vermem reſurrectio- to . Vn Balaamo, vi Dauide: fran
nem carnis peral. Ma trà l'Inferno, chezza l'vno , allegrezza l'altro fpi
e'l Diauolo vn'Adamo, e con tale ranti: Sopra moriatur c.abſcondar,
artificio diſpoſto ,che paia , che al. c. e routo Ambrog. & Atanal.am
Thora,allhota riceuuto l'alito vitale , bidoi micrati Santi Dottori.Ma nel
ſpiri i primireſpiri, iprimi ſguardi formale,che ben s’aggiuſtano i fenfi
raggiri,iſnodi i primi moti, articoli i miſterioſi all' hodierne glorie del
primi detti, dando ſpirto con l'arte Trionfante Chriſto ? Signori fe al
alla bocca, allimuſcoli, alle palpe. l'intendimento humanocon l'oc
bre, alle fagci; e già mezzo lileui in chio naturale noſtro onnubilato
piedi , fatto di polue vn corpo , di preciſamente ſi tien riguardo , diffi
fango.carne di terra vo’huomo,& in cilmente fi crede, che'l corpo hu ,
duecampia'loddetti corriſponden- mano poſto ch'è nel fepolcro geli
ti fi legga ſopra . Formauit de lino do ,irrigidito , & iui illiuidiſce, anne
terra della Geneſi al 2. e rotto ciò, riſce, e fracidume, e cenere diuiene
che Procopio iui concettizaua : Ne ancora,pofía più rediuiuo riſorgere,
quis igitur puluerem in fepulchriscer. riformato di nuouo ; di inembra fa .
nens, defperetde reſuſcitando genere ne, agile di moto, e colorito di viſo ;
hamano ; in prima honinis creatione onde più ſi diſpera che ſpera la re
confirmauiı reſurrectionis(pem . Trà furrectione del noſtro Genere : e
l'oriente poi, e l'aquilone vn Balaa- quinci diegue , che la morte tanto
mo , che franchezza generoſa mo- naturalmente fi teme, come irrepa
ſtrando,gridi: fopraſcritto : ciò ,che rabile perdita , e ſtruggimento del
gridauane' Num .al23. Moriatur l'eſſere corporale ; e vedendoli, che
anima mea morte luftorum ;e ſotto non c'è chila sfugga, naturalmente
la ſentenzadi S.Ambrogio lib.de fi tanto ilmorire ci attriſta: ma à che
de Refurrectionis. Qui viderator. crollar la fede, à che languir la fpe
tum Chriſti, vidit eius triumphalem ranza di queſto articolo ? mira là
morzem ; vidit in eo perennem omniñ quel Giobbe, che ridenteſtà feden.
reſurrectionem ; Oʻideo mori non ti- . do à bellagio ſu'l letamaro ; fedens
met reſurrecturus . E trà'l mezzo infierquilinio; e gioiſce, e feſteggia
giorno,e’loccidentevaDauide,che di vederſicaderdall'oſlainfracidite
allegrezza vjua ſpirando, dica :for io ripezzi leverminoſe fue carni; e
tan,
Per la Domenica diPaſqua . 42 ;
tanto ne gioiſce, e feſteggia,chenó aſcoſo nella foreſta,quaſiconſepol
più feſteggiaua, e gioiua nella por. to in mittero con Chriſto morto ,
pora delinaeſtoſo ſuo ſeggio ,nelle lieto viueua in ſicurezza di vita ;
delicie della ſua menſa reale; mercé onde partito gitraua Abfcödar Oc.
intendeua, che fi come nel fracidua mercè dice S.Atanaſio . Cum vide
medi quella carne hà da reſtare fee, retoc. Bene adunque ſi aggiuſtano
polto il caduco di queſta vita mor- i ſenſi miſterioſi di queſtifregi alle
iale; così dallo ſteſſo deue rigerino- glorie hodierpe di Chrifto riſulci.
gliare l'immortale dell'altra ; onde tato, mentre ne gli vni confermata ,
da Cattedratico cale nella cattedra auuiuata la fede, e la ſperanza del
di quel letamaro ſedente , apparan- l'hauere à riſorgere;relta chenegli
do tu pure verità cosìbella nella fe- altri cacciato, ſpolſato il timore, e la
i de viua di Chriſto riſuſcitato , ſpera triſtezza dell'hauere à morire , rico
tu pure d'hauere à riſuſcitare con el nofcendoſi in quelli figurata , cte.
ro . Che queſto è quello teneuas duta, (perata ;in questi preuiſta,ſo
Giobbe contento nelleſue puzze, ſpirata , guftata la riſurrettione di
dice Origene. Ipſe ſedebat c. Che quello, percui, in cui , e da cui c'è il
ſe non anco arriui ad intendere,co- riſorgere dato .
meciò ſeguir polla , mira colà quel- Ma sù Signori , che ci ſtanno
PAdamo,che di polue , & acqua in aſpettádo quei due gran campi , che
poco fango ammalato dal faro dia frale nicchie s'allargano. Vorreivn
uino prelo ſpirito, e vita , ſi leuaine Fidia a deſtra per corpo d'impreſale
piedi fatto vn'huomo viuente . For mi perdonichi dà precetti in con
mauit ci e vedendo , che fù pofii tratio ) figuraſſe vn contadino , che
bile al Diuino potere formar vn ' in vn marauiglioſo ſereno dell'are
huomo di poluc, & animarlo viucn . roftica fronte moſtrando l'allegrez .
te ; argomenta non gli farà impoſſi- za del cuore , colla calloſa mano
bile riformarlo dicenere ,e ridonar. ſpargelle il grano per terra . Eh Pa
lo allavita: cnde ſtabilita in ciò la dre vn contadino dinaturasi auaro ,
miedema fede,rauulua leſmorti fió à cui tanti ſudori, e fatighe coſto
di dell'impallidita ſperáza ;che per quelgrano,hora lo ſparge per terra,
ciò appunto ,dice Procopio,piacque e lo ſpargeridendo? ò ch'egli trop
al Signore di formar l'huomo priino po eſſiccato dal ſole ha perduto il
di terra ,acciò la riformatione degli ceruello ; ò che voi dalle veglie de
altri in cenere ne'ſepolcri riſoltià ftudij quadrageſimali ftemprato il
diſperare non ſi veniſſe.Nequisigi- capo,fete impazzito. Eh no :auuer
rut oc. Cacci dunque la fede fran- tite, che lo gitta in vn campo da vo
ca i timori , ſgombri la ſperanza vi« mere acuto iſuiſcerato di freſco , &
ua le triſtezze dell'incuitabilmorte : vdite l'anima di queſto corpo , che
Caui la fede i timori con Balaamo , và ſpirando nel motto i Surget ca.
che preuedendo in iſpirro Chrifto dens; florebit marceſcens : Sorgerà
nato ,Chriſto morto riſuſcitato, & in s'hora cade : e vedraffi fiorir , s’in
eflo noi tutti riſuſcitandi , nulla il fracidifce . Ah v'habbiamo intero :
morire temendo , anzi alla morte volete dire, cheſicome il contadino
bramofo fofpiraua, ediceua . Mo. quantunque auaro,lieto vede ſepel.
riatur c . perche Qui viderat ore lichi il grano nel campo , & infraci
tum Chrifti o c. fcriue Ambrogio dirſi nell'auello de’ſolchi, preue.
Santo . Sgoinbri la ſperanza le tri- dendolo già nel cuore yerde fiori,
ſtezze con Dauide , che ne' perigli re : riſorto , e poi dorato fruttare .
di morte con lo ſtarſene tre giorni Così l'eterno Agricoltore Dio Pa
dre ;
424 L'arco trionfale
Joaniis dre ; Patermeus Agricola est : lieto queſto corpo: Occido currens ortum
diedeilmiſtico grano del ſuo Gie- ' afpiciens . Ratto corro all'occaſo ,
Joan.12 sù : Nigranum frumemicadens in perche l'occhio hò riuolto all'orien .
terram ;alla terra , alla morte , al Sete . Ah l'habbiamo indovinata . Voi
polcro ,preuedendoloverde fiorir l'hauete tolto da S. Zenone, ilquale
riſorto, e poi dorato fruttare nella dice, che nó peraltro il Sole rapido
refurrettione del Genere huinano ſe ne corre ad attuffarſi nel mare ,
tutto ; onde non deue eſſere , che di ſenza ritardare vn momento l'ordi.
noi temamorire con Chriſto , con nato ſuo corſo ,ſaluo perche mentre
fortati dall'odore ,che d'immortali- dirizza il piede al ſepolcro, egli tien
tà ne ſpira , e ſicuritutti di riſorger l'occhio alla culla , e sà, che quanto
con ello. Signorisi che l'hauete 10- più preſto darà cadendo in queſto
tcla: & acciò chefappiate di quanta l'vltimo reſpiro in occidente ; canto
autorità è l'impreſa,eccola tolta dal- più preſto ancora darà forgendo in
li ArciucrcouiSátiMaſſimo di Tu quella il primo vaggito in oriente .
rino , & Ambrogio diMilano. Rec Signori sì, che l'hauete indouinata:
floruit caro Domini ( dicequegliſer. Sol(dice il Padre fer. de Reſurrect .)
de rcſur. )cumrediuiua deJepulchro quoridie naſcitur , eademque die,qua
germinauit, ca in floris modum cuno naſcitur,moritur : nec tamen instana
čtis hominibus immortalitatis effla- ris finisforte lerretur,fuos vt repigret
uit odorem . Quid dubitas(dice queſti curſus,de horas, acmomenta produ.
orar de fidereſurrect.Jdereſurrectio. cat, vt ſaltem paulò diutius diei fui
ne de corporecorpus reſurgere? Gra- demoretur in vita; ſed fidelisſemper,
num feritur,quandoreſurgit;ſed flore ſemper intrepidus ad ſepulchrum nos
granum induitur, hoc moriales Elis contendit, ſciens in ipfofe habere
oportet induere immortalitarem . La qvod riuit; e però fimilmente dico,
volete più chiara?ſcolpiſcaſi dunque chic quantuque il Figlio di Dio pri
l'vna , ċ l'altra ſentenza ſotto l'iina ma di venire dal Cielo , preuedelle
preſa per chiarezza di quegli, che il tutto a puntino: la guerra, la mor
per auuentura non potranno tanto te, la ſepoltura, ch'egli haueua à pa
Ichiarire , che n'habbiano chiara in- tire ; ad ognimodo non ritardo vo
telligenza. Venga poi vn Praſitele à ſol puntoil velociſſimo corſo fuo ,
finiftra , e figuri percorpo d'vn'alcra ma ſe ne venne à palli di Gigante à
impreſa il Sole,che rapido táto, qua- correre queſta carriera;Exultauit De
to lo può moſtrare vn fcalpello , ſe Gigas ad currendam viam : ſicuro
ne corra all'occaſo ad attuffarſi nel- che quáto più preſto nell'occafo del
l'onde del mar d'Heſperia . Mara. ſepolcro ſi collocaffe, tanto più pre
ueglia dirà qui vno , che daſe ſtello {to ancora nell'oriente della gloria
il Sole tanto s'affretti d'annegarli hauea à riſorgere . Padre, direte, ſe
nel mare , ne vn punto ſolo per ti hauete l'autorità per queſta applica
more, ò rincreſciinento di morte ri- tione d'vn altro Padre per accop
tardi il velociſſimo corſo. Sed'eſtate piare à S. Zenone,come di ſopraà
foloil facelle , potreſſimo dire , che quella di S. Maflimo accoppiaite la
morficato dalcane ſirio,lo ſoſpinge di S. Ambrogio queſti eccellenti
la rabbia,ò che lo porta il furore del fregi dell'arco non poſſono correre
Icone imbeſtialito; ma di Verno fi- meglio aggiuſtati. Eh che habbiamo
milmente facendolo,e ne' piùgelidi forte à laſciaremanchcuoli gli ho
foffij di tramontana, pare gran fe nori delnoſtro Chriſto ? Eccoui San
greto della natura. Ma nò attendete Gregorio Niſleno orat. 3. de Reſur,
nelmottoa' leſpiti dello ſpirito di Priuſquam de Celo deſcenderet,vig
dit
Per la Domenica di Paſqua. 425
dit Gentium perturbationem , duri- poluere, e cenere là ne'lepolcci ti
riam lſraelis;Pilatum pro Tribunali ſolti. Signore e come faranno? Quia
ſedere; Caipham veftem fibi difcin . ros lucis,ros tuus:la rugiada della lu.
dere, ſeditio,am Plebem irainflā. ce ſarà loro rugiada. Intricata riſpo
mari ; Iudam prodere,o Peirum fta , ma ce la Arichi l'acutiffimo San
propugnare, @paulò post ſeipſum per Pietro Griſologo fer.de Cęco Beth
reſurrectionem ad glorians immor. ſaidæ . Intuona , ſcriuendo ſopra di
talitatis transformare, ac quicquid queſto fatto, in vna faſcia , che vada
futurum erat cognitione preſcripium ftriſciando attorno all' haſta della
habens,non distulie beneficium homi- bandiera: Ros enim ,quia à te eft,fa
ni preſtare , nec in longiorem diem nitas eft illis: quod eſt pluuia femini,
contulit earum rerum adminiftrario. hos of reſurrecturis Dominicus im
nem . Hauete l'vna, e l'altra aggiu- ber , ah che'l rugiadoſo ſangue del
ftata : fatele poi ſcolpire à luoghi riſorgente luminoſo Chriſto non ha
douuti , & all'altre corriſpondenti e forza,e virtù minore di far riſorgere
queſto di già conchiuſo . fiorite le incencrire , & infracidite
6 Alziano adeſſo gli occhià quel carni da' ſepolcri di quello s'habbia
l'ampio vuoto chein mezzo colà sù la pioggia del Cielo di cauarnuoui
in alto accennai ; eſe vi piace , fac- germogli da'campi, che'l ſuccidu
ciamo , che in eſſo ſpiccato appari- me ricuopre &c. Buono , per voſtra
ſca vn’horto,e nell'horto il ſepolcro fè,direte:ma vogliaino noi dire,che
delSaluatore , che ſopra dell'iftel- ficome ne gli horti anticamente fi
fo egli s'innalzi glorioſo tediuiuo collocarono iſepolcri,così nel gior
ſorgente . Ma notate il mio capric . no finale alla refurrettione de'morti
cio ,e dire poi ſe colpiſco .Vorrei,che vniuerſale s'habbiano à vedere i ſe
dalle ceneri di più ſepolcri all' in- polcriin horti fioriti cangiati? Non
torno , quali che da tāti vaſiſorgelle vuò riſpondere io à quelta voſtra
vna primauera gerile di mille tori: propoſta, mamétreriſpóderà Guer
che vi foſſe la roſa ; non vi mācaſſe il rico Abbate fer.de ſcript.vtilitate ,
giglio,fi vedelle la calta,nó fidelide io l'andarò ſegnádo pereſtere ſcol
raffe il parciſo.Fermate, Padre,mu. pita aldi fuori in frontedel ſepolcro
tate partito ,chel'occhio ne guſta sì, di Chriſto : ſi fepulchra in bortis,
ma l'intelletto ritorce il naſo. E per- numquid tamen horri in ſepulchris ?
che Signori? Perche dalle ceneri de' ita fortaſſisyfed in lepulchrisiuſtorum
fepolcri non fogliono fiorir le roſe , ibi plane vernabit gratiſſima quedž
e igigli;oltre che fanno lor meglio amenitas ſanftorum , verno ſcilicet
à canto icipreſli, & i mirti; che Do. tempore refurreltionis corum , cum
"mine di bizzaria figurare attorno al reflorebit caro eorum : non ſolum
Sepolcro di Chriſtotáti ſepolcri fio.oja iustiſicut herba germinabunt;fed
riti,quafi che vaſi di fiori.Hora be- o totus iuftus germinabit ficut liliū ,
ne mirate,che dalle piaghe delviſor, o florebit in rernum ante Dominū.
gente Signore ſtila rugiadoſo ilſan. Sì Signore che i ſepolcri de' Giuftifi
gue per tutto, e leggete poi nella di vedranno in tanti fioriti horticelli
lui trionfale bandiera quel d'Ifaia cangiati dice il P.Guerrico : in eſli
al 2 5. Interfecti mei refurgent:exper- vedtaffi vna gratiſſima amenità di
gi/cimini, laudate quihabitatis in primauera; conteniplaraſſi vn'aino.
puluere, quia ros lucis,ros tuus. Rilor. tolo , e gentiliſſimo Aprile ;quando
geranno coloro ,che furono morti , non ſolo rifioriranno le membra, le
da morte : sù da quel freddo ſonno caraj loro in amoroſiinnetti di ligu
Cuegliateui ò voi che ftcligiacete in Ari, e di roſe,maciaſcun giuſto ve.
Hhh dralli
426 L'arco trionfale .
draſli forto in un fiore.Fioriranno di formi,in fracidume rayuolti: efirew
roſe iſepolcri de martiri; fioriranno dranno all'incontro quafi che gigli
di gigli gli auelli delle Vergini; fio- fioriti dicandore di luce eterna vee
riranno dicalele foſſe de Confef. Kiti quelli chehora viuendo pallidis
fori; liguſtri candidi appariranno gl eſcarmi, in cenere, e cilicio dichri
Innocenti : pallidette viole i Peni ſtiano rigore, ſono da eſli beffeggia
tenti,e ſpirando tutti odore ſoauiſſi- ti,e derili: è che tormento. Quei lit
mo diſantità , mercè di quella diui- terati, e magnati, che adeſſo Te ne
na dominica rugiada , che nel mat- vanno vanagloriofitanto nelle To .
tino di queſto feliciſlimo,e lucidilli ghe loro ,Cattedre,e Magiſtrati qua.
mo giorno nell'horto del riſorgente li che calte dorate , riſorgeranno al
Chriſto allintornodel ſuo ſepolcro hora in polue,e fangofedendo,tutti
gl'icnaffia,perche Roslucis o c.quod di cenere viliflimo ricoperti: eſive
et pluuia c. e così Hartiin ſepul. dranno all'incontro quelli Innocen
chris Oc. ti,e mendichi , che da effi furono in
7 Ma non ſi vedranno già can- queſta vita oppreili, & ingiuftaméte
giati in horticelli fioriti i ſepolcri de dannati, di dorata gloria quali che
peccatoti ,non rappreſentaranno già celeſti calte veſtiti ,alliftere in luci
all'occhio amenità di primauera , diflimo ſeggio à Chriſto Giudice
vn’amoroſo Aprile;ma sì bene tante dell'Vniuerfo :oimè chepena.Quei
macchie ſpinoſe , vn'horrido Gen- peccatori in fine tutti , che coronati
naro ,vo rigido verno daranno à di- di fiori d'ogni delitia , e piacere , ſe
uedere . Riſorgeranno i peccatori ne vanno adello ſcorrendo, e dan
compiti in carne sì , accioche parte zando per lo prato di queſto Mon
alcuna non manchi a' lor tormenti do , riſorgeranno allhora con mille
douuti; ma deformi, ma ſozzi , ma ſerpi crudeli annodatial collo,& al
{ pauentoſi all'occhio,ma puzzolen- le braccia;e fi vedrannoall'incontro
ti all'odorato. Quei nobili,e ricchi, di mille fiorite ghirlande di Paradi
ſuperbi,huomini,e donne che adel- ſo adornati quei Giufti, che hora in
fo nella porpora de' fafti loro in ve- oſſeruanza della diuina legge ten
Alimentimuſchiati ſpargono d'ogn'gono in freno le paſſioni loro, & ap
intorno odori di profumi quali che petiti. Sì, sì. A.perche ſaranno bene
roſe in verdeftelodi inondane pro- ſepulchra in bortis,ma in hortis iusto
ſperità ſopra de glialtris'innalzano , rum . Che pero in alto nell'arco del
e circondati da lgherri, da corteg- la porta vorrei, che ſcritte leggelli
gio ,da ſeruitori , quaſi che da tante mo queſte fagre parole, tolteda va
Ipina ſi veggono; Torgeranno allho. tij teſti del nuouo , e vecchio tefta .
ra diſprezzati,epuzzolenti da'piedimento. O vos omnes,qui tranfiris per
de' più vili Diauoli calpeftati , e cac- riam ,attendite , o videte : Chriſtus
ciati:e ſi vedranno all'incotro quel- factus eft pronobis obediens vſquead
li, chepouerelli, e vili erano in que mortem , propterquodo Deus exal
Ita vita da elli vilipeli, emaltrattati , tauit illum : Vobis relinquens exem
quali che roſe di viua porpora dica- plum , vt fequamini veſtigia eius.Hac
tità riccamente adornati ,& odoro . Porta Domini: juſti intrabunt in eã.
fiiò che dolore . Quei ſenſuali, e car. Fate conto anime chriftiane , che
nali che morbide, e polite ſi tengo alzi la voce prima il Profeta Gere
no adeſſo lecarni nelle loro ſporcie mia,e dica, Vos Oc. Fermate il paſ
cicdishoneſte, quaſi che delicatigi. ſo,arreſtate le piante o voitutti, che
gli , che germogliano dall'herbefe- peregrini camminate il viaggio di
çide, tiſorgeranno allhora fozzide, quetia vitamortale, & attendete
miran
Perla Domenica diPaſqua. 427
mirando à quefte Glorie de'Trionfi tij, e dishonefti ,maal voler &c.co
preſenti del Saluatore. Indi ſoggiun . piedi in faccia ſaranno gittati giù
ga l’Appoſtolo Paolo Santo . Chria Dell'Inferno abbomineuoli per la
plus fallus oc. Vifle Chriſto compi- loro ſozzure , alloftefio inarciume
tiſimo, & efattiilimo oſferuatore, & delle tartareepaludi. Riſorgeremo
ellecutore delli comandi della vo in five noi tutti huomini, e donne ,
lontà del ſuo Padre eterno ,dal pun- che quì ſiamo presenti ; Poueri, e
to che fù concetto nelle viſcere del. Ricchi, Nobili, & ignobili; Eccle.
la Madre fua Vergine , fin’al punto fiaftici, e Secolari,n a queiſolidinoi
che fpirò in Croce , co'l Conſuma- entraranno per la Porta Trionfale
tum eſt ; è però trionfante hoggifor- di gioia con Chriſto , chehaueran .
gendo , è dal ſuo Padre ficho tanto no oſſeruati i diuini preceiti; e gli
glorioſamente innalzaio. E quiripia altri cotti, tutti ,tucti all'Inferno cac
gli il Principe de gl’Appoftoli Pie. ciati da’brutti Diauoli à penarui ee
tro.Vobis relinquens c. à voi,à voi, ternamente in tormeti di fuoco ine.
ò mortali , laſciando con queſto e. ftinguibile.Ditemi adeſſo,huomini,
ſempio di ſeguirlo per la ftradame donne, come la paſſate nell'offer.
defiina , per Piftelie pedate dell'of. uanza delle leggi di Dio ? Ditemi
kruanza de' diuini precetti , dell'a adello , poueri , come ſete patienti
dempimento del diuino volere ; ac- nelle voſtre miferie ? Ricchi, come
ciò participiate có ello delle ſue glo diſpenſate bene le voſtre ricchezze?
rie .Conchiudendo poſcia il Salmi . Nobili, come trattate có caricà quei
Ita.Hæc Porta óc. Chiariſſura, cere della Plebe ? Ignobili , che riſpetto
tiſſima,infallibileconcluſione. Che portate alla Nobilcà ? Eccleſiaſtici,
per queſta Porta entraranno Tri011- con che diligenza,e ſentiméto trac
fanti riſotti con Chriſto glorioſi in tate le coſe ſpirituali ? Secolari, che
Cielo quei ſoli, che giuftiper inno riuerenza portate à gli Eccleſiaſticiz
cenza ò
, penitenza di vita ſi troue- oh Dio : e tutti ſperiamo trionfare
ranno in morte : O vos omnes 66. con Chriſto piaccia à: Dio , che la :
Riſorgeranno ben si quegli ingiufti più parte nonandiamo condennati
vſurpatori,e poſſeſſoridiroba altrui; conli Diauoli dell'Inferno . Trion
ma al voler mettere il piede sù que faranno con Chriſto quelli , che
fta porca , faranno da' Diauolitirati trionfaranno delMondo, della car
per didietro giùnell'Infernocon ne,e del Diauolo:e ſe vn quarto ne.
quelli ftefli graffi,& vncini,co' quali mico ci habbiamo ad aggiungere
li tirauano in borſa , & in caſa loro aggiungiamo loro il danaro , ch'è
la roba d'altri. Riſorgeranno bensì potentiflimo diſtruttore della Giu .
que' vendicatiui , e duellifti, ma al Aitia . Trionfate adeſſo di queſto
voler & c.fofpinti in fronte giù nel con vna larga elemoſina , e per me.
PInferno con quelle ſtelle ingurie , rito di queſtagridare à Dio per aiu
e ſopramani, co' quali fi vcndica- to efficace , à trionfare de glade
rono , & affrontarono i loro profli- tri, & c .
mi , Riſorgeranno quei concubinag
Hhh 2 IL
428
IL PATIRE
PER GIOIRE .
Per il Lunedì di Paſqua .
Hec oportuit Chriſtum pati, & ita intrarein gloriam :
fuam . Luc. cap.2 4.
ELL' oggetto Si- mici, chenell'amico loro fe ſteſſi
gnori , che fa il ſentono trionfare ; & il Trionfatore
mirare in ricca medefimo; ſe quì dalla gioia ſopra
Predicatori , e non mi volli riſolue- fare con Chriſto : non occorre più
re à mutar vita . Padre gli adempi dubitarne; che ſe il patire ci bruſcia,
menti di queſte minaccie no li veg- oh confoliamoci, che aggiuſtato al
gono congli occhi. Non ſi veggo- patire con Chriſto , conſeguirà il
no con gli occhi? frà l'anno quante trionfare, e godere co'l medeſimo
fuenture di roba accadono , quanti Chriſto :vuò dire che quanto più nel
fcadimenti d'honore, quãte diſgran parire fe gli aſſomigliaremo, tanto
tie nella ſanità, quáte morti violen- più nella gloria ſomiglianti gli di
ti, & improuiſe , quante anime yan- uerreino . In proua di chequantun
no condennate all'Inferno e le l'es que ſia verima non biſognofa di pro
terna dannatione è ſempre gaſtigo ua:conteinplate di gratia vn gioni.
de' peccati', le diſgratie temporali netto Iſaac, che ſpogliate ignude le
non ſono molte volte anch'elle ef- delicate, e candide carni qual man
fetti della giultitia fuperna?eh non è fueto agnellino , legate lemani, e i
dunque, che gli adempimenti delle piedi,abbaſſata la fonte,racchiuſi gli
ininaccie de'Predicatori non ſi veg- occhi,ſuenuto nel volto,e palpitan
gano con gli occhi nò; è ,che il Dia te ne'fianchi, tremante in fine nel
uolo fa trauedere i peccatori, & il corpo tutto , ſe ne ſtà ſopra l'Altare
Mondo ingannatore lor vende luc- aſpetrando il colpo diquel tagliente
ciole,per lāterne, perridurgli à quel coltello, chegià innalzatoſečde per
palio , oue gli colga nelle pretere l'aria ſtriſciante,e glifiſchia all'orec
touine: rouine,che da ce o anima chio;e ciò permanodi quel Padre,
impenitente, o anima ricaduta,anic che alla pietà che moſtra delFiglio ,
ma,che già (tai per ricadere, ſe non può humanar'vna pietra ; che alla
ti penti,ſe non ti rileui , fe in piedi fortezza che inoltra nell'atto heroi
non ti rinfranchi, non ſono forre co, può impetrire vn'huomo; e no
lontane vn’anno, vn meſe, vn gior- tate l'Angelo poi ,che d'improuiſo
ao ,chi sà? vn'hora intiera . trattenendo il colpo ,iſgrida, Abra. Gen.1,2.
11Dehriſoluiti dunque à patire ham ,Abraham, ne exiēdasmanum
con Chrifto , aſſomigliarti all'im tuam ſuper puerum . Fermati Abraa
magine di queſto Chriſto per ren mo:arreſta il braccio , ſoſtieni il fer .
gnare poi glorioſamente con Chri- ro, trattieni il colpo , non ferire il fi
ito ancora.Non èneceſſario perciò gliuolo in conto alcuno. Signori vn
chc crocifiſſa tu ſij con trè chiodi sù dubbio , e non volgare , che qui mi
d'un tronco ſimile a queſto :bafta , naſcealla mente. Fů Iſaac vnamol
the ti mortifichiin tutto quello che to compita figura del noſtro Chri
t'impediſce l'offeruánza della leg- fto ,e pareua fol gli mancaſſe pervl
ge di Dio :quello c'èneceſſario fare, tima vernice l'eſſere in fatci ſagrifi.
eſe queſto fai, queſtobalta ;chele cato ſopra quel monte,come tu ve
per farlo,ti biſogna patire;conſolati, ramenie Chriſto Sagrificato in ſu'l
che goderai poi anco , & aggiuſtata monte Caluario:perchedūque l'im
alpatire civersà la gloria ancora.com pedìil Signore, che prima parue lo
deris
Per il Lunedi di Paſqua . 437
delidèraffe , hauendolo comandato tir con Chriſto il godere ,il trionfare
ad Abraamo?chiaro che ſe ve lo di con Chriſto : e peiche ciò non con
coio , non me lo crederete ; e però viene in conto alcuno . Non exten
vuò,che lo dica il P.Proſpero Santo. das manum tuam ſuper puerum . Nó
Sapete,perchenon volle Dio , che t'auuanzare più in questo fatto ; e
Iſaac foſſe ſagrificato ? perche ſe lo però llaac immolaius non est o c.
laſciaua fagrificare , biſognaua de 13 Mà diciamoquicoſa anco di
congruo , che fubito lo faceſſepoi maggior marauiglia quale acció vé .
anche gloriofo rifufcitare : oh ſtrá. ga à cader bene à proposto noftro ,
uagante riſpoſta .Vdite il Santo,che Iciogliamo vo poco quel dubbio ,
D. Pro
afferm a fù riuclato allo ſteſſo Abra- che d'ordinario bò vdito ſciogliere
amo: Diem pafſionis fily Dei in ſuo da Predicatori il giorno di Paſca fo
Iper p.p. filio figurarem viditAbraham ,quòd pra quel valde mane vna Sabba
depro-. 'velut adarum crucistriduò conuola- i horum veniunt ad monumentā orio Marc.
uit : quod patiens, ac fine voce coram iam fole ; Che le Marie vennero al 16.
$27 : condente e filius Patri, ut percuteret , ſepolcro del Saluatore la mattina
!
colla prabuit :quod fe ligno,quod pore per tempo, ch'era già leuato ilSole:
taueratipſe,fufpendi Iſaac non relun eSanGio:cumadhuctenebræeffent, 10:20
& tatus eft : quod ideo iſaac immola. eſsendo ancora di notte oſcuraje vn
tusnon eft , quia reſurrectio filio Dei paradoſso queſto , ò per dir meglio
referua aef : oh mirabile aggiuſta- pare vnachiara implicanza : Välde
mento del patire con Chriſto, egomane,cum adhucienebra ellent, or lo
dere, e trionfare con Chrifto . Vide iam Sole . Per tempo certo , fe'l Sole
Abraamo figurato nel ſuo figliuolo digià s'era leuato ; gratiofo oſcuro
il Figliuolo di Dio humanato : camin di notte ,s'era il Sole alio vna picca:
naua pronto alla morte : fi laſciaua coine fi ſpiegarà queſto paſso :Mar
come agnellino legare: non belaua; sicordo hauer'vdito alcuni Predica.
non ſi doleun, non iſgridaua, porta tori à dire che le Marie all'vſo delle
ua egli ſteſſo le legna del Sagrificio donne andauano tanto comodame.
in collo,tanto che ſe l'hauefti vedu te facendo tre palli per ſopra d'ogni
to falire fopra quel Monte , haucre . matione , che eſsendofi partire di
fti detto , queſto è Chriſto , che le necaſa, valde mane, la mattina per te
và al Caluario colla Croce,in fullepo, cum adhuc tenebrs effent, aganci
fpalle . Signore , poteua dire Abra allo ſchiarite dell'alba, ad ognimo
amo,laſciatemiſcaricare queſto colo do nonarriuarono al Sepolcro, che
l po : ch'io miſtimo honorato , che il già il Sole era leuato , orlo iam Sole.
inio figlio s'afsomigli al voſtro in Alai ch'eſsendo tolite le Signore le
tutto ,e per tutto: akto non gli man. uarli di lettoa mezza mattina , dirli
ea ,che l'eſser ſagrificato , finiamola, chele Marie leuarono co'l Sole, oh
inciſa la carne, s'aprino le vene, e evo dire cheleuarono molto per te.
fparga il ſangue , e ſia la vernice di po, quali che due , ò trèhore auanti
queſto nobil ritratto . Nò : fermati indietro . Altri, che finalmente file
dice Dio, non fare, che s'egli in tut- uarono prima delfar del giorno,mna
to, e pertutto s'aſsomiglia nella pale che quanti fi fricaſsero dicaſa, era
fione al mio figliuolo,non potró la- leuato il Sole,pernon hauer le Don.
ſciare in ragione dicongruità di far- ne mai fine diveſtitſi,lauarſiz pulirli,
glilo ſomigliantiſſimo ancora nella che sò io. Ma à dirla verità,à ine nó
gloria , coʻl farlo anco ſubito riſuſci- piacciono queſte riſpoſte , che le
car glorioſo ;tanto tanto ha da anda. Trattaſſimo delle donne , e Signore
Esaggiuftato l'vno.com l'altro ,alpa- quà diN ; eh la.cola ſi verificarebbe
re
438 Il patireper gioire
fe non in tutte,almeno in alcune;ma cipata leuata , mercè , che canto di
trattandoſi delle Marie diſcepole pari paſso corrono patir con Chris
del.Saluatore ; ah in modo alcuno . ito ,e trionfar con Chriſto :morit co
non s'hannoda ammettere sì fatte: Chriſto, e riſorger con Chriſto, che
Solutioni: ei Piedicatori, che le die- anco nel Sole iteſso crcatura inca .
dero, è ben da credere li pretendef: pace divera gloria ce ne volle Dio ;
ſero ſolo ſenza intérionedi pregiu, dare l'auuifo,e la certezza :
dicare à quelle buone Madonne, di: 14. Oh punto ,che ci doarebbe
)
tirare qualche ſtaffilata à trauerfo , rincorare al patire , al ſoffrire ſendo
doue s'accorgeuano eſsere di biſo ficuri d'hauce'altretanto à godere, à
gno. Che riſpoſta daremo dunque? trionface : patic biſogna in tempo, à.
D. A Ah quella del P.S. AnaſtalioSinaita. chi non vuolpatit ineterno: chi più,
naltaf.. Sol tanquam verus Chrifti rypus foa chimeno,egli è verozlicomne Dio di
Sinaita mul cum Chrifto cius mifereſcens eft ſpone,ma chi più patirà Ceteris pa.
li.4.exa. paffus , cùm defecillet impolluta. ribus,verrà anco più à godere.E pu:
mero , cins anima ex cor pore ſimuletiam. te jepure non fini appena hieridi.
defecit Sol ex cæleſti ſuo corpore, & definare quel galani huomo , che
cum Chriſtins ſubuiſſet Inferos, fimul già fece penſiero di ripigliar la na.
etiam cum eo Sol jubiye nocte aduen , la femmina, la mala pratica .. Cheti
tanie , onde etiam Chrifto ex orien . muoue meſchino à precipitare di
16, urgente à mortuis,Maneuna nuouo in peccato:Oh Padre io non
Sabbathorum vna cum cooritur eliā. poſso patire la paſſione che mi ſi
Sol à terrafaciensdiem .. Oh guar- Atringealcuore ; ini ſento opprime.
datequanto à peſa di gloria aggiu . re ,miſento ſcoppiare , volete voi,
ftatamente ſi paga il patitecó Chri, ch'io moras si che voglio che mori,
fto. Perche il Sole patà eccliſse, dice e ſe'nonmori per Chrifto à queſta .
il Padre, emorìalla luce, quando tua pallione diſordinata,non occor-
che mori Chrifto , & andò ſotterrare , che penſi di riſorgere con Chri
in occidente quádo l'Anima di Chrifto alla gloria del Paradiſo .- Cosi
ſto ſceſe all'Ioferno, non oftante ch hieri quell'altro non s'hebbe appe
egli fia creatura inſenGibile , yolle na incótrato all'vſcir dicaſa al dope
Dio che riſorgeſse di gloriofa luce: po pranfo con quel ſuo auuerſario,,
veſtito , quando che Chriſto riſorſe. cheritornòàdildegni, à gli attolli
Signore non è ancora l'hora aggiu « camenti,allemacchinationi di pria
ftata della leuata di lui, valde mane, ma, e già penſa come poſsa mettere
queſto è un pregiudicar' alla notte, in cffetto le ſue vendette.Infelice ,
che tiene ancora poſseſso di queſto chi t'inquieta di nuouo ? oh Padre :
noſtro ernisfero : volete voi,che for- mi ſon'accorto ,che di.inal'occhio ei
gacontro i preſcricci ftatuti della na. mihà guardato : forſe egli penſa di:
cura? ehinon importa dice Dio : bà farla àme, & io.vuò vincere della
patilo , emorto nello ſteſso tempo mano; volete voi ch'o.cilaſci la vi:
co'lmnia figliuolo : vuò,che riſorga ta 2 si chevuò checi laſci lavita , e
nello ſteſso tempo con eſso ancora, mori per Chriſto quando occorreſ.
avadino leleggi della natura ſolo ſe per l'oſseruanza della diuina leg .
pra,che per hora me n'accontento , geje ſe non lo fai,non penſare diti.
e cosi valdemane O c. Cum adhuc forgere con Chrifto alla gloria , ma
cortoiam C. perche Chriſtoex trenti ſicuro il vitiuperio eterno, e
oriente.O coeta molto per tempo vi forle la perdita inſieme di queſta
Botte ancora quanto all'hora aggiu- vita. Sà Dio ſefini benedicomuni
kata; maera lcuato ilSole per anticarſi quella buona clemoſina, che
incos
" Per il Lunedi di Paſqua. 439
incominciò à mutarſi di parere, egià ſto, il trionfo di Chriſto , ma non la
non tiene penſiero alcuno di retti Croce,ma non la morte di Chriſto ,
tuit quel d'altri come promiſe al epur la gloria di Chriſto è yn frutto ,
Confeſsore. Sgratiato , chi titrauole chenon ſi coglie ſe non dallaCro
ge ilceiuello?Oh, Padre, la ſomma ce di Ghrifto . Intellexiftis hac om
è groſsa , ſon carico di figli,hora mi nia ? dicunt ei ctiam . Signori sìche
trouo in buonpoſto,volete voi,che l'intendono iChriſtiani,cioèlo cre
di vergogna mi manchi il cuore,ve- dono, lo dicono,lo confeſsano; ma
dendomiinpouerito ? sì che vuò , faétis negant ,co’ factipoi lonega
che ti manchi il cuore al falſo ho- no ,gli contradicono: perche'locre.
nore mondano ,e re à queſto non dono quaſitutti,ſi ſono confeſsati,
mancherai,non riſorgerai con Chris e comunicati a queſta Paſcalefolem
Ito à veri honori delCiclo .Ob gran nità; ma non verrà Domenicamat
patire ch'è queſto patit sonChriſto: tina . (ob miſeria da lagrimarſi con
fratello che vuoitu farci.Dio e'l Pa- lagrime di ſangue ) che la più parte
drone, e'! Padrone aſsoluto , e l'in . (mi vuò correggere,ma quaſiquali
tende così,e così la vuole: pigliala con ſtimolo diconſcienza ) che vna
sù qual lato ti piace,cheò in queſto gran parte haueranno contradetto
Mondo,'ò nell'alco hai forzoſamé co' fatti, ricaduti di nuouo in pec
te àſentirla ; chefe qui te la eleggi, caro mortale ; e di queſti quanti ri
hai la ſperanza almeno della gloria forgeranno di nuouo con Chriſto ,
futura,che ti conſola ; la doue diffe hauerannogratia di confeſsarſi, c
tendola,non hauerai che diſpera- comunicarſi vn'altra volta alla Par
tione, chemaggiormente ticrucci. qua futura ? Dio lo så ? Dio lo
Ma noi vorteflimo la gloria di Chrisà ? &c.
I BENI
440
I BENI
DELLA PACE
Per il Martedì di Paſqua .
6 .
Stetit leſus inmedio Diſcipulorum ſuorum , es
dixit eis Pax vobis. San Luc. cap . 24.
I
ENTRE che rubel- l'Inferno i defőtialrollo della guer
Giudea contro
la ra riſorti : ò non potendo gl'huomi.
TAVOLA
Τ Α V Ο Ι Α
D E TI TO L I,
C
(1 e Propofitioni delle Prediche.
3.
MERCORDI DELLE CENERI. Il deplorando ſpettacolo del Giudi
tio Finale.Iui.
opo
AV anita dal Mondo . pag. 1 .
Che tutti i Beni di queſto MARTEDI DELLA DOM : I.
07 Mondo Sono vanità , e mi
10, ferie . pag . 2 . Iddio pietoſo, e rigoroſo.p.6o .
Quanto vaglia l'humana natura ,in
70
GIOVEDI DELLE CENERI. quanto fragile, per impietofire
งง l'Onnipotente verſo il peccatore:
ale La Carità . pag . 14. e quanto efficace lia l'oltinata
ut. Quanto ſia l'huonio tenuto ad elle malitia à mouerlo à ſdegno.p.61.
uns re caritatiuo verſo il Proflimo .
110 . Quanto ſia premiato ilbenefico , MERCORDI DELLA DOM. I.
012
no
e caſtigato il malefico . pag. 14.
mi.
& 15 . Iddio minaccia per non caftigare.p.73.
lin' Iddio minaccia non per caftigare ;
VENERDI DELLE CENERI. ma per atterrire,conuertire ,e per
pare donare : ma coʻl moltiplicato au
OK L'Ansor de Nemici. pag.26. uiſare giuſtifica i caſtighi contro i
=cia Che il perdonare all'inimico è at colpeuoli . pag.74.
tione honorata: e come ſarà catti
Tale gato chi non perdona. p.27. GIOVEDI DELLA DOM, I.
già
nal
DOMENICA I. DI QVARES. L'Eccellenze dell'anima.p.85;
pero Quanta lia l'eccellenza dell'anima
Ille 1 patimenti. pag.38. ragioneuole : e come la di lei per
P4 Che co'l patire,la Gloria del Paradi- 5
STE 18. Compoſuit ligna ,diuiſit per membra . 19. Quis mihi det, vt fcribantur orc.
beuem & c. Currebant aqua circum pag.44.n.6 .
Altare & c.Cecidit ignis Domini c . 20. Hoc fcin à principio , quo homo por
pag.198.n.13. fitus est ſuper terram , quòd laus Oc.
pag.345.n.
Dal quarto de' Re. 21. Ducunt in bonis dies ſuos eoc.p.104.
ulum :6 .
Cce currus igneus , & equiignei , lui. Ego quandorecordatusfucro, perti
6
o aſcendit Elias & c. pag.225. me;co , e concutit & c.p.106.1.7 .
num.3 . 22. Propter malitiam tuam plurimam ,
Tui. Aſcende calue &c. Et maledixit & infinitas iniquitates tuas . pag.42.
eis in nomine Domini . pag. 292 . num.s.
numer .6 . 38. Huc uſque venies , non procedes
4. Poſuit baculum ſuper faciem pueri amplius, hic confringes tumentes fica
37
GC. Poſuit osfuum ſuper os eius & c. Etus tuos. pag.315.0.8.
pag.2 14.1.5 . Iui. Quis dimiſit lapidem angularem ?
3. Puellam paruulam , quæ erat in ob- pag.393.1.2.
Jequio vxoris.pag.201.162 . Da'
Tauola delle ScritturėSucre.
pagina 5o.numer. 3.
Da' Salmi. (u. Nec est qui ſe abfcondat à calore
eius.p.362.1.12.
Vod fructum ſuum dabit in tem- 21. Aruit tamquam tefta virtus mea .
pore fuo.p.35.0.13 pag.416.8.13.
ſui. Et erit tamquam lignum , · 23. Eleuaminiportesternales.pag.3 30.
quod plantatum estſecus decurſus a 1.2 .
3 Gnem ardentem extinguit aqua , 25. Interfe&ti mei reſurgent & c. quia
eo eleemoſyna refiftit peccatis . ros Lucis ros tuus.pag.425.n.6.
pag.240.n.6 . 26. vrbs fortitudinis noftræ Sion.p.184.
5. Ne dixeris peccaui, e quid mihi ac- n.17.
cidit triſtè &c. pag. 106.n.7. 40. Omnis caro fænum . pag.6.11.8.
II . in fine hominis denudatio operum so. Faciem meam non auerti .pag.410 .
illius.pag.57.n.8. n.4.
15. Deus ab initio conftituit hominem . 55. Quare appenditis argentum non ix
pag.63.1.4 263.n.7.
panibus. pag.
17. Deus crcauit deterra &c. pag. 91. Iui .Omnes ſitientes venite ad aquas.
n.3 . P.337.n.6.
20. Qui vindicari vultyd Domino inue- 64. Nunc Domine Pater nofter 6.
niet vindi &tam.pag.36.11.15 . pag.65.n.4.
22. Luctus mortui ſeptem dies , fatui
autem c.pag. 94.11.10 . Da Geremia .
25. Tres ſpeciesodiuit anima mea , con
aggrauor valdec.pag.169.n. 14. I A A Domine Deus ecce neſcio
27. Stultus ficut Luna mutatur.P.316.
num.10 .
A loqui , quia puer ego fum .
pag.121.1.17
28. Homo bomini referuat iram c. 2. Sub omni ligno frondoſo.pag.63.1.4
pag.68.n.6 . lui. Obſtupeſcite Cæli ſuper boc c.
31. Beatus diues , qui poft aurum non pag.33.11.9.0 337.n.7.
abije.pag.226.n.4. Iui.Quod eft onus Domini.Vos estis onas
41 Omors quã amara eſt memoria & c. Domini. pag. 134.1.12.
pag.306.1.11. Jui . Duo mala fecit Populus meus & c.
43. A Luna Signum diei feſli &c. Arguet te malitia tna c. Quid tibi
pag. 50.n.3 . vis in via Aegypti & c. ſcito, & vide
quia malum & c . pagin . 337. na
Da Eſaia . mer.7 .
4. Laua à malitia cor tuum & c.
1
Anuse veftra plenaſuns fan pag. 198.n.12 .
M Ann
guine . si Indurauerunt facies fuas & c.pag.
5. Expeftaui, ot faceret vuas & c. 99.n.14.
p.1g. 97.n.7 . 6. Curabant contritionem filiæ Populi
Ixi. Oftendam vobis quid faciam vinca mei cum ignominia & c. pagix. 231 .
meæ.pag.93.1.8 . num.14.
14. In Cælum conſcendam . pag. 193 . 29. Fa &tus fum in derifum omnipopulo ;
0.3 . canticum eorum tota die. pag . 408.
18. Aſcendit Dominus fuper nubem . R.4
pag. 60, n.1 . 51. Curanimus Babilonem , & non est
Jana
Tauola delle Scritture Sacre .
Junata: derelinquamus eam.pag.400. 3. Congregabo omnes gentes .pag. 53 .
11.17 1.4.
Threni . Da Amos .
Da Ezechiele. Da Giona.
.
A bales eratiaplena coreft c.pag
audiffet
Quieciema ini. Pater vis, transfer fiatof Non
& c:
248.1.2.
Apparuit illi Angelus & c. pagin
na
Tauola delle Scritture Sacrca
Mi 407. numero 3 . Iui . Ego fum vitis, vos palmites.p.431 .
Iui. Faétus eft fudoreius ficut c.p.407. .num.4 .
num 3 . Tui. Si mundus vos odit ,ſcitote & c. pag .
23. Tolle hunc , & dimitte nobis & c. 433.n.6 .
pag.409.1.4 . 18. Abſcidit auriculam eius dexteram .
Iui.Filie Hierufalem nolite flere.p.413. pag.155.n.6 .
num.8 , 19. Venit ad Iefum no &te .pag.138.nu
24. Oportuit Chriftum pati,& ita intra mer.2 .
Dal
TauoladelleScritture Sacra ,
pagina 148. numer.14.
Dall'Apocaliſli. 21. Ipfa ciuitas aurum
dum cc . pagina 114. numero
Incenti dabo:manna abſcon- 3.
*V ditum . pagin. 117. Rume- 22. Cecidi , ut adorarem ante pedes
to 10. eius c. Vide ne feceris . pag. Bodie
12. Tertiam partem ſtellarum & c. ne num.15 .
que locus inuentus eft eorum & c .
/
Tauoladellematerie più notabili.
peccare. p.255.nu.7. E perciò la mag
Morte» e fua memoria . gior parte de' peccatori dopo d'efferfi
confeſſati ricadono nel peccato , per
Quanto ſia doloroſa la morte, e maffime che pazzi s'affidano di porſi di nuouo
à gliamatoridel Mondo P.306. n.19. nell'occaſione. pag.256.n.8.c 9.
& 11. & p.307. n . 1 2. La ſúa memoria
è così vuile, che volédo ilSauio donarci Occhio curioſo.
vn'antidoto contro il veleno del pec
caro,poſe mano diſubito à queſto me. Di quanto male cagione. pag.370.n.4. &
dicinale.p.310.1.2. E Dio volendo pro- 371.nu.s.
uedere Adamo d'vn'antidoto cótro le
morſicature del ſerpente, altro non gli Opere.
diede che vn vaſo di queſta teriaca . p .
311.n.3.Non v'è appetito così diſordic Opere virtuoſe congiunte con la fede fo
nato ,e veenente,che con la memoria no la ſtrada ſicura della ſalute . p.363.
della moite facilmente non ſi mortif- 264. & 365.
chi, come fi vide in Dauide.p.3.12. 11.4.
& p.313.00.5 . Quindi il Saluatore non oftinatione nel peccato .
daua alcun'auuiſo à que'morti , quali
riſuſcitaua , perche baſtaua loro l'eſſer Graue peſo all'anima. pag.125.n.1 . Diffi
pallati per le forficidella morte. p.313 . cile da ſuperarſi. pag. 126. num.2. & 3.
n.6. La memoria della morte non ſolo Peccatori habituati nel male non il
è vtile per bé viuere, ma anco perme- moncano mai dal cauallo del vitio ne
glio morire.p.314.0.7. Come ſi debba pur nell'inferno . pag. 1 27. num . 4.&
penfare alla morte dalla p.316.0.10 fin 128. num . s . Oltinatione nel peccato à
alla 321.Efortationeà cóliderare il fe- guiſa di labirinto, dal quale non ſi vie
polcro . p. 315.11.8.9. Perche molti non ne à capo d vſcire . pag. 129. num.6 .
contemplano il ſepolcro , per queſto Malageuole ad eſpugnarſi come ele
non s'eniendano de' loro peccati. pag. mento nel centro . pag. 130. n.7 . Du
318. & 319 . rezza di cuore checoſa fia. pag. 131.
num.8. Oltinatione in peccato pelo
Occaſione. io ſopportabile al mare , alla terra, al
Cielo , al Diavolo , alla diuina miſeri.
Il giuſto facilmente cade nel peccato , le cordia. pag.133. & 134.Etaggeratione
non fugge l'occaſione : e perciò la SS. contro diquelli, cheperſeuerano oſti
Vergine ficonturbò nel vedere l' An- pataniente in peccato. pag. 134. nu. 13 .
gelo.p.248.n.2.Ec Eua cadette per non & pag. 135.
fuggire cautamente il diſcorrere con il
ſerpente , jui 3. & p.249.Neſolamente Pace.
cade il ſeſſo più fragile con eſporſi all'
occaſione,magli huomini ancora, pa. Seinente marauiglioſa d'ognibene. pag .
250. 4.& p.251.Erra il peccatore,cre- 441.1.2 . & 442. 11.3. Quanto gran male
dendoſi vſcir di peccato , fe non eſce la diſcordia ciuile, e quanto gran bene
dall'occafione: onde s'argomenta,che la concordia . pagin.444.num.s. Lapa
Salomone non vſciſſe dal peccato dell' ce diuorata dalla fiera beſtia de gl'in
idolatria, perche non diftruffe i Tem- terefli particolari. pagin . 445.numer.
pii cdificati ad honore de gl’Idoli.pa. 8.9.10 .
253. n.6. Il Diauolo mette ogniſtudio
nel fare , che il peccatorc non laſci l P.:dri caftigati ne"figli .
occaſione del peccato . pag.254. Pazza
mentre s'affida il penitente di quelle Come Iddio caſtighi ne' figlii peccati
cole , che già gli furono occaſione di de' Padri. pag. 291. n. 1. Gionata per
deta
Tauola dellematerie più notabili.
dette la vita in caſtigo della ſuper Paſſione di Chrifto.
bia del Padre. pag.291.0.3. Affalonne
CJO
temerte , che Dio gli ammazzaſe i fi- Per tutto il diſcorſo del Venerdì Santo
gli per il peccato commeſſo contro il dalla 2.402. ſin alla 419.
Padre. p.294.nu.4. Non fi dice , che i
figli ſianocaftigati per li peccatide' Patimenti,
Padrima la diſgratia patita dal figlio,
che in riguardo alPadrebà ragione di Si coine iboinbici quando morti ſi crea
caſtigo , in rispetto alfiglio ha forma- dono , quafi nouellefenici ſi veggono
lità di medicina , che è lo purga da al colto rinaſcere; così chi muore a 'di
tre colpe , è lo preferua da altri pecca- ſordinati appetiti crocifiſſo con Chri
ti , ò gli cagiona alori beni : p 292.n.s. fto , quali nouella fenice rinaſcer Gi ve
Si conferma con la ſtrage ſeguita ne' de àmiglior vita. p.38 nu.1 . La gloria
deb
fanciulli, i quali ſcherniuano il Profe- rieſcepiù gradita co ' pacimenti.p. 39.
Pozói ta Eliſeo . p.292.n.6. & 293.n .7. Che n.2.Si proua con alcuni ſimili. p.4o.n.
dolore, ſia al cuore de'Padri il vedere 2.3.6 4.1 patimenti ci rendono prima
maltrattati i figli. p.293 . nu.8. & 294. glorioli in terra , che glorificati nel
Le virtù , e buoni meriti de' Padrifo Cielo.pag.41.11.5. Che perciò Chriſto
no premiati ne' figli : dalla pag. 294 chiamo la Croce ſua gloria :iui , & p.
ſin'al principio della ſeconda parte . I 42.Chivole entrare nel Paradiſo , hà
Padri ſono caftigati per li peccati de' da paſſare per il buco della Croce. p.
100 figli, p.294.1.9 . & 10. & p.295 . nu. 11. 43.n.6 . & p.44 . & 45.n.7. Iddio lcgan
16108
Eli punito perle ſceleragginide' figli. doci i piedi co trauagli, ci conduce al
p.295.nu.i2. Eſaggeratione contro i Paradiſo . p.46. 0.8.
Cato:
Padri, che alleuano malamente i figli.
li vk p.295.01.13 . Le virtù , & i buoni meriti Patire per gioire .
umi de'figliuoli ſono premiati ne' Padri , e
eel nelle Madri. p.296.n.14 . Si come i trionfi coſtano ſudore , e fari
7. Di gue al Capitano,cosi il trionfodelCie.
- 131 Paradiſo. lo ha da coſtare fatiche, ſudori ,e pati
tard
menti alfedele.p.428. & 429.04.1.Ne
uuten
E vn bene perfetto della naturaintellec- pure Chriſto entrò à trionfare prima
tuale , che non si può compitamente di patire.p.429.0.2. & 430. nu.z. Che
100k ſpiegare. p.112.01.2. Chi lo confidera , perciò con ragione fi paragona alla vi.
bot diſprezza tuttii beni della terra . pag. ie, la quale dal naſcer primo al dare
"U-14 112.0.3 . & p.113. & 114. Marauiglio- maturo il frutto , pada per via, e vita
ſo il miniſtero della Corte celeſte .p. ſcabrofa. P:430.& 431.n.4. Giacobbe
114.n.s. Quanto dolce l'armonia del con patire interre ſtraniere , arriuò al
Paradiſo.p.116. num . 7.& 8.Quanto pretero fine della deſiderata auuentu .
faporito il fondo dell'anima glorioſa ra. p.432. nu. s . Chi vol regnare con
nella cognitione de gli oggetti ſecon Chriſto in Cielo , deue eſſere ripudia
darij. p.117.n.10 . & p.118.Della chia- ro dal Mondo con Cbrifto in terra .
ra viſione dell'Effenza , e Perſone Di- P.433.1.6.7 . & p.434-6 .8.Chifugge il
uine. p.120.nu.15. € 16. E dell'amore patire con Chriſto , per ſeguire ibeni
244
dell'anima beata. p.121. m . 17. Che fi fallaci del Mondo , refta ingannato ,c
bà da fare per falire al Paradiſo.p.118. maltratrato. p.434.n.9. & 435. nu.10 .
n.11 . pag. 119. num. 1 2. p.122.& 123. Al patire con Chrifto confeguita il
num . 18. & 19. trionfare con l'iſteſſo. p.436.nu. 1 2. &
P.437. & 438.0.13.
Pec
Tauoladellemateriepiù notabili.
percioche l'eſſer vicina al bene amatos
Peccatore abborrito . ne poterlo godere l'è di cormento in
ſopportabile . pag . 338. num . 5. Pena
Vedi DIO . dell'anima purgante figurata nello
fcoppiacuore dell'innamorato Narci
Peccatorecompatito , e caftigato . fo.pag.238.& 239.num.6.Pena di ren
fo quanto doloroſa.pag.243.num . 10 .
Vedi DIO pretoſo , e rigoroſo . Crudeltà de' parenti, che non voglio
no ſoccorrere i morti ſimile a quella
Penitenca . delle forelle di Lazaro . pag. 241.08.
Elaggerationecontroquelli, che non
La penitenza è quella , che accorda le vogliono ſuffragare l'anime del Pur .
pa Nioni ſconcerrate : pag.190.num. 1. gatorio.pàg. 24o.num.7. & pag.244. &
Ma è moralinente impoſſibile , che il 245. nun 12 .
peccatore ridotto à morte le polla in
teinpo riunire à concerto . iui: & nu.z. Ricchezze .
& pag. 191. num.3. Quelli che fi con
tertono alpunto della morte , ſono Emoltodifficile
pochi.pag. 192. num.4. per effere coſa
poſſeder ricchezze , &
comandamenci.pag
oleruare i diuini .
difficile al peccatore lo chiantarli dat 224.num.z. Elia per ſalire al Ciclo la .
petro in quel punto gli affetti vitiofi . fcia dietro il mantello . pag. 225. nu.z.
pag 192.num.5 . Amiene al peccatore L'oro , e l'argento per lo più aggirano
in quel punto ciò , che auirienead vn le voglie humane à lor voglia.pag.226
cieco , il quale ſi ritroui nelmezzo di mu . 4. Le ricchezze fimboleggiate nel
vna baruffa.pag.193.num.6 . E ciòche corno d'Amaltea . pag. 227. num . 6 .
accade al riccio fpinoſo . pag. 194.n.8. L'attaritia è d'ognimale radice . pagi
Dio crudele nel punto della morte có na zz8. num . 7. & pagina 229. nu
quell'anime , lequali in vita rifiutaro . mero & & pagina z3o. E nodo d'e
no l'inuito al pentimento . pag. 195. & dera maledetta , à cui fà di biſogno il
196.num.9. tagliodalla radice . pagina 232 mu
mero 11. & 12. & pagina 233 .
Pitture lafciue
Salute .
Vedi Maddalena .
Deneprocurarh acceleratamente , ac
Predeftinationen cioche il tempo di miſericordia non li
Cangi in tempo digiuſtitia , come ali
Quanto fa intricato , & ofcuro alphir- uenne à Giuda. pagina 202.numero 3 .
mano intelletto per la direrlità delle Non così fece Maddalena , che fubito
opinioni il boſco delfa predeſtinatione illuininata da Dio s'affretto alla peni
dalla pag.353. ſin alfa 365. tenza . pagina 20.4. & zog. numero G.
Se il peccatore vuole ricuperar la fa
Pergatorio . fure, deue fare dal firo canto quello &
comicne . pagina 205. & 206.num.6 .
L'anima pargante è inferma di doppia Non dete il peccatore fperare vana
febbre amoroſage focola.pag.235.1.1. mente , chei Santi füoidiuoti babbia
Quella è pena di danno; quelta di fent- noà trattenere il colpo dellagiuſtitia
fo.pag. 236.8. z. L'anima nel Purgato- diuina . pagina 207, numero 8. Deue
rio è tormentata dalla lontananza , il peccatore bilanciare la penitenza
dalla geloſia. pag.236. & 237. mum.4. con la colpa. pagina 2o8.numcro ro .
E torinentataancoradallavicinanza ; & pagina 209. numero 11. Elaggera
tione
Tauola delle materiepiù notabili.
mith tione contro di quelli , che differiſco
7:08
Pa
nola penitenza .pagina 208. numero
9. E contro quelli che non fannope- Quanto odioſaper la velocità inquieta
nicenza corriſpondente alle colpe . del ſuo breuidimo corſo , come il gi
Vas pag.210. num. 12, uoco della trottola . pagina 298. &
299.numero 3. Qual naue eſpoſta al
m!! Vanità di Mondo , le boraſchediqueſto mondo , e qual
vita marinareſca . pagina 300. & 301.
queda Vedi Mondo , num . 3. Pratica ſopra diciò . pag.203,
11.06 num . s . 6 .
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et Pau
-241
2264
IL FINE .
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