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Hom.31.

EX BIBLIOTHECA
CONVENTUS RATISBONENSIS
CARMELITARUM
DISCALCEATORUM ,

L : 64
( onumentis faliómentis irmelitarum , 3 ka lieetorun

PREDICHE
QVARESIMÁLI
DEL P. F.
EMMAN VELE
Orchi da COMO
Predicatore Capuccino .
DELEA
:
PREDICHE
QVA.R ESIMALI
Del Padre
E EMMANVELE ORCHI
da Como Predicatore Capuccino .
Dedicate al M.R.P.
F SIMPLICIANO DA MILANO
PROCVRATORE NELLA CORTE ROMANA ,
e Commiſſario Generale della Religione
O uentus fogla APVCCINA.P.irun garaetalitar

IN VENETIA , Per Giunti,e Baba. M. DC. L.


CON LICENZA DE' SV PERIORI, E PRIVILEGI .
ITD IT

Al molto R. P.

F SIMPLICIANO
DA MILANO
Procuratore riella Corte Romana , e Commiſſario
Generale della Religione Capuccina.
Sſendo reftate alla mia cura per eſſere
date alle Stampe le Prediche Quare
ſimali del Padre. F. Emmanuele da
Como; alla P. V. M. R. vengo a dedi
carle , alla quale dall'iſteſſo Autore ( mi gioua
credere ) in teſtimonio del molto , che le doue
ua e di quel tenero , e riuerente affetto , che le
portaua , ſarebbono ſtate dedicate , quando il Si
gnore gli haueſſe conceſſo di ſoprauiuere alla
Stampa dieſſe. Non accompagno queſta mia con
quelle lodi , delle quali ſi veggono conſouerchia
affettatione,e non ſenza qualche nauſearipiene le
dedicatorie : sì perche temerei d'offendere la a
lei modeſtia , in riguardo à cui nè pure hio voluto
fignificare alla P.V., ch'io foſli perfarle queſta de
dica
dicatione ; ſicuro , che mi ſarebbe ſtata conteſa :S1
perche l'eſſere già ſtato ſuo Studente,& hora il ſer
uirla attualmente di Compagnò,non lo permetto
no : sì finalmente perche ogni mia lode farebbe
vn'ombra à quelle virtù , le quali,con la promotio
ne al Diffinitorato, e Procuratorato,furono già nel
CapitoloGenerale paſſato autenticate , ed ammi
rate da tuttala noſtra Religione ( mortificata di
non hauerle potuto anco maggiormente honora
re con la foprema Dignità Generalitia magnani
mamente da lei rifiutata con larinontia; tanto poi
eſemplarmente, e con grandiſſimo profitto ammi |
niſtrata dal Reuerendiſs. P. Innocenzoda Calata
girone, quanto in lui degnamente conferita ) &
hora tiranoà fe à viua forza gli ſguardi, & hanno
gli applauſi della miglior parte de' Principi , e Pre
lati di queſta Corte , eCittà di Roma . Dirò fola
mente , che ſe co'l darſi in luce queſte Predichere
ſteranno molto honorate le ſtampe ; così le Predi
che iſteſſe con effere à lei dedicate , verranno à ri
ceuere grandiffimi fplendorid'honore .
Romali20. di Maggio 1650.
Di V. P. M.R.
mo mo

Diuot, e riuer. Figlio


re no
>

7. Benedetto da Milano Pred. Capue.


AL
no

À L. LETTORE:
E Predichedel P.F.Emmanuele da Como(la cui anima fia in Cielo)
credo non tanto ſarannoſtimate comunemente degne della ſtampa,
guanta delle marauiglie d'un mondo intiero ; come pure maraui
gliofo'ın ecceſſo ſi diede egli ſempre à vedere dalpergamo, il cui
intelletto era ſtimato pin angelico , che humano. T ardı efeono
alla luce riſpetto alle molte inſtanze fatte cosìda perſone Secolari ,
come da Religioſi; ma i vari accidenti d'indiſpoſitioni, e d'occupationi, che mi
hanno impediso l'attenderuicon maggior preſtezza ,nehanno alquanto differito
laſtampa. Sieſpongonoà viſta del Mondo, non perche habbiano in tutto à feruir
dimodello di Predicatori maſſimamente Capuccini , da' quali deue per ogni modo
eflere sbandita la fouerchia delicatezza dello ſtile, e la curioſità de’penſieri; ma
perche s'ammiret'eminenza dell'ingegno in ciò , ch'è più degno d'ammiratione ,
che d'imitatione ; e s'imiti ciò , che può imitarſ , maſſime il maſſiccio dell'elo
quenza , o il feruore, e la vinacità dellepratiche conueneuoli à qualunque Predi
catoro. E ſebene il predicare di queſto Padre riuſciſſe con grandiſſimo frutto ,
come ne hanno fatto fede moltiſoggetti riguardenoli in dignità,e ſpirito , Sopre
l'atteſtatione de' qualiegli acquetaua lapropria confcienzaaſai timoroſa, e dili
cata , non per tanto conſigliarei alcun Predicatore ad inuaghirſene ; conczoſiache
la fioritezza fouerchia del dire è diametralmente upposta à quelfine della conuer
fione dell'anime, ch'effer deue l'unico oggetto dopo l'honore, égloria divina d'ogni
qualunque Predicatore tanto d'altra Religuene, quanto Capuccino , ancorche ad
altri paremeno fi difconuengano le curioſità ,chea queſto. E ſe la Chieſa diDio
hà di biſogno d'alcuna riforma , forſen'è biſognofa nelparticolare di molti Pre
dicatori , iquali nulla curandoſi dello fcapito, oprofitto dell'anime, nonſi prefig
gono altro ſcopo , che di tirare molti Vditori, ancorche con mezzi ſconueniuoli di
dire curiofó ,écomico, e di raccomandationi ( onde quanto meno talhora henno
lettere ,tante più lettereportano) e ſeciò ottengono , ſiperſuadono d'haver ſoddiſ
fatto à ſe ſteſſi se conſeguito il vero finedell'Oratore Ecclefiaftico.
Nonho dato titolo d'inuentionia queſte Prediche , febene in riguardo a' Procmiy
ciò ſi ſarebbe potuto fare quaſi di tutte : ma nonproſeguendoſi l'intentione nel rio
manente dieſſe , eccetto in tre , ò quattro , ne anco habbiamo ſtimato poter loro
conuenire ſimigliantititoli. Nelche ( lia detto con ogni bumil riſpetto) sbaglia
no molti Moderni , i quali denominano tutta la predica da una inuentione appena
motiuata nell'introduttione. Molto è facile il mettere in campo vn’imenticne ;
ma altrettanto difficole il proſeguirla degnamente : e fe non è proſeguita, ne anche
merita effere da eja intitolato ildiſcorſo.
Invecedella Predica del Martedi della Domenica quarta ,quale non ſiè banuta
perbene di mettere alla ſtampa ,fi e poſta quella di S. Giofeffo.
Compatiſcail Lettore à glierrori, che ſcorreranno dalla ſtampa alla quale non
poſſo trovarmi preſente , e molto più à quelli ,che per mia ignoranza , a inauuera
tenza fonoſcorſinella correttione della ſcrittura ,e preghiper me il Signore.
F. Benedetto da Milano.

Facula
Facultas Reuerendiſs. P. Miniſtri Generalis .
Nos Fr.Innocentiusà Calatayerone Ordinis Minorum Sancti Franciſci
Capuccinorum Generalis Minister .
VM opus, cuitituluseft ,Prediche Quareſimali del P. F.Emmanuele da
Ссы,
Como , ab ipſomet P. Emanuele noſtri Ordinis Concionatore , ac
Le&ore compolitum ,à duobus Theologis,quibus id commiſimus, re
le & um , & approbatum fuerit,vt typis mandari poflit,ſeruatis ſeruan
dis, tenore præſentium facultatemconcedimus. In quorum fidem his
ſigillonoſtro munitis ſubſcripſimus.
Datum Camberij die 6. Menſis Septembris 1649.
Locus † Sigilli.
Fr. Innocentius Miniſter Generalis .

Approbatione delM.R.P.Gio: Battiſta da Perugia , e delP.Benedetto 1

da Milano Reviſori dell'Opera .

E Sſendo noi infraſcrittiſtatideputati dal M.R.P. Innocenzo da Cala


tagirone Miniſtro Generaledella noſtra Religione , à riuedere le
Prediche Quareſimali del P. F. Emmanuele Orchi da Como l'redica
tore ; non ſolo non habbiamo ritrouato in effe coſa alcuna, la quale lia
contra fidem , & bonosmores: ma ci ſono parſe così ripiene di dottri
ne,eruditioni, e lumid'ogni eloquenza , che non tanto le giudichiamo
degne della Stampa , quanto che siano per apportare alla Religione ,
& alle Stampe grandiflimo honore . E le bene lo ſtile è molto più fio
rito di quello ſi conuenga al Predicatore, maſlime Capuccino ; lemo
ralità nondimeno ſono cosìlunghe , viue , e feruoroſe , che ſi come
quello potrà eſſere ammirato dalla curiofita de gl'ingegni più folle
nati ; così queſte potranno imitarſi da’ Predicatorianco piùfruttucli,
& Appoſtolici. Roma nelnoſtro Conuento de' Capuccini dell'Imma ,
colata Concettione li 16. Agoſto 1649.
to F. Gio :Battiſtada Perugia Predicatore Capuccino .
IO F. Benedetto da Milano Predieatore Capuccino .
L A V A N IT A
DEL MONDO
Per il Mercordì delle Ceneri .
Nolite thefaurizare vobis theſauros in terra , vbidrugo, go
tinea demolitur : thefaurizate autem vobis thefauros
in Cælo, vbi neq; ærugo , neq; tinea demolitur.
S. Matt. c . 6 .
I NNAMORATO di ſe capo in queſte fottili, e rilucenti piu
ſteſſo il Pauonc , wette d'aghi, e pennelli trionfatrice
ecco Signori , che , corona , regno chiariſlimo delle belle
in largo giro la fte- vittorie della mia coda . Ne meraui
ſa coda ſpiegando , glia,che l'arte qui vinta reſti. ( và pur
ci apprelenta alla ſeguendo millantatore il Pauone )
viſta dell'occhiuta ſua pompa la ri-, oue cede natura ſteffa : che rintrecci
guardeuole proſpettiua ; e con muta pur queſta nel verde ſmalto de' prati
fauella parlando à chi'l vagheggia : le calce alle viole ;miſchia'giacinti i
vedeti,dice,d’ago ingegnoſo in drap- narciſi, e nelle ſiepi gli acantiauuitic
po fottile induftrioſo ricamo, che frà chi a'gelſomini: & à così bell'ogget
Jabirinti gentili di ſeta , e d'oro auui- to opponendo poſcia lo ſpecchio ter
luppando le gemme,ſupericon le ric- . ſo del Cielo , faccia , che in tante
chezze dell'arte i teſoridella natura ? dorate ſtelle riflettano le amoroſe
contemplafti di pennello famoſo in immagini de vaghifiori,che ad ogni
piana tela gratiofa pittura, che in die modo neil viuace fiorito,ne lo ſplen
licati lineamenti rappreſentando al dente ftellato pareggierāno mai quel
viuo vna proportionata figura ,con l'iride ſplendidifiina,e viua, che diſe
l'apparenza d'vn'ombra , vinca il ve- ſteſſa inuaghira apre nel proprio cer
race d'un corpo ? horaſel'vno, e l'al- chio occhiben mille per contemplac
tra alla , non sò ben s'io la dica , rica- fi: onde à granragione nelle mie glo
mata pittura , odipinto ricamo dell' rie rapito , mi ſdegno di rimirar'il
occhiuro mio circolo tu paragoni, Cielo , ſe benc ftellato ; pefto faſtoſo
ſciapitati rieſce l'arte di Palla, fem- co'l piè la terrabenche fiorita . Ma
pliceiftimi la fauolad’Apelle ;&è inqueſto direfilando gliocchiinsu
Forza il dire, che ragioneuolmente de' piedi il Pauone, c ſcopertigliin
augello felice mi formo , e porto in zugginoſa polue rauuolti , talmente
A ſi pics
La Vanità del Mondo
fi picca , e li confonde , che ſcordatii gādo, e co'l moftrarui la vanità , c mi
primi vanti , entro al fugace luono ſeria de' beni tutti di queſto ſecolo ,
d'vn poco ftrido vergognoſo tutti cercarò ,che ſtaccatone il voſtro cuo 1

quegl’occhi racchiude,e in mal com- re;piegheuole poimifi póffa arrende.


pofto faſcio confuſamente riſtringe : rene leguentiDiſcorſiye ſon da capo.
Taleappunto mi ſembra l'huomo,o 2 Beni hd ſin'hora co'l mondo
Signori,che di ſe ſteſſo.croppo talko- gaelle coſe chiamare ;ma andiamo
rá inuaghito ,apre mille occhi ſuperbi , hormai atraendo da ciò , che'l mon
de' più ſuperbi penſieri, per vagheg- do ne creda , e giudicando in fatti la
giare quei fugace ſplendore degli ap- lor Codezza ; cercbiamo ciò , ch'elle
parenti beni di quelta vita , de' quali ſiano , e non come ſi chiamino , & fti
pettoruto , e gonfio fi pauoneggia . memus fingula ,dice Seneca,famare
Oh come ſi preggia ilricco dell'oto , mota : quæramus quid fint, non quid
come ſi ſtima trà gli honori il ſuper- vocentur , e perche ſono molte , & io
bo, come s'ingalluzza la Donna dell' ſolo unicrouo ; v fiamo l'arte di quellº
cffer bella ; ma non si torto fiffano Horatio , che ſeparando i nemici frà
ben'auucduti coſtoro gli occhi dell' d'elli , ad vno ad vno poi affaliti li
intelletto ne' piedi del terminare di vinre . Che tanto ſono le ricchezze
queſte coſe mondane , arricordando ah ? Oh , Padre , ſono la bella coſa :
la vanità ,e miſeria di tutto il corrut- così bella , che quel pomo d'oro fa
tibile , che tirandofi dalle viſcere del moro tanto non fu giudicato,che de
cuore vn doglioſo ,e profondo, oimè, gno della piùbellaDea del belliſſimo
che il tutto bàfine talmente della Cielo : Detur pulchriori. Ob e per
baſlezza del caduco fi piccanocli eſſer belle , voi le prezzate ? anco il
confondono , che nelfugace furono pomo è belloall'occhio ( giàche il
d'yh momentaneo, ſoſpiro ſcordano pomo ricordato m'hauete ) così bel
“ tutti gli andati pregi ; e d'efli qucldel lo , che nel rotondo del ſuo sferico
Salmiſta dir ſi potrebbe : Periſt me- giro ci dimoſtra diſtinto l'anno della
Pſal.9. moria coram cum fonitu .Epiaceſte lua vita : verde dall'vn decantila
: pur’al Cielo o N. , che già chenoi primauera ci dà à vedere, nella quale
tutti ſiamo nati Pauopi, tutti fiffani- germogliò in fiore: giallo dall'altro
mo poi anco gli occhi ne' piedi, eco'l l'eſtate ci dà à mirare , nella quale
ricordo della vanità,e miſeria di que- s'ainuanzò in fructo :: robicondo sù
fte core finibili, e tranſitorie , man- queſto lato ci dipinge l'autunno , che
daflimo in vn fofpiro di penitenza dolce la maturanza gli diede : e palli
quel vento di ſuperbia , che ci riem- do su quello và figurando il verno ,
pic. Ben lo procura la Madre Chie- nel quale faporoſo vien conferuaro :
ſa , mentre che ſull'entrare di queſto anzi che nel rotondo della ſua sfera
Sagro Corſo Quadragefimale cerca ci moſtra il Cielo . Cielo dall'alba
di ſtaccarci l'affettoquidalla terra , pennelleggiato di minio dal canto
e folleuarnelo ' al Cielo dal corrutti- verſo oriente ; dalla fera di pallore
bile dell'vna, & incorruttibile dell'al- ilmortito ,dal canro verſo occidente ;
tro ; quanto alle ricchezze con la ve- dal Sole di giallore indorato , dal can
rità infallibile nell'Euangelo corrente to verſo meriggio , e dal rigore dell'
argomentando . Nolitethefaurizare ambiente d'ombra ſcura macchiato ,
vobis thefauros in terra; ubi arugo, dal canto verſo lamezza notte. Cic
tinea demolitur : thefaurizate vebis 1o, che sù due poli circolare s'aggira ,
theſauros in cælo , vbi nequeærugo , l'vno al picciolo,l'altro all'ombelico .
neg; tinea demolitur. Infiftere jo nello Ciclo , & cui non manca l'affe , che li
Steffo con riſoluto con parità di ragio doi poli congionra nella materia le
ne , i termini della matoria più allar- gnoſa ; che dalpicciolo all'ombeli
co per
Per il Mercordi delle ceneri . 3
“co per ſolleuarlo al Cielo , quali gli, le anella, gliorecchini, i gioielli, i
che dall'artico all'antartico per mez ſacchetti, gli Scrignidegli argenti ;
zo à lungo ſidiftende : e Cielo , che de gli ori , e gli gettauano a ' picdi de'
vn Mondo baſſo s'accoglie in ſeno. Santi Appoſtoli : o ponebant ante pe- ' Alle
nella materia potpora, che in ſe rac- des Apoſtoloru .Marauiglia:le gemme, Ap.c.4
chiude : nel quale ſe la terra cu cer- cgliorinobiliNimi figli de'luminari
chiinmolte parti diuifa , la trouerai più pregiati del Cielo : pregiatiſlimi
nella ſemente in più granelli diſtinta ; parti delle più nobili vilcere della
ſe delideri tramezzata vederta da va- terrase del Mare; i quali non conten
rij (oni del Mare : dirò, che mare è : ti diftar pendentida' colli più Signo
quella cartilagine,che frà fe ſemen- rili,ſeggio ſi fanno delle ſteſſe fron
telle co 'varijſeniſi miſchia ; c Marc tireali, vengonoadeſſo colà vilmen ,
ſe non fluido , almeno gelato per la te gittatia piedi ſcalzi , e fangoſi de'
conſiſtenza , che tiene . Certo bella Peſcatori ignobili della Galilea ? che
coſa ch'è il pomo ; e pure per bello moftruofa ceremonia è queſta ? Ah ,
che ſia , non gli mancail verine nelle. ceremonia miſterioſa,nonmoftruo.
midolle , che lo rode, lo guafta , l'in- faſcriue Girolamo Santo à Paolino:
fracidiſce , corroſo , e diſprezzabile il vt oſtenderentpecuniaseffe calcandas, D. Hie.
rende . Etrouaremo noi il loro ver- nibilifaciendas': per dimoſtrare to. epift.
me , quaſi che in miſtico pomo, nelle non douerli far, più conto delle ric
ricchezze ? Signorisi,
Santo ,ò qualaltro li fiadice Apfelmo chezze
Commenta- , chedicoſa
calpeſtata co' piedi.ſoldegna d'efreie
Ob na d'elleic
con men core di Paolo:Sicat Pomahabent fuos mana, diceua in quell'atto la Sapien
tat. D. vermes gita o diuitiævermemſuum ' za Diuina ; Dio hà Tépolte le gemme
Paut in habent . Ma quale vermee? Vermis nell'arena delMare, hà ſotterrati gli
ter opera diuitiarum ſuporbia : eh il verme, il argenti , e gli ori nelle miniere de
Divan- verme' del miſtico pomo delle ric- monti; e l'huomo à ftentià ſudori và
felmi in chezze è la ſuperbia ; queſta, queſta à ſuſcitarglialla luce , & à chefine ?
pad Ti- è che diſprezzabile il rende , mentre per incatenarneque' colli, che ſigno
mot.c.6 . lo rode , lo guaſta , l'infracidiſce, in tili ogni giogo di vil ſeruaggio rifiu .
mille abudi, & iniquità, che dalle ric- tano , per opprimere quelle fronti ,
chezze , ò per le ricchezze ſono ca- che dominanti fi leyano ſopra de'
gionate , ò commeſſe; chi ruba , chi. Regniintieri : Pazzo, legemme,che,
ingannachi aſallina, chi vendel'ho- altro ſonoche pietre? i metalli più fi
noreschi tradiſce la fede, chi diſprez- ni ancora ſono altro, che tecra : io gli
za la legge , chi ſi rubella alPrincipe, farò vedere , che non hauerando à
chi rinega il batteſimo , che porta in ſeruire, che à ſelçiarele Atrade, che à
capo . Eh fracidume corrotto , che laſtricar pauimenti:degni non più di
ſcorre dalpomo delle ricchezze , baciar all’huono la pianta ſola del
mentre è corroſo , e guaſto dal ver-, piede, non di pendergli al collo , à cui
me della ſuperbia , di chi amico pre- baſtante monile è l'eburneo candore,
tende ſpiccare, dominare, tiranneg- che lo circonda: non ſedergli in fron
giare. VermisOc.oh di tu, che prez- te,à cui baſtante corona è quel bion
Locn’hà da fare . dose canušo, che in età diuerſe, gl'ins
3. Ma leuiamone queſto verme dora prima , poi gl’innargenta la
quafi che in ponta di coltello acu- chioma , e così ponebant ante pedes
ta , preſcindendo da eſlo : il reſto , oc.vt oftenderent ý C..
che avuánza , cre,tanto vale ? Andia- 4 Et ob chi calpeſtare non le doui
mo, negli Arti Appoſtolici,e trouare. rebbe co ' piedi;mentre che al dird'-.
mo , che qnelli primiChriftianipor. OuidioſonoacutiAinoli. Irrita- ouid, in
tauano le collane, i monili, i mani menta malorum : al parerPosta di qucl Metam ,
==
La Vanità del Mondo
Poera ſono vn ſerpe venenoſo , che'l gloria , e dell'honore . Aquila gene
ricco da ſe medelimo ſi cona in ſe- rola ? haureſtidetto af'ai meglio in
no : Serpentemque finuparce fouere tifichito camaleonte, che d'altro non
Poeta tuo : e perquanto ne creeaChilone fi paſce che d'aria , che divento, che
Filoſofo ,ſono viatico delle calamità , però dall' Apoft. à' Cor. , & à Colol.,
teſoro dellimalanni,arſenale di tutti la ſuperbia, l'ambitione è chiamata
i vitij : Diuitiæ funt calamitatum via- enfiagione ; i ſuperbi, gli ambitioſi
ticum , thefaurus malorum , improbi- vtri gonfiati, e botti voote Scientia
tatis fuppeditatio . Se ne chiedi il pa- inflat: inflatur fenfu carnis(ue ; ne
D. Aug. rere al P.S.Agoll ino;tidirà eſſer nia- vuoi tu la ragione dice l’Angelico?
tom .de teria di ftenti, pericolo di chi le por- ſembrano le coſe gonfie malliccie , c
ver .Do- liede , lucruo delle virtù , vn padrone grandi, & in fe fteile ſono picciole , e
mini , iniquo, vn feruo traditore: aurum eft vuote ; & i fuperbi ſi ſtimano mara - D .Tºh .
materia laborum, periculum poffiden- uiglioli Giganti , e in verità di fatto lac.z.in
tium , eneruatio virtutum , Dominus ſono ridicolinani : Id, quod inflatur,'1.Cor .
malus , fer- 19s proditor . Ele vai fi- non habet folidam magnitudinem , ".3.
D.Chr. nalmente da S. Gio: Griſoſtomo , ti red apparentem ; ita ſuperbi videntur
in ep. 1.affermerà, che ſe glidaivn'intereſſa- quidem fibi effe magni', cum tamen
ad Ti- to nelle ricchezze , te lo farà rinega- veramagni:udine careant. Dirizzare
moth, re per vn ſoldo il più fedele amico , l'occhio per cortelia , ò Signori', ad
he.17. che fi ritroui: Neminem , qui tales vn'vtre gonfiato :oh gran mofc:pera
funt, amicum norunt . Mache dice telo poi, leggiero come vna galla . Se
amico ? te lo farà per vn ſoldo rine- grofia mole al peſo è tanto leggiera?
gare lo ſteffo Dio : quid autem ami- Signori sì non è che piena divento .
cum dicimus:nec ipſum quidem fciunt Tirate il guardo ad vna botte ; che
Chriftum . Ah & ècosi difficile il ri- vuota fia :oh grande macchina, toc
trouare il ricco diſintereſſato che ſia, catela poi ; vi rende fuono di vano .
che ricercando il fauio , fen’và gri- Si grande macchina ci rende ſuono
Ecc.31 dando . Quis eft hic,quisefthic ? oue divano ? Signori sì; non è che picna
lo trouaremo noi,che sùla terra no'l d'aria. Affabulariofignificat:Piglia
veggo , ſe non s'è forſe ficcato nel te quel ſuperbo , che in quel Colle
concąuo della Luna , per riportarne gio , in quel Senato , in quel Confe
l'ampolle da rimettere il ceruello in glio vuol ſonraltare ad ogn’vno, c
capo à gl'intereſſati impazziti: chi guidar tutti con il proprio giuditio
ci darà l'hippogriffo del Principe In- qnaſi che buffali per lo nafo, co'l pit
gleſe,onde poſiam falire à cercarlo ? tagorico anello dell'ipfe dixit : oh
Quis eft hic, quis eft hic , laudabi- gran teſtone, ch'eglideue eſſere , la
museum ? perche trouatolo , vuol- utorato alla forma del coloflo di Ro
inalziamo con nobiliffimi panegirici di , ò di qucllo di Comodo Impera
fino alle ſtelle ; fecit enim mirabilia tore : si; pelate vn poco li ſuoidiſcor
in vita ſua ? però che ha fatto mara- fi, i ſuoiConfegli, e pareri ; leggieri
uiglie, che tengono dell'incredibile ? come le galle. Mirate quell'altro ain
5 In fatti,dice l'Ambitioſo , cgli bitiofo , che vuole ſouramontare à
è veriflimo : poffedere ricchezze , e tutti come fà l'oglid : fputa tondo ,
non amarle , tiene dell'impoſibile':' cainmina gonfio ,paſſeggia largo : egli
amarle , e non eſſere loro ſchiauo , deue efler della ſchiatta degli antichi
troppo è difficile . Io per tanto con Pari di Francia ; de ferte Infantidi
animo nobile fprezzando quefto vil Lara , d de' Caualieri diſceſo della
fango dell'oro , tutto vanità , e mife- Tauola rotonda del Re Arturo . Si :
ria a, quita generoſa m'innalzo à vo- mettetelo al tocco della proua del
1o , non d'altroinnamorato,che della l'auo ; o del biſago ,e' trouarete fuo
Per il Mercordi delle ceneri.
no di vano . Et è poſibile ſi große longato ſtento , eſudore ſenza finir
moli, li grandi macchine rieſcano la partita,ſpefliNimoli torna à due .
tanto leggieri al peſo,e così vilote al Oh miſero ambitiofo ,vuoldire Ber
tocco? che marauiglia?non ſono che nardo Santo . Notate -s'io glie l'ag
pieneſuperbamente enfiate dell'a- giuſto ,dum vindicas, dum defendis ;
tia , del vento di queſta gloria , di riſpondi, otu , à cui pare toccar'i
D.Chri quelto honore mondano: id,quod in Cielo col dito in quelle glorie , il
foftom . corporibus eft inflatio , in animis eſt quelli honori mondani, mentre,che
in 1.Ccfuperbia .Dorata ſentenza del Bocca- quaſi gonfio pallone viene il tuo
rint . doro in ſulinedeſimo paſſo . cuore ventoſo ſpinto à ribalzi de'
6 E non calza qui male,s'io non mori aniinaleſchi,da tuoi affetti form
la sbaglio, quellamordace riſpoſta , zoli , quaſi da giuocatoriin sù lao
che diede Archidaino il Rè de' La- piazza delle vicende mondane ; &
Plutar, cedemoni figlio d'Ageſilao à Filip- hora batre lo ſdegno in sù l'offeſe ;
po Rè de Macedoni , Padre del hora ribatte il timore sù le difeſe ; l'
Grand'Aleſſandro . Ottenne Filip- inuidia , & il ſoſpetto , che fanno il
po vna ſegnalata vittoria de'luoi ne- giuoco di mezzo , ti ſegnano le cac
micile lo racconta Plutarco in laco- cie , quando l'vno co'l liuore ſu'l
nicis ) e gonfio di queſta immagina- volto ; quando l'altro col rodimen
ta grandezza , ne ſcriſſe vnalettera to nel ſeno ; e ſpettatori i tuoi am
molto inſolente ad Archidamo. Mà bitioſi penſieri di Atruggono nel de
queſti più non ſi mofle , che ftringa- fio del far paſſate à gli auuanzi, le
tamente riſpondergli alla Laconica quali beneſpello rieſcono in marci
in queſta forma ,Si metiarisum- falli di ſcapito;& ad ognimodo per
bram tuam ,haud quaquam reperies quante caccie di diſegni fatti fivin
illam maiorem faciam , quam erat cano ,maiarrivano a far partita in
ante victoriam . Và Filippo và, e mi- tiera, ſempre tornando à due con la
ſura l'ombra del tuo corpo , e tro- diſordinata tua brama , che mai ſi
uerai , che non ſi è fatta maggiore fatia ; Dimini , chepace, che ripoſo
tantino di quello ella fi foſſe auanti ritroui in ſudore,eſtento sì allunga-. 1

della vittoria . Certo che medicina to ? Queſto vuol dire , e poteua dire
aggiuſtata, quantunque Arana à buf- Bernardo dum vindicas, diem defen
foli diGaleno , con la miſura d'vn ' . dis C.
ombra riſanare la vana impreſſione 8 Oh ambitio ambientium ceux;
d'vna vétoſa grădezza immaginaria. quumodo omnes torquens , omnibus
? E qualpiù miſeroſtato d'yn'- places ? oh ambitionecroce penoſa.Bern.la
animo diqueſtoventoripieno dum de'medeſimiambitiofi com'è pof- 3.de con
D. Ber. vindicas, dumdefendis dice Bernar- fibile ,chetormentando tu curti, ad fid .
op. 113. do Santo, dum inuides, dum fufpi- ognimodo tu piaccia à tutti? nihil
caris , dum femper ambis , que non acrinscruciatszihilmoleſtius inquie ..
babes, nonnullisadeptis acquiren- tat,nihil tamenapud miſeros moria
di non tepefcit ardor ; qua reguiesin les cebebrius negotys eius.non c'è co
gloria tua ? Signori s'io non la sba- ſadi cruccio ,dimoleftiamaggiore;
glio vn giuocodi pallone quinell'- e pure non c'è coſa più famigliare in
animo ambitioſo dal Santo ciliti- queſta vitamiſerade'mortali.Regna
gura. Come ſi giuoca al pallone?oh , ne' ricchi, domina nc' poucri,vince i
facriſi i giuocatorisuquella piazza, Nobili, abbatte i mercami,ſignoreg
l'vno batte , ribatte l'altro , e quelli gia gli uomini , tiranneggia le don
giuocano à mezzo;ferma, ſegnataè ne,non la perdona alſecolo , non hà
la caccia ; ſi fà hor paſſata, ora fal- riguardo alla Chieſaznihil ,nihil cm
honora
lo ; e vincendo , e perdendo con al . Dunque fe le ricchezze, e gli fono
(
La Vanità del Mondo
ſono materia v, bicrugo, o tinea de- fe tale è la bellezza , che si può dire
molitur, meglio l’tranno indouinato di meno ? Oh queſto è ilgiuoco,che
le donne , che vanno inuaghite nel- quì ci vienedeicritto: dall'età fan
l'effer belle. Meglio “ la gioventù , ciulleſca faltiaino di slancio alla
che vive innamorata delle bellezzei gioventù ; e dalla giouentù à parli
Io non vuò adeffo parlare delle bel- incerti così veloci alla vecchiaias
lezze poſticcies che fi fabbricano co : corriamo , che prima che ci auue
gli empiaſtri de' profumieri, eſpe- diamo di non eſer più giouani,ci ri
cializes infrafcano co' ricci, co ' fio- trouiamo fatti canuiti di pelo ; e co
ri : non li può turto ftringere nr vna: si quella bella Doma , che vuol’a
volca : dirò di quella folo ch'è nåtu- deſſo ſignoreggiar frà le belle, come
rale, econſiste nella fumetrica pro- del bello Reina ; e co ' fiori del vol
portione de' membri , e delicata mi to , co'l Filo de' denti , co'l ladro de
itura de' più foaui colori. Che vi ſguardi, con lo ſpiritoſo delle palpe
credete mai la queſta bellezzaw? bre ſi tira à dietro vira gran niandra
Ifaia vien quà alza la voce , e grida . d'innamorati ; à vn detto, e fatto tu
Vox ditentis clama . Son quì riſpon- la vedi increſpata di fronte , iſimor
de, e gridarò tanto , quanto volere : tita di labbra , ilgangherata di guan
Eft. 40 mi coſa hòda gridare? Grida che la cie,ſdentata,bauofa, rugoſa, puzzo
carne è fieno ,e la bellezzadi lei è co- lente di fiato , fpelata dicrine , laga
me il fiore del campo : Omnis cara gnola de gli occhi,fatta Itounacofa,
fænum , omnis gloria eius quafi à quer tutti,che primacosì grata l
flos agri. Eh .Profeta Santo l'hab . hauteuano; tutto diſcorſo di Girola
biam ben fatca: che ſi poteua dire di mo Santo , che non c'è tanto del :
meglio à fauore della bellezza? Mi- mio: qui dudum infans,fubit,puer : S. Gir
ra l'herberte de' prati, e le vedrairi- quipuer repente iuuenis; o uſque ad in cap.
denti , tenere , licte ,fregiate ,rica. ſenectutem fer ſpatia mutatur in- 40. Eſ.
mate, arricchite di quelle perle , che certa ; o antea fe fenem intelligit ,
la rete dorata delbiondo crine delo quamiuuenem finon effe miretur ;
l'alba peſca nel maredell'aria , e o pulchramulier , qnæ adolefcentulo-
fparge in terra : grate all'aure , care rum poft fetrahebat greges , arata
a Zeffiri, gioconde all'occhio : ill frontecontrahitur , quæ prius A
bello, ilbuono , il ricco del gentilet- mori, poftea faſtidio eft. Intendete
to Aprile rimirà il fiordel campola ſorelle ; io parlo chiaro chiaro vc
ſu'l mattino , gioioſo , Vezzolo , che dete : Quel grallo , che s'alza , her
allegra l'occhio , che rapiſce i cuori , berta, che ſecca : quel.vago , che
e fà inuidia alle ſtelle . E l'animadel ſpicca ; fiore che sfiora , l'hauete in
bello, è il meglio del buono , è ilpre- teſo ?
tioſo del ricco diprimauera : è ſe ta- 9 Horsù dice lo fudiofo , ric
le è la bellezza , che ſi può dire d'a- chezze , honori ,bellezza tutto ſog .
uantaggio: Beniſſimo beniffimo:ma getro diruggine , e.di tignuola æru
voltafoglio . frà quattro giorni tu go, o tinea demoletur . Ariſtotelic in
vedi l'herberte da ritorta falce tam fine l'intere,inettendo la felicità del
gliate, fiapite da'venti,cliccate dal l'htroino nella ſpeculatione ſolo del
Sole , ſtrapazzate da' contadini, far- le nature . Ma tu ,che appetendo di
tc paſto de' più viligiumenti, e bene fordinacainente il ſapere , pretendi
ſpeſſo de più fozzi aniinali ;e fe gi- fare anotomia delle ſcienze, à che
ri l'occhio alfordel campo ,in fulla tanto arrivaruitvà,e ftilla per alem
ſera langue, illiuidiſce,fivsfoglia, ca- bicco vna quinta eſſenza di quanto
de, è diſprezzato , e vien calcato da' hanno naturalnaente inteſo le fette
piedi delle greggie più inmonde: e filoſofiche tutte de'Pittagorici,Ac &
demi
!
Per il Mercordidelle ceneri . 7
demici ,Stoici,Peripatetici, Nomi- che morti.Eh diciamo la verità,che
- Dali, Realis e che sdio ; e betuta che quegli ſolo qualche coſa ſapeua , il
Fol'haurai in vn forfo , vieni , eri- quale confelſaua di ſaper queſto fo
fpondimi: Cola è Dio ? Sì : videmus Jo, che non ſapeua alcuna coſaw :
nuncper fpeculum inenigmate. Dif- Vnum fcio , menihil fcire : beniſ
finiſcitiquidditatiuèle feparace ſo- fimolo dille il Sauio ;Hanc occupa
ſtanze?eh non habentypecies proprias ' tionem peffimam dedır Deus homini
pro hoc ftatu . Trattainidelleſtelle, bus, Onde regola prudentiſſima fia
de Cieli, de' loro moti? Oh queſto ſempre quella anco nelle lettere hu
sì ; mettiamoin confronto Tolo mane. Non plus fapere,quàm opor
meo, e Ticone, & in terzo il Fraca- tet ſapere .
-ſtoro , e poi víciamnone co'l ceruello 10 Dunque che ſi bà da farc ? At
fano , s'egli è poſſibile . Diſcorrimi tendere riſponde quell'altro ,à viue
delle Meteorologiche impreſioni ? re quanto più à lungo poriamo , e
Appunto ; in ranti ſecoli , che i venti del reſto laſciare , che'lmondo cor
ciſi fanno ſentire , ancora fiamo ad ra per li ſuoipiedi;e chi l'vltino re
aſſegnarne vna cauſa , che l'intellet- fta, ſi tiri l'vício da preffo . Ma credi
to vn popoco ci appaghi . Dimmi poter'à lungo dizueſta vita godere ?
almeno che ſiano pofitiuè le foſtan- Chiaro ſono di freſca età, ſano, for
ze corporee fortolunari? Sò dir'io , zuto ; ordinatainente viuendo , per
Nihileft in intellectu,quod prius won ogni ragionedeuo tirar’auanti buon
fuerit in fenfu:affermi, hora chipuò pezzo . Sanio diſcorſo : ma dimmi:
d'hauerne vifta alcuna , od vdita , ò Vn'albero , che habbia fin dentro al
odorata,è guſtata , o toccata . Alla le midolle appicciato il fuoco ; che
peggio alla peggio ,degli accidenti, tanto potrà durare in piedi , per gio
che con gli oggetti immediati de' nane , fano , eben piantato che la?
fenfi, doureſti ſaperne l'alfa ,e l'ome- non c'è dubio , che in hore poche in
ga? beniſſimo : proui chi può, natu- cenere vedraſſi ridotto . Ob te dun
ralmente eſſere la quantità realmen que ſgratiato , poſcia che in poche
te diſtinta dalla coſtanza : moftriin hore in cenere hai à trouarti ridot
aperto , come la rarefactione li fac- to ; non eſſendo tu altro che vn'albe
cia; ſpieghi in qualmodo riſultino i ro , il quale porti il fuoco acceſo en
- colori dalla miſtione delle prime tro delle midolle . Non fù lontano
qualità,e cento , emille : finalmente da queſto penfiero Empedoclea,
forma vn concetto rappreſentatiuo quando che diſſe eller l'huomocom
delle formalità , ò de'modi, il quale poſto di legno , e fuoco , pigliando
habbia vn rantinello più del diſtinto per legno il corpo , per fuoco l'ani
di quello s'habbiano ipartidell'oua, ma . Platone, & altri dillero dell
cmiti dò per vinco's e poi di quel huomo eſſere vn'albero alla rouer
poco che fai, checanto ſai? dmun- ſcia piantato : Arbor inuerfa . Ma
dum tradidir difputationieorum : il parla chiaro la Sagra Scritturainns
tutto è opinione. Siamo ridotti à San Marco all 8. Et alberi chiama
tale , chenon ſappiamo fe'l freddo , gli Huomini, e Giufti, e Peccatori.
che ci martirizza diverno, fia qual- Arbor bona, ed Arbor mala : Adun
che coſa dipoſitiuo reale , ò più to- que noi ſiamo alberi per conſenſo
no yna mera priuatione di caldo , delle profane, e delle Sagre lettere .
come ſoſtenta Cardano : non ſap- Ma quale è il fuoco , che arde nelle
piamo , ſe vi ga, ò non vi ſia l'ele- noſtre midolle ? certo che l'anima
mento del fuoco ; e ſe non foſſe la noſtra . Vis'arricorda di quella ſta
fede, che ci tien ſaldo ilceruello à tua tantomiſterioſa, quanto che fa
saſa ,non ſapreſſimo d'effer pità viui, uoloſa , la quale ritronatag in ter
tay
8 La Vanità del Mondo
ta , noii fi poteua viuificare? Salì 'morituro effe cæpit, nunquam in ço
Prometeo in Cielo , e rubato il fuo- . non agitur,vt veniat mors. Oh dot
co dalla sfera ſolare, col fuoco diel- trina digniſſima , che ſe la porti
le la Vita . E che ſignifica queſto ciaſcuno ben'impreſa nel cuore fà
fuoco vitale, celeſte , Tolare , ſe non quel che vuoi Huomo, Donna, che
l'anima noſtra, la quale è vna parti- ſempre ſarà vero il dire , che altro 1

cipatione di quel Dio viuente , e non fai , che procacciarti la morte:


primo fonte di vita , del quale diffe fe dormi , e col ſonno procuri con
l'Apoſtolo eſſere vn fuoco conſu- feruarti la vita ; il fuoco , che ti ftà
matore?Deus nofter ignis confumens dentro abbrugiando , non dorme;
eft ? E che vuol dire quell'iſpirauit ma ſuegliatiſimo ti ſtà conſuman
fpiraculum vita , che fece Dio colà do , c procacciando la morte . Se
nel corpo diAdamo,ſe non che ſof- . magni,beui,e co'l nodrimento pro
bando la Divina Virtù in quelcot- curi riſtorartila vita ; il fuoco , che
po innanimato , vi accele il fuoco ti ftà dentro ardendo , mangia anch '
dell'anima? Per me ſe ben conſide- egli la tua ſoſtanza , bene anch'egli
ro l'huomo viuente, d'vnlegno ver- il ſanguetuo vitale , c nodrendole
de , che abbrucia riconoſco aperti i ſteſſo ,à te procaccia la morte: Nun
fegnali: nella voce , nelle parole lo quam nunquam ineo non agitur &c. 1
Itrepito de carboni, che isfauillano; onde nella tua vita non ſolo drugo ,
nel fiato della bocca del naſo il fuocº tinea ,maignis denor.ins demuli
co, che ne fuapora; nel pianto , e nel tur .
ſudore, l'humore , che ne diftilla ; e 11. Oh ſe penſafle l'Auaro , e lo
finalmente nel polſo , che in tempo penſaſſe da vero , che mentre fame
di Sanità batte con tocchi aggiuſta- lico dell'oro , egli ftà tutto occupa
tispauſati; in tempo d'infermità con to di fuori in accumular ricchezze ;
ineguali,fc frequenti, riconoſco la il fuoco diuoratore, che porta in ſe
campana, che tocca àfuoco , e và no , altro non ſtà facendo irrepara 1
raddoppiando i colpi , quando il bi- bilmente aldidentro , che procac
ſogno è maggicre; che fe alcuno mi ciarli la morte ; e quella morte, che
chiede , come conſumando ci vada preſto prefto l’hà da ſpogliare fino
queſto fuoco dell'anima , io riſpon- della camiſcia: certo certo , che di
do co' Fiſici , che ciò ella fà con l'- ſprezzando queſte ricchezze terre
operatione del calore innato,il qua- ne, che ſcorrono , e con la vita , che
levà di continuo diuorandoci l'hu- ſe ne paſſa in vn ſoffio , fi perdono ;
mido radicale.Se dunque noi ſiamo metterebbe il cuore in quelle cele
alberi e portiamo nelle inidolleine- fti , che ſtabili in vita eterna à piena
finguibile il fuoco , il quale ci và ir- mano & laſciano poſſedere . Oh ſe
reparabilmente, quoad equalitatem , penfaſſe l'ambicioſo , e lo penſaſſe
di continuo confumando ; penſa , da ſenno , che mentre fitibondo di
che tanto potrai tu ftare å ridurti in gloria , egli ftà tutto occupato di
poca cenere ; penſas'hebbe ragione fuori in aggrandirli d'honori; il fuo .
S.Agoſtino didire , chequeſta vica , co deuorante, che porta in ſeno al
morte più roſto ſi dee chiamare,che tro non ltà facendo irreparabilmen
vita ; poſciache dalgiornoprimo , te di dentro, che procacciarli la .
che à viuere incominciamo in quea morte; e quella morte, che preſto
fto corpo mortale , mai per vn mo- prefto l'hàdaridurre in vn pugno di
D. Au- mento ceffiamo di procacciarci la poluere iſconoſciuta i che farà yn
sin l.3 . morte : Hacvita, quam nos agimus, giornomateria d'vn vaſo immon
de Ciu. mors eft potius dicenda , quam vita : do ; certo certo che diſprezzando
1.10 .
ex quo enim quiſque in hoc corpore queſti honari mondani , che non
rodi.
Per il Mercordi delle ceneri. 9
Mono, è con la vita , che ſe ne palla vn'oſcuro ſepolcro ; certo certo che
in vn ſoffio ſen vanno àvolo,mette- diſprezzando queſta vita mortale ,
rebbe il cuore in quelli del Paradiſo, che ſe ne palla in vn pallo , e ſiil riſol
che durabiliin vita eterna mai fem- ue in vn foffio ; metterebbe cuo
pre innalzano . Ob ſe penſaſſe la re in quella immortale, che eter
Donna vana,e lo penſaſie da ſenc ), namente indeffectiblle hà da dura
chementre inuaghita dell'efferbel- re .
Ja , ella là tutta occupata di fuori 12 N.Credilo à me, ſe queſta via
nell'abbellirſi ; il fuoco diuoratorc, ta tu cerchi, & in queſta vita cic
che porta in ſeno , altro non fà fa- chezze , honori , bellezza , ſcienza
cendo irreparabilmente al didentro diſordinatamente vai procaccian
che procacciarle la morte ; e quella do ; altro non cerchi, eprocacci che
morte , che preſto preſto l'hà da ri- foggetto , Vbi arugo , tinca cum
durre in vnamoftruoſa ,epuzzolen- igne deuorantedemolitur. Anzi ch'è
te carogna; certo certo che diſprez- peggio, à queſto modo acquiſtando
zando queſta bellezza di carne, che ricchezze preſenti, patirai pouertà
langue, e sfiora, e con la vita,che ſe futura; ambendo honori di Mondo,
ne palla in vn ſoffio , infracidille, haueraidiſonori d'Inferno ; procu
metterebbe il cuore in quella dello rando bellezza di corpo ,otterrai de
ſpirito , che immarceſcibile in vita formità d'anima ; ſeguendo ſcienza
eterna mai ſeinpre ride. Oh ſe pen- di carne , darai ignoranza di ſpirito;
faffe lo ſtudioſo diſordinato , e lo e cercando la temporale vita , tro
penſafle da ſenno , che mentre cu- uerai l'eternamorte. Ahi che la ve
rioſo di ſapere, egli ftà tutto occu- ra ricchezza è l'elemofina : il fodo
pato di fuori in acquiſtare ſcienze; honore è l innocenza ; la maliccia
il fuoco diuoratore, cbe porta in ſe- bellezza è la virtù ; la certa ſcienza
no , altro non ftà facendo irrepara- e'l timore di Dio ; la viua vita è il
bilmente al di dentro , che procac- morire à ſe ſteſſo . Mori dunque à
ciargli la morte , e quella morte , tefteffa in Chriftiana mortificatio
chepreſto pre to gli là da chiuder nede'cuoi appetitieviuerai in Dio:
gli occhi, per non più leggere : inna- temi il Signore in offeruanza com
ridire le dita , per non più ſcriuere ; pita della legge Dłuina , e vederai
certo certo che diſprezzando il fo- Iddio: adornaci l'anima in eſercitio
uerchio diqueſte 'naturali ſcienze , di ſagroſante virtù , e ſarai bella nel
che dubbioſe ſono tanto , & oſcure, coſpetto diDio : viui irreprenlibile
e con la vita , che ſe nepaſſa in vn in te medeſima , e ti vederai hona
ſoffio , mai ben s'intendono ;mette- rata nel Regno diDio : e mentre io
rebbe il cuore in quella ſouranatu- piglio fiato , fà vna larga elemoſina,
rale , che certa e chiara in vita eter- c verrai indefertibilinente ad arric
na beatamente ſempre attuale ſi go - chirti co' teſori di Dio : Thefauri
de. Oh ſe penſanic ſe penſafle quel zate vobis thefauros in Cælo , ibi nec
figlio di Adamo, e di Eua , e lo pen- arugo C.
falſe , e lo penſaſſe da ſenno , che
mentre anſioſo troppo diuiuere,egli PARTE SECONDA.
fà tutto occupatodi fuori in allun
garſi la vita i, l fuoco diuoratore , Ignori sò , che i Cicli
che porta in feno , altro non ftà fa vogliono poſare ſulle ſpalle
cendo irreparabilmente al di den- che degli Atlanti, oueramente de
tro , che procacciargli la morte ; e gli Ercoli; sò , che i Bucefali irde
quella morte , che prefto preſto ve- gnano d'effere maneggiati d'altre
ht, nolit, l'hả da racchiudere entro mani, che da quelle de gli Aleſſan
B dri,
TO La Vanit à del Mondo
dri , &AleſſandriMagni: 'onde s’io te con filoſofica fottigliezza gentile,
riguardani alle ſolemie debolezze , che le coſe del Mondo intanto ſono
e baſſezze; doureiftinare pazza te- buone, in quanto ſi conſeruanonel
. merita , che vn diſprezzabile piz- la loro natura ; poſcia che corrom
mco , vnfantaccino ineſpertomio pendoli perdono ogniloro bontà ,
pari ardilfe di fottopore il dorſo, e conforme all'allioma.Peffimum na
dar di piglio alle redini delCielo , ture corruptio : ma le nature delle
del Bucefalo di queſto Pergamo. coſe, dicono concordemente i Filo
Ma ionon vengo' intromeſſo dipro- lofi , ficonſeruano ne' loro centri,
fontuoſa mia voglia : vengo chia- nelle sfere loro ; il fuoco nel conca. 1

mato , e mandato, o vocatus a Do- uo sù della Luna ; laterra nel centro


mino tanquam Aaron : poſſo ragio- dell'Vniuerſo , e và diſcorrendo ; 1

neuolmente ſperare di auiuare con fuora de quali combattute da' loro


la baſe dell'vbbidienza à quell'altez- contrarij , vengono ad alterarli pri 1

za ,oue non potrebbeauiuareil ca- ma , poià corromperfi : dunque


pitello del proprio ardire: e co'l mo- queſte coſe caduche intanto faran
to della mano ſuperna , che mi rag-, no buone, e beni , in quanto ſi con
gira , ſupplire à ciò , che mi manca ſeruaranno'ne' luoghi loro douuti ,
di miſtica maeſtia cauallereſca . In in quelli appunto , oue le ha collo
Dio dunque affidato vengo à fer- care la creatrice mano diDio . Mà
uirui ; e ficuro che damenulla pof- , doue le ha collocate ? ſotto de'voſtri
ſo , attendo , che la Diuina gratia piedi cutre ? tutte. chi lo dice ? Ari
operi il tutto ,non mancando io d- notele forſi ? Signori nò ,vn Filoſo
ogni fatigapoſibile, econcorrendo fo più irrefragabile non di Stagira ,
lanobilißima gentilezza voſtra cor- ma di Giudea: Dauide, anzi lo Spi
teſe , e criſtiana pietà con orecchio rito Santo al Salmo 8. Omnia fubie
amico , & arrendeuole cuore . Ne cifti ſubpedibus eius ; dunque ſotto
in queſti prologomeni più m'allun- de' piedi fi hanno à tenere le coſe
go , acciò che mentre di compire tutte mondane, calpeſtandole con
Ichiertamente pretendo , altri con generoſo Chriſtiano diſprezzo , ſe
pregiuditio del vero, non veniſſe à vogliamo, che ci ſiano, buone, che
tacciarmi con quella etimologia del ci Gano beni ; altrimeoti ſe cauan
compimento , che da coinpiſco , e dole da queſto centro loro , ce le
mcnto fù ritrouata, porremo per apprezzo ,. & amore
14. Horšù via l'habbiamo inteſa: nel penſiero , e nel cuore , illicor
Hoggi viui, e diman morti: diamo- rompendoſi negli abufi, ne' vitij, ci
ci dunque bel tempo queſte quattro fi faranno veleno micidiale.
hore divita : e damus , o bibamus ; 15. Padre non vi crediamo ; ſcal
20 ,veſtito di ſacco , cinto di corda
cras enim moriemur : ' godiaino di
queſti beni temporali condilecto del voi non ſapete , che ſiano,gufti, è
ſenfo quel poco , che potiamo ha- piaceri delmondo ;Cæcus non iudi
uere, e buona ſera del reſto . E fiete cat de colore ; Prouerbio antico. Ah,
pur anco di humore , che ſiano Be- e pur'è vero mio Chrifto , che ſotto
ni queſte coſe caduche? Oh , non lo queſto facco non nacqui : c purè
replica tante volte la fagra Scrittu- vero che per ampie, & horribili, che
ra. Et erant valde bona , o erant vi faceſſe queſte piaghe il Giudeo ,
valde bona . GuardimiilCielo , ch' più allargate horridamente vi furo
io contradica mai alla Sagra Scrit- ' no dallemie colpe nella ſecolareſca
tura : Spargerei più toſto il ſangue , mia vita . Ma venga vn Salomone ,
darei mille volte la vita : ſe ella il di- ilmaggior Sauio dellVniuerſo , il
ce , fia alla buon'hora : ma auuerti- quale inſiememente godette in
com
Per il Mercordidelle ceneri . II

compimento ſommo i beni tutti, e fores , in quibus fruftrà fudaueram ;


piaceri di quelta vita , e ce ne faccia vidi in omnibus vanitatem , affli.
per ſcienza , & eſperienza vn'atte- tionem animi, nihil permanere
Itatione fedele. Dixi ego in corde fub fole.Alla fin fine,riſponde,quana
meo , vadam o , affluam delicis, o do ini poſi con atco rifleſſo à conli
fruar bonis . lo mipofi dice , in ca- derare le vane fatighe de' miei get
pricio (nell'Ecclef. al 2.) di felicitar- tati fudori , jo vidiin tutte , in tutte
mi nelle delicie , ne' beni di queſto , vanità, vanità , & afflittione del mio
Mondo i che però edificai ſontuoſi, ſpirito , e non efferui cola Mabile di
palazzi , pianrai fecondi poderi ſotto al Sole ; doue conforme all' .
>

diffegnai delitioſi giardini , quali Euangelio corrente ærugo , tinea


riempendo d'ogni varietà, e delicat- demolitur . Ahi grida qui San Gio : Homil.
tezza di ben'affilati , e gentiliflimi Griſoſtomo . Cedamus cbfecro et, de vani
inneſti , arrichij anco di criitallini gui reram huiufmodi experientiam tatu
Tuſcelli per innaffiarli.;, fui ricco di conſequutus eft"; deh cediamo vnaprafen
ſchiaui,abbondaidi corteggio , fou- volta ,e crediamo queſta verità , fetis facu .
rabbondai negli armenti: e quegli non da noi medeſimidifingannatili,
ori , & argenti, i quali ſparſi , e di almeno arreli al giudicio di colui ,
fperfi in più Regnis e Prouincie cra- che per eſperienza l'inteſe . Che ſe
no le ricchezze , non che le foſtan- tu non l'intendi ancora , ò ſenſuale ,
ze di molti, tutti infieme adunati egli è perche tu non fai atto riflebo
feci vna fola maſſa delmio teſoro . con Salomone. Fà vn poco atto ri
Mi ordinai cori dolciſſimi di muſi- Hello foura di quei ſporchi diletti,
cise cantatrici donzelle, e nelle deli- entro li quali tu metti la tua anima
catezze della gola , e delſenſo corſi leſci felicità : dimmi,che ſono que
con l'effetto à feconda dell'appeti- guſti immondi ? puoi tu dire eſſere
to . Auanzai nell'bauere tutti gli altro , che vanità ? non ſono eglino
antepaſſati : la ſapienza ſteſſa habi- appena immaginati che già pallati?
taua meco ; e finalmente (gran pa- prima paſſati, che aſſaggiatichete
rola ) non ſeppe l'occhio defiderare , nereſta in vn puntopiù dura la
ò immaginarli il cuore dilerro alcu- nebbia al Sole, il fumo al vento ; vo
no , che tutto , tutto egli non l'ha- lano in vn momento ; puoi tu dir
ueffe in ogni immaginabile compi- effere altro , che afflittione deltuo
mento . Aedificanimihidomos , con fpirito quelle gelofie de' riuali? quei
plantaui vineas con ciò che liegue, timori d'eſſer colto di notte frà quei
ad litteram , hora iſpiegato ; oom ., contorni ? quei timori di perdere la
nia , que defiderauerunt oculi mei , gratia di quell'oggetto ? que' vermi,
non negauieis nec prohibui cor che ti rodono la conſcienza? Oh che
meum , quin omnivoluptate fruere- fe facefti , non intiera nò ; ma ſolo
tur . Buon prò ti faccia Salomone mezzana riflellione , forza ſarebbe ,
mio . Che dici adeſſo di queftibe- che tu ſteſſo ti conuinceſfi,e da con
ni, di queſte delitie terrene, mon- uinto gridafti con il Sauio pentito .
dane, e ſenſuali? Tu , che per ſcien- della mala vita paſſata : Vidi in om..
za , & eſperienza ne bai cauato il
marcio Tu che ſpeculatiua
mbus vanitatem , &c.
? , in ,e 16 Ab che bene dille Gio anni Homil.
pratica ne hai Aillato vn quinto e- Santo l'Arciueſcouo Bizantino: Fa - ss. ad
Aratto; che fentenza nedaiin pora , bula quedam , fomnium eft vita Populū.
nuda, ſchietta,ſemplice veritàicum noftra ; è vna comedia , è yn ſogno
me conuertiffem ad vniuerſa opera , queſta vita mortale . Foſte alle co .
qua fecerant manus mea , o ad labo medie ? Obche bizzaria diPerſo
B 2 naggi
I2 La Vanità del Mondo
naggi quel Teatro ſi godcioh cheva- ne pertranſit homo : ti credi adeſſo
rio d'habiti,e di ſoggetti quella ſcena di effer opulente , e denaroſo , co
ſi mira : Regi, c Vallalli, Guerrieri,e non t'auuedi, che ſognidiritrouar'
Dame, con icettri,e ſpade , vsber- vn teſoro ; ma all'hora ſuegliandoti
ghi, e gonne; trà amori, e adegni, trà al ſuono di quella ſpauenteuole
nozze,e guerrui bella coſa à vedere : tromba , titrouarai morto in piedi
ma che : lcuare quella tela , ch'è fin- di fame ſenza il pane della gratia di
ta , che vn nudo , e rozzo palco fi uina ; che dormierunt fomnum . Pf.:39.
ſcuoprei ne quclla bizzarria li varia fuum . nihil inuenerunt viri diui
più apparilce ; e colui, che ſuper- tiarum in manibus fuis ; peroche
bo , fafofo rappreſentaua vn Da- fabula quadam oc. Ah ,e per la va
rio, vn'Aleſſandro , li troua in fatti nità d'vn diletto , d'vn ſogno , del
vn pecorone Itraccioſo . Vi abbat- piacer d'vna faliola ti vuoi miſera
tefte à ſognare ? quantiſpalli,quan- mente giucare la verità, la ſodezza
a'
te feſte li godono ? Alle caccie ,ne' della gloria del Paradiſo ?Gn'hora al
bagordi, alle danze , a'tornei: 17 Eh ſe addormiti
boſchi, e giurdini, ne'palazzi , & dolce canto dell'ingannatrici Sirene
arringhi : hora voli per l'aria à con- di queſti beni fallaci ci ſiamo laſcia
templare le ſtelle ; hora troui (or- ti traſportare da glappetiti noftridi
terra vn pretiofo teſoro ; care coſe fordinati , io dito con l'Appoftolo .
à gultare. Ma che ? fate , che leui Hora eft iam nosde fomno furgere :
il Sole , e fugga il ſonno , che ſu- egli è hormai tempo diriſuegliarci
bito ſpariſcono quelle larue , gne' dal ſonno . Sù sù dunque abycia
faritaimi notturni, e ti ritroui iie mus opera tenebrarum , indua
cainiſcia entro la coltre rauuolto : mur arma lucis , ficut in die hone
ç doue prima pareui , arricchito , ftè ambulemus , non in commeſſa
hauer trouatovn teſoro , ti connie- tionibus , & ebrietatibus ; non in
ne falcar ſpedito à trauagliare illo cubilibus, o impudicitiys i non in
bottega , le vuoi mangiare del pa- contentione , aa'amulatione ; fed
ne . in fcena anlao fublato , dice il induimini Dominum leſum Chri
Santo , varietates dffoluuntur , ftum , a carnis curamne feceritis
omniacorufcante lucë auolant fom in defiderijs : Diamo dicalcio bo
nia : Ah , nunc quoquevensente con- ra mai all'opere tenebroſe del pec
fummatione tam communi , quam cato , già che in queſta vita cadu
vniufcuiufque omnia diſoluuntur, coca , arugo , o tinea demolitur i e
euanefcunt : così pur così pure to- veſtiti delleſpoglie lucenti dell'ope
fto toſto finirà la comedia di queſta re Chriftiane , mouiamo bonelta
vita , e leuaraſli la tela di queſto mente i palli per la ſtrada de pre
Mondo : toſto toſto ſpontarà il fo- cetti diuini , come chi cammina nel
le di Giuſtitia Chriſto ad apportarci chiaro del ſereno giorno della gra
il giorno del Giuditio finale, parti- tia fuperna . Non più goloſicarne
colare prima di ciaſcheduno , epoi ualeſchi bagordi, non dishoneſti
vniuerſale di tutti , & ogni coſa di- diletti , non diſdegnofe conteresi
leguaraſſi in bel nulla . Ti credi a- ma ammantati coll'imitatione del
deſſo , ò fuperbo , d'eſſer grande, e Crocifiſſo
Crocifiſſo , andiamo mortifican
potente ; enon t'auuedi , che rap- do con l'offeruanza del quadrage
preſenti in comedia ; ma all'hora . fimale digiuno gli sfrenari defide
Ipogliandoti il perſonaggio , titro- rij della noſtra came : ſicuri di que
uerai miſerello Itracciolo , nudo di ita verità (ſcriueGirolamo Santo ) D.Hie.
Pf.38. meriti di vita eterna , chein imagia ch'egli èdifficile , anzi impoffibile
che
" epif1242
Per ilMercordidelle ceneri .
che l'huomogoda de'beniprefenti, tranfeat ad delicias ; ut in vtroque
e delli futuri ; porti ſodisfatto qui feculo primus fit; vt in Cælo ,
giù ilventre , e colà sù la mente ; in terra appareat gloriofusi egli è
parli dalle delicie della terra alli di- difficile;egli è moralmenteimpol,
Letcidel Cielo ; fignoreggi in quc- fabile. Sentenza d'vn Girolamo
fto , e nell'altro ſecolo ; e nel mon- Santo , Dottore di Santa
do , e inſiemenel Paradiſo glorio . Cbiela . Mafticacela
ro appariſca: Difficile , imò ó im Signori , che
poſſibile, ut prafentibusquis, o fuo bocconc
túris fruatur bònisi ut hic ventrem falui- ,
bi mentem impleat; ot de delicijs bre, e gite in pace. Amcan

LA
LA CARITA
Per ilGiouedì delle Ceneri .
Acceſsit ad eum Centurio rogans eum . Puermeus
jacet in domo paraliticus. Tantum dic verbo,
@g ,anabitur puer meus .
S. Matth . 8 .
1
PAVENTEVOLE ch'- ſteſſo cantania ,mentre ruggente nel?
eglièil ſerpente à Si- boſco ſe gl'infingeua . Ne quel rug
gnori ſe ſtriſciante, e gito è d'ira ;così d'amor ſoſpiras.
Ipumante in ſulla ter- Certo che bel ſegreto dellanatura :
ra s'incontra , evi- Che l'animale mentre è terreſtre,fe
1
brado triffida linguia roce, famelico, e venenoſo ſi troua , !
con venenoſo liuore minaccia d'ac- s'aquatile per auuentura diuiene, in
to Nicarci; arco mentrea curua; ar- piaceuole , benefico , falubre à tras-.
ciero mentre ſaetta ; Saetta falſi , formare ſi venga . Noxia in terris , Ambr.
mentres'incocca con ilcollo eleua in aqua innoxia ſunt(ſcriſſe già Am - xame
lıb.s.ca
to sù iproprij giri; e fà che ſtrida il broſSanto ) aršipſi angues fineve
dulci
t
neruo co'l viuo fiſchio nello ſcocca neno Leo terribilis in terris , s 1. 2 .
re del ſalto . E pure gran maraui- in fluétibus , ę ben vorrebbe ragio
glia : ſe dentro all'acque galleggia , ne , che ciò che ottiene natura dalli
ogniveleno depolto , quaſi che pe- ſeluaggi, tanto più facilmente otte
ſciolino guizzante egli feruire può à neſſe la gracia da ragioneuoli. Ma 1

ſcherzo,egli ſeruire può à giuoco di fierezza dell'huomoToura ogni fe


ſemplicetto fanciullo , che à nude ra , che anco nell'onde rinato ( non
braccia nell'onde ſtelle diguazzi . che nell'acqua immerſo ) del Sagro
Terribile ch'egli è il Leone,le nede- fanto Batteſimo , ad ogni modopiù
ſerti della Numidia ſeluaggio ſcor- s’indura co’ proſimo,non s'amnio
re , e digrignando co' denti ſi mo- liſce . Hoggi ci confonde vn Genti
ftra di ſanguinoſa preda crudelmen- le nell'Euangelo , che la corporale
te bramolo . Tuono , mentre egli ſalute dell'infermo famiglio , con
rugge; lampo, mentre egli inira ;ful- amoroſa ſollecitudine dal Saluatore
mine, mentre s'aquenta ; e cosìto- procura .. Acceſſit ad eum Centurio
fto infrange, ſininuzza,e diuora,che rogans eum . Puer meus jacet in do .
non ſaidire s'annichila , ò inceperi- moparaliticus. Non era queſti anco
fce . E pure grandeſtupore : s'entro intinto nel Santificato giordano ;
dell'onde eglinuota , ogni fierezza operaua da huomo , e non da bat
laſciata , così manſueto appare, che tezzato . Se'l battezzato adunque
ſe bellati in vece di ruggiti cauarli contraſta al debito di Chriftiano,op
dal cuore ſapeffe , vn'agnellino do- pugnerollo ſtamane con il debito
meſtico fi crederebbe: Ma ruggen- humano,e moſtrarogli,quanto tem
do entro dell'onde,così dolcealme- po lia l'huomo in quanto huomo al
no egli rugge , che di luiſi può dire la benificenza amoroſa verſo l'altr
con più ragione , ciò , che altri dello huomo . Quanto in queſta vira Gia
pic
Per ilGiouedidelle ceneri. IS
premiatoil benefico , e caſtigato il berale: omnia largiri omnibus. Ah,
malefico ne'deſcendenti ſuoi dalla per queſto formo Dio l'huomo di
giuftitia Diuina, e fon da capo. terra,più coſto che d'acqua, d'aria , d
2 E certo Signori di quanto te- pur di fuoco . Non lo formòdifuo
nuto ſia l'huomo in quanto huomo co ; peroche il fuoco diſtruttore vo
alla benificenza amoroſa verfo l'al- race con le vampe , e gli ardori non
tr’huomo, n'è chiara proua l'etimo- ſolo in cemere digeriſce le felue an
logiafelia delnomehuomo.Homo noſe, ma quelle rorri, que' Tempij ,
ab humo: la Vøce homo è dedotta que' ferri , que marmiancora , alla
dalla voce humo , che ſignifica ter- durezza de quali i forti denti del
ra, & à ragione direte, perche diter- tempo conſumatore cedettero col
ra inquanto al corpo egli venne pri- limati . Non lo formòd'aria; pero
Gen. 2. mieramente formato . Formauit igi- che l'aria tempeſtoſa , tuonante con
tur DominusDeus hominem de limo le tempelte, lebrine rubando i cam
"terre . loleuo adeſſo queſtione mi- «pi,vuota i granari; ſpogliando le vi
fteriora,e ſottile . La terra non reſtò gne , aſciuga le borti ; affaſlinando i
nel corpo dell'huomo, quanto alla giardini, lediſpenſe imponieriſce; &
forma (oftantiale, ma ſolo quanto in vn punto preſente inuolatrice al
alla materia: chiaro in buona hilofo- contadino, ſi porta con le fatighe , e
fia , la quale non ammette ne'miſti i fudori d'vn'anno, ch'è preceduto ,
gli elementi actu , ma puranience le ſperanze , ei contenci d'vn'anno ,
virtute Virtute nel corpo dell'huo- che hà da ſeguire. Non lo formò
mo, non ſolamente ritrouoſi la cer- d'acqua'; peròchel'acquia rapida , e
ra, ina l'acqua inſieme, e l'aria , e'l procellofà con le boraſche del Ma
fuoco in vn perfetto tenperamento re , con le piene de'fiumi, con le ra
miſchiati : non c'è Fiſico , lijd'Ari- pine de' torrenti inondanti , i paui
ſtorele, ò di Galeno ſeguace, che me ganti e le naui ; i mercanti, e lemer
lo neghi . A che dunque formar'ldci in vn boccone s ingoia :armenti,
dio il corpo dell'huomo più roſto e paſcoli; capanne , e paſtori , arbo
con materia terrena , che con ac- ri, e campi;gli fterpi,e rafli, tutto in
quea , con aerea , ò pure con ignea ? fafcio accolto forto l'aſcelle preda-
O mittero profondo,ch'entro l'opa- trice ladra ſi leua . Ma lo formo di
cità della terra la chiara face dell'in- . terra , perche la terra fola è quella ' ,
celletto d'Ambrogio mi và ( cuio che ſiede ſempre ftabile in pace ; à
prendo, Cinſidera, o homo, vnde no- niuno toglic, à tutti dona, renza che
men ſumpſeris , (dice queſto grande alcuno la preghi,con le ſue coſe , ſe
Padre lib.3.offic.ca.3.) ab yumo uti- fteffa . Alle fabriche dà pietra, e cal
que que mhil cuiquam eripit, fed om . ce ; alle veſti canapa, e lino : alle
nia largirur omnibus • Pondera ò menſe frucca , e liquori. Sottopone
huomol'etimologia delnome tuo , e le ſpalle a ’ viui, feruendo loro di pa
ne potrai raccogliere, quali habbia- uimento, diſſerra il proprio ſeno al
no ad effere le tueproprietà . Homoli inorti , facendo loro ſoffitta ; e .

ab humo ; dalla terra, ondenelcor- notte ,e giorno trauaglia à prò co


po formato primatu fofti il tuo no- mane: hor concependo i germi; hor
me è dedotto . Ma la terra'non to- partorendo iconcetti';hor’allattan
glie cofa alcuna à chi G fia , anzi do i partoriti germogli; mutandole
che'l tutto a tutti amoroſamente gemine in fiori, i fiori in frutti ; ne
concede : dunque proprietà natu- peroffenderla che faccia con la zap
rale bà da effere la tua , ilnon por- pa il vignaiuolo ,con l'aratro il bifól
tar nocuinento à chi fi fia , anzi co , col piccone lo ſcalpelliero , efla
cffer del tutto a tutti benefico , eli- ceffa benefica d'effergli liberale nel
vino
16 La Carità
vino nelle biade , e nelle pietre , del 4 Ben'inteſe Signori la forza di
fangue , delle carni , dell'offa ſue : queſto punto lo ſcelerato Caino ,
Nihil cuiquam eripit &c. Ah tale ondevolendo porre ad effetto il fra 1

voleua la Sapienza Diuina , che foſ- tricidiopenſato , diſſe all'innocente


fe l'huomo col proſſimo, però di fratello. Egrediamur foras. S.Am - Gen. c .
terra formollo , e dalla terra pro- br. legge Eamus in campum . Vícia- 4.
uidde , che'l di lui none yenille fa- mo fuora fratello , vſciamo al cam- Ambr.
pidamente dedotto Homo ab humo, po. Mà doue alcampo ? que colti- 1. 2. de
acciò quiui egli impari , quale hab- uata la terra feconda madre produ . Cain c.
bia à moſtrarſi , per eller tale in far- ceua i ſuoi frutti ? No dice il Santo , 8.
ti ,quale è nominato . Conſidera ò ma doue kerile raffolo il ſuolo trå
Homo &c. 1 pietra , e pietra in rigoroſo digiuno
3. Dunque per debito di natura manteneua fol pruni,e ftecchi.Me
non s'hà mai à vedere diſdegnolodi ritò, dicit , Eamus in campum ;non
fuoco diſtruttore vorace , con male- dicit eamus in Paradiſum , ubipo
dica lingua incenerire la fama , l'ho- maf orent : non inaliquem fructife
nore altrui: dunque non s'hà mai ad rum locum . Mà perche queſto ? non
vdire infellonito , d'aria , tempeſto- era atco più à naſcondere dall'oc
ſa ,tuonante , con bocca , e mano chio humano il delitto vn'ombroſo
ingiuſta minacciar, danneggiare la frutteto , che vn campo ſcoperto , e
vita al ſuo fratello: dunquenon s'hà nudo ? Sì ; mà egli era ancora atto
maià trouar'auaro, inuidioſo, d'ac- più ad intenerirglil'affetto, à diſtor
quarapida , e procclloſa in opprel- nargli il volere å farglicaderdima
Lioni,& inganni , in vn faſcio por- no quell'inimico arneſe,che haueua
tarfi l'haucre di chi ſi foſſe: ma dern- impugnato , Sentite il Santo . Par
pre ſempre come di terra ch'egli è , ricida terrarum fæcunditatem fu
s'hà da vedere , vdire , e ritrouare , git , veritus non largior boni terra
ſedere ſtabile in pace , à niuno to- prouentus triſte facinus impediret ,
gliere , donarà tutti, e tutto ſenz' lib.ralitas genitalisqua facit fibi
aſpettare, che ſupplicato ne lia. Vit- fætus , fručtus variosgerminaſce
to , e veſtito a'poueri, foccorſo a'vi- re, in hoc criminis apparatu ,vel mu
ui, pietadea’morti; notte , e giorno ta ſpecie ſui , fraternum reuocaret
colla mente, e la mano trauaglian- affectum .Penſiero degno d'Ambro
do à prò comune; horconcependo gio. Temeua Caino , che l'aſpetto
i germi d'amoroſi penſieri;hor par- della terra feconda gli veniffe ad
corendo il volere del penſato con- impedire il riſoluto misfatto ; e gri
cetto ; hor'allattando con i fatti i dando con tante lingue, quanti era
partoriti affetti d'amore ; cacciando no i germi, che iui benignamente
dalle cenere gemmedella pietà ,fio- allignati nodriua , all'amor fraterno
ri di conſegli , e conforti alli afflitti , efficacemente di nuolio lo richia
e tribolati ; e facendo poſcia ſeguiremaſſe . Era agriccoltore Caino , il
a' fiori delle parole i frutti degli ef. Sagro Teſto lo dice , é nella coltura
fetti efficaci à loro aiuto : pronto occupato , oh quante volte ſtando
quantunque offeſo , quando che l- con l'aatro , co'l raſtro , col zappo
Occorrenza il ricerchi , à dar'il fan- ne alla mano, macchinaua ammaz
gue , le carni, fin l'olla ſteſſe à bene- zare l'ingdato fratello ; ma la terra ,
ficio ancora di chi l'offende: fodisfa- ch'ei coltiuaua, eloquente muta nel
cendo à pieno con queſto modo di riprendeua. Ohime, figlio, che pen
vita benefica , e liberale à queſto de- si? tu mi ſuiſceri puredi giorno in
bito humano,ch'entro del nome ſuo giornoil ſeno:ritrouaſti cu maiom 1

hàla natura incftato.Home ab humo, bradi ſentimenti si trifti nelle viſce


re mie?
Per il Giovedi delle ceneri. 17
Te
foimic? viſcere tue
c fc led'onde'ti
d'onde, naſcono ti G con
terrene,ro- vn ſolo
vniuecro ? fratello
EhCaine le rendite dell'
len
producono in cuore ? và , e sforma timcnto , è natura mutar conuienti.
quelle membra al fratello , che io Signori egli era imponibile , che frà
madre comune gli formai: fpargi gridori si fatti,frà cali oggetti iui ci
quel fangúc,che ne gli bumori iniei, Toluelle il mal faredel ſuo penſiero:
come à te porgo , à hui porgei : eſtin- l'haueua per cfperienza di mole
gui quella vita, che colle proprie fo- volte, perche alla fine all'aſpetto be
Řtánze mie , come à te pur manten- nefico della terra madre comune
go ,mantengo à lui. Ma non ti di quella terrena batura Grifentiua ,
re mio figlio ,che inentirannori que. No ,diſfe deinque quando ne fù ri.
Ate zolle , qucfte fonti, e queſti pomi foluto : non doue la terra feconda
attchatori veracide' ſentimenti ter- benigna ride, e frutta : al deſerto
reni, in chi èdi cerra : e qui vedeua pietrigno hò da condurmi altrimen
le zolle , che ammollite linagriuano i vn'cdera , vn acanco , ch'io troua ,
feſtelle , per dar vigore alli ſemi, che mi farà amico abbracciare quello ,
lor germogliauano in grembo. Vol- che nemico pretendo Naccar di vi
taua l'occhio ſdegnoſo , & incontra- ta . Egrediamur foras , cant's in
va con lo ſguardo le fonti , che im- campum Parricida 6. mercè , che
piecoſite l'interne venevuotauano , Homo ab humo , que nihil cuiquium
per auuiuare l'impallidito virore eripit ,fed omnia largitur omnibus.
dell'herbe , e fiori: riuoltava infalti- Ś Chac fe l'huomo di ſdegna , che
dito lo ſguardo , & ala villa ſe gli la terra elemento si vile di virtù sì
parauano ipomi, che liberalidelle eminente l'ammaeſtri, non ſarà cer
proprie foſtanze , s'impoueriuano , to ragione , che ſi ſdegni reſtarne
acciò l'altruifoſtanza s'accụnulaf- ammaeſtrato dalCielo . Facciamo
ſe : Sentiuafi impugnato Caino nel di gratia palaggio dal latino alGre
mal'affetto , e ricercandogli alilo , co . Troco , che i Greci kominem
noʻl ritrouaua in quel luogo , ch'à avo rnov vocant i ſurfum afpicien
ſuo malgrado gli germogliaua nel do. Io vengo di quà in ardire d'in
cuore tra quei germi l'amor frater , douinaro vn penſiero della natura .
no ; gli rinuerdiua trà quegli bumo- Signori, e perche vuole natura for
şi, gli fi riſtoraua in trà quei frutti: mare l'huomo diritto , che mira al
leuaua il viſo in alto , e dentro à pic . Ciclo , à differenza degli altri tutti
ciol nido accomunato vedeua llara animali ? Per molti capi potrebbe
ſene in pace i pulcini d'vn'augello dirli , ma non ſarebbe queſto i di
Țapacę : perche ?diceua la terra : per- conto minore : acciò dalCiclo dell'
che ſono miei figli , eda me traggo humano fuo viuere folle ammaca
no ſenſi baltenolià viuer tutti inpa- Atrato . Gran Ampatia corre frà il
ce anco di natura rapace , entro vna Cielo , e l'huomo : tanto che bauenre,
culla angufta : e tu non potrai ripar do Iddio dato principio alcircolo
tirti con vn folo fratello nell'am- delle coſe creare conda creaciones
piczza del Mondo tutto ? Abballa- del Cielo , lo venne a terminare con
ua la fronte al ſuolo , & in vn ſolo la creatione dell'uomoj e queſto
ouile vedeua prole gemella allattare acciò it congiongincnto intrà gli
vnita alle poppe divna lupa vorace, amici Gimboli ſi aggiufiaſſe . Se
perche ? diceua la terra : perche ſo- queſta è filoſofia che vi gradiſca ,
no mieifigli; e da me traggon (end lodatene Filone Hebreo , che n'è l'ar
bateuoli , per ſucchiare d'accordo Autore lib. 1. de Opificio mundi :
il latte anco dinatura vorace , da vn Principium , finem colens Dens in
feno ſolo : e tu non potrai ripartirti ter ſe coaptare ,vt res neceffitudines
C COX
18 La Carità
coniunctas, et amicitiaiprimum qui ch'egli era , fatto vn'huomo viuente
dem fecitCælum , finem vero bomu forgette in piedi ; factus eſt in ani
nem : quiui egli chiamò Thuomo , mam viuentem : Poteua meglio ef
Paruum Cælum , 'va picciolCielo , ferdal Creatore Gimbolizzata la tua
non è dunque fior di ragione ildi- formatione òhuomo , di ciò che hà
re , che vn Ciel piccolo dal Ciel fatto nel Sole colà nel Cielo ? & à
grande apprenda il modo della ſua che fine?acciòche conoſcendoci non
vita . Ma vaglia il vero Signori di meno vn Sol terreno , ch'vn picciol
taxe bocche d'oro ,cheapre il Cier Cielo , dal céleſte Solc apprendeſti il
lo per inſegnare con dottrina celeſte vinertuo . Che fece 1Soleallhor che
l'hiunana vita ; qual di riguardo Sole trouoffi ? Et ftatim abaccepta
maggiores'haurà àRimare di quel- luce fe feinorbem cæpit rotare ,per
la, che Sole è detra . Solcs che forconicique curſu omnes mundsales.pla
nome di Apollo , il Padre delle mure gas illuminaturus euolauit : al punto
fù già creduto ; ò htiomo yo buorno Iteffo , ch'ei fù di luce , dirò dorato
vuoi apprendere à viucre humana- ma volli dire auuiuato ,rapido fi po
mente ? mirail Cielo , contempla il fe in moto , il Mondo tutto ſcorren
Sole ; e ti dirà con San Gio: Dama- do, ſenzalaſciar parte, ouc dėlla ſua
fceno , che prima die Creauit Deus luce , de' ſuoi inHani à larga mano
Cælum ,o terram in Cato fixit cora le gratie non diffondeffe : nc pur'an
pusfolarefine luce efforme,finema co i ftanca in tanti(ccolise tanti,&
iu quietum , ftabile . CreoDio il non s'arrelta : ina vedendo'la terra
priinogiorno il.Cielo , & in eſſo fort. ſpogliata ignuda dal verno, toſto d
mò non il Sole , ma il corpo folare , herbolo nuanto di primaucra la ve
ſenza luce, ſenzamoto quali che le : 'fitibondo ſcoprendo il Mondo
maffa informe: vii'embrione diretti, tutto d'eſtate ; Solleua toſto i vapo
qual tu giaccui ò huomo ne' primi Ti, & in pioggia riſolti gli dà a bere ;
giorni, che la virtù del gencrante famelicimirando tanti viuentimor
formaua il corpo tuo.colà nel ven- tali biſognofi di cibo ; mätúra loro
tre materno » peſo immobile diviſta d'autunno caſtagne, epomi. Com
priuo,maſſa di carne in varie mem- 'patiſceal pellegrino affannato ,e già
bra indiftintas non ancora anuiuata che pellegrino anch'egli per le caſe
da forma vitale alcuna : Se non vos girando sù delZodiaco , non hà do
gliamo dire quale giaceua quc pris ue albergarlo di notte tempo , s'af
mo abbozzod'Adamo 'di puro,e vile fretta almeno à leuarſi di buon
fango formato la ſulla terra diltero . mattino ,acciò ficuro il camino con
Gen.2. Formauit igiturdominusDeusho la ſua lucegli rendail giorno turco ;
minem'de limoterre;verum quarta rinſeluando con effa con le fiereſel
die acceptă lucē corporiinfuditpilari uaggieli maſnadieri. Conoſceioni
o faftus eft Sol; ma il quartogiorno tano ancora y clie'l verno il Cielo
infufa da Dio la luce dentroràquel impallidiſce nell'alba ,e veloce s'ac
corpo , preferahtolto la bella forma, colta à viſitarlo ;onde rihaulito ques
che vedi , & ecco Sole fù facto : ap- glientrol'aurora s'auuiua : troua
punto come entro del corpo tuo prigioni i fiumi intra liceppi del ge
Itello , à queſtigiomi paffari , nelle jo ; e ſprigionati ſciolci in-libertà li
membra diftinco , non cosi toſto in- rimette al primo corſo : ci non iné
fuſe l'Onnipotente l'anima, onde ſei contra in fine biſognoſo , che ſia in
vitio ,che d'embrione informe,tù fo- Cielo , in terra , che no'l roccorra ,
Hi fatto vn'huomo . Se non voglia- carto che di qnell'oro ,del quale è li
mo dire,quale animatoAdamo, co- berale la sù nell'altoa ' luminari fra
là dal soffio diuino d'inutil fango. telli , ayaro non.ſi-inoſtra álle viſce
re
Per ilGiouedi delle ceneri.
re ſtranequi della terra : ci non ri- paſſando co'lpiede auanti full’inie
troua dolente alcuno lagrimofo ,che polto fratello ? eh non è buono co
fia ,chenonconſolisſe non può pian- teſto , dizebbe San Gregorio Nille
gendo,raſciugando almeno co'l ve- no , perche non è fratello de gli altri
lodella fualugeildituipiauto : e di buomini; maegliè vn acerbu tiran
viuenti canti fecondo Padrele mor- no , egli è vn barbaro imınite; anzi
te ſtelle in Cielo , con lebraccia me- fendo qucftihuomini turci , egli è
deline de ' raggi fuoi , nel bianco vn’inerplebile fiera, o delle fiere Ite
auello delgiomo ei fepelliſte;e ſe in fe vna beſtia aſſaipiù, fiera, più affai Homil.
ciò ci mancate dicanto vn punto ſeluaggia :: Ile frater non eft , fedia
folo , ci mancarebbe del tutto alla cerbus tirannus , immitis barbarus in de Pau
ſua ftellanatura . Ah gridarebbe qual imo vero inexplebilis fera, velpotius peribus
aman .
cérco , ſe ſi troualſe quà adeſſo la splas feris feriur, agreſtior .
bocca d'oro del Bizantino Paſtore . 6 Martino sì ch'era buono , che dis.
Homil. Hoa fuper omnia difcat homo, quo- l'ignudo trouando , partì fecoper
35. ad niam o bocefthi moj nam nifi hoc mezzo la propria vefte.Rebecca su
Populā. habeat , desýt efle homo: quetta è la ch'crashuomonel ſeſſo fuo femmi
Ictrione, che con la bocca del Sole, d nile, che abbeuerònon folo l'alleta
buomo, ti legge il Cielo : queſta è la to iſconoſciuto fofaltiero,ma tigiu
dottrina celefte che nell'humana menti lui tutti co'l proprio fecchio .
tua vira addorerinare tideue : e le tu . Bernardino sa- ch'era huomo ', che
pane la Zia in caſa per
non apprendi portatiàſomiglianti nonhauendomato
maniere con il tuo proſſimo in dar'all'affa , fanciullo
mendico
communanza benefica ,& amiche- ancora pregaua. ſe gli deffe la pro
uple manchi à tefteſſo, alla tua fef- pria cena.Abramo sì ch'era buomo,
ſa natura ,nonche altuonome. Hoc che ſotto gl'ardori del mezzo gior:
fuper omnia 6. E ſarà buomo que no coccua, pertirar ſeco ipellegrini
gli, che vede il nudo di verno , tre- cortefemente all'albergo . Franceſco
mante eſpoſto a rigidetramontane , si ch'era huomo , che gl'infermile
ſemimorto ridotto à rigidezza à li- profi non fol piccolo feruiua, mala
uidezza di ferro , eſeco non irrigidi- uaua,baciaua le ftomachoſe lur pia :
( ce 2.non illiuidiſce pietofo ? Che ye- ghe ,comune conelli ilcibofacen
deilſitibondo d'eſtate , ardente eſ do ,e'l piatto, che dallo ſtillantemar
poſto à rabbie canicolari, femiarro- ciume in ſordidiua.Paolino sì ch'cra
Itito ridotto à colore , & à calore di huomo , che per far riſcatto de' fat
fuoco , c feco non ſi colora, nons'in- tiſchiaui,dopo dato tutto l'hauere >
calora amoroſo : frenuto l'affamato vende fe ftello à ſchiauitudine anco
citroua ; Janguido il pellegrino in ra . Diego si ch'era huomo , che à
contra; e con efinon,ilyeniffe, non biſognotutti compatendo doglio
illanguidiſce dolente lode querelar- fo accompagnaua con elli ilpianto :
fi chi giace infermo į fofpirare chi Tobia si ch'era buomo , che perdas
prigione è tenuto je con eſſi non dà ſepoltura all'inſepolto, dimenticaua.
pells quccele , nelli ſoſpiri affanna- il cibo della ſua menſa . Finalmen
to ? Sente infine lagrime,patire chie- te , il Centurione si ch'era buomo ,.
derfoccorſo, vn viuo biſognoſo di checon pietoſe viſcere, quafi pater
aiuto , o sintoppa in vn morto , che ne ſollecito cercaua la corporale ſa
fe ne retta inſepolto se non vnifce lute del ſuo fainiglio . Queſti queſti
con elli, alpianto ,il pianto ; al pati- erano . huominiall'humana natura
re il compatire ; e non reca loro , ſe loro con fatti dalla gracia auualora
gli èpoflibile , ilconucniente foc. ti corriſpondenti: Ma quantiquan
corſo i mallime fe gli è chieduto ;, ci di quelli vecamente buomini di
C. 2
La Caritis
trouano frà li fedeli in queſti noſtri gi,pingi diveriGmiglianza la faccia
miferabilillimi tempi ? Oh Dio che queſto fallo ? Riſponde ci che inde
fe l'opere humane (ma falfamente genus durum fuwus ; & che a queſto
humane ) vengono preciſamente modo , o documenta damus, quaſi
confiderare , ſe non appare all'oc- mus origine nati:dalvederG ,coccar
chio , che trasformati glihuomini in ſperimentarai có mano dura, oſti
animali bruti, curui, proni, carponi nata , crudele la razza humana, e le
fiano diuenuti; almeno può parere guitare per lo più ciaſcheduna coſa
al naturale giuditio più verifimile il talento della natura lua prima ,
quella fauolofa bugia, che gli buo- viene veriſimile à fara , cheda'falli
mini de' noftri fecoli foffero dalle veniflimo originati . Non ſe gli può
pietre originati , che la verità Scrite ripugnare , maſſime potendo , ag
turale,che tutti quanto al corpolia- giungere, che dicendoli la pietra,la
mo con la terra forinati.
pis à ladendopedem , vedendoſi,che
7. Vis'arricorda di Dencalone , per lo più l'vn'huomofrende all'al
edi Pirra, i quali ſopra'lmonte Par- tro intoppo a’piedi à fiaccarl l'oflo
mafo,gettando à dietro le pietre,por del collo , l'origine pietrofa noſtra
tentolamente le videro in buomini per molto verilimile è confermata .
trasformate , riſtorando in quefta Oh oh Signori, e chi dall'opere hu
guiía l'humana generatione per lo mane, la verace ſcritturaleterrena
diluuio vninerſale deſolata ? e cam potrebbe adeſſo sì al viuo per verift:
zonedaOuidio cantata , al dir del mile prouare , e confermare ? Sù
quate haureſte viſto nei faſli , am- quale lato bumano s'haucrebbe
mollisti in carne il menduro ;veſtir- mai à ftabilir l'argomento ?
fi di pelle il nudojercftar vene le ve- 8 Sullo ſtato de' Ricchi ? coit .
nei ſcorrer per eſſe il fungire l'humi- tradicono i poucri, atteftando , che
do che ne ftillaua ; offa reftando il loro ſono crudeli . Sulo fato de i
più mafliccio, e reftio , e ſaltar'huo- poueri? contradicono i ricchi affer
mini in piedi figurati viuentiquelli , inando , che ſono di lor maledici , e
che malli informnii & infenfati roto- detrattori . Sù quello de mercanti ?
lauano prima giù per ilmonte : Sa- not permettono gl'inganni ,l'vlare,
xafquis hoc eredat ) nifi fit pro tefte te failtà . Su quello del ſanguechiz
vetuftus : Ponere duritiem cæpere ro, cauallereſco ? non lo permetto
fuumque rigorem ,milloriquemora , no le partite aperte dellimercanti, c
mollstaque ducere faciam .Quatum li procells ammucchiati a ' libri del
ex illis aliquopars humida fucco , criminale . Sù delfeffo maſchile , è
terrena fuit , verfa eft in corporis femminile ? Gridano le donne , che
vfum . Quod folidum , fleétigue fono loro imaritiDianoliimbeſtia
nequit , muratur in cffa . Que modo fiti: gridanoglihomini , che ſono
venafmis fub eodem nominemanſit. toro ke mogli beſtie indiautolate.Al
Ingue breui fpatio fuperorum nu meno fi potrà ſtabilire fullo ſtato
mine,faxa ,mifaviri manibus, fa- dell'amicitia ?ne sudi quello meno :
esem traxere uircramio de fæminco fendo cosi infracchico queſto fato
reparata tft foemina iałbu . Ouidio , al Mondo , che non fitrouano ami
già noi ſappiamo, che queſta tra è cicbè morta la fede,e regnano l'in
bugia, e poetica folla ; ma in rigore uidie , & i catii coſtumi ogn'hora
ancora di poefia vogliamo , che ce più rinoucllando ſi vanno . Horsù
ne rendiragione: ſe'l Poeta non è te- alle ſtrette alle ſtrette lo ridurremo
nuto a contar il vero , come lo Sco- allo ſtato della parentela : manco sù
zico , è tenuto almeno à cantare il queſto , percioche regnano le voglie
verilimile; e d'onde mentre che fin- prave , e le perfidie per intereſi
di
roba ,
Per il Giovedi delle ceneri.
roba , & il figlio infidia il Padrc . fte fangue con horrore del ſangue
Ohoh , mio Dio , che troppo è vec humano di traccenergli anaramente
fo , che Genus durum fumus, a do- i legati , de'quali debitori rcali voi
cumenta damus ,fenn, gua ſimus, loro erariate . Queſtivi chičſe con
almeno almeno , qua videamur orin figlio, el'ingannafte, Quegli ſifidd
gine nati : onde non dalla concor- del voſtro aiuto , e lo tradilte .L'vno.
dia , e'l conſenſo , ma dalla diſcre- piangeuà affitto ; e voi pigliando
panza, e contradittione bifognareb - compiacimento de' mali luoi , il
becili veniffe à dedurre vn nuouo faccia glirideuate . L'altro godeula
noine ; ne huomini dalla terra be- felice ; e voi ſentendo diſpiacimen
ncfica, ma lapidigni, dalle pietre of- to de' suoi beni ,adulandolo in fac
fenſue foſſimoper l'auucnire cbiao cia , vi rammaricauate nel cuore .
maci. Ah , & yna razza cale ferina , e non
9. Et che che marauiglia poi , fe humana , che tiene anima, non che
impietriti fendo per lo più glihıro- carne di pietra , diftrutiua della ſua
mini in vitioſa durezza , per lo più , Ateſſa natasa,non che alla gratia di
per lo più là nel Giuditio finale habo wina mia rubbeHa , hà da mangiare
biano comepietre'à piombare per pane di vita , c feſteggiar', e godere
ſentenza Diuina inappeHabile giù in pace , ingaudio meconel Paradi
nel profondo centro infernale ; c fo Alle forche , all'Inferno male .
querta durezza loro s'habbi fingo- detti àpenare eternamente dannati.
larmente ne' meriti della cauſa ad Difcedste anae maledi&ti .
Matt. affegnare ? Dije diteà me maledi- 10 Vdjenza , ſarà giuſta queſta
6.25 Eli in ignem eternum . Alle forche fentenza , farà giuſta benche ſeuera:
ò maledetti ,all'infernale profondo e che potranno quà allegare à loro
eternamentedannati , dirà il Giudi- ſcula gl'indurati , gl'incrudeliti co'l
ce Chriſtoa reprobati infelici. E proſlimo, co'l biſognoſo? ſe non ta
perche queſto Signore chevi conſta cerc ,ammutire e condannati af
in procello contro di noi mefchini ? fondare in fiamme eterne . Guar
Efuriui enim , & non dediftis mibi dati dunque buomo à non per
wanducare : Sitiui, o non dediſtis wertire co'molti nell'opere l'eliere
mihi bibere & c. e ciò , che fiegue : humano ; mà viui , & opera con i
Che mi conſta in proceſo ? fencite pochi da huomo humanoco'l Con
ciò , che mi condta: vdiſte chiederui tucione, e quel ch'è più Chriſtiano.
il pane da'pouerelli , cnon folo ha Fallo per quanto temi l'eterne
uefteviſcere di negarlo à quelliche pene - fallo per quanto afpicialla
lo chiedevano peranore à titolo di gloria del Paradiſo , per l'acquiſto
elemofina ,ma hauefte viſcere con dellaquale affina il naturale affetto
horrore delle viſcere humanc dine d'amore atCouranaturale di caricà
garlo anco à quelli, che per giuſtitia amando , & aiutando il profluno
il pretendeutanoà titolodi mercede per amor del tuo Dio ; Coccorrendo
douuta . Vedefte entro le carceri li a'biſognoſi benefico , e miſericor
melchinelli prigioni; e non ſolo ha diofo . Date hora principio al fou
ueſte cuore, chenon s'impietosibc- uenir’alproſſimo con vna larga.com
nignamente ad aiutar li Rei; ma ha- clemolina i mentre ſon per moftrare
peſte cuore con horrore del cuore ui di quanto bene, e malevſaca , e
humano di farui crudelmente mar- denegata al proſimoella ſia cagio
C?

circ yn'innocente . Paſſate per gli de, come da principio propoſi, cpis
fpedali,e luoghipij;e non ſolo ha glio fiato .
ueſte ſangue , che non s'incalori à
fouuenirgli liberamente i màhaiic
SE
27 . La Carità
tornate à godere del patrio Ciclos
SECONDA PARTE. Fitoruate à fpirare l'aria voſtra na
tia : là madre hauete , e parenti, là
IL Iena è la Sagra Scritturae , conoſcenti, & amici , onde haurete
PTorna
pienii. Padri,picne le Storie. iui ſicuro e ricouero , e cura , e foc
Sagre de beni, che dalla carità, co'l corſo amoroſo , & efficace .. Già la .
proſliino vſaca lideriuano in queſta pierà douuca pagaſte a'morti mari
vita,che dell'altra non occorre par- ti, & à meviuade'morti più diſgra
larne : ma io ſcelgo per breuità va . ciara : faciat vobifcum Dominusmi
rol pallo di Ruth R. uth Moabitide fericordiā. Dio ve lo renda , Dio ve
ſtraniera,vedoucla, mendica, iniſe- lo paghi in lieta , lunga vita , e feli
rabile tanto , che ſe vuol mangiar ce con maritaggi ſecondi ; , quali
del pane , biſogna che fquagli al ſol. auuenturoſamentepriego ad ambe
eftiuo. fpicolando le fpiche , che i dae lano predeſtinatidal Cielo :
miccicori ne' campi li laſciauano à bellaprole , e viuace veggiare ſcher
dietro ; arriua à tanca ventura , cha zaruiin grembo ,, che facra grande
preſa in moglie da Booz , perfo .. in numerofi nipoti rinaſcere à terza
maggio potente , e riccbidimo. Por vita vi faccia , pria che la morte pri
tens, o magnorum opum ,c riefce Bi- mamiriàte; o ofculata eft eas; equi
fauola diDauid.Progenitrice dican- teneramentebaciandole lor dà con
ti Regi, e Profeti , anzi dello Atelio gedo . Ma non lo pigliano quelle ,
Rè , e Regina de'Regi , e de Profeti gemendo , e piangendo proteftano
Giesù , e Maria diGiesù, Vergine dinon volerla abbandonare..Quan
Madre: e donde va tanco -bene gle doNoemi ripiglia . Eur venitis me
venne ?. Vdite lo steſſo. Bootz nel.c.. cum? Et à che fare è figlie medo've
2. anri che baueffe forſe penſiero: pire ?.oue appoggiate voi le conce.
d'eſlerlemarito. Nuntiata funtmia pure ſperanze? Altrifigli non chiu
hi omnia quæ fecerisficruiruia, poft dono queſte mie viſcere , onded'al
mortem viritui. Volta il Parafra- tri mariti io viprouegga :già decre
fe Caldeo. Pe Prophetiam nuntika pita.ſono , e la morre gelata ſpira su .
tum eft mihi fore, vt proueniant ex . delmio capo delle vicin trionfo.
te Reges , or Prophetæ proprer bonis pallida inſegna: Ifterilito è queſto
... qua ffluſti, erga focrum - vtero , non è più atto alli germi;of
taterini
tram , quam marito two demortuo ficcato è quello feno » non hà più.
alufti. Tornate à dietro Signori va latte che Gillis vacilla debole il pics .
lol paffo at capit. I, e trouarette la de ; trema fiacca la mano ; interrot..
Vecchiarella Normi , che perduti in to languente eſce il reſpiro dal ſeno:
Terra di:Moabbe il marito ,e li fi- é quando pure arta à conicepire io
gliuolidamorte eftinci , fe ne tiroom furtis Vedone attenderete , che io
na à ripatriare in Betlçemme : l'ac- gli partpriſca alla luce 5 pargoletti
compagnano le Vedonelle ſue due gli allacci; islatrati gli alleuis adulti
Moabitidi Nuore , Orfa ,e Ruthie ve limariti ? ante eritis vetulagnam
gionta alli confini di Giurla , livol nubatis. Tramonters frá ranco queł
ta ad effe',e loc dice : figlie , che fi foledi priinaixra , chie. Vindora la
glied'anior milicce, da che vna car- clioina, e caderanno le neudell'-.
De ftella vi vidi io . farte con queix biemale vecchiaia : no nò figliuole ),
che figli m'vlcirono da queſte viſcem nò; per voi c'è'tempo di vivere ,
ce :non più l'affatigato voſtro palo Jicte viuere : à me l'auuanzo: vita è
meco s'inoltci.. Terra è per.voiltra- viua morte : piu't: voftro male mi
na quefta, d'altri riti, d'altri coftu- preime ,midange ,miaddolora , mº
mi: Ite in domummatrisveffre ;ci- 20cora, chenon fa lmio . Egreffa
oft
Per il Giovedi delle Ceneri. 23
ejf manus Domini contra ime. Ho monte diqueſto Nuore ,le quali lo
laſciato il mio cuore alla voſtra ter no caritatiue con le Suocere loro ,
ra; che miocuore era il mio defon- ſendo che per lo più vorrebbono che
to matiro : Gli occhi miei nella vo- il giorno , ch'elicho entrano in ca
Atra cerra hò laſciati ; che occhi mici fa del marito per vna porra yla Suo
crano li mieidefonci figliuoli : «Al cera folle portata alla ſepolcura per
la mia terra for fenza chore , bor Palera: lia vero , ònò quella pouera
ſenz'occhi io paſſo condannata à ro Vecchietta deue ſapere , come ftà in
{pirare ſenza cuore,à pianger ſenz'- caſa ſua: ma chi sà, che lamala vita
Occhi nella Patria il fin del'effilio che le dà la nuora , non - fia caſtigo
del troppo lungo-mio viuere. A clic della carità "negatada eſa vn teinpo
hauer parte, e volontaria parte in fà alla buona memoria della madre
così fieraſentenza ich ritornate ,eh di ſuomarito
ritornate figliuole. Resertimini,re- 12 Signori sì , che ſe dalla carità
uertiminifiliemed Ma ſe l'vna vſata col proſſimo à poideriuano
qui perfuala ritorna » e con il gratic e beni in queſta vita ; dalla
bacio ſuggella il buon'affetto del Pella negaca almedeſimo , ànoides
cuore , l'altra , e fu Ruth y con riuano malanni graui - Benedice
al
raggioſa il proliegue nel comincia- Mosè nell'vltimno di vita ſua le Tri
co effetto , reafte , e la vince , 'ne 'bù a'Iſraele di voa in vna , nel penul
10 ſe le'fcolta indiaifa dal fiancos ne timo delDeuteronomio ; ma patra
re perche torni la fitocera à ſcongiu-
no
'la Tribut di Simeone ſenza benedic
carlacon ildolce ricordo , e del Por tionechefa , Ne forma queſtione Theod.
3an pol ſuo , e del fuoi Dipella perciò ò Theodoretos e riſolue Arbitror qu.
s'atrende)o li piega:ma proteftau tim precipuum fuiße auctorem ſtru-in Dek
ina giura di ſeguirla docunque va- Earum'in Iofepb infidiarum , Fù Si- fer.
$ da di fermar& doue li ferma : Papir meone il principale autore dell'infa
Hill lus tuus, Populus meus, o Deus tuus, dicordite contro del pouerello Gio-.
'al Deus meus : Viuerd , doue vincitai, feffo Eglifù il primo , che vedute
ecre morro doue morrai', vbique totum lodi lontano yenire , molle partico
Tas accipiam fepulsuse ; Non laſciandoti trà di fratelli di leuarli la vita coil
on to in vita ,non abbandonandoti inmor- nidoferro ; e Te Rubennon's oppor
nietło. to , quali che venneà concludere: neum , 'ne feguiua l'affaſlinamento
ni ; oh ſe ſperar cið lece , alterafortes infame. Egli giunto quello da prek
à più Così la venne à ſeguire, confotando fogli li slancið alla prefa , e fe bene
Il pic la afflitta , aiutandola biſognolamies Pvdibelare qualgemebondo agnet
errota mantenendole il pane, non lolo con lo non inteneriſipunto ; ginocchior
Iſono: letue manicercato, ma con lifudos nePhebbe a 'ſuoipiedi,gilucele ma
pire io riſuoi ſteffi impaftato ammaffaro ; ni ftipplicheuoli in atto ; e via più
che io Ah da qucfta, da queftacaritàpoi le ſempreindaroffi ;puiote eller tocco
rgolerti venne , e le vennio dalCieloit felice dalle faette di que' ſguardi vigaci
adulti ſucceſſo delle ſue nozze l'efferpro- nella fucina del duolo temperatiper
4,9mm genitrice di prole tanto famora , & man d'amore ; e non ſentimi com
coque aunenturata , & allo Spirito ſanto panto ; puote reſtar bagnato ilſeno
dorala
udell?
piacque direveladoper addocrtina- da quelle lacrime calde, e non am
mento de fuoi fedeli : P , Prophes mollifi nel cuorc . Natura (teffa le
gliuole, finni , 66 Abhauete vdito Signori ſgridaua nell'anima ; e con malicia
vere , C
o vita
quella Vecchietta ècatata dal alpidina ſeinedeſimo affordiuas.
pale mi
feno ortouoce vn folpironotungo Fraterno afferco gli rattenena, gli ri
vn braccio ,e mezzo , dicendo, che a ' tiraua il braccio oltraggiatore ; e
ora , m '. noAri tempi s'è perduca quaG la fe con odio barbarico fofpingeua à
Egreffe forza
La Carita
forza le ferro ad inoltrarlo : Pierà punto d'honore cauallereſco, ti fai
filiale auanti all'occhio mentale gli valere, e temere : che per aſſicurarla
dipingeua il martirio futuro del vec- di fopra terra, cerchi mandame lote
chio Padre ; e con velo di pasſioneto e qucfti,e quelli , co ' quali il fan
ferina volontariamente si accieca- gue tuo non s'accomuna ? Cieco ,
fua . Alla fine ei glitraſſe la tunica, e kciagurato , ingannato , che à queſto
in atto tale,che moſtrò iniare à trar- modo vai difereditando la tua bere
gli più coſto ſcorticata in capo la dità della benedittione del Cielo ,
pelle ; egli la finegli legò alli fian- che ſola hà loro à dare,e conſeruare
chi in tal guila , che moltro brama e la roba , e l'honore , e la vita i onde
d'accorniarglila più toſto al collo , & di quella priuata, in miſeria diroba,
iltrozzarlo : egli lo calò viuo nella in(cadimento d'honore , in eſtintio
ſecca ciſterna, cccntal modo , che ne di vita , miferabilmente viene à
moſtrò deſiare di più coſto morto cadere. April'occhio dell'intelletto,
diftenderlo entro vna folla ; e già emira , non dirò adeſſo la morte ,
chein quella buca vivo lo fepelliua, che in atto bicco con falce adonca ,
di precipitaruclo ad vna (pinta à Età per recidere il gainbo della tua
rompicollo , & in vn punto dargli, e vita :non dirò adeſſo il Giudice Dio ,
morte , e ſepoltura ; e rauuoltoliegli che in actodi fulminare dal Tribu
il ſangue , & irrugeniſlegli il cuore, nalc Diuino , ltà per ſententiarti reo
& intorbidiffegli l'occhio contro di d'eterno fuoco : non dirò adetlo l'In
Ruben ,chegli haueſſe leuato di ma ferno , che in atto ſtà d'ingoiartià
no ilferro , che l'haueffe priuato di bocca aperta di ciſferrartinel fuo
quel piacere , che haucrebbe ha- cartarcoventre : ma li beneli tuoi
uuto , vedendolo a poco a poco per- medefimifigliuoli: delli tuoi figli , i
dere il colore, la parola , la vitta , il figli , egli altri tutti della tua de- .
moto, il fiato , loſpargere il ſangue , fcendenza ,non anco vſciti alla luce,
agonizzare, morire, irrigidire: Ar- che dalle culledalle faſcie, dal ſeno,
bitror arbitror O C. Ah nego nego dalle poppe,dall’yrero delle lor ma
Simeone la carità al ſuo fratellodo- dri, anzidalle tue viſcere ifteffe non
uuta ,gli fù ſpietato , e crudele ? ordi- ancor generati , alzan le braccia , e
na Dio ,che la di lui difcendenza pri- Je voci: prorompono in pianto , e in
ua di benedictione ſen reki , e fà gemiti: mandan ſoſpiri.. e vaggiti i
che'l fatto regiſtrato fi legga nelle formano prieghi, e ſcongiuri: tanto
pagine Sagre, acciò che intenda più forti , quanto che più pietofi;
il fedele , che quella carità, ch'egli al quanto più mutistanto più efficaci;
proſlimo niega, che quella carità , à te lor Padre,Auolo ,Progenitore,
ch'egli.coʻl proſſimo abuſa, per ſen- acciòchead clü almeno , che ſono
tenza diuina verrà negata al ſuo puretuo ſangue, tue midolle, loftan
fangue , verrà à cadere in mal anni za cua, la crudeltà non vti , la caricà
deli fuoi figli , e nepati , cdifcen , non nieghi già chela nieghi, e l'vl à
denti . queſti , e quelli , che iſtrani, enon
13 Intendi tu ò Chriſtiano , che proſſimi,vuoi, checi ſiano al cuore
nieghi carità , & vli crudeltà co'l & alla inano . Fermati,Padre, che
proſlimo tuo, danneggiandolo nella fai ? piangono i figli tuoi , mentre
roba,affrontandolo nell'honore , in- danneggi il proflimo nella roba :non
fidiandolo nella vita , e dici, che à ciò ſono queſti ludori tuoi vna rugiada
ti porta l'affetto della tua deſcen- feconda che c'inaffij le facoltà ; ma
.denza; che per laſciarla ricca di fac- vna brina vorace , chediuora il.no
coltà , vai facendo d'ogn'herba fa- ftro hauere . Tratcienti Auolo ,
fcio : che per mantenerla in tutto que traſcorſi? gridano i tuoi nepoti,
men
Per il Giouedi delle ceneri.
eſco , tifai mentre che affronti nell'honore il ti altrui più deboli, & infiacchite. E
aſſicurarla cuo fratello : non è queſto vn ferea ſentenza dello Spirito Santo , e non
ndame ſota nar’ilCielo di noſtra caſa , ma vn- ci può ingannare ne' prouerb. al .
quali il fan sfregiare di ruginoſa eccliſſe il Sole feftinant, ut effundant fanguinem ,
na Cieco , delnoftro nobile faco. Arreſtati ò ipfiquoque contra fanguinem fuum
che à queſto Progenitore, ouet inoltri ? Atrillano infidiantur . Ti crediò progenitore
- la tuabere ipoſterituoi ,mentre che infidij, la co'l nodrimento dell'altrui ſparſo
del Cielo , vita al tuo auuerſario :tu non aguzo ſangue mantenere la vita di noftra
conſeruare zi ilpalo , chel'albero della tua di- ftirpe ? e la giuſtitia Diuina fà , che
vita i onde fcendenza ftabiliſca ſicuro ſopra la micidiale l'argento vivo le cacci
eria di roba, terra i ma arruoti il ferro , che vio- nelle midolle . Incendi ò tu , à cuiro
in eſtintio lentemente te'l recidi, & attecci. Se no queſte voci indrizzate ? ſono vo
ente viencà ſono tarli ,che ci conſumano i no ci non mie , ma de' figli, de' nepoci,
l'intelletto, Arii che non reftituiſci li denari al- de' pofteri , del ſangue tuo: Sanguis
o la morte , trui? ſe è vnsfregio infame, che noi filiorum tuorum clamat adte de tera
ce adonca , portiamo nelviſo ,che non riſarci ra ; è del tuo ſangue, che parla, non
o della tua l'honore à chi lo deui? fe và la con la ſua, ma con la parola di Dio :
udice Dio , noftra nell'altrui vita inneftata ; che Gli ami? lor porti affetto ? lor deg
dal Tribu non la laſci, à chi leuarla procuri? deri bene? Guardati dall'eſempio di
enciarti reo E ſentenza della ſapienza increata , Simeone crudele; ſeguita quello di
adeflo l'In Prouer. ne può fallire . Qui calumniatur Ruth caritatiua; ama il proſſimo
22 .
ingoiarti à pauperem , ut augeat diuitias fuas, tuo , che amarai i tuoi tigli:amal
arti nel ſuo dabit ipfe ditiori,cegebit . Ticre- anima tua, che amarai iltuo profli.
bene lituoi di , ò Padre, collo linagrire i più de- mo ancora : ama il tuo Dio , che
tuoi figli, i boli di te, ingraflar tuttinoi ? e law amarai l'anima tua; che ſe contro
lla tua de giuſtitia Diuina ci hà preparato vn del profimo crudelmente ti porti ,
si alla luce, più forte alle ſpalle, che lin all’offa e carità glinieghi, odijil tuo Dio ,
Ee, dal ſeno, ci ſpolpi. E ſentenza della verità in- odij te ſteſſo , odijituoi figli mede
elle lor ma fallibile , ne può fallire ne' prouerb. fimi.
iftele non al 15. Domus ſuperborum demolie- 14 Oh Cielo , oh ſangue,oh na
braccia , e tur Duminus , o firmos faciet ter. tural ſentimento : chividemai d'vn
minos Vidue . Ti credi • Auolo , ragioneuole viuente Padre , e Chri
janto , e in
e vaggiti; con le ruine dell'honorealtrui innal- Atiano contro ſe ſteſſo , i figli, e Dio
uri : tanto zare la fabbrica di noſtra gloria ? e la più moſtruoſa chimera ? certo no
giuſtitia Diuina con leuarle li fon- uello Cerbero cane per trè gole ſe
ù pietofii damenti di ſotto , la farà dirrocare ; ſtello , i figli, e Dio entro l'Inferno
ethicacii
genitore , formando di quelle noſtre pietre hà da beſtemmiare in eterno , Die
che ſono
fondamentali libarbacaniallepare- te ne liberi. Amen.
Hle,loftan
, la carità
clvà
ni, e non
1
al cuore ,
dre , che
mentre
coba :non
rugiada
Ità ; ma
a ilno
Auolo ,
nepoti , D L'AMOR
nen
26

L'AMOR DE NEMICI
Per il Venerdì delle Ceneri .
9

Ego autem dico vobis. Diligite inimicos veftroso


S.Matth. cap.5 .
He farò queſta tine gli odij; le rotonde de gli aggi
mane Signori? Hò rati dalle furie ; le acuminate de
da trattare coven- gli aguzzati nell'ire aperte ; le ſmul
dicatiui , Populus fe degli ammalignati ne'diſdegni ſe
dura ceruicis gen- greti ; à collocarli caritatiue l'vna di
'te capitofta , lelci ſopra all'altra , all'Euangelica obe
duriffime,mallicci marmi. Sò, che dienza ordinatamente diſpoſte : fer
la Grecia vide vna volta ,ò d'hauer- mando i piedi ne' fondamenti della Matt.
lo viſto s'infinſe venir volando le verità riuelata ; che Beati pacifici,c.s .
pietre, non da fionda micidiale ſo- quoniam fily Dei vocabuntur; ergen
fpinte,mad'amoroſa forza tirate : le do le ſpalle nelle muraglic delle ſpe
quadrate, le tonde ,le acuminate,le rate promeſſe ; che eadem menfura, Luc.ca.
Smule à collocarſida loroſteſſel'- quamsnfi fueritis,remetietur ý vo- 6.
vna di ſopra all'altra ordinatamente bis;aggirando leſcale sù perli gradi
diſpofte ; fermando i piedi ne' fon- dell'opere di miſericordia ; che Bea- Matt.
damenti; ergendo le ſpalle nelle mu- ti miſericordes, quoniam ipfimiferi-cis.
raglie; aggirando le ſcale ; alzando i cordiam confequentur;alzando i co 1
colonnatis incyruando le volte ſo : lonnati del ſopportare, c patire ; che 1
pra ; laftricando i pauimenti ſotto ; In patientia veſtra poffidebitis ani-Luc.ca.
pulendo il cozzo , & affilando gli mas veftras; incuruando le volte (0-21.
sfori in ben diſtinti , e compartiti pra nella manſuetudine, e laſtrican
edificij : ſenza che maglio in sù di do ipauimenti ſotto nell'humiltà i
pietra picchiaffe; ò che cucchiara sì che Diſcite à me,quia mitis fum , Matt.
di parete ſcorreſſe ;ò che Maſtro gri- humiliscorde;pufendo il rozzo del-coll.
datre per calce, elami. Se maglio l'animale, & aggiuſtando gli sfori
forſe non direNimo , che ſtato folle del ragioneuole; che Reguum Cælo .
quell'arco mulco , che ſulle corde rum vim patitur,o violenti rapiunt Id. ibi.
picchiaua ; cucchiara la dotta ma. illud ; in ben difinti, e compartiti
no , cheſulla lira ſcorreua'; Maſtro edificij di cterna ſalute ; ipfi tan- 1.Petri
Anfione , cheall'armonia ſua dolce quam lapides viui fuperadificamini ; c. 2.
da lungi chiamando i marini, così è ciò picchiando con l'arco muſico
co ', carmi quaſi con tenace calce della mia lingua in ſulle corde di
compaginati gli vniua , come co'l ſoaui preghieri; inouendo la mano
metro giua aggiuntando in ſtrofe le della mia vocein -ſulla lira della pia
canzonette gentili . Ma penſar'io di ceuolezza ; & aggiuſtando co'l me
poter mouere queſte pietre de'ven- tro dell'arte del ben dire i carmid'
dicatiui à venir volanti voglioſe , vna Chriſtiana eloquenza; eb non
non da fióda di minaccioſa ſuaſiua occorre penſarci; poſciache il fatto
ſoſpinte,ma da forza d'amoroſo in- non è riuſcito a queſto mulico Sal
uito tiratç: le quadrate de gli Aabili- gatore, quantunqueſulla dolciſima
cetra
Peril Venerdi delle ceneri. 22
cecra di quefta Croce,toccando con delitto contro le leggi . Meno egli è
ICI i plettri de' chiodi le corde degli fti- atto di temperanza ieſſendo la ven
rati ſuoi nerui , cantaſe loro all'o- detta piùtoſto moſtruoſa e figliz, e
recchio quella canzonetta amoro- madre d'ogni diſordinata iſeonpo.
.
Luc.1 ſa : Pater dimitteillis , non enim qura d'animo . Ne finalmente egli
‫ܪܐ‬ fciunt quid faciunt . Dunque à qual è atto di fortezza , come pazzamen
partito m'appiglio : lo vud afferrare te lo ſtiinano i riſentiti; affermando
tresa perantemazza di ferro , e ſe a' colpi il filoſofo colà nell'Etica , che la for
forzuti di ben'efficaci ragioni io non cezza s'occupa in donare l'ira , el
gli ſpeiro , perfuadendo loro il per- audaciaj radici, dalle quali gerino
dono, e l'amore degl'iniinici, come gliano le priuate vendette . Dunque
de de gli aggi che fatro bonorato ; mi riſoluo di Te'l vendicarſi non è atto di virtù
1minate de gettarli nelfuoco , forminacciando inocale , erra chidice effere il ven
erte ; le fmul L'ira diuina irremillibile . Chid'elli dicarſi: coſa d'honore ſecondo il
arreſo cederà alla mazza , ò s'am- Mondo ..
e ' diſdegni re mollirà alle fiamme, potrà ſeruire à 3 Cora d'honore ſarà ben’anco
tatiue l'vna di
angelica obe di calccò di pietra per l'edifitio del ſecondo il Mondo il perdonare a'
te : fer la fuperna Gierulalemme, ma chi nemici ; peroche anco ſecondo il
diſpoſti rubello nella durezza ſua reſterà Mondo egli è atto di morale virtù .
damen della Matt.
Beati pacifici , c.si pur'inciero , vina ſicuro d'ardere Atto di manſuetudine ; onde Pitta- Strob.
buntur ; ergen
eremamente entro al fuoco medeſi- co quelgrande diMitilene al riferir ſer . 17.
aglie delle ſpe mo , che ſono per minacciargli ; & di Strobeo dopo d'hauerfi rimanda
adem menfura, Luc.Ch. hò già in pugno la mazza . to illero dalle mani il nemico , fug
metictor ở Đô- 6.
2 Sò che l'Achille del Duellifta gellò sì bell'atto con quella ſentenza
è l'honore mondano,ondecontro di d'oro : Venia vltione melior , illa
esùiaper
ord ligra
; che di Matt.
Bea-
quefto drizzando il ferro ,che hono- namque mitis eft ingenj , hec autem
rata coſa è il perdonare a' nemici, ferini. Atto di fortezza:mercè che
am ipfimiferi- ciso anche conforme all'honor monda- vincendo l'huoino ſe itello , più fot
malzando íco no ,co'l primo colpo io dimoſtro . E te ſi moſtra anco al parere delmon
e, e patire ; che miſapreitevoi dire , per qual ragio-
polidebitis ani- Luc.ca. ne accoppiaffero gli Antichi intie-
do de gli ſteſſi più valorofi guerrie
ri, onde cantò colui . Ardua res vi- Man
ndo le volte ro - 21. me il Dio dell'honore, e la Dea del ciffe alios , victoria maior eft animi tuanus.
ne , e laſtrican la virtù , non sò s'io più me'l dica in flu tus compofuiffe fui · Quinci il
nell humiltà ; bell'ineſto , ò in maritaggio felice ? non curarſi dell'ingiurie, che ci ven
mutis fum , Matt.
bil rozzo del coll . direte, perche l'honoreanco mon- gono farle , è da Scacca giudicato
dano egli è quello , chenaſce da fat-' fatto di forze grandi . Magnarum Seneca
ando gli sfori to , & opera virtuoſa : mercè che dal virium eft contemnere ledentem : e lib.s.de
Regontuim Cæluont. vício non naſcealtro che parto infe- lo fello dichiara eſſere atco d'octi- bcnefic.
iole rapi Id. ibi. lice il vitupero. Hor chi può dire, mo , e magnanimo perſonaggio il cap. I..
artit-i
oeie comippfi che'l vendicarti atto fia di virtù ? e ſoffrire tanto vn'ingrato , che vinto ,
tan 1. Petri parlo di virtù preciſamente morale e confuſo à gratitudine ſi riduca .
ic am in i 2 frà termini della natura . Quattro ferre ingratum , donec
credcif ;6. . .

'ar o ufico
m ſono le virtù cardinali di comun
ulle corde di confenlo digutta la morale filoſo- feceris gratum . Er ecco che al per
endo la mano fia: Prudenza, Giuſtitia , Temperan donare alpemico , come ad atto , &
lira della pia za , Fortezza . Chiaro che'l vendi- opera di virtù và il medeſimo filo
ando co'l me carlinon è atto diprudenza3ſendo fofo pagando la giuſta mercede del
ire icarmid quelta virtù vniuerfale , che prefcri- l'honoredouuto : hora chiamando
enza ; eh no n uc il modo, e la mera all'altre tutte . il rimetterl'offere coſa da Principe.
Ci ache
il fa tto Non è atto di giuſtitia ; ch'anzi il. Principum eft nullius rei veniam pe
mufico Sal vendicaca con autorità priuata è tere, multarum dare : hora aggua
lla dolciſima D 2 glian
cetra
L'Amor de Nemici
gliando vn picciol'atto di ſignoreg- dente , ſappi non eller meno diſdi
giare à le fteffo ad vn vaftiflimoli- cenole coſa il vederti dipendere nel
Idem pero . Parum imperare fibi,maxi- l'attioni tue da cicalecci del volgo ,
op. 114. mum Imperium eft. E di quà fù , che di quello ſarebbe il vederti fotto vna
vn Licurgo , vn Pisttrato, vn Fo pelle di buffalotirare per il nalo da
cione , vn Giulio Ceſare , e cento, e ' yn buffalaro :Nihileft turpius (ſcri- .
mille, & infiniti, non ſolo dotti ma- ue lo fleſſo de finibus ) quàm fapien . Idem
neggiatori diben temprate penne , tis vitam éx infipientum Sermone lıb.2.de
ma prodi impugnatori ancora delle pendere, finib .
ſpade forbite non pretenſori de gli s Ma che che foſſe dell'honore
honori celefti , che occhio di fede del mondo ; douerebbe baſtare à chi 1

non hebbero , che miraſſe tant'alto ; non è beitia,ma è ragioneuole , che


ma ambitioſi diquell'honore mon- il perdonare a' nemici, è di tutta.no
dano , che'l lume naturale loro ri- certezza conforme al vero honore ; 1

ſchiaraua alla mente ; sì miti, sì for- e te lo prouo , raddoppiando terribi


ti , simagnanimirimettitori d'offe- liflimo il colpo . Argomento così :
ſe Gi dimoſtrarono , quanto gridati Dio fà grandiflimo conto , & hà
vengono dalle ſonore trombe della grandiſima cura del noſtro vero
fama più antica , più veritiera . Ho- honore : dunque non ci hauerebbe
nore , che tant'alto litraffe, che non comandato il perdonare a'nemici ,
ſolo da Seneca vennero preferiti al- ſe foſſe atto di mancamento d'ho
lo ſteſſo Aleſſandro il Magno , ma nor verace . La conſeguenza è legit
wella perſona di Ceſare furono daw tima.L'antecedente io prouo. Viag
Tullio in modo fuperlatiuo al mc- giaua Abramo nella Sagra Geneſi,
M.T u . delimo Dio raſſomigliati. In hac deſcendendo in Egitto con Sarai la
Cicero parte non folum cum fummis viris moglie ſua ; e conſiderando da un
orat .
comparandus eft Iulius Cæfar , fed canto le viue dilei fattezze , e dall'
per M.fimilimusDeo iudicandus. Dunque altra i diffolati coſtumi di quella
Marc. echimipuònegare,che honorata gente, riuolto ad effa lidiffe'. Now Genef.
coſa ſia il perdonare a'nemici, anco quodpulcbra fismulier : Moglie cap . 1.2 .
d'honor mondano,mentre dal Mon. mia à dirla quì trà noi dua , tu ſei
do iftello chiari tanto , e numerofi donna di vaghezze aſſai rare; non
i teftimonij, e le proue hò qui ap- t'inuanire no , ma danne gloria å
portato . quel Dio ,che ſi compiacque di por
4 Ma reſiſta ad ogni modo la re in te vn raggio delfumefuo : co
pietra del verdicatiuo à quefto cok me gli Egittij ti veggono ; per ha
po quantunque graue , c pefante : uerti nelle mani , e non effer adul
mercè che per quanto ne dicano , teri ; io che conoſco il Pacfe , che 1

& in fatti n'approuino i Sauijdel prezzando in infinito P honor del


Mondo , con tutto ciò la inoltitudi- proffimo, non prezza vn ſtecco la.
ne mondana altrimenti l'intende . di lui vita ; fon certo mi ammazze
Ob vedere , che bella replica : per sanno ; di gratia prendiam partito
ſeguire la moltitudine fciocca , vol alla vita ; di, che fei mia sorella , e
allefentenze , & à gli potrai dirlo fenza bugia , perla frec
tar le ſpalle
efempi de' faggi. Io ti sò dire , che tezza di ſangue ,ch'è tra noi due,
·Cicerone concetro
farebbe di te vn anco aftraendo dal matrimonio :
di diciaſette alla dozzina , mentre Dicerga,obfecro te,quòd Soror
mea Genef.
Idem negli oftiti lebbe àdire . Quiex fls .Che ne dite Signori di sì fatto cap. iz
bb... de erroré imperite multitudinis pen- partito ? Abramo ? e fein Egitto ti
offic. - detgis in magnis viris noneft haben . chiedono , ò siprendono per mo
das. Clic ſe pure ti fpacci peruscen- glie , come tu Aero giudichi, que
Per il Venerdi delle ceneri. 29
meno dirdi. Ata ſorella tua ; che ſarà dell'honore , lombaia di Venere .. Ingannato RS
pendere nel evero honore e tuto , e d'effa ? Vedi credeua , che quelli tali ftudiaſſero
idel volgo , quì Abramo , che Sarai abbaſſa ve- all'aggrandimento del di lui ftato ic
iri forto vna reconda le luci, caccia lagrinuccie ſtudiauano come reſtringerli il. Re
er il nalo da ſegrete , Coffoca muci i lofpiri; & gno trà le cortine d'vn letto , pertin
turpins (ſcri egli, che conoſce il periglio, nelle ranneggiare poſcia il reſto à tutto
quam ſapien.Idem ſpalle fi ſtringe Itropiccia
, increſpa- loro appetito?Lenonis officium ege- Chriſ:
m Sermone lib.z.de ta la fronte l
, o ſente all'aniina ; Ma runt dice Crifoftomo Santo . Cur- citat. a
finib. sù coraggio dice alla moglie, acche- rioſo il Rè la volle vedere. fù vinta glof.sb.
dell'honore ta la tua ſopra la mia conſcienza , dalla preſenza la fama. Stupi di ve -hom.32
baftare achi che ſon Teologo , queſto è caſo for- der ſu'l fondo della rigida grauità in Gén
pneuole , che zato : ſalua la vita mia , che far lo d'vn'honorata Matrona ricamato ,
è di tutte dobbiamo , perche il poſſiamo ; c il fereno ridente d'vna donzellà; e
ero honore ; dell'honore non potendoci noi al- dalla pietra dello ſtuporepercola
ando terribie tro , raccomandianlo alSignore, che dal fucile dello ſguardo , sfauilando
nento cosi : n'baurà cura : Excufatur Sarai(di- l'amore , appiccioſſegli all'eſca del
into , k là Raba- ce Rabano ) in hoc quod conueniente cuore, onde ſe la trattenne in palaz
hotro vero nus ibi. O permittente viro fuo factum eft : zo , per annouerarla nel numero
i hauerebbe Citat. à & 'il P.S.Agoſtino .Fecit enim pro delle ſue mogli. Nò diffe Dio, ami
a'nemici , Glod.cr vita ſua quod potuit , quod antem ci miei ſono queſti; e gli aniici di
nento d'ho din . non potuit , Deo commifit , in quem Dio hanno da effer gente honorata
nenza è legit D. Au- fperauit , cui pudicitiam coniugis di tutto punto d'honore.Steſe il poſ
prouo . Viag guft.ib. commendauit . Entrano dunque in ſente ſuo braccio; Flagellauit autem Gen.12.
gra Geneli, citát. à Egitto, ecauteloſa,e pudicaliAtrin- Dominus Pharaonem plagis maxi
con Sarai la Glof.or ge quella in denſo velo , & oſcuro : mis ; Spedi vn'Angeloatliſtente in
cando da vn din.lib. mache prò ? può ben riſtringerli il diuiſibile al fianco della caſta Ma
ezze , e dall' 16. de ſole fradenfi nembi, & oſcuri che trona , il quale ad ognicenno di ef
i di equelleys l Ciuit. ad ogni modo il giraſole ladocchia, fa percoreua di grauiſſimo morbo
diff Now Goa . ca. 111. e curioſo , otiolo, il giorno tutto quel Rè Egittiaco , Gintanto che al
: Moglie cap. 12 d'attorno ſe gli raggira ;così non replicare delle piaghe conoſciutane
idua , tu ſei mancano curioſi , ocioſi , che con la cagione, riuclandola Dio , rila
; rare ; non occhio di Clitia addocchiano quel fciata venne la moglie illibata all’
ne gloria å ſole terreno annuuolato ; palla il honorato marito . Ecce Coniux tue
que dipor grido dall'vno all'altro ,e fatto co- accipe eam ,á vade. Dicunt Hebrei
e luo : co mune , prende la tromba , diſpiega ( Scriue il Poftillatore ſopra ver. 17.)
; per han l'ali, e ne corre la voce dall'albergo quod Sarai habebat cuftodem corpo
Per aduk alla piazza , e dalla piazza s'auuan- ris fui; quando Sarai dicebat An
Pacfe , che za in Corte. lui eranodeputatial- gelo, ut percuteret Pharaonem pla
honor del cuni Magnati, che per officio loro ga predicta , tunc percutiebat , fic
fecco la doucuano rapportare all'orecchio cognofcere eam non poterat. Ma non
ammazz
e del Rèleoppreſſionide glinnocen- balta: accade nuouo accidente , c
an partito tiVaffalli,maltrattati da tirannetti pellegrina Abramodinuouo, e git
Sorella , e Miniſtri ; & eglino traſcurando i tato ad vn paſſo di ſomigliante peri
per la Aret trattati del buon gouerno , gli rap- glio , li laſcia pur intendere, che Sa
noi due , portano l'arrivo d'vna belliflimam rad ſua sorella.Soror meaeff.Abra- Genef.
rimo nio : Gen. 12 fuoraſtiera . Nunciauerunt Princi- mo ? perdonami, fei vſcito vnavol. 6.20,
Sører med Genef.. pes Pharaoni. Miferi popoli: ſtima- ta da macchia rotta , e ritorni a dar
disifarto cap . 12 uano , che quelli cali tutto il giorno nella rete ad occhio aperro ? Dio ti
Egitto ti attendeſſero ad aggiutare i peſi del- hà faluato alla prima miracoloſa
per mo ta bilancia d'Altrea ; & artenderano mente l'honore , e l'arriſchi la ſe
hi, que il piùdel tempoal gouerno della co- conda fu'lgiuoco iftefo ? cfe'ldado
fà in
30 L'Amor de Nemici
fà incontro , chiti farà malleuadore nianza infallibile ſotto parola diui
della porta ? Dio lo ſarà , rilponde na dell'illibatezza di eſſa: illic mani
Abraino , che sò quanto ne ha cura, feſte declarauit c. ne ſemen Abra
perche sòquanto l'hà à cuore. Mi- hafufpectum effet.
Midem fitergo Abimelech Rex Gerace , 6 Epreme tanto il noſtro Iddio
tulit eam : L'inteſe il Re del Paeſe , in quefta cura di conſeruarci l'ho
ere la traſle in palazzo per ammo- nore ſenza ſoſpittione, che ſe per le
gliarſela . Hor và in Parnaffo Abra- carne vn ſospetto , foſſe biſogno
mo, e ricerca conſulto per queſta mettere il mondo tutto ſoſopra , ve
cauſa , che ti rimetteranno ( è forza lo metterebbe, come di fatto vna
dilo ) à gl’aſini d'Arcadia ; i quali fiata ve lo poſe: Exit edictum à Ca- Luc.c.2
colli yna volta ad vn malpaſſo , fe à fare Augufto, vt defcriberetur vni
buona forte n'eſcono co'l collo in- uerfus Orbis : Salta vn capriccio ad
tiero ( ſpalle patienza ) nonvoglio- Auguſto Ceſare , che deſcritti gli
no più ripaſſarui , manco à forza di vengano quanti Vaſſalli tiene ueli
bakonate . A chi troppo
s'affida . Vniuerſo.Non poteuavederli fehie
( come dice il Prouerbio ) il danno è rati tutti in vn campoi e li volle ve
pronto.Anzi pronto, entra qui Dio, dereſchierati tutti invn foglio : ha
al ſoccorſo io ſono . Appare al Rè uerebbe deſiderato fare del Mondo
la notte , il minaccia di inorte , che tutto vna Città , e compì in parte la
intimorito reftituiſce al marito la brama , co'l fare d'vn libro folo vni
Gene).. moglie Reddiditque illiSaram Mondo intiero :& eccociaſcuno di
cap . 20. vxorem ſuam : Et illi la Sagra Scrit- riduceua alla Terra originaria del
tura manifeſtamente dichiara , che fuo lignaggio , oue deſcritto veniua ,
Ibidem illibatiſlima venne reſtituita : Abi- pagando ilcenſo i tanto cara colta
melechverònon tetigerat eam . Stu- ua l'hauer ad entrare in Roma an
Beatus piſce di ciò Teodoreto , equeſtione che co'l nomne ſolo . Conciò dunque
Theo- ne forma: non baſtaua il miracolo andaua il Mondo tutto fofopraw :
doretus dell'apparitione , eminaccia diuina ftrade, e fentieri ingombrati da coc
9.62. in per ſcarico di queſto fatto ? à che chi, carri, canalcate , e pedoni: chi
Genef. dunque dichiaratione sì facta , e và chi viene , chi s’alleltiſce , chi
maſlime non vſata nel primo caſo ? parte , chi èritornato : dalconcauo
Ah perche Dio in materia di vero della ſua sfera la Luna in fulla terra
honore non ſolo non vuoledifetti , miraua , e formicaio bollente tutta
ma ne anco ſoſpetti. Quia tuncSac gli raſſembrana'; tutti gli alberghi
ra erat paritura Iſaach : ne igitur occupati , ogni cieca Itanzetta ap
remen Abrahæ fufpectum effet , illic partamento agiato fi riputaua; pia
manifefte declarauit fcriptura dini- . ni , e colline d'ogni intorno ripiene
na ,quod Abimelech'illam non atti di padiglioni,e baracche; e beato chi
giffet . nelprimo caſo era laDonna arriuando più tardi citrouaua vna
Ierils i aſſicurato il marito , tutto grotta da farfi camerata col ſuo
fa.accertato ;manel ſecondo fatta giumentoi mercè che molti maln'
da Dio feconda, grauida ſi ritroua- allogiauail ſereno , querelandoti le
ua d'Iſaach . Guarda diceua Dio ; piante , che l'aſſaſſino verno iſpo
quà ſi tratta dell’honoredi tutta la gliate l'haueffe de' frendofi lor pa
diſcendenza ; io non vuò ,chevifia diglioni , peroche ogn’vna d'eſc ha
ne ſecoli futuri, chi poſſa foſpetta- uerebbeelpofto il ſegno di locandie
re , non che rinfacciare nella naſcita ra . Ma non ftringeua il gelo le boc 1
di queſto figlio vo minutilliinonco che di mille Popoli,come Atringeua
e pertanto vada lo Spirito Santo, e mille bocche alla terra , onde fra 1

ful teſto Canonico faccia teftimo- dann tanti, c diſagi da tutti i canti
fi vdi
Per il Venerdi delle ceneri. 31
tto parola didi lvdiua il replicatoimprecare con - vgualmente ditutti i perche ti chiu .
elia: illic mania tro l'Imperatore, echi sà non ci fof. do la boccacon queſta contra repli
nefemenAbra fe ancora chi mormorale della ca conuincente , che la VergineA.
,
Prouidenza diuina , che diſordine braamo , & altri intanto furono ca.
il noßro Idilio canco li permettene per il capriccio ri, & amici diDio , in quanto si fot
Oferuarci l'bo fuperbo di chi ſoddisfar fi voleua topoſero al luidiuin volere , & of
che ſe perle con lo ſguardo ſolo d'yn foglio à feruarono i lui diuiniprecetti , con
folle biſogno colto della commotione di tutto il forme à quello:Vos amici mei eftis,
loſopra,ve Mondo . Ma ob penfieri humani ſi feceritis, que ego pre ipio vobis; deann
di fatto una quanto diuerſi da' penſieri diuini ! onde ſe tu purc aggiuttandoti al c.15 .
tudium a Ce- Lecc2 Maria ( diceua Dio ) hà concetto di compiaccimento diuino , oſferuarai
beretur eni Spirito ſanto ne' ſuoi ſponſali trè l'Euangelico precetto delperdonare
capriccioad mehi auanti le nozze con Gioſeppe a'nemici, non ſolo non farai atto
Icfcritti gli poi celebrate, onde il parto hà da le- dishonorato in te ſteſſo ,ma ne pren
iene uell guire il ſeſto meſedopo il maritag, derà anco Dio la difeſa contro la
erli (chic gio raco, mai conſumato: ma ſcrine falfa opinione del Mondo , ò dirò
volle ve Rupert Kup.Abbate:Poterat namque vics- meglio del Volgo , comedi cara co
lio : ba Abbto, miss u notis fieri occafió loquendi, fa d'un ſuo caro, & amico, non per
Mondo 2.lib.1. quod tam cito peperit, vix habens mettendo , che perciò tu ne venghi
parte da in can .menfes fex . Il vicinato di Nazaret. (prezzato quali vile, e codardo , co
jolo vi tic. ſu - tc. vedendo la moglie di maeſtro me timoroſo c'affliggi:ma ordinan
спор per l Giofeffo partorire vo bel figliolo do , che tu ne venghipiù toſto prez
zuria del Nigra maturo nelſeſto meſe :si, non dirà, zato, comevero Chriftiano , è vir
veniua, Sum fed she fia miracolo , è ſtraordinario di tuoſo honorato.
colta formo- natura non al tutto impoſſibile; ma 8 Eranto è certo Signori, che il
ta an Ja. verràad inſoſpettirſi di tutto il peg- perdonare al nemico èatto vera.
nque gio . No, diſſe Dio , vada il Mondo mente honorato chenon ſolo il gili.
loſopra con l'editto d'Auguſto , che ditio humano ,ch'è fallibile, lo ſtimo
COC à queſto modo paſſando Maria con fattoveramente
degno divero Prencipe,di ani
chi Gigreffo à Betleemme, ne trouando mo reale , comeda prin
chi que albergare, verrà à partorire fco- cipio vedemmo;ma lo ſteſſo giudi
20 noſciuta entro di quella ſtalla ,paſſa- cio diuino , ch'è infallibile ce ne la
rà di là in Egitto , ne ritornando per fciò nel Sagro tefto ſentimenti irre
qualche tempo alla Patria li verrà fragabili. Vaglia per mille il nora
ad ouniare ad ognimale: E cosi Dio bile regiſtrato nellaStoria de Regi.
lo diſpofe conchiude il Padre , accid Venina Dauide perſeguitato à inor
che Pirgo ab omni vicinorum que te dal Rè Saule; e fuggiciuo inno
ftione liberaretur . cente da poche ſchiere ſeguito , pala
7 Duoque ſe Dio ci porta ſifat- ſaua doglioſa, e frettamente la vita
caméte nella materia di vero hono- trà più ſcoſceli dirupi del montao
re,chiaro ch'egli Phà molto à cuore, ſo paeſe. Accade vn giorno, ch'eía
chiaro ch'egli ne fà ltima grande; & trovoa grotta oſcura aſcolo ſi ri
in conſeguenza euidente chiaro non troua, e come avviene à chi da loco
ci hauerebbe fatto precetto di per- tenebroſo drizza lo ſguardo al chia
donare a ' nemici, quando che al ve- ro ; non veduto , ecco vedeil nemia
ro honore ciò realmente hauefle co, che in ella à certo affare le n'en
pregiudicato . E non mi replicare , tra . Penſatelo voi, ſe leuoniallho.
the re Dio hebbe cura, etantacura ra à romore la turba tutta de'be
dell'honore della madre di Abraa- fiali appetiti. Sorpreſero d'impro .
mo , e d'altri , l'hebbe comede'ſuoi uiſo le porte dell'auuertenza, occu
più cari, & amici ; ma non l'hà così parono inaſpettatainente la ſala rc
gia
32 L'amor de Nemici
giadel cuore seda ſdegnofi clamori quella che lo ſtelloRèSaule poce
dell'odio , e dell'ardire chicdeuano dopo gli poſe in capo . Vdite : eſce
all'animo del perſeguitato innocen- Saule dalla grotta di nulla accorto ,
te il voglio della vendetta : voglio , dilungatol alquanto ,n'eſce Dauide
che tantoſto vſcì ſegnato in vn( ur ancora ; il chiama,gli narra ilcutto ,
rettitio mandato , che'l ſenſo eſtorſe à ſegno del vero glimoÁra il lembo
dall'ingannata ragione . Corſe all'- della velte recilo . Ah dille allhora
hora mandataria la mano d'vn mo- Saule , con vinto , ſon vinto , che per
co primo primo alla daga : l'impu- donando vinceſti , più chevcciden
gna, la Itringe, la sfodera , ritira il do ; ecco vinto mi arrendo', e come
braccio ; ma nel cacciare del colpo à vincitore ti chiedo arreſo merce
auanti, riconoſciuto l'inganno , e ri- de . Sarai Re d'Iſraele queſta coro
uocato il mandato co'l non volere , na reale, ch'io indegnamente porto ,
fortemente ſuperando le ſteſſo , gli degnamente fa tua : à queſto fatto
tagliò folo tacitamente vn pezzetto n'hò euidente certezza ;dammi dun
della veſte pendente .Che fai Signo- que giurata parola diſerbare viuo
re:lo rampognano i ſuoi ſeguaci:hai yn germoglio della mia ſtirpe: Et 1.Reg.
la vita ,hai ilRegno in ſicuro ,e l'ar- nunc quia ſcio,quod certiffime regna- c.24.
riſchi di nuolio ſu'l tauoliere? Dio turus fis ,o habiturus in manu tua
ti dà la vittoria con vn ſol colpo ; c Regnum Ifrael :Jura mihi in Domi
la rimetti a' colpi di mille morci? no, ne deleas Semeen meum piftme.
verſa quel ſangue, che ti bolle con- Saule Nuncſcio : A queſto fatto
tro nemico : luiſcera il cuore , che conoſci Dauide degno di corona
nelle viſcere tue cerca d'incrudelire: reale ? & all'altre di lui prodezze
e laſciando vna volta l'habitare con no'l conoſceſti ? l'abbattere vn Gie
le fiere nelle montane cauerne , pal- gante Golia , il far ſtrage di Filiſtei, .
ſiamo à paſſare le notti intiere quie . con l'altre proue ſue tante , che già
ti fu'l patrio letto . Là ci foſpirano ti moliero ad accoppiargli in mo
i vecchi Padri, là ci piangono le tri- glie la tua ſteſſa figlia Michot , non
ſte mogli, là patiſconolanoſtra af- te lo fecero conoſcere Perſonaggio
ſenza abbandonati i figli. Eh Signo- degno diregio honore ? Nunc fcio .
re hai la cataſtrofe in pugno di tanti Eh voleuadire Saule, che l'effere di
mali, e la traſcuri ? Qui erantcum Atruttore d'eſerciti , & eſpugnatore
redarguebanteum ,notadaGio- di rocche, abbattitore de Cauallieri
Gles.co
ordin. feffo la chiofa ; ma Dauide pur fi ri- più forti, è fatto di gran forze , e
in pri- tira, e rinfodera il ferro ,e perdonan- grand'animo, io non lo niego; ina ſe
mum do al nemico ,giura dinon offender- queſti viene à cimento di magnani
Reg.ca. lo per conto alcuno . Propitius fit mità , e fortezza con chi ſtrugge l'
24 . mihi Dominus, ne faciam rem hanc. eſercito delle (moderateſue patio
1.Reg .Come non lo moſſero adunque con ni » cſpugna la rocca dell'alterato
0.24. gli appetiti del cuore gl’intereſi fi ſuo cuore, abbatte il proprio ſuo di
viui ſuoi , e de' ſuoi, della ſaluezza , fordinato appetito della vendetta ;
e del Regno ? Tutto vn nulla ſtima- forza è, che ceda , e confeßi cſſer di
Diuus ua, dice GrifoftomoSantose che ti lui il gridodella tromba , che vinci
Chryſ, maua ? ſolo il guadagnarla corona, tore il proclami; lafrondedell'allo
hom . de chemeritaua quell'attodiſofferen- ro , che trionfante il coroni . Gionfi
Dauid , za . Nihil horum iuftus ille apud fe anch'io con la ſpada , d'eſſo à pari, à
Sauperpendebat: vnumſpectabat quomo- quelle glorie prime ; ma à queſte ſe
lecit a do puſletredimiritolerantia corona. conde mi troio à lungo tratto pre
Sl. ord. Ma qual corona era queſta allaqua- corſo ; ondel'altre tutte ſue impreſe
1. Reg. te foderente alpiraua è lo dico , che ſtimo picciole fille, e piccioleStel
6.24 • le che }
Per il Venerdi delle ceneri. 33
cè Saule poco le , che ſi perdononell'ampiezza di macchia divoftra Diuinità pola re
- Vdite : clce queſto mare, che fi adombrano allo ftar macchiato di dishonore i ma
ulla accorto ,
fplendore di quefto Sole del perdo- ben troueraſli cattolico , che impli
n'eſce Dauide dare al nemico ; e però hora , hora citamente lo verrà à ſoftenere con
i narra ilcurto , conoſco , ch'egli ha capo degno di la lingua nelle accademie , con la
Loftra il lembo corona reale ; perche l'hà fapiente à ſpada entro gli arringhi,non sò ben
- dille allhora tenere à freno lirata mano : ch'egli s'io li dica ,del Mondo , ò dell'Infer
-into , che per hà mano valeuole permaneggiare no. Sofiene il Duellifta con dia
i che vcciden vn ſcettro ; perche l'hà paciente à bolica dottrina , che'l mantenimen
endo , e come non ſtringere il ferro per la vendet- to d'honore, la vendetta ricchiede ;
arreſo inerce ta; ch'egli hà ſpalle forzute à portar & à caratteri di ſanglic inimico le
3queſta coro con vn manto gemmato il peſo d'vn ſottoſcrive co'l nudo ferro in pugno
mente porto, Regno intiero ;perche le hà poffen- il vendicatiuo : dunque effendo voi,
i queſto facto ti à ſopportar'vn'aggrauio ingiurio- o Signore , antonomaſticamente il
dammi dun ſo . E che altre volte io n'hebbi rimettitore dell'ingiurie riceuute ,
ſerbare viuo probabile opinione; ma adeſſo io n'- fanno velint, nolint, I'vno co ' detti,
ſtirpe : Et 1.Reg. hò fcicnza : il sò, ilsò di certezza eui- l'altro co'fatti,quella eretica , com
fime regna- 6.24 dente ; nunc fcio,nunc fcio ,qu.dre- inumicata conſeguenza , che voi an
in manu tua gnaturus fis. Trionfale coronatio- tonomaſticamente ſete il dishonos
Ehi in Domia ne , alla quale ſe fù Campidoglio il rato , & infame. Obftupefcite Cæli
eum poftme. deferro , carro la rupe,coronatore il fuper hoc , o portæ eius defolamini let :c.2..
quelto fatto perſecutore nemico , e coronato il vehementer Stupite o Cieli; face
di corona
rimettitore dell'ingiurie riceuutei pazzie o porte del Paradiſo all'vdi
tromba proclainatrice delle lui glo- re di beſtemmia sì horrenda , quale
luitereprodezzee rie fu la bocca d'oro di Gio: Santo il non sò ſe dalla bocca de'condanna
et in Gi
gedi Filiftei, Diuus Griſoſtomo ſuggellando il penſiero ti ſia per vdirli in tutta l'eternità .
Chryso Panegerilta . Egreffuseft,0 Dauid Spezzin Monti Sole,se
nte , che già ftomus liberis oculis Cælum intuens, oma- imbrunililai Luna , ,s'oſcuri il
cadano infuriate
iargli in mo hom . de gis exultans, qua cum Goliath deie- le Stelle , e con horribile terreinoto
lichoł , non Dauide ciffet ; fiquidem becilla magnificen- ne vadi ſoffopra il Mondo , e fi rau
Perſonaggio O Sau-tior erat viłkoria, hac magnificentio- uolga l'abiſſo : & armandofile
fcio.
Nuncre lecit, à ra ]polia , hæc predailluftrior, hoc creature tutte contro qucfti Diaco
pelele di
ſpugnator e glof.or
din . -
glori.fius tropheum . Colpische do- li incarnati, facciano giuftifimori
Cauallieri ucrebbero pure ſpezzare la durezza ( catto dell'honore del Creatore , a
n forze , e 1. Reg. pietrina del vendicatiuo , forzando . dempiendoli in eſli quella terribile
6.24 Profetia : Et pugnabit cum illo or . Sapcha
iego; ma ſe lo à confeſſare , che'l perdonare a'
i magnani nemici è fatto di virtù eroica,degno bis terrarum contra infenfutos. s.
anco de' Regi , e per tutta confe 10 E non mi replicate, ò vendi
ſtruggel guenza di vero honore . cativo , che ci biſogna diſtinguere
fue padio 9. Che ſe'l duriſſimo diaſpro à trà l'honore diuino,e l'honore mon
Tell'alterato queſto colpo non ſi (petra pur'anco , dano : non mi ſoggiungere , che tu
prio lo di
vendetta ; aprinG le carceridella Sagra Inqni- conferli , come Chriſtiano che lei,
fi cffer di ſitione , perche à queſto dilema io che'l perdonare a' nemici è atto ho
che vinc lo riſtringo . O che il perdonare l'- noratiſſimo quanto all'honore di
e dell'allo ingiurie non è coſa d'infamia,mad- uino, e ſolamente ſollieni, che'l non
honore ; è che Dio fà , e ſi pregia di far vendetta è mancamento d'infa .
i. Gionni
fatto, che non è di honore ,ma è d'- mia quanto all'honore mondano ,
Toàpari, à infamia , Ahi mio Dio : che non fi perche ſtringendoridico ; ò che que
queſte re troua già bocca d'eretico tanto ſa- ito honore mondano , che fà cora
Fatto pre grilega , che ardiſca eſplicitamente dishonorata il riinetter l'offeſa , ò
eimpreſe affermare , che lo ſpecchio ſenza vero honore, ò ch'è falſo honoreis'e
ciole Stel E vero
lesche ]
34 L'Amor de Nemici
vero honore , dunque l'honor Diui- dell'eſtimatione mondana . Ma alla
no , che gli è contro , è honor falſo ; morte , alla morte, all'aprirſi gli oc
perche veritas confiftit in indiuiſibi- chi dell'anima , quando fi chiude
li : dunque Iddio quanto al vero ho- ranno quellidel corpo , allhora fi
nore, conforme à queſta tua dottri- vedrà fe queſte ſono verità fode, &
na ſcomunicata , è veramente diſo- irrefragabili, ò ciancie ſolite, diſcor
norato , & è honorato ſolo di fallo fi vficati, eflaggerationi annuali de'
honore , e bugiardo . Ma ſe confef- Predicatori in queſto giorno.
fi , come forzatamente pur deni,che 11 Sò , che relitono ancora le
queſto honor mondano, che al di- indurare pietre de' vendicatiui : so ,
'nino s'oppone, è honore fallo ,e bu- che non s'arrendonovn punto : sò,
giardo: dinimi perche ne faisigran che s'hauefferopreſenti i loronemi
conto ?perche lo preferiſci al vero , ci , e poteſſero farlo , cauerebbero
e diuino ? Oh io viuo nel Mondo , e loro il cuore in faccia di queſto
le leggidelMondo vanno così. Sei Chrifto , deturpandone co'l ſangue
tu Chritiano , ò Gentile ? e ſe tu ſei quel Sagro Alcare , e ſcancellando
Chriſtiano'; perche mi citi contro l' dall'Euangelico Tefto il precetto :
Euangelio di Chriſto l'Alcorano del HominumGenus durum . Tuttauol
Diauolo ? comearriuià tanto di te- ta queſta mia predica non ſarà va
merità, che ardiſci porrein compe- na , e non giouando efficacemente
tenza della legge di Dio gli abuli dcl ad eſi, per conuertirli, giouerà à
ſecolo ? alla morte , al giuditio : al mc , per ſcarico dell'obligo , che mi
tempo , che faremo con la candela s'addoſſa : Seruirà à queſto Giudi
alla mano, e'l capo al capezzale, per ce eterno , per rinfacciare ad eſi al
rendere di ſettimana , ti chiederà la morte la diabolica loro oſtinata
queſto Crocifilio tuo Dio conto de' durezza . Prendo con tutto ciò re
ftatuti ſatanici , ò de'precetti Euan- Spiro , per novamente aſſalirli : e frà
gelici? eh che non eft qui recogitet tanto v'inuito ad vna buona elemo
corde : non c'è chi ci penſi , chi ci di- Gna .
ſcorra da vero . Stimare il vendicar
fi fatto di vero honore , ò è Stolida SECONDA PARTE.
ignoranza , ò è malitia efecranda :
pure , e pure hoggi mai tutti, Caua- 12
lieri, Nobili , Mercanti, Artigiani, · E
riſolui ? Oh Padre queſt'
Mendichi, Straccioli ; le Donnicci- honore mondano è vero , ò falfo
uole , i Ragazzi, taluolta i Confa- ch'ei ſia , è vna gran coſa . Sia gran
grati al Culto Diuino la vogliono al de quanto ſi voglia , Dio ti coman
tu per tu fin ſopra dell'offo al diſpet- da,che in queſto caſo tu non ne fac
to di cutta la Legge, di tutto l'amo- ci tanto conto , che lo proponghial
re ,di tutto l'honore diDio . Et è la Diuino . Ego autem dico vobis dili
colpa duplicata de'Signori,de'Gran- gite inimicosveftros. Ego, lo , che
di di queſto Mondo , i quali ( coſa ſono Iddio ; Padrone aſſoluto dica
horribilealſolpenfiero )fi Idegnano fai e che di quello , che voglio , e
con eſſer battezzati di praticar l'E- faccio , non hò da rendere il perche
uangelo'; hanno per dishonore l'imi- ad alcuno , e fia mò chi fi voglias,
tationeperfetta del Figliolo di Dio ; Dico; l'hò inteſa così : l'hº determi
ftimano mancamento d'infamiaľ nara così ; e così la comando , per
vbbidire a comandamenti d'vn Dio; che così mi piace di comandare.
e la Plebe , il Volgo , il Popolo più Vobis , à voi crearure à me total
minuto li và ſeguendo alla cieca ,pi- mente ſoggette : pezzi vili di rotte
gliando dall'attioni loro la regolamen pignatte c, he con vn calcio poſſo
git
Per ilVenerdi delleCeneri. : 35
lana . Ma alla
Paprirſi gli oc gittare cofà frantumate in ſcheggie. e per il tempo al partorirgli oppor
do fi chiude Diligite inimicos veſtros , ſotto pe- tuno s'andaua la pianta appena pro
na dell'eterna diſgratia mia d'ellere uedendo di pannicelli con le ſue
50 , allhora fi in queſta , e nell'altra vita ſoggetti frondi; ma Chriſto di ciò ſdegnato
verità fode , &
e rolite , diſcor
all'ira d’yn Dio vendicatore: Perdo- tantoſto la maledille : lam non am
oni annuali do nate a voſtri nemici . Perche omnis plius in æternum ex te fructum quif
Matt. arbar, qua nonfacit fructum bonum piam manducet : e la pianta infelice
giomo. 7.- excidetur in ignem mittetur : che à quella maledictione Diuina arida
ono ancora le queſto è il fuoco ,nel quale diſli da ſi fece ſin dalle radici: Viderunt fi
endicatiui: sò , principio di voler gittare le pietre cum aridam factam à radicibus. Si
vn punto : sò , de’Vindicariui. gnore ? così dunque le piante hanno
nei iloro ncmia 13 Ma piano di gratia · Signore ad abortire i lor parti di Primauera?
, cauerebbero dell'albero delgiuſto ſi dice nel Sal- fe c'è colpa , è del Sole, che nuoran
: cia di queſto mo primo, che darà frutti à ſuo do in Acquario , che guizzando trà
10 co'l ſangue Pfäl...s teinpo: Quod fruétum fuum dabit Peſci non anco ſalta in groppa al
ſcancellando in tempore ſuo: Amare chiciama; Montone ,non anco li pianca nelle
il precetto : far bene à chi ci få bene , queſto è corna del Toro onde
; più vinainen
im . Tuttauol frutto di ſuo tempo ; e ſe l'albero te penetri le viſcere de' vegetabili.
non ſarà va della natura humananon loprodu- Pouere piante : appena è tempo che
efficacemente ce y certo merita , che veniate conformino gli embrioni nelle midolle
rli , giouerà à la ſcure della Diuina voſtra Giuſti- del tronco ; e pretendete , che porti
obligo , che mi tiä , e lo recidiate dalla radice il no maturi i frutti tra le braccia de '
queſto Giudi queſta vita ', lo gittiate su't fuoco rami?: In fine non fiam capaci, che
ciare ad el al cterno nell'altra : excidatur , in s'vſi tanto rigore, doue non c'è di
loro oſtinata ignem mittatur ; ma amare chi ci fetto , & in ſoggetto dimalitia inca
on tutto ciò re odia ; far bene à chi ci fà male ; per- pace . Hor fermati ; che ti farò io
e allalirli: e frà donate Signore ;queſto parfrutto : capace ;-foggiunge Origene Cumho.Orig: 16 .
buona elemo fuoridi tempo;ondeſe l'Albero del. amicus tuustibi benefacit, fi charitas
la noftra naturanonto produce,paa tua eum diligit s reddit ficusfructum in Mat.
re ancora ſia degno di ſcuſa ,enon in tempore fuo , quod fi inimicum di.
ARTE meriti perciò ſentenza di taglio , e ligat , tunc ficusprofert fructum in
fuoco . Chi vide mai, che ſi ta- tempore nonſuo : Porrò Chriſtusnun
iuo à cherc gliaſſe di queſti giorni it fico , per folum vult fructusin tempore fuo,fed
non trouaili in ello maturi i frutti? etiam cum non eſt tempus fruétuum ;
Padre queſt' 14 .Stà ſaldo dice qui Origene in vult enim ſuosmeliores eft omni na
ro , ò falfo
an
à . Sia gra
San Marco all'ori di quefti giorni tura ; e vuol dire fù queſto miſtero
ricom n appuinto poco auanti la ſuapaſſione adinſegnanza tua , ò fedele . Tudi
ritornando queſto Chriito da Betta . ci , che amare , chiti ama ; far bene
non ne fac nia in Gieruſalemme, vide da lungi' à chi ti fa bene , è frutto di ſuo tem
ropoboinsghi iaal vn fico ; tutto già diverdi foglie ve- po , come proportionato alla natura
coc dil
80, lo , che
Atito : Cum vidiftà longè ficum tua humana: liamo d'accordo. Re
Sluto di ca. habentem folia ; vi s'accolio , cerco plichi , che amare chi e’odia ;far be
fè frutti haucua i e non ſolo non vi ne à chi ti fà malé , e frutto fuori di
voglio , c troud fratto alcuno , che vecchio tempo, come ripugnante à gli affetti
e il perche baueſſe l'occhio piangente ,rugoſa la d'vni cuor di carne: te lo concedo.
i votgetriiansi. pelle , e'lcollo ſulla ſpalla cadente ; Ma ſappi,che Chriſto vuol fichi fuor
de ma ne menone vide alcuno ,che diſtagione ;perche precende , chei
er
n o , pe
d bambino in faſcie di latte. Si nutri ſuoi trapantino-in bontà i termini
mandar . caſie: nihilinuenit prerer folia;mer tutti della naturafotto il climadella
me total . cè che non era ancor'iltempo de' fic Chriſtiana fede tanto ti ſcaldail So
di rotte chi; non enim erat tempus ficorum ; to della gratia diuina, che puoi pro
cio posto • ༔༥༠༨
E 2: dur
git
36 L'amor de Nemici
durre queſti frutti d'amore, di beni- detta ,trouerà vendetta : voi la voie ?
ficenza di pace anco trà i rigori del- te ? certiflimo la trouarete . Si non
la niiniſtà più gelata enon trouan- dimiferitis hominibus,necPaterve- Mait.
dofi in te , verrà giuſtiflimamente à fter dimittet vobis : A chi non per- 18.
quella maledittione reale, che nella dona , non ſarà perdonato ; voi non
maledetta infructuoſa ficaia s'è fic perdonalte ? non vi ſarà perdona
gurata. lam nin amplius in æternum
ex te quifpiam fruétus manducet . Şi, 16 Sidice Dio : lo che ſono l'Al
dirà quelto Chriſto , non vuole co- tiffimo, l'Onnipotente , quello, che
lui produrre frutti di carità , di pace hà in pugno le chiavi della vita , e
con il proſſimofuo ,hora ch'è tem- della inorte, ad.vn ſemplice priego ,
po opportuno ſecondo la leggemia, che penitente mi porgi, ti perdono
il mio diuin volere ; hora che ſolen- l'ingiuria, e l'offeſamortale fatta al
nemente gli li promulga di nuono la inaeſtà d'vn Dio; ti riinetto la pe
l'obbligo del precetto euangelico di na meritata di fuoco eterno ; e me
perdonare al nemico; ma l'odia tut- lafcriuo ad attione d'honore ; eta
tauia , e lo maltratta , ò cerca di mal- viliſſimo verme , temerario , non
trattarlo nella roba ,nell'honore ,nel- che ardito ,rubello al mio coinando ,
Ja vita , nell'anima? maledetto fia non che al mio eſempio infleflibile
nella roba : vengano ſopra d'eſfoli non vuoi rimettere vn minimo di
fallimenti,le brine,le tempefte,le ca- che al tuo proflimo ; ma ne vuoi
reſtie , le guerre , i criminali, che lo ſangue, morte, vendetta tutta? hora
diſtruggano . Iam non amplius in a- bene: non vuoi imparare da mc?im
ternum ,Oc.maledetto fia nell'hono- parerò io da te : non vuoi ſeguire il
re ; refti affrontato , ſuergognato , mio eſempio? Seguirò io il cuo:chiu
(caduto egli, i figliuoli, tutta la fua di l'occhio al mio ſangue, che per te
cafata . lam non amplius c. Mate- mio nemico io fparfi in queſtaCro
detto ſia nella vita, giaccia sù d'vn ce ? Iaprirò io à quello , che tu fpar
letto languente , pieno di dolori, di gi de' tuoi nemici: ſerti l'occhio alla 1
malori , dipiaghe: veggaſi leutar di Lettione di mifericordia , che io ti dò 1

vira i figliuoli , e non habbia crede nell'Euangelio . Ego autem dico vo


del fangue ; muoia d'improuile di bis diligite ofc. ? lo ſchiuderò io al
mala morte . lam non amplius C. la lectione di giuſtitia , che mi dai
Maledetto ſia finalmente nell'ani- nell'oratione del Pater nofter, o dz
ma, ſiche piombi eternamente dan- mitte nobis debita noftra,ficut o nos
nata ad ardere per ſempre il fuoco dimittimus debitoribus noftris. Si
rterno . gnore , tu mi dici ogni giorno oran
Is ScapricciamociSignori,qua- dosperdonami i debiti, che tengo te:
li faremo noi con quelli che ci han- co à quel modo , che io perdono at
no offeſi , tale farà Dio con noi, che proſſimo mio debitore.Stà ſaldo ,di
l'habbiamo offefo ;non occorre pen- ce Dio , che ti voglio efaudire . Tu
farui, è cosichiaro,e replicato dalla vuoi vendetta ; io farò vendetta; eu
bocca dello ftello, che non può effe- vuoi fangue;io vorrò fangue:lo cer
25.6 . re più . Eadem menſura , qua menfi chi mortoj ti vedrò morto:nella ro
fueritis remetjet ur o vobis ; con la ba, nell'honore , nella vita tu lo inli
miſura ,colla quale miſurarete, fare- dij, tu lo perſeguiti , ta lo danneggi ;
to voi miſurati: miſurareſte loffeſe nella roba, nell'honore , nella vita ti
riceluitecon rigore ? con rigorel'of- verrò à rouinare : alla grande , alla
fere fattemi da voi faranno mifura- cauallereſca non vuoi ceder di tan
te . Qui vindicati vult, à Domino to ;alla divina la vedrò reco ſino al
Ecclif inuenutvindictan : chi vuole ven- l’vlcimo punco di cucca l'eternità in
fiam
Per il Venerdidelle ceneri . 37
: voi la voie fiamme di fuoco ineftinguibile . O perdonare ,ò non efferti perdona
rete . Sinon 17 Popolo fedele , Dio non può to: fà rcco i conti cuoi. Mira al Cie
nec Pater ve- Maii. mancar d'eſſer Dio, e moſtrarli Dio lo , e ſappi, che queſto Chriſto è la
- chi non per 18. in tutti li ſuoi attributi. Se vſa miſe- guida . Mira l'inferno , e ſappi, che
ato ; voinon ricordia , ſi moſtra Dio , e l'vſa da queſto Chrifto è il Giudice . Penſa
Erà perdona Dio con darci yn Paradiſo d'eterna alla morte , ctemi, che tiſtà à
beatitudine . Ma ſe vſa giuſtitia , ſi fianchi, e ſe ti coglienemi
che ſono l'Al moſtra Dio ancora , e l'vſa da Dio , co al proſſimo, ti por
- , quello, che con darci vn'Infernodi miſeria eter ta ad arderc
della vita , e na.Comanda Iddio c pretende d'eſ eter
plice priego , fere vbbidito , perche è Padrone : c namente trà nemici di Dio ,
E , ti perdono non comanda , che il giuſto ; & in che lo ftello Dio te
tale fatta al queſto particolare è così giuſto , che ne liberi . A.
unetto la pe comanda, che tu facci ad altri quel men .
crno ; eme lo , ch'egli fà reco i onde ſe non vuoi (3)
Onore ; e to Ybbidire , giustamente ſarai puniro..
ario , non
comando ,
infleflibile ,
minimo di
ma no vuoi
ca tutta: hora
me da mein
joj ſeguire il
oilcuo:chiu
nie, che per te
7 queſta Cro
che tu fpar
Pocchio alla
che io ti do
Etem dico vo
uderò io at
che midai
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ficut CROS
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He tengo te
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idetta ; FU
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cernità in IPAS
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38

I PATIMENTI
Per la Domenica prima di Quareſima.
Ductus eft Ieſus in defertum à Spiritu, vt tentaretur
à .Diabolos.ea cum ieiunaſſetquadragintadiebus,
e quadraginta.no&tibus poftea eſurit..
S. Matt. 4o.
HBE L fatto Sia zandofile membra in pietre , e for-
gnori, ch'è quello mando le baue in calce , Romiti , ò :
de bombici,à chi'l . Rei , mutino in cella , è carcere :
conſidera : di que' Non lai, ſe dalla conocchia del le
'vermi,dico , che in- no , con la dita delle labbra filandoſi:
gegnof produci- le budella , è dall'aſpedelle vifcere
tori ſono delle nobili rete : Naſco- fuolgendo lo ſteffo filo , &al ſubbio
no à delicato vigore di viuo caldo auuoltolo della lingua , mentre che
nel ſeno medeſimo delle Donne ,, nel telaio del boſco il cacciano frà:
chequafichioccia in oua piccioleta l'orditura de' raini; lenzuolo fune-
te gli conano; e.verminati,mangia : bre, è natalitic faſcic li teffano ,doue
po,dormono, guſtofa ,agiatamente ; ò bambinelli, ò cadaueri venghino .
e dopo hauer ben mangiaro , edor- Non fai , ſeconl'accetta ſquadran
inito, con ſoporoſo ſapore,e ſapori- do, ò ſegando, l'affe del petto ; e con :
to ſopore ſaegliativermi ſiritroua-. li chiodide’ramoſcellipungentisben
no ancora: tornano alle menſe, & a' congiunte, e ierinate,ò baca , ò culla
piumacci , a' piatti , & a' guanciali ;. s'aggiuftino , in cuiè la nanna , ò l
alle crapole, & a' fonni"; hora crària efequic à loia-fi. cantino . Non ſai
denti prati ſedendo , bor'all'ombra in fine, ſe aaggelletti volanti , ò ſcal
difreſche frondi difteli , e ciò fanno pellieri ſederiti trà gli arborcelli d'vn
più volte :: e mentre durano in que- boſco , o ſotto l'arco d'vn Tempio ,
Ito modo di viuere ſenſuale, otioſo, nido , ſepolcro » doue s'infracidi
mai laſciano diverme à l'effere , Òſcano , o naſcano preparando fi va
la figura ; anzi quali che ſozzi ani- dino . Bafa; che quando morti alla
mali in ferido letamaro grugnendo ,, fine li credono , quafi.nouelle fenici
ſpeſſo ſi. giacciono ſtomacholi : toſto rinaſcer ſi veggono , e ſpiegar
quando ecco magnanimi" , egene-. Pali mutati in condide colombine.
rofi , ſprezzando la delicata freſcu . O che bella , è che inorale figura
ra di quel verde, & ombrofo , entro Signori, naſce l'huomo vn viliſlimo Job 173
del quale.dolcemente paſceuano , e verme .. Putredinidixi Pater meus
riporauano , ſalgono coraggioſi ad es tu ;mater.mea , foror mea ver
vn'horrido boſco , oue digiunando , mibus; ementre ſi ltà giocando nel
cvegliando trà mille croci diramu . le verdi freſcure.dc ſenſuali diletti ,
Scelli intrecciati , più crocififi , che mangiando ,dormendo, compiacen
ftefi ſimettono à trauagliare : Non do alla carne, tanto manca , ch'egli
fai , è vero , à primaviſta , le ſpez-. cangi lá viliflima conditione di prima
una ,
i Per la Domenica prima diQuareſima. 39
wa , che anzi in puzzolente lezzo opera vana; il premio , che non s'
TI ſempre via più s'intrica . Ma quan- acquiſta con l'opera ,ricſce ingrato:
do aluiene, che magnanimo, ege dunque dice Dio , acciò rieſca all
neroſo ſprezzando imondani piace- huomo il Paradiſo in ſommo di
ſima. ti , fale all'horrido boſco della peni- prezzo , e godimento , ſe l'acquiſti
tenza ,e mortificatione Chriftiana ; per mezzo de' patimenti , e de'tra
doue frà croci, e malanni,digiunan- uagli. Non quia non habeat potefta
ntaretur do ,vegliando , trauagliando , e pa- tem , & fine operibus nosglorificare,
tendo , imprigionato nel diuin vole- diceua l'Imperfetto ſopra il poſuić
diebus, re ; Crocififfo à Chrifto , more à ſe rationem cum eis diS. Matt. al 25.
fteſfo ne gli appetitiſuoi diſordinati: Sed ideo opusipermiſit, quia ficutopen
it.. toſto allhorache più morto, chepiù rafinepremysvacua ſuntiſícpremia
disfatto fi crede , qualinouellafeni- fine operibusſuntingrata . Immagi
ce rinaſcere'ſi vede à iniglior vita , e nateui, che li patimentii trauagli, te
mutata in colombina innocente vo- fatiche diqueſta vita ſiano il lapo
pietre , e for larſene al Paradiſo . Quiui Chriſto retto , l'inringolo, l'agreſta, che ren
e , Romiti , o noſtra guida ſicura d'eterna vita w ; de guſtoſa la viuanda ,la unanna del
, à carcere : hoggi ci precede al deſerto , alle bat- Paradiſo. Era per ſe ſteſſo cibo ſapo
occhia del ſe taglie, al digiuno , à ftenti, à pati- ritiſimo la manna,che piobbe dal
obra filandor menti. Dučius eft Iefus in defertum Cielo à gli Hebrei. On s'era panc ,
e delle viſcere à ſpiritu , ut tentaretur à Diabolo era fiordi farina cauato dalle fpiche
à queſto modo dilingannando il de' raggi del Sole : s'era Vino , era
, & al ſubbio Mondo , chedeliciando , e godendo premuto da' grappoli delle Stelle dei
7 ,, mentre che entro di queſta vita , ad ogni modo Cielo : s'era latte , era ſtillato dal
i cacciano frà: pazzamente pretende anco nell'al- candido ſeno della Luna ; inſomina
enzuolo fine
i tefſano,douc tra beatamente godere: come di ne- era cibo degliAngioli; PanemAn- Pfi77.
Cellità pur non foſſe patire in tempo gelorum manducauit bimo ; & ad
eri venghino. pria , per goder poſcia in eterno. Io ognimodo non ſolo guſtoſa non gli
etta ſquadran per tantoal diảinganno più chiaro riuſciua ,maloro metteua 'naurea ,
I petto ,tie con d'yna pazzia ſi fatta cooperando , ftomaco loro faceua ; Nauſeat anz
pungen ,ben ſon'à moſtrar le raggioni di neceni: ma noftraſupercibo iſtoleuiſſimo, di
baca,o culla rà così facta , acciò la gloria del Pa- ceuano colà ne' numeri al 21. Gran
nanna , òl radiſo più guſtoſa rieſca : acciò gl- marauiglia ; era la manna à coſtoro
0. Non lai eletti ſiano prima gloriofi in terra , di quel ſapore , che più bramauano:
inti , o fcal che glorificatiin Cielo : e finalmen- haueua del Selularico , ſe voleuano
oſcelli d'vn te quando queſte, che ſono di con- Saluaticine: dell'accido , ſe deſide
o,
7 Tempaciid gruenza , no ci ſoddisfino: co'lbene- rauano agrumi: del dolce , ſe gulla
s'infr i placito di Dio che è l'affoluto Pa- uano de'canditi : del mordente , ſe
rando la va . drone , chiudendo il tutto ; e fon'da voleuano de'fortumi, andate voi di
morti alla саро . Tcorrendo ; e pure dice , cbe mette
nelle fenici 2 Bontà infinita del noſtro Id- ua lor nauſea . Nauſeat oc. E che
clpiegar dio : non gli baſta d'hauerci apparec- altro volete voiò Hebrei. Ob vore
Toinbine . chiara in Cielo quella celeſte gloria , reſimo agli , cipolle,e porrid’Egit
le figura : quel bene diuino della beatitudine to . Oh mangiare della mannaiin
viliflimo Job 17. eterna s che vuole ancora darcelo in tanta voftra buon’hora , che vivo dir
eter meus modo , che ci rieſca più gradito , e di peggio , che ſentendo il fapore
mea ver più caro . Poteua Dio darciil Para- d'aglio , cipolle , c porri, vi puzzarà
ando nel dilo ſenz'altro , che faceſimo dal talmente il fiato , che appeſarere la
diletti , canto noftro ,Signori sì ; ma non ci aria d'intorno . Ma sì à propofito ,
прiacen farebbe riuſcito cosi caro, e gradito, non ne ponno inghiottire più vna
ch'egli che ſe l'opera , che non hà premio , é bocconc. E donde queſto auueniua
e di pri certe
ina ,
40 I Patimenti
certe parole del Sanio ci faranno la la fatigoſa , la trauaglioſa, e lonta
Atrada à ritrouarne la cauſa. Panem na , oh quella appetiſce , e và cac
de Calopreſtitifti eis finelabore, di- ciando gran leurierdelle nubi, gran
ce nella Sapienza al16. Era quella nuotator dell'aria , gran corſaro del
Manna pane del Cielo, egli è ilvero ; Cielo . Tanto che veriſſima reſta fi
ma non coſtaualoro trauaglio , non no frà gli ſteſſi animali la ſentenza
S.Piet. conftaua loro fatiga . Ab dice S.Pie- del P.S. Theodoreto : Prologo in
Dam ... tro Dam . non gultaua dunque loro Ezech. Contemnitur reuera corum ,
1.ep.15. la Manna,perche limancaua la con- quefunt inpromptu, poffeßio,verò
fid que
iuo
cia , l'intingolo , l'agreſta del pati- labore partapofidentur , ea
mento leuifimum quidem , deputant cundiffima: Sidiſprezza ciò, che fa
cibum , fi pondus,atque duritiam con- cilmente viene alla mano ; ma ciò ,
tingat deeſſelaborum . E non è ma- checoſta trauaglio ,maciò , che co
rauiglia, che l'humano palato ſiadi Itafatica; ohquelloècaro, oh qucl
tal temperamento , mentre veggio lo è dolce, oh quello è diletteuole.
no , che gl'isteſi bruri animali por- 4 Ma che direte. A. ſe trouarc
tano dalla natura il medeſimo iſtin- mo lo ſteſſo Dio eller del medeſimo
to . Scriue Eliano del cane di caccia guſto ? ftupite.Si laſcia intendere
lib.8.c.21. Si mortuo apro , vel lepo- Iddio à bocca aperta ne' Prouerb.
ri inciderit , non attingit quidem i all'8. chene gli huomini conliſtono
non enim alienis ſe laboribus adfiri- le ſue delicie: Delicia med effe cum
bit : Fà , che il cane di caccia s'ab- filys hominum . DolciſimoSignore
batta in vn cignale , in vn lepre mor- noi vi reſtiamo bene grandemente
toi non gli tocca vn pelo , ſe ne paſla obbligati per fauore tanto ſegnala
di lungo . Come ! tanto appetiſce to : ma in corteſia non ſonolaltre
quel cane la ſeluaticina, che ſe è vie creature figliuole voltre? e poſibile,
ua , e fugge , le corre dietro , la cac- che non vi lidiletti ancora la ſolitu
cia per le ſiepi, e le biade, le ſpine, e dine de'boſchi,l'opacità delle ſelue,
lebalze , licampi, e li monti , e ſi l'eminenza de'monti, la concauità
ſtrugge , e ſi ſtroppia per farne pre- delle valli ,il riſo de'prati , l'apertu
da , e quando la può godere ſenzara de' campi , il fuſurro dell'aure, il
trauaglio, ſenza fatica veruna , non mormorio de'fonci , la chiarezza ,
ne fà conto ? appunto perche gli vie- dell'acque , lo ſplendore de'Cieli, il
ne alla bocca ſenza trauaglio ,e fati. cantare de gli vccelli, il guizzare de'
ga propria, non ne fà conto; perche'l peſci, il fuggir de' ſeluaggi, il ſeguir
trauaglio ,e la fatiga propria è il con- li de'cani,e che sò io ? e ſe queſte coſe
dimento , che gli la rende guſtoſas non vi dilettano , comecoſa di balla
Nec enim alienis oc. Mercè, che di lega à paragone dell'huomo; non vì
tuttele coſe in fine ſi può dire collo ſono gli AngioliSanti creature tan
Chriſologo Ser. 96.Plus accepta la- to nobili, e grandi? Tant'è riſpon
piunt quam poffeſa ; inuenta magis de Hugone Cardinale ſono più coſto
quam ſubiecda delectant. di delicie gli huomini à Dio , che l'
3 San Pietro Dam. l.1 . epif. 11. altre creature tutte, che gli Angioli
ſimilmente racconta dello ſparuie- ſtefſi: Potius funt ei deliciæ infilys
ro , che Quefacilia ſunto in prom. hominum , quam in Angelis, vel in
pru , nobilitèr tranfit . in quibus vero' alis Creaturis à fe conditis : Mala
victoria maior oft laborlengingua ragione di queſto CardinaledotiNi
perquirii ; diquella preda, che facil - mo ce la fapreſti tu dare? Benilimo,
mente può fare vicino al nido , non e tanto gratioſa , e vera che niente
fi cura tantino , la ſprezza , e vola più . Diceli il Prencipe talc viue in
auanti; ma la difficile d'acquiſtarli , gran delicie , come farebbe à dire ?
mangia
3
Per la Domenica prima di Quareſima. 41
glioſa, c lonca: mangia vccelli , polli, che lihanno bà poſto Dio l'acquiftodelParadiſo
iſce , e và cac
delle nubi, gran ſempre alla mano ? Signori nò , non in trauagli, e patimenti tanto baſi,
conliſtono le delitie in queſte coſe evili, che lciano l'animno d'abbrac
gran corſaro del domeftiche ,e famigliari, ma confi- ciarli. Digiuni ,cilitij, penitenze ,
erillima reſta fi Itono ne' reluatici , nelli animali di tribulationi , perfecutioni,diſonori,
nali la ſentenza cacciagione ,ne'caprioli, ne' fagia- diſgratie, infermità, e morti: ah ron
; Prologo in ni , che coltano fatica, e trauaglio. cole,che troppo abbaſſano,che trop
TEHETA COTUM , Hora bene gli Angeli ſono coſe do- po auuiliſcono la generoſanatura
poffeßio,fidgue meſtiche , e famigliarià Dio : fem- dell'huomo. Pazzo Mondo ben lo
thr , 14 vero iyo per vident faciem Patrisi gli ſtanno chiamaidaprincipio . Non li cor
ezza ciò, che fa ſempre auanti gli occhi , gli hà ſemn- tenta Dio di darci la gloria del Cic
nano ; ma ciò, pre pronti alla mano ; ma gli huo- lo , e darcela conmezzo che più gu
na ciò, che co mini ſon ſaluaticine, ſono preda del- ſtoſa la facci , che ce la vuol dare
caro, oh quel la cacciagione della predicatione, ancora con vn mezzo tanto hono
diletteuole. dell’ycellaggione ,della Crocififlio- rato , che prina gloriofi ci renda in
.. ſe trouare ne , e però gli coſtano ſudori , e fan- rerra , cheglorificati vcniamo il
del medeſimo gue; Quia de iys , que aucupio , ſeu Cielo , e per queſto ce la vuol darc
intendere venatione capiuntur, fiunt délicia , per mezzo di queſte croci; peroche
ne' Prouerb. non autem de domefticis . Angeli au- queſte ſono chiarillime gloric, che
ni conliſtono tem ad domeſticas res pertinent, ho- gloriofi ci rendono al diſpetto del
mee effecum mines vero venatione prædicationis, Mondo, che non l'intende. Alla pro
Simo Signore c aucupio Crucis cepit, e però ne glilia . Credete voi, che i miracoli, che
grandemente hiiomini hà più toſto i ſuoiguſtische Chrißo faceua inqucfta Vita , la
canto ſegnala ne gli Angeli : Potiùs funtci deliciæ rendeſſero glorioſo ? Oh n'andaua
on ſono altre infilys hominum , quàm in Sanēlis la fama per tutto il Mondo ; per
re? e pollibile, Angelis. Dunque egli è chiaro . A. quellile inigliaia delle Genti lo vol
cora la ſolitu . che ilbene , chenon coſta trauaglio, lero far Rè: tante le riconobbero
ità delle ſelue, non è grato, non è guſtoſo ; onde per lo Mellia , e molti l'adorarono
la concatrica per queſto volle l'ottimo noftro Id- per vero Dio : hora trouatelo in San
cati , l'apertu dio , che s'acquiſtafle il Ciclo con Giouanni al 13. e l'vdirete dire . 10.6.13
o dell'aure, il patimenti, e fatiche , acciò condito Nunc clarificatuseft filius hominis :
chiarezzas il cibo della celeſte manna del Para-. Adeſſo in queſto punto. Nunc: ven
ede'Cieli, il diſo con fimile ſaporetto, più guſto- go chiarificato, vengo reſo glorioſo.
guizzare de ſo ci haueſſe à riuſcire: e però li co- Quomodo Nunc ? Dimanda il Mal
gi, ilſeguir Luc. 24 me oportuit Chriftum patio ita in- donato : quando fu queſto Nunc,
queſte coſe trare in gloriam fuam così oportet queſto adeſſo ? e riſponde. Quando
coſa di balla o nos pati fi volumus intrare inglo. Iudas iam ad vendendum illum ad
omo ; non vi riam . mortem egreffuseft. Appunto alllo
creature tan s . Padre riſponde il Mondo , ſe ca che Giuda ſe n'vſci , per darlo in
ne’è riſpon Diohaueſſe poſto la conquiſta del mano de'ſuoinemici , che ne facef
nopiù volto Cielo in trauagli honorati, eglorio- ſeroque' ftratij, che voi ſapete. Pia
Dio , che l' fi ,recome di ſtudij,di caccie, di guer- no vn poco ; allhora è reſo glorioſo
sandarebbe bene , e vidò parola, Chriſto , quando hà da eſſere fpu
gli Angioli
icia infilys che con tanto di cuore ci attende- tacchiato in faccia : gli hanno ader
elis, vel in rebbono gli huomini; che su d'ogni ſer dati de' pugni,de calci,de ſchiaf
is : Ma la cantos’vdirebbono diſputedi Lettc- fi; hà da effer villaneggiato , frufta
nale dotilli ratij i boſchi tutti riſuonarebbonodi to , appeſo in trechiodisù d'vna for
Benillimo, corna di cacciatori , e latrati dicani: ca ? Signorisi. Nunc, nunc,e ſe que.
che niente e'l rimbombo delle trombe , e deſte tenebre lo rendono glorioſo c
, he
le viuc in tamburi, co'l nitrir de caualli, af- gloria gli haranno dato le chiarezze
be à dire : fordirebbe il Cielo : ma à dir'il vero de' ſuoimiracoli ? Che tenebre ? che
F chia
mangia
42 I Patimenti
chiarezza? riſponde lo Ateſſo Dotto- Cielo , ce ne portano vna Carita itui
' re con San Cirillo :Eam claritatem , dia : Inuidia Cælum tundimus . Ma
quam miraculisconſequutus fuerat, queſto è nulla:parla altroue di Dio .
Ti cum ea comparetur , quan eft per De fuga in perfecut.ca. 10. , e dice.
Crucem confecurus,tenebrasfüli . Maloinuidiam ei facere per volun
Mi marauiglio de'fatti voftri,vuol tatemipfius pereundo , quam bilem ,
dire qui San Cirillo . Voi chiamate ' per meam euadendo. Vuò più toſto
tenebre i patimenti di Croce,e chia- far'inuidia à Dio ,ſoffrendo perfecu
rezze la gloria de' miracoli? queſta tioni fino alla morte per ſuo diuino
à petto diquellatenebroſo ſi reſtaše volere,che mouerlo à colera,ſaluan
però nunc,e non allhora clarificatus do la pelle per amor proprio . Nora
oft filiushominis.Má fermateui,che te Inuidiam c. far'inuidia à Dio .
yuò quì fare un ſalto marauiglioſo . Dunque tanto gloriofa coſa è ilpa
Tanto gloriofi ci rendono queſti pa- tire låntamente perſecutioni fino
timenti in terra , che muouonoad alla morte , che ſe il Dio della gloria
inuidiarci i Beati glorioli del Cielo. foffe capace d'inuidia, queſto lo po
Non mi bafta ; vuò fare un ſalto Trebbe muouere ad inuidiarci: Inui
mortale :mouonoad inuidiarci lo diam ei facere. E queſta dottrina.ws
Belo Dio , Padre con queſti ſaltiyi che non è inteſa dálMondo, era ben
romperete il collo . Non ho paura: inteſa da quegli amici diGiobbe ;
hò il Padre Tertulliano , che miſo . che nel 22. l'andauano caricando di
Atenta; ma intendetelo ſanamente , in tante ingiurie , Propter malitiam
quel modo , che Dio , e Santi ſono tuam plurimam , o infinitas iniqui
capaci d'inuidia . Dice dimque Ter- tates tuas: Forfante da galera: ſcele
tulliano in Apolog.c.40.Nos ieiunys rato da forca , per le tue iniquità
aridi , omni continentia expreffi, Dio t'hà condotto à queſto termi
in faccos. O cinere volutantes inuidia ne.Io addimando,l'incaricauano ef
Cælum tundimus. Signoris'incon- fi per odio,che gli portaflero ?Il Pa
crafte va penitente Romito , che ve- dre S.Antioco hom :51.dice che nè,
ſtito diſacco , cinto di corda , ſcalzo ma che fù per humiliarlo : humiliar
de' piedi,tutto di cenere ricoperto , lo ? e non era forſe il pouero Giobbe
haueſe pallidoil volto , ſquallida la humiliato aſſai , mentre era fatto
barbazhirſuta la chioma, ſetole le ci- berſaglio d'ogni diabolica perſecu
glia , ſmorte le labbra , liuidi i lumi, tione ſentina d'ognipiù infelice ma
con gli occhi vn palmo à dentro , il lanno:pouero,nudo , ſino de' proprij
naſo prominente in fuori: ſcarnare figli , non che della pelle ſpogliato ;
le guancie,le narici riſtrette allidra- tutto vulcere', tutto piaghe , tutto
ta la pelle ſopra la fronte , ſtirata (o- marciume, tutto nauſea , e fetore:
pra de' poll , che à pena tenendol- mangiato viuo da queivermi, che
offa compaginate ,andaile zoppican- figli della carne ſua fteffa laceraua
do con vn baſtoncello leggiero ti- no con viperini morſi il ventre della
rando il fiato co' denti,neri,rari,tan- fua madre:viuo ſepolto in quel leta
to longhi,ecosì groſſi che gliballaf- "maro, che le membra fire ſteffe, co'l
ſero in bocca , tutto effetto de'ſuoi cadergli à pezzi dalloffa ; gli stende
digiunipenitenze,erigori, che bell- uano fotto. Ricco ſolo della miſeria
afferto cagioncrebbe in voi ? Oh Pa- fua, e d'vn'importuna,e fuperba mo
dre gran.compaſſione . Si ftimanu glie, che di lontano apena gli gittarra
coſe vili,e baſte i digiuni , i cilitij, il le regole per raſchiarſi lepiaghe:é fe
faccoslo ceneri le penitenze. Et io vi più da vicino gli porgeuá il cibo ; il
dico , che tanto gloriofi ci rendono, facena, come ad appettaro sù la ci
che per gloriofi che ſiano i Santi in ma d'vn legno , turando il naſo , tor
cen
Perla Domenica prima diQuareſima. 43
cendo il collo, ftendendo il braccio , rendono più ſaporita la gloria del ins
ritirando il fianco , vibrando gli oc- Cielo, che cirendono prima glorioſi
chi , increſpando il vilo con mille in terra che glorificati in Ciclo ? Di
brontolamenti , e punture , che gli co la colpa mia ,ſon'vn balordo,dico
paſlauano il cuore , trafiggeuano I- la colpa mia , che hò vanamente git
anima , Itracciauano le ftelle viſce- tata queſta mezz'hora : hà dell'im
re : elo voleuano quelli ainici anco ponibile , che'l Mondo ſe lo perſua
maggiorinente humiliarc ? galanti a- da , quantunque ſia verità ,che non
mici per certo ;guardimi Dio da tali patiſce tanto di replica;mutarò dun
amicije pure lo dice vn Santo '. Hoc que ftile.Horsù ingannato il Mondo
quidem commenti adornato menda- ti creda , che ipatimenti gli rendano
cio iuſto iſti contumeliofius oprobra più coſto amara , e non ſaporita la
bant,non quod illum odiffent, ſed ut gloria del Cielo ; ſognili,chein terra
aſperitaté verborum humiliarent'. lo facciano vile , & abietto : fa conie
Quà ftare ineco Signori; v'arricor- fi voglia fratello ; fe vuoi andare in
date de' trionfi Romani, quando sù Paradiſo , hai da montar la Croce ,
carro dorato da generoſi deſtrieri haidapatire :per quefto buco hai da
trà i fali ditanti fregi , trà le feſte di paſſare. Oportuit Chriftum pare.co
tanti gridi , à ſuono dicanore trom- ita, Gita , ő ita intrare in gloriam
be veniuano glorioſamente tirati in fuam.E ſtato di neceſſità porto ilde
Campidoglio ?acciòche non veniffe- ' creto del Padre eterno , cheChriſto
ro in tanta gloria ad inſuperbirli , quell'innocente agnellino , che non
nell'arco del trionfo perdidietro ve- pecco mai, ne meno poteua pecca
niuano da alcuni ingiuriati; Sugge- re, che'l figliolo di Dio patiſſe, & à
ritur ei à tergo . Scriue Tertulliano queſto modo , o itas e per queſto
in Apolog. Refpice poſtte,hominem , mezzo, Oita,e per quefto buco,
memento te.Non t'inuanire,diccua- ita entraſſe nella ſuagloria . Et quos
no,inqueſti trionfi: riſguardatialle prafiinit, o pradeftinauit conformes Ad Ro
Spalle,ricordati cheſei yn’huomo in feri imaginifily ſui:&hà decretato man . 8.
fine miferabile, fragile,c corruttibi- Iddio , che chi ha d'andarein Para
le . Ah così gli amicidi Giobbe, ve- diſo , hà da eſſere ſimile a queſto
deuano , che ſopra quel letamaro eſemplare in Cielo per gloria, in ter
meglio che sù carro dorato,da queira perCroce; Si tamen.compatimur. Ibid ,
bollenti vermi, meglio che da più dice S.Paolo )vt o conglorificemur.
generoſi deftrieri tirato , trà i fatti di Parimenti, patimenti a chivuolglo
tanti fregi, quanti erano gli ſquarci ria : e ſe tu cerchi, e ſe ti pigli altra
della ſua pelle , trà le fette di tanti ſtradatu t'inganni all'ingroſſo:cu ſei
gridi,quante erano le bocchc che ſe di quelli, de quali diceil Profeta ;
gl'apriuanonella ſua cameal ſuono Viam pacisnoncognouerunt, noin Pfal.13
delle canore trombe degli Angelici hanno conoſciuto la ſtrada della pa
spiriti , veniua glorioſamentetirato ce ,ideft panitentiam
al Campidoglio dell'immortalità ; e Cardinale , diceHugone
,quæ ducit ad pacem s
dubitando non s'inuaniffe , l'andaua- , tur autem pænitentia recte via pacis,
no improuerando mille falſe calun- guia per pænitentiam , non aliter,
nie per humiliarlo ; non quod illum non aliter, o non aliter venit ban
odiffent , fed.vt afperitate verborum mo ad pacem Dei .Pel mezzo, c per
bamiliarent la ſtrada della penitenza , o volonta,
6 Ma che yado io facendo? pre- riamente abbracciata , è patiente
tendere di perſuader'al Mondo , che mette ſofferta , fi và al Paradiſo ,
itrauagli, leperſecutioni, l. tribola- nonin altro modo.Fratelliforellesit
sioni, le penitenze ſon coſe', che ci punco barre in queſte dueparole: 0
F 2 ita ,
44 I Patimenti
sta, non aliter . Quis mihi det, vt derio ſuperbodi riſentirliį ſoddisfa
Job 19.fcribantur fermonesmei , quis mihi cendo alla vilipeſa voſtra leggediui
det,vt exarentur in libroftylo ferreo, naj Et ita , non aliter . Datemi Si
plumbi lamina, vel colte ſculpan- gnore sù i voſtri flagelli , acciò con
tur in filice ? oh chi mi dalje vn ftilo eſli le imprima in queſta rubelle mia
di ferro acuto,per intagliar'in piom- carne , che con capriccio di ſenſo à
bo , per ſtampare nel marmo coran- pugni, cdenti la vuole pure contra 1
to importanti parole: “ita, non lo ſpirito con diſordinato appetito
aliter . Datemi Signoresu queſta di ritornare alle pignatte d'Egitto . .

Croce,acciò con eifa io le ſcriua nel Sgannati diſoneſto ; ſgannatiauaro ;


peſante, e duro piombo del cuore di ſgavnati vendicatiuo; fgannati pec
quelcarnale, chenon hà ancorla- catorci ſganinatiſenſo imio :Chriſto
fciato la mala praticache viue inca- Innocente , impeccabile per la ſcala
rognito in quella concubina , che della Croce è ſalito in Cielo , per la
mal’habituato ſi tiene in caſa ; che via de' patitnenti è ftato glorificato,
tutto il giorno paſſeggia per quella e non per altra ſcala, e non per altra
Arada ,che gli è occaſioneproſima via:& it., non aliter:per queſta l
al peccare, & ad ogni modo preten- hanno proſeguito li Sāti, per queſta,
de d'entrare in Paradiſo ſenza paſſarenon per altra ſeguendo , é cammi
per lomezzo per la ſtrada per lo bu- nando ,ci habbia.no tutti ad entrare,
co della penitenza ;mortificandol- ſed'entrarui pretendiamo. Schutia
amor diſordinato di quell'oggetto ; mo pena , fentiamo trauaglio in 12
frenando il ſenſuale appetito ſoddis- fciar la pratica,in reſtituir gucl d'al
facendo alla violata voſtra legge di- tri,in perdonar’al nemico, in abban
uina,cita , nonaliter. Datemi Si- donare il peccato , in patire, e foffri
gnore su queſti chiodiacciò con elli re: queſta è la Croce, queſta è la ſca
io le ſcolpiſca nel duro , e rubelle la , suì la quale habbiamo da falire ,
marmo del cuore di quell'auaro , per ſalire in Cielo: ci rincreſce il di
che vinte tutto carico di roba d'altri giuno , cipela quella tribolationc ,
che fà falG ficando quelle mercan- quella infermità , quella diſgratia ?
tie ; che non ſi vuol diſtorre da quei queſta è la ſtrada, perla quale hab
contratti illeciti ; & ad ogni modo biamo da camininare i per arriuare
pretende d'entrare in Paradiſo fen- alla gloria: ita , & non aliter :Onde
za paſſar per lo mezzo per la ſtrada, ſe non vogliamo falire, ne vogliamo
cper lo buco della penitenza inorti- camminar per queſta non penſiamo
ficandoľaffetto dell'orn , frenando à Paradiſo, che non v'è Paradiſo per
l'ingordigia di Atrarricchire; ſoddif- noi : 'maperchedi purto, che tanto
facendo alla traſgredita voſtra legge imporra,io vuò trattare più a lungo,
diuinaic ita , non aliter . Datemi e non bò petto per farlo nella prima
Signore sù quetta lancia , acciò con parte di quelto mio diſcorſo alla fc
ella io le irtagli nel duro , e ruggino : conda io pallo :che ſe per cammina
fo ferro del cuore diquel vendicati- re, e ſalire per l'erto, e diritto fentie
yo che non vuol far la pace al niemi- ro di queſta ſcala , vi ſentite aggra
co;che ſtà tuttavia bramando quella uare dal peſo delle borſe , ſcari
vendetta ; che non vuole riuocare il catele nel buitolo dell'cle
mandato già dato; & ad ogni modo mofina , che à qucfto
prerende d'entrare in Paradiſo , fen modo più leggic
za paſſar per lo mezzo ,per la ſtrada, ri cammi
e per lo buco della penitenza morti nare
ficando la diſordinata fete det fan te , e mi ripo
gue nemico , tenendo à freno il deft foi
SE
Per la Domenicaprima di Quareſima. 45
a lilium conuallium . Io ti faccio
SECONDA PARTE. ſapere ò diletta, che ſono vn for det
campo , vn giglio delle valli . Stra
Varone l.1.c.2. Quod al-
?celle eſtIcealiquid
7

intercedere:
uagante riſpolta , ch'ella è queita.si
acciò effer fior del campo ,hauer battante
quella cofa , che fù d'altri, ſi faccia ſcufa allegata pernon accettar l'in
mia , e di necellità , che v'intramez- uito , che vi få l'anima voltra fede
zi qualche coſa . Signori il Paradiſo le ? à me pare dinò : che ſe fiore voi
naturalmente non è dell'huomo:ac- fete , ela vi fà fapere , che'l ſuo letto
ciò dunque fi faccia dell'huomo , è fiorito , & in letto fiorito non ſta
qualche coſa vi hà da intramezza- rà bene per auuentura vn fiore ? eh
re: e qual coſa vi hà d'intramezzare che tu non l'intendi dice Hugones
Oportuit pati Chriftum : @ita : la Cardinale:mà bà ben'intero Iddio il
Croce, il patire , trà'I mobile ch'è zergo dell'anima : e però gle riſpon
il termineà quo,e'ltermine ad quem , deego flos campi evuol dire; tu vor
che coſa è neceffario intramezzi ? reſtigodere de' gufti miei ſpiritualià
riſponderebbe il Filoſofo , che viam bell'agio , in caſa tua , fu’l proprio
intercedere neceffe eft : hora noi fia- letto , ſenza ſcomodarti, e patire ;
mo mobili , che ſtiamo nel termine ma t'inganni ſorella ; io ſon'vn fiore
à quo della terra, il termine ad quem del campo, e però non m'haurai nel .
è il Cielo : dunque è neceffario vi le mani, fe non t'affatichi, e traua
tramezzi la via : e qualeè queſta via? gli ; venendo à cogliermi, venendo à
on ita. Croce, patire , aſtinenze, ricercarini, fudando, e patendo. Tu
lagrime, orationi, veglie,che sò io: vis habere me fructum lectuli, fiue
queſte fonola ſtrada ,che ci condu- domus,fuauitatem meam pollidendo;
ce al Cielo . Alftinentia, lachrime, fed ego adhuc fum floscampi per cer
preces , vigilia ; ipfe funtviæ , qua tamen obtinendus, per laborem colli
in Cælum ducuntad Dominum dice gendus. Ohera Dottore Giobinzo
S.Eph . S.Efrem Amin : ri ad maius io vò , queita ſcienza,e però dice nel 3.cap.
de ális che andiamo argomentando. V dien- che ogni volta che vedena la tanola
Beatitu za ; non ſi può godere di Dio in apparecchiata , prima di mangiar
dinibus queſta vita mortale , participando boccone,fofpiraua; Antequam com
ne' ſpirituali diletti di quei godi medam ſuffiro.Giobbe miofe le po
menti, che li goderanno colà sùnel teua dire , coſpirare auanti di porti à
l'eterna, ſenza pallare per queſto tauola ? che s'hanno forſe ad arri
mezzo della Croce , de patimenti: cordar alla tauola i morti ? più coſto
Oh guardate mò voi , ſe lenza Cro- bilognaua reſpirare , allargando la
ce, e patimenti potremo godere di cintola , e prepararſi à ſaporeggiare
Dio nel Paradiſo . La diletta ſpoſa agiatamente le delicate viuande ,' e
là ne' Cant, al 1.dice , al diletto. Le lambire dolcemente i vini non me- ,
Elulus n fter floridus , tigna domo- no grati al palato, che conferenti al
rum noftrarum cedrina , laquearia lo ſtomaco : perche dunque in vece
noftra l'ypreſina. Odiletto mio, ſe di allegrarti, lorpiri? eh dice Grego
tu faperii, che bel letto fiorito io rio Sanro ; mercè che ſapeua benil
tengo in caſa , che caſa ricca , ador- fimo chi nell'eſiglio di queſta vita
nata ', tutta odorofa di cedro , e di mortale deſideroſo de'beniCelefti ,
cipreſſo ; vieni vn poco à vederlan , non ſi humilia camminando per la
che sò , chete n'hai fubito ad inna- Atrada de' gemiti , e de dolori , non
morare . E'l diletto immediatamen- folo non occorre chepenli d bauere
re le riſponde nel 2. Ege flos canepi, à federe all'eterno conuito del Para
dilo ;
46 I Pafinenti
diſo ; ma ne anco d'hauerne à parte- Parla Dio delle tribolationi,che die.
cipare vn bocconcino . Niſi enim de al fuo Popolo d'Iſraele , e dice
susperet , non comedit quia qui fe Et ero quaſi exaltans ingum super
inhoc exilio per defideriorum cæle- maxillaseorum Leggonoli 70. Et
ftium lamenta non bumiliat , eterne eroguafi homo dans alapasfuper ma
Patrie gaudia non deguſtar : E però , villas evi um : Tribolando il mio Po
reſtano digiuniaffarto de' veri guſti polo , io ſarò comehuomo, che lor
del Cielo coloro , che vogliono go- dia le guanciate . Dice Hug. Card.,
dere qui, e paffarſela allegramente che Dio allude qui alla metafora
ne'beni di queſto mondo . A veri- dyn Padre , ò Nutritio che dà delle
tatis enim fabulo , ſoggiunge il Pa- guanciare al figlio , enon adopra il
dre , leiuni funt , qui in hac peregri : pugnale,perche vuole correggerlo,c
nationis inopia latantur. Signorisi: non ammazzarlo . Alludii Domi
perche quel carnale vuol goderſi di nus metaphora Paris, vel Nutrity ,
quella carogna,non goderàmaitan- qui filium percutit palma, vt corri.
tino de' guſti del Paradiſo perche piat ,non gladio utinterficiat ie dice
quell'auaro vuol goderſi tutta per ſe beniflimo Hug,perche diſle Dio di 1

quella malla d'oro , non aſſaggiarà sopra, ego quafi Nutritius ephraim , 1

mai boccone della manna del Cielo: portabam eos in bracchijs meis ,
perche quel vendicatiito vuol rod- nefcierunt quodextraherwn eos: Ho
disfarſi à pieno in quella vendetta , ra bene , qui ſi tratta ditribulatione
non ſaprà mai coſa lią vera pace ſpie dice la Volgata . Portabam eos , in
rituale . Oh Padre qui replica quei bracchus meis ; Leggono i 70. Ama
tribolato , che non ſipoſſa andare in bulare feci:legge Pagnino , colligani
Paradiſo ſenza mortificarſi inquele pedes : s'vdimaipiù bel intrico ? col
le coſe , che ſono contrarie alla di ligaui pedes i ambulare feci ? ſe lor
nina legge, và bene : laſciar la con- haueuace legati i piedi Signore , co
cubina , reſtituir quel d'altri, perdo- me gli faceuate voi caminare ? e fe
nar'alnemico : ma, che io non vi gli faceuare camminare, come gli
polla andare ſenza Coffrire queſta portauate in braccio ? ambulare te
inferinità incurabile , che per tanti ci ,portabam eos@c. Oh che quello
anni io porto ; che ſenza patire vna è ilmiſtero , ch'io c'andauo dicen
fi gran perſecutionc à corto. , tante do . Diuenti fratello infermoire
diſgratie , e fuenture , che mi tem. Dio ti manteneua in ſanità , eri tu
peltano addollo , enon ci hè colpa : mai per camminare alla volta del
è pur gran coſa , è pur duro boccone Paradiſo ? Oh Padre correno à tut
da maſticare: eh non è ponibile ,che to paſſo alla volta deH'Inferno , tan
Dio habbia decretato in quefto vni- to preſo io mi trouaulo con quel
co mezzo la mia ſalute . E s'io ti marciume, chem'bà concio al mo
moftrarò e
, farò toccar con le ma- do , che vedere. Et adeffo mò , con
ni , che ſeDio non vuole forzare il met'indrizzià quella Patria celeſte?
libero arbitrio , che ha dato all’huo- Padre viuo pure fuor de peccati
mo , come non lo deve fare ; è for- graui; vado raſſegnandomaalla me
zato ad adoprar queſti flagelli , ſe glio al voler diuino , pigliando il
vuol condurre gti huomini in Para- male in penitenza delle inie colpc
diſo , altrimenti non glieli potra con- paffare. Dunque perche la bontà.
durre ; che mi riſponderai ? Diuina civoleua in Paradiſo , e tu,
8 Vå in Orea al capsl. e troue- rano voleui andare ad ogni modo
rai vna Scrittura , che pofte le varie all'Inferno , fù di neceſſità , che ti
lettioni, è la più bella cola , che à legale i piedi con quell' infermità,
quello propoſito ritrouare fi poſla . & à quelto modo ti faceſſe camıni
nare ,
Per la Domenicaprima di Quareſima. 47
nare , voltando faccia à quella vol- bolato in queſta vita è de' maggiori
ta, alla qualeſano teneui volte le ſegnize forſeilmaggiore, che li pot
ſpalle . E non è queſto vh portarti lehauete quà giù dell'eterna falute.
in braccio in Paradiſo ? Si che bilo- ' A queſto propoſito : Palla Chriſto
gna pur confeffarlo. Colligans pedes; il mare inSan Gio: al 6. Abur trans
ambulare feci;portabameos in brac- mare ,eſubito ſoggiunge l'Euange
chysmeis. Così lega Dio i piedi à lilta. Subitergo in montem Iifusi
quell'auaro mercante con quel fal- adunqueGiesu Taliſoprail monte
limento ; à quel Padre difamiglia , Si ferma qui Ruperto Abbate , e vå
con la morte del figliosà quella don- ſpecolando ſopra quell'ergo . Ergo ?
na con leủarle ilmarito ; à quel vin- queſta è conſeguenza : cda quale
dicatino con farlo cadere in pouer- antecedente è dedotta?oh io l'ho in
tài à quegli altritanti peccatori, con teſa perche Chriſto hà pallato il
quell'altre tante tribolationi; perche Mare ſimbolo della tribolazione per
altrimenti fe gli haueflero fciolti , ſe tảnto da queſto , come da legittiino
laſcialle loro in potere la comodità antecedente ne viene in buona con
del peccare:actum effet ,correrebbero ſequenza, che ſia falito ſu'l monte
à dirittura all'Inferno i non vi ſareb- della Glorificatione . Ergo , quia
be ſtrada che quel mercante laſciaf- trans mare alyt , idcirco ipfe quoque
ſe gl'ingiuſtitraffichi; che quelPa- in montem fub t,quia videlicet pro
dre di famiglia per laſciar ricco il fi-
pter hoc illum Deusexaltanit , quia
glio , non facelle d'ogn'herba faſcio;
factuseſtobediens vſque ad mortem ,
che quella maritata ſiſtaccaſſe da' mortem autem Crucis. In Chrifto
piaceri di queſta vita ;che quel ven-dunque dall'antecedente della Cro
dicatiuo ceffaffe di procurar la mor ce venne dedorra la conſequenzano
tealſuo nemico . Ah e Dio che della gloria ;Oportuitpati Chriftum ,
vuole , che camminino al Cielo . ita intrarein gloriam ſuam .Al
Colligaui pedesjambularefeci ; & à mili dunque nem Chriftiano; biſo
quelto modo tribolandoli come ' gna,che dall'antecedente della Cro
Nutritio , che gliaina, e ne tien cu- ce , de' patimenti deduca la conſe
ra , li può dire gliporti in braccio . quenza della gloria ; ( ita , o non
Ego quaſi Nutritiusepbraim porta . aliter. Sei tribolato fratello ? ſei tri
bam eosinbrachys meis , o nefcie- bolaca ſorella ? Si si,fate lieci,bene
runt ,quòdcurarem eos ; Pazzilí tri- dite il Signore ſoffrite con raſſegna
bolari , chetribulati vedendoli , cre- tione la tribolatione , e'l trauaglio ,
don d'eſſere abbandonati da Dio , e che hauere vna gran certezza mo
non intendono , che anzi perqueſto rale della voitra ſalute: ma ſe nò tri
appunto che ſono tribolati, Dio hà bolateui,trauagliateui da voi mede
di loro ſpecialiſſima cura , ſono da fimicon penitenze , con mortifica
Dio particolarmente guardati, e go- tioni, con volontarie croci, perche
uernati: queſte infermità , perſecu- altrimenti io dubito cosi de'cafi vo
tioni, trauagli, che ſtimano pazza- ftri, che non vorrei eſſer in voi , &
mente fuenture , ſono la vera lo- eller Monarca di tutto il Mondo .
ro auuentura : e quelle che ſogna- Dunque à Chriftiani, ò anime elet
no ſarebberole loro auuenture i te , echiamatealla gloria del Para
farebbero l'vltimata loro fuentura . dilo ; Sapientia ædificauit fibi do
Senti ò tribolato ò che li Santi Padri mum , excidit columnas/ iprem , mis
cucci ſono ignorantije lo Spirito ſan- fcuit vinum ,copropofuitmenfam : è
to nella Scrittura Sacra c'inganna vero vihà apparecchiato Iddio il ci
(coſa, che à dirla ſarebbe horrendif- polo eterno nel Tourano Palazzo
lima beſtemmia ) è che l'effere tri- della Celeſte Gieruſalemme: è vero ,
che
I Parimenti
che vi bà apparecchiato indeffetti- num pati , & intrare in gloriam
bil conuito di manna diuina nel fuam ,ő ita ,o non aliter . Ma par
piatto della beatifica viſione;ma au- ſando per queſta viade'patimenti,
ucrtite , ſoggiunge il Sauio , anzi lo ma ſalendoper queſta ſcala della
Spirito Santo,che mifit ancillasfuas, Croce , curamente entrarete in
vt vocarent ad Arcem , o ad menia gloria, & entrarete gloriog prima in
Ciuitatis . Non vi penſiate, che da' cerra, che glorificati in Cielo , done
prati,che da' giardini, che da' piace- faporita , e guſtoſa tantopiù cola sù
ti, che da guſti diqueſta vita, fiatc la goderete ,quanto meglio condita
colà sù chiamati? ma da mura , ma quà giù l'hauerete con l'inringolo ,
da fortezze, ma da guerre , ma da coʻl laporetto , con l'agreſta del tra
combattimenti, madaftenti, ma da uaglio della fatiga. Dio ci concroci
ſudori, ma da croci , da patimenti: figga tutticon Chrifto in cerra , per
Oportuit Chriſtum pati,& ita intra- conglorificarci tutti coʻl modelino
riin gloriam ſuam :oportet Chriſtian Chriſto in Ciclo . Amen.

LA
49

LA TRAGEDIA
DEL GIVDICIO
Per il Lunedì della prima Domenica
di Quareſima.
Cùm venerit filius Hominis in maieſtate ſua , een
omnes Angeli cius cum eo : tuncſedebit ſuper
nubem Maieſtatis ſua · Et congregabuntur
ante cum omnes gentes.
Matt . C.23 ,
Erribile , e ſpa- tentamente l'vdirlo , c portaruclo
uentoſa Tra- ben'impreffo nel cuore.Cùm v.nerit
gedia di Giu- filius hominis in maieftate fua ,
ditio vniuerſa- omnes Angeli eius cum eo . Queſto è
le ci ſi appre- l'intento di Chrifto, che lo propone ;
renta in queſto di Santa Chieſa ,che ce l'eſpone:bea
giorno Signori ta l'anima, la quale cooperando , fe
nell' horribile, n'approfitta : io mi faccio da capo à
e tremebondo Teatro dell'hodierno trattarne in cinque atti diſtinti con
Vangelo.Sono le ſcenevoraci fiam- ' quell'ordine appunto, che in fatti hà
me d'Infernoje ribombando frà ſcu- da ſuccedere .
ri nembi nell'aria lugubre rromba ; e Alzate gl'occhi A. , & in pro
riſpondendo dalle feride tombe de ſpectiua dell'horribile ſcena mirate
cadaueri infraciditiecho dolente ; e eſpoſto un gran cartello nell'altro ,
folgoreggiando frà nuuoli; la Mae- entro del quale à terribili caratteri
Ità d'vn Giudice ineſorabile ;doloro- di ſangue, e fuoco , quali che titolo
ſe alla viſta , ftrepitoſe all'vdito , an- della Tragedia fà ſcritto l'immuta
gorciofe alla mente fi mirano , fi bil decreto della verità infallibile
odono , ſi contemplano per ogn'in- dell'vniuerſal Giuditio ,che riferi già
torno ripiene e riſonantidiftrida, di l’Appoftolo. Omnes nosmanifeftar:2.Cor.
gemiti ,di beſtemmieconfuſe , pro- oportet ante tribunalChriſti . Égli è 3 .
fondi, & elecrande, che l'occhio , l'- di fede che tutti , turti in carne riſu
orecchio, el cuore iſpauentano , af- {citati habbiamo ad eſſere appreſen
ſordano , ingelidiſcono d'accuſatoritati auanti al Tribunale di queſto
Diauoli , e d'anime condennateg. Giudice Chriſto ; & inteſo di quà ,
Non tocca , è vero , la littera dell'- che la Tragedia veriffima di GIV
Euangelo , che parte dell'attione fu- DITIO vniuerſale fi rappreſenta ;
nella; ma ſtà å mio carico in voce ecco che mentre i miſeri mortali .
viua appreſentarui compito fpecta- Edentes, cor bibentes,ementes, o ven- Matt.
colo si deplorando , & à voftro at- dentes,nubentes, o nuptuitradentes ,21 .
ſe ne
30 . La tragedia delGiuditio
ſe ne vanno , come hoggidi vanno vna rugiada ſanguigna l'herbe , ei
pure dimenticati affatto dell'incui- tronchi ;& in polaere ridotti i colli ,
tabilc fine ,che vicino gli aſpetta & imontii ruggendo in truppe vni
tutti ſpenſierati, & alforti ne'piace- re le beſtic della terra ; aperti da lo
rl del viuere , ne gl'interefli del fe- ro fteffi i ſepolchri de' morti,eſcono
colo , facendoſi ne' capricci del fer- i viui tuttidalle loro ſtanze, e vanno
ſo , c diffegni del Mondoil brindile quà , e là ſcorrendo, quali che for
allegramente , eſcono à fare il pro- femmati. Così leggo Signori in più
logo que'moſtruoli ſegnali, che da luoghinelmio Serafico Buonauen
gliHebreiraccolti ſcriue Girolamo tura . Echi da prologo tale l'horrore
Santo, eci accenna inparte il Salua. della futura attionc non argomenta?
Luc. 21 core in S. Luc.al 21. Erunt fignaini ben l'argomentaranno quelli , che
Sole, U Luna , Stellis oc. Fa . Spettatori & trouaranno ; onde all' .
teui in attento penſiero, che orgo- improuiſo ſorpreſi dal mal preſen
glioſi s'innalzino iMari eutti ,e co- te , ſtaranno innariditi quali ſcogli
prendo con onde ſuperbe lecime aſpettando ildi peggio auuenire,che
de monti'altieri , mentre per li rami queſto volle dire il Saluatore nel
de gli alberi (piegano il volo i peſci, foccitato Euangelo di S. Luca. Are
e per le felue, & iboſchi vanno cor- fcentibus hominibuspratimore
rendo idelfini, vadano poicon ime: capellatione.
prouifo tracollo à diroccarli l'acque 3 Et ecco muta nell'atto pri
tanto giù nell'abiſſo, che ſpalancati mo la ſcena , & appaiono perſonag ,
ipiù regretiripoſtigli dellecauerno- giin palco, il Sole , e con la Luna,
ſe viſcere loro , appena dall'alto re le Stelle, ele virtù motrici del Cielo.
fano diſcoperte Quando ritorna- Sol obfcurabitur , Luna non da - Luc.21.
tii Mari all'egualiçà naturale , leua. bit lumen fuum , Stelle cadent de
no i moftri marinidall'onde il capo, Culo , Virtutes Cælorum moue
dando l’yn verſo l'altro con ſopra- buntur. Ma come? veſtito di grama
naturale prodigio muggiti horribili. glia à lutto , incapucciato ditene
Strana coſa vederli allhora congre- broſo mattino vn lungo ſtraſcico di
gati ne' ſpatioſi campidella terra gli notturno buiotirando in coda ap
vccelli tuttidell'aria nelle ſpecie loro parirà quel Sole , che hora di broc
diſtinti, & ordinati, e ſenza guſtar di catelloammantato, à nozze coron
cibo alcuno ſpogliati con gemiti la- nato dimatutini chiarori,ſporo bril
grimeuoli riſpondere gli vicignoli,e' lante della diurna luce dal talamo
cardellini, a doloroli vlulati delle dell'oriente veggiamo vſcire. In fole
ciuette & alocchi in concertoſcon- pofuit tabernaculum ſuum , eo ipfe Pf.18.
certato del noioſo gracchiare delle tanquam /ponfusprocedens de thala
cornacchie, e de corui, Fulmini di mo ſuo ? Spogliara de gli argentari
fuoco ſcorrono intanto dall’Occaro monili ſuoi nuncia lugubre in nero
nell'Orto ;e cangiate nell'apparenza vidouile manto s'adombrerà quella
le ſtelle fille , & erranti in crinite co- Luna , c'hora feſtoſa meſſaggiera ,
mete, ſcuotono la terra terremoti si de' gaudij , luminoſa miniatrice del
fieri ,che i più corragioli leoní , &i firmamento sì glorioſainente riſple
meglio piantatielefanti,non che gli de in alto ? A Luna ſignum drei feſti. Ecclif.
huomini, già più che foglia d'autun- In firmamento Cælireſplendens glo-43•
no pallidi , tremanti, edeboli vanno riose ? Cadenti à rompicollo ſen'
boecone à terra . Si ſpaccano le pic- anderanno quelle ſtelle , che le bel
tre picciole, e grandi in quattro par- lezze del Cielo , ſquarciato il bianco
ri : s'incontrado , vitano, cozzano velo diurno ſuclando al mondo,fan
infrà di loro le parti diuiſc : ſudaço no à chi dorme in terra , la ſentinella.
sì in
Per ilLunedi della primaDomenica diQuareſima. Sr
sì intrepida , c sì fedele? Species Caglia moſtruoſamente commofle fi
li gloria Stellarum , in verbis Sancti troueranno. Quì dunque si A. che
ftabuntad Iudicium , a non deficient replicare porianio. Arefcentibus hoc
in vigilys fuis ? Scompigliate ſolo. minibus præ timore : cheda gelidif
pra li vedranno quelle virtù motrici limo timore opprefli gli huomini
de' corpi ſuperiori, che hora coil ) tutti à portenti sifieri, quafi cangia
ſpalle di Gigante portando il Mon- ti in inſengibili ſtatue di fredda pics
do e reggédo i regiſtri dell’Vniuerſo tra,attrattidimembra ,immobili d'
non piegano le ginocchia che al di- occhi, arefatti di petto , muti, ciechi,
uino potere? Deus cuius ira nemo re- quaſi che radicati su i piè rimango
fiftere poteft fub quocuruatur qui por, no.Non piangono,perche non troua
tant Orbem ? E chi ci ſpiega ( cena sì il dolore humor'alcuno ,che torchia
dolorofa? In fatti diceRabano,Nihil re ſi poſſa nel petto. Non ſofpirano,
prohibet intelligere veraciter Solem , perche non troua la pena fiato , che
Lunam cum fyderibuscæteris fuo eſalar poffa dal ſeno . Non gemono ,
lumine priuari, quomodo factum de percbenon troua l'angoſciaſpirito ,
Sole conftat tempore Dominica Pafche articolare ſi poſſa intrà lidenti ,
fionis . ' I luminari celeſtirealmente e lelabbra . E re pure lagrimadagli
s'eccliſſaranno ; ritirando i raggi, occhi gocciola ; ò fe parc vn foſpiro
chiudendo i lumi quell Argo inna- trà le faucimormora ; ò fe puredal
morato ,dichiarandoſi di non poter le labbra rifuona vn gemito ; l'affor
ſoffrire sù gli occhi aperti iniſeries biſce , lo diſlipa , e l'ammutiſce vna
sì deploranda di quelloggetto , at- fiamma vorace.che foriera corrente
torno al quale per tanti ſecoli,e tan- dello ſdegnolo Giudice in vn'iſtante
ti giraſole d'amore s'andò aggiran- occupa la ſcenatutta . Ignis ante ip- PS:96
do: appunto come il Vener Santo in fum precedet diffe il Salmifta . Hida
tenebrofe cortine li chiuſe il Sole , precedere alla venuta di Chrifto vn
per non ſoffrir la vilta della morte grande incendio di fuoco : coſa ,che
del Saluatore. Non caderanno già le al parere di più ſcolaſtici, horribil
vere Stelle del Cielo , che immobil- mente bà da feguire in queſto Mon
mente ini fitte, centro fatte à fe ftef- do . Per concorſo de' celefti aſpetti,
fe , altro moto non fanno che girein e confrattione de' raggi loro , ò filo
giro . Ma il punto ftà (ſcriue Buona- fofo , in nube concaua quaſi ad fpecu
uentura Santo ) che ripiena l'aria di lum ; s'accenderanno nell'aria fpa
Metereologiche impreſioni, tanto uentofi fuochi,e vomitando la terra
confufe in ordine, e moltiplicare in fuora da mille puzzolenti bocche
numcro ſi vedranno ſcorrere , e ftri- tutte quelle fiamme , che in tanti
fciare le Stelle cadenti , le capre ſal luoghi nelle zolfuree fi rillerra : vnic ,
tanti, e fimili, che ſembrarà cadano tel quelte , e quelli con la sfera del
à rompicollole vere Stelledal Cie- fuoco ſarannoperdiuin potere can
lo ; queſte diſperate dogliore ad am- to moltiplicati, che tutto il Mondo
morzare nel mare i loro fplendori, baſſo à guiſa di fornace ardentif
quelle inimicate idegnoſe à metter fima verranno à riempire . Dite voi
fuoco alla terra co 'loro ardori:On- hora , che ricouero da quelli ardori
. de le virtù motrici de gli orbi cele troueranno le freſche aurette i che
Magi- fti;Commouebuntur (dice il maeſtro refugio da quelle vampehaueranno
fter fen-delleſentenze )quadamadmiratione idolci zefiriicheaſilodaqueibola
tent.in eorum , qua viderint; à ſucceſlisì fori a'loaui fauonij concederafli ?
ftrani non più veduti da che immo- Leuaranno queſte fiamme co ' refpi
bili corcate in quelle mobili ruote fi rila vita a tutti gli huomini , e Pur
ritrouauano, dall'ecceſſo di maraui, Satorio faranno in Gieme all'animno
G 2 de'
32 Látragedia delGiuditio
de' giuſti,comelo diſſe Malachia .. ucllero in queſta vita . Refurgent er
Mala- Ipfe enim quaſi ignis conflans, o go Sanctorum corpora finevllo vitio ,
ch.z. purgabit filios Leui, là doúe la Glof. Jine vlla deformitate; & all'incontro
Glo. ib. Duos ignes legimus futuros : vnum , riſorgendo i reprobi , riſorgeranno
qui purgabit ele&tos, precedet In- con quei medelimi difetti, e corpo
dicium ;alterum ,qui reprobos cru- rali malanni, con i quali ſe nemo
ciabit ; reſtandodel rimanente mi- rirono , come dal inedegmo Santo
racoloſamente forpela la virtù di lo raccoglie S.Bonauentura là doue
quel fuoco, non ſeruendo più che diffe : che nulla debet eſſe quaſtio de 1

di corchio acceſo per illuminare rer. pulchritudine , vbi eft certitudo de


ribilmente le tenebre dell'Vniuerſo . damnatione. Et oh belle , e ſtrane
Qui tace muta la ſcena , ò Signori, metamorfoſi , che li vedranno allho
che l'atto primo è finito , ſe non che ra vſcire in ſcena . Quella donna ,
l'intermezzo ci fanno quelle fiain- che vifle ritirata , e modefta , fe ins
me crudeli, che ſaltando à rilampi, queſta vita hebbe qualche difettuic
intrecciando le vampe , le fauille cio nella bocca , o nell'occhio , che
aggirando , e percotendo gli ſtridori foſſe torta , che fuffc bicco , allhora
alli ftridori, digiune à forza reſtan- riſorgendo alla gloria, riſorgerà col
do rabida mattazzinata battendo la bocca di corallo , e di zuccharo ,
vanno . con occhio brillante , e lucido, tutta
4 Quando al cominciar del ſe- bella , & amabile à marauiglia : ma.
condo rimbomba in rinbombo di quella , che baldapzoſa, e vana, ſtete
tromba pertutto il Mondo l'impe- te ſullegale,ele treſche, ſe coprì in
rioſa voce di Chriſto Giudice. Sur queſta vita le magagne del volto , e
gite mortui , venite ad Iudicium . de'crini co' ftillati , e belletti, e le ri
Morti , morti, tutti tuttià Giuditio ; meffe pofticcie de peli altrui jallho
& al ſuono di queſta voce dinina , ra riſorgendo all'Inferno , riſorgerà
entro all'oſcure calità de' Sepolcri rugoſa di pelle, ſpelata di capo ,rug
P. Cor. in momento ,in itu oculii dettofat- ginora di volto , vnaMumiadiflec
15 . to in vn girar d'vno ſguardo ſcendo- cata , e fetente à marauiglia defor
no dalCielo , eſcono dall'Inferno l . me , & abbomineuole . Quel gioua.
anime tutte i e trouandofi ciaſcuna ne , che vifle morigerato , & bone.
apparecchiata auanti per miniſterio Ato , ſe in queſta vita portò hiſpidi i
degli Angeli la farinadelle ceneri, e capelli, gobbo il dorſo , à zoppo il
l'acqua de fracidumiloro vedranno piede; allhora riſorgendo al Paradi
aminaſſarſi di nuolio la paſta de lo, riſorgerà con chioma compoſta,
corpi ; e quantunque ſenza licuito evaga , ben piantato de' piedi , ag
di virtù ſeminale , ſenza forno d'vte giuſtato di ſpalle , tutto diſpoſto , c
romaterno ; e ſenza fuoco di natu- gentile à marauiglia. Ma all'incon
rale calore , ad ogni modo ridurſi tro quello , che ſenſualç cutto pia
alla douura organizatura , e cottura gato ſotto panni, portò coperti le
di mollica nelle carni , e niidolle , di
gomme, & imarciami fotto gli at
croſta nella pelle , e membrane, e ditillati veſtiti di ſeta , e d'oro ; allho
biſcotto nelle cartilagini, & olla.; ra riſorgendo all'Inferno , riſorgerà
così riſorgendo nella ſoſtanza mes bell'; e nudo , moſtrando le ſchiffoſe
Job, 19. defima nella qualegià villero. Erin cicatrici
delloſtomacheuolcmorbo
carnemea videbo Deum Saluatorem tutto à ftupore abbomincuole . Oh
meum . Dicono qui i Teologi co'l & in quanti ,& in quante quello ;
P. loroS.Agoſtino , che riſorgendo che si vende per candido auorio , fi
gli eletti, riſorgeranno ſenza alcun ſcoprirà d'affumicate craticcie ?
vitio , ò deformità di corpo , c'han quanti, chepaionopapagalli bizzar
Per il Lunedi della prima Domenica di Quareſima • $3
Refurgenter ri , al laſciar le penne altrui , li ve.. ginali lor fiorijparte ammantatide'
finezlouitio, dranno ellere guffi ipennacchiati ? maeſtoſi violatide' magilteri elem-
Ex all'incontro quanti che fanno il Medoro , al ca- placi chedi ſineraldire rubini, dito
riſorgeranno der loro delle calze ; moſtreranno pazi , e carbonchidi maccature , e
fianchi di fcimiotto ,non che di Bru- fuochi, liuidezze,e ferite riccainante
etti, e corpo
li ſe ne mo
nello ? leguirà quell'atto ſecondo di adornati riſplenderanno come lumi.
climo Santo Matt. mezza notte. Media nočbe clamor nari celeſti in perpetuas iernitates.Dar.12
ura là doue 25 . faétus eft , quod noéteirrogatur dunque pompolimimo oggetto che
queftio de D. Baſi ſupplicium (diceBaſilio Santojatro- ſarà quelto ancora à gliocchi de're
ertitudo de in 25. cius effe folet , amarulentius : c probiſteri.Se v'arricordate, quan
-, e ſtrane ifai. qual viſta dimaggior'horrore , e ri- do che furono tagliatià pezzi gl'In
ono allho . gore ,che nello ſpauento di mezza , nocentini ? Vox in Rama audita eft Matt.
a donna,
notte , frà i lampidi tante fiamme ( ſcriue l’Euangeliſta San Matteo ) 6.2:
2 ,leins
vederli i peccatori à tante , e tante ploratus, vlulatus multus altirare
literelica
migliaia adunati ne' contorni della che faceuano à trauerfo delle ſcimi- Mat.2.
jo , che valle di Gioſafatte, come lo predifletarre quaſi macellari crudeli , truci
Joel. 3. Giocle? Congregabo omnes gentes,a dando,ſquarciando ſpolpando ,ſcan .
allhora
erà col deducam eas in vallem Iofaphat,onando,fuiſcerando,ſuenando,facen
charo ,
difceptabocum eis ? vederli dicola- do beccaria sì ficra di que’tenerelli
o, tutta
ſciati i miferi in terra , ſequeſtrati da agnellini,fù vdito vn pianto, vn'vlu
2 : ma
gli eletti li quali rapiti in alto à vilta lato inconſolabile nel vicinato di
, ſter loro nell'aria leggiermente Coſpeli ſe Rama . E che dunque ſtanno pian .
pri in 1 Thef,ne ſtaranno ?Rapiemur cum illis ins gendo in Rama , doue i bambini
10,6 ſal.4 . nubibus obuiam Chrifto in aera ? Ma Atanno licuri nel grembo dellelor
eri anzi che queſto,direce, ſarà dibellif- madri ? Jaſcino piangere adeſſo à
To fima viſta .Non vi douere mai eſſere quelle di Betteleemme , che ſono
erà abbattutoàvagheggiare,che moſtra faccati per Gino dalle mammelle :
IG pompoſa all'occhio faccino in ſu . Eh Rachel plorans filios : è la bella
perbo Teatro tutto di broccatelli Rachele, che piange i ſuoi figliuoli .
ammantato , in sù de' palchi emi- I ſuoi figliuoli? più toſtodouerebbe
nenti diuiſe varie fregiate , nunero- piangere i ſuoi nipoti , che figliuoli
fa moltitudine di Dame, e Caualie- di Lia ſorella ſua ſono i fanciulli ,che
ri, che i teſori più ricchidelle viſcere vanno à filo di ſpada: mi marauiglio
pretioſe del mare , e della terra por- de' facti ſuoi , che in tanti anni, che
tando addoſſo ,riſplendonopiùche ſtà ſotterra ſepolta, non habbia de
Stelle nel Cielo:dunque,e che pom- poſto ancora quella popoco d'emu
polo oggetto non ſarà egli il vedere latione , che hauea con effa , e mar
nel Teatro del contorno diquella fime adeſſo in tanta calamità . De
valle ,ammantato dabroccatellidi poſta ?diceS.Agoſtino . Tuncplus D.Iu
quellefiamme, insù de palchi emi- plangerefilios fuoscepit,quandofilios8uft,in
nenti dell'aria frà le diuiſe varie di Sororis ſuæ in talicafu vidit occifos, 99. exe
Martiri, Vergini,Confeſſori, diroſe, vt ad vitam pertineant. Quia cui ad- utroque
gigliedi viole intrecciare, e fregiate nerſum aliquid euenit, & felicitate mixtis
numeroſiſſima moltitudine
la delle alterius infauſta ſua miſerius luget, 9.120 *
Damc,e Caualieri de' Santi, e Sance Quando vidde Rachele, che i figli
del Cielo li Pietrise Paoli,li Stefani, voli della ſorella inorendo martiri ,
i Lorenzi,gli Ambrogijgli Abondiji ſe n'andauano feritti nel libro dell'
Li Domenici,e Fraceſchi,le Madda, eterna vita , & all'incontro i liroi ſe
lene, e le Chiare : quali parte veſtite ne reſtauano al Mondo ſoggetti alla
delle viuaci porpore de' loro fangui; giudaicacecità; ohallhora più che
parte coperti de' candidi biffi de'vir- mai fe le ftrinſero al cuore le ſue
dila
$4 La tragedia del Giudicio
diſgratie , e ſi diede à piangere ama- viſta ſtretti alle midolle del cuore di
ramente perche vederlitrauagliato, mille angoſciemortalipiangeranno
eſcontento à viſta , e sì gli occhi di amaramente i Popoli della terras.
chi ſi gode , e feſteggia , ella è pena , Ma piano,Padre,e perche piangere ?
che profondamente più molto toc- Non farà egli quì pure dolciſimaw .
candoci il cuore , più miſeramente coſa à mirare quella Croce, quelle
ancora ci caua il pianto da gli oc- piaghe, quel ſangue, più ricca dell'
chi . Hora penſare voi, che dolore, oro,più lucide delle Stelle, più chia
che crepacuore farà de' reprobi me- ro della ſtella luce ? oh diremo noi
fchini il vederſi à sì miſerabile ſtato ancora forſe , che alla preſenza di
irrimediabilmente condotti, à viſta , tanta gloria di Chrifto habbino
sù gli occhi dellafelicità , della glo- maggiormente à ſentire la pena lo
ria de' Beati de Giufti.Che ſe poi vi ro No.Madirò con Ceſario Santo,
aggiungete il troutarli circondati al- che intolerabilisdolor erit , fiinde
l'intorno da innumerabil curia di quis caufas mortis incurrat,vndevi- S.Ceſ.
tartarei miniſtri , i quali perintra- te gandia comparare potuiffet ; Sarà fera sg.
mezzi trà l'atto ſecondo ; e'l terzo quello vn caro oggetto all'anime de
guidando in giro vn'artificioſo coro gli eletti, che Gvedranno tolti, e da
infernale , formano nelle cadenze ti per mezzo di quella Croce , pia
vn'O perfetto ; accompagnando il ghe, e ſangue dalli malanoidell'In
paſſo con la canzone : ſe quìdentro ferno, a' piaceri del Paradiſo : ma å
fi ritroua il fine ; finiranno l'eterne gli occhi al cuore de' Reprobi, ſe la
rouine . Se quì demo c'è varco d- di ſopra fi punta acuta , quefta ſarà
vſcire ; s'vſcirà dall'eterno martire . coltello acutiffimo di dotore , che
Gira , gira ; non lo trouo ancor: oh trapaſſerà loro le più intime viſcere
dolor.Ditepure, che nè l'Antichità del'animna ; percheil vederſi fatto
fauoloſa ,nè la Storia d'Atene,ò Ro- materia di dolore,e di ftento quello,
ma ſeppe mai ombreggiare,non che di che vno li porea feruire , per ha
chiara diſtinguere ſecna miſerabile uere guſto , e ripoſo, oh è torinento
tanto . . intolerabile. Intolerabilis dolor c .
S. Luc. s E pure èqueſto nulla A. Et Er in prouadi queſto .
21. tunc videbunt filium hominis ( dice 6 Dalida vna volta volena la
- S. Mat S.Luca.) Et tuncparebitfignum fili pere vn non sò che dal ſuo inarito Giud..
15,24. hominisin Cælo, o plangent omnes Sanfone , & egli nongli lo voleua , 14.
tribus terre , ovidebunt filium ho- manifeftare . Ma che fece Dalida
minis venientem in mubibus Cali per canarglielo dibocca ? oh quello,
cum virtute multa , o mareftate . S- che fanno le donne in fimili caſi :
apriranno al cominciare dell'atto Fundebat lachrymas, o querebatur
terzo i Cicli , & apparirà pompoſa- dicens,odis mé, co non diligis, co
mente inarborata dagli Angeli San- minciò à metterli lemani in capo,,
ti la triunfante Croce. Angeli defe- le vgne in faccia , i pugniin petto ,
rent ante eum fignum Cracis. Scriue Atracciarſi crini , graffiarſi il volto ,
Griſoſtomo Santo :e lo ſteſſo Giudi- cauar fofpitidal ſeno , piangere di
Dirus ce Chrifto già per noi Crocifiſſo , e rottamente, & empire di mille que
Cbryf morto fcenderà in bumana forina rele l'aria : Poutera me,iochi mi ſo
bom.de viſibile fopra di maeltofo Trono di no incontrata : meſchina me , che
Cruce , lucidiſſimi nuuoli formato à giudi- fciagurata è la mia forte : dunque
La- care , ammirabile dimaellà,di po- porrò eſſere la teſoriera del voftro
trone . tenza terribile , da millioni d'angeli honore ? perche fidarmila vita in
ci ſpirti cinto , e riuerito . Et tunc mano , e non fidarmivna parola al
Flangent c. oh che allbora si à tale l'orecchio ? fe di fofpetto lono in
ciò,
Per il LunedidellaprimaDomenica di Quareſima. SS
ciò, ch'è vn nulla;come vi potrò ef- quell'impatiente beſtemmiatore, che
fere di ſecretezza in ciò , ch'è il cut- gittando a' piedi di quella Croce i
to ? eh che non ſono tenuta per mo- miei trauagli, potcuo farmi d'effa
glic,ma per nemica:non è vero,che vnaſcala per ſalire a' contenti del
miamiate , benche il giuriate ; che Cielo ; & hauendola rifiutata , mi è
amare , enon fidarl Tono coſe in- fatca Zappa à cauarmila buca pes
compatibili inlicmc : nè daròmai ſcendere a' tormenti d'Inferno. Me
credenza al voſtro amore , fin tanto maledetto , fremerà graffiandoſi il
che voi non date credenza alla mia volto quel vindicatiuo , che rimet
fede: laſciate pur dire à lci , che gli tendo quell'affronto riceuuto in
ſapeuà toccare i taſti del cuore , e quelle piaghe, me le facelo ſicuri
premerc il piede , oue appunto , che pegni de gli honori celefti, & c hauen
gli doleua : maper farla maggior- do loro voltate le ſpalle con vindi
mente bruſciare , che fece ? Notate carmi, me l'hò fatte indelebili mare
aftutia grande di femmina immagi- che de' diſonori infernali. Me ma
· S.Cef. nata dall'Abulenſe : Lachrymas fun- ledetta, Itrillerà ſcapigliandoſi il cri
aserasse debat fortè in lello; aſpettatra à cele- ne quella donna , che dicendo vna
le
do
brare queſta requie de' Morti, quan- fol paroletta al Confeſſore , potelio
do ch'erano andati al letto . Eh paz- lauac la macchia del inio peccato in
ia zarella , biſognaua piangere prina, quel ſangue , ſcriuendo con ello au
in che adeſſo ètempo di ripoſare , e tentica carta d'eterna vita ; & ha
nà quietarſi. Ah per queſto aſpetraua uendolo per vergogna tacciuto , mi
lela à piangere in letto, perche il vedera hò ſcritto ſentenza d'eterna morte ;
ſarà cangiato il letto nido di quiete , c indicibili tormenti : ineſplicabili an
che ripoſo in patibolo di pene , e tor- goſcie , crepacuori intolerabili Into
cere menti, oh era coſa , che paſſaua l- lerabilis dolor Oc. Ma mentre che
fatto anima al pouerelloSanſone.Lachry- Atanno queſti,indicibile, ineſplica
nello , mas findebat forte in le &to,quod ama bile , intolerabilmente tormentan
er ha re ferebat Sanfon . Dice l’Abulenſe. dofi, angoſciandoſi, e ſcoppiando
nento Oh così appunto i miſeri' peccatori dicuore, vanno le furie dell'Abillo
CUC vedendo quella Croce , ch'eſſere l'Erinni tutte d'Auerno, facendo lo
doueua , come che à figli vn letto di ro nel mezzo per intramezzo trà'l
ellaarlitao ind ripoſo , e di quiere , eſfer loro can- terzo e'l quarto ſotto il giro d'vize
in G . giata per propria colpa coinc che à muſico balletto ; doue muggendo i
bleuau14 . malfattori in equleo di pene , e di Bali, raggiando i Tenori,ruggendo
Dalida tormenti : quelle piaghe , ch'elſer i contralti, e grugnendo iſoprani,
1 qui elloi; doneuano come à colombe dome- cantano quel (chernitore moitetto.
il cal : ſtiche nidi ſicuridi vera pace , e d'- lam ſerò japiuntPhryges poft hæc oce
Kerebatur amore, eſſer loro cangiate come à cafiocalua. Tardo e'lpentir ,c non
lig?s , co nemici in tante bocche ſdegnate , & v'hà più ſperanza : rotte le corde,al
in capo , odioſe ; quel ſangue , ch'eſler doue- fin giunta è la danza .
si in petto ,> ua conie ad alcioni vn mare in cal- į Er eccoci all'atto quarto, oue Dan . 7 .
ca il volto , ma diſoauità , e piaceri eller loro si ſtringono igroppi . Vetuftus die
langere di cangiato come à naufraganti in Ma- rum fedit,o libriaperti funt,s'aſſen
mille que re boraſcoro , edeſperato ; e venir ta pro Tribunali l'eterno Giudice , e
ochimilo loro in vece di guſti, d'honori , di s'aprono ilibri i libri delle conſcien
ina me, che vita di Paradiſo , tormenti , confu- tie di ciaſcheduno , ſpiega il Mae
te : dunque fione, emorte d'Inferno , ſaràloro Aro delle fentenze. Libri funt con . Magif
ra del voltro d'intolerabile dolore . Intolerabilis fcrentiæ fingulorum : per virtù del in 4 .
nila vita in dolor erit ac. Me maledetto
' , gride quale , inſegna lo fteffo , ſi farà in
vna parola al rà , Aracciandofi le carni co 'denti modo , che ciaſcheduno in vn lol
citofono ina roi
ciò,
36 La tragedia delGiuditio
giro di me te vedrà chiaro, & aper- piedi. Induentur confufione :merce
to quanto di bene,e dimaleeglifece loggiunge la gloſa , che vifo Indice Tob.8.
nel Mondo , e quanto in geme ne fe- mala omnia ante oculos mentis ver .
cero glialtri tucti ad vo , ad vno. Jabuntur.
Cosil'afferma l’Appoftolo : illumi- 8 E quanti ſegreti s'hanno in
P. Cor. nabuntur abfcondita tenebrarum . quella ſcenaà far paleſi ? che varia
Dice S.Bernardino , Cundła arcana hà d'eſſere d'inganni , che verranno
cunctorum cun £ tis ibi patebunt; Ela ſciffrati? Si parla in Giob dello ſcir- Iob.8.
Glofa gefta , cogitata , bona , o po , o gionco, e ſi dice Humectus vi i
mala extunc aperta o nota erunt detur, antequam veniat Sol , o in
omnibus : Tutci à tutti opere, e pen- ortu ſuogermen eius egredietur , do
fieri, buoni, e cattiui s'hanno à pa- ue concertizzando S.Gregorio . An
leſare.O granpunto pondera il Boc- te Solem fcirpus humidus cernitur ,
cadoro. Si noftrum cuiusquam 06-.. quia priufquam diuina diſtrictio in
cultum crimen aliquod hoc ipfo die iudicio fplendeat , omnis hypocrita
in medium delatum , vobis omnibus infufum ſe ſanctitatisgratiaoſtentat,
fimul ftantibus innotefceret ; ninne sed in calore diuini iudicy arefcet.
fieret ,vt ille interire ,ac terram fe Vedeſti il gionco marino anti la le
potius dehiſcere, quàm tàm multos uata del Sole ? ' Oh rorido, verdeg
peccati ſuiteftes habere mallet ? Se giante , ridente, ſpicca, brilla , cam .
quella diſoneſtà di quella donna, peggia ; e ſcotendo con bizzarria il
maritata : quel peccato viliſſimo di cimiero delle ſue punte , pare sfidià
quell'huomo , che hà la barba cann- duello la ſulla ſpiaggia delmate ipiù
ta , che hanno commeſſo colàtanto finiſmeraldi di quelle arene . Mafà,
all'oſcuro : quell'ingiuſtitia di quel che'l Sole fi leui', e co' ſuoi raggi il
Giudice , quel ſottomano di quel , feriſca ; langue ,cadę, diſſecca ; &
cortigiano , quell'affaſſinamento innaridito confuſo , vergognoſo ſi
di quel Caualiere, quell'intrico di naſconde ſepolto ſotto di quella
quel beneficiato , che furono fatti ſabbia . Quella donna và tutto il
con tanta ſecretezza, e cautela che giorno allaChieſa: oh che deuota ;
non vorrebbono ſi ſapeſſero manco ma fà , che fi leui il Sole di Giuſtitia
dall'aria ;fe veniſſero , dice il Santo , Chriſto à giudicare.Calore tunc Di
à ſcoprirſi adeſſo in queſta Chieſas uini Iudicy arefcet : perche li vedrà ,
alla preſenza di tutto queſto Popo- che frequentaua le Chieſe per fre
lo; non s'elegerebbero più toſto que- quentare le treſche, e che era diuo .

Iti tali mille volte la morte , e che la tione di carne , e non di ſpirito. Hu
terra s'aprile, e l'inghiotile , che ' metus c. Quel Gentilhuomo pro
ſoffrire vna tale pubblica confuſio- tegge quella Vedoua:oh che carita
ne ?Quid igitur tunc fiet miſeris no- tiuo ; ma fà , che ſi leui il Sole &c.
bis , cum omnia Mundo vniuerfo pa- calireiudicy arefcet;perche ſi vedrà,
lam falta in tam aperto, tàm illuſtri che la proteggeua per conſeruarfi in
theatro denudata , hominum partim quella pratica , e che era vna carità
cognitorum , partim incognitorum peloſa . Humectus c.quel Giudice
occulis fubijcientur ? Che ſarà dun- caſtiga irremiſabilmente: oh che
que allhora , quando tutte queſte giuſitia , ma fà che & c. calore o co
brutture , infamie, e ſceleraggini fi perche ſi vedrà , che caſtiga per em .
paleſaranno chiaramente à tutto il pire la borſa , e che era Giuftitia da
Mondo in quel ſuperbo Theatro del rampino. Humectus Oc. quel Sacer
Giuditio vniuerſale? O roſſore, ver- dote veſte abbiettamente , mangia
gogna ,confuſione, che glicoprirà ſtentatamente : oh che humile, & ,
tutti ſenza panto coprirglida capo à auftero ma fà &c. calore c.perche
five
Per ilLunedi dellaprima Domenica di Quareſima. 59
fivedrà , che lo faceua per arricchi- canne mobili? che faranno , dico , i
re inepoti , e che era vn’humilrà ſu- mondani , i peccatori ? Orsù , Pa
perba , vn'auſterità auara ; e che ben drc ,fi ſcuſeranno . E con quali (cu
Ecclef. diſſe il Sauio . in fine hominis denu- ſe? dice S.Gio.Griſoſtomo. Quoco D.Chr.
II . datis operum illius : à quel puntos'- lore excufationis vtemur ? Auanti, Epift.G
hanno da leuare i mantelli, c prete- Giudice , Padre di fameglia , Mer- ad Th.
fti dell'opere tutte , e vederli nuda cante : Negotiorum forte ,o caufa - tom , s .
la conſcienza quale è in ſe ſteſſa . rum varias follicitudines pretende
Sunt multafucis illita, gue lucepur- mus? Signoreli tanti negotij, efa
gentur tua ,cantaua S.Ambrogio , e cende , e chesò io; ci hanno pofti in
vuol dire . Credete voi,che ſenza i tanti intrichi . Eh ſeura friuola ri
belletti i volti di tante , che paiono ſponde ilGiudice,perche già y'auui
belle , liano tali, quali fanno moſtra lai nell'Euangelio , chenon hauerebe
d'ellere ? oh aſperiate, che nel gior- be giouato vn punto il guadagno
no del giuditio appaiano ſenza bel- dell'oro di tutto il Mondo , rel'ani
letti l'operacionihumane, e mi fa- ma ſi perdeua. Sed iffe dixit. Quid
prete poi diresſe in verità di fatto fa- prodeft homini , fi vniuerfum Mun
ranno così lucide , comecralucono. dum lucretur , animæ vero fua derri
E che diligenza vſerà quel Giudice mentum patiatur. Auantigiouano
rigoroſo per trovar conto delle no- ti , e giouanotte . Sed ſeductos nos à
ftre colpe ? Notate, che dato di ma- quoquam caufabimur Signore fu
no ad vna lucerna di molti lumi và rono quelle Vecchie Gabrine, 'che
guardando per li cantoni delle con- ci conduſſero à trapola ; ne fù cagio
Icicnze di quelli, che gililta , e reli- ne quella maledetta compagnia, che
gioſamente ſono viſſuti nel mondo. noi guarda; oh erauamo tanto buo
Scrutabor lerufalem in lucernis. E ne tigliuole , tanto buoni figliuoli .
D.Ber. vedendolo Bernardo Santo alza la Si , guardate ſe giouò ad Adamo il
fer. Ss .voce , e grida . Quid tutum in Ba- gittar la colpa addoſſo ad Eua, & ad
in Căt. bilone , fi in Ieruſalem manet fcruti- Eua ilgetcarla addoſſoal Serpente.
nium Se ranta diligenza li mette Şed non potuit Adam Vxoris illece
in vn'anima giufta , che ſi farà in vn' bra excufare , nec rurfus Vxorem ,
animapeccatrice ?tutto , tutto m’- Serpentis culpa defendere. Auanti
inorridiſco , conchiude , per timore voi tutti figliuoli degli huomini à
d'hauere à dare nelle mani di quel render conto : Sed fort: naturali in
Dio viuente . Prorſus horreo inci- firmitate tentabimus crimen obtegen
dere in manus Dei viuentis. E pre- re, nec potuiffe nos fufceptum iugum
lob 26. liedendo Giobbe sì ſpauentato il ferre, dicemus . Signore l'humana
Bernardo eſclama. Columna Cæli fiacchezza , e fragilità , non là po .
contremifcunt aduentum eius. Stu- tuto portare il peſo del giogodella
pore, ſupore: Mirate , mirate , te- voftra diuina legge. Ob qucfta sa
me, e trema Bernardo quella gran che ſarà impertinenza da balionc,di
colonna del Cielo di Santa Chieſa re di non bauere potuto portare
per timore diGiuditio sì eſatto : il quel giogo , che la Itella Verità Din
D.Gre. che notando Gregorio Santo fofpi- uina chiama foaue, e leggiero: chia
ibid. ra . Quid facient tabula ſitremunt mar graue , e peſante quella fatica ,
columna ? aut quomodo arbuſta im- alla quale comeà quiete, e ripoſo
mobilia ftabunt.Jo huiuspanoris tur- lo ſteſſo Chrillo c'inuita ? Dialis
bine Cæli etiam quatiuntur ?Se tre- excufatio bec erit ? ingum nesplacia
mono le colonne, che faràil tauo- dum non voluiffe sufferre ,vnus nomi
lato ? s'à queſto turbinc ſi ſcuotono potuiſſe portare , quod itſevocauit le
i Cieli, chefaranno i virgulci, le 'ue, imo graue,& H
onerofum pondus
exia
58 La tragedia delGiuditio
exiftimare quietum laborem , ind pinto ; donatiui , e denari non fan
guem nos C'hriſtus inuitat dicens. no vn Zero .Ille Iudex ( dice S.Ago
Venite ad me omnes C. U rurfum fino ) n.c gratia præuenitur, nec mi- D .
tollite iugum meumſupervos,quia iu- firicórdia iam flectitur, nec pecanisguſtin .
gum meu(uave efter onus meum leue. corrumpitur : E quello cheinhorri-lib.3.de
E re le 1euſe non vagliono , valerà diſce vr’aninia , che lo conſiderais, Symb.
forſe l'eſſere il tale ,‫ ز‬e quale ? Venga non giouerà il penrimento , e l'offes
Platone co’fuoi Diſcepoli , Arifto- rirli a ſoddisfattione, nec fatisfactio
telt co'ſuoi argomenti . Vedete vn ne,nec poenitentiamitigabitur.Cer
zero , ciò non vale loro . Adducetur uello adunque . A. , che non ſono
cum fuis ftultus Plato diſcipulis(fcri- queſti romanzi, e fole, ma cattoli
D.Hie- ue GirolamoSanto ) tunc Ariſtote- che verirà . Hic ( fiegire il Santo )
ronym . les argumenta non froderunt. Ven- dum tempus habet,agat anima pro
epift.ad ga vn'Aleſſandro ,'vn'Annibale ,vn fe , quam diu locus eft mifericordiæ ,
Eliod. Ccfare , non ſi porta loro vn tantino quia ibi erit locus iuftitiæ : adeſſo
D.Chr. di riſpetto ; frue Dux ( dice il Bocca- adeſſo in queſta vita', biſogna lauo
ad Ro- doro) fiue Conful, fiue Imperator fis, rar à due bracciai adeſio , adeſſo ,
man . neminem veretur Iudici ratio. Ven- che c'è luogo di mifericordia , biſo
gano le grandezze , le dignità tutte gna ricorrere a'fauori de Santi, alle
del Mondo non fi guarda in faccia à lagrime, alla penitenza à corrompe
chi che ſia : Neminem veretur Iudi- re ( ſe così dire sì può il Giudice
cij ratio : nullus enimlocus his digni- con l'elemofina, e non aſpettare il
tatibus reli &tus eft . Vengano i Rić- tempo , nelquale non v'hả luogo ,
chi,e diano conto dimaggiori ele- che la giuſtitia; mentre dunque è fia
molíne . Vengano i Dorti , e diano nito l'atto quarto fonate voile bote
conto di maggiore eſatta oſſeruán- ſe dellèlemoſina , che canteranno i
za de precetti di Dio . Vengano i poueriperallegrezza : e facendo io
Prelaci, iPrencipi,i Nobilis iCaua- le pauſe con altri reſpiri, haueremo
lieri , e diano conto d'atti heroici compito l'vltimointramezzo .
di Prélaro , diNobile , di Principe,
di Caualiere battezzato , e di profeſ- PARTE SECONDA .
.
9 Cena
exigeris ; fi prudentior maiorem ube- catori
dientiam , fi principatu ornatus , fa- comincia l'atto quinto,& vltimo di
cinora illuſtriora . Si , altro ci vưo queſta noftra Tragedia . Anſelmo
le , che ſottigliezze , e ſofiſmi: non Santo ce la deſcriue. A dextriserunt
fi hà loro più di riguardo chea'pe- peccata accuſantia : à finiftrisinfini
corai , a'biffolchi più ruſtici, più ta Demonta:ſubtushorrendum chaos
groſſolani: adducenture. Si, al- inferni: defuper Iudex iratus : intus
trocivuole , che ramoris che ſtre- confcientia ardens: heu miſer pecca
piti di trombe, e ditamburi: non fitor ,fic deprehenfus,quofugies ? A
hà loto più di riſpetto , che alla fec- deftra peccati à furia , à ſiniſtra infi
cia della canaglia più vile.Neminem niti diauoli: ſotto a' piedi l'Inferno
veretur c. Ši, altro ci vuole che à bocca aperta per inghiortirlo ; fo
corone, che mitre , che porpore , e pra ilcapo l'irato Giudice in atto di
che tritegni; non ſi guarda più loro . fulminar la ſentenza : di fuori il
in faccia , che alla plebe più ballal , Mondo tutto à fiamma , e fuoco: di
piti ſconoſcitira . Neminem veretur dentro la conſcienza tutta ardori, e
o c. fàuoride'Grandinon fanno vn torinenti : Miſero peccatore , e col
ioca i pianti , e ſoſpiri non fanno vn to a queſto paſſo , cheſcampo ritro
uerai ?
Per il Lunedi della prima Domenica di Quareſima. $ 9
mat' non fan aterai ? Onofugies , quo fugies.? late- in Paradiſo ; precipiteranno con li
(dice S.Ago re erit impoſſibile', apparere intole- Diauoli idannatitrà quelle fiamine
mitur,necmi-D.All rahule . Alconderti ſarà impellibile ; in vn faſcio giù nell'interno per ab
–,nec percaniagutin ſtar faldo intolerabile. Dunque i bruciarli viui viuiper tutta l'eterni
cheinhom - lib.1.4 chiaritji procefli ,, veçrà ilGiudice tà , che non finirà mai . Saltano
confidera , Symb alla ſentenza inappellabile . Librano allkora, àmio penſiero , nel piom
to , el'offe allhora iinmobili lale gli ſpirti del bare che giù fanno , da quella foce
-Gatisfactia Ciel volanti: arreſtano ilSole il cor- , taxtarea horribilmente le tiamme,
-bitur, Cer: fo , le ſtelle il moto ,'i Cieliil giro , terribilmente le vampe , chenella
non ſono & ammutite tacciono quelle fiam- tetra caligine d'oſcuro fumo zolfo
31a cattoli me ſtridenti . Culore non v'è , che reo (pauentoſamente la npeggiano :
il Santo ) palpiti , fianco , che anſi , ciglio che ſi odono'à gli ardori dei fuochi,
Enima pro cenni. Non fcorre dal feno yo lo delle caſniglittridori delle asſure , e
ricordie, ſpiro ,non s'qde da vn petto vn ge- cotture , gli ftrillori, i clamori: bat
- adeſſo mito , non muoue la mano vndito,' ter dipalme , coccar di perti: fre
a lauo : non che forni la livgua vn derto . mer didenti , gittar di gridi , ſoſpiri;
dello , Turci, turti pendenti Cieli,& Infer- gemiti, pianti, dolori ,ilai, ei guai;
-bilo no , AngelicDiauoli , Prede.tina- le beſtemmie , e gli vlulati de dan
i, alle ti, e Reprebi dalla bocca delGiudi- nati , e demonij . Riſuona Cocito ,
пре cc, che il tutto hor’hora hà da porre rimbomba Acheronte , & a' ſuoni, e
ce in iſtato d'eternità , ò d'infinita in- rimbombidell’vno , e dell'altro ri
re il defettibile felicità,o d’infinita,& ir- fpódeyy muito fragore in Flegeton
remediabilmiſeria . Et egli voleatofi te. Cerbero latra , Gibila l'Hidta : ſi
fica à quei felici eletti confronte di ſere- digrigna.co glialtri moftri la Sfinge:
- no , con bocca d'aurora, con viſo di & al gridorem'immagino d'vna vo
vi IT Cielo, con ſguardo di Paradiſo, con ce horrida . LASCIATE OGNI
Co voce da canare da'ſeni i cuori, da' SPERANZA , O VOI CH'EN
cuori le vifcere , dalle viſcere l'ani- TRATE A PENAR SEMPRE E
ma per eſtaſi di quinto eſtratto d- NON VSCIRNE MAI, riſponden
amore, dirà loro: Venite benedicti do l’Inferno tutto in echo beſtem
Patris mei ,poffidete paratum vobis miādo doloroliſiino vn'ai racchiul-
Regnum à conftitutione Mundi: Ve- de il Tartaro ,per non aprirla in eter
nite o cari, o benedetti dell'eterno no, la puzzolente ſua bocca ; e chiu
mio Padre , & impoffeflati godete dendo la bocca il.Tartaro ,viene la
della gloriaimmarceſcibile del Pa- Gülticia Diuina,c le dà ſopra di fuo.
radiſo . Oh feliciſſimiquelli. E voi, ci ilcatenaccio d'vn'aſſoluto decre
ſoggiungerà poi, Reprobi ſcelerati , co,che poſtoui il luchetto dell'immu
con faccia dinullo , con occhio di cabile, ſi chiude conla chiaue dell'e-.
baleno ,con tuono di tuono , che ternità ; quale portata nel gabinetto
porta ſeco ilfulmine della ſentenza de' giudicij, ſuperni immobilmen
di morte:Diſcedite a memalediéti in te sappende al chiodo del ſempre
ignem æternum , quiparatuseſt Dia- indiffolubilmente legata con il no
bolo, Angelis.eius. Allamalhora dodelmai. E così plaudite , che
maledetti , alfuoco cterno , ftanza. belle finita è la Tragedia , che'l
diSaranaſſo , e ſuoi ſeguaci . Oh in- rendimento di gratie è riſerbato a '
feliciſſimiqueſti. Et in queſto pun- Beatisùnelle kanze Celefti à no
to aſcendendo glieletti con Chrifto. ue chori d? Angeli ben concertato ..

M 2 IDDIO
1

60

IDDIO PIETOSO ,
E RIGOROSO
Per il Martedì della I. Domenica di Quareſima
Intrauit Iefus inTemplum Dei, eg eijciebat omnes ven
dentes , Qementes in Templo , Cathedras ven
dentium Columbas euertit, eo dicit eis, domus
‫܀‬
mea ,domus orationis vocabitur,vos autem
2
feciſtis illam Speluncam Latronum .
S.Mat, 21 .
ONFESSA la fe- ecco fe và à colpire vn molle inuo
de tutta effer'inc- glio di ſeta,di lana, è lino , che chiu
fplicabile la mara- da in taſca , ) borfal'argento ,e l'oros
uiglia , ò Signori marauiglia: s’ammolilce ſu'l molle ;
delli Miſteri oc s'arrende full'arrendeuole l'abbrac
chiuſi dentro le cia , ma non l'abbrugia ; il bacia , ma
lettere Sagre . Et io per quanto in non lo macchia; il lambe,ma non l'
queſto giorno m'occorre ; hor mi affumica ; e trà l'vn filo e l'altro fe
profondo in quel paſſo dell'Euange- greta la ſtrada aprendo , contro l'in
lico Profeta. Ecce Dominusafcendet durato chiuſo metallo rigoroſo,[de
1:18.Aegyptum . Siaco'l douuto riguardo i
glia, lo ſtrugge, l'inceneriſce, il con
dell'eſpoſitioni de' PP. Echi fedele , fuma,e lo deuora,ſe non l'annichila:
e ſaputo ,mentreil ſuo Dio contem- e trouata l'vſcita per non sò douc ,
pla entro à volante nuuolo , qnafi pelo non è nel panno , che in ſoftan
che nuuolo appunto pigliar la ftra- za , ò accidente moftri di fuoco , ò
da all'Egitto di queſto Mondo , folo fumo veftigio impreſſo . Aurum ,o
goreggianti in eſſo non riconoſcei æs , argentum liquaturintus ,Jac
Miſteri della giuſtitia,e della miſeri- culis ipfisnullo modo combuſtis.Plin .
cordia diuina ? Nora io mi dòà cre- lib.2.c.33.nella ſua Storia. Ab tale ſi
dere la ſtoria naturale vi ſia. Si ſpic- moftra Dio nella miſericordia, e
ca la sùdal Cielo ardente vnfulmi- giuſtitia fua co' peccatori . Molle ,
ne ; e ftriſciante ſcendendo vola, ftri . pietoſo con i fragili humani ; duro ,
de,fiammeggia ; ſpauentoſo fulgore idegnoſo co' gli oſtinati maligni; e
rendendo l'ombra , & atcerrendo però quali fulinine da trauolante
con tortuoſi raggiri la viſta de'ri- nuaolo portato viene . Ecce Domi
guardanti : quanto per via egli in- nus Oc. E non entra qual fulmine in
contra -dibatte,infrange, & incende: queſto giorno nel Tempio atterren
equelletorri atterra , ch'eternein do, atterrando chi’l profanana ? In
piedi, eſperto ſtimaua il tempo , Ec trauit lefus in Templum Dei, cij
Cze
PerilMartedi della prima Domenica diQuareſima. 61
ciebat omnes vendentes , ementes . ua , ogni ſpecificante rouerchio dal
Ma come atterra nel Tempio coil , lije pure guai à chi diceſſe , che vna
SO , iſdegnoſi rimbrotti hoggi i banchi di fola parola di louerchio ſi troui nel
que' mercanti , a' quali vn tempo la Sagra Scrittura , che auzi nell'or
con auuiſi si dolci diede sì facile dine folo di quello vn'Oceanodi ini
SO 1
congedo dal Tempio iftefo ? Inucnit fteri ſi ftà couando . Ma che miſtero
in Templo vendentes Columbas, ou trouaremo noi qui à couare ? Quel
his,qui Columbas vendebant, dixit : lo,s'io non m'inganno , che S.Pietro
Quareſima Auferte ifta binc, o n lite facere do- Griſologo viriconobbe,quando che
mum Patris mei domum negotiatio- diffe: Vidit hominem ,vtpeccata ko
omnes ven
nis . Silegge in San Giouanni al ter- minis non videret.Norare:Vidit le- Grysol.
zo . Come si pietoſo fù allbora con ſus: ecco il vedente: ſedentem in telo- fer . 29.
ras ven quelli ftelli , co' quali adeſſo sì rigo- nio Matthæum : ecco il peccatore :
roro ſi moftra ? Signori fù quel pec- ut peccator eft , che gliftà dirimpetto
comus cato ilprimo , eda fragilità deriua- per effer viſto : Publicano infelice,ſe
ua , onde con dolce auuiſo fù con- à queſto modo s'appreſenta auanti
Fem donato : ma perfeuerando oftinati, e la faccia diuina , che vedendolo ftil
colti poſcia di nuouo in peccato di far per ogn'intornodi pianto , eſan
malitia mera indurati, vennero in gue, de' pupilli, Vidoue ,e genti op
queſto giorno terribilmente atterri- prelfe da ingiuſti cenſi, e gabelle ini.
ci,ed atterrati: che ſe fulmine è Dio , quamente aggrauate,viuo,e calzato
che s'ammolliſce lu'l molle del no- fhà da cacciar ſotterra yn braccio , e
un molle inuo
lino , che chiu Aro fragile bumano; egli è fulmine mezzo, che Vultus Dominiſuper fa
argento ,el'oros ancora ,cheſulla durezza dell'ofti- cientesmala, utperdat deterrame- Pfal.33
iſce ſulmolle ;
nationemaligna , più s'inaſpriſce. moriam eorum : Vidit Iefus homi
euole l'abbrac Quinci io ſcelgo il motiuo per que- nem fedentem in telonio Matthæum .
Fa ; il bacia , ma
fta mane,e vi dimoſtro, quanto va- L'huomo, vt homo eft,fi parò all'oc
glia l'humana natura in quanto fra- chio diuino , dopole ſpalle il pecca
mbe,ma non ! ' gile in conuertire à pierà l'Onnipo- tore celando , acciò l'humananatu
filo ,e l'altro le cente verſo del peccatore ; & à rin- ra riconoſcendo, alla colpa humana
do , contro l'in contro quanto efficace ſia l'oftinata non riguardaſſe,queſto voleua dire
lo rigoroſo ,ſde malitia à mouerlo ad iſdegno irre- Griſologo à mio parere.Vidit homi.
rori : lo ſqua millibile , e ſon da capo . nem ,ut peccata hominis non rideret.
enerilce, il con 2 E certo diquanto vaglia l'hu- Se forſe non vogliamo più ſottil
non l'annichila : mana fragilità in conuertire l'Onni- mente dire alla filoſofica concertiz
non sò doue , potente à pietà verſo del peccatore , Zando , che l'humana natura fù vne
, che in ſoſtan teftimonio diſperienza ci di farà l'- mezzo alterato di fragilità , che si
tri di fuoco , Ò Euangelifta Matt. nella ſua ftella frapoſo trà,la potenzavigua del Si
ffo . Aurum ,o Matt. conuerſione ; egliinedefimo la nar- gnore, e l'oggetto viſibiledel pecca
matur intituss,/ac 6.9. ra ,
e dice . Vidit Iefus hominem fe- tore,onde portandogli le ſpecie alte
combuf .Plin . dentem in telonio Mattheum nomie rate di fragilità alle pupille , mentre
Storia.Ah cale me.Scare meco Signori,che à prima peccatorelo vide , lovide inGeme
miſericordia , e viſta egli pare , che non sò qualpa- inſieme fragile,humano ;li che douc
ratori . Molle, rola orioſa nell'Euangelo ſi troui . àmouere s'haueua ad abborrirlo , c
aumani ; duro , - Kidit Iefus hominem fedentem in te- punirlo,à compatirgli, à perdonargli
ti ligni
ha ma ;e ·lonioMatthaum nomine. Se queſto li moſſe. Vidithominem fedentemin
Ha trauolani - cale s'haueua à riconoſcere perMat- telonio Martheum nomine . Vidit
he . Ecce Demi teo, à chefraporre quella parola , hominem ,vtpeccata c.
qualfulmine in hominem ? báfaua dirc, vidit feden- 3. Ma qui mifalta penſiero di
empio,atater ren sem in telonio Mattheum nomine: gencflmente fpiegare con diuerſa fi
profanu ? Ina
perche la douc l'indiuiduante a tro- gura queſto fatto corrente ; per ra
lux Dei,ocij gione
076
62 Iddiapietufo,e rigoroso
gionedella quale è forza di ricorda- delle lor poppe miſchiando ; e con
re vna famoſa ſtoria delle latine ro- fondendo li pagnacigridori d'odio ,
mane . Attendete : Sorgeua adulto e di guerra å lagrimoſe preghiere di
à pena il Regno di Romolo la ſopra lorpirata pace, & amore . Pace> &
il dorſo di quell'Idra ſeconda, che ſe amor chiedeua al marito lamoglie,
non ſette capi, fette collialmeno , c mentre il pargoletto lui figlio gli
ſe non bà nel mezzo della palude di opponcua alle ponte à difeſa delPa
Lerna, in sù la riua almeno del fiu- drefuo, & al Romano pareya , che
me Teuere alzaua; & adiuenne,che balbettando il figlio nelle braccia al
le Genti Romane, per hauerfi rapite la moglie Ginghiozzando dicelle:Pa
inganneuolinente in inoglile Don- dre? incrudelilcinemico contro del
zelle Sabine , trouaronli da quelli l'Auolo mio prima contro dime
Popoli in arrabbiata guerra analite. tuo figlio.deui forzatamente incru
Et ccco in ſanguinola miſchia az- délire, perche ti giuro , cheper que..
zuffati,luentolando audacil'vne in- ſto mio ſeno , per queſto collo mio
contro l'altre,l'inſegne;rimbonban , ignudo ,pria che giongan'à luispala
do minaccioſe I'vne incontro l'altre, ran l'armi. Er al Sabino fembrana
k trombe; ſtrepitando orgoglioli gli che palpitando il cuorenel ſeno del
xni incontro à gli altri,i tamburi:cl- la figlia, fofpirando eſclampalle. Pa
mo , & elmo cozzando ;iſcudo à ſcu- dre :incrudeliſcicontro del mioma
do vrtando; piede à piè contraſtan- rito ? prima contro dimetua figlia
do ; co fantacini anco vcciſo loro i incrudelire forzatamente tu deui,
cauallijappedati iCauallieri, ftaua- quanrunque io ſperiche barbaro, tul
no co'lnudo ferro in pugno l'vne non farai sicrudo,cheluivogli ferir
contro l'altro per iluenarli nemicizi per me piagare ; quali,che figlio, ?
Generi Romani, ei Soceri della Sa- figlia conchiudelliero verſo liPadri
bina . Trofeo crudele della vittoria loro ſupplicheuoli vniti.Pace Padri,
pretera hauendo ficonftituito gli vni pace Padri , & amore , condonando
il corre i maritialle lor figlic; gli alcri al piacere della preteſa vendetta à
il priuar de' Padri le mogli loro . queſta qual li fia prole negletra. E fi
Quando le donne, che figlie à quel poteua quà negare pace , & amore
li , moglieri à quefti haueuano già frà ſangui humani:Cadettero i ferri
tenerelli bambini partoriti, vezzofi in terra in vn faſcio ; fi ftrinſero alle
figli a' mariti, &amabili Nipotia' deftre le deftre , s'incontraron co *
Padris Sicure che douunque andal- baci i bacis s'vnirono i cuori a'cuo
ſe à dare il guadagno,elleno di graue ri : s'innektarono sù gli affetti, gli af
perdita hauetano à fofpirare infeli- ferti; pacifici, & amoroſi vnendoli
ci ; cuore fi fecero , ardite à pari, e poi ancora in vna fola Città i Popo
pietoſe à porſi nel martial conflitto li della Sabina alli Quiriti di Roma ::
mediatrici. Marauiglia il vedere frà che perciò appunto le quattro lette
due eſerciti & huomini di piaſtre , e re della romana bandiera S. P. Q.
maglie arruati, cacciarſi il terzo di R. , che per altro fi leggono Sena
giouanette donne in famigliari gon tus , Populusque Romanusi, vennero
ne malamente rauuolte ; e ſpiegan- altrimente interpretate Sabini Pe
do infra brillanti cimieri ſcapigliare pult,QniritesRomani. Riflectere,a
le chiome, percuotere sù gli acciaini dello Signori , edite meco ,nel figu
( cudiper le forbite ſpade , delicate rato: Stauano l' ffeſo Iddioc'lPub
nudele manià ferri nudi opporre licano Matteo, Tyn contro l'altro
per iſcudo il ſeno , & i figli dalle nemici con l'armi in mano . Dio
mammelle pendenti i al caldoſan- collaſpada della giuſtitia ſuahomi
guc dellakrui piaghe tepido il latte cida fengra ; il Publicano concello
il colo
Per il Martedìdella prima Domenica '. 63
tello della colpa motrale , deſcida fieme, come nell'Appoſtolico Col
crudele : fi trouauano à fronte à legio piantandoſi il Publicano ; Set
frontesà petto à petto coºl taglio luy quere me,fecutus eft eum .
collo, con le punte sù gliocchi:Vi- 4 Maqui non inanca chi ſottil
dit Iefus fedentem in telonio Mat- mente s'oppone ; ne sà vedere il co
thæam jenon v'hà dubbio, che da me quella natura humana porelle
colpo mortale tocco finalmente te montere l'Onnipotente Dio à pierà
immortalSignore haueua à cadere , verfo del peccatore , parendo atra
& etemalmente morto quel pecca- più toſto à mouerlo contro le ſteſſa
tore , onde (gratiata vedendo quella adiſdegno maggiore , & à deſiderio
incinidha'Hatura humana à qual più acceſo di vendicarſi. Che ſe ' le
fuppofito in matrimonio vnita'nel donneSabine non foſſero ſtáte for
mariraggio delļa perſonale vnione zatamente rubate da' Romani, ma
(direbbe vn metafiſico ) eller con volontariamente loro fi foſſero pro
dotra à termine di ſoſpirare in eter- ftitnte , non v'hà dubbio , che all'ap
no il ſuo morro marito' z' beltem- préſentarſi avanti de' Padri offeli ,
miando'dannata il perditto Padre chiedendo pace, & amore , haureb .
fuo Dio ; ardita àpari, e pietofa , G bero più imbeſtialito l'odio , più in
pole loro frà mezzo. Vidit Iefus ho- ctadelita la guerra. E qual Prencipe
minem fedentem in telonio. Mát- Padré, mentre che giuſta guerra
thæum :hora ſe medelima figlia op- moue control nemico infamatore
ponendo al Padre Iddio , delmarito della ſua ſtirpe honorata , ſe la pro
peccatore à difeſa ; hora nel coniu- ftituta figlia li vedelle avanti me
gale ſono della conſcienza eſponen- diatrice di pace , rinfacciandole pri
do al peccatore inarito il figlio del ma co'l ſangue reale l'antica fchiat
gencrato rimorſo , à difeſa del Padre ta' moſtruoſamente di torpezza
Iddio , ad ambidue gridando : pace nuoua macchiata ; con la virtuoſa 0
chiedeua , & amore . Pericò io tua educacione , la ricca dore , pazza, e
figlia ,ella gridauaałPadre Iddio; in miſerabilmente gittata , e con l'of
vano porrò dire da te creata alla fefa , e con l'ingiuria paterna lo ſtela
gloria, ſeiſdegnato la duri córro del fo danno , e vitoperio di ella , non fi
peccatore mio marito '. E così dun- pigliarebbe poſcia di proprio pugno,
queti ſcorderai ò pieroſo : Quomo- col nudo ferro nel di lei cuore te
domiferetur Pater filiorum ſuoruin . condegna vendetta alla giuſtitiado
Pfalm . Tu ,che ficutlac múlfifti me, o ficut uuta più ; toſto checondonarle co'l
102. cafeum me coagulaſti Perirà il figlio fallo l'infame Drudo ? Ciò poito :
lob 10, rimorſo , ella gridaua al peccatore Non è l'humana natura nel pecca
marito , in vano ſi potràdire vſcito tore in fua perfonalitate fubfiftens
alla luce , fe oftinato perſeueri in- forzatamente al Padre Dio ruba .
contro al Padre mio Dio. E così ta , violentata al male : no : Perche
dunque non tiricordaráiò crudele, Deus ab initio conſtituit hominem ,
Thren. che Lamie lattauerunt catulos fuos, o reliquit illam in manu confilijfui.
6.4 . efTer volendo guafi ftruthioin de fer dice l'Ecclefiaftico al 13. onde can
to ? Et ob mediatrice efficace , anzi tò colui . L'humana libertà è dones
trionfatrice glorioſa ? che l'vno, el- del Cielo , che non fà forza à chirie
altro quì arrefo , à pace venne , & ceue forza : ma volontariamente fe
amore : offerì pace , & amore l'im ne diparte , & à protituire ſi viene
pieroſito Iddio ; accettò pace , & nel vitio ,nella colpa ; chefub omni
amore pentito il peccatoreMatteo; ligno frondofotu profternebaris me
vnendoli non fol dicuore , & affet- retrix , dice Gerem.al2. onde que
tojma di vita, e di ſtanza inſieme in . l'altro : Edoler mi votreis ne so di
cui,
04 Iddio pictofo,e rigoroſo
cui , che la colpa è pur inia ; & ap- hà à moftrare la riſpoſta nella ſotti
preſentataſı adunque à queſto mo- gliezza fondata del ſottiliffimo Ra.
do colpcuole auanti del Padre Dio uennate Pietro Grifologo Santo , il
ſi giuſtaniente adirato , non l'hauc- quale dopo hauer detto di ſopra .
ua nell'ira ſua diuina ragioncuol- Vidit hominem , utpeccata hominis
mente ad acuire più coſto , che ad non videret, ſoggiunge toßto: Vidit
iſpuntare 7 forſi che non poteua rin- opusfuum , ne videretoperapeccato !
facciarle co'l ſangue reale , l'antica rum . Io vado qui ſpeculando ſopra
fcbiatta dell'intellettua , e volitiua l'intendimento di queſto pallo , e
naturalezza,che l'apparenta sì ftret- ben m’auueggo , che à ſaluare ò
tamente con gliAngeli, anzicon le ſciogliere la difficoltà con ingegno ,
trè Perſone Diuine : con gli Angeli: biſognarebbe intendere . Vidit opus
Pſal. 8. Minuiſti eno paulominusab Ange- fuum ,che Dio vedendo quella natu
lis:con letrè Perſone Diuine; facia - ra humana , che dicorpo , & aniina
mus hominem ad imaginem , fi- venia compoſta , fiſsò l'occhio nel 1

Gen. 1. militudinem noftram . Gen.1 . mo- corpo , e non nell'anima ; perche il 1


• ſtruoſamente nelle tenebre del fal- corpo, e non l'animaall'occhio del
fo , e nel fango dell'empietà , di tor- la natura ſtella gli venne appreſen
Eccl.2. pezza nuouamacchiata: che ſtultus tato . Ma come:Vidit opus ſuum ;
in tenebris ambulat . Eęco del fallo Vide il corpo , non vide l'anima? !'
le tencbre : ed Impy quafi mare fer- anima dunque non è opera di Dio ?
uens , flu £tuseius in conculcationem , daremo nell'errore d’Auicenna, che
ifa. 57. o lutum . Eccoui il fango dell'em- poſe l'anime dall’Intelligenze pro
pietà;forſe che non poteita rimpro- dotte ? Guarda , ma cattolicamente
uerarle con la virtuoſa educatione veggiamovn poco fe ingegnoſamen
ſotto le curatrici macftre la ragione, te ordita , dottamente quiteflere la
e la fede,la ragione.Signatum eft fu- ſappiamo. Operatio in rigore di filo
Pſal. 4. per nos lumen vultus tus Domine , e ſofia eft,qua relinquit poftfe effectum
la fede ; Exortum eft in tenebris le permanentem : Atio , que tranſeun
men redlis ; anco la ricca dore della tem : e così il fare vn varo di creta è
Eph. 2. gratia diuina ſantificante ; abundar- operatione , perche laſcia dopo di ſe
tes diuitiasgratiæ fue tutto nel pec- l'effetto permanente di quel bocca
cato mortale pazza,c miſerabilmen . le:& il fàltare è attione , perche non
Pfal.48 te gettata;che Homo,cùminhonore laſcia dopo ai ſe effetto permanente
effet,non intellexit:eccoui la Pazzia: alcuno , ma tranſeunte, ch'è quella
ő egeſtas à Domino in domo impy . capriola , che ſe ne paſſa , e ſe ne
Prou.z. Eccoui la miſeria ?forſe che non po- sfuggein vn punto . La creatione
tcua finalmente gittarle in occhio dell'anima , quoad realitaten real
con l'offeſa ,e con l'ingiuria paterna. mente fù operatione perche laſciò
Che filius honorat Patrem ; li ergo dopo di ſe l'effetto permanente 1'
Pater ego fum ,vbieft honor meus a lo anima ftella : ma in linguaggio di
Mal.1. ſteſſo danno , e vitupero di eſſa ? che ſcrittura coſa fù ella ? Inſpıraxit in
Prox.z. egeſtas, ignominia èi ,qui deferit faciem eius Spiraculum vita . Nella
difciplinam ? E come dunque que- Gen.al 2. non fù altro che vn foffio
Na indiuidua peccatrice ſuppoſitata del petto diuino ; & à chi ſi aſſomi
natura , non allapena , nia alla con- glia più roſto il ſoffio , alla capriola ,
donatione del fallo mouela Maeſtà o al boccale ? Dunque il ſoffiare di
Paterna , fi comeempiamente offe- remo ſia attione , non operatione i
ia , cosi ancu giuſtamente adirata ? dunque fe in ſenſo miſterioſo l'ani
Signori è ſottiliſsimo il dubbio , voi ma è ſoffio;in miſtero ,opus non ſarà
lo yedete:ma non meno ſottile vis'- detto, ma a & us dirgi ella dourebbe .
Ah
Per il Martedi della I. Domenica di Quareſima. 65
riſpoſta nellafotti. Ah il corpo fithe opus fi hà da chia- malia di queſta carne co't Marea
delCortilisimo Ra mare , perche non lolo in realtà egli dell'appetito animale, c'hor la lulin
Grilologo Santo, il è opera di Dio , ma in linguaggio di ga in bonaccia con la concupifcibi
er detto di ſopra. ſcrittura ſidice lauorato dallemani le ; hor la combatte in tempefta con
et peccatabonimis diuine, comevn vaſo di creta là dal l'iraſcibile:c ſe Guttacquat lapidem ,
nge tolto: Vidit Valaio : Emmauit igitur Dominus come dirà la mura latina , ela vol
Yetoperapeccato Deus hominem de limoterres e però gare ; L'acqua caua la pietra difiitu
Seculandoſopra vidit opus fuum i poſe l'occhio nel lando; che farà creta fragile,abbrac
uelto pa o , ¢ corpo ,e non nell'anima; però che il ciara, lambita, aflediara ,battuta da
che à laluare è corpo , e non l'anima à vedere ap- vn'Oceano ? eh eh Signore dirò con
con ingegno, preſentato gli venne ., Ah,e nellap- Ifaia Profeta al 64. Nunc Domine
-e. Vidit opus prelentarglielo quella natura Jolie- Pater noſteres tu ; nos vero lutum , Ğ
quella natu ua dire . Èh mira quà Padre Dio , e fictir noſter tu , a opera manuume
-0 , &anima l'opra fragile della tua mano cono- tuarum omnesnos. Neiraſcaris Do
'occhio nel ſci nella tua figlia , e ſarà douere mi mine fatis , o ne vltra memineris
perche il compariſci al fallo ,che non aſcondo iniquitatis noftra . Alla fine Signore
cchio del pertinace negando, maſoldefendo, tu lei il Padre noftro , e noi la creta
appreſen confeſſando pentita . Oſcurato mi tua figlia : tu il Figolo ,tu il Vaſaio ,e
sfuum ; hò l'intelletto co'l falſo ; deturpata noi il vaſo , noi il boccale forrnato :
nima ? !. Ja volontà con il male , e che ftupo- non ci ſcorrucciare mò tanto Sj
di Dio ? se ? mi hai fatto il corpo di terra: la gnore fe cadutiſamo, ſe frantuma
lina , che volontà è cieca ; e l'ombra della ter- ci in ſcheggie ci vedi : ma ſcordati le
ze pro ra arriua ad oſcurar la Luna : ecal noſtre colpe che ſe il Vaſaio preteu
amente pa cieca , che sù la terra cammina , de , che non vi ſia vaſo ,che vada ad
amen dpello nel fango entro alla foffa tra- iſpezzarli caduto , biſogna, che gli
Forela colla . Hò traicurato gli auuili della gitti di bronzo , e non gl'impatidi
filo ragione ; hò traſgredite le inſegnan creta :c puſediceua Giobbe. Nec for
ctum ze della fede ?Che marauiglia.Cin- fitudo dapidum fortitudomca,nec ca- Tobc.6.
que Sirene hai poſto nel lido dique- ro mea enea eft . Et ob che queſto fù
ta è fto corpo, al qualegiuocano i Aluni, il punto , al quale impietoftep Iddio
liſe & irefurli delle vicende mondane, àcompatire li moſſe;e compatepdo
C1 dico li cinque eſterni ſenli : e'l canto al fragile , à voltar l'occhio dallamies
0 delle Sirene anco i più accorti Vlif- colpa lontano , condonando al pec
e fi, daili prudenti pria riceuuti auui- catore il meritato caſtigo :Vidit OfKs
2 li , dalle più fauic pria riceuute infe- oC.
gnanze ingannati diTuadeta:bò git- SE queſto è quello , che in mi
tata la dote, il teſoro della gracia di- Atero ci molt rò vn'altra volta il Si
uina ſantificante , per atteforizzare gnore in San Gio, all' 8. Gli venna
teſori di queſta vita ?Forza è ſcuſare condotta auantida Scribi, e Farilei
la ſimpatia del ſangue humano, che vna donna,accuſandola d'adulterio;
efendo fangue, che ſcorre per le ve- & cgli ſubito inclinans ſe deorſum
de d'un corpo terreno, riguardacon digito fcribebat in terra . Alza quil
occhio di fratellanza l'oro , e l'ara grido Ambrogio Santo lib. 9. Epift.
gento , ſangue il più fino, che ſcorra 76., e dice ; vide lector Diuina My
per le vene della medeſima terraus . fteria, o clementiam Chrifti : Nora
Inſomma non hò portato l'honore , li Miſteri Diuini di queſto fattojno
non hò feruato l'amore douuto alla ta la clemenza di Chriſto, che qui fi
M.V.Paterna , ſendo proſtituto nel moſtra: Cùm accufatur mulier,caput
peccato mortale ? il fallo è grande , Chriſtus inclinati eleuat autem , ubi
ina degno d'eſſer compatito pur'an- defuit accufator: mentre accuſaca è
co ; hauendo circondata la terrena la donna , Chriſto s'abbaſſa
1
alla tera
raje
66 Iddio pietoſo ,erigorofo
ra,e celata l'accuſa , allhora s'alza à come animato mufico Atromento ,
mirarla: e forſe ci vuol dire,le Chri- dourebbu ſempre co'l mio volere
Hogiuftiſlimo Iddio haueſſe mirata concorde , in concertata retta vita
in faccia la donna, mentre accuſata lodare la miſericordia diuina : ma
veniua di così brutto peccato , dall'- egli è anco vero ,che fi ſconcerta fa
yn canto vedendola dalle mani din cilmente vna cetra innumidita , ef
uine fabbricata di figura diritra , atta ficcata , allentata, & iftirata : e così
à rimirar’il Cielo , e non la terras , l'huomo con l'humido del dilette
quale ſol calpeſta co' piedi; e dall'al- uole , col ſecco del rincreſceuole al
tro intendendo, che à guiſa di bruto lentato nell'indulgenza, iſtirato nel
animale , di bruta lupa , tutra alle l'aſprezza facilmente quali miſtica
ſozzure terrene s'era inchinata, e cetra egli pur'anco à ſconcertare la
con l'occhio ,e coʻl cuore . Che Pro- viene . Onde ſe l'huomo può dirli
naque cum fpečtent animalia cætera bella canzonc compofta dalla Sa.
terram ,os homini ſublime dedit ,Co- pienza Diuina per la metrica com
lumque videre, iufit,erectos adſy- pofitura delle potenze , quali che
dera tollere vultus >
Gino il Gentile tanti carmi in artificioie Itrofe in 1

(Ouid.inera) l'inceſe; ob egli s'haue- trecciate , inteſfute; li può anco ag


ùa à mouere à rigoroſa ſentenza di giungere , che la diſpołesù tanti fo
morte e temporale , & eterna ? Ma gli diſgiunti , e licui della hnmana
che fec'egli piegolli pieroſo à terrà , mutabilità , almodo delle riſpoſte
e col dito in quella polue ſi tratten- della Sibilla Cumana, tantoche allo
ne ſcriuendo ; e che ſcriueua ? L'- ſpirare de' venti di tanti affetti colà
Euangelio no'l dice , ela Chioſa or- dell'antro del cuore , facilmente fi
dinaria afferma (tarſene indefinito . voltano à rouerlo ifconcertate . O
Siue verba illorum , fiue quid aliud huomo : s'ei vede il vero ; c'è chi l'a
non eftdefinitum . Ma ſe non potia- dombra: s'ei vuole il bene; c'è chil
mo noiarriuareà que' concetti di- impugna: s'egli ſi aliuanza al retto ;
uini inperſcrutabili,i quali con inui- c'è chi'lreſpinge da fronte : s'egli di
dia del Cielo , e delle Stelle furono ritira dalcorto ;c'è chi' foſpinge alle
ſcritti là nella terra infra l'arene , ſe ſpalle : egli deue ; ma egli è fragile :
ben copiate,credio eſattiſſimamen- egli può; ma egliè debole : perche
te da' più eminenti Cherubini del cgli deuc, egli può, e non offerua ,
Cielo nel foglio delle lormenti, per non fà , eglipecca , egli è vero : ma
materia diſtudio à tutta l'eternità: perche è fragile , e tanto fragile ,
potremo almeno immaginarci, che quanto è quelta terra ; ma perche e
i preſenti maſticando nel cuore, con debole , egli è pur anco iſculabile , e
ildito (criueffe. Che faccio ? la con- comportabile . Ab inelınans ,incli .
danno, è l'attoluo ? l'anima alata di nans digito fcribebat in terra , A
fapere, e volere, porre doueuafi leg- quello modo fi tratteneua il Signo
giera à volo ; mail peſo del corpo - re nella difeſa, c ( cula , mentre dura
aggraua à baſſo . Grande è l'eccel- ua della peccatrice l'accuſa . Vide
lenza dell'huomo dalla differenza diuina C.Ma l'accuſa ceffata , alza
del ragioneuole; ma grande ancora il viſo pietoſo, compaticnte la mira,
è la miſeria di lui nel generico dell' la conſola amoroſo, caritatiuo l'au
animale . Sò,che in riſpoſta di quel- uiſa , e miſericordioſo l'affolue, e
la potrà vançar l'adagio de'foli He- manda in pace. Nemote condemna
roi de Calo nati;o filij Cæli: ma in nit ? Nemo Domine i nec egote con .
riſpoſta di queſto ei potrà ancora demnabo, vade , osam ampliusnoli
ftar con li Plebei: De terra nati, o peccare E queſto è quello chein fo .
fily terra : egli è vero , che l'huomo mogliante che adiuiene nella con
uer
co tromento ,
Per il Martedi della I. Domenica di Quareſima. 67
o'l mio volere uerſione di tanti de'peccatori, men- che tu compatitli , e perdonaſi al
ertata retta vita creche di fragil natura conſiderati tuo conſeruo ? non lo volelti fare ?
vengono compatiti dall'impietoſito Iratus Dominus eius tradidit eum
dia diuina : ma Signore. tortoribus , quoadufque redderet uni
fi ſconcerta fa 6 Ma qui m'arreſto è Signori , c uerfum debitum . Vada alta carcere,
onumidita , er
iftirata : e così marauigliandomi della forza dell'- ſoddisfi à tutto rigore , ofi non ha
Edo del dilerte
humana fragilità inmouereà pierà, bet in bonis, luat in corpore : 112dato
e perdono l'offeſo Signore verſo del in mano a'carnefici emi ſoddisfing
Encreſceuole al peccatore, ſtupiſco poi l'ecceſſo del- con tanto ſangue . E che parabola
za , iftiraro nel
la crudeltà humana in non voler queſta ? Senti, cheChriſtoiſtello lu
ce quali mitica compatire , e perdonare al profli- bito te la dichiara,Sic Pater meus
ſconcertare li mo, che ci offende. Vien quà, Dio Cæleftis faciet vobis, finon remiſeri
como può dicle Immortale , ò huomo crudele , che tis vnufquifque Fratri fuo decordi
pofta dalla Sa. non vuoi compatire, che non vuoi bus veftris. Tu peccatore ici il ſeruo
metrica com perdonare à chi t'hà offeſoà chit'bà debitore à Dio per li peccati com
ce , quali che danneggiato l'honore , la roba , ché meſise Dio ti ha compatilo , e per
ioie itrofe in sò io ?hai tu biſogno d'eſſer compa- donato tante volte riguardando pie
i può anco ág tito , e perdonato da Dio ? dicanlo li tolo la tua fragilità : ma tii adelio
Sie sì tanti fo canti, e tali tuoi graui peccati , che non yuoicompatire , e perdonare al
della homana qui dentro -t'accuſan reo d'ogni ca- tuo proſſimo , che fragilenon meno
so delle riſpoſte ligo temporale , & eterno : per 1- dite , e caduto in farti offela ? ſappi,
sa, tanto chie allo auuenire ſaraicu biſognoſo di que- che Dio ancora perciòteco ( degna
tanti affett colà ſta compaſſione ,e perdono ? dican- 'to vorrà , chegliſoddisfi à tutto ri
, facilmente la lo queipeccati, chedalla tua huma gore della giuſtitia ſua, dandociin
concertate . o na fragilità ſi poſſono aſpettare , ſe manode' ſuoi carnefici , che titor
vero ; c'è chi l'a dalla gratiadiuina con ſingolar con- mentino in queſta ,& nell'altra vita,
bene ; c'è chil corſo non ne verrai preſeruato ; e ſoddisfacendolo con tanto langue ,
quanza al retto ; biſognoſo tanto d'eſſere compatito, già che per te medeſimo altrinienti
fronte : s'egli a e perdonato da Dio , tu non vuoi no'l puoi,peroche queſto non è più
chi'l ſoſpinge alle compatire, tu non vuoi perdonare peccato di fragilità humana , madi
na egli è fragile : al pronimo tulo ? che crudeltà nage diabolica analitia ; e carncficiti fa .
debole : perche giore, che ſconcerto più irragione- fanno le diſgratie nella roba, leinfa
c non offerua , c uole ? ma ftàmeco ſgratiato , e ſap- mie nell'honore , li malorinella fa
pi , che per queſto peccato di noin nità , la morte della vita , & ildiauo .
sgliè vero : ma comparire, e perdonare al proſſimo, lo nell'anima , tradidit eum tartori
tanto fragile , manco tu nell'altre tue colpe verrai bus, ideft Damonibus dice il Poftilla
a ; ma perche è da Dio compatito,e perdonato , ma re, vfque in perpetuum , quia in In
nco iſculabile , c punito à tutto eſattorigore . InSan ferno nulla eft redemptio : E fic ficad
inelinans , incli Matt.al 18. Vn Padrone compariſce litteram fine Glofa: fic Patermeus.
Pat in terra , A ad vn ſeruo fuo debitore , e gli con- c.è nota quella parola vnufquifque
teneua il Signo dona il debito ; e quel ſeruo trouato regola generale per tutti , e cialche
Ja,ccmuelnatre diurdae. vn debitore conſeruo ,non gli vuol duno per il cittadino verſo del con
a . V compatire , ma ſodisfattione ne ve tadino ; per ilricco verſo del poue
uſa cellata , alza prende a tutto eſtremo rigore . Sì , ro ; per il nobile verſo il plebeo ;per
patiente.liua omira, diſſeil Padrone : Serue nequam im- il grande verſo il picciolo i per il po
, caritat l'au ne debitum dimiſi tibi ; nonne ergo tente verſo il debole : cutti , tutti, e
liolo l'affoluem,nca oportuit , te mifereri conferus tui, ciaſcheduno , ſe vogliono ellere
mo te cande ficut egetuimifertusfum ? male- compatiti , e perdonati, hanno da
2e jn ec egote con detto , imbeſtialito , hauendoti io , comparire , e perdonare : e compa
iam amplius noli che ſono il Padrone compatico , e tire, e perdonare dicuore : decordia'
quello che in fa . perdonato , non voleua la ragione , bus, de cordibus veftris : altrimente
viene nella con I 2 tutti
Her
68 Iddiopietoſo ,e rigoroſo
tutti tutti , è ciaſcheduno in mano egli è vna carogna , vn facco di puz
de' carnefici ad eſſer tormentari vf za deſtinato palto de' verini, noin 1

tquein perpetuum , infin che duri l'in- vuole compatire , e perdonare l'int
defettibile Diuina Eternità. Eh Pa giurie riceuute,e pretende che'lDio
dre trouareino ben noi il verſo di della Maeltà lo compariſca , e per
sfuggire queſta eterna carnificina,ci doni i peccati ? Che ſpropoſitiſte
vendicaremo, ci ſoddisfaremo à no- macoli ſon queſti, che sfacciatagine
Ara voglia di chi ci hà offefi, e poi inſopportabile? Quis exorabit oC.
ſoddisfaremo al Signore conla con- E chiardirà pregare perlidelitti di
feflione con la penitenza, prima che queſto tale ? Quis quis ? Chi ſulla
egli ci dia in mano de' carnefici, per- terra ? Chisù nelCielo . Interroga
che alla fine Ga queſto peccato di to Spirito Santo, e non refponde co
non compatire, dinon perdonare di me chi cerchi, e non troui: s'egticle
quantamalitia ſi voglia , che vna è Dio , noʻl croua, lo tronerò io me
confeſſione benfarta, vna penitenza ſchino ? lo troverai tu infelice? e per
intiera , roddisfà à tutto . Beniflimo, trouarlo chi gliadi voi ? re l'aniina
ma ſai bene, che queſta confeffio- ti è cara , mentre , che fi fà l'elemo.
ne , e penitenza ti hà da venire dalla fina , & io reſpiro, penſa a'cafi tuoi
gratia diDio , e con gratia partico
lare c'habbi parienza ad aſpettare , e SECONDA PARTE.
non ti preutenga con la morte, con il
manigor omenirewiwienaqueftobem ? G Ranforzachetiene l'humaa
chiaro ftà che hà da efferetutta pa- fragilead impictofire l'onnipotente
tienza , gratia ,mifericordia diuina. verſo del peccatore : ma vna graue
E chi ti otrerrà dal canto contro di difficoltà: come non s'impiecosì con
te adirato Signore quanto ſi dichia- Adamo ? come fù egli caſtigato del
ra nell'Euangelo, che non può men- la ſua colpa co'l decreto irremiſlibi
tire ; Iratus Dominus eius, quefta fe dimorte ; con la priuatione irre
patienza , gratia , e miſericordia di- parabile dello ſtato dell'innocenza ;
uina, ſi chefaccia per conto tuo vn " con l'eſliglio ſenza ſperanza di gra
appendice d'eccettione all'Euangeli- tia dal Paradiſo Terreftre ? Non era
ca regola generale , con la qnale de- fragileAdamo? di creta anch'egli
creta di fare in quefta cauſa giuſtitia ammalato, & ammaffaro di freſco?
rigoroſa ? Padreme l'otterranno, ſe Eh Signori perche il peccato d'Ada
non le mie preghiere, i ſerui di Dio mo fùù peccato di malitia,non di fra
di qıreſta vita , quali m'obbligo con gilirà . Oh it peccato dimalitia tan
l'elemoſine; i Santidell'altra,a'quali to muoire å ſdegno ilSignore , che
mi faccio raccomandare , & hono- perlo più è caſtigato da fui à tutto
ro come mniei particolari Anuocati; rigore , e co'l primo, che vi cadette
La Vergine Santiſſima, alla qnale ne volle dare à pofteri tutti leſeni
Tengo vna particolare diuotione. Oh pio . Vogliamo noivedere, come
grida lo Spirito Santo nell'Ecclef. al fone peccato dimalitia ,non di fra
28. Homo homini referuat iram , o gilità? Tratta Dio nella Geneſ.al .
propitiationem petit à Deo; quis exo- di formare queſt’huono e dice fa
rabit pro delictis illius ? Phomo ciamas hominem ad imaginem , a
conſerva lo ſdegno cótro l'altr’huo- fimilitudinem noftram ,o prefitfi
mo , e cerca , che Dio gl’yli pietà , fcibus maris , o volatilibus Coeli,
aſpettandolo à penitenza ? non vſa beſtys vniuerfæque tèrra . Horsù fac
mifericordia co'l tuo frarello , & hà ciaino l'huoino , e ſignoreggi, e go .
ardimento chiederla per fe fteflo , dernšalli pelci, alle citie , à tutto il
Mon
Per ilMartedidella 1. Domenica di Quareſima. (9
Mondo . Oh piano vn poco Signo . rafa nell'intelletto , ſono neceflitoſi
se ſu'l trattaine primo la formation di ſentire prima di fuori , creden
ne , tratrare di porlo in fignoraggio , tro ; e di fantaſticare pria ,che intens
e gonerno ? bifogna trattar prima di dere ; anzi nell'intendere ftello , pria
nodrirlo , alleirarlo , aminaeſtrarlo ; d'apprendere, che di comporre , è
e fatto che farà buomo compito ,fa diuidere, e di comporre, e diuideres
puto, & eſperto, fe gli potrà allicu- pria che d'inferire , quali chi balbete
rare in mano il dominio & il gouer- tando fix'l libricciuolo , pria l’A.B.C .
no :ma'apena cauato alla luce, af femplicemente apprente , porcia le
fentarlo in Tribunale :eh ch Signore vocali , e conſonanti intende, diſtin
Ars artium è quella del gouernare: te fillabe, e compone , e diuide , v
vn poco più pauſatamente biſogna- timamente intiera la dictione for
rebbe andare per quanto vede il di mata pronuntiando, à queſto modo
fcorſo noftro debole , e corto . Oh difficoltoſamente folcon progrello
appunto diſcorſo debole , e corto ri- ditempo atriuando ad effere con !'
{ponderebbe Baſilio Santo quello di intelligenza ſaputi ,e con la rimem
Seleucia. Oration. 2. Qual’huomo branza fperimentati . Non vide Dio
credi tu baueſſe auanti alla mente in vn'huomo diqueſta fatta, mentre il
quel punto , che queſte coſe diceua futuro Adamo appreſentoir alla ,
si Creatore Iddio Vidit hominem mente: nò: ma qual’huromo vid'egli?
non egentem vtero, non in nature of Sed vidit hominem immortali manu
ficina luteum embrionem , non accre- editum , Dei digito ex tempore
tionem vteritumore defignatam , non perfectum ,abfolutumgifimulachrum ,
tempus manentem quo de ventris vidit fimul fictum fimul Regem fa
carcere captinus exoluatur , neque Etum : nam prefitinquitpiſcibus,e
poſt paritionem reticulis fafciorum ciò che fiegue. Videvn’huomodal
reformatum :Non vide mica vn'buo- l'onnipotente fua mano , dalſuo di
mo delli noftrani , di quelli , che ſo- to divino al punto , al momento ,
no generati, naſcono , e s’alleuanò aldetto , e fatto omnibus numeris
alla giornata , che quafi olte , e bo affolutiffimo compita , e perfetta
calihanno biſogno dell'vtero d'vna mente formato , e di ranta ſcienza
madre , che di fornace lor ferue, en- infuſa inſiememente dotato , che
tro la quale li cuocano, e ſi maturi- iraſcendo poteua sử lo fteſfo vſejr
no :che prima in embrione innani prima allaluce ſenfatamente regna
mati, quafiche pezzi dicarneinfor- re , e gouernare:onde neltrattare la
mi; ammalati vengono poi à poco diluiprima formacione, il Signore
à poco dalla tardanza del tempo , Ben puore inſieme trattare diporgli
quaſi che dalla lingua dell'orfa nelle fcettroin pugno , & affentarlo in
for membra diſtinti, e figurati: che Tribunale . Faciamas hominem ,
nolie mehi ad vncarcere cieco dan- Prafit Oʻc. Fare -qni punto adeſſo.
nati, prima che di peccar capaci, ro- Tale fù l'huomo primodaila diuina
no forzati ad aſpettar , che il nono mano formato . Animato d'anima
m' ere con la chiave del parto da ragioneuole , è vero, che di natura
quella ſcura prigione gli caui al fua come le forbe il tempo chiedes.
chiaro ; che dopo nati eller denno che la matnri'net ſenno ; ma che per
legati trà fafcie ; epannicelli imeli, difpenfatione particolare non feppe,
egli anni , accioche libero , e franco che li foſſe nudità di ſapere , & ad
ilpaſſo mouano e dirò più che nati à dottorata prima mentalmente nelle
pena alla vita entro d'anguſta culta fcienze trouofli , che fulli teſti de
ripoſti al feretro , al ſepolcro vengo- fenfi carattere di fpecic alcuna da
no inaugurati je naſcendo tabella Stampatori oggetti impreſo tro
fi in
70 Iddio pietoſo,e rigorofa
trouafſc,in sù de'quali leggere,o ftu , può arriuare ad eſſer perdonato dal
diare poteffe . Impaſtato di corpo la miſericordia diuina per infinita
cretigno, egli è verifimo ,che dina- che ſia . Fermati Caino . Chi ti fà
cura liia tencro prima nell'humido , rompere in così graue beſtemmia ?
à poco a poco poſcia al fuoco de' Signori dopo peccato Caino,gliap
mattoni nell'eNicara s'indura : ma parue Dio, e frà l'altre coſe glidille .
che per priuilegio particolare nono Sub te erst appetitus eius, o tu do .
ſeppe, che debolezza foſſe de glian- minaberis illius : S.Ambrogio legge
niprimi; e pria trouoliviriledi for- Tu Princeps ilius : indi riuolto à
ze, e nerbo sù proprij piedi, che par- Caino cosi''l rimprouera : Tu ergo
goleggiaſſe bambino in ſeno altrui; Princeps operis tui , tudux criminis:
& aggiungete poſcia i ſopranaturali non te' inuitum, non imprudentem
fauovi della gratia ſantificante, del eror traxit ,fed voluntaris reus iu
dono dell'innocenza , che non ſenti- dicio , non lapſu fecifta dolum , quote
ua incentiuo di fomite, rubellatione diuina imurie reun effe conuincis.
d'appetito, diſordine di paſſione,che Dunque ò ſcelerato tu ſei quello ,
gliobombraſſe, impugnaffe, inquie- che libero dominatore dell'opera
caſſe la parte ſuperiore. Oh huomo taa , guida ti ſei fatto con la malitia
tale, per vn pomopuerile galluccia, al delitto ,onde al tuo comando fc
venne à traſgredire il precetto diui- guiſſe il ſanguinofo misfatto : non
no ? Non v'è fragilità , chelo ſcufi, puoidire , cherenitente vi ſei ſtato
pecco di mero volere , fù ſola ſola fofpinto; che imprudente vi ſei ſtato
malitia , onde non fù da Dio com condotto , che inauedutamente vi
patito qual fragile, e perdonato , ma lei caduto ; che di tutto volontario
qual malitioſorigoroſamente puni- pieno,e poſato giuditio il fratrici
to , e caſtigato . dio hai commeſlo :e perciò reo del
8 Così le a queſtioneggiare poi ladinina ingiuria ti dai da te mede
venille il Teologo, che ragione di limo conuinco . Oh quefto queſto
congruità aſſegnar li poſſa dell'ha- fù quello,affermo io, che fece roin ,
ner' Iddio irremiffibilmente al pri- pere in diſperationc Caino . Sapea ,
mo fallo caſtigato con eterna dan- che all'Angelo, che hauca di malicia
natione langelica apoftafia: io l'afe peccato , non fù concella graria di
ſegnarei dicendo , perche eccellen- penitenza . Sapca , che al Padre
riflimi, fortiſſimi per natura, e gra- Adamo peccatore di malitia non
tia ; peccarononon per fragilità,ma venne condonata , ne la ſentenzadi
per mera malitia : edopo dell'hauer morte, ne lo ſpoglio dell'innocenza,
Diomoſtrato , quanto il peccato di onde vedendoli rauuolto in colpa di
malitia à giuſto iſdegno lo moua , e malitia sì fatta , difperò della miſe
nell'Angelo , e nell'huomo primo , ricordia diuina con peccato molto
volle moſtrar l'effetto di queſta giu- maggiore , & impenitentemorendo,
Ititia ſua anco per terzo nell'huomo andò dannato Giuftitia Diuina , che
ſecondo : accio che in ore , anzi in . iſdegnata per il peccato di malitia
experimento duorum , vel trium te- commeſſo , cominciò il condegno
ftium ftet omne verbum .Peccò Caino caſtigo dal negargli quella gratia
vccidendo il fratello Abele , e diſpe particolare, la quale & à ſperare,&
randodellamiſericordia diuina,im- à pentirſi efficacemente l'haurebbe
penitente muore , c và dannato . moflo .
Maior cit iniquitas mea , quàm , ut 9 Oh N.ob N. , she quell’huo.
veniam merear dicenelGen.al 4. lo mo, chequella donna cadano colà
fulmino contro me fteffo la ſenten- fuori in quel peccato di carne
za , che'l mio peccato è tale, che non che colui nell'atto , che viene in
giuriaco
Per il Martedidella I. Domenica di Quareſima. 71
gidriato , & offero , e mentre bolle : Diauolo : che finalmente à ſanguo
il Sangue , dura l'ardore del Cuo . freddo , à cuore quieto , à giuditio
re , defideri , e procuti vendetta : pofato ſi pecchi de'più enormi pec
che quell'altro all'offerirſegli vna cati , e li perſeueri in peccato , nc
si farta troppo bella comodità di curi il peccatore di Vitièrenetico
pizzicare la roba altrui , laſci (cor- di Dio Maeſtà Infinita , Onniporen
rere l'vgne : che finalmente pec- te , Giuftiffima, che tiene le chiaui
chi l'huomo , ch'è foſpinto da pal- della vita, e della morte temporale ,
fione ne i peccati dozzinali , ſe ben & eterna;oh peccati di malitia fono
mortali, oh l'humana fragilità in queſti , i quali per ordinario non ſo
gran partegli ſcuſa preſſo la Maeſtà no compatiti ,non reſtano perdona
del Signore,ma chelemale pratichetida Dio . Oh Padre , che'l più de
durino incarognitei meſi,e gli anni : gli huominiſonopieni di queſtipec
che delle Chieſe, caſe conſagratc à cati. Ob figli, che per queſto il più
2
Dio fi facciano poſtribolidel Dia- de gli huomini vanno dannatiin
uolo che in peccato mortale fi rice- eterno eternamente. Oh Padre,che
uano li SantiſliiniSagrainenci ,ch'è tutti ſperano d'ellere compatiti , e
vn calpeſtarli fagrilegamenre : che perdonati alla morte . Oh figli,ch'è
vengano inſidiari i letti maritali al- yn ſottiliſimo inganno del Diauo
trui ingiuftiffimamente anzi vi fia- lo, il quale alla morte facendo loro
no ſcatenati Diauoli, che fiſſando la ſcoprire la malitia delle lor colpe ,
mira , e l'occhio ne' SagriChioſtri , le quali hora tiene adombrare co'l
non habbiano horroredi mettere il velo dell'immaginaria fragilità, per
deſiderio , ſe non poſſono l'effetto , mettendolo Dio per lo più li fà dare
Dio,
in perſone ſpoſare al medeſimo con Caino in diſperatione , e cost
sfregiando quanto è dal canto loro muoiono ò inconfefſi, ò malamen
quella ſuprema Macità di quell'in- te confelli. Oh Padre , che quali
famia , che più ignominiofal tima non v'è, chi ci penſi,e quanto li pec
frà le perſoned'honore: che non cāti di carne , ſangue , e roba altrui
ſolo fi pecchi dipeccati, a' quali in- ſono più grani,tanto ipeccatori ma
clina la fragile ſconcertata natura , litiofi piti gloriofi fe'n vanno . Oh
ma dei contrarij abbomineuolmen- figli cheperciò fulmninò lo Spirito di
te alla natura médeáma : che incan- uino quella ſentenza nel Salm . si ,
cheriti gli odij non ſi rimetia mai ; Quid gloriaris in malitia ,qui potens
non ſi perdonimaiper amor di Dio, es in iniquitate ? A che glorioſotc
che lo comanda, &imbeſtialitol'of- ne vainella malitia tua, ò tu ,che ſei
feſo voglia più coſto macchiarl nel di ardimento epotere, per commet
ſangue humano , che lauarſinel di- tereogni fortc d'iniquità ? Propte
uino di Chriſtonella compaſſione ; rea Deus deftruet te in finem ; euellet
più toſto tracciar co ' denti le carni te , emigrabit de tabernaculo tuo ,
nemiche , che Santamente paſcerſi radicem tuam de terra viuétium .
dell’amoroſe del ſuo Giesù nel Sa- Propterea D.d.te in finem .Spiega la
gramento là dell'Altare ; non ſi cu- Portilla morale ,tibi reddens debitan
rando d'anima, d'Inferno, d'eterni- pænam . Euellet te , o e.d.ttuo : ex
tà; beftemmiando Iddio ,moſtran- trahendoanimam à corpore, o radi.
dofi vn'atteiſtaiche riflettendo quel- cem tuam de terra viuentium , ideft
l'altro , che ſe vuolſaluarſi, biſogna animam luam qua viuificat corpus ,
ſoddisfare reſtituirc, e non v'è altro ficut radix arborem , priuabit te glo
mezzo,ſe queſtoè poſlìbile, ad ogni ria per æternam damnationem . er
modo per danari venda l'anima ſua, rà perciò il Signore à caftigarti con
el corpo inlicme eternamente al la pena douuta alla malitia tua ; il
che
>
-
Iddio pierofoje rigoroſo
che farà con lo ſterparti à forza ! - altroue, chenella gratia di Dio pore
anima fuori del corpo , e priuandoci le fue fidanze,c perciò meritamente
etemamente della ſua gloria , cter- egli èprecipitato all'Inferno . ON.
namentedannarti à pene infernali. o N.beati, beati que' giuſti, che à
Videhunt iufts, a timebunt, fuper queſto modoimparano à fpeſe al
Eum ridebunt, o dicent : ecce homo, trui à temerela giuſtitia diuina : )
qui non pofuit Deum adiutorems N. Ò N. Infelici infelici que' pecca
fuum . Videbunt iuftituam deiectio- tori , che à ſpeſe proprie leggono al
nem , Ótimebunt Deum offendere trui la lettione del diuino timore .
plufquam, ante : super eum ride- ' Vditori, vditrici;di tanti che liamo
bunt,applaudentes diuina iuftitia: qui, quanti di noi alla morte citro
dicent : Ecce homo, qui ocideo me- uaremo di queſtigiuſtibeati:Quan
rito lapfus eft.ad Infernum . Vedran- . tidiqueſti peccatori infelici? Dio lo
no i Giufti queſto rigoroſo caſtigo ,e sà, Dio losà i però ſe Dio ci chiama
concepiranno più timore del pecca- à penitenza non tardiamoalla mor
to mortale, che non baueuano pri- tefuor dipropoſto . Chepericulum
ma, & applaudendo alla giuſtitia di- eft in mora,e pericolo d'eterna mor
uina , diranno . Eccoti il fine dicbi te, Dio ci liberi. Amen ,

IDDIO
IDDIO MINACCIA
PER NON CASTIGARE
Per il Mercordì della prima Domenica
di Quareſima.
Viri Niniuit & furgent in iudicio cum generatione
iſta, e condemnabunt eam . Regina Auſtri
ſurget in iudicio cum generatione ifta , >

Boi condemnabit eam .


S.Matt.al c . 2 .
Onli colpiſce è peròche ſempre non la preuiene co'l
Signori ſe noies fiſchio , ne ſempre ilferpe s'attacca
difficolcoſamen- alle calcagnadi quella ;peròche ſemn
te chi fugge ; e pre entro l'herbette,ei fiori infidio
facilmente fug- To non coua . Riſolſero per tanto i
ge , chi minac- topi nel lor ſenato di attaccare al
ciato ſi ſente i gatto la campanella , perche guar
Parto della minaccia è il timore , fe dingo , e cheto da fauio ſempre egli
il troppo ardire del minacciato non ſi mette in aguato . E d'onde auuic
l'è cagione d'aborto ; figlia del ti- ne , che'l Sole al proſeguire chefà
more è la fuga , le dell'intimorito il mill’anni canci la notte, mai la rag
piede à forzaarreſtaro iſterilitono'l giunge, tramezzando ſempre frà d'
vede; ne reſtarebbe colto dall'vccel- eniichiarialbori , ſe non dal canta
latore l’vccello , ſe'l minacciato gallo , chedi minaccioſo auuiſo le
bombo del cauo ferro pria gli toc- ferue à porſi in fuga ? Per me sò,che
caſſe l'vdito , che palla micidiale gli fe'l cuono foſſe più veloce nel cor
tocchi il cuore : ne ſcoppiarebbe il fo che non è il fulmine, haureitem
velcro , ifuggitiuilepricacciando in po, quando adirato è il Cielo , di ri
vano, ſe'lminacciolo latrato chiu- courarmi di ſorto à qualche alloro .
dendo in ſenosimprouifo cercaffe di Ondeche per colpirci, il Cielo fac
porgli al pelo il dente.Quinci da ca- cia, che'l colpo della Saetta cadente
ne ,che abbaia , il pellegrino ancor- ratto preceda alla tuonante minaca
che zoppo non teme , ma da maſti- cia , e prima ad ognimodo preuen
no, ch'è muto, ancor'il più ſuelo , e ga co'l minaccioſo lampo lo ſteſſo
ceruiero in gran periglio ſi tiene . colpo: queſto è vn'intrico, confeſſo,
Afuta però la volpetaciturna gi- che non l'intendo.Ma ſe queſto, che
rando , ſpeſſo de polli s'ingraſſa ; la intrico è di natura , io non intendo .
doue carliero il nibbio intifichifce A intendo bene il bel miſtero di gra
difame . Ne ſempre ſchiua la pafto- tia del minacciare , che fà il Signore
rella ilmorſo attoflicato del ſerpe , per intimorire , acciò pentiti, ayue
K duri
7.4 Iddio minaccia per non caftigare
duti fuggiſlimo futuro il colpo. Ma po ? dice Dio: mi marauiglio dite ,
perche tanto replicare le minaccic, On ranta colera , ò Patentiffimo ,
replicarote, comead ogni paſſo ſi contro vn meſchino , che non è più
trouane'Sagri libri? Malanni eterni d'vna foglia impallidita d'autunno ,
ribombando in alto grido (degooro; chę dal vento è rapita ; Contra fo- lob ca.
ma'in fuguro tempo però l'effetto slium quad yento rapitur, iſtendig.po- 3 .
della minaccia ſeguendo ? Acciòri- tentiam tuam ? Se troppo ſonotrè
ſpondo , dalli auuiſi moltiplicatire- giorni, sù dategli tempo vna notte
ftino poſcia giuftificati i gaſtighi conformeà quell'altra v fanza . Che
contro degli oltinati. Et ecco hog- vnanorte ? replica Dio . Tu mi vuoi
gi minaccia pur’anco , e coll'efem- calare di bocca · Signore , e pare
pio Ingolarmente de' Niniuiti ap- tanto vna notte à voi , auanti à gli
portato cheminacciati sintimoritii occhi del qualemill’anni fono, co
pentiti vennero perdonati. Viri Ni- me à noi il giorno di hieri , che hog
niuite ſurgent in iudicio cum gene gi cipare un ſogno ; Quoniam mille Pf.89.
ratione ifta ; quia panitentiam ege- anmi ante oculos tuos, tanquam dies
runt inpredicatione lona . Sperino hefterna , que preterit ? finiamola
quclli dunque , che partiranno di- via alla toidareſca , dategli termine
ſpolti à penitenza , che Dio minac- vn'hora intiera , mezz'hora • Che
cia non à fine di caftigare, madi at- vn’hora intiera,chemezz hora?ſog
terrire , conuertire, e perdonare; il giunge Dio: chiudi quella bocca
primo punto è per moltraclo : ma (gratiato . Ma fareloall'improuiſo
chi ofipato pur'anco impenitente morire , e precipitare nell'Inferno
yourà durare nelle ſue colpe rau. così in peccato mortale : chiulete
uolto , ſappi, che Dio co'l moltipli- gligliocchi fubico nato , e dannate
cato auuilare verrà à giuſtificare il lo al Limbo e dirla poſſa; o in pun
gaſtigo , che temporale , & eterno , Eto ad Inferna defeendit . Che farà
hor gli tien pendente ,e poſcia gli fa- mai? Ah ,all'improuiſo? fubito nato?
rà ſentire fu'lcapo ;lomoftrarà ilſe- all'improuiſo al Limbo ? Oh adeſſo
condo , & incomincio . sì, grida Dio , che mi fai dar nelle
2 Che l'infinica bontà del noſtro rotte , Ma Signore à che giuoco gi
Dio Signori minacci non à fine di uochiamo? perdonatemii le riſoluto
gaftigare, ina d'indurcià penitenza, che muoia non li volete dare li crè
e perdonarci ( d'ordinario parlando , giorni di tempo non vna notte; non
>
e per lo più) per eccellenza lo mo- vn'hora, non mezza ;ne volete, che
Atra S.Gio: Grifoftomo. Si (corruc- ſia alla ſproniſta, in queſto punto ; e
cia il Signore con l'huomo nella quando há da morire qucft lmomo?
Gencli al6.perli peccaticommeſli, Erunt diesellsus centum viginti an
10.Chegli minaccia la morte. Non perma- norum : dopo cento vent'anni, verrà
ryfift. nebit fpiritus meus in hominein ito il maſtro della giuſtitia ad eſſeguire
hom 22 ternum ,quia carveft Furfante, Icc- la ſentenza. Sl.l'accettanamo dima
in Gen. lerato , non vuò , cheſempre fi rida ni: dopo eento vent'anni ? eh crede
di tante iniquità:iq yuò, che muoia telo àmedice qui Griſoſtomo San
queſt'huomo . Signore fe voleçe , to, che sò quello che dico : T alis eft Dinns
che muoia ella è ſpedita i contro à Dominus nofter : minaturfæpè , rion
decreti voſtri diuini non occorre ti- utopere compleat minas , fed ut ca-Chryſ.
Efther rare de calçi . Non eſt, qui poſſit re- neatis vobis , nonad opus producat :
is . filtere voluntatitue ; fatelo porre in lo conoſco al taglio la tempra , at
confortatorio con li trè giorni ſoli- tocco il panno il pollo allacalzerra,
ti di tempo , acciò poſſa dar'ordine per lo più,perlo più non hàvoglia il
a' fatti ſuoi. Che tre giorni di tem- Signore di gahigarci, ma di vederci
pcni
Per il Mercordi della I.Domenica di Quareſima. 75
penitenti, e perdonarcii alioquin fi impugnatala trà i finimenti nudame
punire vellet.cur prediceret , che s ' (eoccata in atto di ſchiermitore va
egli haueſſe penſiero di punirci, à lente ,.ne.l'anderà vibrando in -ricac
che propofito predirci,e minacciar- ciäreftoccate dimira al cuore i gla
ci ilgartigo ? Sed quia non vult, fem deum ſuum vibrabuti anzi che preto
per cunétarur, o moda nećtit, e dif- già l'arco al mezzo , e su del neruo
fert,o prædicit;orcafionem reisprés la lactta incoccata , chinaco il collo,
ſtans, utfugiendo malitiam , cam . echiuſo.vn lume;alzato vn piede, &
plectendo virtutem , penas non expe- yn ginocchio piegato ; doppiato il
riantur ; ma perche non nehà vo- facendo
braccio , &iftirata la fune ;
glia,e predice,e minaccia, e differi- l'oncornoall'altroàforza più auui
Ice , c ſempre troua intrichi d'ag- einato ; fi che la punta ferrata à più
groppar tempo à tempo , tirando potere dal berſaglio allontanata a
pur'ancoauanti; tutto per darci oc- troua ; in punto vedi laſciare la ma
caſione d'emendarci, onde vegnia- no , & ilcoccare : Arcum fuum teten
mo à ſcanſare il ininacciato, flagel- dit , o patantillum : Ah,e chida
lo . queſte parole non hauerebbe argui
3. Quinciil medeſimo Padre con : ta feuerità grandiflima nell'adirato
fottigliezza gentile fece auuertenza Signore , e che douefle in effetto ve
altroue , diquanto differente fial- nire alle mani, alle rotte , all'impri
impugnare dell'armi,che få il ſolda- mer di piaghe , allo fparger di lan
to , e che fà ilnoſtro Iddio . Si leua gue ? Ma nò iui dice Griſoſtomo ::
(per formar'io l'eſempio de' noftri Hoc eft non vulgaris.clementit argu- .
tempi) li leua dalle ſpalle il ſoldato mentum per verba terrere, o pænam Chryf.
il caricato moſchetto , e tacito fer- amplificare , ne re ipſa cam experia
mando il paſſo , in sù l'appoggio lo mur :milites armantur,ur puniant ;
franca ; indi frà i denti d'vn ferpe , Drus autem non fic , fed vt cum red
che ardicamente tiene la creſta in- diderit metu modeftiores., mabftineat
nalzara , poſto l'acceſo veleno, iſde- manum a fripplició : lo n'argomen
gnolito che l'hà col foffio, differrait topiù toſto non volgare clemenza »
labbro alla bocca d'vna focaiaichiu- più che ordinaria dolcezza ; che l'
de l'occhio finiftro , che gli diuerre impugnarelärmi, per adoprarle, e
la mira,e co'l deftro a filo l'aggiunta fertrei oh proprio e del ſoldato“; ma
al regno ; e ſtuzzicando con l'indice Dio il fà Colo per atterrire vn popo
I'vmbilico delſerpe con picciolofer- co, e perdonare . Guardati, grida
riccuolo , fà , che del fuoco it comico Dio , che ti yuò dare fu'lcapo, che ti
vomiti in ſulla polue, la quale d'im- vuòcolpire nel cuore: che le voleffe
paciente vampa , riempiendo le vi- laſciar cadere il colpo , c.volar la
ſcere della canna , prima di globic- fåetra guardaci , nongridarebbe ;
ciolo homicida colpiſce il bianco che perdelegantemenre in fu'l me
uemico, che lo ftridore ſe n'oda di delimo pallo ſpeculando Theodo
minaccioſo rimbombo : à queſto reco auuerte , che il Profeta: dille :
modo , e fine impugna l'armiil fol Tirerà Dio ſtoccate : ma non difle ,
dato . Ma il noſtro Iddio che fa ? nifi colpirà colla punta : difre hà tefo
Pfal.7. conuerfi fueritis, gladium füum vin arco ;manondille hà ſaettato dall”
brabit ,arcum fuum tetendit, c.pa- arco : dunque non intende ferire.c
rauit illum . Pcccatori auuersite il gaftigare , ma ſolo minacciare , eTheod,
geida Dauide,chc fe à Dio non con- conuertire : Hæc verba nonviodiete,
uertito lanime perpenitenza » egli fed comminationis funt ; vibrabit
colla ſiniſtra mano fermataſi la ſpa- enim ,inquit,non incutiet; Otetendit
da ſu'l
mancolato ,ecolla destra srcum ,non emifit fagsttam
Broum K 2 con
76 Iddio minaccia per non caftigare
4 Oh,dulcis Dominus,dolce Si- mitte me , vt irafcatur furor meus Exod .
gnore, dolcedi ſangue à noftro mo- contraeos , o deleam eos : lafciami, 32 .
do d'intenderla,e di ſangue più dol- slegamni il braccio, è Mosè , gridaua
ce che non è il cigno. Io sò che il ci- l'ottero Dio nell'Exod.che io voglio
gno è così dolce di ſangue, che non finirla con queſto Popolo capitolto :
attacca guerra con chi li ſia, tutta- Signore ( poreua dire Mosè ) chi vi
uolta ſcriue Ariſtotele,ſe dall'aquila tiene ? chi vilega ? chi vi tocca , ch'
rapace allalito, prouocato li troua ; è meno , che gridare , laſciami? Die
iracondo s'accende , e difendendo mitte me?Hor'hora appena del inan
con la vita l'honore , vincitore ne tice della voſtra bocca vſcendo il
prende , douuta sì , ma ſangu nola ſoffio della minaccia ſdegnoſa rau
Arift . vendetta : Aquilam , fi pugnam cæpe- uiua nella fornace del feno mio i
de bijt.rit,repugnantes vincunt ( dice il filo carboni della carità verſo il pecca
anima. fofo ). Ipfiautem nunquam niſipro- tore, onde in queſto puntotoloſto
4.9.cap. uocati inferuntpugnam . Proprietà per dar di mano all'incalorito mio
12. naturale, che die inotiuo à quel tale atfetto, per battere sull'ancudine del
d'alzare il cigno con l'aquila pro- cuore alduplicato maglio di fede, e
Atraca di ſotto à piedi,per gentil cor- di ſperanza ilprimo anello della ca
po d'impreſa,apporto ilmotto; Lac- tena amoroſa dell'oratione mia, on
ceflitus : comeche ſe ſcutando vn ' de legare mi polla . Cur Domine
hoinicidio coinmello , bauelle det- irafcitur furor tuus Oc. e già vi ſen
to ; L'vcciſiè ver , ma prouocato il tite legato ? Eh diceua voPoeta: Il
feci . Ma Dio,Dio, oh quante volte ler gat , nullo quiſque rogante negat.
affalito, prouocato dall'aquile rapa- Priega colui, che non pregato nie
cide' peccatori, ad ognimodo co'l ga . Io non chiedo coſa alcuna , e
cigno non s'accende alla vendetta voi me la negate , ſenza ch'io ve la
iracondo , ma pietoſo canta più to- chieda ? queſto è vn darmi ad inten:
Ato per addolcirli, per conuertirli, c dere c'hauete voglia di darmela , yn
perdonarli , così co’loro vnghioni tacitamente pregarmi ch'io l'addi
Atillanti ſangue alla vita trouandofi mandi: Ab gentil zergo diuino. La
in Ifa.al 1. Manus enim veſtræplenæ fciami diceua , e niſſuno lo teneua:
funt fanguine : ſgridatiliprima vn dunque voleua eſſer'intero ; legami,
popoco ,cum multiplicaneritis ora- tienmi , che la minaccia non venga
fionem veftram , non exaudiam : co- à porſi in effetco ; ſottile aunifainen
minciò poi fubito dolcemente à to , che fù del P. S. Agoſtino . Licet D. Ano
cantare . Lauamini, mundi eftote , cos diligeres Moyſes, Dominus ta-guft.gu .
quieſciteoperariperuersè: acciòche men occultius diligebat ,dum mani. 144.In
impietofiti,pentiti, veniſſero perdo- feſta voce terrebat ; quia ſcilicet illud exod .
nati: Sifuerint peccata veftra vt coc- dimitte me , monendo illum , dixit
einum , quaſi nix dealbabuntur ; ben potius, quam iuberdo. Preſto preſto
dimoſtrando qualfoſſe il fine della Mosè diceira Dio in ſegreto lin
preceduta minaccia ; Onde fe pure guagzio ) dà di piglio à martelli , e
con gli oſtinati è forza venga alle fabbrica queſta catena , che mi legbi
mani , ei può gridare nel motto nò le braccia : Signore fono quà folo ,
lacefsitus no ,ma mille laceffitus, e non hò garzone , che dando al man
mille volte prouocato il feci . rice mi porga aiuto , & io non poſſo
Che più ? e quando al punto infiemeportar la croce , e cantare.
ton gli oſtinati ſi troua , nell'atto Non perdertempo (replicauia il Si
del minacciare co'lcolpo in aria, eh gnore )che feruirotti io di mántice,
và ricercando , chi gli trattenga il di ſoffio, e di garzone con la minac
braccio , acciò no'llalci cadere. Di cia Idegnofa della mia bocca . On
dite
Peril Mercordi della 1.Domenica di Quareſima . 79
dite voi, le minacciando ha voglia morir cercando , teneuano la morte
di caftigare , mentre collaminaccia inſidioſa alle ſpalle . In fine quali
feffa aiuta à fabbricar la catena,che che lupo, ch'entro vna greggin cor
gl’impediſca il gaſtigo. rendo, ifcanna , ilmcmbra , isbrana,
6 Ma vengano leguiti i caſi in egitta à mucchio con i vecchi mon
perſona d'efficacia tutta di queſta coni le pecore pregnanti , & i latran
noftra dottrina . Pecca Dauid , & ti agnellini, mezzando quei belliti
2. Reg. egli ateſo il confeffa ,Peccaui valdē, pietoli, che nelle fauciloro formati
24. & il Signore in gaſtigo del ſuo pec-, da' denti , che le dividono, vengono
cato gli annuncia la peſte , & affolu- colti là dentro all'improuiſo ; così
tamenteminaccia à ciò , che ſuona quell'Angelo miniſtro della giuſtitia
la bocca , che hà da durare tre gior- diuina dipeſtilenza feriſce , & vcciſi
ni. Tribus diebus erit Piftilentia in ammucchia co'vecchiPadri anco le
Terra tua . Et ecco ré n'entra vn' grauide madri, ci tenerelli bambini;
Angelo miniſtro di morte fiera frà finezzando quei pietoli vagiti , che
quelle genti , e per tutto il tutto lo nelle fauci loro oppreſidalle peſti
empie di grida, di cadaueri, e di ſtu- fere ghiande, in ſull'articolarſi veni
pore. Qui cade agonizante abbrac- uano foffocati : & il pouero Daui
ciato co'l morto figlio in ſeno fupi-, de , che ciò vede , ciò intende, tutto
no il Padre , fatto feretro di quello , pentito , e penitente della ſua colpa,
dal quale almeno fperaua la fepol- & à ſpettacolo tale intenerito, com
tura; là Aringe le braccia al collo vn' moſſo , alza la voce à Dio , e grida :
appeſtato bambino alla ſua madre , Ego fum , qui peccaui, ego inique egi.
facendo di le fteſſo laccio , e carne- Ijti, qui ouesfunt,quid fecerunt ? ver
fice à chidato gli haueua il reſpirare fatur, obfecro, manus tua contra me,
alla vita : l'vna morendo co'l con- ☺ contra domum Patris mei : eh Si
cetto figlio nel ventre , lo fepelliſce gnore io ſon' ilpeccatore, io ſono lo
in eſſo prima che morto ſia ; dallal ſcelerato paſtore, cagione della di
tra morta inorto ne viene cauato fperfione della mia greggia : I ſud
alla luce , c non mai nato egli è due diti , che ſono le pecorelle, che par
volce ſepolto : caua la foffa il ſano à te hanno nella malitia del mio pec
chi languiſce , e con la zappa in ma- cato ? volta dunque, deli volta l'adi
no cadendo in ella iui il languente rata tua mano vendicatrice ſopra di
ftoſlo di terra lo ricopriſce : da ſano mia perſona : ſcarica ſopra del lan
amico refta l'amico infermo rac- gue mio il tuo giuſto furore ; me ar
conſolato , & improuifo il conſola- ſalga il lupo , e la mia caſa reale
tore ſpirando dal racconſolato in- sfami l'acute zanne nella mia golá ;
confolabilmente è lagrimato . Que- empia delle mie viſcere l'ingorde vi
fti comincia il pianto , ma no'l fini- fcere ; tante volte m'vccida, quanti
ſce , che il freddo gelo gli chiude le figli mi ſcanni auanti gli occhi ; tan
piangenti pupille ; quelli fofpirarte volte mi laceri , quanti morſi egli
vuote, & il ſoſpiro nell'ultimo ſpira- dia alle lor membra; tante volte m '.
1e ſe gli commuta . Molti nell'atto ingoi,quanti bocconi dalle lorcarni
di fupire repentina l'altrui caduta , gli ſpicchi: eh,perdona · Signore al
repente cadeado, danno d'eſſere ftu- vallallo ,al mendico , al canuto , all
piti altrui cagione. Molti nel rac- infante,alfello debote, à queſte tur
contar’improuiſa la morte alorui , "be innocenti Ah che fi commoſſero
improuiſi morendo, dopo racconta tolto à queſte voci,e preghiere le vin
in voce, in fatto horendo à diuedere fcere della mifericordia del noſtro
la danno : tanti il morir tuggendo , Dio ,che altro infomina non preteu
correuano incontro à morce: tantiil deua ,che penitenza ; & hauendo mia
nac
Iddiamiriaccia por nci caſtigare
nacciato tre giornidi peftilenza', fo- né : probabilmente i minacciati fa .
ſpeſo il Hagello , trattenne il braccio, ranno la penitenza, e queſto Dio è
edice la Sagraſcrittura,che immifit tanto buono, che li manderà aſolu
Dominus peftilentiam in Iſrael dew tij onde io ſolo vi andrò dimezzo ,
manu z ſijue ad tempus conititutum ; ſendo Atinato vn Profeta fallo, vn
cioè come leggono Vatablo , & al- Zingaro deluſore ; nò nò , so done
tri,domanez fquead veſperami; ceſsò vanno à parare queſte minaccie di
la peſte al compirli dei primo gior-' uinciad vn popò dicimore, ad.VIL
no, non gli ſoffrendo il cuore dive- popò dipentimento, e non altro ; io .
derlo vegliante tanto ( conſolato non me ne vò intricare , che non ne
vna notte . Anzi con altri molti vſcirò con honore : a ſurrexit , ut
Hebrei , de manevfquead dimidium fugere quando in caſtigo del ſuo
diei; non arriuò più che ad hora di fuo peccato , fuggitiuo da terra, per
pranſo, non gli forfrendo il cuore di ſeguitato dal Cielo , naufrago colà
vederlo mangiare, o digianare VIL nel Mare ; nemico à Dio , odiofo à
folo: pranto tanto ramınaricato . gl’huomini , dalla medeſima forte
Onde quìvà facendo il conto il Pa- condannato alla morte, beſtemmia
dre Theodoreto , che non hauendo toda'venti, intidiato dall'onde , in
Therd il gaſtigo durato più di ſei hore goiato trouorli da moftruofa bale
4.37 Dio non haueua compita , che la na ; & ecco mentre digiuno in quelle
dutodecima parte della minaccia: Si viſcete , che pafto viuo diuorato l
dies autem . numerentur cum noctia haueuano , ſi ritrouaua ; cieco pian
bus, inuenitur pars flum duodecima. gendo la luce di quel triplicato gior
minarum allata e populo . no , chein vna notte continua le gli
7 Tuttauolta qui venne parte oſcuraua ; cadauero fpirante nell'a
della minaccia eſfequita . Ma che nimato ſepolcro di quel ventre rac
diremo noidella ſtoria di Giona , chiuſo ; pentito già dell'errore da
che direino del fatto de' Niniuiti quel mutolo feno , doue l'aria al re
per queſto appunto dalmivaccian - ſpiro mancaua, non che alla voce ,
te Signore hoggi nell’Euangelio al- orò in filentio facondo al Rè del
legato , acciò l'eſempio loro li mi Cielo, o cranit Jonas & alcoman
nacciatiGiudeimoueſſe à peniten- do di quella pietà infinita , che mai
za ? Preſto Giona(glidice Dio al 1.) ſeppe Idegnare l'humili preghiere d'.
leuati , e vanne à Niniuitiprofetiz- vn cuor contrito ; vomicato dal pe
zando loro minaccioſamente da fce là ſull'aſciutte arene del Mare ,
parte mia la totale diſtruttione del cibo ingoiato , non maſticato ; pa
la Città; cfurrexit lonas,vtfugeret ſciuto ,manon digefto ; inalterato ,
inTharſis à facioDomini ;e Giona non che inconfonto; fe n'andò lubi
ſi leua, e fugge rubellandoſi al diuin to in Niniue , Ambaſciatore di Dio,
volere · Fermati Giona , e perche annonciando à quella peccatrice
fuggi da Dio? eh riſponde Nicolò di Citrà il minacciato caſtigo : Adkud
Nicol. Lira. Confiderans diuinæmifericor- quadragintadies, ó Niniue ſubuer
deLira die magnitudinem , ex alterapar- tetur ; &oli tolto cangiata dalRd 1

te coniectur ans,quod Niniuit&føni- medeſimo la porpora in faccojil biſa


terent ad eius denunciationem tie ſo in cilicio; la corona in cenere ; lo
1

muit ne Prophetia ſua nonimplere- fcettro in diſciplina ,e per editto rea+


tur, o fic falfus Propheta diceretur; le lagrimando ogniluine,fofpirando
propter quod voluit mandatuim Do- ogni cuore ; digiunando ogni bocca
mini declinare . Sò dir'io ( diceua vgualmente del Prencipe,e del Val
Giona ) minacciar caſtigo diuino fallo ; del Nobile, e del Picbeo ;dcl
guaranta giomi auanti l'efecutio- feffo forte, c del fiacco ; dell'era ca
Dotaz
Per il Mercerdidella 1. Domenicadi Quareſima. 79
mura , e fanciuleſca ; feruando vna di gaſtigare,madi conuertire, e per
Itella legge il bifolco , e'l giouenco , donare , ad ognimodo per quanto
i malinaro, el giumento icco'l pa- fe gli chiede miſcricordia,non ritira
ftore la pecorcliai ſalì compotto al la mano da'gaftighi. Eh chiacchia
Cielo di gridori , e trillori, di vag- re , chiacchiare s'offeriſcono à Dio,
gici, e muggioi ,digemiti, edi bel e Dio non porge orecchio alle ciar
liti yn Aebil ſuono , chiedendo miſe- le , ma fitra l'occhio ne'fatti, e fino
ricordia , quale dal Cielo più non che fatti di penitenza compita non
tardò à fcendere in fulla terra di gli verrà il Chriſtiancfimo adofferi
quello, che dalla terra tardaſſe à ri- re ,maifi chiamarà placato , e fod
ſuonare nel Cielo : mifortus eft disfatto il Signore: Colui ftà al letto
Dominys : tutto placato il Signoic infermo, e chiedendo à Dio la fani
di buona voglia abbruciò il fatto tà , promette emendatione di vita ,
proceſo , anmulto quella fulminata di laſciar quella pratica,direſtituire
Tentenza i cdoueminacciato hauer quello d'altri : riſanacemi Signore ,
ua di rauuoltare le fondamenta fol- che vuò fare , vuò dire : maſe potrà
ſopra ,vna regola fola da tetti non metter'vn giorno il piè fuori del ler
vitrouori caduca . Lskenter neutanit to ; eh Dio vedebene , che vuol tor
J. Hie. Jententiam ( dice qui S. Girolamo ) nare al vomito ; che non promette
quia vidit opera conemutata , mercè di cuore , che quella lingua menti
conchiude il Padre con la conchiu- frei che attaccaraſi di nuouo alla
Gone del noſtro punto , che fe Dio concubina ; ripigliarà di nuouo il
minaccia a' Popoli peccatori, non è contrattare , negoriare illecita , ini
à fine digalligarli, ma di conuertirli quamente , ſendo di quelli regiſtrati
sì bene, e perdonarli; e cangiando colà nel Sal.77. che dilexerunt eum
eglino vita, eglicangia decreto, e fiin ore fuo , o linguaſuamentitifunt
mura ( à inodo ſuo ) divoglia, colta es: Cor autem eorumnon eratrodium
mutatione de' lor cofumi Deus po- cum eo : chiacchiare, chiacchiare, e
pulis comminatur, vt agantpæniten . non fatti ; e però Dio , non gli vuol
tuam , qui fi conuer fi fuerint,ipfè gwo
concedere la ſanità , e non folodi
que vertit fententiam fuam ,populi fponc, che quanti medici, e media
conuerfionemutatur. cine ſi trouano perdano e la reria
8 Ma oh bell'auuilo. A.che ci dà ma , e'l vigore , e non gli giovino
il Santo parlando di queſtoperdono vn zero ; ma chele preghiere , i di
a'Ninjuici conceffo :Vidit Deus ofe giuni, lediſcipline de tanti Seruidi
ra , non verba audiuit : Hebbe Dio Dio , i quali Ipargono talvolta per
l'occhio alli facci , e non l'orecchio quelmeſchino e pianto , e ſangue,
alle parole de' Niniuiti. Ahio vor- non gli ottengano vpiora. Quella
rei pure, che fi ftampaflero nel cuo- donna non bà figlioli, ò le ſtà per
re queſte quattro parole , Anime morire quell'vnico , che tiene, e gri
Chriftiane :Vidit Deus opera ,xon da al Signore, oh Dio, ſemidare fi
verba audiuit : eccoci la cagione, gliolo, le mi riſanate il mio figlio ,io
che tante ſuppliche vengono porte prometto di fare, io propongo didi-,
al Signore , che ci leui le rempette, re ; ma ſe riceue la gracia , Dio vede ?
che s'acqnetino le guerre, che ceffi- bene, che vuol fare peggio chemai;
noi malori, che ci liberivna volta chenon promette di cuore; che
da cosi graui malanni; e con tutto quella lingua mentiſce ; che tornerà
ciò noidiamo ſempre di forto , e paralle pompe , a'balli , a'ouffoli, all
che'l Cielo ci ſia diuenuto dibron- ampolline ; giocarà, t:eſcarà più che
zo ; e con prouarſi in ragion didi- mai ſulle porte , & anco dentro le
ſcore, che Dio non minaccia à fine Chieſe i ad ogni modo non vorrà.
con
80 Iddiominaccia ,per non caſtigare.
confeffare quel ſuo peccato , quan- zo infracidire in vn letto . Promiſe
tunque adelo , che ſtà alla corda quella donna ſconfolata laſciar le
pendente , nel dolore della tortura vanità inondanci e racconſolata che
inoftri volerlo fare ,ſendo di quelli fù , ſi diede à viuere più vanamente
regiſtrati nel Salm . 9. Conterebra- che mai ? e voi Signore vi faceti of
chium peccatoris , o'maligni : quae feruare la parola à viua forza , con
retur peccatum illius, o non inue- farne inſoſpettire il marico , che ſe la
nietur. chiacchiare , chiacchiare, e tiene poi viua dannata in vn'Infera
non fatti; e pero Dio la fà perfeue- noi che Duraficut Infernus æmula
rare ſterile , e ſconfolata , è la priuatio : e contro di chi à queſto modo
ben tolto di figliolanza . Riceue manco oſſeruare la volle , horribil
quell'altro vn'archibugiaca , vna fe- mente ve ne riſentilti; che mihi vin .
rita mortale, e promette à Dio ſe gli deftam , o ego retribuam , con farla
concede la vita , di far la pace à chi diuenire con vn canchero in faccia ,
l'hà offeſo, e ſin dall'hora proteſta di o altra infermità moſtruoſa. Promi
perdonargli; ma ſe porelle ridurli à fe quel ferito il perdono à chi l'offe
itato di mancggiare vn peltone; Dio fe , e ſanato , à morte l'andaua per
vede bene ciò, chegli bolle nel ſeno, ſeguitando ? e voi Signore vi facelti
che non promette di cuore , che offeruare la parola à viuaforza, ri
quella lingua mentiſce , ne ſi dareb- ducendolo à pericoli eſtremidella
-bemai quiete , ſe non vedeſſe mor- roba , della vita , dell'honore, e del
to chi l'hà ferito , quantunque adel- l'anima ancora ; e contro di chi à
ſo moſtri vn non sò che di riſolutio- queſto modo manco oſſervare la
ne , e riconoſcer ' il tutto gaſtigo de' volle , horribilmente ve ne riſentilti,
ſuoi peccati ; onde ſarebbe vno di che Vindicabor de inimicis meis ,
quelli regillrato nel Sal.1os . Citofe- con laſciarlo di fatto precipitare in
cerunt ,obliti funt operum eius , ' quell'abiſſo de' mali , ſulle porte de
non fuftinueruntconfiliü eius : chiac- quali più , epiù volte minnacciola
chiare , chiacchiare, e non fatti; e mente lo riduceſte.Oh Dio,oh Dio,
però Dio lo laſcia morire di quella dicono , che ſono forzati à riſentirli
piaga . Oh Signore mi concedete per mantenimento del proprio ho
voi, chelo dica? che à noſtro modo nore, e nello ſteſſo punto mancano
d'intendere , hauete imparato à vo- infamemente di parola al Rè del
ître fpere à portarui con gli huomini Cielo : s'è coſa infame il mancar di
in queſta guiſa; Quantevolteà dir- parola ad vn’huomo d’konore , per
la all’vſo di quàgiù, fete ſtato ingan- che non bà da eſſere coſa infame il
nato ,ſere ſtato burlaço? quante vol- mancar diparola à Dio anco in cer- .
te malgrado della bontà voftra infi- mine cauallereſco , e mondano ? e
nita ſere ſtato violentato a farne hor. ftando gli huomini vermi viliflimi,
ribili riſentimenti ? Promette quel puzzolenti, carogne ſul rigoroſo de'
carnale infermo di laſciar' la mala pontigli dell'honor loro , per lo più
femmina : e riſanato ſubito à ripi- , rancido,e fecco ;non haurete ò Mar
gliarla viene: e voi Signore vi facelte fimo Dio della Gloria à vederla per
offeruar la parola à vina forza con punta con queſti tali? oh quiui,qui
ridurlo come dice l'Adagio Adfru- ui è poi forza, che li moftri il Signo- ,
ftum panis ; ch’appena haueua tanto re non meno giuſto, e rigoroſo con
pane , che ftentatamente baſtaſſe per tro di chi non fà conto delle minac
ſe medeſimo ; e colui, che a queſto cie ſue; di quello fi moftri dolce , e
modo manco offeruar la volle, hor- pietoſo verſo di chi ne concepiſce ti
ribilmente vine riſentilti. Che Deus more , e li conuerte , e così venga . Matt,
vltionum Dominus, con farlo à pez- . Ilfic Pater meus Cæleftis faciet vo- 18.
bis ,
Per il Mercòrdi della I. Domenica di Quareſima. 81
bis , à terminare in quelli in effetto fala il libro ,della muraglia il foglio ,
di giuſtitia,ouein queſti vieac à pa- di quelle dita la penna,per cosirigo
rare non più che in minaccia di mi- rola, & importante ſentenza ? c per
ſericordia: e qui attendendo di ve- che non più toſto con la penna della
derui tutti perſone di farti , non di ſpada della giuſtitia voſtra , intinta
parole: piglio fiato alla ſeconda par- nel calamaro del baratro infernale ;
te con due reſpiri. nell'inchioſtro della pece , e zolfo la
giù bollente ; à caratteri fanguinoſi,
PARTE SECONDA. e focoſi regiſtrarla nel librodell'eter
na morte?Riſponde qui San Girola
'M
9 re non à fine di gaſtiga- quod fcribitur :volle Dio ,chequella ron. :
re,ma d'intimore, conuertirese per- mano appariſſe, e fcriueſſe nella ſala
.donarc,l'hauete inteſo :ma co'l mol. reale , enon altroue, acciòche il Rè
tiplicato auuiſare, giuſtifica i galligi intendeſſe, ereſtaſſemolto bene au
ancora contro degli oltinati Tedio. uiſato , e perfuaſo , che la ſentenza
so ſarebbe l'addurre quł i moltipli- era data per lui, e non poteffe dire ;
cati auuili , che delle minaccic di- mi fù riferco , è vero , vn non sò che,
ftinte , fi traggono dalle lettere Sa- ma non accertai, che correſſe à inio
gre , à viuacità iomaggiore due ſole conto ; ſe ne fulli ſtato chiaramente
ne ſcelgo , oue gli auuifi nelle circo- aquifaco , pentito n'baurei fatto la
ſtanze li trouano moltiplicari per penitenza .Nònò, dice Dio : & ap
giuſtificare i gaſtighi contro degli paia, e li fcriua là nella ſala reale , vt
oftinati auuilati . intelligat C. Ma perche d'avantag.
10 Șcana in Daniele al s. quell- gio poſcia ,contra candelabrum con
empio Rè di Babilonia Balcalfarre tanca eſquiſitezza di circonſtanze
profanando in facrilego connito i aggiunte!Nemanus dice il Santo ,che
Sagri vaſi del tempio di Gieroſoli- 'id, quod fcribebatur, Iirgins à lumi
mafrà i muſicali concerti, che vb ne non parerent: acciò che il Rè non
briacauano i ſenfi;frà le delicatezze fi potefTe ſcuſare , che fù ſcritta allo
del ventresche incārauano la mente; fcuro ,che non la puore leggere , che
frà i cicillamentidella concupiſcen non inteſe il ſignificato reale , onde
za amoroſa , che incatenauanoi per mancamento di compitezzad'
cuoci ;iftupidito à fatio à gli Aimoli antio non era ſeguita la ſua con
della conſcienza , che l'accufauano uerfione. No replica Dio , li faccia il
reo de' giuditaj diirini ; & ecco ap- tutto di mira al Rè, in faccia al can
parue nella fala reale in faccia del deliero , ſi ch'egli vegga la mano , le
candeliera , che aitta l'illuminaua , dita,la penna, ilmuro , icaratteri, le
doue il fulgore lampeggiaua più fillabc,le parole chiariſſimamente, e
chiaro , diſtintamente vna mano , diſtintamente. Vegga la mano quafi
che minacciofa,aminútendo la mu- bifotco aratorc, le dita indice, e pol
fica allontanando Bacco , & indicen tice,quafi che due giouenchi accop
do à Venere velocefuga, ſériſſe fut- piati, che tirano la penna,quaſi che
la più candida parere in caratteri di aratro sù di quel muro, quali che sù
Atampa d'Aldo, fa rigorofa fentenza d'vn campo ; e vegga formarſi i ca
controdello ſcelerato Rèdalla gio- ratteri,quaſi ſementecadenteicom
ftitia diuinagià fulminata: Apparue- porſi te Allabe , quafi gerinoglianti
runt digito , quafi manus hominis biade ; compirſi le parole, quali fpi
fcribentis contra candelabrum ,in che nature; fi che venendo poi Da
ſuperficie parietis aule regiæ;Signore niele , quali che mictitore interpre
che trauaganza è quelta ? far della cando il tutto quaſi che gli raccolg :
L niel
82 Iddio minaccia per non caftigare
nel ſignificato la meſſe, ripotala nel eſponeua : & à che perder il cempo
granaio della mente , porta ilRè , ſe in quella porta ? che non cercar'al
vuole,macinarla nella conſideratio- troueſoccorſo, con ventura miglio
ne,e ſeparata dalla lemnola del timo re ? Senti, ſcriue Griſoſtomo Santo, Chrif.
re feruile la farina del timore filiale , che ſcoprirotti io il Miſtero . Ideo hom. de
co'l fermento della gratia diuina im iacebat ad ianuam , ue diceret , non diuit.et
paſtarla co'l piano della penitenza ; vidi , in angulo fuit , afpicere nonpo- Laz.
e nel fuoco dell'amore di Dio cuo- tui , nemo mihi nuntiabat : iacebat
cerne il pane d'vaa foſtantioſa con- ante ianuam videbat illum exiens,
tritionc, che lo noelriíca in vita di greuertens. Acciò il Riccone non
Paradiſo: e ſe non vnole moltiplica- poteffe poi dire ; venne vna volta ,
ti in tante inſtanze glauuiſi , reftino ina s'haueua altro che fare ; itaua
contro di lui ołtinato giuſtificati i colà in vn angulo , io non lo vidi:
galtighi. non fu chi mi dicelle quanto bilo
11 A queſto modo postoſli pure gnoſo egli foſſe : ſe foſſe tornato ; fc
il Signore co'l Ricco Epulone in S. 'haueſti veduto ;le ne foſi ſtato in
Luc. 16 Luca.Giaceua quel mendico di Laz- formato, egli ſarebbe fato Dio bafteuole
: Itia
zaro auanti la Porta del Riccone tilt mente ajutato : Nò , dice
to piagato , e piagato di verminoſe di continuo a quella caſa , Itefo d
piaghe:di piaghe verminoſe, che fuc- auanti alla porta , fiche vicendo , &
cidume ftillauano : hanciano le pia- entrando il Padrone più volte al
ghe due dita in giro di rouerſciato giorno , forzatàinente lo vegga, c
huido labbroj nelmezzo i vermi fto- ne ſenta la puzza : & aunertiſco io
inacofi bolliuano , & il ſuccidume d'auantaggio , che canes veniebant,
Rillante, ferido per ogni intorno ftillingebant valcera eius i veniuano
laua: era piagato in faccia,piagatoin i canidel Ricco à lambir colla lin
perto , e nelle coſcie , e nelle gambe gua le di lui piaghe , quali che all
piazato : in facciamoſtraua l'olfa ; occhio , & in faccia del lor Padro
apriua in petto le viſcereienelle co- ne gli andaſſero indicando , e nume
icia , e gainbe i muſcoli diſcopriua rando di vna in vna : e perche boc
infraciditi: ſi che in faccia era mo- che , e lingue ſendo quelle mutole ,
fruolo à vedere ; nel petto horribile piaghe , benche nel lorfilentio ora
à rimirare ; nelle coſcic ,e nelle gam- trici faconde , non volendole inters
be compaſſioneuole troppo à con- dere quell'odito indurato , le volef
templare: iacebat ad'ranuam eius vb fero preſtare le proprie lingue , on
ceribus plenus : e credete voi,che ciò de le for miſerie con voci ſenſibil- ·
fofle? Al taua amuiſando quel ricco mente poteſſero articolare , A que
da parte di Dio ,e lo ttana anuiſando ſto à queſto modo con tanti molti
con tante bocche , quante piaghe gli plicati auuiſi contro quell'oftinato ,
s'apriuano nella carne; con tante giuſtificando Dio i galtighi, ch'eter
Tingue, quanti vermi colà ondeggia- ni fu'l dilui capo glirouraftauano.
uano ; con tante voci , quante goc- 12 Et ahi quantidiqueſti auuiſi va
ciole di marciame ne ftillauano ; e moltiplicando il Signore di giorno in
l'auuiſaula ,che facefle elemolina a' giorno. E per qual cagione credete
pouerelli di quello, che di ſockerchio voi,cheDio faceſſe venir alla predi
gli auuanzania , & i lufi inondani ca vna delle pallate quel peccatore ,
malamente Spregauaj o nemo illi che tanto tempo và perfeuerando in
dabat ; ne perciò coſa alcuna ei ri- peccato , e che frà poco tempo pre
ccueua. Ad ogni modo non ſi parti ilede hà da eller colto d'vn'archibug
ua ; alla porta pure patientemeine giara improuiſa in peccato mortale?
giaceuaj ne le piaghe copriua, ma l' ab acciò dal predicatore auuiſato ,
chc
Per il Mercerdi della 1. Domenica diQuareſima. 83
che la perſeueranza in peccato , fà vnico , ouero più caro dell'andata à
cheDio gitti il peccatore giù dalle male , del raccolto, di quel negotio ,
ſpalle ,priuandolo della miſericordia di quell'eterna dannatione in fine,
finale : c d'onde poiarriuando tardi chegli fà tül capo pendente ; & à
ET
alla predica, e così doucndo,confor- tanto douuta alla troppo fierezza
teall'abuſo , d partire , ò reſtarſene " ſua contro del ſangue humano.
poſto all'auditosi ſcornodo , che Dunque non occorre hora più inz
non gli foſſe facile il ben'vdire'; ad rauigliarſi,comediſponga Dio , che
ogni modo Dio 10 fece reſtare con nella Chiefaſua tant'abbordanza a
vna interna inſolita mólfa; e gli fece troui di prediche, e predicatori; co
trouaremolto comodo il luogo per me la Chieſa ſtella , la quale è pure
vdire il tutto diſtintamente ? Ah pet retta dallo Spirito Santo ,con tanta
ſcriuerli quafische in faccia del can- diligenza, e lollecitudine ac proueg
deliero , come ad vn'altroBaltaffar- ga tutto l'anno per le Città , e gronie
to la ſentenza della ſua perditione, Terre, e Caftelli e diQuareſima por
così non poteffe poi dire: egli è ve- quali che per tuttele Ville.Vede pu
ro che ilpredicatore diffe non sò che re Iddio quanto poco prezzatola
diperſeueranza, di miſericordiane di queko pretiofiffimo celoro della
ſpalle : ma non aprì chiaro il ſenti- Tua diuina parola ; che per le comc
mento ſe ben'intero l'hauefli , non die,per li balli e fimili non c'è caldo ,
hauerei tardața la penitenza. Nònò non c'è occupatione,cheincomodi;
dice Dio , vada alla predica , oda il e per la predica ogni picciolo cheè
tutto chiariſſimamente , anzi torni diſconcio efficace: che diquelli, che
alla predica vn'altra volta, e replica- verigono alla predica , pochi ſe n'ap
to dalpredicatore gli venga , che da profittano : che li Chriſtiani grains
gli auuiſi moltiplicati, ſe non reſtarà parte ſe la pigliano per trattenimen .
il peccatore arterrito , conuertito , e to ; c noh più , quando non occorre
perdonato , reſtarà almeno la cauſa loro in che altro occuparsi : è cers
del gaſtigo giuſtificata . Così dicia- faca boggimai la famelpirituale
mo di quelRicco , Nobile, o Mer- delle prediche,& i peccatori, che ſi
cante che ſia, ch'entrando, vſcendo; conuertono , ſi poſſono annouerar
vſcendo,entrando,e paſſando auanti ſulle dita ; & il più que'pochi, a due,
di Chieſa ,di caſa , delle carceri , & ò tre giorni dalla conuerfione palla
oſpitali , vede quei mendichi, mes : ti Sicuteratinprincipio. E le Die
ſchini, e biſognoli : tanti anuiſi, tanti cið vede con difordine tanto , à che
auuiſi, che Dio gli và moltiplicando tanca ſolleciaudine nella ſua Chicfa ?
dell'obbligo di conſciènza in fourc- ä сhe tantiincomodi nelle Religio
nir delli anuanzi il proflimo bilo ni per alleuar i ſoggetti? à che canti
gneuole ; che gridano , ch'è empierà ſudori de'poueri predicatori? Abac
indegna di miſericordia veſtir le:mu ciò moltiplicati gl'auuili , giuſtifichi
ra, enon gl'ignudij paſcere i cani, i gaſtighi, con iqualipuniſce ,e pu
non gli affanati;mantenermerecri- nirà gli oſtinati; ne poſlano aprir la
ci, e non ſouvenir’i luoghipiji gittar bocca meno , allegando la ſcura lo
à carte,e dadi i ſcudi, e iſcudi,e nell' ro , e querelandoli: non ſareſſimo à
clemoſina eſer ſcarſo nelle mone- queſti termini , ſe fuſimo ſtati cor
telle più vili , climili barbarie vrate retti , aluiſati, e ſgridati.
contro del proſſimo, anzi del mede- 13 Quanti anni ſono Ò N.che Dio
fimo Iddio: auuiſi,che Dio moltipli- ti và moltiplicando gliauuid ? quan
caper (aluarlo,e perdonarlo, ſe vuo- te volte da pergami è ſtato minaccia
le , eſe non vuole per giuſtificare il to, auuilato, ſgridato ,quel Mercan
gaſtigo " lla morte di quel figlio te fraudoléte, che 1.Dio2gli hauerebbe
การal
84 Iddio minaccia per pon caftigare :
mandato vn fallimento ?quel Ricco vedi quicrocifila : ſe nont'emoridi
auaro , che Dio gli hauerebb. iftere . dilla mala vita paſſata (parlo co’pec
liti,tempeftatiipoderi? quella Don- catori)fe non eſci dalletue colpci ſe
na yana, che Diole hauerebbe tolto tu vaiprolungando la penitenza ;ei
il marito , ò leuati i figli, e di mala leuarà la roba iti leuarà l'honore,la
morte quel Nobile ſuperbo ,che Dio ſanità , la fucceßionc ,la vita ; pero
gli haucrebbe permetto quello ſca- metterà,che tu muoia incófeffo ,im
pito nell'honore ? qucll'inconfeſſo , penitente ; chechiedendo alla mor
che Dio gli baperebbe or inata vn'- te,confeſione,e confeffore, tu non
archibuggiata , vna morte improại- la troui,tu non lo poni hauere & in
fa? c le Dio và facendo alla giornata queſta guiſa dannato precipiti giù
di quelti colpi , che poßono riſpon pell'Infemo, lo , anzi Dio te n'au
dere i viui , che miſentono ? che uila,accid c'emendi, e cilaluij ti mi.
poſſono riſpondere imorti,che tan - naccia , accid che ticonuerti, & il
no colà giù dannati all'Inferno ? Te perdono ciceui; ma craſcurando l'.
non che Dio,benche giuſtiflimo per emenda ,diſprezzando la conuerfio ,
eflenza ,e che non ha biſogno di giul pe pur'anco , ti verràa ſcaricarfulle
Atificatione sì facta ,con tutto ciò per Spalle que gaſtighi ,i quali con
altiſſima diſpoſitione della Sapien- canti moltiplicaci auuig ,
za ſua infinita , hà così.benegiuſtifi- cglic'hà molto bene
cati i gaſtighi , come ſe glihauefica giuftificati . Ci
ridurre à lindicaro . Ti hà dunquç babbia
Die auuiſato ,c sihamoltiplicatol Si
aunilo . Popolo io ti proteſtoçlare Snore mifericor
proteſta mia ti viene da parte diquel dia
Dio humanato , che fà colà ſotto Amen ,
quelle Sagrolante ſpecic Sacrainen
tali je la dicui Immagine Sagratiſ
lima , con gli occhi tuoi corporali

S. N.
D. B. 33
ES

L'EC
85

LECCELLENZE
D E L L A N IM A
Per il Giouedi della I. Domenica
di Quareſima.
Miferere meiDomine. Non refponditeiverbum . Dimitee
cam . Non fum miffus nifi ad oues . Domine adiuua
me . Non eft bonum ſumere panemfilio
rum , con mittere Canibus ,

S.Matt.c. 15 ,
Cosi dunque $ i- shes : Picchia la terza volta all'vlcio
gnori ci fi cangia- della miſericordia divina l'anima
no in quelto giort perſeverante, con picchiata d'aprice
no le carte in pųe le ſtridenti irruginite porte dell'la
gno ? Vicne conferno , non che le molle oncate det
memoriale di gra- Paradilo , Domine ad una me e Dio
tia la Cananca dal Saluatore, e lup- manco paco non diceſſen idegnolo
plicheuole in acto, co'lcuore in pale di faccia ; rigoroſo di voce , minac
madimano , e con l'anima in sù le ciolo di geſto , la caccia alla malho
labbra , con lo ſpuito in vn foſpro ra, quali cagnaccia importuna . Non
l'adora, e grida . Signore miſericor- efibonum fumerepanem filiorum
dia : Miferere mei Domine : ¢ 'l Saluat mittere tambas ? Ah,giomata , ali
tore qualifaltoſo con gechig toruo giornata nigrofignanda lapello : Se di
Ja (degni ſchifoſoà boccatorta l'ab . bronzo diuicne ilCielo , chegoutt
bomini , & à fpalle ruolte la rifiuti no hauranno i milti Se il Sole riti.
infaſtidito , non le risponde parola . rai saggi, che di luce godranoo gli
Nap reſpondit eiperbuisen ? Ricourebi archit lc il fuoco ſi fà digelo , che
ſognola la donna à gli Appoſtoli, li di caldo reta a'viuenti? le ci nega
priegasilta,ſcongiuraj affannata gri. la pioggia l'aria , d'onde a campi
din lo, addolorata gemendo ; lagri- verrà l'innaffio ? ſe le vent racchiu
mando angoſciatai tutta bocca tutta de il Mare , chihumore darà alle
ſeno , occhio tuua ; & eglino ſi fra- fonti? ſe la terra iſteriliſce , chi alla
pongono feruentemente mezzani: bocca manterrà il panc? fe il cuore
Dumitte cam ,quia clamat poft nos . E' fi cangia in pietra, chedi vita haurà
noftro Chrifto ,come che non ciba- la vita ſe auaro ſi rende Dio , che
di, che li traſcuri, chele ncbeffi, ri- farà della gratia della natura : Cor
ſponde loto, quali cheſogghigo ádo rotti i miſti, ciecati gliocchi , irrigi
Ja ſcherzo . Non fum miffus, nifi ad diti i viuenti, innariditi i campi,
Iccca
dil
86 L'Eccellenze dell'anima
ſeccate te fonti illanguidite le mem- Intelligenze create. Platone, e co ef
bra , immota morta la vita, ſpenta la fo forſe Oxigenc fù di parere ,che
gratia, e deſolata la natura bën toſto Dio tutte inſieme le producerſe , e
ritrouerafft : & al caos antico ridot. compartille nel Çielo fotto Stelle di
totutto il creato , anziſepolto, & in- uerſe , doue infaſtidite delle coſe ce.
cencrito entro à quel nulla , d'onde leki, s'innamoraRero delle terrene,
al gratioſo volere del liberaleSigno- onde in pena del lor peccato , hora
re , alla vita dell'eſſere forgetre va vengano dentro de corpi quali che
tempo.Mafermaceui Sigirori Tro- imprigionate.I Manichei poleroduc
uafi la Cananea con l'anima oppref- animein ciaſcun corpo.vna buona ,
ſa da peccato mortale , e chiedemi. iniqua l'altra . Alcuni notando con
ſericordia per l'energumena figlia ? Ariit.che'l picciolo concetto nelven
fraſcura l'intereſſe, dell'etetoa pro- strčmaterno vegeta prima, poi lente,
pilaſalute , e folo cura la tempora- & vltimamente diſcorre ; hebbero à
le algui? Miferere mei Dominei fila dire , che l'embriona non eſercita le
mea malèa Damoniovexatur . Ehabz prime dueoperacioniperanima,che
bomina Dið traſcuraggine čale, dira finformi, mao per la virtù formatri
degna vna cura sì fatta,non ode pre ce del feme, o per l'anima della ma
gluiere tanto inordinate ; e però dif- dre. Fù chi perciò vi poſe tre anime
feriſce l'eſauditla , ſin tanto che pe- realmente diſtinte,vegetatiua, ſenſi
nitente l'hà à piedi per l'anima fuatiua, e fagioncuole; Parte de'quali
medefima la medicina prima , e la vollero , che ſempre duraſſero tutte
falute cercando : Dimine adiuua me , trè infieme : parte che all'infonderſi
conforme canta la Chieſa.Qui cand della ſuffequente la precedente per
naam vocaſti ad pænitentram .Miſera rifle:parte che l'anima divegetatiua,
maledittione diqueſto ſecolo ', che ſenſitiua diueniſſe, c ragioneuole di
degli altrituttiintereſſi,e del tempo ſenſitiua , Deiextrinfecus illuftrantis
c del corpo con tanta accuratezza Pirtute . Molti ſoftennero con Plato
tien cura, e quegli folidell'anima; ne eſſer l'anima non forma infor
chc foli incerto modo curareaccu- mante,ma affiftente:habereque ſe ani.
rataniente doucebbonſi,quali onni- mam Socratis ad Socratem ,come noc
namente traſcura.Mercè chegli altri chiero alla naue , che coʻl timone
tutdi bilanciando , e ftimando del va della ragione la gouerna, e la regge .
Jor del'animapoco conoſce,e nulla Temiſcio v'aggiunge eſſere queſt'a
và ricercando . Ciò fpinge med Si- nima vna fola numero affiftente à
gnoria ragionarui Atamane dell'ec- tutti, e ciaſcheduno , & Auerroe be
cellenza dell'anima ragioneuole:poi ſtemimiò d'auantaggio eſſere ſempi
dimoſtrarui,come la di lei perdita,e terna à parte antes& pofti e ſtimò non
morte,fola fia degna di pianto acciò' vnirſi all'huomo in altromodo , le
con queſtotrati con la Cananca pe- nó in quanto riceuendo in ſele ſpe
nitente a piedi di queſto Chrifto , tie intelligibilialla preſenza de' fan
con la Cananea medeſima ne ri- taſmi prodotte , opera intendendo .
portiate poſcia in pugno le gratie Platone,Pittagora con altra tuba fo
tutte , & incomincio . gnarono , che l'anime parfallero da
2 Non manco preſſo Tullio nelle un corpo in vn'altro ;maſolo huma
Tuſculane,chi negò l'anima affatto . no dife Platone ,' e Belluino ancora
Ma frà quelli che la conceſſero: altri volle Pittagorajonde nella ſua ſcuo ."
con i Luciferiani furon d'opinione, la era vietato il mangiar carne , per
che l'anime ragioneuoli fi propagar- timore di non mettere i denti nelle
ſero per virtù ſeminal : Altri con A- ſpalle dell'auo, ò biſalo . Corporea
uicenna credettero ,chc foflero dall'- Tottenne l'anima vna gran mandra ,
dirò
Per il Giovedi della I. Domenica diQuareſima. : 87
diròmeglio di pecore,che di filoſofi, che degli altri viuenti colà vien det
fià qualitutta la ſetta Hebrea de' Sa: to. E come ſi poſſono generare, s'cc
duceie'l più de'Stoici.Zenonela dif- ccdono ognivirtù corporea? e come
ſe fuoco ,aria Apaximandro : Varone ſi poſſono dall'intelligenze creare;s'
la diffini. Aer conceptus oresdeferrefit- e'l creare è ſolaattionediDio ? Dio
Etus in pulmonestepefactus in corde, dif- dunque folo crea l'animaragione
fufius in corpore : Empedocle la crede uole , & vna ſola per ciaſcun corpo ,
ſangue:Critia compoſta di ſangue, e come la fede c'inſegna. Anzi i mi
d'humore conforme à quel poeta ', gliori filoſofanti dicono,che in virtù
Purpurea vomit alle animă. All'incon- di queſta fola l'huomo vegeta ,ſente,
tro i Gnoftici iManichei,& i Priſcil- cdiſcorre ; conforme che gli organi
lianiſti empiamente la differo vna perfectionando ſi vanno . Di fede è
particelladella mente diuina. Errore, pure,che forma informante ,non al
che fù purdi Plutarco ,oue diſſe: A liftente ella ſia , e la ragione lo mo
nimi aüt mentis particeps facta, non fo- ftra, perche altrimente ne il corpo
lum Dei opus eft,verõetiam pars,neq;ab haucrebbe l'eſſere di vitadall'anima,
eoſed ex eo factaeft; a' quali tutti fi ri- ne l'anima riccuerebbe nell'opera
duconoquelli,che la poſero diuiſibi- tioni ſuc nocumento dal corpo : af
le . Platone la colloco poſcia nel ca- furdi manifesti pur troppo . Il dicla
po ;Hippoc.nel ceruello; Epicuro in poi materiale , corporea, e diuifibile
tutto ilpetto ;Filone hebreo nel cuo- fe non è Eretico , almenoè errorc ,
re; & gli Stoici, ò nel cuore , è ne gli conforme alle ſcuole Angelica,e Sot
Spirti intorno al cuore , & altri in fi- tile ;mercè,che oltre alla comune de
ne in certo luogo naſcolo , d'onde à Padric de Scolaitici,in mille luoghi
guila d'aragna vſcendo , ſcorreſſe a' la Sagra ſcrittura la chiama ſpirito :
biſogni per tutto il corpo . Mortale ne tanta guerra farebbe trà la carne,
poi la volle gli Epicurei. Alcuni dif- e lo ſpirito ,ſe non foſſero di ſoſtanza
fero , chenon moriua già fubito ſe- diuerſi.E pure caro concispifcit aduerfus
parata dalcorpo , ma che à poco à fpiritü et ſpritus aduerfuscarnë.E quá
poco debilitandoſi prima , moriua cunqueneghi Scoto ,che naturalmé
dopo, e tra queſti gli Stoici allunga- te queſta verità fia nota,nondimeno
uano la vita a quelle de'fapienti,lino le operationi dell'intendere , c del
alla conſumatione dell'vniuerfosefi volerc cleuate ſopra ogni conditio
nalmente Arift., e Gal.cosi dubbio- ne di materia, e di corpo molto ben
ſamente ſcriſſero dell'anima, che da ce l'additcano.Oude tale ce la dipin
varij, in varie ſentenze vengono fti- ſe il Poeta nell'anima del Vecchio
rachate:ma laſciati queſti che ſono Ò Anchiſe. Par lewibusventis,volucrique
fognide' Gentili, ò errori de gli An- fimillima fomno.Che l'anima non fia
tichi,ò beſtemmie de gli Eretici. parte dell'Erenza Diuina oltre che
3. Che ci ſia anima,chi veramen- la contraria è dannara Ereſia , nel 1 .
cc hà anima, non puònegare , e ciò Bracarenſe Concilio, lo proua effica
per fede,e per natura fuppofto. Che cemente S. Agoſt. percioche è Dio
I'anime ragioneuoli dalla ſola onni ſarebbe mutabile, o immutabile l'a
potente mano dell'Altiſſimo create , nima ; tallimimo l’vno,c l'altro.Il fia
: non tritte inſieme, ma ſeparatamiento ,dice Tomaſo Santo , è di natura
te l'vne dall'altre vengano , all'h ra diuerfa da chi lo manda fuori ; na
che ne' corpi s'infondono , oltre che l'anima non è che fiato vſcito dal
è verità ſtabilita di fede da' Sacro- petto di Dio i Infpiramtſporaculum
ſanti Concilij,ci viene anco infinua- vita, dunque l'anima è dinatura di
ta dall'infpiramit della Sagra Gen., uería dalianatura diuina . Tutta in
che li dice dell'anima di Adamo,ter tutto , e tutta in qualfi uoglia pat
mine molto diverſo da quelprod::cas, te del corpo fi ritroua queſt'anima.
Chia
88 L'Eccellenze dell'anima
Chiaro il primo per eſſer forina,che tus non communem , fed propriam habet
dàl'effere al tutto , & à tutte leparti : conditionem , nec in mala creatur, fed
chiaro ilfecondo per eſſere fpirito fingulari quadam excellentia inſpirac
immortale, indiuiſibile . Finalmen- tur.Mache direſte,s'hauelli tempo à
te , che l'anima ragioneuole fa in moſtrarla con tutte le ſue potenze.
mortale , il lume della ragione lo Briarco di cento braccia , non fauo
perfuade, siper ellere fortanza per loro ,ma vero ? comecon ladigeſtina
ſe faffiitente fpirituale , fole radici forma del cibo nel ventricoloil chi
dell'immortalita anco negli Ange- loi come dalle ſozzure purgato , ti
li; sì per eſſere in noivn naturale ap- rato al fegato lo conuertiſcein fan
petito dell'immortalità , che fruftra gue ; come di nuouo da' più lonili
non ſi può dare : Onde la defini Ti- efcrementi purificato con prouida
mögifto nell'Aſclep. orizon aternitat econoinia lo diſpenli per le vene
tis temporisi perche dal tempo há conforme alla natura di tutti , e cia
il principio , e dall'eternità ha lſen- ſcheduno de membrii in tutti , e
za fine : ma quando la vinceſſe pure ciaſcheduno de' quali riſedendo
La ſcuola ſottile , che la natura non con l'attractioa tira ciò , che lor buio
habbia viſta per tanto ,ce ne dà lume noi con l'eſpulfiua ributta ciò ,ch'e
la Sagra Gen.al primo la doue dice ; for male ; conla ritentiua trattiene
Inſpirauit in faciem eius ſpiraculum ciò , che lor gioua; e mediante la
Dita : translata l'Hebreo come offer- concottiuaglinutriſce , & augmen
uò ilGaietano , ſpiraculum vitarum i ta ; indi raccogliendo alcroue ciò ,
per darci ad intendere , che l'anime che le abbonda per generare lo fer
· jrragioneuoli ſono ſpiriti di vita , ba ?Che direfte s'io vidicefli come
ma la ragioneuole di più vite : per- per venc ſegrete paſſando la partio
che paſſata la temporale viue poi ne più ſottile del langue dal fegato
dell'eterna. Che tù cagione al Sal- al cuore ,là per virtù dell'anima for
milta , che all'huomo folo deffe no- ge invn fonie ſpiritofo di vita , che
ne di viuo , e di vanità à tutto'I reffo. in nuille ruſcelli per l'arterie ſnenifi
Veruntamen vniuerfavanitas , omnis catocon innaffio virale dàvita à cuc
homo nuens. E per finirla è propofito il corpo ? Che direlte s'io vi con
tione di fede gridata in più luoghi tarli , come queſta puriſſima quinta
dalle Sagre pagine,e da SagriCon- eſſenza vitale cauata dalle miniere
cilij determinata . Beniè vero , che del cuore , viene porcata alla zecca
non è così certo di fede , fe queſta del cesucllo , doue à conuencuole
immortalità l’habbia di ſua natura , temperatura ridotta , & improntata
ò fe per gratia le fi conuenga iquan- co 1cmmco di ſpiritoanimale,fi mau
lunque il ſecondo non corra' così da poi per mezzo de' nerui pagato
bene alla ſcritcura aggioftato cnon
, riil douuio , e neceffario foldo alle
s'accordi alla comune de' Padri. potenze mtotiue,e fenfitiue? Che di
Hora che dite A, della nobiltà di rette s'io vi ſpiegafli , come con le
queſt'anima noftra? Spirito pro, & cinque fpie de'tenti eſterni con aiu
immortale : non committo , ò vfcito to delTorcimanno della lingua,ve
dal grembo della materia,ma chedi dendo ,vdendo,odorando ,guftando ,
fuorivenendo,nel corpo s'in fonde : e toccando , s'informano di queſte
Non creato con la turba dell'altre coſe di fuori; indi nemandano fidc
coſe , ma particolarmente formato liffimiragguagli all'officio del fenſo
dalla mano diuina anzi dallo ftelio internosquali poſti nell'archiuio del.
petto diuino inſpirato , e ſoffiato , l'immaginaruia , e prodotti a ' ſuoi
Spiritus ( dice il Padre San Bernardo tempinel Senato della cogitatiua ,
Sérm.2.de patiuitate Domini. ) spiri- iui vilti , & efſaminati, e con i con
cetti
Per il Giouedi della I. Domenica di Quareſima. 89
cetti delle coſe non ſenſate parago- queſto noſtro corpo ſi può direvnº
nati, & vniti, e di nuouo nella ſegre- organo , dicuil'anima èorganiſta.
taria della memoria ripoſti, vengo- Organo, al qualedanno fiato vitale
no poi dal miniſtero de' fantafinial- interiormente litre Mantici de tre
l'intelletto agente propoſti, dal qua. gradi d'anima vegetatiua , fenfitiua,
le fattane compita relatione nella ragioneuole. Organo , che ſi rege
ſpecie intelligibile impreſſa al ſopre- ge con li quattro regiſtri de' quattro
mo Regio Palazzo dell'intelletto gradi di vita , vegetativo, ſenſitiuo ,
ponibile , iui nell'Accademia del locomotiuo , intellettivo.
& Orga
conoſciniento ſpeculatiuo vengono no finalmente , nel quale ſi toccano
diſputate , e deffinite le nature delle dall'anima organiſta i varij atraſti
cole , e le virtù contemplate ; nella delle tante operationi vitali, quali
quale Accademia addottoratoli il tutte ridotte nel concerto delle cin
Conſiglio di ſtato del pratico inten- que vocide cinquegeneri di poten .
dimento pela poi, e miſura , cimen- ze: del Ballo della vegetatiua ; del
ta ; e conſulta, diſtingue & cleggei Tenore della ſenGuità;dell'Altodel
mezzi più conueneuoli, e necelarij la loro motiua ;del ſoprano dell'in
per lo gouerno morale ,monaftico , tellettiua ; del quinto canto dell'ap
economico,e politico , del pubblico, petecilia i ſe da ſtrauagantecontin
e del priuato . Coſe ch'eſpoſte nelle genza , mal'aggiuſtaco bumore , d
tauole dorate de concetti mentali (concertata paſſione ſurbato non
alla Sereniſima Volontà Reina (o- viene, graciſiimo rieſce all'vdito del
prema , e libera Dominatrice de gli fifico , e del morale. O grandezze,
atti humani, deliberaciò ,che le pia- Ò marauiglie , ò miracoli di queſt'a
ce ,comanda ciò , cbe l'è in grado ; nima noftra.Madite pur d'auantag
onde al di lei volere s'impenna l’ali gio . E ' qucft'animna noftra imma
al corſo velociſſimo cacciatore l'ap- gine di Dio in quanto Vno ; Imma
petito concupiſcibile, & all'apparire gine di Dio in quanto Trino . In
della nianſueta ſaluaticina del Bene, magine di Dioin quanto vno dice
l'ama, la brama , laſegue, e preſa ſe Ambr. Santo lib.de dignit: hoininis
ne diletta ; comeall'incontrare della c.2. Perche Dio è tutto in qualſiuo
moſtruoſa fiera del male , l'odia , l. glia parte del Mondo , dando al cut
aborre , lo fugge , e ſe vien colto s'- to vita , moto, e gouerno : l'anima
arrilta.Così alvolere pur della ſteſſa è tutta in qualquoglia parte del coĽ .
prende l'armi l'ardito Ammiraglio po , dando à tutte vita , moto ,cgo.
dell'appetito iraſcibile , & aſpirando uerno ; Sicuti Deus vnusſemper zbin
all'acquiſto dell'arduo bene, con va- que totus eft, omnia viuificans, mo
rij luccelli diguerra , hora audaceuens, o gubernans : Sic Anima in
ſpera, & affale ;hor timoroſo s’arre- ſuo corpore , ubique tota viget., Villa' .
tra, e diſpera ; hora furibondo com- ficans illud , mouens, o gubernans.
bacte, fatta ſdegno guerrier dellara- Dio hà l'eſſere, la vita , e l'intelletto;
gion feroce : e finalmente al di lei l'anima, c viue,e diſcorre: Sicut Deus
cenno pronta, e ſollecita obediſce la eft , viuit, o saput; Ita anima fe
curba citta delle potenze eſecutiue? cundumſuum modum eft , viuit ,
Ma non nuiconcedeil tempo ,che di- Sapit. Ma immagine diDio in quan
moftri, e vi dica, ch'io conti, e foie to trino ancora è l'anima noftra, di
ghi marauiglie corante di queſt'ani- ce lo ſteſſo Padre, perche nella Tri
ma noftra . lo dirò ſolo conforme nità è Padre ,Figlio , e Spirito Santo,
alla diffinitione, che ne diede il Filo- enell'anima li troua , intelletto me
ſofo ; Anima eft actus corporis orga- moria,e volontà . Nella Trinità dal
nici potentia vitam habentis : Che Padre è generato il Figlio , e dal Pa
M dre,
90 L'Eccellenze dell'anima
dre, e dal Figlio procede lo Spirito quod ipfa ; o non ipfum ipſa, quiipa
Santo ;è nell'anima dell'intelletto è ſe, non ipſa ipfe , que ipfa ; Hor
generata la volontà , e dall'intellet . così nell'anima noftra ; l'intelletto
to e dalla volontà la memoria pro- genera il verbo mentale, Mens, que
code . Sicut ex Patre generaturF :- Sciregignit :dunque ſon già due, la
lius, ex Patre , Filioque procedit mente chesà , e quello , che dalla
Spiritus Sanctus : Ita ox intellectu mente è ſaputo . Suntque iam duo
generatur voluntas , ex hss stem mens, o quod ipfamens fcit . Refta
ambobus procedit memoria. Il Pa- mo'l terzo all'vno , & all'altro co
dre è Dio, il Figlio è Dio , lo Spirito mune: reſtattertium utriufque com
: Santo è Dio , e pure non ſono tre mune , ma eccolo chiaro . Omnis
Dei , ma vn folo Dio in tre perſone: mens quidquid fcit amat.Amor non
l'intelletto è animaj lavoloncàè ani- minusquaminterduos eft amantem ,
ma; la memoria & anima , e pure á quod amatur;unus eft ergoamboo
non ſono tre anime, mà vn'animarum amor , qui tertius eft . Ogni
fola in trè potenze ,e dignità: Sicut mente ama ciò ,ch'ella sài ma l'amo
Deus Pater , Deus Filius, Deus Spi- re non puole eſſere che almeno frà
ritus Sanctus , o tamen non tres Dy due , frà l'amante , e l'amato ; dun
funt , fed vnus Deus tres habens per- que frà l'vno , e l'altro proccde l'a
Jonas: Ita eft anima intellectus, ani. more , che è'l terzo . Ma non ſi può
ma voluntas, anima memoria , non negare queſti tutti eſſere vn'anima
tamen tres anime in vno corpore, ſed ſola, e queſt'anima ſola eſſerequeſti
una animatres habens dignitates. Il trè ; perche ſi come queſti tre ſono
Padre intendendo genera ilVerbo , veramente vu’animaſola , cosìvera
dall'amore de' quali procede terza mente queſt'anima è queſt'vno ,que
perſona l’AmoreDiuinodice lo Spi. ft'altro , e queſto terzo : Sicut enim
ritoSanto ; eperò quod Deusex quo her triavere una anima funt,fic non
eft, fi dice il Padre : Quod qui ex eo, minus verèvna anima eft hoc unum ,
li dice ilFiglio Quod quo:fi dice loo hoc alterum ,o hoc tertium : dun
Spirito Santo . Dunque queio dal que immagine delſuo Fattore con
quale ſono queſti; queſtoil quale è chiude il Santo , in quanto Trino è
da queſto: equeſto , colquale que- l'anima ragioneuolc, in modo chela
fi due s'amano , ſono trè: Ex quo mente aſſomiglia al Padre , perche
ergo : qui ex eo , quo fe diligunt genera il concetto mentale. Quefto
ipfa duo , Triaſunt : Con tutto ciò concetto al figlio , perche non è da
queſti tre ſono vn ſolo ;perche in tal fe fteffo, ma dallamente è generato ,
modo queſti due vengono da queſt' quel terzo Amorc allo Spirito San
vno originari,che da lui ſeparati non to , perche procededadue , che s
fono . Erilla tria ideo vnum , quia amano. Comparet ergo anima,ut di
fic funt ex vno illa duo,vt tamen abeo xi, fe eo modo , quo poteftCreators
non fint ſeparata . Ma ſono da lui, ſuo,vtdicatur mens Pater , quiagie
perchenon ſono da ſe ; e ſonoin lui, gnitfciro. Dicatur fcirefilius,quia
perche ſeparaci non ſono: Sed ex ip- ex alio eft, o non eft aliud , quàm
Jofunt, quia non à fe,oin ipfo, quia ipfumex quo cft; Dicatur Amir Spie
non ſeparata . El’inteſſo in genere ritus Sanctus, quia anberum eft co
neutro, enumero ſingolare fono ef- rum ,qui feamant . Che marauiglia
fi , che è effo , & ello cheſono effi : poi A. Se eſſendo l'anima noftra cosi
ma non l'iſteſſo in genere maſculi- viua Immagine del ſuo Dio ; creato
no , è numero plurale ſono elli , che che fù l'huomo dall'ifteffo Dio , dice
è effo ,& eſſo, cheſono elli . Et ip- la Sagra Scrittura ,che ſe to poſe di
fum ipfa quod ipſe , Et ipfum ipfe , proſpettiua auanti la fua faccia diui
na ?
Per il Giouedi della 1. Domenica di Quareſima. 9I
na ? Deus creauit de terra hominem , ma ragioneuole la gratia giuſtific
(dice il Sauio , ) o ſecundum imagi- cante , ſopranaturale participatione
nem fuam fecit illum , iterum cone della lua diuina natura , conforme
mertitillum in ipfum ; ch che voleua dice Tomalo Santo , & io ffiigarò
Dio ſpeccbiarli in ello , e godeua di altra volta più alla lunga ; come ro
rimirare in eſſo la bell'immagine pranaturale anima dell'anima, che
ſua . le dà l'effere ſopranaturale .
4. Ma habbiamo bendecto dell'. S Indi v'infonde le trè Virtu
eccellenze dell'anima vn maximum theologali, quali che trè potenze da
quid . 'Pure ci reſta ancora il maxi- quell'effer diuino einananti:Fede :
mum quod fic .Ciò ,che fin'hora det. quaſi nouo intelletto ; carità quaſi
to n'habbiamo, fi contiene frà limiti noua volontà ;fperanza,con la quale
della natura. Hora alla gratia faccio dal ricordo delle diuinepromeſſe
paſſaggio . Gran cofa ècerto, che innalzandoſi al Cielo , in certo mo
queſt'aniina noſtra la ordinata à do diremo , quaſinuouamemoria .
Dio , comein naturale fuo fine ima Quinciè , che canto guſta il Signore
che volefle quella Maeſtà infinita di queſt'animenoftre , & immagine
ordinarla inTeftelſo come in ſuo fi- fua in lui, come in vltimo fine da lui
ne louranaturale ancora , queſto è ftello , che n'è primo principio fo
fatto ineſplicabile . Honoreuole, di- pranaturalmente ordinate; chele
letteuole molto è la felicità natura- chiama il giardino delle delitie ſue .
le tanto pratica , che s'occupa in re- Etdeliciæmeæ effe cum filys bomi.
golaregliagibili, che ſono l'attioni nü.E che credete voglia dire la Sagra
delle virtù concernenti alla perſona Gen. quandoche dice, cheporeDio
priuata ,alla famiglia , & al publico ; l'huomo nel Paradiſo terreſtre , ut
quanto ſpeculatiua , che ſi trattiene operaretur ,cuftodiret illumSant'
l'Ente primo , nobiliſſimo oggetto pronome illuns fi riferiſca a l'huo
dell'intelletto humano . Dottrinamo , & il Borgenfe Gen.2.vi li forto
d'Ariſtocile nell'Ethica . Ma l'amo. ſcriue, onde vuoldire, che Dio poſe
re, e'l diletto ,che reca la felicità rou- l'huomo nel Paradiſo per coltiuar
ranaturale , che conGʻte nell'inten- l'huomo ſteſſo diſua mano, & effe
dere l'efſenza diuina , ma per fpecies reegli ſteſſoilgiardiniero; onde po
alienas,o conceptus negatiuos,come tremo dire dell'anima effer quel Pa
il filoſofo ; non per fpeculum inenig- radilo terreſtre, che fù giàpiantato
mate , come il fedele , ma faccia , à da Dio . Plantauit autem Dominus:
ſe Paradifum
faccia, facie ad faciem , com'è inla a principio .
6 E come bene ci trouaremo
fteſla , Sicutieft ; & intendendo
perfettamente, con amore beatifico quei quattro fumi principali delle
amarla, e poſſederta:comealtra vol. virtù morali : Prudenza , Fortezza,
ta io v'adombrai, ch'è coſa incoma Temperanza , c Giuſtitia , da quali
prehenfibile . Dio dunqueordinò l- irrigato il Paradiſo dell'anima , fe
anima noftra àqueſto fine fupre- condato colla ruggiada della gracia
mo ,aqueſta felicità ſupernasà que- attuale , germogliò poidalla gratia
Aa gloria cterna del Paradiſo; e per- habituale,viuificate l'herterte riden
che à fine ſopranaturale ſi deuono tingli odoriferi fiori, i faporoſi trurti
mezzi (opranaturalise gli atti ſopra ditantiattivirtuoli , e meritorij di
naturalinon pofono eſſere dalle ro . vita eterna ? Ameniflimo giardino,
le potenze naturali chederiuanoda ch'è quelt'anima noftra , o più coſto
naturale natura , ecco che liberalit nobiliflima vire piantata col Santo
fimo dapatore Iddio dona all'ani- Batteſimonella vigna di S. Chieſa ;
M 2 ap
92 L'Eccellenze dell'anima
appoggiata all'olmo della Sagra d'opere Chriſtiane, diguadagno per
confirinatione; ingraſſata con la Sa- te ; di edificatione alle figliole d
,i
groſanta Euchariſtia; portata con la compiacciméto alla Maeſtà SuaDi
Sagramentale confeflione; benedet- uina. Expectaui,utfaceret vuas. Ma
ta con gli ordini Sagri ; sfigliolata con l'impiaſtrarti il volto di belletti,
co'l matrimonio ; & innaffiatacon con l'infraſcarti il capo di ricci , e
l'eſtrema vntione , acciò malgrado fiori, co'l ciuettare tutto il giorno
dell'arido aquilone delle centationi alla fineftra,hà prodotto amarillime
infernali , polla ellere trappiantata labruſche d'opere del Diauolo , di
viua nella Celeſte Gieruſalemme. dannatione per te , di ruinaalle fi
Vite di queſtamiſtica vigna, circon- gliole, didiſpiacere alla Maeſtà Sua
data dalla ſiepe de gli Angeli cuſto- Diuina, fecit autem labruſcas . Atè
dijo sæpem circumdedit ei;arrichita letterato ha dato Iddio l'attitudine
del torchio della Croce corrente per le leggi, acciò l'impiegati in di
pretiofiffimomoſto del ſangue difeſa diquella Vedoua , l'babilità per
Chrilto ; o fodit in ea torcular ; af- la medicina , acciò l'adoprani in
ſicurata con la torre della legge di ſoccorſo di quel mendico : il ſapere
uina ; Et ædificauit turrim . Vite in delle Sagre lettere, acciò aiutaſi la
finc,che amata accarezzata,fauori- conſcienza di quel pouerello.Expe
ta , ingrandita tanto dal gran Padre étaui,ut faceret vuas , fecit autem la
di famiglia Iddio ,comehauere ſen- bruſcas: Perchetu Procuratore ,tu
tito , doueua perdebito d'amore,di Dottore ſucchi il ſangue di quelPu
gratitudine di giuſtitia frondeggia- pillo ;Tu chirurgo,tu medico,tu lpe
re perfede,fiorire per fperanza,frut- tiale concorri, e cieni mano à quel
tificare per carità aborto ; Tu Eccleſiaſtico , tu Sacer
7. Ma ſconoſcente, ingrata , ini- dote laſci morire ſenza idebiti Sa
qua, in vece di produrrevue dolciſ- gramenti, & aiuti ſpirituali quel po
fime d'opere Chriſtiane,mandò fuo. uerino infermo.Expectaui ,vtfaceret
ri amariſime labruſche di peccati e vuas.Aſpettò Dio,che le Chieſe for
ſceleraggini . Expectaui , ut faceret ſero frequentate con hamiltà , e di
vuas (dice Ifa.als. Fecit autem la- uotione da voi anime ſue fedeli per
bruſcas. Poteua la vita dell'anima affiftere à Diuini Offitij, per vdire
tua, ò Padre di famiglia con lo ſtar- la parola diuina, per adorarlo in ſpi
ti ritirato in caſa di notte , con la rito , e verità nelSagroſanto , e tre
frequenza de Sagramenti produrre mendo Sagrifitio,e Sagramento del
l'vue dolciſſimedell'opere virtuoſe , l'Altare : fecit autem labruſcas: Ee
di merito per te, dibuon'eſempio a ' ecco frequeptate le piazze,iridotti,
figli,diguſto alla Maeltà ſua Diuina. lebotteghe; equando venite alla .
Expellaui , vt faceretvuas. Ma co'l Chieſa,venite à cicalare ,à vagheg
gittare le facoltà sù i giuochi,con l- giare e piaccia àDio ,che non a fare
atteidere à pratiche dishonefte,con di peggio , Ordinò Dio à fe l'anima
l'afpettare dall'vna Paſqua all'altra tua ragioneuole, ò huoino, ò donna
à confeſarſi , hà prodotte amarif per felicitarla nel fommo bene,e co
fime labruſche d'opere vitiofe , di sì. Expeltaui,vt faceretvuas; aſpet
dannatione per te, di fcandalo per li iò , che in luidrizzale ognivoltro
figli,d'offeſaalla Maeſtà Suadiuina, penſiero , ognioperatione ingiufti
fecitautem labruſias. Douelialavi- tia,efemplicitàChriftiana: che tu ò :
tadell'anima tua ò Madre di fami- poueroviuelli con patienza , &hu-
glia co'l veſtire modeſtamente col miltà ;che tù , è riccosfuli piecoſo , &
lo ſtarti ritirata dalle piazze , e dalle elemoſiniero che tu ò mercante ne
welche , produrre vuedolcillime gotiali giuſta , e liberameprei che
cho
Per il Giouedi della I. Domenica di Quareſima. 93
oper tu ò Gentilhuomo pagalli à chido- gnore non riſpondono coſa alcuna ,
! , di ueui.Fecit autem labrufias; ma vol- perche veggono pur troppo che non
Die tandogli le ſpalle, la cola è andata al v’hà ragione, che li difenda , non v'
. Ma rouerſcio , perche tu poucro ſei im- bà ſcula , che li ſcuſi . Orsù , dice
letti, patiente,e luperbo ; tù ricco ſeicru- Dio , non volete giudicar voi ? dirò
lie dele, & auaro, tu mercante ſei frau- io ciò , che penſo difare con queſt'
orno dolente,e ladro; tu Gentilhuomo ſei anime ingrate, e và ſeguendo . Et
Ume ingiufto ritenitore delle mercedi al- nunc oftendam vobis quid faciam za
, di trui.Expectaui. Expectaui,utfaceret ned mea. Auferam fapem eius, o
efi vuas . Parlo ſempre con riſerua de'erit in direptionem , diruam mace
Sua buoni,fecit autem labruſcas. Nunc riam eius, ó erit in conculcationera,
Ate ergo habitatores lerufalem , o viri ponam eam defertam ; non puta
ine Tuda indicate inter me , o vineam , bitur , non fodietur : * afcendent ve
meam , Parole ſono queſte del no- pres , cºlpina ; nubibus mandabo,
CE ftro Iddio , che alle fuccitate per ne pluant ſuper eam imbrem . Oh
Ifaia ſoggionge , nelle quali dopo Cielo . Auferam fepem eius , Cerit
e hauer raccontate le carezze fatte al- in direptionem . Leuarò à quell'ani
3 la miſtica vigna di noi anime ſue fe- me ingrate la cuſtodia de gli Angeli,
deli , & incontrapoſto queſta tanta & i Demonijnefaranno ogni riina;
ingratitudine vokra , hora fi riſolue toglierò loro la protettione de' San
difarnegiuſtitia , e però Giudici
ne tij & i Diauoli ne faranno ogni Atra
conftituiſce gli Angeli ,i Beati, & i pazzo . Diruam maceriam eius,
Santi tutti del Paradiſo . Nunc ergo erit in conculcationem . Non la col
habitatores Ierufalem , a viri lude tiuard più con la mia gratia effica
iudicate inter me, & vineam meam . ceio ponam eam defertam ; onde
Spiriti del Paradiſo(dice Dio, )auan- iſterilita d'opere buone, nonputabi
tialli quali hò citato in giuditio !- tur , non fodietur ; permetterò , che
anime fedeliche coſa doucuo io fa- non vengano potare con la peniten
re per queſt'anima, e non hò fatto ? za , che non vengano zappate con le
Quid debui vltra facerevinea mea , prediche; e cosi afcendent vepres,
& non feci ?Oh chemelo ſon dato ſpina , e reſteranno ſoffocatedalle
per Padre nellacreatione ; per ſporo vepri, e dalle ſpine di mille habiti vi
nella giuftificatione per fratello nel tiofi , di mille peccati , e ſceleraggi
l'Incarnatione;per nutrimento nella ni: e finalmente comandarò à tutto
Santiſlima Euchariftia i per riſcatto 'l Paradiſo , che non mandi ſopra di
nella mia Paſſione, e morte, & in fi- loro goccia di gratia, che lorpenetri
neme le ſon promeſſo per premio al cuore, cºnubibus mandabo, ne
nella gloria .Che poreuo far d'a- pluantſuper eam imbrem . E che fa
vantaggio ? Quid debus facere , o rà di voianimemeſchine, fe venite
non feci ? & ecco come hanno fatto , in queſto modo abbandonate dalla
comehanno corriſpofto ? An quod mano di Dio?Vebqui confurgitis
expectaui, vt faceret vuas , fecit au- mane ( ſeguita più baſſo il Profeta )
sem labrufcas ? Ob mi hanno dato ad ebrietatem feftandam , a potan .
in vece diguſti,diſgufti ;digiuſtitie, dum efq ;ad vefperam ut vino aſtue
peccati;di carezze feriteid'opere, & tis . Cythara, ő lyra, o tympanum ,
vue da Chriſtiani, ſceleraggini, e la- tibia,o vinum in conuiuysveftris,
bruſche del Diauolo . Expectaui, vt opus Domini non refpicitis, nec
faceretvuas, fecit autem labruſcas. opera manuum eius confideratis
8 Vditori leggete il Sagro Teſto, Guai à voi ò anime Chriftiane , che
e trouarete , che iSanti del Paradiſo dalla mattina alleuarui di letto , ſino
imterrogati a queſto mododalSi- alritoruaruidinuovoallaſera ,ad
alıro
L'Eccellenze dell'anima
altro non attendete che à fpani, à poche parole diſſe di queſto il dicia
bagordi, & à delicie ſenſuali, e non bile in lammo. Senti , ò fedele , fai
riguardate all'eccellenza della vo- coſa è morte dell'anima ? Vedi: G
Itra natura , che non è beftiale , onde come l'anima è la vita del corpo , co
finiſca nel ventre , enella carne , ma si Dio è la vita dell'anima . Sicut
ragioneuole , & ordinata in Dio ; c anima eſt vita corporis: ita anima eft
non conſiderate all'infinità de'doni vita Deus; onde ſi come ſpira il cor
ſopranaturali , de' quali v'hà arric- po al mandar fuori dell'anima, così
chite la liberaliſſima mano di Dio , Ipira quell'anima,che mortalmente
non perche li ſporchiate, e calpeftia- peccando, perde il ſuo Dio : ficut
te nel fango delle brutture delMon- Spirat corpus , cum anima emittit, fic
do , comeandate facendo , ma per- Spirat anima,cùm Deum amittit ,
che ve ne ſeruiatein ordine alla glo- Dio perduto è la morte dell'anima ,
ria del Paradiſo .Guaidunque à voi. come ſpirata l'anima è la morte dei
Veve; Ob perche Guai ò Profeta ? corpo . Deus amiffus mors anima,
Propterea dilatauit Infernus extra ficut anima emifa morscorporis eft.
modum animam fuam , osfuum Ahi anima infelice, che alfalita dal
aperuit abfque vllo termino .Guai à la tentatione futra và in giubilo , e
voi , perche all'vdire delle ſuddette fefta , e non s'auuede , che vn paro
minaccie , vſcite dalla bocca dello ciſmo mortale l'è falcaro alle ſpalle.
fcorucciato Dio rallegratoſi l'Infer- Sente il diletto di quel penſiero , c
no , ha fatto tanto di cuore , & hà al- dice oh che dolcezza : e non s'accor
fargata la ſpauenteuole bocca fuor ge , che'l parociſmo le và ferrando
d'ogni miſura :abfque vllo termino : alla vita ; viene al ponto dell'accon
èche farà ? deſcendent ferteseius, fentire ; eſi credevbbriaca digioia;
o Populus eius, o ſublimes , glorioa & in ſodezza di fatto in agonia li
fique eius ad eum . Tutte , tutte voi, troua ; pecca , e fiftima toccare it
anino ingrate, ſiate inò delPopo- Ciclo con le dita & in verità Chri
to , e de' Nobili, de'forti , e deboli , ftiana , Cattolica ella muore ,ella
de vili , e gloriog stutte tutte vica. fpira : e che ſpira ? omne bonum : à
derere dentro à piombo per ardere chimuore ? al ſuo Dio.
per ſempre nelle fiamme infernali. 10 Oh quanto fauiamente grida
Oh Dio , c fi ville alla cieca i e li vi. ui ò Sauio Eccl. 22.Luctus murtuife
ne alla pazzaje li viue all'vbbriaca je ptem diebus fatuiautem ,et impy om .
Hando vn'ingratitudine tale nell'ani nes diesvita illorum : alla morte del
me Chrittiane , vn pericolo tanto corpo bafano al più lelagrine, le
chiaro di cader nell'Inferno , non funerali nenie di fette giorni, ma al
penſano à rimedio alcano ? Fare vna la morte ſpirituale delpeccatore, als
buona clemofina &c. la perdita diun Dio , eh che li deue ,
e non baftail pianto d'vn età intiera .
SECONDA PARTE. Ma gridi il Sauioà fua poftail Mon :
do pazzo và di rouerſcio veſtito , e
Ele
anima non foſſero baſtcuole il
SS . Si vxor , aut filius , aut maritki
antecedente per cauarne chiarilli- mortui fuerintioh in terramfecollia
ma la conſequenza che la ſola per- dunt homines, capillos trahendo,pe.
dita c morte d'elladegna Gia di pian . Cloratundendo , in luctu ,o lacry
to ; io non faprei à miglior modo mis non paruo tempore perfeuerant .
molcarlo , che appigliandomià cid, Fà,che muora à quel tále giouanet
cluediffe vna volta il P. S.Agoſtino talamoglie ; à quella Madre diletto
Ser.s.de Verb.Domini, il quale in il figlio i àquella donna caro il ma
rito
Peril Giouedì della I. DomenicadiQuareſima. 95
rico , oimè dice il Santo ,che queglº hanno da piangere che no ſondegno
impazzito percuote col capo in ter- di pianto. Anzichequelle lagrimele
ra , ſcapigliate queſte fi vanno ftrac-
quali vengono fparfe per cosi fatto
ciando le chiome, e tutti inſieme perdite temporali, ſono ſtimate la
fortemente battendo il petto : non grime vergognoſe. Notate,
fanno , come por fine al pianto , al 12 Piange Dauide da Gierula
lagrimarc : ma in morendo l'anima lemme cacciatorepiange la perdita
della moglie , delfiglio , del marito , ch'era pure d'vn Regno intiero , e fi
ò di noi ftelli mortalmente peccan- và coprendo la teſta . Scandens, og
do : eh cela palliamo ridendo ,coinc flens operto capite, nel 2. de Reg.al
ſe vn nulla folle , peroche amandoli 15.Piangelo ſteſſo vn'altra volta, c
il corpo , o noftro , o d'altri, non s'- piange lamorte di Abſalonne, ch'
aina l'anima noftra , non s'amal'ani- erapure lamorte d'vn dilectiſſimo
ma altrui; Corpus mortuum plangi- figlio , nell'Aprile de gli anni, e a và
mus , quodamamus, i conchiude il a naſconderenella più ſegreta parte
Padre ) animam vero mortuă , quam del Palazzo Reale.
Afcendit cenack
non amanus
dolemas ,
, non plangimus, non lum porte, flexit. 2.Reg.18. Pian
ge moribondo Ezechia , e piange la
11 Lagrime precioſe, e care con- morte fua , ch'era pur morte d'en
ceſſe all'buomodal fattore della na- Rènel fiore dell'età fua, co'l fine
tura Iddio , acciò co'l fuoco dell'- della ſchiata Reales e volta la faccia
amor diuino , da gli odoriferi fiori da chi lo ſtà mirando, verſo del mu
delle conſiderationi ſuperne; nella ro : Conuertit faciem fuam ad parie
fornace del cuore ſtillaffero per le tem ,e poſcia fleuit fletu magno. Fer
boccic de gliocchi que' liquorivita- mati Dauide , perche piaugendou
li , che fi fanno poi fonti di vita. Sa- vai coprendo ſu'lcapo ? folleua lames
lientes invitam æternamicome ſete terra in alto bigi i vapori & ecco in
hora tanto auuilite , e diſprezzate ? torbidico il bel ſereno del Cielo : s
Piangeſti Santo Profeta , e dirotta- addenſano i bigi vapori in ſcure nu
mçnte piangeſti: exitus aquarum ait bi, & ecco il Cielo tutto adombraro,
duxerunt oculi mei ; potefti dire del copertois'affollano le ſcure nubiin
tuo pianto nel Salmo 118. ma che frecti mucchi , & eccone colà l'ac .
piangefti sì forte ? forſi che l'eſpere qua in abbondeuole pioggia . Tale
dalle forze nemiche perſeguitato ? in te cacciato dal Regno , ſolleua ia
No dice Ambr.ſer.17.ibid: Pluscul- terra delſenſo bigi ivapori de'me.
pa , quàm erumna defletur : Pianſe Ati affanni, & ecco intorbidito il ſe
più li peccati commeſti , che li tra- reno del Cielo della tua pacifica's
uagli offerti: onde conchiuſc , quia mente : s'addenſano i bigi vapori de
non cuftodierunt legem tuam . He melti affanni in ſcure nubi di cieco
ſunt lacryme Philoſophie SoſpiraS. duolo ; & ecco ilCielo rutto della
Gio : Grifoftomo hom . 12. in Epift. tua mente adombrato ,e coperto ap
ad Colof . ) quando autem quifque paſſionato : fi affollano le Icure nu.
faétus fuerit pauper , quia fuerit in bi del cieco duolo in ſtretti mucchi
morbo corporali, quando fuerit mor- di pene anguſtiate ; & ecco ne cola
IKUS , nequaquam flendus eft ; hæc l'acqua inabbondeuole pioggia di
osm non funt digna lacrymss. Que- largo pianto; e queſto è fatto şi ftra.
Ate si , queſte sì che ſono lagrimede' no ,ch'effer coperto richieda:Operto
veri amatori della fapienza celefte ; capite ? Fermatiò Rè Profeta , per
piangere i peccati, piangerla morte che à naſconderti vai ? Staffene la
dell'anime; che le ricchezze,la fani- quella fonte ripiena d'acqua , cuil
ca , la vita fteſa perduta , cb non s '• cilalacioni ſottili miſchiare fono :ſpi.
ra
96 L'Eccellenze dell'anima
ra vn ' acerbo ſoffio di rigidatra- pupille : & ecco viene il Profetta
inontana , & indurata la fonte inte Ifaia in Ambaſciadore di morte à
gielo , ne l'eſalationi elalare, nè l'ac- prenderlo infra le mani : co'l primo
quanepuò traſcorrere ; & ecco il auuiſo humile 'l piega ; co'l trifto
Ciclo comincia ad accennar co's aſpetto confuſo l'auuolge ; col for
lampi , indi à gridare co' cuoni ;'on- mardella voce timoroſo lo preme ;
de fuegliato l'autro cocente là dal eco'l fulminar della ſentenzadiſpe
meriggio fi lela, e con l'ardente fuo rato lo torce; onde l'acqua del pian
fiatoſtrugge quel gielo, e l'eſala- to ne ſtilla à furia in più cadenti ra
tioni efalano: disfà quell'acque, e fcelli da lumi ſuoi ; e queſto è fatto
l'ondefuorne traſcorrono . Tale in si inuſitato ,che s'habbia àcelareà
te nel fatto del tuo Abſalonne. Ha- quelli , che ti ſtanno mirando : Cone
ueui la fonte del tuo cuore ripiena uertit faciem fuam ad parietem ? .4.
primadipaterna pietà,con efalatio- Reg.20. Eh eh Signoriche non cela
ni miſchiate di ſpiritelli amoroſi : uano , che non aſcondeuano il pian
fipico lacerbo foffio della rigida tra- to Dauid, & Ezechia , perche'l loro
niontana della perſecutione delcuo piangere ò Arano , ò moftruoſo , ò
ribelle figliuolo, & in gielo di nemi- inuſitato fi foffe : ma perche vergo
citia induroni, onde ne eſalauano goro il giudicauano , mentre che
l'eſalattioni amoroſe,nè l'acque pie- l'vno della perdita del Regno prima,
toſe ne ſcorreúano fuori: Ma ecco e poſcia della morte del figlio ; els
il Cielo cominciò à lampeggiarti nel altro della perdita della ſua vita , e
cuore con vn preſagio della morte fine della ſua ſchiacta à lagrimare
dilui : & hora tirimbomba il tuono traportato veniua . Core, dice Gri
all'orecchio dell'annuncio ſicuro , ſoſtomo, che non ſon degne dipian
che vcciſo ei giace . Ab toſto fue to . Hac enim non funtdigna lacry
gliato l'auſtro cuocente del ſenti- mis .
mentodi Padre, ſi leua là dal mcrig- 13 Pazza vidoua , che tuttauia
gio delle più interne midolle , e con piangi il tuo marito defonco ; ſe non
ardéri fiati di naturale affetto ſtrug- piangi più toſto i tuoi piaceri perdu
ge quel gielodi nimicitia paſſata ,on- ti :perchegetti tu à male il precioſo
de n'eſalano i caldi corpiri, gli ſpiri- teſoro delle tue lagrime?piangi,pian
telli amoroſi ,e ne traſcorrono l'ac- gi meſchina i tuoi peccati, piangil'.
que della patema pietà per licanali amore diſordinaco , che gli portaui,
de gli occhi in tante lagrime: e que- piangi ildiſordinato attacco, che te
fo è fatto sì moſtruoſo che à na- neui a contentidiqueſta vita; piangi
fconderes’habbi? afcendit cænació le vanità , le galle, i grilli , icapricci,
Ium porta ? Fermati ò Rè Ezechia fulli quali pallafti gli anni in cante of
perche volti la faccia al muro ? Si feſe di Dio, mentrech'eglî hebbe vi
troua vn panno lino inzuppato nell'- tai in gaſtigo delle quali forſe il Si
acque , e mentre ſpiegato all'aure ſi gnore te n'hà priuato per ſalute dellº
refta, goccia non ne diſtilla . Er ec- anima rua, crocifiggendoci ilcorpo,
co viene chi lo prende , e lo piega ; e ſe ſaprai ſpargere fruttuoſamente il
lo auuolge , e lo preme , e lo torce, pianto tuo. Pazza Madre ,Pazzo Pa
e l'acqua acftilla à furia in più ca- dre, che piangere la morte diquel
denti ruſcelli. Così tu qui nel caſo voſtro figliuolo , che vi fù tolto divi
di tue ſciagure , e inalori. Trouauali ta per mano diviolente morte: per
il pannolino del tuoSpirito inzup- che gettate à male il pretoſo teſoro
pato nell'acqua de'ſuoidolori , ma del voſtro pianto ? piangere, piange
Apiegato all'aure della ſperanza di te più toſto i voſtripeccati, piangete
tilanare, goccia non ne ftillaua dalle la traſcuraggine, che vſafte in alle
uarlo,
PerilGioueda della I. Domenica diQuareſima. 97
uarlo ; che in vece di alleuare con le mi in coda di recitare, cileuiaino in
douuţe correctioni å ſuo tempo vn piedipiù belli , e viui, chemai . Al
ben morigerato figliolo , laſciando, danno da ridere , e non da piangere
gli la briglia in collo, alleuaíte vn ca. ficuro d'eſere con ogni facilità re
peftro , vna forca , vu beftiuolo , clic parato ? Oh ſciocchezza, oh pazzia,
da beſtia iniſeramente morendo , ò che non intende quanto pericolofil
fenza confeffionc,ò con vna confef- fuo ci fa di cadere in iftato , che
fione fatta là Dio sà come ; adeſo più riparato non venga. S'io mi pen
ſtà beſtemmiando forſe gii nell’In- to, dirai , non mi perdonerà Iddio ?
ferno la troppo colpeuole negligen- Chiaro, che si, purche ci penti, ficut
za vofra nell'alleuarlo , aſpettando oportet , come li deue . Non ità in
voi anco, ſe non mutate il pianto , à mia mano il pentirmi, come ſi deue?
beſtemmiare ſeco in (concerto per lo ti riſpondo , cheno preciſamente
tutta l'eternità. Pazzi tutti quelli in- parlando . Badate à ciò, che dice. lo
fine, che piangone20 ſia pur qualfi- dico propofitione cattolica , e coil
uoglia cola di quello Mondove non dottrina teologica la dichiaro ,e pro .
piangono i lor peccati mortali; las 10 : Dio ci vuol dare la ſua gracia
morte dell'anima-Toro , la perdita giuſtificance in ordine alla gloria ;
della vita Spirituale, anzidelmede- ma aftraendo da' Sagramenti , ce la
AmoDio, che da noi quali che dilli, vuol dare per mezzo delle noſtre
fola eller pianta dourebbe. Carnem , operationi bumane, le quali accio
quamnon poffumus fufiitare ( dice Liano proportionate al fine, ch'è lo
Agoft. Ser. 41. de SS. ) plangimusi pranaturale ,deuono eſſere anch'el
animam noftram mortuam non leno ſopranaturali : mà non poffono
planginius,quam poffumus perpani- lenoſtrepotenze naturali,neleifem
tentiam ad ftatum priftinum reue- plici forze della natura fare opera
care: gittiamo pazzanente ledagri- tioni ſopranaturaliv. g. ſe tu ſtai in
me in sù l'arido tronco d'yn corpo peccato mortale, non puòlatua yo
morto , che per quanto s'innaffij lontà ſola per ſe ſteſſa produrre
non può humanamente cinuerdiré quell'atto di contritione ,co'l qual
più vino , c l'anima noftra morta in a metta in gratia , ò quell'atto d'at,
peccato , che innaffiara co’l pianco tritione, che li richiede alla Confera
di penitenza , rediuiua di gratia può fione Sagramentale , acciò la gratia
rinfiorire , laſciamo in fecco aifáuco fi conferiſca ; mà deue eſſere eleua ,
affatto di pianto . ta , & aiutata da qualche principio ,
14 Ohl'hauete pur'anco detta & aiuto ſopranaturale , il quale in
vna volta . Sapete, Padre, perche fi fieme colla volontà concorra , e co
piange la morte del corpo? appunto, operi alla produttione di quell'atto
appunto per queſto perche carnem di contrisione, d'attrit ione ; quale
non poffumus fufcitare: Morti che atto per eſſer poida doi principij, 1
Tiaino, ſpedito e'l ballo , Apriuatio- vno libero , ch'è la volontà ,e l'altro
ne ad habitum non datur regreffus : ſopranaturale , ch'è l'aiuto Diuino,
ma la morte dell'anima non li pian- libero , efouranaturale anch'egli, &
ge, percbe il danno è da ridere,e non inconſeguenza proportionato al fi
da.piangere , ſendod'effcre con ogni ne , emeritorio de congruo (parlan
facilità reparabile . Es poffumus per do dell'atto dicontritione )della gra.
Penitentiam ad ftarum priftinum re- tia giustificante ; li come parlando
uocare: ogni volta che vogliamo,vn' dell'attritione, diſpoſitione congrua
atto di contritione , & anco di at- al Sagramentoje queſto aiuto (opra
tritione ſola , con due parolette all naturale è da ' Teologi gratia adiu,
Orecchio del Confeffore,e Setre Sale uante chiamato. Anzi che perche ad
N ogn'
98 L'Eccellenze dell'anima
ogn'atto di volontà precede qualche dre' , Ità in mia mano con l'aiuto di
cognitione nell'intelletto, ſendo che Dio,il quale aiuto ,ſebene non ſi può
nihil volitum quin pracognitumidal- meritare de condigno , nè de con
la quale cognitione mollaprima la gruo parlando delprimo , primo,ad
volontà medefima con un ſubitano, ogni modo non è mai negato dalla
& indeliberato affetto venga poſcia miſericordia diuina al Peccatore ,
inuitata , & allettata all'atto libero : ma ſempre ſempre,mentre glidura
edouendo nel noſtro caſo queſta lavita gli dà gli aiuti neceſſarijalla
preuia cognitione eſſere ſopranatu- ſalute.Ahe queſto e'l ponto deſpon
rale , ne detur initium falutis in no- ti ſempre ſempre,mentre che dura'la
bis, ch'è dogma de gli Eretici Pe- vita al peccatore, Dio gli dà gli aiuti
lagiani; e non porendo eſſere dalla neceſſarijalla ſalute,ſempre ſempre
volontà imperata., per eſſere prima à luoghire tempi conuenienti,con
in queſt'ordine; ma neceſſariamente forme à ſuoi giuditij diuini , ma non
dall'intelletto prodotta, conchiudo- ad ogni inftante, ma nó ad ogni mo
no i Teologi, che per farev.g.l'atto mento . Che quando dormiv .g. cu
fodetto dicontritione, o d'attritio- non hai qucſtagracia, e ſe vai à dor.
ne, oltre la gratia adiuuante, vi ſi ri- mire in peccato inortale , e deus
chiede vn'altro aiuto ſopranaturale, ſcendere vn catarro, che ti foffochi ;
1 quale chiamano gratia eccitante ,la fe Diononvuole, nonhà per queſto
quale non è altro, che certeillumi- à fuegliarti, perdarti lagratia, che
nationinell'intelletto ;,certe inſpira- t'eccitià contritione prima che ſuf
tioni nella volontà ,certe prime.co- focato tu reſti: ne quando Itaitutto
gnitioni, certi primi affetti ſoprana- occupato in qualche penſiero mon
turalinon liberi, ò meritorij, ma ne dano,haiqueſta gratiaes'eſci di ca
ceſſarij, eprodotticon aiuto parti- ſa , di Chieſa,ò che sò io , in peccato
colare della mano diuina . Dottrina mortale ; & à queſtomodo con la
cattolica , che non patiſce replica , mente occupato , & ilnemico tuo t'
fondata nelle Sagre pagine,corrobo- aſpetta per coglierti con vn'archi
rata da SantiPadri , e ſuggellata in buiggiataimprouiſasſe Dionon vuo
pill luoghida Sagroſanti Concilij.A lenonhà
, per quefto ad interrom
noi adeffo,fratello,ſenza queſta gra- pertiquel penſiero con dartigratia ,
tia eccitante non ti puoi conuertire: che t'ecciti à contritione, prima che
queſta gratia eccitante non cade loc. archibuggiato tu reſti; e così và di
to merito de condigno ; ma ti hà da ſcorrendo . Di modo che quando
venire gratiofiflimamente dalla ma- mortalmente tu pecchi, Dio sà , fe
no diuina.E ſe mi dici, ch. farai ora- morirai forſe prima,che la gratia di
tionc , & altre opere di virtù , acciò uina t'ecciti al conuertirti : & effen
Dio te la doni ; io ti replico , che ſe do adeſſo in peccato mortale ,e chia
queſt'opere hanno d'hauer qualche mandoti Dio con la ſua gratia à pe
merito de congruo, e proportione nitenza, ſe la rifiutiadeffo , fe non ti
con lagratia, che chiedi,deuono el penti adeffo,fe adeſſonon faipropo
ſere ſopranaturali anch'elleno , & in fito di confeffarti ; Dio sà , che non
conſequenza fatte con aiuto ſopra- rifiuti quella gratia , che bà daefier
naturale d'altra gratia eccitante, di l'vltima nel corſo della tua vita . Oh
modo che puoi fare quello, cheſai , vedi tu s'egli è danno di riſa , ò pur
evuoi,che ſe Dio non è il primo pri di pianto , s'egli è ſicuro d'effer con
mo à conferirtiquefta.gratialibera- facilitàriparato, ò pure pericoloſif
liflimamente il tuo caſo è ſpedito : fimo di cader in ftato di non eſſer
dunque il convertirti non fà in tua più riparato . Ab & eſfendo in que
mano ,ma nella mano diuina.Eh Pa- Ato dubbio , e dubbio reale , che real
men
Per il Giouedi della I. Domenica di Quareſima. 99
mente inporta il pericolo dell'eter- io guardo più facile mi viene ad ef
nità, ardilciad ogni modo, janima, ſere il giudicarti Epicureo , bruto
di così facilmente mortalmente animale , vn Sterpo , vn Saſlo ,men
peccare? e chiamata à penitenza,ar- tre vnodi quelli à me ti moftri, che Iere. S.
diſci ad ogni modo andarla procra- indurauerunt facies fuas ſupra pe
ftinando Che portento, chemoſtro tram, noluerunt reuerti.Deh mo
è queſto ? Se füſiin dubbio tale , ſe ſtratiadeſſo viuo col mouerti deli
correſti vn fomigliante pericolo di deroſo di raquiſtare la ſpirituale vi
ricchezze', d'honore , di vita , terre- ta perduta : moftrati ſenfitiuo , co'l
ne , mondano ', e temporale , tu no'l riſentirtipentito d’hauerla sì pazza
faretti,ſe bene ci auuertilli,che trop- mente gittataj moftrati ragioneuole
po graue pazzia lo ſtimareſti : e trato con il conoſcere il gran periglio, che
tandoli di ricchezze, d'honore,di via corri :moſtrati fedele con il temer
ta del Cielo ,della gloria dell'anima, lo , e fuggirlo . Vedi la luce Diuina,
anzi della miſeria , vituperio , e mor- che ſopranaturalmente t'illumina l'.
te di tutta l'eternità , con tanta faci- intelletto al conoſcimento del vero :
litàauuertito, emille volte auuerti- ſenti l'aiuto diuino , che ſopranatu
to, le vai facendo O Donna , ò Huo . ralmente ti muoue la volontà ad ab
mo , che in
peccato ti troui,esi mo- bracciare la verità conoſciuta .Adef
ſtruoſamente tiporti, qual s'hò io à ro puoi, che veramente tu puoi , ſe
credere ? Fedele , ſe non hai timore vuoi , perche Dio tida 'l potere: ma
d'Inferno ? ragioneuole , ſe non di- ſe adeſſo non vuoi, quando poſcia
(corri? Çen Gitiuo, ſe non ti riſenti? vi- potrai ? Io nol sò: Dio lo sà:tu no'l
no , ſe non ti muoui ? fe à gl'effetti Cai: forſe che attualmente più mai,

N 2 ICA
100

I GAS TIGHI
D E L L A V ITA
P R E S E N T E
Per il Venerdì della Domenica prima
di Quareſima.
Ecce fanus fa&tus es ,iam noli peccare, ne deterius
tibi aliquid contingat.
S.Gio:C. 5 ,
Erto che gran gauche banchetti gki pare:la boceà chiere
ſtigo , ò Signori de,e fe ne troua digiuno : fempre ins
parini quello di gannato in diſinganno palefe ; fem
Tantalo ilfauolo- preſperando, in diſperata ſperanza :
ſo . Egli s'arrabbia così girando à vicenda fuggitiui , le
di fame; ei ſicon- guaci, ſulla ruota dell'appetito con
ſuma di ſete più fitri la potenza, e l'oggetto ; mifero
che lupo diverno ; più che cane d’- mofruoro entro la sfera (ua eterna
eſtate,e fà co' pomi eſpoſti, non lo- mente inquieto. Ma ſe finta diTan
lo coloriti alla viſta , & odorofi alle talo è queſta pena , vera fù l'hodier
pari , ma ſtagionati, e maturi fin fo . na dal Paralitico si lungamente fof
pra i denti pendenti; e ſtà con l'ac- ' ferta ; ne da queſta fittitia parmidi
que vicine ,non folo fufurranti all'- uerfamolto. Staua ſulla piſcina,non
vdito , & ondeggianti alla gola , ma più che vn pafio diſcoſto dalla bra
in frigidizampilli fin fulde labbra caz mara ſalute,ne d’arriuarla finiua:già .
denti, e forzoſo diuieto non gli per- già in pognoſe la ftringeua, e di pu
metre , ne vn picciol forfo , ò morſogno ſe glivolaua ; già nell'acque ei
diqueſte è quelli: oh và meſchino. « s'immergena, ne dalle ſponde lidis
Già già egli tira il fiato per afforbir- partina. Gli baftaua cadere per rilc
le ,e di criſtallo ad vo punto ſi fanno garfi,ne lcuar fi poteua, chenon ca
quell'acque immobili : già già egli defle; ma non hauendo foftegnoal
Kende il braccio per iſpiccarli; & al la leuata , gli mancava il crollo alla
pallo che s'andanza la diluimano , caduta . Tempo non richiedeua l
fi ritira co’pominell'alto il ramo. intento della fua voglia , perche era
Fugge il ſuo ſcherno,& il ſito ſcher- fonerchio il moto per arriuare al
no lo fiegue : fiegue il fuo bene, & il termine del ſuo defio : era baſteuole
fuo bene lo fugge; volta le ſpalle,e fe vn'iſtantanea ſola mutationc ;ne vn'
to troua da fronte:gira la fronte,e fe iftante per effo nel lungo giro di 38.
gli mette alle ſpalle: apre la bocca,e anni continui a ritrouaua; che oue
ricco
Per il Venerdidella Domenica 1.di Quareſima. ror

ricco alla pena , e gli abbondauadi ragante ſtatuto . A chi maledice


luftrij all'aiuto falliro ,ei non haueua Dio , peccato grauiſſimo,non ſi dà
appreffo al tempo credenza per vn altra pena,che laſciarlo co'l ſuo pec
momento . Cosi penana al filo con- cato alle ſpalle : Achilo nomina in
tento vicino ;in rina all'onde egli ar- vano, colpa più leggiera d'aſſai, ſi dà
dena ſempre ſteto nel letto , mai ri- galtigo dimorte.Bella legge per mia
porauajin Tull'equlco d'vn'allungata fè che ſarebbe: A chi pizzica vna ca
(peranza maitirizzato, che di quan- rotta all'hortolano li conflituiſce
do in quando moribonda ſpirando penadiforche; à chi chiede eleino
al punto che.fpiraua, per duplicar la lina à paffaggieri con l'archibuggio
la tortuga , à vita nuova prendeua alla vita ſe gli addoſi il peccato alle
anguſtiati i refpiri . Pena graue Si- fpalle,e ſe ne vada in pace. A roller
gnori , pena quali d'Inferno, gaſtigo fcio Signore parti dourebbc canta
Diuus de' peccati di quel Meſchino. Sed re ilLegislatorcie così condonato il
Chryf. que huic Paralytico morbi caufa ? gaſtigo à chi vi nomina in vano , pu
bom ,37 Peccata , Chrifti teftimonio , dice , nir con pena dimorte ,chi'l tremen
in Toa. Grifoltomo Santo; dunque, e qual diſſimo voftro Nome Diuino sfac
gaſtigo maggiore , fe riſanato ci ri- ciatamente ardifce diinaledire . Ah
tornaua à peccare, auuenir gli pote- dice Origene,tu non l'intendi; Senti:
ua in queſta vita mortale , comeil peccato alcuno appreffo à Dio non
Saluatore ifteffo nel roinacciauly ? può reſtare impunito :è fondamento
Eccé fanus efto.Seinbrarà Paradoſſo queſto ,che non dà crollojhora bene.
fu'l primo incontro : Il felice ſuccef- Muore chi in vano nomina il di lui
fo di queite coſe preſenti pena fareb- nome?egli hà ( contato il debito ;non
be ſtata al ſito peccato maggiore di gli reftarà che pagare nell'altra vita .
qual'altra li voglia di queſta vita di Non è punito , che il maledice , con
ma'l Paradoffo fi fpiega : mercè la- la partita aperta all'altro Mondo
rebbe ſtato vn riferbargli eterno il paſando? in pena eterna di fuocol
gaſtigo colà nell'altra .Quòd enim in haurà à ſaldare. Eccoti dunque ſe'l
hac vita nibil aduerfipariuntur,fcri- reſtare quì il peccatore impunico ,
ne Griſoſtomo ftello , maioris infu- egli è galtigo maggiore anco dicru
turum fupplicin eſt argumentums. deligiina morte, e morte infame:
Vtile ſtimo io la materia accappata , Vides primo , quam grauiusfitacci
eme la prendo ſoggetto di queſto pere peccatum ,quàm morre mul tari:
giorno : e veduto nel primo ,che it hic enim mors pro vindi&ta datur :
non gaftigarci Iddio di noſtre colpe zbi autem noneft folata vindicta
in vita è de'gaſtighi il maſſimo,fen- peccatum manet eternis ignibus exi
do vn riſerbarci all'eterno colà nel gendum .
l'altra, cauaremo in contrapoſto nel 3 Non fu maiò Signori batte- .
fecondo che l'efler tribolato in que- volmente ftupito quello ftrauagante
fta , fia de peccati in gaftigo.fia il racconto, che habbiamo nella Sagra
eſercitiodi virtù , egli è gran fe- Geneli at 45. Vanno li figliuoli det
gno per l'altra dell'eterná falute , é Parriarca Giacobbe dal Padre loro ,
fon dal primo . egli fanno fapere , che vuotidifrır
Leuit. 2. Quimaledixerit Deo , porta- mento i granari già ſi trovano at
6.24 bit peccatum fuum , quiblafphe- verde della candela ; ondes'egli hà
mauerit nomen Domini , mortemo- penſiero , che ſi prouegga alla farne
riatur ,legge Origene, qui autem no glia di pane , fà di meſtiero , ch'eila
Orig ..niinat nomen Domini, mortemoria- Ici loro condurre il fanciullo Benia
in Liu. tur: doue per nɔminare s'intende in nino in Egitto ; altrimenti non oc
10.14. vani.m , ſuperflue affumere . Ștra. corre penlarc d'hauerui più tratta di
grano ,
102
Icaftighi della vita prefente
grano, che il V. Rèdel Paeſe in que confideratione , e grauitare lo ſente
ito s'è riſoluto . Il pouero vecchio nella fodezza : lo bilancia à parago
preſo da vn canto dal timoredella ne dell'altro , e preponderare lo ve
fame , dall'altro moſſo dalla tene- de nella ſoſtanza : lo batte al ſuolo:
rezza del ſangue,ondeggiata irreſo- del diſcorſo , egli rende buon ſuono
luto . Horsù difle Ruben, Padre di veritiero : lo mette al tocco del
mio,facciamo queſto partico : Duos Giudicio,e gli fà moſtra finiſſima di
Geń.c. filiosmeos interfice , Ji non reduxero fedeltà ; onde gli piace,l'accetta , ſe
42 . eum tibi :pigliati due mici figliuoli, neaccontenta,e rilaſciaàvoglia loro
che per oftaggio ti laſcio ; e quando il fanciullo. Facite quod vultis .Gia
io non ti riconduca alla caſa lano, e cobbe ? gran marauiglia : Non c'ac
faluo il fanciullo , ammazzali, che queriakparcico di Ruben, il quale ſi Gen.ca.
miſottopongo à quetta pena . Ode fortomette à galtigo sì graue, quan - 42.
Giacobbe il partito, vipenſa, e lo ri- to è la perditadidui figliuolidiletti:
futa : Non defcendet filius meas vo- perdita advn Padre si grande , che
bifium . Come Giacobbede di queſto non l'agguaglia il perdere la dorata
partito non t'aflicuri ? e non ſai tu , luce del sole con loro lucente del
quianto ſtimati ſiano quc'cari bam- l'India tutta ; lo ſpargere gli ſpirai
bini dal Padre loro ? Non è sì caro tutti divita co ſudori tutti dimore
alle vene il ſangue,al langue lo fpiri- te : il dare leradici tutte dell'anina
to allo ſpirito il caloreinon è sipre- con le midolle tutte delcorpo '; eta
tioro al corpo il ſeno , al ſeno il cuo- acqueri à queſto di Giuda , il quale
real cuore la vita ; non sì cuſtodito non ti fà che vna ſcrittura ſenza tal
l'occhio dal capo , la pupilla dall'oc- fagotermine di pagamento ?Riſpon
chio , la viſta dalla pupilla ; quanto de à queſto pallo Origene. Ruben
che cari, che pretioli , che cuftoditi quidem non credidit Beniamin ,tan Orig .
SonoifigliuoldalPadre :e non ſei quamquileuiorempænam elegerat.in Leu.
Padre tu ancora?enon èſentimento Prepondera dunque il partito di60.14.
paterno quello, che ti fà ondeggiare Giuda al partito di Ruben , peroche
in queſto caſo ?e come dunque l'ani- Ruben alla fine non ſi obbligo,che à
ma tua con lo ſtilo del tuomedeſi- pena di queſtavita;graue si ad vilo
mo affetto non t'incide nella tauola Padre ; ma ad ognimodo finita , e
del cuore,à caratteri d'amore ,batte- tranſitoria : la doue Giuda non ob .
uole ficurrà per vna tanta promeſſa ? bligandofi à pena alcuna di tempo ,
che ſe queſto non t'aſicura , chiti ma ad indelebile colpa , veniua in
potrà aſſicurare?Io,riſponde Giuda, conſeguenza ad obbligarli ad vn'
anicurare lo voglio . Vieni quà Pa- cterno gaſtigo, e però à ragione con
dremio:Ego ſuſcipiopuerum ,dema- ſegnò il figlio à Giuda, non conſe
nu mea require illum : niſireduxero, gnollo à Ruben . Tanquam qui C.
@reddidero eum tibi , ero peccati Che ſe l'andare in queſto Mondo
reus in te omni tempore: lo mi pren- impunito è gaſtigo al peccatore
do il fanciullo come depoſitato , ob- maggiore della perdita della vita , c
bligandomi à renderne conto come di quella de' figli cari alli Padri più
depoſitario: ſe non te lo riconduco , della vita medeſima, come che por
e reſtituiſco fedeliſiniamente, Vuò ta ſeco conſeguenza d'eterna ; con
effer reo di queſta colpa per tutto il chiudete voi hora , fe de gaftighi è il
tempo ſenza termine alcuno . Pare maſlimosil reftare ſenza gaſtigo nel
quelto en gran partito à Giacobbe ,' la vita preſente .
e quali che à Marca d'oro vi mette 4 E di quì arriuo d Signori ad
l'occhio dell'intelletto, e gli ſoddisfà intendere quanto aggiuſtata cadelle
il colore dell'apparenza:lo pela nella la riſpoſta d'Abramo alcondennato
Epu
Peril Venerdìdella 1. Domenica di Quareſima. 103
Epalone. Staua l'Epulonearroften- Abramno , hauereſti ſoggiunto , e c'è
do trà i focoli bollori giù nell'Infer- forſe implicanza infra'l bel tempo
no , e vedeua quel médico di Lazza- delrvna ,e dell'altra vita ? Chiaro che
ro ne'rugiadoli rinfreſchi delLimbo c'è riſponde d'appreffo S.Gio:Grifo . Diuus
de Santi Padri: millevoracilingue ftomo : Quando ergo bene eft inhoc Chryſ.
gl’haucaano impetrita lalingua; ma Mundo fcelerato,hoceuenit er in ma- hom .3.
il pianto eterno glil'ammollì pur dum capitis fui,vtfcilicet paucorum in ca.3.
tanto , che ſe gli reſe pieghenole ad bonorum remunerationehic accepta, ad He
vn ftridente ruggito: bauerebbe lo illicdeindeperfectepuniatur.Mercè, bræos.
ſtrepito di quellebrage ammutito il che il paſſarla il peccatore ſenza ga
rimbombo delle lui voci; ina ſareb- Qigo de' ſuoi peccati , correndo co'l
be ſtato pierà lo ſturbargli ciſpofta vento in poppa delle mondane pro
di gran rigore , ne c'è pierà trà dan- ( perità,gli auuiene in premio diquel
nati. Dunque gridò ad Abramo. Ahi poco dibuono,ch'eivà talvolta ope
Padre . Mitte Lazarum , mira me rando;maahi che gli ricade in capo
trà gli ardori, e tenerezzatiprenda per il ſuopeggio , permaggiore lui
d'vn de'tuoifigli i manda Lazzaro pena , acciò ſconti quei ſcarli credi
trà queſte fiamine fol di paſſaggio ti , che tiene colla DiuinaGiuftitia ,
volando à refrigerarıni popoco , che riceua poſcia il ſaldode giuſti delit
refrigerio maggiore io non chiedo , ti ſuoi con ſentenza dell'eternamor
che d'vna ſtilla. Guarda riſpore te ; evuol dire,fi come egli è impoſ
Abramo , non è poſſibile queſto ;la sibile trouarfi vn giuſto tanto inno
S.Luca ragione? Quia recepifti bona in vita cente,che non babbia alcuna coſa di
al 16. tua: o Lazarus fimiliter mala.nunc malo ( tolte certe gratie di Dio tin
autem hic cosvolatur, tu vero crucia- golariNime) così egli è quali infor
ris, perche su alMondo haueſtibellibile darli vn peccatore sì iniquo ,
tempo,e Lazzaro hebbe il malanno. che non habbia alcuna coſa di buo
Tu ricco , honorato , corteggiato , no . Dunquediceua in fuo linguag
feruitoje Lazzaro pouero , vile,bifo- gio Abramo.Tu peccatore Epulone
gnoſo, ſcordato . Tu mangiati alla per quel poco di buono godetti fen
grande,veftiltialla nobile, titrattati za gaſtigo ilbel tempo del Mondo ,
alla cauallereſca; e Lazzaro venne e'l giuſto Lazzaro per quel poco di
paſciuto à tozzidipane duro , e male fù gaſtigato co' malanni della
inoffico ,manon mai fatollatoi cari- vita mortale. Adeffo mò le partire
cato ditracci fucidi , ma non mai s'aggiuftano compitamente , cperò
difeſo dal freddo o
, riparato dal So- tu peccatore perle tue colpe all'In
le ; trattato mai ſempre comevie ferno , & egli giuſto nel Liibo per
fuggitiuo dall'Hoſpitale. A caſa tua volar poſciaà fuotemponel Paral
è giochi, caccic,feſte ,bagordi; pref. difo : Fili recepiftiorMercè , che
ſo di Lazzaro piaghe, puzza, dolori, QVANDO BENE. EST IN
animalucci ſchifoſi ; inſomma tu ĦAC VIT A SCELERATO
paſſalti la vitaà bocca chevuoi,ſen- Oc.
ża che ti andaſſe à frauerſo vn pelo s Quinci dorata ſentenza dice
folo di barba :e Lazzaro all'incontro ua Bernardino Santo da Siena :Sicut
fu la fencina delle iniferie più mife- fulgur tonitrua portat , ita profperi- D.Ber
re,ſenza,che vn giorno mai arriuaſ- tas fuppliciaſempiterna pronunciat. nar . Sc
fe à cacciarſi con vn buon paſto la Contemplafte voi mai colà sù in al- nen.fer .
fame, ò à dormire ripoſato vn ſon- to il baleno ? riſchiara l'occhio , alle 33.fer .
no vna notte . Adeſfo mòcorſa à ri- gra l'aria , auviua il buio, indora il 5. Poft
cambio forte egli Vita dulcedo, Cielo
è la : lampeggi mezzo Dom.
, fà che il z
cru : Ad te fufpiramus . Má Padre giorno dinotte:pare vn cenno,ſem
bra
.Quadr.
104 I caſtighi della vita preſente
bra vn fguardo , e raſſomiglia ad vn la Maeſtà del Signore viua in molta
ſogghigno amoroſo ò d'amica ſor- pace d'accordo con quelti tali, che
te : ſe non fuggille sì ratto , ſarebbe le la paſſano ſenza gaſtigo alcuno
non men gradito che'l Sole ; fe.dulo delle ſceleragginiloro , e non auuer
raffe vn popoco , farebbe più del fe- te effer queſto ilDeterius contingens
reno ſtimare il nuuoloſo . Ma che ? dell’hodierno Vangelo, come ch'ef
ſpirito in ſulprimoapparire; morto fetto dello ſuo ſdegno maggiore di- D.Th.
wellvſcire alla luce ; ſepolto entro la ce Tomaſo Santo cheex mag na ira Aquin .
cullamedeſiniai:ncenerito nell’ifter non punit modo , vt fortiuspuniat in
ſo natale, infaufto legno, mal'augu- fururo: foffre , tira auanti laſcia ſcor.
Tante foriero tipronontia, ti porta il rere i beni di queſta vita ; ma gli at
noioſo rimbóbo del colerico tuono, tende ad vn fonto , ch'eglino meſchi
clic rompendo in repitoſo fragore, ni quando chefia giuntiprecipita- lob.ca.
penetrando l'vdito , lcorre per le vi- no giù nell'Inferno . Ducuntin bonis 21 .
icere al cuore, e t'afordiice, ti ſcuoc diesſuos, in punctoad Inferna de
te , e ti ſpauenta , tirando in coda il fiendunt . Sentimento , che fù di
fulmine, che t'vccide . Ah queſto Giobbe ; à migliore intelligenza del
queſto è la proſperità , dice il Santo, qualeſouuengaui Signori di quella
colla quale viue it peccatore impu- Storia ,che racconta Giuſtino .Finge
nito delle ſue colpe ; ella è vn bale. la ritirata Ciro il Rè di Perfia, e ne
no; yn baleno che riſchiara chealle- mico toſto lo ſiegue il Prencipe vni
gra ,che auuiua ,che indora,con le co figlio della bellicola Tomiri, con
ricchezze,glihonori, la ſanità, i pia- la terza parte dell'eſercito Scita ; &
Leri; e pare,che lampeggiando figuri ecco entrando nelli alloggiamenti
il mezzo giorno d'vna vita beata en- da’ Perſiani abbandonari , trouano Luſtin ,
fro la mezza 110tte di queſta vita in- da mangiare , e da bere in quanto, e hijf.11.1
felice.Vincenno,vn ſguardo, yn ſog- quale efquiſito. Cacciano il vino da
ghigno rafembra, che véga da ami- quei barili (liquore ſtraordinario in
co Nume; clenon fuggiãe sì ratta , que' Paeſi)e veggono , che nel color
ſarebbe con ella gradita quafi che viuace delle gemme più lucido , del
Un nuouo Cielo,la terra ; ſe duraffe Sol più chiaro ,allegra l'occhio : ſen
vn popoco, farebbe Itimar'ilMondo tono ,che nel riſuonare cadente den
quali che vn.Paradiſo noucllo . Ma ero alboccale prima, poi nella tazza
che ? non prima è apparſa,che ſpare; , con mormorio più dolce,chedipla
non prima è nata, chemuore;none cida fonte, che d'amoroſo ruſecilo ,
prima in cullavagiſce chenella foſſa egli luſinga l'orecchio ; ſentono ,che
è corcata; non prima in faſcic & mi- nello ſuaporare de gli aromaticifu
sa, che incenerita { { corge; infaufto mi , con fragranza più che di timia
ſegno , chesi prononcia , ipal'angu- ma odorofa , egli conforta le nari ;
Tante forriera che ti apporta il nojo . prouano , che nello ſpruzzare fulle
so rimbombo della tuonante voce inani, in nulla ruuido,ma terſo in
dello ſdegnato Giudice Chriſto , che tutto , e molle più che vnguento pre
rompendo poi nell'eſtremo Giudi- tioro di Nardo,vezzeggia il tatto ; e
cio in ftrepitoſo fragore , penetrato godono, che nell'aggiuntarſi al pala
l'orecchio , (correrà per il ſenſo alla to con dolcezza di zucchero , con
mente aſſordendo, ſcuotendo, iſpa- delicatezza d'ambrofia , contenta, e
uentando , e ſeco tirando in coda il beatifica il guſto.O là doueuano di
fulmine della ſentenza finale dell'- re, è queſto ilnettare , che beuono i
Mart. eterna morte . Difcedite à me male- Deinel Cielo ? Oh pazzo Platone ,
dicti: Che.Sicut fulgur OC. pazzo Ariftotile,che nelli portici pe
6 Pare al Volgo ignorante , che ripatetici, negli accademici boſchi,
con
Per il Venerdì della 1. Domenica di Quareſima . 105
son lo ſpeculare, la naturale felicità queſte coſe terrene, e credendoſi d'
ricercarono ; mentre poteliano con hauer trouata in effe la loro felicità.
Epicuro nella cantina, fatto ilbarri- Beatum dixerunt populum , cui hæcPf.143.
le co'lbeuere pofled erfa.. Non è il funt . Si danno à fårbrindiſi allegra
Lico , che ci renda felici : egli è il mente nelli aggrandimenti ne' dilet
Lico, che Lico per appunto fu detto ti mondani, & ccco preli allamente
queſto liquore di vino, perochelieri da ſconcertati vapori d'affettidiſor.
felicemente ci rende Così dicendo dinati,vanno perdendo i ſeng roura
ai danno àmoltiplicare i brindifi al naturali dell'anima : s'oſcura loro
legramente:quandol'vno comincia alla fedela viſta:s'indura l'vdito alla
à dimoſtrarſi in faccia d'inulitata diuina parola : s'ottura l'odorato à
gioia brillante ; parla con furore di non ſubodorare i gaſtighi fucurii fi
vino di più linguaggi, non ſapendo che occupate le forze fpirituali,s’in
prima , che balbettare nel proprio deboliſce loro la mano al meritorio
naturale ; ne molto và chepreſo da operare: s'ingroſſa la lingua alla Sa
generoſi vapori al capo , nella viſta gramentale Confeſſione, & alla fine
s'oſcura ; nell'vdito s’indura, nell'-, cadono entro al ſonno profondo de
odorato fiottura ; & che occupatii glihabiti vitiofi, vbbriacati, addor
nerui,che feruono al ſenſo , &al mo. miti ; Paupercula, o ebria,ſed non à Efa.si
to , s'indeboliſce la mano , che tre- vino , diceua dell'anima loro colà il
manteappenaappenapuò ſoſtenere Profeta.Ah & allhora vieneDio di
il becchiero; s'ingroffa la lingua,che notte: Media nocte clamor factuseſt; Matr.
intorpidita appena appena puòau- perche viene mentre venir no'lveg- 25.
uiare illiquore gità per lecanne ; & gono ; e cogliendo alla(prouilta;
alla fine vacillandole gambeſen’và qua hora non putatis ,filius hominis
à cadere in profondo ſonno ſepolto. veniet : Li manda a filo tutti di Luc.12
Norarono il caſo gli altri, e fi penſa-
ſpada di lua Diuina giuſtitia, preci
rono , che ſaciata quell'anima in ſe
picandoli colà giù dentroall'Infer
medeſima beata ritirata li foſſe, on-
i10 : che queſto è il ponto, al quale
de ſeguitando à cracannare ,mentreegli co'l differir il galtigo li ftà aſpet
beatificarſi credeuano , s'vbbriaca-
tando : Ducuntin bonis dies fuos :
rono tutti, e s'addormirono . Il che
borum de quibus hic loquitur fuggel. D.Hie
intero da Ciro c'hauena ordito il la Girolamo Santo .)Finis erit mors ron.in
fatto , Rcuerfus per noctem , fecuros
æterna , perditio inferorum , Icb .
opprimit,omnesque Scythas cum Re- 7 Vantiſi adeſſo quelpeccatore,
gine filio interfecit ; diede loro ad- e dica: ſono tant'anni, che godo la
dolo all'improuiſo di notte , man- roba d'altri, che mantengo la con
dandoli dal primo all'vltimo à filo cubina , che non laſcio , che moſca
tutti di fpada. Oh oh . N. che ben '. mi voli d'attorno il naſoj e Dio fel
aggiuſtata và la figura . Si ritira Id- hà pallata fin ' hora , e ſe la paſſerà
dio colà da' peccatori,e fà moſtra di anco per l'auuenire ; & alla morte
non voler venire con eſſi alle mani; con quattro parole intendendomi
anzi che laſcia loro gli alloggiamen- co'l confeffore, andaròbell'e diritto
ti di queſta vita d'ogni abbondanza in Paradiſo.Oh conti ſciocchi eſcla
de'beni temporaliprouifti; & eglino ma Bernardo Santo. Qui in lahore D.Ber.
veggono,odono, ſentono,prouano, hominum non funt,in laboreDemo- fer.22 .
godono,che s'allegra l'occhio , è lu- num erunt : qui cum bominıbus non in Can.
tingao l'orecchio, confortatele na- flagellantur,cum Dæmonibus flagel
rije vezzeggiato il tatto, è contenta- labuntur: chi non è gaſtigato de’luoi
to il palato dal bello ,dal ſonoro ,dal- peccati in queſta vita , larà gaſtigato
l'odorofo, dal delicato , dal dolce di nell'altra; chi non è itaffilato con gli
O huo.
106 Icaftighi della vitapreſente
buomini, farà fruſtato con li Diauo- gaſtigare voi ſteſſi colla penitenza ,
Ecclef. li. Guardati dice il Sauio.Noli di penſarc, ahi ch'è da temerese trema
cere, peccaui , o nihil mihi accidit re , che più rigoroſa ſentenza vi ſtia
C.5 .
trifte' : Altiſſimus enim ft patiens. aſpettando. T olluntur in altum (di
redditor : Non e'auuanzare à direi ceua già Claudiano)vt lapfumaiore Claud .
hò peccato , e'l fatto m'è ſucceſſo fe- ruant. E così doue adeſſo feſteggia
licemente , perche t’auuilo,chel'Al- re ridenti nell'abbondanza di queſti
tiflimoGiudice egli è vn molco pa- beni; alla morte, alla morte vdirete
tiente gaſtigatore : Aſpetta , volta dirui con l'Appoſtolo Giacomo nel- Iacob.
l'occhio , få mottra di non vedere , la Cattolica lua : Agite nunc diustes,c.s.
ma tardıtatem fupplicy grauitate plorate vlulantes in miſerys veftris,
Valer. compenfat , lo ſteſſo Valerio Malli- que aduenient vobis : diuitiæ veftra
M1x . mo l'inteſe , che non per altro fi di- putrefacta ſunt,oveſtimenta veſtra
lunga il gaſtigo , che per calcare più à tiners commeſta funt ; aurum ,
pelante la mano vendicatrice ſoura argentum veftrum aruginauit
de gli oltinati. Quinci il Santo Giob- arugo corum in teftimonium vobis
be penſando al lodetto fine infelicif- erit,ó manducabit carnes veſtrasfi
fimo, nel quale vanno à terminare cut ignisi thefaurizaſtis vobis iram
le ſgratiate felicità di queſti miſeri in nouiffimis diebus .su sù adeſſo, sù
auuenturati,tutto per timore s'inor- ricchi , sù felicitati, aggranditi tem
ridiua , e per tremore le carni ſe gli poralmente nel Mondo ;cangiare it
Job. ca. ſcuoteuano . Ego quando recorda- riſo in pianto , che hormai è tempo ,
21 . tus fuero,pertimefcos o concutit car- egridate piangendo, & vlulateriell
nem meam tremor. Oh è voi ridete eſtreme miſerie , che già vi ſtanno
mellere , e voi grillate madona, per- alli fianchi, non che alle ſpalle , per
cheeſlendoſi tante fameglie eftinte non abbandonarui maiper tutta l
nella peſtilenza degli anni addietro,eternità : oue ſon le ricchezze , douc
la voſtras'è mantenuta illeſa , intat-
gli honori, i piaceri materia del vo
ta compitiſſimamente '? perche por- Itro riſo , della voſtra gioia foggetto?
tata la caſata voftra dal vento in il tutto in fumo è luanito , il tutto è
poppa , vi trouate auuanzati in ric- per voi putrefatto: gli ori, gli argen
chezze, in honori ſoura di tante , e ti, le ſuperbie,i falti, & idiletti: tutto
tante , alle quali vn tempo fànoir tutto s'è in ruggine conuertito ; rug
poteuatemanco agguagliarui? Me- gine, che vi ha da rodere le midolle
Ichini voi , sfortunati voi : voi ride- in eterno quaſi che fuoco diuorato- ,.
te , egrillate; e Giobbe , c'l Santo re . Sciagurati , fgratiatiteſorizaſte ,
Giobbe per conto voftro tinoroſo ? nella vita mortale haucri, grandez
e tremante s'innoridiſce, per il dete- ze , comodità, e delitie : ohime che
rius , che nel finale Giuditio viltà non faceſte che teſorizzarui nell'im
aſpettando . Oh ſe ben l'intendelte, mortale ira finale di Giudice ineſo
chemalprò vi farebbe il riſo,e'l gril rabile . Piangete dunque , gridate
lo : piangerelte, ftrillareltepiù toſto, & vlulate , ch'è ben ragione: Igite
e cangiarefte di buona voglia la vo- nunc diuites, Plorate vlulantes. ma
ftra forte con le fameglie ettinte,con che prò ti tarà il pianto, ò anima,che .
le caſate abbaſſate . Peccate voi ; per troppo godere, in peccato ti tro
quelle peccaronojna reſtando quel- ui? che prò tifarà in quel punto, che
leno gaſtigate in queſta vita , è dao dal corpo vſcita , non hauerai più
fperare habbiano'da ripoſare eterna- tempo dipenitenza ? Piangi dunque
mente nell'altra ;che Deus non punit deh piangi in tempo ; e piangi ader
bisin idipfim ; ma voi, voi che delli ſo , ch'è tempo: hora piangi pentita,
voltri peccati impuniri viuetc , nec co'l pianto dipenitenza vera il tuo
PCC
Per il Venerdi della l.Domenica diQuareſima. 107
peccaro gaſtiga : Ne deterius,nede- Ita , verſa da quella ancora le fagri
terius tibialiquid contingat:Pecca- mede'denari , verſa le più grolle ,
Iti nella carne con laſciuie , dishone- · verſale in abbondanza nella preſen
fà ? gaftigati nella carne , priuando te elemoſina . Epiglio fiato .
la de piaceridel ſenſo ;caccia la ma
la femmina;laſcia la mala vita ; fug- SECONDA PARTE.
gi da quella pratica maledetta , e
casecalifligedo co'l Sagrolaneetman Leergeleiauf l'Aleffanden:
ſuperbo ſentimento d'honore con fenſo non folle già ſtato aſſegnato il
le arroganze , le vanità ? gaſtiga- titolo di Magno , di Mallimo fe gli Refert.
ti nel ſentiinento ifteſſo chriltiana- potrebbe allegnare ; che hauendo Aref.de
mente humiliandoſi con chi diabo- ſtretta d'aſſedio la famoſi Nima Cit-tribul.
licamente ſi ſei per l'addietro inſu- tà di Tiro , chiedette ad vn'Aſtrolo
perbito ; moderando lo (moderato go, ſe dandoglil'aſfalto , l'hauereb
de' fatti ; mangiando da chriſtiano be preſa . Quegli dato di mano alle
frugalmente per viuere , e non vi- fue tauole , eretta la ſua figura , e
uendo da Epicureo per goloſamen- conſiderato in quali caſe , e ſegni
te mangiare . Peccaſtinell'ingordi- deſſero i tali Pianeti , con l'accop
gia di ſtrarricchire,trafficando ,con- piamento di cali immagini del fir
trattando , accumulando ingiuſta , mamento , con diſcorſo rette volte
illecita , auidamente ? gaſtigati nel più erroneo de fette errori, mille , e
l'ingordigia ſteſſa , ſoddisfacendo , più volte più fitto delle mille , e più
rendendo , pagando conforme all'- Stelle fifle, fatte quelle ſue diſtortil.
obbligo ; liberalmente portandoti fime direttioni, che ne' liberi, e con
verſo de'pouerelli, de' laoghipij. tingenti dal ſolo caſo vengono re
Felice pianto ,auuenturoſo galtigo , golate ; diede per accidente inſegno,
ſe tu l'abbracci. Chi sà , chi sà ,che riſpondendo , che sì , quando che i
poco tempo tirefta da piangere, da combattenti haueſſero fatto la par
gaſtigarti: chi sà, chi sà , che s’hog- . te loro ; ma che rimaſto ei ne ſareb
gi ben lo cominci, domani, ò l'al- be ferito . Fece allhora quel fortif
tro , o poco dopo à terminare non fimo Rè ſubito dar nelle trombe ,
l'habbi, per cominciare con riſo,per toccar tamburo ne' ſuoi , ſpiegar l
dar principio ad vn'allegrezza in- inſegne allafalco e mentrenonme
terminabilc ? Ahi Dio , ch'egli è vn no auaro digloria , che liberale del
momento , vn momento , dal qua- ſangue , che prodigo della vitae ,
le dipende l'eternità. Momentum , ardilainente prudence , prudente
à quo dependet eternitas : ſe perſe mente ardito inueftiua ,rompeua,
ueri nel inomentaneoriſo , precipi- sbaragliaua, cacciaua iTiri viciti al
tiin pianto eterno: s'abbracci il mo la zuffa , facendo co'l ferro iítrada
mentaneo pianto , foruoli à eterno all'arriſchiate ſcale , che allemura
riſo . Anima,e farà vero , che per ri- nemiche s'andauano approſſiman
dere vn ſol momento , vogli piange- doi rileuò nel feruore della battaglia
re eternamente ? ne piangerai vine la pronoſticata ferita. Et ecco il cir
momento per ridere vn ſempre eter- condarono coſto i Çapitani, glianni
no ? Eh piangi, piangi,che già'l mo- ci , e vedendo ſmaltarſi dal fumante
mento èinpallaggio : piangi a'pie- fangue viuo ,vermiglio ildorato rea
di di Chriſto : piangia' piedidel le dell'armi fire ſi condoleuano ſeco
Confeflore : piangi dal cuoremen- dello ſgratiaro accidente. Ma riden
tre da gli occhi piangi : e re la bor- te rilpoſe allhora Alcilandro : celli ,
ſa è l'occhio della ſeconda tua vi- celi il dolore , e brilli
02
in vece della
vi
108 I caſtighi della vita preſente .
vicina vittoria allegro il cuore . L'- ricati di fiori ragioneuolmente non
• Aftrologo me l'hà predetro ; & cf- fpera l'abbondanza de' cari frutti ? D.Gre
ſendoſi il lui pronoſtico in queſtas Fructuum ,quosfperamus ,flosaffli - gorius
parte verificato , habbiamo á crede- Ezio eft.Scrille Niſleno il Santo: i do- Niſ in
re , che s'habbia à veriticare nell'al- lorisi malannile trauerſie ſono i fio- Mat.s.
tra ancora colla preſa della Città , ci forrieri , che nella primauera di
ſoggiungendo per quanto io creda: gratia precedono quei cari frutti di
co'l teſoro delſudore,e del ſanguç il beatitudine eterna , che nell'eſtate ,
trionfare ſi compra . lo , comeRè, che nell'autunno digloria godremo
sborſo l'oro del ſangue;ſupplite Vaf- in pace compita . Non l'intende il
Talli voi alla lomina con l'argento Mondo,egli è vero, e più toſto le ſti
dell'honorato ſudorejfatigoli proſe- ma diſaſtroſe ,micidiali brine del ci
guendo la pugna , che alla vittoria goroſo verno di queſta vita caduca :
vicina , con la ferita mia inaugurata ina il Mondo fempre ſe l'ha inteſa al
vedete:e cosi Tiro fu prela. Noi tia- rouerſcio del Cielo , come quelli ,
mo combattendo la miſtica Tiro del che vanno con diuerfi principij, on
Job 7 . Paradiſo, che militia eft vita homi deper eccellenza diffe per lin colà
inisfuper terram ,e ci biſogna guada- nel Gentililino Aleffandro ab Ale- Alex .
Matt. gnarla à forza d'affalto . Che Re- xandro ne' geniali ſuoi giorni; Quæ ab Ale
II . gnum Cælorum vim patitur , cnon nobis leua,Dys dextera ſunt. ciò chexan , in
fallace Aſtrologo , ma il verace il giudicio humano per (gratiato à diebus
Chriſto dato di mano alle tauole liniſtra ſi tiene , dal giudicio diuino geniala
della Sapienza increata , eretta la fic per auuenturoſo molto alla dettra è
gura della verità infallibile , e confi- collocato .
derati i decretise le proinelle dininei 10 E che bene ci venne ciò figu
con ſicurezza del centro ſetre volte rato in quel fatto , che conta la Sa
più ſtabile ; del polo mille volte più gra Genel . Stretta da ' dolori del
fittajfatte quelle rettiflimedirettio- parto labella Rachelenel vermiglio
ni, che al compiaccimento , e pre- impallidita,nek vinace iſmortita ,nci
ſcienza di Dio , ne' liberi, e contin- fereno intorbidita languiua, antaua,
genti,lalua l'humana libertà, infalli- agonizaua ,moriua , che però poſe
bilmente vengono regolate : ci hà nome al fanciullino naſcente Beno
predetto , che portandofi noi da va- ni,chevuol dire Filius doloris;Figlio
loroſi combattitori, n'baneremo in del dolore ; quando Giacobbe il l'a
glorioſo acquiſto la pretefa vittoria , dre ſubito glicangiò il nome, e chia
Luc.210 violenti rapiunt illud ; Ma ci hà molto Bemamin , che interpretato
predetto ancora , che in qnefto con- viene Filinsdextera.Figliuolo della
Alitto babbiamo à rettar feriti , che fua deſtra ? O là Giacobbe à che gio
Trademini antem à fratribus, pa- co giuchiamo ? quel figlio chemorte
rentibus, propinquis; e come dille apporta alla tna bella Rachele,chia
2.Tim. l’Appoftolo . Omnes , quipie volunt mi figlio della mano deftra: dunque
3. viuere in Chriſto , perfecutionem pa- non hai per finittco la dilei morte?
tientur : dunque mentre vedremo doue è gito l'amore, che mentre pa
etlere adempito in vna parte il pre- sorello parccai la grcggia di Laban ,
ſagio , tronandoci feriti da calamità, di portarle moftratti 2 Altro che'l di
e trauagli,potremo ragioneuolmen- lei nome e giorno ,e notre tu non ſa
te fperare di godere de' fratti della peuiformare; tanto cire dal sì fre
vittoria colà nella gloria del Paradi- quente nomarka, ammaeſtrata n'ha
fo : ch'è il contra pofto alla ſeconda ucui l'echo montana à ridirlo : & in
parte ſerbato . queſta vita durando ferr’anni prima,
9 E chi al vodere de gli alberi ca. & fecre poi anco per ottenerla
mos
in
Per il Venerdidella I. Domenica di Quareſima. 109
moglie,oon ti pareuano più di quat- Ita verità d'eſſer più confermata. La
tordici giorni,tanto era l'amore,che ſcrittura Sagra n'è piena , i Santi , i
Genef. le portaui. Videbantur illi paucidies Padri:hà ben biſogno d'eſſer più pra
pre magnitudine amoris. É tanto a- ticata. E quante,e quante volte l'or
more ti è già ſuanito dai cuore? Po- timo noftro Dioprocura ditirarl
uera Rachele:chiama il figlio , che le anime ſue fedeli alla Gniſtra del do
dà morte , Benoni, figlio del dolore , lore del pianto di penitenza nella vi
non tanto perche li dolga della vita, la preſente, per haverle poſcia nell'
che perde,quáto perche G duole,che altra alla deſtra delgaudio , del riſo
fi dilgiunge da te ſuomarito à lei più dell'eterna gloria ? Ma oh Signore ,
caro della vita medeſima ; e tu vuoi, che per il più rubelle refiftenza vi
che ſi chiamiBeniamin ;Filius dex- fanno , e dalla deſtra de'temporali
tera nome d'allegrezza,difeſta ?dun- beni non vogliono diſtaccarfi à nul
quelieto , e feſtoro già fai penſiero la meno penſando , che al pericolo
d'accoppiartene in matrimonio vn'- dell'eterno Gipiltro Dillo tu ftcffo è
altra ,nel viſo dellaquale ridano que' danneggiatore dell'hauere , dell'ho.
fiori,che nella faccia di Racheleco- nore, della vita de"proſimiquante
minciano ad illanguidire . Ob vadi- volte l'hà poſto in cuore il Signore
no mò le donne à fidarſi di quelli, di fare vna pace totale, vna ſoddis
che fanno loro l'amore , e dicono , fartione compita ; & abbandonare
che l'affetto,che ad effe portano,du- affatto , e ſtaccarti dalle radici, da
rerà in eterno:eh durerà tanto quan- quegl'incrichizmaneggi, & intereſſi,
to duri il bello , e freſco delle loro che tu ſtello conoſci ſono il peſo ,che
guancie,e non più vn momento . Oh ti ftira à piombo all'Infernoje ritira
Padre , che fanno giuramenti , che camente ſpendere quel'poco divita,
non li portarebbe vn camelo. Sigiu- che ti auuanza inprofitto dell'ani
ramenti d'innamorati, biſogna ben ma tua, da Chriftiano ? Abe ch'era
Ouid. farne conto. Iuppiter ex alto irridet queſto , ſe non vn tirarti alla Giniltra
periura Amantum . E quindi naſce del dolore, delpianto ,della peniten
poi,che le Donne da falli giuramen- za nella vitaprelente,perhauerti po
tideluſe , rendono la pariglia à glifcia nell'alera alla deſtra del gaudio ,
Huomini fpergiuri con gl'inganni, del riſo dell'eterna gloria ? ma tu per
co’tradimenti. Tuttauolca diciamo non hauer à laſciar’il gaudio , il riſo
la verità , che non poteua queſto di- de' teſori e delleglorie mondane,hai
fetto cadere nel Santo Patriarcha fatto feinpre relištenza , rubello , &
Giacobbe , onde qui fi doucua rac eftinato perſeueri su piedi tuoi ini
chiudere alcun Miſtero.MacheMi- quamente fermato . Dillo ( 11,ò ani
ſtero ?eh:lo fteſſo è Benoni, e Benia- ma disboacita , ò giocatore, ſpergiu
min :filius doloris, or filius dextera ; robeftemmiatorc:quante voltec'hà
perche quelli,che in queſta vita ſo- iſpirato Iddio di vſcire dal letamaro
no penalizati , eſercitati con trauer- di quello porco tuo vitio , di frena
fic , egaſtighi , e però giudicati , e re,imbrigliare la sfrenata tua lingua,
chiamati dalla miſtica Rachele del la sboccata tua bocca ;laſciare affat
la eſtimatione mondana per fgratia- to le carte, i dadi; con volcare total
ti figliuoli delmedeſimo dolore : ahmente le ſpalle à que' Juocbie prati
nell'altra poſcia dal miſtico Giacob- che,che à ciò t'allettano, anziquali
be Chrifto nel Giuditio finale figli- cbe dilli ti violentano ; & impiegare
uoli della deſtra alla beatitudine di quello,che t'allianza di vita ,in efer
Matt, chiarati ſaranno, quando che ftatuet citij, in operedi pietà Chriftiana,vi
6.25 oues quidam à dextris. fitando le Chicle, frequentando i Sa
11 Ma ah che non bà biſogno que- gramenti , theſorizando beniceleſti
nel
IIO
I caftighidella vita preſente
nell'elemofine ? Abe ch'era queſto , il ſacco,la fune e l'andar ſcalzo : qui
ſe non vn tirarti alla ſiniſtra del do- dolori,quì pianti, qui tormenti, quì
lore,del pianto della penitenza nella croci;ſe non baſtano i digiuni, le ve
vita preſente,perhauerti poſcia nel- glie & i Hagelli: quì la niorte in fine,
l'altra alla deltra del gaudio, del riſo ſe la Atentata vita non baſta à gafti:
dell'eterna gloria ? ma tu per non la- gare i miei peccati , e tagliando , &
ſciar'il gaudio, il rifo del ſecolo , del abbruciando, non mi perdonarequì
fenſo , della tua volontà , bai fatto tanto , accioche poi tu miperdoni in
ſempre reſiſtenza rubello, & oſtina- eterno. Parce foror,parcefrater:fcio
to perſeueri sù piedi tuoi iniqua, quid pr ſit nobis;io dirò inuitando il
mente fermato . Mavſquequo vſque- Martire Ignatio Santo : Perdonami
Pfal.4. quo grauicorde? fin'a quando ,ln'à ſorellacarne, perdonami ſenſofra
quando ha da durare queſto errore? tello: io sò quanto ci habbia à giova
ſin’à quando per ſedere alla deſtra re, e gioui queſto modo di vita . Sò,
in tenipo, andarete pericolando vna che i Teguaci del Mondo mi beffa
ſiniſtraeterna ? fin'à quando per go- ranno qual pazzo . Ma, Nosftulta
dere dell'allegrezza,del piacere, che propter Chriftum . Ec oh ſapiente
hàfine, e prefto fine,vicomprarete pazzia , ſe diſauiezza eterna laurea
dolori, e pianti , chenon finiſcono dorata ci và intrecciando alle tem
mai?eh ynavolta pentiti,pentiti, do; pie : & alla fine poi , ricambiate le
lenti,lungi,lungidalla deſtra preſen- forti vdiremo quelli , che noi pazzi
te , de gl'intereſi mondani , de' ſen- ftimarono , ridirli giù dall'Inferno
fuali diletti, de' piaceri terreni ; & à gridando. Nos infenfatinosinfenſa- 1.Cor .
ſiniſtra, à finiftra in quefta vita delle ti:Pazzi noi,oh noi pazzi: Vitam il-6.4 .
reſtitutioni, delle paci , de'digiuni , lorum æftimabamus infaniam Ófi
frequenze de' Sagrainenti, &elemo- nem illorum fine honorisecce quomo
ſine , con che fi mortifica ilſenſo , & do computari ſunt inter filiosDei, o Sap.co
trauagliala carne,fi tribola l'appeti- inter fanctosfors illorum eft.
to animalesonde alla deſtra del Giu- 13 Cæterum , V.dilettisio hò pect
dice vi ritrouiate poſcia quelgior- cato, e perche troppo hò peccato ,
no,che farà l'vltimo del finale Mon- così l'intendo;Et certus fum , che ott
do, per goder poſcia, &allegrarliin timamente l'intendo : Mifericordia
eterno . Il tempo volala morte vie- tutta di queſto Crocihillo Signore ,
nc,la vita fugge; &in vn paſſo fu pal- ſe c'è trà voi,chi hauendo peccato ,
ſa à quel viuere , che non sà , che ſia altrimenti ad altro modo l'intenda ;
fine ; e guai à quel peccatore , che Ipfe viderit , ipfe viderit ; che
fendo colto quì alla deſtra , trapaſſa- non ſgannandofi in tem
rà là à finiftra , che portando il pec- po , hà da reftarne di
cato in queſta vita impunito ,andarà ſingannato in
à ſcontarlo nell'altra . eterno .
12 Nò nò Signore quanto è del Dio ce ne libe
canto mio , io viproteſto co'l Padre
D.Au- S.Agoſtino i hic vre,biofeca,a nihil Amen .
guft. parcas , ut in æternum parcas ; qui 6. )
fuoco , qui ferro voglio , ſe nonbalta

IL
III

IL PARADISO
Per la Domenica Seconda di Quareſima.
Affumpfit Iefus Petrum , & Iacobum , * Ioannem fra.
trem eius , eo duxit illos in montem excelfume
Seorſum : transfiguratus eft ante eos.
S. Matt . al 17.
Chi Signori de gli viſto il Sole per amabile , che in ſe
habitatori terreni fteffo egli fia , ei non è amato . Ma
s'innamora del So- ſe ſcoperto à Ciel ſereno ci si dà à
le per chiaro , e ri- vedere, chi può ridire qual ei ga !
lucente ch'ei lia, ſe Puoi dire , ch'è vn chiaro , che s'è
da nuuolo oſcuro mirato , egliadombra : puoi dire ,
ammantato , e celato alla terra non cheè vn luminoſo , che s'è vagheg
lo ſcuopre che'l Cielo, Argo felice , giato , egli abbaglia : puoi dire , che
che ſopra à ſerenafaccia mai ſem- è vn rilucente, che s'e contemplato,
pre con occhi mille il vagheggia.. ? egli accieca:ma non puoi dire,s'egli
1 Amabile è ciò , ch'è bello , io non lo ha fronte piana, o rugofa ; naſo affi
niego :ma ſe l'occhio no'l vede , per lato , ò ricorto ; cranquillo aſpetto ,
lo più non l'approua la mente : fe feuero . Puoi dire ch'è Padre all
non l'approua la mente , non l'ama altre coſe del giorno, ma della notte
il cuore . L'occhio fi marita all'og- à fe fteffo: Puoi dire ch'è Pittore
getto ; concepiſce la mente vn'em- che'l rimanente indora;ma ſe mede
brione , che in animato amore for- fimo imbruna . Puoidire , ch'è vn's
mato è partorito dal cuore : ma ſe'l occhio , che ſcorge il tutto i ma all’a
genitore non dalli , non c'è concer- occhio humano di cela: ma non puoi
to , ò parto , che indi feguitare ne dire , ſe hà il crine fteſo , è ricciuto:
pona. Sorge nell'occhio quaſi che barbato , ò raſo il mento : raccinto ;
in fonte l'amore: ſcorre poi nella o aperto il ſeno . Cuopraſi dunque
mente , quali che dentro à canale , il Sole con nuuoletta gentile, ſorti
indi nel cuore quali che in proprio letanto , che non neceli in tutto il
wiloma netempriin parte
centro s'alluoga : maſe'l fontes'ar- che il raggio
reſta , anco il canale ſi vuota , e'lla: vedendolo l'occhio , ſe non iids
go ſteſſo diſſecca . Germoglia nella chiaro , in ombra , lo capirà l'intel
pupilla l'amore ; fioriſce nel ſeno , e letto, ſenon in ſpecie, in enigma ; &
dentro al cuore matura: ma ſe'l ger- amarallo il cuore, ſe non quanto è
moglio non ſpunta , non creſce il quegli amabile , alıneno quanto egli
gambo , che fiore, è frutto produ- é d'amarlo capace . Bella figura à
ca. Eſca è la viſta; l'intendimento N. (plendeua il Soledella glorianel
focile ; pierra focaia il cuore , fauilla Cielo dell'Humanità Sagrofanta del
ardente l'amore : ma ſe l'eſca ti man- noftro Chrifto , amabile certo in ſe
ca, in van s'affatiga l'acciaio à trarre medeſimo; ma non ne giua invaghi
il fuoco dal farlo . Se dunque non è to il cuore humano , peroche l'intel
letto
112 Il Paradiſo
letto non lo capiua , mercè che dall' tà dell'Huomo . Beatum dixerunt Pfal.
oſcuro nuuolo della lui carne mor- Populum cui hæc funt: non oſtante 143.
tale ammantato , e celato , l'occhio · chè la vita ſia fugace , coine ombra.
no'l diſcopriua, aperto ſolo reſtan- Fugit velutumbra.Giob: che la car- lob 14.
do alla viſta del Paradiſo ; che Atgo ne lia fragile, comefieno; omnisca
felice con occhi mille d'Angelichero fænum . Iſa. 40. Che 'l ſenſo non
Menti il vagheggiaua: Ma che fà lamai fatio . Non ſatiatur oculus Eccleße
Chrifto Sapienza infinità ? hoggi ce vifu , necauris auditu : che l'intel- c.i.
lo diſuela lu'l Monte , a transfigu- letto non refti pago ,ne l'affetto con
ratus eft ante eos ; é perche fplende tento delle coſe create, per eller , fi
quel Sole , che le pupille ci abbaglia come verità, così bontà participate,
Refplenduit facies eius ficutSol; ec- & effere ogetto di queſto vniuerfale
co ſi copre con candida nuuoletta Bonum ,fi come di quello vninerſale
ſottile;Veſtimenta autem eiusfalla Verum , dice Thom.Santo 1. 2. q.2. S. Th.
ſunt alba ficut nix ; & in efla tem- a.8. che dobbiamonoi dire di quella
prando l'acutezza della glorioſa ſua vera Beatitudine , chein rodezza di
luce , viſibile tanto ce la eſpone all'- fatto , eft bonum perfectum intelle
occhio , onde intelligibile , in modo cualis nature ?? come dice l'iſteſſo
ce la diſpone all'intelletto, che ama . Santo nella p.p. alla q. 26. all’yrt. 1 .
bileinguiſa ce la propone al cuore , nella quale la vita è eterna,la bellez
ch'è forza gridarfeſtoſi. Bonum za immarceſcibile,il piacerene'len
eft, bonum eſtnos hic effe : ma per- fi ſoprabbondante, ilſapere infinito
che temo, che frà poco luanendo da e traboccante l'amore? Eh dicalo
gl’occhi, v'eſca di mente, onde ſe ne Paolo Santo , che rapito al terzo
ſcordi ilcuore , co'l pennello della Cielo la vide , e la intele : anzi con
mia lingua , co'colori del preſente felli , che non la può compitamente
diſcorſo , nella tela della voſtra iſpiegare humana lingua . Arcana, 2. Cor.
mente medeſima fc da voi con at- que non licet homini loqui , inercè c.12.
tentione diuoca mi farà conceffa , non la può meno immaginare hu
mentre m'è dato con l'occhio della mano cuore , nec in cor hominis P.Cor.
fede vagheggiarla ſul monte, jo vò afcenderunt , que præparauit Deus 2 .
formarui vn ritratto di queſtagloria diligentibus fe,
del Paradiſo quanto all'accidentale 3 Tuttavolta per ombreggiar
prima, e quantoall'eſſentiale di poi, ne pure quel poco , che ſuppoſta la
acciò che l'occhio della conſidera- fede, dalle coſe quìgiù ne potiamo 1
tione voftra conreinplandola à fuo argomentare ; ſouuengaui di Mosè,
bell'agio , inuaghỉto per ſempre ne · Signori, che già creſciuto nella o
, allenato qual fi
reſti poſcia l'affetto ,epronti io vi ric Corte d'Egitto&
troui ad abbracciare quel inezzo , glio dell'Infanta Figliola diFaraones
che neceſſario per conſeguirlo io foi entra yngiorno in penſiero diſco.
no per apportarui. E per daruiin prire chiegli fia ; e dichiaratoſi he
quattro pennellate vn' abbozzatura breo , mancò poco , non difli ſchia
di quanto io ſono per delineare più uo , non che Vallallo, con generofo &

chiara , e diſtintamente di queſta rifiuto , ei dè di calcio affatto alla


gloria . grandezza reale, che poſſedena. Fi
2. Se il benedi queſta vita , il bel- de Moiſesgrandis factus (dice l
lo di queſta carne,il dolce diqueſto Apoſt. Hebr. 11.) negauit fe filium et
ſenſo , ilnaturale ſapere , e piacere di ſe : filia Pharaonis. Mosè per tua
queſto intelletto , & affetto noftro vita , & hai fretta di fare riſolutione
hebbero tanta forza appreſſo d'alcu- sì fàtta, e non riſguardiagi, teſori,
ni , che in eſli poſero l'vltimafelici- bonori, che di preſente ti godi? Mira
que
Per la Domenica ſeconda di Quareſima. II3
qaegli hortireali , ricchid'herbe, e aſpirare : eccolo folgoreggiantedi
di fiori, colmidifruttise frondi: fat- gemme, maeſtoſo d'alpetto , afilo
ti vna col vccelliera , non só ſe più in Trono di Podeſtà ; diteſti vn ſolc
mi dica , dalla natura , ò dall'arte , in faccia, che in mezzo giorno fere
Il colore tiruba ; c'incanta il canto ; no alluma , e non adombra le ſtelle
e'vbbriaca l'odore ; ti bea ilſapore,e di ricchi fregi del menco , dello ſcet
mentre agiato il viale t'inuita al paf- tro ,della corona ; camor fpirando ,
ſo ; lo ſtagnaore ruſcello trà criſtalli- c riſpetto ,forza à gridare i cuoridi
ni humori al nuoto , al guizzo , al riguardanti: c dimezzo la tema eſce
glazzo , la gamba, il braccio, il tut- il diletto .E non ſtimi queſti hono
to ti violenta . Che bel ſedere alla- ri, che li rifiuti ? Vedi , riſponde, io
to di quella fonte, oue Ninfe, e Trio non gli ſtimo vn zero. Marauiglia, è
toni dell'alabaſtro più candido già forza eſclamila terza volta . Eh sò
fabbricati, ſotto vn grotteſco mari- dir io ſoggiunge l'Appoſtolo , e che
no dasino la caccia a'peſci, che in- marauiglia ne prendi ? Afpiciebat
gannatidall'atto , ſtolidetrit i tante enim in renasınerationem , Sai tu ,
volte alla fuga ſi danno, quante mo- perche non ſtimana queſti agi, que
uendo l'aura quell'onde tremule , iti teſori, queſti honori Mosè, ege
dona all'ombra quelmoto , che non neroſo li rifiutaua ? perche haucua
può dare alla pietra . Che bel pola- l'occhio à gli agi, terori, honori ,
re ſotto quell'Elci ombroſi , oue Sa- che rifiutandogli, la fede in remune
tiri , e Fauni , che del marmo più fi- ratione gli prometteua · Chic Fide
no fur lauorati, in boſcarecciaſcena Moyfesgrandis fačtus negauit fe fi
toccano tamburi, e pifferi, modu- lium efle filia Pharaonis : afpiciebat
lando l'acqua fredda nel laffo quel enim in remunerationem . Ahl'hab
fiato inulico , che fangue caldo mo- biamo intela dicc S. Gio: Griſolto- lcan .
dula nell'huomo viuo . E non iltiini mo.Cælo enim propofito erat fuper- Chrys
queſti agi, che li rifiuti ? Vedi , ri- uacaneum admirari Regiam Aegy
foonde Mosè , io non gli ſtimo vile pti . Mentre che all'occhio di Mosè
zero. Marauiglia . Paſſa per queſte s'appreſentaua la Corte Reale d
loggie , gira per queſte fale , entra
entra" Egitto , alla mente di lui ſoggertaua
per quelle fanze del reale Palaz- la Regia del Paradiſo , & all'appari
20, oue idorati ſoffiti, quali Nar- re diqueha ,eh ſpariua , ſuanina_
ciſi di ſe ſteſſi inuaghiti il giorno quella , quali che l'ombra alSole.
tutto ſiſpechiano ne'terli puliti , c cælo enim propofito oc. che giardin
lucidi pauimenti , oue l'ago diPalla ni della Corte d'Egitto, oue la brina
ne gli Storiati parati entra à duello dicada ifiori , oue ilverme corrode
contra il pennello d'Apelle nelle ſo- i frutti, oue il gielo l'acque impri
rie dipinte : oue le feti , e gli ori ap- giona, e in pochi meſi ammucito
preli i compimentida'Cortiggiani, ['augello ci abbandona ? Miras ,
li ſtanno hor glivnihor gli alcri cor- mira i giardini del Paradiſo . Viren
teſemente hor del ricamo, hor del tia Paradiſi . Tali ch'entra le fa
fondo cedendola precedenza : ouei uole, i CaipiElifi non gli ombreg
criftalli , e gli argenti delle tauole giarono intra l'hiſtorie ,gli horti pen
appreftate contentando la gola de' dili non gli abbozzarono; nelle ſcrit
conuiuanti , tormentano la cupidi- ture Sagre il Paradiſo terreſtre non
gia de gliaffiftenti. E non ftimi que- ne fu piu che figura . lui ridono mai
fiTerori ,e li refiuti? Vedi , rilpon- ſcarre i fiori , iuittillano mai ſein
de Mosè , io non glifimo vn zero. preincttari; iui ſpirano mai ſempre
Marauiglia . Filia l'occhio nel Rè i zeffiri; iui ondeggiano mai fe inpre
medeſimo, allo ſtato del quale puoi i tontie frà dielli Icherzando
P
gli ha
bita
114 il Paradiſo
bitatori felicistcà le danze, & i canti que le.Fides Moyfes etc.Afpiciebat
mai ſempre durano . Q2 pergis in- enim osc. Cælo enim propofitooc.
Eccl.12 ter lilia , ptus Choreis Virginune . 4 Tale dunque Signorie'l Para
Hymn Poft te canentes curfitant,hymnosque diſo nel fico , e nell'effere ſuo mate
Virg. dulces perfonant . Che loggie,che riale: tali glagi,i teſori, glihonori,
Atanze,che adobbamenti, che argen- che iui gode ilBeato nel corpo fuo
ti di queſte Cortiterrene , oue gua. gloriolo ,impaſibile, & immortale ;
Ita la tarına, oue diſtrugge il tempo , tali che non ſono apprezzabilià di
e può danneggiare il furto , può face lui paragone , anzi per intereſſe di
cheggiar la guerra ? Mira míra le loro dilprezzabili ſono quelli d'vna
10.14. ricchillime ſtanze del Paradiſo. In Corte, d'vn Perſonaggio Reale qui
dom Patris mei manſiones multe ſulla terra . Ma perche allo ſtato d'.
funt ; cali,che ſele fauole à paraggio vna Beatitudinecompita non ſolo
qui mettono il Palazzo delSole , concorre la felicità del luogo, e cor
egli reſta ombreggiato : ſe le Storie , porale gloria dichi è contento :ma 1
gli addobbamentidiDario , avuiliti intieme la compagnia ciuile vna
rimangono ; ſe la Scrittura Sagra la gran parte vi ticne, e nell'ordine ,
Regia di Salomone , n'ha formato tratto concordemente vario dieffa
vna figura; non vn ritrattoj poſcia i più nobili ſenfi ſingolarmente deli
che iui'oro ſelcia le itrade; dalle ciando si fanno: & ilBeato regnan
perle vengono ſegatę le tauolci e le do con Chrifto in Cielo , viue però
gename più fine ſono le pietre rozze al corteggio del Monarca fuperno
de fondamențijne v'è ladro ,che ru- Iddio . Signoridell'armonico mini
Ap. 21..bi,ouer tignuola,cheguaſti;Ipſa Ci- ftero di quella Corte , che potremo
S uitasaurummundum ; fingule Porte noi dire
ex fingulismargaritis : fundamenta 5 E 'ſcritto al terzo de Regi ca.
muri Ciuitatisomnilapide pretiofo ro . che venendo quella Sæuia Don
ernata : vbifur non effodit , neque ti- na , dico la Reina Saba à Geroſoli
nea corrumpit : Finalmente , che ma, e vedendo le ſtanze; il pumero ,
grandezza , che honore di Perſona l'ordine e'l magiſtero de ſerui, Pag
Reale,che in alto ſedendo,hà il pre- gi,& altri miniftri della Corte di Sa
cipitio da picdi;che.fc vince ilnemi- Tomone , reſtò così preſa di ftupore,
co , cemerubello il vaſſallo : che le che non habebat ultrà spiritum : Ò
fugge il veleno , non può sfuggire la come leggono i 70.extraſe facta eft:
morte ? Miramira lo ſtato reale d'- per marauiglia vſci in certo modo
vn Beaco di Paradiſo tale che'l fa- di ſe medeſima . Era (auia coftei, e
uoloſo di Gioue vanamente l'om- ſauia di fapienza ſublime, onde ven
breggia : che lo ſtorico d'Auguſto ne à centare, cioèà far proua con .
badamente l'addica : che lo ſcrittu- . queſtioni, & enigmi della fapienza
rale di Nabuco figurare lo puole , di Salomonc antonomaſticamente
non dimoſtrare: mentce quegli nel : il ſapiente . Venit tentare cum ina
corpo,ſuo con le quattro doci , am- nigmatibus, e come tale bauçua no
mancato di glorioſoſplendore , co- tato tanti miniſteri mirabili della
ronato diſottigliezza,con lo ſcettro natura: ſarebbe à dire: Primo come
dell'agilità , alliſo in impabile fta- l'anno miniftri alli animali co'lmi
10 , viue licuro di regnare contento niſtero delle ſorelle ftagioni : Cre
eternainente immortale. Surget in denziera la Primauera gentil toua
incorruptione, furget corpus/pirita- glia d'herbette di tanti fioriadorna
be, furget in virtute, furget in gloria , ta in ſulle tauole della terra diften
O mors non erit vltra , neque luctus, da: indifcalca l’Eſtate di mille ſapo
neque clamor . Che marauiglia duna roſe viuande di ſtagionati fruttil'.
im
Per la Domenica Seconda di Quareſima. 115
imbandiſca, e regali: poi Bottigliere fiftono alcorteggio diuino ? millia
BAutunno leboccie , ecoppe dell- millium miniftrabant ei , o decies
vue di generoli eſpirito ſi viniriem- centena millia affiftebant or o Super- Dan.c.
pia ; e finalmente diſpenfiero il Ver- bo Teatro ditre Gerarchie diſtinte 7,
no gl'auuanzi tutti prouido li ri- in ordini noue d'Angeli,Arcangeli,
ponga , e conſerui Secondo come Troni,Dominationi, Principati,Po
ininiftri il Cielo al Sole co minilte ' teftà,Virtù , Cherubini, e Serafini, a '
ro de corpi , e moti ſuperiori: Alla ' quali vengono intrecciati si,ma non
camera in (u'l mattino Bosforo il confuſijmidi sì,madiſtinti i Patriar
ſerua ,Heſpero in ſulla ſera : glalzi chi rilucenti perfede ; - i Profeti ci
l'alba la portiera all’vſcire dall'O- denti per ſperanza i gli Appoſtoliin
riente , egli la cali la ſera all'entrar focati percarità ; i Martiri coronati
dell'Occidente:corteggio gli faccia- di roſejleVerginiing'sirlandace digi
no l'horediurne digiorno', guardia, gli; i Confefforidi viole adornati ; e
e ſentinella lë Stelle tutte di notte : Santi tutti fregiati d'ogni fiore gen
trattino ſeco invarij aſpetti iBaro- tile dipiù amoroſas & odoroſa
vir
ni Pianeti, & in diuerfi influfli, dio to Santi disì gran numero che ſo
aerſi gliordini ſpediſca: loro de gli' lo de gli Hebrei ne annoucro Gio
effetti diuerli da cagionarfi nel uanni cento quaranta quattro mila.
Mondo ballo , e nel Quadripartito Centum quadraginta quatuor millia :Ap.c.7 .
Palazzo del Zodiaco tre volte quat- e degli altri hebbe à dire eſſere vna
trogli appartamentig! inuri ilmo- Turba innumerabile; mercè che an-
to dellaſua sfera . Terzo come mi- nouerandoli Dauid ,trouò'aunanza
niftrino le potenze noſtre cognoſci- uano il numero dell'arena delMa
tiue all'animaragioncuole : cauino re. Dinumerabo eos, ſuperarenam P8:13.
i ſenc eſterni dalle miniere de gli multiplicabuntur. Angeline Sanci, P
oggetti ſenſibili ilmercurio,l'argen- vno più dell'altro riſplendente , egli
to viuo delle ſenſationi loro i, ndi è vero ,perche Stella differt àStella
portato alla doganadel ſenſo inter- in claritate , ma però tutti rifplen
no comune se di là ſülleſpalle de' denti à paragone del Sole.Fulgebunt Sap.co
giuntenti fantaſmi all'officina della sufts ficut Sol in conſpectu Dei, anzi 3 .
mente condotto ; iui all'alchimifta più chiari del Sole iſtero , quantun
dell'intellecto agente nell'oro puro que al Sole paragonati, per non ef
della ſpecie affinato, purificato, for- ſeruicoſa ( dice Beda il Venerabile)
mato į viene poſcia dal zecchiero più rilucente del Sole , alla quale á
dell'intelletto poñibile improntato , poreffero paragonare.
marcato di concerto mentale , e co- 6. On qui si , qui sì ſi auuanza
siad eſſere vltimamente ripoſtopel- affai pia il gandia beato , che ridon .
La teſoreria della memoria . Queſti da nel ſenſo , che trabocca nel cuore
dico ,. & altriranti minifteri hauicua, dice it Venerabil Beda. Verum ſuper
non v'bà dubbio ,quella ſauia Reina hec omnia eft confociari Angelorum
nelle coſe naturali notati , e pure cetibus, o intueriagmina Sancto
non ſi legge, non s'intendeparola , rum fplendidius
ſyderibus micantia ;
che ne prendeffe ftupore:& ftupitan- Patriarcharum fide fulgentia ; Pro
to poccia del miniſtero della Corte phetarum ſpelatantia M; artyrum
di Salamone . Certo biſogna con- purpureis victorie coranis lucentia :
chiudere , checoſa di grand'ecceffo Virginum quoque Chorosſcandentia
çglifule. Ma che bà da fare la Cor- feriageftantes infrcere : Occhio ,
te diSalomone con l'ammirabilmi- occhio beato , che tal'oggetto va
niſtero di quelli Angelici fpiriti, che gheggia , mache beato l'orecchio
di numero quad innumerabili aſo ancora , che ne gode quegl’hinni ,
P2 quei
116 Il Paradiſo
quei canti,e ſuoni. Vocem Cythart- no di cauo bronzo incalorito nitri
dorum C. ſce , impatiente di vederfi cacciato
17 Dell'armonia de'Cicli inferio- intrà la miſchia ſanguigna . Se amo
ricon pittagorico ſentimento hebbe roſa ei l'addolciua; poteuidire, que
Filo à dire Filone Hebreo , che ſe foſſe ſto è caualicro d'amore , che forto
de fom-dal noſtro orecchio goduta , aſtratti la fineſtra, ò attorno al cocchio del
nel godincnto de' lunfi , quali fcor- la ſua dama , hor'aggiuftato in ful
datidell'eſſere caduco noftro, come giannetto ſaltella, hor’amoroſo paf
che già d'una vita inmortale parte- ſegia . Ma le fioca mancar la face
cipallimo, di mangiare,e di bere an- ua , l'era forza conchiudere , che è
dareffimo (cordati in tutto . One ſi colpito da Marte il cauallo da guer
poſſet ad noſtras aures peruenire, in ra abbattuto à terra giua ; ò da Cu
nobis excitare per potentes amores , pido colto il caualiere d'amor ferito
Oinjanum defiderium , quo ſtimu- in cuore languiua : ma non era per
lati rerum ad victum neceffariarum queſto men gradita arreſtata , che
obliuifceremurin npaſti cibo, potu- foſpinta , ò rauuolta ; ne cara meno
queper fauces demiffo, fèd quemad- ſembrana fioccamancante , che ar
modum immortalitatis candidats , dita vibrata, ò che amoroſa addol
conſumat& mufice diuinis cantibus . cita ; ma vgualmente ſempre piace
Má tacciano i ſogni di Pittagora , e ua , appagaua , rapiua , empiua, vb
di Filone , e della muſica de'chori briacaua, ma non mai latiaua. Ta
empirei parli la verità di ſtoria aul- le dunque ſi faceua ſentire l'augello
toreuole , e Sagra. al Monaco , riempiendogli l'vdito
8 Conca queſta , che bramofo d'inuſitata dolcezza , onde ridottaſi
antico Padre d'aſſagiare vn popoco l'anima di lui tutta all'orecchio , iui
di quella gloria celeſte , li få auanti ſe ne flette rapita ben' ducent'anni
vn gratiolo vccelletto , che dolce- continui, à capo de' quali ceſſato il
mente cantando , e faltellando leg- canto ,ſparito lvccelletto , e ritor
giero di ramo in ramo ,mentre, che nato il Monaco in ſe medefimo,cre
ifnello vola d'vna pianta in vn'altra , deua eſſere ſtato nel boſco à godere
gentilmente dal Monaſtero lo caua , di quella muſica vn’hora lola . Ma
c lenza ch'ci ſe n'anuegga , e paffo che proportione hà il boſco co'l Pa
palio lo tira al boſco , oue raccolte radilo ; vn'vccello con i Millionide
le penne , fermato il picde incomin- gli Angeli ? Arcana arcana, que non 2. Cor .
cia à (nodare in viuacillimi accenti, licet homini loqui. Troppo cortar.12,
& artificiofiflimi tirilirà la piccio- miſura è finalmente ogn'vna di que.
letta ſua voce: pareua , che destrie- ſte coſe per eccellenza tanto pubbli
ro di maneggio ella fuffe ; arringol + me . Che piaceri , che appagainen
anguſta bocca , l'augellino il caua- ti , che ratti, che pienezze , che vb
liere, à cui feruiſſe la ſottiletra lin- briachezze ſenza latierà li gultcran
gua hor di redine , che l'amuolgelie ; no à que' canti? Ah qual fia, ah qual
bor di freno , che l'arreftaffe ; hor di fia , fe d'vn'augello è tanto dolce , e
ſprone , che la ſpingeffe : e s'hauefti foaue il canto ,la sù nel Ciel l'ange
notato , cometalhora à miezza la lica armonia ?
carriera moribonda la comprime- 9 Chc ſe tanto dilettarà l'ogget
da , hauereſti detto , che nerborute to di que' Cittadini fuperni, che fa
coſcie all’hor cacciandole a ' fianchi, rà quello dite Rcina loro Maria, e
per ecceſſo di forza , e maestria lo più quello di te Rède'Regi Chriſto
fpirito le rillringeua : s’ardita ei la Giesù in quanto huomo ? Non è
vibrava , poreui dire ; queito è ca- queſto ſoggetto per la mia lingua,ſe
uallo da guerra , che al bellico luo- addolcita non viene ja qucll'eterna
man
Per la Domenica ſeconda di Quareſima 111
manna, chiè afcoro in Cielo . Vin . mihi , quia intolatus meus prolon
Apoc. 2 certi dabo manna abfconditum . Voi gatus eft : multum incolá fuit ani
lo potrete dire ò fartillere beate , ma mea . Beato ſonno , felicif -PF.119.
che intorno à lumi di quelli ſguardi limo ſonno , nel quale quell'ani
amorofi innamorate girate ; e negli ina anuenturata rapita in eſtaſi di
ardori loro ſempre più al volo con- Paradiſo ; Leuabit fè fupra fei e fif
templarrici impennate ,non iſpenna- fando la viſta mentale nella diuini
te la mente . Voi lo potrete dire è cà Sagroſanta fatta ſpecchio volon
felici fenici , che couate con gl'oc- tario all'occhio dell'intelletto beato,
chi entro alrogo odoroſo di quelle vedrà chiara, e diſtintamente none
guancie fiorite , & eſpoſte alle ſola- folo tutto l'ordine della natura , ma
risfere di quelli aſpetti diuini , in- quello della gratia inſieme. Et ecco
trà le fiamme loro perpetuate, non che quel contadino idiota , il quale
rinouate la vita . Il mirare vi ſtrug- adeſſo nulla sà ne del Cielo , ne de
ge , vidilegìa l'vdire , e frà queſte gli elementi; beato allhora affiſſato
dolcezze , che vnmare digioie for- nell'Eſſenza Diuina , vedrà d'unho
mano , aliuenturofi alcioni il ſenſo , ſemplice ſguardo chiara , e diltinta
e'l cuore imperturbabilmente gli mente i Cieli tutti , e gli elementi; e
eterni concenti loro couando ftan- penetrando di sfera in sfera le con
no . tenute nature,diftinguerà ſoſtanze, e
10 Ma qui'l ſoggetto s'amanza , lomifenze ;le forme dalla materia ;
e dal piacere del lento , nel giubilo conoſcendo con le differenze loro
della mente fi và innoltrando Ani- eſſentiali le proprietà tutte , e gli ac
ma auuenturata , da Chriſto ſuo ca- cidenti : e ciò dall'Intelligenza più
Cant. 2 ro inuitata : Surge propera amica alta al vermicciuolo più baſſo ; dal
mea , columbamea , fórmofa mea,o Sole alla Stella più nebuloſa del Fir
vent : correrà innamorata frà le tue mamento ; dal cedro all'hilopo, dal
braccia i frà le braccia di te, che po- loro al piombo ; dal carbonchio al
Itale la mano manca ſotto del capo . l'arenella più fcura , e più minuta .
Leua eius fub capite meo , e con la Intendendo ilcome , &il perche in
deſtra riftringendola al petto ; Et renda l'Angelo fenza diſcorſo ; di
Cant. 8 dextera illius amplexabitur me : fa- [ corra l'huomo ſpeculando i fantaſ
rai , che nel tuo grembo ripoſi , ' e mii il ſenio tragga neceſitoſamen
! quiui ( ò felice) ſaporitiflimamente te all'opra gl'irragioneuoli bruti ;
reftandoſi contemplatrice addor- 'meglio , e ſenza paragone veruno ,
mita , accennerai co'l dito à tutto il chenon fè già Arittorele de' filoſofi
Paradiſo , che non li faccia romo- il Corifeo Conoſcendo nelle mi
re', che non ſi deſti la tua diletta , ſure , e ne' moti de' Luminari il va.
fin che dormire le piaccia Adiuro riar de gli aſpetti , l'operar de gl'in
vos filie Ierufalem , nefuſcitetis,ne- fufli', il miſcuglio de gli effetti nel
Cant.3 que enigilare faciatis Dilectam , quo- Mondo baſſo'; meglio e ſenza para
ad ufque ipſa velit . Sonno deſidera- gone veruno , che non fece già To
bilc, e caro , chi non t’apprezza ? chi lonieo , d'Afronomi, d’Aſtrologi
non t'hà à grado ? chi non deſidera Antefignano · Comprendendo il
d'addormirli ne’tuoi ſopori,per non luogo , il tempo , ilmodo del qua
mai più vegliare ? Chi non corre frà gliarſi, inducirſi , affinarli metalli, e
quelle braccia: Chinon vola colà in pietre ; germogliare herbe , e piap
Pf.34. quel ftrio? Quis, dabitmihipennas ic; e dopo frondi, e fiori cacciar la
ficut columba , volaho, w requie-- frutta , o maturar la ſemente ; me
Scam Oh longo viuere , noio iglio , e lenza paragone veruno , che
Coefilio , ò tedioſo vegliare , Hen non fece già Plinio ilSegretario del
la na
118 il Paradiſo
la natura : oh cara vilta . Et ecco effe dinoiloro figli, Nipoti, e di
che quella ſemplicevecchiarella , la ſcendenti : oh marauiglie, ò ftupo
quale adeſſo non ſi rende capace à: ri . Ne quì Gi ferma la viſta : chess
credere la Trinità delle Perſone in quanto il Beaco ſarà più ricco di
yna Effenza Diuina ſe baſſa , & im- meriti , e perciò piùdotato di gra
perfettamente non gliela vieni à fi- tia , & in conſeguenza più chiarifi
gurare nello ſcanno d'vn cieco , ch'è cato di ſuperno lumedi gloria, pro
di trè piedi ; ne sà formare concet- fondamente più ancora verràà pe.
to della deformità del peccato , ſe netrare l'abito dell'Elenza Diuina : .
non glielo dipingi in vn'affumicato onde vedrà in ella più creature indi
Diauolo horrendo im vitta : ah che uidue , tanto delle pollibili , quan
beata allhora affiliata nella Diuina to delle effiftenti : 'li che la douc
Eſſenza , vedrà d'vn ſemplice ſguar- ogni Beato vedrà in Dio , verbi gra
do chiariſima , e diſtintilimainen- tia , tanti leoni; e tanti cedri, e tanti
te i Miſterituttidella fede creduti : rubini , quanti ſono neceſſariſ per
Diovno , e Trino , ab eteino in ſe compita intelligenza delle ſpeciede
fteffo , beato , e Creatore in tempo leoni,de cedri , e de' rubini; quanto
dell'Vniuerſo : Chriſto Verbo, Dio , al genere differenza', proprietà , &
humanato , morto , e poiviuo riſul- accidenti connaturali ;chi più beato
ſcitato immortale : Maria Vergine ſarà , oltre quelli; altri più in nume
Madre inspeccabile, immaculata : ro e leoniccedri , e rubini , e così
come il Batteſimo regeneriš la Con- det rimapente è per vedere. Oh quis
feffione reſuſciti ; l'Euchariftia no- andiust vnquam tale , quis vidit huic
drilca l'anima del fedele ; s'infonda- fimile 2 Omnis homo naturalster
no gli habiti ; moua la gratia ; non fcire defiderat: ogai huomonatu
falli la predefipatione ; fi ſalui il li- ralmente deſidera diſapere : Alio ..
bero arbitrio ; viua eterno l'huomo ma Ariftotelico , volti dire, accetta .
in gloria, enon innecchi'; arda ſem- to per fin da? Pazzi; e portati da
pre nell'Inferno il dannato , e non queſto defiderio ', che non faccia
conſumi ; il fuoco materiale cor- mo ? fi ftenta, fiveglia, ſi ſtrugge la
mentiin fpirito ; e yn corpo glorio- natura , fiaccorta la vita , logrando
fo penetri vn'altro corpo : tutto ciò nelli ftudij la fanciullezza prima, e
non per fede , od in ombra , ma per l'adoleſcenza içcon la gioninezza ,
viſione intuitiua chiara ; onde non la virilicà poſcia ancora ; e fatti vec
vi è paragone veruno à ciò , che già " chi,che tanto poi ne ſappiamo ? fia
n'intefero, o'l Teologo di Nazian- mo forzati à dire con quel' filoſofo .
zo , ò il Dottored'Hippona , l'An- di tanta barba canuta . Ancora im-
gelico , il Serafico , il Sorrile , l'Irre- paro . Dunqueperſcienza sì farra ,
fragabile . Oh ſguardo , oh ſguardo. che li ha in vn ſemplice ſguardosch'
E con l'iſteſſo ſguardo vedrà il Bea .. eterna atualmente ſi gode indeper-
to in Dio tutti queidecreti del dia dibile , che brama ci dourebbe por
uin volere ;tutti queipenſieride gli rare?.cbe ſtento non ſi:dourebbc ab-.
Angeli , Huomini e Diauolise tuit- bracciare ?
te quelle contingebze future,le qua- 1 Hora ( e in queſta Chieſa ſi
li alla perfetta prudenza , e proui- troua chi deſideri, chi brami, oli
denza del fuo ftato faranno conue- pretenda arriuare al godimento del
nienti . Sarebbe à dire : Franceſco Paradiſo ; apra l'occhio , eſenta ,
Santo tutto ciò , che ſpetta al buion che dalMonte Taborci grida nell
profitto de' ſuoi Frati , Diuoti , Be- hodierno Euangelo il Padre Eterno ,
nefattori; li noſtri Padri, gli Auoli alegnandoci un mezzo onninamen
noftri tutto ciò , che corre per inter- se scuro ,c ncceſario per arriuaryi.
Hic
Per la Domenica ſecondadiQuareſima. 119
Alicef filiusmeus dile &tus , in quo di viuere ? appunto i più toſto cac
mihi benecomplacus, ipfumandrie. ciar denariàfuria , acciò ſirompa
E certo buone nuouefratelli. Ipfum quanto primail collo in vn poftri
audite; buone nuouu ſorelle. Ipfunt bolo , ſaciando i difoncíti apperiti.
audite . L'eterno Padre rimette il Softentare quel Pouerello men
fatto à quefto Chrifte , il qualecut- dico , che sinuore di fame ? n'
to amoroſo apparentarofi con la è perduta l'vſanza ; più coſto man .
noftra fiacca natura , ci aprirà vna tencre yna banda di cani da cac
ftrada piaccuole ., c'imporrà vpa ca- cia , leuando il pane di boccaal
rica leggiera . ad vn Chriſtiano per paſcere del
12 Horsù dolciſlimomio Signo- le beſtic . Veſtire quel miſerabile
re già che'l negotio è rimeſſo alla ignudo , che fi gela di freddo ? man
Maeftà Voltra , non occorre altro co à ſognare li viene :più toſto co
preambolo diparole. Tu noftifigo prire de Superbiarazzi, e broccatelli
mentum noftrum ; ſapete moltobe le mura ; (pogliandoncvna creatura
ne e'l biſogno , e le forze; e peròda redenta co'l ſangue delCrocifiſſo
parte di queſto Popolo non vi por . Figlio di Dio, per veſtirneinſengbili
go altro memoriale diquefto . Me- pietre. Dare per elemogna vna mo
morare, quamea fubftantia. Ricor- netad'argento ? Guarda : ma cerca
dateui , che ſiamo di carne, Rice- .sc diligentemente il quattrinuccio ,
ue Chrifto il memoriale,e lo decre- e ſe non v'è , in pace fratello : e trat
ta nel Vangelo. Quivult venire poft tandoſi di giuochi, feſte , balli, ba
'L uc. me , abneget femetipfum , crollat gordi, fare poidelle doppie.d'oro ,
64.6 . crucem fuam , o feguatur me. In comede' pezzi di carta Cauare di
buon linguaggio dice Chriſto , chi carcere quelmeſchino ? s’hà per co
vuol venire dietro me alla volta del fa da ridere: più tolto farui morire
Paradiſo , biſogna che ſi metta alle vi qualche innocence à picca dell
ſpallela crocedella mortificatione, auuerſario. Farſi vna diſciplina,por
è dell'opere virtuoſe, e Chriftianc, e tare alcuna volta vn cilitio per fre
mi venga così carico ſeguitando-, no della furia sfrenata diqueſta car
Gentilhuomo , Caualiero , Ricco ; ne ? Eh Moftri incognitidel Mondo
Mercante ? penli tu di andare in Pa- nuouo : più tolto nuotare , tuffarfi
radilo ? Padre, io ſpero in Dio disì. tutto nelle più abbomincuoli, e fe
Et io temo grandemente, che no . tenti carnalità , non facendo più fi
Stai tutto immerſo neile delitie del ' madella legge diDio, che d'vn paio
ſenſo ; quanto l'occhio vede,tanto di ſcarpe vecchic :di queſte piaghe,
di
il cuore deſidera , e tanto ſi mette in che d'vn ſtrofinaccio là di cucina:
cſecutione porendo : alla menſa lau- queſto ſangue, che d'vna carognadi
te viuande, vini delicati, apparec - beccaria : di queſto Chrifto , che
chio abbondante , e mortificarti in d'vn vilinimo ſchiauo . Abe fi trat
vna coſarella per amor di Dio ? non ta di Paradiſo , e s'hà ardimento d
occorre manco parlarne : far qual- afpirare alla gloria ? Ve vobis diui- Luc.
che digiuno io penitenza de' com- tibus , qui habetis.confolationem ve - ca.G.
meni peccati?Si:è linguaggio ebrai- ftram iVe vobis ,quifaturati eftis,
co , chenon s'incende . Riſtorare quia efurietis . Vevobis ,quiridetis
quella Chieſa, chefà per rouinare ? nuncquia lugebitis, flebitis. Vo
approposito , più tolto ſepellire le lete ivoſtricomodi in queſto Men
migliaia di ſcudi in vna fabbrica di do à filo cutti? Volete i voſtri guſti
fouercbio . Maricare quella pouera tutti à portino ?tutti gli ſpalli tutti i
figliuola , che ſtà in ponto di perde- piaceri'immaginabili hora benes
se l'bonore , e l'anima per neceflità Vav'aſpetta nell'altro .Vava. Eve
dice
I 20 il Paradiſo
dice Girolamo Santo , che importa
eterna dannatione . Dunque queſto SECONDA PARTE.
Chritto s'hàda laſciare ſolo agoniz
Zarei rifelela Crocedlaloodala 4Gradecerleabbiamo con bor.
noſo il capo ,inchiodate le mani,tra- re anime care tutto ciò s'appartiene
fitci ipiedi , ferito il cuore? é li pre- alla gloria accidentale , che dell’eſ
tende con tutto ciò fargli compa- ſentiale , ah s'abbaglia il ſapere, l'in
gnia nel Ciclo ? penſieri pazzi, ſen- telletto s'arrefta; s'aminutiſce la lin
tinienti ſpropoſitati , impertinenze gua . Ma perche tacendo , troppo
da cauallo . Qui vult venirepoft me mancheuole reſtarebbe la noſtra
c . Chi vuol andare con Chriſto in pittura , ve la dipingerò in vn ſcor
gloria , bilogoa porſi alle ſpalle la cio , e voi polcia ex ungue leonems
croce della mortificatione, e peni- raccoglietene quell infinito , ch'io
tenza delle Sante operationi Chri- laſcio addietro .
ftianc , e virtuoſe , altrimenti noin is Dunque confortata ſopra lc
occurre che tu vipenli ? non v'è Pa- naturali ſueforze la mente created
radito per te , habbi nome come ci dal lume ſopranaturale di gloria ,
vogli: il tuo caſo è ſpedito. vedrà l'inuiĝbile e lo vedrà fac
13 Padre, dice quell'altro, rendo cia à faccia; Tunc autem facie ad
gratie al Signore ch'io non commet faciem . Intenderà l'incomprenſibi
to di queiti eccelli :digiuno , faccio le, e l'intenderà tutto , come è in
qualche peniteriza , & clemoſina.. le itello ; Videbimus cum ficuti
con tutto ciò nii trouo molte ric- eft. Conoſcerà quel Dio , d'encità ,
chezze d'auuanzo ; e quel Væ diui- atto puro , e ſempliciſſimo; di per
ribus midà affai che penſare : Dite- fertione infinito , illimitato ; per le
midi gratia , ſarà poſibile con tut- medelimo immenſo , al tutto , ad
to quefto , ch'io entri in Paradiſo ? ogni coſa preſente, quel Dio immu
Fratello impoſſibile affatto non è , tabile , eterno viuo , e radice di vita ,
ma è ben tanto difficoltoſo , che il di ſapere, à cui nulla s’aſconde ; li
Ricco entri in Paradiſo , che fareb- bero divolere, e ne' decreti inuaria
be coſa più facile , che vn camelo bile ; ſolo tutto bontà , & amore , e
con quella ſua gobba paffale perlo fonte primod'ogni bontà , & amo
ſtretto foramed'un ago . Lo dice la re ; che ha prouidenza del tutto: ch'
Matt. fteſfa verità Chrifto : Facilius eft è di poſtanza onnipotente,che final
0,19. camelum per foramen acus tranfire, inente è per ſe ſteſſo compitamente
quàm diuitem intrare in Regnum Beato .
Celorum . Sono le ricchezze d'au- 16 Vedrà queſto Dio cflere in ef
uanzo al Ricco , come la gobba al ſenza neceſariamente vi ſolo , ma
camelo . La porta del Paradiſo e nondimeno comunicabile à trè Per
Matt. ſtretta; Arcta cft via , que ducit ad fone Diuine,Padre,Figlio, e Spirito
vitam ; non vi potrà entrare, fe non Santo . Perſone , che quantunque
Jaſcia dietro la gobba . Ma come? comunichino in vn’Ellenza indiuili
s'haurà forſe à taglidre? Ah nò Si- bile , nondimeno per ragione delle
gnori ſenza ſangue , vuotando relationi reali di Paternità , Filiatio
ſolamente le borſe nel ne , c Proceſſione, ſon frà loro real
buolo dell'ele mente diſtinte . Relacioni , le quali
molina e pi con eſſere fra di loro realmente di
glio fiad ſtipte , ad ogni modo ſono con vn
10 . indiuiſibile ellenza realmente vndo
. :? 1 :) ? .. col . Padre , che per fe fello in
12
Per la ſeconda Domenica di Quareſima . I 21
naſcibile , ab aterno neceſariamen- großara la lingua non sà parlare :
te intendendo le medeſimo , dicen- A , A , A , Domine Deus ecce neſcio let.c.1 .
do genera il concetto mentale del loqui, quia puer ego fum . Stà ilmio
Verbo Diuino . Padre, e Figlio , che Serafico Padre infermo, e delide
ab æternod'amore notionale , e vi- ra conſolarli co'l ſuono di qualche
cendeuole amandoli , ſpirano ab muſicale (tromento : Et ecco gli
eterno lo Spirito Santo che dall'vno, manda il Signore vno di quei Muli
e dall'altro ſpirato , non generato ci della Cappella Reale del Paradi
procede , Padre Dio ; Figlio Dio; fo , vn'Angelo dico , il quale dilica
Spirito Santo Dio , & vn Dio foto d'tamente paſſando con va'arcata ſo
vna ſola Diuinità,ſoſtanza,e perfet- la ſopra d'vna viuola , forma vnas
tione aſſoluta , & indiuidua. Padre melodia si cara all'orecchio là di
tutto nel Figlio , e nello Spirito San- Franceſco ,che dall'vdito paſſando
to ; Figlio tutto nello Spirito Santo , al cuore : Oime ſe n'ode arinoniofo
e nel Padre ; Spirito Santo tutto nel in modo il rimbombo per quelle
Padre , e nel Figlio per Circuminſel- grotte vitali,che l'aniina di lui d'inn
Jionen Perfonarum . Trinità, che non prouilo à tal dolcezza chiamata ſtu
conoſce priorità, ò pofteriorità fuor piſce; e nello ſtupire volta l'occhioic
che d'Origine ; che non ammette nel voltar dell'occhio perde lo ſpir
maggioranza ò minoranza verupa ; toje perdendolo ſpicto, ſi rende im
ina è di Perſone frà loro compita- ' inobile ; e nell'immobile farfi, laſcia
mente vgualiffime. Sagramento in caderſi le braccia delle potenze tut
fine innacceícibile a' Viatori , nel te , iſuenendo di gioia ; onde ella è
quale chi pretende,nulla intende:chi forza confeffi,che ſe alla prima s'ag
s'immerge,non s'erge :chi ſi meſce, giungeua la ſeconda arcata, d'amo
non n'eſce:chi ſi profonda,s'affonda. roſo languiregli conueniua morire.
17 Ma s'vn'abiſſo di grandezze Ah il dolce d'vn arcata fola , d'vn'
mi rintuzza , vi’Oceano d'amore Angelo ſolo conduce vn'anima à
ni'arrelta . Anima auuenturata , che tal'ecceſſo di gioia ;e'ldolce di quellº
dal conoſcimento beato di quel ente Oceano d'amore , di quell'abiſſo di
per eſſenza omnium aggregatione bo gaudio , che non ha fondo , che non
norum perfettiſimo ,colma d'amor ha termine, che ſarà? che farà ? Dun
diuino ,fuori di ſe, è tutta in Dio fol- quc dunque che marauiglia , che
leuata , rapita , afſorta, & abbillata ; marauiglia , che queſta lingua non
anlando, anelando, ſoſpirando , ſpe- ne ſappi parlare ? A , 4 , A, Domine
fando i acceſa, infocata, informata, Deus ecce nefiio logus, quia puer ego
trasformata ; piena di gaudio , lo- sum :magià che non poſſo da gran
prabbondante di contento , traboc- de diſtintamente parlare ,anderò al
cante digioia , ebbra di compiacen- meno da fanciullo balbettando, edi
za ; gulando quel mele, lambendo cendo : Paradiſo Paradiſo mio Dio ,
quelnettare , fucchiando , quella . Dio mio , fi disfà queſt'anima per
manna dell'omne bonum : amata , delo : Quam dilecta Tabernacula Pf.830
ama i goduta, gode i poſſeduta, poſ- tua,Domine virtutum : concupifcit,
ſiede: deſideroſa , egli è vero , ma deficit anima mea in atria Domi.
ſempre fatia : fatia sa, ma non infa- ni ? Quanto dilette oh quanto ſono
ftidita: ſicura dimaiperdere : certa quell'alce ſtanze, olle dimori Signo
dimai diminuire . Gloria , gloria : re d'alte poſlanze Struggefi perde
vino di Diuino , al di cui ſolo vapo- fio l'alma, che ha lolo à cuore la fo
roſo odore l'anima mia è tutta fete , urana Magion del ſuo Signore al Pa
il cuore è tutto fuoco ; l'intelletto radilo io miro ; inirando , ammiro ;
confuſo è vſcito di le fello , & in- ammirando, aſpiro ;aſpirando , ro
Q spi
I 22 il Paradiſo
ſpiro ; ſoſpirando, reſpiro ;reſpiran- andare in Paradiſo , e che tiene fpe
do , io fpero ; e ſperar vuò , lin che ranza viua : s'intende : ma intonate
fpirar mi lice , d'effer'in Paradiſo vn gli l'ipſum audite:ditegli ch'è precēc
di felice ; mercè che veſtito di que- to di queſto Figlio diDio.Nondan
Ito facco , tua liurea · Signore mi dà neggiar alcuno, reſtituire il mal col
ſperanza , che t'habbia a far corteg- to , non defraudare della mercede
gio nella Corte Celeſte ; Spera in loro gli operarij, pagare à chi fi de
PS:41. Deo quam adiuc confitebor illi Jalu- ue & c. Non furtum facies . Reddite Mace.
tare vultus mei , Deus meus . ergo , quæ funt Cefaris Cafari. Eh 224
18 Ma egli èben vero anima mia, fubito riſponde che vuol fare i fatti
& anime tutte voi , che m'aſcoltate, fuoi , che vuol attendere prima a '
che le vogliamo vn giorno in fatti teſuoi interelli, che queſto e'l tempo
nere, e godere l'oggetto glorioſo di cheogn'vn s'aiuta alla meglio , e chi
queſta noftra ſperanza, c'è neceſſa- ſtà ſotto à luo danno . Ah e così an
rio vdire, & vditi vbbidienti adem- date voi diſcorrendo per li riſentiti ,
pire i comandamenti, i precetti di che non vogliono rimettere, e per
'Chrifto.Ipſum audite. Ipſum audite, donare ; per li goloſi , che non vo
che replicarlo m'è forza , perche in gliono digiunare, per li detrattori ,
quefto conliſte il punto , conſiſte il pergiuratori, beſtemmiatori, che
mezzo efficace, e neceffario per l'an- non vogliono mettere freno alla
data noftra in Paradiſo.E pure,e pu- sfrenata beſtia della lor lingua. E pu
re come è egli vdito ,& vbbidito dalli re tutti tutti tengono ſperanza di
fedeli,con hauertutti ſperanza d'e- Paradiſo. Eh Nemo vos feducat ina
terna ſalute:Oh dicalo Dauid,che ci nibus verbis. Non viſia chi v'inganni
potrà cauare le lagrime dalle viſcere o Chriftiani. La ſperanıza per leme
del cuore, ſe non dalle pupille de gli deſimaè buona,e ſanta, c vtiliſſima,
occhi. Non eft, qui faciat bonum ,non e neceſſaria:ſempre habbiamo à fpe
eft vfquead vnum . Quel concubina- rarela noſtra ſalute: ſempre habbia
rio , quella donna di mala vita,quel- mo à ſentire de Deo in bonitate; ne
li altri dishoneſti anch'eglino tutti per gran peccatore, che vn ſia hà da
diſperaremaimai della ſalute, mai
dicono d’liauer ſperanza d'andar in mai ,
Paradiſo : oh Padre sì : ma intona- della mifericordia diuina,ma co
te loro l'ipfum audite ::dite loro ch'è queſta ſperanza deue andare acco
precetto di queſto Figlio di Dio il piata l'offeruanza de'comandamenti
cacciare la concubina ,l'vſcire dalla e precettidel noſtro Dio , della ſua
mala vita,non deſiderar la donna d' Chieſa:perche ſperar di ſaluarſi,e nó
altri , & à fimili ne anco l'huomo al- voler'vbbidire , e non voler' vſcir da'
trui; il viuere in ſomma,caſta, ho- peccati:oh ſono ſogni,ſono chimere
Matt. neſtamente. Nin machaberis. Qui da pazzi:fivis advitam ingredi,ferua Matt.
C.S. viderit mulierem ad concupifcendam mandata.ſe tu vuoiParadiſo hai da c.19.
eam , iam mechatus eft cam in corde oſſeruar la legge del tuo Padrone ,
Suo : ch ſubito riſpondo, chevoglio- che queſto è l'ipſum audite, l'ipfum
no darf bel tempo , pigliarli ſpaſſo , audite, altrimente non occorre, che
e piacere in ſin ch'è loro conceſſo . tu ci penli ; perche non ſarà quella
Che chinon så raccogliere il fieno , ſperanza virtuoſa , mà più torto vi
mentre è di Maggio , non occorre tiora profontionediſaluarſi ſenzas
che poi vi penfi,mentre ch'è di Gen- meriti . Intellexiftis hæc omnia ? Be
naro . Ancosì quell'altro pure, che niſimo che l'habbiamointeſa ri
Ità immanicato di roba altrui , ò fi fpondono ipeccatori, ma voi altri
trattiene ingiuſtamente il douuto a' Predicatori ſere quelli , che non la
Creditori , anch'egli dice, che vuole volete intenderce però ſempre fem
pre
Per la Domenicaſeconda di Quareſima. 123
pre fete qui à ſtordirci co'l barter T'aiuti Iddio , ch'io non sò che più
questo chiodo , che non offeruando dirti, che io nonso che più farci. So
la legge, non laſciando la pratica , lo dirò conchiudendo, è ſoſpirando,
non reſtituendo l'altrui , non perdo- che per vn nulla , che quafi vn ſoffio
nando a' nemici , non vſcendo di ſen paſſa , Gi perde la gloria eterna.
peccato , non vi farà per noi Para- Bontà infinita , Signor dolciſſimo ,
dilo ,ma ciaffondaremo all'Inferno. voi ſteſſo promettere in premio di
Sappiamo ancora noi, che morendo gloria al Chriſtiano : & è poffibile,
in peccato mortale, andaremo dan- che di voi inuaghito ogn'altra coſa
natie dannati in eterno; ma Sappia- non abbandona ? Oime Te c'inuaghi
mo ancora, che pentendoci, e con- fçe la dorata luce del chiaro giorno;
feffandoci prina di morire, andare- che non c'inuaghite voi, è chiarore
mo in Paradiſo , ne voi ce lo potete increato, dice Agoſtino Santo Coil ,
negare : e noi ſperiamonell'infinita ragione chiamato luce foura ogni
miſericordia diDio ,che prima di la- luce, della quale queſto occhio non
ſciarci inorire cidarà teinpo di pen- è capeuole. Lucem ſuper omnem lu
tirci , confeſſarci & c. l'hauete inteſa ' cem , quam non capit oculus. Se c'al
vna volta? oh cenate mò per l'auue- letra il luſinghiero ſuono d'vnavoce
nire di tanto abbaiarciall'orecchio . Coaue; che non ci allettate void roa
Inferno, Inferno,dannati , dannati. uità infinita , che và lo ſteſſo dicen
19 Ah ſperanza ſperanza di pen- do. Voce ſopr'ogni voce, della qua
tirli', conuertirfi , e confeſſarſi pri- le l’vdito non è intendente. Vocem Aug.fo.
ma d'uſcir di vita:ſperanza, che non super omnem vocem, quàm non capit lıloq.co.
partoriſce preſentanca penitenzas, auris ? Se ci diletta la fragranza for- 31.
ma perſeueranza in peccato , che tile d'vn'odore delicato ; chenon ci
tanti , e tantin'inganna, non è bene- dilettate voi, o delicatezza Diuina ,
detta:ma maledetta ſperanza. Non che va'l medeſimo gridando: odore
è speranza , che diſcenda dal Cielo , ſour'ogni odore , col quale quelto
ma che vomitata è dall'Inferno: non odorato non tiene proportione ve
e ſperanza , che ſpiri odore di Para- runa ? Odoremfuperomnem odorem ,
dilo , ma che eſala del tartaro i fet- quem non capit naris ? Se ci guſta
tori: non è ſperanza dallo Spirito l'aggiuſtato ſapore d'vna dolce vi
Santo inſpirata, ma dal Diauolo fo- uanda, che non cigultate voi, è dol
mentata :non è ſperanza forriera – cezza ineffabile; che va'l rodetto af
eterna vita i ma ſi ben manigolda fermando , dolce ſour' ogni dolce
d'eternamorte :non è ſperanza, che alla capacità di queſto guſto ecce
riempia i ſeggi beati , ma che am- dente . Dulcorem ſuper omnem dul
mucchia colà giù dannati à dannati. corem ,quem non capitguſtus ? Se ci
Dio ti aiuti, ò animameſchina, che ruba il cuore l'abbracciarſi vn te
. alle poppe di Saranaflo t'allacci co'l nero amico , che non ce lo rubate
latte maledetto infernale , tartareo , voi , ò immenſità d'amore , che và.
diabolico , manigoldo , mortaled'- pur proclamando Agoſtino Santo ,
vna sì fatta ſperanza. Dio t'aiuti , 'Abbracciamento ſour' ogni abbrac
che ſel'infinita pietà di lui non te ne ciamento , che traſcende ogni ſenti
vieneà slatcare con l'aloe del Santo mento del tatto . Amplexum ſuper
fuo Diuino timore : oh te infelice , omnem amplexum , quem non capit
oh te ſgratiata , che ſtando per vne tałtus ? Ohfily hominum ,filehomi
piè nell'Inferno,pereſſere in pecca- num vſque quo gravi corde ? vt quid
to mortale , hai l'altro ſollevato in diligitis vanitatem ,et queritis men
aria con queſta falla ſperanza per dacium ?e ſin'à quando, e fin'à quan
affondaruclo in ſecula faculorum . dod voi, che non ſolo di corpo cor
Q2 ro
124 ilParadiso
rotibile , ma di corpo ; e di ſpirito la carne vi auuiua , à Colleuare; e
immortale compoſti lete, vi laſcia- pero quæ furfum ſunt fapiteiquaſur
rete inuaghire , allettare , dilettare , ſum funt quærite ;sù con gli affetti,
guftare ,rubare ilcuore ſolo da va . sù dunquecon i delidecij, con i cuo
ni , fugaci , fallaci beni, e piaceridi rialla gloria , alla gloria delParadi
queſta terra ? Ah ah che ben diffe fo : ma certi, e ſcapricciati, che
colui, Pronaque cum fpeclent anima- non goderà di Dio glorio
lia cætera terram , oshomini fublime --ſo in Cielo , chi non
dedit, cælumque videre , sulit , l'hauerà abbrac
erectos ad fydera tollere vultus: quel ciato Cro
la faccia, che'l Creatore vhà dato al cifillo in
Cielo indrizzata à differenza degli terra ,
altri animali tutti, che riguardano à Che ce lo conceda
terra , vi ità perladendo , che al il Signore
Cielo , al Cielo vi hà lo ſpirito , che Amen .

l'ostk
125

LOSTINATIONE
NEL PECCATO
Per il Lunedì della Domenica ſeconda
di Quareſima.
Et in peccato veftromoriemini . Vos de deorſum eſtis.
S.Gio: al 8 .
E mai vedefte Si- da quell'animapeccatrice nel moto
gnori buomo vila del bene operare,e pelance nel piede
plebeo , che da ſo . del mal affetto, anza nel fianco del
ma in pelo ecce- la conſcienza angoſciaca; nel fiato
dente caricato cão aneladell'anguftiato ſuo ſpirito; co
mini ; dite pure , la ſudor dalla fronte , nelle fatighe
che habbiate vedu. dell'anaritia ; lampeggia fiamme
co il ritratto de gli oſtinati in pec- dal volto nelle furie della fuperbia ;
caro , dal noſtro Chriſto in queſto caccia famo dalle narici nelli ardo
giorno pennelleggiati in iſcorcio ridella libidine ; e rinforzando in
nell'Euangelio. Vos de deorſum eftis. contro al peſo della malitia le for
Tardo queglinel moto , nel pie , pe- zedelloftinationesle rileuano i ner
fante, anfa nelfianco , nel fiato anc- ui delle paflioni dell'irafcibile; le ri
la, cola ſudor dalla fronte , lampeg- ſaltano iinuſcoli de gliappetiti del
gia fiamme dal volto , caccia fumo -la concupiſcibile;e ſpiccar le li veg
dalle narici ,gli riſaltano i muſcoli, gono lecongiunture dell'olla de'vi
e ſpiccargli li veggono le congiun- tij i cutti frà d'effi compaginati ,
ture dell'offa ; onde con ciò gli è Onde con ciò l'è forza piegar le re
forze piegar le reni , curuar le ſpal- ni del retro della natura ; curuar le
le , ecamminar col più pendente à ſpalle dell'aggiultato dettame della
piombo, fiocco, interrotto, à quan- ragione; e camminar co'l capo del
ti incontra gridando ; largo, largo ; fentintento di fede , pendente à
perche s'auuede, che ad ogni popó piombo verſo l'Inferno : timoroſa
d'intoppo ſe gli attraverli a piedi, gridando ne' perigli,che incontra :
miſeramente egli hà à cadere à tra- largo , largo o Dio della miſericor
collo · Cosi per appunto la ſoma dia tua ;perche l'auuede , che ad
de peccatinella perfeueranzaaſſo- ogni popò d'inteppo , che s'attra
mati aggraua l'animavoftra, o pec- uerga piedi della temporale fua .
catori oſtinati, grida il benedetto Si- vita , miferamente fi bà da precipi
S.Ant. gnore . Vos dedeorfum eftis , ideft tare in eterno perduta ; ch'è la ſen
da Pa-- ( fpiega il Serafico S.Antonio daPa- tenza dello ſtello Chriſto apporta
doua in doua in hac fer. ) onufti Sarcina pec- ta ; Q in peccato veftro moriemini.
hac fer,catorum eftis deorfum deputati. Tas. Ma come enon è vn'animatale li
bera
126 L'oftinatione nel peccato
bera ne' ſuoi arbitrij , onde conuer- campi ? troppo ftrano paſſaggio : 0
tire à penitenza si poſla? No moral- come generoſamente aſſueto a’bel
mente parlando, tanto tiranneggia- licoli penſieri di Marte,e di Bellona,
ta ſi troua dalla conſuetudine,nell'- potrai auuilirdi allo rnſticane cure
oſtinato peccare di già contracta , e di Pomona, e di Bacco ? Nò nò, ri
moſtrarollo nel primo. E non po- ſponde Mario , già l'armi hò appeſe
trà ſpuntare l'Onnipotenza Diuina al Tempio : già conſagrato all'otio
quelli oſtacoli tutti , che alla fiac- hò lo ſcudo, che mi fù tante notti di
chezza humana rieſcono come in- poſa al capo , quanti giorni al brac
ſuperabili? Si ; ma l'ottinata perfe- cio mi fu dipelo . Vuò quiete , vuò
ueranza in peccato , che portabile è ſonno; sò quanto coſta la guerra , so
ſempre all'Onnipotenza Diuinam , quanto vale la pacei & il coſto dell
alla diuina mifericordia importa- vna in’hà poſto in chiaro del valore
bile ſuol riuſcire ; moſtrarollo nel dell'altra , e credi pure eller vero .
ſecondo , e ſon dal primo Che non conoſce la pace , e non la
2 Gittiam Signori i fondamen- ftima , chi prouato non hà la guerra
ti al diſcorſo colla dottrina del filo- ' prima . Che ne dite Signori?Crede
ſofo, che dell'habito parla . Habitus te voi,che Mario ſia per ftare in cer
dic'egliseftgnalitasdifficilis mobilis, uello ? credete voi, che ridotto Ve
facilitans potentiam ad operatia cerano guerriero in Villa , potrà vi
nem confimilium actuum . L'habito uere in otio in queſtapace ?Chiede
egli è vna qualità difficile da rimo- telo à Plinio fello . Villam O c.fed
uerſi, la quale facilita le potenze peritia caſtrametandi.Eh sò dir’io:
all'operatione d'atticonſimili, ela Appena fù giunto in Villa , che nel
facilita in modo, che à poco a poco formare la piantadel ſuo Palazzo ,
fà prendere al ſoggetto quali, che ribollendo quell'habito bellicoro ,
Vn'altra natura ; onde gli è forza il che gli s'era in natura paſſato , lo di
dire . Habitus eft altera natura. Co- ſegnò à guilad'vna fortezza con le
sì lo dice l'eruditiflimo Greco da mura , limerli, i parapetti, le torri, i
San Tomaſo citato . Nonne habitus pontile foffa, i cancelli ; peritia ca
ex vfu ,ex habitu vero natura ? natu- Gramstandi : , ripartiua ilpodere, e
ram vero mouere, alterare difficile ; vede vn colle eminente , ſubito qual
nam fi pauliſper declinet , coalla poſto auantaggioſo ad occuparlos'
redit ad re ipfam velociter : bella affretta ; e con le truppe de' zappa
dottrina : l'vló fà l'habito,l'habito fitori, quali che gualtatori, alza (co
fà natura ; e mouere la natura ,od ſcela ripa all'iporno, e folta liepe vi
alterarla negl'va egli è difficile · pianta ,in apparenza formando trin
molto , che potrà bene fofpiata mo- ciera , e vallo ; & in sì fatte fila vi
itete vn piede, vn pallo , ma tornarà ſchiera le viti, e i fichi, che iui ſchie
poi ſubito in lulla ſolita (trada:redit rati direlte arcieri, efiombatori: pe
ad feipfum velociter. ritia caftrametadi Scuopre trà pog
Plin.li. 3 Quincigratiorofatto apprel- gio,e poggio ritirata aſcola vna val.
18.c.6 . To Plinio di legge. Villam in Mire le; luogoopportuno, dice , per l'im
nenfi pofuit Caius Marius fepties boſcate ; c sù ſpinoſa tronchi caccia
Conſul.Già ſette volte haueua Caio gentili inneſtiad inganneuole agua
Mario portato il gran carico del coi peritia caltrametindi. Stende à
Conſolato Romano,e fancodalle piedel monte vn campo in piano ;
fatighe pubbliche , ſi fabbricò vna qui ſtarò bene,penſa, il groſſo in or
Villa per ſua priuata quiete.Mario, dinanza campeſtre, e nelle folce bia
Mario: dal Conſolato alla Villa?dal de figurati nel mezzo numeroſi li
Maneggio dell'armi alla coltura de fari , piega da' laci in curuo due
Telue
PerilLunedi della 11. Domenica di Quareſima. 127
ſelue fpelle di cerri,comele corna al no Hiftorico , che mai ſmontano da
campo armar voleſſe di generoſi cauallo. Equis omni tempore veclans
cauallis peritia caftrametandi.Spun- tur,illis bella,illis conuiuia , illis pub- Iuftin.
taual'Alba appena, & il garrir de gli licajac priuata officia obeuntiſuper il bifi.lib.
vccelli à raddoppiar'il ſonno l'inui- losire,committere,mercari,colloqui. 4i.
taua corteſe;& cgliguarda,queſta è A cauallo guerreggiano , à cauallo
la ſquilla diceua , che'l dì nafcente banchercano , e trattano à cauallo i
faluta ;e tofto faltana in piedi à riue- loro pubblici , e priuati affari, & in
der'i poſti delſementaro, e delgreg- tereſi; vanno,ſtanno,mercantano,
gesperitia caftrametandi. Cadeuano conuerſano , e ſempre ſempre à ca
damunti l'ombre , e ftrepitauano i uallo , feruendo loro vn ſol giumen
grilli ſull'imbrunir della ſera, affret- to hor di corſiero à Marte ; hora di
tandolo amici co'l palo al tetto ; & tauola à Bacco ;quando per giuridi
egli appunto ; queſto è'l tamburo , co Tribunale ad Aftrca,quando per
penſaua , che và à mucar le guardie, banco mercantile à Mercurio ; pri
le ſentinelle ; e ſi faceua ſpedito alle ma diaddobbato ſeggio in Senato ,
piazze, alle porte dell’aie, e de' can- poſcia di biſonto ſcanno in cucina ;
celli, peritiacaftrametandi. Manda- mancò poco non aggiunge al na
uaimietitori alla meſſe come all- ſcer diculla in ſulla groppa ; nel vi
allalco , alla miſchia', alla ſtrage de' uere di letto in ſulla ſella ; in morte
nemici. Veniua alle vindemmie co- di ſepolcro entro le viſcere. Equis
me ad vn ſacco crudele di ferro , e omni tempore vecbantur . Così l'ha
ſangue. Spediua alpaſto gli armenti, bituato nel male mai ilinonta dal
quaſi volanti bande à dar'il guaſto giuinento del vitio , che lo porta in
a' foraggi ; accumulaua il raccolto , fella dell'inueterata conſuetudine :
preuenendo l'aſſedio de' geli, e delle ſella ailacciata,racciata d'auanti col
neui ; ammaeſtraua i cani à far la pettorale del deſiderio di peccare
ronda di notte , chiedendo il motto all'auuenire : di ſotto con le forco
latrando arditi alli Hrani: igalli gli cinghie delle trangreffioni preſenti:
fonauano di vigilia in vigilia la cam à dietro colla groppicra della com
panella : bella e ſpedita inſomma al- piacenza delle colpe paſſate ; & in
lucfatto in guerra,ancora in pace,in effa lo porta à tutta briglia del con
Villa era forzato à guerreggiare le ſenſo allentata :co'l freno della con
non in fatti, in ombra ; tanto l'inue- ſcienza isboccato affatto , e cadente:
terato coſtume fattogli in letteCon- fermato in ſulle ſtaffe d'vn fapere
ſolati connaturale lo dominaus. acciecato ,d'vn volere induratoinot
Villam pofuit Caius Marius, fed pe- ccegiorno dormendo ,vegliando ,in
ritia caſtrametandi , perche repties. ogniaffare , per tutto il corſo della
Conful, fepties Confulmercè che ha- vita . Vstio vellantur omni tempore,
bitus ex vfuc
. Fatene la ſperienza nel mal’habitua
4 Che ſe quedo è vero d'ogniha- to in quella pratica per eſempio la
bito in genere, che ſarà in ſpecie de ſciua : ſubito ſuegliato , doue vola il
gli habiti peccaminofi,chcdalle cor- penſiero : oh qualiviliflimo corno
ruttele diqueſta noftra natura in A- alla carogna di quel di quel puzzo
damo ſcadura, come argomentam- lente diletto :vſcendo da quella ſan
mo da pria , vengono si fattamente za ,doue laſcia il ſuo cuore? oh quali
e rinforzati , e difeſi? vengono per gemma perduta nel letamaro delſe
tanto mirabilmente bene paragona- no di quelfracidume aniınáto , di
ti queſti inuccchiati nel vicio à que' longandoſi da quella porta ,ouie tor
Popoli Parti,de quali ſcriue Giufti- nano millc volte gli ſguardiłoh qua
fifto
128 L'Oſtinatione nel peccato 3

fi ftomacofi ſcarabei allo ſchiforo bramo , alza vn ruggito , e dice , Abi


lezza à quel balcone affacciato: più , Padre Abramo : Mitte Lazarum ,
e più volte frà giorno , oue fi indriz- ut intingas extremum digiti fuiins
za il piede? oh qual chic di lozzo aquam a refrigeret linguam meam .
animale al porcile di quella caſa: fe manda Lazzaro, il quale con un po
conuerſa , ne parla , e con facondia poco d'acqna refrigeri queſt'info
ineſauſta i ſe mangia , l'hà preſente cara mia lingua. Fermati olà Epu
alla mente, e più fitta che chiodo i fe lone ? mitte Lazarum ? Manda Laz
dorme , ne fogna, e con fantaſmi in- zaro ? Vn'animadannata , calpeſta
ueglia continuaci . Ahèdiremo noi, ca da' piedi de' più ſozzi Diauoli ,
che la libertà di coſtui à queſto mo- arriua à canto d'ardire , di volere ,
do da mal'inuecchiato costume ti che vn ( anto fi moua di loco , e va
ranneggiata ſia mai per vſcicne ? da à lei à feruicla di coppa ? Quan
Guahià chi vna volca vincappa, che do refrigerio tu cerchi, ragion vor
ardiſco dire , chemanco dopo lame rebbe , che ſupplicani fi concedeſſe
morte , manco giù nell'Inferno , è , à te l'andarc à Lazzaro in perſonas
per fimontare dal vitio ,è per laſcia- chiedendo , e riceuendo à gran fa
re la ſella della mala confuetudine : uore daeſſo vn ſorſo d'acqua entro
perderà vna faffa , io lo concedo , quella ſcoppiata ſcudelletta di le
ch'è l'acciecato ſapere: ma franco gno , colla quale mendicare ſoleua ,
ſempre nell'altra dell'indurato vo- aſciugandoti poſcia la bocca col da
lere verrà à tenere il piede del mal- re lu'l braccio due , ò tre riuolte de
affetto . Vitio omni tempore, cu , labbri all'vſo delPopolaccio piùvi
tra tempus vcctatur , le.Ma, mitte Lazarum , voler ch'yn
La proua è in pronto : andate Lazzaro venga da te ? Ab eſclama
in ś. Lucaal 16. e crouarete quel SanPier Griſologo , cheda mende. D. Pet.
Caualierocorliero
sìfatto Epulone caualcarediungual-
: guernito co- licato
penGieroingegnononpoteua vſcireilChriq;
. Adhuc diuitem malitiafer.122
drappa , c finimenti ricchiſſimi di non deferit , quem iam poffederatpe
Luc. ló biffo , e porpora . Induebatur pur- na ; que nonſe ad Lazarum mittipo
pura ,o bifo : tondo, fiancuto, pa- ftulat , fed ad feLazarum vultdedu
ſciuto à biada abbondante di ſplen- cii non lo diſs'io Signore ? Caduto
dide, e giornaligolofità , e bagordi, è l'Epulone nella folia infernale , ma
Epulabatur quotidse ſplendide : inſu- egli è pur’anco a cauallo del vitio
perbito nitrendo , e tirando diſprez- antico, ma egliè pur anco in ſella
zatore de' calci contro quel fantac- dell inueterata conſuetudine , con
cino mendico di Lazzaro il benedet- tratra quà nel Mondo in diſprezza
to leproſo ; erat quidam mendicus re arrogante , ſuperbo quel leproſo
nomine Lazarus, e ciò , che fiegue: mendico ; onde quantunque con
& ecco à mezzo la lizza di queſta l'intelletto conoſca ſe medeſimo nel
vita con la morte incontrato , toc- l'Inferno dannato , e quello Santo
co di colpo fatale , s'affondò giù nel nel Limbo , ad ogni modo ſaldo co'l
1 Infemo: mortuus eft diues , Je- piè dell'affetto nella ſtaffa dell'indu
pultus eft in Inferno credereite,
: che fara ſúa voglia , non può riſoluerfi
in caduta si fatta ei fofle ancora à d'hauere à moucrſi di loco per arle
cauallo, e franco in ſella , vn piede dare da vn Lazzaro , à chiedere gia.
in ſtaffa immobile tuttania egli ten- tia , e mercede ; ma vuole, cheLaz
ga : Norate. Arde trà quelle fiam- zaro ſi moua , è venga ad eſſo à fer
me'arrabbiato , e vedendo Lazzaro uirlo, mitte 60. Adhuc oC.
itare a'loqui rinfreſchi del ſeno d'A- 6 Che ſe la tirannia d'el vitioro
cofti
Per il Lunedi della Domenica II. di Quareſima. 129
coſtumne non fi diſcioglie in morte , ne nel Minotauro , che vorace cru
non nell'Inferno ; come diſcioglie- deleti diuoraua. Queſtoera il giro
raſli in vita , come quì ſulla terra del Labirinto ; e queſto e'l giro del
Di quà adiuiene, che fihà per inſo- l'empio ,che dal mal’habito è preſo.
lubile moralmente , chi à laccio tale In circuitu impy ambulant . Girola
imprigionato ſi troua : pare ben sì birintino in mille ineftricabili intri
alle volte, che voglia colui vſcirne, chi ordito ,& inteffuto . Trouò co
che iftricarſene ; ma non ci troua il lui I'vſcio all'entrata per il conſenſo
verſo, non ne conſegue l'effetto. Di- alla colpa , ma non lo troua all'vſci
4.11. cca per tanto il Salmilta. In circuitu ta per la penitenza ; perche le ſtrade
impy ambulant : 1 Peccatoriempij tutte de gli atti liberi, che dalla cir
con il male habito diuenuci, ſi van- conferenza dell'innocenza prima al
no mouendo in giro ; doue Bernar- centro del mal coſtume condotto l'
D.Ber. do Santo .Qui enim in circuitu am- hanno , dalcentro del mal coſtume
ſer. 12. bulat ,proficiſcitur quidem ,fed pro- alla circonferenza della racquiſtata
in Qui ficit nibil. Va homini , qui fequitur innocenza più non ritornano erran .
habitat hunccircuitum , qui nunquam à pro- do per vie diftorte di paſſioni altera
pria voluntate recedit ; chi fi mouere : drizzarà l'occhio dell'intelletto
in giro, cammina,ma non guadagna al ſegno d'vn pencimento vero , che
cammino .Guai à colui, che queſto si prefigge permeta ; ma'l paſſo in
giro proſieglie , e mai dal ſuo pro- cauto della ſua voglia mouendo
prio mal volere ſi parte. Egli mi fà tantoſto à tergo iſmembrato l'hà
Tonuenire , di chi infelice veniva poſto ; riuolta l'occhio , e'l paſſo del
condennato al labirinto di Creta . penſiero , e volere per rintracciarlo
Era quel Labirinto vn riccinto di di nuouo ; & ifuiato il piede del cic
mille lentieri, e vie , in rintrecci, e co affetto la mofľa prima mentale
riggiri, diſtintamente confuſi, rår- più non rauiſa ; mille ſentieri aperti
uiluppare : trouaui l'vſcio all'entra- per rauuederſi ſe gli eſpongono al
ta ,non lo trouauiallvſcita ;che guardo della ragione ; mille ſoſpetti
oue le ſtrade tutte dalla circonferen- varchi per oſtinarſi fe gli parano al
za al centro ti conduceuano , dal moco dell'appetito : ogni capo di ri
centro poſcia per vie diftorte erran- foluto arbitrio in vn triuio di dubbij
do , alla circonferenza non ritorna- fe gli riparte , fe ſaprà , fe potrà , s'
uano; drizzaui l'oechioal ſegno del- egli poi ſtarà ſaldo : & ogniparte
la prefilla tuamera ,e moſſo il paſſo dubbioſa à trè capi di pollibili arbi.
incauto , l'haueui à tergo : voltaui trij ſi riuniua del preſto,tardi, e pun.
l'occhio , e'lpaſſo per rauuiſarlo di to'del più non poſſo . Lo raggirano
BUONO ; & iluiato il piede la ſua pri- le certezze apparenti di tarda mor
miera moſſa più non vedeua. Mille te ; lo trattengono i certillimi errori
ſentieri aperti alguardo ti li eſpone di lunga vita : così og'ni via di paf
uano ; mille ſoſpettivarchi al moro fione lo ſuia dal ragioneuole ; ogni
ti fi parauano ; ogni capo in vn tri- Atrada di libertà lo tradiſce in ſchia
uio di ripartiua: ogni parte à trè capi uirudine; ogni pallo della ſua voglia
la riunitia ; le certezze apparentiti ilbene inteſo trapaſſa ;&ogni appe
raggirauano ; i certiſſimi errori ti titolo moto alla mofía del vitio và à
tratteneuano : così iſuiaua ogni via, terminare: à queſto modo ſempre
ogni ſtrada tradiua ; trapaſſavaogni girando in peccato , mai profittan
paſſo ; ogni moto alla molla li ter- do alla gratia d'vn palmo ſolo nel
minaua : à queſto modo ſempre gi- cammino della ſua vita ,alla tine in
rando , mai profittando d'vn palmo cappa nel Minotauro infernale , che
del tuo cammino , incappaui alla fi- vorace , crudele, impenitente , dan
R nato
130 L'Oſtinatione nel peccato
nato ſe lo deuora; come quegli, che trombe à pofta loro i venti nelle
tanquam leo rugiens circuit quarens procelle , ch'ella quiera iui pofa :
quem deuoret . Tanto perappunto la battano procelloli con le tempe
voleua dire il Salmiſta . In circuitu Ae, ch'ella ſicura vi ſi conſerua:ten
oc. tanto voleua ſpiegare Bernardo tino ſotterra cacciati, & attaccato
Santo . Qui enim oc. alla porta il pettardo d'vn terremo
7 E certo ve, ve, ve homini c. to , romperla , & iſnidarla , ch'ella
guai,guai,guai à chi ſgratiatoà que- sì fortemente in ſe medeſima ſtret
Ito modo nel inal coſtume s'aggira ta, racchiuſa , vnita vi ftà couando ,
inconuertibile ; ma che dico s'aggi- che pare con inoftruoſo ſtupore del
ra , s'anzi vicoua innobile , incon- la natura ftella , (alua la quantita
D.Gre -cufibile ? Attendete penſiero ſenti- tiua eſtenſione , li lia ridotta ad vn
gorius mentoſo diceua Gregorio Santo il panto indiuiſibile;che queſto è quel
Nyffen. Niſleno . In omni re difficilis eſt que l'accademico commento , c’horas
lib. de expugnetur,confuetudo : in ogni coſa mi piace di fare all'ariſtotelico te
è la conſuetudine difficile da eſpu-
Virgin. gnarſi Ato , là douc alle coſe ne' loro centri
6.9. , e notabilmente dice da elpu- annidate ſauiamente aſcriue . Quie
gnarſi, terinine militare ; poſcia che tem , Conferuationem , Vnionem .
per laſciare la virtù da canto , che Hor dite adello , che la conſuetudi
non fà qui à propolito noftro , non ne e'l centro delpeccatore ; del pec-,
v'è rocca , non v'è fortezza, nella catore , vt fic reduplicatiuè conlide
qualemeglio fi conſerui il vitio , di rato in quanto è peccatore ; on
quello fà nell'inuecchiato coitume . de per quel profondo de pecca
Io la voglio adello co'Dotci in pun- ti , al quale giunto ch'egli è ilpec
ta di ſottile filoſofia , ma gratioſa- catore diſprezza , come dice lo Spi
mente fotce figura diguerra, e fon- rito Santo ne'Prouerbi.Impius cum
datamente intieme colla (crittura , in profundum peccatorum venerit, Pron ,
fagri ſuoi eſpoſitori . Cercate dili- contemnit , San Gio: Griſoſtomo , 18.
gentemente il Regno della natura,e intende la conſuetudine nel pecca Diuus
trouarete, che non c'è rocca ,none re . Anima à mala conſuetudine ob- Chrys .
c'è fortezza ,entro la quale più ſicu- ruta, & altri co'l Salazaro leggono: epift.ad
re li tengano , e conſeruino le coſe Impius cùm in centrum peccatorum Theod .
tutte da'loro nemici , che'l proprio venerit , contemnit , dunque ſe la Salaz .
naturale lor centro , oue conforme conſuetudine e'l centro del pecca
alla dottrina d'Arißotale potleggo- tóre vtfic , in conſeguenza ella è
Arift. no . Quietem ,Conferuationem , o quella rocca ancora ,quella fortez
I dec ce Vnionem . Gittare all'aria vna zolla za , entro la quale il di lui vicio , e
lo >
di terra ; voi la vedete prima incal- peccato verrà più ſicuro à teuerli ,
mundo. zata alla retroguardia dall'auuería- à conſeruarú dalla conuerfione , e
rio elemento, il quale nel marciare, penitenza nemica , iui pofledendo
ch'ella fà albalo , ſempre più ſe le quiete , conſeruatione, & veionc:
reſtringe alla coda i poicia fimipuica Quietom , Conferuationem , o Vnio
mel groſſo , dal contrario ambiente , nem . Quincimentre il peccato fi
che aſſaltandola in giro , la danneg- troua ancora ſoſpeſo in alto nell
gia per ogn'intorno, e finalmente atto ſemplice ; voi lo vedete incal
dillipata affatto da' finti nemici, che zato prima alla retroguardia dal
battendola à fronte , à tergo , à lato, naturale abborrimento dopo di re
à sbaraglio diſpergendo la vanno . laſciato ; diininuito poſcia nel gror
Ma s'ella può ricourarſi in tempo fo della malitia da vn certo Chri
nella rocca , nella fortezza del cen- ftiano diſpiaccimento , che lo dan
tro fuo ; oh tocchino tainburi , e neggia all'intorno ; e sbaragliato in
fine , 1
Per ilLunedidella Domenica II. di Quareſima. 131
fine diſperſo affatto da' fintinemici di cuore ? ſenti , riſponde', che telo
del pentimento , e dolore , che bat- voglio deſcriuere con tuo timore, e
tendo, e combattendo lo vanno : ma tremore . Cor durum ipfum eft, quod
s'egli può ricourarſi nella rocca del nec compun &tione fcinditur , nec pis
centro della conſuetudine fua : oh tate mollitur , necmouetur precibus ;
tocchipure tamburi, e trombe à ſua minisnon cedit ,flagellis duratur,in
pofta l'auuerſaria ragione ne'rimor- gratum ad beneficia eft , ad confilia
li di conſcientia ; ch'egli non ne fà infidum , ad iudicia fenum , innere
conto , e vi ripoſa quieto : Quietem , cundum ad turpia , impauidum ad
che Impius cùm inprofundum , in pericula , inhumanum ad humana ,
centrum peccatorum venerit : Mala temerarium ad Diuina ; preterita
confuetudine contemnit : contemnit rum obliuifcens, prafentium neglio
omnee confcientiam dice ilCardinale gens,futura non prenidensiOutbre
Hugo. Vgone:lobattano pure zelanti i Pre- uicunétahorribilismali mala com
Card. dicatori daterra , e'l giuflo Dio dal plectar, ipfum eft,quod nec Deum ti
Cielo con le bombarde delle corret- met , nec hominem reueretur. Oh oh
tioni; ch'egli ne al bombo delle mi- mio Dio , che à deſcrittione sì fatta
naccie s'impauriſce,ne alle palle del- il cuore di molti di noi egli è vno
li gaſtighi s'arrende, ſprezzando il cuore qnafi che dalla conſuetudine
Lyr. tutto , e ficuro vi fi conferua: Con- già in peccare indurato,tiranneggia
fernationemi che impius dc.contem- to ; chi lo potrà negare , mentre las
nit omnem correctionem ,dice il Po-- ſperienza ce lo conuince ? Cor du
Atillatore . Se gli attacchi in fine il rum ipfum eft , quod nec compunctio
pettardo del timore dell'eterno toi- ne fcinditur .Cuore indurato ha co
mento alla porta della volontà in- lui, che sà peccare , ma peccato che
durata , per romperla , & inidarla , hà , non sà riſoluerſi, compungerfi à
ch'ei ſe ne burla, e in ſe medeſimo penitenza , e Dio l'aſpetta ;e và pie
sì fortemente ſtretto , racchiuſo , toſamente ſoffrendo gli Atrapazzi gli
vnito vi ftà couando , che pare con affronti, che fà del ſangue ſuo Dini
moſtruoſo ſtupore del Tcologo, e no : ma quelcuore per queſto non
del Metafiſico , che quel peccatore s'ammolilce tantino :nee pietate mol
viatore , mortale , ſalua l'eſtenſione litur . Lo pregano gli amici à non
della volontà humana ad vtrumque perſeuerare più lungo tempo incon
contradictionis membrum ambula- felfo ; gli affermano iParenti, che la
toria , li fia ridotta al punto indiui- Città tutta ne viue ſcandalizzata :
fibile d'vna diabolica malitia incon- nec mouetur precibus . Lo minac
Idem uertibile : Vnionem , che Impius OC. ciano i Predicatori con lo ſpirito
ibid .
contemnit omnem pæna commina- delle Scritture Sagre di morte , di
tionem dice Nicolò di Lira . Oh di- giuditio , di fuoco eterno : minis
te voi ſe nel vitio Difficilis eft , que non cedit . Paſſa Dio dalle ininac
expugnetur , confuetudo. Miferabi- cie a'gaſtigbi , ſtende quel giouina
le ftato , al quale paffo paſlo ſi ri- Aro ſopra d'vn letto appeftato ; la
ducono con il replicare de gli atti , ſcia precipitare quel caualiero in vn?
ſenza quafi auuederſene, i peccato- intrico d'honore ; manda vna piaga
ri , indurandoli odinati quali che incurabile a quella donna ; ordina
D.Ber .
pietre dentro de' loro cuori; ch'è vn fallimento à quel mercante : eh
quello diſſe vna volta Bernardo turto è batrere shạ'vn'ancudine, che
lib.1.de Santo . Ita paulatim in cordisduri- più ſeinpre s'indura; flagellis dura
confid. tiam itur. tur : & ecco che indurati di criore ,
8 Ma oh Bernardo Santo , coſa più non ti bada da molti , che Dio li
è durezza di cuore ? coſa è durezza habbia creati per laR gloria , redenti
2 con .
132 L'oſtinatione nel peččato
con il ſangue , cibati colla ſua carne : no , e cauandogli il cuor di ſaflo , gli
ingratum ad ben ficia . Ne'conlegli ne simmette nuouamente vn di carne.
non s'hà riguardo al pubblico ,ma al Spauenteuole fentenza di San Ber
priuato ; non s'hà cura del giuſto , nardo . Nemo duri cordis falutem
maſol dell'vtile , ad confilia infi- unquam adeptus eft; nifiquem forte
dum . Sipenſa male di tutti ; li giu- miſerans Deus abſtulit ab eo ,
dica d'ogn’vno il peggio ; non lap- Prophetam , cor lapideum , o dedit
piamo compatire , e condonare che cor carneum. Parlando del male di
à noi modemi ad iudicia feuum . ce atlolutamente . Nemo unguam ;
Non c'è dilontà , che hoggi mai Niuno mai : ia parlando del reme
non li commetta ſenza ritegno , c dio , lo mette in forſe ; Niſi quem
vergogna veruna , fenza riguardo forte , nifi quem firte . Ah é ci ſarà
allepubblichepiazze, alle medeſime qui pretente anima tanto infenfa
Chiete , fpelle volte frà ſangue : oh tà , che non tema di dare in cosi
marronilco à dirlo inuerecundum miſero ſtaro ? guardati , guardati , ò
od turpia. Quinci appa Nionati ſcor- tu , che vai perſeuerando in pecca
riamo ad ogni forte di precipitio to : prouedia'tuoi vlciiatiintereſ
maggiore quali che beſtie sfrenate : lizanci che arriui à tanta conſuetu
impauidum ad pericula ; bene fpeffo dine , che tiranneggiata ne lij, che
non c'è fede , che affidi; parola che indurata titroui. Se Dio coftiden
afſicuri ; amicitia , che perſeueri; tro à penitenza cichiama,non'aſpet
giuramento , che ſi oſſerui. Inhu- tare ,'che miracoloſamente tirim
manum ad humana . Ne SagriTem- bombi la voce di queſto Crocifiſſo
pijHuomini ſenza riſpetto , Donne all'orecchio , che miracolo eſterno
lenza modeſtia , tanti, e tanti Sagri- non tiè biſogno , oue l'interna mor
legamente a Sagramenti Santirimi: ſa t'aiuta . Ma ſe non ſenti , non te
temerarium ad Diuina . La mala vi- mi , non t'arrendi , non curi di pro
ta paſſata non ſi ricorda : preterito- uederti ; che poſs’io fare Signore le
rum obliuifcens; della preſente non ſi non pregarti per l'onnipotente mi
tiene conto ; præfentium negligens : ſericordia tua ad vſar quìdell'inf-
alla futura non s’hà penſiero : futura nita forza della tua manodiuina', e
non prauidens: e finalmente à termi- mutare quel cuore di falſo , e rino
ne tale egli è ridorto il Mondo nel uarle vn cuor di carne ? Cor Mun
Chriſtianeſimo,che le leggi, & hu- dum crea inme Deusfecundum ma-PL. SO:
mane , e Diuine ſono calpeſtate co ” gnam miſericordiam tuam , Oh oh
piedi, e l'offela mortale della tre- riſponde Dio , che fto in pronto per
mendiſlima Maeſtà Diuina li po- gittar queſta ſoma, le miracoli nuo
ſporte ad ognipiccioliſſimo intereſe ui non vuò qui' fare ;. tanto egli è
mondano: Ipfum eft, quod nec Deum graue peſo la perfeueranza in pec
timet , nec hominem reueretur. Et oh caro . Alla ſeconda parte v'aſpetto ;.
infelice colui , che à quelto punto fi e voi frà tanto alleggerite te
ritroua condotto ſotto la tiranniaws borte nell'elemoſina , che
della mala conſuetudine , indurato le fpalle diuine ad
di cuore: infelice dico , & vdite , e alleggerire ver
tremate ; però che il caſo della ſalute retc . Epi
dilui non è per aininettere di fatto glio fia
rimedio alcuno ſe l'onnipotente Mi to .
fericordia Diuina non mette mano .

à quell'opere, che vrà con quellirari


rari, che più le piace ; Te Dio , dico ,
non gli ſpara il petto di propria mi
SE
Peril Lunedidella II. Domenica di Quareſima : * '133
Profeta , che il rimanente tutto
SECONDA PARTE.:5 "? delle merci , ede gli arneli; e non
: ‫قال‬ perche haueſſe vn corpo d'vn Poli
perſeueranza: in peccato. Mi -graue perod'di perſeueranza in pecil
9 OH
ritiro alcuni pafli addietro å ſaltar caro , che tanto al Mare ftello im
più nerra la follia . Pero importabile portabile riuſciua , che per lui
prima al peccatore medeſimo . Vos Tolo Nauis periclitabatur conte
deorſum eſtis, diceua Chriſto in San ri .IT Ma che dico del Mare (oftan
Joan.'c . Giouanni all'oftinati Giudei , que S.
8. D. Antonio diPadoua Onuſti ſarcina zalabile ? lo potrei dire della terra
Ant
Pad.
de peccatorum eſtisdeorfum deputatio ſtabile fondamento del tutto : lo po
10 Ne marauiglia ne prendo,poſcia trei dire del Cielo corpo inalterabile,
ſer. fer. che il Mare molto poffente che por- incorrottibile: lo potrei dire del Dia
2. poft ta incollo quellemontagne, o Città uolo ſoſtanza incorporea , incorrut
Dom . 2 inobili de'galeoni, carichi di tante tibile , ma accennarollo ſolo , che'l
Quadr.mercantie , e metalli ; ſe viene per tempo ſcorre . Appendete vn'aſſaſi
atiuentura aggrauato da colpa di no alle forcheila terra da’ lunghiſuoi
perſeueranza attinata , non la può ladronecci troppo aggrauata ,G dà
reggere , non la può ſopportare : per notabilmente alleggerita. Male- Deur.
Correua gran periglio la nave, en- dictusà Deo omnis ,qui pendet in li- 21.
tro la quale Gionaperſeueraux ofti- gno: Oleaftro legge: Alleuiatioterre
nato rubello à Dio ; e mentre ch'egli ſuſpenſus : videtur enim terra onera
dormiua fopore grani , gemene , ta malis hominibusalleuiari, cum illi
ruggiua , fiſchiaua , Itrideua ſotto di ' é terra eliminantur : Mettete vn Lu
luiil Mare , fcotendo impatiente di cifero in Cielo oſtinato in peccato ,
quella loma le ſpalle , digrignan- fubito ci sfonda quella ſuperna ma
do co ' denti, diſdegnolo ſpuman- gione ,e nel centro à rompicollo ro
do; & i Marinari vedendo , chea uina . Adeo graneeft peccatum ,vt cæ
hiante le fauci apriua , credendo , lum non valeat fuftinere peccatorem ,
chefamelico alle lor vite inialles etpatet in Lucifero exiſtens in Calo
gli' andauano gittando le merci in empyreo : ita grauatuseſtper ſuper
bocca , alleggerendo ilvaſcello per biam , quod de Celo lapfus in centrum D. An
isfamarlo ; ma tutto ſenza profit- terre ruit ſcriue S.Antonino . Fate tonin.
co , che ad ogni modo furente ten- che'l Diauolo itero ſopra la terra fi 2. P;
raua colle cornade'Autti sbalzáre moua (tentatamente s’auanza dipar refol.ti.
al Cielo quel legno iſuriſcerato : ra- fo in paſſo i non può lenarſi à vole2.6. 13.
bidoluiſcerandoli il ſeno , cercaua quantunquel'ali' di Dragone egli 8.1 .
d'affondarſelo nel cauernoro ſuo tenga, tanto l'aggraua il peſo dell'o
ventre ; c qui non riuſcendo ne idi- ftinata fua colpa.Circuiui terram , et
ſegni al Mare , nei partiti à Mari- perambulaui eam ;diceua egliſteſſo in
nari, gli vni, e l'altro accoppiano le "Giob al primo,doueGregorio Santo
grida da diſperati'. Eh grida Griſo- Cùm non tranſuolaffe ,fed perambu
HomoSantoHom , de lona, ancora laſſedicit , quanto peccati pondere in
gitrano , gittano , ma non gittano il imis deprimatur infinuat, oh graue
pero che li pericola , Apudfe peri- peſo il peccato di perſeueranza oſti
culi farcinam retinebant ; ma quale nata .
è queſto peſo • Griſoſtomo. farcina IL Ma ſiamo alla foſſa , mi' bifon
Prophet emagis grauabatur,manon gnafaltare . Poco è , che ilpeccaro
corporis magnitudine , fed peccatii re al mare , alla terra , al Cielo , al
più gli aggrauaua il Pelo ' di quel Diauolo fteto rieſca d'importabile ,
pelo
134 L'Oſtinationenel peccato
di perſeueranza oſti
peſo il peccato di olti- ma ſteſſa non hà voluto ? Grifofto
nata : il punto ftà , che le portabile è mo. Sanco , ò chi fia l'Auttore
ſempre all'onnipotenza diuina i on- dell'imperfetto per eccellenza . Hic
de con vna voce ſola può annichilar- rufalem Hierufalem , que uſque
lo : alle ſpale della Diuina Miſeri- nunc luctata es contra mifericordiam D.Chr,
cordia da importabile ſuol riuſci- meam tuis peccatis : nunc autem in Im .
re . Vieni quà Gerenia , dice il Si- ipfam fuperafti . Volo enim in te perf.
gnore , s'alcuno ti chiede , quod eft mifereri ; ſed vires mifericordiæfa
ler.c.2. onus Domini , quale è il peſo , ch'io ciende non habeo , nec poffum tes ,
portoalle ſpalle ,riſpondiloro . Vos amplius ſufferre: inceſſabilibus enim
eſtis onus Domin . Portilla il Lira- iniquitatibus tuis miſenicordia mea,
Lyr.ib. no Propter peccatorum veftrorum quafi iam laſata a prepoſito ſuo
pondus: voi altri peccatori , che ne defecit . oh parole vgualmente
peccati voitri perſeuerate oftinari , bakteuoli ad inorridire vna pietra ,
ſere il peſo delle ſpalle di Dio ; e be- & ad impietrire vna mente Hie
ne , o Potentiſſimo , come vi ritro- rufalem , Hierufalem c. Animes
uate con quefto peſo alle ſpalle ? oh peccatrice , dice il Signore, che fi
alle forze infinite della miſericordia no à queſto punto hai fatto alla
voſtra deue ſembrare voa galla , che lotta , alle braccia co' tuoi pecca
galla ? replica Dio : di louerchio mi ti contro la miſericordia mia , e
aggraua , ſtò per caderui di ſotto i fin ad hora io l'hò pur'anco teco
importabile mi rieſce ; onde ſon ri- miſericordioſamente durata ; nunc
ſoluto girtarlo alla malbora : Pro- autem ipfam fuperafti : malo con
iciam quippe vos : il Poftillatore feflo , adeiro tu l'haivinra , l'hai fo
ficut importabile onus . Sginore_s? prafatta. Velo enim c. Iomiſon
e non ſete voi quell'Iddio , che poſto in penſiero di volerti , fop
manifeftate l'onnipotenza della for- portando le tue colpe , miſericor
tezza vofra ; Parcendo maximè , dioſo portarti ; ma ſento mancar
c miſerando ? e come dunque di- mi le forze nella miſericordia , 01
te , che non potete ſopportando de non più potendo portarti , for
portare i peccatori ? Perdonatemi, za è , ch'io ti gitti ; e non perche
entra quafi penfiero in cuore tu habbi peccato preciſamente nò ,
che ciò non fa mancamento di ma perche dopo peccato , in pec
forze , ſuenimento di poſſa ; mawa cato perfeueri ; e non ceflando olti
debbe dirlo ? ma ſuenimento di vo- nata peccare , con le inceſſabili tue
glia , mancamento d'amore . Ah iniquirà , quaſi che fancata lama
fiienimento di voglia ? mancamen- miſericordia mia hà mancato ſen
Matt. to d'amore ? Hierufalem Hierufa- za mancanza da quel propoſito
6,24
lem , quoties volui congregare filius fuo , c'haueua formato di , fop
tuos , quemadmodum gallina congre- portando , portarti : Inceſſabilibus
gat pullos fub alas, noluifti. Non c.
ama tanto i ſuoi pulcini la chioc- 13 Oh oh mio Dio ? & à quan
cia , quanto io tuo, Dio amo te , t'anime , e forſe di quelle anco
anima peccatrice ; e quanto à me , ra , che quì mi ſtanno aſcoltan
ſempre ſempre hò voluto portare, do , ciò và pur troppo quadrata
ſopportandoti , il tuo peccato , vo- mente aggiultato ? Quanto tempo
lui , volui, o quoties vclui; ma tu egli è , e del già lungamente
ſei quella , che in verità non hai paſſato , e tuttauia corrente, che
voluto , che fopportandoti io più , tu vai facendo alla lotta , alle
lo poſla portare , noluifti , o braccia contro la miſericordia di
noluifti . Ma come Signore l'ani- uina į à anima oſtinata ? como
le
Per il Lunedi della II. Domenica di Quareſima. 135
le tue laſciuico brutture , dishone- dere in capo diquelli , e di quegli,
fta , odij , vendette , ſanguinarie che la conſcienza non ti condanni
crudeltà, rapioc ,vfure, oppreſſioni con ſentenza si fatta , e queſto pure,
altrui,detraccioni,fpergiuri,beſtem- e peggio è da te meritato per le tue
31 mie , e sboccamenti; & alte mille colpe, ondenon ti mancano ſtimoli
ſolti d'iniquità ? e ſe Dio non s'ha- anco di carne,e ſangue: e pure ofti
uefſe poto in penſiero dimiſericor- nata perſeueris dalla lotta non ceſſi,
dioſainente ſopportarti, e portarti; non allenti le braccia . Anima ? e fe
dimmi di quanto tempo fareſti tu Dio fi ſtanca? e ſe ti getta,e fe muta.
già caduta , precipitata nel fondo penſiero , che lo sàben fare à fuo
delle miſerie eterne , non che de' modo ſenza perdere vn punto dell
temporali malanni ? Commetterti immutabile , che ſarà dite melchi
frà l'altre quelladishoneſtà sì horri- niſſima? ſaiche quello.ch'è dichivà
bile, e ſtomacoſa, che ftupila terra à cadere nelle mani di Dio ſdegna
di ſe medeſima , che non apriſſe la to,vindicatore,ch'è ilmale de' mali
bocca del tartaro ad ingoiartiin car- de' mali il peggio; del peggio,il per
ne viua dannati , fcorticafti quella fimo ; del pellimo alambiccato in
Vidoua, quel pupillo, quel pouerel- ' quinta eſſenza ,non sò ben s'io mel
lo tanto ingiuita , evituperoſamen- dica ,lo ſpirito ,il fiore,il ſublimato; ò
te,che ſtupirono di lore Itefle le pie. la feccia più amara , più feculenta .
tre, che non ti ſi moueſſero contro à Ecceſſo di miſeria , che ſi crede , ma
vendicare le oppreffionidell'huma- non si vede ches'apprende,nia non
na tua carne : ſpargeſti il' fangue di s'intende. Ma ſe in ombra di fede ci
quell'innocente così barbara , e ti atterriſcei che farà in ſoftanza di vi
rannicamente,che ſtupirono di loro ſta: ſe appreſo ci martirizza;che farà
medeſime le fiere , comenelle tue inteſo per proua ? Anima mal’habi
viſcerenon incrudeliſſero al punto tuata perſeuerante in peccato : eda
con le lor zanne arrabbiate:rompe- miſeria sì fatta quanto quanto ſei tu
fti in tali sboccature diſpergiuri,e lontana :Vn anno,ò yn hora? vn mi
beſtemmie , che ftupìilCiclo diſe , glio ,ò vn pallo? chi te ne può aſſicu
come non ti fulininaſſe tantoſto di fare ?
mezzo giorno ſereno : ne ci voleua 14 Eh guardati,guardati dalla ma
già più ad ingoiarti la terra, à lapi- la confuetudine,gridaClemente A
darti le pietre,à dilacerartile fiere,à leffandrino. Fugiamus confuetudinem Cleme.
fulminartiil Cielo,che vn cenno fo- fugiamustanquain ſcopulum difficoAlex ,
lo ſolo di queſtoDio ,cheattual- lemaut charibdis minas, aut fabuloſas exh. ad
mente tu allhora ingiuriaui , offen- Syrenes : fusffocat homines , a veritate
deui,maltrattaui ,oltraggiaui: ma avertit, abducie àvita, eft laqueres, eligent.
non volle,non volle,non lo volle ac- Malum ventilabrum , eft barathrim
cennare il buono tre volte buono , e conſuetudo : guardati, guardati, dico,
folo per clienza buono , miſericor- dalla mala conſuetudine i ella è vn
dioſo Signore , che ti voleua pure ſcoglio difficile : ſe tu y'incontri , ti
portare , e ſopportare : ma tu non ronipi: è vna minaccioſa cariddi: ſe
vuoi , tu non vuoi , in verità tu non vi percuoti, t'affondi : è vo'inganna
vuoi . Conoſci la co!pa tua: ondel- trice Sirena: fe t'addormenta , l'occi
ignoranza qui non ti ſcuſa , non c'è de ; ella è vn carnefice : ſe ti prende
Crocifiſſo , che miri , che ſubito non alla gola, ti rompe l'oro del collo sè
ti dica il penficro : oh ſei pur'anima vn deluſore ſoffiita : ſe l'empie l
ingrata à chiper te ſoffrì tanto ;onde orecchio, ti peruerte la mente : è vn
non ti ſcuſa l'inauertenza : non c'c fuiatore ſentiero : ſe vi prendi cam
temporale malanno , che vada à ca mino, ti precipita à morte : è vn lac
cio
1

136 L'oſtinatione nel peccato


cio la mala confue tudine ; le v'in- inoltrarti perſeucrádo oſtinaramen
cianpi,ſei prefo,ſin Dio sà quando: te nel male? Entra, entraa cua poſta,
èvn ventilabro : ſe ti dibatte alven- ma nell'entrare laſcia al di fuori
to,vai à cadere,e Dio sà doue : ella è ogni ſperanza morale dimai più
vn’Inferno , efi barathrum confuetudo, vſcirne, che ſulleporte d'Infer
ſe tu glitieni il pic ſulla foglia , fer- no pur'anco ſcritto ſi leg
mati,e tratticni il pallo , eprima di- ge.Laſciato ogniſpe
entrare , alza l'occhio , e leggi ilſo ranza, o voi ch
prafcritto , che dice . Per me li và trà entrate.Dio
ſa perduta gente . Ohe tu pofta ful cenc
la porta d'vn'Infemo , non vuoi ri liberi . A
trarne , animna pentita il piede , ma men .

L'AM
?
L'AMBITIONE
Per il Martedì della Domenica Seconda
di Quareſima.
Super Cathedram Moyſi ſederunt Scribe, & Pharifæi:
Qui ſe exaltauerit humiliabitur , eos qui ſe
humiliauerit exaltabitur.

S. Matt . al 22.
I Chc Signori naui, mille ſplendideStelle,che allo ſchia
gare gliAntichiad rire del rilucente mattino , divna in
Atene,od in Cala . vna dileguando ſen vanno ? Eccoci

A bria;viaggiar'imo-
derni alle Accade-
mie dell' Italico
Rheno , o del Ticino , per vdir da
morale vn dogma ſperimentato di
quantofeconda madre di luminoſe
virtù ſia la triſte difauuétura di que
fto Mondo, quali al primo apparire
Platone, o da Pittagora, per appara- della pompoſa mondana proſperità
re da'Cattedratici più conſuniati , e di vna in vna fpirare, noche ſparire
famoſi idogmidella Filoſofia più tu vedi;e par che li oda,feruendo di
criuellata ? trà famigliari Pennati voce lo ſcintillare de luminari me
nella tua terra natia , entro del nido deſimi, dalle lingue de' raggi loro
paterno, può, comepuote mai ſem- quaſiche articolato : cosi purle vir:
pre , nelli ſpiegati fogli delle sfere tudi han vita,e morte dall'vna , el
fuperne dall'eminente Cattedra là altra forte . Succede in vicenda in
su delCielo leggere, & apprende. fallibile al ſereno il nuuolofo ; al
re ogni niortale quella morale, e ſa- pianger delle pioggie il ridere della
lutare ſcienza,cui lola il nome di ve- luce ? Eccoci morale vn dogma,e ſa
ra filoſofia gir conſagrato doureb- luberrimo , che dalla qualità dello
be . Naſce il Sole nell'oriente , eà ſtato preſente ſi pronoſtica quello
pena in culla d'auorio da Bosforo dell'auuenire; e parci renda auuiſa
poſato viene , che in poco giro d'vn ti collo ftrepitar delle rane ammac
femicircolo entro alla bara d'ebano frate : cosi doglioſi omei ſeguono
nell'occidente da Heſpero è collo- al canto :ſuccede ilriſo al pianto.Fe
cato ?eccoci morale vn Dogma,e ve- ſtoſo appare il baleno la sù nell'al
ritiero di quanto ſia veloce , e breucto ,e nello ſteſſo apparire momenta
il corſo dinoſtra vitaje par fi legga, neo diſpare nell'elfer ſuo dal nulla ,
ſeruendo di caratteri l'hore diurne, non più chevn punto ſolo diſtinto ?
che la penna del raggio ſolare ſui Eccoci morale vn dogma tentimen
bianco foglio del giorno con l'oro toſo della fugacità de' piaceri , che
della lucediftingua tal s'affretta à sù la terra s'aſſaggiano , e mai ſigo
morir dal ſuo natale , chiunque na dono ; e pare che'l Cielo nel cenno
ſce mortale.Partoriſce l'oſcura notte fteſto del lampo accennando
S
cida,va
138 L'Ambitione
da . Talfugace e'l piacere quali ba- queſtolomoſtraràil primo : E po :
leno ; Chemondano, e terreno. Oh ſcia il vitio delle rouine ; c lo mo.
cara,oh dotta,oh fagra,oh miſtica fi- ftrarà il ſecondo , e ſon dal pri
loſofia,ch'ella è mai queſta è Signo- mo .
ri Che ſe dogma nouello chenel di. 2. Il vicio delli ſpropoſiti è dun
ſcorſo hodierno introducendo ci va- quel'ambitione In proua diche,In
da , deſiderate pur'anco ,dirizzate l'- tendenti d'Aſtronomia , pigliamo
occhio alla Luna, & in riguardo del vn poco vn'altra volta per le mani la
Sole gitela conſiderando.Deſidero- Luna in ſentimento miſtico sì , ma
fa di lume Cintia,onde riſplenda in- ful naturale fondato . Ambitiofa la
fià ie Stelle Reina , s'accoſta à Febo Luna di Regina dominar trà le Stel
di tanto maggior lume credendo ar- le, fugge auueduta dalla chiarezza
ricchita reftare, quanto che più vici- del giorno , in cui ſolitaria s'adom .
na tarſegli le fia conceſſo ; ma non bra, & accorta ſi caccia frà le tenebre
sò come, contrarij a' voti poi ſono i della notte,doue corteggiata riſplen
ſucceſli; che mentre giù ſe gliacco- de: E ſe inuecchiata trouandofi,vuol
Ata ,fmaſcellata prima limaa,Imez- rinouarſi ne'ſuoi ſplendori argenta
zata poſcia ſi vede , indi cornuta ella ta , eſce tantoſto dalle notturne te
appare , dopo à ſottil filo ridotta , o nebre , e và à cercare il Sole ne
finalmente quando congiunta con diurni chiarori,in congiuntione del
effo ogn'ın fe l'haurebbe di com- quale ſi rinouella. Mate pretendef
pito iplendore vo nuouo Sole im- felaLuna , e di conferuare il domi
maginata, caliginoſa à riguardo no- nio frà i luminari minori, e rinoua
ftro fatta per ogn'intorno , nelle te- ta ancora vederfi nell'argenteo fuo
nebre ſue vergognoſa tutta s'aſcon- lume , vi ſarebbe partito , al quale ſi
de . Quiuidell'inganno auueduta , poteſſe appigliareOh inniſſunmo
dalli iplendori Solari ben accorta , do, direte; imperoche, ſe non s'vni-.
veloce à tutto corſo ſi fugge . Etoh ſcc al Sole , non ſi può rinouare : fe
chi'l crcelerebbe? mentre più ſi di- non ſtà frà le Stelle , ella non può
lunga , d'oro pria fi raffila le ſpalle, dominare :onde biſognarebbe, che
poſcia l'vn corno , e l'altro s'indora, di notte ella cercale if Sole colà fiå
ne guarivà , che dopo l'vna , e l'al- mezzo alle Stelle , il che ſarebbe va
tra maſcella ancora illuminata di- {propoſito di prima claſſe ; perche
moftra : ſi che oppofta al fratello in le Sielle co'l Sole , non coutuntur,co
lontananza eſtrema, à compitiffimo me Samaritani, e Giudei . Hor
tondoluminoſa allhor dari à vede- queſto èvno delli ſpropofiti appon
re. Ah e nonè queſto moraliſſimo to del vitio ambitiofo di gloria va
dogma, il quale ſi come l'ambitioſo na . Dominaua quel Nicodemo di
addottrina;Cheic cerca l'honor,cer- San Giouannialterzo . Princeps the
ca rouina . Così l'humile all'incon- deorum ,quaſi Luna infrà le Stelle de
tro rincuora , che dichi'l fugge, ho- Popoli nel Cielo della Giudea i
nor fol s'innamora ? E ben'autenti. Et ecco Venit ad refum nocte : Venitad
ca hoggi Chriſto queſta filosofia , e lucem , chiota l'interlineale : andò à
n'addottrina i Diſcepoli in contra- ricercare Giesư ; andò à ricercar di
poſto de gli ambitiofi, e vituperati notte la luce . E che ſi pretendeua
Scribi, e Farifei, ſententiandoalla- queta miſtica Luna ? Riſpoſe quì
perta , che que ſeexaltanerit humilia- San Cirillo Aleſſandrino . Che la
bitur:onde per contermarlaiopu- conſcienza per limiracoli viſtiadfi
re,prendo à mio carico il dimoſtrar. dem eum pellebat , lo cacciaya alSo
.
ui in due punti diſtinti eſſere l'am- ledi Giultitia ChriftoGiesù ,perri
bitione il vitio delli ſpropofiti ; e nouarſi nellifplendori della fede de
quel .
Per il Martedi della II. Domenica di Quareſima. 139
quello , trouandofi da Luna vecchia ce,foruolare nel Cielo.Teologo ,non
quafiche affatto oſcurato nell'om- ftaua in Cielo in quel punto Lucife
bre del Giudaiſmo . Ma come cer- ro, quanto alla ſtanza materiale?cer
car'il Sole di notte ? biſognaua, che to chesì : ma tentati funt Angeli.
lo cercafle di giorno , vſcendo da ( Scriue Eliedo Santo , ſer.17.in Iſa. )
quella miſtica interna notte,che nel. V trum mallent ſubdiDeo in humilitate,
Peterna naturale figurata veniua ? quam reprobis præeſſe in poteftate. Ven
En ſoggiunge Cirillo Santo.IlPțin- nero in quelpunto tentati gli Ange
cipato , che poſſedeua ,, Nepalam li,ſe voleuano più toſto ſoggettarli à
chriſto adhæreret ,facile illi perfuade. Dio in humiltà , quero dominar'a'
bat,quia Principatus detrimentum cala- reprobi in podeſtà: e Lucifero am
mitatem non paruam ex ftimabat . Se bitiofo eleſſe queſto ſecondo . Ma
lo cercaua 'apertamente di gior- piano di gratia: & eleggendofi Luci
no, perdeua il Principato delle Stel- fero di dominarc a'reprobi,dice,che
le Giudec , le quali co'l Sole Chri- aſcenderà sù nel Cielo . In calum
fto non s'accordauano : e perdere il confcendam dunque ei ſi perſuadeua,
Principato , ph era punto , che da che in vn Cielo più alto del Cielo
ambitiofo al viuo dell'anima gli iteſto , nel quale egli allhora fi ritro
penetraua . Dunque volendo egli uaua,à collocare s'haueſſero i repro
e dall'vn canto da Luna vecchia ri- bi condennati? Biſognaua più cotto,
nouellarſi nel chiarore della fede ; e che haueſſe detto.In infernum dejčen
dall'altro da Luna ambitioſa con- dam che voleua ſcender'all'Inferno;
feruare il dominio in fra le Stelle de' che però aggiuſtatamente ſoggiun
Popoli : che fece ? limiſe à ricer- ge il teſto . erumtamen ad infernum
car'il Sol di Giuſtitia Chriſto di not- detraheris . Ah,dice il Santo ,chetu
te tempo . Venit ad Iefum , venit ad queſto ſpropoſito folenne, che dell
lucem nocte . Vtrumqueigitur ( con- ambitione nelcorrente fatto , a vid
chiude ilPadre) @fidem fcilicets com de . Situst focietatem illam fančtam ,in
gliniamhominum retinere cupiens, te. qua regnaturus erat Deus, Cælum vidit
mebris ſe commiſit. Ab , mira tu ſpro- nominandum ; ita ipſos,in quibus ipſe do
poſito del vitio dell'ambitione. Lu- minari affectat , ſuism caelum arrogan
na ſciocca , pretendere di rinouar- ter appellat.Inteſe Lucifero ,che quel
fi in congiuntione del Sole entio Regno delli eletti , frà quali Iddio
quell'emisfero , che ſtellato fi mo- regnare ſingolarmente doueua,s'ha
ftra di notte cieco : che però oſcu- ueua Cielo à chiamare ; & egliam
rato nelletenebre luc , non riſchia- bitiofo volle chiamar quì Cielo l'In .
randoli alli diuini fplendori , forza ferno ancora , doue trà reprobati di
fù, che'l Saluatore gli delle per il dominare ambiua . Er oh Lucifero ,
capo dell'ignorante , per Dottor di che d'intelletto angelico lei pur do
legge,che fuſſe. Tiles Magiſter in if- tato , qualconuenienza rauuiſare ſi
rael, y hac ignoras? Oue argutamen- poteua frà la ſtanza de' Beati, e de'
te Haimonenell'ordinaria . Pulchrè Bannati; delle Gratie, e delle Furie ;
in nocte venife diutur;Nox enim in fa- delle glorie,e dell'infamie; de' con
cro eloquio pro ignorantia ponitur . tentie de' tormenti, frà vn'Aprile
3 Mare queſto fù dell'ambitio- eterno,& vn perpetuo Gennaro; vn
ne'vn (propoſito humano , vediamo monte Parnasſo d'immarceſcibili
adello della ſteſſa ambitione vn (pro- fiori veftico , & vna palude leinca d
poſito angelico . Non v'inhorridite Idre iminortali ripienaivn coio mu
Signori,che ſono ben'in ceruellosì . fico d'Angeliche Muſe , & vn gru
Venga Lucifero , l'Angelo apoſtata gnire a indiauolati animali: rà quel
in Campo. Già l'vdiſte in Iſaia al 14. la Città di Dio , che viene letificata
in cælism confcendam i lo voglio, die dal mormorio d'vn fiumicello ama
S2 roſo
I 40 L'Ambitione
roro ;fluminisimpetus latificat ciuita- ua ; & offeruando i portamenti lo
tem Dei ; e quell'horrido boſco ,che ro , al viuo procaraua d'immicarli.
aſſordito reſta dal ſtrepitoſo ſtrido- Maeſtoſa ſedeua; gratioſa trattaua ;
re di Flegetonte i quella rilucente amoroſa danzaua ; forzandoſi à tut
Gieruſalemme , alla quale ſi varca ta poſſa di viuace girar'il guardo,de
per lo criſtallino marc dell'acquelicata formar la voce, agilettomuo
ſouraceleſti ; Et aquæ omnes ,q:4 €ſuper uere il piede , ne ſconcio in alcun
Cælos ſunt . É quella tenebroſaDite , modo le riuſciſſe ildimenar del ca
alla quale ſi paila per lo fangoſo ſta po , il riuoltar del fianco , il rima
gno della ſotterranea Cocito ; trálneggiar della mano . Ma vaglia il
Paradiſo in fincamabile Regno del vero ,che ad ogni modo vedeuaſi ,
Benedetto Dio , e l'Inferno odibile che quelcapo , quel volto , in tutto
tirannia del maledetto Diauolo ; ſi non s'affaceuano à quella chioma ;
che l'aggiuſtato ſignificante none quel fianco non compiua affatto ſot
di quello à queſto li poteſſe attribui- to di quella gonna; quel collo, quel
re . Certo graue (propoſito dell'anz- le mani, que' piedi pareuano più to
bitione , ch'egli fù , che occupan- fto intricati, che adornati frà quel
do quella mente angelica vn Cielo collaro , que' guanti , e que' zocco
nell' Inferno troppo ſpropoſitata- li . La maeſtà nel ſedere era forza
mente ſi figuraua ; mentre , che s'- ta ; la gratia nel trattare era affetta
eleggeua ; Reprobis praeffe in pote- ta: l'amoroſo nel danzare , era ſgar.
ftate . bato.Era ſtupido il viuace del ſguar ,
4. Tuttauolta dopo dello ſpro- do ; il dilicato della voce era feri
polito humano,dello (propofito an- no : l'agilità del piede era ſcompo
gelico anco vn ſpropofito beſtiale fta ; e leggiero dimenando ilcapo ,
gratioſamente io ci auuertiſco . Ar- torto voltando il fianco, boffone
tenti per corteſia .Viſarà noto credo fca rimaneggiando la mano , daua
io , il folleggiato raccontodiquella bene fpelloin quelle ſconcie ma
fcimia , la quale ambicioſa d'eſſere niere , che di fuggire cercaua ; on
ftimata , e favorita, quali che dama de per quanto la buona ſcimia s'af
< gentile , traueftita in sù d'vn ballo ſi fatigaffe per parere qualenon era ,
die à vedere . Poſticcia capigliatura il tutto però ſempre à chi acuto il
dorata le ricopriua l'oſcura naturale naſo del giudicio teneua , e di lui
ſuja cuffia ;e pendundone innanellati dir fi poteua . illi nafus erat, puzza
fiocchetti in giro dalla fronte alle ua di ſcimiotto . Et ecco la lice in
tempie, le ombreggiauano in modo campo . Chi meno accorto diceuas
le cinericie,e große rughedel volto , ella e vna dama : chi più auueduto
che al chiarore di quelle facile qua- diceua , ella è vna ſcimia . Quan
lientro la ſala ardeliano , da vn dili- do che vn bell’humore ſoggiunſe ;
cato pallore di tenerelle guancie hora vedremo in fatti , quale ella fi
non bene ſi diſtingueuanɔ. Pende- ſia : e dato di mano ad vn pomo ,
ua la gonna dalle ſpalle alli fianchi ò ad vna noce , che foſſe , la fè ſal
riftretta attillata ; dalli fianchi alli tare colà nel mezzo della feſta : &
piedi,pompoſa , e ricca , & aſcofe oh che non si toſto quel caro og .
con ella le più ignobili , e ridicole getto fù dalla beſtia veduto , che
parti , co'l collaro , e li guanti vez: ſcordataſi del poſto , in ch'ella ſta.
zofi , & odoroſi il ruuido delcollo , ua , laſciati à dietro i zoccoli , à
e delle mani celaua : e ſollcuandoli quattro gambe gli faltò leſta' alla
in fine ſull'alto delle zoccolette ar- preſa : ma non sò come non lo
gentate , punta de' rozzi piedinon potendo arriuare rotolato bine
dimoſtraua . Sedeua dunque in fra lungi , impatiente ſtraccioli a
le dame la ſcimia : trauaua, danza- capelliera di capo , il collaro
di
Per il Martedidella II. Domenica di Quareſima. 146
di collo,di inano i guáti, conlagon- aſconda al poſibile dalla rabida ftiz
na di dofio : il tutto quà,e là diſperſo za , le ridicole ſue paſſioni, Che'l
gitcando , dando in que' rabidi gridi, collaro di ſoauità nel parlare , che li
e beſtiale digrignare didenti , che in guanti della pierà nell'operare, iqua .
queſto caſo è ponibile immaginarſi;, li bugiardamente di benignità l'ador
é ſe le riſa , li cherni , le fiſchiate nano , le celino in tutto il ruuido
battute, e piſte delle palme , e de' per l'arroganza del collo , e per l'a
piedi iui la ſuergognorono , à voiSi- uaritia delle mani: e finalmente ,
gnori il laſcio conſiderare,e dite poi, che ſolleuandoſi ſull'alco delle zoc
le fù ſpropoſito queſto , nell'atto di colette delli preli preteſti d'vno
voler'effere iftimata , e fauorita ftaccamento dalle coſe di queſto
quaſi chedamagentile , farſi da tut- Mondo ſuperficialmente argentati;
ti vituperoſamente per vna (cimia punta non appaia de'rozzi piedi, de'
ſcoprire , e cometale ſolennemen- ſentimenti ſuoi, nel malliccio reale
te ſchernire, e beffeggiare . terreni, e temporali. Si mette dun
Epift. s . Hor queſto dico è lo ſpropo- que à federe fra le dame delle virtù ,
14. ad Gito beſtiale della vanaglorioſa am- & imitando l'eſemplare, che li è
facella- bitione. Ambitio eft quædam fimia propoſto , ſi sforza in maniera di
neos Au charitatis . ScriuePietro Blefenſe . Tofferenza di maeſtoſa ſeder'in pace,
licos Re L'ambitione è vna (cimia vitiofa , la quando è tentara i gratioſa trattare
gis An- quale vuole eſſere ſtimata , e fauo- in humiltà, quando è contraftata ;
glia. rita quaſi che dama gentile di hono- amoroſa danzare in allegrezza
rata virtù : e che fà ? Entra nella fa- quando è maltrattata ; di viuace zi
la del Mondo ſu'l ballo dell'huma- rar'il guardo dell'intelletto , dilica
na conuerfatione ; & oſſeruando la ta formar la voce dell'affetto ; agi
carità , la quale , come riferiſce San letto muouere il piede dell'effetto
Paolo al 13. della prima à Cor. Pa- nella materia della fede : di tener
tienseft , benigna eſt, omnia ſuffert, cura guardinga, che'l capo non ſi
omnia credit ,omnia ſperat : anch'- dimeni anſioso ; che'l fianco non ſi
ella di carità maſcherandoſi, di pa- riuolti impatiente; che timorola non
tienza ſi velte, e di benignità li ador- fi rimaneggi la mano in materia di
na ; e così ftudiora procura , che l'- ſperanza ; peroche charitas ( co
oſcura naturale ſua cuffia del fine medi ſopra dicemmo) fat enseft ,
intereſſato , che tiene , venga rico- benigna eſt, omnia suffert , omnia
perta da finta capigliatura dorata , credit , omnia Sperat . Ma diciamo
che paia d'amore puro , e ſincera- il vero , che per quanto in ciò s'affa
mente diuino donde pendendo in tighi l'ambitione,à chi buon'odorato
giro inannellati fiocchetti d'appa- bà di mente , forza è che dij ſentore
rente amor del proſimo, ombreg- del ſentimento vitioſo , che maſche
giate in modo le cenericie , e groffe , rato ella tiene . Perche, dice il Ble
rughe, che l'inuidia inuecchiara le ſenſe , la doue Charitas patiens eft
hà cagionato nel volto , che al chia- pro æternisi ambitio patitur omnia
rore di quelle faci , di quei fallaci pro caducis : Charitas benigna eſt
giuditij, che ardono nella ſala del pauperibus : ambitio diuitibus.Cha
Mondo , non ben ſi diſtinguono da ritas omniafiffert pro veritate ; am
vn delicato pallore di guancie nella bitio pro vanitate . Vtraque omnia
tenerezza impietoſite .Che la gon- credit , omniaſperat ; fed longe diſſi
na della patienza dalle ſpalle alli milimodo : hæc ad gloriam buius vi
fianchi attillata , e riſtretta nel pati- tæ : illa ad gloriam fine fine. La do
mento , edalli fianchi allipiedi ric- lie la carità è patiente per li beni e
ca , e pompoſa nella ſofferenza , le terni ; l'ambitione tutto patiſce per
li
142 L'Ambitione
li caduchi: la carità è benigna anco gnamenti d'imprecationi,e maledi
verſo i deboli , c pouerelli , l'ambi- cenze , che ſi odono in queſticaſi.
tione benignamente ſi porta folo . E ſe le riſa ,gli ſcherni , le filcbiate ,
verfo delli Ricchi, delli Potenti: la battutte , c piſte di palme , e piedi la
carità tutto ſoffre per la verità i l'- vengono à ſuergognare , dicanlo
ambitione lo foffre per la vanità : e quelli , che ne parlano, anzi Atrapar
l'vna , e l'altra il tutto crede , il tutto lano ne circoli pubblici,in ſulle piaz
ſpera : quella lo indrizza al fine del- ze , ne'ridotti priuati, entro le caſe,
la gloria , ch'è ſenza fine ; queſta lo nell'anticamere de' grandi, c con
ſtorce à dili gno della gloria, che in uenticoli tutti tanto delli otiofi ,
quefto Mondo finiſce: ondemalag quanto de' vitiofi . E conchiudete
ginttandoſi al maſcherato perſonag- poi, s'egli è ſpropofito queſto, nell'
gio , che veſte,diquando in quando atto di voler' eflere ſtimata ,e faulo
nel fofferire ſcoprendoli inquieta , rita quaſi damagentile dihonorata
imbeſtialita, sbattuta ; dandoli à ve- virtù, farfi da tutti per vna (cimia
dere nel credere lippa nell'intellet- vituperoſamente ſcoprire, e come
to , nell'affetto indurata , pigra , e tale ſolennemente ſchernire , e bef
lenta nell'opere ; e nell'operare ti- feggiare, perche Ambitio eft Scimia
moroſa , anſioſa , impatiente mo- Charitatis.
strandoſi , dà bene ſpeſſo in quelle 6 Oh ambitione ambitione vi
iconcie maniere , che di fuggire più tio delliſpropoſiti: e di queſti ſpro
cerca : & eccoti ridotto il fatto nuo- pofiti quantigiornalmente ſe ne
uamente àlitigio . Chi meno accor- veggonoanco a noftri tempi?Sivege
to dice , ch'è tutta carità ? chi più gono delli ſpropofiti humani di Ni
alueduto dice , ch'è tutta ambitio- codemo ? Signori sì: & io li hò au
ne : ma vuoi vedere quello in fatti ſi uertiti in qualche Caualiero , in
fia ? fà , che ſalticolànel mezzo alla qualcheGrandedi queſto Mondo , il
fefta v.g. in quella Corte, Curia, Ec- quale dall' vn canto ambitioro di
clefiaftica , ó Secolare , la noce , il campeggiare frà i Popoli, frà i Cit
pomodiquel Carico , di quell'Offi- tadini, come Luna infra le Stelle ,
tio , diquel Benefitio , di quella Di- dall'altro conoſcendo , che inuec
gnità , che porta ſeco honore, eglo- chiando in mille colpe s'ofcura : che
ria vana : ah che non ſi toſo il caro fà ? Ab dalla conſcienza ſtimolato
oggetto è dall'ambitione veduto ,che va cercando d'accoſtará al ſole
fcordatoſi il pofto , in che ſitroua, Chrifto , per rinouarſi ne' chiarori
li laſcia i zoccoli addietro delli preſi della gratia diuina ; ma per non per
pretefli di Baccamento nel feruire dere queſto Principato della gran
pallato , & à quattro gambe gli falta dezza , e preeminenza mondanaus
jefta alla preſa : che le à calo lungi ſpropofitatamente lo ricerca di not
fuggitofi, come non raro adiuiene, te . Cerca Chrilto , vdendo mella
non lo priò arrivare: oh il tutto fi ogni giorno , con la corona alla ma
Araccia , egetta di capo ,e collo , di no , facendo dell'elemofina , fre
mano, e dorlo: non ci è più capiglie- quentando quell'Oratorio , trattan
ra porticcia , che l'ombreggi d'amor do ſpeſſo con quel Padre Spirituale,
di Dio , e delproſſimo ; non c'è più con vna certa velleità anſioſa della
gonna , che di patienza la veſti ;non ſalute,che sò io ; ma lo cerca di not
c'èpiù ornamento , che di benignità te , perche non eſce dalle notturne
l'adorni ; ma intereſſata , inuidiofa , tenebre della inondana prudenza; la
impatiente, arrogante, & anara fco- quale gl'inſegna lufingar’imaggiori
perta dà in que' rabidi grididi do- per hauer beneuolo ſempre l'orec
glianze, e querele, e beſtiali digri- chio loro : nuotar ſotto acqua con
gli
Per il Martedidella Domenica II.di Quareſima. 143
gli vguali , per poter loro piantare ſpropoſito maggiore dell'altro , Per
all'occorrenze vn porro in mano : vo fugace temporale ſplendore , che
conculcare i minori,accioche ſulle ſe non hoggi , dimani , ò l'altro , è
ſpalle loro poſſa piùin alto federe: poco più là hai ad ogni modo àla
(palleggiare auanticolui , per farſelo ſciare in notte cieca ecliſſaro , voler
partialei vrtar'addietro coſtui, per ti condennare eternamente ſchiauo
non trouarſelo vn giorno competi- di Satanaffo .
tore ; è però mai mai ſi rinoua nella 7. Si veggono de' (propofiti am
gratia diuina , ſempre ſempre più gelici di Lucifero ? Signori si : & io
inuecchia nelle ſue colpe , che non li hò auuertiti in alcuni Gentilhuo
c'è Luna , che rinouar ſi poſſa , ſe mini per lo più , à quali propoſte
dalle tenebre notturne vſcendo , non due vite, l'vna priuată , moderata ,
cerca il ſole di giorno . Oh Padre egli è vero , ma nella caſa paterna ;
riſponde quel tale, chi non vía que l'altra ſuperba , faftoſa poſcia entro
ft'arte , non può campeggiar nel vna Corte mondana(c parlo di quel
Mondo : à quelto modo biſogna far- le Corti , nelle quali ſi viucconfor
fi gl'amici ,guadagnard i Padroni, me alli abuſi del ſecolo corrotto ,
obbligarſi i parteggiani, e cost au- ſempre col douuto riſpetto di quel
uanzarfi , e conſeruarſi nelli auuan- le , nelle quali prima Regola di vi
zi già fatti; perche l'andare così la ta è la ſanta legge di Chriño ) à qua
alla ſemplice , alla ſchietta alla bno- li , dico , quelte due vice propoſtes
na , come faceuano gli Antichi , eh la della Corte s'eleggono ; & inter
non è coſa da huomo ſaputo à noftri rogati del perche , riſpondono ; à fi
tempi , ma più tolto da Aolidi giu- ne diviuere allegramente , lungi
menti . Ah e per tanto , e per tanto dalle domeſtiche cure , quali che in
mentre vuoi effere delli Iaputi del Paradiſo nouello facendo vita il
Mondo , ſarai ſempre ignorantiſli- queſto Mondo in certa guiſa beata .
mo della dottrina del Cielo , e nelli Guarda tu,che ſpropoſito , chiamar
affari della tua ſalute darai nelli Paradiſo vna tal Corte.Vna talCor
fpropoſiti diprima claffe; e tiſi po- te ch'è più coſto vn'Inferno alla qua
tra dire co'l Saluatore à Nicodemo. le non pafla , chi non paga il nolo à
Tu es magiſter in Ifrael , o hæc qualche auaro Charonte:nella qua
ignoras ? Tu , che ſopra la terra pre- le non entra , chi con qualche artifi
tendi ne' temporali intereſſi d'eſſere, cioſa ciambella non chiude le trela
vn'Oracolo di Delfo,non intendi poi tranti gole dipiù d'vn maledico cer
Atraccia , d'intelligenza pratica , di bero ; dentro la quale chi ſi ritroua ,
quella, che t'importa l'eternità dell'- troua le furie , troua l'Erinni, troua
Inferno ,e del Paradiſo ? eh fgannati, l'idre , troua le sfingidelle inſidies
[gannati , ò Lunaambitiola ,che ſe delle perfidie, de' diſegni, de' tradi
non eſcidalla notte di quella ſciocca menti . Guarda tu , che ſpropoſito
prudenza humana , e cerchi il Sole chiamnar vita beata quella d'vn tal
Chriſto nel giorno della ſincerità Cortigiano. Vita d'vn tal Corrigia
Chriftiana la quale alla prudenza del no , ch'è più cono vita d'vn'infernal
ſerpe richiede aggiunta fimplicità di condennato .Vita d'vo Tantalo,che
colomba , non tivedrai rinouare Rà ſempre co’pomi, e coll'acque
giamai ne' chiarori della gratia diui- delli auuanzi preteli in ſulle labbra
na . Che ſe mi dici,che troppo ti pe- pendenti , e mai ne gulta . Vita d'vn
ſa il perdere quella preminenza lu- İrione , che rabbiato ſulla ruota del
nare, che tieni frà luminari ininori la ſperanza , mai co'l chiodo del te
de' Popoli , de' Cittadini ; io ti rif- nere ſi ferma. Vita d'vn Silifo , che
pondo , che queſto è dell'ambitione ſudando gli anni , non che le hore
à con
144 L'Ambitione
à condurre la graue pietra della ſua coſa in coſa ; e trouerai , che'l tutto
feruità alla cimadel monte dellaw puzza di ſcimiotto ( tali, e quali,
gratia del ſuo Padrone , in vo mno- ſempre co'l douuto riſguardo di que'
inento poi ſe la ritroua nello ſcadi- molti , e molti ; quali puramente in
mento precipitata al ballo à rico- tentionati , virtuoſaincnte ancora li
minciare la fatiga rutta di nuouo . portano nell'eſercitio militare; per
Oh dite voi , dite voi , s'egli è ſpro- ie medeſimo ſi comevirtuolilimo,
poſito queſto d'andare in rollo con così honoratiſimo inſieme ) metti
quello di Lucifero , che Cielo ardi l'occhio , dico, diligentemente di co
chiamare ſpropoſitatamente il vero fa in coſa , e trouerai che in queſti
Inferno , e re mentre auuiandoli à tali, e quelli il tutto puzza di ſci
quella Corte , dice con lo ſteſſo Luo miotto : patiſcono co'l ferro indoſa
cifero quel miſero Cortigiano ; In fo , co'l faro in mano ; ma beitem
Gælum confcendam :ſuper aſtraexal- miano ancora à più non poßo : guar
tabo folium meum ; ſe gli può riſpon- da che patienza ; benigni ſi dimo
dere col medeſimo teſto . Veruntat ftrano co ' ſoldati di ſeruigio, e dico
men ad Infernum detraheris , in pro- mando ; ma alle ſpalle del paeſano
fundum LacióC. contro gli ordini , non che l'inten
8 Si veggono finalmente delli tione del giuſto Principe , tante ti
ſpropoſiti della ſcimia beſtiali ? Si- gri, canti lconi; guarda c, he beni
gnori si , e ſi auuertiſcono ſpeſſo in gnità . Soffriſcono nelliaſſedij, nel
qualificati - ſoggetti : Cinge quel le campagne,maridotti in guarni
Caualiere la ſpada al fiancoj li pian- nigione , non ſi fù Epicuro , o Sarda
ta vna Croce in petto , & eſce illo napalo , che più allentaſſe le briglic
guerra : chiedetegli, che lo muoua : alla gola , & alla carne ; guarda che
riſponde , che il zelo del giuſto , il ſofferenza ? Credono à chi li adula ,
ſeruigio del Principe , della fede , ò ſperano da chi promette loro beni
di Chriſto : tutta carità verſo Dio , è mondani, e terreni ; ma delle coſe
verſo il proſimo. E certo ſe della dell'altra vita coſa credono , coram
carità , come di ſopra diceuamo,è ſperano ? biſogna penſar bene, che
proprio d'eſſer patiente, d'eſſer be à ciò ſiamo obbligati; ma ſe valeſſe
nigno , tutto ſoffrire , tutto credere, l'argomentare da quello ch'eſce tal
tutto fperare : vaglia il vero , che hordibocca à qualcheduno d'effi , c
non patiſcono quelti tali con l'vsber- mette , potendo, in opera con la ma
go in petto , con l'elmo in capo , al no , ſarebbe forza conchiudere , che
caldo ſole , alle frigide pioggie, alline credono , ne ſperano , ò troppo
ardori della canicola , alligeli di tra- troppo , è niente niente. Eh eh mio
montana , con la picca alla mano , Dio, che in tali,e quali il tutto è vna
del nemico alla fronte ? Che beni- finta capigliatura dorata , vn paio di
gni non ſi dimoſtrano co ' fantaccini zoccoli argentati d'ombreggiante
priuati, percaptiuarſi le voglie; con apparenza difallaci preteſti, co 'qua
gli Officiali maggiori per guada- liaſcondono l'affetto intereſſato de'
gnarſi l'affetto ; con quelli tutti, che lor ventofi diſegni . Lo vuoi tu chia
li poſſono ſpalleggiare, ſpingere , & ro vedere ? fà , che ſi gitti colà nel
anuanzare ? Chenon ſoffriſcono di mezzo alla feſta la noce , il pomo di
ſonno , rondando ; di fetc , marcian- quella ginnetra di Capitano , di quel
do ; difaine, aſſediati ; di ſtenti, al- baftone diColonello , di quel Cari
ſediando ? Che non credono da chi co , di quell'officio , che ſubito vc
li adula ; che non ſperano , traditi da drai faltargli à quattro gambe allas
chi loro promctte ? Ma và vn poco preſa; e ſe sfugge lor dimano , oh
mettendo l'occhio con diligenza di vedrai ancora e Itracciarſi , e gittare
е са
Per il Martedidella II. Domenica di Quareſima. 145
ecapigliere , e zoccoli delliombreg- perbi infolefcant magis , extollantur,
giamenti, e prereſti paſſati; dolen- 'inflentúr, appetant ſemperin cumulo
doa , e querelandofi apertamente apparere, vt cum venerit æquitatis li
de' Principi , e de' Minitri maggiori; nes , à plenitudine eyciantur . Horsi
improuerando , maledicendo liſer- pure inſuperbiſchino gli ambittiofi,
uigi paſſati ;laſciando l'armi; vol. inſolenti più appaiano , più s'inalzi
cando le ſpalle al campo . Dunque no , più a gonfijno , più appeciſcano
non era zelo amoroſo della cauſa vederſi co'l cumulo delle grandez
giufta del Principe , ò della giuſtifli- ze : che ne farà ? quello appunto ,
ma di Chrifto , e'della fedei perche che vediamo eſere de grano , il
la ſteſſa ancora dura , ne perciò di quale mentre non ſi vole rattenero
perdeua la douuta ſpirituale merce- frà termini moderati dellapienezza
de; ma era tutto ambicioſo interef- delmoggio ,della miſura, ma quali
fe , che doue crede maſcherato au ambitiofo cerca apparirenel cumulo
uanzato trouark , eglorioſo paſar full'alto nell'eminente; ecco ſen vic
a' Pofteri ſulle Storie con (propofio ne poi il miſuratore, co !l'equacore,
co beſtiale diſcoperto a vede, e de- col raditore baſtone, e radendo , ad
rifo ; ebeffeggiato ſulle gazzerte . E eguando il moggio , la milia, lo
di quefti ſpropoſitidi Scimia bekia- ſcaualca , lo precipita à baſſo , ad ef
li ſe nç veggono taluolta alcuninel- ſerconculcato da' piedi. Queſto fa
le Gurie , e Republicae Ecclefiaſtic rà delli {propogtati ambition dice
che , doue ci ſono Miniftri, i quali Bernardo ſanto ſopra'l Profetav .
ſotto apparenza di carirà , d'amor Non {i vogliono contentare dirat
di Dio , e.del Proffimo s'affarigano , tenerfi frà fi termini moderati del
ſudano , ftentano ne' minifteri del giufto , e dell'honeſto nella pieneza
culco ; diuino , e della falute dell'a- zadel moggio , della mifura dique
nime ; ma in verità fono ſcimie am- fto Mondo ; ma cercano diapparire
bitioſe , che non pretendono che ante nel cumulo delle grandezze terrene ,
uanzi cerreni, e per tali ſi ſcuopro- full'alto delleglorie caduche , sull
no al vacare delle Prebende , de Be- eminente de temporali honori ; &
neficij, delle Dignità , quali fe loro ecco verrà il iniluracore Iddio coll
di mano sfuggono , queruli , rabidi, equatore ,co'i raditore baſtone della
maledici, attoficati volcano le ſpal- giuſtitia ſua , eradendo , adeguan
le al Prelato , & alla Chieſa , é tal do il moggio , la miſura delle coſe
volta anco più , atrhabito clericale. mondane , ſcaualcaralli , e precipie'
9. Giuſta ſentenza diuina , che caralli giù baſſo nelli ſcadinieri, c
la doue il fedele à fine vitiofo ſtorce diſpregi ad eller conculcati da' pie
quell'opra , che à virtuoſo indrizza- di della Plebe più vile , e bene (perlo '
re dourebbe, cpotrebbe , non ſolo delli Diauoli (telli giù dell'Inferno ,
perda quellamercede ſpirituale , che ' cacciati dalla pienezza delParadiſo
goderebbe nel Cielo, ma defrauda- Vt cum venerit equator C
ro anco reſti di quella , ch'ei fi pre-
10 Dicanlo ſeicento hiſtorie non
tende in ſulla terra i anzi che d'au- meno profane , che ſagre, Non fi
uantaggio , oue crede d'honorata- volle rattenete ambitioro Nabuco
mente auuanzato vederſi , viliflimo, donororre frà i termini moderati
conculcato , e ſuergognato fitroui della ſua grandezza reale, ch'eſſer
Ite Angeli veloces , li grida in Iſaia al voleua nc cumulo , quali che Dio
18. ad gentem expectantem , o con- adorato ; vedilo (caualcato dalla
culcatum . legge Forerio ad gentem giuſtitia diuina in vn Deſerto in trà
linee , linea ; Sù di che San Ber le ficre moſtruoſamente ſeluarichi
nardo ſer.2. in capit.6. Ifa. Eant ſu- to . Non ſi volle rattenere
T
ambi
tio .
1 46 : L'Ambitione
tiofo Aman frå i termini moderati peftamento dell'altra vita . Vt cum
di vno itato Signorile , che veder venerit c . e dirai poi (ma che pro,
fi voleua nel cumulo , anco quel fe gettato ritroueratGildado della
Mardocheo alli ſuoi piedi prolira- tua forte ? ) oh i'bauelli creunto à
0 , Eccolo caualcato dalla giuſti- chi da luogo di tutta veriià ms lo
tia diuina vituperolamente il lulle dife . Ma quello è vo far pallaggio
forche appiccato . Non li volle fato dall'ambitione vitio delli diropoliti
tenere ambitiofo Alcibiade frà į all'ambitione vitio delle rouiiegi
termini moderati della Cittadinan- punto , che in alto riguarúo alla
za d'Atene , che voleua nel cumu- ſeconda parte io mi rilerto , le pu
lo reggere tirannicamente il Prin- re yoi Signori mentre allargate le
cipato : vedilo ſcaualcato dalla giu- borſe ailelemoſina , à me pria con
ftitia diuina dopo ftentatieligli iile cedete di allargar il cuore alli relpin
miferabil fine : Non ſi yollc ratte- ri . E ripoſo .
nere ambitioro Seiano frà termin
ni moderati d'un fauorito ministro SECONDA PARTE.'
dell'Imperatore Romano, che vo
lena nel cumulo gouernare à bac- 11. Non ſolo il vitio delli ſpros
chetta lo ſteſſo Imperiale volere :
vedilo ſcaualcato dalla giuſticia di-
E >

uine ancora la maledetta anbitione,


uina in quelle infelicità li ſciagura- e bon solo delle rouine proprio , co
te , che per ecceſſo dimarauiglia in me moralizando hò moltrato , má
prouerbio s'ha preſo il Mondo . Ma delle rouire de Profimi di tutto il
che cercar gli eſempi antichi entro Mondo,come hora fon per moſtrar
le Storie Sagre , e profane , che ne ui . Gran cagione dirouinc è Signo
ſon piene ? andiam ſcorrendo i no- ri ella è yna ſanguinoſa ſpada ella ;
Atri tempi , e de' noſtri Padri, e tro- è vnafiera( cļuaggia . Cieca quella,
uaremo ſeicento grandi ſcadutidal benche ſplendente , non bada oue
la gratia de' Principi ; le migliara colpilca : edouunque colpiſce , in
de' Nobili , de' Caualicri abbattu- ,,crudeliſce : occbiuia quefta , benche
ti dal ſommo della ruota della for- horribile all'occhio , cerca aggiustar'
tuna ; infiniti mercantidi Rè di de- il colpo; cdouemegliopuò incrude
nari , ch'erano nel giuoco di que lire ,lo indrizza . Quella fora di pun
Ita vita , diuenuti ſcalzi fanti di ta ; queita di corna iluiſcera : quella
coppe , e baſtoni con perdita di di taglio fendci qucfta co 'denti sbra
roba , d'honore , e si v ta ; tut- na : e l'vna , e l'altra empie di Arag
to tutto per non efferli voluti rat- ge il Mondo ; quella nelle habitate
tenere frå i termini moderati del Città , queſta nelle deſerte foreſte .
loro ſtato , maambicioli eſſer vo-: Ma vaglia il vero, che più di ſangui.
luti apparir nel cumulo , caualcan-, Daria ſpada , che più di fiera ſeluag .
do le Relle : che lungo tempo no'l gia è maſima, non che grande ca
ſoffre , ' la giuſtitia diụina . Guarda- gione di rouinofi danni la peftilen
ti dunque o grande • Nobile, è Mer- za. Dio immortale . Contro la ſpa-,
cante , huomo, ò donna ambitio- da egli è pure ſpeſſo riparo la ſcher
fi: ritirati dal cumulo , al quale al ma: controla fiera ella è pure ſpeſſo
piri ; tratticnti frà'l moderato ditua ditela lafuga : ma alla peſte quale
conditione ; penſa che'l miſurato- ſcherma è di ficuro riparo ? qual fu
re Iddio co'l radicore baſtone della ga è di ſicura difefa ? La ſchermaco
ginſtitia ſua ti Ità alla vita . Se ti delli.antidoti forfe, ò del contatto la
(caualca , te ſciagurato , ne' fcadi- fuga ? Ah che in vario in vano per lo
menti di queſta ; te infelice nel cal piu ti ſchermiſce la teriaca , dl mi
tri
Per ilMartedì della Domenica 11. diQuareſima. 147
tridatė, le l'appeftato ambiente ti và ferrum laffare, nec vfque facrilegas
tirando di punta in mezzo al cuore. laſaremanus, rabiemque furentem :
Ah che in vano in vano per lo più conchiuſa poſcia con quel ſentimen .
fuggi qui ballo dal materiale con- tolo epifonema:fcilicet hac demens
tatto di queſti corpi terreni, ſe con dominandi . Sena cupidoeſt.
ilvirtualeammalignato ti vanno i 13 Potrei dire , ch'ella è vna fie
Corpi Celeſti perſeguirando dall'al- ra ſeluaggia, gridando co'l Saluato
to . Oimè peite crudele ; ſanguina re in San Matt.al6. Attendite, ne
ria più della ſpada,ſeluaggiapiù del- iuftitiam veftramfaciatis coram ho
la fierai non sò ben dire ſe cieca ; minibus : Attendite, o canete (ſcri
non sò ben dire fe occhiuta : ma sò ue Teofilato ibidem ) guefi de aliqua
ben dire più della cieca morte al fe- mala beſtiadicat : Attende ne te dr
rice indiltinta , ſenza riguardo à fta- laceret. Ne mi laſciarebbe mentire
to ad etare , a feffo : ma so ben dire, l'innocente Giofeffo nella Gen. al !

che più d'yn'Argö occhiura ad iſco- 37. il quale eſſendoſi profetizato Si


prire gli aſcoli, onde:lacerare li pof- gnore de'ſuoi fratelli ; trattando poi
la:con quale punta ,con quali corna, quelli, chetocco d'ambitione falla
con qual taglio , con quali dentie mente il giudicauano di farne ſcem
fori ,e fivifceri ,efenda , e ſtrani, io pio iſpietato, per non hauerſegli à
non lo veggo , egli è vero ; ma veg- Toggettare , fi conſegliauano d'attri
go bene che ammucchiando cada- buire la di luimorte alle zanne cru
ucri,non ſolo diſerta lehabitare Cit- deli d'vna peſfima fiera:Dicemuſque
ismale déſerte foreſte ,che prima fera peſſimadeuorauit eum : fatto in
pare d'habitatoririempia , rende ' giuſto sì, ma dal quale per eccellen
crudelmente poi anco più diſertate : za moralizando Filone Hebreo lib.
!
obroainora cagione. de Ioſeph venne dell’ainbitione à
12 Madell'ambitione , che detto -conchiudere. A ferisci"cumuentas
io dire adeklo per diinoltrarla delle inducitur; quod huic infidietur im
rouine cagione? Potrei dire , ch'el- manis b ftia vanagl ria ,corripere ,
da è unaſpada ſanguigna , gridando ac deuorare tales Pilita.
con Ezech. al2t. Gladius , gladius 14 Ma laſciarò tutto queſto , e
exacutus elt,olimatus: vt cedat via diro colo , ch'ella vna peſte , el
Etimas exacutusefti ut fpl’ndeatli- haurò detra fanguinaria , più ch'vna
matus eft . Ne mi laſciarebba Abi- ſpada, feluaggia più ch'vna fiera .
melécco mentire , colà ne' Giud. al Chiaro nelli Prouerb. al 21. Super
9. doue armato di queſta ſpadajam- bus ,de arrogans vocatum indočlus.
bitiofo diRegno ,macchiò le pro- Leggono li 70. Audax , o arrogans,
prie mani , non che la terra naria , Goſtentator poftilensvocatur.E1Pa
noníche il nido paterno ', con horro- . 'dre Antioco Santo Hom.44. Super
re dell'indiridųa natura, non che del bia perinde " ſt; ac morbus quidam pe
S : Genio Ciuile ,non che de' Famiglia- ftilens, ac tahficus , qui non vno mo
ri Pennati sdel ſanguedi ſettanto do corporis membrum , fed corpus ip
Fratelli ſuoi. Venit in domum Pa- fum dira prurigine depaſitur , vi
4 tris funin Ephra , & occiditfratres Tiatsinficit. Ah erel'ambitione é vna
fuos , filios Ieroboam Septuaginta - spelte , the rouinoſe Ntragi non farà
Vires . Sceleraggine crisenta de ella? Dicalo il Collegio Appoftolico ,
Arias Arias Montano deſcritra: At homi- che diſertato ne farebbe rimaſto ,
ibidem nem afpicimus fraterna cede cruen- quando che i buoni Appoftoli indı
tum Natslem temerare Vrbem , ge- gnati funt contro i figli di Zebedeo ,
neriſque Paterna : Multiplici iugulo ſe il Protomedico Iddio farto Huo
Τ 2‫סות‬

st
748 L'Ambitione
mo non li bauefie curati con l'anti- fiana ? QuantiMiniftri di Principi,
doto lopracelelte: dicalo l'Empireo che per compire a' loro ambitiofi
Cielo , che acceſo di queſto fuoco capricci , ſono cagione dell'eſſerſi
là ne primiinftanti del natcente Vni- attaccate , e mantenerfi le arrabbia
uerfo , diſertato fi vide della ter- te guerre correnti , doue potuto
Apoc. za parte dell'angelicbe Stelle. Ter- haurebbero , e tuttauia potrebbero
12. tiam partem Stellarum . Dunque crimettere , e mantenere la pace frà
dunque, e che far ſidourebbe delli Popoli battezzati? tante fanguina
ambitiofi entro delle Republiche ? nie ſpade. Quanti pubbliciofficiali,
Nella Republica Celeſte Dio , qua- che per arriuare a' loro ambitioli
fi appeftati, li fcgrego dall'angelica diſegni, vanno iſuiſcerandoi poue
conucrfatione, cacciando l'ambitio- ri , ideboli , e gl'innocenti , ouc po
fo Lucifero , c Seguaci come che à trebbero , e dourebbero cauarli dal
ferraglio d'infetti , all'acre caligino- le zanne ingorde de Racchi, Poten
10 ; neque locus inuentus eft eorum ti , c Delinquentit cahre fiere Sel
ampliesin Cælo.E nella Republica uaggie . Quanrinobili,che fanno it
Hebrea lo fteſſo Dio,quafi appeftati capo di parte di lgherri, di farinelli,
pure , li ſegregò dalla conuerfatione efomentando i diſgufi, le nimici
humana , facendo aprir la terra , che tie , ammalignano negli odij , nelle
ingoiò gli ambitioli Core, Datan , & vendette le Città , il Pacle ? Quante
Abiron , con ogni lor ſolanza, & ha- Donne o della Nobiltà , ò de Mer
uercseſli pure comeà ferraglio d'in canti, che introducendo il foggie ,
fetti yiui giù nell'Inferno cacciando; legale , le ſuperbie , gli fpregamenti
Num . Difrupta eft terra fub pedibus earum , dell'entrate ,ammorbano le caſe , i
C.16. aperiens os fuum deuvranit illos vicipati, i Popeli di vanità ? tante
cum tabernaculis fuis , o vniuerſa tante peftimaligne . Oh oh Signore
Jul ftantia eorum ,defcenderuntg; ziui Signore : e chipotrà rintuzzare il fi
in Infernum . Mà oh Signore perche lo di quefte fanguinarie ſpade s fe
non farli dare l'vltimo reſpiro qui non iltaglio del coltello del giudicio
1 all'aria aperta? non laſciarli fiſſar gli gintiſiino voftro dimino'? Chi po .
vltiini (guardi nella chiarezza del trà isbranare queſte fiere ſeluaggie ,
Cielo ? non lobbiflarli più roſto nel fe non identi de' dinini voftri gafi
mezzo al Mare? le non conccder lo-. ghia Chi potrà purgarequefte ap
to almeno almeno ſotterra la fepol- . peftate contrade, fe non il fuoco del
tura ? oh marauiglia acutamente si diuino voftro furore 2 Si si riſponde
fponde Ambrogio Santo lib.co.epift. Iddio . Verrà verrà il coltello del
82. tutto fù per timore,che appellati giuſo giudicio mio diuino controle
eſſendo,coʻl reſpiro ,co'l guardo ,co'l , fanguinarie ſpade di quelli iniqni
tocco, con il ſepolcro infetto non ambitioù Miniftci, e ne farà qnel
veniſſero in parte aleuna , in alcun la ftrage ,di cui può dirls : Foris Dentai,
elemento il Mondo à malignarli vaftabit eos gladius , o intus panor. 32.
Ab omnibus buius mundi ablegan- Verranno verranno i dentide'miei
the elementis , ut nec aerem hauftu , diuini gaftighi contro le fiere ſel
nec Cælum viſu , nec mare tactu , uaggie diquelli ingiufti ambitiofi
vel
<bro.
terram contaminirent fepule pubblici officiali, e nefaranno que
Itratij , de'qnalidir pollo , Dentes
15. Ah e quante diquefte fangui- beftiarum immitam in eos . Verrà il
narie ſpade diqueſte fiere ſeluaggie , fuoco del mio diuino furore con
di queſte peſtimalignea'noftritem- oro le pefti maligne di quello , !
pi á trovano nella Republica Chri- quelli, che ambitiofi fomentano gli
odij ,
Per il Martedì della II. Domenica di Quareſima. 149
ofi
gliodij, e le vanità , e ridurrolli'in " è ben vero , che non meritano mi
Eri
eſſere dimiſerie totali, & vltimate , ſericordia alcuna al corpo, ò all'ani
perche dir pollo, Cheignes fuccenſus ma in tempo , od in eternità quei
eft in furoremeo . ſciagurati,cheal ſolo vento del loro
to 16 Ah ah mio Dio , io non vi ſentimento ambitiofo , non ficura.
chiedo già giuſtitia douuta contro no d'eſſere la rouinoſa cagionc
frà de' peccatori , ma fi bene più toſto di tanti corpid'anime tan
d'vn'infinita miſericordia l'eccello : Ttee nel tempo , ed in
‫ܕܐܵܐ‬ e fe pure fete riſoluto di diſtruggere tatta l'Eternità ,
oli i corpi, e gl'intereſli di queſta vita, Dio ci
come lo dà intendere la pellima perdoni.
00 . congiuntura de' noftri tempi ; mife A
al rere dell'anime almeno , in quanto men .
à gl'intereſſi dell'Eternità. aia egli
1
B.

‫در‬ :

į
20

DA
ti

ELET.
ISO

Ε L Ε Τ Τ Ι Ο ΝΕ
DI SOGGET TI
D E G NI
Per il Mercordì della ſeconda Domenica di
Quareſina .
Dicor ſedeant fi duo filij mei . Neſcitis quid
petaris.
S. Matth. al 20 .
Orgeua nouella in la corona . Ma ſe ne rifero i Dei,che
piedi l'antica Tioias diuerſo il giuditio ne formarono in
& in macchine ' luz- alco ; e fatto calare in eſſa il ſimola
perbe s' ingiganti- cro di Palla , augiſati li refero , che
uả , mentre bambina tanto haueua ådurare , e non più ,
ancora vaggiua con quanto quel Palladio in fe fteria bene
le labbra dellefreſche pareti {pruz- , cuſtodito ſerbaſſe . La perdita d'vna
zate tuttauia dal latte della tenera nobilè ſtatua le ſpiancarebbe le mu
calce . Fattaſi dalla culla de' fonda- ra, arcerrârebbe le torri, adequareb
menti ftabile baſe al Colorto delle bele foſſe , e con le ceneri delle ab
impenetrabili mura , fcauaua cosi brucciate macchine , aſſorbite l'ac
profonde le foſſe ,che minacciaua que,e fopiti i fuochi, ſotto d'anguſto
aperto l'abiſſo à chi varcarle preten- tumulo l'ingigantita fuperbia fepel
deſſe all'aſfalto: alzauatanto eleua- firebbe. Signori, era Pallade la Dea
te le torri , che pretendeua farſi co- del ſapere ,era nel ſimolacro dieſſa
muni con le nubi i fulmini alla di- figurata la fapienza: dunquequanto
feſa. Le foſſe vaſto nido dell'acque , fù vn dire, ſe à Mitologico Scrittore
Je torri ampio couile de' fuochi col- ſipreſta fede : Ciuitasilla ,in qua ſa
legati amici s'haueuano i più nemi pientia defit in rebus publicis admini
cielementi contro a' nemici. Nemi- ftrandis i diutiùs confiftere non poteft.
ciche àparfar I'vne eller doueuano Città,Republica , Srato , oue manchi
Hercoli-ardimentoſi å ſcendere an- fauiezza in chi maneggia il gouer
co all'Inferno ; che à ſcalare l'altre no, non può durare in piedi ;neceſ.
eſſer doueuano Enceladi temerarij fitoſamente de' rouinare. Dunque à
àmontareper fino al Cielo . Non vi raggione tanto durerà Troia , quan
era dunque trà gli huomini,chi non to dura in eſſo il Palladio ; che done
la deffe per piazza di ſicurezza to- manca in chi gouerna , il ſapere ,
tale, & non le inauguraſſe all'eterni- manca l'anima alla politica vita , e'l
tà conſagrato l'Impero , lo ſcettro, e gouerpato eſanime cadauero hà da
cade
Per il Mercordi della Domenica II.di Quareſima. ISI
cadere.Venne il Palladio dal Cielo, tura, da ſe non può aggiuſtarla con
chetale auuiſo d'altronde non po- tanti. Troppo graue è la mole , ſcri
tea venire ; e le al ſimbolo della fa . ue Filone,non può vn ſolo portarla; Phil.de
uiezza s'aggiungeua quello dell'in- numeroſi troppo gli affari ,non può creat.
tegrità , ben fi poteuadire(ſe'l fauo- yn ſolo trattarli . v uusenim non fuf- princ.
loro con l'Idolatria ne leui)auuiſo: ficit quantumuis alacer , fortisque cor
da vero Dio, non cheda falli yenu. porefimul, atque animo, in tanta mole
to . Ma forſe che nell'yna l'altra fi negörcorum , acmultitudine , quotidiè
daua inteſa , che doue la malitia fi alys affluentibus fuper alia . Quiui
troua , mancano gli elementiprimi fupplendo il Principe al naturale di
di fapienza eſſendo ſcritto ; Initium fetto , di miniftri prouede , acciòche
Sapientse, timor Domini : Succeſſe à in certo modo moltiplicando in eſſi
P8110. ſucceffe
Troia l'eccidio ,ch'è fifamoſo , e le la propria forza , vegga con glior
per la pazzia e colpa di chi chi ditutti , con l'orecchie di tutti
ſoffri l'adultero rubatore , più toſto egli oda , e coʻl ceruello di tutti i
che perla frode dichi rubolle il fi- conſigli,e firifolua. Hanc igiturndo
molacrofatale. Che chiarezza mag. tur& defeétum fupplens, amicosin eius
giere? ſe ſauio,erctto Priamo la mal dem natura communsonem adfcifcit
rubata femminareſtituiua,nel Pal- rim quodammodofuam nantiplicans :
ladio inuolato non le haueua tolto ita enim fiet, ut omnium oculisvideat ,
Vliſſe la ſicurezza : oh quanto im- g'omnium auribus audiatomniumque
portaad yn Pubblico lia Eccleſiaſtic animis in vnum confentientibus confi
co, èfecolare , che ſi prouegganoin lium capiat. Sel'iftorTo Atlante per la
effo miniftri degnialgouerno,enon : carica delCielo hebbe biſogno do
correrea langue,à paſſione, à piace= yn'Hercole, che'l folleuaſſe : le me
re , come hoggi corre la moglie di deſime intelligenzemotrici coʻlou
Zebedeo 3. DicDefedeant hi duo fili mero delle materiali sfere vennero
mei . Ma faggia riſpofta,che le dà il molciplicate . Biſogna dunque far
PrencipeChrifto: Nefertissgud peta vna ſcelta di miniftri , & affentarli al
tis . Donna , voleua dire fétu haid maneggio : Proinde aſſumendifuis op
prouederti d'vn'ago , oculara prima tinastes feletti. Manotate Signori.
l'elamini nella dirittura , e fortezza, optimates felecti . Non s'hanno à
nellapunta,nelcapo,e'l foro nellat- prenderà caſo, à prouedere à con
titudine Iutta per il cuccire : e nel fufo à fciegliere à proprio guſto, in
m ! prouedece a gouerni habbiamo à rereffesc paifionc:guarda:ma hårt .
ſciegliere i ſoggetti, comechigiuo- eller ſcelia del meglio: polata,peia ...
ca alla gatta cieca ? eh và che ſono ta , di ſoggetti calmente qualificati
ſciocchezze.Degni s'hanno daclege che degni ſiano , & i più degni á
gare, & i più degni; e ſaranno altho. quell'officio ,carica, e mimítero .
ratalis checauijsvetterci ſaranno : sů : 3
-3 State meco . Crea Dio il Cie .
queſti punti s'hà da tirare la linea lo sela terra i diuide il giorno , e la :
del mio diſcorſo. Attendete , & inco- notte ; gli elementituttidiftingue ; e
mincio . potendo dafc folo gouernare cid
2 Che'l pubblico gouerno ha tutto , per inſegnanza dell'huoma
mano di miniftri fia biſognolo è aſſumervollealcune creature mini
chiaro alla ragione. Dio folo , dice ftre:chefa: forma i luminari fuperni,
erat.de Sinclio , è quegli che baſtaperfe econcedendo atutti: dicampeggia
Regno ch'è altutto per natura fuperiore: ſuperterram : il Sole folo ,e la Luna
ma l'huomo, che ſignoreggiaà gli affume à Prelatura ,a Dominio , à Gen.c.i
huomini , che gli ſono eguali in na- precedenza : Luminare maius, vtpra
effet
152 Elettione di ſoggetti degni
effet diei:cu luminareminus, vt præef re . Niente replica Dio ; anzi ſigno .
fet noch ; perche ſe bene alle itelle reggiare vuol dire,reggele si, ò no a
Ancora li riteriſce nell'vltimo vn pre- ragione, che hauendoli à prouedere
ellent diei,ac noctu ; folo di notte ter- Miniſtri, s'hà da haner riguardo a'
po , e cosi poca parte ne tocca loro , meriti, à chi n'è degno ,e più degno.
Tort. che in aiuto più toſto , che in gouer- E chi n'è degno,epiù degno ? Chia
9.25 . no della notte create ſono. In adiuto- roche'l Sole, e la Luna : luminari i .
rium noctis , comeſcriue quì il Tor- più grandi , per quanto dalla terra :
rato: farebbe à dire ministri d'eco- appariſcono , & iconſequenza i più
nomia , non di politica . Ma ftupore qualificati di lume,e divigore. Fe
per certo , che Dio non chiamaà citque Deus dua luminaria magna i
parte ,& à maggior parte del politi- dunque ſia loroil gouerno ; e per
co gouerno le ftelle ancora . Tutti che queſto è minore di quello ſia di
fono luifigliquei luminari ſuperni, queſto il gouerno minore , cioè il
ne c'è chi poſla vantarſi di primoge notturno , e di quello il diurno, chic
nito tutti nati ad vn tempo, non che il maggiore,Luminare maius, at pre
ad vn parto d'un fiant. Fiant lumina effet duels luminare minus,vt praeſſee
Gen. 1. ria in firmamento calı. E fe ragione notti . Ma piano per corteſia; e non
diprimogenitura non ofta ,ma fauo- c'erano meritine glialtri pianeti an
riſce,chi fà fipreponga loro (de' pia. cora ? Andiamo digratia imidollan
neti almeno parlando ) di tanto , è do queſto miſtero c, h'eſſendo diui
tutto la Luna, e'l Sole forſe tù niera no , non poſſiamo che trarne impor.
gratiadel Principe ? fù vn mcro vo- tantiſſimi auuiſidi prouifione à go
glio di beneplacito mero di eſlo , uerno . Et io pure pretendo , potrà
che n'è il Signore ? Guarda riſpon- dir Vogere, perle amoroſe fattezze
derebbe Tertulliano. Bonitas operata del volto mio. Ma guai alla Repub
Tert. eft mundwiiuftitia moduleta eft iufts- lica, oue àmeritidifemminile bele
lib. 2. tie opus.eft, quid inter licem , ateneo. lezza ſono diſtribuiti i carichidel
contra brasſeparatio pronunciata eft, inter lub gouerno . Donnabella hà il danno
marci. minaria maiora ,og minoras diwrna at- in ballo , e doue Venere fignoregs.
cap. 12. que noćturna : Che Dio creaſſe il gia , anco nel corpo ciuile è più de:
Mondo,quc' luminari formalſe,del- formie doglioſe, che nel naturale,
ſe lorotali raggi,& influllis oh.que- le ſtroppiatute G veggono
ſto fù mera gratia della bontà del bo ,che contagioſo : in finedel mor
ciò , che
Principe: non c'eramerito,che pro- ſi fà per amore, & fà alta cieca i che Claude
durſi poteſſedal canto d'elli: Boni. mensomnisoberrat in vultus,quos finxat in nupts
tas operata cftmundum : ma ſuppoſti amor .A me dunque tocca pretende
creati,e creati di tali qualità ,e talen- te , dirà Mercurio ; che melata elo
cijil ripartire, & aſſegnar loro glivf- quenza ſcorro dalla mia bocca , atta
ficij, tu atto di giuſtitia,cheporc pri- ad attrahere i ſudditi vbbidienti ' .
ma in bilancio imeritidi ciaſchedu- Ma tolga Dio , che lingua diluſin
nosericonoſciuto il preponderar de ghieroparlare ne portiTeco i cari
più degna, diede loro Prelatura , e chi del tetto operare; guardati dalle
preſidenza .Juftitia modulata eft: Tu mani dichi ci parla à piacere che lo
ftitia opus eſt ;quaſi diceſſe allhora ſteſſo Mercurio bel patlatore è inſie
Dio : horsú habbiamo diſtinta la lu- me gran frodolento ,c rubatore:puo
ce dalle tenebre : echidi questi lu- te,ingannando , rubare vna giouen
minari daremoad efli Prelatie Pre.ca da cent'occhi guardata , perche
ſidenti? Chi vi piace, ò Signore, che puote , ſonando, addormentate vn
queſto vuol dire ſignoreggiare c, ioè capo ,che haueua cēt’occhi:la lingua
reggere si,enò, à fuo guſto , e piace e come l'unghia , ſe gratia , ſcotti
ca:
Per il Mercordi della II.Domcnica di Quareſima. 153
ca : e ſe di queſti tali tu Ti prouedii natura , io lo confeflo co ' medici.
gouerni dello ſtato politico , io te lo Duleia amica natura, maperchegli
dò dalle carmée dalli ſorci corroſo , iſteri affermano , che facile bile
e guafto : che Adulator eft foux, ti- fcunt : Corpo , che di ſolo dolce &
nea Palatý dilfe l'Imperador Con- paſce , à gliacuti malori ſarà tanto
ftantino . Entrarò io dunque in peti. Ato ſoggetto . Mi piace il lauoro del
torio ,dirà quiMarte , cheimpatien- l'ape ,che fabbricandoci il mele , mi
*? te dell'otio , opro di mano , e fò farti naccia con l'aculeo , e punge all'oc
con la mia ſpada. Ma ci liberi ilCie- correnze . Le roſe hanno d'hauer le
lo quì di perigli. Lo ſtato pubblico loro ſpine , e ſe'l Cielo ſempre foſſe
hà biſogno e di lingua ,e di ſpadajma ſereno , la terra ſarebbe ſempre de
ſe'l mercuriano c'è di ſoſpetto , il ſerta : biſogna, che a' reimpiſuoi lde
martiale c'è di timore : s'io vedefli gnofo s'annuuoli,e baleni: ftrepitoſo
Marte poſto ſotto Saturno , e ſopra tuoni, e diluuij , & alle volte anco
Gioue, credereiche teneſſe i capric- fulmini ; e con ciò ſi fecondano le Plus
cidel capo ſoggetti , e regolati dalla campagne , affermando Plutarco .
canuta prudenza; e calpeitaſſe gene- Aquas,que inter fulgura decidunt,ex
rofo ſprezzatore gl'intereſi de gli agricolarum confenfu ad incrementa
honori,delle grandezze: onde con frugum idoneas efe. Dunque finian
prontezza tutta gli darei la palla per la dirà Saturno:farò io lolo à litigio ,
ogni vfficio :ma ftando trà Gionee' e produrrò per ragione la tardanza
Sole , mi fà temere, che porti ambi- nel moto,e'i rigore degl'infiufli, con
tioſoin capo gl'intereſi priuati de' che prometto vn gouerno maturo ,e
proprijauanzi ; e ſi metta di ſotto à giuſto.Ma s'ilcomandocade in ſog
piedi i pubblicidelPrincipe , e dello getti sì facti, io prendo il bando per
Itato ; però difficilmente mi laſcio petuo dalle lorTerre.La rifolutione,
condurre à fauorirlo . Due ſpade ſo- è comeil frutto : matura è gradita ;
le , dille Chriſto a' Diſcepoli, bafta- maſe trapaſſa ,infracidiſce:done che
uano à ſua difcla nell'orto ; ne vol- l'acerbetto rieſce anco grato al pa
le, che ſe ne inertefle à mano che lato : chemai fi venga al fine di quel
vna fola ; e quella ſola alpriino col- negotio ? lo ſteſſo condannato alie
po,che fece, la fecerinfoderare ; e la forche hà per aggrauio vn carnefi
, piaga fatca ſanò tantoſto al piagato . ce,che lento non lo ſpediſca .Si (car
Oiinè quante cantele acciò la guer- ta dunquetardanzatanta,e tanta ri
ra ancogiuſta giuſtamente venga , gidezza ancora . Di verno nonc'è
amininiltrata:ma bene ſpeſſo la pof- raccolto , perche tutto indura il ri
ſanza maggiore è la proua della gore . Il medico fi diſtingue dall'ini
maggiore giuſtitia, e li dichiara, chemico , perchevnito al ferro , che ta
conferuare il proprio è lode del glia , porta l'vnguento ancora , che
buon'Economosma contraſtarel'al- ammolliſce; e fe l'oglionon tempe
trui è gloria del buon Politico Dot- ralle l'aceto , e'l.ſale,l'inſalata non
trina diabolica di chi preffo Tacito farebbe, com'è , à tutto palto gradi
Tacit. diffe:ld in fummafortuna aquius eft, ta ;che,perconchiuderla,non haani
1.15.an quod validius , ſua retinere prina- mo humano,chiall'humanità piace
mal. tæ domus; dealienis certare regiam uolmente alquanto più non inchi
laudem effe.Saràmia dunque queſta na.Humanus enim animus,fi tamen
pretenſione, dirà quì Gioue : mia , humanus (dice Nazianzeno Santo) Dinus
che ſono tutto benigno, affabile tut- in humanitatem , o benignitatem . Naro
to, tutto gratia , tutto benificenza : potius inclinat · Chiaro dunque à
ma ſe da taliſiamo gouernati , noi Signori, che non v'erano meriti in
liamoſpediti: il dolce è amico alla queſti cinque,baſteuoliper
V
il gouer
no
IS 4 Elettione di ſoggetti degni
no del Mondo. Nel Sole sì, e nella's pre ſtà ſu’l rigore de gli equinotij,
Luna. Vedete bella Venere ; ma di ma condeſcende alcreſcere , e dimi
bellezza molle : la done il Sole , e la nuire de' giorni, ſino à folftitij; e la
Luna belli, e maeltoſi appunto qua- Luna non ſempre rigida dominatri
le appariua Antipatro, che perciò fù ce tiene à feruitio le Stelle ; ma ſi ri
nel Regno preferito a ’ fratelli : cui tira bene ſpeſſo , e laſcia loro libero
forma , cui decoris gratia fuppeteret, notturno il Cielo : come accurati Amm .
ut iure preferendus omnibus æftima- offeruaffero graue ſentenza di Am- Marc.
Egeſip.-retur:ci laſciò ſcritto Egiſippo:di fa- mianoMarcellino. Nihilaliud effe lib, 29.
lib.1.c. conda linguaMercurio ,madi ma Imperium , ut fapientes definiunt,nifi
leficamano : la done il Sole Principe curam falutisaliene,bonique effemo
dellemule ſtimato è Pianeta benchi deratoris reſtringere poteftatem .Oh
centiſſimo al Mondo notato di quel e che più li porcua' deliderare in
reale carattere , del quale Agesilao queſti luminari maggiori ? degnita
riſpole , quando venne interrogato lenti per tanti , & i più degni appari
del .come alcuno poteua diueniruano, à ragione dunque vennero ar
glorioſo : Si optima dixerit,a pulo fonti , e tali afſonti dal Creatore
cherrima fuerit : che ſe la Luna con Principe à Preſidenza , e gouerne
effere grandemente benefica, è tacie dell'Vniuerfo . Fecit Deus Oc.Boni
turna i egli è, che regge l'hore del ſi- tas c. Iuftitieopus eft ócTuttoad
lentio amiche: opportuna, e riguar- inſegmanza dell'huomo , che ſe Dio
Tert. deuolmente portando ( comediſſe ciò fece, chediMiniſtri biſognoſo
lib . de vnavolta Tertulliano) Ostaciturni- non cra , & ad ogni loro difetto po
pat.ca. tatishonore ſignatum .Forteguerrie- teua per le ſolo ſupplire , che dob
15 . ro Marte'; ina ſanguinario , e crude- biamo noi fare biſognoſi tanto , de
le: la douc il Sole le ci fere co'raggi boli,& imperfetti ?
ardenti (olleuando nello ſteſſo tem- 4 E qui vorrei , chedipaſſaggio
po i vapori, prepara la pioggia, che auuertiſſimo quel modulata eft del
ci refrigerij e ſe calhora laLuna cur- dotto Tertulliano : Bonitas operata
uata in arco minaccia ; toſto di com- eft Mundum , iuſtitia modulata eft.
pie di volto, e à cara faccia ci arri- Termine muſicale altroue pure dal
de: quaſi ſtudioſi della dottrina,che lo ſteſſo in materia tale vſitato . Tert.
Plut.li. a'Principi Plutarco diede: che offen. Deum modulari fublimitatem .Che lib.de
de doct. ditur enim Deus ys,qui tonitrua,fub- fece Dio , e che fà diſponendo go- bap. c.8
Princ. mina radiorum iaculationes imitan- uerni, comandi, e carichi in Cielo ,
tur : dele&tatur autem ys, qui fuam & in terra ? quello , che fà il citare
emulantes virtutem , femet in hone- do,gli accorda quafi muſiche corde
ftate , ac in humanitate reddunt ad su d'vna cetra . Delle corde l'vna ,
fimiles.Benigno Gione; ma troppo più che l'altra dal mufico s'innalza ,
che non sà offenderli, ne iſdegnarfi: es’abbaſſa ,conforme all'attitudine
la doue il Sole sa bellar co'l Monto- loro,per il baſſo, o'l ſoprano, il con
ne ; e sà ruggire con il Leone; e la tralto , o'Itenore . Se à queſto punto
Luna sà con piena faccia riſplende- s'aggiuftano , lamuſica è concerta
re , e con ſanguinoſa ecliñarli; che ta:maſe più del douereAtirate ſono ,
bendiſſe Tertulliano di chi gouer- o allentate , tutta è ſconcerto , e di
na.Stupidiffimus ergo, qui nonoffen- ſordine . Oh cara armoniadi quel
ditur facto, quod non amat fieri ; aut gouierno , oue le corde de Miniſtri
fi offenditur ,debet irafciiſiirafcitur, fanno la parte delbaſſo,e dell'alto,
debet vleiſci . Finalınente rigoroſo é conforme à lor talenti ; ma ſe quel
Saturnu , ma di gielo , che non sà lo, che hàtuono ſolo per il baſſo , s'.
{quagliare ; la doue il Sole non ſem- innalza all'alco ; quello, che l'hà per
l'alto
Per il Mercordidella Domenica II. di Quareſima. ISS
l'alto s’abbaſſa al baſso , perche la dexteram ,ideft obedientiam aliquan
mano , che allenta , e ſtira non è ra- tulam , quam prius habebant - No
gione , ma è paffione ; non è giuſti- diffe Chrifto à Pietro : rinfodena lo
tia, ma è intereſſe ; eb troppo noio- ftocco , che ignorante farai macel
ſo ſtridore ſe n'hà da vdire; delica- lo, e non giuſtitia ; non vedi', che
tamente dunque fildetto , e con all- miri alla fronte , e cali sù d'vn'orec
uilamento mirabile , che iuftitia chio ? guarda bel colpo : in vece di
modulata eft , Deum modulari (u- fiaccare l'orgoglio al ſuddito , che ſi
blimitatem . rubella , leuargli quel poco d'vbbi
si Horsù dunque degni Miniftris dienza ancora , chetiene al Prelato ;
& i più degni s'hanno da prouedere cosi fà chi non sà , che fà ò da cieco,
a gouerni; e tali ſaranno , quando è da pazzo . Iudi frà pochi giorni
ſiano fauij , & i più ſauij , e nulla dandogli ilPrincipato , gli dille. Pro
più volcua dire Filone , benche in fce oues meas , quali che dir volelle :
più parole il diceſſe . Proinde alfa- 'tidò il gouerno sì, ma ſin che ven- Ioan.co.
mende ſunt optimates ſelecti ,fpeéta- ghi lo ſpirito , che c'ámınaeſtri, che 21.
ta prudentia , fortitudinis , iuftitia , illé vos docebit omnia non ti venga
pietatiſque incarrupti. capriccio di dar di mano al ferro del
6. Saui hanno d'effere , dotti, tuo comando , che non facciamo di
ſcientiati i Miniſtri del publico ', di quelle de' di paſſati ; baſti per hora
quella ſcienza, dottrina', e ſapere , ilbaſtone,e guidarpecore al prato ,
ch'è neceffario confacente, gioue- che'l trattare nelgabinetto di regger.
uole , per eſſercitare retra , e pru- Popoli , e gaſtigar malfattori, ti ri
d'entenente la loro carica . Bella , e ſerbo à miglior maturanza del tuo
ſpedita.: chi non sà , non s'auuede ; ceruello : eh che riſpoſta acerba non
chi non s'auuede , s'inganna, sbae fù mai buona. Et ecco non paſsò
glia, intoppa , precipita , e fà.ſpro- molto', che fatto fauio di ſapienza.
poſiti .. Chiaro fi vide frà le tenebre celeſte con la venuta dello Spirito
ancora la notte del Gioue Santo . Si- Iddio , con la viſiono de que ſerpen
gnori ?. ſe per l'orecchio deſtro l'vb- ti, ſentì la voce del Cielo . Suge Ator..
bidienza ſimbolizzata ; s'itatende; chi Petre , occide , o manduca : leuati 10,
più doueua hauer cura di conſeruar- Pietro adeſſo , e dà di mano alla
lo illeſo ne' ſudditi del Prelato del- ſpada: taglia , trincia , fà pezzi, co
la Chieſa Vniuerſale? e pure ( ve- me che più tipare , che di ſaviezza
dete ſpropoſito ) à trauerfo tirando ripieno non faraicolpo, che non ſia
con il coltello il buon Pietro , lo ta- giuſto; ne ti ſtupire , ſe prima d’hora
Joan.c. gliò à Malco nell'Orto : abfcidit ilbraccio ti hò ritirato ; oceide , oh
18. eius auriculam dexteram . Ma non manduca , hauerai da fare que' pez
è marauiglia , perche Pietro erano zi , come le cu gli haueſi hauuto à
zottico ancora , e con il ferro in pu- mangiare : e però tagliare , e trincia
gno , non haueua ſenno in capoj e re doueui con tanto , e cale auuiſaa.
però doue pretendeua correggere , mento , che maſticando poi le fatte
ci rouinaua . Queſti ſono gliIpro- riſolutioni , ti deffero buon guſto ,
politi, i diſordini, dice il Cardinale e non c'hauelli à pentire d'hauerle
Vgone, di chi non tiene ſapere, e fatte :ma il fatto non bà ſapore , fe
Hugo tien gouemno . Per quem defignan- non la condiſce il ſapere ; percheil
Card. tur quidam Prælati habentes zelum fapere è il fale , che lo condiſce : &
non fecundum ſcientiam ; quividentes oh milteri , oh doctrine .. Quanti
Chriftum cape in membris , ſtatim ignoranti con Pietro tira do à tra .
cducunt gladium excommunicatia uerſo , fanno colpi à rouerſcio , e
mis , o amputant fubditis aurem , chedirado à quelliG.fà rinfoderare:
V 2
156 Elettionc de”ſoggetti degni
la ſpada ? Quanti mandar ſi potreb- no ; i prati ridono ; le nubi piango
bono à parcer pecore prima, che à no ; pare, che ſembra il tutto , non
reggere huomini? eh che fpeflo vic- so , le più lo dica picciolo Mondo ,
ne loro dall'Inferno , e non dal Cie- ò modello , ò ritratto del Mondo
lo la voce : Surge, occide , man- grande. Tratteui meco adello in Ex Phi
duca . Surge, leuati , e falta fuora in maſchia filoſofia . Intellectus intelli- lofopho.
gouerno ; occide , & iui trincia , fà gens fit omnia , fcilicet per fimilitu
pezzi; ma quando ſiamo al mandu- dinene . L'intelletto , intendendo di
ca , nel maſticare il fatto , il palato fà ciò , ch'egli intende. Intendendo
ſi eſulcera, c'iſtupidiſce identi , per- falſo , ſi fà ſaíſo; intendendo ſtella , fi
che trouiamo, che habentes zelum fà ftella : in quanto la ſtella il fallo
non fecundum feientiam , amputaue- inteſo con la ſpecie , ch'eſprimne ,
runt fubditis aurem dexteram , ideſt ei rappreſenta . Proteo mirabiliNi
obedientiam : ſe non quanto all'effet- mo , che in tante forme ſi cangia,
to , alimeno quanto all'affetto ; ra- quante , intendendo , ne vete . Et
dice , che ſotterra naſcoſa là dentro - ecco dalla pietra , ch'eſprime, qua
al cuore à ſuoi tempi ne caccia i fi che'l tutto Achate ; il minilito
maledertigerinogli . ſcelto da Enea ne trae il nome ipfe
7. Efere dunque dourebbero in vno graditur comitatus Achate, per
fatti quelli , che gouernano tutti, darci ad intendere, che degnamen
quale apparina in figura quegli , che te al gouerno ſi douerebbero ſcie
dal troiano Enea fù ſcelto per follc- gliere que ſoli , ſe poſibile folle ,
uatore miniſtro , per conſigliero fe- che tutto ſapendo , tutto nella men
dele del ſuo Impero . Achate quei fi te rapprefentaſſero. Di tutto deuela
Aenei. chiamaua . Ipje vno graditurcomi- pere l'Oratore ditutto deue fapere il
1. tatus Achate, e tale tu da Virgilio 'Poeta , perche materia oratoris ,
chiainato , fe à dortillimo ſpoſitore Poetæ funt res omnesiad elli occor
fi crede ; per figurarlo tale nell'intel- re trattar di tutto ; che ſe di tutto non
Cerda. letto , quale la pietra del medeſimo fanno , non ſofterranno con decoro ,
nome appare in faccia . Queſta , al è'l Perſonaggio , ò l'atto , che intro
Plin l. aldir di Plinio , con artificioro dife- ducendo civanno . E dove occorre
37.6.1 . gno dalla pittrice natura pennelleg- più iltrattare di tutto , che nel go
10. giata , in picciol Teatro quaſi ti uerno ? dunque di tutto vi ſi doue
rappreſenta la ſcena di tutto il Mon- rebbe ſapere : Introduce quell'Ora
do : iui iboſchiverdeggiano , e di vi- tore vn Caualiero sù d'vn caual di
rore sì vilo, che non gialleggia d'au- maneggio ; e da zotico me lo ſqua
tunno ,ne incanutiſce di verno : con dra con la mapaia , ſi che me'l få
ſtupore del campo , che non sà co- vedere quafi vn beltramo di Villa ,
me da vn’arida pietra ſucchino ra- che trotta dal mercato ſulla giu
dici aſcoſe sì vigoroſo, l'humored menta da baſto . Deſcriue quel Poe
immortal vita : iui trà duri mafli ini- ta vn Togato , che và in Senato ; e
teicaturendo le fonti , con più ri- da mal prattico me lo inſacca nel
ſcelliimmobilmente cadenti, s'vpi- la giornea del Medico di Francoli
ſcono in groffi fiumi, d'impertur- no . Spropofiti di nauſea, che ven
bata quiere rapidi, precipitoſi : con gono dal non ſapere. Ma qui ſono
itupore del Mare , che non sà , coa di riſo ; che nel gouernd, ahi , che
me con vn perpetuo corſo mai mu- ſono di pianto , ſe non ſono di far) .
tando di luogo , inaigli arriuino a' glie i bene ſpeſſo cagioni di care
lidi co’lortributi. In piano i monti itie , di glierre , di tirannie , oppref.
ſi leuano : in piano valli s'incaua- fioni de Poueri , morti d innocen .
no . Carri corrono ; Vccelli yola- ti , rouine di famiglie , diftruftio .
ni
Peril Mercordi della 11. Domenica di Quareſima. 157
ni de Popoli ", dannatione d'a- tierno d'vn piloto è ineſperto, è cie
nime , ingiurie diuine , con e- co , ò priuo di ſenno ? non è vn ab
fterminij del ſecolo , e della Chie- bandonarle alla cieca , ò alla pazza ,
fao . vn eſporle, vn ſpingerle , vn conden
8 Colpa , colpa sì di quel mini- narle àmanifeſto naufragio ? e fe'l
ftro , che non sà , e preluine , e vuol ladro s'appicca , & all'homicida fi
fare dell'Atlante con vn Cielo alle gitta ilcapo della giuſtitia humana ,
ſpalle , e ſi trova ſotterra dal peſo perche tolſero la borſa, la vita ad vn
oppreiſo: e vuol far dell'Achille,con ſolo membro , e ſpeſſo inutile , e pal
lancia , e ftocco je và à moſtrare ò trido del corpo ciuile : che farà le
le ſpalle a' nemici, ò le piante de'pie- giuftitia diuina di me , quando reo
dial Sole ; e viol fare del Catone , mi troui d'vna Città alla ninara , ſe
in Tribunale ſedendo , & è venduto non d'vn ſtato : d'vn fiume di ſangue
da pecora in vn mercato : e vuol la ſparſo, ſe non d'vn mare: d'un muc
palla in mano nel maneggio del pub- chio d'anime perdute , ſe non d'un
blico ; ne bà ceruello per giucare al Mondo ? O ardori deli ſdegni diui
le noci co'ragazzetti di piazza.Col- ni, ò ſtridori delle fiamme d'Infcrno ,
pa, colpa sì di quel tale:colpa graue, quando v'accenderete , v’arruotare
che darà grane conto , e pagarà gra- te , fe quì non v'accendete , non v'
ue ſconto al Tribunale Diuino di arruotate ? Aluerta , aluerta dun
tanti danni per l'ignoranza ſua ſe- que chii prouede , chi elegge , a' log
guiti : Tuttauolta d'ignoranza laws getti da eleggerſi, e prouederſi; li
colpa eſſendo , ſarà pure in qualche peſi, li ſcrutini , li bilanci,e pareggi
parte ſcuſaca , e nella ſua dannatio- con queſto , e quello : penſi , che lo
ne dipena allegerita. Ma grauiffima sbaglio , l'inauuertenza d'un fauio
colpa , ineſcuſabile colpa di chi l'hà porta bene ſpeſſo ruine irreparabili,
affonto , promoſſo , fauorito , ſpal- irrefarcibili danni; & argomenti che
leggiato , introdotto al carico almi- farà l'ignoranza d'vn ( ceruellato ,
niſtero , al gouerno , all'officio , al che farà la ſciapitezza d'vn'impru
quale è inhabile , ò meno habile co- dente . Ma quìfrà tanta fauiezza .
noſciuto veniua ; perche? per l'inte- non occorre di ciò più dire , e baſta
reffe del ſangue, dell'amicitia ; per il bauerlo accennato , & io per com
fauore di quel grande, di quel pof- mendarne la pratica , non conden
fente ; per hauer chi ſecondi, per ha- narla. E voi fate elemoſina , mentre
uer chi pareggii neſi hà riguardo al io reſpiro .
pubblico , ne fi tien l'occhio al gir
ito , nè s'hà riſpetto à Dio primo , e " SECONDA PARTE.
ſupremo Principe , che relta in ciò
danneggiato , offeſo , e vilipelo . Col- 9
pa, colpa s'hanno
colpa , che dallo ſteſſo Dio , che non Miniſtri del gouerno pubblico . In
può eſſere che giuſtiflimo ſempre', nocenti , vnò dire , che di preſente
non può non eſſere rigidiflima,e pe- (che che foſſe di qualchetempo pal
ſatiflimamente giudicata , e gaſtiga- lato ) viuano virtuofi ofleruatori in
ta . Ch'io fidi ,cerci , procuri, che fe fteſi del giuſto , è dell'honeſto ;
vengano fidate le facoltà , le vite, l- perche ſe vitiofo ilminiſtro s'elegge,
animeditanti , e tutti à chi non sò , non ſarà fauio . Mi dichiaro ; potrà
e lo deuo ſapere, s'egli bà fauiezza eller fauio in habito , hauer ſcientie
per tanto affare; anzi alle volte à chi acquifitei ma non farà faujo in atto:
sò , che non l'hà : non è vn'imbar- che in fractione panis, al porle in
carle in pelago tempeſtoſo co'lgo- praticá , non coglierà la luna , ci da
158 Etertione di ſoggetti degni
rà in nulla , farà (propofiti. Proprie- la natura ; fe dalla notte è oppreffon
tà del peccato confondere , ottene- ſoffocato ſpirando , veltito à lutto ,
brare , leuar’il ſenno a“più ſaggi: più celebra l'elequic alla ſuamorteme
che non toglie la notte la luce a'crè. delima. Ma che diciamo ? non ri
PT:37 più balli elementi. Comprebende- fplende mai ſempre con luminoſo
runt meiniquitates mea ', a non po- mattino nel Paradiſo Terreſtre? cer
tui vt viderem . Diceua Dauide.Ini- to chesi, apparere di tanti de' Padri
quitates,meæ grauatæ ſunt ſuper me: Antichiimercè dell'eminenza del fi
o lumen oculorum meorum , c ip- to , che diſcoprendo il giro tutto del
fum non eft mecum . doue S. Pier Sole,ombra terrenanon conoſceua,
Ser: 3: Chriſologo . Nox fipelit externum che folle ardita à rubargli la bellas
de duo- lumen : peccata ſinfum Quel tale viſta del già ainorofo Pianeta .. D'
busfilis egli è vn gran dotto . Io te'l conce- onde adunque è quàla ſera venuta?
do . Anco quell'altro tiene occhio come trà raggi ſolari, che lo circon
di buona viſta : ma che gli gioua , ſe dano , ſono sìpenetrate le tenebre ,
và di notre all'oſcuro ? come ſe foſſe che lo ricoprono ? così di luce diur
cieco . E così per appunto la dottri- na la circonferenza (iforma di que
na al vitiofo? quanto ſe fofle ftolido, ſto circolo , & il buio notturno vi
& ignorante. Nox ſepelit externum ferma il centro ? Eh riſponde Am
lumen : peccata fenfum . brogio Santo : Deniquein Paradiſo, Pf.39..
10 , Andiam Signori nel Paradiſo vbi ſemper matutinus erat dies, le
Terreſtre , & in effo ritrouaremo il. Sper. eft factus;quoniam umnia pecca
Creatore Iddio , che vi paſſeggia al tatenebrofafunt. Non è del Ciclo la
freſco d'alcune aurctte giocoſe , che notte, edella mente d’Adamo :non
non sò dirui fe fpirino,ò le ſoſpiri- fon di notte le tenebre;fon di pecca
no.Main fatti egli è già ſera , e cado- toje lo ſcurore , che lobbiſso in vn'
Gen. 3. no da' monti l'ombre , che'l tutto abiſſo di ſtolidezza la ſauiczza pri
oſcurano . Dei deambulantis.ad au- ma del Protoplafto, adombra anco
ram poſt meridiem, dice il Sagro te- ra eternamente l'aria, che lo circon.
Lxx. fo. Ad vefperam . Leggono i ſettan- da. Oh diſiftro: quel cangiante,quel
ta . Tempo poco à propoſito dir ſi vario, che formauano entro quellº:
potrebbe , per godere le delicie di intelletto ,quafi chedi mille viui co
quel giardino . Quel'cangiante,quel lori le ſpecie dell'artitucte , e ſcien
variodi mille viui colori, che in vn zei quel criſtallino chiarore,che dile
-- palmo di terra dipinge,e diſtingue il uelaua iſuiſcerare al ſapere le fonti
giro tutto delCielo, ſe dalle tenebre delli principij , con i ruſceletti delle
è tocco , fi difforma, s'accieca in vn . concluſioni dedotte: quell'ordinede
caos affaſciato , & indiſtinto : quel fpeculabili, e praticabili, ch'era lo
criſtallino chiarore de’ruſcelli, de' fpirto di quella ſauiezza tanta , edi
fonti, che prodigo diſuelatore delle lingueua gli argomenti ne'luoghi;
fue vifcere tutte
con liberale rifleſſo e dallifiniintenti i mezzi ſubordi
ridonauia all'occhio con la lui pro- nati all'acquifto : oiinè , che tocco
pria immagine i di lui proprij bril turbato , oppreſo dalle mentalite
li , rigiri , e ſguardi; ſe dallo ſcuro- nebrediquella notte peccaminoſa ,
re è turbato , Ponde confonde e'l s'affaſciaua alla cieca in vn caos in
fondo,ſotterrato ſott'acque l'ogget- diltinto con quel giardino. Denique
to alla potenza: quell'ordine delle in Paradifo Óc.Et eccolo , ſpento il
core,ch'è lo ſpirto del bello, c diltin- lume , intoppare nelli (propofiti.
guendo co' viali le aiuole , con le Ode la voce diDio,elinaſconde trà :
liepi i frutteti , con le filaie i frutti , certe fratte per non eller da luive
organizza con l'arre l'embrione del duco , ritroyandofi ignudo : timui ea
quod.
Per il Mercordi della 11. Domenica di Quareſima . 159
quod nuduseſſem , co abfcondi me . mente? e potrà vn cale affrontare ri
Dio lo condanna alla morte con la ſolutioni,partiti, prouedimenti,ſen
mogliesc i poſteri cattii & egli ſubico tenze nel ſuo gouerno ? Oh quante
la chiama Eua, che vuol dire Vita, e volte {tupiſce il Mondo dello sba
ne dà la ragione per eſſer madre di gliare de fapienti ? & è poſsibile di 1

tutti iviuenti , eò quòd effet maier cofi,che huomo di tanta ſaviezza l'
eunctarum viscentiana . Quantz hoc habbia fatta si maſchia ? Egli è pur
eft inſipientie ? dice del primoSan vero , che quandoque bonus dormitat
Gio:Griſoſtomo,quid infancus.? dice Homerus. En dormitat Homerus:và
del ſecondo Rup.Abbate . Vn Teo- cercagli nella conſcienza , e trouerai,
logo , qual'era Adamo, naſconderli che fù letargo di vitio , che gli op
da Dio , che pertutto è preſente,che preſſe il ſenno , non ſopore d'inau
vede il tutto , à cuine quando an- uertenza, che lo fuialle. Queſto è vn
notta il Soltramonta : chiamar vita gran punto dice S.Ambrogio , e con
quella, che gli dà morte : madre de' ciò la conchiudo.Quomodo potes iu- D. Ante
viuenti quella ,ch'èmadre de' con- dicare conſiliofuperiorem ,quem vi-'br.15.2.
dennati inattoalla morte . Eh tene- deas inferiorem moribus ? ſuprameoffr. 22
bre del peccato à quanta ftolidezza debet effe, cui me committereparo.
riducono vn'intelletto. Eh dice Grif. An vero idoneum eum putabo, qui
Nihil peccato peius. Ecci trà voi Sic mihi det confilium , quod non dat fi
gnori chi habbia intelletto migliore bi ? mihi eum vacare credam , qui
di quello c'haucfle Adamo? Più. Pie- ſibi non vacat ? cuius animam volu
tròconoſce Chriftoin carnemorta- ptates occupent, libido deuinciat,ana
le ancora per vero Figlio di Dio. Tu ritia fubiuget , cupiditas perturbet ,
Marci
c.S.
es Chriſtus filius Dei vini, e riſuſci- quatiat metus . Quomodo hic confily
cato immortale apparendogli no'l locus,vbi nullusquieti? Tratta il San
conoſce manco per il ſuo maeftro, e to dell'eleggerſi va conſigliero, e di
Signore ; onde è biſogno ,che Gio- ce. Vedi colui, che di coſtumi t'è in
Ioan.c. uanni gli dica : Dominus eft ? olà di feriore , e te lo giudichiſuperiore di
21 .
ce ChriſoſtomoSanto . Queres il ſenno ? s'hò d'elere raddrizzaro , e
lam Petri ſic tardauerasmentem , vt gouernato , ragion vuole, ch'io lo ſia
ab alio audiret Dominum , qui cete- da chi s'intenda più di me di gouer 1

risconfueueratnunciare ? Lo aquile no ; e ſarà queſto buon diſcorſo per


ſi fanno calpe ? il Sole bà biſogno di forte: colui non penſa à fe, e penterà
paggio , che lo ferua di torcia acce- à ine ? non bada alle ſue facende, e
la ?Vuoi tu , ch'io te la dica ? Tar- badarà alle mie ? hà l'animno ruccoli
dius fuum Dominum videbat,qui vo- bidinenella concubina ; tutto auari
cem facile ancille-fufurrantis audi- tia nella concupiſcenza dell'oro ;cut
uit . Haueua peccato Pietro , con to ſuperbia nell'ambire de gradi ; 1
dar'orecchio alla ſerua di Caifaſlo : tutto dellderij, e timori diſordinati
eccolo per tanto reſo di lince vn lipe delli acquiſti, e delle perdite di que
po. E pure Pietro haueua pianto ; e Ri beni caduchi; e con ciò tutto s'
amaramente pianto, & in lagrimedi applicarà alla retta diſcuſſionede'fi
penitenza ſquagliata quella nubedi ni , alla conſulta de' mezzi co'l pra
colpa , che gli ottenebraua la men- tico intendimento: Eh che ſono chi
re: cuccaiiolta anco s'era adombrato mere , douenon c'è quiere d'affetti,
per non sò quali vapori, che gli re- certillimo iui non può ellere confi
Itauano . Signori che ſarà di colui, glio di buon giudicio : oh , e non è
che in peccati attualmente fi troua ? atto vn tale per conſeglio , ne anco
con tanto di coſtume di mal habito, priuato ;farà atto per il miniſtero del
arido , e ſecco , che gli circonda la gouerno pubblico ecclefiaftico , o
ſeco
160 Elettione diſoggetti degni
fecolare ? E ſe d'vn tale inetto viene deant , dic vt fedeant . Eh nefcitis
prouilto al ſecolo ,& alla Chieſa,che quid petaris; hai da riſpondere co'l
leguirà ? Scandali, danneggiamenti, Saluatore. Non ſapete ciò, che chie .'
precipitij,rouine dicorpise d'animo. dete . Parui chicderc vn nulla, e mi
E chine darà conto? Queglino prin- chiedere il tutto :mi chiederequanto
cipalmente, che malamente il pro- pefa il temporale de’proſſimi: quan
polero , lo fauorirono , lo ſcelero , to importa l'eternità di me fteffo :
l'eleſlero ,gli dicdero la palla,il voto . quanto vale l'infinità d'vn Dio , che
1:10 Ah e fe'lvitio non ſolo adom- qui n'acquiſto, e mi perdo . Volete
bta à quel ſauio il conoſcimento del ilvoto : Veniamoaʼmeriti. Poteftis.
véro , ma gli ammaligna anco il vo- ' bibere calicem ? queſto tale , e quale
glio,e fà, che diftortamente s'adopri hà egli capitale di lauiezza, & inno
ne carichi à lui commeili,ſcortican-. cenza per bereall'occorrenza quel
do la pecora , che hada tolare ; ſue- calice amaro , che gli verrà porto
nando fangue, oue hà da mongere dalle contingenze del ſuo gouerno ?
"latte ;ſoſpingendo à precipitolidi- quandoil bene del pubblico richie
rupila yreggia , che ha da guidare à derà , ch'eglicalpeſti gl'intereſſi pri
pafcoli licuri, e piani : chi prouede uati ſuoi ; e faccia fronte à quel
di ſoggetto sì fatto il pubblico non grande , per proteggere il piccioló ;.
lo prouede di lupo , in vece che di e reſiſta à quel forte , per aſicurare
Paltore ; e mette in effo identi nelle il debole ; & opponga il petto ignu
carni viue del gregge, ch'è battezza- do alle corna di Satanalto ,per difen
to dillo tu Chrifto mio , che n'hai d' dere le viſcere di queſto Chrifto,che
effere il Giudice, e Giudice rigorofif- non reftino euiſcerate ? Se sì ; alla
fimo: gridinlo queſte piaghe, c'hora buon’hora ; Se nò: ſerua colui in pie
vendetta ne ftrillano : atteſtilo que- die non miniftri ſedendo, che non è
fto fanguc , c'hor di furore ne bolle. degno.
11 Città diletta , conchiudo. Più 12 Oh Dio : baurò che fare : o'l
miniſtri bai, che ti reggono . Altri, sò: troppo il sò,memeſchino :haurà
& i fupremi dell’vno, e l'altro gouer- che fare à ſaluarmi per il conto hò
no ti lono da più alta inano proui- da rendere de fatti miei , preciſa
ſti: e circa queſti tu non ſeidebitricemente iniei :&al punto della morte
che dell'homaggio di fedeltà , vbbi- aſpetto di ſudar ſangue, e penare di
dienza , e riuerenza douuta . Ma al- duplicata agonia per queite angu.
tri ancora da te ftella à te medeſima ſtie. Miſero mes fe vi ciaggiungeni
prouedi; e circa quefti hai da bilan- il render conto di qualche mal go
ciar i tuoi voti Nobili, Plebei, Poue- uerno de' miei Prelati , all'elettione
ri , Ricchi: tutti membri d'un cor- de' quali peccaminoſamente con
po , al quale yn ſangue è comune . corſo io fori. Abi anima mia , che
Non timacchiare del proprio fan- facilmente ſdrucciola la palla, il vo
gue ; c'haurai che fare à leuarne la to: e tu pericoli di (drucciolare con
macchia : ci vorrà ſangue per fan- ello eternamente perduta. E ſe c'è ' l
gue . Penfa , che qnella palla ti co- da, temere sie ragionevolmente te
Ita l'anima : penſa, che allhora voti, merne nelle elettioni al gouerno de'
s'hai da faluarti, ò dannarti . Sò che Capuccini , nel quale c'è ſolda ro
viene la moglie di Zebedeo , la pa- dere , e da ſpolpare niente: vi farà da
rentela , l'amicitia , la paflione, e ri- temerne altroue? Cerchi ogn'vno in
cerca importuna il fuffragio , il fa- lita caſa ; e à riuederſi tutti ad vi
uore peril tale , il quale ; dic , vtfem Giuditio.

3 IL
161

I L R I CCO
D Α Ν Ν Α Τ' Ο
Per il Giouedi della Domenica ſeconda
di Quareſima.
Homo quidam erat diues, & induebatur purpura, em byffos
Gepulabatur quotidie ſplendide: egrerat quidam
mendicus,cupiens ſaturari demicis, & nemo
illidabat . Mortuus eft diues, a re
pultus eft in Inferno
S.Luca al 16 .
Ire vn Caualiero fagace ;di ciò cheaagello rapace,o
tempo fù, è Signo- con rapido volo , ò con veloce cor
ri, à cuimetteua le ro , frà le ſelue , ed inuuoli ſen'và
biade in fe tili ſpa- cacciando , daman prouida,idola
tioſe campagne tra miniſtra del Vencre Iddio, ſapo
Cerere la Dea Si- roſamente appreſtato le riccheta
cana ; vindemmiaua le vigne in lun- uole gli ſouerchiauano atlantise co'
ghe apriche colline Bacco il Dio montic co'piani garcggiando i fiu
Tebano; coltiuauano i giardini in miji laghi, imari ,à chiuderlientro
affilati frutteti, e gentiliſlìme aiuole le reti prigionii loro mutoli parti
Pomona,e Flora, & iteſoriammuc- frà intingoli , e fapori le aquolte
chiauano à largamano ,con la foto ſempre delicate viuande, co’genem
terranea dite , l'India , e l'Eritreo : roſi candiotti liquori , su de' profa
Homo quidam erat diues : Di bian- ni Altari delle imbandice menſe,fu
chi linii c ſottili, diporporinidrappi mando ogn'hora , ei banchettavia
in ben compoſti affili ; per man di ogni giorno ſplendidamente alla
Pallade orditi ,c poi d'Aracne telfu . grande. Epulabatur quotidie fplen
ti; da ricchifregi, da ricamivézzoſi didè : e tutto ciò ,ch'era fuo, ad vſo
adornati , guerniti. Opra d'vn ago proprio impiegando , à ſuc delitic
gentile,chelereti e gli orivſar ſape- godeua , partcnon nefaccua à non
ua, quaſi pendello , che iniſchia foa- sò quale nendico , che defioro di
liemente al più viuace ininio olcra- alcun ſouuenimento , ſulle lui por
marini i colori , le dà gl'vnguenti te giaceua . Et erat quidam mindi
dall'acque c di Cipro ,e di Pitto pre - cus, o nemo illi dabat. Et ecco,che
tiofi , odoroſe accarezzate carni, diciò cutto procefato , e conuinto
pompoſamente veftiua . Induebatur il Ricco alla ſua morte, per ſenter
purpure , o było . Di ciò, che veltro Za diuina fù condenaci ) ctern.1
X men
162 Il Ricco dannato
mente all'Infemo. Mortuus eftdiues, ' to di biſo , e porpora : induebatur
o fepultuseſt in Inferno. Ceito di ri- purpura o bylo, & il banchettare
gorofo proceſſo più rigoroſa ſenten- alla grandech'egli faceua ogni gior
S. Gre za.Diuesifte (ſcriueGregorio Santo), no . Etepulabarur quotidie ſplendi
non abftuliffe aliena reprehédetur,fed de , e con tutto ciò non faccua elan
propria non dediffe : qui non coſta molinacomelo depoſe in giuditio
di furto, di rapina , d'ingiuſto dan- il ſanto pouerello Lazzaro , il quale
neggiamentoso detentionedirobaal- patendo di fame, Itauadefideran
trui. Godeua il ſuo, vſaua il proprio, do le migole della menſa , ( cauato
drone,equello,
negaua del quale
ſi proceſſa, egli era
e ſi danna ?Se Pa-
go- ne fianchi, nonche nelle guancie ,
votato nelle vene , non che ncl ven
der no'l potea, com'era ſuo?ſe lo po- tre , quali che priuo di fiato , non
tella , in che ſi fonda il procello ? s- che di forze ie le chiedcua con le
era tenuto à darlo , com'era pro- lagrime de gli occhi, col rifringe
prio ? fe non era tenuto , perche fi re delle ſpalle ; co'l ſoſpirare del le .
danna? Noioſo haucre s'egli è in- no , coll'accennar della mano , già
terdetto l'vío . Mifero poffedere , le che la debolezza gli vietaua il farlo
ad alienare forzatamente è tenuto . co'l gridar della voce . Et nemo ili
Padronanza penoſa , ſe legate tic- dabat ; coon v'era chi fi mouefle à
ne alli ſtranieri delij le voglie ſue . pietà dell'affamato meſchino . Ho
Graue proprietà , a cui la libertà ra îi cerca , fe per questo egli fi me
del diſporre non è conceſa. Felici ritaſſe giuftamente la ſentenza del
vccelli, che non hauendo proprio in la Morte eterna . Mortuus eft ds
ſulla terra , vſano de' frutti tutti ues , o fepultusc. lo reſpondo di
tutto lor piacere Terra infelice , sì , e lo prouo .
che produttrice del tutto , nulla può 4 Merita pena
di morte quel
fer ſe Refia à fuo diletto godere, diſpenliero , ò fattore, che hauen
Oh chi ci delle Signori , le piume al do il gouerno della roba del ſito
volo , fi che laſciando con il terre Padrone , inuece d'andarla difpen
Itro peſo queſte miſerie terrene , ſando prouidamente alla fameglia
con leggerezza d'uccelli à quell'ae- del ſuo Signore conforme al debi
re anuenture patlar poteßimo ? to fuo, ingiuftamente ſe la conucr
12. Ad ognimodo di giuſto pro- te in vſo proprio , sfoggiando , c
cello giuftiffima è la ſentenzau , bagordando egli , e la moglie alla
ſendo ch'ella è diuina giuſtiflima- grande. E quante volte ſe ne veg
mente và condennato all'Inferno il gono di coſtoro , che non hauendo
ricco , chepotendo non fà clemo- palmo di terra al fole , oncia d'ar
fina . Io m'addoffo di chiaramente gento all'ombra , ad ognimodo li
prouarlo nel primo punto : e per- trattano con tanto ſplendore , che
che non diciate , che ingiuſta è la fanno chiaro conoſcere hauer'appa .
ſentenza ſe vien fatta lenza ydire rato à tener'i libri de' conti dans
le difefe del reo , vdirò poi la par- quel Villico dell'Euangelo , il quale
te '; nulle , e vane nel ſecondomo- conuocati i debitori del Padrone;
Atrando le ſue ragioni , riſerbando s'accordaua con ello loro per la
ui all'vltimo di ponderare la grauità metà ; e diceua : Quantum debes
della pena dell'Inferno , allä qua- Domino meo ? O ille dixit , centum
le à condannato , e ſon dalprimo . cados olen , dixitque illi ; accipe cau
3. Signori il fatto è chiaro : que- tsonem tuam , o ſede cito , Forshed
ſto Epulone era ricco : Drues erat , quinquaginta . Oh merita la Morte
vi lono doi Teftimonij conteſti , vn cale , come domeſtico ladro :
che lo conuincono : Il nobile vefti dunque , e qucto Ricco la merta .
Ma
Per il Giouedi della Domenica II.di Quareſima. 163
Ma che Logica è queſta, che conſe- all'elmo; ſcorrendo il giorno gli al
quenza è queſta ?Non era queſto loggi,e le campagne; ſtanchi tacen
Ricco fattore, ò diſpenſiero diroba dolila terra il letto , guancial lo ſcu
altrui,era il Proprio Padrone diciò , do , arriſchiando ſei cento volte la
ch'egli ſpendeua . Ah parli adeſto vita in sù difieuoli ſcale nell'alfali
Chryf. S.Gio : Griſoſtomo: Tuarum pecunia- re dell'alte mure; anzidandoſi mil
bom.34 rum o homo es difpenfator, in panpe- le volte per morti diſperati ne' po
ad Do -rum tibi data fmtalimentum ; hac ſti di ſentinelle perdute . Coſtarono
pulum . bona tibi conceſsit , bedares illis efcam à me,replicail ſecondo ,tanto ani
in tempore opportuno, ficut tu conferso mato ſudore , che in trafichibono
tuo bona tua difpen fanda dediſti . Tu rati me l'hò adunate à itenti di ter
non ſei Ricco tanto padrone delle ra,e Marc, à pericolidi boraſche,e
tue ricchezze , quanto ti ſogni, noi di ladri ; vegliando di notte con la
tu ne ſei fattore, tu ne ſeidiſpenſie- penna in mano in sù de' libri; ſcor
roche te l'hà date Iddio ,acciò com- rendo il giorno le fiere , c per le
partendo le vadi in ſoſtegno de' po- piazze; ſtanco facendomiletto vna
ueri alli biſogni occorrenti: al mo- inenſa,guancial la ſella : arriſchianº
do vedi,che tu le dai al tuo medefi- do ſeicento volte la vita in su fdru
mo fattore aldiſpenſierotuo ftello . fcitto battello , nel varcar de' rapi
Notate di gratia;Sicuttu conferuotuo. di fiumi ; anzi dandomi mille vol
Si dice comunemente quel Signo- te per morto abbracciato ad vna
rc e'l Padrone di quei beni , etiene tauola in preda all'onde ne' deſpe
yn maſtro di caſa , vn (penditore , rati naufragij: e non ne ſaremo con
che gli gouerna,che gliipenda l'en- queſto gli affoluti Padroni, ma idi
trata : Signori nò, non ſi dice bene, ſpenſieri? Io non sò che farui , ri
è parlare improprio , biſognadire ſponde Griſoſtomo Nello ,macon
così : Quel Signore è maltro di ca- chiudendo replico , che Resegitur Idem
ſa , cfpenditore principale di Dio pauperum tibi credita ſunt.fineexLabo- ibidem
nel maneggio di quell'entrate ; e ribusiuftis,fiue ex páterna hæreditate
quell'altro , ch'eitiene alſeruigio ,è poſſideas.Habbitio Ricco le ricchez
yn ſecondo maſtro di caſa, vn ſpen- ze ,ò per legittima heredità deriua
ditore ſubordinato al primo : onde ic, ò con giufti ſudori acquiſtare, ad
non meno è tenuto il primo à ren- ognimodo ſono coſe de' poueri à
derne i conti à Dio , di quello ſite- te affidate,vedicome che à diſpen
muto il ſecondo d'andarli rendendo fiero , onde ſe loro le nieghi in ele
al primo : perche hæcbona tibi oc. mofina,reo di furto ti vieni à fare.
Dunque ſe ladro domeſtico ei ſe ne 6 Poter del Cielo , iſtaquel Ric
fà,chiaro che merta le forche. co pure , duro boccone ch'è queſto
s Ma eh Griſoſtomo Santo au- da digerire. Che la roba,ch'io por
uerti, che qui vanno foſfopra i Ric- ſeggo , fia diDio , & in riſpetto di
chi. Gridà l'vno , che le ricchezze , Dio io ne ſia il difpenfiero è dottri.
ch'ei tiene , laſciare gli furono da na , che mi và meglio all'intelletto
Progenitori ſuoi in legittima here- quadrando, perche Dio è il Padro
dità : eſclama l'altro , che in lecite ne del tutto : Non è meno di Dio
mercantie ei ſe l'ha guadagnate . quell'oro , ch'è già improntatonella
Coltarono (dice il primo)à gli An- zecca del Principe,diquello che ſtà
tenati miei tanto di vino ſangue , i naſcoſto ſotto terra nelle miniere :
quali nelle guerre guadagnate ſe !'- tanto è di Dio ilgrano ,ch'è nel gra
hanno à punta di ſpada, e lancia , à naio racchiuſo , quanto è quello ,
colpo di ferro ,c fuoco; vegliando di che virtualmente è riſerrato nella
notte con l'armi in mano , di ſotto femente del campo : & vgualmente
X 2 ¿ di
164 il Ricco dannato
è di Dio il pelliccio, che rittreuoſi glia : di modo che tu feui del loro X
a'fianchi ciripara dal freddo , con tutti quelli , a' quali puoi ſouuenire,
Ja pelle ch'è ſulle ſpalle de gl'ani- e non ſouuicni.S .Baſilio ibidem al- S. Baf.
malicorrenti viui la per limonti,e la lettera. Panis eftfamelici,quem tu ibid.
li boſchi: peroche tutto è opera del tenes: nudi tunica quam in conclaui re
la ſua mano: ipſe dixit,6 factafunt, feruas; difcalceati calceso quam penes
ipſe inandauit,e creata funt.Ma che te marceſcit: indigentis argentum ,quod
la roba mia ſia de'poueri: de' poue poſſides ; quocirca totlabefaétas , quot
ri, che dilteli colà di verno al Sole , fubuenirevales : c però ilRicco ho
colà di ſtate all'ombra ſe ne ſtanno dicrno in ciò mancando , giuſta
qiioli : mentre che gli Aui miei , mente và condennato all'Inferno .
guerreggiando , ſquagliarono ſotto Mortuus eſt disses C.
l'arıni infocate al Sole colà d'Ago- 7 Che ſe raggiungi, che oltre
1to; mentre ch'io affatigando gelauo all'eſſer furto , è fagrilegio in partc .
tià lerigide brine alla tramontana Pars facrilegi eft , (dice Girolamo S. Hie,
là di Gennaro ? oh queſto è un Pa- Santo in Epiſt.) respauperim non da- in op .
S. Baf fadollo . Piano entra quiilP:Bafia repasiperibus; ſendo il poucrello con
bom. i . lio Santo hom.1. Si fateris ea tibi di- Chrilto vna medeſima cola. Quod
uintus provenije, felicet temporalis vni ex meis minimis feciſtis, mihi fe
bona , 'aniniftus eft Deus inæqualiter ciftis: c con eſſer furto ſagrilego , c
res nobis d ftribiens ? Se tu confelli, homicidio ancora , mentre che to
che le ricchezze , che tu poſſiedi, ti glie al proſſimo il pane , il panno ,
vengono dalla mano di Dio,che n'è neceſſario ſoſtegno della ſuavita .
Padrone, io ti addimando, è ingiu- Hoc eft occidere hominem . ( Sciuc
fto Dio forſi,che inegualmente tan- S.Ambr.in pfal.118.) vitæ fuæ ei fub
to habbi diſpoſto di que'mille ſcu- fidia negare : Ah della giuftitia del 1
di d'entrata ; à te ogni coſa , nulla à precetto, della ſentenza non ci può
quel pouero ? quel Dio ,che comuni reftare piùdubbio alcuno.Diues c.
al ricco , & al pouero hà diſpoſtii NemoBr.Mortuus os.
ieſpiri dell'aria , irinfreſchi delle 8 Ma eccoci alledifeſe dice quel
pioggie , il ſereno del Cielo ,la luce ricco:Il precetto dell'elemoſina dot
delSole ,gl'infulli delle Stelle , la trina chiara de' Cafifti: non obbliga
cuſtodia de gli Angeli,lo sborſo del à peccato nortale , ſe non in caſo di
ſangueſuo ,la viſione della diuina graueneceſſità del pouero, la quale
ſua Erenza,haurà la terra creata ſo- conlti al Ricco, & il Ricco nó hab
lo per la vita de' ricchi, e per li po- biegli biſognodi quella roba per ſc
ueri non più che per fcauar la foffa medeſimo conformeallo ſtato fuo ;
à lepellirgli? Se ciò non è da conce- di modo che Ye l'Epulone andó
dere,dunque biſogna dire, che par- condennato , doucua eſſere in caſo
te di quel frumento ,che tienichiuſo diuerſo da quello,in che io fono: ad
in quel granaio,è di ragione di quel ello conſtaua la graue neceffità di
mendico affamato ; que'veſtiti,che Lazzaro , che li morina di fame ; à
tieni ſerrati in quella caſſa , ſono di menon conſta d'alcuno che in gra
quel nudo , clic ligela di freddo ; ue neceffirà ſi ritroui; e quando mi
quel paio di ſcarpevecchie ,che ti veniſſe à conftare,cgli haueua d'au
marciſce in quell'angolo , è douuto uanzo , che io non tengo che baſti
à quel mendicodiſcalzo ; e quelle per lo mio ſtato. Horsillodato il Si
doppie, che tieni tanti mefi, & anni gnore . Reſta dunque indubitata
fono entro quel fcrigno ripoſte, fia- mente conchiuſo ,che quel Mercan .
no facoltà di quel tuo vicino, che ne te , quel Nobile , i quali ogn'anno
bà biſogno per maritare quella fi- auuanzano tanto, e vanno di conti
nun
Per il Giouedi della II. Domenica di Quareſima. 165
nuo moltiplicando le facoltà , fca- nell'Euangelio , e mette le mani ad
richi de' figli da impiegare , Igra- dolſo ad vn ſuo debitore : Rea'de
uati di figlic da collocare, ſe ven- quod debes : pagami di ciò , che de
1 gono in cognitionedella graue ne- bitore mi ſei piegacolui le ginoc
cellità d'alcuno , ſon'obbligati ſor- chia , ſupplicaper nuouo termine
to preceito di peccato mortale al pagamento , ma nulla ottenne ,
à ſonuenirlo . Cosi conchiude che à tutto rigore biſognò , che ſe
San Tomaſo nella 2. 2. queft. 32. n'andaſſe prigione , onde per queſto
art. s. in corpore , che l'elemofi- il creditore fe n'andò condennato .
S.Th. na cade ſotto precetio , Elecmofy- Ma Signore per dimandar'il ſuo fivà
narum largitio cadit fub precepto . d.innato ? ſe queſta giuſtitiaſi mette
Ogni voltachefourabbondi al Ric- in pratica , non vi ſarà chi venda più
co , e la neceſſità del Prolimo ſia à credenza , e ceſſati i litigij tutti,
di coſa , ſenza la quale non fi può in quattro meli vidò pieni gli Ho
ſoftentare, onde la chiama estre- ſpitali d'Auuocati, di Procuratori, e
F mai extremam neceſitatem . di Notari ,molti de'quali mentre i
9 Ma io m'auuanzo Signori , e Clienti pretendono il proprio , vi
dico , che ſe bene la dottrina di San uono sull'appellatiuo. Ah dice qui
Tomaſo fù ſempre angelica , e ne- Griſoſtomolib.4. de prouidentia in S.Chr.
ceffarij( ima guida dichi la liegue, fin . Mihivenit in mentem hec cogi-lib.4.de
tuttauolta , le bepe intendi latino , tatio, vt non folum cupiditas alieni, frouid,
l'aſpettare il toccar con mano la o bonorum direptio , verum etiam in fin .
graue , ò eſtremna neceſſità del Prof- vacuitasmiſericordiæ gehenn.e nobis
limo, è pericoloſiſlimo croppo , e caufa fuit . Non deſideraua coluidi
non mipare, che Sant'Ambrogio l'- fordinatamente quello d'altri , ne
allargalie tanto . Parla diqueſto fat- meno lo toglieua ingiuſtamente nò,
to nel Sal. 31. edice Efurientium eft ma non hebbe, non vsò mifericordia
panis, quem tu retines : nudorum in- alcuna co'l Proſimo biſognoſo : &
dumenium eft , quod tu recludis : io ſon di parere , che non ſolo il to
miferorum redemptio eft , quam tu gliere, edeſiderare la roba altrui,m2
in terra abfcondis : quel pane , quel etiandio la vacuità , il non hauere , il
veſtito , quel danaro , ò Ricco , che non vſare miſericordia , giuſtamente
tieni colà rinchiulo , ſappi , ch'è di ci condanni all'Inferno . Verum e
quelli affamati, di que' nudi , di que' tiam vacuitas & c. Ah e diremo noi,
meſchini. Oh sì bene Ambrogio le che quel Ricco habbi miſericordia,
coloro ſi trouano in graue necelli, che chiedendogli vn poucrello men
tà . Tante coſe , dice il Padre , ſe tu dico vna mezza pagnotta , perche
hai d'auuanzo , e lo nieghi al poule- non lo vede agonizzar di fame, non
ro , che ſe lo chiede , io ti dico , che gli la dona ? che incontrandoſi in vn
non è meno peccato , che ſe lo to- pouero nudo , che gli chiede vn pan
glicni ad vn'altro . Neque enim mio no vecchio ; perche non lo vede ſti
nus crimen eſt , quam habenti tollere, rar le gainbe di freddo , lo caccia in
sum poſſes , abundans fis , petenti- pace ? Incontrarſi in vna pouera ma
bus denegare . Eh petentibus denega- dre, che hà vn bambino alle poppe ,
re: biſogna mò farui la chioſa,e dire. va fanciulletto alla mano , e duialtri
Petentibus , fed tamen in graui necef figlioli à lato , che lagrimando, im
Jutate degentibus : oh temporale pro- portunando la vanno di ſoccorſo di
prio intereſſe , che di ſottiliſime Jaite , e pane ; mentre ella vuota del
chioſe ſei mirabiliſſimo ritrouatore. l'vno, per eller priua dell'altro, ſofpi
10 Ma parli chiaro San Giouan- rando , e gemendo procura in vano
ni Grifoftomo . Và quel Seruidore di racchecarglii & ad ogni modo ſer
rar
166 il Ricco dannato
rargli la porta in faccia , perchenon ſognoſo: ſe non voleli pormi qui i
puzzano ancor’affatto dimorte ?ch ſpeculare nella ſcuola di CriſippoFi
che non ſono queſti effettidi cuoreloſofo il quale conſiderando gliani
humano , che di miſericordia capa- mali più fozzi, e vedendo chenon
ce sà affaciarfi alle fineſtrede'ſenli ; cacciano lana , che tolare si doggia ,
non ſono queſti effetti dibumana non producono latte , che mongere
mano , ch'è gouernata da ragione- li poſla , non portano foma, non ti
uole mente: ſono più toſto di fiera , rano carro , non lauorano terra ; vi.
che non hà mente: ma hò detto po- uiinſomma non ſeruono ad opera
co ; che ſe priua è la fiera dimente , tione alcuna , che di profitto cifa ,
non è priua di ſenſo : bà cuore , oc- conchiuſe, edire, che la natura
chio poſſiede, e tiene mano à ſua haueua lor dato l'anima non peral
guila ; e con enli operando amass tro , che per tanto di falc,onde quel
compiange,aiuta la ſpecie ſua:dun- pezzo dicarne viua dalla putrefat
que lono più toſto d'vn tronco , che tione fi preferualle. Quibus ne pu
non bà fenio . Ma poco hò detto an- trefcerent animam pro Jaledatam
cora ; che ſe priuo è'l tronco di fen- ait efle Criſippus ; ' riferiſce Tullio
fo , non è privo di vita: occhi tiene,e de natura Deorum ,e così dirò anch
braccia ſtende à ſuo modo, e molla- io , che ad vn ſomigliante di miſeri
me bàin vece di cuore , e con elli cordia priuo l'anima non ferue ad
operando , pianger ſi mira la vita , e altro che d'vn popoco di fale , che
darle braccio dall'olmo , e'l pioppo , viuo lo preferua incorrotto . Sozzo
amar sì dice il pioppo , e quel ch'è animale , inutile in queſta vita mor
più anco l'oliuo , e l'alloro , dunque tale fino che in capo gli cada la
ſono più coſto dipietra , che non hà mazza della finale fentenza , & arro
vita : ma queſto pure è poco , che ſe {tito venga in eterno in ſulle cratiin
priua è la pietra di vita , occhio non fernali,mercè che già Aabilira ,e pub
apre , e braccia non fende , non è blicata la legge dall'Appoftolo, ripi
priua dell'eſſere, e forſe, e ſenza for- glia il Padre, che fi faccia giudicio
Je ancora (metaforicamente quì ra- ſenza miſericordia , à chi mifericor
gionando ) racchiude infeno , rifer- dia non hàvſato. Sancita eft, in
ra in capo; ſe non l'occhio, ſe non dicta lex ab Apoftolo. Iudicium fine
il cuore, la pierà almeno e l'amore; miſericordia illi, quam nun fecit
e con efli operando Atillar fi mira fericordiam : è però giuſtamentemjean
pictofa , sfauillar fi vede amoroſa : deranno queſti tali condennati all'
ma ſe queſti non ſono affetti; non Inferno , poſcia che à finirla , fe gli
ſono effetti d'huomo, che ha mente; ſcuſarà dal peccato mortale il non
di fiera che hà renfo ; di tronco che effer quei biſognol in graue , ed
hà vita ; di pietra , che bà l'eſſere ; di eſtrema neceſità , non gli fcufarà l'
chi aranco per forte ? forza n'è il impenitenza finale dell'altre colpe
dire , che ſono affetti, che ſono ef- mortali,nelle quali permetterà la di
fetti del nulla ,il quale di ſua natu- uina Giufticia , che ſe ne moiano in
ra maligno . Nigatio eftmaignan- gaſtigo di quella crudeltà , nella ve
tis natura , dice il Filoſofo, è nega- nialità troppo graui , & abborrito
tiuo del tutto. Cbe ſe mi replicate, troppo da Dio .
che queſto tale tiene anima , che gli 11 Il Boccadoro Santiffimo , che fi
dà l'éflere , la vita , il ſenſo , e la ra- doueua intédere di inedicina ,auuer-,
gione, ftupefatto ripiglio, e ſoggiun- tì, che in tutti li medicamenti cópo
go,che non sò io vedere à che gli ſfer. Ai ſempreci ſi ritroua vn'ingredien
ua quell'anima , ſe non l'adoprami- te frà gli altri, ch'è il principale, Vno
fericordioſo co'l proſſimo, ch'è bi- ve n'hà, che riſguarda il ſuddomi
nio
Per ilGiouedidella Domenica II. di Quareſima. 167
nio della maſſa peccante : vno, che peccatore in vna cognitione foura
tiene riſpetto alla parte offeſa : que- naturale; quale pofta nelventrc del
fto ,clıcacuiſce la pigritia di quello: la merre , fàmotione per le vene de
quello , che tempera l'acutezza di gli affetti della volontà , onde ne và
queſto, che sò 10 :maolore à tanti vi lofſopra lo ſtomaco della conſcien
è il principale , che s'ordina contro za, finche ſuperata dal medicamen
l'humor dominante, che s'indriz- to la malitia peccante nell'atto della
za al colpomaeſtro , qualſe manca , conpritione , ne feguita l'eliacuatio
manca la midolla all'ollo , manca ne della maffa peccaminoſa nella
l'offo al braccio; vuò dire, che rieſce Confeſſione Sagramentale,finendo
la medicina si fiacca ,che non haurà fi poi di conſumare le reliquie del
l'effetto felice,che ſi pretende: hora male con la regolata dieta della fod
bene: s'hà dariſanare fpiritualmen- disfactione impoſta dal Confeflore :
te vn peccatore;s'hà da ridurre à pe- c quì c'entra principalniente clemo
niterza: che ſi farà ? Oh dice l'am- fipaleſe c'entra, c'entra nell'vltimo,
monitione loaue d'vn Padre ſpiri- e ſolo peraccidente : ma non è que
tuale , la minaccioſa correttior.ed'o ſto il ſentimento del Santo . Piglia
vo’Euangelico Predicatorc,l'oratio . il Boccadoro al creder mio la peni
ni de' buoni ſerui di Dio : Quimi in- tenza facale , per la ſanità del pecca
greditnti:il principale, quello ,di cui tore, e cercando qual ſia ilprincipal
clcolpo, quale fara? l'elemoſina ri- medicamento perridurre l'Inferino
ſponde il Santo onde ſe queſta leui, fpirituale alla ſalute d'vn pentimen
leui il tutto , peroche queſta hà da to verace,riſponde ch'è l'elemofinas
fare il colpo maeſtro Medicamen , perche fe'l ricco peccatore non fa
tum fortius, quod maximè optetis , in elemoſina, Dio d'ordinario non gli
pænitentia ,eleemelyna, ficut in per- darà la pillola della gratia attuale ,
ceptis medicina accomades medicamenh che venghi ad eſſere efficace all'atto
fum multas quidem herbas accipit , della penitenza , e cosi medicamen
»nam autem dominantiffimam : fic tum dcnc vuoi la ragione !
etiam in pænitentia ifta dominantior , 12 Pigliala dal Sal.17. Com San
opotentior eft , vniuerfum ipfa ef- Eło Sanctus eris, au cumviro innocente
ficit.Serm.9 fuper Matth .Macome innocens.erising cum electus ele&tus eris,
entra la elemolina in comporre la o cum peruerfosperuerteres.Legge vnº
penitenza : ofta .quelbel ceruello . altra littera . Cum benigno benignus
Laſciamo, che non ſi parli di peni. eris.cum liberali liberaliseris:cum firem
tenza precise , feel quatenus virtus,ne cero, a candido fincere ,o candide a
quatenus Sacramentum , ma conſide- gis os cum peruerſosperuersè agis. Si
rata in totalatitudine. L'Infermo e'! grrore, diceDauid ,con quegli,ch'è
peccatorc,la malla peccante le di lui benigno ,e liberale, benigno, elibe
colpe ; lamedicma la penitenza : il rale anco voifete : Con quegli, che
medico e'l nostro Dio : lo direi,che'l tratta con la Maeſtà voſtra alla buo.
fatto procede at modo ſeguente. Pi- na , candida , e finceramente , alla
glia il medico Iddio tanto di aloèa . buona , candida , e ſinceramente la
maro della memoria della morte : Maettà voftra tratta con ello i ma
tanto d'agarico eletto , ch'è capitale, con quegli , che và alla dura alla
di anucrtenza alrigor del Giudicio ſtorta , alla dura , alla ſtorta giuſta .
fipale:canto di Diagridio focoſo di mente ſeco n'andare .Si, dice Chri
timor dell'Inferno:miſchia,e l'indo- fto ; io ti chiedo , ò Ricco peccatore ,
ra con la ſperanza del Paradiſo ; c elemofina in perſona di quel pouc
cosi farra la pillola d'vna gratia at- rello , e non è queſta pia meditatio
tuale , la fà inghiottire all Infermo nema verità cattolica, dichiarata di
bocca
* 168 ... al Ricco dannato
bocca tria ncll'Euangelio , e me la Buon ſentimento , ma non é al pro
nicghi, perche dici non ſeiobbliga- poſico mio · Riſponde ilquarto il
to à farmela,ſe non mi vedi morirdi Padre S. Agoſtino.Anteforesgehen
fameschenon tibaſta vedermimo naffat mifericordia:la portinara,quel- Auguri
rirc in Croce ? hora bene, non vuoi la che ſtà alla porta dell'Inferno ,è la lib. so
elſer liberale meco? non fard libera- miſericordia.Eh no Agoſtino tu vor 39,
le teco . La vuoi vedere in puncto 1u- rai più coſto dire la giuſtitia. Perche
vis ? Veggiamola à tutto rigore di in inferno nulla eft Redemptic , onde
legge:ti riduci alla punta dell'obbli- non cihàche fare la miſericordia .
go riduciamola à tutto pụnto. Tida- Ah, riſponde il Santo , troppo ci ha
ro gli aiuti ordinarii , che ſaranno che fare. Ante fores gehenna ftatmia
Lofficienti a conuertirti , à fare peni- fericordia , do nullum miſericordem
tenza condegna , perche à queſto io permittit in carcerem illum mitti: di
mi ſono obbligato : co' quali tu di alla porta dell'Inferno la miſericor
fatto non la tåraiima de gliaiutipar- dia , & è l'vfficio di lei non permette
ticolari , che ſarebbero efficaci , oh re in conto alcuno , ch'encri colă
non vi penſare , chequeſta èlibera- dentro, chi fi ſiadi quelli, chemiſe
lità mia,della quale ſei troppo inde- ricordioſi ſono ſtati in queſta vita . 6
gno. Ahi e quanti ardono nell'Infer- che ? s'hà forſe da intenderc S. Ago
no morti impenitenti, che ſe foſſero ſtino alla lettera ? ſarà per auuentura
ftati liberali co 'pouerelli, anzi con la miſericordia vn perſonaggio fitti
Dio ,Dio hauerebbe toccato loro ef- tio la di comedia ?Eh vuol dire, che
ficacemente il cuore e concello gra- à miſericordioſi darà la miſericor
cia di vera contritione, di fagramen- dia diuina tanta gratia in queſta vi
tale confeffione . ta , che muoiano contriti, econfelli;
13. Oh efficacia grande , potere come permette all'incontro a ' cru
eftremo della miſericordia verſo de deli , che muoiano inconfeſli impe .
pouerelli .Macurioſità Signori non nitentwſecondo l'ordinario modo di
meno profitteuole,che gentile . Chi procedere della giuſtitia, e della mi
mi sà riferire, chiſia il portinaro giù fericordia diuina .
nell'Inferno :Padre non fuflimo mai 14 Horsù ,Padre,entra qui vn ta
in que' Paeli . Piaccia à Dio ,che le confeſſo , che quelli,i quali vanno
manco niuno di noi vi capiti. Pure tanto ſulla ſtretta con Dio, mèricano
hò vdito direriſpôdel'vno,d'vn cer- queſto , e peggio . Io dalmio canto
to vecchio Caronte, che traghetta I- farei volentieri elemoſina , e mi
anime làper quella palude entro d'- ſcoppia il cuore de'pouerelli ; ma
vna barcheuatanto ſdruſcica , che non pofo,non poſlo : hò mille ſcudi
per leggicri,che ſiano gli ſpirici, ge- d'entrata,è vero ; maſe voglio man
me , ftride ſotto del peſo, e pare,che tenere la fameglia conforme allo
fi vogliaaffondare · Eh fauole de' ſtato mio , non men'auuanza vile
Poeti. Hò letto,riſponde quell'altro, ſoldo; anzi hò ,che farc à tirare tanto
d'vn certo cane cerbero , che ſtà alla la briglia , che nonmitramonti il
porta là giù del Tartaro , e per trè Sole alle 22.hore:io la dico ſchietta ,
canne manda da vn petto ſolo tripli- cnetta,non poſſo , non pollo, in ve
cati i latrati . Eh menzone come le rità,ch'io non poſſo . Signore s'egli
prime . Si potrebbe dire , riſponde non può , biſogna hauerlo per ifcu
vn terzo , che fuſſe la diſperatione, fato .Non me neparlare, dice Iddio;
Dante conforme a ciò ne ſcriſſe il Teolo- oh Signore ad impoſſibile nemo tene
nell In - go volgare , il qual diſſe , che sù la tier : ſc non può : 'Non me ne parla
ferno . porta dell'Inferno ſi legge. Laſciare re,dico, cheio gli porto vn'ocio ab
ogni ſperanza , ò voi, ch'entrate . bomincuolo tanto, che non mi pof
To ac

1
Per ilGiouedidella II. Domenica di Quareſima. 169
fo accomodare feco lo ſtomaco . E ideo mendax eft , a Deo fic inuifuso
perche Dio mio ? Perche egli è vno Is Che neceſſità hà quel Nobile
di quei trè così fatti , co ' qualime !' di campeggiare con quell' adobbas
hd legata al dito. Tres species ( nell'mento luperbo , che gli coſta vn’oc
Ecclef.al 25. ) odiuit anima mea , a chio ? che perderebbe di reputatio
aggrauor valde anime illorum . Pau- ne , ſe lo facefle divinticinqire fcudi
perem fuperbum , diuitem menda- meno difpefa , e ne veltifie doi po - .0 T
cem ; ſenem , fatuum , o infinja. uerelli,e ne ſoccorreſlevn’Hoſpitale? : a
tum . Trè male razze hò ſempre Neceflità ? Druitem mendacem : ella
odiato in eſtreino , ne le polio mi è vna inarcia bugia , peroche è tutta
rar di buon'occhio in conto alcuno . fuperbia , peroche è tutta albagia.si
Il pouero ſuperbo, il ricco bugiardo, Che necellità bà quel Mercante di
il vecchio ſenza ceruello . Vedere vn fare , che la Moglie la sfoggi al pari
pouero , che fia fuperbo come ſono di quella Daina ? che tanto le relta
gran parte de' poueridi queſti tem- rebbe addietro le ſpendeffe vna doza
pi, che per un poco d'abbondanza di zina di ſcudi meno in quel gioiello ,
pane , che vengono ; fi ſdegnano di ene faceffe vn palto a poueri della
trauagliare, emettono il capeſtro al parocchia? Neceſità: Diustem men .
collo alla Nobiltà nelle irragioneuo- dacem : ella è yna marcia bugia , pe
li mercedi , cheprerendono . Oh di- coche è tutta fuperbia , peroche è
ce Dio , non lo pollo ſoffrire. Vous tutta albagia : ah necellità tutte fins
vecchio ſenza ceruello : v. g. quelle te , che non finiranno mai ( Scrine
Donne , che tengono tantiannialle S.Agoſtino ad vn gran Caualliero ) Aug.ad
{palle, quante rughe ſul volto,e s'af- Sintamo che non finiranno idilar Comit.
fatigano ancora di parere donne dinati capricci delle cupidigie:hu - quendă
freſche: quelli huoinini, che à fomi- mane. Tunc finientur ifte neceſſita - princi
glianza de' porri hanno la barba , e'l tes,cum finitæfuerint ifte cupiditates: pem ep.
capo canuti ,e verdi le foglie de'ca- Chè quello dicena pur Tullio. Non 70 .
pricci , e de' penſieri , e ſtanno ſull? eftfacultatibus addendum ,fed cupi- Tull.
amoroſa vita . Oh dice Dio non ditatibus detrahendum . Si pofono citat. à
poſſo tolerare . Pauperem fuperbuimt paſcer canidi caccia ; fi pofionove- floren
fenem fatuum , o infenfatum :ma Air di ſera le mura ; fi poffono giu- cia ma
frà queſti due vi è queſto dimezzo, car le decine, & anco le centinaia diirial.to.
Diuitem mendacem ; vn ch'è ricco foudi; fi pofono ſoſtener ſgherri , e 2.fer.
bugiardo, perche dice , che non può, mantener concubinc, e non lipoco
c bruttamente fi mente . Può , può no paſcere , veſtire , ſoccorrere , c.
fdice Agoſtino Santo ) colui fe bene mantenere i poueri, i luoghi Pij? Di
dice dinon potere : tratcaghi d'vn'- uites mendacesSmarcie bugie's che
opera pia ; d'vn'elemoſina : eh non non ſtà il difetto in non potere , ma
può quattro giulij: trattagli digitta- fà in non volere . Poteft enimin bis
re , fpregare in capricci del Mondo , que vult, o in bis , quenon vult or
in intereſidi carne , oh allhora pe- 16 Ma v'è di peggio , grida S.Gio : loann .
trà ſpendere, e fpenderà di fatto ſe Griſoltomo, homil. 37. ad Popul.Chryf .
decine de Scudi: dunque non è che Dum ſpectacula fiunt, afſiftis ridensihom .37
non poffa ; è che non vuole , onde fi @ admirans, vt promptius fiant ,ad Po
conuincebugiardo ;.e Dio non lo pecuniasprabessc pauperi.pro Chri- pul.
può roffrire , non lo può tolerare • fto fupplicanti neque refpondere , nea
Diues mendax eſt , qui in his , qua ad que reſpicere dignaris; quin gran
Deum pertinent , toties dici! ron por ua dicis verba . S'eſpone .in piazza
fumi poteft enim in his squez ult, 6 vn cartello , che innita a’ſpettacoli ,
in his, quæ non vult , non poteft , co alla comedia: tutti corrono, non v'è
Y chi
170 Il Riccodannato
chi dica non poffo ; là Gi feſteggia , fi tante volte ingiuſtamente l'aggraui
ride, Ligiica allegramente il denaro; Sappi , che quanto del rigido fa
& al pouero di Chriſto non ſolo q. rai co' poueri;& à puntino dell'
niega elemoſina,maò ſi ſdegnano ii obbligola vorrai con elivedere ,
Chriftiani di riſpondere, e di riguar- tantodel rigido più teco lo farà Id
dare ;ò lidicono-villanie , & ingiu-- dio , e la votrà vedere più che à puno
Thi.. ho rie. Si quisvnum petens obulum ac-- tino - Aurea ſentenza del Santo .
35. ad cedat , contumeliys ali ,quin infeta- Ille , qui ſemerus in Pauperem , Oʻin '
Pop.. mur, o impoſtorem vocamus.Viene conferuumexałtor eft; multo magis
vn mendico ,e ti dimanda vn quat- Deum in fe habebit Jeuerum , o ex
trino , e lo ſpediſci con dirgli ; alle aĉtorem Saprà ben'egli trouare
forche guidone , che fingilo ſtrop-. Nodim infcirpo & il pelo nell'ouo,
piato , & hai braccia di galera . Non li che giuſtifinamento eiti condan
erubeſcis, non borres homo,impoſto- ni all’Inferno ò per l'vn'obbligo ; ò ?
rem propter panem vocas ? énon t'are per l'altro ,al quale baurai mortal.
ronici; e non t'innorridiſci di chia- mente mancato , ſi che dice diralli,
mar quel meſchino ingannatore per come dell'Epulone hodierno : mor
lo prezzo d'vn tozzecco di pane ,ch' tuus eft diues,o fepultus OĆ. Penſate
egli ti chiede? Quin o hoc crudeli. bora,ſe non vi mette conto à fare lar
tatis noſtre redargutio eft ; nam quia ga elemofina, e laſciate , ch'io re-
dare facile non fuftinemus ; innume. (piri'.
tas coguntur artes excogitare , ut inn
humanitatem veftram fallerepoffint. SECONDA PARTE ,
Che ſe quegli par finge', ſono lefire i

tióni ſue vergognoſe accafe delle 17 Orsù giuſto è il procello ;


crudeltà tueinbumane,le quali for giutta è ſentenza , onde
mano i poueri ad afforcigliachi con l'- reſta condenuato ilRicco ; . e con
arte , per ottener quello, che liberal dennato all'Inferno - che potendo
mente a dourebbe loro offerire . non fà elemona: ma quanto gia
Ma guai à te o meſchino . Num . He è queſta ſentenza qualcoſa è
quid Deus, quando aceedis:ad.peten- pena d'Inferno ? Cola è pena d'In
itain ab eo veniam , bec tibi verba di forno.?- Aniine Chriftiane io prorc
tit: abſcede impeſtor, in meam quis fto orche non m'è daco -lánimo di
demiugiter" intrans. Ecclefiam , or traccarne yna predica intiera ; la zi
leges meas audsens i atextra Eccle- frarò in vn ſcorcio , che non hò fpi-
fiam aurum , generaliter omnia rito per à pieno ilpiegarla .
meis preponismandatis . abeas igi. 18 Infernu's (dice Vgone il Vittoria
tur. hinc, o amplius non accedas. no ) locus eft finemenfura ;profón- V gone
Ti diſſe mai Iddio quando chevai dus fine fundo : plenus ardoreincom-Vitt.li.
à domandargli perdono de' tiroipec- parabili plenusfætoreintolerabilsi 4.de an .
cati, alle forche guidone ; fimulato- plenus dolore innumerabili.: ibimia
re , che adėto ori , em'adori , e ri- feria ; ibi tenebres ibi ordó nullus ;
ceui per bocca de mici Miniſtrii ibi horror æternus ; ibi nullafpesbo
miei comandi's & à pena vſcito di nts ; nulla defperatiomali. Sappi, o
Chieſa farai peggio che mai ; ne Vi Anima Clciftiana , che l'Inferno è
ſarà vanità , e carogna , che allamia vnaCauerna ampia ſenza: miſura ,
legge non antepongli ? - Dio ti dile ſenza fondo profonda : piena d'ar
mai core tali ? Numquid Deus hæc dore incomparabile ; tutta fetore in
tibi dixit ? Mai te le:dille ; aggiu- tolerabile colina: di pene. innumera
Atatamente pure poteua dirtelee tu bili : ſtanza infelice delle miferico;
le dici al poncrello di Chriſto , e oſcuro nido delle tenebre cieche ;
[ UL
Per il Giouedi dellaII. DomenicadiQuarefined. 171
tutta ſempre diſordinci rutra'horro tori , che Aſchiando , grugnendo ,
re in eterno; -oue (perarſibenealcu- ruggendo , gridano l'vn veril'altro ;
no egli è impoſſibile ;oueogni ma- dagli,ſquarciálo, trincialo, caccia
le peggiore èineaitabile . gliil ferro in gola, tiragli la pelle
19 In Inferno ſcriue Gregorio in capo :: caccia foco , e toſto il git
S. Gre. ſanto in Mate 8 erit frigus.intolera .ca in quel caldaio bollente di pece , e
in Mat. bile , ignis einextinguibilis ,vermis szolfo . Hortu contemplagli Atracci
isimmortalis, feter-intolerabilis, te- di quella pellen gli ſquarci di quelle
nebra palpabiles , flagella.cedentium , carni, che ftiracciati i'nerui , che
horrida vifio Danonum , confufio pec- lacerate de viſcere doloroſilima
.
catorum . Sc ne Itarà (fà conto ) il mente.
dannato giù nell'Inferno nudo , re- 21 Ma che vado io forzandomi
polto :in horribiliflimi ghiacci ,e co’SantiPadridi ſpiegare qualifia
inentre diuenuto yn ghiaccio me- .no in parte quelle acerbiflimepene
delimo, li trouarà y non sò ben ſoio ſe non è ponibile ( atteſta San Gio:
mi dica , per lo intolerabile freddo Griſoſtomo ) di adombrarle meno
tremulo come foglia , ò attratto con i tormentidi queſta vita ? Pone, S. Joa.
quafiche pietra , ecco da Niiniftri filibet;ignem ferrum;
, beffias.com Chryf:
Satanaci verràſtraſcinato , & iin- liquod his difficilius : attamen nec.50.491
merſoinrapidiffimi fiumi di viue umbram Sunt ad hæc illa tormenta . ad Pope
fiamme di zolfo , doue ſenza mai Metti inſieme fuoco , ferro , e fiere ,
hauer d'infracidire , ſcorrendo da e re v'hà di più crudele ancora in
capo à piedi per la bocca , per gli queſto ſecolo , che non arriuaranno
occhi, per l'orecchio , e le naritut- ad eſſere vn'ombra delle pene infer
to vermi, e marciume, eſalerà per nali., Tuttauolta
ogn'intorno puzza incomportabile. 22 dirò , che la pena
Così vi farà con fuſibili verghe di dell'Inferno li diuide da' Teologi in
ferro infocato crudelmente frultato pena di ſenſo , e pena di danno . Pe
dalla sbirraglia infernale ;e balenan- na di danno , che conſiſte nella per
do talhora infrà pålpabili tenebre vn dita della gloria , diartto ilbene,
chiaro oſcuro d'vn'horribil lampo , nella priuatione della viſione diDio ,
vedrà, per non poterų chiuder gli Pena sì grande che innumerabili
occhi , que ceffi horrendi , quella fuochi , anco infernali, agguaglia
moftruofe figure delle diaboliche : re non la poſſono , s'è ben'intclaw .Joann.
Furie ; que' diſpiccati( pettacoli de' Licet quis innumeras ponat geken- Chr ).
fgratiati dannati: frà quali diftingue- nas ,ale nihildicit :quale illaexci- ho.47
rà la madre Il figlio ilfiglio ilPadre, dere gloria dice S. Gio: Griſoſtomo. ad Pof.
il marito la moglie il parente , il pa- Segreto da chi ama ſcoperto , da
rente , l'amico l'amico , t'vn pecca- chiodia ſofferto : nechi lo ſcopre
store l'altrocomplice del ſuopecca- lo ſoffre ; ſe loſcoprire è gioirei
to , beſtemmiandofi , maledicendo- quantunque chi lo ſoffre , lo ſcoprì ,
fi inſiemetutto confugiffimainente . ma diſcoprire , ch'è martire , e non
20 Tbi clamabit piloſus ad pilo- è gioia . E chi tende , e non tiềne,
Betnardo Canto )unus caccia
S Ber.fum afferma tanto ne ſcuopre,quanto
ſoffre
ne'i
amore
percute , dilacera , interfice velociter ,
more nel minaccia : nepiù ſpiegarne
spolia , detrahe, cito predare interpoſſono te buwane lingue , perche
prumas , o ebullientibus impone le- in più chiari concetti l'intelletto hu
betitus . Arriua vn condennato all- mano non lo diftingue: queſta è la
Inferno , & eccolo circondato in vn pena del danno.
punto da infiniti Diauoli tormenta- 23 Pena poſcia diſenſo , ch'è pe
D2
1:72 Il Ricco dannato
ña difuoco vero , che veramente ab- ti reſtarai. O mai martirio della
brugia ſenza incenerire . Và à caſa , no.tra mente : O mai carnefice del
accendi vna lucerna, e poſtoui ſopra noftro cuore: ſe quì tanto ci ſeicru
vn dito', rienuilo ſaldo vna mezza cioſo penſato , che doloroſo ſarai
äue maria , e quando ſentirai quel giù nell'Inferno penato ? Animas
dolore , che ftimaria inſopportabiles Chriftiana , Itarà' dannato in carne
rifletti , e dì : che ſarà del dannato , viua in mezzo 'l fuoco abbrugiando
che in carne viua ſarà tutto nel fuo per tutta l'eternità , che non finiſce
co abbrugiando , ſenza porer niori- inai, inai mai, mai.
re , vu’hora , vn giorno , vn meſe, 25 Quetto è PInferno dunque à
vn'inno , dieci anni, cent'anni, inil- anima; e queſta è la grauità della
le anni, vn'eternità, finche Dio farà pena , alla quale và giuſtamente
Dio , vn non finiſce mai , mai , mai. dannato l'hodierno Epulone, perche
24 Spanienteuole mai: terribilif- trouandofi nell'alto delle preſenti
fimo mai . O mai Gigante d'infini- felicità eſaltato , non hebbe tino
ta itatura : Oceano dim nenío gol re delle miferie future ; perche ab
fo : Labirinto d'innn nerabili giri . vsò malamente in arroganti capric
Chi ti miſura , ſe non è il braccio ci le facoltà concellegli dal Signore
dell'eternità ? Chitinauiga dall'vna econ tuttociò non ſeppe, che foſſe
.. fponda all'altra , ſe non è il vaſcello miſericordia verſo de'pouerelli; ne
Hella durationc diuina ? Che filo dalle catene di mille colpe legato ai
creato ti difintrica al pallo dell'oc- curò mai di redimere l'anima ſua
chio mentale , ſe non è quello dell' con l'elemofina di quelli haueri, che
intelligenza humana di qıreſto Chri- gli auuanzauano al ragioneuole ſo
Ito ? Gigante mai, che hauendo il fegno del ſuo ſtato . Hoc fuit, quod
capo nel tempo , ſtendi i piedi oltre bunc in Infernum tradidit ( ſcriue
ja fine del tempo. MaiOceano, che Gregorio Santo in hoc Euang .) quia S.Gre,
hauendo porto , da cui fi ſciolga in ſua felicitate timidus non fuit ;
non hai porto à cui s'approdi. Labi- quia accepta dona ad uſum arrogan
sinto mai , che hauendo buca , che iie inflexit ; quia vifcera pietatis
dàl'entrata , non hai varco, che dij ignoraust : quia peccata ſua redimere,
l’vſcita . Mai , mai inimmaginabile etiam cùm fibi abundaret pretium ,
mai : ſe ti figuro quadrato , è dipiù noluit . Et à queſta pena dannati
lati ; oue e ' diametro ,che ti diuida? anderanno con effo tutti i crapulo
Ser'infingo triangolare ; ſe tiene ba- ni goloſi , i cifentiti ſuperbi , idiſo
ſe, oueti pofi,one è l'acuta cuſpide, neſti carnali , con gli altri tutti fe.
in cui finiſci? Se circolareti ſogno , guacidiqueſto mondo , imperiten
one è il centro , da cui ſi poſſa cir- ti morendo ne' loro peccati mortali.
conferenza formare , in cui ci ter- 26 Vadino dunque adello cantan .
Inini ? Punto non ſei ; perche hai do nella Sap. al 2: Venite fruamur
parti infinite . Linea non ſei ; che bonis , coronemus nos roſis , ante
non haipunti d'ambeduei capi. Su- guam marcefcant ; nullum fit pra
perhcie non fei ; che non hai lince fum , quod non pertranfeat luxuria
da tutti i lati . Corpo non ſei , per- noſtra . Allegrainente pur via : bac
che vna ſuperficie ti manca , che la gordi , e crapule ; fefte , godimen
profondità ti racchiuda . Giri co'l ti , e piaceri , perfinche dura las
Cielo adeſſo ; ne col Cielo tu pore- vitao; auanti venga la inorte; non
rai. Voli col tempo adeflo ; e'l tem- vi lia prato ridente di ſenſuale di
po in infinito addietro ti laſciarai: e letto , di capriccio di ſenfo , nel
tormentando ſempre preſente , in- quale non ſi sfamiil luſſurioſo no
uiGbilmente lontano ; eternamente ſtro appetito . Ah riſponderebbe
qui
Per ilGiouedìdella Domenica II. di Quareſima. 173
qu\'Dauide come pecore non pena non faceſſe è rinlauire , od impaz
ſando al dimani, paſcote ne'prati di zire . Pazzo chi non v'attende :
queſto Mondo ? come pecore già vi fauio chi lo ricorda : & oba
veggo in iſpirto adunati nello ſtabo . quanti di voi pazzi ſeor .
lo dell'Inferno , miſerabile cibo di dando , o mal'atten
morteeterna ; ficut ones. in Inferno dendo à queſto
pofiti funt : mors depafcet eos : oue importan
adunati vna volta , non paſcerete te mai,
herba più mai , non vedrete fole più Aril
mai , non n'vſcirete più mai . leranno in fuoco
26 Mai , che non dourebbe dal eterno , eter
Chriftiano effere fcordato mai . ni gli ax
Mai , che mai fù ben'intero , che

LA
LA CVSTODIA
A N G E L I C A
Per il Venerdì della Domenica Seconda
di Quareſima.
Honso crat Pater familias , qui plantanit Vincam , e
Sepem circumdedit ei.
Matt . I l .
Lori ſtupiſca pure , feruendo il ſemplices l'imperfetto al
che io ,no'ldiuieto, perfetto;l'innanimato al vegetabile ;
à Signori, che per queſto al ſenſibile ; il tutto alragio
A l'huomo ſolo , e neuole.Ma.che all'huomo ordinar
non più , l'eterno ſe poi anco Dio, che alliteſſe cuſto
fabbro Iddio fab- de,Aio , Pedante:vn'Angelo di Para
bricaſſe il Palazzo di queſto Mon- diſo , che.dinatura gliè tanto lupe
do viſibile,materiale; immobili git- riore, come dall'hodiernoVangelo
tando le fondamenta del centro ; vien chiaramente raccolto ; Et je
eminenti alzando lo muraglie de pem circumdedit ei : ideft Angelo
monti ; ampie ſcoprendo le fine tre rum cuſtodiam ſpiega l'Angelica: oh
dell'ariai & ordinando ,che di tetto di queſtoio fupiſco ,mentre la con
ſeruiffe ftellato il Cielo ; divoltei ueneuole congruenza non bene an
nuuoli pennelleggiatià candido , & çora à prima viſta io ſcopro . Che ſe
à vermiglio ; dipauiinento il piano meco , o Signori, di cercarla vi è in
laſtricato di fiori ; e ſcauando per grado : vediamo prima il vantaggio ,
pozzi i fonti; accendendo per focaia che la natura angelica tiene all'hu
digiorno ilSole ; allumando dinot- mana,acciò il motiuo dello ſtupore
ce per lucerna la Luna;depeſciem- più ſpicchi; cerchiamo poſcia ſe'in
piffe la peſchiera de'marisdiſeluag- gratia tiene all'Angelol'huomovan 1

gi,e d'armenti la diſpenſa de boſchi, taggio alcuno, e l'hauremo ritrona


colmado di vino la cantina delle vi- ta . E moſtrando dall'vn canto il bi
gneje d'orzi, e fruméti delle campa- ſogno ,il periglio dellenoſtre anime
gne il granaio: e.coltiuato d'herbag- interra i e dall'altro il ſoccorſo , e
gi orto de'prati ; piantato à frutti l'aiuto , che habbiamoda queſti a
dellefeluc ilgiardino : dipartiſſe alle micicuftodi, & aſſeſſori ; hauremo
ſtagioni delli raccolti le cure; diui- conchiuſo in fine , quanto l'angelica
defie a'meſi le vicende dell'opere : cuſtodia, & alliſtenza ftimar đi deb
& il variar de gli vfficija'tempi, ſe ba dall'huomo,e cominciamo.
non all'hore tutte allegnafle . Mira- 2 Et ecco Signori, che mentre
bile io lo confeſſo : tuttauolta & or- del vantaggio degli Angeli ſopra de
dinato e conueneuole : al compoſto gli huomini, quanto alla natura, io
vi
Per ilVenerdidella II. Domenica di Quareſima . 175
Vi hò à diſcorrere ; l'eſſer corporeo ' termini dottrinali. E la materia vnz
noſtro per primò mi s'intoppa frà viiiflima innamorata , che vaghez
piedi . Che corporeo ſia l'huomo,il . giando con l'occhio della porenza
ſēnſo celo conuince .Che incorpo- l'atto della forma diletta di poco
reo lia l’Angelo ,ormai dalle tarmefpicito , e cuore ; nonfoffrendo la
dell'antichità conſumata è la con- lontananza in amore , io full’acco
traria '. Ma quale vantaggio è que- , miatarli della prima, à nuoui amori
Ito ? Vdite . Ciò , ch'è corporeo, è paſſa con la ſeconda : Et è la forma
quanto , & è quanto ditrina dimen- vn'amante fgratiata della materia ,
lione per lungo ,largo,e profondo: al cheſoſpettoſa inai ſempre , puiglla
Filico è coſa trita- : dunque l'effer nime troppo, alporre che fà del pie
corporeo è vn eſſere di carcere , an- de la ſuflequente riuale in culta lo
ziche di ſupplicio ; immobile, indif- gliadell'amato ſoggetto, cedemiſe
folubile: all'accadèmica il prouo in ramente alſuo 'primiero poffeffo ,
fulla trina dinenſione fondäto , la ch'elule poi coſpira inconſolabil
quale dice vn'eflere prigione trà mente da gelofia trafitta ':Oli dice
mille nodi di punti indiuilibili: trà voi che baſſezze, che miſerie dell'er
li cancelli di tante linee i trà le pare- ſe materiale . Ma l'Angelo i ch'è di
tidi ſuperficie môlce ; vn effereitira- materia purgato, d'vna ſoſtanza ſo
to in ſull'equlco della lunghezza ; la in ſe completa ; e perfetta, non bà
confitto ſulla croce della larghezza; parte ſoggetta a queſti morli vora
trafitto entro le viſcere', co'l pene- cià queſti çarlipenoli,à queſteruo-
eteà queſti Infernid'amore ,che du- Cant.8
trante chiodo della profondità:
tutto ciò immobile , indiffolubil raficut Infernus emulatio : Siche
mente fino allo ſtruggimento della nulla appetendo,nell'effere luo lein
corporale ſoftanza , che nell'edere plice ſoltantiale contento ſempre li
corporco ſuo moſtruoſamente à le troua; non conoſcendo altre nozze ,
medeſimå ſerue di carcere, di cep che quelle prime, le quali frà la fin
pi,di reo,dipatiboló ,e di carnefice.- gulāre natura di lui', e la perſonalità
El’incorporco , ch'è vn effér tutto di diuortio naturalmente incapaci,
ſpirituale, libero ; ſciolto da vincoli, franche d'ogni ſconcerto , in pace
è da prigione , che non hà parte imperturbabile , 'pronuba l’ellenza ·
eftenſa extrà partem , ò legata ; d'im- effendo,e l'eliſtenza Himeneo, nella
partibilità naturalmente ſenza in- creatione vennero felicemente già .
cantelmo fatata ; indiuifbilmente in celebrate .
ſe medeſimo ynito non lo daremo 4. Då queſto poi in conſeguen-
noi di gran lunga ali corporeo per : za ne viene, che le l’Angelo edalla
vantaggioſo ? mano delCreatore annichilato con ;
3 Quinci ſi raccoglie, che l'Ana, tutto ciò egliè di natura fuaincore.
gelo è d'immateriale Coſtanza , oue rottibile, non hauendo materia , che
materiale l'huomo ſi conuince nel à debole di ſtomacos o nella fede in
corpo fuo , eſſendo quantità collat-- ftabile la forma rigetti;è la ripudijs:
canea;cocua dellamaterią. Compo- infelici vicende ,allequali ſoggetto
flo èl'huomodipartieffentiali,real- l'efferehumano in queſta vitamor
mentediſtinte ; materia , e forma; tale ,corruttibile cade , e cede il luo
parti incomplete ; - parti imperfette go ad vn'eller fracido cadaueraceo.
ambidue,che ſolo vnite in vnionedi s Dura pertanto euiterno l'AA :
ſoſtantiale compoſto ; poſſono for- gelo nella ſua vita, ne delle låne do
mare vn tutto , che compito , che rate della duratione di luiindeferti
perfetto li dica :& à dire irrallegori- bile puo' on Conciſtoro , incſorabile
co zergo , ciò , che'l Filoſofo dice in delle Filiere fatali la Bonocchja ſpo
gliass,
176 La Cuſtodia Angelica
gliare, onde ne velta il fuſo , e con la giato di tali fregi, e figure ,che l'uni.
forbice à vn plinto ne tronchi il filo : uerſo tutto all'occhio chiaramente
oue l'huomodalprimo viuere ſuo , le rappreſenta : i Cieli , quegli Orbi
ch'è temporale , ſempre ſquaglia , e con quella rete mirabile di tanti cir
decreſce . Neue, che mai s'agghiac- colise giri; tutte le felle errantie til
cia: Luna ,che inai rinoua:vento ,che fe , con le danze , & influfli di tanti
nel ſoffiare in ſeno all'aria aperta , fi moti,& aſpetti,iſembiantise i ritrat
ſpande,e perde. Quia ventus eft vita ti di tante immagini,e ſegni . Indi le
mea . Che ne dite . A.fono vantaggi sfere de' ſemplici nelMondo baſſo, e
queſti de gli Angeli fopra de gli huo- quanto in eſſo d'imperfetto , ò per
mini quanto alla natura? fetto ſi confonde , li meſce , e lidi
6 Ma che direin del fapere? del- ftingue;s’auinenta, ſi moue, s’altera,
la mendicità humana, che ſi può di fi genera , e fi corrompi innanimato
re ? Sorge la mente noftra all'effere affatto , ò che vegeti , ò fenta , ò che
ſpogliata, ignuda, e mendica ; fen và diſcorra: anzi,ch'è più,quel numero
colmezzo de' cinque fenſi eſterni innumerabile delle loftanze fuperne
quà , e là (croccando alle porte de intellettili, in così bel Teatro , non
ſenſibili ſtranieri oggetti,raccoglien- più che ſemplice il guardo impex
do gli ſtracci delle ſpctie intentiona- gnando in giro, à godere, à penetra
li : Itracci , che delle feci materiali re in compitezza cutca sì cara ſcena;
fuccidi ritrouati, anti che ſe ne ve- Oh del ſapere angelico gloriofi van
fta , è forza che nella fonte prima del taggi al noſtro humano .
fenſo comune interno li ſciacqui ;- 7. Aggiungere il parlare, che è lo
dopo nel bugatoio della fantaſia li faccia imprimendo , ò protendendo ,
purghii & indi alla fiumara dell'in- ò pure indirizzando la ſperie eſpref
telletto agente li mondi affatto : che fa, queſto è chiaro ,non c'è biſogno,
allhora il ſarto dell'intelletto poni- chebalbettando l’Angelo ò fcriboc
bile entro allemanili prende pria , e ciando , come fà l'huomo, maneg
faunuolge; poſcia con le ceſoiee con giando,ifodando la lingua , la pen
Iago li ritaglia ,e diuide ; li cuciſce, e na, appari combinarmuti ,e artico
compone ; tanto che finalınente in- lar loquaci caratterivocalise conco
ferendo , conchiude il ſito lauoro , e nanti .
gli habiti delle ſcienze fornia , onde 8 Riflettete la'l luogo , emira
veltir ſi poſſa. Ma habiti,che appun- bilmente il vedrete, che (à baffo no
to dimendicati itracci fornati, ad Aro modo quì di capirla ) hor Gi
ogni ſpina, ò graffio di oncinata dif- gante s'allunga , hora nano ſi accor
ficoltà , che loro s'attacchi, in mille ta :G dilata da vafto , fi riftringe d'an
fquarci aprendofi,dilacerati ſcopros guſto: quando il più della sfera dellº:
no la nudità naturale di noſtra men- atciuità fua occapa in giro , quando
te ; quali benche à rimeſſe d'opinio-, ad vn punto ſolo , come che più gli
ni vengano riſarciti, vna miſerabile piace , ei fi riduce , incirconſcritto ,
pezzente ſempre però la danno à di- impartibile ſempre in ſe medefimo .
wedere. Non più non più Signori di Oue l'huomo locaro tu non allun
queſto , che della propriamiſeria io ghi , ſe no'l ſcongionti; tu non l'ac
miarrofliſco , lo vuò più toſto qui corti,ſe non lo tronchijnon lodilatis
fallegrarmi con l'Angelo , che meco ſe non lo ſquarci; non lo reſtringi, ſe
feffo attriftarini. Oh Dio : lamentenon lo pitti; e circonſcritto in giro ,
angelica non ſolo fù creata nobil- eguali ſempre ha i termini de' ſuoi
mente veſtita di ſpecie infuſe , alla di confini à ſuperficie partibile ſempre
lei natura douutaniente attillate , commenſurato.
ma dirò d'vn broccato figurato , fre. 9. Conſiderate ilmoto , e velo .
ciſlimo
Per il Venerdi della Domenica 11.di Quareſima. 179
ciffimo tanto lo trovarete , chead lia iudicia eius , gridarebbe Paolo
inſtantanea mutatione pare,che raf- Santo . Non bà l'Angelo quì che ri
ſomigli, e chepreuenga il cenno, lo fpondere , che ripugnare.Ma vaglia
iguardo, il voglio ; tanto che quel il vero che con ciòtutto non c'è co
fanciullo , che d'anninolie Conſoli fa incongrua , ò ſconueneliole nelle
Romani effendo Fronteio , e Vipra- difpofitioni diuine, ne all'incompre
Plin.li, to al dir di Plin.l.2.cap.20 . dal mez- benſibilità delli giuditij di Dio ripu
1.0.20 , zo giorno à ſera ottanta miglia con goa punto l'afegnare delle coſe da
mai interrotto corſo corçeua à pie- lui difpotte ragionidi congruenza.
di : à fianchi dell'angelica velocità 11 lo sò che lo riſolue Buonauen
ſtatua più colto immobile , che tar- tura Sacro, che ſe all'huomo è l'an- D Box.
taruga pigra rafſembrarebbe . Dite gelo ſuperiore quanto alla natura ; in 2. d.
del vigore della potenza,à petto del- pari all'Angelo è l'huomo in quanto 1. p.2.2.
la quale puerile proua fù quella, che al fine ſopranaturale della Beatitu- 2.9.2,
di Palidamante liriferiſce ; il quale dine cterna ; e l'vno,e l'altro ellendo
con vna mano fù ardiro , e potente à quella ſteſſa immediatamente or
d'affrontare , e fermare corrente yn dinato , & Eadem eftmenfura hami
carro nell'atto che à carriera , à bri-. nis , que o Angeli e però pariefſen
glia turta erano i corritori caualli do nell'ordine gracuito della cittadi
dal carettiero cacciati, e ftaffilari: à nanza del Paradiſo , l'Angelo l'bà da
petto della quale fiacchezza fanciul timare , non iſdegnare.
leſca fù quel fatto per alıro virile 12 Ma perdonatemi ò ſpiriti dei
Theo- tanto , che ci racconta il Curuio di Paradiſo , che ſe i vantaggi della na
fil. Ra- colui, che fu'l ventre ſoſtenne ad- tura 'voſtra di ſopra bò celcbraco ,
quard. dolaca vn’ancudine per tanto tem- hora non l'eguaglianze , ma li van
Theol. po , che otto fabri forzuti con ner- taggi noftri di gratia vud celebra
nat.do. 2 borute braccia à tutta pofta martel- re . Corre frà l'Angelo , e l'buono
9.1.2.1. landoui ſopra, yn ferro dicauallo vi il gioco appunto , che corre fra li
n.16 . hebbero fabrefatto . En non la fini- pezzi di vn tauoliero . Vedelte giu
roſsimo mai : Materia è queſta ba . care a' ſcacchi? lui ſon Rocchi, &
Nantc al Fiſico , e Metafiſico per te . Alfieri, ini Caualli , e Pedine , con
dioſi trattati di giorni, e meſi. Batti la Reina , coʻl Rè in duplicato efer
hauerla accennara , ſe non l'hò der- cito l'vn contro l'altro ſchierari . Si
ta , & lauerla accennata , oue ſono muouono diquadro fronteggiando
capiti i cenni foli. peſanti i Rocchije generoſi Elefan
10 Raccogliete quidunque , Si- ii , che ſulle ſpalle reggono altiere
gnorisi fili. E perſonaggio si nobile, ' torri, rompono bellicoſi qualunque
quanto è l'Angel , alla cuſtodia dels incontrano. S'auuanzano per di fian-.
l'huomo ignobile tanto ſe ne ſtà in- co inueſtendo gli Alfieri arditije bat
piegato Sin'à fargli il pedantein tut- tendo chiunque s'intoppa loro frà
Bern. ta la vita: Illes fpiritus(dice Bernar- piedi , piantano vittoriole le inſegne
fe.12.in doSanto ) profiter nos mittis in mi- colà frámezzoa' nemici. Scorrono
Pf. 170. niflerium cuſtodia noftra deputas, caracollando iCaualli, con riggiri ,
noftros irbes fieriPedagogos. 'E non e rinolte li riſtretti ſquadroni ten
lo [degna vna natura tanto ſuperio- tando aprire; cà rouinofa ftrage poi
re, come che incongruo, conie che sbaragliando , e diſipando gli aper
Iconicucuole ? e chilo cape , ò l'in- ti . E douc il Rè guerriero macito
toude : Pare qui 'l dubbio ſciolto fe'l lo , grauc di moto , pare, che più co'l
punto ſi riferiſce al comando dini- guardo gouerni, che con lo ſocco
Ad Ro- 10.Niftros iubes OC. E ' Dio quel combatra ;Amazzone bellicola all'
7.11 .
lo , che comanda. Incomprehenfibi incontro la Reina Zſi vede perlato
ogni
178 La Cuſtodia Angelica
lato ſaltare , gloriofi trofei al fein- s'acquita , e fifa Donna, onde Rei .
inipil valore ergendo in ogni canto . na dall'eſercito tutto è ſalutata.
E pezzi ion rutti queſti aunantag- 13 Signori che fece Iddio nella di
giati, che one le forze aperte,ò l'im- fpofitione dell'Vniuerfo ? Non alrro
boſcate trouano dellineinici, la riti che comporre colla Sapicar lofnin
rara prendono alle trincicre , e con ta Diuina ſua vn giuoco ſul tauolie
nuone fortite , e ritirate, hor tentan- ro del Mondo . Cum eo crom curita
do , borcedendo alla lor forte , cer- componens. Ludens in Orbe Torra
cano co'l ſeono , e con l'ardire víci- rum , così leggo nelli Premierbi, E
re co'l trionfo della giornata. Ma le quanto all'intellettuale natura com
baiſc pedine delneinico alla fronte , pofe vn gioco di Scacchi: che ſchic
con la picca alla mano ftanno por- rati dui nenjici eſerciti l'va contro
tando il peſo della battaglia . Pezzi l'altro rappreſenta . State à vedere ,
rilpetto a' primi diſauuantaggioſi ſe con ſcritture aggiuitate io vi la
purtroppo , paſſo paſſo awuanzan- ſcio mancare vn jota ſolo . Chrifto
doli fcntataniente , à pena à pena Re del Paradiſo da vn Canto ; Rex
daro vn picciol ſalto ſulle priine , Regum entro l'Apocal.con la militia Apoc.
mentre le forze intiere ſi ritrouaua- delli ſpirti Celetti ; Multitudomiti- 19
no ; cosi lor conuenendo guadagna- tiæ cæleftis : dice l'Euangelista Saito
Gil terreno à caro prezzo di ſudore, Luca . E con la foldaleſca degli huo- Lucæ c.
e di ſangue à palmo à palmo, ſenza minieletti in fulla terra . Militia eft 2.
fperanza alcuna, che impegnate in vita hominis fuper , terran ,il Santo
tra le forze hoflili ſgratiatamente Giobbe. E ſatanaro Rè dell'inferno
youandofi , pollano co’l ritirarſi, al dall'altro fi Satanas, Satanam , ex
periglio ſoteçarne la propria vicaw . cit ,quomodo ergoftabit Regnum eius?
Ma che fanno ne i loro vantaggi in Matteo: con la militia delli (pi- Mati.
fermiqueipezzi primi: di Cauallo riti Infernali. Non eft nobis collu-C - 12.
ilCauallo , c d'Alfiero l'Alfiero mai Etatio aduerfus carnem , o fanginem Eph. 6 .
ſempre ferue ;ne perche faccia ſcor- fed aduerfusRe& orestenebrarum ha
rere infrà le ſchiere oppoſte di fan- rum , dicea S.Paolo : e con la ſolda
gue vo fiume, e penetrate le più for- teſca delli reprobi in fulla terravị
ti falangi alRè vicine, con replicari lenti conforme à quel del Salmiſta;
ſcacchi glidia la fuga , emostril'yl- Conuenerunt in unum aduerſus Do- Pfal.2,
time proue, prone in fine della ſua minum , aduerſusChriſtum eius.
fede , e valorej adiuiene perciò, che Pezzi auuantaggiati ſono quelli de
ipai l'vno s'auuanzi all'ufficio dell- gli Angeli , onde in riguardo dell
altro, e carica minore nella maggio- huomo di lor fi diſſe nell'Euangeli
re coinmuti . Ma la pedina ne luoi co teſto. Quiminor eft in Regno Cæ- Matt,
diſaunantaggi in vno più auuantag- lorum , maior eft illo: e re ſcorrendo 11 .
giata , poco a poco co'l piede tanto ligite , li trouarete in diuerli gradi
affarigata ſi tira auanti, che paren- dilpoſti , & ordinari d’Angeli ,d’Ar
do , e portando ;che toffrendo, e ſpe- cangeli , di Poteſtà , di Troni, quaſi
rando ; infrà li riſchi, infrà le doglie che Caualieri ,che Alfieri , che tor
di morte , pure alla fine arriua à gli reggianti Rocchi: & in tal forma ap
alloggiamenti del Rè nemico.Spun- punto entro del Sagro teſto vengo
ta le guardie prime;le ſeconde isfor- no rappreſentati . În forma di Ča
zaie l'vltime laſcia isbarattate : c ualieri preſo di Zacch , Profeta. Ec
guadagna la bandiera , e ſi fà Alfie- cevir afiendensfuper equum rufu:m , Zac. c.
roiemonta in ſella , e li fà Cauallo ; o poft eur.z.egwirufi vari , aa'allóz. 1 ,
carica di Rocco prendes e penetran- In fórnia d'Alfieri nell'Effodo forto
do la tenda feſta rcale , la Corona l'inſegne di bianca nube di giorno ,
di
Peril Venerdì della II. Domenica di Quareſima. 179
di fiammeggiante luce di notte , A , ocal. fi troua ſcritto ; Et Diabo- Ap. 2..
conducendo odunate le Genti He- lus., quiſeducebat eos , millies ift in
bree; che però diile il Salmiſta . ftagnum ignis , ſulphuris , zbiego
Eduxit illos in nube diei , tota beſtia , Pſeudopropheta cruciabun.
P8:39. notte in illuminatione ignis . Et in- tur die, ac noéte in fecula feculo
forına di correggianti Rocchi , che rum ? Ma vaglia il vero , che per
mobili monti rappreſencaliano à quanto ſi adoprino , valoroſi li nio
Dauide ja giro di Santa Chiefa all- ſtrino , prodezze facciano , e las
hor che cariffe ; Muntes in circuitu vittoria acquiſtino queſti Angelici
eius. Paſi turci, che de gli Angeli Pezziauuantaggiati ,non trouarete
Pf.124. ad litteram ſono interpretati. An- però , è in ſagro Telto , ò in Teo
zi ſe deſiderate vedere queſti pez- logo alcuno , che l'vn minore s'all
zi ſchierati , fchierati li vedrete uanzi, ò fia per anuanzarli alla ca
colà nel quarto de'Regi : Ec- rità dell'altro , che ſia maggiore.
4.Re.6.ce mons plenus equorum , car- Angelo fia ſempre l'Angelo , mai
runm igneorum in circuitu Elifei. farà Arcangelo :ne l'ArcangeloTro
Se bramate trouargli à duello au- nu , fic de cæteris : ftabile ciaſche
uanzati; duellanti li trouarete nell'- duno nella ſua Gierarchia , e nell'
Appoftolo Giuda.Cum Michael Ar- ordine ſuo inuariabile . Ma l'huo
cangelus cum Diabolo diffutans al mo , ch'èla Pedina ,il Pezzomino
tercaretur.Se volete mirare ſoccorſo re diſauuantaggioſo in ſe Reſſo , di
vn pezzo dall'altro ; in Daniele l'ha- cui in riguardo della natura dell'
uete chiaro: Michael vnus de Prin- Angelo li diile dal Profeta Reale ;
cipibus primisvenit , in adiutorium Minuiſtieum paulominusabArge- Ff :1. 8.
meum . Ne mancano le Zuffe più ar- lis : e le ne mai ſempre del nemi
M rabbiate : Michael, o Angeli eius co alla fronte con la picca alla ma
Dan .10
. præliabanturcum Dracone :0 Dra- 10 , portando il peſo d'vna barta
co pugncbat, Angeli eius entro l'- glia si fiera , come quello cui fem
Apocal. E le rouine, le ſtragi, & i pre il ſuono all'orecchio rimbomba
4. Reg. crionfi colà nel quarto de'Regi.Ve- di quella troinba appoſtolica. Fra.
23 : nit Angelus Domini, percufit in tresvigilate , quia aduerfarius veſter 1. Pet.s
Caſtıs Aſyriorum centum octuagin- Diabolus tanquam leo rugiens circuit
ta quinquemillia & altri molti. E querens quem deturet Circuit tan
cosi vanno ſcorrendo , fronteggian- guam hoſtis obfidens dice la Chiola.
do di fianco , caracollando , le lor- Vero è, che à pena dato il primo
tite facendo , le ritirate dal Cielo in falto nella gratia là net Batteſimo ,
terra , da terra in Cielo , come pallo poi Mentatamente ſi auuanza
Giacobbe il vide sù quella ſcala , con gli atti ſuoi meritorij al modo
Gen.c. fialam ftantem fuper terram , a ca- di chidiceva. Quæ quidem retro Ad Ph.
23.
cumen illius tangens Cælum , An- funt obliuifiens a
, d ea verò , que 3 .
gelos quoque Dei aſcendentes , de- funtprioră, extend:ns me ipſum ; c
cendentes per eam . Scala, che ſe di gli comiene guadagnarti il terreno
più colori era intrecciata , d'vna fca- à caro prezzo di tudore , e di fan.
chiera i gradi ben’anco gli poteua gue , à palmo , à palino ; legge fta
rapprefentare. A questo modo col tuita già dal medeſimo Re , che
fenno , e col valore tentando víci- Regnum Cælorum vim patirur , Matt.
re victoriofi dalla giornata , che fe- violenti rapiunt illud . E ciò ſenza ' I.
gairà il giorno del giuditio finale , ſperanza , che impegnato intra le
quando che'l Rè nemico , caduri i forze hoſtili ritrouandofi à forte ,
pezzi ſuoi curti , riceuerà nell'vlci- pofía co'l ritirarli à dietro , al peri
mo quel ſcaccomatto , di cui nell- glio ſottrarre la propria vita ; ellen
Z 2 do
Iso LaCriftodia Angelica
c'o proinnigaro l'Euwogelico bando, loro giorno , ſe non Reina che oc: i
L : c. 9. che nemo muittens inanim ad ara- cupaca per ſempre è già la piazza ,al
trum , refpiciens retre, ajtus eft meno alıneno dimerito , e di gloria
Regno Der;ondeneceffitato lì troua fuperiore . E così Pezzo aguantag
Ecclif. ò di vincere , ò di morire , che ante giato corre prontiſlimo ad arrecar
IS . bominen ; vita , nors l’Eccleſialti- gli ſoccorſo all'occorenze , comeil
co ſcriffe. Tuttauoline'luoi dilaul- Cauallo , il Rocco anco al loccorſo
tantaggi vantaggiosa Pedina all’An- accorre della Pedina.
gelo ſi troua l'huomo , mentre che à Is Che fe tanto ſtimato è l'huomo
poco a poco co'l piede affatigato dall'Angelo per vederlida cdo au
Ad Phi tanto ſi tira auanti dicendo, con San uantaggiato più volte in meriti , in
lip. 3• Paolo ; Si guanacdo comprehendam ; gratiasin gloriaiper veder foruanzari
zi Cor. che patendo , c portando ; In multa oltre à gli Angelici anco i Serafini
6. patientia et tribulationibusje ſoffren Cori da vna Donna Reina : dite a
Ro. 12. do, c ſperando; Spegaxdentes in tri- dello ,che ſtima kor ne farà dopo del
2. Cor. bulatione patientes; infrà li riſchi,in- Verbo incarnato in gloria alcelo ,ve
6. frà le doglic di morte ; In plagis ; in dendo,anziadorando vn'huomo ld.
carceribus : quaſimurientes , o ecce dio alla deſtra del Padre Erere , in
viuimus ; pure alla fine s'auuanza à Cielo aflifo ? Era ſtimaro l'huo.no
gli Angeli, oltr'à l'Arcangeli, dilo- colà dall'Angelo ,è vero ,anci l'Incar
pra a'Troniserà Cherubinie Serafini narionedel Verbostuttauolta gittan .
li pianta: che più allungarla ? Pedina doſi à di lui piedi proſtrato il Patriar
humana li è ritrouata, che rorto il ca Abramo nella Gen.al 18. non1'
capo al Rè nemicoloruanzati i Pez-. impedi quell'Angelo ,ma ne riceuet
zi tutti de gli Angelici Spirti, e gua- te l'honore,o adorant in terrâ.An
daguataCorona , lato al Rè G & po- gelo fanto che faite ti perinetti a'pie
ſta, e Donna , e Reina dell'Eſercito di proftrato à terra vn Perſonaggio
tucto della Militante , e Trionfante di ſchiatta nobiliffima tanto quanto
Chicla è falutata . Maria Vergine è vn'Abramo ? Che ſchiatta che no
Lxc. 1. ſempre nonmi laſcia mentire . La biltà parmiriſpôda l'Angelo ,vn pez
volete Pedina? Ecce Ancilla Domini. zo diterra fccca , che fù l'altrbieri
Chiedete rotto il capo al Rè nemi- ammaflato di fango vilc ; De Lima
Gcn . 3. co ? Ipfa conteret caput tuum.La bra- terra: eh laſcialo itare in fulla terra
mate foruanzata a ' pezzi tuttidegli boccone, cli'è la naturale miniera
S. Ecc. Angelici Spirti? Exaltata eft Sanita fua: e non è poco fe con la bocca ar
ſuper choros Angelorü. riva alli piedi di mei diine, cheſono
Dei genitrix
la deliace porta allato dell'amnicoRè vnio de Primogeniti concetti della
PL:44. con la guadagnata Corona in capo menteDiuina,che primum Angelos,
Aftitit Rrgina à dextris tuis. Final- ac Cæleftes Jpiritusexcogitauitdice
mente cercate vdirla ſalutata Rei- il Teologo di Nazianzo. Parto coe- Naz .
na , c Donna dell'Eſercito tutto dal- uo nato che ſono altempo, alla ma orat. do
la Militante , e Trionfante Chieſa ? teria prima nel Cielo empireo , che Chrifti
Aue Regina Cælorum , Aue Domina quatuor fuerunt primo creata fci. Natis .
Angelorum . Ob gloriofi vantaggi di licet Cælum empireum , Angelica na
queſta noftra natura humana lopra tura materia prima,őtempus, come
dell'angelica , quanto alla gratia . di certa Chiola il Serafico apporta. D.Bon .
14 Qujui egli è dunque o Signori, Eh à bellagio vn poco ſpirito delPa - in2. d .
che non iſdegnal'Angelo la cultodia radilo fe'l naturale non Itimiſtima il P.2.4.2,
dell'huomo, non lo diſprezza in ter- gratuito . Vo’Abramo tapto illumi 9.3 .
ra diſauantaggioſa Pedina, ma lo fi- nato da Dio, che te vedendo con due
ma, l'honora ,gli tien riguardo,pero- compagni tuoi, in voi conoſce il Sa
ebe métre s'auuanza dipaſſo in paf- gramento recondito delle tre Perro
fo ,non sà,fe in Ciclo fia pervederſe- nc Diuine in vna indiuifibile efſenza
Per il ??cze: dcllı 11. Domnestica di Quareſima. 181
realinente va Dio onde,in miſtero di porte iſteſſe del gabinetto regreto
trè,chc fetc ,vn folo v'adora. Che il- della diuiniflima Trinità Labbiano i
kuninuto da Dio ? replical'Angelo feggi locati; Sanctiffimeille , anti- Diony.
vn’intelletto , che tanto di grecia quilomeg.virtutes cum veriſſima fint, Areop.
incrottatura di creta opaca tende et velutiin valuis fuper ſubſtantialis de diu.
do , bucluma dentro d'vn 1pecchio , Trinitatis collocat & dice l'Areopagi- Nom .
che rappreſenta in ombra, in ſcu- tadiuino. Eh dice S.Idelfonſo.Non fà 6.4.P.4.
rosio ziffra i per fpeculvin in anigma- l’Angelo ancora tutta la ſtima, che D.Ilde.
te : Eh laſcialo ftare co'l viſo à ter- pare à noi dourebbe di queſta noftra lib . de
ra , à terra diſteſo , ch'è il contor- natura humana . Orsù io l'ho inteſa. Virg.c.
tatiuo proportionato alla ſua viſta. Quoniam in Abrabam nondum in 11.
E non è poco , ch'egli arriui à diſco . Cbrifto erat aſſumpta perche à cempi
price con l'occhio l'vltime piante di d'Abramonon fi trouauaper anco
ie; di me, che ſono vno di quelle a- affunta all' hipoftatica vnione co'l
quile volanti intellectili, che occhio Verbo eterno.Macito ne Ità à vede
di mente teniamo così purgato , che re:prenda carne il Verbo. Et Verbu
porta primo,e ſopportaquel
diuinit- Carofa tumeft. Si getti adeſſo àpiè Ap.22.
ſimo raggio , che dalla sfera trè volte dell'Angelo per adorarlo Giouanni
pura della Trinità Sagroſanta lam- l’Euangelifta.Cecidi,vt adorarē ante
peggiante ad extra deriua.Primipu- pedes Angeli, Guarda , grida toſto
re Trinitatisradium ferunt;onde ſe quell'Angelo. Vide ne feceris :legati
condo lume chiamato ſono del pri- che non lo polo perniettere in con
mo laune Dio, d'ogni lumefontana , to alcuro; non ſono io più che tuo
quali ruſcello corrente : Secundum concamerata ,ò Gio: nel ſeruigio co
lumen eft Angelus Primi illiuslumin mune delnoſtro Dio : conferuus runs
nis quaſi riuulus. Teologia di Grego- fum . O là Angelo Santo, che compi
rio Itello orat.exhort.ad Virg. Alme- rezzeſon quelte? e chi è queſto Gio:
no almeno, Angelo mio , douceſti ba- che tanto itiini? t'arricordi ? Vnodi
uer riguardo a quanto per caro ami- que' pezzi di terra vile (t’arricordi ? )
co lo tenga Iddio , che non sà aſcolo di quei illuminati in ombra , di quci
tenergli quali che dilli, ſegreto alcu- ſchjaui di Villa, ruftici, e polueroſi.
no , ondeI'vdirai direfrà poco ;Num Oh è tu nobiliflimo ſpirito di Para
celare potero Abrabam que geſturus diſo, chiariffimo lume dell'Empiree
fum ? É coſa di riſo conchiude l’An- sfere ; intimo priuato del Rèdella
gelo ,vno di quelli amici, ch'eluli re- gloria,e te gli chiami conſeruo:Can
legati ſono tenuti longi daCorte , ne ſeruustuusoue ſono quei tuoi vanti
mai le porte videro della Real Città; pallati? oue quali dirti le derife no
condenuai alle forelte del Mondo Itre baſſezze? Ohgran mercè alVer
ballo, quaſi ſcbiaui di Villa à ſuiſce- bo , che fi è brunanaco,grida Sant'll
♡ rare la terra,onde I'vdirai tu pure frà defovfo.In Ioanne azdēideo hanc na..
poco, che non sà replicare à Dio vna turam fe adorare Angelı probibent ,
写 ſeconda inſtanza, ſe non fà ſcuſa pri- quia hancfuper fe in fedemaieftatis
ma della ſua ruſticità , confeſſandofi adorāt. Ah parmi dica quàl'Angelo:
jmuolto in polue, e cenere , come chi hò i piedi in terra, ma hò l'occhio in
ſe ne viene dalla zappa , dal raſtro , e Cielo; che Angeli eorum fimper.vi
dall'aratro. Quia femel cæpisloquar ad dent faciePatris:E vile Atimarò ſulla
Dominummeum ,cum fim puikis, a terra il vaſo dell’huinana natura ià
cinis. Laſcialo dunque ſtar proſtrato cui la fuflittenza relatiua del Verbo
in terra,ch'è la conueneuole sfeca al- vn picde ferina la su nel Cielo ? Er
l'opere ſueic non poco pareggi la ſua Hom , factus eſt.El'humano intellet
fronte le pedace de' miei piedi, ch'el- to farà da me qui ballo (prezzato ,
ſer mi yanto vno di que' primi Baro- fatto l'Erario in alto de terori tutti
niche nella corte fuperna , in ſulle della Sapićza,e della Scienza diDio ?
182 La Cuſtodia Angelica
In quo funtomnes thefaurifapientiæ, terreni , d'vn titoluccio mondano ,
“ fcientia Dei ? e (degnarò chia- d'vn guitarello carnale ſchiano in
marmi conferuo d'vn' huono al catenato ſeguendo le potelià tiran
Mondo , fe viuo alli feruigi nel Cie- niche giù dell'Inferno : oh moftruo
lo.Empireo d'yn'huomo figlio natit- ſo aſpetto : veder vn'huomo , la di
rale di Dio ? D :1.enim filuis Iefus cui inferiore natura , e dall'angelica
Chriſtus. Nò no non è poſſibile , fuperiore per li gratuiti doni si ciue
ch'io mi peimitra à piedi proftrato rita , che non ſe la permette proſtra
yn'huomo , mentre che vn huomo ta à piedi, vederlo, dico , idolatra ,
io 4oyondla deſtra ſedonte del Pa proſtrato al ſenſo , al ventres quo
dre lddio: no no non è poffibile, che rum Deus venter eft. Ne perché la
adorare io mi laſci da vn'huomo in ragione di sì fatra pazzia fortemen
terra , mentre che vi haomo Dio telo (gridi,ne perche la fede di cosi
io tò adorando nel Cielo , che di- granie perdita rigorofamente il ri
1prezzır non poſſo entro ti ſudditi prenda ; ne perche l'Angelo ſteſſo ,
: quclla natura , che in alte feggio di che Cuftode gli allifte inſeparabile
gloria in Paradiſo contemplatore al fianco , diraggione , e difede vi
beato io lò ammirando . e però vi- uacemente i motiui non celli d'ecci
de ne feceris ? Ideo bant in fubditis targli, e ſuggerirgli; oſtinato ad ogni
non contemnunt conchiude il Padre; modo fi rilente,li ſcuote , gli corrit
quia eam fupra ſi in ſedegloriecon- ſponde . E quinci è poſcia , che da
templantur . Eldegoarafli dunque vn sì fatto oltinato l’Angelo ſottrae,
conteruo l'Angelo cuftodirciscurar- ſe non il piede y la mano , in quanto
ci , accompagnarci? E ftupirò , che che (fcriue .Bonauentura Santo) le D.Bon.
tanto inciò limoſtridiligente , folle- bene s'adopra in ritiralo dalmale,li in 2. d .
, cito , & accurato ? che non vada ſempre precipitando 41. art.
16Ahtiupitò più coſto , che do- nelpeggio ;ad ognil'eccita
ue è l'huomo così ftimato dall'A11- lo ſtiinola , più non modo alpiùbene
non, 2.q.1.
gelo , & honorato ; da ſemedeſimo alla virtù :femper retrahit hominem ,
pofcia tanto l’huoino ſteſſo fi abbaf- ne labatur in peius;ma non confir
ſi , e dibrutta infamia ſi sfregizoueuat in bono , non perducit ad bonum ;
l'Angelo non permette efter dall- e così douc prima lo ſtimaua,hono
huono adorato in fulla terra , ilho raua , e riueriua , lo {prezza, poſcia,
fulla terra l'huomo vada le feccie , e l'abbomina , e lo dildegna : merce
je bruttare più vili idolatrando. Ob ch'effendo la gratia , i gratuiti doni
bafſczza , oh vilcà, oh brutto sfregio quelli , che fanno l'buono dall'An.
d'infamia . Veder'vn'huomo creato gelo ſtimato , honorato , e riuerito :
dal grand'Iddio per le ricchezzeyper oue oftinato , impazzito , indianola
gli honori reali, per gli gutti gli to li rifiura , li getta , e li calpestawy
amori del Paradiſo , e lino in terra non hà l'Angelo in eſſo più che ſti
portato in palma di mano , non che mi , chehonori x e rilierilca y male
accompagnato ad ogni paffo da no- fole ballezze, le miferie , le colpe ,
bilifini Ipirtidiquella Corte ſuper- che diſprezzi ,che abboininii e che
naiche Angelis fuisDeus mandauit diſdegni Ma oh Angelo Santo sù
de te ut cuftodiant te in omnibus zijs non habbia quel peccatore oftinato
tuis ; in manibus portabunt te : ve- più vantaggio di gratia , onde meriti
derlo , dico , trapportato da beſtiale, d'eflere da te ſtimato ,e curato : alla
Ron che morbola fame canina , à fin tine egli è huomoi e come tale
guila d'vn (gratiaro Erau vendere per inferiore che di natura ti fia , egli
primogenitura sì cara qnali che per per natura pur'anco ri e fratello e
quattro lenticchie di quattro palmi non fratello per la naſcita coinune
anco
Per il Venerdi della II.Domenica di Quareſima. 183
anco alle beſtic , 'e 'le pietre , che la de gli altri pare vgualmente ſe ał
creatura riguarda : nd , ma per ra- viuer loro fi tien riguardo , habbia
gione del ſapere ,e delvolere,il qua. no poſto l'vltimato lor fine in que
le è vn modo di fratellanza molto Ata vita caduca ? non meno che lui.
particolare , nel quale s'vniſcono , po il gololo non conoſce altro be
conforme alla ſpeculatione di Gre- ne , che empirſi il ventre : NOIL
gorio ſanco il Niſſeno , la ragione- men che volpeil maligno ſtà ſem
uole humana , & intellettuale natu- pre ſull'ordire ingannial proſſimo:
ra angelica Frater enim quodammo- non inen che orlo il rapace ſempre
do hominisanimo Angelus eſt ratio- hà gli vnghioni fteſi a' dannialtrui :
nali quippe , o intellectaali natura non men che tigre il crudele altre
fecum annecluntur : c potrai dunque delitie maggiorinon riconoſce ,che
talmente abbandonar quello , che ſtracciare ,fuenare i corpi huma
tiè fratello ? ne ci violentarà la na- ni : non men che cane il detrattore
tura , à quelli officij d'amore , a' rode , morde , rugiſce, abbaia , e
quali la gratia calpeſtata da effo più fpuma : e del dishoneſto non meno
non ti và obbligando ? Ahi parmiri- che del più fozzo animale ſi può
(ponda l'Angelo , che natura , chc cantare hanno poſto del fango ogni
fratellanza ? Homo, cum in honore lor cura : ch comparatus eftoc. Di
effet , non intellexit ; comparatus eft beſtie sì fatte l'Angelo del Paradiſo
iumentisinfipientibus , o fimilis fan hà da curarſi ? Čurile il Diauolo
Elus eft illisMentre
. chi ofinato in pure che ſono ſue , comme che alca*
peccato d'eſſer mcco affratellato fi sabolo , che alſerraglio infernale già
vanta , Vantiſi pure fratellodelle be- depucate . E non ti s'isorridifce lo
ſtie, dellefiere irragioncuali, ch'iai fpirito , ò anima in peccato oſtina
L.
nell'opra ſua trouarà il vincoloſtrec- ta , all'intenderti totalmente abban .
to di fratellanza . Non è il corpo donata dall'Angelo , ch'è tuo Cu
. fenfibile , che faccia l'huomo frarel- Atode; fatta di poteſtà del Diauolo ,
lo dell'Angelo ,no : è l'animo ragio- che incatenata ti guida dannaca al
neuole : Frater Horinis animoAne la miferia di Itabolo d'ecernità ? Eh
gelus eff,dico Nilleno, a rationabijo ben ſi vede', che affatto affatto di
intellectualı natura connecluntar. Ma troui imbeftialica . Ma perche huo
il peccatore oftinato , non facendo ipini in effecto voi Signori jo ſtimo,
conto dell bonore fattogli dall'Altif- in effettod'humanità Chriftiana ab
fimo con la ſua natura,perduto hà l'- bondeuole l'elemofina dalle voſtre
ellere ragioneuole in quanto all'acto mani ſi aſpetta , e piglio fiato .
fecondo , e da ſenſibile ſolo a porta ,
eviue . E per l'atto ſecondo ,è l'at- SECONDA PARTE.
to primo ; che non per ftare otiofa è 07 : ? li
is natura creata ,ma per operare 17 Soccorso degli
attualmente cfiftendo la fomitenza:
noft , fà di inif
Angeli Cultodili
ben con
dlinque perduta ancora là l'angeli- ri tieri oscere
ca parentela » & appaventato con li periglio , nel quale ſtiamo, & it bito
bruti animali fi troua menando la gno , che in conſequenza n'babbia
ſua vita àfomiglianza di quelli . Ho- mo: & eccolo in dueparole . Egli è
mo cum in honore c. Che differen- perigliosegli è biſogno di guerra , e di
2a corre frà il.lupo ,e'l goloſo ? la guerra contro i Diauoli dell'Infer
volpe , e'l maligno : l'orſo e'l rapa- no . Militia eft uita hominis ſuper
ce la tigre e'l crudele ? il cane , e'l terram ,diceua Giobbe , iduf pugna
detratcore ? il più ſozzo animale , elle contra Daemones , ſpiega la Chiola
dishoneiio ? mentre de gli vni , c ordinaria . Ciò poſlo : cercantone a Pla
184 La Cuſtodia Angelica
tone de Republica , come a polla na,e diuina ; cui ſpalla få il terrapie .
bene aſſicurare vna Piazza , edice no gagliardo della conſcienza più
Fortifli mis muris circundata l'ini- retra . Larga, c profonda la folla del
tas , ſtrenuis militibus cuftodienda timordiDio ſe le affonda allipiedi;
tradatur ,qui irruentes hofte's deijcit, e non le manca la contraſcarpa ag
e accedentes de longe ſtare compel- giuſtata della Chriſtiana prudenza :
lent,cerit Coutas furtir, dinis mu- Topra di quella s'aggira la copertand
res circundara Ciuitas . Vuoitu al ſtrada delprouido auuedimento , il
pofiibile allicurare vna Piazza ? ve- quale dominato dal ſommo della
difà, che ſia cinta d'vna grofia mu- muraglia con i primi conoſcimenti
raglia , così diceua Platone ; & ag- dinatura,e di fede i netto diſcopre il
giungereino noi, iui ſpalla faccia vn decliue della ſpianata tutta di que
terrapieno gagliardo , larga , c pro- fta vita caduca. Le cortine delle para
tonda la folla , s'affondi a piedi; c lioni huniane ſono ſoggette alle
non le manchi la contraſcarpa ag- ſpazzate de baluardi de gli habiti
giuſtata . Sopra di queſta vna co- virpiofimorali : queiti diſpoſtiin .
perta ſtrada s'aggiri , che dominata guiſa , che gli yni da gli altri vengo
dal ſommo della muraglia , netto no fpalleggiati , e difefi per la con
diſcopra il decliue tutto della ſpia- neflionc frà loro delle virtù : alle
nata Siano le cortine ſoggette alle porte del voglio i ponti leuatoi de'
spazzate de'baloardi ; queltidiſponi propoliti più riſoluci ;con le Saraci
in guiſa , che gli vni da gli altri ven- neſche delle promeſſe , de' voti : più
gano (palleggiati, s difeli : i loro auanti i cancelli delli diuoci eſerci
ponti leuatoi alle porte ; le loro fa- tijpratici eſteriori : le mezze lune ·
racineſche ; i cancelli più auanti , le delle precautionidiſcrete , & aude
mezze lune , che sò io autto ciò fa duce ;che sò io ? in ſomma non ſi de
ricerca à vna Città di fortezza . Ma fidera in ella alcuna delle foddette
Baſterà ò Platone ? Carà con queſto, monitioni guerriere. Ma baſta quie
licura Nòriſponde, maſtrenuss mi- fto Signore ? farà con queſto ſicura
litibus Oc. vi li richiedono poi valo l'aniina fedele dall'infernal nemicol
roli ſoldati, chela ditendano: hora Nò riſponde: i ſoldací mò fi richieg
con generole fortite lungi tenendo gono alla difeſa ; che facendoſi ardi
ilpeinico ;boracon pecco intrepido ti hora alle mura , hora al campo ,
ributtandolo dalle mura afſalite: ve- rendano vani al nemico le inualio
gliando , guardando , prouedendo , ni, e gli affalti : altrimente , milera ,
accorrendo fedeli, prudenti, e por. che mentre il Diauolo la ſtà oppu
deroſi ; oh à queſto modo a'mate- gnando,renta ,ſpia,luſinga,bacte,vfa
riali munimenti della Piazza accop- l'arte,e le forze, pertinace, indefeſſo
piandoſi il preſidio di militia sì fat- tira à lingo la guerra i meſi , egli
ia , G potrà date per Piazza allicu- anni,cutta l'erà inciera : eh ella, che i
rata . Et erit ciuitas fortitudinis, Cittadini voleri legati in certo mo
altrimente farà Piazza dipreda , do a trouaalla corrottibil mafia di
perche alla fine non c'è follas , queſto corpo terreno; ſtancat isinna
che non li pali , non c'è muro , riditi, attediati dal continuo armeg
che non ſi ſcali, ſe manca il difen- giare di giorno, e notte ; Colleuati à
ſore, che l'impediſca . Oh dite , guerra ciuile gli animali appetiti :
adeſſo , che Città di fortezza è que- irportunati da proprij tumultuarij
At'anina noftra , Vrbs fortitudinis affetci: oime, che ità mai ſempre di
noftre Sion nel Profeta lla. , e per punto in punto in periglio di ſorpre
tanto la cinſe Dio all'intorno colla la, ò tradimento al portello del libe
groffa inuraglia della legge huima- ro lo conſenſo ;onde à ſacco ſia po
na
Per il Venerdì della Domenica 11.di Quareſima. 185
fta da Satanaffo. Dunque i ſoldati ci l'anima per depredarla . Salta Mi
vogliono,che l'aficurino . Ma quali chele il Generale ftello in campa
ſono queſti difenſoriſoldati, ſe non gna, & accampatoſi contro dell'Iai
gli Angeli SantiCuſtodi noſtri ? Oh mico , lo rompe, lo sbaraglia, lo dif
Ifa. ca. quefti li fanno al muro dice Iſaia fà , e la combattura amica Piazza.ee
62. Profeta à ribattere gli aſſalti di gior- caua fuor diperiglio :immittet An
no,e dinotte;SupermurostuosHic. gelus Domini in circuitu timentium
rufalem conftituiCuftodes : tota die, eum , eripiet eos . Felice legge .
o tota nocte in perpetuum non tace- Caftrametajus Angelus Domini ne
Bern . bunt. Oue Bernardo Santo . De Ano circuitu timentium eum , eripiet
ſer. 77.gelis, inguis , di&tum eft, non abnuo : COS .
in Can. omnes ſunt adminiſtratori Spiritus . IS Ecco dunque dopo iperigli, &
Quelli li fanno al campo dice la i biſogni i ſoccorſi, gli aiuti di que
Reg.c.4 Storia de' Regi allontanando l'ho- Ai Angeli Cuſtodi noltri. Argomen
Itili inuaſioni con generoſe fortite ; tamò tu , ò fedele com S. Bernardo, Berna.
Mons plenus equorum , curruum Quantam tibi debet hoc verbum in- en pris.
igneorum in circuity Eliſei : oue ferre reuerentiam , afferre dexotio
Ambr . Ambrogio Santo . Exercitus Ange- nem , conferre fiducian : reuerentiam
in glof.lorum praſidio fibi adeſſemonftrauit, pro præfentia ; deuotionem pro bene
Quenti infine fedeli, prudenti, e po- nolentia ;fiduciam pro cuſtodia. Che
deroſi vegliando ,guardando ,proue- riuerenza , chediuotione, che fidu
dendo , accurando , ci aſſicurano in cia non ti delle cagionare in cuore
modo, che quando da noinon man- vna sì fatta dottrina ; riuerenza per
chi , il loro indrizzo ſeguendo ſotto la preſenza d'vn perſonaggio sì gran
la protettione diuina,non habbiamo de', quanto è vn'Angelo Beato , che
da.temere vn punto delli nemici. ſempre ti afliſte al fianco : diuotione
Mercè, che Angelis ſuisDeus man- per la beneuolenza tanta, che ti por
dauitde te , vt cuſtodiant te , dice il ta , eti inoſtra : fiducia per la culto
Salmilta . Fideles ſunt , prudentes dia sì grande , ch'eſercita à conto
funt, potentes funt: quid trepidamus, tuo: queſto queſto argomenta xe la
Bern.dice Bernardo Santo: tantum fegua- rà forza ne caui , come lo ſteſſo Pa
fer. 12. mur eos,adharcamuseis, o in prore- dre lacontempla: Simus ergo deuo
in qui étcine Der Coli.com moremur . Sei ti , fimus grati tantis cuftodibusire,
habitat Diauoli s'ingroſſano a darininoftris damemus eos , humoremus eos quan ,
coſto s'ingroſſano gli Angeli ànos tum poffumus , quantum debemus :
Atro aiuto : Siafcendunt maligni, vt dunque dunque è ben giuſto, che
circumueniant, defcendunt , benin fiamo loro diuoti , che ſiamo loro
gni Angeli , ut fubueniant nobis : ſe grati, in ricambio di quell'amore,&
quelli ci perſeguono :c'incalzano per honore,che maggiore potiamoloro ,
trucidarci ; queſti fatta l'imboſcata e dobbiamo portare', eſſendo tanto
trà mezzo , ſaltano loro alle ſpalle , da elli amati,& honorati.
egli mandano à fil di ſpada , Così : 19 Ma oh - fciagurati di tanti , c
Orige, lodice Origene dell'infidie poſte tanti de' Chriltiani, che in vecedi
hom . 8. da Gioſue à quelli d'Hai . Hi funt
inlofua Angeli , qui videntesnos infecta- diuioti indiuoti : di gratiingrati li
moſtrano à quelli AngeliSantijſen.
8. tionem Demonum pati , inſurgunt z'amore, che verſo di eſſi à dolce
aduerfus eos , qui nos infectantur affetto gli accenda : ſenza honore ,
omnes eos poft tergum cedentes che giuſtamente vengano loro à tri
interimunt ; e quando auuenga in- bucare. Spirti Celeltis nobiliſſime
ſomma , che Saranaſſo ſtringa con Intelligenze diParadiſo, che dalla
rinforzate forze la miſtica Città del culla al ſepolcro , dalАа
primo vaggito
all .

1
I 86 La Cuſtodia Angelica
allellremo Corpito ci alliltiate al & affettate: ſerbano à pena veftigio
fianco , per noi vegliando di notte , oſcuro di folla del timore ,di Dio
pernoiopran do inno , in facig.- riempita da ſperanze, e fidanze fal
bili, in eparabili, Luisdonando le laci , e luſinghiere ; ſcaduta la con
noftre corporali batezze ; compa- traſcarpa della Chriſtianaprudenza ;
rendo alle noſtre fpiritualimilerie ; facra vn dirupo confufo dimalitio
illuminandoci la mente ; ſtimolan- la fecolarefca fagacità ; perducą .
doci il cuore ; conſecuatori ai que- affatto la ſtrada coperta del proui
fta fracida carne , non chedello ſpi- do auuedimento , adeguata , ſpiana
rito incorruttibile ; reltimonij ſein- ta da temeraria pazza profuntions
pre di viſta dicutto quel peggio , che à cui inefficace per il più riuſcendo
rende noi ſtefli à noi qedefimi in- il dominio de i primi conoſcimenti
fo portabili ;e li troui frà noi , chi di natura , ç di fede ; inutile rieſce
puti l'hore : sì l'hore , igiorni, ime- anch'ella à ſcoprire la ſpianatan
fi , gli anni; manco poco non diſli, della noſtra vita , ch'è di già fatta
la vita cutra ſenza vn ricordo della vna ſelua di corruttele, e d'abuli ;
preſenza della cuſtodia voſtra ; ò fe diſordinate le cortine delle paflioni
pure vn ricordo ; così indiuoto , c humane iſconcertate: leuata lor la
ſecco , che non lo moua ponto à ri- difeſa de'baloardidelle morali vir
nerenza , ò riguardo , ad iftima, ad tù , che la caduta del vitio và di
amore , à ſegno di gratitudine al- ftruggendo Alle porte del voglio
cuna ; one dourebbe ad ogni iftante tolti i ponti leuatoi de' riſoluri pro
humiliarſi gradire , ringratiare , lo- pofiti, & in Jor vecepofte le infie
dare , riucrire , feruire ? oh huomi- uolite fauole delle fiacche velleità ;
ni non meno di ruftici ſentimenti rotte da ruggine di traſcuraggine in
imbaitarditi nell'animo , che di ru- tereſſata le ſaracineſche delle pro.
ftica terra ammaſſati nel corpo : oh meffe , e de' voti : infraciditi i can
meriteuoii troppo d'eſſer priuati ſe celli de' ftrapazzati eſercitij eſterio
non dell'opera voſtra ( già che'l de- ri de'voti : sformate da inconfide
creto Diuino non lo conſente ) al- ratione animaleſca le mezze lune
meno dell'effetto feliceà danno lo- delle precautioni diſcrete , & auuc
ro temporale, & eterno . E chi po- dute , che so io . Ah e quel, ch'è
trebbe ſoffrire vna villania si fatta peggio , gli Angeli vedendogli à
dall'humana natura , ſe non la gene- questo ſtato volontariamente ridor
roſità della nobiliflima angelica na- ti, anch'eglino ſdegnati partono non
tura voſtra : ſe non la carità , che
curano più dar ſoccorſo . E ſe'l Cu
bearilimi vi accende in gloria ?Rode loro particolare di preſenza
20 Ma che Aupore che vadano i non gli abbandona , titira almeno
Chriſtiani tantodimenticatidivoi anch'egliin gran parte gli aiutiſuoi
, ede
.
fortiſſimi Cuſtodi loro , mentre co- Chiari Imadottrina de' Padri
sìdimenticatiſe ne vanno della mi- Teologi , onde Bernardo fanto, pian
Aica Piazza dell'anima loro ſteſſa ? geua V & nobis, fi quando prouoca- Ber.fr.
Oh ſgratiara miſeria del Chriſtia- ri peccatis , e negligentys noftris, 1.de An
nelmo: mettiamo gli occhi nell'- indignos nos iudicauerint præfentia ,gelis.
anime de fedeli , e vederemo nu- corfitatione fua.Dio mio ? & attac
meroſiſſimi farſene collamuraglia cando il nemico le Piazze dell'ani
della diuina , & humana legge dan- ma si ſprouedute; che ſtrage , che
neggiatada rouinoſe rottureditraf- ſcempio ,che ſacco , che dannoeter
greffioni mortati, il terrapieno del- no non ne hà à ſeguire ? Oh o ta
la conſcienza ſpallato , e sfiancato men dormiuntmulti , dormiunt mul
in rilaflarioni , & ignoranze craffe , ti . E con ciò-ttutto con tanto peri
glio
Per il Venerdi della Domenica II. di Quareſima. 187
glio auantigli occhi, con tanti dan- chezze digratia t'hà l'inimico pres
ni alle ſpalle numerofilimi dormoe date ? ' Oime è depredata la campa
no neghitrofi. gna del meritoriooperare,quant'an.
21 Oh peflima infania noftraw , ni ſono ,che della Città dell'anima
cſclama S'Agoſtino , quia cum con- tua impadıonito in peccato mortale
tinue videamus contra nosdraconem titiranneggia ?dache ti colle in quei
ore aperto paratum ad deuorandum , trafichi ingiuſti, in quei contratti
nihilominus dormimus , a lafciui-' vſurai, in quell'odioſo liuore, inte
mus in pigritijs noftris , tanquam fe- quella brama fanguigna di vendicar.
curi arteeum , quinihilaliud defideo' ti, in quella praticamala , in quel
rat , quam ut nos perdat. Inimicus,* concubinato , ò altro ſimile . Tulo
ut occidat,ſemper vigilat linefomnojs ſais tu lofai : e dormi in ceppi putea
O nos ut cuftodiamus nos, nolumus anco ſchiauo dannato a galera d
euigilare à fimno. Oime peflima's eterno fuoco ; ne al racquiltare la li
noltra pazzia ch'è queſta: veggia- bertà perduta ſolleui generoſo il
mo , veggiamo con gli occhi della penſiero ? eh folue foluevincula colli
fede aperti il veggiano; veggiamo tui captiua filia Sion. Sciogli, ſciogli
dico il Dragone infernale, che à boca hora mai dal collo tuo le catene det
ca aperta ci ftà di continuo à fronte la tua prigionia ,e ſe non ſai il coine
per diuorarcij & ad ognimodo dor- tipoftaſciogliere , porgi l'orecchio
miglioſi ſteli giaciamo entro a'laſci- alla voce dell'Angelo Cuſtode ami
ui nidi delle pigritié noſtre. Quiegli. corche ti riſueglia , e tidice , come
nulla più , e nient'altro deſideras che' quall'altro à Pietro incarceratoſur
depredarci,e perdercieternamente: ' ge velociter ,ſurge velociter ; leuati
e noice ne viuiamo , quaſi che carta leuati ſpeditamente si ſpeditamente
n'haueflimo d'vna tutta tutta ami- leuati da quelli interefli di roba , da
cheuole Gcurezza . Poderoſo ilne- quelli intrichi d'honore i da quelle
mico non chiude l'occhio mai; ve- reti d'amore : preſto preſto al punto
glia, veglia di veglia inuincibile , in- alpunto ſpeditamente , non tiraila
fatigabile, indefectibile per leuarci la ' più lungo ; non voltar fianco forno
vita , e vita eterna ;e noi, e noi per fencepur'anco ; che queſto ſonno
cuſtodire noi ſteninon ci vogliamo fratello potrebbe finire in ſeno dol
fuegliare dalmolle ſonno, in cui adó la ſorella ſua morte . Surge veloci
dormentati ſtiamo al molle canto ter , ſurge velociter ; che le a queſta
delle micidiali Şirenedi queſtoMó- voce obbediſci con vn'atto Verace di
do :: Ehfurge ſurgequi dormis:hora contritione , e propoſitofermo di
eft iam de fomnofurgere;licuati hor- confeſſarti: à te felice , poiche ſi co
mai sù dormiglioro fedele , lieuati, me à Pietro al punto iteſto cecide
dico , che già alto il Sole s'auuanza runtcatena demanibus fuis , à que
nel giorno dell'età tua. Iri guerra' fto iſteſſo punto , che ti luegli,e ti ſe
ſtạis & albattereprimo della Diana, ui, li ſcioglieranno quelle del collo
che li feceinſulloſpuntare dell'alba: tuo' , e caduce a' tuoipiedi, libera ti
dell'uſo quodiragione, eri obbliga- troueraire ben’attare Ipeditaad ado
co ſaltar'in piedi ſuegliato con l'ar- prare la ſpada contro dell'inimico.
mi in mano ; e puré lin'hora hai dor- 22 Ma tu dormiltera pur anco?
mico: ſin'hora che già vicino titroui ne di ſuegliarti, ne di lcuarti ci curi ?
al meriggio della temporale vitae ahichedell'Oltinate timoftri, e tidi
tua ; e fe non lo tocchiforſe , ſe non chiari , onde per tale l'Angelo già ti
declini alla ſera, ſe non fei ſull'occa abbandona ; ' & abbandonata dall'
fo dimorte ancora : e colpa del tuo Angelo ,che ti è Cuftode, à ine che
dormire i quante ricchezze e ric- refta più fare ,ſe non leuando la pa
A2 1 · rola
188 La Cuftodia Angelica
rola di bocca ad Iſaia Propheta alzar in queſto ſonnoinnamorate ſepolce
la voce , e gridare alli Diauoli. Om- preda franca li danno a’ voftri eterni
Ifa. 56. nes beſtie agri venite ad deuorandum , furoriie però venite, venite omnes
venite vniuerfæ beſtic ſaltus:su veni- beftiæ agri ad deuorandum . Et ob ſe
te , su tutte ó betie, o Furie inferna- horribilmente horrenda queſta tra
li , arruotare le zanne ; aguzzate gli ge de' fedeli addormiti fi dà à vede
vnghioni;ſpalancate le fauci; allar- re ; dicalo il Cielo, che perdendoli s
gate le viſcere ; vccidere, ſquarciare, piange i danni ſuoi: dicalo il Tarta
ſuiſcerate , ſmembrate, e diuorare , ro , che riempiendoſi , ride de' ſuoi
che queſta preda è voſtra dall'ange- guadagni. E voi , le hauete ſenno ,
lica cuſtodiagià abbandonata i mer- alueduti vegliate, viglianti pugnatej
cè che dormientes, amantes fom- e vegliando , e pugnando perſeuera
nia , dice il Profera , dormono que- te ; langelico ſoccorſo indiocate, af
fte anime , e dormendo ſtannoli in- frettate , e venuto gradite , e ben '.
namorate di queſti ſogni mondani , vſare . Vincitori v ' aſpetta il Para
che all'ingannato ſenſo vengono dilo . Perditori vi aſpetta l'In
rappreſentati. Crede l'vna arricchire ferno.L'vno felici ſempre ;
in quelli trafichi ; crede l'altra ag- l'altro infelici in eter
grandire colli titoli; credono queſte, no . Dio ce ne
e quelle di beatificarſi in que'diletti liberi . A
carnali ; ma ſognando fi ſtanno , & men .
189

PENITENZA
DI F F E RI T A
ALLA MORTE
Per la Domenica terza di Quareſima.
Erat Iefuseijciens Dæmonium , egillud erat
mutum :

San Luca al cap . 1 1 .


1 IACOV & Signo delle nature create , é colla deſtra
ri à Dio , quantun- della volontà toccando co'l plettro
que ad intra per fe dell'vſo le corde delle creatureme
medeſimo perfet- deſime hor'il baſſo delle naturali ,
tamente Beato , d'hor'il ſoprano delle gratuite , hor'il
effere ancora ad ex. tenore delle fenfibili,hora l'alto del
tra per mezzo delle ſue creature le intelligibili, alla battuta del diuin
nellc diuine fue grandezze ammi- volere, lū’l libro della legge di Dio,
rato, e celebrato . Quinci fabbricato alla voce dello Spirito Santo con
ſi la Cappella Reale del Paradiſo certaſſe mufica tale , che foſle grata
ordinò in trèGierarchic diftinti no. ali'vdito del Rè del Cielo : ma il
uc Cori di Celeſti Muſici , che le Diauolo , che dalla caduta ſodetta
fue lodi ſourane inceſſantemente ſconcertato nel capo , era venuto di
cantaſſero e notte,e giorno . Tocco fomigliante concerto mortal nemi
frà queſti à Lucifero far'il ſoprano ; co,nonlo potendoſoffrire, s'acco
ma formontando egli con quell'ot- itò all'orecchio dell'huomo, e dato
taua ; fimilis eró Altiſſimo; fuori di li la voce falſa , dell'Eritus ficut Diii
conſonanza, talmente offeſe l'orec- apertogli il libro del ſenſo auantis
chio dilicato della M.S.D., che la- mouendo la battuta dell'appetito a
ſciandogli ſcorrere d'vn piede in nimales & inſegnádogli toccare ſo
faccia .lo tracollò nell'abiſſo . Tem- prano il naturale , baſſo il gratuito ,
prò'l Signore dopoi la cetra di que- alto il ſenſibile , tenore l'intelligibi
ItoMondo; & accordando li regola- le ; lo fece tompere in diſſonanza så
tamente fregolati nioti de' Cieli,eli brutta, che fù baſteuole à diſcordare
ordinatamente diuerfi influffi delle talmente l'humano dal diuin vole
Itelles con le concordemente diſcor- re , che rivoltatafi la natura noftra
di vicendeuolezze del Mondo ge- dal Creatore alle creature , per ſen
nerabile , c corruttibile la poſe in ten za ſuperna in gaſtigo del fallo ,
mano dell'huomo sacciò ſcorrendo reſtò ſoggetta all'Impero tirannico
egli con laliniſtra dell'inte letto in di Satanarlo. Moſlo nondimeno à
su gli attạiti della conſideracione pietà il VerboEterno dell'huomo, &
inten
190 Penitenza differita alla morte
intendendo quanto contraria la mu- chiaiail ſuo peccato all'orecchio del
ſica ben'ordinata aHa peruertita na- Sacerdote.Leuato il morbo ,l'acci
tura dall'inimico , fcele miſtico Or- dente fuaniſce : è indubitato allioma
feo dal Cielo , per liberare la ſino ab appreſſo a' Medici . Adoprarommi
Eterno diſegnata ſua ſpola figurata adunque nel primo luogo contro
Euridice natura humana. Scele Dio questa fallace, e fraudolente ſperan
alla tenebroſa Dice di queſto Mon- za . E perche dice l'Incerto . Super
do,e delicatamente con l'arco dell- hanc hitt.Luc.ir.Mutus eft , quia per
Humanità,che aſſumette, ſcorrendo catum fuum confiteri nefet; moſtraro
in ſulla lira della Diuinità Sagroſan- nel ſecondo il modo di ben parlare
ta ,cantò si dolcemente ſu'l libro del- in vcrace penitenza al ConfefTore, e
la Croce il cantico del volere del fon dal primo ,
Padre, che non impetrando fuppli- 2. Chiara coſa è Signori,che per
cheuole , ma vincendo trionfatore , ridurre queſta mufica della Peniten
ritornò alla vita della gratia ſuperna za àcontonanza talc,che dall'effica
la ſpiritualmente morta natura no- cia di lei venga cacciato il Djauolo 1

ſtra . Ma perche preuedeua , che in dal peccatore, è necedario richiama


molti de peccatori doueua , non rein concerto li mufici tutti de' no
egli , mala meſchinapiù volte ri- ftri affetti, & accordarc poi in fulla
uoltarſi à dietro con l'amore delle çetra deli’anima tutte delle paſſioni
coſe create', & intal guiſa dinuouo le cordc;in modoche nelepotenze
obbligarſi all'Inferno ; compoſe,ele inferiori reftino diffonanti dalla1a
inſegnò il mottetto del peccami Dow gione,ne la ragione rimanga diſcor
mine » co'l quale poteſſe ogni volia's de dal diuino volere ; poſciache ſe
che le occorreua ', liberarſi dal Si- per la colpa,anertitur homoà Droo
gnoraggio di Satanallo . Erat Iefus conuertitur ad creaturas con doppia
eu cronsDamonium :maahi che il Dia- auuerſione econuerfione, ò Teolo
uolo diligente purtroppo conferua- go,di natura,e di volontà;per la Pe
tore della ſua preda , s'andò imma- nitenza,ch'e'l ſuo contrario, aggiuu
ginando la trama; colla quale impe- taui la gratia giuſtificante , forma
diſſe la muſica al peccatore, il che co'l peccato mortale incompoflibi
gli rieſce à diſegno , facendolo am le,che laconſeguita , dourà l'huomo
mutolire ; illud erat mutumimutos ricoltar le ſpalle alle creature , e la
faciens, Chioſa l'Interlineare facen- faccia alCreatore; altresì con dupli
do in guiſa, ch'egli muora-inconf ef- ioncje
cata auucrf ſione divo
conuci
fo , impenitente . Pure Chriftolofa- lontàsc di natura;onde le vnmuſico
na in queſto giorno in figura dando affetto folo manca di comparireà
matiuo à me di ſomigliantemente concerto ,fe vna corda ſola paſſione
adoprarmiin queſta cura.Nemiſa fola diffonante rimane , ſconcertata
rà difficile, per quanto io credendo la muſica norrhaurà effétro ;corren
mentre gridarsi forte io poſſa , che do queſto d'vn pallos con ciò , cheS. Frie
penetrar gli faccia all'vdito interno San Girolamo dille in faia . Quomo
del cuore l'impoſſibilità morale del do enim cythara non emittit.Vocalem ron.in
lamuſica della penitenza,fe
‫و‬ Ifa.6.libes
alla fonum , atquecompofitum li ſalremona6. 16
morte , o alla vecchiaia èdifferita. chorda rupta fuerit;ficfpiritualis venter
s
Con queſto morbo del Diautolo al prophet e( péccatori diremo noi. )sa
peccatore vien’indurato l’vdico alle vna in eo virtutum sharda defuerit, non
ſuaſioni falubri , vien'ingroſata la poterit melos dulce' refonare . Lo ſcon
lingua alla SagranientalezaConfeflio- cento d'una ſolcordarta , la mancanza
ne con una falla ſperan di cantar d'vna ſol voce ſconce la cetra tụt
poſcia pentito alla morte , ò a!la voc- ta ,ilcoro tutto . Così quello d'vna
Pallio
PerlaDomenica III. di Quareſima. IOI
Paffione, divo folo afferto ,tutta la losenocar:pofle exeftimant omnia ani.
Penitenza . me memlta , cuiusconcupiſcentiæ, ago
3. lo dico adeſſo , ch'egli è im- defideria per totum mundum ſparfa
poſſibilemoralmente parlando, che funt , o vbiqueferrarum , veluti quo
ridotto ilpeccatorcalla morte , pof- dam diſco tenentur :: Se ne Atà quel
ſa riunire à concerto queſti mulici peccatore diſteſo in letto con quat
affetti,poſſa a tempo accordare que- troò cinque giorni divita,che'l me
fte corde dellePallioni. Ditemi se dico gliconcede,e non più ; e tenen
frà quattro , ò cinque giornis'hauef- do i ſuoi muſici affetti diſperſi per
ſe à fare vna feſta , per la ſolennità tutto il Mondo ;il Soprano dell'anio
dellaquale venite deliderato ilcon- re à mezzo giornodellediſoneſtà, il
certo d'alcuni muſici,i quali in que- Ballo dell'odioà Tramontana delle
sto punto ſi ritrouaſſero in lontani vendette , il Contralto del deſiderio
Paeſi diſperfi, & accordati . Sarebbe all'Oriente de gli horoti: Il Tenore
à dire, il Baffo à Roma, il Tenore in delle ſperanze all'Occidente delle
Spagna , ilContralto in Francia , il ricchezze; ementre, per cosi dire ,
Soprano in Allemagna ;terreſte voi quafi che non ha tempo di calzarſi
Tperanza d'hauere à godere quefta alle gambe dell'intelletto , e della
muſica?oli in neſſun modo direte:s' . memoria gli ſtivali d'vno ſtretto
hanno à paſſare alpi,à ſolcate mari, eſame di conſcienza nel conofci
quelle cariche tutcauiadi neui, que. mento e ricordo de' ſuoi peccati,d'
Iti alle boraiche ſoggetti: non è pof- allacciarſi alli piedi dell'vno , e l'al
fibile, che in cinque giornate ſi fac- tro appetito concupiſcibile , & ira
cia tanto viaggio , mentre percosì ſcibile gli( proni d'vn'acuto , e pun
dire, quali chenon c'è tempo di cal- gente,doloroſopentimento, e filia
ziui gli ſtivali allaccialigli ſproni, letimore , e poiſi il feltro alle ſpalle
e porſi il teltro alle ſpalle : oltre che del cuore d'vn riſoluto propofito di
ànouer genté cosiben'accordata, volontà ; pretende, che paſſino api
vivuole del tempo. Beniffimo : cle d'oftacoli, e che li fölchino Mari di
trouandoui in su d'un ballo , già vi difficolià ? intià le ncui deHa debo
delle la ballarina la mano , anzi ſtef- lezza del corpo , e le boraſche de
ſe co'l piè nell'aria per cominciar la trauagli dell'animo , & in meno di
mutanza; e ſpezzataſi al ſuonatore che ridurli tuttià concerto di penis
vna corda, voleſſe riconciar la viuo- tenza , non oſtante , che ſe ne Itijno
la :credereſte voilo potefle fare così colà inuiſchiati d'accordo ne- gliat
preſto ,che foſſe à tempo del comin- tacchi del fenſo ,e della terra ? eh che
ciar della danza ! ohe quefto pur'è fono queſtepretenſioni -fpropoſita
impoſſibile : s'hà la corda à cauarete , dice Bernardo Santo . Quom.do
dalbuſſolo ; ſuolger dall'inuoglio , quomodofuboniusbora orr. Se ne ita S. Ber.
toccare s'è falſa, ò buona,allacciare, quell'altro ſu'l ballo di quella infer .
fermare, ſtirare, temprare : eh non è mità , e già la ballerina della morte
facenda da ſpedire in vn punto . Ah gli và porgendola mano; anzi tiene
W S. Ber- grida adeſſo Bernardo Santo . Quid il piè del fiato nell'aria , per fare con
nard. vero diffimulant bomines in vita Jua vn loſpiro la mutanza per l'altra vi
fer.38. agere pænitentiam , extrema de con- ta , & hauendo la corda di quella
inter feffioneprafumunt? È comedunque è paſſione inuecchiata rotta dirvitura
paruoso poſſibile c, he non ſi curino glihuo- di peccatomortale , penſa àvn det
mini di penitenza nel corſo divita to , e fatto cauarla dal buffoto del
loro , ' e fi promettano poſcia diri. cuore , fuolgerta dall'inuoglio della
durla à concerto al punto , là della mala conſuetudine, toccare s'è falſa,
morte ? Quomodo fub onius hora artich ò buona in prudente diſcuſſione,at
lac
192 Penitenza differita alla morte
lacciarla coʻl timore , fermarla co'l uar’alcuni.vn buon Ladrone,e qual
pentimento , ſtirat'a co'l dolore ,tem- cun'altro , per moſtrar le ricchezze
prarla con l'amore;fiche lo ſtromene dell'onnipotenza , e miſericordia
to di penitenza li trou ben accorda- mia :ma che?non congregabo Fc.ideft
to a tempo de cominciare la danza ?. ( iſpiega il Santo ) qui in ſangruneper.
eh hà del pazzeſco ilpenſiero , che Jeuerant, donec multiplicatis infirmita.
non è queita facenda d'vn'hora ſola , tibus deferantur à peccatis , antequam
eià nell'ultimo della vita ridotta ; e deferant ipfi ex ; non magna talism
però , qmd vero , qud verò diſsimulans conuenticula congregabo: madichiaro
bemines? go. mi con tutto ciò , dice Dio , che di
4 Horsu Padre,v'habblamo inte- queſti tali, che perſeuerando in pec
12, tjſponde colui : voi la volete con cati, aſpettano diſtaccarſene ridotti
San Bernardo, e queſti tali la voglio à morte ,quádo il peccato più toſto fi
Bo con il Salmilta , c San Bernardo ſtacca da effi , ch'eglino li tacchino
non doueua per auuentura hauere dal peccato , oh di queſti tali dichia
bene ſtudiato il Saltcrio : perche nel roroi, che non ne voglio far cantina
10. Salmo hauerebbe letto; M ultepli-, che non ne vuò far ſolaro ;che rari,ra
ca:& ſunt infirmitates eorum» poftea di- ti, più che rari ſaranno, tanti, quanti
celerauerunt. Parla il Profeta d'alcu- baſta per vno annouellarſene ſu nel
si ,che tardauano à ridurſi à peniten : la gloria , e non più : Non magna ta
za , à concertar queſta muſica per la . lium ,
disperſione appunto de muſici loro s. Tu dịci,cheridotto il peccato
affetti e dice,che cominciò Iddio à real più non pollo, farà più delpof
fare loro gagliardamente la battuta ſibile ? & io dico non hauerà fenti
alle ſpalle con infirmità , e dolori , mento manco per lo poſſibile . Mi
multiplicata fimt infirmitates eorum : dici gli farà facile. ſchiantarſi dal
e ſubito cosi poftiſi à volo , non che cuore quell'odio , quell'amor diſor
in ſulle poſte gli affetti muſici , firi- dinato , che lo ſconcerta : Etio dico ,
dufſero quali in vn momento à con- che fe'l rimedio ftaſſe in tagliarſi i
certo , à cáare il miſerere: Pufiea acce- capelli di teſta,toſarſi il ciuffo ,la zaz
berauerunt. Oh laſciate,che’i pecca- zera , che porta adello ,non hauerà
Lore ſi trouifteſo colà ſopra d'vn let- chore per farlo . Bella Scrittura. Và
to , diſperato di vita , e poi vedrete, le nel 2. de' Reg. al 18. e troueiai , che
metterauui del buono , e farà , volle fuggendo quel ſcapeſtrato d'Abla
dire , anco più delpoſſibile á conto lonne dalla rotta riceuuta dalle gen
fko . Bernardo Bernardo non haue- ti delRè fuo Padre , s'intricò lotto
ua ,credete ,bene ftudiato il Salterio ; d'vu'albero con la capigliera volan
Ah che non l'hò bene ſtudiato , re- te , e vi reftò appiccato , ſoſpeſo in
plica Bernardo ſtello ? cosià minuto aria. Adhafit caput cius quercui: qua
ſ'hò fatto chedoue fcriue,multiplica- fi che à Rède'Ladri , che ſi voleua
tæ funtinfirmitates eorum poftea acce- rubare vo Regno allo ſuentolare ,
lerauerunt , io sò , ch'egli ſoggiunge , che faceuano i fili d'oro della bion
Non congregabo conuenticula eorum de da ſua chioma , ne formaffero filie
fangumbus :non dico ,vuoldire ld . e l'aute vp dorato capeſtro.MàAb
'dio per boccadel Profeta , di non falonne:te tieni il capo allacciato ,nó
faluar alcuno di questi tali, tò , per- hai tu fciolte le maci-von tieni pen
che chiaro.ch'io ton potente à ridur- dente al lato il tagliente tuo ſtocco ?
re in vo'iſtante à concertocoſe anco sfodera il ferro, recidi il laccio, tofa
più lontane, ediſperle , Potens frem til ciuffo, taglia il capoftro ,cheſtri
omnia in momentoreuocare,ſcriuequi cato da Abfalonne
quelletorcheti puoifaluare
ilPadre,e voglio
cosi di fatto ne fala la vita. ciuffs:
taglia ſi il
tofar
Per la Domenica III. di Quareſima. 193
tofarſiquella chioma Abfalonne? che vaglia, che non ſia penitenza di
priuarſidi quel ciuffo dorato , di cuore :mercè che dentro alla Cap
quella chiomaricciuta,con laquale pelladel cuore ,fi hà dafare il con
tanto ſi pauoneggiava facēdoil bel certo diqueſta muſica , acciò rieſca
10 , & allacciando il cuore di queſtage efficace àliberare l'anima dal Dia
quolla . Ohnonera poflibile che gli uoloconforme a quello di Gioele al
cadeffein mente , non che ſe to po . 3.cap.Conuertiminiad me in toto corde
telleperſuadere s'andana,iomi cre- veftro i e'l peccatore à quel punto
do,più toſto foftenendocon lebrac- troppo difficilmente sà trouare la
cia alla meglio , per timore, che vn porta dove vi porla entrare.Mirabil
ſol pelaccio ſe glivenifle à ſchianta- mente Sofonia Profeta al 1. Dies tri
re .Guarda mefchino, che fenc vie . bulationis , o trabulabo homines , o
ne Gioabbe à conficcarti contre lá- Ambulabunt,vt cæci quia Domino pecca
cicnel cuore :ſente Abfalonneil cal- uerunt. doue S.Girolamo.Tunc ambu- S. Hie !
peftio decaualli; fcuoprei nemici labunt,ofcari , quialumen perdidere
lontani di già li mira vícinis teme di virtutum , locum poenitentia non ha
morte; temc del ciuffo; amalavita; bebunt . Tenete falda queſta Scrittu .
ama lachiomas ondeggia ;ſi turba, ta ,e queſto Padre , & arricordateui
non ſi riſolue3 e mentre irreſoluto di que'fcelerati là nella Geneſi al 19.
ſen refta, lo cogliecon le lancie il che furond daquelli Angeli accieca
nemico ,e ſpira Panima; Interfecerunt ti in modo coſa nel mezzo alla Atra
eum . Che dici adelo fratello : ridotto da , che non trouauano la porta di
con la morte auantia gl'occhi, non quella caſa : Neos, qui foris erantper.
hà cuore il peccatort di tagliarſi al scufferunt cæcitate, itaut ofteuminuenire
ciuffo dicapo , pervnpopoco d'af- non poffent. Figurateui adeſſo, che at
fetto diſordinato , & haurà cuore di taccatali'vnabaruffa in ſulla publica
ſchiantarſi dalle niidolle la concu . piazza,vn ciecoviſi trouidi mezzo:
bina di cant'anni diletta ? la roba d' imbracciano qnei della villa i man
altri di tant'amigoduta ? il propoſi- telli,e chi tira diſpada , chid'archi
to di vendetta di tant anni inuece buggioferiſce, chi giuoca di baſto
chiato ? ah che purtroppo ſivede in ne:balena il ferro ; il fuoco tuona ;
pratica
ſoſpeſo , inche
ariaItandoſi il moribondo
all'agonia vicino , fi faetta il legnoi;balenialla
non rilucono & al pouero cieco ſe
vincieco
.
vede incontro il nemico con le lan- bombano almeno i tuoni all'orec
cie vibranti della morte , e dell' In- chio,e fulminatoſi ſente più volte in
ferno ; teme dell'eterne pene, teme fulle ſpalle Gridano i circonſtanti,
dell'honore mondano ancora ; ama clie li guardi,che fugga ,che ſi retini ;
laſua ſalutéjama la mala dóna: ama mail meſchino, che non ſcoprendo
inſieme la roba altrui”; irreſoluto lume,non riconoſce la Itrada ,dàyn
ondeggia;ondeggiante ſiturbajtur. palloinanzi, e due indietro:và dall
bato non ſi riſolucs e mentrein giro vn lato ,volta dall'altro ;vrta,gira,s'in
fi moue , ne sà pigliar partito à cafi toppa: enon trouando la porta di
fuoi, lo coglie con lelancie ilnemi- quella caſa , che cercaper ſuo rico
co , eIpira l'anima impenitente per uero , forza è che reſti di mezzo , e
grugnire eternamente giù nell'In- che vi laſci miferamente la vita.Hor
terno , già che non volle cantare in queſto è quello , che proclamando
tempo in queſta vita. và Dio per Soonia Prof. Die c .
6 Enon midire ,che l'eſperien- Dies tribulationis de tribulabo homi.
za conuince moltide' Peccatori, e nes.Verrà il tempo ditribolatione, e
deccatrici cófeffarſi allamorte;per- dell'vltimatribolatione di queſtavi.
che riſpondo dubitarſi gagliarda- ta;& attaccataſila barruffafra le fpe
mente chenon ſia quella penitenza ranze, e itimorisgliBb
odij, e gli amo.
194 Penitenza differito alla morte
ri, i piaceri, e i dolori diqueſta , e fellatti: Adello : Eh non adello , che
dell'altra vita in fulla publica piazza ſono ſull'aprile dell'età mia , e mi så
della mente humana ; fi trouarà là buono l' andar ſcorrendo per lo pra
nel mezzo l'anima peccatrice à to del Mondo ,cogliendo fiori difen .
quell'eſtremo ponto acciecata dalle ſuali diletti i fon riſoluto difarlo poi
tenebre de'ſuoi peccati : allhora im- così alla volta del Gennaio , al cader
bracciati i mantelli delli terreni pre- delle neui della canuta vecchiaia ,
tefti à gli affetti diſordinati , tireran- quando per me non vi ſarà più tem
no diſpada, balenando le ſperanze, po per il bel tempo.Ah e che ſperan
eitimori della vita futura; feriranno za licni tu d'inuccchiare ?e che faitu ,
d'archibuggiare, cuonando gli odij,c che non ti colga la morte in mezzo
gli amori della vita paſſata; giuo di queſto prato ,e colla falce ritorta si
cheranno dibaſtonate,fulminando i ſeghi là in vn faſcio con quelle her
piaceri , cidolori della vita , e della bette , e fioretti, frà quali vaiſolaz
morte preſente& alla meſchina ani- zándo ? e le ticoglie , eti ſegaalla
ma cieca,ſe non riluceranno alla vi- ſprowiſta,à che partito ſarai:Mă su ti
fta i baleni celefti, & infernali : rim- î conceda l'arriuare ad effer -vec
bomberanno almeno all' orecchio i chio . Sappi(diſſe S. Gio. Grifofto
tuonidelli oggetti amati, & odiati ; mo , che Qui eiufmodi eff. in fenectute s . lo.
rileuando alle spalle mille ſaette le. quoque vaiserit.Compiti che hauerai Chryf.
tali dalleangoſcie della morte , che ſi feſſanta,vorrai aſpettare,ti andola ho .27:
del contento diqueſta vita lo priua : d'anno in anno li 65.e poi arriuato a inz.com
Gridaranno iparenti, gli amici, gli 70.l'andarai allungando di ſei, in ſei rint .
a tantiReligiofi , che & guardi dal mefi fino alli 80, à 90. allicento , te
Diavolo, che fugga dall' cterna dan canto ti durale la vita . E pallati li
natione che ſi ritiri fuor delpeccato ; cento ,credi tù allhora di ritrouartį bé
ma , ambul.cbunt vt cucis quia Domi- riſoluto à penitenza di cuore, prima
no peccauerunt: l'infelice ,che non ( co- che venga la morte?Et exactis centum
prendo lume, non riconoſce la ſtra- annis fegniusadhuc erit,affermail Pa
da,darà vn paſſo auanti nella ſperan- dre:e fatto decrepito di centoanni ,c
za, due all'indietro nella diſperatio- più, ti trouerai la penitenza , la con
fellione più difficile,e rincreſceuole,
ne; hora dal lato del si, hora dal lato
delno ; vrtarà nel confuſo di tante che mai ti foſſe . Atque ita tot. Dit
colpe.girarànell'eſamediconfcien- incaffum abfumetur , conchiude il Sá
za:in topparà ne gli habiti malamen- to ; e cosi tutta la vita ſe n'anderà in
te invecchiai, e non trouádola por- vn faremo poi di niſſuno valore , e
ra della Cappella del cuore , itaut differendo la conuerſionealla veco
chiaia , l'hauerai differta alla morte ,
oftium inuenire non poffent,non ironiana
do vuð dire,il conto difare vna con- e differta à quel punto , Dio te la
feflione dicuore ,morirà veramente mandi buona.
8. Sape te come và la confeſſione
impenitente , ſarà forza à vn certo
modo, à gir dimezzo , e ſpirar miſe- di queſtitali appunto come và il
ntein cace or
bulabunt, ptpecca
rame to mortale . Et am- parto delRiccio fpinofo : Aluoti
mulata (ſcriuc Pierio) quamdis peceft,
7. Eh muſica diconfeffione dif partum differt ;quo fit: vt fatnsmagis
ferita alla morte , credimi pure è inolefcens majorem poftmodum in pa
Chriſtiano , cheper lo più in ſcon- riendo dolorem afferat. Tiene queſto
cetto d'una confuſione rieſce. Padre animale i riccinifpinofi dentro le vi
( aperto l'udito,alfordo, comincia fcere,e venuto iltempo di partoritli
chiera muto à balbettare ) dalle rae gliincreſceilfoffrirele punture ches
gioniconvinto mitifoluo d'antici- gli ſi fanno ſeptire ;tira ananti, li fa
Pare, enonpiù differire la confeſſio- violenza.vàdifferédo il parto d’hog
ne alla morte.Mà quando vuoi con- gi in dimani,di dimaciall'altro : e
quan
Per la Domenica III. di Quareſima. 195
quanto più differiſce, tanto le ſpine con quanti perigli d'eterna morte , o
de' riccini più creſcono , s'indurano , di non confeffarti, o di fare vna con
& acuiſcono , e fauno ſentire le pun- 'feffione inconfuſo ? Che però ne gli
ture più acute, profonde, e doloroſe; antichi ellemplaci di Pierio,pingeua
e così rendono il parto via più ſemn- ſi quefto Riccio col motto T arda
pre difficoltoſo . Alla fine viene il Confeſſio: Ciò, che al Riccio nel dif
punto del più non poſſo: biſogna ,che ferire il parto ſuccede , ſuccede al
partoriſca , e ſente iſtracciarſi le vi- peccatore, che la confeſſione và dif
Icere con dolore intolerabile , e con ferendo .
quanti accidenti di ſconciatura ,e con 9 Maoh pieroli Niino Dio,e potrà er
quanti perigli di morte ancora ? Al- ſere,che invededo qucll'anima trà si
noftimulata c. Oh e queſto è quel- fieri dolori di parto , in gran periglio
lo , che adiuicne à chi và differendo di morte,e morte eterna ; & vdendola
la confeſſione di cempo in tempo . al punto eſtremo partoriente gridare
Sente quell'anima peccatrice la loi per miſericordia, & aiuto ad vna va
na delli rimoni della conſcienza per lida confeſſione, impietoſito alli do
li riccini de' peccati, che tiene in re- lori di lei, non vegniate oftetrice ce
no; e ſtimolando la vanno al parto leſte, comadre di Paradiſo' ad arre
della confeffione ; ma le rincreſcono carle ſoccorſo in quel parto ſpiritua
le punture di laſciar quei dilexet, le? eh non è poßibile,che no'l faccia
quelli intrichi, & attacchidiroba , te Signore già già parmi che à tal
d'honore,dicarne : e così tiraauan- viſta tutto vincorbidiate ne gli occhi
導 ti,fi fà violenza, và differendo il con- voftri diuini; già già parmische à tal
feffarſi al Natale , alla Paſqua , d'an- vdita vi ſgorghino le lagrimegiù per
no in anno , di tempo in tempo : eh le gotteamoroſe . Che comadre, che
riccio meſchino , che non ti riſolui occhi, che lagrime efclama Dio nelli
vna volta ? Oh Padrele ſpina, che mi Prouerbi al primo.Vocaui, o renui
lifanno ſentire: quell'amore, quell- ſtis : extendimanum meão non fuit
odio , quell'intereſſe : oh ſe poteſte quiafpiceret ,defpexiftes omne confi
prouare in facti il rincreſcimento , la lrum meum , “ increpationes meas ne
pena. Io ti compatiſco fratello, io ti glexiftis, egoquoque in interitu veftro
compariſco ſorella; mà frå tanto che ridebo. Tunc inuocabuntme, o non
la vai differcndo , queſte fpine s'ac exaudiam . Ab Dio terribile Maieſta ,
cortano , ò pure s'allungano? s'am- che non oftante tua pietà infinita,po .
moliſcono ,òs’indurano ? fi fpunta- tefti fulminare vna ſentenza si fiera ,
no , ò s'acuiſcono ? e fer'increſce adeo fe ferità è compatibile con infinita
ſo,che ſono tuttania ancora tenere , giuftitia indura quefto mio petro, in
e picciolette , che non ſei anco turto crudelifti queſta mia voce , ſi che
incarnato nel male; che ſarà quando rimbombi in ruggiti d'vna ſpietata
faranno ben lunghe vn palmo , duire leonza ,e degnamente ſpieghi vn siri
qual ſaſſo , qualferro acute ? eh cre goroſo decreto del tuo diuino furo
dimi, credimi, non tiriſofirerai alla re.Vocani, renuiftis : con mille il
confeffione, prima che al punto del luminationi , & inlpiracioni interne
più non poſſo , prima cheal punto di dice Dio, in tempo di giouinezza ; e
motte : & allhora à rivederlo , à rene fanità,io ſon venuto maſtro 'di cape
tirti iſtracciar le viſcere con dolore pella amoroſo à darui la voce della
incolerabile , à douerti taccar das mia graria ,chiamandoui al coro del
quella pratica di tanto tempo incat la penitenza, inuitandoui al cantico
dita ; reftituir l'altrui di tanto tempo della corrfeflione Sagrainentale , €
goduto , ſoddisfare a' nemiciditanto rempre hauete farto refiltenza allo
tempo odiaci, ematcratrati: e con Spirito fanto . Et extendi manin
quanti accidentidi fconciatura , ' c woonin , non fuit,quiafpiceret:milte
Bb vol
2
196 Penitenza differita alla morte
volte pietoſa commadre hà fteſe le poſſono , non poſſono poi , mentre
braccia de' fagramérali aiuti per feli- che troppo tardivemalainente vor
citarui il parto dellivoſtri peccati ;à rano. Chiederannogiuntia quell'vle
ſeno aperto offerrendoui per letco timo palto, che la loro portata l'Im
c nido queltopecto, e queſte pia . maginedel Crocifillo,e tremebonde
ghe à piedi del Sacerdote , ne vi de- tutte di cimore feruile affiliated in
gnafte malico di filaruivn'occhiata: effo , vedranlo invece di piangere,
defpexiftis omne confilium meum : compatendo alle loro pene , ridere ,
Per li Padri voſtri ſpirituali ui hò burlarfi de loro dolori , in vece di
conſegliari alla frequenza de Sagra- ſcorrere da queſte piaghe langue di
menti, e ve ne fete burlari::in- miſcricordia , e d'amore , Igorgare
crepationes meas nglexiftis : edelle, ſangue digiuſtitia ,e di rigore, Giuſta
riprenſioni de? Predicatori vi fete: ſentenza di Dio , chedoue adelo -
fatto nateria di trattenimento". Ho- gli pietoſo à braccia aperte le inutita 1

ra bene: Ego quoque in interitu veftra alle doloroſo fue piaghe, elleno sfac 1

ridebo . Verta l'hora della morte , ciatamente gli voltano ridendo l'oc 1

nella quale ſperate di conuertirui, chio, e le palle jdoue amoroſo adef.


cantare, e partorire : & iomiriderò lo le priega à purificarü dentro det
di queſte voſtre ſperanze ſpropoſita . ſangue ſuo ,clleno animaleſcamente
te : Tunc inuocabunt me , non via più nellebrutture corrono ad al
cxaudiam . lo parlo chiaro , con- lordach ; anch'egli d'elle à querpun
'chiude Iddio ynon in ombre ,miſte .. to, e li rida, e libucli , e lor voluife
tij , ò in parabole : Allhora comin . (palle ,e quanto alla gratia efficace le
ciarece à gridare ,aiuto Signore , abbandoni, Dunque à che ti riſoluid
miſericordiaSignoreconfeffione Sic huomo, donnadal Diauolo oppref
gnore , e non vi lärà per voiaiuto , fi ? o che vuoivna: volca pentirtiy s
mifericordia , che efficacemente vi confeffarti; o che vuoimorire incon
conducı advna: valida confeſſione; feſorimpenitente. Shoggi t’increſce,
perche io giuſtamente non vi vorrà dimane io c'anicuro , tiverrà ad.cl
claudire o non exaudiam , non ferdifficoltoſo : shoggimidici nopy
exundiam .. Aniina, che tiritroại ine puoi;io ti riſpondo chemolto meno
peçcato mortale , ſono queſte pa- dinani , ò dopo ilpotrai : chefino à
role della ſagļa ſcrittura, ſono del- quel Profano Lioreſe. Quinon eft ho
lo Spirito ſanto, ſono della verità die,crasminusaptuserit. Hoggitie - Ouid.
infallibile , di quel Dio , che non ni fanabilc. la piaga della tua cob- derem .
può eſſere mentitore ?cd oh efclae fcientig: guarda che incancherendafi amer.ba
ipa Gregorio fanto . Hec dieit Do il male , non paghi in pene d'eternii .
SiGreminus ,o tu audesinſpirationibus danniiltraſcurato tuodifferitela:
eius aures occludere ? e minacciando medicina . Cho vidiego , quodfuerat
Paftor. It.io con tanto rigore minacciccar primòfanabilavulnus,dilatum longe Id. ibi .
admon. li; fentendoti in queſtoattomede damna tuliffemore. Eh boggidun
13 . fino chiamare fupernaturalmente que riſoluiti, hoggi diſciogli ilacci's.
nell'internoà penitenza , inuitare al hoggi ſüperaquelte difficoltà;c pen
la confeſſione, aediſci ad ognimo- fando pur'anco di conurertirtialla
dochiudec l'orecchiodel cuore ale morte ,penſa che queſto giornoè l
la chiamata diuina , rifiutar l'inuico ykimo di tua vita . Omnem crede diz
del tuo Signore, etirare tuttauia tiba deluxiffe fupernum .Hora in ep. E Hor.in
quanti di tempo in tempa ? Guare cosi fà in queſto giorno vnaconfef- epift.
ding queſte animetali, ne fi cumDeo fione,comele haueffià morire. Che
placerepoffunt, noluerint, féro non feticni penſiero di laſciare groalile
poffint; Guardinli dico , clae non gatiallamortecominciaadeffoafare
Yolendo piacere à Dio , mecatre che yna golf clemofina,o prendo fiato.
SE
Perla terza Domenica diQuareſima. 197
rinforza le braccia , rincalza la ma
SECONDA PARTE. no, liberale di ſudore non meno, che
di ſapone, e finalmente fatta û all'ac
IO
T cum eieciſſet Damonium qua chiara in quattro ſtropicciate ,
Erica
locutus eft mutus.Machi pec- tre[colle ,due ſciaquature, vna corta,
catore dal Dianolo offeffo haueſſe candido più che prima e delicato ne
già aperto l'vdito , e diſciolta la lin- caua il panno lino .
gua, ma non pötelle rettamente par iz Oh dice adeſſo , che'l panno li
fare ancora in vna confeffione ben no è l'huomo ,che coltodal telaiodel
fatta per ignoranza,non l'haueremo ventre materno ,rozzo,& oſcuro egli
noi ad addottrinare del modo ch'egli appare inpeccato originale concet
habbia à renere à fare vna penitenza to ; indi frà poco à forza d'acqua nel
valida', vna fruttuoſa confeffione ? lagroſanto Batteſimo , & à vigore di
Certo chesi: e fapere quello habbia Sole di gratia diuina giuſtificantes
ad eſſere vna penitenza , e conferio- , candido tutto , e delicato diuiene :
necompita? A mopare å punto qua- . Quando che dalle corruttele di que
le è il bugato, che fanno le donne lo- fta noftra natura di già in Adamo
pra de panni lini , nelle domeſtiche ſcaduta , eſalando mai ſempre fozzi,
cafe . e viſchiog ifuliginoſi vapori de' fre
1 Contemplate mieco • Signori golati affetti; quell'anima,che prima
qual'hora dal telaio ilpanno lino ſi alle pelli d'vn armellinonelladelica
coglie: l'haurete viſto ', l'haurete roc- cezza , e candore dell'innocenza cc
CO TOZZO,oſcuro di ſoſtanza,e colo- dere non volea', sì brutte macchie di
re ;indi frà poco à forzad'acqua , & peccato di giorno in giorno contra
å vigor diColediuenuto all'occhio ;& he', che bigia prianella ſuggeſtione ,
allamano candidose delicato :quádo affumicatapoinel difetto ,caligino
che dalle corrottele della carne no- fá in fine nel conſenſo , fuceida , lor
ftra eſaládomaisépre fozzi, e vilchio da , ſchifofa tanto di cuore; dibocca ,
di fuliginofi vapori,quella camiſcia , c mano in penſieri, parole ,& opete
che prima alle pelli dell'armelino di ella appare ,che dinauſea all'occhio
delicatezza , c candore cedere non diDio , dipuzza alle naridegli An
voleua sì brutte macchie contrahc di geli, atcaceaticcia cartaa' fentimenti
giorno in giorno ,chebigia pria,affu- carnaliyalte pelli del più immondo
micata pois caliginofa in fine , fucci animalie ben i porrebbe agguagliare.
das lorda, fchifoſa tanto ella appare , Erecconudata al gomito y fuccinta
che dinauſea all'occhio ,dipuzza al al fianco , da fpedita, e ſtricata la la
le nari,attaccaticcia alle carni,alle aandaia della penitenza la prende, &
pellidel più immondo animaleli po- å ginocchia piegare d'humiláne con
srebbe agguagliaro - Et eceo nudaca fulione a netre l'ungovala fiumara
al'gomito'y ſuccinta al fianco la la- della vita paſſata curva perconſido
wandaia lo prendexe ginocebione li rationefi piega in fulla pietra pen
metre preffo d'vna firmara i curua fi dente d'vn'eſame aggiuſtaro ; l'in
piega sù d'vna pietrapendentevin- ſciuppa nell'acqae deli rimordi ;la
fuppa il panno nell'acqua s lo ſtro- ftropiccia co pugni e con lepalme la
picciaco' pugnicon le palme lo bat- batte della gratia attuale,e dellibero
esto ſciacqua', l'aggira , l'auuolge, arbitrio ; la fciacqua, l'aggira , l'awa
Lo ſcuore , l'aggroppa , lo corce'; indi uolge entro dell'onde del pianto ; la
poſtoło entro va ſecchione, & alfer- ſcuore,l'aggroppa ,fa torceentrom
uoo del fuoco in vn caldaio , farto anguftie del timore ; indi poſtala nel
nell'acqua con le ceneri forti vile fécchione della confcienza , & al fer
mordente liſcio , bollente gli lo cola uore dellacarità diuina , nel caldaio
di sopra:giuoca di nuovo diſchicna del petto aperto diChriſto ,co'l San
gwe
198 Penitenza differita alla morte
gue dello ſteſſo , e forti ceneri delle far deue il peccatore , che fi vuol
pene di lui medeſimo, fatto yn mor- confeſſare . Primo edificato l'Alta
dente liſcio , bollente d'amore , gli lo re bà da ordinarui ſopra le legna;
cola con fede, e con ſperanza di fo- cioè fatto il propoſirodi confedarſi,
pra: giuoca diſchiena nel doloreirin- hà da fare vn'ordinato , e diligente
forza lebraccia nel pentimento ; rin- cſame di confcienza , inueftigando
calza la'mano nel propofito riſola- à minuito i penſieri , le parole , C
to ; liberale non meno di fudore de l'operationi fue . Ciò , che bà fat
fatti nel fodelisfare , che di fapone d- to , e lafciato di fare contro i pre
atti di volontà nel deteftare . E fi- cetti diuini , e della Chicfai confi
nalmente fattaſi alla chiara corren- derando per questo effetto i luoghi ,
te della Sagramentale Confeſione , le pratiche , i negotij , e fimili
in quattro ftropicciare , trè fcofle , ne ' quali fi è ritrodato : perche'à
due fciacquiature, vna torta d'on queſto modo facilmente gli vertà
mea culpa , mea culpa , mea maxima à mente , che nel cal luogo veden
culpa . Padre m’accufo & c.Abfoluo do quella donna , acconſenti à quei
te Oc. candido , e dilicato , e come , penfieri si fatti , che pezzano vn po
e più che prima alle volce tre caua il pò di rancido : che nelle tali prati
panno lino del peniçente fedele . che diffe le tali parole , che miſero
Vnbugato , vn bugato ha dunque vna maſchera infaccia al vicino , al
d'eſſere la penitenza, e la confeffione la vicina : che nelli tali negotij fali
compita , e non è mio capriccio, mà ficò le tali mercantie , o in altro
gentiliſimo penfiero di Geremia modo danneggið , aggrauò notabil
Profeta al 4. Lana à malitia cor tua mente il fuo Proſfimo , che so io .
Hierufalem , vt falua fias , one la Etvfare in ciò quella diligenza dice
3. Ber . Chiola Lara aqua peenitentiafala- Scoto , che fuole mettere va’hua Scor.
ep. 113.taris, e San Bernardo . Si peccata no prudente in vna facenda , che
funt, in confeffione laventur Rene- gl'importi, e gli prema , e non da
ra vbi confeflio , ibi palcbritudo , ibi re cosi vn'occhiata alla conſcienza
decor . di groſſo , c pafla cantando , Signa
12 Ma perche qnefta non è figura ri vn quarto mi civaole à ben clas
per ogni forte ditefta , figúriamo più minarmi d'vn giorno , quanto mi
femplice, e chiaramente i requiſiti ci vorrebbe à ben'efaminarmid'vna
alla confeffione nel Sagrificio d'Elia fettimana , d'on mere , d'vn'anno 2
nel 3. de Regial 18. Conta la Så- Secondo , hà da collocarui se l'50
gra Scrittura , ch'edificato l'Altare, Aia fcorticata , e fatta in pezzis
primo vi ordinò fopra le kegna w cioè hà da ſpiegare i ſuoipeccati , c
Compofuit ligna: fecondo, vi cob. fpiegarli ſenza ſcale , co'lnumero ,
Joco sú l'hotia , ma ſcorticata , e c circonſtanze donute : Padre ho
fatta in pezzi; Diuifit per mimbra hanato it tat penfieso ; hò derre le
Bonem : terzo,bagnolla abbondan- tali parote; hò facta , d laſciato di
£emente tre volte d'acqua; fecerunt- fare la tal coſa ; tante volce , neltat
que tertio , currebant agua circum luogo , con vot perfona diconſide
Altare:quartos gridò alSignore, Do- ratione. Tante volte ; perche Hot
mine Deus Abraham e finalmente bafta lice', che bai conimeffo it tat
ſceſe il fuoco dal Cielo , e denoro peccato mortale , ma deai dire
* ogni coſa; cecidit autem ignis Domi- quante voke l'hai commeßo : e Re
ni , voranit bolocauflum , li- non puoi fapere it imero prefillo,
gna , & lapides i puluerem que hai à dire preffo à poco tante vol
que , aquam , quæ erat in aqua te in circa, come ti pare ſia ftato ,poi
dr.cnlambens, Queſto fece il Pro fcia deuiagginngere tal votra illuo
feras & in miltero è lo hello , chicago , nel quale hai peccato ; perche
vi
Perla Domenica I. di Quareſima. 199
cifono depeçcati, i quali fatti fuor nacoſa vorrefti hauer peccato;vntal
di Chicla fono yn peccato ſolo , e dolore cheogni coſa vorreſti più to
fatti nella Chieſa con due per l'irri- Ito ,che hauer peccato , & vn riſoluto
uerenza al Sagro luogo , e però propoſito ne per cola,che ſia , tu non
deui direche gli baj facti nella Chie- vuoi più peccare : c vuoiinſieme la
fa, e tal volta deui aggiungere la ſciare tutte l' occafioni proſſime ad
qualità della perſona , con laquale peccato ; parlando ſempre de' pec
hai, peccato : le hà moglie, ò che cati mortali; e ſe laſcivn fol peccato
sò io : perche vi potrà eſſere o du- mortale delquale tu non habbi que
plicato ilpeccato , ò d'altra forte di- ſto pentimento four'ogni coſa , que
uerfa : ma non dire il nome della
perſona , no , ne manco quello della
fo lommo dolore, queſto propoſito
ſaldo, la Confeffione ,non farà Con
Chieſa , che non è neceſario , ne fi feffione , ma ſacrilegio :anzi ſe pec
dè fare per più riſpetti : e tutto ciò catinon haueſti mortali, ma veniali
ſenza ſcufe , e ſenza pelle , non co- ſolo ,e di vno di que'veniali,che con- ,
me alcuni maſline le donne. Pa feſli, almeno tu non teneſſi il penti
dre lò fatto il tal peccato , ma in ve mento , il dolore , & ilpropoſito ſo
rità vifui condoria à trapola ; ne fu detto : fimilmente facrilega la tua ,
cagione compadre , ne fù cagione confeſſione ſarebbe.Oh Dio quantc,
comadre · Eh confefla la tua colpa confeſſioni fatte inualidarmente per
ſcoperta , e libera, e laſcia , che niancamento di riſoluto propoſito ,
compadre , e comadre confeſſarin- Ma ſe ticni queſto pentimento , do-.
no poſcia la loro , fe confeſſata non lore e propoſito maſchio , e verace ;
l'hanno, e confeſſar in fine le col- grida poi, grida poi à piedi del Sa
pe tuc con yna modeſtia , vergo- cerdote cosi pentito , addolorato , e
gnoſa si , ma non tanto , che tifac- riſoluto al tuo Signore . Peccaui Do-,
cia ammutire i ſendoui alcuni, maf- mine.che toſto con l'aſſolutione ſa
fiine donne , che portif avanti al gramentale ſcenderà ' fuoco della
Confeſſore , non vogliono riſpon- Diuina gratia giuſtificante, dal Cic
dere più , che Padre sì , e Padre lo ,la quale conſumando i peccati af
no : appunto conie fanno i ragaz, fatto , ti cangiarà la pena di eterna in
zi : indouina quanti ne tengo qui temporale , venendoti di queſta an
dentro . Vuoi che il Conferiore gi- cora rimeſſo , è il tutto , ò parte, con
uochi ad indouinare i tuoi pecca- forme à quelle diſpoſitioni interne ,
ti ? tocca à te , che gli hai fatti, à che hauerai,& opere ſoddisfattorie
dirli ſchietta , e liberamente : elela che ti veranno impofte , dalla virtut
vergogna non ti freno à commetter- del Sagramento particolarmente
i alla preſenza di Dio , e de gli auualorate.
AngeliSanti, non ti de impedire di 14 Mache vuoldire,ò mio Dio ,
ſpiegarli in ſegreto ad vn' huomo , che il voſtro fuoco diſcendendo dal
che ti compatirà di cuore , come Cielo ftaua lambendo quell'acqua
fragile anch'egli ,e peccatore d'vna già sù la vittima ſparſa ? Aquamque
medeſima creia impaſtato , ammar- eratin aquaductu lambens?ahívuol di
ſato . Diuifit per membra bouem .Ter- re, che non tanto guſta il fanciullino
zo , fi hà da ſpargere abbondante del latte , che ſucchia dalle poppe
mente acqua tre volte : cioè s'hanno della cara nodrice, che tanto non c'è
da piangere amaramente i peccati, dolce il mele , c'è ſoaue la manna
ſe non con gli occhi,che nó è necef- quanto vi guſta,v'è doice,vè foaue il
ſario ,almeno col cuore , ch'è neceffa- pianto d' vo peccatore contrito . Ah ,
rijfimo . Che non baſta il parcemihi & è poflibile dolciffimo Crocifiſlo ,
Domine, così di forma,mavi biſogna che gli occhi del peccatore non ſi
vn pentimento aſſoluto,che per niu- conuertano in viui fonti à darui gu
fto
5
200 Penitenzadifferitaallaniorte
fto ? che'l cuore fteſſo non gli Gifullile hà ridotto il cuore à durezza di
in lagrime di ſangue? Che l' anima pietra, ecieca forda, emuta miſera .
medeſima non gli fi ftrugga in pian- mente l'hà rela ( checicco , fordo ,e
to miſto d'amore , e didolore . Oh muto l'hodierno offello è dalli Euá
crudeltà inaudica , oh ingratitudine geliftiaffermato) e però cieca non vi
più che difiera . Langue di fecela- mira pendentein Croce ; forda non
moroſo Giesù ,defiderefodella lalu- ode le qucrule voſtre voci.muta non
te delpeccatore; arde tutto dell'amor farà, ch'ellavichiedanellaConfer
di lui, e per amordilui s amareggia Sione perdono: & impietrita dicuo
coʻl fele ', e ſparge da mille riuilibc- re,non darâ pianto di cuore , che vi
ralmenteil fangue tutto ; e'l peccato. conſoli.Maſtendete,ſtendete, òvoi
re non correcon acqua poca dipian- Signore che onnipotente ſete da
to à riſtorargli, à confolargli il pala- queſto legno inuifibile mano ,date
to : ò ſe pure v'accorre,ſarà con qual- luce alla cieca ,alla forda l'vdito , la
tro lagrimuccie , e non più , chegli parola allamuca , e douedice' I ne
caderannoda gli occhi ? Ahiquattro mico ,che induratum eft cor Pharaonis
ſtille accreſcono al ſitibando la fete, ammollitela in modo con l'oglio
e nonla fpegnonoj rayuiuano icar- della gratia voftra efficace, chepoffa
boni del fuoco , e non gli ammorza. dir piangente ; Futum eft cormeum
no ; e perciò cuttauia affannato lan- fanquam cera liquefcens.
guente Ità dalla Crocegridando. Si. 15 Apritù dunque ò anima,che
fio, Sitio :hò ſete , hò leic . Adeſſo ,a- hai peccato , corriſpondendo alla
dello io capiſco Signore , perchelà gratia del tuo Signore , gl'occhi al
ſu'l Caluario rifiutaſte l'acéto, e'l fe- librodi queſta Croce,che rIncarna
le: non perchefoſſe amaro ,non per- to Verbo Diuino impreſſoporta ;
che folle forte, che più amaro , più ſchiudi l'orecchioallavoce di que
forte è il pianto d'vn anima peniten- fto muſicoDio , che alcantico della
te; ma perche la voſtra ſete era mi penitenza t'invita ſciogli la lingua
ficafete, oltre la naturaledi quelle alla confeſſione, ne differire il pian
lagrime , quali deſiderate vi ſiano gere i tuoi peccati alla niorte , alla
porte à bere nella coppa d'vn cuore vecchiaia, anzi non differirlo al di
contrito, per lo coppiered:vnpeni- mani,
tente humiliato . Ma chi sà , o mio
perche t’auuifa ilP.:S.Agofti- S.Aug.
no.Che quelDio , cheha promeſſa
Dio , che quell animaqui preſente , la remiffione de'peccati à chiſi pen
che in peccato mortale fi troua, dal te , non ha promeſſo il giorno di di
Diauolo oppreſſa, non ſi riſolua in mani, à chi differiſce la penitenza .
queſto punto à confolarui,à refrige- 2ui promifit indulgentiam pænitenti
farui col pianto ? Sento bën'io , che diem craftinym-non fpopondit diſsiviu.
ſe ne ride ilDiavolo , e và dicendo , lanti. Piaccia a Dio , che tu lo faccia .
che Induratum eft cor Pharaonis ; che Amen .

LA
301 :

LA SAL V TE
DEVE ACCELERARSI
Per il Lunedì della Domen. III.di Quareſima.
Multi Leproſi erant in Iſraelſub Elifão Propheta, com
nemo corum mundatus eft, nifi Naaman Syrus .
S. Luca al 4. capo ,
Rouerbio antico , ò viaggio ,la ſtrada, il corſo alla ſalute .
Signori , chi tardi Molti leprofi erano inIſraele à tem
s'alza diletto , non pi d'Eliſeo Profeta , e Naaman ſolo
arriua all' albergo fù dalla lepra ſanato: l'habbiamo nel
CHG coʻl Sole, & il mal-
anno lo alloggia
l'Euangelio corrente . Multi leprofi
erantin Ifrael, o nemo mundarus eft,
L'etio viwe mendico, emuore all nifiNaamanSyrus.Mercè chedilui
Hoſpitale,percheſtandoconlema- Tolo dilegge,che al priino auuilo, ch'
nialſeno alcore,dormigliolo sbada- eglihebbe ,trouarti là il rimedio del
gliac dicedimamiandrò à bottegha. ſuo malore, preſto,e qael, ch'è più
Facilmerke volendo ſi prende l'oc- per le ſteſſo,non guardando à coſto
cafione incontrata,perche lungohà e fatiga,à ricercarlo fi moſſe. L'hab
il ciuffo da fronte ;ma ſeguita alle biamo nella lettione hodierna delta 4.Re.so
ſpalledifficimētes'arrelta,peroche Storia deRegi: Ingreffus eft itage
calua nell'occipitiofi troua.In effet . Naaman conciòche
segue. Sei Le
to ,cane,ch'è zoppo ,nongiunge al proſo , ò peccatorei la tualepra è il
A
lepre i ccorſiero di piè dolente non peccato.Cerchi ſalute? Ecco il mo
arriva al pallio. Al primo odore fiu- dello diNaaman. Mouiti preſto ,cer
tato fi moue ſpedito il veltro alla calaper teſtellone tifácare per po
buſca , to'rifiuta , & alballar della co.Così Chrifto in ciffra ti parla dall
corda , ſuelto il barbaro G ſpingeal Euangelose s'attendi,io ce lo ſciffro.
corſone fe lo ſcordaje così quello fà 2 Signori era leproſo Naaman Ca
preda,fà acquiſto queſto . E certo à pitan Generale dell'armi del Rè di
che ſerue trattenerſi il paſſaggiero Siria , & inceſo da vna fanciulla ſua
sui'l paſſo , penſando alla ſtrettezza ſchiana , che in Iſraele ſi ritrouatia
de ponte ,& alla corrente del fiume, unProfeta medico valeuole per niſa
fe non à cagionarli vertigine , onde farlo , ſubito ſenza vn punto d'indu
tracolli, e s'affoghi ? A dirla come la gio ,tolta licenza dal Re, à ricercarlo
fento,ladro ,che vede ibirri da lungi, i moffe.Marauiglia,donnaſchiaria,
.. cgli aſpetta vicini,con dire,mi fål- e fanciulla:Puellă paruulamique erat
uarò nella Chieſa , ſetroua la porta in obf:quio vxoris, & egli dagraui
ferrata, e colto vàſulle forche; à to impieghi occupato politici,emilita
danno , egli fe I lià meritato con un ri. Penta primae diſcorri; incédi pri
boia ineſperto,che ne lo ſtenti. Tutti mas'è vero. Niente alprimo ſempii
vorrebbon (aluarſi, e Diopochine ce auuiſo fimoue,li mette in corſo .
falua:perche? perche pochiton qucl- Sauio cheſauiamente c'inſegna, che
li, che con preſtezza intraprendino il chinon corriſponde libito ,àquando
chia .
Сс
202 La ſalute deue accelerarſi
è chiamato àfaluarfi, ma fàlfogdo, chieroche faiperditempo con sibel
ma traſcura ', e differiſce , Ità in gran teinpo. Anzi riſponde,quimi godo il
periglio di perderla eternamente . beltempoche'lporto là m'allicura.
3 Quà batte quell'auuiſo di Gre- Ob pazzo ,e s'il tempo a muta , chi
gorio il Santo diNazianzo: Aequora fiaſaluezza al tuolegno , alla tua vi.
nec celeri fulcans infida carina , dum ta ? & ecco iprimi venti allentano,
tibi flat Zephyrus,nec magnas cxci- cangiano ,s'ingroſſano; la sauc affal
tat undas, committe, ut curfum ratis tano : follenano le corna i nebi,s'am .
anchora iacta retardet: e vuol dire le mucchiano, ſi ſtringono, il Cieloor
nauighi, edi ſpira fauoreuole il ven- curano ; fi curbano l'onde njarine, s'
to , fiche à viaggio poſato ti poni adiranø,inferociſcono leſponde ôp
condurre in faluo: ſarpa tantoſto,ne pugnano, fugge il Solelaluceſpare ,
trattenerti piùcon l'ancore in fondo; e ſconcertate ſtridendo le fartetutte,
perche ſe'l vero muta faccia, la tem- à sì alto tuono le ftira la tempeſta
peſta di leua ,& in ſpiaggia mal ſicura fonante, c'horl'vna,bor altra ftrepi
ti coglie , tu ſei perduto : poſcia che toſamente ſi ſpezza , & ilpauepia .
L'vn dei duci otrattenendoti in alto, Sarpa allhora il nocchiero per vſcir
cafforbirà la proceHaid affrettando- di periglio, alza le vele ,e s'affretta,
ti al porto, t’infringerai ne ſcogli: e tirando al porto. Tienti ohiinè, che
però Acquora 66.Chiedeteadeſſoà trà l'oſcuro de nembicorri aHa cie .
Giuda, comc.fi perdeſſe meſchino, e ca ad inueftire ne'ſcogli e naufraga
vi dirà, che per traſcuraggine ſola di re. Ma doue fiati trattenga ? fulla
queſto auuilo. VideChriſto conden- ſpiaggia nonpuò, che imarroſi pof
nato ,e pentito d'bauerlo tradito; pe- fenti lo sbattono , l'incagliano ,'lon
pitentia ductus : confeſsò la ſua col- per disfarlo :nell'altononè poſibile,
pa peccaui tradens ſanguinem iuſtü ; che i caualloni ſpumanti ſtanno di
e diſperato ad ognimodo morendo, puntoin punto per ſoprafarlo , per
ist ando perduto in eterna:ne cercate il coprirlo per affogarlo . Mifero s'af
perche dice Griſoſtomo Sáca:Dixit fretra dunquc,e contro lo ſteſſo por
peccaui, tradens.fanguinem iufti ,fed to rópendo , ne indouinandola boca
nonpotuit vitare peccatum , vt in eo ça , tra le braccia della vita,che l'ar
quodpoenitentiefftinaueritadportú, petcaua,incontraſciaguratamentela
ibi incideret in aternum ,o fine repa- moreche lo fuggiua.Quefto à Giu:
ratione malum . Ahvtin eoquod pec- da ſucceſſe:Dixit peccaui,oc.Naii
nitentiæ feftinauerit adportum.State 'gania Giuda il Mare de'ſuoi auari
meco. Trovali colà vn nocchiero in diſegni ; edato fondo neldeliberato
ſpiaggia periglioſa già dato fondo, e tradimento del ſuo Maeſtro, ecco la
zeffiro foaue alle di lui fortune fa- notte del Gione Santo,zeffiro foauc
uoreuole {pira; lo ſpinge da poppa , dell'amoroſo ſpirito del ſuo Signore
ma piega alquanto all'orza,siche ve- ſpira fauoreuole à lui migliori for
loce lo porti,non lo trapporti:ſereno tune. Lo ſpinge da poppa con la ſpe
il Cielogli arride, e gliſcoprevicino ranza , ina piega alquanto dall'orza
ſicuro il porto . Solleuano le ſpalle i del timore, con l'auuiſo ſegreto ,ch
Autti, masi piaceuoli, chemormo- egli la ſcoperto il dilui fallo . Vnus Mar.
rando atteſtano eſſere cóparli à galla exvobis tradetme,qui manducat mé- 12.
perportare in collola nane,nontra- cum ; sìche veloce à pentirai lo porti,
collarla ; e'l vento ſteſſo le farti fteſe non à diſperarſi il trapporti. Sereno
ſcotendo, pars, che toccãdo le corde il Cielo della diuinabenignità gli ar
d'vn mufico cetarone, că ſuonoami- ride , mangiando con etio luiin vn
co alla partenza l'inuiti ; ſarpa, ſarpa piatto . Qui intingitmecum manum
fiſchiando: & il nocchiero in vecedi in catino , quafi co'l propriodito di
ſarpare, più ferri gitta. Che fai? noc- mofrandogli ſicuro il porto della
peni
Per il Lunedi della Domenica III.diQuareſima. 203
penitenza à ſalute.Solleuano le ſpal- per vſcirdi perigliozalza le vele delle
le i flutti delle minaccie : Va autem mal concerte ſperanze ; e s'affretta à
hominialli,per quem filius hominis reftituire il prezzo dell'innocente
tradetur ; ina si piacevoli, che con- tradito , tirando al porto di peniten
dolenti atteſtano vſcir' in atto per za : panitentia ductus retulit trigin
portarlo in collo alperdono , noile ta argenteos . Tienti miſero , che fai?
tracollarlo algaſtigho : Bonum erat non èil pentimento verace vn'atto,
ci,finon effe natus homoille; e'l Sal- che fi debba precipitare trà mentali
uatore telo , co'l lauarglide' piedi, oſcurità si fatte ; corri alla cieca ad
e comunicarlo di mano fua ,pare , inueftire ne'ſcogli di mille oſtacoline
che toccandogli le farti fteſe delle naufragar diſperato: penſa prima, c
innarprite voglicriſuonare gli le fac- pefa lagrauezza dellatua colpa ,l'ec
cia muſicalmente nel cuore ; farpa cello delle miſericordie diuine; rifta
Giuda , deb ſarpa : efci di peccato , biliſci la fede; la ſperanza rauuiua,&
deh n'eſci. E Giuda in vece di far- ammollito difponti con l'aiuto di ſo .
pare, e d'yſcirne, più ferri gitta pra à pentirti á falute. Ma doue fia fi
di più affondata malitia , e parte trattenga ? ſulla ſpiaggia della mali
à dårlo in mano a'nemici . Che fai, tias doue fi troua, durando in effanc
meſchino , che fai ? perdi tempo lodeue,ne può che i marrori en
con sì bel tempo , in tempore oppor- ti de' rimoroli interni lo battono, l
tuno. Anzi, riſponde , qui mi go- incagliano, ſon per diśfarlo nel lace
do nelli miei interefli il bel tempo raro ſuo cuore. Nell'alto della cor.
delle piaceuolezze di ſopra , che m'- fideratione armeggiando in cfaine, c
aſſicurano il porto per quando inef- ponderatione aggiultata di quanto
fo mi ſarà in grado ſáluarmi. Oh hà peccato , e deue per ſoddisfare ?
pazzose ſe'l tempo ſimuta,e ſi fàdi non è poflibile , che icaualloni ſpu
giuſtitia,queadeſſo dimifericordia, mantide'meritati gaſtighi, nell'in
fi moftra, chi ti fia diſaluezza all'- maginatione fua leſa ſtanno di pun
anima per l'altra vita ? Et ecco gli to i punto per foprafarlo , coprirlo,
fpirti amoroſi del Saluatore s'allen- & affogarlo nel tartaro infernale .
tano , ſi cangiano , s'ingroffano in ri- Meſchino s'affretta dunque ad VIL
Matt . gorofi giæditij ; e vedendo conden- pentimento malfatto , che non è for
27
nato il Signore . Videns ,quod dam- cuti oportet ic contro Piſello porto
natus effet, affalita quella conſcienza della penitenza ,non indouinando la
fa trona da timori, e treinori. Solle- bocca , ch'è quella del cuore ; in toto
uano le corna i venti di nuille dubbij, corde veftro; in diſperatione rompen
e foſpetti; s'ammucchiano , G ftrin do : trà le braccia della vita , che l'a
gono in doloroſe anguftic , e'l Cielo ſpettaua à falute , incontra ſciagura
oſcurano della mente prima ſerena.camente la morte temporaler & eter
Si curbano l'onde marine delle paf- na c , he lo fuggiua , ſoſpendendo ſe
fioni tutteis'adirano,s'inferocifcone feffo, & affondando dannato :abiens Mats.
diſordinate e lefponde della fidan- laqueo fe fufpendit. Queſto èquello , vbifup.
za, e conftanza oppugnano, Fugge il che voleua dire Griſoſtomo Santo .
Sole della fede;ſpare la luce della ra- Dixit peccaui Oc.onde bene auuiſa
gionei e ſconcertate ftridendo le far- ua Gregorio Aequora o C.
ti tutte delle ſtimolare fire voglie , à 4 Oh quanti Giudi, oh quanti
sì alto buono d'impetuoſo moco le traſcurando, procraſtinando obedire
Atira la tempeſta fonante della dia all'aguiſo della faluce , naufragano
bolica çentatione,c'hor l'ona, horl- dannati ſulla bocca del porto al qua.
altra ſtrepitoſa li ſpezza in reſolutio- le fperando aſpirano? Mamolti an
ne precipitola , ſi che l'animo ſteſſo cora, direre ,entrana in poto con il
fe pc ſpauenta . Sarpa allhora Giuda ladronc. Tardi anch'egli li moſe , c
Сс 2 CO
2014 Liſalute dcue accelcrarſi
così tardi, che più tardar non pote- uida piouofa ſera . Maria ? auuez
va i e pure approdò falao con vu ſo za a'vezzi, alleuara ne gli agi , con- .
Spiro lolo dipenitenza al coſpirato li fueta a'diletti, trà le delicic nodri
do del Paradiſo. Signori queſta è la ta ; che farai per tant'aśni in vita
folita replica di queſto punto ; alla di penitence ? Oimè duro paſſag
quale replicarc in guiſe varis fi fuo- gio da gli vaguenti a' flageli; dalle
le. Per me dirò vn bel tiro di Grego piume a'ciliciji da' conuitia' di
rio il Sauto di Nazianzo. Neg ; enin giuni; dalle delicatezze della Deco
furto fapius circumueniri Chriſtus di Cipro alle aſprezzo de' Marlina
amat. Non ama Chrifto , che ſpeſſo gliani dirupi . Sempre è tempo à
gli fia farra da’ladri; laſcia tal volta dolerli; ma non ſempre è tempo à
correre , ma raro ; che non ègioco godere . Sempre hà ſpine il roſaio ,
queſto che gli dia guſto . Vogliamo che poſfi cogliere ; ma non là ſem
vedere quanto raro :Non più che dui pre role ; e farli duro letto la ter
erano crocifilli con effo , & ad vn fo- ra puoi d'ogni tempo ; ina noin
lo l'auuenturato furto concelle. Vi già ſempre morbida l'herba , e i fio
des latronesi fed non ambo an eifdem : ri. In fatti • Maddalena egli è va
alter Regnum hæreditauit : alter in gran riſoluerti nella tua giouentù .
sehennam demiffuseft. Signore , ela Comprare adeſſo la medicina al tuo
corrente di quattroriui di ſangue , male con l'oro delle tue chiome
che voi ſgorgate , non portaranno fe bafterà con l'argento de' crinica
doi concrocitiNi con voifelicemen- nuti : fpegnere con i ſoſpiti le fiam
te fàluinel Paradiſo ? perirà in eter- me de' tuoi amori ; le baſtarà con
no , chi con voi more in tempo ? al- elli portarne poi difperſe à volo le
la fine la gratia è per doi ſoli.Niente ceneri: innaffiare co'l pianto i cam
dice Chriſto : ladri, che aſpettano pi delle tue guancie , primache
al più non poſſo : balta d'vno, e non la cultrice vecchiaia co'l vomerc
più ; non vuò , che alcuno vi s'affi- del tempo vi formi dentro i rol
rii . Alter Regnum ore.Neque enim chi delle ſue rughe. Vuoi tu , ch'io
furto Oc. Non mi fi dica dunque te la dica ? godi mentre che puoi ;
il tale dopo tanto tempo impeni- che finche dura la vita , dura il ter
tente viſſuto s'è confefſato alla mor- mine ancora di penitenza . Balta
te : dunque ſi è faluato ; perche è dolerſi vn fol giorno , vna ſol'ho
fuccello di troppo gran contingen- ra , vn ' iftante è vuoi dolerti vn'
za . età inticra ? ok pazza . Così dice
Lsc& cm Non cosi Maddalena, ut co- uale il Mondo ;ma non l'vdiua el
7. {xonit , dice l'Euangeliſta San Luca. la ſauia . Necspſa ſe referuauit , vt
Subito , alprimo auuilo cbe ellas fine vitæfue pænitentiam ageret,
hebbedel doueGritrouaffe il medi ( dice San Ceſareo Arelatenfe ) fed Cæfar.
co del ſuomalose , sorleà trouarlo dum adbuc poteratpeccare , fic vo-Arelat.
pencita . La contempla il Mondo , luit peccata deferere , vt illam de bom . 7 .
e ftupifce : diſrompe , e gittaimo- adulterijs fuis non impoſibilitasfub
nili : ſtraceia le gale pompoſeiſcio- traheret, fed voluntas . Ob fálla
glie da' naftri lechiomes e diveſti ci ragioni dotiea riſpondere : e
to abiecta , c di trarro fpregiatan ſon’io forſe di natura immutabi .
rompendo in gemiti , sfacendof in le , ò di coitumi? aquezza a'vez
lagrine , à penitenza s'affretta . Me- zi , m ' auuezzaro à rigori ; alle
tamorfoſi Atrana : veder cangiarfi uata ne gli agi , in'alleuarò nelli
ad vn punco vn' Aprilc in vn Gen. Aenti ; conſueta a' diletti ,m'aſſuc
naro : vna prinauera in vn verno : farò à parimenti, nodrira trà le
Ynſereng ragiadofo mattino , in li- delicie, ininodricò trà le pene l
.o
fon
Per ilLunedidella Domenica III.di Quareſima. 205
ton di terra alla fine , e la terra que s' bà da cercare la ſalute dat
di berbora fiorica , & imperlaca sà peccatore : preſto al primo anni
rauoltarli ignuda trà libronchi , To , che gli viene dal Cielo , con
le brine , ei geli : e le fia duro il Maddalena in fatti, con Naaman
paſſaggio , da gli vnguenti a' Hac in mifero : e non tardare traſcu
gelli ; dalle piume a ' cilicij i da ratamente con Giuda , sù l'vn
conuiti a' digiuni; dalle delicatez. de ladri affidato ; onde s'affon
ze della Dea di Cipro all'aſprez. di con l'altro eternamente danna
ze de'Marſiglianidirupi;farà ſoa- to . Ma non baſta ,chelimova
ue il palfare dalflagello al perdo- preſto à ſalute hà da cercarla per
no ; dal cilicio alla gratia ; dal di- ſe inedelmo . E non baſtaua , che
giuno alla gloria ; dall' afprezza . Naaman mandaſſe ambaſciadorial
del monte alla ſtanza beaca del Pa- Profeta , mediatori , oratori , che
radilo . Eh che nel bel godere è gli otteneffero la ſanità ? non lo
il buon dolerſi ; e nel fiorir del- Iculauano i tanti affari delRegno ,
le roſe ſono le ſpine men dure: la lunghezza del viaggio , con 1
e chi fi ftende à dormire trà l'- infermità attuale dal ricercarla in
herbe , e i fiori , ſpeſſo iui tro- perſona ? e pure poſpoſe il tutto :
ua co'ſerpi veneno , e morte . volle per fe fteſto cercarla , e fe
D'oro adeffo hò la chioma ; e chi licemente adiuenne , che la tro
m'aſſicura , che pria mi ſi cangi uaſſe , Affidar tutto ad altri vn
in argento , non mi fi cangi il ca- noftro tanto intereſſe ? tutto à que
po in cotica ſpelata di cemeterio ? ſerui di Dio , cheper noi preghi
shammeggiano in me le vampe no ? tutto a que'Santi Auuocati,
amoroſe ; e chi m'accerta , che che per noi intercedano ? e noi
prima d'incenerire , non miri- ftarcene immobili nell'affetto , nel
troui murata in vn tizzone d ' In- cuore , nel ſentimento : Signori, la
ferno! E quanti , e quant asi sbagliamo à partito.
ma che la veccchiaia lor folcbidi 6 Che non poteliano Maddale
rughe il volto , vengono dalla na , e Marta quelle amate diſces
morte ſegati nel mezzo al prato pole co'l Saluatore? e che non me
della giouinile lor vita ? Godere ricauano con l'hoſpitio loro sì fa
mentre che poſſo ? non potrò for- migliare ? haueuano le chiaui de'
ſc pentirmi, quando ch'io me'l pre- lui teſori ,il ſuggello de' lui diſpac
tenda . Riſerbarmi al dolore d'vn ci , de' lui arbitrij il voglio . Muo
giorno, d'vn' hora , d'on ſol'inſtan- se il fratello Lazzaro , e Chris
te , che porta ſeco il periglio d' Ito viene al Caſtello . L'incontra
eternità ; mentre preuenire lo pof- no l'impallidite Sorelle di grama- '
fo d'vn erà inticra : che ſciocchez- glia veſtite , che haucreſte dette
za più fciocca ? Aſpettare al più due albe adombrate in vn manto
non poſſo , & poi dire , ch'io vo- di mezza notte , che ſpargeuano
= glio ? non ci arriua il diſcorſo ;‫ ز‬il rugiada dipianto : e'l Sole Chriſto
credere non vi s'aggiuſta : eh che incontrato oſcuroſi trà quell'om
pretezza , che aſicura , non fù mai bre di duolo i ſembrò , che per pie
preſtaj & bor’hora che tardar pof- tà tramontaſſe frà le lagrime lo
To peccando , hò d'vſcirne veloce; ro quali che dentro al Tago . E tra
e farò certa , che à ciò mi porta l'- montate Signore inentre che qui
arbitrio , non l'impoſibile . Tan- v'aſpettauano àſgombrare i ſcurori
to lauia ella fece ; e tanto fauia- di queſti lutti ? balta vn raggio del
mente ci voleua dire Ceſario : Vt diuino voſtro potere à rauuiuare
cognonit : Nec ipfa Os. Preſto dun- quel morto , e riueftiredi porporino
riſo 2
206 Laſalute deue accelerarſi
riſo il lagrimoſo lugubre delle do- morum , ma che fia?che perciò egli si
lonciimbrunite ; e liberale non ne ſa- mandi affoluto di colpa, e pena? Es
rece à queſte voſtre sì care?Siriſpon- dicetvbipofuiftis eum ? Hoc eft,ilpie
de , Vbipofuiftis eum ? Moſtratemi ga il Padre ,in quo reorum ſtaru eft ,
Jon, 11 , queſepolto si troua. Tollite lapidē; in quopoenitentiumordine? Videam ,
Jeuare quella pietra , aprite quell'a- quem fletis,vt lachrymis ſuisipſe me
ucllo ,acciò ch'io veder poſſail cada- moueat. Tofto chiederà conto di te
nero . Eh noSignore ,che puzza , ri- medeſimo Iddio : voi piangere , pre
ſponde Marta : rifioriſca alla vita , e gare per queſto tale, & egli per le
poſcia ſenza nautea lo vedremo. Ab Iteffo che fà ? èegli peccatore di fra
Marta , quanto t'inganni : Videam , gilità , ò di malitia?'èdiprimecadu
replica Chrifto per bocca di S. Am- te, è di pratiche inueterate ? è peni
Am brogio , videam quem fletis, ut la- tente, èperfeuera? non vicrediaredi
br. l. 2. chrymis furs ipfe memoueat. Bifo- far tutto davois'egli ſteſſo nontrat
depæn.gira, ch'io vegga primail morto ,che ta per ſe medelimo : il voſtro pianto
voi piangere ,acciò egli ſteſſo colle à pietà mi commousíma ſe nonveg
lagriine lue à pierà mi commonadi go il ſuo,nonmouerommi al perdo
ſe medeſimo.Confeffo ,che nonl'in- nodi meritati gaftighi.Videam , quě
tendo.Piangonoi morti forſe?man fletis Oc. ch'egli è ben'il douere,che
co le pietre Atillano doglioſi humori, chi per le medefino fi traffe à mali,
fe viue à loſ modo non ſono. Ele per le medefimo cerchi la ſua falute.
pianto cercate , che à pietà vi com- 7. Peccatore tu l'hai inteſa, ſei in
moua ; non baitano i quadruplicati peccato mortale moito, ſepolto, in
ruſcelliche ſgorgano da' lumi delle vecchiato, infracidito ,ferente: i cuoi
forelle 2 due viue, querule , lagrino- puzzori ſono più volte inſopporta
fe , dilette non vi cominouono .; e vi bilià:te medeſimo . Penſi tu à nuoua
porrà commouere vn morto ſenza vita, penli tu àfalute ? riſpondi, ci
vocese ſenz'acti?la voce viua č quel- peaco, e ſpero; e pur fra tanto perſe
la , ch'eccitar ſuole nel cuore i noſtri will nelle tue colpe , c peccati am
atfetti addormiti:l'atto viuaceè que mucchi à peccati,ne ceni d'ingiuriam
gli, che ſcolpir Luole nell'animo ivi- re ,offendere vn Dio di maeſtă infin
w fengi. Ma en cadauero ch'è in- nita , terribile con gli huomini, e con
mobile , e muto , che potrà fare ? Eb gli Angieli ne'ſuoi giuditij, & oltrag
che non intendi il miſtero riſponde giare , e ſtraziare queſto humanato
Ambrogio. Veniet admonumentuim ſuofiglio. Chi t'aſſicura ,che di pun .
Chriſtus, o ſi viderit flere proteto in punto non ſcenda il colpo della
Martbam banifeminant miniſtery; fentenzadiuina , e raffondinel fon
& flereMariam , qua attentè audie- dodelle miſerie di queſta e dell'altra
bat Verbum Dei ,mouebitur miferi- vita ;contedi giorno ingiorno il và
Cerdia ,cùm viderit in tuo obith la- facendo con canti ? replichi', hò que
shrymas plurimorum : 0 dicet vbi ferniddi Dio, cheper me pregano; hè
pofuftis eum sevuoldire: Lazzaro que’ Santi Aquecati, che per me in
fra fimbolo delpeccatore; la morte tercedono. Étu da te non ti moni s
del lui peccato d; unque tu che lei in cridi ,mentre per te altripiange ; c
peccato , feivn Lazzaro morto , fen beſtemmi Iddio , ei Santi, mentre
fente: & ecco perte piangono per te per te i Santipregano Iddios e laceri
orano , per te intercedono i buoni queſto Chrifto , calpeſtando's ſuc
ferui di Dio , & i Santi del Paradiſo chiando in mille iniquità , & ingiiz
tuoi Auuocati, à qualitiraccoman- Atitie queſto Corpo ; e queſto San
di ; e l'offeſo Signore fi commoue à gue,mentre per te altri l'offeriſce fu ’!
pierà. Monebstur mifericordia , cùm fagro Altares& in iftatosì fatto fpe
viderit in tno obitu lachrymas pluri- riſalute , afpici à perdono? Soggiun
gii
Per il LunedidellaDomenica III.diQuareſima. 207
girio non fpero ſalute,mentrefòin manamente parlando , da sipofſenti
queſte fato, ma quádo io n'eſcaper incerefliquali neceſſitata?Obmale
penitenza, comeho penſiero di fare, dette lunghe riſponde la fanta don
che sò m'è acceffario il farlo i ma frà na: guardati figlio da cosi ficre fire
tanto che mi trattengono gl'interef. nc ,ſed dignus fratribustuis effectus 2. Ma .
li diroba,d'honore,e vitasipero ,che particeps , fufcipemortem , vt in illa chab.7.
i Santi, eferuidiDio tratteneranno miferatione cum fratribus tuis te re
il colpodella giuſtitia di ſopra , em cipsam : Vuoi ſalute, vuoi Dio ;vuoi
otteneranno tempo à ben pentirmi, miſericordia in eterno : miraquel
e faluarmi, ſangue; queiſquarci , quei cadaueri
8 Oh ſanta Madre de Martiri Ma- laceri de' tuoi fratellijnon per fidarti
chabei: tu ,che sì felice Oratrice riu- inelli,e conſeruar la tua vita,ma per
{ ciſti inperſuadere all'ultimo de'fin darla con elli , iniſchiare al ſangue il
gli tuoiildiGngannodi queſto erro- ſanguejammucchiar ſquarci àſquar
çe, ſcendi, ti priego, dal Cielocon lo ci, accumulando il tuo alli cadaueri
tuofpirco, emoata su queſto perga . toro; che te chiamando hora Dio có
mo, c perſuadià queſti ildilinganno clli , con eſli hora per temedeſimo
medeamo . Già lei fratelli de' Ma- haid riſpondere. Magna lausmatris
chabei erano caduti martiri anti al in exhortatione virtutis ( grida S.Ci
Tingnno dell’Afia , ſofferti per l'ora priano ) fed maior in Deitimore, D.Cip.
feruanza della legge tormenti horri- in fideiveritate . Ob gran lode, che in exh.
biliMimi: reſtaualylitno,cheall'età, à quelta madre li deue per forza d’ndmar.
all'aſpecte puotę muouer pierà in oratoria perfuafiua.Ma oh maggio- c.11.
quelle viſcere , non so ſeme le dica re , che l'è douuta per ilſentimenco
infielite, ò infierite;difiera , d ferro . profondo c'haueua
, della fede , e del
Si volta il Rè alla madre:la tentasche timore di Dio; e che ſarà ? ſeguita ,
perſuada il figlio il violar della leg- quod nihil tibi,aut filio de fex marty
ge : & adambiduepromette quelle rum honore permiſit , nec fratrum
mondane felicità , chepiù felici arri- precem profuturam credidit ad ne
dono ſotto la gratia reale. Che farai gantis falutem . Che ſapeudo haue
donnaiq . ftà la tua vita ,e quella del ua da fare con vn Dio ,che sà danna
figlio co'l ſommo.de glihonori , de' re , e ſaluare , & à cui nulla iinporta
piaceri,de gli ori : qui la tua mortese faluar' il figlio ,dannar'ilPadre , dan
la dilui , con l'eccello de tormenti , nar'vno, e faluar l'altro fratello ; non
de' ftratij: eh fà ,che villa,e teco viua ſi promiſe tanto à ſalute , ne perle ,
contento , goda co ' fiori de gti anni i ne per l'vltimo de' pegni ſuoi lopra il
frutti di forte amicajmancieni adeſſo martirio de'ſei tigliuoli;ne ftimno,che
la vita che già glidelli e cauane I'v- i lor prieghi a giouare efficacemente
Cura del proprio viuerešnon per dan- gli hauetleroſe rinegauano Nccfras
narui noimaper pentirui à ſuo tein- trum precem .Non perche in facti no
po; paſſaranno i furori del Rè ; s'ac- potellero eſſere loro di giouamento ;
quetaranno le turbolenze preſenti;vi ma perche il fatto era in forte , clta
farà tempo per ritornar’alla legge ; e ua in mano di Dio, che sà fare de'ti
frà tanto le temi l'ira del Cielo , che ri, che in eterno li piangono : e trak
vi preuenga ricorria ' figli morti: ſei tarli d'ardere eternamente ,e porla in
figli martiri hai nel coſpetto diuino , forſe?affidarla dubbiofaméto all'aiu
co'l ſangue ſparſo , con i ſquarci fof- to altrui,one aſſicurarla pociamo da
ferti con le lor lacere membra le có- noi medelini ? Iperando, e diftcrirla
ſagrate lor vite non potranno aſſicu- al dimani in contingenza di non po
rare alla madre , &al fratello la ſofa terciarriuare, s’hoggi prevenire là
penſione de'gaftighi , la dilatione al poſſo? oh fono Ipropoliti , ſono paz
pentiinento :mallimeper colpa hu- zie , fono beftialità da non crederli ,
e pur
208 La ſalute deue accelerarſi
c pur ſi fanno . cheportò ſecoteſori per dieci talen
9. Che dici adeſio ,ò tu , che viui ti d'argento ,ſei milla fcudid'oro , e
in peccato ? ò tu,che ſei in iſtato d'e- dieci mute di veſtimenti,eliuree: re
terna perditione? Dio ti chiama à fa- gno di quanto tempo , e ſpefa ci pre
lute :tieni ardimento di differire an- tendeua impiegarui, tutto ftimando
cora la penitenza ? hai tu cuore an- ben'impiegato per ottenerla: & afſc
cora d'affidarla intempo futuro all'. gnandogliEliſco per medicamento
interceflione de'Sāti, e ferui di Dio? il lauarli rette volte nel Giordano,rc
Io non ti dò per ſicuro, quantunque ne ſdegnò,come chemedicina vol
folli certo , che mille Martiri, e mil- gare,e facile troppoaſſegnata gli ha
le Confeſſori vniti offeriflero per te neſſe , ftimando , che graue morbo
al Tribunale di Dio vn mare di ſan- per poco riſanar non si poſſa : e ſarà 1

gue, e pianto . Se tu queſtachiama- di ragione, che li faccia meno per la


ca rifiuti, auuerti, che non ſia lvlti- anima?Ma non s'intende, e dopo ha
ma ; auuerti, che non ha l'eſtremo uer colui conſumato e meli , & anni
di quelli aiuti, che gli Auuocati cuoi in ſtrappazzo della legge diuina in
c'haueuanoad ottenere : c'è ſucceſſa affrontidella Maestà d'vn Dio ; con
bene fin quà ? tua felice auuentura ; due parolette dette al Confeffore, &
guarda hora , che in tuo ſciagurato yn tocco di petto tiene d'hauer ſod
malanno peſſimamente per ſempre disfatto à tutte le partite compitilli
non t'adiuuenga. Oh Dio, equan- mamente . Scorticare innocenti , 1
te volte mi è già auuenuto il dire ſo. ſpargere humano ſangue, commet
miglianti parole in pergamo ; e lo tere brutture ,barbarie,efacrilegij ;
fteľo giorno morire dimala morte e trattare lo ſgrauio sidi leggiero ?
inconfeffo alcuno di quelli, che l'ha- Non te lo credere dice Lorenzo fan
yeuano vdite. Ahi anime, douc vi to ilmartirede ſacerdoti. Ipfe per
crouate voi hora ? oh ſe potelte par- penditin te vtrumque pondus : ipſe Laut.
lare. Tolga Dio fomigliance auueni- infpicit in je molem ,o molem :vnam de peen.
mento.date ,che mifaiaſcoltando; penitentia , unam peftilentia : la
da te , à cui dice l'interno ſpirito , vno, e l'altro peſo li bilancia in quel
queſta è voce di Dio , che parlo me- Tribunale fupremo: maſſa ,e maſſa:
co . Senti tu queſta voce ? sì che la maſſa di peftilenza, e malſa dipeni
ſenti ; e ci punge, e ci ſpinge: hora tenza : e le queſta non prepondera à
ſijcerto, che ne in vano ti parla Dio; quella, tu non ſei aſſoluto , ma con
ne in vano Dio moue me à parlarti, dennato . Ma piano di gratia: E BOR
deh anima penſa a ' tuoi caf; riſolui- balta vrfatto dipenitenza ſenza ne
ti , che non ètempo da fare più ſul ceſſità dimaggiore,ò minore inten
faremo:'riſpondi, e corriſpondi,pen- tione ? Certiflimo s'egli è vero , e di
titi in quefto punto , che te beara , cuore,quanto all'andare affoluto da
che ſead vn cuore contrito aggiun- colpa , e pena cterna ; ma auuerti ,
gi elemoſiniera la mano , puoi con che ſia vero, e di cuore: & oh quan .
gran fidanza (perare con la reinif- to periglio , che non ſia tale ,ſe ad
lione de glieterni, anco quella de' vn'attoſolo s'affida dal penitente .
temporali gaſtighi. E piglio fiato . Non enim leui, momentanea com .
SECONDA PARTE.
pun&tione
(dice grauis
l'Abbate Cellenſe detergitur
culpa) fed eo uſque Ab.Cel
penetrare debetvis doloris, quoufigue len.l.de
10 Vbito Naaman ſi moſſe à ri- penetrauitiniquitas,alle medolle del panıb.
S cercare la corporale ſalute , fi
moſſe per ſe medeſim , ne guardò à
cuore , dello ſpirto ,del voglio ti pe-C.IS.
netrò il Cozzo amore, l'odio crude
coſto , à fatiga per ritrouarla . Il fa- le, il mal'affetto ? allemedeſimemi
gro teſto ce ne fàciari con diren dolle ti bà da penetrare il dolore , il
penti
Peril Lunedi della III. Domenicadi Quareſima. 209
pentimento , ſe hà da eſſere vero , ma per fargli gratia , gli fà fapere , che
on tale qual ſentimento che non è in gaſtigo s'elegga vn de'trè ; ò la fa
voglio , ma è vorrei;non è dolote , me , o la gnerra , d la peſte . Oi
che aſſolutamente detekti ; ma è ſpia me dice Dauideà che partito ſon’io ?
cimento inefficace al non volere : Coactor nimis, chi mi conſiglia ? ſe mi
non ti baſta , non ti bafta ò peecato- eleggo la famè; abi moftro , che diuo
tê. Queſto è lo ſpropoſito dell'Epu- ra le viſcere , e laſcia intatta la pelle i
lone , che pretendeua ammorzare la che lacera , e non fà piaga i che ſem
fiamma infernale con vo popoco do bianza di morte ſtende lu’l volto a'uia
acqua : mitte Lazarum , vt intingat ui; eſtingue l'amor ne' Padri; impie
Luc. is extremum digiti ſui inaquam , vt tra la piecà ne'figliolišrendel'humano
refrigeret linguam meam ; fciocco ſenſo inumano; &accreſcendo al fu
dícc il Cellenſe iltelfo , Parum petyt , rore ciò, che minuiſce alle forze , im
o ideo forte non impetrauit ; parum belialiſce co'l dente la vogliaall'huo
inquam petit , quia non in aqua , fed mo . Se manca il Pane alla madre ,
in ſanguineflamma infernalis extin- mancaràil latte al bambino ; che dal
guitur; chc cliieder'acqual con acqua le poppe eſſiccate pendendo , in vece
non s'eſtingue l'Inferno : -langue ci dell'humore vitale', trarrà ſucchiando
vuole , che il ſangue ſolo l'eſtingue; il l'anima di quell'addolorata ,che gli die
fangue di queſto Chriſto . E tu di con- vita.Se manca il vitto al poulero,man
dennato all'Inferno ſecundum prafen- carà il grano al ricco , & il campo de
tem iuftitiam pretendi girne affoluto ferto ſarà comune al lepolcro d'ambi
con vn popoco d'acqua di compun- due, oue coltiuato egli era proprio al
tione imperfetta ? gannati peccatore: le tauole d'vu d'elli folo:ſe mancaran
hai à far ſangue ancor tu: haià cac- no i vallalli, mancarà il Regno al Rè ;
ciarti ancor cu trè lunghi chiodi nel che non ſi regge, chi raggia ,ò rugge ,
cuore d'vn dolore efficace,d'vn penti- ma chi bà ragione. Oh fame. S'io
mento aſſoluto , d'vn riſoluto propo- m'eleggo la guerra : ahi furia , che ve
ſito ; e fare , che alle midolle t'arriui- fte all'huomo di ferro il petto , di fiera
nó, che ſangue viuo nc cauino ; cheà il cuore ; fuoco , che'l ſangue infiam
queſto modo anualorandolo.il ſangue ma al gelo dell'odio, & ingelidiſce al
fparlo del Redentore , ne rimarraiaf- - le fiamme dell'amore : beltia , che per
ſoluto . incrudelire nell'altrui ſeno , nelle pro
u E quando poi queſt'atto di pe- prie viſcere arruota il dente ; iſteri
nitenza ſia vero , e di cuore, sì chene fce i poderi con l'innaffio del ſangue ;
reſtiaſſoluto di colpa , e dipena cter- repelliſce le biade co'lzappar de ca
na , ſappi,che ti reſta da ſoddisfare an- ualli; fà raccolto di vite , per darle à
co la temporalei che per ilpiù , & in mietere à morte; & à capriccio d'vn
gran parte ci viene determinata das Tolo , che ftà godendo gli agi della ſua
Dio ne' temporali gaſtighi di queſta Corte, ſpopola di corpi il Mondo, e
vita; e non occorre direimifon penti- caccia l'anime à popolare l'Inferno .
to; mi fon confeſſato ; Dio mi bà per- Se incalzo il nemico; calpeſto imiei ,
donato il più : egli è mifericordioſo ; che van cadendo alla fronte ; fe pren
non c'è più che cemere. Egli l'bà da do fuga , ei mi calpeſta quelli che mi
vedere reco ſin’all'vltimo punto. Pec- van cadendo alle ſpalle: ſe in campa
CA cò Dauide co'lnumerare del Popolo; gna m’auanzo, io m'accordo con ello
erauuiſto della colpa , ſi pente dicuo- a ſtruggere à mezzo il mio ; s’entro al
El -re , la confeſſa humiliato , c detefan- murato miciro ; jo mi riduco à miſu
',
dola, ne chiede à Dio ilperdono . Pec- rare à moggia co'lgrano i giorni del
caui valde in hic falto ; fed precor , mio regnare : S'io gli faccio contra
2. Reg. Doroine , vt transferas iniquitatem ſto; oro micoſta, e ſangue: s'io gli la
27. ferui tui , quia fulie elinimis. E Dio cedo; mi coita con l'honore la libertà:
Dd on
210 La Faluitedeuéaccelerarſi"! ... Bisel
oh guerra . S'io'i'eleggota Pette: abi disfi. ScendailAagello: ecco mudele
morbo,che d'vna vita fà colpo di mil. {palloima lia di cua mano Signore che
le morti; che fà d'vn morto falcedi in te piccolo m’affido . Et aunertite
mille viwi. Langaore, che dalla inor- meco ,che vedendo il buon Rèla ftra
te comincia ; inorte, che non dà cem- ge, che faceua la peſte ne' ſuoi, molto
po alla vita ,che fpici. Malore, che fà à pietà di loro , pregò il Signore , non
ſoſpeți d'homicidio à Miniftri glin- che condonaſſe il reſto diquel gaftiges
fermi, & à gli infermi, medici , e me ma che lo commutaſſe , ſcaricandolo
dicine; fà di carezze ferite: fà di foc- immediatamente ſopra la ſua perſo
corſi offcfe : fà degli affetti amici ef- na ,la fua caſa , i ſuoi figli: Vertatur
ferridi pemiltà ; e repellendo i viui in obfecro manustua contrame, contra
ritirati rittretti diftanze angufte laſcia domum Patris meijcertiſlimo di que
le firade a' morti priui di ſepoltura . Ita verità , chepretendere d'hauer pec
Se laſci il morto intepolco , alreſpiro cato, e non offergaſtigato , è preten
{'appeita ;fe'l leppelliici , t'appeda al lione (propoſitata . Ma perche men
tocco : fe pictolo à te fei ; lei crudele tre Dio lo gaſtigauada va canto , egli
con tuoi ; le pieroſo co' tuoi ; fei crui- dall'altro faceua à gara con Dio di
dele à te fteflo .Padre,e figli, marito, e gaſtigar le medeſimo, rinforzando
moglie itar dilgiunti no'l perınetce l'- pencimento ,e dolore,ſpargendo lagri
amore ; ftar congiuntino'l permette me , efalando ſoſpiri, moltiplicando
la morte: Oh pelte . Coardkor nimis; con le preghiere le vigilie, e idigiunii
ccarelor nimis. Mà sù , ripiglia Daui- fagrificij; chiamolitoſto ſoddisfatto
de, io mi viò porre tutto nelle mani il Signore, e ceſsò tutto il male: co
di Dio, che nella molte lui miſericor. bibita eft plaga ab Ifrael.
die m'affido : multe enim mifericor- 12 A Dilinganno tuo, e tua confu
dic eius fiurit . Io mi eleggo la pelte , fione, ò peccatore; per que tanti , esì
ch'è turto colpo diuino . Oh Dauide? fatti peccati, c'hai confeſſato,credid'
1

e tanto male r'cleggi?e ſe canto t'affi- hauer ſoddisfatto con quel non nulla,
di nelle miſericordic di Dio ; che non che ti diede il Sacerdote per peniten
lo ſupplichid'vna cocale, condonatio- zaj ne più ci penſi vo punto . Sciocco
ne al gaſtigo ? pentito , e veramente che la partita è anco aperta , e t'aſpet
pentito del coinmeſſo peccato, non l'- tano guai , miſerie , e trauerlie nella
otterrai da vn Signore di miſericordia roba,nell'honorc , nella vita dite , de
infiniça ? Si feciſſet (riſponde Ambro- tuoi figli della tua caſa; e quando ti
gio ianto, impudentie notaretur, quod verranno alle ſpalle , ſtupirai d'onde
D. Am. moderationi diuine fuiffet ingratus. vengano i darainelledoglianze, nelle
in Pf«. Elegit non god vi flagelloeffit immu- querele ; quafi che incolparai d'ingiu
37. ne , fed quod moderatus iudicauit , vt ſto il Cielo , che lo permetta . Certo
Dei lenitati fe committeret . Per nil- si: Santo innocente , che aile leggi di
fun modo haycecobe ciò fatto Daui- uine intieramente ſerbare di nulla è
de ; chetroppo sfacciataggine farebbe debitore . Tanto haipeccatoi tanto ti
Hara: Sfacciataggine ? sfacciataggine venne ſcontato nella penitenzafagra
.si; Dio lo poteua gaſtigare in eterno; mentale ; e tanto ti relta digaſtigo; vn
e non lo volle gattigare che io tempo : iota non ti verrà rimetio, fe con opere
Dio gli poteua in tempo caricare i trè virtuoſe, e penali ( aggiungeteui le in
flagelli alle ſpalle e fi contenta fagel- dulgenze ) non te lo conti . Vedi tu ,
larlo d'vn folo : & egli ardire di for- s'è pazzia', che t'affidi,calicuriilla
trarſene in tutto ? non era quello vn quell'atto prirnodi penitenza:vedi tu ,
chieder gratia, ma vn'eflere sfacciata- le mai mai in tutta vita ftancarti deui
mence ingrato, à chi gli tù pieroſo. Nò in raddoppiare il pentimento di com
diile Dauide ; hò peccato : effer deuomelli peccati , e procurare con opere
punito : hò offefoi è giuſto , che io fod- virtuole, e penali,orationi,clemoline,
& in
Per il Lunedi della Domenica III.di Quareſima. ' 211
& c indulgenze d'arriuare alla foddis- viſſe peccando : Tn confitto ? jo con
fartione compita : timotoſo ſempre, ficto: e miſiandchiodi dolori di soda
che all'improuiſo non venga la giuſti- gre, e chiragre. Tu confitto io trafic
cia di fopia all'eſecutione diquello , co : e milano ſpine, e miliano lancie
che tu le deui: quanto deui , non fai'; punture intenſe di capo, paſioni acul
ma dal numero grauezza , e miſura te di cuore : ahi chi poteſſe Signore
delle tue colpe ben puoi argomentare, tante volte teco crocifiſſo morire,
ch'è molto ; e mai inaipuoi eſſere fi- quante volte peccando ti lo croci
curo d'hauere à pieno pagato . Baſta fiffo :
dire, c'hòmortalmente peccato,e co' 13 Oh Dio : oh fedele : parlo à te ,
peccati mici hò poſtoqueſto figlio di parlo à me, e parlo a' piedi di queſto
Dio su queſte forche à morire.Coſta- Crocifiſſo tuo, e mio Saluatore , tuo
no dunque al mio Dio le mie colpe Giudice,e mio . Habbiamo offero Id
queſti chiodi, e queſte ſpine ,quelte dio ,e meritato con ciò l'Inferno in e
piaghe,quefto ſangue,queſta Croce, e terno ; e Dio in queſto giorno à falute
quefta morte;c nulla à mecoftarden- eterna ci chiama; pentianci,pentianci,
no ? ne haurò ad effere à parte del mal e di cuore pentianci ſenza perderci
di pena , io chetutto il maldi colpas tempo , e queſto èl'vltiino forfe de gli
commiſfia ehchSignore: s'io'l potel, atti di peniteuzayc'habbianơà fart; e
l , no'l voglio . lo me ne pento , io me fe vita ci reſta, dianci fretta ad aſſicu :
ne doglio , rinforzo il dolore , il pentit rarc pernoimedeſiminella conferio .
mento raddoppioine din che io viua ; ne ſagramentale , l'importanza d'vn'a
cellarò dat dolermi, mancard dal pen eternità , checièvicina forſe più che
tirmi: così il cuor mi ſcoppiaffe , così le forte diPaſqua , quali aſpettiamo;
l'occhio mideſſe fangue , non che non ceſſando perciò dal più ſempre
pianto inclaufto . Troppo foaue è il pentirci, piu föddisfare . Fclice chidi
rigore, al quale m'obliga queſto facco, noi ben l'intende ; chí ben'ilfà , e mi
e queſta fune:dammi,Dio, forze di dico Naam la fua ſalute ricerca pre
ferro in carne huinana , acciò io viua Ao per ſeftelio, e non fi Nanca per po
tanto penando, quanto merita chi già 00. Amen
1.47 ..
v

Dd 2 įÀ
212 CRUES !.!!! : 00.0
LA CORRETTIONE
Per il MartedidellaDom.III. di Quareſima.
Sipeccauerit in teFratertuus:Corripeeum inter te , ea ip
Sum ſolum . Si autem tenon audierit , adhibe tecum ,
adhuc vnum , velduq . Quod fi non audierit
‫ در زالو‬ili

' ' ( ‫) رد‬ eos , dic Ecclefiæ . S.Matt. al 18 .


mi
Ira con occhi mille, ò Si. auuili , venga a 'gridori, venga a'lpa
gnorisamoroſi gli ſguar, leniti forzato: ma ſe taonando alza la
di ilcielo.verfo della voce,non ftende il braccio ,ma ſe tuo.
terra gemella fuaj e per nando atterifce,non imprimé ferita; e
ſe ſteffa vedendolarugginoſa nel volo per il più tuonando nel ſolo tuonos's
to , sìà delle ſpalle ignuda , pouera in acqueta : che fe balta lo ſgridare , lo
feno ,e nelle cbiome iſcompoſta,e net fpauentare,non så à che gioui il veni
gletta : liberale e piesofo nel yolta re alle mani, il venire alle ferite : Ma
conchịara luce l'indora , alle fpalle di dopo del baleno dopo deltuono ful
verde manto la velteirinliho digem : mina talaokta ancora , quäa che non
me,e d'oro la colmaje;dohori te cbio giovando icenni , che non giouando
me l'intreccia , e le coinpone's quali gli auuifi;che non baſtando i gridi,che
partendo con effa lei nella luce nel non baſtando gli (panenti , alle ma
verde, nelle ricchezze, nelfiori quella ni, alteferite eglipafla violentato. Ob
primogenitura,che di Atelle,d'infylliy bella ciffray in cuichiaro ſi leggequã
di fereno,diSole dalla genitrice natu- co della correttione d'infegna l'Eaan :
ra gli venne in ſorte. Ma vedendo egli gelo corrente.Hà da correggerealcu
pois che da villana , & ingrata in vece no quel ſuddito , qırelpeccatore : fac
di gradire , e ſeruire,eſalationi , e va- ciali quegli vn Cielo ; baleni prina, è
pori gli gitra in faccia ,quaſi che inui- balenando s'accenda, ma d'amore ,
dioſa cerchi offuſcare quel bello , che non di ſdegno ; e balenando illumini s
à leibelezze comparte , non dona in- ma chenon s'oda rumore : Inter ten
tiere; zelando il giuſto, niruoloſo s’in ( ipſum folum Tuonipoi , fe'l bak
creſpa in fronte, e balenando , e tuo- nare non bafta ; ma ſe tuonando alza
nando,e fulminando pare,che preten- il grido , che non ſaetti per anco ,ma
da correggerla , & emendarla.Ma ohfe tuonando atteriſce che non feriſca ,
gradata, e celeſte maniera appúxo,ch* Adhibe tecum adbuc vnum , vel duos .
ei tiene in queſto affare . Balena pri- Che fe dopo il båleno meno il tuona
ma ; poi tuona ; vltimamente ſaetta. re få colpo ;impugni i fulmini, paſi
Balena,e balenando s'accende, ma no" a'rigori: Dic Ecclefie. Penetri colle
abbrugia ; e balenando riſchiara , ma piaghenelle midolle.
non fà ftrepitose balenando bene ſpef- 2 Evorrei pures Signori, ſpianare
fo nel ſol baleno fi ferma: quafi ba- in terra ad alcuni meno cauti de'cor
Aando icenni , quafi baftando gli au- retiori,queſta inſegnanza Euangelica,
uili , i fouerchi rigori tutti prudente che in figura mi fi dinoftra in Cielo ,
mente riculi ,amoroſo condoni. Tuo- moſtrando loro , il quando , e'l come
na poi molte voltesquaſi che non gio- debbano correggendo, balenare, tuo
uando i cenni , che non giouando gli nare, e fulminare, con allargarmi po
росо
Per il Martedidella Domenica III.di Quareſima. 213
poco fuora de tretti termini della rare l'infermo con medicamento leg- .
fraterna , quale quanto più propria giero , come dicono benedetto , o nic ..
conoſco dell'Euangelo corrente, tan- ni à gli eſtremi , & electiue purganti ';
to ſtimo più accommodata alle ſcuo- camefice , e non Medico tu ti dimo
le , che a' pergami, & incomincio Atri. Queſto appunto è il noſtro calo .
3 Entra,Signori nell'hoſpitale co- L'Hoſpitale è ilMondo; il delinquen
lui,ch'è totalmente inefperto di me- te è l'infermo; il delitto è il malore; it
dicineze inalori, e vede numeroſa tur- correttore è il Medico ; la correttique
ba giacere in letticciuoli ordinati. Mi- la medicina . Correggere tutti advny
ra fuenuti ivolti, languenti i luni; modo è vnmedicarealla pazza , più
fente doglioG i gemiti , affannatii ra che alla cieca: diuerf i delitti, i delin
fpiri ; e chiedendoqual gente fia , in- quenti diuerſi: diuerſa la correttique.
tende, che ſono inferini.Ma coſa è in- pur ſi richiede . Et varium pofcit res
fermo? Infermo, gliè replicato ,vn vi- medium diuerfa qualitas paſſionum ..
uente fi dice, che Tconcertata fi troua Tanto ci inoftra il Cielo , tanto
la naturalearmonia del corpo ſuo. Et \'Euangelo c’impone. E il delinquen
eccoti quel cogato canuto , che à con- te di prime colpe ; & il delitto di fra
certarla ſen viene : tocca i regiftri del gilità ? Inter 11 , ipfum folum : yo
polſo , e nota i tocchi che il cuore ſul- baleno, che riſchiari,ma che non fac
le cordedell'arterie neruoſe fàrifuo- ciarumore. In fpiritu lenitatis,come AdGa
nare : equindiconl'intauolatura de'ri- diceua S. Paolo . Vna Atropicciatura lat.6.
cettati medicinali prefcriue il modo , carezzofa , e leggiera d'vn'auuilo dol
che altemperamento di prima ridurlice , e-fegreto , che verrà con ciò aſſai
poſſa. Soddisfà la riſpoſta à quel tale: meglioemendato , che con la rigidez ,
ma nota il Medico rigido moſtrarli za dell'auſtera riprenſione. Chi nc
all'vno nella dieta di panatella ſciapi- può dubitare ,fe dalla ſteſſa natura in
ta , & indulgente all'altro ne? pilti lo- ſenſibile fperimentata l'inſegnanza ſi
Aantioſi ; queſtoſcorticare co'l ferro ; trahe : Vdite percorteſiaMacrobio. Macr.
accarezzare quello con tropicciatu . Agua dulcis magis idonea eft , quă fala lib. vlt .
se leggieri quiuico'l fuocoabbrucia- ja fordabusabluendis. Tieni vn panno faturna
sei iui con l'vnguento lenire;amareg- fuccido, e lordo , e vai all'acqua falla 6.3 .
giare ad alcuni il palato con il reobar- del Mare ; l'inſciuppi, lo Atropicci, lo
baro; & ad altri addolcirlo con il giu- fcuoti , egli è ſuccido ancora: lo torni
leppe Olà , ripiglia coluise che par- all'acqua,lo rimetti alla mano, lo lote
tiale fi moſtra le tutti ſono infermi; toponi al ſapone i lordo pure lo troui:
che non tratta tutti ad vn modo ? Se lava, ſciacqua, raggira, vi logri pelo ,
vno è il fine della corporale ſalute , e pelle, vi stili i fili ;anco non depone
che ſi pretende ; che si diuerſi i mezzi le macchie , ch'egliha contratte: tan ,
vengono quì adoprati? Io direi ,che to ci vuole ad imbiancare quel pan
più toſo parte viui, parte morti ne no lino ? eh ti fai all'acqua dolce
voglia, che tutti ſani. Ma , nò riſpon- del fiume, & in due ſciacquature,
Caſſio. derebbe Caffiodoro . Aegris non vna vna ſcoſſa, due ſtropiciature ,vna
li.g. ep. caufa falutis. Hic lauacra mollia ,ille torta , ogni lordura , ogni ſuccidu
ferum quarit ad vulnera ; ovarium me depolto , candido ne lo cani di
pofcit remedium diuerſa qualitas paf- forto à lattea ipuma d'vna ſaponata
bonum . Non giouano a tutti le me- leggiera Agua dulcis Oc. Oh dirà il
dicine inedeſime; ma fi biſogna di- Fiſico. Crasa è l'acqua delMare, 011
ftinguere con l'infermità i ſoggetti. de non penetra i fili con la facilità, che
Queſta è l'arte del Medico . Qui ta- fà quella delfiume più attenuata ; ¢
gliando fi ſana, cheontando s'vccide- peròdifficilmente ne caua la bruttur
rebbe: qui ontando dai vita , che ta- tainbibita : tutto bene ,ma aſſai me
gliando dareſi morte ie ſe puoi cu- glio il morale : non ſolo è craſlai
l'ac
1
214 La Correttione
l'acqua del mare , ma acre troppo , e che; fpirano i zeffiretti foaui, e ſi tran
mordace, ouequella del fiume, è tut- quillano l'onde, li mette in calma:e
ta leue, e ſoave:e le nature ſteſſe priué quel fanciullo già niorto , che nó tor
di ſenno , e ſenſo alle carezze ( à no- nò alla vita con lo ſpauento del baſto
do loro ) s'arrendono , & all'alprezze ne riſuſcitò con le lufinghe di quello
fi ftizzano , e s'innaſpriſcono. Ohel- ſpirito amoroſo. Poſuitbaculum oc.
huomo che ha ſenno e ſento ? non erat voxoc.pofuit os fuum Oc.ca
§ Non puòeſſere ne più gentile,ne lefallacc. quem terroris oc. Certo
piú aggiultato il miſtero del quarto che bell'auuilo à tutti i correttori, ma
de'Regi al 4. Và Giczi il diſcepolo d' a'Padri maſſime, mérre correggono i
Eliſeo per luſcitare alla vita vn fan- figli ne gli anni lor giouanili diprime
ciullo defunto,e co'l baſtone lo tocca. colpe, e fragili ; à non farſi di primo
Pofuit baculum ſuper facič Pueri.Gie- ſalto all'acqua falfa del mare , à non
zi, cheti pretendi? cacciare con quel impugnare di primo piglio il baſtonc,
baſtone impaurita la morte da quel diſgultofi,minaccioli furenti:ma farſi
cadaucro cieca, forda, priua di tatto all'acqua dolce alle piaceuolezze dela
in tatto il minaccioſo geſto non vede, l'amor paterno, con ammonitionea
il fiſchiare dell'aria ſcoſſa non ode , il moroſa , e ſegreta. Figlio compariſco
dolore delle percofle non ſente; ne di al bolloredel ſangue: anch'io tii gio
timore è capace , chi non è capace di nane: feci di fimili errori. Ma credià
ſenſo. Io la vidi dipinta in vn (chelatro me, cui fu l'elperienza maeſtra , ne ti.
d'offa (polpate.Chefarai co'l baſtone poſſo ingannare, che li lon Padre. Eh
coinori rolo,e rotture: l'oſſo è duroie Dio'aqua dulcis : & quem terroris con
pure dimidolle tenere ama nodrirdi. : 6 ; Ma d'onde conoſceremo, dire
Intendi queſto mio zergo? Signori, le te , che ſia l'infermità del colpeuole
non l'intende Giezi perche è diſcepo- così leggiera, e facileda curare che vn
lo l'intende Eliſeo , perche è Maeſtro balenare si dolce rieſca medicina efti
e vedendo, che nel fanciullo non erat cace per riſanarla ?Vnſeguio , e quaſi
vox,neq; fenfus;gittato il baſtone,dol- dillilo patognomonico, apporto;le in
cemente lo palpa,ſoauemente il lugin faccia dell'infermo sì dolcemére mic
gateneramente il vezzeggia.Pofuit os dicaro corriſponde il balenodel verè
fuum ſuper os eius , o oculos eiusfuper condo rubore.Colpeuole,chie arroffi
oculos eius, o manus fuasfuper manus fcc auuiſato della ſua colpa? nó hàbia
erus: e marauiglia ſubito ſi rincalorà, fogno dipiù: egli èfano , egli è emer
rilorge, ritorna in vita : Calefacta eft dato. Oh faccia , che sà arroſlire che
caro pueri . Ah dice quì il Cardinale nó promettese mantiene:Notate.Ani.
Darniano Santo.Quem terroris virga mali aſſociabili gli Huomini nelleCit
fufcutare non potuit, pro amoris fpiri- tà nelle Terre ci ritrouiamoin vb vi
tu prer ad vitam redit. Quaſivoleſſe dere accomunati , tratti dalle forelte,
dire.Eh che la inufica lira deltraccio da' boſchi,doue quei primi antichi ſo
Orfeo , non le fgherrate dal traccio linghi viflero, ò quafiDei,ò quafi fiere
Martescauò dalla tenebroſa Dite la che homo folitariusaut Deus,aut fera ,
defunta Euridice. Stringeua ilDuce dille cola Ariftorale . Opra, ſidiced. Arift.
Troiano forbita ſpada in vano contro vn'Anfione; onde perciò fi finge, che
il tricipite canei & ad vna ciambellec- con la muſica lira tiraſle le pietre
ta melara ,che la Sibilla gli porfe, G ar- all'Edificio di Tebe : ma in verità di
reſe coſto addormito. Le torbide piene fatto , l'Anfione verace fù il Proue
de'fiumi rapidi [piantano dalle radici dimenco diuino , il quale con l'ar
de piante ; e le correnti placide de’ru- co muſico del naturale inſtinto toc
fcelletti amorofi le innaffianose le fe- cò sì bene le corde dell'honeſto , dell'
condano. Soffiano gl'impetuoli aqui vtile , del diletteuole , che traſſe i co
Joni, & il Mare s'eſaspera nelle borac litarijalla politica vita . Ma vaglia
il ve
Per ilMartedi della Domenica.III.di Quareſima. 313
ilverb , ad ogni modo di perigli ella ſponde Iddio per bočca del Teolo
è ripienai peroche mentremirenda go di Nazianzo , che non è quìper S. Gr.
biſognoſo dell'aiuto fedele di mol- mancare quella Prouidenza Diuina. Naz.o
ti , e inolti ,& in ciaſcuno dielliad mia, che con braccia di Briareo Gi. rat, ad
ogni pallo , per ogni fatto , in o gante attinge da finc à fine le coſe mulier.
gni punto pericola la feds, in cui tutte.Prailarum fignum ipfis imponam , ambit.
èforza m’affidi: ad ogni pallo ,per quo perſpicue cognofciquesto quis bonus, de orr .
ogni fatto , in ognipunto miſi peris quismalusfit . lo porro vn ſegno tale
colaancora con t'hauere ,e l'honore, nel volto humano , che daràinditio
Ja vita iſteffa . Bifognoſo di cibo , è ben chiaro della bontà,emalitia nel
fonno , egliè forza , che del cuo- cuore aſcoſa ; & in si fatte boraſche
co , e del cameriero m'affidii ma della politia ciuile potrà feruire qua
fe infido l'vn d' elliè à forte , ecco- li di tramótana.Oh caro ſegno,inap
li al toſco , ed alcoltello ; e man- prezzabile ſegno . Bonorum quidem
giando, e dorinendo me ne reſto genas, rubore tinxitfuffufo fcilicet pelli
vcciſo : Il mio ſoldo è allicurato fanguine, quoties turpitudo aliqua ani
alla fede di chi lo ſcuote, ò maneg mum adoriri pararet:at verò malisſan
gia : l'honormio dipende dalla le- guinem csnderfauit,immotumque intus
greiczza fedele del compagno , del tenuit,eoque efficitur,vt ad nullam tur
confegliero : ma ſe l'un d'effiperfi- pitudinem erubefcunt . A buonidiede
do rieſce à cafo , eccomi à vn punto vn ſangue purgato , che ſpiritoſo ,
diuenuto caduto, mendico infame: viuace ſtando in guarnigione nella
Ne viuc ſicuro della moglie il mare rocca del cuore , non cosi toſto ode
to , del figlio il Padre ; & è ſoſpetto il l'auuilo , che la ſentinella della ra
fratello al fratello , non che l'amico gione dà dell'appreſfarſi di fuori ini
-all'amico. E ligiloca alla gatta cie mica torpezza di vitio alcuno , che
ca; perche la fede,e perfidia s'aſcon- ſpedito egli corre alla faccia , quaſi
de in cuore : e traditrice la lingua foldato alle mura ; ardito alle guan
promette,e mentiſcese mentre affida cie s'affaccia , quaſi difenſore alli
feriſce: e la lulfinia, lo ſdegno, l'aua- merliroſſa l'inſegna del verecondo
ritia , l'ambitione fannomutar la vo- rubore , à ſanguinoſa guerra diſpie
glia ,quali cheal vento foglia.Signo- ga ; moſtrandoſi con ciò riſoluto à
ie ,e voi,che il tutto vedete, non pro- cadere più toito ſuenato ftillante à
uedete ? Cosi per tutta la vita ogni terra, che à tradirea'nenici l'indole
boccone nii ſi deue amareggiare di virtuoſa dell'animo gentile , che'l
morte?i ſonni tutti interrompere da chior racchiude Bonorum quidoc. At
tanguinoſi ſpauéti: fempre con Pha- verò malesfanguunem cendenfou toʻc.
uere l'honore eſpoſto fu'l tauoliero Maà maligni diede 'vn ſangue fec
del caſo ,ſotto la fidanza della Itabili- cioſo, che craſſo , e torpido, quafi in
tà del dado dell’humana parola, che morta palude, nel cuore vitiuſo ſen '
ad ogni tiro fotto punto diuerſo può và ftagnando, onde in vano toccan
cangiar viſo ? e quel,ch'è più , ſoſpesti do all'armila ſentinella del ragione
noipure altrui e difede , cdi vitio uole auuilo ,goccia nonſe'ne muque
non meno di ciò , che altri ſiano ſo à ſoccorſo dal che adiuiene, che per
1petti à noi : à queſto modo meglio torpe, che fia il vitio , che à fronte di
ciriliciua la ſelvatica grotta ,che la queſti tali ſi appreſenta , maili veg
domeſtica ſtanza; il pomo, e l'acqua gono il volto nje per vn punto arroſ.
che'l pane , e'l vino ; viuendo foli à lire,onde non trouando difeſa l'alla
noi medelimi, di noi medeſimi ficu- litore nemico , paſſa dal ſenſo al cuo .
ri,che trà tanti perigli trà gli huomi- re dall'atto all'habito , & in mille die
ni di fede incerti , incerti noi pu- fordini lo tiranneggia , Sanguinem
re di fede,accomunati . Mà che tiri- condenLruit cg.Eccoli adunque il is
gno
216 Hi La carretsianelli199
gno:Huomo,che non pud vdirſi toc- quenti ſegreti , togliendo loro la fa
care divitiofa torpezza alcuna ;che ma,c facendo è directo contro il pres
in faccia non arroſſiſca; fidati d'effo ; cetto dell'hodierno Vangelo . inter
e credi, che tiene in feno vn’animo te . ipfum folum : perche oltre al
così gentile,che è non diede caduta, peccato moitale , che tu conimetti,
ò ſe pure la diede , fù accidentale, & fe la materia è graue; &allelſer te
in paſſaggio ;mavitio alcuno in ſe nuto alla reftitutione della famano
ſteſſo non può ſoffrire annidato . tabilmente leuata , vieni inſieme à
7. Quiuiquel . Terentiano in ve- perdere l'anima del tuo proſſimo,in
Teren . dere arioſfito quel giouinetto cor- vece di guadagnarla . Toccò il pon
retto , lauiamentepioruppe à dire. to Origene per eccellenza.V biſerua
Erubuit?ſalua res eft. Corretto egli è rifibi myfterium videtille,que peccat: Orig .
arrofſito ? tanto báſta: non c'è perdi- feruabit, a ipfe emendationispudorem .in cap.
ta alcuna nella virtù . Mà cheargo- Vedendo il delinquente corretto ,33. Lea
mento èqueſto ? anzi perche egli è che nel correggerloſe gli ferua il le -kit.
arroffico,dàſegno d'hauer comme - greto naturalmente anco douuto
ſa la colpa. Eh voleua dire, hà com- non che per precetto euangelico ;
mello la colpa, è vero ; ma fù colpa ferbarà anch'egli alla ſua fama vn
d'accidente , non di ſoſtanza: fù vna verecondo riguardo, con emendarfi
febbre effimera ,che allo ſuentare de prima,che ſi paleſi il delitto che ve
ſpirti accefi in hore poche ſuani- dendoli ſcornato in pubblico , e pa
Ice; e non vn'etica habituale radica- lelamente infamato . si verò diffa
ta ,immedicabilmente nelle midolle mari ſeviderit , illico ad denegandam
del cuore. Io te lo dò per rauuiſto , impudentiam conuertetu , o non folum
per emendato : non eſſendo quel ru- non emendaueris peccatum , fed « du
bore altra coſa, che vo luminoſo fut- plıcaueris : gitterà anch'egli in vn
gore del ricco teſoro della virtù in- canto la maſchera, e darà nelle rotte
ternamente ripoſta, che glilampeg. fenza freno di vergogna, che lo ri
gia ſu'l volto :& in proua del vero , tenga . E così colpa del correttore
non ftarà molto , che per l'apertura imprudente in vece di emendarfi vn
delcuorcontrito , faluia nel ſeno all' peccato , ne verranno tanti , e tanti
animala virtù ſteffa , con maeftoſa altri moltiplicati. Graue ſentenza d'
ponipa ,in emendate attioni daraſli à Origene ſteſſo . Correggere in pub
diuedere . Tu lo riprendi di vitiofa blico vn peccato ſegreto. Non eſt cor.
caduta, e l'anima virtuofa ſe ne riſen- rigentis,fed infamantis: non è correg Idem .
te: ne ſoffrendo tale impoſtura , fà gere, ma infamare. E ſentenza gra
balenzre nel volto l' interna luce , e uiſlima del P.S.Agoſtino . Se tu cor
promette con aurora di lode vn reggi in pubblico il peccato,cheà ce D. Au
mezzo giorno di gloria: ne alle pro- ſolo c palefe ; tu non ſei correttore ,
meſſemancando,ſpalanca ben pre- ma traditore. Siſolusnofti,u eum is 8m.hi
ſtoconpentimentoapertole
del cuore,& inemendate attioniporte
cau- coram
proditoralijsarguere,
,c per direnon escorretiortogli
il dicibile,fe ,ſed do eier
bisDo
teloſo ,prudente, conſiderato fà chia- la famaal delinquente con paleſar. mini.
ramente conoſcere,chele hà perdu- lo, cogli 11 frenoad vn cauallo sboc
ta l'vfura d'vn'atto ſcorſo , ilcapitale cato , onde fi porta à precipitoſo tra
dell'indole ſua virtuoſa ſi hà con- collo.
ſeruato . Vero è , dice Tomaſo Santo , D.Th.
8 Con queſto dunque baſta il ba. chefunt qui ex conſisetudine peccant.co.
leno dell'auuilo dolce , e ſegreto : e contratales fenterius agendiim eft. Ci
guardati ò correttore dal tuono , oue ſono delinquenti, che non ſapno ar
vſarlo non deui : guardati dico dal roſfire corretti, fartigià conſuetudi.
correggere publicamente i delin- rarij nelle lor colpe,e contro di ques
sti
Per il Martedi della Domenica III.di Quareſima. 217
ffi tali biſogna tuonare, ninacciare , che con queſte parole c' inuiti ad ac
inaſpşirli', e nienter mano al bullblo .. coftarci vicini, ré le faremo d'apprefa
del diagridio , e fe la colpa è paleſe , fö . Magiunti appreffo , e vedendola
paleſemente correggerla , acciò la pur'anco aſciutta, replicheremo.Sia
medicina , ch'è curatiua all'vro ,a glit mo quì; che non' igorghi adunque
altri rieſca preferuatiua . Quæ peccant ronde ? & ella riſponderà ,onde? on
D. Aug. try coram omnibus coram omnibus pors" de Lo'chiedi à noi,mentre Dio à te
che tu le habbia chiuſe
ripienda funt , vt omnes timeant.Ma ci manda ; molto nel
con tanto riguardo , che ſe balta il conueniente. Nier
ſeno egli è
N ttrono , non ti venga al fulmine; le ba. te , tiſponderà la voce : il che il Pope
ſta paleſarlo da alcuni ,non ſi palefi lo vdendo, ftimandoſi da noiſcher
Or여 àtuti . Adhibe tecum adhuc vnum ,vel nito ;'ah Dio , griderà , che traditori
d1993 ; ſe baſta pubblicarlo nella fa- ci hauete quà condotti à morire di
5.4 meglia , non fi pubblichi nella piaz- ſperati di ſete. Sete, riſponderà quellº
za' ; ſe baſtano finalmente parole," echo,facédo cótro di noi vn teſtimo
non li venga alli fatti. !! nio'apparente :e ſe vorrà alcuno di noi
10 Signori, gattigò Iddio feuera due foggiungere à giuſtificarci con
mente Mosè, e'l fratello Aton, leuan-' dire . No che Dio cel'hà predetto ve
do loro la vita , actið pie'non mettofo raciſſimamente' Mente c, onchiude.
ſero nella terra promella .Se ne rà la pietra ; e chi potrà trattenere
chiedere il perclie , ſe n'apporta la quelle Turbe furenti , che fotto vet
ſtoria de Num.al 20. cap. A noi Mo- mucchio di faffi non ci vengano à ſe
se ; & Aron : cercate voi dell'acqua' pelire ? e poi parole ad vna pietra? Vn
per abbeuciare le voſtre turbe allo fcalpello acuto ci vuole, va maglio ,
face? audate da quella pietra, da quel e ben graue; e forte il pugno, e pode
lá' velce, diſſe Din', e fate, che ne cor- roſo anco il braccio ad aprire vn'oc
rano,i fiumi,non che le fonti . Da vnà chio , che pianga , ad vna vena , che
pierra ,diccuano que'fratelli,il più due ſgorghi liquido humore da quel
rojit più ſecco fra tutti i miſti, n vſcirà corpo rubelio Horse finiamola
il più molle,il più humido fra tuttigli Mosè, finramnolaAronne; fia ſcalpel
elemérida viia ſelce,lechivifcere au- lo acuto la voce viua i maglio graue
ŭampano di viuo fuoco; Igorgherana l'ardita lingua;forte pugno forzoſo il
Roľonde,che fono deile fiamme im fiato ; poderoſo braccio gagliardo il
placabilmente némichie Nemo dati petto; ne dubitate punto , cheſe fidu
quod non habet, grida diconfenfoco- cia terrete,marauiglie vedrete.Loquis
mune natura tutta.Eh nó tante filoſo- mini ad petram ,« c. Et eccocongre
e, chenon fannoà propoſito adeſſo. gate le Turve, giunti al luogo prefir
Loquimini ad petram corā elschilla dita Foelacerbatofi Mosè contro ilPopo .
Num , bit polisaquis : parfare aquella pietrá lo peccatore,cominciò à penetraighi
cap. 20 , álla preſenza del Popoloradunato , & ſu'lviuió. Audite rebelles. ☺ incredia Bid.
ella vi darà tant'acqua,quáta'n'è biſo- 11 : & alzato ilbaſtone-percoſſe con
gno . Parlare noi alla piesta alá pre : due colpi la ſelće, Percutiens virga bis
Ienza del popolo radunarodoh queſto filicem delche ſdegnatoli Dio ,quan
non faremo noi, doueuano qui dire i tunque n' vfcifíero l'acque, ncgo ad
códottieri fratelli;che queſto èvn por cſſo, & al fratello l'ingreſodella ter
ci,oSignore in manifeſto periglio ďra promeſſa, con torgli da queſta vi
eſser lapidati. Perche vedete,nbipar- ta . Non introducetis Populos in terram ,
Taremo alla pietra , c la pietra preien- Juam dabo eis. Fanno qui i Scritturali
te il Popolo, in tcho afcofacidarà le gran queſtione', in che peecaſſero
tronche rifpofte fue'. Pietra , noile Mosè, & Aron ', chesigranemente il Toft.in
diremo ,dacci dell'acqua su: elecho Signore ligaſtigafle. Altri cometi-2.p.Nu
riſponderà: qua, sù . E credendo noi, feriſce il Toftato /diconosche
Еe peccastmer, in
Tono cap.20 .
218 La correctione
rono correggendo con troppo rigo- gioie può naſcere in Santa Chicla ?
re quel popolo , benche colpevole. Mache regola daiò S.Appoftolo per
Quiavacauerüt Populum incredulum ,cu fruttarpredicando. Argue, obfecranin
rebellem . Altri, che doue Dio haueua crepa. Notate per cortelia , chefå yna
comandato , che vna fol volta ſi per- miſtura di tre ingredientiduc acri, e
cotelle la pietra i la percoffero ducs mordaci,& vno mollee ſoaue,c quali
exincrudelitate percufferunt bes.Alorial- che formavna ricetta daMcdica.I.ic
tramente , Ma non trovando io nel ne quel tale vn'vlcera ſulle labbra , e
Sagro teſto, che Dio comandaſſe per- cheremedio,ò Eccellentiſs. Piglia la
coſa alcuna , ma preciſamente paro- péna il Medico.Re.d'acqua aluminoſa
le , Loquimini adpetrami dico piùche táto d'acqua di piantaginc tanto , d'on
fù tra gli altrierrori d'imprudenza bé gliodi zolfo tanto; M .Fannc cópofitio
graue C. ome? crattandoli d'vna ſelce, ne , & applica. Ma Signorel'acqua
cfelce viųa per farne yſcire dell' ac- aluminofa,c l'oglio dizolfo vàbene ,
qua,oue parole baltauano, & vn ſem-, che diſſeccano e , ferinano l'ukera ,
plice toccodi quella verga prodigio- conſolidandola : ma l'acqua di pian
Tavenir'à fatti, & à duplicaça percoſſacaginc frigida, & hunșida ,à che pro
quefto fù vn porſi dal canto loro à poſito: Oh riſpondespercorrettivo ,e
manifeftiffimo pericolo ,che invece temperatura delmedicamento : alori
d'vſcirnelacque , ne fcintillaſſeroar- menti eſſendo troppo diſſeccatiyo , &
dente le fiamme,il fuoco . No,diſſe vlceratiuo , farebbel'vlcera maggio
Dio ,non può sì fartizeli imprudenti se ,ò l'aprirebbe, quando ſerrata folle.
in chi gouerna , corregge: s'hanno à Cosi voleuo dil'io à Timoteo Predi
moderarei rigorizadammollire le pa- cacorc. Argueobfecra increpa „R.due
role, ad aleggerire igaftighi, quanto diſſeccatiuimiſticon vno chehabbia
ch'egli è ponibile . Tonare silç il ba- virtù di humettare, Arguiſci riprendi:
lenare nonbalta : minacciarç, ſe l'au- maguarda,cheilmedicamétoper ec
uiſo non gioua: mą trattenere ilcol- cederein feccodi rigore, no eſulceri
po , noadoprare il flagello, che al più più la piaga del peccatore,in vece di
non poſſo; altrimenti in vece d'acqua cóſolidarla;che queſto ſarebbeerrorc,
di penitenza, il ſuddito corretto cac- 12 Mabella.cola , qui mi ſi repli
cicra vampe divitio più sfiammeg- ca, ftare leggendo in Cattedra :biro
gianti: Rigidivoi coppo yi dimo- gna fare,biſogna dire : ilfatto ftà nel
Atraſte? rigore ſoftenerete: non introdu- metterein pratica i precetti teorici :
cetis.gl. e necelti l'eſempio à fe hocopus, hic labor eft. Mentreſi correg
coli dell' auuenire. Quia vocauerunt, geta perſona s'accende, cnon ſi può
c. Perculeruntbisscc.Oh piaccia à aggiuſtare la parola cosidi puuto .No
Dio, che molti de Superiori, ede'Pa dice S.Agoſtino.Diligeo dic quicquid
dei non perdano, srendano incorri- poles.Aggiulta tu benl'interno:fa che Aug.ep.
gibili i figligei ſudditi ,perche rigidi lolo amore che ſola carità quella la,
tropponella correctione egaſtigo in chetimuoua à correggeree
, nonduadGal.
precipitio lipoſero da diſperatie bicar poi, che la correttione non ſia
I Bcn l'intendeua Paolo Santo , e per vícire molto beneaggiuſtata . Pa
2.Tim . perciòà Timoteoſcriuendo ,à Timo- dre,nons'accordaremo: amare,e cor
cap.4. teo,chc haueual'offitiodi Predicato- reggere non ſtanno bene inſieme :
re, e con eſſo doueua correggere de- porta (cco la correttione diſguſto , &
litti, & emendar delinquenti gli dice. Offefa della perſona amara : e non è
Prediea verbīt. Arguczebfecra, increpat. pollibile , che s'offenda quella coſa ,
Predica , Timoteo predica; Predica che s'ama. Ah e queſto è quell'altro
1 Derbum ; & affatigari di far frutto nell' eſtreino , quetracollano molti,che
anime , che ſe ilpredicare in vece di dall'amor diſordinato acciccati non
fruttare,fa danno che ſconcerto mag- correggono i delinquenu . Contradi
ce
Per il Martedidella Domenica III.diQuareſima. 119
ce Ambrogio Santo all'aperta à que- cc,comeſe nuouamente partorendo
fta falla dottrina : & afferma anco l'a- gli ſtaſſe . Filioli mei, quos iterum pariAdG *
more faper ferire , e piagare ( echi sà turioi c pure occorrendo il biſogno dilat.4.
cheperqueſto arciero ei li dipinga ?) tuonaresegridare , alzò la voce di
.e -dipiaghe tanto più dolci, quanto cendo.O infenfati Galata,quis was f« .
profondamente più vengono dall'a. fainauit ? ſcemi,ſciocchi,impazziti,
mantenell'amato inflitre , & impref- chiv'hàdiftorto il ceruello e faiper
ſe, e parla della correttione,e nel pro- che ; dice.Griſoſtomo Santo p: erche
polito noftro,e dijeceffet piùdolce vn I'vfar carezze ,e luſinghe co'ludditi, Cbryf.
Ambr. religioſo gaſtigo , che vn luſinghiero quando fi ricerca rigore ,non è coſa in c.1.
fer. ad perdono . Habet enim de amor plagas daSuperiore , che portando loro a
vinc.fuas que dulciores ſunt scum am ariusin- more,diconſeruargli procurii ma di
Pet . feruntur ; dulcior enim effe religioſa cafts- nemico , che gli odij, elicorrompa .
gatio quam blanda remiſsio ; & eccone Etenim tunc placıde alloquifubditos
Aug.ad la prova in pratica direbbe S. Agoſti. quandoopus eft acrimonia,nonſisperioris,
Bonif no.E chi'nell'apparenza è più nole- ſed corruptoris potius fuerit, ego hoftis.
de cor ſto al ficnetico del Medico,che lo fà Corregger dunquefi dee', e con ri
rec.Do mettere in ceppi all'indiſciplinato fi- goretuonando, quando che l'occor
. del Padre, chelo fiagella ? e renza il richiede m
; a gouernatifem
pure dell' vno , e dell'altro le piaghc pre con carità, chemagnus Dofter eft Idem
fono'amoroſe,e molto più ſalutitere s caritas y diceua altroue il medeſimobo. 33.
che non ſarebbe ilperdono,chefen- Padre , fatis idoneus » qui tollatini.co
do loro cagione,ediruina, edi mor errores, or formetmores. "Efedi voi rint.
te fóra voa falſa , ecrudele piaceuo . alcuno', o per diffetto , o per eccello
lezza. Si autemiftosnegligant, opersa d'amore ha danneggiato ilproſlimo ,
repermittant , ifta potiusfalfa manfue- e quefto Chriſto al pentimento e
,
tudo crudelis eft . Pierà dunque crude fodisfattione douuta , procuri adeflo
le ella è di quel Padre , che per non giouargli con atto dicarità regolata
contriffare quell'unico figliuolo , che in vnalarga elemofina , e piglio
tiene;non lo corregge,notrgli vieta il fiato .
tenere quelle compagnie si fatic :
crudele si , che potendolo ritenere SECONDA PARTE :
col freno della correttione paterna
lo laſcia andare tracollando in que Nter 1
diſordini che vn giorno gli lo daran- betecum adhucvnum , vel duos .
no infracidito ſulletto tutta puzza, e Dic Ecclefia . Se'l balenarnon gio.
carognale forſe in sú d'un palco pub- ua ; fe'l tuonar non baſta ; fi venga a
blico a far ſpettacolo . Pietà dunque filmini, al factcare;Se la dolce e ſça
crudele ella è di quellamadre , che gretacorrettione è deris fe la più
pernors contriſtare quella fua figlia , rigida, & alquanto paleſc vien di
non la corregge ; non le vieta il tre- ſprezzata : fi venga a tuttorigore ; ſía
fcare alle fineftre , il ciuettare con denontiato quelloftinatoallegittimo
queltale;e să fálico : crudelesi chepo- Superiore, ſia duramente flagellato
tendola ritirarecol freno della ma quel figlio dal Padre fuos fia cacciata
terna correttione, laſcia , che trabal- prigionequel feruidore coltoinlae
zando vada tanto alla libera , che vn trocinio più volic dal fuo Padrone .
giorno l'haurămadre prima che ſpo- Padre vn rigorofo precetto è queſto ,
fa , con diſonore comune . Eh che E che vuoi fare? Ci G viene å vjolen
biſogna a'luoitempi alzar la voce za . Fare,che un cuore per malitia in
Anana Paolo ancora ,& ampaua quei durato fipieghi alla forma d'vn viue
di Galatia con amor di padre , anzi re diſciplinato ,egli è tanto difficile ,
con amor dimadrecosiicncronc dola quanto il piegare inEc
aggiultatafigura
2 via
220 La Correttione ; 17,8
vna materia rubella , e di fodez a Hugone difficile eft, vc.
maſſiccia. Civuole il maglio ,ci vuole 14 Ma Signore, e la miſericordia ,
il fuoco , altrimente non tifà coſa, che v'è si cara? On queſto appunto è
che vaglia. Difficile eft (dice Hugone) l'incontro , oue tanti li perdono me
Hugo cormalitiainduratum ad formam difci- ſchinamente:fuggono da caviddi del
de S. plina, o ſpeciem honeftatisincurnare, l'indiſcreto rigore,e danno in ſcilladi
Victor, ſed neceſſeeſt ,ot dura matiria cismifacie (moderara indulgenza · Dicalo lo.
de Inft. lè adformam non fle &titur , ei acrioris ígratiato naufragiodel Rè Saule.Co.
Nonit. flamma incendiumi,or mallei grauioris manda Dio à Saule, che gueregzicó .
percufsio adhibeats . Préde vo Fabbro- tro Amalecche. Perente Amalech,
ferraro tanto di ferro alla mano , & demolire Priser fa eius:non parcas ei ; ſed 1. Reg.
alleſtire livedi fucina, e mantici, ma- interface à viro vfque ad mulierem , 76.15 ,
glio, & ancudine . Fabbro ,che vuoi paruulum , atquelactentem ; boucm , og
? tù fare? lo vuò piegare queſto ferro . cuem camelsom , u.finum . Io fon for
E civuole vn'apparato sigráde: Ado- zato , dice Dio , di fulminare contro
praci le mani e con la forza,e deſtrez. gli Amaleciti , e ti conſtituiſco tuimi,
za ſemplice lo verrai à piegare la do- ne del mio furore Và ;ftruggi,metti à
ve entro del fuoco l'abbruciarai; fot- ſacco ogni coſa,Huomioi,donne,gio
to del maglio l'infringerai. Infringer- uani, vecchi; dal più tenero bambino
lo , & abbrucciarlo ? Non ſarà poco , di latte all'aſinello più vile: mettitut
che io lo venga con ambidue à sidurto à filo di ſpada. Va Saule è s'accam
re alla piegatura aggiuſtata . Hor ità pa,guerreggia ,vince, facchieggia ; for
à vedere ; l'incalora,l'accende à forza ma diſangue vn Mare;ma perdona,e
di ſoffio , e fuoco , e s'ammolliſce con ſalua la vita al Rè di quella gente dio
ftento; il batte,il pifta à forza di brac- frutta: Pepercit Agag.E non pal'egli,
cio,e maglio, e malamente s'arrende: che Saule qui meritale grån lode di
nella fucina il rimette, e caccia , e ſof picroſo , di generoſo ? Poteua lcuacja
fia ; in ſull'incudine il porta,e dagli,e vita ad vn si grande nemico con ti
batteje ne ſaltano appena alcune pic- tolo tanto giuſtificato, & adognimo
ciolc ſcheggie. Lo torna al fuoco, lo do gli'la condona , lo ſalua pepera
torna al maglio ,ſoffia,riſoffia;batterie al pepercit's oh glorioſo papercit : .
battere con tanta fatiga,che già s'è fats S'alzino coloffi à Saule di bronzi;
to mantice il ſeno,fucina il volto ,ma- e marmi , entro de' quali:ſcolpito ſi,
glio del cuore del petto ancudirfe , & vegga à lettere dorate queſto Peper
ammollite fente piegarti le muſculo- cit . Suonino queſto pepercit pacitis
fe, e nerborute fue braccia; e pure it che diuenute le trombe guerriere :
ferro refifte,e s'ha che fare à dargli la Cantino queſto Pepercit , divenute
piegatura preteſa: onde fe bene alla guerriere le pacifiche Mufc . Rim
in fine èforza ,che forzato s’arrenda; bombi per bocca della fama per l'v
& ammollito fi pieghi: chiaro però niuerfo tutto queſto pepercit, acciò
egli appare , che forza minore non vi lo donino ail immortalità pende , c
voleua . Hor queſto è ilnoſtro cafo pennelli di Storici , e di Pittori
Haida correggere vn'oftinatofà con Pepercit , pepercit, perercit . Pepercit ?
to , che hai da piegare vn ferro ; e ci sufficit fola tranſgrefiro precepti ad ei
vuolel'apparato d'vn Fabbroferraro, vltimum inferendum fiuppliciumi dice
Mantice ilzelo , il feruore fucina , la Teodoreto : Pů batteuole queſta
conftanza l'ancudine , maglio il rit tranſgreffione ſola del precetto diui.
gore . Infuocare con quelli: piftar no all'ultima fua perditione:Signore
con queftis replicare il lavoro ; rad evoi, che ſete di miſericordia infini
doppiar la forza non allentare per tastanto vifcorrucciate per vnatrant
fatiga, che non ſe n'eſce à diſegno , ſe greffione , che termina in vo por
non con ftento , Qucito vuol dire dono '. Infelix , replica il Padre ,
qu. 30 .
Quareſim
Per ilMartedi dellaDomenica NI.diQuare ſimaa. 201
cum Deus iufiffet punire,mifertus eft: concubinarió , quel riflentito è ricco ,
oportebat ſtultum intelligere, quòd una non gli è negata l'affolutione , fe non
gutta diuine bonitatis , clementia, caccia prima la concubina , fe non li
vincitmnium hominum bonitatem . riconcilia co’l proſſimo: ma con le re
Dio comanda , che ſi puniſca , & egli gole di tutta indulgenza è piaccuol
vuol perdonare queſto è vn aguan- mente alfoluto : perche quell'incont
zarfi à fopra fareDio fteto , vn vo- feffoè nobile, non è notificato alPre
lereſſere più mifericordioſo di lui: Jaco , madolcemente luſingato . Ah
guarda pazzia : quaſi ehe vna ſola & à quelto modo vengono curare
goccia della elemenza digina non ſor- molte anime inferme fpirituali, con
uanzalie ogni bontà humana imma- ignominia del nome Chriftiano, e de
5 ginabile :hebbe tanto d'ardire ; à fuo feruitio di Santa Chieſa : Curabant
colto , s'eihè di fotto ). Comanda Id- contritionē filia Populi mei cum igno
dio nella ſua Chieſa , che ſia denon- minia (Si querelaua il Signore in Gc
ciato colui, che sboccahereticali be- rem al6.)dicentespax pax, .c. por
ſtemmnie ;che tia'notificato al Prela- eratpax. Speranze , luſinghe, dolcez
to quell'inconfeſſo :e tu , à cui tocca ze: falſe ſperanzesmaledette luſinghie,
obbedire , per vna tale qual vitioſa infielite dolcezze . Ve, quiconſuunt
pierà lo vai tolerando , e ſopportan- puluillos ( grida ſdegnato Iddio per
do ? Sufficit fola pracepti tranſgreſio bocca d'Ezechiele Profeta) ſub omni Ezech.
ad tibi@ c.baſta queſta ſola traſgref- cubitu manus, o faciunt ceruicalia ſub 13 .
fione à condennarii eternamente all capite vniuerfa'atatis ad capiendas
Inferno . Chebontà , che iniſericor- Animas : Guai à coloro , che lauora
dia è queſta ( dice Origene) con il no di cuſcini,e capezzali molli , e de-
perdono di vno mettere in compro- licati à pofarſi co' gomiti,à ripoſarſi
meſſo la ſalute di tutti? Quæ eft ifta co’l capo in perditione dell'anime po
bonitas , iftamifericordia , vni parce- uerelle . Molliores , ac mitiores in
re , c omnes in difcrimen adducere ? nuit fermones ( dice Teodoreto ) che Teod .
S'appeſta il Popolo da vn peccatore si ad tempus aurestitillant,fed euerfio
fatto , come s'appefta vnagregge da nem animi adferunt, Guai à quelli,
vna fol peccra infetta . Polluitur enim che douendo vſar'aſprezze, e rigori ,
ex vnopeccatore Populus, ficut exöna allo riſuegliamento d'vn peccatore
oue morbida vniuerfus grex inficitur. oftinato , vlano piaceuolezze, e ca
Oh queſto tale egli è perſona poten- rezze, chedicuſcino gli feruono, on
te , verrà à ſcandalizzarli,, non àcor- de più facilmente nel profondo ſonno
reggerfi ; darà in qualcheecceſſopiù , de vitij reſtino addorinentati, & ad
Berna. incancherito nel male. A fuq danno dormiti s'affondino giù nell'Inferno.
dice Bernardo Santo ) à ſuo conto Va , va : guai, guai , e quello ſteſſo
sa ca.2. cutto hà da correre.
Cant. Ipfe fibi fcandalı guai d'eterna dannatione, alla quale
caufaeft qui facit , quodargui debeat , anderanno dannati quelli medelimi
non ille , qui arguit . Se la rouina di addormiti. Guai à quell'inconfello ,
quello è la ſalute di tanti, laſcialo cor- guai à quel pubblico ſcandaloſo , guai
rere alla malhora , che già tutti fal- d'eterna dannatione ; e non ſolo ad
--iarnon puoi , meglioè periſca l'vno, ello, maà quei tutti,i quali è per mi
che l'Vnità; meliuseft,vtpereat vnus, ſericordia crudele , ò per maledetto
quam Vnitas. Ma habbia luogo la ve- intereſſe , ò per vile timore , non vſa
rità. Non è ſempre miſericordia, pie- ranno del douuto rigore ,dandone
tà sì fatta , che ſofferiſca quelli, che notitia ,maſlimequando , & à chi Chryl.
non si hanno à ſofferire;ma beneſper- deue . Neque vero ipſitantnm( Sriue orat.de
ſo è maledetto intereſſe .Perche quel GrifoftomoSanto)fed etiam tibihoc non cão
! beſtemmiatore è grande , non viene celantı : E ne vuoi tu la prona ? pro- temn.
denoptiato,ma è aduláto: perche quel Gegue il Santo:prendila dal Salmo49.Ecclef.
Et
222 La Corretrione
Et cum adulteris portionem tuam quefto Cielo , Audiandodi compire
ponebas . Non dixit Dauid , ta alla carica chemis'addolla . Voife
adulterium patrabas :fed cum adulte- deli con la voſtracompite ;e doue
ris portionem tuamponebas. Non rin- dubbio vi prende,ſé l'occorrente caro
facciò l'eterno Giudice per bocca di ricchiede il balenare , o'ltuonare , o’I
Dauid à quello ſciagurato , che adul- fulminare ; Padri Confeffori vi ab
terato eglihaueſſe m; ache occultan- bondano à buon conſiglio . L'obligo
do ,.e soffrendo l'adultero ', haucuando
mio qui fiterminaz.il loro qui haucrà
partenel delittodell'adulterio altrui; principio: Così tutti obbedendo
cperciòera reo della medeſimapena .. alle legginaturali , diuine ,
Papè quàm malum eft aliorum putre ecclefiaftiche , tutti
dines ocultare ? Socium enim ait effe mercede cterna di
fupplicy, quod illideli &to debetur. Óh gloria n'ha
guarda tu le mette àconto , per celar ueran
l'altrui colpa zaccomanari (gratiaca no
-mente ancora la penaaltrui. Piaccia al Signo
IS A menon metre conto, c per- re darcela
ciò dopo i baleni; & ituoni non man Amen -
carò di cacciar fulmini ancora da

IS

I DAN
223

I DANNI DELLE
RICCHEZZE
Peril Mercordi dellavDomen.
ie
‫زر‬
III.di Quareſima,
Deus dixit honora Patrem , Matrem . Vos autem dicitis :
quicunque dixerit Patri,velMatri. Munusquodcunque
eft ex me, itibi proderit . Et irritum feciſtis mandatum
Dei propter traditionem veftram . S.Matt. 15.
ür iOS!

E qucfto : Mondo è mo in queſta vita mortale; colimogra


vna ſcena , víciamo .fo laſciando co'l ferpe, il bruto tutti in
Signori in campo , c terra occupati,vnica loro sfera , quafi
Ipettatori vediamo, che a miſurarla, à ripartirla ſquadra lo
che diuerfi frà loro Iriſcio necompalio eſſendo il pallo .
ci rappreſentino i E dall'Altronomo conciderata la terra
perſonaggiglianimalicerreni quinel- in vn folpunto riſtrerta:punto ,che in
la terra . Sboccano dálle tane i ſer- diuifibile non fi diftingue in parti,che
penti, e ſtriſciandoui co' petto,ſopra lo compongano ; onde ſprezzandola,
vi li raggirano : . faltano dalle ſelue le tutto s'addrizza alCielo , 'oue con il
fiere , e carponepremendola , la ſcor- quadrante, con l'aſtrolabio ſpatiando
sono con piedisemani:eſconoda’lo à bell'agio ripartiſce le stere, figurai
ro alberghi gli Huomini, e su dei pid circoli , ſtabiliſce ipoli , contempla i
dritti colteduepiante Tole calpeftan- nioti, e le nature inueftiga de lumina
dola vanno . Curioſa la mente qui ri. Ma ilCorinografo tutto tutto à ro
mi s'aguzza . Non ci s'accoſta alper arſcio dona te ſpalle al Gielo , e liri
to , ſe non ciò che ſi ama : non s'attie. ' uolta alla terra, e contemplandola en
ne lamanosſenon à ciò ,ch'ella Xima: tro d'un vaſto globo con il comparo,
non fi cálca colpiede, ſe non ciò , che e la ſquadra, ammirabondolamiſura,
li ſprezza.'Vincail veroche ſtriſcian- c parte inparti. Aftronomoadunque
se il ferpente rapprelenta Vamante: aftronomo, e non colipografo voleua
carpone il bruto fi profefla vsauaro ; il Creatore, che foſſe l'huomo in quc
cdiritto l'huomo disintereſſato fi mo- fta vitamortale,e come tale contide
Atrase fprezzatore:Chemarauiglia. A- rando la terra non più che vn punto ,
ma il ſerpentela terra? bà dalſuo vit- la coccaſſe ſoloco'lpiede,perilpiccat .
to la vita.Avara'la ftima il bruto ogni ne i Calci leggiero al Cielo ; oue qua
firo bene vi tiene . Diſintereſſato (e'n drante il cuore adorando, & aſtrola
moſtra l'uomo,e ſprezzatore : ftra- bio la mente co'l penſiero iſpatiaffe , e
niero pellegrino qui viue ,cittadino d con l'ainore conforme a quello : Que
altroTito, ed'altre riue . Quinci hà il furdum funt fapite,non quefuperterra.
\capo Ateſo il ferpente ; da fronte china Ma ahí che aſpetto tenendo di ragio
dià itbruto efoliquiata l'huomo bàcon neuole, irragioneuolel'huomo infatti
fla vita la viſta . Chc ſe m'appongo al è fattojeco le ſpalle al Ciclo co'lſerpé
Vero ? Aftronomo , e non coſmogra- te, colbruto , tutto alla terra a.china ,
fo.voleua ilCreators, che foſſe l'huo . tutto ſulla terra ſi Aende . Et à quale
diſprez
224 I danni delle Ricchezze
diſprezzo del Cielo , della ragione, difplendoredel ſangue e dell'anxercimi
Dio non viene traportato dalla polo giudicare forſe alla gola domeſtico ,
feffione , dalla cupidigia , dell'hauere famigliare alle piume, dominato da
terreno vn cupre humano?Eccoci i ſa- , caggi,da gl'influſiagitato de' pianeti
cerdoti medemi dell'Hebraiſmotra- del terzo e quinto Cielo Epicuro più
portati da effà à canto ecceffo diceci- di fetta,the Fariſeo; ondefni riducete
ià , e malitia , che correttori ſi fanno trài fanciulli di ſpirto all’A.B.C.dell'
dél lagro Teſto perditoridi Popoli ali okéruanza della legge Diuina ? Dni
la ſpirituale curalor commenii viola faccio ſapere , che omnia cuftodiui à
cori delle ſteſſepieroglimeleggidella inuentute mea : ricco,maguſtoimana
natura ,togliendoa' biſognoli Padri i fueto,quantunque nobile: pudico con
neceſſarij aiuti donati ad eſſi da’figli eller giouane ; veiccondo nel bello ;
per leggehumana,diuina, e naturale , modelto nelgracioſo ;ſtricato d'ogni
per conuertirto in vſo dell'auaritia lo ſdegno d'ogniodios d'ogni amordi
to, de loro,vitij. Deusdixit,honore, concito,ſcarico dirobag bonoreal
Patrem matrem : Vos autem dici- trui; ſuelto nell'opere tutte della pie
1

tis Oc. O irritum feciftis mandatune tà , infino a queſto ponto hò corſa la


Dei propter traditionem veſtram .Que carriera della mia vita za inroppo
veftræ feruit auaritia;chioſa l'Angeli- che ſia di peccatomortale, che miri
cá. Quinci ſono moſſo à deplorarcin corda . Ma io vorrei auvanzarmi ad
queſto giorno è Signori à voftro -prò , vna claſſemaggiore,id vorreiarriuare
che pollenti à perdere ne' vitij vn anio al poſſibile tudco di ſicurezza, cper
ma; ſiano la poffeflione e la cupidigià tanco ricorro. Quid adhucmibideeft? Matr.
delleterreinericchezze'; eche difficile Si, dille Chrifo?hora bencifiuisper- 19,
à diſciogliere vn cuore, che dall'vno e fellus effe,vade,vende omnia ,que babas
dall'altra legato quì di ritroua; 'e Con dà pauperibus, crveni fequereme.
dal primo. Vuoi vſcirne al cuttoſicuro in pugno :
2 Signori ſe queſta vita è vna via, và, vendi quanto in ſulla terra pollic
onde poimortali viuenti viatori fia- di, e dallo a poucri, e ſgrauaco l'effet,
mo chiamati , in queſta via quali che to, non che l'affetto de'benitempora
nello Hadio entratihabbiamo à corre li tutti, vieni,e miliegui , che per ma .
reie correred'Aabilito fined'acquiſta- Aro dicorſo, ch'io mifia,ti prometto
re il palliodelletorna vita ;così diceua correrai si ſpedito , che mi potrai ſe
S. Paolo . Siceirrite vtcomprebenda- guitare . Oh malenconica antifona .
1.60.9. tis L'inteſe vn giouinerto, é bråmoro Confuſo , ſtupido abbaſsò il giouane
di riportarne colla preda l'honore , s. gli occhi, e cinta di pallore triſtola
accolto à Chrifto per apparare forto faccia , non sò ben'anco fe fatto al
il dilui magiftcro , come corritore fo- Saluator diberetta , ſenza dir parola
lice riuſcire porelles e n'hebbe toftori- di là fi colles perche trouandosi dicer
Mat.c. fpofta . Serna mandata , che offertar- reui beniopulento , non gliparue tror
19 . ſe la legge,e coronato ſarebbe : Eh Si- warli sì buone carte in mano ; che fi
gnore ſoggiunſe ilgiovane, e che pen- poteffc rifoluere à far del reſto : Abit
fate ? perche voi mi vedete di primo triftis, erat enim habensmultaspoff
pelo in vn'aſpetto viuace: con l'Apti- fiones. Oh conchiuſe Chriſto ; Amen
ie, che nelle guancie mi ride, e l'Ago- dico vobis , quod diues difficile intrabic
fto, che nelle vene ini bolle , maniero- in Regnum cælorum ; come s'è ofcie
fo , e robusto , viue fiainine (pirando rato quel Sole , s'è inuecchiata quell'
di brillore, e d'ardire per la bocca , per saquila , in tartaruga s'è cangiato quel
gli occhi,damezzo al cuoroi à cuina- ceruo . In verità vi giuro , che'l ricco
tura , e fortuna arrifero vgualmente difficilmente arriuarà all'acquitto del
* con piùprodiga mano, che liberale,di Paradiſo . Signore perdonatemi che
bellezza, digloria , e con il duplicato conſequenza è queſta ? Faſciar'il tucco
è
Per il Mercordi dellaDominica III.di Quareſima. 225
èconſeglio , non gli diceſti baftaua , Rrgna Celorum .
che offeruaffe la legge ? egli con effer Non ardirebbe certo la lingua
ricco l'hà compitamente offeruata , mia dirui ciò , ch'è per dire , re d'vil ,
volere d'auantaggio , s'egli perſeuera ? Girolaino la penna con l'haneſſe già
Oh quello èil punto direbbe qui Gi- foritto . Viene rapito Elia , e rapito al
- rolamo S.nelle ſue cpiſtole. Qui on Cielo, e sù d'un carro capito , e da ca
D.Hie. nia fe feciſſedicebat, inprimo certami ualli tirato ,ecarrodi fiammavina ,
ne diuitias vincere non poteft , unde non che leggiero : e caualli di fuoco
difficile intrant diuites in Regna Ce: ardenti , non che velociEcce currus 4. Re...
lorum ,que expeditos, o alarum leui- igneus, o equi igniei,o afcendit Elias
tate fubnixoshabitatores defiderant ; e perturbinem in Calum : cnell'alzarli
parmi dica : egli hà Gin'hora oſſeruata in alto laſcia cadere il fulla terra il
la legge , ma non fi può ſtaccare da mantello . Pallium Elic, quod cecide
ciò,che tiene; che ſeguirà ? Aancaraffi rat ei .. Che fai Elia , che fai? oue ra
non iftaccandoſi; e ritardaco dal peſo , pito ſei ? che io lo ſappia, no'l ſai. Ho
non potrà arrivare a quella meta ', che fa ci troui vicino àGierico , oltre al
sì leggieri i corritori,per eſſer tooca , Giordano: ſei nel ſettimo clima ins
richiede che volatori vccellichiamar queſta noftra zona , ch'è temperata .
fi pollino . Nota: ſin’hora egli ha of- Guarda ſe'l carro tiene alla volta del
feruato il non homicidium facies ; ma l'Equinoxio ; il tropicodel cancro nel
frà poco gli verrà dato vn disguſto , & quinto clima ritroui, e la zona corrida
effendoglipreſentato yn traditoreche incontri : ſepiegano i caualli inuerfo
per dodici ducati vuol comprare va al polo ,trouil'artico circolo nel quar
capeſtro , hauendone comodità , darà to decimo , e nell'vna delle frigide in
it inandato contro del nemico.Sin'ho. ciampicienti il mantelloadunque che
ra egli ha oſſeruato il non adulterabis; nellatorrida ti può feruire d'ombrel
madimani,ò l'altro s'incontrarà in lae nella frigida può ripararti dal gie
quella donna altrui, la quale con un lo: e quando pure tu venghi rolleuato
paro d'occhiace rubando vn cuore , adiritto, darai ben toſto nella ſeconda
con vn paro di doppie vende delmas regione dell'aria , oue i piouoſi nembi
titol'honore ; &bauendone d'auuan- telo faranno più volte defiderare. Ma
zo fi vorrà fcapicciare . Sin 'horaegli ſento , che mi riſponde , non teinecki
haoſferuato non furtum faciesi maci- da Elia così fatti accidenti : il ſol non
cato in giudicioda chi gli hà molto cuoce, oue il fuoco non noce , e con
vna lite fopra diquel podere, del qua- tro'il fuoco del Cielo nulla può l'ac
lee poffeflore ſolo di bona fede,offer- qua, meno può il gielo. E di che ce
tagli da vn galant'huomo vna ſcrittu : 111e egli aduirque ? teme che non l'ag
fa chenata bieriallo ſcuroshoggi mo- graui, e tantoaggraui,clae gl'impedi
ftra rugoſa antica la pelle,coetanei af- Ica affatto,non che à ricardare gli ven
fermando i vecchi teftimonij di Sur- ga quella ſalita al Cielo. E potrà can
fauna, non vorrà per duedecine di ca- to vn inantello in fulle ſpalle d'vnhub
picale perderne due centinaia di en- ino , che viene al Cielo tirato da ca
trata . Eh non mi rompere il capo , walli ardenti di fuoco su d'vn corrente
troppo è difficile , che perſeueri il rico carro di fiammaviua ?E Girolamo S.
co tattro cella carriera dell'offeruan- che ce lo ſcriſſe. Elias ad Celorăregna D. Hie.
zà legale, che iípedito arriui alla me- fiſtinans non poteſt ire cum pallio , fed ep.34.C.
ta del Paradiſo : glimpedimenti,gl'in- Mundiin Mundo veſtinventa dimit- 10 .
toppi delle poſſeduce ricchezze Tono tit. Oh non può Elia quantunque po
poficui troppo a farlodare in vitioſa fto in sà d'vii carro, e carro difuoco,
caduta ; onde ci prima , che giunga al tirato da canallis e caualli di fiamma
pallio, ritrouarn di precipitato perdu- viua, non può ,dico,ſalire al Cielo ,che
to : Vnde difficile intrant dinitesin lo ritardai che lo rattiene;
Ff
gli è d'im
pcdi
226 Idanni delle Ricchezze ...21:57
pedimento, d'intoppo valograto , la- ardire, e timore edi collericoſdegno,
cero , e ripezzato mantello di pouc- le quali lono ben'altre mutanze, che i
rello Romito, che ha falle ſpalle: for- cinque i ſette ,ei noue pali,con gl'ins
za è,che lo laſci cadere in fulla terra, trecci, e riggiri, che s'apprendono ful
acciò che ſeco nol tiri à perderline ke ſcuole de'balli:mutanze delle quali
fouinoſa caduta : che farà di colui, la formano poſcia iballetti;non diPas
ch'è di terreni opulento , in trafici, e uaniglie,caccie,e gallerie d'amore nda
poderi,in potenze,c , randezze in am- ma d’bomicidij, d'adulterij, latroci
malati terori. nij , ſagrilegij e tradimenti, balletti ,
4 Ma che diciamo?non ſono le ric- che bene ſpeſſo finiſcono con yn fala
chezze materia indifferente per eſer- to giù d'vnafrala, quattro capriole in
citio di vitio , e di virtù ? non potrà il aria , dal collo appeſo il ballarino ad
ricco virtuoſamente impiegare le ſue vn legno ; e tante volte ancora con ya
Eccl. 31 opulenze ? Verillimo , ma Beatus di ſalto mortale giù nell’loferno. Hos
yes, qui poſt aurum non abyt eſclama ra bene in queſti balli de' noſtri ballaa
il Sauio.Ohi bcato quel ricco , che non rini affetti nella comedia di noſtra via
ando dietro all'oro per arriuarlo , e te- ta , quale è la guida il maeftro dello
nerlo . Ma il ricco , che già in pugno danze , che gouerna la fune , che cic .
lo ſtriage, comepuò ſeguirlo co'l pie- ne da capo la corda : Quis precon
de? Ob chebel penſiero: ma cauatelo ſultor eft o maderatorfunem ducensa
davp'eruditione gentile del Principe Il maeſtro della giuſítja forſe, che
delle Lire latine . Horatio nelle ſue gouerna il capeſtro ? Signori nò . Pci
Epistole trattando della pecunia, ven-' mo perche eglinon entra ſempre in
ne à dire . Tortum digna ſeguepotiùs, queſte danze. Secondo perche non
quàm ducerefunem :La pecunia.leric, guida d'auantizma,gouerna di dietro .
chezze, l'oro , è più degno di ſeguire, Terzo perche entrandoui, entra ſolo
che di guidare la corda,doue ilNario nellabonaſeradel ballo. Sapete qual'è
nelleMiſcellance ſcriue , che'l Poeta la guida,che ſeguita, ch'è obbedita da'
allude à certe danze , le quali ſi face- ballarini affetti ? L'oro , il denaro , le
uano nelle comedie,credo, per intra- ricchezze; Pecunie obedsunt omnia ,
mezzi, nelle quali. Quipreconfultor chiaro lo diſſe, lo Spiriro Santos e ']
eft , moderator , funem ducit ,quem Boccadoro Diuitiarum Sequela:ques
fune apprehenſo pereuntem fequuntur, fto , queſto è quello , che gli aggita
Colui , ch'era la guida , il Maſtro del come che più gli piace, quantunque
ballo, direflimo noià ſomiglianza del più tolto.douelleper giuſto douerc
Maltro dicappella,gouernaua vna fu- eller'egli il guidaro , e pero dice Hor
ne , vna corda,dacapoalla quale at- ratio Tortum dignace. Oh quefto
taccatiglialtriballarini cutti landa. voleua dire il Sauio. Beatus diuesoco
uano.ſeguicando. Oh galante per cer- oh beato quel ricco , ch’eſlendo tale
.to . Coſa è queſta vitamortale? Vna ad ogni modonella coinedia di quc
comedia, Fabula quædam.dice S.Gio: ſta vita non ſeguitò co' fitoi ballarini
S. 1o. Grifoftomo,il palcoe la terra, le ſce- afferti la mala guida del denaro , del
Chrys. neimonti,i perſonaggigli Huomini l'oroche poſſedeua,ò laſciandoli da
rutti,e le Donne; e i ballarini,che fan- eſlo portare à capriole, à ſalti per il
no le danze, per intramezzo glinoftri precipitio de' vitijall'eterna perditio
affetti,iquali faltando ſempre à ca- pe : Beato, certo beato . Bearus. Ma
priole dentro alnokro cuore, al fuo- quis ? Doue trouaremo noi yno di
nare che fà il Fomite l'inſtromento queſti cali? oh polfanza delle poſſedu
dell'appetito animale , fanno sì vacie te ricchezze per perdere ne vitaj vn
mutanze d'amore , d'odio , didelide- anima. Ricco , che non fegua l'oro ,
rio, difuga,di compiacimento, edif ch’ei poſſiede ne' vitij: calo de raro
guſto , di ſperanza , e diſperatione , di contingens , à ſentenza dello Spirico
San
Peril Martedi della Domenica III.diQuareſima. 227
Eci Sanro : è quando in fatti ricco rate fi apud ſapientem ( oh tatto all'oppo
- troua ( che ſe ne troua pur anco ) fto) Sunt pecuniæ quafi Ancilla : vo !

qıranto è più raro , tanto più è glo- gliono, che l'oro , 'che idenari ven
tioſo . gano loro in coda come ſtaffieri , e li
S Ma notate per corteſia. I ricchi tengono ſempre in moto in faccen
per il più vitioſi ; i virtuoli per il più da à ſeruire in queſta , e quell'altra ,
Itraccioli, mendichis.e miſerabilis ſia fattura ; liberalinente impiegandoli,
ſempre detto il tutto con la donara e però sfuggono da eſli, co quali fo
riuerenza di quei pochi ricchi, i quali li perdono la ſcherma de' loro ſuper
adognimodo e fauij,e virtuoſi di fan- bi, e ſenſuali diſſegni , e gli laſciano
no ſeguire, & obbediredall'oro ,cheſe impouerire. Ch'egli è pur vero , che
ne trouano pur' alcuni , quantunque rolo dal ſauio , dalvirtuoſo è ſupera
rari,ma quanto più rari,tanto più glo to il potentiffimo Tiranno dell'oro ;
rion . Hora per auuentura diretesche onde ſe dal ſauio ſi dice , che potrà
n'è cagione la fortuna , la quale ar- dominare alle Stelle : Sapiens domi.
rabbiata di non poter loro leuare la nabitur aftris ; io dirò dello ſtello ,
3 virtù , e'l.fapere , che non fanno fog- Sapiens dominatur, ( auro, ch'egli
getti alla mutatione della fua inftabi- doinina ancora all'oro , che folo quel
le rota , per danneggiarli in qualche Sole nel Cielo del Mondo ballo intrà
cola ,non laſcia loro fermarſi vn foldo le ſtelle delli metalli riluce : mercè
in borſa ?ma non è queſta la ragione che quei denari, a'quali ſecondo il
PiusII,dicePio II, Non eftfortuna ,que vi- detto diSalomone s obediunt omnia Ecclef.
Epit. ros bonos pecunys priuat: Non è la ſecondo il detto del Pontefice Pio c.10.13
11. ſine fortuna,quella , cheimpoueriſcei fa. apud ſapientem funt quafi ancille.
Si . nij, ivirtuofi:noie chièdanqucriſed - Ma guardari ad ogni modo o
habent ipfi nummi nefcio quid fenfus : Cauio , ò virtuoſo da inimico canto
funt enim ambitirfi , o honoris cu- potente , che ſe volra frontes e con la
pidi non teneri , fed tenere volunt : cupidigia t'affronta , come alle volte
ipfi quietem amant , libenter apud egli ſuole ,mentre con la poffeflion
auaros ſunt , qui eos firinizs clauden- ti fugge , farai gran fatto ; ſe in così
tes , ſingulis horis viſitant, or bono- fatto duello non perdibagaglio,& ár:
ranti nec alibi cor habent , quam cum mi d'ogni tua virtù , e ſapere . Voila
eis . Apud fapientem funt peceunie pete quella fauola antica, che qua
quafi ancıtle , nunc huic rei, nune illi lunque volta combatreua Hercole
feruientes : oh bella doctrina, e de- col corno d'Amaltea riſciua vin
gna certo d'vn Pontefice Commo. So- citore. Hercole mio non può elle
no le medefime ricchezze , l'oro fter- re , che non fti, qui forto alcolo al
fo , glittefli teſori , i quali tengono cun miſtero gentile; imperoche che
vn Aon sò che di ceruello : ſono am- à forzia di braccio , à taglio di ferto ,
.

bitiofi i denari, à dirla frà noi : Sunt à colpo di mazza ad ardore di fuoco
enim ambitiofi; vogliono guidar'egli habbi ru ſoffocati i ſerpenti , atter
no la furenel ballo , e non effer gui- tato vn' Achelao , fuperaro vn' An
daci , non teneri , fed tenere volunt ; e teo , sbranato vn leone di Neme, le
d'auantaggio fono pigri , & otioſi, uato il teſchio al cinghial d'Eriman
quietem amant ; bramano ftarſi à ri- to , e nella Palude Lernea toli all
-poro ; e perd la pafiano bene con gli idra que' reſpiri , che vitali ad ela ,
auarisi quali vanno lor dietro ad ogni letalià gli altri per ferte canne ſpi
pallo ſolleciti: e quando vogliono ri- raua ; incatenato trahendo alla lu
poſarſi , gli metcono à bellagio den- ce del Sole il tricerbero cave dell?
tro de' ſcrigni, doue ad ogn'hora gli ombre eterne , ſe bene fono menzo:
. vanno à viſitare; riserire, quaſi che gniere prodezze del tuo valore , ad
disi adorare . Ma i fauij, i virtuofi , ogni modo corrono Ff
pure 2co'l paſſo,
non
ſe
228 I Danni delle Ricchezze
non del vero , almeno del verifimilc ; Pier Griſologo ; cum radicari cæperit
ma che'l corno d'Amaltea ti inerceſc in cordefic mox diſſipat ornamenta ,fi
la vittoria ſicura in mano ; oh di ciò cut arbor noxia feralibus , radicibus
potreſſimo cantare . Forſeera ver ,nia nexa ſoluit, diffipat monumenta
non però credibile . Arnete dicaccia- 'maiorum ; c vuol dire à ben ſpiegarlo: Peti.
tore èil corno,non diguerriero: ftaua vedeſte inaitrionfale vo’arco , che sù Cbry .
benependenteal collo d'va'Arteone , di quattro colonne di porfido affrica- fir. Los
non d'vn'Alcide. Arma è prouitta dal no itabilmente innalzato di mille fre
la natura al coroe non dall'arte al ſol gi, e fogliami, di mille Simboli, &
dato, ſe forſe non era il corno dell'In- impreſe vada arricchito , & adoria ?
gleſe Aſtolfo ,aldi cui ſuono incantato ob chidirebbe , che quella macchina ,
andauano in fuga anco le Amazzoni la quale monumento reale contro la
bellicoſe :ma queſte tinte ſono foli , e morte, & il tempo eretra venne à fe
romanzi. Sapete come pallaua la conda vita, di chiper natura mortale
verità della cola ? Amaltheam mulie- in glorioli fatti l'immortalità della fa
Anton. rem diuitem fuam omnem pecuniam ma guadagnata ſi haucua ; hauieffe à
Riccar. in quodam cornu det inuiſe,ſcriue eru- dareper terra ? & ecco vopicciol pat
in com .dito fcrittore di Simbolici Commen- fero laſcia tra pietra , e pietra fortile
Simbo- tarij ) qua emebat Herculi omnia , granellino cadere, done la maleder
lici v. quaque voluiffet : Ci fù in queitempi ta ficaia ſeluatica caccia tenerella's
Amal- vna donna ricchiſima di nome A. radice, la quale non sò come fra'l ſeco
thea maltea , la quale teneua ripoſto il co di quelle pietre più digimando ,
32 . ſuo teſoro encro vn certo gran corno , che nodrendog caccia anco germo
e comperalta ad Hercolequello , che glio, che in rampollo verdeggia , po
deſideraua . Oh gran mercè buona ſcia in vitgulto s'indura , c . fi dilata
mico : anco l'infingardo Martano fiiit rainia e ferpendo là dentro per le
poteua à queſtomodo fingere vn Ro midolle tanto (caua , che quelle com
domonte: diceuano i Pocti , che viis miſlure ifcongionta, che'l forte ma
citore Hercolevíciua da quelle zuffe glio nonhauerebbe à pena à pena in
tutte,nelle quali combatreua co'l cor- frante ; onde cadendo hoggi vna pie
no d'Amaltea ; volendo inferire , clae tra , dimani vn'altra , onclk che pri
mediante l'oro entro à quel corno ma arco trionfale apparim riguarde
animaſſato dominaua le voglie, tiran- 110le ponipa de' meritati honori, fi
neggiaua gl'affetti, rubaua icuori di vede fattovn rouinoſodirtipo , ofcu
tutti,arriuaua à quel tutto ,che mag . fo ,nido di ſerpi verzenofi , & anxichi;
giormente ſapeua deliderare ;e fitra- e radice d'ogni male fil quel primo
diuanoà lui con le fortezze, e i regni, germoglio . Ab così dice Grilologo
la religione, e la fede da' più religioſi Santo : damunivn'anime's chc vitto
da' piu-fedeli: che non c'è forza in fi- ' rioſa de' vitij , vn'arco trionfale en
ne , chealla poffanzadell'oro delde- tro ſe ſtefa fulle quattro colonne del
naro non dialiper vinta ; pecunieobe- le cardinali virtù , Prudenza , Tempe
daunt omnia :è ſentenza della Sapien ritualmente
za ſteſſa di Dio .
ranza ,Fortezza ,Giuftitiahabbia ( pi
innalzato di mille fregi, e
7. Et oli quanti de' fáirij,de Virs foghiami,di mille ſimboli ,& impreſe
tuofi rouinati , perduti ne vitijturti d'atti magnanimix & heroici fattis ar
da poſtanza si fatta ,manco poco non ricchito , & adorno : oh e chi direbbe,
difti onnipotente ? Sapere il modo che quella bella macchina , la quale
forro diuerſa metafora nominolla monumento reale contro lamorte, e
San Paolo per eccellenza , quando l'Inferno eretta , venne à feconda vica
chiamò l'auaritia radice di tutti li ma- di Paradiſo , dichiper iiatura mortale
li. Radix omnium malorum auaritia, in virtuofi fatti l'immortalità della
e ſpiegolio ingegnoalimamente :San glocia mecitato s'hauçua , hauefle à
roni
Per il Mercordi della DomenicaIII. di Quareſima. 229
touinare in peccato? Er ecco piccio- ledetto granello , che germogliando
lo paffero d'vn Diauoletto , d'oil in più maledetra radice d'auaritia ,
Tentatore gli laſcia cadere in cuore il andò in inodo fcauando là dentro al
granellino ſottile dell'affetto dell'oro, cuore , che fece poi rouinar'ognico.
da cui la maledetta ficaia ſeluatica ſa , tanto che di virtuoſa figliuola , di
dell'auaritia caccia tenerella radice ,la honorata donna ch'ella era , la ve
quale non sòcome tra'lſecco di quei diamno bora fatta vn'adultera infa->
primi rigori in ſtretto digiuno nodré, me , vna pubblica meretrice:oh qua
dofi,in germoglio biācheggia,in ram , li dirupi, rouinog dirupi. Che bel- i
pollo verdeggia , in virgulto s'indura, l'arco trionfale vittorioſo dell'inte
eli dilata in rami; e ſerpendo là dea relli del Mondo eretto haueuano
tro per li ſpiriti,per le midolle , tanto dentro dell'anime loro quell'officia
fcaua,che ſcongionta quelle commiſ le, quel Procuratore, è Togato? pru
Ture de gli habici buoni, che forte ina- dente non precipitaua le cauſe ; giu
glio d'altra tentatione non hauerebbe ito : non miraua in faccia à chi fi
à pena à pena infrante : onde cadendo fode , forte non cedeua ad amiche
hoggi vnapietra d’ına yirci , dimani preghiere itemperato nonambiua glo.
vn'altra d'vn'altra , quello , che prima applauä: oh bella coſa . Ma Dio mio ,
arco trionfale appariua , tignardeuo- che venne il pallerodi quel mezzanos
le pompa de' meritati bonori del Cic c vi laſciò cadere il granello dell'af
lo ,li vede vn rouinato dirupo di ſcon- fetto dell'oro : Signorc, diſſe , queſta
cerrata conſcienza , oſcuro nido di ſottocoppa d'argento con tant' occhi
ſerpivenenofi , & antichi di vitij più di ciuetta dentro ſarà voftra,ſevi con :
rozzi, e di ſceleraggini più abbomina- tentare di poſla fulla bilancia dal can
te: e radice d'ognimale fu quel primo to del Signor tale : elle volete voi fa +
gerinoglio dell'auaritia : queſto vole. xe ? eflere yn Dottore (tracciones
ua dire l'Appoſtolo , radix omniurn tutto il tempo di voſtra vita , fenza
malorum auaritia , e queſto volle auuanzarui vn foldo in borſa ,vo pats
ſpiegare Griſologo ,cum radicari,o6. fo auanti . Oh ne potrei eller chia
8 E non ſi veggono ogni giorno mato à render conto alla Giuſticia à
di qucſte rouine ? Che bell'arco trion- Tribunale maggiore . En la coſa hà
fale vittorioſa della diſonettà , bauc- da ſtare qui fepolta ne vi farà ne fin
ua eretto entro dell'anima fua quel- dicatore , ne viſitatore , ne mezzo ,
la figliuola ,quella donna honorata , che di ſotterra cauandola , la poſlas
ftabilito su di prudente ritiratezza , mettere in chiaro ; onde potrete pai
giuſto mantenimento dell'honore al ſeggiare ſulla piazza co'l cappello
trui , forte conſtanza , e tempera- fuori de gli occhi canto quanto il più
to modo di viuere ? Ob bella cola . incorrotto Giudice dell'Areopago d ':
Ma Dio mio , che venne il paſſero di Atene. Maledetto granello , che gera
quella mala vecchia , e vi laſciò ca- mogliando più maledetra radice d'o
dere il granelliio dell'affetto dell'oro: auaritia , andò in modo ſcauando la
figliuola ,diſte ,queſti canti fondi c- dentro alcuore,che fece poſcia roui
offeriſce il Signor Tale , fe tu lo vuoi nare ogni coſa , tanto che di Giudice
compiacere : fenti , vedi, che fon'- giuſto , di Procuratore , d'Aduocatos
ori , e lucenti; che vuoitu fare ? Aten- diſintereſſato , ch'egli era , lo vediaino:
tace in neceflità il tempo tutto di ta farco vna fanguiluga di prelentine dow:
Vita ? Oh l'honore ? L'honore è vn'- natiui, vn ſcorticatore delle borſe al
opinione delMondo , ne lo ſaprà gati trui. Che bell'arco trionfale vittorio ..
to , che viua fuor che noi trei e fan ſo de'beni caduchi di queſta vita eret..
do ſegreto it facto , tu ſarai tanto how to haueuaentro dell'anima ſua quela
11orata , quanto la più incorrotta l'Eccleſiaſtico , quel Sacerdote , prui- .
Vergine delle Veftalidi Roma . Ma. dentemente era ſcarſo di pratica ca'.
reco

PL
230 Idanni delle Ricchezze
fecolari, giuſtamente data, e riceueua diffe , eccoci aporta l'entrata ad v .
all'occorrenze Que funt Cæfaris Ca- bel colpo ; io sò comeaſciugare quel
Mat. fari, et que fui Dei Deo ; fórtemente le mercantie tutte , fe ' tu vuoi tener
22 . refiftena à gPinuiti, e doglianze de' acqua , & à chi poi ne vorrà , eh fa
parenti , & amici ; temperatamente remo bacciar la itola ; di più vud , che
viueua ad vna menfa frugale: oh bella facciamo venir da Genoua , da Venc
coſa . Ma Dio mio che venneilpafi tia, da Fiandrale tali; e tali robe,e ci
ſero di quella buona eleinolina , che andaremo pofcia miſchiando le tali,
Sotto pelle di pecora , aſcunde.zanne tali noftrañe', e facendo correre vn
di lupo, e vilaſciò cadere ilgranellino legno su d'vn baftone , ne hauereinb
dell'affetto dell'oro . Anrico direcè vn groſſo per cento ; à che propofito
vn bel boccone per voisit Canonicato , poi andar correndo in tutte le fiere ,
il Beneficio del Signore Tale ; - fapete mercati dietro à quattro Soldi, ſe ti
già bene, s'egli è vn taglio del fatigatot rando in vn fol colpo la rere , potiamo
vero è che ci hà da intrattenite per te afengargli fcudis Oh la Confcienza
ftimonio meffer Sinone là di Samat Si, la conſcienza e comevra di quelle
ria ; tuttauolta non ci è che temere, borſe Tedefcheche Giftringe es'állar
che lo faremo entrate per la porta di ga comeſi vuole;ne ci mancarà Con.
dietro,e così bellamente rauuolto nel feffore che l'habbia tagliata d'vn mede
la rete di San Pietro , che qnanti lo ve- fimo Cuoio,e cucitaad vn mcdefimo
deranno , giureranno ch'ei lia vn San- modo,eh chi non så trafficare ,pud fer
to PeſcatorediGalilea:e che volere voi rare bottega,inaledetto granello ,clie
fare ? intillichito morireattorno lof germogliando in più maledetta radice
ſo ſpelato di quella cura di quella d'auaritia andò in modo fcairando là
cappellania ? Maledetto granello, che devo aleuore ,che fece pofcia routini
germogliando in pili maledetta radice re'ognicoſa ; tanto che di mercatante
di auaritia , ando in modo fcauando honorato , ch'egli era lo vediamo fatto
là dentro al cuore , che fece pofcia ro- Ladro domeftico, vn'affafino di Cit
uiare ogni coſa ; tanto che di Sacer- cà , radix ; radix omnium malorum z.adT ;
dote,ch'egli era vno di quei Beati po- 'avaritia , e tutto il male venne dalla mot. 6
ueri di ſpirito dell'Euangelo, de'qirali maledetta radice diI'anaritia . "
è il Regno de' Cieli ; lo vediamo far ! 9 Dunque che s'ha da fare? lafcia .

to vn fimoniaco accumulatore di ro- re tutte le pofferinte ricchezze , & ab


ba per carne , e ſangue con quella tur- borrirle con diſattacco di fatto , non
ba divitij, che gli và in coda,e tantra- che d'affetro ? Signoriqueſta è perfer
uia l'incalza al precipitio infernale . rione ,elaperfertione e di pochi,e voi
Che bell'arco trionfale,vittorioſo delli fere miolii'; io non pretendoʻqucftor
ambitioli capriccieretto bauteua den- fe non dachi foſſetocco da gratiafpe
tro dell'anima fua quel mercatante ; ciale; dal più folo pretendo,& ènecef
con prudenza poſitivamente veſtiua fario alla ſalute;che intendendo, quan
ſeftello, la moglie , & figlioli ; conto pellentiſiano;poffedendoleigiuſta
giuftitia peſaua, miſuraua, e contrat- mente le poſſediarei amandoledonne
Eaua;con fortezza rigettaua le imporó fiare cerpidigiofi idolarri . Non vuoi
tune preghiere , e luſinghiere carezze laſciare le tue mercantie òmercante ?
della moglie , che la voleua pompeg- tientile; ma almeno almeno con la
giare , c sforgiare à pari la nobiltà ; viia memoria di quan :o impedinen
con tanta prontezza faceva le ſpeſe to riliano per falire al Cielo , frenati
alla famiglia tutta : oh bella coſa . Má con vn fánto tínore da gl'ingniftigua.
Dio inio , che venne il paſſero di qırel dagni, dalli trafici illeciei,da' contrar
galanc'huomo, ch'è dell'artemedefi- ti vfurari , dalli ſcorticamenti del
ma, e vi laſciò cadere ilgranellino proſino, dalli aſſaſſinamenti del
dell'affetto dell'oro : horsù fratello , tuo fratello . Non vuoi laſciare le's
tuie
Per il Mercordi della Domenica III.di Quareſima. 230
que grandezze ò Grande ? tientile ; mente ancora con l'oro de'beni terre .
uel
2007 ma almeno almeno con la viua me- ni,vsā doti co l'ordine ad vn ragione,
2.
moria di quanto impedimento ti fia- uole,e Chriftiano dovuto : ma eglino
no per ſalirealCielo , frenati conya all' incontro queſt' ordine confuſero .
Santo timore dell'opprimere i debo non curandoli di rallegrarſi in Dio
ed
Tidalſoperchiare i bafti,dallo ſtorge- muttal'allegrezza lorocollocado nell
re ildritto, dal contrattare il giuſto , abuſo delle terrene coſe,diſſolutiabu.
‫ ܕܐ‬: dal violentare la legge Se vuoivſare landole in giuochi,falti, bagordi,me
qaeibeni,che nella terra polliedi à retrici: e Dio, che non potè ſoffrire
ricco:vfali alla buon'hora;ma nó abu- confuſione sì graue contro le regole
10 farli; mangia ,beui delbuono;maoſe della ſua legge diuina,à cauallo litol
je ſerua i digiuni di S. Chieſa: trattabe- fe, e ſcarico Itaffilate à più non poſſo :
tik ne la tuafamiglia ; ma non maltratta- Depopulata e regroquis non feruauerunt
73 re glittranieri prendimoglie, marito ordinem gandij
prendi; ma non hauere concubina o Du ' A voil'auuiſo dello Spirito SA
huomos na viui del tuo marito con- ro ,i voi Potenti,grandi,ricchi di que
tenta ò donna. Se volete amare ls co- Ito Mondo; à voi chene' diſordini vi
ſe di queſta terra, ò voi tutti ; amatele uete di queſto ſecolo , acciò riordina
con timore , e conriguardo , cheper teilvivere diſordinato :altrimenti té
troppo amore non vi facciano odiare porali fca dimenti v’afpettano diſa
l'animevoltre , la voſtra ſalute, il vouenture ſciagure , fallimenti, tempe
ftro Iddio à caro cotto d ' eterna dan- fte , malaanimille , e finiftri anticipa
nationeze non ſolo à caro colio d'eter camente all'etetna dannationc . So
na dannatione , ma anticipatamente prafate adeſſo il poſſibile ; ma'l Cielo
ancora àcaro coſto della perdita tein- så fulminare i Giganti , e rouinando i
porale delli dellebeniferreni.Oimè monu,ſepellicuiancoſotto gli Ence,
grica Gioele. Depopulata gft regioluxit ladi.Soruolate adelloi nuuolt: mà
Joel.c.1. Talsmus,quoniein deuaftatum efttriticum , Diosa diroccare dalmedesimoEm
verf.10 confulum elt pinumelangmut oleum , cyà piecoi più fublimau Luciferi. Afor
fogucudo ſono diftrumiipoderi: èdi- gateil punto con l'ory;ma la prouiden.
II .
ſercala la terra, i noſtri beni terreni za diuina sa ridurre à ſtato di mendi.
Cutti alla mal hora lon'iti. E perche, care vn'obolo anco i Beliſarije e dopo
queſto è Profeta? quia confufumoftgelt morte poi potentes, potentes tormenta
diumàfile's hominum .Ruperco Abba- patientus Fortseribus autem forsior inftat Sap. Go
Rup. te. Suqueresquaredepopulatiaeftregio? cruciatio.Io vivorreicosi grandi cosi
Abb.to. confeftim caufam reddens,quiaconfulum potenti , e ricchinelParadiſo , come
2.lib.i: efnquite gaudium à filys homarum grandi, e ricchi deliderate perfcucra
in loel. ideft non feruauerint ardinem gaudyji re,in queſto Mondo : mapufillumo pro
porche nell'allegrarſiin queſta vita , killuma terra , ſe della terraſteſſa go
de'beni ferreni chepoſſedeuano, non dere in pace volete , e d'indi ſalii' al
afferuarono l'ordine , ch' è regolato Ciclo peoſate.Solleuate adunquccon ,
dalla legge diuina. Principali:er gain, le grandezze gli oppreſli ; rinforzate
dere debuerant in Domino,fecundario de con le potenze i deboli; ſoccorrete,
rò non in bonis, fed de bonis Domini , hic con le ricchezze a'poueri, che à quc
eratrectus ordo gandi : hunc ordinemita ſto modocó l'acquiſto de' buoni me
confudcrunt fili bominum ,vt in Doming titi que'meritimalı ( contando , che
gunderenegligerent » in bonis autemDomi confraeſtepeçcado; sfuggirete à que
minigaudere cuperent: Eh che doueua- fto modo i minacciati gattighiſarcia
no hauere il primo riguardo à Dio , ręte, alie ſperate mercedi. In queſto,
rallegrandoſi in ello con Santo , giu- panto v'inuito ad vna liberale clemo
ſto, e virtuoſo viuereiche non ſi nega- lina; chi sà,che vn ſcudo,che libera
un lor poſcia il rallegrarfi moderata letu doniin queſto giorno à Chriſto
nello
e32 Idannidelle Ricchezze cikliz ?
nell'elemoſina , ò tù che fin ' hora ſei la recidi,non è poſſibile che iftriccar
diſordinatamente viuuto , non ti fal- nela pofli .Hora tale è'l laccio , il no .
ui con l'anima queicento ,e niille,che do dell'auaritia laccio , nodo d'ede
meritamente è per leuarti la diuina ra maledetta . : Comincia dal pie del
giuſtitia ? Chi sà, che trattenendoti tronco ,dal cuore, e tanto ftretiamen
suaramente lo ſcudo in borſa , non te auuiluppata và ſerpendo ſerpendo
trattenghicon la rouina dell'aniina con ſerpentini riggiti, che non laſcia
anco la temporale de'beni tuttilo so , libero ramoſcello di ſenſo dipotenza
che Dio vuole giucare con noi alla alcuna,che fia : con l'occhlo l'afforbi.
diritta alla ſtorta , come alla ſtorta , ò ſce l'auato la roba altrui; con l'orec.
diritta vede , che noi giuchiamo con chio ſtà fempre fteſo ,oue poffi far col.
eſlo lui; à voi tocca penfarui. Io pi-' po; col guſto non troua boccone, che
glio fiato . glifaccia buonprò per dolor della
Ipeſaj co'l tatto ſempre lavora à due
SECONDA PARTE. mani ad ammucchiare: quafi difficon
il naſo , con l odorato ancora vå fiu .
II Offentiâ perdere ne’vitij vn' tando come cane di caccia le borſe
anima la poſſeſſionc, cupi- de'proflimi ſuoi.Impallidifca l'albero
digia delle ricchezze dicadlo i vitio- dell'auaro ,diuenendo canuto; l'cdera
fi,ricchi,cupidigioſi Sacerdoti dell' dell'auaritia più che maiverde, più
Hebraiſmo : è difficile à diſciogliere che mai dato a guadagni: languiſca
vn cuore chedall'vna , el'altra legato l'albero dell'auato per infermità ; l'e
quà ſi ritroua ; l' impenitenza finale dera dell auaritia più che maifcrre ;
D). Am delpiù di eſſice lo può atteftare.Vepronſidell'auaro
tratta di reſtituire. Muora l'al
brof. inculum noftrum auaritia eftgridaua Am- bero ,c ſi ſpezzi,infraciden :
brogiopoſſedute
pſ:118, delle l'auaritia,lacupidigia
Santos sicchezze è il laccio , ſedofidentro
vedere ledera ſepolcro;chippiùotel
ad vn dell'auarítia che
itoodo,che quì ci lega, ci ftringe.Ma maiviua,piùtenace che mai: ſi tiene
che laccio, che nodo ?laccio di fune , quello ſtraccio di lenzuolo , entro al
nododiferro ? Eh no dice S. Akerio . quale fù inuolco , ftretto co pugni ,e
D Afte Quemadmodum hacſempervirens,atque denti
riushe, frondenshædere ad fitas irrumpens arbo-
per timore'non gli yengatolto
da dollo Non occorre
. penfarci : fe
3. adu . res, Validè circuruoluitur. an adhæret', con prudente , e ſobrio conſiglio's
Anar . nec ramis quidem fatiſcentibus ; autare- quaſi che con ferro tagliente non
factis recedit;nifi quis flexus iftos, oamo li recide dalla radice : non è pof
guineos quaſi giros ferro necet : ita nec fibilc , che ſe ne ſtrichil'auaro :ma
anari mentem ,ſiueiuuenis,fiueſenisin d'onde verrà queſto prudente, queſto
libertatem facilè vindicaris, niſifobrio, ' fanio cófiglio,che recider la polli? Sc
prudentique confiliovelut machara mor- non viene dall'onnipotente Sapien
brimdifcideris,èunlaccio , è vn nodo za tua,d Signore che gli facci penetra
di cdera lauaritia ;hai tù viſto ,quan- realviuo l'infeliciſſimo ſtato, in che fi
to ſtrettamente sauụiticchia ľedera troua, io non sò d'onde porſa venire .
ad vna pianta? Comincia dal pie del 12 Non hà tutta la fapienza huma.
tronco , e canto ſtrettamente aiuilup . na mezzo tanto efficace , che fe Dio
pata và ſerpendo , ſerpendo con fer- non ci mette l'onnipotente ſua mano
pentini riggiri, che non laſcia libero poſſa leuare dal cuor dell'huomo l'a
ramoſcello che fa . S'impallidiſce la mot dell'oro , s'vna coſa ci s'è pianta
pianta ; ella più che mai verde: illan- to.E gran miſeria ,non lo niego di chi
guidiſce la piantasella più tenace che è preſo dall' amordella carne ; tutta
mai non la vuole laſciare in conto al. uolta non è caſo ,che habbia canto del
cuno non occorre penſarci: ſe tu non diſperato : dipinto hanno laſciato gli
pigli tagliente falce, e dalla radice no Antichi l'amor laſciuo con l'ali, econ
le
Peril Mercordi della Domenica III. di Quareſima. 273
le faci,e per quanto ne crede il P.S. bi ; legata con catene d'oro maſſic
Iſidoro ilPeleuriota,Corporum amorem jó n
, e per quanto in aiuto vis'ado.
D.Ifid . ob eam caufam Pictures cum facibus praſſero amici i Dei, fù poſſibile mai
1.2.epif pennis depingunt , quia misnc libidinem chedi laſcioltaveniſſe, cosi canta
234 inflammati nunc riſus ob faturitatem ua vn giorno quel cieco Homero :
audlat. Venne dipinto con le faci ar- iniecit manibuſque catenas ex auro con
denti, perche tal hora infiamma alla tido , tibi fic per nubila cale fiifpenfa
libidine, è vero : ma vien dipinto con potuere Dy hand fuccurrere quicquam .
lali ancora,perche tal volta fatio , in- Hora te non puote Giunone dalli
taſtidito , ſdegnato iſpiega l'ali , e li fourani Numi eſſerc iſpregionata
parte. Dammi huomo,ò donna,inca- dall'oro , & alceleſte ſeggio forſe re.
fogniti inſieme, alla fine,ò che ſi [de- ftituita : non dirò già non potranno :
gnano, e colui ingeloſto l'ammazzai ma difficilmente potranno iSanti del
ò che madonna s'in uecchia,e nellere Paradiſo slegar quell'huomo , che
le volta le ſpalle in faſtidito ; ò che legato fi troua dalle catene d'oro
meſſere impoueriſce, e madonna,che di queſtibeni terreni, & à celeſti fa
amaua più la di lui borſa , che'l di lui re , che s'incammininon per mezzo
cuore , lo piapta in ballo : infomma meno efficace dell'interceflione lo
per mille buchi vola , e sfugge l'2- ro , ò della gratia diuina , ma per di
mor carnale:ma l'auaro dell'oro lidi- fetto dell'iſteſſo imprigionato ,il qua.
pinge egli con l'ali : tanti verò à pecusa le con tanta difficoltà iſcatenare a
nie amore abeft, vt pennas habeat, vt pe- laſcia l'affetto da' poſſieduti beni ter ,
des quidem illi, nullus vir cordatus tri- reni , con quanta ſi laſciarebbe ta
buere queatinequeenim ingredi,atque ab gliare vn piede , vn braccio . Te
eo qui captus eft fecedere poteft; verū ma ftimonio n'è chiaro ilPadre Sant A
nuis in omnes immittens, ferro 91:01459 dc, goſtino à Paolino ſcriuendo . Bona D.Aug.
plumbo grauior infidet:non ſolamente terrena diliguntur arētsus adepta, quàm adPas
non ſi pinge con l'ali,manon c'è per- concupita . eAliud eft enim nolle in -lin . cit.
fona di ceruello, che lo faccia dipin- corporare ,, quæ defunt ,, aliud iam in- à Lyr.
gere con li piedi, perche chi egli ha corporata dsnellere : illa enim velut inMat.
nelle mani , non c'è più ſtrada per ci- cxrranea iam repudiantur
ſo, onde ſe n'eſca, ſe ne Atà iui couan- wembra preſcinduntur .. . , ifta velut
do più peſante, più graue , che ferro , 13 Ohgueſto è quello voleua dis
che piombo ifteſo:quanto più inuec- re San Nilo . Auarus in cælum con
chia,tanto più creſce in auaritial'aua- tendens buic fimtis eft , qui pedibus
ro;quanto più impoueriſce per le dif- fuis vinculo confirietis currere conatur .
gratie,tanto più deſidera, e perfeuera ' L' intendi tu , à fratello , che per
diarricchire . Oh ineftricabili lacci , danari non riconoſci honeſtà ; non
oh indiſſolubili nodi, che ſono l'aua- riconoſci giuſtitia , non riguardi ami.
ritia, e l'oro al cuore humano ,che pe- citia , non parentela i diſprezzi la
rò grida San Nilo de auaritia . Aua- legge humana , ele diuine calpe
rus in cælum contendens.huic fimiliseft, . Ai ; leui la pello al proſſimo ,ci
qui pedibus fuisvinculo conftritlis cxrrere rubelli alla ragione ; lo ſteſſo Dio
cenátur. Vn'auaro , che ſi preterida tinieghi, penſi tu di andare in Pa
con effer tale camminare alla volta , tadilo ? Oh Padre si ? e per que
del Paradiſo,è ſomigliante ad vn paz fto veniamo alla Predica ', vedia
zo , che ſtando in ferri, in ceppi, fi mo la Meſſa ogni mattina , tenia
pretenda, ſi sforzidi porſi à correre . no acceſa la lampada al Sabbato
Padre, ciò , che il ricco avaro non po- auanti vna Vergine ; non mangia
trà per ſe ſteſſo , lo potrà con l'inter- mo il Mercore carne . Erio vi di
cellione de' Santi . Sentite , ftaua la co ché no , e che è tanto poflibi
ſgratiata Giunone foſpeſa frà le nu. le , che in queſto ſtato voi andiate
in
234 Idanni delle Ricchezze
in Paradiſo , quanto è poſſibile , che cuoresci vuole vn maſchio lo voglio :
quegli il quale ſe ne ſtà colà in ceppie. ci vuol preſtezza i ci vuol di ferro ta
caten e timettaà correre Anarus aua. gliente yn ſubito ,e profondo taglio ;
ruscc. Orsù dicono coſtoro ſe'l caſo che feci vai penſando hoggi,dimani,
noftro è ſpedito , allegramente faccia- Paltro impenitéte ti ridurrai alla mor
mo d'ogni herba faicio , già che per te , e diſperata.Mache parlo io di ſpea
noi non c'è iniglior Paradiſo . Ah & ranza di ſalute, di differire dal doma
poſſibile che vn'anima,che ha fede, e ni, ſe non ha manco penficro direfti
sà, che viue in iſtato d' eterna danna- tuire alla morte? Fratello , chi non hà
tione pofſa paffarla allegramente ? Et fede, non può hauere ſperanza.Credi
èpoffibile, che quel vernieimmorta- tu, che vadino all'Inferno tutti quelli,
le che le ftà rodendo le viſcere gior- che moiono in peccato mortale ? Pa
no, e notte ,non la faccia riſoluere à dre sì . Credi tù, che ſij peccato mor
diſintricarſi vna volta da labirinto si tale danneggiare, corre,tenere ingiu
fatto ? Deh anima Chriſtiana, che re- ftamente la roba altrui, come tu vai
denta col ſangue di quefto Chriſto facendo ? Padre si . Creditu , che non
deui aſpirare e ſperare à quell' eterne remittatur peccatum , niſi reftituatur
ricchezze , che ladro non può ruba- ablatum ; che non ci ſarà perdonato il
re, che ruggine non può guadare ; ri peccato ſe potendo non reſtituiſci il
foluiti vnavolta di cuore, e non vole- maltolto ? Padre si. Et ad ogni modo
re per quello ,che forzatamente con- non vuoi reſtituire , laſciare i trafichi
urienti pur lafciare , perdere il bene , ingiufti , i contratti illeciti: dunque
che ti goderefta per ſempre , e con- t'eleggi di propria voglia andar dan
dennarti à quelmale,ch'è ſenza fine: nato in eternoe ciò porto io credere ?
Taglia generoſa il vitio dalla radice , ftento , ſtento à credere,che tu creda:
con allontanare da te, e ſtaccarti ciſo- credilo à me,fratello, che tu ſogni di
lutamentein tutto, e per tutto daque credere,ma viuamente non credi,che
contratti,daque’negotij, da quelli in- fe viuamente credefti, operareſti alla
trichi,che talmente ftretta ti tengono, fede conforme; e ſe non credi, à che
ſoddisfacendo à chi deui. Palloduro, ftento io predicando dellauaritia:do
egli, èvero , ma che vuoi farci ?Ò Co- urei mutar ſoggetto , e predicare del
si fare, e bere il calice amaro , ouero la fede, ma non deuo preſumere ciò
andar dannata in eterno . Eh ci vual biſognoſo in N.

LA
235
glio:
2lio; LA DOPPIA PENA
mor
Elpes DEL PVRGATORIO .
eti Per ilGiouedì della Dom.III. di Quareſima.
Socrusautem Simonis tenebatur magnis febribus.
San Luca al 4.
1 Angue da molte feb- che le forze cadano ilmidollare : in
bri opprefla la focera focando la fpeme; fà , che l'ardore it
di Simane , & in efla tutta l'addolorata ſoſtanza s'effonda ,
langucnte di molte e fenda: e della brama vijace l'arden
febbri l'anima pur- te ſete, fà , che affannate le viſcere in
gante mi ſi figura . fofpirare ſi fruggano iſuiſcerate . E
Moue à pietà quella i Santi Appoftoli, nella febbre di fuoco , il fuoco iſteſſo
mentre cheanguftiata refpira ; e pure (per quantocontrod'animanuda ani
ampia èla ſtatyza , che l'ambiente a'ma, ch'è di carne veſtita quì lo può
rinfreſchi le ſomminiſtra : mentre che intendere ) i reſpiri con le vampe fof
midollara hà l'oſſatura tutta , & duole; foca ; le midolle co'l calore diſtilla ila
e pure è molle quel letto , in suì di cui foſtanza con le braccie arroftiſce ; e la
ella ft ftende à ripoſo : mentre ſi que- ſete noioſa con le arrabbiate arſure in
rela , che le abbrugiano addolorate le ſopportabilmente và augmentando .
carni; e pure leggiero , e di lino èquel Nela folleua vna ſtanza , cheall'aure
lenzuolo , che immediato al nudo la aperte ſi troui'; ch'è ſotterranea vna
toccaze cuopre: mentre che fitibonda grotta , giù nel profondo racchiufa :
nudo
in ſoſpiri ifuifcerati s'affanna ;e pur la non fpiumacciato vn letto ; ch'è
fete più volte con refrigeranti beuan- vn pauimento indurato di laftre igni
de , fe non vccide, addormenta : onde te ineftinguibilmente formato : none
dalla pietà cómolli gli AteſliAppoſto delicate lenzuola ; che fiamme fono
li la ſaluce le ottengono dal Saluatore. infatiabilmente diuoratrici: non final
Muouono à pierà me l'anime la giù mente refrigerante l'huomo,che goc
purganti , mentre le febbri loro con- cioletta d'acqua in quegli ardori in
templatore rimiro ; e febbri in acci- fernali non si diftilla : Digito guttam
denti grauiflimi auualorate , che pri- inftillat nemo. Quincida pietà mol D.Chr.
uc di loccorſo , che le ſolleui, ogni lol ſo à voi ricorro , ò Signori, nelle mani
leuamento hanno in preſſura cangia- de'quali , co'l ſuffragarle s ſtà ripoſto
to . Son d'amore , e di fuoco le febbri l'aiuto delle meſchine . Se aprite la
loro : obimc febbre d'amore , e d'amo borſa, ſpalancate la grotta , che le rac
re puriffimo del loro Iddio : ohime chiude : fe rauuolgere foſfopra gli ar
febbre difuoco , e di fuoco reale giù genti, e gliori, le dure laftre infocate
mell'Inferno : e nella febbre d'amore for fpiumacciate di ſotto : fe Atendere
( per quanto entro d'anima fciolta a- impierofice le mani all'elemoſina, de
nima legata in corpo qui ſe l'immagi- liciofi lini lor diftendere alla vita : fe
na) rittringendo il timore; fà, che i re- verſate in abbondanza il denaro ,con st
Spiri anguſtiati tragga l'anima inna- frigido humore ad abbeuerarle veni
morata : corrodendo il penficro ; fà , te, chetotalmente lafece lor'ettinguc
Gg. 2
236 La doppiapena delPurgatorio
te : ma perche sò, che in voi canto's'- carentia eiusmoleftius tolératur:ding;
apriranno leborſe, quanto inteneriti i quella priuatione , ò tardanza eccelli
cuori;canto li raguolgeranno foſfopra uaniente eſſere dè tormentoſa D. i quà
gli argenti, e gli ori, quanto gli affetti deduco io , ò Signori , che queſta pena
commoni,tanto liſtenderanno impie. di Purgatorio amoroſa è pena dilon
toſite le mani, quanto riſoluto il vole- tananza in amore, e le ritrouo inſieme
re ; e tanto ſi verſerà con abbondanza accoppiata anco più quella della gelo
il denaro , quanto che bollente l'amo- ſia . Vdite la Madre Chicla , comed' Eccl.in
rei con la chiaue della mia lingua all'- ambedue queſte pene compatendo le
apertura conlebrac- grida:Domine Iefu ChrifteRexglorie, off.Def.
de'voſtricaori;
ciadelle ragioni allo rauuolgiinento libera animas omniumfideliū Defun
de' voſtri affetti; con gli organi delle Elorum de penis Inferni, et de profundo
preghiere,allo diltendimento delle vo- lacu. Calia Signore caua quell'aniine
Atre voglie ;con le ſpinte dell'oratoria tue innamorate fedeli,cauale da quel
perſualiua all'effusione del voſtro a- le pene : da quali? de profundolacu i da
more , io quì diſpoſto mi trouo ; pur- quella grotta la giù profonda: Ecco la
che l'oglio della gratia diuina la chia- lontananza ; o de penis Inferni : c da
ue irrugginita della rozza mia lingua torinenti infernali:ecco la geloſia:per
aſperga ; e le fieuoli braccia delle ra- che duraficut Infernus amulatıo.Et oh Cant.c.
gionimie lottatrici inonga : purche il pena di lontananza , e gelofia in amo- 8 .
nerbo dell'aiuto ſuperno delle pre- re e tanto amore,chi lo porrà ombreg
ghiere mie gli organi mal fabbrefatti giare,non che ſpiegare?
raggiri; e le deboliſpinte della ſuaſiua Vennero,fe crediamo ad Heliodo, Hefiod.
oratoria inia di rinforzar fi compiac- vna volta à contraſto queſte due tor
cia; mentre che delle peneamoroſe , e mentatrici in amore , chi d'elſe foſſe
focoſe dell'anime purgan ti diſcorren- laceratrice più fiera d'vn cuore inna
do io vado, & incomincio . morato: è mio vanto diccua la Lonta
2 E volgata Signori la diuiſione sanza il dare à chi ama vna vita , ò in 1
della pena del Purgatorio , comedella tutto , o in parte almeno diſanimata .
pena dell'Inferno. Pena di danno, e pe- Coua di chi ama l'anima nel ſeno del
na di ſenſo . Pena di danno ,che tà nel- l'oggetto amato, più toſto che in quel
la priuacione ad tempus ( parlando dello dell'amante ſoggetto . Animamagis Plate
Purgatorio)della viſione diuina,ò per eft vbiamat,quam vbianimat . Dunq;
quanto verrà qui da noi conſiderata , il ſoggetto amante,che dall'amato ló
nella che conſequitaad vnapriuatio- tano viue,ò che d'animaè priuo affat
ne sì fatta :e pena di ſenſo , ch'è il ritro- to , ò che dell'anima in due parti diuiſa
liarſi afflicte quell'animedalle fiamme la portione miinore in ſe trattiene . Se
voraci:quella è la pena amoroſa: que- vine d'anima priuo ; ohime che pena.?
fta è la pena focola . Et quantum ad v- pena qual di inortej anzi vera pena di
trumgi (Scriueil Serafico Buonauen- di morte; che quella pena, la quale di
D.Bon. tura in compendio Teologicæ verita- morte è volgarmente chiamata , in
in com- tis) minima pæna Purgatori maior eft realrà ella è pena dimoribondo ſolo ,
fen. Te maximapoena Mundi, e quanto all'ý- ma non di morte: perche la morte ci
el.1.7.6. na,& all'altra,didanno ,e lenſo ;amo addolora penſata , ma non prouata; ci
3. roſa ,e focoſa ;la mivor pena del Pur- tormenta futura , ma non preſente ici
gatorioè maggiore della manima di martirizza à vicino , manon à tocco ;
qucfto Mondo. ſendo che prouata , preſence , à tocco
3. Iftud patet de pana damni:lo proua fatta ci toglie d'ogni pena quelſenſo ,
prima della pena del danno , perche che con la vita ſiperde . Ma l'amante,
quanto l'affetto amante èmaggiore , ch'è lontano dal bene amato , s'ei viue
tanto il vederli dilungato l'amato be- amando,egli ha ſenſo ; perche il ſenti
ne è più penoſo :ma queſto affetto nel re dalla vita d'amore in carne vien
l'anima giuſta,e ſeparata eccede ogn'- preſuppoſto: & eſſendo inucme d'ani
aliro limile affetto di queſta vita; ideò ma priuo,à tocco preséte, proua quel
Per ilGiovedidella Domenica III.di Quareſima. 237
la pena di morte, della quale chi è tri goda quel bene, che chi ama , bra
i
morto non può penare. Oh ditu , che majc pur n'è priuo :oh punta, oh den
tormento. Viuere morto ; incadaucri- te,ob veneno ,oh gelo,oh fuoco . Púta
to ſpirare; agitare nelle vene il iangue che mai ſi caua; dente, che ſempre la ,
incencrito ;e ſentir quella pena, che per cera; veneno, che ſempre ſerpe ; gelo ,
l'ecceſſo ſuo à chi vine animato non è che mai G ſquaglia; fuoco, che mai ri
ſenſibile . Portentoſo ſentire: portar' il mette;tormento di táticarnefici,quáti
peſo dalle ſue forze diſgiuntojagere in ſonoi penſieri, quanti gli affetti , e di
vn ſoggetto inxcombuftibile ; e nella tanti patiboli,quante che ſono l'hore ,
quiere delterminedella vita trouarla ſono imomenti; dolore finalınéte ,che
ſtanchezza della via,del viuere più fa- non hauendo ſimile in vita, d in mor
tigoſa . Che ſe dell'anima indue par- te,non bà figura , che limbolizzare lo
tidiuiſa la portionc minore in ſe trat- poſſa.Tancodiflc ,ò dir puote la Gelo
tiene : chi può capire quanto per l'a- fia,e dichi ſi foſſe la palma, poco im
mato oggetto lontano il ſoggetto a- porta ;bafta ,che l'vnae l'altra nell'ani
mante fi addolori? Tiene il dolore la me purganti pronano le forze loro.A
ſua radice in folutione continui, nella nime innamorate, e con foura ecceffo
diuiſione,nello dimezzaméto di quel- d'amore à queſto nokro amore ; & in
le parti ſenſitiue , le quali ſoſtantial- namorate di Dio ,Beneimmélo, ama- :
mente erano prima infrà di loro vni- bile in infinito ; e da eſſo allontanate ,
te , continuare:etrouarſi diuiſa l'ani- quanto alla viſta giù in quella grotta
ma , ch'è diſoſtanza in ſe ſteſſa indiui- profonda; e d'ello ingeloſite à lor mo
fibile; &iſmezzarſi queltutto , che in do , che altre beate ilgodano la su nel
ſe medeſimo ſenza parti integrantili Cielo :ah cbi potrà dire la pena,ſe no
troua intiero : ne diuidergi perciò la hà detti bafteuoli per l'indicibile? Quà
vita ; ne dimezzarli perciò il ſenſo vi- non arriua l'hiperbole;máca il ſogget
tále; anzi indiuiſa quella, intiero que- to impoſſibile;non può calzare la me
Ato operare , patire in ciaſcuno de' taforajimmaturo il concetto vien del
termini allontanati: oh che tanto mo- Ja mente abbortico .Anima eſanimata ;
fruoſo pone in atto vn dolore , diuiſo indiuifibile ;lacero mai ſempre
quanto è moſtruoſa la quantità nel intiero ;morta ſoſtanza immortale nó
punto , il numero nell'vnità : che la iſpiega ilpunto ; poſcia cheeflendo l'
diuifione dell'vtero del tutto aperto oggetto amato terminante l'amoroſo
non partoriſca al parto gemello in affetto tormentatore,cſſendo ,dico ,di
parti ; e che'l dimezzar del peſo la uino , anzi lo ſtello Dio , apporta alla
grauczza al portar raddoppij. Così pena dell'anima purgāte ingeloficaló
vantaua la Lontananza , e con ſoffif tana,ragione d'infinito: e pena infinita
mi apparenti l'angoſcie pur troppo ſi potrà
ben patire,manon già dire.Se
vere d'vn'allontanato amante giuando con la Chiela S. in ciffra non ſi racco
eſaggerando. Quádo la Geloſia forri- glie.Depenis inferni,et de profundolas,
dendo peramuentura, riſpoſe. Grande cu . Ma ſe la pena è indicibile, ta potrà
oratrice: ſorella hai orato, hai perlua- dire almeno, che ammetta alcun con
ſo.Io nó rigetto vniora de' pregi tuoi. forto ,che la ſolleui?Signori sì diceHe
Ma vediſe tu diſgiungi i corpi,iodif- fiodo : furono le due foddette Lonta
giongo i cuori. I cuori per doppio ti- nanza,e Geloſia d'accordo dal Som
tolo dinatura , e d'amore, ſono i ſeggi mo Gioue trattando , ſe rimedio al
primarijdell'anime innamorate.Dun- cuno li deſſe contro l'offeſe loro à
que daldiſgiungimento loro , quanto folleuamento de' gli amanti allonta
più nobile,tanto più doloroſo, in con- nati , ingelofti; e fù riſoluto , che in
ſequéza più certa ne verrà ancora l'e- lontananza con la ſperanza ſola por
ſanimatione, è dimezzatione dell'ani- fano conſolarli gl'innamorati : ma...
ma,e conſeguentemente il noſtruoſo nella geloſia co'l crepacuore ſolo
tormento, che figuraſti. Aggiungi mò d'vn piangere continuato . Et oh ti
quella pena,ch'è propria mia. Che al medio dalSommoDio aſſegnato all'. '
338 La doppia pena delPurgatorio
anime purganti innamorate .La ſcrit- lingua: Piano vn poco di gratia fcri
cura da Santa Chieſa all'offitio delli ueCriſologo S. Viintingat in aquam ,
Defonti affegnata dà conie à lonta- non deferat aquam . Tudici,acció
ne ſperanza Spera in Deo , quoniam che intinga nell'acqua , e non dici, ac
adhuc confitebor illi Jalutare vultus cioche partidell'acqua. Ergosuxta te
mei, o Deus meus : come ad ingelolin eftaqua: dunque biſogna dire, checo
se crepa cuoredi lagrime continuate : ági ù àte vicina ſia l'acqua, Et fi iux .
fuerunt mihi lacryme mee panes die , ta te eft, quare de proximo non ſümis ?
ec nocte,dum diciturmihi quotidie vbi Ma ſe tieni l'acquavicina, che non te
el Deustuus ? Ma che rimedio , che ne ſerui à tua voglia ? Ah, quia vincte
Follicuo ò .Signore ? Piangers notte, e ſünt manus tue; perche hai legate le
giorno; angoſciofo piantomai inter- mani,onde incatenatoin fullariuad
rotto ,mentre va pentiero noioſo ſtà vn fonte trà viuefiamine ,iui ſei cour
di continuo beccãdola mente à qnel- dennato ad incenerire di ſete à tocco
Fanima anima innamorata , vbi eft all'acque, ſenza poterle toccare. Cer
Deustuus ? doue è l'amato tuo Dio ? to pena d'Inferno : paſcer la ſere con
Ahi la sù nel Ciclo dalle riualimie l'acqua ; nodrir le fiamme con l'onde;
beatamente goduto , mentre io ne lo mantener'il veneno co'lmitridare ;
no priua . Olime ftratio di mente ,che Atentar doglioſo in sù i confini del
fà (coppiare il cuore in vn diluuio di gaudio , e del ripoſoj fare,che dalla via
lagrime euiſcerate . Fuerunt mihi la- ta vicina à tocco mirata tragga l'oc
cryme Oc. Ma sì via Spera in Deo , chio materia à lunga morte .Dite ad
Pro. 13. quoniam adhuc confirobor illi o c.fpe- ello.Infernomoſtruoto d'vn'aninala
ranza , fperanza ,che certo lo vederai giùpurgante : è lontanas-e vicina all'.
anco vn giorno preſente, lo goderai tu amato lino Dio.Lontana; ſotterra ,olic
Trans. pure beata in gloria . Ma si ſperanza : è ſepolta prigione, hà ſoura il Cielo ,
Pagn, la ſperanza s'allunga , & affliggel'ani- oue ci goduto è da’ Santi. Vicina per
Oleaft. mafpes que deffertur affligitanimam , iftratoin gratia terminata aſſicurata
in 6.Ge già diſſeil Sauio : e l'affligge con deli- e pur'anco ne'l gode , e n'è impedita ..
nefa quio di cuore , e con fincopali acci- Egli fóre di vita dilimpidezza diinia,
denti impercettibili. Infirmitaseft core di freſcura paradiſina fcaturiſce,zamă Pfa.
dislegge Pagnino . Dolor cordis inter pilla, allåga ſcorre. Quoniam apud te 3g.
cæteros acutior, và ifpiegādo Oleaftro. eft fans dita .Ela qualceruo ferito, &
Ma vaglia il vero Ò N.che la pe- affannato trà quelle arfure deſidera
na della vicinanza in amore non è per abbeuerarâ in eſſo ,refrigerarſi, atruf
na minore di quella della lontananza farfi. Quemadmodum defiderat ceruus
Midichiaro: Peller vicina l'aninain- ad fontem aquarum , ita deſiderat ani- Pfa. 410
pamorata al-bene amato , e non poter- ma meaad te Deus; e ii ſulle fponde
lo godere; oh che tormento : egli è immobilmente legata , iui fitibónda ,
tormento d'un condennato all'Infer- bramofa , innamorara , infocata pati
20. L'ingegnoſaacutezza diGriſolo- re, languire,diſeccarſi,incenerite rens
go S. non milaſciamentire . Staua l'. za morire è forzata . Quiavinkefunt
Epulonearroitendo nelle fiamme in- manus eius . Ma che forte è queſto le
D.Chr. fernali , e vedendo Lazzaro àrinfree game? chedifficile faràmaiàſcioglie
Luc. 16 (chi delitiofi.sùnel ſeno di Abraamo, re queſtonodo che difficileà togliere
alza la voce e dice Pater Abraham : farà mai queſto oſtacolo , che'l godi
che vuoi Epulone ; che vuoi ? Mitre dimento impediſce della lor voglia
Lazarum , vt intingatextremum digi amoroſa?oh Dio,chequeſtoè 'lpun
tiſuiin aquam , vtrefrigeretlinguam to eſtremo, ched'vnapena sì fatta di
D.Chr. meam : Manda Lazzaro,acciò che in- può toccare .
fer. 122 tinga la ponta d'vn dito fuo nell'ac- 6 Facciamo della vipera reriaca .
qua , e refrigeri queſta infocata mia Trattcui alla memoria il pazzarello
No
Peril Giouedi della Domenica III.di Quareſima. 239
Narciſo , quello che di ſe steſſo inu.2- fo:ma quello che dà l'ecceſſo alla pe
ghito ardeua acceſo per quella imma- na intolerabile , è , che'l Mare non ci
gine ſua , la quale entro la freddezza diſgiunge , vn gran viaggio non ci al
dell'acqua, quaſiin ifpecchio fe gli of- lontana,Ron ci diuidono i monti, ne
feriua . Miraua cofti in vn fonte , e riſlerrate muraglie ci racchiudono ſeu
le proprie factezze vi contemplaua ': paratii ma fiamodiſgiunti e fiamo vi
contemplandole ſe n'inuaghiua : ne cini ,e vicini da vn poco ſolo d'acqua
baſtando quell'onde ad ammorzar le proibiti , impediti d'vnir la deſtra alla
fiamme le quali co'l rifielo de'ſguar- deftra , e contentarci. Quoque magis
di ei s'auuentaua nel cuore , era à ſe doleam c. Oh N. che queite ſono in
Ateſſo ingannato e legna , e fiamme , e ſeno, ſe non in voce le querule amo
ſoffio , e mantice, e fornace , e forna- roſe doglianze dell'anime la giù pur
ciaio . Vedctia , che'l bell'oggetto ri- ganti . Mirano quafi che in ſpecchio
fpondeua aggiuſtato co ' ſguardi a' entro la fede , & in eſſa di già ſgom
(guardi, co'l rifo al riſo , co ’ ſcherzi a ' brato il ouuolo, tokco il veto diqueſto
Icherzi;neannuertendo, ch'egli ftello corpo , con animirabil chiarezza ( fe
co' pennelli de gliatti, co' coloridelle bene ancora enigmatica ) contempla
fpetie intentionali nella tela di quel no l'immagine del loro belliſſimo Id
diafano terminato d'opaco n'era il dio ,e contemplandolo n’ardono in
natural pittore , ftimaua ripartito in fuoco viuo d'amore, e didefio : e l'a
duc cuori quell'amore, e deſiderio , mato Dio ſtello iui fi dà loro in bel ri
che nel ſolo di lui & annidaua indi- cambio à diucdere altresì cutto amo
uiſo . Et ecco immergeaa giù nella re , e dello di contentarle , e bearle .
fonte le braccia ; per cauarne abi Scanno tutte ridotte alla bocca della
bracciata la non meno pazzamente lormente ,ſulle labbra dell'intelletto,
credata aimante , che pazzamente e dell'affetto , per libare dall'Eſſenza
amata immagine: macon qual moto diuina ilbaciodella gloria eterna , ſo
agitandofi l'acque , e confondendofii fpirando bramoſe: Ofculeturmeufcu - Cantoso
gli rubauano quegli accidenti alla lo oris fui: & è loro vietato , in atto
viſta, chevanamente in ſoſtanza cer- fempre di ſtendere le braccia di ten
caua iltatto . Turbauafi egli allhora tione , & amore per abbracciarſi co'l
nel viſo , fi moftraua dolente infaccia, loro diletto Signore in godimenti di
e lagrimolo nell'occhio ; & intanto uini , e gridare contente ; tenur eum ,
acchetatel l'onde , e ſchiarite, vgual- nec dimittam : & è loro impedito.Oh
mente turbata , dolente , e lagrimoſa e chi lo vieta ? e che tanto mai le im
la dilecta figura gli dimo rauano , Si pediſce ? dicanlo elleno fteſſe , che ď
che penſando ſeco condolerſi da fen- vna in vna parıni vdirle in concerto
no , quella , cheombra ſola del dolo- di tante queruli voci. Quoque magis
re di lui , era di dolore , e di corpo in- doleam oc. ci croce il noſtro amores
capace , ſtendeua di nuouo le braccia, ci arde l'affetto diuino ; ci cruccia il
cdi nuolio nulla ftringendo , sfogaura proprio delio ; ci tormenta del noſtro
in vane sì, ma doloroſe querele i ſuoi Dioda brama; il noſtro duolo ci af
tormenti : l'ecceſſo delle quali , nelle fanna ; cilacera il martirio amorofo
pazzie fuc , faujamente toccando , la- (à noftro modo d'intenderlo delfom
grimando cancaua. Quoque magis do- mo Bene :maquello che dà alla pena
Ouid. leam , nec nos mare feparat ingens,nec ecceffiua il traccollo d'intolerabile:ah
Petam . via, nec montes,nec clauismania por . egli è, che nonci diſgiunge ilMare,il
tis: exigua prohibemur aqua; e voleua Mare colà del Mondo; Mare magnū, PS203.
dire: micuoce il mio amore ; m'arde o fpatiofum manibus: non ci allonta- T her
il tuo affetto ; mi cruccia il mio defio ; na vn gran viaggio ; il viaggio della c.1 .
mi rormenta la brama tua; m'affanna vita mortale: Omnes, qui tranfitis per
äl mio duolo ; mi lacera il tuo maiti- viam :non ci diuidono imontiji mon
ti
240 La doppia pena del Purgatorio
ti della corruttibile carne ; Mons cor- mie , tormenti me nelle vilcere dolo
gulatus, monspinguisne tinalmente ci rofi Mimamente.Traſcurato Sacerdo
racchiudono ſeparate riſlerrate mue te cſclama quell'altra, che guazzando
raglie, le rifferrate muraglie dell'eter- à piacere ne' miciſudori, tienimequi
na dannatione, che in Inferno nulla legata ad incenerire di fete . Parente
eft redemptio; ma vn popoco d'acqua, ingrate , qui piange queſta , crudele
yn popoco di acqua,e non più , è quel- amico, gemelà quella ; per li quali già
la, che vicine à tutto il bene , da tutto poli al Mondo più , e più volte à sban
il bene diſgiunte in tanto male ci tie- raglio la roba , & à periglio la vita ; e
ne ; che c'impediſce, ci toglie,ci proi- non vi mouete adeffo à darmiaiuto
1

biſce il felicitarſi in Paradiſo perſem- d'vn giulio , non che d'vn ſcudo ? Fi
pre.exigua per habemur aqua.Maqual' glio ,grida quelPadre : Figlia , grida
acqua è queſta , ò animedalle più in- quella Madre , fiftracciano qui le vis
cernc mie viſcere al viuo companio- ( cere di coloro , che colle viſcere loro
nate , che tramezzando frà di voi , e' vi diedero la prima vita , e quella pic
voſtro Dio, v'impediſca il godimento tà vi chicggono ,che non puòmanca
beato ?Ahi che rilpondono quello dell're alle fiere i e diſpietati refate ? Fra .
Ecclif. Ecclif. ignem ardentem extinguit an tello ,eſclama quella Sorella ; Sorella,
al 3. ' qua, oeleemofyna refiftit peccatis.L'. cſclama quel Fratello , ſtanno legari
acqua di quel legato pio ,chelaſciam- qui quelliche à voi congiunſe natura
mo, e non è anco pagato da' noftri e coll'indiſſolubil nodo d'vn ſangue
redi, l'acqua di quelle meffe , che tar- ſteſſo, e quell'aiuto dimandano , che i
da celebrare quel Sacerdote , che ne barbari negar non poſſono ; & indura
tiene carico : l'acqua d'vn fcudo d'e- ti perfeuerace ? Marito , piange la Mo
lemoſina , che non ſi riſoluono fare glie:Moglic ,piange il Maritojtormen
que' noſtri parenti, que’noftri amici, taro crucciolinimamente l'anime di
che ci laſciammo nelſecolo tanto ob- quelli , che vna fol carne furono con
bligati: ob queſta è quella che frà noi, voi in terra ; e quel ſuffragio aſpetta
c'lnoſtro Dio framezza ; queſta è no ,che da voifù loro promeſſo ; e dif
quella , che c'impediſce, chęci ricarda ferite à compirlo ? Parente , geme e't
la gloria, e qui citiene in ſcoppiacuo- parente; amico, geme l'amicoi penano
re d'vna vicina doloroſi lima lonta- quì ineſplicabilmente quelli , che fane
nanza d'amore , mentre che exigua gue, & amore hebbero con voi sì dol
perhibemur aqua. Mercè che ſe'l lega- ce; e quel ſoccorſoſperano, che dolce
tofoſſe pagato , celebrata la meſa, fangue, & amore viſpinge adarrecar
l'elemofina fatta , volareiſimo di lun- li ; e l'allungate pur'anco ? Ah vdite i
go a ' beni dell'eternità. gridi; mirate il pianto; vedete i ceppis
7 Che fai adunque , ò iniquo he- immaginate la ſerei contemplate la
redesò traſcurato Sacerdote, ò paren- brama;attendere la pena ineffabile ,
te ingrato , ò amico crudele co'l nega- impercettibile,intolerabile; che vi pom
te, co'l traſcurare,co'l differire à quel- trà cauare dalle vene il ſangue , non
l'anime que'fuffragij,& aiuti, che lo- che da gli occhi le lagrime,non che
so ſei per giuſtitia , e carità debitore , dalla borſa il danaro .Anime Chriftia
ſenondoloroſiflimamente allungare nenonItà la terra ne gli ardori cani
quelta tortura amoroſa , che ſoprawo colari d'Agoſto con tante bocchear
ogninoftra humana capacità le itra- ficcic iniando per la pioggia del Cie
tia, le martirizza ? Abidoloroſe que- lo , con quanti effetti ardenti, chele
rele,che di ciò s'odono colà giù riluo. bocche ſono de' cuori ,ſtanno quell
nare, poderole in eccello ad ammol- anime purganti iniando adeſſo all'ele
lire le pietre, non che i ſeni dicarne . molina voſtra. L'anime dico de'vo
Iniquo erede,grida quell'anima , chc ftri cari e congiunti,cheda gli Angeli
paſcendoti agiatamente delle ſoſtanze Santi ſono reſc auuilate , che qui in
que
Per il Giouedi della Domenica III.di Quareſima. 241 .
queſto punto di fuffragarle ſi tratta. nia conduca : e Marta ſollecita mor
Anzi con tante bocche la fà iniando , bido , e fpiumacciato vn ricco letto
lo queſto Crocifiſſo Giesù , con quante apparecchia entivna ſtanza , che tan
ป piaghe ſtà su queſto legno ſpargendo to ver l'oriente co'l lato deſtro fi pic
il ſangue ſuo diuino prezzo infinito ga, che al tepor de fauonij temprato
della loro , e noſtra redentione, Grida il crudo de gliaquiloni falubre l'aria
queſto Crocifillo , ò fedele , che da te ci può fpirare l'inferino. Viene il Me
afpetta , c pretende adeſſo tanta ele- dico e tale che al pallore di morte, che
molina à ſoccorſo di quelPanime ſan- gli tinge la barba,e icrini,può rinuer
tc, quanto hai mialamente tante volte dire à chi langưe la ſımorta ſpeme di
gittato à danno dell'animna tua mede- vita ;& auuertito calido il clima , la
lima, & haurai cuore , e fronte dine- ſtagione ardente , maligni i correnti
gare vna volta à vn Chriſto Croci- influi; ſcuopre l'infermo di colore
hifto quello, che tante hai conceffo al acceſo , di caini ſcarno , di pelo ric
Mondo , alla carne, al Dia uolo ? Co'l cio , e focoſo : l'ode amico delle dro
Mondo, colla carne, co'l Diauolo ſei ghe indiane , de' vini di Creta, digiu
ftato prodigo vitioſamente de ſcudi,e car’al pallone: intende,che duole ilca
ſcudi; c con Chriſto Crocifiſſo auaro po di dolore, che punge, che ardon le
ti reſtringerai à pochi ſoldi? alla mor- fauci d'ardore, che non s'eſtingue per
te , al capezzale , quando co ' ſudori , e bere ; che s'affanna il cuore ; chc dà
tremori eſtremiftarai co'l Crocifiſſo ftentati i reſpiri: troua il polſo veloce
alla mano chiedendo miſericordia à in fommo, & al poffibile fiaccoc mé
queſte piaghe à queſto ſangue; e ti di- tre interpolaco lo nota , vede la mano,
rà il rimorſo della conſcienza , che à che conuulgui i moti và dando ; onde
queſte piaghe e ſangue negafti quello , crollando il capo ,da tanti accidenti di
che conceduto haueui al peccato , & peracuto morbo ne caua conſeguen
all'Inferno :dimmi, che timoroſo ſcop- za di prelta , quaſi che ineuitabilmor
piacuore di rigoroſa giuſtitia ſorpren- te. E Marta ,e Maddalena,cheanfiole
derarti ? deh fuggi si duro incontro ; offeruatrici fanno pria frà ſperanza, e
guadagnati vna fiducia più rara ; non timore,pendenti tutte con l'anime da'
e fuordi ragione , che Chriſto da te motiprimi,che porta il cuorein fac
pretenda in fanto impiego tanto,qua- cia di quel ſaputo ,non così toſto au
to hai in peccaro fpregatoje mentre te uertono che egli dà quaſi per ilpedito
lo chiedein impiego , oue corre con il fratello,che da vn freddo pallore ri
l'intereſſe della tua ſtella ſalute quel- coperte ambedue, moſtrano di voler
lo dell'anime delli tuoi Itefli defonti: preuenire con la morte il moribondo.
oh ſe violenza maggiore tu aſpetti an- Frà tanto il Medico , che non vuol
çora à vuotare affatto la borſa , ardif- chiudere con l'arte quell'anguſto ſpi
co dire , che tu non hai ſentimento ne raglio diſperanza , che la natura co'l
di Dio,ne d'anima, ne di natura, e pi- fiato del languiente tiene pur'anco
glio fiato . aperto, comanda,chc ſottil ferro apra
la cefalica vena albraccio deftro, on
SECONDA PARTE . de à tant'oncie ſe n’eſca il ſangue, che
fi minori la maſla ,fi diuertano gli hu
' Inferma Lazzaro, e grauemente mori al baño,ne fi diſtrugga il vigore;
no, ne prendono prouida cura . Spe- combattano : refrigcranti i ſciroppi,
diſcc prelto Maddalena due Meni ve che'l focoſo ammorzinoi oxorodini
loci,à Chrifto l'vno oltre alGiordano, al capo, che riburtino i funi: e pitti
che l'atuiſi dell'infermità dell'amico; me al cuore, che allegrino gli ſpiriti ;
à Geroſolima l'altro , che'l più ſaputo , & altri mille conforme all'arte ; e ſo
& cfferto in medicina cofio à Betra pra curto i delicati ,Нh
tenui sì, macoli
rigo
242 La doppia pena delPurgatorio
roli riſtori, che alle cert'hore aggiu ti puzza quel Lazzaro , quel fratello
Atate in pronto ſiano. Mettono le So- che inferino , e morto tanti teſoriti
relle in vn punto foſfopra il Cattel- cofta ? fermati che adeſſo Chrifto con
lo: s'appreſtano le perle più fine,le più ſolare ti vuole , te lo vuol dare nelle
pretiofe conſeruc, ipiù coſtoli ftillati: braccia , te lo vuol porre nel ſeno, ouer
îi carica vna gran menſa de' più gen- l'accogli , e lo ftringhi à tuo piacere .
tili rinfreſchi, de'più nobili ſucchi, Nosno tā fatet,iāfatet, quatriduanus
delle quinte ellenze più rare : bollono OC, Abi quante Marte, mio Dio, frå
nelle officive più batie cento boccic,e l'animede'viuenti, a' qualipuzzano i
pignate per ridurre in conſumati le Lazzari de’loromorti che la giù itan
carni de' morti polli, che le conſuma- no nel Purgatorio fepolti ? Figlio , fi
te forze del viuo infermo banno da glia, per tuo Padre , per tua Madre ;
rittorare :e non meno à piena mano Padre, Madre, per tuo Figlio, per tua
sborfano le addolorate Sorelle gli ar- Figlia ; Moglie per lo Marito , Marito
genti, e gli ori,per rimedio della poco per la Moglie ; Fratello , Sorella per
meno che deſperata vita di quello che fuo Fratello pertua Sorella ; Parente
à larga vena (gorghino da gli occhi il per lo Parente ; Amico per l'amico ;
pianto per dolore, della poco meno quando che infermi li Itąuano , che
che certa morte. Ma non hauendo in non facelte di ſpeſa ? quando che more :
fine braccio di forza sì vigorofa l'in- ti furono che non moftraſte di duolo ?
ferma natura, che alzare poſſa il mar- & hora che di là giù ſtanno gridando
tello de'lomminiftrati rimedij contro focto le pietre peſanti di quelle pene ;
del morbo nemico ; langue , manca , Tollite lapidem ; fuffragij , fuffragij,
foccombe, e ſpira l'vltimo fiato :Mor- aiuti , aiuti i accio da queſta tomba
tuuseſt Lazarsis. Reſtano allhoras vſciamo alla luce del Paradiſo ,ahe
Maddalena ; e Marta profondamen- chi è divoi che corra à porui la mano
te trafittei gemono ,piangono , ftillano impiecoſito ?ahi che per lo più in quat
sì dolóroſe, che ſe havielle orecchio la tro giornive n' andate ſcordati , e le
morte, che i gemiti, i pianti, leftrida .v'hà alcuno,che à ricordar ve gli ven
loro ydir poteſſe , il tolto Fratello lor ghi, co'l tollite lapidem :torcere il.col
renderebbe impietoſita. Vogliono , lo, volcate gli occhi,turate l'orecchie ,
che'l freddo cadauero fi laui d'acque ſe non le nari, quali che tante Marte
odorore , che s'vnga delli vnguenti più gridando , l'hò pianto , l'hò fuffragato ,
delicati : che ſi condilca con gli aro- di tanto tempo è ſepolto : già allame
mati più vigoroſi . Sepolto in fine è inoria mipuzza infracidito ; non ne
Lazzaro, e pietra grande in fulla boc- tengopiù briga : Iam fatet,iam fatet ,
ca s'addofa. Eteccoti il quarto gior- oc.e ſe queſta è crudeltà traſcurata, è
no arriva il Saluatore ;và con efle al traſcuraggine crudele , lo dica il Tar
ſepolcro , chiede, che s'apra; coman- taro fteflo , che ne ftupiſce . Ma sù è
da , che li tolga la pietra : Tolkite lapi- animeChriſtiane, che yoglio ſchiarir
dem; e Marta (chi'l crederebbe torce ui all'occhio il quanto di quelle pene
il èollo , volca l'occhio , ſi tura lé nariš focoſe , che colà giù viuamente tor
e nauſeabunda grida. Oibo Signore mentano quell'anime purganti; acciò
non fate : puzza , ch'ammorba ; fete ſe dalle pene amoroſe , come meno
che appeſta ; Jam fatet,iam fatet,qua- aggiuſtare all'intelligenza comune ,
triduanus eft enim . Marta Lazzaro commoſi non vi ſete à pierà, vimuo
già tipuzza ? giàti puzza il fratello ? ua almeno il rcale del fuoco che reala
quel Lazzaro sìdiletto , che inferino mente le tormenta , ecol'abbrugiantura
.
tanto ancora curaſti,feruilti tanto fol. Il mio Serafi Bonaue D.Bom.
lecita ? quel fratello sì amato , che dopo d'hauer prouato , che Minima
morto doglioſa tanto piangeſti, tene- pena Purgatory maior eft maximapa
ra tanto bacialti? In quattro giorni già na Mundi , quanto alla pena del dan
no ;
llo, Per il Giovedì della Domenica:III.diQuareſima. ' 243
no ; lo proua anco quanto alla pena pra da un vaſto coperchio d'infocato
01 del ſenſo, edice . Iftud etiam patet de ferro , fopra del quale ſi cuoccuano
pæna fenfus, quia cum dolor non fit ef- l'anime, e cotte ſi liquefaceuano, e li
fentialiter leſio, ſed lafionis fenfus, quefarre colauano giù nella valle, co
tanto magis dolet anima, quantoma- me la ſtrutta cera ſi cola giu per vo....
gis fentit Tinfitiuum aliquod ; ideo ab panno ždoue sù quelle bragie poi ſi
G igre in ipfam agentemaxime affligia riuniuano, e rinonauano pertormen
001 tur: Chiaro, dice il Santo, che la pena tarui cruccioſamente. In tomma iter
minore del Purgatorio auuátaggia la ri, i fuochi, i zolfi ,i liquefatti metalli,
maggior pena delMondosanco quan- ivermi, i ſerpi, i moftri , & i Dizuoli
it; to alla pena del ſenſo perche l'effenza' feriuano ardenano , boltivano , edi
del dolore non ſtà nella leſione,ed of- . ffruggeuano , lacerauano , attollica
- fela ; ma nel ſenſo , ò ſenſatione dell' nano , fracciauano , e cormantauano
ofteſa, ò leſione; onde tanto più s'ad- quell'amime in tante guile, che non
dolora vn ſoggetto ‫و‬, quanto più ſente ſono immaginabili da nollri cuori ,
i il ſenſitiuo,che l'offende: dunqué non-non che eſplicabili dalle noltrelingue.
effendoui paragone trà l'acutezza Ordinando la Diuina Giuftitia, cone
del ſentire d'vn'anima ſeparata , e vuole fa Tomiſtica Scuola ,che ſopra
quella d'vna congiunta', reſta con- naturalniente cleuate quelle corpo
chiuſo l'ecceſſo della ſua pena del ſen- rali creature realmente poſſano tor
fo , ideo ab igne in ipfam agentemaxi- mentare , e tormentino que' fpiriti ,
me affligitur. ſopra de quali vaturalmente nonhan
10 Ma per darui qualche chiarez- no alcuna forza y accioche eflendoli
zamaggiore delle pene , che ſentono ſoggettati ad eſſe peccando , rettino
l'anime del Purgatorio non potendoſi loro anco ſoggetti penando . Se la
in queſto fatto valer d'altro , che delle menteuoli poi colà giù s'odono i
rivelationidiuine: vdite ciò , che dal pianti ; ſe doloroſe ſtridano le quere
Dionyf.GranDionigiil Carculiano nelle ri- le; lehorribilirimbombino gli vlulati
Cartus.uelacioni, ch'egli chiama degne dife- in quellefiamme, frà quellebalze,per
de4.no- de, ione hò cauato . Furono per di- quelle grotteipenſarelo voi,ch'io non
uiſ.ar - ſpenſatione diuina l'anime purganti · hò tempo,nefpirto di poterlo deſcri
tic. 47. vifte da moltiancor'in corpoviuen- uere ; econchiudete poi , s'cgliè vero
48.49. ti,altre vine abbruciarli entro l'arden- anco quanto alla pena delſenſo , che
ti fornaci ; altre immerſe ne' bagni di minima pena Purgatory C.
pece, di zolfo , e piombo liquefatto, e Ma vaglia il vero hanno l'ani
bollenti: parte fteſe all'in sutrafitte in me purganti fràtante pene alcun re
terra con chiodi infocati : parte ftefe frigerio , e conforto ? Signori sì , ne
all'in su da infocati dragoni lacera- hanno. Vanno gli Angeli Cuſtodi lo
te , e diuorate. Queſte fritte veniuano ro à confortarle con portarloro mal
nelle padelle ; quelle s'aggirauano ar- <sme care nouelle de ſuffragij,che lo
roſtite ſopra de ſpiedidi fuoco.Fu vi- ro vengono fatti da' parenti , e da gli
- to horribiliſſimo vn monte da vn cão amici: Eroh conforto grande, c'heb
to tutto fuoco , putrido , marcio , zol- bero à giorni pallati i anime di N.
forco ,e tenebroſo ;dall'altro tutto ne- quando cheintelero douerfi predicar
ue,tutto ghiaccio , tutto grandine, e queſto giorno delle lor pene, & inui,
gelidiffimo vento : e con forconi,e tri- tar'i viuenti à ſuffragarle . Reſpire l
denti acutiſſimi di ferro erano slan- anima di quel Padre, di quella Madre
ciate l'anime arroſtifte dal fuoco nel là trà quei ferci , là trà quei fuochi;
ghiaccio ; irrigidite dal ghiaccio nel ſperando che la figlia, che'l figlio con
fuoco, così à vicenda: Fừ vifta inlie- l'elemoſina d'vna doppia doueſſero
me caliginoſa yna valle , tutta d'ar- vna volta ſaldar le piaghe , ſpegnere
denti carboni ripiena , chiuſa al difon i loro ardori.Reſpiro l'anima di quel
нь 2 Fra
244 La doppiapenadelPurgatorio
fratello , di quella ſorella là trà que' Sagre canzoni , che in angelico con
zolfi ardenti , la tràquei piombi bol- certo cantando fràtantovanno , non
lenti,ſperando,che'l fratello, che la ſo- habbia per canto loro il Purgatorio
rella con l'elemoſina d'vn'oro douer- ſpecie di Paradiſo ? e ſe l'ingratitudine
fero vna volta medicar le cotture, ac- ità lontana bandita dalli confini del
quetare i bollori . S'allegrò l'anima di Cielo; qualiſupplichepoi colà sù glo
quel inarito , di quella moglie là frà rioſe non ſtaranno inceſſantemente
quei vermişlà trà quei ſerpi;ſperando, porgendo al Tribunale della Maieſtà
che la moglie , che'l marito con l'cle- Santa per li loro benefattori? Oterque
moſina d'vno ſcudo doueſſero vna quaterque Beati: è ben tre volte , e
volta por fine à que'morfi, & arreſtar quattro Beati quellidi voi , che con sì
quei veleni . S'allegrò l'anima di quel nobil riſcatto potremo dire d’haniere
parére, di quell'amico là trà quei mo- vna si gran parte di noi nc'noftri inter
itri,trà quei Diauolifperādo, che'l pa- ceffori digià bene introdotta nel Pa
réte,che l'amico con trlemolina d'vn radilo . Ma dell'efficacia di quello
ducatone douellero vnavolta riſarcire mezzo per ottenere l'abbondanza de'
i loro ftratijaddolcire i loro tormenti; beni della terra , e del Cielo , non oc
onde, ſtauano iPadri , le madri , i fra- corre , ch'io tratti, hauendone già par
telli; le ſorelle, i mariti, le moglie,i pa- Jato le lingue di mille penne,hauendo
renti, gli amici voſtri porgendo le ma- ne già ſcritto le penne dimille lingue .
nià voi, à voi ſuoi figli , e figlie , fuoi Maahiche ſarà, quandoche dopo l's
fratelli, e ſorelle, mogli fue, e Mariti : lemofina fatta gli Angeli Cuftodi tan
ſuoi parenti , & amici; e porgendo le tie ranticonfuli,edoglioſi,lagrimasz
ftauano da quei ferri, e da quei fuo- do,e gemendo recaranno à molte l'o
chi , da quei zolfi, e da queipiombi, dioſo annuntio, che durare è lor forza
da quei vermi, e da quei ſerpi, da quei in quelle pene, re ferite, arſe pur’anco ;
moltri , e da quei Diauoli; moltran- bollire pur'anco , e ſtrutte i laccrate
do con le piaghe gli ardori;con lecot- pur'anco,e attollicate ; ſtracciate pur
ture i bollori; con i morli, i velenijcon anco , e tormentate , perla ſcarſa ele
gli ftratiji tormenti;gridando ,ſtriden- moſina de' ſuoi, ſe ben congiunti di
do, vlulando : pietà ,aiuto, miſericor- ſangue , non già congiuntid'amore ?
dia ; con gridi, con frida , con vrli la- Venne,dicono,alle mani di tuo figlio
grimoſi,vogliofi, forzoli sismaviuaci lo, ò madre, quella doppia,è verojma
pur'anco di cara ſpeme d'efferne me- laſcioſfela in borſa per paſcer cani di
diante vna liberale voftra eleinoſina caccia; e per tuo aiuto non sò bene, s'
liberati in queſto giorno. egli diede vna lira . Vemne alle mani
12 Er ecco compita ſubito l'elemo- di tua ſorella , ò fratello quell'oro , è
fina, fpiegarono dorati i vapni Angeli vero; ma laſciolclo in borſa per com
mille a quella volta,e lieti alcuni, e fe- prare empiaſtri, e belletti : e per tito
ftofi lodi cantando al Signore collie aiuto non sò ,s'ella diede vn dieci fol
dolciſſima melodia di Paradiſo porta di , Venne alle inani di tuo inueito , o
rono ad alcune la deſiderata nouella moglie , quello ſcudo , è vero, ma la
i dello ſconto delle lor pene nella libe- ſciolelo in borſa per mantenere la.is
rale elemoſina fatta dalorocongiunti concubina ; e per tuo aiuto non sò be .
di ſangue,da loro congiunti d'ainore; ne, s'egli diede vn cinque ſoldi. Vera
ah chi può ridire la gioia,chi può ſpie- ne allemanidell'amico tuo , ò amico ,
gare il contento , chipuò capire la dol- quel ducatone è vero ; ma laſcioflelo
cezza , che loro abbonda , che lor tra- inborſaper giocarlo in quella cricca
bocca, che ſouerchia nel cuore? e s'at- sì facta; e per tuoaiuto diede vno non
tendere pure loro conuiene là giù il sò bene, le foldo, ò groffo: Vennero in
frutto delle melle che dimani s'hanno cuore, ò animo gradite,à voſtri Eredi i
da celebrare,chi può negarmi,che alle legati , che hanno à ſoddisfare ; maſi
l
rico
Per ilGiovedidella Domenica III.di Quareſima. 245
rifolſero di non farui altro fino al ſe querele gridano quelli Angeli tutti
nuouo raccolto, fino a maggior valı- di là giù ballo all'Altiſimo vendetta ·
ta dell'entrate , fino à teinpo che cel- contro la crudeltà , & ingiuftitia do '
fino gliaggrauij in parte . A' cani viuiin ver demorti, ene reguitatolto
dunque io ſon pofpofta da vn figlio, infallibilmente la ſentenzadella giu
grida l'animadi quella madre ? Ahi ftitia diuina . Eadem quippe menud,
cane, enon figlio ; che qual cane rab- qua menſi fueritis , remetietur vobis :
bioſamente troppo ſtracci le viſcere A voi ,, o tutti viuenti, con la ftefi Luc. 6.
della tua madre. Giudice Iddio giu- miſura dicarità , con la quale miſura:
ftiffimo,& anderà impunita la crudel ſte l'elemoſina per li voſtri defonti, la
rà di quelto figlio, che con denti cani- rà à voipoſcia miſura da' voftri Porte
ni le viſcere materne và lacerando ?Ad ţi Delte vna lira,yn diece,vn cinque
empiaſtri dunque e belletti io ſon pof- foldi,e non più ? Vna lira, vn diece, vn
polto da vna ſorella , grida l'animadi cinque ſoldi hauerete , e non ſperate
quel fratello ? Ahi tigre e non ſorella; di più vn quatrino · A' cani , alle
che quelli empialtri, ebelletti einpia- vanità , alle meretrici , a' bagordi
mente troppotu coloriſci co'l ſangue pofponeſte l'anime de' voſtri congiur?
di tuo fratello . Giudice Iddio giuſtif- ti, e cari? A cani , alle vanità , alle me
fimo , & anderà impunita la ferità di retrici, a' bagordi ſarete poſpoſti da'
quella ſorella, che del ſangue fraterno voſtricari, e congiunti. Traſcurate,
s'immaſchera il proprio volto ?Ad vna differite, ricuſate di ſoddisfare a’lega
lupa dunque io fon poſpofta dal mari- ti de' voſtri paſſati? traſcurati, differi
to: grida l'anima di quella moglie?Ahi tisricuſati faranno da'voftri eredi quei
lupo, e non marito ,che per accoglie- legati, che laſciarete ; eadem , eadem
re in ſeno la meretrice, mantieni letto menfura; con la ſteſa, con la ſteſſa
di fuoco ſotto l'honorata compagna miſura,chedigià ſtà ſegnata aggiuſa
delle tue nozze . Giudice Iddio giu- tiſſima co'l ſugello delle piaghe di
ftiffimo, andarà impunita la barba- Chrittoin Paradiſo . Sorella,frarello,
rie di quel marito ; che i diſoneſti ſo- adeſſo la mano alla conſciencias
lazzi di quell'infame compra con li Quanti peccati hai ſin’hora comment
tormenti della legittima moglie ? Ad in vita tua , oltre quelli che viuendo
amici dinome dunque io ſon poſpo- all'auuenire commetterai ? Quanti di /
ſto dall'amico, grida quell'amico, che quei mortali, e tanto fatti, che peſano
fù di fatti sì grandi? ahi nemico,e non più che piombo , che puzzano più che
amico , che per eſſere auaro dello ri- carogna ? Che infiniti de' veniali di
ſcatto d'vn ſcudo che prodigo poiget- cuore, dibocca , di mano ? Che de
ti in vn bagordo , lafci ſchiava di gale- penfieri folo , parole , & opere otioſe
ra di fuoco l'anima dell'amico . Giu- dalla mattina alla ſera tu ne ammuc
dice Iddio giuſtiſſimo , & anderà im- chi là ogni giorno vn confuſiflimo
punita l'ingrata ſconoſcenza di qucll caos, ſenza tantin diriguardo ? e che
amico , che bruttamente tanto per l'- penitenza nehai fatto , che penitenza
apparenti , e falſe della vera , e loda ne fai, che penitenza ne ſei per fare ? E
amicitia è traditore ? A meglio tempo fe penitenza aggiuſtata non ne fai in
dunque,à tuttacomodità differiſcono queſta vica, à quante decine, à quante
gli Eredi noftri il cópire à gliobblighi, centinaia d'anni verrai tu condennato
che di presére gli altringono? Ahi aſfal al Purgatorio? e ſe non ti vengono più
ſini,e non Eredi,che aſaſinate del po. ſuffraggij da' viui di quello , che tu
co quelli che liberali donatori vi furo- bai fin hora mandato à morti , che
no già del molto . Giudice Iddio giu- ſarà di te pouerello ? (tartene vn'ho
ftiflimno, & anderà impunito l'ingiuſti- ra ad abbrugiarte viuo nel fuoco ar
tia d'vn sì vituperoro affario mento ? dente , penſa tu che dolore ? che ſarà
13. Ah che à sì giufte, & à sì doloro- yn giorno ? che ſarà vn meſe ? che
farà
246 La doppia penadelPurgatorio
ſarà yn'anno ? dieci anni ? cent'anni? bile à dare : io non sò , s'io micreda ,
· mill'ann ?Sin Dio sà quando ? Sin al di che tu babbi fede, che tu creda in fuo
del Giuditio? Padre . Cent'anni, mill'- co di Purgatorio .
anni , fin'al di del Giuditio può Itare 14 Eh date dare , e vi rimborſerà il
vn'anima in Purgatorio ? Si che ve ne Signore date date , o dabitur vobis .
Itanno di fatto , e Dio sà quante, el'. Date con fede ,date con carità ,dare,
atteſtano approuare apparitioni, che che vivede quel Dio , che v'hà pro
s'hanno pain ne'Sagri Scrittori, e meſto quel centuplo anco in queſta
pofta l'infinità de' peccati, che fi com vita , date c date allegramente i per
mettono , e la poca penitenza che le che ama Dio vn'allegro datore :bilan
ne fà, è moralmente certo ,che ſe non rem enims datorem diligit Deus. A
foſſero i fuffragij, cheloro ſi fanno in nuoua clemoſina' dunque v'inui- 2.C0.9 .
Santa Chieſa , il più dell'animoviſta- to tutti, vi perſuado , vi ſupplico ,
rebbe, vn Dio sà quando . Chriſtiano vi ſcongiuro per pietà dell'anime vo
ſe à queſto punto per piecà dell'anima Atre medelime , accioche dopo
tua ſteſſa , che non dico più de'tuoi morte fi rendano degne d'
morti , non ti riffolui prima à pagar effere quanto prima in
que' legati , à ſoddisfarà quell'obbli trodotte nel Pa.
ghi , à quali tenuto fei ; e non ti moui radilo . A
poi à dare in elemoſina: tutto il polfie inen .

i
L'OC
247

51
L'OCCASIONE
DEL PECCATO
Per il Venerdì della Domen. III. di Quareſima.
. Et mirabantur , quia cum muliere loquebatur :
S.Gio.cap.4
Arauiglioſo fatto per ſpalleggiatoal di fuori da quelle gra
certo o Signori . tiene fauori,che la mano liberalilli.
Hà l'huomo vn'ani- ma del prouiſore Iddio per tutto ipar

M ma , nellaquale ſo-
no impreſi i temi
dellevirtù , Atampa-
to l'impronto della Santiſſima Trini-
ge, e maſſime nella ſua Chieſa. Epus
re gran marauiglia al cader' in pecca
to è così facile , alriſorgere così diffi.
cile,onde con moſtruolo rincontro al
sà, in cui riluce quel chiariſtimo lu . ricadere si labile , di virtù ſeminato ,
me, che ci addita il più diritto fentie- dà raccolta di vitijritratto diDio rap
ro del ragioneuole:hà l'intelletto che preſenta il Diauolo, riſchiarato di lu
diſcernedat falloilvero ; la volontà , me , vàtentoneall'oſcuro ; conoſce il
che non s'appaga, ſe non del beneila vero ,& 'erra nel falſo; vorrebbe il be
memoria ,che ſempre vivà leggendo ne,e s'appiglia al male ; ricorda l'ob
all'orecchio interno gli ſtatuti della bligo , e rompe la legge; fe fteſto ac
natura , quali fecondi primogenitori, cufa,ne da'delitti s'arreſtaialCielo mi
della conicienza ,ce la danno poi ma- ra,ne dalla terra ſi ſtacca;nato pieghe
dre di que' peilieri, che hora ciſono uole , piùincreſcendo s'indura ; altri
importuniaccuſatori de' noſtri falli, l'ındrizza,e ſempre và torto ; altri il
hora fedeli auuocaüi delle notre gių . rincora,e fempre è pigro :altri lo ſpin
Ttitie : hà l'huomo'vn corpo di figura ge, lo ſtimola ,lo ſolleua, e ſempre fi
diritto , che mira, e mirando aſpira al tira, s'arrelta, li gitta à peſo , e ſe bene
Cielo ,e non alla terra; di complellio. inuigorito , e ſpalleggiato da chi può
ne,che non eccede in caldo, e ſecco , il tutto , cſce co'l peggio bene ſpeſſo
acciò non ſia indomito, e fiero come da queſta vita . Ma ceſli la marauiglia
il Leone , che non louerchia in fred- V. che la ragione è bell'in pronto :
do, & humido , acciò non ſia ttupido troppo s'allicura il Giuſto di no rica
come il peſce, ma d'ottima tempera. dere, con eſporſi all'occaſioni, e però
rura , acciò che viua pieghevole ad facilmente egli cade, non ſi ſtacca
ogni virtuoſo coſtume.E l'huomo in- dall'occaſioni il Peccatore,e però dif
drizzato dalle leggi humane, e diui- ficilmente riſorge : torna all'occaſio
ne , regole delle noſtre attioni, rinco- niil Penitente ,e perciò labile vi ri
rato coll'eſempio deGiuſti,e de San- cade. Stupiſcono loggi gli Appoftoli
ti,di Chriſto iſtetto, ſpintoquaſi naue trouare il noſtro Chrilto à difcorſi in
da’renii fitimolato quaſi deſtriero da ſegreto con quella femmina,u mira . 2

ſproni, ſolleuato quaſi augello dall'a- bantur:mercè non intendeuano,come


Ji,da’premij, e da gaitighi propoſti, e tanta ſauiezza ſe ſteſſa , & altrieſpo
tinalmente inuigorito al di dentro , e nelle à lubrica occaſione di tracollar
in -
248 L’occaſione del peccato
in peccato: non intendeuano ancora , cffet ift.tfalutatio.Qua cum audiſſet;non
egli è vero ,imiſteridel Verbo in car- alzò gl'occhi, non lo mito in faccia ,
ne , ma io dal meno loro intendere ma ſi concentò ſolo d'vdirlo : turbata.
troppo chiaro quì intendo , che s'in- eft; non ſe ne preſe compiacimento
ganna ilGiuſto , ſe eſponendoſi alle , alcuno ,maturbandofile andò fofo .
occaſioni delle cadute, crede di non pra lo ſtomaco,tingendoli in faccia di
cadere . Etra il Peccatore ſe crede verecondo roſſore: qwd turbata eft de
vfair di peccato, e dall'occaſione non recundiæfuit virginalis : dice S.Bei-:
cſce ; e pazzamente s'affida il Peni- nardo, ne gli riſpoſe parola : turbata D. Ber .
tente di ritornare à ciò , chevna volta eft,ugonon eft locuta, dice lo ſteſſo : con 2.ſuper
gli fù occaſione à peccare. Son à pro- la ſiniſtra ad vn fianco , e con la deſtra miffus .
uarlo, e comincio . al capo prudentemente cominciòà 10,
S'inganna il Giuſto, aſſicurando- penſare frà ſe ſteſſa , che ſaluto folle
Luc. 1, li di non cadere nell'eſporsi all'occa- queſto ; o cogitabat; quòd tacuit ,
fione di peccare . Notate s'io dò nel cogitauit prudenter , dice il medeſimo
bianco . Vien ſalutata la Santiſſima Padre.Come?temela Vergine,e Ver
Vergine dall'ArcangeloGabriele, & gine tanto illuſtrata dallo Spirito Sa
apparendogli in forma di nobiliſſimo to ,teme d'vn'Angelo ,e và facendo di
Caualiere , clie portaua la luce dalle ſcuſſione fopra d'vn'ambaſciata , che
ſtelle ne gli occhi , il dorato del fuo- le vienemandata dal Conciſtoro del
co nella chioma , il ſereno dell'aria la Santiffima Trinità ? che pericolo ,
nella fronte , le ricchezze del Mare che occalione di male vi poteua effe. Apud
nella bocca, il fiorito della terranel re?Ah dice Bernar Santo : legimu Oleaft.
do s
volto, ilbello inſommadella natura virginem etiam Ang elostimufe, o inc. 9 .
nel per
la ſonatut veſ
ta,e ne' timenti il cogitafſe qualis foret Angeli falutatio ; Gen , in
riguardeuole dell'arte ,gratioſamente nullosenim ſecurius viuere deprehendi- moral.
ſe l’inchina,e le dice Aue gratia ple- mus , quam qui que ſecurafunt, fufpecta !
na Dominus tecum , benedi&la tu inter habent : sì ; teme la Vergine d'vn'An
mulieres. Dio ti falui ò dalle gratie gelo ,e fà diſcullione ſopra del faluto,
diuine tutta di gratia colmata gra- che le vien porto dal Cielo, e lo fà
tiofiflima Donna , degna , cui del molto bene , peroche in fatti trouia.
Signorede'Signori ſia porto il brac- mo', che niono viue più ſicuro di
cio dell'honorato foſtegno, che fra le quelli , iquali hanno per ſoſpette an
Dame tutte , che nella Corte ſuperna co quelle coſe, le quali paiono più ſi
ftimate , pregiate vengono , porti di cure; nullos enim ,gl.
ftima, e pregio la corona Reina . Io 3 Oh e mi dice quel tale ella è mia
vorrei ſapere ò Signori, comeſipor- conoſcente antica; dice quella tale
taſſe à queſtopaffó laVergine.Padre, eglièvo 'amico moltofamigliare di
riſponde quel Cataliere corteſe, hò cafa ,non c'è pericolo ,sò con chitrat
tal' hora offeruato alcune Dime di to , io ſon ſicura i e Bernardo con l'e-.
queſto Mondo, che in tal modo falu- fempio della Vergine troua pericolo
tate Honorate,fi fermano diſpoſte, rit- anco nelle ſicurezze , e vuole, che di
te sù piedi, alzando brilláti gli occhi, tutte viuiamo con gran ſoſpetto .Que
e favorito d' vn par d'occhiate viuaci ſta fù la ſciocca prudenza d'Eua la
chi le faluta, & honora, corteſemente noftra Madre.Primieramente forma.
riſpondono per le rime , accompa- ta che fü , Adamo nominolla Virage ;
goando il tutto con vn'inchino tanto ma commeſo il peccato , e conden
profondo , cítentato , che trà l'abbal- nati alla morte , cangiolle tantoſto il
farſi, e'l leuarſi vn cauallo di poſta ta- nome, e chiamolla Eua, che dall'He
rebbela ſua carriera?A propoſito di- breo , fecondoalcuni , ſuona denur
ce S.Luca . Quæ cum audiffet , turbata tians,e con fottile auu ilamento certo,
eft in fermoneeius, cogitabat qualis per quanto io creda,acciò dal fatto
ſegui
Per il Venerdi dellaDomenica III. di Quareſima. 249 .
ſeguito intendeſſero con ella le don- fatta pace,trà quelli due , ſentì vicino
netutte , che tanto cauteloſe co'ſtrani cadei trà fuonanti pietre mormora
effer degono , chemanco interrogato tore vn ruicello , che gemendo pare
d'alcuno ,hanno da riſpondere di pro- na querulo s'addoloraſſe, che pargo
prio capo,ma denontiando lapropovi letto à pena vſcito alla luce dalledi
Ita al Padre, ò al marito ,da eſli trarne lette poppe delle materne vene lo di
la riſpoſta aggiuſtata : & à ragione, ſtaccaſſe natura,per farlo paſto alven
perche dicono iDottori Sagri,che di tre d'vna vorace laguna ;ne ſeguì co
lungatafi la noſtra prima niadre,dal ſto la traccia ,ſe gliarreltòſulle
ſpon
fuo marito , curioſa , e vaga à paſſeg . de ; ſi ſpruzzò, li fciacquò tra quelli
giar fi poſe per il Paradiſo Terreſtre , teneri humori, che di bambinolat
quando incontrò ilſerpente , e ne fûtante al tatto, al guſto appunto ligiu
faperaca : Mulierem feparatam , od dicauano . Orsu donna finiamola ri
viro fuo procul remitam inuafit , de toma da tuo marito 3 hai delitiato fin
D. Ana- cepit eam ſerpens, ſcriue S. Anaftafio il hora ne' fenſi tutti con l'occhio , con
Saf.Sy Sinaita .Staua perauuentura ancora le nari trà l'herbe, e i fiori:conl'orec
ral.le, affifa à quellato ,dondefu tratta ,e ďchio nel canto , con il tatto,co'l guſto
he- vna cofta maritale formata , e nomi- tra’l più dolce tepore di quell'onde
xamer . mata dal marito Viragoj adiuenne, che vicinc ; che cerchi pid ? Adamo ti fa
ſcoprendo glioggetti tanto fenfibili, afpettando. Oh curiofa. Si troud alla
e diletteuoli di quel Paradifo ,lentò le fiepe del Paradiſo ; e brämofa di vo
laſcie a fenſi, ecacciatrice lattandoſi , dere qual foffeil Mondo ancora oltre
in preda loro ſi poſe Apriuafal di di quei confini, vi s'affacciò , c là furo
leiparfo à lontana veduta vn'ampio ,e si trovò il ſerpente , che attaccò ſeco
dritto viale , che ſpalleggiato da fiori- diſcorſo . Mulier oculis, o corpore va
to fpicoodorofo di ſpelle, e tenerelle ga,dum ambularincontinenter,forte pro
herbicciole ſi ricopríua: l'aurette,che Spectans qualis extra Paradifum mundus
vi fcherzauano, inerefpandole ondo- haberet , ferpensWitpote ałtutus-gr. con Ruper
fe , vni flutuante Mate vi figurauatro quel che fregue' appreffo Ruperto Abb . i.
& i fioti,che dentro vifi agitaikanto ; Abbate. Donna ritirati , quefti non è3.10Ge
& Hora trà Marti'a s Hot rögia- animale di cua fameglia , e non tiſtà
doſiàgalla fidimoſtrcoli
rauano ,natátipe bente parlarcon ſtrani:fe vuoidifcoranef.c.2.
fcatori diperle viraffembrauauo :go- rer,hai il marito per cui ſolo ſei fatta .
deua locchio , guftauano à maraui- Oh io non gli ho detto parola (par mi
gliale nari;quando vn boſchetro om- rifponda )ma imterrogata hò dareſtar
brofo d'etciverdeggianti', e fronžuti mene muta ? egli penfa , che Dio ci
fola d'vn poggio loavemente aecli- habbia vierato il paſto ditutti i ftutti :
tieſcoperte à dettra ,lafciò guidarſi il iu lovoglio fganharë,moſtrandogli il
piede verſo di quella volka , mentre diuicto che habbiamo d'vn pomo fo .
l'orecchioſeguiua ta delicata voce di lo. Eh sé fgannares tu vuoireftare l'in
due vfignuoli, che riſpondendofi à gannata : forto quefta propoſta Itàl
gara trà di que’rami, dotre gåcrrierid laccio alcofo , và dal marito, fà à mio
duello G dauano à dividere termi di fanno , e riferiſcigli quanto ti hà detto
1 piè nel grado , deftrinell' acuto di il ferpe , & haueraida eſlo , comeda .
braccio , tener fofpero nel gorgheg- chi è tuo vin vna riſpoſta ficura Oh
giare il nemico , far le finte ne' grop- dillo ta , replica la donna ardica : sò
20
prie poi colpirlo di punta, e contra- dir'io, andare dal marito per la riſpo
paolii co'paffaggi, e le paufe aſſalire , fta : s' egli èmio vir , & io ſono vira
al e ritirarſi trà viuezze, e languori,feri - gofua , quia de viro fumpta eft : e però
HO tori, e feriti ; aminirando vdito ne' tratta dál di lai feno , faprò riſponde
ya
forriletri brandi di quelle linguotem- te aggiuſtata ,e ficura,quanto egli ſap
ITO,
Auto
pra si forte per cosi lunga con efaima pia . Riſpofe,vdi la replica
i
, reftè de
l luſa ,
ŽJO : L'accafione delpeccato
lula,precipitado le fteſa,e cul marito icurore dell'ombre del terrore de'ne:
noi tutti poſteri (uoi in tante,e táte.ro- mici fianco , intrepidito , contanto di
uine. Non lo diceuainonoi gridaGri- cuore fattoſi del mantello guanciale ,
foft.S.oportebat intip colloquia illius non epoſtoſi lo ſtoccoàlato, diſteſo à fe
D :Cri- ferre, fed illi foli loquio propterque produn tono Cielo s'addormoéta in sonopro
Soft. ho.Eta erat;biſognaua ſulle primeſchiuar fondo,ſtreptolamente cófando dape.
16. in l'incontro ritrarſi,e non vdire: e ſe vo- ſcatore,cosne fe cutrauia nella ſpiag
Geneſ, lqua ciarlare alla buon'hora, ritornare gia marina ſi ritrouale, e nella culla
al marito , e cicalare con ello , già della barchetta ſua dall'onde placide
che per ello ſolo era fatta : e già che lo auemente agitato veniſſe , mentre
vdire put volle , perche riſpondere (pir ando l'aure dolcemente la nanna
ardita di proprio capo ? tacere debue- gli cantaſſero per addormirlo.In que
ratmulier ( fcriue il Lipomano ) Itova romoreggiare cófuſo lo percuo
indicare protinus maritoiriferendogli te all'vdito : ji deſta , e coraggioſo de
quanto haueua vdito : "pazza no'l rizza: ſcuopre tra'l nero buio bale
fece , e volle far la Virago ; guardi neggiare lucenti l'armi, riſplendere
1 al buon prò , che le n'hà gaudagna- fiámeggianti facelle; onde conoſciutii
to : e però vieni quà ( gratiala le dif- nemici,dadi mano almatello , a fcu
ſe Adamo: perche Virago ti nominai, do l’avuolge al bracció, que guácialc,
ardıſti patlar co'ſtrani? hora bene di primal'haueua ſoppoſto al capo ; c
quà auanti Ewa ti chiamarai , cioè Åretto in pugno sfoderato lo ſtocco .
denuntiansi acciòperl'auuenirefià affronta impauido ſoloquellanumc
d'auuiſo à te , & à tutte le donne, che roſa canaglia. Minaccia, grida, atter
ſeguiranno ,che tanto manca,che hab . rifce,yrta,rompe,percuote ; etirando
biateda voi à muoueredifcorſo con à trauerfo,fa langue,c pezzi;e fe Chri
qual'iſtrano fifia ,che interrogated'al. fto no'l frena , no lo trattiene,didimo.
cuno non douetemanco riſpondere , Itraua in quel fatto vn Sanſone nouel.
ma denontiando à me ,ed à chiſarà in lo dà Pilittei: & ecco di là ſe'n palla
Brio luogo marito ,ò Padre quella ain- nella Caſa del Sommo Pontefice , in
baſciata, è propoſta,trarneda noi ap- Yna diquelle fáti,diquelle ſerucs'in
co la riſpoſta ſicura , altrimente vede cótra ,e nelfarfele appreſſo; acceſsit ad
te , ve ne ſeguiranno i ſucceſſi di que. eum ona ancilla dicesiva per terra rine
ſta fatta . Onde conchiude il Lipoma gatore infedele del tuo Macftro nefcio
maio ; Difeant, difcant binc infolentso- quid dicis.Sileua ſtordito in piedi,eno
resfamine,ad exemplum matris prima lapédo il come ciò ſucceduto gli fia ,
multiloqununcum exterisaimparino, l'altragli èà fronte, vidit eum alia an
imparinoqui le donnepiù ardire che alla e leggermenteſoſpinto torna di
voglia due, ilfareparołę coʻArani, c. nuouo à cadere rinegatorefpergiuro:
S.Ambrog.paradifus es tu Virgo: Enam negauit cu iuramento. Olà Pietro ch'è
D. Am - Case:dóna fanciullamallime,tu ſei vn queſto?ſei ardito, epoſſenteàcontra
broſ.in miſtico Paradiſo Terreſtre.jon girare fare ſolo có vna intiera coorte digé
exhor-curioſa , evana,nont'affacciarealle te armata pe loftienil'alfalco d'vnara
tat. ad licpe de'fenfi: troucraiqualche ſerpe gazzotta viliflima,e difarmata Ah di
Virg. inaguato;taci muta,nondar riſposta: ceS. Agoft. Petruslabia puellæ nonſu B. Aug.
ilmal ſucceſſo d ' Eua ti ammaeftri, ftulitiſed abilocuta eftsille turbatur: pro
Euam caue » Eua denuntians ,oc. cefsir ſermopuellaso immobilis column asera14
4. Eh non mi dire , che ſia regola concufa eft. Vis' arricorda di quello
queſto ſolo per la donna ,ch'è debole; ſcudo,di quella lancia incátati ? Veni
che vgualmente corre dell'huomo uano quei Caualieri fortiſſimi, che in
ancora.Entrò Pietro la notte del Gio- mille abbattimenti ,mille felle vuota.
ue Santo nella forefta là di Getſema- rono ſenza che niai perdeſſero vna
ni, e noll'horrore d'vn deſerto , nello ſtaffa ſola ,veniuano incontro ,dico ad
Ar
PerilVenerdidella Domenica III. di Qua refima. 251 .
Atláte all' Argelia le ſolite vittorie af- gua donneſca , la quale rozza , e fer
ficuádofi, e non si toſto ilampi dello uile la rampognauá diſguſtoſa, & im
fcudo dell' vno loro feriuano gli oc- portunai che rouinofa caduta no darà
chi; la puta della lancia dell'altro loro colui cheſtroppiato fi troua dalle got ,
toccauia il petto, che rouerſciati cade- te della concupifcenza diſordinata >

liano iſcaualcati:s'alzauano ſtorditi in quando che colpito all' vdito venga


piedi; ſtupiuano l'accidente confuſi; e dalla lingua di quella donna , che ſi
riadunati all'arcione , nuoua carriera vanta non meno d incantatrice , che
alcuno purritentauaje con più graue cantatrice Sirena: Oh dicalo lo ſtello
caduta diftendeua le ſpalle su'l duro Pictro ,e l'argométo à fortiorine caui,
fuolo . Come? quelli, che ſcogli ani- mentre che Labia puella non fuftulit.
mati in tante zuffe fi diedero à dine - Notate mcco Signori, c non hab .
dere, deboluccie cannuccie qui li di- biare ſcrupolo , perche oltre gli Aut
moſtrano ? Eh ſai,tutta forza d'incan- tori profani, lo notano anco i Santi ,
to : malitia di quello ſcudo, fattura di e maffime S. Fulgentio, notate, dico ,
quella lancia , contro la quale non che finfero gli Antichi,che Venere la
c'era neruo virile , che reſifteffe . Eh Dea della taſciuia ,e difoneſtà ſia naa
credete purcerto , che non meno in- ta,& vſcita dall'acque del Mare ,onde
cantate iono le labbra, e la lingua d'- Pauſania ſcriue , che nel Tempio di
vna fanciulla per abbatterc vn’huo- Gioue Olimpico Vemos difebatur,que
mo , e diroccarlo in peccato : e però èmari emergens cupidine excipiebatur :
Pietro quel coraggioſo , quel forte ; fi vedeva la Dea Venere, che ſpunta
Labia puella non ſuſtulit,or.irouando ua fuori delMare; pare,che folle erro
fi all'incontro di quella giouanefante re , e che doueſſero più toſto fingerla
al ſerirgli che gli fè le pupillc coll'- figliuola del vino , il quale conforme
ammagliato ſcudo del labbro , co ' al Sauio è incentivo alla laſciuia . Ly
lampi del corallino rubore : al toc- kuriofa reseft vinum .Mà ſapete ( diec Pro.20.
carlo che fece all'vdito l'affatturata vn Moderno dimente di San Girola
lancia della lingua , con la punta del- mo in vi'cpiftola ) che vollero inte
la voce donneſca, conturbato , confir- rire ? che fe dall'acque , con tutto che
fo moftra le piante al Sole vna, e due fia vn cemento freddo , eſce taluolta
volte abbattuto , e ribattuto . Petrus ancora il peccato della luſſuria ; chi
labia puella oc. e fe và Pietro per ſi potrà affidare bere ſenza diſcre
terra in materia di fede , per parlare tione del vino, in quo eft luxuria , dice
raſcuratamente con vna donna , che l'Appoftolo incentiuo si grande della
farà in materia di ſenfo colui , che in lafciuia ? ſentimento ſcriue lo ftello ,
riſpetto di Pietro è vna fronde , non che fù dal Mureto rubato al Santo
yna pietra Se la fortezza diPietro Dottore quando cantò . si Venus » VO
pon fà falda in fulle ftaffe , ma ſi mendax docuerunt turba Pcetas de me
turba , e ſconvolge al lampeggiare djs verè nata putatur aquis . Qui fieri
d'vn labbro di femmina giouinetta , potejl medijs, vtflu £tibusorta . Aſsid!:0
la quale dal ſeruigio della cucina noftrum tørreatignerecit ? o doler :
vſcendo, deucportarlo affumigato , quodiam miſers fpretisamantesie media
biſonto , tutto colante dibroda , e vobis nafcitur igmis aqui. Se confor
fuccidume ; che faldo ſulle ſtaffefa- me alle fole de Pocti cantate , la Dea
sà la debolezza di quello , che Jam- d'amorcè nata fuori dell’acque j.CO
peggiare ſi vede all'occhio vn lab- me è poſſibile , che in sì gran fuo
bro, che di purgatominio dalla na co ci arroſtiſca poſcia le viſcere ? Ò
tura auuiuato , fatto ſeggio del riſo, dolore : e che vi refta mai più che
ſtilla per ogn'intorno melliflui i luffi? fperare di refrigerio è pazzia
Se Pietro colonna per altro immobi- manti mondani , fe dalle ſteſſe fie
je reita abbaxuta' Sal colpo d'vna lin- ſcure dell'ondefptintano fiamme
li 2 cocenti
252 . L’Occaſione del peccato,
cocenti per arroſtini? Ah che ben- fucile de'iguardi, e de tocchi; e pre
l'intendeya l' Appoltolo , quando che tendono c
, he il ſuoco non vi s' ac
fcriuendo à Timoteo quel Santo cenda? s'eſpongono à çante occaſio ,
Veſcouo ſuo Diſcepolo gti diceua . ni , e li aſſicurano di non cadere Ca
Teipfium caftum cuftodi. Timpieo fi- dette Sanzone il forte,Dauideil Pro
gliolo habòi cura di cuftodiuti caſto . feta, Salomone il Squio ; & efli de.
come Paolo Santo à Timoteo Ve- boli , & imperfetti , c poco inten
1. Ti- ſcouo pefettiflimo,ditanta aſtineoza, dentipretendono sliciarefa'l ghiac
mot.c.s che per li tanu digumi,e continuo be- cio c ftar'in piedi s ingannano
re dell'acqua diede in tanta in fermità , all'ingroflo , & anderanno conies
che biſogno che voi ſtello gli probis Ipalle per terra . Era il Şajito Loth
bilti l'acqua , e gli ordinatti vnpopo- tanto giuſto , e caſto ,che merito
co di vino per medicina . Noli aquam ſcendeſſero due Angelidal Paradiſo,
biberesfed vtere modico pino propter Aho eliberarlo da quelle fiamme, che,ab
macum tuum , co frequentes infirmita- brugiauano quei Popoli diſoneſti,
tes tuas . Et à perſona tale dico , vi pa , onde narra la Sagra Genefi , 'che
re,che lia di biſogno imporre la calti Aſcendit de Sagor o manfit in mor . Gen.
car biſognaua ricordarla à quefto gio- te. , manfit in ſpelunca.:opfe
uinetti di primo pelo clie non ti por: due filiæ cius cum ce e fuggendo
fono tenere manco in eeppise mano da quel pericolo non li cenne ficuto
te , ma à Timoteo ? si dice Griſoſto, nel luogo di Segar, ma ritirolli ad
mo, à Timoteovirojennys dedito,o in vn monte dentro d'vnaſpelonca con
tantum aqua affueto,vt infirmareturutge la compagnia di due fole ſue figlie .
crebras moleftias pateretur , pudicitiam Oh vn' huomo oltre all' eller giu
pracepit : à Timoteo huomo rigidiſſi- fto , e ſanto fatto nene nel cuore ,
mo ,impaſtato ne' digianicon acqua tutto ghiaccionel ſangue , tutto pic
fredda,cheà pena ſipoteua reggere trenelie midolleincacaratto , Iden
in piedi per li tapti nialanni : ſtima cato , frenato , paralisico , forſe
bene l’Appoftolo di ricordare, & im d'vna ſciatica ſtroppiato nella aſprez
porre la caſtità : non c'è ſicurezza ne' za d'vn monte , nella ripidezza d'v
digiuni : non c'è ſicurezza nellac- na ſpelonca , con due fue figliole fo
qua , emediavobisnafcitur ignis aqua. le , chemaggior ſicurezza ? Sicurez
E quel Gentilhuomo , e quella Gen- za ch ? cadette in inceſto ; fi mac
xildonna , viuendo in delicie , e rega- chio difoneſtamente con le pro
le , pretendono vitere ſicuri? man- prie figliole , Gran marauiglia elcla
giano , beuono , banchettano curto ma oleaftro ; poté la perfectionesc
l'anno , e pretendono viucie conti- caftità di Loth liberarlo dal fuoco ,,
nenti ? tutto il giorno ſomminiſtrano e noń potè liberarla dall' inceſto .
legne alfuoco , e legnemolto ben' a- Mirum valdè eft , quodfuerit abin Oleaft.
ride, cibi calididigranToftanza,e rendio liberatus , o non ab inceftu :
legne aſperſe dibitume, fece, eteri- Eh riſponde , che ben ci atuiía illa ,mo
na, cibicarichidimillepetierie,& BeatiffimoSanGregorio , chenon ral,
aromati, intinti in mille intingoli,in- c'è luogo , nel quale ilGiufto poſla
uolti in mille ſaporetti ſopra le bra- viuer ficuro , ſc non in Dio , Admi
gie del vigoroſo calor naturale; vi met Beatifsimus Gregorius nullum olje
1
Loffiano dentroco 'mantici de diſcor- locum , vbijuftituri effe pofsint , niin
ſi vani , e forſe poca honeiti, di can- Deo ipfos & i Chriſtianis'afficurano di
zone giocoſe , e forſelaſciue; e pre non cadere aſpettacoli,ne balli,nel
tendono di eller cafti vivono grafu le comedie,dove la mulica alletta l'o
non mortificandoſi mai in vn ioia i e recchio , glioggetti rubano gli oc
con l'eſca così bene adattata alla pie chi, i tocchi lulingano il catto ,e tutti
tra focaia , vi battono ſopra con il inſieme fi tirano preſſo per forza
il cuo
Per il Venerdi della Domenica III. di Quareſima. 253
il cuore Singannano, s'ingannaio , quem veré, cùm permanet in peccato ;
lo replicomille volte, s'ingannano , e nec aliquis verë" dolet de fornicatio
moltoall'ingroſſo; caderanno brutta- ne,dum tenet concubinam in domo ; fic
mente in peccato , perche s'cſpongo etiam nullus de idolatria dolet , dum .
no all'occaſione dipeccare. non deftruxit Altaria , que edificauit
6 Che ſe il Giuſto s'inganna, alli- Idolis.: Mercè che non meno erano
curandofi di non cadere nell'eſporſi quelli Altari occaſione d'idolatrare à
all'occaſione di peccare , credetemi Salomone, che li manteneua in piedi,
pure Signori, che non meno erra il di quello la occaſione la concubina
Peccatore , credendoſi vſcir di pecca- di fornicare à chi ſe la tiene in caſa :
to, fenza vícií dalle occaſioni: chia- e così hauendo queſto Dottore ap
Hlinio in buona teologia morale ; ſe portare prima altre ragioni per l'in
l'occafione è proſima. Si cerca ſe'l tento , ſoggiunge à quelta , e dice
RèSalomoneG faluò, òno . Alcuni ifta ratioeft magis neceffaria, quàm
dicono di sì,ma l'Abulenſedice di nò: precedentes; perche polto queſto an
e perche no ? Perche non la pentì del tecedente il Peccatore non è vſcito
peccato dell'idolatria . Argomento in dall'occaſione ; ne ſeguita necellaria
queſto modo,dice il Dottore. Si Sa conſeguenza:dunquenon è veramen
Lomon pænituiſſet verédepecatis fuis, te vícito da quel peccato. Che Meſſe
deleniffet omnia Templa ,Altaria; re piaghi ancora il fitto della caſa à
que fuerat in Terra Hieruſalem . Se Madonna,e le mantenga la tauola ap,
Salomone ſi foſſe veramente pentito parecchiata, e mi voglia infinocchia
del ſuo errore , hauerebbe diſtruttore, che non è più idolatra di Venere ,
quei Tempij , & Altari , che haucua ma è veramente pentito ; non è poſli.
edificati à gl' Idoli nel paeſe di Gero bile, ch'io lo creda: mantiene ancora
ſolima: tamen ipfe non deftruxit, fed il Tempio di quella caſa , non hadi
-manferunt vfque ad Regem Iofiamjina Aritto l'Alcare di quella menfa , li.
eglinon li dittruſſe, ch'anzi durarono curamente vile ancora idolatra , &
final tempo del Rè Giofia. Ergo non loggi, è dimane ſi andarà à fare vn
pænituit: dunque no li pentìnon vícı fagrificio veſpertino , che puzzarà d'
veramente da quel peccato: la conſe- altro che d'incenfo , ò timiama. Che
quenza è legittima : la minoreè di fe. quel tale pani ancora per quella ftra
4. Ris. de; perchenel 4.deRegi fiſcriuc,che da, entri inquellacala , parli con
C.23 . il Re Gioſia diſtruſſe que'Tempij,ex- quella femmina ; che quella cale ri
celfa quoquedeſtruxit , quæ ædificave- ceua ancora di quelle lettere, corri
rat Salomon Rex Ifrael:Mala mage ſponda co'(guardi , e co' loghingni:
giore Abolenſe miorPerche non pote- dicano poi d'eſſere veramente víciti
ua Salomone deteftare il peccato dellº di quel peccato , ella è ſpedita, io non
idolatria ſenza diſtruggere iTempij lo credo; perche io li vedo più checo
de gl'Idoli? che haueua che fare quel mai dentro all'occaſione ; & in legno
l'interno della volontà con quello e del vero molto presto ritorneranno à
fterno delle mani ? Nò dice l'Abulen- cadere . Sattaccatofi il fuoco den
fe:Sicome non occore,che tu mi ftij tro yn fenile , e portatouidimole’ac
à dire, che vno eſca , e fi dolga vera- qua,ritornando poifràdoisò tre gior
mente del peccato della fornicatione, ni trouaſte quel fenile, che ſe ne telle
& ad ogni modo tenga la concubina fumando , che direfte voi ? Oh diref
in caſa :così non occorre ,che tu vogli Gimo che'l fuoco non è affatto eſtin
perſuadermi, che vno veramente fi to , e molto preſto li vedrà riacceio .
penta d'hauere idolatrato , e con tutto Eche volle inferire quell'acuiffimo
ciò non diſtrugga i Tempij,& Altari, ceruello di S. Pietro Griſologo quan
che bà edificati à gl'Idoli,perche non do nel ſerm :116.chiamò fumentes oc
lo crederò mai : nam non pænitet als. cafiones , occaſioni fumanti? non
tro
al
254 L'occaſione delPeccato
tro certo , ſe non che non meno dà importa più che tanto al Diavolo
legno di non eſſere affatto vſcito dal ma che quella donna ſerri à qdcl ta
peccato , e molto preſto fia per ricor- le la porta in faccia , abbrugi tutte
narui à cadcre colui, che non è an- quelle lettere , e pochie ,non lo vogli
cora vſcito dall'occaſione , di quello più rimirare; oh queſto è quello , che
che di legno quel fumo di quel feni- gl'importa il tutto , che ſe la può ri
la chenon è bene ſpento quel fuoco , e durre ad accettarlo in caſa à leggere
preſto ſi vedrà riacceſo. Il Signor tale quelle lettere, à riſcontrarſi co'lguar
ſi è confeßaro , & ha fatto la pace co'l dì ; le mouerà ben ' egli tali affetti nel
ſno nemico . Benedetto il Signore ma, cuore , tali folleuamenti nell'anima ,
lo ſaluta: Eh Padre nò , ina gli hà pe-, che gli la darannoſubito più che pri
sò perdonato. C'è fuino ; fumantes gionc . Che quell'huono fi confeffi.
occaſiones.: preltoprelto ſi vedrà riac- alla Paſqua non dà più che tanto pe
ceſo il fuoco dell'ira , della vendetta. na al Diauolo ; ma che non pafli più
Quell'altro fiproteſta , che tiene per per quella ſtrada , non vadà più à
amico quel già ſuo contrario. Loda- quella Chieſa , e ſchiui quegl'incons
to il Signore , ma gli vuol fare la re- tri, e ſalutis oh queſto è quello , che 1
miſlione ? Eh Padre nò , ma proteſta gli dà tutta la pena ; che ſe lo può ri
bene, che non gli farebbe tanto di no- durre à quella ſtrada , à quella Chios
cumento ne in giuditio ,ne fuori per fa , à quell'incontro , gli folleua.ben's
tutto l'oro delMondo. C'è fumo,c'è egli intal modo il ſangue nel cuore ,
fumo fumantes occafiones ; ftà couan- gli ſpiriti nelle vifcere , cheglie loda
do il fuoco, e lo vedremo viaccende- ranno ſubito più che ſchiauo . Staua.
re ſicuriflimamente . Cosi dite del San Pietro prigione , e nella mezza
mercante , che non ha laſciate quelle nocte lo rireglia vn'Angelo , lo lcio
tali mercantie ,quelle tali corripon- glie dalle catene , e lo và cauando dal
denze: delbeſtemmiatore, che non hà carcere , c dice il Sagro Teſto che exi- At.PS.
laſciato il giuoco , andare voi diſcor- ftimabat fe vifum videre ; non & cre
rendo. Nemo diu tutis eft periculo pro- deua veramente libero , ma kimoni
D.Cypaximus dice S.Cipriano.Et il Diavolo, di ſognare : alla fine v:ſcisone affatto ,
lib.i.cp. molto ben l'intende, non mette tanto pallate tutte le guardie , e trouatoſi
11 . ftudio in fare,che'l peccatore non li ben lontano dalcarcere , diffe. Nunc
confefii, quanto in fare, che noneſca fcio verè , quia mifit Dominus Ange
dall'occalione del ſuo peccato . In lum fuum , eripuitme de manu te
figura di che Faraone là dell'Egitto , rodis : oh adello conoſco veramen
quando di conſegliaua contro del Po- te, che vò libero dalla prigione. Fra
polo d'Iſraele , non gli peraua tanto , tello ſei ou ben fuori del carcere ? hai
che ſe gl'impadroniſſe del Regno tu paflate le guardic 2 ſei tu ben 101
quanto chegli vſciſce dal Regno: op- tano dall'occafione? Eh Padre , non
Exod. I primamuseum(dicena)neforte mul ſi può fare ognicoſa invn tratto , per
tiplicetur , fiingefferit in nos bel adesio hò fatto ailai ,poco a poco ei
lum , addaturinimicis noſtris , expun andaremo aiutando' Oh poucrello ,
Inatiſque nobisegrediatur de Terra. credi pur, che tu fogni; exiftima te
Rupert. Non dicit(nota Rup.Abb. )expugna- vifum videre : erri fe credi vicir di
<abbiptis vabis obtineatterram ,ſed egredia- peccato ſenz' vſcire dall'occaſio ne :
3. c.xod. tur de Terra ;perche queſto èquela ben lontano ,
ma ſe te ne troui molto
6.4 . lo , che peſa alDiauolo ,che il Pecca- oh alza le voci al Cielo , c dì con Pic
tore clcà dall'Egitto , eſca dall'occa- tro ; nunc fero verè , quia Dominus
fione: che fe non eſce dall'occaſione, eripuit me de manu Herodis, Ahi mio
non ſtarà molto,che ſe gli trouarà più Dio , e quanti ſono quelli , che con
chemai ſchiavo dicatena. Chequek felrandoli, eſcono veramente dall
la donna ſi confeſli alla Paſqua ,non Ocealoni sh che potto ben replicare,
che
Per il Venerdi della Domenica III.diQuareſima. 255
chenumerarinon poffunti ela ſperien- dele ; la pupilla da preſſo l'hà rimira
za lo proua: perche hoggi contellati, to pietola ; il pianto e da prello , e
edimani più che mai in peccato. E ſe da lontano dogliolo l'bà compatito,
ti penfi, à Chriſtiano , d'eſſerci ben Dunqué ſe la bocca hà peccato
confefato , t'inganni; perche non è che vuoi tu , che l'occhio in tanti;per
lan
Kara confeſſione , ma confufione, le guidi raggiri foſpiri ? S'hàpeccato la
non ſei vſcito dall'occaſione confor- lingaa ; perche vuoitu che la pupil
me all'obbligo: e piaccia à Dio , che la in tanti piccoli ſguardi li bagni?' S
la colpa non ſia de' Confeſſori , che hà peccaro ja parola ; perche vuoitu ,
malamente dandoſi ad intendere di che'l pianto in tante voci di lagrime,
ſciogliere quelli , che per propria ma- mure di ſirono sì , ma eloquenti d'
litia vogliono ftare legati in vn grop- affetto , s'articoli pentitente ? Eh chiu
po , con ellinon precipitino nell'In- di l'occhio, la pupilla , rattrena , ac-
ferno. Guaià chi li confeffa , e mala- cheta ilpianto , e le chiudi la bocca à
mente ficonfeffa , guai à chi ode le gli ai i ſnoda la lingua alli ornei ; ar
confeſſioni , e malamente le ode ; gli ticola la voce in querule doglianze di
vni,e gli altri calpeſtano il SangueDi- penitenza, Sapete , che ſcriuc Sails D. Mads
uino diqueſto Crocifiſſo Giesù ': dite Malſimo di queſto fatto ? Petrus non xim.fe.
voi ſe horribilmente verranno gafti- utitur fermone, quo peccauerat , quo 5.de ne
gai. OrsùA. diquanti peccati v'è fidem amiſerat , quo vfus fuerat ad gat. Pe
Haro occafione ildanaro ? Oh , Pa- negandum : ac per hoc mauult cau- tri .
dre di cento, c-mille. E pure jo vuò fam fuam flere,quàm dicere ; c quod
gincare , che mai l' hauete laſciato voce negauerat , lacrymis confiteri :
perfettamente : dunque sbrigatene- eccola indouinata : Petrus non vri
ne adeſſo affatto , votando la borſaws tur fermone : non ſi vuol Pietro più
tutta per l'elemoſina , ch'io piglio feruire della lingua : e perche? Per
fiato
chie Sermone peccauerat ; fidem ams
ferat , ufus faerat ad negandum : gli
- ;;SECONDA PARTE . era ſtata la lingua'occafione à pec
care , e perdere la fede , à negare
? Sl"Inganna il Giuko aficurandoſi
andignon cadere il ſuo Cbrifto ; e però non ſc ne vuol
nell'oſporG all- più fidare ; non vuole più aprire la
occaſione dipeccare : crra il Pecca- bocca ; vuole , che ſe ne ſtij colà fer
tore penſando vſcir di peccato ſenz' ráta trà denti; e vuole più tolto pian
vſcir dall'occaſione : e pazzamente gere , che parlare. Ec era tanco ri
s'affida il'Penitente di quelle cores foluto il buon Pietro in ſentimento
che già gli furono occaſione al pec si fatto di non fidarli più dell'oc
care : fc queſto vltimo mi rielae , calione, che venuto il giorno di Par
quanto propoli, hò perſuaſo . Pietro qua , e corſe le Matie tutte feftoſe
praticò queſta verità per eccellenza. à gli Appoftoli con la cara noucl
Riguardolloil Saluatore, refpexit ilo la dell' apparfo loro riſuſcitaco Si
lum , quando che trè volte già l'ha- gnore dice San Luca , che meno
ueua negato , & egli auueducoli del e altri faceuano cotona in giro à
Matt. fuo peccato , flenit amare ,li mile à quelle nouelliere Madonne Pie
26 .
piangere dirottamente . Pietro , chi tro calcotto leuoi e voltando le
bàpcccato l'occhio , ò la bocca ? la ſpalle,a tutto corſo drizzofliverſo il
pianto ?; tanto manca., che l'occhio autem furgens cacurrit ad monumen Luc.24
la pupilla , e'l pianto habbiano alcılı tum.Tienti Pietro ,oue corci cosi laſci
na colpa cominello , che anzi l'oc- le donne ? ne ti curi d'intendere il cu
chio l'hà ſeguitato alla lontana fe- riolo racconto di nuoua cale ? fentite
S Pier
256 L'Occaſione delpeccato
San Pier Griſologo .Veteranus Petrus up di trovarli à quelridotto, in quel
D. Pet.faminam non facile audit , feminis conciliabolo di Fariſei, che gli fu altre
Chr.ſe. muncrantibus tarde;c vt veter anusde- voltc occaſione dimettere in mal'af,
77 . liberat, ne vt puer incurrat : Pietro era filo lalingua . Meffere,Madonna per
foldatto vecchio ; più volte s'era cro- che hanno ricominciato il giuoco
uato in zutfa conla donna à diſcorſo ; dalficut erat ?perche pazzi da cate
e ſempre n'era vſcito co'l peggio : nò na li ſono fidati dinuouod'abboccare
ditle Pietro: non più donna, che parli: fi inleme da ſolo à ſola ,che fù l'occa
vna e due volte m'bà colto ,abbattuto ? ſione della prima rouina loro . Met
pacienza : ero ſoldato ineſperto ; ina riamoci la mano in ſeno , e trovare .
hora che veterano impreſſe più cicat mo , che delle cento ricadute nouan ,
trici io porto , lontano vn tiro d'oc- tanoue ſono ſtate, perchepazzi, ſenza
chio , fiche quel labbro non veggle; ceruello ci Gamo fidati di quelle coſe,
lotano yn tiro d'orechio , ſiche quella che prima ci furono occaſionedi peca
lingua non ſenta , che ſe il parlare del- 'care . L.Aino quando è caduto ad yn
Je donne mi tè già rinegare ilmio vi- mal pallo , non civuol più ripaſſare ,
uente Maeftro, temo,cheadeſſo falla- manco à forze dibaſtonate : e noipiù
cemente iné lo farà confeffare riſulci. ſtolti degli alinifteri , non ci faccia ,
caro,eſſendo morto , e però ſurgés cu- mio punto di rifleſione.
ourrit à veder egli in fatti , come 9° Eh maledetta occafione alpec :
la coſa paſſaua , mientre che veteranus care : cagione, che tanto facilmente il
Petrus Oc. Così fù Pietro dal parlar Giuſto cada i rilorga difficilmente il
femminile due volte colto , e non ſe Peccatorei clabile preſto ricada il Pe
n’affida la terza . E tu, che cento vol- nitente : Trè volte fece l’Appoftolo
te colto vi fei riinaſto , via pur'anca naufragio in Mare , e vi ftette nelpro
t'affidi , & à quel labbro t'accofti con fondo vna notte egiorno intiero : ter 2. Cor.
la viſta, che non ſolo quaſi ſcudo lam, naufragium feci; nocte , die , in pro-15.
peggia , má quaſi arco ſaetta ; & à fundomaris fui;edice San Remigio ,
quella lingua con Ivdito e’appremi, che non èmarauiglia;metcè cheſpel
che non ſolo fere quali lancia , me fillime volte ſi metteua à navigare .
quali fulmineabbrugia : che maraui- Qui fæpiffime nauigrovehebatur per
glia, ſe ſteſo ſempre ti troui non ſolo mare , non eftmirum fi toties naufra
itordito, e piſto di mente , e corpo, ma gium palus fit .Che marauigliadm
nel cuore nell'anima agonizzante,tra- que ſe cosi ſpeſſo fà naufragio ilChri
fitto , morto , incenerito ? fiano in peccato,mentre che ilpiù del
8 Ma che occorre inoltiplicare tempo nauiga il tempeſtoſo Mare del
più ſentiméti diſcrittura, ò di Padri ſe le occaſioni? à malum hofpitium ma.
la coſa èpiù chiara delmezzo giorno? re diceua l'ImperatoreCarlo quinto ;
Lamaggiorparte de Chriſtiani fi con- mal'alloggiamento ch'è il Mare:pof
feffa alıneno la Paſqua, & eſce di pec- fimo alloggiamento dirò io , ch'è l'oc
cato : perche non pafla l'ottaua , che caſione al peccare : oh quanti, oh
Pietro è ricaduto nel vitio della be- ' quanti in queſto Mare , in queſto al
Nemmia ? perche pazzo s'd fidato di loggio entrano à nauigare , & à dor.
nuouo di pora a giucare , che prima mire licuri, e la vita vilaſciano miſc 1

gli era occaſione di beſtemmiare ramente ſommerli , & aflaflinati ?


Paolo perche s'è dato più chemai alla Dormi qçura ; à donna , nella pratica
gola perche s'è fidato di nuovo di di quella tua vicina ; & è quella , che
quella mala compagnia dibettoglieri, e'hà da ſommergere nell'abiſſo infer
che prima gli fù occaſione di darli al- nale , dopo che in queſta vita t'hauerà
la crapola . Perche Martino è ritor- aſſaflinata dell'honore , della vita ſot
nato à morinorarc,e detrarre la fama to il ferro delmarito , ò del fratello ,
del profino.perche s'è fidato di nuo- Dormi ſicuro , ò giouane ſpentierato ,
nel .
Per il Venerdìdella Domenica III.di Quareſima. 357
nell'amicitia diquel compagno ; & è macchia rotta . Nemo mortalium D Hie.
quella , che t’ha da ſommergere con- ( ſcriue S. Girolamo ) iuxta viperam epif.47.
ducendoti sù d'vna forca , ò forto vn ſecuros fomnos capit , quem o finon
ceppo . Dormi ſicuro, èmercante , ò percutiat, certè follicitat: tutius eftpe
VAiciale, fia di toga , ò di ſpada in rire non poffe , quam iuxta periculum
quell'vfficio, in que' trafichi , in quel non periſé. Non v'hà chi dorma ſi
l'impreſa; & è quella chefaratticade- curo dirimpetto alla ſerpe , la quale ſe
re in dilintricabili intrichidifalliinen . di fatto non morde , alieno lo tiene
ti , criminali , ſcadimenti di ftato , e in forſe , ſe verrà à morderlo : pazzo
ſcoppiature di cuore. Dunque che non chi non proponela ſicurezza, chi non
diſaloggi in tempo , e diſimbarchi da teme periglio alla ſaluezza , che con
queſto alloggio ;da queſto Mareperi- periglio s'ottiene. Hieri, e l'altro la
glioſo pur troppo,boraſcoro purtrop- cauaſti netta? hoggi forſe, ò dimani vi
po:Ah'sò ben’io il perche:perche ti ſo- farai colco e dirai poſcia , ſiamalcdet
no cari quell'intereſi d'honori, quell- to ilDiauolo, chemicihà ſpinto,Che
interelli di roba, quella pratica quell- Diauolo , riſponderebbeBelengardo. Beleng.
amicitia quaſi che la pupilla dell'oc. Improbè Neptunum reprehendit ,quia
Mar. 4 chio tuo . Ob meſchino grida il Si- iterum naufragium facit: che colpa hà
gnore.Si oculus tuus fcandalizat te : ilDiauolo, leda fé ſteſſo è ritornato
erue eum , proijce abs te: che ti hà all'occaſioni.Sapeui,che in Mare gio
tutto queſto å giouare ; ſe te ne vai e- cano i ventii haucuiprouato vna vol
ternamente dannaco? Oh quanto me- ta à tue ſpeſe;perche tornaſti dinuouo
glio è il cauarti quell'occhio , e vede ad imbarcarti? A tua pofta, à tuo dan
re eternamente la bella Faccia Diui- no : ti ſaluaſti al primo naufragio con
na, che tenendolo iniquamente caro , la tauola della confeſſione; ſe a queſta
piangere in cieche fiainme d'Inferno ſeconda permette Dio,che non le pol
eternamente la tua pazzia . Caderai li dar dimano , duolti eternamente di
Giuſto ; non riſorgerai Peccatore; ri- te ſteſſo giù nelle pene dell'Inferno ,
caderai Penitente: Dio te n'avuiſai io che non hai di che dolerti , che dite
te l'ho detto i penſa tu a' caſi tuoi, ſe ſteſſo . Lontani dunque dall'occaſio
dell'eternità bai penſiero . E non mi ni del peccare , che queſto è: I'vnico
ftare à dire , che tu dormi ſicuro , e la mezzo per viuere lontani dal peccaro ;
palli felicemente , perche alla fine t'hà e mantenendoſi nella gratia diuina ar
da mettere ſpauento il pericolo , in riuare à godere l'eterna gloria : altri,
che ti troui: e s'haueſti ceruello inten- menti con la caduta in peccato troua
derefti , ch'è molto meglio viuere in remo il precipitio dell'eterna danna
iftato di non poterperire , che viucn- tione . Che il Signore ce nc li liberia
do in pericolo, vſcire, come ſi dicc,da Ainen .

K k L'EC.
258

L'ECCELLENZE
DEL SS. SAGRAMENTO
Per la Domenica Quarta di Quareſima.
Accepit ergoIefus panes, egcum gratias egiffet diftribuit
diſcumbentibus. 10.6.
V già ,voilo ſapete o ſcuote, c caccia vampe dal ſeno ; tutti
Signori,ingegnoſal fegni d'amore ,che dentro delle rugia
inuétione di quegli de,delle brine,de germi, de’terremoti,
antichi , i quali più edelli fuochi ftelli de'Lippari,de Mó
Filoſofi ,che Poetii gibelli ben chiaramente li poſſono co
foffero, ò che Picto- remplare.Ondedall'amore di noi toc
ri, dipioſero il Dio d'Amore no ignu- co , vinto ,atterrato , prigione fatto ;
.do ;debole, e delicato fanciullo, come quanto può,e pomiede in Ciclo ,in ter
volgarmente fi fuole , ma guerriero , rajin Mare, à noftro pro opra tutto , e
armato,poderoſo , virile, che in atto di tutto cede . Figura ben ' aggiuſtata io
vincitore à piedi fteſo atterrato il Dio nonlo niego. E chiſagra ,diprofana,
Pane teneua: que! Pane,che delle coſe ch'ella è , deliderafle di farla ,ben po
naturali tutte dall'ingannata Gentilità trebbe dipingere à piedi dell'Amor
era per Nume creduto , & adorato , Diuino vinto ,abbattuto il Dio Pane, e
dando con queſto fimbolo à diuede non già quel fauoloſo mezz'huomo ,
re,che quanto dalla natura ci viene in mezzo capra ,e tutto beſtia, nò : ma ſi
quefta vita mortale prodotto , e con- bene il reale,Huomovero, Dio vero , e
feruato,rutto ètrionfod'Amore. Vi- Pane vino,Chriſto Sagramenzaro. Ego Ioan . so
ue di noi,diceua quella dipinta figura, sum panis vius i dando con questo
viue di noi innainorato il Dio della fimbolo à diuedere , che l'hauercico'l
naturajarde per noi d'amore entro all' turro della natura , e co'l tutto della
acquenon meno, che nelle fiainme : gracia ſe teffo ancora Dio di natura ,
per noid'amore ſcintilla ne' dirupi nó edi gratia nel fine della temporale ſua
meno che nelle Stelle, e non meno ne' Vita in precioſo conuito donaco in ci
taciturni tronchi , e nelle mutole pie- borcucro fù trionfo d'amore.Amor fe
tre, che nell'aurette loquaci, e ftrido- rillo ab æterno:amor lo traſſe dal Cie
lette frondi,geme per noi,pernoi d'a- lo:amor di carne veftilloj e per ainore
mor ſoſpira , Riſo d'amore e'l ſereno ; humanato arſe,gelò ,patì, ſparſe ſudo
pianto d'amore è la pioggia ; gaudio re, langue dal preſepe alla Croce ,di
d'amore è laluce ; doglia d’ainore è'l giuno orante,predicante,anelante,ſpi
buio ; & è ſdegno d'amore ilnunolo , rante , ſempre auuampante, e sfauil
che perciò poco dura: & è fato amo- lante d'amore ; dandoci finalmente
roſo lo ſtato delle ſtagioni, che perciò pegno di tanto amore ſe ſteſſo in cibo.
è così iftabile,& inceſante . Innamo- " In charitate perpetua dilexite. Cum Tere, is
rato geloſo ci fà la veglia in Cielo con dilexiſſet ſuos,in finem dilexit eos.Ma
Canciluni; innamorato impazzito ſi rauiglioſo conuito in vero ſimboleg
và ſuenando in terra con tante fonti giato in quello , che hoggi fà Chrilto
ſuda , gela, G ſuiſcera ; impatiente fi alle Turbe : che ſe dell'ino fi dice ;
acce
Perla Domenica quarta di Quareſima. 259
Joan. 6. accepit ergo Iefus panes : dell'altro ltà iftupiſce la gracia,che entro d'anguſto
ſcritto; accepit panem in lanēlas,ac ve- lido troua ondeggiante dituttii fiumi
S.Chi. nerabilesmanusſuas:ſedi quelloicùm fuoi ilPadre Dio Oceano . Deus cùm
gratias egiffet ; diqueſto ; tibi gratias fit omnipotens (ſcriue S.Agostino) plus
agens : le diquello diftribuitdeſcum- dare non potuit: cum fit fapientiffimus,S.Ago.
loa. 13. bentibus : di queſto dedit Diſcipulis plus dare'nefciuit . cùm fit ditiflimus
ſuisi ſe nell'vno ſi moltiplica il pane ; plus dare non habuit ; mira , e ſtupiſci
nell'altro ſi moltiplica la preſenza rea . imbandigione ſtrana ricca abbondan
le diChriſto : ſe iniracoloro è l'vno ; te fuor d'ogni vſato . Quel Dio , che
prodigioſo e l'altro . Ma l'amante de onniporente col dire già fece il fattoje
lidera, che ſi conſideri il dono , acciò dall'ineſaufto poffibile altr'eſſenze in
à gradire lo venga l'oggetto amato . infinito all'eſittenza può trarre; non
Tocca à noidunque Signori à fine det hebbe, non ha potere, per darci più di
: gradimento douuto, confiderare l'ec- quello ci ha dato in poco foro , il
cellenze ſourane delconuito Sagro- picciolo vn bocconcino . Quct Dio ,
fanto dell'Altare, preſo ilmotiuodalla che onniſcience fù l'architetto dell'vo
hodierno : il che fatto nel primo ; ve- no , e dell'altro Mondo , e nell'eterna
dremo nel ſecondo con qual decenza ſua mente altri infiniti operabili , con
cgli è giuſto , che ſotto pene grauiffi- ordini in infinito diuerſi diſtingue , &
me vis'accoftià goderlo il conuiuan- intende i non hebbe , non ha ſapere
te fedele, & incomincio . per darci più di quello ci ha dato in un
2 Signori ſc voi mi date vn con- legno ſenſibile , e famigliare. Quel
uito il quale , primo gia mirabile all'. Dio , che biſognoſo di nulla , tutto del
Occhio nell'imbandigione ſtrana , ric- tutto è Signore , & à cui d'erario fer
ca , abbondante fuor dell'vfato . Se- uendo il libero ſuo volcre, pronti al
condo che ſia di cibi artificioſamente comando ha ſempre infiniti iteſori in
al palato delicati,e foaui . Terzo , di infinito ; non hà , non hebbe hauere ,
vigoroſa , ſalubre coſtanza al conui- per darci più di quello ci ha dato in
uante . Quarto & vltiino d'appaga- triuiale figura dipane, è vino. In quel
mento tale al conuiuante medelimo , riſtretto teatro ha dimoſtrato Iddiol
ch’ogn'altro cibo , quantunque prima eſtremo di ſua poflanza : in quel fo
appetito , abborriſca , rifugga, nauſea- , gliuccio ſottile hà iſpiegato Iddio l'c
bondo rifiuti : per me di compitezza ftremo di ſua ſcienza : in quel meno
tutta anco reale,ſenza contraſto alcu- miſlimo campo aſcoſo hà Iddio l'e
no lo ſtimo . Er oh eccellenze foura- ftremo di ſua ricchezza . Deus cum fit
ne del noſtro Sagramentale , in cui o. omnipotens 06. Oh , e lipotenia qui
pra d'amor diuino fouraeminentitut- defiderare più marauigliola l'imban
te quattro fi vengono à ritrouare . digione in Itranezza, ricchezza, & ab
3 E non ſarà permirabile l'imban- bondanza ?Mentito dal Salmiſta ſareb
digione ſua dall'occhio dell'intelletto be chil'affermaſſe,mentre à chiamare
riconoſciuta , mentre ſi troua fatto lo viene , il compendio la ciffia delle
materia , di ſtupore all'Angelo , non marauiglie diuine . Memoriam fecit.Pfira
che all'huomo? alla gratia non meno , mirabilium fuorum . Eſcam dedit ti
che alla natura ?Stupiſce l'Huomo,che mentibus fe . Marauiglie si , ma ope
accidenti corruttibili ſperimentando rate d'amore . Cum dilexiſſet ſuos,in
co'l fenſo , incorrottibile ſoſtanza con finem Oc:
l'intelletto vi crede : Stupiſce l'Ange- 4 Che ſe à materia più facile diſcen
lo ,che dentro d'vna picciola sfericci- dendo,vogliam vederlo adeſſo al pala
uola vede ciffrata vnita l'Immenſità to dell'anima artificioſamente delica.
Beata del Paradiſo . La natura ſupi- to , e foaute : ditemi per voſtra fè,qual:
ſce , che dalle ſtrette ſue leggi lui in- più roaule artificiofo conuito fra liter
rende diſobbligarli materia ; e forme: mini tutti del naturale creato può ri
KK 2 tro
260 Ľ EccellenzadelSantiſſimo Sagramento
trouarſi diquello , che l'ingegnoſe, e Dauide lo diſſe chiaro . Ma teſtimo
laboratrici del mele apparecchiado ci vio al mio penſiero aggiuſtato ne
vanno ? Accurate proueditrici eſcono chiamo quì l'Aleſſandrino Clemente ,
le api alli mercati, alle piazze delli quando che d'ello ei ſcriſſe. Apes ex
giardinii & iui da viuandieri , e dro- horto colligunt flores poftea quam et Ciem ,
ghieride' rugiadol fioretti le roſee floribus collegerunt , fauo dulciffimo Alex.l.
più delicate foſtanzesi giglini quintie- perfoluunt . Suc Chriftus ex horto 2. ftra
Itratti più nobili , e ſpiritoſi ſcelti, & Mundi huius cæpit humanitatem no- mat.
accappati; con arte, quanto più inco- ftram ,et dulciffimum fauum mellis red
gnita all'occhio , tanto più rara allan didit nobis . Hai tu viſto, e guſtato l'
mente, non sò ben dire le ainmaffano, artificioſo delicato lauoro di queſt'
ò le diſtillano; le premiono , ò ſe fer- api terrene? Mira adeſſo ,e ſaforcggia,
mentano ; le ſquagliano , ò ſe dilecca- Ò fedele, quello ch'è dellamiſtica pec
no : fe cuocono , o le maturano quel chia del Figliuolo di Dio. Ape increa
la materia aduvata : ma sò bene , che ta , habitatrice eterna delſeno hibleo
ſe ricerchigli ſtromcnti, gli arneſi di del Padre, volò algiardino,al prato di
così fatto lauoro ,altro tu non ritroui, queſto Mondo ;e da ' rugiadoſi fioretti
tu non iſcuopri, che la boccuccia loro delle vene prima,poi delle poppe della
Suſurratrice , con la quale ſi vanno iui Verginella Maria le roſec fanguigne
d'attorno adoprando; direi con la lin- più rare,e delicate ſofianze , i giglini
guaeſperta, e più di quella dell'orſa,in jattei quint'eltratti più nobili , e lpiri
quello cumulo inforinc,informe caos toſi neha formatione, & annento del
di faporoſi tanticonfuſamente agglo- corpo ſuo ſcielti, & accappati, con ar
-bati diſtinguiendo formata la melli- té quanto più incognita all'inrellecro
fua ſoauità; direi con tantibaci amo- noftro ,tanto più rara alla fede,afſonca
Tofi quella pretiofa miſtura di tante l'humanità à lofliftere in vnità di per
delicatezze sfiorate mirabilmente ſona nella roſſiſtenza relatiua del Ver :
condendo , e confettando ;ma, dirò bo con il lauoro d'anni 33. continui
meglio ,con magico ſuſurro le raffina- dell'età ſua ,ammaſſata nelli entiſtit
te ſoſtanze nell'opra ſegreta loro per- lata nelli ſudori, premuta intrà l'an
fertionando ; e così n'eſcono al fine guftic , fermentata con i crepacuori ,
con l'apparecchio gradito de'loro fa- Iquagliata dal deſiderio , eficcata nel
ui. Faui moſtruoſi artificiati della na- rofferire , cotta dall'amore , maturata
tura ; compoſiti inimitabili dall'arte da' patimenti ben mille volte quellas
humana ; copia delnettare , eſemplari corporeaviua natura ; alla fine noir
dellerugiade. Faại centri delledol- conaltri ſtromenti checon quelli del
cezze ; midolle delli guſtabili; ſtapori la ſuabocca,delle ſue labbra ,della ſua
de gl’incingoli : Oceani formati dalle lingua le ſagramentali parole artico
adunanze tutte delli ſapori. Faui in fi- lando, n’vſci ( siami lecito il dire) con
ne Paradiſ del guſto; Idoli del pala- fagroſanto diuinillimo incanto , con
to ; leccode'labbri; polidi quelle lin- l'apparecchio di quelfallo dimele er
gue , che dalla gola ghiotta ſono cala- fo Chriſto Sagramentato ; e de petra
mitate. Conuito d'artificio delicatif melle faturauit eos: Et dulciſſimum fa
fino in vero , frà li termini tutti del sum mellis reddidit nobis. Fauo , in
naturale creato non mi ſi può contra- uentione ſoprammirabile dell'amore
Itare . Ma oh conuito d'artificio deli- diuino ; opera inimitabile della poten
Catiflîino pure frà litermini tutti di za creata; copia della beatitudine del
quella gratia , che ſulla terra ripartita l'altra vita; eſemplare delle délicatez
ci viene, ch'egli è queſto euchariſtico ze ſpirituali tutte di queſta noftra via
fagroſantiſſimo ? E certo non altra ta . Fauo centro delle dolcezze, che
cola , che vn'artificioſo foaue fauo di cadono là dall'Empireo ;midollo del
Pfal.So mele; Et de petra melle fatwauit cosi liguiſtabili dell'anima d'vn viatore)
Nupo
Per la Domenica IIII.diQuareſima. 261
Auporede gl'intingoli diS.Chieſa; O. uarete vn Lattantio Firmiano , che vi
ceano formato delle fiumare, de'beni riſponde : Ambroſias libat cal ſti ne
tutticorrenti quigiù frà noi. Fauoin carerores. Stellifero teneri, quiceci- Lallan.
in fine, Paradiſo del guſto d'vna men- dere Polo: tutta forza ,e vigore diquel Firm .
12 te diuota : Idolo del palato d'vn'intel- conuito, nel quale dell'ambrofee, del- car. de
letto credente ; lecco de' labbri d'Il le nettaree, più depurate, più raffinare Phani
cuore innamorato ; polo della lingua rugiadel’orientale Cielo la và paſcen - ce.
di quell'affetto ,che dall'appetito della do . Quinci rinforzata refifte con le
gloria calamitato ſi troua . E che più ſue tenere carni va viuere così longe
d'arteficioſo , delicato , ſoauein rúlla uo contro li ferrigni denti del tempo
terra in queſto viuere iminaginar fi conſumatore ; quinci rinuigorica con
poteua, non che bramare? Compitez- feruia dopo'l morire ancora nelle ſue
ze d'amore, d'amore diuino cùm dili- ceneri fteſe iſemi di nuova vita ; per
xiffetfuos Oc. che ambrofias libat @c. Ma che bàda
S Ma vaglia il vero , che di foura- fare quella nettarea rugiada, che ſtilla
ne eccellenze moſtrandoſi il ſagra- ilCielo nell'oriente per vitto, alla Fe
mentale conuito nelle conditioni due nice, con quel nettareo Sagramento ,
prime , non meno d'eccelenze ſoura- che nell’occidente della ſua morte
ne G moſtra nelle due cftreme. Cis'- ' ftillò il Cielo dell'Humanato Figlio di
offre la terza in ordine, che di vigoro- Dio per vitto all'anima del fedele?Vic.
fa , e ſalubre ſoſtanza al conuiuante to ſoltantioſo così, che non ſolo man
egli fia . Venga pure la Fenice inte tienein lunga vita di gratia l'animas
campo , e del famoſo ſuo pafto vanti che ſe ne ciba; ma alla vita di gratia il
le forze , ei pregi. Inuecchia à ma- viuere di gloria continuando , eterna
rauiglia queſt'vccello frà tutti gli ali- mente beata anco immortale la ren
geri habitatori dell'aereo elemento ; e de. Qui manducat hunc panem ,viuit loa.c.6.
vigoroſaallungando il ſuo viuere à in æternum :l'habbiamo nell'Euange
numeroſi giri di luftri, e luftri i alla fi- lo di bocca di Chriſto ſteſſo . Quinci
ne giunta a quell'eſtremo, in cui pa- viua al ſuo Dio , eſſendo viſſura nella
gar'il debito le conuiene alla comune foauità mortale vn'anima fedele co'l
caducità ; preſaga' d'hauer più toſto à frequentare queſto cibo diuino , arri
rinaſcere , che à morire ; con gli aro- uata poſcia à quel punto , in cui pagar
mati pretioti, odorofi delle felici con- le conuiene il debito eſtremo dal Pa
tradedell'oriente , forma à fe ftefla vn dre Adamo contratto : preſa nuoua
nido; quale dirò più toſto, l'vteroma- forza, e vigore dalSagto palo in via
terno, in cuidinuouo fi generi, chela tico riceuuto ;preſaga di quell'eterni
piradel funerale, in cui s'abbrugi : di- cà che già le termina il tempo del pre
rò più coſto la culla ,in cui rinata bam- ſente ſuo corſo con gli aromati pre
bigella s'alleui; che'l ſepolcro ,nel qua- tiofi , odoroſi delle più care brame di
le incenerico fi chiuda ; mercè che in Paradiſo , forma à re ftella il rogo del
elſo collata per rediuiua ſpiccarne il la ſua morte vitale, & in eſto contem
volo , e non eftinta giacerui ; berſaglio platrice couata , berſaglio ſe medeſ
ſe medeſma eſpone allidardi vitaliné ma voglioſa,non che raſſegnata efpo
ardentij
te micidiali de' raggidel Sole dardi
ne alli Iddio ,
de' raggi del Sole
que da celefte fuoco ferita ſpira, ma onde d'amoroſo diuino fuoco ferica.
la vecchiaia più coſto , che la ſua vita ſpira ben si,ma che ſpira Spira il mor
trà gli ſpenti carboni delle conſumate tale della ſua carne, ma non già muo
ſuemembra riformandoſi frà pochi re dello fuo ſpirto la vita trà gli ſpenti
giorni,riauuiuato il corpo , ringioue- carboni dell'incadauerito ſuo corpo ,
nita . Che ſe cercate , onde alla Feni- viuace la ſperanza couando di riauui
ce adiuenga dopo sì lungo viuere il uarlo riflorto colà nel giorno finale,
rediuiuo riſorgere à vita noua ; citro per non più inuecchiare ringiouenito :
cara
262 L'Eccellenze del Santiſſimo Sagramento
cara cara morte vitale di felice fenice. de ; geme inuidioſo dalcuore ; piange
Moriatur anima mea morte Iuſto- addolorato dall'occhio ; ſpuma dalle
rum ? Forza forza , vigore di quel cibo labbra (degnoſo ; batte irrabidito co '
Dtuino , di quel nettarco Sagramen- denti e crolla impazzendo di capo ; &
to , il quale ſolo in verità ottiene il fi- abbaiando pare giucando itia ,che ſe
ne de' cibitutti , che è la viua durata quel pezzo dicarne non gli è gittato ,
indeffettibile della cibata ſoſtanza ,che morià diſperato; & ecco sù gli lo git
però ferille ilP.S.Agottino ſopra il ci- ta il Padrone, e con falto ſpedito ilca
tato di S. Giouanni, Qui manducat ne à bocca aperta l'abbocca , l'afferra ,
bunc Panem © c.cum cibo , o potuid ene fa preda.Che crederefte che quie.
a fetanthomines , vt n neſuriant, nec to corcaro ſi mettelſe poratamente à
fituant; hoc veraciter non præftat niſi bell’agio à mafticarlo , guſtarlo , ſapo
ifte cibus , o potus, qui cos , à quibus reggiarlo ; contentandoli il guſto nella
fumitur , immortales, o incorruptı- acquiſtato bramato oggetto ; acque
biles facit. Tutto dono d'amo: e. Cum fitando in quel bene l'appetito ſuo qua
beatificato ? Niente: non l'hà si toflo
dılexiffet, c .
6 "Ohe che più ſi può dire dell'ec- al labbro, che l'hà alle canne : non l'hà
cellenze fourane di queſto diuinilli- tocco la gola , che nel ventre l'hà chiu
mo cibo? ſe non conchiudere eſſere fi. lc :fparito dirai più toſto in vn'iſtante
palmente d'appagamento tale all'ani- prima che tranguggiato; dal palato il
ma, che ſe ne palce ,che ogn'altro pa- libato,dal dente intatto tanto che del
fto quantunque prima appetito ab- la preda fatta, attuale, preſente, ſenza
borrilce, rifugge,nauſeabonda rifiuta. ſapere quali di che ſapore ella fialau
Signori quanto ineſplebile, inſaciabile uertenza tutta sfuggendo , come che
Lala cupidigia dell'anima noftra di- nulla folle alla futura ſempre non mé
moſtrato l'ha ſempre l'infallibile inae . vorace che prima hiante afpira. Oh
ftra delle coſe tutte la ſperienza , non idem euenitnobis , idem euenit nobis.
eſſendoſi trouato ancora chi fatollato Queſto è il ritratto vero della cupidi
di queſte coſe terrene diceſſe baltas. gia dell'animanoftra ; cupidigia cani
Quinci ingegnoſa non meno , che ag- na ineſplebile , inſatiabile. Quidquid
giuitatamente Attalo preſo al Morale ſpectantibus fortuna proiecit , id line
Seneca ce la figuraua in vn cane. So- vlla voluptate demittimus, ftatim ad
Senec, lebat Attalus hac imagine uti; vidifti rapinam alteriuserecti,atque intenti.
42.34. aliquando canem ,miſa a Domino fru- Cagna afamata l'anima cupidigiofa ,
ftra panis aut carnis aperto ore captan. affifte alla fortuna, che per Siguora li
tem? quidquid excepit , protinus inter tiene ; la qualle in ſulle cauole delle
gruni deuorat, ſemper ad ſpem futu- mondanevicende conuiuante trincia,
ri buat. Vedetivo cane affamato ftar- e riparte i golog bocconi delli beni , e
fene alla preſenza del conuiuante Pa- diletti di queſta vita:pende tutta da el
drone ? Fillo in vn tempo ſtello lo ve- fa, in ello leiaffi tata , puutto termina
di nell'aſpetto, nella mano , e nel cibo tiuo del fuo penſiero ; gira feinpre à
del luo Signore,terminando moftrno- mira diquegli oggetti, guide polari
fainéte à trè punti la linea d'vn ſguar- del fuo luiato appetito , e vidiſtrugge
do ſolo .Sembra il caninomuſo vn fer- il deſio , viftanca il piede,vi ſi amareg
ro tocco dalla calamita di quell'odo . gia il cuore,viperde l'occhio ,viſi fde
re , tanto inquieto s'addrizza al polo gna, vi fiarrabbia, vi impazziſce; tan
del boccone, che quegli hà ſtretto in to che ſe non ottiene quel guadagno ,
pugno , e l'accompagna co'l moto , e quel diletto , quel grado , che ſtà bra
Go'l fiato dal piatto al labbro,dalla lin- mando,miſera si chiamada diſperata,
gua al palato , & inghiottito giù perle e ſe l'ottiene beata: Ma sùl'ottengaá
Canne alventreiftero , diinena delio ſua voglia,prodiga lenelia fortuna
fo la codairaſchia impatiente co'l pie- non che liberale;s'acqueta ella fattol
la ?
Per laDomenica Quarta diQuareſima. 263
la? Ne gode,ne guſta, ſe ne contenta,linata , tanto manca che hiante di car
bea ? Guarda, non l'hà sà coſto ottenu- nali, e terreni oggetti, e diletti più af
to,che l'ha ſcordato: non l'hà manco famata fimoftri cheanzi compitanić
aſſaggiato ,chel'hà digeſto: mentreche te in eſſo lui appagata,quelli tutti qua.
l'vn boccone incorpora, s'apporta l'al- fi rancido pafto, mordace, noioſo , ef
tro nell'attuale paſto hiante ſempre ſulcerante abborriſce , rifagge , nau
digiana: canino dente inſomma, cani- ſeabonda rifiuta . Vt deinceps, omnis
no ventre , e non d'un cane ſemplicei ſapor delechamentorum carnalium , fic
ma d'vn cerbero moſtruoſo di tripli- eiquaſi rancidum , radenſque palatura
cata gola à triplicate canne latratore , acuta mordacitatis acetum .
diuoratore; mentre ſempre ſi moſtra 7 Oh rourane eccellenze,oh com
alle ricchezze , alli piaceri, à gli hono- pitezze four eſquiſite di queſto ſagra
ri hiante,ingorda,incontentabile.Dot- mentale conuito , dono amoroſo del
trina, ſe non in termini, in foſtanza al noſtro amorofiffimo Dio ? Et è pofi
meno di quell’Appoftolo che ciò tut- bile,che sì mal gradito egli venga da
1. Ioan. to à que' trè capi riduſe: concupifcen- gli amati fedeli , che inuitati à guſtar
2. tia carnis , concupifcentia oculorum ,colo , à frequentarlo ; eglino traſcurati
Superbia vita . Dunque e chi d'vn tale no'l curino , ſe ne dilunghino , e con
moſtro trionfare porcua ? Chi là di lui villano rifiuto rigettino il caro inuito?
moſtruoſa voracità acchetare.correg- Ahi gridarò con Ilaia Profetta. Quare 7ſa. 55.
gere,& addormire:Signori voi lo lape- appenditis argentum,non in panibus.
te , il crilatrance cerbero cane non con Non in pane(legge l'Hebreo ) o labo- Lect.
altro venne accherato , & addormito rem veftrum non in faturitaté. Audite Hebr. )
dalla Sibilla,che con vn tozzo di pane, audientes me, o comedite bonum ,
con arte medica ammaſſato co'l me delectabitur in craſſitudine anima ve
Virgil, le : Melle ſoporatam , o medicatis fru- ftra. Qnare quare appenditis argentum
gibus off am diſſe quel famoſo,le vi ar- non in pane . Perche, perche impiega
ricorda. Oh mira, mira, ò fedele, arte te voi l'hauere ,gliftenti,la vita in altra
medica celeftiale del tuo Signore per coſa , che in queſto pane Dio viuo ? ſe
trionfare del miſtico cerbero dell'ani- brainate marauiglioſa , foaue, roſtan
ma tua cupidigioſa : per correggere la tioſamente ſatiare l'anime voftre cu
dilei inoſtruoſa canina voracità , ac- un fingre, perche cercate que'beni, che
chetartela , addormirtela in ſeno , che perrplebile ventre loro non poſſono
fece?Siammaſsò viuo pane co'l mele, riempire ? Eb aprite, aprite vna volta
Dio huomo Sagramentato. Ne' Sagri l'orecchio voſtro interno , e voltando
Cant.s. Cantici:Comedi faxum cummia Suey, con l'affetto le ſpalle al corrottibile
oue iSettantaComedipanent cule, se tutto venite, correre à qnefto benedi
D. Paf- meos Sù di che S.Paſcalio,il quale:del- uino , à queſto pane celeſte, à queſto
chaf. 7. l’Euchariſtia l'intende. Quoniam in il conuito d'amore , che divotamente
de Cor. lo Druinitatis dulcedo , o bumanitas gultato , e frequentato fatollando , ap
Ofang. pradicatur. Mele Diuinità : Pane Hu- pagando la cupidigia voſtra,vi empirà
Domi- manità; ammaſſati con arte medica l'animadelledelicie à deſiderarſi più
nic, 10, celeſtiale , in Dio Huomo Sagramen- care . Comedite bonum c Oh fe di
raco: Comedi Panē o c.Quomam in il- quella verità tu ſapefli filoſofare , ò
lo Oc.Et oh chenon si torto viene dal- aniina fedele: anima, che ſin'à queſto
l'anima cupidigioſa degnamente mā- punto , ftimolata fofpinta , violentata
giato ,che con forza d'aſcoſa virtù mi- daile inſatiabili cupidigie tue ſei corſa
D.Cyp. rabile ( dice S.Cipriano)l'empie, la ſa- diecro , e tuttauia correndo vai in ſe
ferm.in cia nelli ſuoi appetiti. Hicpanisvirtute guito delli fallaci beni di queſta vita ,
Cæna mirifica implet,Jatiatedentium appe- oh che ſopite , addormite ,acchetate ,
Dom . totus; onde corretra acehetata addor- quiera in pace , in vna dolce fatietà :
mita la di leicanina cupidigia diſordi- contcntati trouarefti. Segui fupciba
l'ho
264 L'Eccellenza delSantiſſimo Sagramento
l'honore , e lo ſegui, in vano ,che ſe lo ue con perdita così graue l'hore della
portano i venci à volo velocillimamé- mia vita ? perche cercar lontana in
te . Auida ſeguiil danaro , e'l ſegui Aille picciole ſparſa quella delicatez
in vano , cheſe lo porta la fortana à za, che vnita quì in vn Mare di manna
piene vele rapidiflimamente. Segui à mio piacere ondeggiaua ? perche fe
camale il diletto del ſento , c lo ſegui guir'i diletti , che mifuggiuano , ſe di
in vano, che il tempo ſe lo porta in vn letto più caro quì m'aſpettaua ? Con
ponto iſtantaneamente . Dimmi & in uito four'eccellente : e che di più mi
sì lungo corſo de' giornituoi,che tut- rabile ,delicato ſoſtantioſo , appagan
to ciò vaiſeguendo,con i ſtruggimen- te , diuino ſulle tauole del Paradiſo
tianco eſtremi della carne , non che viene imbandito a’ Beati , ſe non à
delloSpirito: con gļi vltimi periglian- piatto la sù ſcouerto , e quicouerto PL.102.
co di queſta ,non che dell'altra vita ; mangia ? Benedica anima mea Domi
dicefticu mai vna volta; io ſon con- no , & omnia quæ intra me funt nomi
tenta? mai, inailo diceſtije ſe'ldiceſti, ni fanęłoeius . Qui replet in bonisde
nientiſtial ſentimento fteſfo ; ne ſarà fiderium tuum.Pagnino legge. Qui fa-Pagnin.
mai, che lo dichi: e ſe'l dirai, mentirai tiat bono os tuum : cantarò quil'ec
altuo medeſimo cuore,che inconten- cellenze tue, frequentandoti in cibo , ò
tabile è il ventre della cupidigia cani- Sagramentato mio Chrifto , e cantarà
na tua,ſe di sì fatti beni cerchidiriem quìmangiando : mangiarò qui can
pirlo, epure, e pure c'è vn bene in ter- tando, mai digiuna, ſempreaffamataj
ra , che fatiartipotrebbe, e l'haicosì fatia ſempre, mai nauſeata ; ſolo del
vicino , ne lo ritroui; e così fpeffo lo Mondo mai ſempre infaſtidita , ſino
miri,nelo conoſci; & inuitata da eſſo che arriui à faporeggiarti à conuito
ad eſſo ti ſenti, e non l'accetti e l'haià d'eterna vita ; così dirai ò anima , ſe à .
tocco le labbra , non che alla mano , e queſto ſagrato cibo t'accoſti, c conui
digiuna ne reſti di propria voglia , i uante il frequenti; e non potrai con
meli, vn'anno, più anni continuati.Eb ciò ſpiegare la milleſima partede'cuoi
audite audientes mec. credi , credi à dolciſimi affetti. Oh Dio : tili pro
me, ò anima Chriſtiana , anzi credi al mette contento di cuor ſcontento ; e
fuo Dio, che ti parla all'interno: dona per contentarti, non hai più che à ma
fede, mentre che doniorecchioa Sos giare , & à frequentare delicato VILA 1

ftemie parole ,che ſon parole diukilti bocconcino ,erifiuti l'inuito ? Sarà in
Corci à queſto conuito , e laſcia il tua mallora ò maledetta , che da ca
Mondo con le concupiſcenze ſue tut- gna in queſta vita viviendo , ſempre in
te; e quì diuota ti ciba , che queſtoè il ane ; larabida, affamata,imbeſtialita,
bene Tolo , che ti contenta, mirabile , alundne cigiuna di queſto pane anco
dolce, loftantiofo . Non ti pentire, da ragina norrai diſperata;lacerando
non ti partire , ſe ſulle prime non ſentiti cw ke canine zanne delle cupidigie
lo ſupore preteſo, la bramata dolcez- tue ſtelle , trà tuoi latrati befteinmia
za, l'atteſo vigore , l'afpettata fatietà . trice allordita , a ' temporali ſcontenti
Frequenta frequenta ilpaſto diuino à gli eterni crepacuori continuando .
filiorum ,
poco a poco,purgarafl'l'occhio, pur- Non eft bonumfumerepanemmedeſiino
garaNiil palato,che offuſcato che im- omittere canibus , diſſe il
Bibito ſi troua di queſti vapori, & hu- Chriſto : Il pane è cibo de' figli, non è
inori mondani ; e purgato che l'vnoje cibo de' cani : a'cani Gi dà la cruſca da
l'altro ſi troui,oh alihora vedrai,oh al- ingoiare, l'offa rodere , le carogne da
lhora ſentirai l'eccellenze di luicoura- malticare; ma ilgentil panedigrano ,
pe , e quando ſarà, che tu le vegghi, guarda, èriſerbato alli figli. Ingoia ,
che tu le ſenti, ahi malamente mie ingoia , è cagna auaraquelle ricchez
conſumate giornate (andrai gridan- ze, cruſca della caſa diDio , Dio te le
do ) one mai vanamente lograi altro- laſcia : rodi , rodi ò cagna ſuperba .
qucl
Per la Domenica IIII. di Quareſima. 265
quelle dignità, quei carichi,olſa dure, nelloccidence, garreggiareil coſtoſo ,
in cuitifpezzilidenti;Dio laſcia cor- co'l ſaporito , contrailare l'accidente
cere : maitica , maltica è cagna diſo- alla lottanza; l'ordine guerreggiare
neſta que'ſporchi diletti, puzzotenti con l'ordinato; e dall'arte d'vn cuoco ,
carogne; Dio lo permette . Ma vi- affaſcinati incantati,inquietoaggirará
uendo da cagna , guarda che mori- lo ſguardo; irreſoluta arreſtaru la ma
rai pur da cagna di queſto pane di- no, inhiante digiunar l appetito i efic
giuna eternamente perdura: one l'ani- nalmente yn picciol pezzo di carne
ma figlia qui conuiuando contenta , morta eller futo lo tłudio di molti in
paſſarà in pace fatolla à contentarli gegni, l'impiego di tantemani,lo ſten
beata per ſempre la sù nelCielo.E qui to ditante braccia, lo ftruggimento di
siporo popoco ;e voi fra tanto all'ele- più clementi, lo ſpregamento d'vn te
mofina , infolita in queſto giorno . Toro,lo ſtupore di occhimille, la bra
SECONDA PARTE. ma di cento gole , l'inuidia di tutti i
8 T vidst abi hominem oC. Si- cuori , e'l palto d'vn ventre folo . Ne
E gnori che per decenza dique- poteua eſler ineno , poſcia che paruc
Ato ſagramentale conuito refti obbli- ad Auguſto, che ad vn apparecchio si
garo il tedele ad accoſtaruiſi in gratia fatto , non douefle accoltará conui
giuſtificato , ò perche non habbia mor- uante alcuno, che non foſſe al poſibi.
talmentepeccato , ò perche purgato lediſumanato,iftimandolo quaficon
prima G lia nella Confeffione ſagra- uitodegno dell'iſteſli Numi del Cie
mentale ; altrimente pecchi mortal- lo : che però fè comando, che iconui.
mente di Sacrilegio, e fia condeonato cati tuttiveniſſero alla diuina vefiti;
fecüdum præfentem iuftitiam alle pene egli Apollo, altri Gioue, altri vnMer
infernali egli è chiarillime nella Cat- curio ,vn Marte, vn Giuno, d Minerua
tolica Chiela , onde è louerchia la.. rappreſentando.Cana quoque eius Se
proua : folo quanto ragioneuole fia cretior in tabulis fuit ( icriue lo ſtoria
vna sì fatta decenza à mc tocca mo. co ) in qua Deorum , Dearumque babi.
drare . tu difcubuiffe conuiuas , o ipfum pro
9 E certo Signori , conferuano le Apolline ornatum , con ciò che fieguc.
Storie ancora molti ricordi di conui- Ma che hà da fare quel conuito alla
ti reali,chenegli andati tempi furono fin'fine non più, che d'vn Auguſto Im
in queſto Mondo veduti : ma ſe frà i peratore Romano ,con queſto noftro
Anti, vn ſolo accappare ne vogliamo dell'Auguſtiſſimo Imperatore Cele
quidi preſente , alla mano ci correſte? che paragone trà l'imbandigions
Suet.in quella di Ceſare Auguſto, che da Sue- di quello alla fin'fine limitata, e finita,
vita Ay tonio è riferito . Conuico mirabile , è e la di queſto infinita , & immenſa ?
guft.c. forza à credere, e dirne, che la doue il la delicatezza di quello ſenſuale , c
70 . pretiofo fuole dal raro cauar la ſtima terrena , e la di queſto mentale , pa
del prezzo; iui ineſtimabile apprezzo radiſina ? il nodriinento di quello
Cauaua dall'abbondante:la doue il po- corporale , e caduco ; & il di que
co ſuoleſſere del guſto il ſaporetto più lo ſpirituale , & ecernante ? l'appa.
caro ; iui il fouerchjo alla fatietà ne- gamento di quello mancheuole ; &
micato via più ſempre il godimento
imperfetto, & il di queſto compito , c
allettaua , vedeuanſı quegli animali ,
facollante ? trà quello inſomma hu
che Jitterenti di moto in si diuerra
mano, benche ſuperbamente,giudica
ampie stere bà collocati natura ; iui
to degno delli Numi del Cielo ; c que
nel poco giro d'un piatto angufto im-
ſto diuino , che il conuitato, che vera - D. Hie.
mobilmente ſtarlene accomunati : mente ne mangia rende vn'altro Dio. in fuo
quanto genera il Solcd'arornati, ed'. Oefia Sacratiſſima ( grida Girolamo teftamă
edori, ſcorrendo il vaſto oriente sud- Santo) quam vere comedens Deus effi- to.
un riltretto lino ſilaporare , fumare citur. Dunque fe volle
LI
Auguſto , che
à quel
266 ĽEccellenze del SantiſſimoSagramento
à quello non s'accoſtaſſe conuitato ciataggine trouandofi in vefte horrida
alcuno , che non foffe alla diuina ve- lucida, e puzzolente dipeccato mor
Aito; giuſto molto , e ragioneuole egltale; ad ogni modo prelumono come
è , che'l fedele à queſto deceuolmente in S. Matteo al 22 d '
quel temerario
s'accolti altre sì alla diuina veſtito , in accoſtarli à quell'Alcare Sagrato , à
giuftitia, e fancirà , che Sancti erilis , quel Conuito Diuino ? Puzzano ftil
Leuit. quoniam ego Sanctus fum . Santo , lanti infino al ſenſo difone to mar
II . giuito, con la diuina gratia ſantifican- ciume , e preſumono miſchiarſi trà
te, giuſtificante , la quale non è altro mezzo à gli Angeli. Colano attonica
che vna partecipatione della diuina te le ſpume dell'inuidie , e de gli odij
natura , con la quale il formalmente ftomacoſamente per la bocca , dal
con ella ſantificato , giuftificato , non cuore in sù del petto,e preſumono ap
in efterna ſolo apparenza rappreſenta preffarſi al Rè pacifico, veſtiti della
yn perſonaggio diuino ; main habito ſcorticata lacera pelle de' loro promi
realmente inerente reſta diuinizzato . mi : inorridiſcono gli occhi dell'In
2.Pet.I Vtefficiaminidiuinæ confortes natura ferno non cbe delCielo, & accoſtarfi
dille l’Appoſtolo Pietro , e ciò ſotto preſumono alle feſtiue nozze del Dio
grauiſſime pene,di colpa di ſacrile- d'amore. Parlo teco donniciuola in
gio, di punitione di morte eterna d'In- gannata , che preſa da ſouerchia ver
ferno. gogna taci la tua fragilità al Confeflo
10 E vaglia ilvero Signori . Non re. Parlo ceco ò aggrauato di roba al
ammiſe Giacobbe alcuno della ſua ca- trui,che confeſſandoti,celi i danni da
Gen.35 la al Sacrificio nella Geneſi al 35. ti &i contrattiyſurai,accio che aftrete
che non hauefle mutati i veſtimenti ro non venghi à ſoddisfare à chi deui .
ſordidi in puri, e mondi: Mundamini, Parlo teco , che per riſpetto humano
O mutate viſtimenta veſtra. Non aſic mettendori alla Paſqua a piedidel Sa
ſe il figliol prodigo al paterno conuito cerdore non hai penſiero alcuno di la
dell'ingraffato vitello , prima che i ru- ſciare la pratica, la vendecta; e pure
Micaniftracci cangiatihaueſſe in vna preſumete sfacciatamente riceuere 1

veſte ciuile . Citò proferte ſtolam pri- queldiuiniſſimo cibo. Certo nouello
mam . Dunque non ſarà giuſto dalle Giuda , ò chiunque cale cu fij, ladro ,
figure al figurato paſſando ) che s'am- facrilego , elecrabile ; in cui dopo fa
metta , che ſi affenta fedele alcuno al crilegamente il Pane Dio rubato , en
Sacrificio incruento al conuito Pater- trato è il Diauolo addolo, onde in
no del Sagro Altare , ſe non mutati i diauolato ti porta ad ogni tradimer
tordidi, e Atracciofi veſtitidella mali- to più infame del cuo Signore , finche
ia mortale,ne'mondiffimi, e ciuiliffi- diſperato troulandoti, tiſtringa al col
mi della Santificante giuſtitia ,che tan- lo il laccio dell'impenitenza finale , c
toci volle Jare ad intendere il Padre così venghi à ſcoppiare eternamente
Dio nè quì citati pafli , e mame dannato . Non ti conoſci tu adeffo d'
del figlio prodigo ſimbolo verace d ' ellere indiauolato : benche il doureſti
vn peccatore , che à penitenza ridot- auuertire dal precipitoſo tracollo ,che
to à queko Sagro Conuito dell'ingrar. tu vai dando in ogoi abiſſo di (celera
Tertu , fato Vitello Chriſto Sagramentato s ' tezza più graue ; ma verrà, verrà l'ho
libr . de ammette , onde Tertulliano ,Veftem ra,nella quale il conuitante offeſo , e
praf. c .priftinam recipit,atque ita vefiitur.
mitate DominiciCorporis exınde ops- vilipeſo tuo Dio venga teco al riſtret
to di tua malitia. Amice quomodo huc Mait.
9. ,
11 Ec oh tre volte', e quattro te- intrafti non babens veſtem nuptialem ? 22 .
meraria fronted'alcune anime(lequa Amico ei ti dirà , ché nemico odiofif
li, come non finiſco di credere Chri- fimo eſſendomi, ti chiamo amico, per
ftiane, così non ardiſco Chriſtiane di non cangiarti quelnome , che altra
nominare)che có inſopportabile sfac- ditor Diſcepolo già diedi vnAnice
tempo.
Per la Domenica Quarta di Quareſima. 267
Amice ad quid veniſti: E come in or- in hoc iuftificatus fum . Pigliati ò Dio
rido tanto ,e puzzolente veſtito de'vi- que o carneo cuore, e dammi criſtal
tij infraciditiardiſci cóuiuante guſta- lina la mente : prenditi le pupille di
se dell'apparecchio diuino inio , che i quefto capo , e donamni queſt'occhi en
conuiuanti deificandi, veſtiti alla diui- tro allo ſpirto : muora io più toſto Si
na per legge mia rigoroſa richiede? gnore dicorporale famehorribilmen
Parla , riſpondi,difenditi, ſe ci dà l'ani- te digiuno, ch'io micibi à quell'Altare
mo. Ah ammurirai tu confuſo,cu con- in peccato : mi fraccino infocati ra
uinto dalla tua colpa , come ammuri foi la pelle viua tuttada capo à piedi,
l’Appoftolo Apoftata: At illo obmu- pria che ſpogliato della tua gratia di
tuit : ma non ammutirà il giuſtamen- uina Santificante à quel conuito San.
te adirato Signore, anzi fulminandoti tiſlimo io m'appreſenti.
contro la ſentenza del tuo galtigo, co- 13 Ma ſe amico tu chiamafti à Si
mandarà à minidri della giuſtitia ſua. gnore il Diſcepolo traditore nemico ,
Tunc dixit Rex miniftris, ligatis ma- non lo faceſti per dolcemente inuitar
nibus , o pedibus ac. Preſto , preſto lo, e ſuaderlo à penitenza? così confu
Diauoli, che di coſtuiimpoffeffati già ſo, oſtinato non fi foffe egli ammuti
vi trouate: reo, legato , dannato , por- to , ma compunto , e pentito haueſſe
tatelo , che voftro è fatto in eterno . confeſſata la colpa ,comeaſſoluto gra
Così rimbomberatti la ſdegnoſa diui- tioſamente ne lo mandaui : dunque
na voce all'interno , primache ſpiril- chiamando tu amico il neinico Sagri
anima; e negandoti lo fteffo Dio quel- lego comunicante fedele : amice quo
la gratia, colla quale à penitenza vera modo đc. oltre al rinfacciargli la col.
ti ridurreſti in gaſtigo di quella cheſa- pa d'vn nuouo Giuda , pretendi anco
crilego tu calpeſtafti ; indiauolato fo- ja inuitarlo , ſuaderlo con eſſo lui al
ſpenderai te ſteſſo, con diſperare della pentimento . Quinci io rauuiſo che
miſericordia diuina , carnefice menn . Dio non prinia fulminòla ſentenza
fiero , non meritando la tua malitia inappellabile contro quell'infelice,che
della malitia tuaAtella. vditoſi rimproverato della colpa ,oſti
1. ad 12 Oh probet autem fe ipfum homo natamente ammocolito rimaſe: Ami
Cor. 11. (gridaua Paolo Santo ) o fic de pane ce quomodo oC.At ille obmutuit.Tunc
illoedat,o de calice bibat.Vitamtuam dicut Rex miniftris ligatis oc . Certo
exade indica (ſpiega Teodoreto) con- fortil Miſtero che ci dà ad intendere ,
fcientiam fcrutare, o examinare,pen- che ſe ripreſo ſi compungeffe ,e pen
ſi, penli ben prima a' ſuoi caſi , chi fe- tilfe , e confeffafie il delitto , la ſenten
dele s'accoſta ad vn conuito, sì fatto i za imminente in perdono pietoſo di
faccia rigoroſa eſame della ſua vita , cangiarebbe.
Scrutinili più ſegreti repoſtigli della 14 Oh auuilo , oh auuilo, che tan
suia conſcienza i giudicbi giuditio ret- to ti hà da valere ,ò ti hà da coftare',
to dello ſuo fato ;auuiſato che , Qui quanto ti hà davalere l'acquiſto dell
manducat, a bibit indignè, iudicium eterna vita , ò ti bà da coſtare il danno
fibi manducat , o bebit : Se vis'acco- dell'eternamorte. Senti, che in que
Aa indegnamente deturpato di mali- ſto punto di rimprouera ſdegnato Dio,
tia mortale , mangia , e beue quel giu- che ti rinfaccia il delitto tuo ſi eſc
ditio finale , che ad infernali fiamme crando : amice , amice ? Quomodo o
eternamente lo danna. Oh mio Dio , Tu fapeui pure,che riceucui vn Dio ,
Dio mio ? cbi mi darà di criſtallo las e lo riceueui inimico con colpa tan
inente , onde chiare io rauuili in ella ta à pena tale vietata : & ardifti ad
mie colpe tutte ? chi mi darà tanti oc- ogni modo fatto sì fcelerato ? Oims
chi, quanti s'aſcriuono ad Argo , onde che la ſentenza della tua condanna
non me ne sfugga inanuertita vna ſo- gione è ſcritta , e differiſce il Giudi
la ? Nihil mihi confcius fum , fed non ce ſolo il fulminarlaIl
popoco
2
, per
dere
ve
268 L'Eccellenze delSantiffimeo Sagramento
dere fe in queſt'atto , che rimprouie- malitic tue a' piedi del Confeffore ,
rata , cherinifacciata tu vieni , ti pen- prima che ſcoppij lo ſcoppiacuore
ti , ticonfefl colpcuole ; e ne chiedi dell'irremediabile dannatione.
o gli
quelperdon , ch'e è pro à do nto 15 Tauuiſa la diuina parola ; e
narti, e faci muta ? e non frilli do- attende la Miſericordia ſuperna iti
lente? cnon rompi con liqueruli gri- ſtimola la conſcientia tua proprias;
di di penitenza lo ſteſſo Cielo ? Oh t'incalza la gratia del Cielo ; ſe non
veramente dal Diauolo oppreffa ani- te n'approfitti guarda, che l'indura
ma indiauolata . Miſera viciniſſima ta tuo ammorolire chiama la ſenten .
alla miſeria eterna : compaſſiona te za diuina , che ſolo è dal Diauolo
Neffa , mentre compaſſionata ti ri- atteſa , acciò ligatis manibus ,
troui pur anco dalla pietà del tuo o pedibus , condennara ti
Dio : giudica te medeſima rialuedu . gitti in tenebras, eate
tain tempo , prima che ti giudichi riores . Che ce
Dio à Itato di eternità : diſrompi dif ne liberi la
ſoluta pentira i lacci dell'ingiuſtitie , Mife
ricordia din
tue , prima che diſperata incappinek uina. A.
capeſtro delle forche infernali . Scopr
pia di cuore , verſando le viſcere delle mcn .

LA
269

LA SANTITA
DELLE CHIESE :
Per il Lunedì della Domen . IV. di Quareſima.
Aſcendit Iefus Ierofolymam , inuenit in Templovenden
tes oues, egy boues , ex columbas, dos nummularios ſo
dentes ; e cùmfeciſſet quaſi flagellum de funiculis ,
omnes eiecit de Templo. S.Gio.al 2 .
Chi mirando da vn lo . Coſa non v'era in quello , che l'o
canto la bella fab- ro non abbelliſse; cola non ſi vede in
brica del Tempio queſto.che non indori la luce.Fregia
di Salomone , e dall' te colà le mura ſi vagheggiauano in
altro in pararello giro di rilcuate ſcolture, diviuacipit
aggiuftandola àque- ture con mille groppi, & intrecci,con
fta non meno bella Macchina Mon- mille nodi , e cerchielli ; ornato quì
diale,irrefoluto non reſta ,ſe nelTem- fi mira all intorno di rileuate ſcolture
pio , ò del Tempio ilMondo foſſeo di colli, e monti , di viuaci pitture di
figurato , ò figura ? Era diuiſo quel celeſti ſegni ;vn Pellio , vn Offa,vn
Tempio in molte parti; - in molie , e Atlante ; vn I eone, che ſcote la ma
corriſpondenti parti diuiſo è queſto gnanima Clio. ' :a , vn montone , che
Mondo . Se'l Sancta Sanctorum più cozza con la fronte indurata ; vn'A
ſegreta , e ſagrata nel Tempio nii ſi Atrea ,che aggiuſta la bilancia co’peli;
dimoſtra ; il Cielo Empirco parte più vna Vergine tinta di vergogna la fac
ſagrata, e ſegreta,io dimoftro nell'V- cia con mille groppi, &intrecci d'au
niuerſo . Se'l Sancta parte congiun- bori,e viti di pomi, e d'vue con mil
ta alla prima, e ſeconda in nobiltà; io le nodi , e cerchielli di corone , e di
purc i Cieli , che ſotto il primo mo- cigni,diNauigli,e di Rote . All'en
bile aggirando ſi vanno , conginnti al trata del Tempio ftaua quel grand
primo , e ſecondi in eccellenza . Se'l Auello d'acque , che fabbricato di
portico al Sankta anneflo ; la sfera del ſpecchi,Marefi nominaua ; all'entra
fuoco ,che i Cieli termina. Se l'Atrio re della terra fta'l grand’Aucllo del
interiore, che àCielo aperto ſeguiua ; Mare, che di telo ,e lucente ſpecchio
Pelementodell'aria,ch'à Cieloaper- ferue alla natura. In più ,e più vafion
to quìfiegue. E finalmente ſe l’Atrio deggiauano l'acque colà all'intorno ;
cſteriore vltima parte colà del Tem- in più , e più laghi l'acque quì all' in
pio ;itglobo qui della terra vltima torno li uouono. Sette lucerne ſu'l
parte dell' Vniuerfo . Strepito di ma- cadeliero ſplédcuano; ſette pianeti in
glio , ò ferro non s' vdìnella fabbrica sù delCielorilucono.S'andauano ri
cola del Tempio ; ſtrepito dimaglio, cambiando i pani della propofitionc
ò ferro non s'vdi nella fabbrica di su quella menía, leuando i tofti,e po
queftoMondo . Era coperto il Tem- nendo i freſchi; li vanno ricambian
pio d'incorruttibile cedroj ſtaffi co- do le creature in quefta menſa della
perto il Mondo d' incorruttibile Cie, balla natura,gencrandoſi le nuoue al
cor .
270 La Santità delle Chieſe
corromperſi delle vecchie . Era il profanau ino .Traſecolo ioqui, con
Sancta Sanétorum a' ſoli Sommi Pó- fello,dimarauiglia : hà par gran for
tefici acceſſibile ; è il Cielo Empireoza in ſe medeſimo il Tempio per co
penetrabile alle ſole menti Beate . In pungere vn cuore, per conuertire va
quello aſcolo ftaua l'Altare,doue s'of- peruertito fedele: e come dunque nc
feriua l'incenſo; là sù inuifibile è l'Al- Tempi Sagri tanti fedeli , più toſto
tare, della gloria,doue s'offeriſce l'in- più imperuertire fiveggono con tan
cenſo dell' oratione de Santi. Nell'A- to ſcandalo , facrilegio sihorrendo ,
trio interiore cantauano iSacerdotii pericolo si importante : Metterò in
nell'elemento dell'aria fapno mufica chiaro io queſta forza nel primo, cer
gli avgelletti. La sù l'Altare dibron- cherò di ſcoprire nel ſecondo queſta
zo s'innalzavanol'hoſtie dal Popolo ſcandaloſa, lacrilega, e pericoloſa ca
offerte ;, qui s'innalzano i gemiti, & i gione: e darò nell'vltimo il mode
ſoſpiri, hoftie,che vengono dal cuore perottenere ne' Sagri Tempij idiui
humano: e fe nel fine nó s'ayuan zaua ni fauori , sfuggendo i meritati , &
il Popolo olire àilinuti dell’Atrio e- hoggi à noicoll'eſempio del giuſto
ſteriore ; ne da noi gli huominimor- zelo diChrifto minacciati gaftighi, e
cali s'auuanzano oltre a ' confini di ſon dal primo .
queſta terra Certo , certo Signori, 2 Vegniamo Sig. in ſulla prima all'
che bifogna pur dubitare , ſe picciol Achille. Tanta forza hà il Šagro Té
Mondo quel Tempio forle , od vn pio , per compungere vn cuore , per
gran Tempio queſto Mondo pur ſia. conuertirevn peruertito fedele , che
Ma già che la medeſima cieca Genti- all'eſſer ſolo mirato , e contemplato ,
lità hebbetanto di luce di chiamarlo ſi dà per efficace rimedio di peniten
vn Tempio colà per bocca di Tullio , za compita ; cnon fù già la iapienza
figura diquel Tempio, anch'io miri- fallace d'Hipocrate , ò diEſculapio ,
foluo à giudicarlos c che ben diſſe che ricettafle queſto medicamento ;
Macrobio à quel detto del Padre del ma la Sapienza infallibile del mede
la romana eloquenza , pt ſciatquifo fimo Iddio ; Vdite che bella, e forzo
Macro quis in uſum Templi buusinducitur,ri- faſcritura habbiamo dell' vno in
ufibi viuendi elle Sacerdotis.Talefor Ezechicle
1. 1. in Ice- E2-443?
.Haueuano commerce
Somn. mò l'onnipotente mano di Dio que- leraggini grandi le Genti Iſraelite , e
fta Macchina Mondiale, che riappa- voleua Dio tirarle à penitenza. E be
ſcrip. riſce vn Tempio , acciò intendeffero ne Signore , che mezzo efficace hà
gli huomini, ch'in ello entrauano , ch ' trouato la Sapienza voſtra per conuer
era lor debito il portarſi in quello in tire coſtoro ? Tu autem fili Hominis,
modo, che foſſe conueneuole ad vn ( dice egli al.Profeta ) oftende domui
Sacerdote. Etoh miſeria eſtrema,che iſrael Templum , ut confundanturab
irreuerentemente a'noftri tempiſono iniquitatibusfuis, o metiantur fabri
li Sagri Tempi trattati da'Chriſtiani: cam , & erubefcant ex omnibus, qua feo
temo.A. che quefto Chriſto vn gior- cerunt. Il mezzo efficace e guetto ,
po da queſto legno ſi ſpicchi, &in- che tu vadi loro moftrando il Tem
puguati li chiodiche lo conficcano , pio, e diparte in parte lo vadino paf
quafiche à pugnalate neſcacci que leggiando,contemplando,e miſuran
Sagrilegitanti,che nella ſteſſa ſua ca- do ; & à queſto modo ficonfondano
medeſima sfaccia-
fa , ſulla ſua faccia vergognino
de'loro errori, ſi delle lo
tamente ardiſcono di oltraggiarlo : ro iniquità. Eh Signorevolete la bur
come hoggi appunto eſemplarmen- la voi: facciamo fcommefa,ch'entra
te cirecita il Sagro Teſto , che cüm tiche faranno nel Tempio , ò fi mct
feciffet quafi flagellum defuniculis , om terannoà mormorare , chei Leuiti
nes eiecit de templo: ſcacciò dal Tem- tengono poco puliti gli Altari, chei
pio lagro di Gerofolima quelli che il Sacerdoti imbrogliano gli yffiui Di
uinis
Per il Lunedi della Domenica IV . di Quareſima. 271
uini : ò ſi laſceranno fapire ſentua . d' efli quali prù ne di conoſcimento
mente dalla muſica , auuertendo i di Dio , ne d'elercilio d' oratione, ne .
paſſaggi, notando le pauſe , ſeguen- di oſſeruanza de'precettilegali. Ma
do i contrapunti i mafticando le tira- come o dotto Origene ? Non haue
re; guſtando le gorghe,faporeggian- uano anima, ad ogni modo i Giudei:
do i languori: tutti con l'idico pen- E non è l'animamiſtico Tempio di
denti dalle fughe, dagroppi, da tre- Dio ? Templum Dei quod eftis vos, di
molanti,c delicati rintrecci e nel parc cea l’Appoftolo : e perche dunque 2 , Car .
ſeggiare per lo Tempio , quante oc- non fi poteuano ritirare nel Tempio
chiate lafcieranno ſcorrere gli huo- dell'anima loro , & iui ſicuri fotto al.
0
mini verſo :le donne ? Quante donne la ſoffitta olella volontà , foftentata
fi perderanno attorno a ſpecchi di dallecolonne delleviltù morali,alla
quel Mare di bronzo , à vedere ſe i lumiera dell'intelletto con la luce
ricci, i fiori, il collaro tengono anco- della fede acceſa contemplando i ſou.
ra l'attillatura medeſima,cheglidie- rani mitteri , full'Altare del cuore ,
dero in caſa : o ſe il fiato de' vicinile nell' incenſiero de gli appetiti , co'l
få ſtillare niente giù perle guancie di fuoco della carità abbrucciare l'in-'
quell' empiaſtro , col quale ſi hanno cenſo de gli affetti fanti ,e diuotizho .
medicato le creſpe, ele rughe del locaufti le ſteſſiin viua fpeme di lalu
volto , le quali con effere honorare te , nell'olieryanza della diuina leg.
ferite riportate da loro nella guerra ge offerendo alla Maeſtà del Signo
del tempo ; ſono da eſſe pazzamente ric ? Tanto è parmi replica; ſe la ife
ftimate sfregi disonorati dell'odio- culatiua è per re , perme èla pratica ,
ſa vecchiaia? Eh credetelo pure à me, però che infatti li vede , che deftrutto
• Signore , trouate vo ' altro mezzo , c'hebbero il Tempio i poueri Giu
che per quanto moſtra l'eſperienza , dei , ſi trouarono perciò tanto ſull'a
mirando ,c paſſeggiando per lo Tem- fciutta d'aiuto fpirituale,cheera quafi
pio ſi potrebbonocosiben peruerti- dinecellità,che defferoinmilleini
te , quanto che conuertire .Norepli- quità contro la legge diDio ;qua de
Glos.ca la Chioia Angelica
, plo.confunda .,Erviſo tem . Aručlasneceffe
ntementes abinequitatibus eft,neceffeefort.
4 Ma la raggione ,
Interli o Padre , ce la
fus : è coſa di tanta forza il Tempio' ſapreſte voi dare per la quale il mira.
Sagro,che per peruertite che ſiano le re il contemplare del Tempio hab
mentihumane , co'l ſolo vederlo , ſe bia tanta gran forza per confondere ,
pur mirarlo vorranno,fi poiſono con- per conuertire vn peccatore ? Signori,
uertire , c però oftende oftende donni ditemivoi prima , per qual ragione
Ifrael Templum il Rè Dauide quando fuggi fuori di
3 Mò benedetto Iddio, io ſto à ve- Geroſolima cacciato dal rebelle fi
dere , che tanta forza, & efficacia po- glio Abfalonne, gli laſciò il Palazzo
niare in queſto Tempio , che ſe per con tutti i finimenti reali à porte a
ſorte viene deftrutto , venga ancora perte , non mettendoci guardia di
quaſi che leuata à quel Popolo laſpe maggior nerdo che dieci donne ?
ranza della ſalute . Tu l'haiindouina- Reliquit Rexdecem mulieresconcubinas
Orig. ta riſponderebbe Origene. Templum ad cuftodiendam domum : e perche 2. Reg.
ho, 15. Des exiftimatur domus orationis , qua non più toſto chiuder le portedi fer IS
deftructe
in Molt. com neceſſe, eft, ut Iuda quaſi non ro,tarle digroffi iteccati all' intorno ,
habentes domus orationis ; lam non & armarla di coraggioſi ſoldati, che
habet ! prımlegiumjpeculationis Dei , la difendeſſero? Oh ,e ſedifendere nó
nec poſsint fecundum legem Deo feruire: fi poteua,perche non fare vn fardello
destretto che fù il Tempio i poueri delle gioie, vna maſſa delle coſe più
Giudei hebbero bellè fatto il reſta precioſc.e ſeco condurle in faluo? Oh
deiie coſc ſpirituali , non reſtando ttà arte
risponderete , che fù queſto vafici os
272 , La Santità delle Chieſe
ficio mirabile del RèProfeta.,il qua- penitenza fortemente ” inuitiiſe d '
le andò ſauiamente diſcorrendo intrà huomo pure non s'è egli in beftia
fe ftello : all'entrare, che tarà il mio fi transformato ; fe'l cuor di carne non
glio Abſalonne in queſta caſai miran- tiene in pietra cangiato .Oh queſta è
dola,paſſeggiandola, riconoſcendola la ragione per la quale Dauide laſciò
di loggia in loggia , di sala in ſala, di il palazzo aperto al figlio rebelle, e per
Itanzain ſtanza, gli andaràdicendo appunto l'apporta San Gio: Grifofto-D.Ch
il penſiero all'orecchio dell'anima: mo . Regiam tenendam dedierebellofi-hom.in
quetta è la ſtanza , nellaqualetu pri- lio; vt cum videret domum ,in qua creue- pfal.7.
ma víciſti all' ellere, aprifti gliocchi rat,o educatus fuerat , o Patris figna
alla luce , e con tenerivaggiti faluta - ad penitentiam veniret ; fi enim non
fti quella vita , c'haueſtiindono dall' fuiffet immanis beftia; neccor habuilſet
amoroſo tuo Padre : in quel dorato lapideum , omnia illa ſufficiebantadil.
catino ti fè lauare dalle naturaliſoz . lum reducendum : menfa, cuius cum Pao
zure;có quelle ricchefaſcie ci ti fè co- fre crat particeps, domus fedélia , vbi
prire le membra ignude;. qui di me- eum verba reconcilianerant, cüm fratris
ſe,e butiro , quì difogliuccie d'oro , ti cadem feciſſet . Ah & eccoci aperta la
fè riceuere inodrimenti primi i à que- ſtradaalla chiariſſima folutione del
Ata menſa reale à lato del tuo Padre dubbio i e l'anima tedele entrando
ſedeui , e da queſto ſuo piatto , e da in Chieſa (parliamo delle noſtre adeſ
quello fuo nappo mille volte beuan- ſo, che più accertato faremo il colpo)
da , c cibo non meno delicato , che eſirandola, paſſeggiandola,ricono
precioſo con le ſue mani tencramen- fcendola di parte in parte , vdirà il
ie ti porſe: hor vezzeggiandoti con le penſiero dirle all' vdito interno : que
carezze:hor auuiſandoti nelle man- Ata è la ftanza ; nella quale tu prima
canze ; hor addeſtrandoti ne' porta- víciſti all'effere ſopranaturale , aprifti
menti. Su queſto ſeggio il tuo pieto gli occhialla luce del sole di Giuſti
ſo Padre ſedeua , quando chela pena tia Chriſto , e con tenerivaggitiſa
di morte", che per lo fratricidio com- lutafti quella vita dell'anima,c'haue
meſſo tu meritaui, ti cangid in dolce ſti in dono dall' amoroſo tuo Padre
perdono , e ti raccolſe fra le paterne Iddio .Entro al catino di quel Sa
braccia si ſtretto,che parue deſideral gro Auello ti fè lauare nelperBatteſimo
naturale
fed inuiſcerarti di nuouo in quelle ſozzure
dalle contratte ,
vene , dalle qualititraſſe a'rinfreſchi, diſcendenza , dall'originale peccato :
a'refpiri di queſta aura vitale . Queſto colle ricche faſcic della gratia giuſti.
volto da' gemiti ſuoivdiſti allhor ri- ficante, là ti fè coprite leignude mé
ſuonare : queſto pauimento delle ſue bra del tuo ſpirto : e di mele di fede ,
lagrime vedeti all'hora bagnarſi : dibutiro di ſperanza , di fogliuccie do
queſt'aria da ſuoiſoſpiri fentiſti all. oro di carità riceuere ci fece i nodi.
hora percoſſa : e queſto èl Padre,che menti primientro à quelli habiti in
tu combatti nemico ? c quefto è'lPa- fuf . A queſta meſa reale del SagroAl
dre, che tu perſeguiti ingrato ? e que tare al lato deltuo Padre fedelti,e da
ſto è'l Padre, cbetu cacci crudele? e queſto ſuo piatto della ſagrapatena,
queſto è il Padre, à cui tu parricida e da quel fun nappo del fanto calice
vai procurando la morte ? Ah che da millevolte beuanda , e cibo no meno
queſti penſieri' ferito al cuore ilmio delicato che pretiofo delCorpo, e Sá
figlio,non potrà eſſere diceua Daui. gue ſuo medemo co le mani tuelenie
de, che piaga di pietà non ſe gli fac- tencramente ti porſe : hor vezzcgiá
cianelcuoresche d'indi il ſangue non doti con le carezzede'guſti fpiriquali:
gli sgorghi (u'l volto in vergognoſo hor auuiſandoti nelle mancanze con
foſfore, e doglia acerba non ne ſenta illuminacioni celetti:hor addeſtradori
poſcia nell'anima, che à medicina di ne'portamenti con inſpirationi dit'a
radito
‫الم‬
Per ilLunedì della Domenica IV . di Quareſima. 273
radiſo . Sì quelto feggio del Con- pij entrādo fiveggono più toſto inz
feffionale il tuo Padre Iddio fedeua peruertirſi ne' fcandali, checonuer
nella perſona del Sacerdote, quando tirſi ? Oh che bene lo raccolſe Cela
che la pena dell'eterno fuoco d'eter- reo S.dall'Euangelico teſto di S. Lu
na perditione ,che per lo fratricidio Ća al 18. nel caſo del Fariſeo . Entra
commeſſo del da' tuoi peccati mor- vn Fariſeo inſuperbito ad orare nel
talitante volte crocifiło Giesù, tu Tempio lagro , & in vece di humi
meritaui,ti cangiò in dolce perdono, liarſidi conuertirſi,più à inſuperbire
e ti raccolſe frà le paterne braccia si più ad imperuertire livenne . Se la
ſtretto nell'aſſolutione Sagramenta- medicina forzoſa eglivenne à for
le ; che diede à vedere , e deſiderana bire , e come in vece di riſanare , fe
d'inuiſcerarti di nuovo in quelle ve- gli raddoppia la febbre ? L'Euange
ne di carità , dalle quali ti trallelico teſto gentilmente ce l'addita ,
a' rinfreſchi a' reſpiri dell'aura vita- riſponde il Santo . Pharifans ftans
le dell’ainor ſuo diuino;e ſe ſpiritua- hac apud ſeorabat; fapete che mo
le ſordità tu non haueiti patito , l'ha- do tennc il Fariſeo nel Tempio ? vn
uerelti vdito nelSacerdote , che co' modo ſomigliance àquello , che
gemiti ſuoi faceua riſuonare il volo tengono molti de' Gentilhuomini,
to del petio : l'haueceſti viſto 5 - che & Artigiani ancora de' noftri gior
bagnaua dilagrime il pauimiento del ni , e forſe anco di queſta città . Se
cuore : hauereſti ſentira percolla ne vanno alla Chieſa cicalando,
l'aria del ſeno da' ſuoi ſoſpiri : e que- ciarlando ſempre con quefto , e
fto è'l Padre che tu combatti nemi- quello , ſenza mai attuarſi nel cuo
co coʻtuoiaffetti diſordinati ?e que- re , che vanno ad adorare vn ſuo
ſto è'l Padre ,che tu perſeueri ingra- Dio : all'entrare nella Chieſa , mil
to con le parole rue (conciere queſto le ceremonic affettate à cederſi
èl Padre,che tu cacci crudele con quella precedenza , che da ciaſcuno
attioni tue ſozze? equeſto è'l Padre, nell'interno del cuore è deſiderata
al quale tu parricida vaiprocurando e talvolta preteſa , à feruirli con l
la morte co'tuoi peccati mortali? Ah acqua Santa , ſenza vn ſentimento
che da queſti penſieri ferito al cuore al Mondo di quel fanto ſagramen
il peccatore,ſarà impoſſibile che pia tale . Entrati che ſono , ſubito con
ga di pierà non ſe gli faccia nel cuo- l'occhio forriero auanti à vedere ſe
re; che d'indiil ſangueno gliſgorghi c'è qualche donna , che loro all'
ſu'l volto in vergognoſo roflore , & occhio ſoddisfi : ſaluti à tutte , in
acerba doglia non ne ſenta poſcia chini à tutti, ma lo ſguardo ſolo co'l
nell'anima , ch'à medicina di peni- cuore alle belle,e gratioſe:indi ridoc 1
tenza fortemente l'inuiti :ſe d’huo- ti al lor poſto che per ordinario è ra
mo pure no s'è egli in beſtia trasfor- le ,che ſtà caualiero al ſito delledon
mato; ſe il cuore dicamne non tiene ne, poftia in ginocchione all'vſanza
in pietra cágiato.Si enim non eft im . de' ſoldati, che tirano à dadi in fu'l
manis beftiz,neccor haber Oc. certo tamburo , ci ſi fermano cosi va po
gran forza del Tempio ſagro in co- poco , maſticando vn Pater noftro ,
uertire l'anima , che hà peccato , ſe che in tanta parte fi và perdendo fra
pur lo mira, e contépla,no me lo po- denti, che non ne inghiottiſcono tá
tete negare , cheefficacemére èpro- to che ſia loro di nodrimento allo
Lato , edimoſtrato,& anco del Tépio fpirtoje poi fi leuano in piedi alcune
dell'antica legge,in cui altri grădini- volte con la corona in mano , che ſi
mi miſterij veniuano rappreſentati. fanno giucare ſulle dita;e non atten
s Ma sù A. ſe tuttocid è pur vero, dopoad altro che àridere à troſca
e come dunque i fedeli ne' lagriTé- re , à fare l'amore ; e tante volte
Mm di
274 La Santità delle Chicke
di peggio :ſenza ſapere , ò badare ne cola inolto da conſiderarfi, e temer
àciò ,che ſi cantino gli Ecclefiaftici fi.Confiderandü eft,et timendumoc .
in coro, ne à ciò , che fi faccia il Sa 6 Ma come è poſibile, che vn'
cerdoce all'Altare, ne à ciò,che li di- anima che ha fede entri nel Tempio
ca il Predicatore ſul pergamo . Oh cofa tanto efficace, e ci dimori l'ho .
queſto è il modo, che ſproportiona- re intiere dittrattamente ſempre ſen .
tamente tenne il Fariſeo nell'anda- za vn ricordo di Dio , ſenza vna me
re , e ftare nel Tempio ad orare Pna- moria del ſuo Signore, e ſe n'eſca da
rifeusſians Oc.confiderandum eft,co quello ſenzatanto di compuatione
timendum ( ſcrine Ceſario Santo) ne nel cuore , di commotione nel fan
pro eo quod ftans orauerit , ideo non gue, come ſe foſſe vna beſtia , come
meruerit exaudiri : ah dall'irreue. le foſſe vna pietra ? Oh , riſponde
renza , con la quale egli Itette , e Origene, te lo dirò io , come è por
portofſi nel Tempio nacque l'vſcir- fibile. T'arricordi tù di ciò, che rin
ne chreifece con le mani piene di facciaua il Saluatore a ' Giudei in S.
moſche , ſenza vn frutto che foſſe Matteo , che haueuano ammazzato
fpirituale , anzi con maggiori colpe Zaccaria colà fràl Tempio, el'Alca,
di quelle , con le quali entrato ei ci re ? Me n'arricordo beniſſimo che Matt,
era; coſada conliderarſi molto , e diſſe vfque ad fanguinem Zaccharie 23 .
temerſi da noi Chriſtiani, dice il $. fily Barachie's' quem occidiftis inter
che per lo più Fariſei ci moſtriamo in Templum , « Altare:borabene ſap
queſto fatto de' Teinpij. Confide- pi,dice Origene, che Zacharias s'in
randum eft, o timendum .MaPadre, terpreta memoria Domini : Zacca
enon è queſto ilcafo , chereplicafte ria vuoldire ricordo , memoria del Orig.
alSignore quando che dalta ad Eze- Signore:dunquenon ti marauiglia
chiele il Tempio per coſa tanto eff. re , che ſe ne reſtino coloro diftrat
cace ? Comedunque replicaſte in tamente nel Tempio , perche inter
contro con quellachioſa ? Signorila Templum , oAltare ab impijs me
chioſa(replicò beniſfimo , e beniſſi- moriainterficitur Dei; quando, o
mo diſſe Dio , che'l Tempioſagro Templum Dei à lafiuis corrumpia
vagheggiato, econtemplato è d'effi- tur : chicommette peccato d'irriue
cacia grandiflima al conuertire vn'-renza nel Tempio di Dio , ammazza
anima, che ha peccato . Ma'l ponto nell'anima lua la memoria ,il ricor
fà, che il Fariſco ſe bene posòil pie- do di Dio : è coſa morta non ſi può
de nel Tempio ,non ci poſe mai l'oc- muouerenon è poſſibile che gli ſue
chio attentamente à mirarlo in quei gli , che gli ecciti da quel loro letar
SagratiMiſteri ,ch'egli rappreſenta- go,e maſimefele irreuerenze ſono
ua; e ſe pure il penſiero gli gridaua laſciue;perche queſte, oh, ſono ſtoc.
all'orecchio dell'anima , che con- cate più penceranti , che vanno al
templafſe queſto , e quell'altro mo- cuore della memoria diuina, e le tol.
tiuo ,non ci badaua , ma ftaua tutto gono quella vita , che ſola potrebbe•
irreuerente aſſorbito nella cattanza dar vita alle eftinte anime noſtre
ſua , ne' ſuoi pengeri fuperbi. Hec Inter Templum oc.
apud fe orabat, come non ci bado 7 E manco male s’altro danno
Abfalonne nella caſadel Padre,ne ci non neſeguifle, che l'vſciredi Chie
badano tanti , etanti de' Chriftiani fa ſenza frutto fpirituale: peggio è ,
de' noftri tempi, che vanno , e ftanno che ce n'vſciamo co'l Fariſeo cari.
nelle Chieſe , nella caſa delPadre chi di ſceleraggini nuoue, di nuoui
Dio à fare ogn'altra coſa più tollo reati, e talvolta con irremediabile
che ad orare, come ſi deve, che à ſentenza d'eterna perditione . Oh
contemplare i ſuoi diuini miſterij dorata ſentenza di Griſologo Santa ,
che
Per ilLunedi della Domenica IV . Quareſima. 275
che ſi dourebbe leggere à caratteriď ferno', cangiandolo d'Angelo belliſ
oro nel bel mezzodi ciaſcun Tem- fimo' in vno più che deforme Dia
Diuus pio. Defperatus incurrit , qui in ipfis uolaccio.Oh dolciſſimo il mio Dio,
Chryfo. dominantis oculis offendit, o excu- voi che ſete di bontà, di carità‫ܕ܀‬, di
fer. 26. fatione caret , quifacinus ipfo Iudice pietà , dimiſericordia infinita in sùi
Tefte committit; è diſperato di per- bei primiinftanti , che vi date à co
dono colui, che pecca in ſulla faccia noſcere alle voſtre creature , rompe
del Principe con delitto lefë Maie- te ne gli vltiini eccelli della voſtrane
Statis, ne c'è ſcampo di ſcuſa per giuſtitia ? Ah non te lo difli io ſog
quello , che commette chiaro il de- giunge S.Pietro Griſologo , che non
litto alla preſenza delGiudice . Des occorreua (perar perdono al pecca
Speratusac. Ne volete voi vna fpe- to ch'è commeſſo in faccia del Prin
rienza ſtringata ? Vdiamo il noſtro cipe;che non c'era ſcuſa per lo de
Dio , che parla à Lucifero y à quell' litto fatto alla prelenza delGiudice?
Angelo, che gli fù già rebelle. Pofui Hàpeccaro Lucifero , in Cielo, ſulla
Ezechote in Monte Sancto Dei,in medio la faccia,alla preſenza diDio , Princi
28 . pidum ignitorum ambulafti : perfe- pe di quella Corte Reale, Giudice
Etus in vis tuis à die conditionis tuæ, Topremo di tutte le attioni creare ;
donec inuenta eft iniquitas in te: io ti eccolo ſubito diſperato ,caduto ,dan
collocai honorato, e grande in quel- nato , perduto , e d'Angelo del Cielo
l'alto Monte del Cielo ,Corte reale , cangiato in vn Diautolo dell'Inferno :
Tempio Santo della Maeſtà mia Di- Sic Diaboluscum eſſet Angelus, in
uina, trà mezzo à quell'empiree fel- Cælo, o coram Deo femper clarifi
ci,che dall'acciaio dell'intelletto per- mus verfaretur', o fulgens, cùm Des
coſſe ſcintillano per ogn'intorno d' tentat aures; dum in Der ſviperbit af:
amordiDio ; e perfetto tu cammi- pectu, lapfus ad terram , ad tartara
naſti fin tanto ', che in re fù ritrouato deiectus , in Diabolum mutatur ex
peccato . Hor sù Signore il pouerel- Angelo'.
lo bà mòpeccato , che volete farci: è 8 Ahe quante anime Chriſtiane
creatura anch'egli, che da ſe ſteſſa è vengono dalla diuina giuſtitia acco
vn nulla: queſta è la prima volta, bi- pagnate co' Diauoli dell'Inferno per
fognarà compatirgli, e perdonargli. li peccati , che nelli Tempij ſagrati
Che compatirgli, che perdonargli, commettono alla preſenza di Dio ?
Idem fegurita Dio : Inmultitudine negotia- Se neſtà quel giouinaltro alla mella,
ibidem . tionis tuærepletafünt interiora tua òalla predica, alveſpro; è che lo io ,
iniquitate, o peccafti, & reieci te de ſemprecongli occhi aperti ſopra le
Monte Dei : ſcelerato , forfante hai donne, è ftà norificando al ſuo com
peccaro? Preſto fuoridi queſta Cor- pagno i ſuoi ſporchi penſieri ,iſuoi
te, fuori di queſto Tempio ,che non diłonefti diſegni, & ardiſce ſpiegarli
ti voglio più alla mia preſenza . Oh anco à quelladonna medeliina ,di
Signore con vo Perſonaggio sì gran- cui và in caccia ? ah che Dei tentat,
des comeè Lucifero-, vſar tanto ri- aures ; quel Dio , che Giudice ſiede
gore?Horsù almeno almeno ,ch'egli colà nel Tribunaletremédo di quel
poſſa farne la penitenza in vn qual- le ſagroſante ſpecie Sagramentali, l
che deſerto, quale compita racquifti ode con le ſue proprie orecchie , e ſe
la gratia voftra.Nò no conchiude Id- ne chiama sioltero che coſto lo con
dio non c'è più per Lucifero ſcampo danna all'Inferno con ſentenza d'en
dipenitenza, è ſpedito il caſo luo ; è cerna irremediabile dannationes per
irremediabile la fua perditione , che excufationecaret Or. Se ne Ità
re:eci te de MonteDerecho perdidite, quella donna vana colàinmezzo
perdidi te : gli laſcia ſcorrere d'yn vna Chieſa infuperbita de'doni della
piėde in faccia, e lo precipita nell'In- natura , e dell'inuentioni dell'arte,pa
Mm 2 10
276 La Santità delle Chieſe
uoneggiandoli d'ogni intorno, e gri- alioggio ,tutto à ftrepito di tauerna:
dandocon tante lingue, quanti ſono tanta turba , tantusriſus quantus in
i ricci del capo , i ſguardi de gli oc- balneis, quantusin foro, clamantibus
chi, i raggiri del collo ,gli atti, imodi omnibus, tumultuantibus omnibus ,
ci portamenti delle mani delle brac- nequeenim tonftrina , aut unguenta
cia, di tutto il corpo: adoratemi tut : ria taberna Ecclefia eft , aut officina
ti con inchini , e fàluti, offerendomi forenſisiſed locus Angelorum , locus
vittime di cuori, holocauſti di vo- Archangelorum , Regnum Dei , Cee
lontà, timiama d'amore, perche con lum ipſum . Puomini, edonne tante
l'Idolo della bellezza, e della gratia : volte å miſtura , tanti rifi, tante bur
madonna sì: Ah che in Dei fuperbit Ic, ranti circoli,tanti romori come ſe
afpečtu: quel Dio , che Principe fiede fomimo nelle pubbliche piazze , a '
colà nel Maeſtoſo Trono di quell' pubblichi giuochi, a' balli pubblici:
Altare riceue in faccia propria le ſu- e già non è la Chieſa vna barberia ,
perbie di lei,e ſe ne chiamasioffeſo, vna piazza di mercanti , vn ridotto
che toſto la condanna all'Inferno , di giocatori ; Ma luogo d'Angeli ,
con ſentenza d'eterna irremediabile ſtanza d'Arcangeli, Corte di Dio , yn
dannatione,perche defperatus incur- Cielo ilteſſo :manon ci badano tan
rit oC. ti, e tanti de'Chriftiani, e peccano ir.
9 E non è ella più che chiara , è riuerencije fuperbico'l Fariſco ,e Lu
Chriſtiani , queſta tanta irreuerenza cifero in queita Corte diuina,in ,
de' noſtri tempi alle Chieſe , a' fagri queſto Cielo alla .preſenza di Dio :
Tempij di Dio? Dicalo S.Gio :Grilo- ahi che col Fariſeo ſtello , e con Lu- ,
ſtomo,che la piangeua fino a' ſuoi cifero ne vanno poi in eterna danna
giorni in riſpetto de primi tempi. tione, d'onde potevano riuerenti, &
Apudprimos Chriftianos ipfa Do- humiliorando co'lPublicano otte
mnus Ecclefiæ erant, nunc vero Ec- nere eterna ſalute . Moſtrateui voi
clefia domus fit, imo domo qualibet Signori di queſti, e non di quelli, e
profana magis : al tempo de' primi per meglio humiliarui,vuorate il pe
Chriſtiani, le caſe erano Chiere ; ma lo delle borſe nel buffolo dell'elemo
a’noftri tempi voltatoſi il Mondo fo- ſina perche l'huomo è come la pal
fopra tante care ſono divenute le ma, della quale ſi dice, che quanto è
Chieſe, anzi ſtanze più profane d'al- piùricca di pero , tanto più fuperba
ſai delle medeſime caſe: nam in do- s'innalza , e quanto è più pouera , e
mo quidem ordo feruari folet : bera leggiera,tanto più humilmente s’ab
ebronum occupat: omni cum venuftam bafia . E piglio fiato.
tefamula fedentes texunt : bic vero
magnus tumultus, magna confufio, SECONDA PARTE.
nihilque à caupona differunt veſtra .
Nelle caſe ſi tiene pure alcun'ordi- 10 E il modo d'afftere , e d'ora
ne, ſeruali pur qualche regola: Itan SEilmododitaefile hariconei
no i Padroni ne' luoghipiù honora- Tempio , cibàla ſcandaloſa ſagrile
ti: que' Seruidori ſcoperti, in piedi , ga, e pericoloſa cagione ſcoperta di
conriſpetto dellor Signore , pronti comecon eſſere il Tempio lagro di
a ' cenni di ſuo feruitio : quelle don tanta efficacia per conuertire ipec
zelle in appartamento diuerſo con catorii ad ogni modo ne' ſagri Tem
modeſtia , e ſilentio alla preſenza di pijtanti non ſi conuertono , anzi ſi
quella Signora attorno à quei rtca , peruiertiſcono maggiormente ; à me
mi , à quei lauori :ma nelle Chieſe , pare o Signori , che niuno meglio
oh, cante volte tutto à tumulo , tut- dell'à lui contrapoſto Publicano ci
to à confulone, tutto à rumored ' poſſa dare il modo per ottenere laws
gra
Per il Lunedi della Domenica IV.diQuareſima. 277
gratia della remiſſione de'peccati. nell' anima fedele fpofadel noftro
Narra S.LucayanziChriſto in eſſo al Chriſto : e perche à Gilberto ? Pet
18. che entrarono nel Tempio ad che verecundia quaſi aurora qua
orare vn Fariſeo , & vn Publica- dam omnium actorum coloratprin
no · Parti il primo nella ſuperbia cipia , virgineo virtutes reliquas
ſua più peruertito : il perche già l'v- venuftat pudore : Mouete il paſſo
dilte: ma compunto il ſecondo , pen- di gratia di notte ſcura in vn pra
tendoſi delle ſue colpe , partì con il
to , ditemi: diſcopre l'occhio nel
perdono delle ſue colpe , arrichito di
verde ſmalto dell'herbe le viuen
gratia,c Couranaturali fauori: defcen-
gemme de' fiori ? Eh Padre , che
dit hic iuftificatus ab illo. Defiderate
dimanda è queſta ? Se fate il ca
ſaperne il modo,per imitarne l'eſem- ro di notte ſcura , doue manca la
pio ? Eccolo raccolto nel teſto dallaluce , ch'è l'anima de colori , vo
poftilla . Et Publicanus a longé ſtans,
lete voi , che gli diſtingua l'occhio
nolebat , nec oculos ad Cælum leuare nel prato ? Addormiteui adero per
ſed percutiebat pectusfuum On vede- corteſia tantino , e poi ſuegliateui;
te , che differente modo d'orare tenne olà? s'è voltato il Mondo al rouer
melTempio ilPublicano à longėſtans ſcio ? è ſceſo il Cielo , che ſi fa
ecce timor Dei,dice il Lirano:nolebat ceua ſoffitta ſopra , à farci paui.
O C.ecce pudor, ſedpercutiebat , c. mento quì ſotto ? ò ſon venute
ecce dolor : con riuerente,e verecon- quelle gemme celefti à ftellare qui'l
do timore della preſenza di Dio : con verde , che infiorauano là sù ľ
dolore delle offeſe fatte al Signore azzurro ? Eh nè , Signori , girate
oraua queſti nel Tempio , e però de- l'occhio à quel canto , vedere
Jcendit hiciuftificatusab illo;v'otten- te sù'l palco dell' oriente che la
nele diuine miſericordie in oppoſto pittrice aurora è quella , la quale
al Fariſeo ,che meritò glieffettidella copennelli de' primi albori và co
diuina giuftitia . lorando' nel prato la faccia à quel
11 Oh piace pure al Signore in vn' l'herbette , a' que'fiori, che da te
anima vn riuerente , e timoroſo roſ- nebroſa macchia di notte Itauano
ſore della ſua diuina preſenza , e pe- prima oſcurati . Oh bella aurora ,
Cant.4. rò lodando ne'Sagri Cantici al 4. le ch'è'l verecondo rolore , dice Gil
guancie dell'anima fua diletta , di- berto , che dà colore , che dà lu
ceua ficut fragmen mali punici , ce , dà vita à quelie herbette , à
ita gena tue :le tue guancie , ò quei fiori de gli atti delle vittù ,
mia cara , raſſomigliano ad vn po- che ſono l' ornamento del prato d'
mo granato : oh Signore ad vn po- vn'anima fedele . Verecundia qua
mo granato , mancauano frutti di fi aurora quadam : non ſi ſcopri
più gentile ſembianza ; eh ſcriue vano già queſte miſtiche herbeta
Gilberto Abbate . Ipfa mala puni- te , queſti miſtici fiori nel prato
Gilb.ca gratam modeſti vultus verecun-; dell'anima del Publicano prima ,
Abb. diam corticis rubei colore defignant: che entraſſe nel Tempio ; nò , per
r. 25. mira vn pomo granato , e delica- che gli oſcuraua la notte di ſua
in cant. tamente in guiſa lo Vedrai colo- . malitia . Mà ecco entrato nel Tem
rito di roffo nella ſcorza dalla pit- pio , eccitata dal timore della pre
trice natura , che ti verrà à rap- ſenza di Dio , gli ſpunta queſt'
preſentare d'vna faccia modeſta vn alba gentile del verecondo roſſore
grato verecondo roſtore : ò prie nell'oriente della ſua faccia ; Alon
mum planè in Chriſti ſponja deco- gė ftans, ecce timor : nolebat nec ° C.
ramentum verecundia : oh ornamen- ecce dolor C.
to primo , che'èl verecondo roilore 12 Ma oh miſeria d'effer lagri
ma
278 Là Santità delle Chieſe
mata con lagrime di fangue , ò mio per luogo molto à propoſito;la mer
Signore , che pochi pochi à noftri la , la predica, il veſpro per tempo
giorni vengono dentro le Chieſe dal tutto opportuno à Cullecitarla co'
voltro diuino amore co'l Publicano ſguardi : le vogliono trattar negotij,
abbracciaci: che tanti tantivengono conchiuder trafici, far de’imercatiid?
dall'odio vofiro diuino , co'l Farileo eſtate in Chieſa al freſco , che in piaz .
ripudiati : mercè che pochi pochi za è caldo; di verno in Chieſa al cal
fuori è freddo ; Accademic
Co'l Publicano ftanno alla voſtra di- do, che
uina preſenza riuerenti , timorofi , di maledicenze ; Aſſemblee di mor
verecondi, e penitenti ; ma tanti, e morationi ; Diete didetrattione de"
tanti ci ſtanno co'l Fariſeo arditi, ſu- proſlimi, de' Fratelli; Ob alla mer
perbi , sfrontati, baldanzoſi, onde la, auanti prcdica , à tutto il veſpro ,
non sò perche è non impugnate di n'hauerai ſempre nelle Chieſe in ab
nuouo i flagelli à ſcacciarli da’Tem- bondanza .. Diciamo quello , che ſi
pij Sagri : o diſtruggendo i Tempi puòdire in vna ſola parola jiomnia
itelli non gli mettete in ſecco di beni denique hic facılıus,quam Ecclefiam
ſpirituali . Sgridarouniò Chriltani, deprebendas. Vieni alla Chieſa', e la
adetlo, e non di N. ſolo, madi tutto trouarai fatta caſa ridotto più d'
il Mondo (ſempre co'l rilperto dou- cgn'altra coſa , che trattata da Chie .
lito di tutti i buoni ) e ſgridarouui fa. Cala di ſuperbic, di vanità, dila
con le parole del Boccadoro Santil- fciuic , di rancori ditutti i ſette pec
Diuus fimo. Quid D? umos ad nugandum cati mortaliche non cenevuòman
Chryſ. non habetis ? Eccleſiam Deicontem- coeccettuare la gola , che.dibagordi
bom . 36 nitis? Siquis eft,quimodeftus effe ve- pure nella Chietà ſi tratta .
21.1.Coolit ,corrumpitis. Nunc autem. Ec- 13. N.Citrà fedele , io tiproteſto ,
clefia à foro nihildiffert, o fi non ſit e di queſteproteſte inie ti chiamo
temerarium dictu , forte nec à ſcena: contro in teſtimonio per ſcarico del
spſa adeo que hæc mulieres congre- debito mio, quel Dio , che in queſta
gantur fe fecomunt , ornant: che ? Corte ſua Regia ſe ne Aà colà afico
E non hauete cale da ſtar treſcando ?. forto di baldacchino reale,con quel-
A queſto modo ſtrapazzate ,. c di li Angeli Santi curti, che gli fanno
ſprezzate la: Chieſa dell'Altiſſimo corteggio attorno di Paradiſo , que-
Iddio ?. E ſe v'hà in eſſa ch’in mode- fta non è caſa di vanità, di mormo-
fto filentio fi voglia ſtare orando ; à rationi , di lafciuie , di peccati , ma
forza d'inuiti , e di mal'eſempio lo caſa della Maeſtà delSignore , caſa
corrompete ? Già s'è fatta la Chieſa d'oratione. Domus mea.,domus ora-
vna pubblica piazza ; e ſe non è te- tionis: tai quì da orare, e non ciar-
merità il dirlo, è divenuta quaſi vn lare: trattarnegotijdell'anima,e non
Salone, vn Teatro di comedie, tante delcorpo ; lodar'Iddio , e'luoi Santi,
ſono levanità ,con le quali inefla e non malmenare per Bocca i tuoi
adornate, epulite fi fanno vedere le prollimi: piangere i tuoipeccati, e
donne : mapeggio delle donne fan- non ſtare nelle riſa , e ſulleburle : in-
no gli hromini ancora :: Signorisi, namorarti diDio , e non far l'amor
fi quis corrumpere matronam cona- con gli huomini e con le donne. Hai
tur Locum hunc maxime idoneum . l'eſempio delFariſeo ; hai l'eſempio
putat , cernere quid , autmercari luo del Publicano :pondera la riuſcita ,
bet ? magis idonea eft Ecclefiasquàm la ſpeditione dell'vno ; pondera la
forum : diceremala audire malavis.? riuſcita', e ſpeditione dell'altro ; &
o hoc frequentius hic , quam foris : arricordandoti , che lei in faccia del
Se vogliono far la gambetta ad vna Principe', che ſei alla preſenza del
ägliola ; far cadere nellaccio vna Giudice , riſoluiti à ciò , che meglio
dunna honorata : hanno la Chieſa ti torna ,e reſta in pace. Amen.
IL
279
met

IL MISTICO
A L B E R O
Per le glorie di San GIOSEFFO .
Cum effet defponfata Mater Iefu
Maria Joſeph :
CI :
S.Matt.c. 1.
Ittaſi taluolta vn pic- che nelpicciol grano , alla fola pic
ciol grano alla terra, & ciolezza riguardo tiene, e non sà co
G ecco mentre disfatto me da vn quaſi che nulla si grand
voi lo credete , ò Si-
gnori, fattoli di quel guſcio, che pri.
effetto ne legua: ma non ſtupiſce,Si
gnori,quell'intendente , cui l'effica
ma gli fu ſepolcro , vna culla , quaſi cia della virtù ſeminale è chiara , e
che vn'altra Fenice dal fracidume nota ſapendo ei molto bene che per
del ſuo cadauero rediuiuo riſorge vigore di quella nel picciolo corpic
in vn germoglio gentile. Aſſoiniglia ciolo di quel granello eminente
ne' primigiorniadvn'herberta ridé mente fi contiene quell'alta pianta .
te,ad vn fioretto gentile,e pargoletto A ſomiglianza tutto del Santiſſimo
nel materno grembo di verde ceſpo noſtro Patriarca Gioſeffo , Ode , è
- jedendo , comincia à fermar ſulla legge quel poco ſaggio le grandez
terra i vaccăllanti piedi delle cadici, ze di queſti, e dall' vn canto lo vede
giucando anch'egli con l'aure,ſcher- quali eminente , frondoſa , feconda
zando anch'egli co’zeffiri, e dalle pianta , tanto in Santa Chicla innal
poppe dell'alba ſucchiando anch'e- zarſi, che all'ombra della cuſtodia
gli il latte della rugiada ; ma toſto di luiagiatamente di ripoſarſi pro
fatto di germoglio virgulto ,ftrica frà tefta la Vergirella Signora , e da'la
poco le mani de'ramuſcelli fuor del- poroſi frutti di lui colſuo Bambino
le faſcie della tenera ſcorza , e dila- Giesù dolcemente nodrirſi. Sub omCant.c
candopoi le braccia de'tronchi,alza bra illius, quem deſideraueram ſedisa om
guerriero vn gencroſo cimiero in fructus eius dulcis gutturi mco : e mi
ver le ſtelle ; ſi che già fatto Gigan- rando dall'altro la picciolezza del
te , Briareo nouello di forte corazza feme delle ſuccinte parole,chedi ef
armato nell'indurata corteccia ,tante fo ſi leggono nell' Euangelio . Cum
ſpadc impugnando di tanti rami, efset defponfata Mater Ieſu Maria 10
tanti ſcudi imbracciando di tante ſeph. Ei altroue 1ofeph virum Maria ,
frondi, porge difeſa ombroſa à chi 'de qua natus eft tefiis. Stupiſce , che
da’raggi ſolari ripararſi pretende,ci- da vn quaſi che nulla , che di eſſo
bando inſiemede ſaporitiſuoi frutti parlanole fagre lettere , ei venga
chi le forze ſuenute diriſtorarſi pro- poſcia da'Santi Padri,e Dortorí tan
cura . Soupiſce quel poco accorto , to aggrandito , & innalzaco: ma non
ifty
280 IlMiſtico Albero
iftupiſce quel Sauio , che nelle pu- giardinieri, ſono ſtati più di carote ,
che parole la virtù ſeminale ricono che di pomi fecondi . Altro fi dun
ſcendo , chiaramente intende, che que il giardino , giardino miſtico ;
per ragione di quel diuino decreto , l'antica Ichiatta , e reale di Dauide ,
Ch'eleito l'haueua alloſtato altiſſimo & Abraam . Liber generationislefu Matrb
di Marito vero,di matrimonio rato, chrifti filý Danid,fily Abraam .Giar- 1.
non conſumato ,della Madre di Dio dino in tante violette gentili per ap
Maria , diPadre putatiuo , e legale punto diſtinto ,quante ſono le gene
del Figliuolo di Dio Giesù , e di coa- tationi, che iui Matteo Santo diftin
diutore in terra del Sagroſanto Mi- gue . Abraam autem genuit Ifaat ,
ſtero deli Incarnatione del Verbo, iſaac autem genuit Iacob, conquel
non poteua che creſcere, e dilatarſi che liegue;adornato ditantinobilis
con ampiezze, & altezze in Albero fimi germi, arricchito ditáti cedri, e
eccello , e fecondoà marauiglia.Ma cipreſli,quanti Giudici,Re,Profeti,e
non vi ſpiaccia. V. di feder meco al Patriarchi con lo ſteſſo Matteo, San
quanto ſotto di queſta pianta felice, Luca altroue vi conta. qui fut Da- Lucki.
evagheggiare a bellagio la di lei mid ,quifuit Abraam ,qui fut Adam ,
grandezza, e bellezza , dal primo qui fuit Dei . Fortunato di rito ſulle
eurain
germogliare, che fece in terra, al ſpalle diuine; port auit eurn humeris Deuter.
in humeris
trappiantarla , che fe'l Signore ne' fius, felice di clima ſotto l'ali di Dio , 32 .
glorioſi parchi del Paradiſo .Conf. ſuper eum palitans; diterreno fe
derando inſieme I ombra grata , ei cace,in generatione infinita i multi Gen.12.
dolcifrutti,cheà Maria , eGiesù ca- plicabo femen tuumficost ftellas cæli:
ra , & amoroſamente porgette va di coltura eſquiſito , fotto la ſpecial
tempo , & incomincio . cura del prouiſore del tutto ;?te in vi
2 Poſto dunque lo ſtabile fondar meam meamientro de' quali in fineMattko
mento , che l'eminenza , e bellezza natura ,e gratia con ruſcelletti,efonti 20°
dell' Albero Gioſeffo Santo dipen- di fauori celefti ,e terreni,con fiori ,
delle dalla virtù ſeminale della di lui c frutti , di grandezze temporali , &
altiſſima elettione; diciamo ,che tol- eterne , alla lotta giucauano del più
toſi in mano Iddio queſto vigorofil- non poſſo. Quidvltra debui facere vi
fimo grano, penso come prudentif- neamea, o non feci Giardino infi. Efa.s.
fimo Agricoltore di ſeminarlo nel ne ,che Agricoltore hauendo lo ſteſ
più gentile giardino , che nel vaſto fo Eterno Padre;Pater meus Agrico
terreno ditutta lanatura humana di la:Mariavite produſe,cheall'Àlbe. Toa . 15 .
ritrouaſſe, ma qual giardino fù que- ro maritoGioſeffo noftro appoggia
Plin . fto ? Antiquitasnihilplus mirataeft, ta ,frutid fecondaVergine il grappo
nat.bil quâeſperidum hortos, acRegumAdo- lodell'eternavitaGiesù.Ego quafivi.Ecclif.
vis, Alcinoi,ſcriſſe già Plinio.Ce- tis frutificauit . cum effet defponfata 24.
lib. 19. leberrimifurono pretio l'antichitài Mater iefio Maria 1ofeph . Inqueſto
cap. 4c giardinidelle forelle Heſperidi ,e giardinoadunque volle Dio, che fe
delli Regi Adone, & Alcinoo : tor- minata germogliaſſe miſtica la no
tunati di Sito ,telici di clima,di terre- ftra pianta : qui ſpuntò radicata, qui
noferaci, di coltura eſquiſiti; entro ſi nodris,quicrebbe, fiorire, fruttar ſi
de'quali in fine natura ; & arte con vide , acciò da rozzo terreno il ger
ruſcelletti, e fonti,con fiori, e frutti, moglio gentile non foſſe inabaſtar
quaſi che in teatri pubblicipereter- dico , Iacob autem genuit Iofeph vi.
narl I'vn l'altra alla lotta giucauano rum Mariæ, oC.
del più non pollo . Ma ſe volete, ch ' 3 Ma il campo in fine per fe me
io ve ne dica il mio parere ,hauendo deſimo non può daie , che feluatico
hauuto più Poeti , che Storici per il tronco , ' t'lgentilmente inneſtarlo
vie
Per le gloriedi S. Gioſeffe. 281
viene dal giardiniero.Intendiamoci, mouimenti, e fattezze puntualmen
Formato ch'è l'embrione colà nel te fimile almio nodricio Giofeffo .
ventre materno, che tanto può il ge- Dunque fù Giofeffo nel corpo fuo
norante , e non più ; ſi può dire eller formato copia belliſima preceden
quel corpo innanimato vn ſeluatico te all'originale belliſmo dell'Incar
tronco, ſoura del quale ilGiardinie- nato Figlio del Padre Dio , Oh Si
ro Dio Creatore fà poſcia l'inneſto gnori fi formaua quel corpicciuolo
dell'anima ragionevole. Voleua colà nel ventre materno con la virtu
Dio dell'Albero Giofeffo noftro far de' genitori perfetti, e nel quagliarli
gentiliſsimo inhelto, quanto alle do- primo de' principi primigenij mem
ti tutte della natura:eche fece Sciel- bri, cuore, ceruello, e fegato, corſe
ſe il ſeluatico à compitezza tutta ot- ro coadiutori co'loro intumi l'Arie
timamente conditionato : vuò dire, te, il Cancro , e'l Gemini con gli al
gli formò il corpo belliſſimo otti- tri ſegni alle nature loro ignee ,ac
inamente organizzato ,e temperato : quofe , acree correſpondenti ; e fi
& à che fine?ſe non per fargli ſopra temprarono inſieme così felici,ed'
gentiliffimo inneſto d'vn'animaper- accordo , che inpofſeflandoſi del
fettiſſima quanto alla naturale per primo i primi,del ſecondo i ſecondi,
fettione ; c però foffe proportionato del terzo i terzi con la manutenen
ſtromento alle di lei perfettiffime za congrua degli altri tutti vn do
operationi. La conſequenza è chia- minio foane , non tirannia violente
ta: perche trattandol d'agricoltore vi eſercitauano. Quindi diſtinta poi
prudente , licome có ficurezza mo- l'ordituramirabile,matenerella an
rale dalla gentilezza dell'inneſto e- cora dell'oſſa tutte , in tellitura non
letto ſi può argomentare alla buona mai balteuolmente ſtupita , vi s'in
diſpoſicione del ſeluatico , che li hà trecciauano le ſottilillime trame
da (ciegliere così dalla buona difpo- dell'arterie , de' nerui, e vene, co'li
ſitione del ſoluarice ſcielo ſi può gamenti,i tendini, e le membrane:e'l
argomentare alla gentilezza dell'in- Toro intanto , la Libra , e' Capro ,
neſto ,che lihàda cleggere:ne il con- che di terrea natura ſono,indurando
ſequente è falſo,ſapendo gli Anima- gli andauano , & annodando ;ma con
ftici,che bizzarra è la queſtione ven- tanto riguardo, che'l Peſce, e gli altri
tilata frà d'eſli . An detur anima vna acquol tanto dell'arrendeuule vi
perfectior alia ,quanto all'indiuidua- conferuaffero , quanto ad vn'agile
le perfectioneze comevenga da mol- moto picghcuolmente forti ſi ritro
ti , a' quali pure io mi ſortoſcriuo , uaſſero .-Allhora ſi cominciarono à
dottamenteſoſtenuta l'affermatiua. generare il ſangue , e gli ſpirti tarti ,
Ma chi ciproua l'antecedente dell'- di vita , e ſenſo , emoto ;e concre
eſquiſitezza sì fatta del reluatico ſcendo la carne, gonfiarſi imuſcoli ,
corporale dell'Albero Gioreffo no . empirli ilvuoto , formarli i ſeni, e
ftro ? Chrifto medelino Signori porſi figurata la forma di parte in
nella ſtoria orientale appreſſo Gra- parte: e Gioue la sù dalCielo guar
Grat.in tiano : volete teſtimonio migliore ? dando il fegato , tratta feco in ami
vita S. one hebbe à dire : Ego eram ſimilis cheuole alpetto la ſtella d'amore.co
Tofl. 2. lofeph in omnibus. lo Verbo Incar- pioſo , e dolce, e purgato il ſangue
nato à giuditio della Sapienza diui- vi raffinaua : mentre nell'atto itello,
na nella ſimmetria de membri, e de- entro la maſſa humorale Marte la
licata miſtura de' più ſoaui colori, il bile accendeua ; fomentaua la ma
più bello de gli huomini ; fpeciofus linconia Saturno ;, la Luna nella pi
forma prefilys hominum ; appariſco tuita operaua ; ma con tal concerto.
di Atatüra,diforma, di naturali geſti frà d'elli , chela bileNa
acuendo (pro
nal
282 ilMiſtico Albero
naffe, non trapportaffe ; che la ma- tro la cedeua inferiore, mentre che
linconia refiftendo, ſtabiliſie,non or- Chriſto , Similis erat in omnibus.
tundefle : che la pituita inondando , 4 Oh poteuafi , ò Signori dall
piaceuolmente innaffiaſſe,e non im- Agricoltore Dio nobilitare più il no .
petuoſa diluuiaſſe. E ' Sole in queſto biliffimo inneſto dell'Albero Gioſef
i ſuoi reali raggi drizzando al cuore, fo noftro ? Ma vaglia il vero , che la
gli ſpirti vitali ad eftremo potere in- doue ne gl'inſerti, che delle piante
generofiua : mentre ne gli animali naturali í fanno, il domeſtico, ches'
ingegnoſo Mercurio entro a'ſeni del inſeriſce, pare che in certo modo af
cerebro à più dilucidarli s'affatica- forbiſca in fe ftello la ſaluatichezza
ua . Erano le amiche ſtelle tutte pró- del tronco inneſto ,comunicando al
te venute al miniſtero prouiſto dal la pianta la ſua domeſtichezza: nell'
primo loro Motore ; gli aſpetti tutti incerto miftico dell'anima col corpo
nemici, è ſpariti, ò firperati, è ſepol- humano il fatto corre al rouerſcio ,
ti. A che più dimne ? ricoprìdi pel- perche il ſeluatico della carne pare
Je, velo delicatiſimo di inateria ', e aſſorbiſca in certo modo in ſe mede
tintura al velato lauoro corriſpon- fimo la domeſtichezza dell'anima, e
dente. Oh & ecco venne Dio al ſuo l'inſeluatichiſca ,cótrahendo la mac
tempo all'inneſto, creò, infuſe, l'ani- chia dell'originale peccato: e queſto
Gcn.2. maifaétuseft in animam viuentem : pure adiuenne , non lo potiamone
anina di ſoſtanza, mancò poco non gare, all'Albero Gioreffo noftro , co
difli angelica; d'intelletto quaſi che- me rampollo ch'egliera pure d’Ada
rubico ; divolontà poco meno che mo, in quo omnes peccaverunt. Egli Ad Ro.
ſeraficainelle potenze ſteſſe entro gli era dunque da inſerire dinuouo , es.
organi riſedenti emulatricedelle po- co'l piùgentile inſerto della diuina
tellà, e virtù, di poſſanza , & isforzo gratia giuſtificante. Ma che credete?
più ſublimato į Signori ſempre frà che à comunale guila ſe l'inſeriſſe il
termini della natura ) fi che apparue Signore ? Guarda . Sanckficationem Io:Ger
Gioſeffo ne' tempi ſuoi fiocchi d'oro in vtero recipiens,dice con altritanti fon . fer.
nel crine ; latte, e vino nel volco; ala. il Cancelliero Parigino . Signori voide Nat.
baltro per ricoperto; auorio il nudo; lo ſapete,come ſi fanno gl'inſerti.Si Virgin.
con le Muſe ne' derti , con le Gratie fradica prima lo ſpinoſo tronco fuor cöfidi 3.
ne gli atti ; la pudicitia, e l'ainore nel della macchia ſeluaggia: di trappian
guardo, e nella fronte ; anticipata- ta nel campo aperto,e dopo qualche
mente kempre all'età ,ne' ſenſi viua- tempo paſſato ,ilgiardiniero co'l fer
ce ; nell'ingegno ſottile; nel giuditio ro gli recide il ſeluatico, e co'l genti
maturo; ordinato nell'appetito; effi- le domeſtico ne lo inſeriſce. Chiede
cace nel voglio, enell'operare cofta- telo adeſſo alli Teologi, che vi di
re . Diciamo tutto il dicibile , nel- ranno, che'veniuano gli altri ſeluati
la natura tutta in tutto ſimile àChri: ci fanciulli del Giudailino, dopo che
fto. Ego eram c. onde egli è qui ſradicati fuori dalle macchie delle
forza affermare, cheſe Chriſto ienz' materne viſcere; dopo chetrappian
alcun dubbio in quanto huomo fù il tati all'aperto nel campo di queſto
più perfetto dell'humana naturama . Mondo,l'ottauo giorno rinſeriti dal
Pf.4. Speciofus forma prefilishominum ; lamano diuinacon l'inneſto paradi
e Maria di lui Vergine Madre à fi- Uno della ſua gratia , recidendo loro
curezza tutta ortenne il luogo fe- il ſeluatico della colpa contratta nel
Cant. i. condo ; Pulcherima inter mulieres ; taglio della Circoncifione, la quale
Giofeffo à forzoſa ragione della na- nell'antica legge fù Sagramento. Ma
turale perfettione , fe non la terza l'Albero Gioleffo noftro , prima che
piazza occupaua ,almeno à null'al- trappianxato nel campo di quello
Mon
Per le gloriedi S.Gioſeffe. 283
Mondo , prima che ſradicato dalle gonna così pulira veftiua , fiorito il
macchie delle materne viſcere , anti crine così leggiadra ingemmaua,che
che nato, colà nell'aluo della ſua ge- la diletra del Giro glorioſamente fi
nitrice ; l' Agricoltore Iddio , che dichiaraua , onde con iſpirto diuino
pianta ſpecialiſima l'haueuaeletto , di ſtagionati frutti feconda madre
con modo ſpecialiffimo ancora del al fuo tempo profetizandola , lim
la fua mano à rinſerire lo venne ſen- boleggiò in eſſa vn certo tale , che
za taglio dicirconciſione alcuna, le- non sèbenechiſia.Non vi affatigate
uandogli il ſeluatico del peccato , e la mente, o Scritturali , in ricercare
co'l domeſtico ramoſcello d'oro del, oue ilProfeta Reale vna tal villaw
la ſua gratia , non fuelto nella valle godeſſe : l’hauete pel Salmo primo. Pfal.r.
d'Auerno da quella pianta , che iat- Et erit tanquam lignum , quod plan
tabonda nel morto fl và vantando , tatum eft fècus decurſus aquarum ;
pregiando, che auulfo uno non deficit quod fructum ſuum dabit intempore
alter :ma colto in lul Caluariodel ſuo. Ma fermati, mi riſponde Filone Pbilon.
la futura Croce del venturo Meſia il Veſcouo Carpatino : queſto tale , Carpa .
formalmente ſantificandolo . San- che non conoſci è il Giuſto. Il Giua'
Etificationem in vtero recipiens. ito ? Iuftus ? Iofeph autem cum effet
s E chi porrà agguagliare con la Tuſtus; io l'hò dibocca dell'Euange
facondia del dire i glorioſi augmen- lo. Dunque di Giofeffo la profetia s'
ti , che fece poſcia l'Albero auuen- inteie, che felicillima pianta fù dalla
turoſo ? Iofeph ei fù chiamato , che mano diuina trappiantata lungo la
Augmentum , Additus , Adanctus , è chiara viua corrente dell'acque del
interpretato ; per figurare l'altezza, la ſua gratia attuale , acciò mirabil
l'eccellenza, l'eminenza alla quale mente creſcendo , e bambolina lat
egli doueuaauuantaggiatamente tante, e fanciulletra fronzuta ,e gio
ſempre girli auuanzando . Dauide uinetra fiorita, e virile feconda, por
colà vna volta vide vna chiara cor- gelſe à tempo ſuo & ombra ,e frutti
rente , l'acque dicuihora placidette alla diſegnata ſua Spoſa , e di leiFi
ferpendo, dal vicino fondo increſpa- glio ; Quod fructum fuum dc.
te vedevanſi trà sfatti argenti girar 6 Er ecco contemplandelo vo
miſchiati i granellini d'oro dell'are- giorno Bernardino Santo da Sienas D. Ber :
noſo lor letto: hora da' tributarij ru- eſclama,e dice.Credo Joſephum fuif- nardin.
ſcelletti intumidite al quanto nella semundiſſimum in virginitate i pro- Senen.
creſcente, tanto piùterſe, e quere in fundiſſimum in humilitate; arden- tom . 3.
ſulla faccia dauanſi à diuedere , tilimum in charitate ;altiſſimum in ferm.de
quanto che'l piè affondauano più contemplatione , ut effet adiutoriumS. Toſe
nel profondo. Erano le molliſponde fimile Vergini . Olà che veggio ? Oh ph.
herbore,pingui, e fiorite, e d'affilate mirabile pianta Gioſeffo Santo ? Di
piante àlungo tutte arricchite. Vna fiorita virginità coronata in profon
infrà l'altre tante ei ne vide , che gli da humiltà radicata ; da' pomi d'oro
rapi con l'occhio la mente ancora ; di carità caricata ; con cime altilli
& à fe tralle con gli ſguardi dell'vno me di conceniplatione eleuata. Glo
anco dell'altra il penſiero . Mercè rioſi pregi , che non poflo io fpiega
che per diſotto con mille bocche re con termini, che del fuperlatiuo
aſcoſe i più gentili, e virtuoſi liquori vniota meno racchiudano. Virginei
dalle nodricie poppe di quell'onde fiori di purità più mondadella diur
vicine bambinella ſucchiando, & at- na luce : humili radici nella cogni
trahendo ; al diſopra poſcia amoroſa tione,e disprezzo di femedeſimo più
fanciulla, poſtoſi lo fpecchio all'oc- dell'abitfo affondate: caritatiui pomi
chio de'correnti criſtalli, frondofa nella maturanza d'amore più lam
No 2 peg
284 IlMiſtico Albero
peggianti del fuoco : cime contem . ſciagura : ma diremo di ciò due pa
platiue del ſapere fuperno più dell's role nell'altra parte . Horsù doueux
Empireo cleuate : fiori inondillimi, Dio prouedcre di marito à Maria ;
il candore de' quali fora baftante ad dunq; li atomigli ad cila nelle per
abbagliare anco le vitte aquiline : ra- fettioni , e non ineno gratuite , che
dici protondillime, nell'abillo delle naturali: & ecco nuoua ſublime pre
quali affilata G luanirebbe ogni te- rogatiua: che le Maria immacolata
fla cherubica : pomi amoroli , il mente concetta immacolata ville
fiamineggiante du quali itinorireb- mai ſempre i Gioſeffo ſantificato
be anco l'heiperida frutta : cine al- prima che nato ,lanto per tutta la vi
tiflime, fortó la fronte de'quali na- ta conferuofli mai ſempre . Oh Al
ni appariſcono i più giganti cipref- bero auuenturoſo . Non mi parto
fi . E poteua mondo meno fiorire , dalla metafora preſa . Signori per
mentre ſotto l'ombra di lui doueua ben inſerte , alleuate , accarezzate ,
poſare l'immacolata in tutto con l'a che ſiano le naturali piante , ſempre
Agnellino in ſeno ,che và paſcendo dal piede cacciano ( peròche in fine
Cant. 2 trà gigli ? Qui pafcitur inter lilia ? e è feluatico ſempre) qualche germo
potena radicarli profondo meno , glio ſpinoſo , qualcherampollo infe
mentre co'l tronco ſuo doueua fer- condo ; & à chi lo contempla pare
uire d'appoggio à quella donna for- con politico auuilo , che le radici ve
te , che tra le braccia reggeua il por- dendo colà ſopra det trono del na
titore del Mondo : Mundum pugillo turale lor tronco agnoreggiare ftra
continens ? e potella men’amoroſo pieri rami,e cigoroli cliggere il tri
fruttare , mentre recare il ſoftenie buto di quel Toftantioro alimento ,
mento doucua à quella Vergine ma ch'elleno à sì gran coſto di ſotterra
dre , che amoroſa nodrice lattaua nei raggiri (cauano fuor della terra ,
quel Figlio Iddio d'Amore , che è irritate , ſdegnoſe tentino di ribellar
SoChi, prouiſore del tutto ? Per quem nec ſij che però d'ogniintornopullulan
ales efurit ? E poteua men'eleuato do dal ſuolo ſpiritofi igetri, ſem
alzarſi, mentre douea ſtare contem- brano d'accampace locfotto mille
platore faccia a faccia affilato per ſeluatiche picche in vn ſquadrone
anni tanti nella Madre , e Figlio di ordinare e non c'è dubbio , chies’ac
Dio, emulatore in tempo di quell'- curato il giardiniero non accorreſſe
eterno beato ?. tunc autemfacie ad fa- con la inano,e co'l ferroin aiuto del
ciem ? ch Credo,credo loſephum ( c. domeftico amico , la vincerebbe il
ut effet adiutornim ſimile illi : ſeluatico affollato ', affogandolo en.
7 Queſto è quello che diſſe Dio tro vna fame ſtentata aſſediato . Ma
là nella Geneſi ,quando proucdere viene quelli,iſuelle , ſchianta ,recide,
Gen.... doueua al Protoplatto di mogliefa- e nel dominio acquiſtato l'inforto
ciamus ei adiutorium fimile ſibi : fi fatto aſſicurato mantiene . Corre la
hà da ammogliare Adamo z lia con parità , egli è vero , d'ordinaria via .
vna donna ſomigliante ad effo nelle anco nelle miſtichehumane piante ,
fattezze del corpo , acciò che l'ami; che prima feluaticbite nella colpa
ne' coſtumi dell'animo,acciò che le- originale,inſerte poſcia con la gratia
cohabbia pace ;ne'beni della naru- ſantificantc , gittano ad ognimodo.
ra, acciò la ftimi ne'donidella gra , ſempre dal piè ſeluatico della natura
tia , acciò l'adori. Che quam male in Adamo ſcaduta qualche rampol
inæquales. veniunt ad aratra iuuenci, lo ſpinoſo dipeccatoattuale.E gran
T am premitur magnoconiuge nupta mercè al giardinieroIddio, il quale
minor : così diccua colei,che in ma- re con il ferro , e la mano della gra
ritaggio inequale piangewa la luam tia boca preferuatrice , hora di penim
ten
Perle glorie di S.Giofeffo . 285
het tenza in aiuto non ci accorreſſe,fo- Oʻc. Ut effet adiutorium fimileilli.
dun ra ſpedito il calo ; e piante ſecche , 8 Quinci non è poffibile arriva
morte di fame fpirituale in piedi, ci re ad intendere à qual'altezza emi
trouareſimo à fiamme eterne dan, nente di ſantità lubliimato veville
pati . Ma corre quegli al ſoccorſo e' quell'Albero miſterioſo Giofeffo S.
preujene , e preferua, e condona , e dopo il matrimoniorato , mai con
rimette, come che più gli piace : Ma fumato con la ſempre Verginc vite Eccliſ.
la pianta Gioreffo , fù per via ftraor- Maria, e più dopo ilvirgineo parto 24.
dinaria guidata . Iofeph repletus gra- diuino Grappo Giesù . Ego ficut via
tia peccatum mortale quodlibet fupe- tusfructificaui Certo ,che gliauuan
也是 Io.Ger. rante, afferma il dottilino Giouan zi delle piante comuni qui della ter
ofer. de Gerfone. Tale fu la cura, che ne pre- ra, dipendono da' naturali aſpetti &
NatuV . ſe il Giardiniero diuino ,che preue- infludi del Sole, e della Luna, frà gli
nato d'aiuti sépre efficaci, indubita- altri tutti poderofilimi rettori di
to ſempre conoſcitore delvero ,fem- queſti effetti, come di concerto af
pre voglioſo riſeluro del bene ; con fermano Fiſici , & Aftrologi, perl
la prudenza regolatrice del fenno , eminente cauſalità di quello , è vici
con la giuſtitia ponderatrice del yo . Banza al Mondo baſſo diqueſta.Ma
glio, con la fortezza, e temperanza non men chiaro che gli auuanzino
moderatrici dell'vna e l'altra poten- Ari di ſaneità dipendono dall'influé
za iraſcibile, concupiſcibile ( feli- zedigratia
cillimo d'eſlo ) mai fù , mai fà cac- de'miſtici luminariSole Cant.4.
Chriſto , Luna Maria Sol Iuſtitiei
ciale dal ſeluatico del Padre Ada- Pulchravt luna . E qual'altro mai
mo gitto fpinoſo alcuno di peccato nell'horto di S. Chieſa . Hortus con
mortale . Ma che dich'io di peccato clufus, ne godette aſpetti più cari ,
mortale ? Giouami credere che mai influenze più benigne dell'Albero
gittaſſe germoglio alcuno infelice noftro auuenturoſo ? Egli dell'vna
manco di colpa veniale , che fofle Verginella marito : egli dell'altro
almeno dopo il maritaggio ſeguito Nodricio , e Padre putatiuo , e lega
con la Vergine donna . Atreftatrice le . E chi con ſguardi più amorofi
ne ſia la Aefla Immaculata fua don- vien riguardato dal Bambinello Fi
na Vergine, la doue à Birgitta ſanta glio , dalla Verginemoglie , del ma
ella diſſe . Iofeph nullum verbum non rito ,e del Padre? Oh grandezza d'
Inreu . honum protalit,necotiofum :mortuus impenetrabil ſegreto ? Tratta Mosè
B. Bir . carns, a mundo non nificeleſtia de alcunigiorni con Dio , quafi mini
1.6.6.59
fiderabat : Mai diffc Giofeffo paro- ftro , e ſeruo co'l Principe, con il
la orioſa , ò men che buona :viffe Padrone, ene riporta Juininofala
mai ſempre morto alla carne , & al faccia, come che di beato : Giofeffo ?
Mondo, e tutti li ſuoi defij di conti- tu , che per anni canti collo ſteſſo
nuo al Cielo indrizzaua : dunque in Dio trattatti,come Padre ,c Signore
che mai puore venialmente pecca- co'l Figlio vbbidiente,e foggettoiche,
re , ſe non peccò di lingua nelle pa- di beatiſplendori glorioſo nell’ania
role , ſe non di mano nell'opere , ſe maneriſplendefti? Vola vn Serafino
non di cuore negli affetti poteua dal Cielo,e con l'acceſo carbone pu
0
peccar di lingua nelleparole, mai rifica yna volta de labbra at Profeta.
menche bene parlando ?porcua pec- Iſaia,e n'è dimato perciò il maggio
car di mano nell'opere , niorto alla re trà li Profeti. Gioleffo ? tu ,che
carnc, & al Mondo viuendo ſempre? da'baci infmiti dell'amoroſo. Giesu
porcua peccar di cuore ne gli affeta infinite volte nelle tue labbra forti
ti, non altromai checoſeceleſti de- diuinizzato à quale fima frà i Santi
kiderando? Iofephum nullum vertum ti ſublimafti ? Trè meli conuerfa
Chri
286 il Miſtico Albero
Chriſto non anco nato co'l Precur- poſte ,e riſpoſte giornali trà Verginie,
ſore Giouannipur’anco chiuſo nell' einarito,che ripieno veniſti diS.Spi
aluo della ſua madre, e gli apporta il rito ? E ſe all'incontro di quella fac
primato intrà ifigli didona?Gioſef- cia maeſtoſamente diuota eſtatico
fo:Giofeffo :Tu,che più luftri cóuer- l'Areopagita diuiene ,e poco manca
fafti con eſſo , indiuiſo con eſo , in non cada in forſe,s’ella è preſenza di
vna vita comunei quale fouranità di vn Dio:alla preſenza di lei continua,
Atato ne riportati? Filſa il Saluatore e famigliare, in quali eſtaſi di ſtupo
vna ſola occhiata in Matreo,c di Pu. re,e d'amore aquila contemplatrice
blicano in Appoftolo fe lo riforma . non t'innalzaui ? Innamorata Fenice
Giofeffo ? Tu, che da' ſguardidiuini non t'accendeui ? Signori ville Gio
criuellato venifti,dall'aurora alla fe- feffo in fimile vita con Maria,e Gie
ra per si lungo corſo di tempo , di S. su da trent'anni in circa ; per me lo
prima che nato ; in qualHeroe del Atimo iniracolo atſai maggiore , che
Cielo fofi perfettionato ? Chrifto fe -vedeſi per trent'anni continui
nelle veſti coccato ſanaua i corpi , e durar la neue nella stera del Sole, ne
l'anime ſantificaua:Gioſeffo ?Tu,che li ſquagliaſſe ; durar la paglia in vna
à numero innumerabile à collo nu acceſafornace, ne incenerille.Viuet
do teneramente te l'abbracciarti , è trent'anni con Maria , c Giesù in tale
ne veniſti abbracciato ; che fancità, è vita comune, e la diuotione non lo
ſalute ne ritraeſti ? Vn giorno Pietro fquagliaſſe , e nonVinceneriile l'a
vide it fuo Signore glorioſamente more ? Miracolo delli miracoli . Ma
nel corpo trasfigurato ,e dall'oggetto pure ſquagliaua Giofeffo in Jiuote
rapito ,già fe lice fi ltima; e del Para- dolcezze ineſplicabili; e non ſi disfa
dilo ſcordato eſclama,e dice;Domi- ceua , che delli ſquagli felli 10
Matt, webonum eſt nos hic effe:Gioſeffo ?Tu tricaua : e pur'inceneriua in quegli
-17. che sì fpeffo trasfigurato glorioſa- ardori amoroſi impercettibili , e
mente lo rimirali, come dice Ber- non s'annichilara , ' che delle cene
nardino ilminore ; in quale eccelli ri fteſe ſi tiformaua ; ſquagliauo
di gloria beata rapito non prorom- il cuore , e li cibaua col guardo ;
peri ? Quid tu dicere debebas, cui inceneriua l'anima, e ſi riformaua
D. Ber. non femel fed fepius,vt pie creditur, co'l bacio . Se forſe allo fquagliarſi
fer.12: ſe benedictus Iefus transfiguratum in del cuore il vederf à faccia del
de deſp . corpore glorioſo oftendit. Oh & in la madre di Dio ,in timoroſa bu
Mar. ciaſcheduno di quegli atti, di quelle miltà gli ſquagli ſteni non riqua
parole, dique'ſguardi , di quelli ab- gliaua gelati; 8c all'incenerirli del
bracciaméti,di que' baci,che lumiti l'aniina , al ritrouarli vnico co'lme
s'infondeuano, che moſſe ti liquefa- defiino Dio in virore d'eternità , le
uano ,che ratri di mente, che ſtruggi- ceneri medemeno rinaerdiua. Oh
menti di cuore ,che profondità di la- fquagh ,oh ceneri,oh ſguardi, oh ba
pere che fueniméti d'amore,checu- ci'. SquagliChe vi Kimarebbeil Bea
muli di meriti, che teſori di gratia di to per più addolcire con le dolcezze
momento in momento tis'ammuc- voltrei proprii amori:Ceneri:Chevi
chiauano :Nelli ſteſſipútiMaria ti ſe. pagarebbe il dannato per fopire ſot
deua à łato ; Maria ti taua à fronte'; to i pallori voſtri grá parte de proprij
Maria à mano , à mano ti porgena il ardori ? Sguardi"? Che vi prezzareb
Bābino; lo ripigliauí ; mellifua t'in- bon le felle per più auuiüare con i
terrogauaj netrarea ti riſpodeua. Ob brillori voltrilor cariaſpetti? Baci ?
Dio ? E ſe al primo ſuono della voce Che vi pregiarebbon le roſe, per più
di Maria s'empiè di Spirito S. la Co- intenerire co le voſtre delicatezze le
gnata Eliſabetta ; alle tante fue pro . corallinelor labbra? Oh Giofeffo , fe
pri
Per leglorie diSanGiofeffo. 287
prima Santo ,chenato , beato prima te,e'l cuore in eſtaſidi ftupore,e d'a
che morto ; e da ceneri, e ſguagli ta- inorc, andrò dicendo di eſſa il ſagro
liche vigore di gratia le radici del motto . Miranda vifuscultuque colenda
lo tuo ſpirto non ne traeuano ? e da pio. All' occhio di ſtupor, di culto al
baci, e ſguarditalià eminenza
qual cuore. Ma mentre diuoto il cuor l'a
zad diſantità le cime dell'anima tua no dora , e l'occhio lo ſtupiſce inuaghi
s'innalzauano ? Albero lagroſantiſs. to , muta qui la lingua s'arreſta, che
2 Signori ſe alcun Santo à Gio- affannato il ſeno i ioliti reſpiri chiu
feffo vguale ſi ritroui, io non lo sò ; de . Voi diuoriVditori, mettete frà
che ſe netrovi vn maggiore dopo la tanto in opra le mani , per ottenere
Vergine Madre ,io non lo credg. Sò con voa ftraordinariamente liberale
quanto di riguardo è douuto à gli elemofina ad honore di queſtoSato,
Åppoftoli , e San . Tomaſo me l'in- quella gratia ,che più vi preme .Chi
ſegna: ma quando io concedo lo- in lantità non riconoſce maggiore
ro gratia , e doni più auuutaggiati dopo la Vergine donna , in efficacia
in riſpetto al miniſtero pubblico , d'interceſſione alla ſteſſa , & non ad
che gni ſoftennero , hò coinpito col altro la cede. Così l'affermò il di
debito ,e Suarez me lo ſoftenta. Chę uoto , e dotto Iſolano.
nel merito,e gratia ſantificante nella
quale corriſpondeil lume sù della SECONDA PARTE.
gloria , Gioſeffo à ragioni moltipli
cate for uanzi tutti i ſono i giuditij II E mi chiedete ó Sign. qua
diuini imperfcrutabili, cometali gli s le >

adoro qual talpa al Sole; ma con ciò ci fo por


frutti, che la pianta Gioſef
tutto la ſentenza è probabile, che ri- gette à Maria, & à Giesù ,voi mi ca
cusa l'intelletto noftro di credere uate con vn ſoſpiro l'anima di mez
Gioſeffo diMaria marito Vergine di zo al cuore ,chenon può dare la roz
Giesù Nodricio ,e Padre putatiuo, eza pietra dell'indiuoto mio affetto
legale viuer con elliin tale vita per vn mele dolcecosì; che non può
anni canti, e crederlo Albero Milti- ſcorrere dal ſaſo duriſsimo dell'ari
co ad alcun'altro ,per radice di gratia do mio ſpirito , vn'oglio si delicato .
in terra , per cime di glorie in Cielo Ma ſe pure di ſucchiare voi fete de Dexter.
inferiore'. Oh di feliciſlimo giardi: liberati: mel de petrasoleumquede ſa :32.
no adunque Albero fagrofantiQimo. xo duriſsimo. Contemplate Maria ,
-10 Siburliadello, e ſi rida Gioue- che tenera Verginella , grauida,vici
pale à ſua poſta de gli horti là dell' na al parto , fràle rigideneui, le al
Egitto , e ſia galante materia del di genti brine,tagliétii ghiacci fà viag
lui riſo l'effer fecodi de' ridicoli Nu- gio à Betleemme , doue pouerella
mi, cioè de'porri, e di cipolle, forter- mendica, rifiutata da tutti , fi riduce
mi da quelle ſciocche genti adorati al coperto d'vna Stalla, d'vn'antro , e
per Dei: Porrum rocape violare ne- ſopra il duro letto di poco ſtranie ,
fas,acfrangeremorſu . O SančiasGen- partoriſce, & alleuafrà due giumen
tes , quibiss hæcnafcuntur in hortis Nu- ti il fuo Giesù . Contemplatela , che
mina. Nuini veramente atti à cayar Pellegrina col di fresco partorito
il pianto da gliocchi, ma di chi gli Bambino, fugge in Egitto dal nemi
odora più tolto , che à chi gli adora . co Tiranno e, dopo annitanti d'e
Io ſtimarò il giardino della Dauidi- filio ftentato in Terre barbare ritor
ca Schiatta , & in ella adorando , non pa alla ſua Patria . Arde , e gela ,hor's
quale Dio , ma quale Santo al par d' raggicocenti del caldo Sole , hora!
ogni altro eminente la pianta del rigidi foffi della gelida ramontana;
mio Giofeffo ; conſagratale lamen- cipofta all'ingiurie de' tempi, alla
Cru
288 IlMistico Albero
crudeltà delle fiere, a pericolide gliniad vn pomo frà le piante ſeluag
* aflatlini : hora fuenuta per fame, hor gie . E perche, è Verginella Sagra
languente perſete , hor cadente per ta , raſſomigliante più totto queſto
la fatiga , debole , ſcalza , biſognoſa voftro diletto ad vn pomo , che ad
del tutto . Contemplatela in fine là vn'alto cipreſlo ? Perche il pomo ,
in Nazzarette dentro d'humile ca- (direbbe con San Bernardo ) om
ſicchiola in vn Mare di pouertà , di bramrefrigerij habet , ofert fruétum
patimenti, diftenti fin' all'età di trēt optimum.Pianta eccelſa è il mio Gio .
anni del ſuo Figliuolo.E nientre tate feffo, ma frondoſa, ma fruttifera an
voi contemplate Maria , feco pur cora di prouido mantenimento ; e
ſempre gite contemplando Giesù, però fub vmbra illius , quem defidera
bor delicato Bambino legato in fa- ueram ſedı ; ſotto l'ombra della fe
fcie, riſtretto in culla , che vaggiſce, dele cuſtodia di lui ſtò ſedendo à ri
che piange,e la mamma,e la nanna: poſo co'l mio figliuolo ne'mieitra
hora pargoletto vezzoſo , che trema uagli; neda' frutti della lui prouida
mal veſtito di freddo ,che patiſce bi- cura ci viene mancato mai del ne
fognoſo di panc: hor giouinotto più ceſſario riſtoro, che quanto potero ,
fatto , che nell'arte di Legnaiuolo , e più ,tanto più dolce mi rieſce al pa
horcon la ſcura ,hor con la ſega tra lato.Etfru£tus eius dulcis gutturimeo.
uaglia :e dite,poida quale ombra,da Ohè chi non alza qui adeſſo queſto
quali frutti furono cuſtoditi, cdifeſi, pomo ſagrato , corpo di bella im
mantenuti, e guardati in tante tra- preſa, & ornato d'ombra, e di frutti ,
uerſie,e biſogni ( de'mezzihumani gli appone il motto . Duplici decora
parlando) ſe non dall'ombra, e dife- tum honoreze con la muſa volgare.C2
ſa mantenimento , t cura della no- to per doppio honor d'ombra , e di
ftra miſtica pianta Gioſeffo Santo ? frutti? Ma perdona Signora ,non era
Gioſeffo conlo ſtento delpiè,del pu- meglio altra pianta fruttifera,e diri
gno apriua loro i paſſi, e ſpianaua il guardo maggiore, come di cedro , ò
lentiero nel viaggiare : Giofeffo con di palma? No,mireplica: ſono i frut
la fatigoſa ſoma delle ſue ſpalle age- ti del pomo ſimbolo di coniugale
uolaua loro il noto nel camminare: amore'. Lo dice Filone il Veſcouo
Giofeffo vegliaia di notte nelle fo- Carpatino : ahe queſto è quelloche Fhilo
reſte,perrender
ro loro :ilGiofeffo
,e da ladri,e da'lupi ripoſo licu, mirendepiù
col del dolci ancora
mio tipico pomo. i fruttiCarpat.
Etfructuseius
ſudore del volto cercaua loro le fon- dulcis , dulcis gutturimes. Trauaglia
ti nelli deſerti : Giofeffo con lafati- ua , patiua , ſudaua , ſeruiua il buon
ga del braccio lor guadagnaua il vit- Gioſeffo; ma trauagliando ,patendo,
to : Giofeffo in fineitenraua di pa- ſudando, ſeruendo amaua ſempre ;
ne,panno, e di ſonno per paſcerli, e & al trauagliare, alpatire,al ſudare ,
per veſtirli,ad efli fatto il ſolazzo, il al feruire accoppiaua ſempre l'amo
rimedio de'biſognise trauagli.Quem re : dunque forza è qui mutare, ò
D.Ber;conftituit Dominus fuæmatris folatium , raddoppiare il motto all'oppoſta im
ho.SuperJunacarnesnutrituum
miſſus 12 Ben lo conoſceua BernardoS.
,dice preſa ,e dire.Dulcefcit amores
ouero
Maria, onde in noftro idioma . E'l coniugale 2
eft. colà ne'Cantici al 2.diceua.Sicut ma- mor dolce lo rende . Care care dol
lus inter ligna syluarum , fic Dilectus cezze , delle quali egli pure n'anda
meus inter filios:fub vmbra illius,quem ua à parte , anzi entro le quali egli
defiderauerā, ſedi, fructus eius dul- ftello nuotaua in vn Mare di gioie ,
as gutturimeo. Il mio diletto Gioſef- . mentre da ſuoi ftenti, e fudori loté
fo , il mio Verginello marito ſi raf- tato vedeva il Bambinello Giesù Si.
fomiglia fra la turba de gli huomi- gnore. Softentatoſi perche à lattalle
que
Per legloriediS. Gieffo. 289
quegli alle poppe della ſua Madre cefcunt , dulcefcunt amore.
Maria ,ò pigliaſſe la pappa dalle ma- 13 Oh fiami lecito qut'far punto
ni del Nodritio Giofeffo , i fuoi fu- al Santo,& eſclamare. D'onde, d'on
dori , i ſuoi ſtenti foftentatori della de adiuiene, che trauagliando, pa
madre , coʻl figlio ,Giofeffo medefi: tendo , ſudando, feruend . quelma
mo per tutto riconoſceua ; e poteua rito , e quella moglie nel manteni
dire fuo fudore quel latte , e quella mēto, e cura della fameglia, ad ogni
pappa ſuo tento. Quinci ſquaglian- modo ne dolce ripoſo diombragra
do ne'ſtruggimentipiù teneri d'vn tane guſtoſo riſtoro di ſaporiti frut
cuor contento,in quellatto dicena. cimai ľvn Paforo'li porgono'; 'mavi
Qual mele, ò manna, qual'ambroſia uono più toſto inficme come due
ò netare , ò ſe più dolce liquore , ò fi vipere rabide, evenenoſe , laceran
troua , jò ſifogna, non tiporta inui dofi, dentandofi, attoſſicandoſi con
dla ò mio fudore , teco deſideran- affetti degnoſi con parole mordaci,
do paſſare per le vergince vene di con fatti ingiurioſi ? D'onde,d'onde
quelle poppe ſagrate , e ſotto form adiuiene :Se non da mancamento di
ma di latte entrar pefcia per livſcio Santo amore coniugale.Trauaglia,e
di Paradiſo di quella bocca diui patiſce quel marito, e trauagliando,
na ? Qualsfera , ò Cielo , ò firma- e patendo , manticnefe, ela fames
mento non ſi verrebbe adello d'ot- glia,e la moglie ; ma sà ben'ella,che
timavoglia dibipartire, ' e fmezzare nonlama da buon marito , e porta
per ſeruire diſcotella à queſta pap- il cuore diuiſo. Suda , e ſerue quella
pa , onde la tentata 'mia mano la moglie, e ſudando, e ſeruendo , 'go
reggelſe sù'l fondo » c quel labbro uerna fe, e'l marito , e'la caſa : ma så
diuino eſtremità toccata le conſe- ben’egli, che non l'ama da buona
graſſe? E chi crattiene le Stelle della moglie, e tiene il cuore lontano : e
via lactca , cheabbandonádo il latte doue manca l'amore trà marito , e
dellafauololaGiunonc,non ſcenda- moglie , il tutto manca. E come può
ino ,non sò ſead ingemmare, ò ad if perfuaderſi quella buona donna, che
maltarſi nel Cielo dellabocca del l ſuo marito Pami da buon marito,
Pargoletto latrante? E chi trattiene fe non hà mai capo di trouarſi à ca
le api dell'Hibleo Pacſe, che abban- fa la notte; ſe non può trattenerſivo
donando quegli alucarij antichi, no hora à diſcorſo famigliare con ella :
volino ad annidare dentro queſto fe non le riſpondemai ,ſe non con
piatto felice, non sò ſe à raddolcire, alpra voce:le tutti i paſſatempi ſuoi
då raddoicirſi entro alla panatella ſono i ridotti checonuerfationiſtra
del fanciullino pappante ? Ecco l'au- niere? E come può perſuaderſi quel
re ſoſpeſe qui intorno à volo ,pronte l'huomo da bene, che la ſua moglie,
à rapire dalle labbra del Bambinel- l'ami da buona moglie, ſe piacendo
lo le reliquie del conuito ſagrato, ad effo , ch'ella vada modeſtamente
per più ammolcire con elle le fauci, veftita , & adornata , ella faltoſa ,
eifiati; mano'lpermettono gl An- sbardellatamente vuoľadornarfi, e
geli del Paradiſo , e le cacciano lon- veſtirſi ; ne vede gala, ne fogoa fog
gi auidi anch'eglino di così caro gia, che non la voglia portare; e cu
guadagno in tali auuanzi. Se ben’- rando più i ſuoi capricci, che i di lui
auaro il Bambinello ſteſſo del pre- gutti, ricrofaſdegnoſa tegi mota,
tiofo teſoro, gocciola non ſi laſcia in fin tanto cheſoddisfatta ogli l'hab
ſulle labbra cadere, che con linguc- bia:Eh Dio ,non è pollivile,che que
cia amoroſa delicatamenre non ſi ſtitalis'amino divero amore. E co- !
lambifca . Mentre i frutti de' miei fa è vna caſa, doue marito , e moglie
ſudori , miei ſtenti , al figliuo- non s'amano: Ella è vn Interio.Che
lo non meno che alla Madre dul- fono marito , e moglie , che non ſi
por
Imitico Albero
portano amore ? Sono due anime ledetti amori vani, che non hanno
dannate viuenti in corpo ; e che ſono che fare co'l ſanto amore coniugale:
i Diauoli , che le tormentano : Sono ah ah maledetti amori vani , dalli
gli ſdegnile rabbie,i ſoſpetti,le ge- quali infelicemente per lopiù co
Joſie. Eche fanno idannati giù nell’minciano i matrimonij de Chriftia
Inferno?Ardono ,fremono, ſtriliano, ni. Padri, Madri, Mariti, Mogli, la
beſtemmiano :appunto appunto co- mano alpetto.e tanto baſta,che non
më fanno i maritati, chenon ſi ama- è queſta materia da ſcifferare.
no, diſdegnoſi, rabbioſi, ſoſpettoſi, 14 Ombra dunque gratiſſima, c
Cant. 8 gelofi; che dura ficutInfernus'amula- faporitiſſimi frutti da coniugalea
tio. Che ſe il mancamento del ſanto more addolciti porgette la miſtica
amor coniugale frà maritatinaſce , Pianta Gioſeffo àMaria, à Giesù; ſin
comebeneſpeſſo accade , da qual- tanto che venne il tempo d'eſſer
che diſparità, che ſi troua fia'l mari- trappiantata dalla valle angufta di
to , e la moglie:oh guai à que'Padri, quelto Mondo ne'ſpatioſi campidel
e Madri , che ne furono cagione. Paradiſo. Ma non iterpolla dal ter
Ouid. Quam male inæqualas veniunt ad ara renodi queſta vita violente zappo
in epift. tra iuuenci . Tam premitur magno co- ne di dura morte ; nò , ma lo itello
niuge nupta minori cosi cantaua colui Giesù, che nell'infermità con Maria
ſcriuendo à nome di colei che pian- dolcemente miniſtrato gli haueua ,
geua . Male s'accoppiano fotto vn in vn ftretto abbracciamento ,e forſe
giogo due diſſuguali giouenchi, on- con vn bacio ſoaue lo tradle da quc
de non è poſibile, che di concerto ſto Mondo.Oh felice pasſaggio;mo
vadano con paro aggiuſtato nella rice con Giesù abbracciato :morire
çoltura del campo ; e perd ,fi qua va- baciando Giesù.Et aſciugato il fred
les apte nubere , nube pari: Se tu vuoi, doſudor del volto , eferratili gl'oc
che i maritaggi de'tuoi figliuoli, ò chi con le ſue mani diuine , honorò,
Padre,ò Madre, rieſcano felicemen- come ſcriuono più graui Autori ,
te, fa che ſia frà ípofi vna parità dif- quel Sagro corpo con accompa
creta , e conueneuole ; altrimenti ſe gnarlo al ſepolcro . Sagrato corpo ,
per intereſ i particolari cochiuderai che di celeſte balſamo condito da
il contrario , guai à te in queſta vita tanti abbracciamenti , e baci, dati al
per le male auuenture,che ſuccede- Pargoleto Iddio , eſſer non puote
re nevedrai; e guainell'altra, per lo ſoggetto à corrottione veruna.come
Arectiſſimo conto , che à rendere ne pure non puotę Giesùi medeſimo
haurai. Oh Padre, dice quella vec- gloriofo poſcia in carne reſuſcitan
chia,ch'egli era pure uguale alla mia do immortale,non far partecipe del
figlia il mio genero , e cominciarono la gloria del corpo , anco quel caro
con tanto amore quelle nozze; ſi pi- Padre , che Figliuoletto in carne
gliarono d'innanioramento , e ne's mortale, e nodrito , & alleuato l'ha
tempi de' ſponſali mille volte al ueua. Recogitet ergopiusanimus( fcri lo.Ger .
giorno la viſitaua; parcua non potel- uc Gerſone) ſiiuſtus 10ſeph vnus ex il
le dare unriggiro per yn'horalungi lisputandus eft ,quiapparuerit Son.fer.
charif de nat.
da eſa, purehora non 1.a può più simefponfa,qui eam confolatus ſit, Con
Sá Virg.
vedere, lehà volcate le ſpalle,e ledà Giesử dunque riſuſcitò Giofeffo
à mangiare il pane,come li faa'cani, to in corpo, & anima apparédo con
che s'ammaeſtrano al ſalto , ſempre eſſo, e conſolando la prima addolo
co'l baſtone alla mano . Si piglia- rata Maria, & in anima,e corpo glo
sono d'ir.namoranicnto el 3 Ah ah rioſo poi anco aſceſe con Chriſto in
maledetti amori vani, che per non Ciclo. In anima , corpore Sanctus
hauer faccia aperta di diſoneſtà ,n'- Toſeph in cælis gloriofus eft, gridaua D. Ber.
ingannano tanti, e tanti: ah ahi ma- S.Bernardino da Siena ; Et il Can- Senenf.
cel
Per leglorie diSanGiofeffo. 2go
Sopra celliero Pariginto : Sicut B. Virgo nenza dell'altiſlima Madre delgrant
confi.z. corpore, o anima aſſumpta fuit in del
de Iddio ,el'incomprengbil. Maeſtà
Verbo Dio humanato . Hor sù
Cælum , ficetiam Joſeph .
15 Direiadeſſo gloriofiffimo San- vaglia quefto mio ſcropolo per pia
co ,che tu ſtai la sù nel Cielo poten- mente honorartije diciamo che non
tiſſimo Interceſſore appreſo di Ma- eſſendofi ſcemato vn punto l'amore
ria , ¢ Giesù per li diuoti tuoi ; ma di Giesù ,e di Maria in Cieto di quel
ſcropoloco io reſto di far torto à lo tiportauano in terra ; prima che
quelle altiffimeDignità , che tanto . prieghi, che tu interceda, eglino di
aggrandendoti in terra, ti hanno an- già ti hanno compitamente concer
cor tanto ſourinnalzato nel Cielo . Io. O fe pur prieghi, ò fe pur'inter
Mirabile Dignità tua ò Giofeffo Sáncedi,oh con quanta fiducia t'accolti
tillimo, Dignità incomparabile ,ef- loro ? Ob con quanta forza il tutto
clama il Cancellier di Parigi? Che la impetri ?Mercè che'l tuo prlego che
Madre di Dio , che la Reina del l'interceſione tua, come priego alla
Cielo, la Signora del Mondo non fti- fine di Padre , come interceſſione di
mafle difdiceuol coſa il chiamarti Marito alla fine, non può non haue
Signore, O miranda prorfus Toſeph re ( à noftromodo d'intendere ) che
fublimitas , ò dignitas incomparabi- di comandovna tale qual apparenz
lis: quod Mater Dei ,ReginaCæli, za.Quanta fiducia Joſeph (gridaGer- 1o :Ger
DominaMundi appellareteDomi- Torre quanta ineovis impetrandi: Son.vbi
num non indignum putauerit.Ma di- Quia dun Vir Vxorem , dum Paterſupra .
rò io incomprenſibile gratia , che filium orat , velut imperium reputa
quell'Altiſſimo , à cuidal Padre Ce- tur. Dunque,gloriofiffimo Patriar
lefte ogni potere fù dato nel Cielo, e ca Gioſeffo accetta in holocauſto d'
Matt, nella terra : Data eſt mini omnis po- amore queſta mia poca fatiga , ela
28. teftis in Cælo, o interra ; ti voleffe diirotione inſieme di chi m'aſcolta
qual figlio à Padre eller ad ogni mo : alle tue lodi adunato.E già che ti po
Lucca. do obediente e foggetto ;Et erat fub- tiamo chiamare onnipotente inter
ditus illis. E non lei cu lo ſteſſo Gio- ceffore preſſo la Madre delle miſeri
feffoin Ciolo, ch'eri già in terra? el- cordie Maria , preffo del fonte d's
la la ſteſſa Maria ; cgli lo ſteſſo Gie- ogni bene Giesù ; intercedi per noi
sù ? E come potrò dunque conuene- bilognoſi del tutto : per noi in que .
uolmente io dire , che tu Padre prie- fto punto , ancelle diuote tue l'ani
ghi il tuoFiglio :che verginello Mari- menoſtre ticonſagriamo: intercedi
to intercedi preffo della tua Vergine la gratia in queſta vita, la gloria nel
Moglic ; fealMarito , ed’al Padre il l'altra, acciò che degnamente qui
comando sì, ma non il priegosò l'in- honorandoti , eternamente là d'ogni
terceſione é conueneuole ? E pure tua grandezza maggiore ci-compia ,
confeffar mi biſogna, e la fopracmj ciamo. Amen & c .

Oo 2 GA
GASTIGO DE PADRI
N E F I GLI
Per il Mercordi della Domenica Quarta
di Quareſima.
Rabbi ? Quis peccauit. Hic , aut Parentes eius , ve 1

cæcusinaſceretur.
San Giouanni al 9.
Tupiſcein queſto ſpirito ,mentre che la chiarezza ,læ
giorno Signori na- vifta ,e la pupilla tanto gl'intorbidi
tura tutta al con- ſce, che'l mezzo giorno gli cangia in
templare dell'ope- oſcuriſſima notre. Epure col tene
ca del Saluatore , e broſo fango hoggi illuminato è da
non'sà d'bauer'oc- Chriſto il cieco nato : e pure conToz .
chio che'lvegga , ò penſiero', che ſe za maſſa di polue , e Iputo , hoggi
Pinfinga ,mentre lo mira co'l fango ſchiarite gli ſono le tenebrore pupil
donar la viſta à colui,che dal ventre le : Fecit lutum ex ſputo , liniuit Ioan.g.
materno cieco era vfcito alla luce . lutum fuper oculos eius. Venit videns:
Marauiglia parmi vdirla gridare la Venit videns : queſto è un portento ,
sù dal Cielo , e gridare con tance queſto è vn miracolo: con l'ofcuro
bocche , quantiocchi'ell’apre in tan- ſchiarire ; detergere con il viſchiolos
te ſtelle : con tante lingie', quanti aprir chiudendo ; fanar piagando :
fguardi ella rigira in tanti raggi: con far che dall'Erebo ſe n'efca l'alba nel
tante yoci , quanti ſono i moti, che Cielo, e far che dal ventre, chegra
fcintillando ella forma : Stupore , uido è della notte , il giorno venga
parmi vdirla eſclamare qui dalla ter partoritoalla luce Quis audiust un - Ifa. 66 .
fa ,& eſclamare con tanre bocche , quam tale ? Et quis vidit huicfimile?
quante ſono le fofle , che di fango E chi tali portenti; e chi miracoli ſo
riempie : con tantę lingue , quante miglianti vui mai raccontare , che
ſono l'arene, che per la Itrada ella ſcopriſſe il Ciel'sù la terra ? Afæculo
ſparge : con rante voci , quanti gli yon eft auditum : afeculo non eft au
attomi ſono , che dentro l'aria Colle- ditum , riſponde il cieco inedeſimo:
ua . Marauiglia ella grida : ſtupore da chele tenebre acciecano , da che
eſclama . Cuore dell'occhio è la pu- la luce ſchiariſce , tale portento , ro
pilla : anima della pupilla è la vifta : migliante miracolo non fù più vdi
Ipito della viſta è la chiarezza ; e fito. Ma portento , e miracolo , alla 1
ciba la chiarezza del nulla , e s'auuc- conceinplatione del quale fe la natit
tena la viſta con l'attomo , ne più ra ſtupiſce ,in me s’accende generoſo
che'l nulla l'occhio à medicina ri- penſiero di farne queſta mane quafi
chiede ; onde ſe picciol granellino di ch'vn ſomigliante.Ciechi Padri, cic
polue nel mezzo il tocca , gli fiede il cheMadri ben mille io veggo in que
cuore , glitoglie l'anima , glicaua lo Ato Mondo : ciechi, cicchinell'intel
letto ,
1 1
Peril Mercordi della Domenica IV . di Quareſima . 291
letto chenoninſchiariſcono , che , c tro Ezechiele Profeta,e c'intoppa frà Exech.
come galtigtai Dio,e graueniente ga : piçdi quel luogodel 18. douedeter- 18.
Highi ilorpeccati nefigli ;e quelli minaDio , che anima, qua peccaue
ciechiillaminare vorrei,& illuirina- rit, ipfa morietur, filius non portabit
re con fango di fpuco , e polue , clae iniquitatem patrisi non porterà il
tale apponto il noftrotema rauuiſo. figlio la pena del peccato del Padre ,
E lo iputo Umbolo della verità ,e la maquello ftello, chepeccarà , quel
polue ſimbolo dell'errore : ſcende la lo ſarà punito . Onecomedunque
verità,dal recto incendimento , e per ſoſtentate, che Dio gaſtighi di peccati
la voce eſce fuora ; fcende dal cer- de'Padri ue'tigli loro ? Daquando in
uello lo ſputo , e per la bocca ( en'- quài decreti diuini fi ſono fatti mu
efce l'occhio del corpo dalla polue tabili, contro ciò ,ch'è poflibile anco
intorbidito fi refta , l'occhio dell'ani- di potenza alloluta ! E pure ſi dichia
ma dall'errore intorbidito rimaneic ra Dio , oltre à ciò che n'habbiamo
nella propoſitionc portata: Quis pec- nel correnteEuangelo apertiMima
cauit . Hic , aut Parentes eius, ut mente nell'Elodo ,ch'egli è quell'- Exod.
Gæcus nafceretur , ci è lo ſputo della onnipotente diforze, e zelatore del- 20 .
verità, che Dio gaſtiga, e grauemen- l'honor ſuo diuino , che gaſtiga le
te gaftiga i peccatide' Padri ne' figli colpe de Padri ne' figli loro , e ne'ti
loro ; ma c'è la polue dell'errore an- glide' figli fino alla terza , e quarta
coraqualich'in fango amniaſſata , generatione. Ego fum DominusDeus Idem
però che s'ingannauano iDiſcepoli ruus firtis zelotes vifitansiniquita -ibid.34
credendo, che la cecità di quel po- tem Patrum in filios in tertiam ,
uero foſſe veramente gaſtigo dipec- quartam generationem eorum, qui
cato da effo , ò da' ſuoi Padri com- oderunt me. Qui reddis iniquitatene
meſlo , onde fgannandogli Chriſto Patrum Félys , ac Nepotibus in ter
diſſe : Nequé hic peccauit , neque Pa- tiam , quartam progeniem . Come
rentes eius. Co’i fango adunque del s'accordano queſte cetre ? Tratta la
noftro tema, io vuò tentare d'illuni- preſente queſtione di propoſito quì
mare queſti ciechii ma con patto Si- l’Abulerſe, edeciſo priina con mol- Abul.
gnori,che s'ilfatto rieſce,non m'- te alvoritàgiuridiche, che dall’hui- in 34.
honoriate qual Santo , confeſſando- inana poteftà vengono giuſtamente Exod .
migranpeccatore; & in vecedelle penalizatii figli innocenti per le col- 9.9 .
faltate, che merito lanciate contro pe de' Padri,dipena pero , che porti
mi fiano , non mi appendiate all'in- ſeco perdita di coſe temporali,come
torno le tauolette de vori, però che di roba, d'honore &c.e non afflitcio
à dida frà noi, io non farò miracoli, ne corporale di morte, di mutilatio
fendo che in fatti ſeparando dallo ne di mcmbra , ò fimili ; tolto che in
{puto la polue,non ſono peradopra- certi cali atrociſſimi. Vistatuspoli
re, che la verità ben'intera ; mofran- ticus fecurior habeatur : tutto perche
do che , ecome Dio gaſtighi ipec- hà più riguardo il Legislatorealbe
cati de' Padri ne' figli loro , & all'in- ne delpubblico , e del capo , che dal
.contro coinc puniſce i Padri per li priuato, o de' membri: quello dico
peccati de' figli ; e perche bine äuer- deciſo prima;diftingue poidella di
tiſco eſſere queſti punti pur troppo uina giuſtitia: è che la pena è eterna,
acute ponte à cuori de'poucri Padri, à temporale: ſe eterna: nunquam pu
medico amoroſo vn delicato, eſalu- niuntur fili propatribus:maiil figlio
berriino vnguentino per l'vna,e l'al- faràda Diocondensato all'Inferno
tra puntura io vi prometto, e ſon dal 7
per li peccati del Padre , Signori nò ;
priino . ' ina in queſto ſi verifica il decreto d'
2 Ci ſi fà al pallo al primo incon- Ezechielc . Filius non portabitOc.
oo 3 Ma
Gaſtigo de Padrine' Figli
Ma ſe la pena è temporale, oh al- re le proprie ne'nidi altrui.
Thora sì che i figli ſono penalizari 3. Ma piano vo poco Griſologo
per li peccati de' padri, & i nepoti ch'altra coſa è pigliarla in moarlo
per quelli de gli aui,e de biſani,e si bus , altra in naturalibus : la pianta
verifica quello dell'Erodo , che Dio contrae il vitio dalla ſemente natu
eft Vifitans oc.e con eſempi di ſcrit- ralmente , ma non così il figlio dal
cura ottimamente lo moftra , qua- padre : dungie s’eiſi conſerua inno .
hauerà d'effer maltrat
li perbreuità tralaſcio,rimettendo- cente ,nonnon
mi al teſto di così graue Dottore , tato . Eh importa riſponde yn
per venire ad altri, che per le mani Pietro per l'altro , yn Cardinaleper 1
io tengo . Tolto dunquel'intoppo , l'Arciueſcouo , Damiano per Grilo
e data douuta ,e dottrinale chiarez- logo . Và nell'vltimo del primo de'
za al noſtro diſcorſo : con la ſolita. Regi, e vitrouaraiattaccata vn'ar
galanteria entra prima quella tela rabbiacillima zuffa trà Filiſtei, &He
bizzarra,e ſanta, inſieme di S. Pietro brei. Freggia prima il ſangue bebreo
D.Chr. Griſologo : Parentis vitium filiorum l'herbe ridenti e ditrà rugiadoſe per
fer.3. exitium :nunquid non in femine tota le appare fu'l verde (malto diſtinto
arbor ? Vitrum ergo feminis exitium in tepidetti rubini ; ma non và mol.
eft totius,arboris . Vn Lacedemone to, che in fecondi gorghidallereciſe
non la porena dire ne più rapida , nc vene ſcorrendo ricoperti, c cipieni
più ftringata Parentis vitium filio- ſe ne veggono diGelboè i colli, ei
rum exitium . Il vitio del padre è l'- monti correnti i riui , incumidite le
elitio de'figli: vuoi tu chiaro veder- fonti: incalzano gl'incirconciſi,fug
lo ? Diimi: nella ſemente non li gono i circoncil , fanno teſta i più
contiene eminentemente la pianta forti, ma la folla gli accerca nel pol
tutra ? Che marauiglia dunque, che to ifteflo , oue il valore gli franca :
ſe la ſemente era verminoſa, la pian- s'aſcondono ipiù infingardi, ma le
ta tutta co’rami venga dallitarli ad cauerne ifteſſe riſpondendo piccole
eſſere in modo gualta ,che ſcorrendo a'loro gemiti, traditrici gli ſcuopro
per mille piaghe la corraſa materia no à chi li cerca , e molti fuggendo il
dell'interiora , yn rozzo , e ſcauato ferro diroccano in precipitio dall'al
zocco diuenga , que facciano le for- te rupi; e molti mentre à dirupi aga
miche granaro, diſpenſa i topi,e ca- grapati tentanofuggir dal ferro , re
mera locanda i cucchi?Vitium ergo ciſe loro le mani , di precipitio , edi.
feminis Oc. & à ſimili adeffo ; ver- ferro ſentono la doppia morte. Quc
minoſa di vitio è la ſemente del pa- ſi oppone iſcudo al capo il braccio ,
dre ? Non è marauiglia , che dagli e perde in yn ſol colpo co'l braccio
acuti morſi di tarlide'ſuoipeccati, il capo : quegli arrefo vuole gridar
venga in modo ad eſſere guaſta las pietà, ma no'l permette l'affilato ta
pianta della ſua ſchiarta co’rami: glio , che nelformare del grido gli
rutti de' ſuoi figliuoli, che ſcorrendo: recide le fauci;v'bà chi mentre aſpec- :
per le piaghe dimille tragerſie ,e ma ta faraleil colpo cadente , refa pria
Ianni la corrafa inateria delle intc- dal timore, che dalla ſpada vcciſo :
riora dellaroba ,della ſanità , dell'- v'hà chi " incrudelendonel proprio
honore , yn rozzo , e ſcauato zocco ſeno à volontaria morte ſi voltam
di miſerabil fortuna diyenga oue contro la deftra armata : inſomma
facciano granaro le formiche de'- lo ſteſſo Rè Salue fatto berſaglio di
criminaliſti, diſpenſa i sopide'Me- mille arcieri, criuellato di mille dar
dici , e Speriali ', c camera locan . di , per non venire moribondo nelle
da i cucchi dicerta gente , che d’ale mani nemiche da ſe medeſimo fi
trui le voua inangando , fà coua- gitta à pelo ſopra l'acuta ſpada. Ar
ripuit
Per il Martedi della Domenica IV.diQuareſima. 292
1. Reg. ripuit itaque Saul gladium ,& irruit fama, penne a'ſcrittori, pennelli a'
vltimo. fuper eum : e ſe frà quella miſchiadi pittori,che à chiaro ſuono , à viui
morti , frà quel mucchio di cada- concetti, à naturali fattezze poter
meri diligertemente tu miri , vi ve- fero morto , ch'ei forſe , riſuonare ,
drai,ne lo potrai veder ſenza pianto, cantare , ritrarre la gentilezza della
caduto eſtinto il Principe Gionata : ſua vita , il dorato della ſua chio
maeſtoſo, quantunque morto :amo- ma , la bellezza della ſua faccia ; al
rofo fe ben piagato , amabile anco zò vn monimento di ſe ſteſſo , che
ricoperto di ſangue : Et percuffe- le crediamo à Giofeffo nelle giu
runt Ionathan . Oh là bene dirai, daiche antichità , era vna ſtatua ,
che cadeſſe miferamente Saulei che lo rappreſentana , e l'alzo nella
fconfitto da’Filifci : Saule fuperbo : valle del Rè dicendo. Non habeo fi- Toſeph.
Saule empio controil ſuo Dio :Saul- lium , co hoc erit monimentum nomi- Antiq.
le perſecutore ingiuſto del Santo nis mei : Non hò manco vn figlio , Iud.lib .
Profeta Danide ; ma Gionata nò : nel quale rinaſcendo nella comune 7.6.7 .
il Principe Gionata , che tutto - mortalità io mi vegga ritratto ;hor,
mile , tutto verſo Dio era pio ,tut- sù bene :queſta ſtatua ſeruirà di me
to amico , e Protettore di Dauide , moria alle Genti auutenire di quale
perche perdere il Regno ? Perche la- fato mi ſia . Er eccoci la queſtione
ſciare la vita trà quei cani infedeli? in campo . Non habeo filium ? Non
Forſe per accidente di guerra ? For- hauetia figliuolo Abfalonne ? Ma ſe
ſe perche coraggioſo volle effere il di ſopra al 14 : gli vennero contati; 2.Reg.
primo ad inueſtire i nemici, e fug- fily tres , o filia vna, quattro figli 14 .
gendo i ſuoi ſoftener volle alla coda tremaſchi, & vna femmina , e della
la fronte de vincitori . Nò nò ri- figlia ſingolarmente ſidice , ch'ella
Petrus fponde Pietro Damiano : Ionathas era elegantis formæ,difattezze com
Dami. cum in Deum pius , o Sancto pite, comequella che al ſicuro allo
fer, 19. Propheta effet amicus, propter pater- migliauaſi alpadre , le dicuibellez
vel opk-nefirperbie faftumgladiofubiacuit ze haueua il Sagro Teſto diſopra ..
fc.6.ca. impiorum . Giunata ilfiglio quan-, magnificate , chiamandolo il più
19. tunque pio verſo il Signore , quan- bello di tutto Iſraele , gratioro al
tunqne amico del giuſto , quantun- poſſibile , di compitiſſima perſona
que innocente , ad ognimodo ci la- da capo a' piedi: Sicut Abfalon vir
sciò il Regno , ci perdetre la vita non erat pulcher in omni Íſrael, et
permano d'incirconcifiinfedeli, in decorus nimis å veſtigio pedis vſque 1

galtigo delle ſuperbie , dell'iniquità ad verticem non erat in eo vlla ma


di Saule fuo padre : Jonathas , lona- cula : oh dalla punta dell'attillate
thas com o inDeum c. oh guar- ſcarpette al ritorto del ciuffo dorato
da cu , fe anco in mor alıbus corre , Momo fello non gli poteua oppor
che'l vitio della ſemente , fia l'eſito re vn iora . E bene gli erano morti
dell'arbore , e così il peccato del pa- quei figli? d non gli erano anco na
dre , fia la rouina de figli. ti ? Eh ,dice Girolamo Santo , egli D.Hic
Che ſe vn Principe figlio di erano nati, e gli erano viui ; ma che? rony.in
Re'in pratica ce l'hà prouato , io Quantanque nati ,gli baucua come 99. He
vuo , ch ' vn'altro Principe figlio di ron foſſero , ellendo vini, già che li br.
Rè ſimilmente in fpeculatiua ce lo dana per niorti. La ragione Santo
confermi. Scriueſi nel ſecondo de' Dottore ? Quia putabat filios fuos ob
2.Reg. Regi al 18. che Abfalonneambitio- peccatum ſuum , quod in patrem gef
13 . rodiviucre immortale nella memo- ferat , non folum Regno, ſedetiam
ria de' Pofteri, dubitando', cred'io, preſenti vita indignos effe: fi confi
che doueſſero inancare trombe alla derana peccatore,comequegli, che
Oo 4 ha
Gaſtigo de Padri ne' Figli
haueua perſeguitato il proprio Pa- il punito , che reſta it gaſtigato.
dre per torgli con la vita il Regno ; 6 Chi s'arricorda di voi quando
ſicuramente diceuahà da deſcende. Eliſeo faliua sù quella coſta alla vol- 4.Re...
re il gaſligo di queſta mia colpa ſul ta di Betel, gli venne incontro vna
capo de'figlimiei , non porteranno gran Truppa di putti , i quali bat
corona ſedendo in Trono , non fa- tendogli all'intorno vna moreſca
ranno vecchiaia in ſulla terra : hò l'a cominciarono à beffeggiarlo ; can
eſempio del Rè paſſato , bò la ſpe- tando : Aſcende calue , afcende cal
rienza del Rè Saule , i di cui peccati ue : Sali purcaluo ; Aſcendipur ſpe
ſono ſtati gaſtigatine' figli ſuoi:co- lata corica ; & ecco gli maledille il
sì le colpe
mie ſaramo gaſtigate ne" Profeta nel nome del Signore , e
miei : porto far conto di non bauer ſaltarono al punto fuora dal boſco
figliuolo: Non habeo Filium : Per- due Ord , ch' entrando arrabbiati
clie putabat filios
fuos Oc. frà quei fanciulli pigliano queſto
Ś Che ne dite A. ? è egli chiaro per le canne , efcanato lo laſciano
ché Dio gaſtiga i peccatide'Padri in terra : affercano quelloin vna co
ne'figliuoliinnocenti:Padre ,direte il ſcia , e dal corpo gli la diſtaccano ;
fatto è troppo chiaramente proua- mettono identi irel ventre all'vno ,
to con autorità diuina , fondamenti e ſuiſcerato tantoſto l'hanno : cac
di Dottori , eſempi di Scritture , e ciano l'vnghie in capo all'altro , c
fentenze di Padri ; il punto ftà mò à (corticato in vn ſubito appare ; illo
moſtrare come ciò li compatila ſomma macellari crudeli d'humani
con la giuſtitia :non fta ella la ragic agnelletti, fanno horribile macello
ne-curta gridando , che la penanon di quaranta due di quei figliuoli ,
fi conuicne, che al veramente col- che hacerati in fquarci, moſtraua
peuole ? e qual colpa tiene il figlio 110 all'intorno diſperſa , quà carne ,
innocente ne' peccati del Padre ? oh là pelle , in vn canto il ceruelo, le
notate Signori, che io non diſimai midolle nell'altro , ſangue per tut
che Dio gaſtighi il figlio per lo pec- to , per tutto interiora: non è tra
cato del Padre , nè : ma diri, che gedia , ch'io finga ; ma verace fto
Dio gaſtiga nel figlio i peccati del ria della Sagra Scrittura ; malea
Padre ; onde riſpondo con vn dotto dixit eis in nomine Domini: egref
Perer. Commemtarore della Sagra Geneſi , fique funt duo urſi de faltu , o la
10.2.in che quell'afflittione, quella morte cerauerunt ex eis quadraginta duos
Gen.li, che manda Iddio al figlio per lipec- pueros , Come? dicono le diuine
14.014, cati del Padre , in riſpetto al Padre Scritture, ch'erano pueri parni , leg
là formalità , ha ragione dipena , e gono li Settanta , pueruliparut jera
digaſtigo , ma in riſpetto del figlio no bambinelli piccioli di malicia in
non bà ragione; non hà formalità di capaci, e furono contanto rigore
pena , ò digaſtigo . Signori nò ima trattati? Senti ilMartire Giuſtino :
è dimedicina più coſto , che lo pur- Quoniam ea verba pueri à parenti
ghid'altre fue colpe , ò lo preferui bus fuis , qui femper in Prophetas
d'altri peccati , ò glicagioni altri infeſto animo erant, didiciffent : id
beni : e re talvolta dili , che'l figlio circo Heliſaus cede liberorum Pais
viene penalizaco per li peccati del rentes caftigauit : Eh lo ſcherno , il
Padre, intendere quel terinine pe- diſpregio d'Eliſeo fatto, non era col
nalizato , prout importat pati, o pa diquei fanciulli, è vero ; ma era
non puniri. Patiſce dunquc il figlio ben colpa de' Padri loro , da' quali
il danno nella ſavità , nell'hono- haueuano appreſe quelle ingiurioſe
re , nella vita & c. ma nel patire il parole, comegente , che di mal'ani
figlio , il Padre è quegli , che reſta ino era ſempre verſo de' Santi Pro
feri,
Per il Mercordi della Domenica IV . di Quareſima. 293
feri, e però l'huomo di Dio con quel- eſangue laſciato cader' il corpo nel
lo sceinpio vcciſe sì , ma non gaſti- ſangue su icorpi de'morti figli: ma
2. gò i fanciulli; ma galtigò i lor Padri fchiariti alquanto i lumi daldoloro
de' quali era la colpa : Quoniam ca fo lor pianto , si gittano frà quel.
verba c. Norate cede liberorü Po le lacere membra , frà quell'or.
rentes gaftigauit , con la morte & €. ſa infrante , frà quei ſtracci di carne,
7. Ma certo che bel gaſtigo repli- di panni, e pelle de tracciati, in
catete; donar ad effi la vita'; ò più franti , elacerati bambini: cerca il
coſto comprargliela con la morte Padre il ſuo caro , ne lo ritrouai cec
de' loro , Agli biſognaua far entrare ca la Madre il ſuo diletto , ne'l rico.
quelliorli là nella Terra ,i quali in- noſce , eper dolorc impazziti I'vno,
crudelendo ne' colpeuoli Padri, gli e l'altro lo chiama, ne gli riſponde.
sbranaflero alla preſenza de' figli à Piglia il Padre quel capo , e lo con .
loro eſempio à loro ammaeſtramen- teinpla ; ma ſinaſcellato mira , che
to . Ah c cara poteua eſſere quella non bà forma : piglia quell'altro ;
vita à quei Padri, che à prezzo sì ca- ma privo di naſo , e labbra ſenza fi
ro gli fi comprauacon la morte de gura lo vede. Piglia la Madre quel
cari figli?e non era loro queſtomag- panno sc lo raudolge ; ma tutto vn
gior gaſtigo , che ſe i Padri ſtelli ba- itraccio, non può dit che tonica fofo
ueffero con la lor morte compraca fé à tal miſura ; piglia quell'altro, &
la vita a ' figli ? Diamo caſo , che gli il color ne conlidera ; ma tinto in
haueſſero con gli acuti vnghioni ſangue non può dir che più verde ,
squarciati quelle beſtie ſeluaggie } che azuirto foffe ; quiſi perde il giu
poco alla fine baurebbe il lor tor- ditio , quà s'imbeſtialiſce l'affetto , fi
mento durato ; ma ſquarciandogli i voltano à quelle fiere con lagrimoſi
figli, oh chi può arriuare ad interi- vlulatii & hor crudeli le chiamano
dere il ccuccio Joro ? Alvederſi af- laceratricide'figli; hôr pietoſe le in
faliti da quelle fiere i fanciulli, fug- uitano à diuorarne anco i Padri; en
gono alcuni pochi entro à Betele , trano furibondi à ricercarle nel bol
ferendo l'aria d'acutiffime ſtridas; co , tornano diſperati à ricercare i
all'vatit delle qaali vſcendo dalle ca- lor cari. Sentono , che al tocco di
fe anfioſi i Padri, timoroſe le Ma- quclle carni le viſcere fe gli commo
dri , gli vni, e l'altre affannati; & in- uono con moto ſtrano ; ma non fan
tendendo il dolorofiflimo caſo de no poi ſe per virtù delle carni dell
tenerelli pegnidelle viſcere loro , re- vno, o del ſangue dell'altro , che le
Rano nelle viſcere fteffe ferici à mor- detiirpa : ſentono dar falti il cuore
te. Scorre il triſto anmintio per ogni impeciiofi al macchiarſi entro quel
Jato: corrono forſennati i Padri , fangue:manon ſanno poi ſe per for
ſcapigliate le Madri fitor della Ter- za del ſangue dell’vno , odella mi
ra ; e s'empie il tutto di lagrime , di dolla dell'altro , che gli va milta ,
querele . S'incontrano i Genitori do intorbidiſcono co'l ſangue il pianto ,
lenti, leGenitrici languenti nello feu feriſcono con l'offa frante femerie
rino ſpettacolo ; non bà moto co'l bra intiere . Oh era tormento que
quale s'innoltri il piede, e non ha ſto ,era martirio ,era Atentata mor
forza , con che ſi regga la mano ; e te di mille morti . Mache occorre?
non luce, con la qual l'occhio lo mi- Erano Padri quei viui , erano figli
ri; perchel'occhio s'oſcura , cade la que' morti? Se queſto mi concede
mano , vacilla ilpiede, mentre che te , biſognarà concediare ancora ,
moribonda ftà l'anima agonizando , che più rigoroſamente vengono pu 1

quale ſe dal deſio del morire non niti ne' figli i Padri , che fe in loro
foſſe mantenuta in vita , harebbefteni veniſſero gaſtigati; che ben lo
dille
Caſtigo de Padri ne' Figli
dire la Boccadoro di Giouan San- te quell'unico figliuolo, che nell'au
to l'Arciveſcouo Biluncino in caſo uanzarſi in età ,mentre vidouerebe .
ſomigliance al narrato , che fù la.. be aiutare,e confolare, cade ir gra
maledittione di Canaan per lo pec- uiſlima infermità , onde non ſe ne
cato del Padre . Cam Grauius enim può rileuare, ma ve lo vedere inciſi ,
eft videre filios fupplicusaffici, guàm chire in vn letto : ditemi vn poco
ji ipfi Parentes us fiant obrony : più quis percanit, hic , aut parentes eius ?
çruccio , piti tormento ſente il Pa- Oh, ch'egliera così buon figliuolo :
dre delcruccio, del cormento del fi- dunque è gaſtigo del peccato vo
glio di quello , che ſente s'egli ſteſſo ftro , i quali con illeciti modi cele
e'l crucciato, è il tormentato . braſte te nozze, e ſconuenientemen
8 Che ne dite adeſſor Gaſtiga Ida te abuſaſte del Sagramento delma
dio i peccati de' Padri ne' figli loro? trimonio ; e pero giuſto giuditio di
Gligaftiga ei grauemente ? e non ſe Dio , che fà marcire il frutto , che
ne conoſcerebbero mille ſperienze à d'arbore infetto prodotto venne . E
noſtri giorni, ſepur voletero icie- perche mi direte non più colto fare ,
chi Padri aprir gli occhi alla luce ? che dalla radice le piante s'infracidi
Staua quel mereante tutto conten- [cano fare,dico ,che noiſfelli infer
to perche ridotto alla vecchiaja fi mallinto , che noi feli incilichilli
trouaua hauere ben collocati i figli- mo ? Ah per maggior voftro tor
noli e tuttigià emancipati, e diuiſi mento, permaggior voſtro gaſtigo .
laſciaļra di ricchezze abbondanti fe per voſtro continúo crepacuore , ac
ecco viene l'vno affaſlinato del me- ciò che camemoriate , quante volte
glio nell'andare, o cornare da quella lo vedere moribondo agonizare .
fierail'altro precipita in vn fallimen- Ģrauiuseft enim videre filios fupple
to, eper varij accidenti tutti vede in cys affici,quã feipfiParentes isfiant
neceflità caduti , Che è queſto fra- obnoxi. Viene ſcoperto , che quella
tello ? Qui peccauerunt, bi,aut Pater figliuola patiſce queſto , e quell'at
eorum . Ticredereſti , che foſſero tacco , e refta in modo auuilita , che
quefti malanni gaſtigo dell'hauer tu non è poffibile a troui chi la vogli 1

à Padre , mentre eri giovane , fatto per moglie, Moiono à quel tale tut
d'ogni roba fardello per arricchirdi? tili figliuolià pena nati , e non può
Ohpeccati di trenta , quarant'anni, tenerli in piedi vn'erede lus pecca
fà adeſſo vengono gaftigati? E s'ad- nerunt ? bij aut Parentes eorum ? Oh
ello gli vizolc Dio gaftigare, che non Padre , quella figliuola, quei figliuo
gli gattiga in me ſtello , facendomi li ſono canti Angeletci: dunque gas
tempestar que poderi, perder que' ſtigo del peccaro diquella madre, la
crediti , che io mi ſon rikrbato 2 si quale fù ſempre vna lingua ſerpen
ch'adeſſo gli gaſtiga Iddio , perche, tiva , che non laſciaua mancamento
in tanti anni non ti ſei mai curato di delle vicine , che non pubblicalle à
foddisfare alla diuina giuftitia , la queſto , è quella :dunqué gaftigo di
quale alla fine ha ſcaricato il colpo , quel Padresche deftrufie dalla radi
ellà fcaricato fopra de' figli cuoi ce vna fameglia con vn riferimen
per maggior tuogaſtigo , perche po- to che fece . E perche non far fec
peccato , fe tu care la lingua à quella madre! E per
ca penaclla era al tuo
biſognoſo andaui à chieder ſoccor- chenoirleuar la vita à quel Padre ?
ſo a ' tuoifigliuoli ; & adeflo ti con- Oh , à maggior loro rormento , à
niene ſcoppiar dicolore ,nel vedere, maggior loro gaftigo : acciò gaiella
elli chiedere bifogsofi ( occorfo ad iptilichilca in vederli intecchiare l'a
altri: Granius eft enimc. Cosi di- figlia in caſa ſenza rinedio alcunoje
co a voi inauito, e moglie : vi troua- queſto tante volte venghi à morire ,
. quan
Per il Mercórdi della Dom . III. di Quareſima. 294
quanti figli li vede leuar di vita : Jedir quella ſorte , che per marito le
Grauius eft enim oC. Si, sì che fpef- diede yn Diauolo in carne .. Ciechi
fiffime volte leinfermità , le trauer- Padri, cieche madri di fameglia, che
fie , i malanni, le morti de' poueri fi- fe la guazzano in gioventù intra
gliuoli ſono gaſtighi de' peccati de' pazzo dello itato matrimoniale, in
Padri ,e dellemadri; e ſe non de' Pa- offeſe della Maeſtà del Signores e là
dri , e delle madri , tante volte de gli doue , inuecchiezza di crederanno
Auoli, e delle Auole ; de' Bifauoli, e poi di poter cecitar la corona in pa
Bilauolei perche dice il Signore ch'è ce , gli farà: Diodire il Miferere à.
di giuſtitia infinita . Ego fum Do- cauallo con i tanti malarni, che
minus Deus tuus, fortis,celotes,viſi. pioneranno in capo a borfigli à quei
tans iniquitatem Patrum in filiosin tigli, che furono da loro in tante
tertiam , o quartam generationem iniquità generari, e concepuci. Qui
corum, qui oderuntme . Cieco dun . reddos , qui reddis iniquitatem oC.
que quei Padre , che ingiertamente Che fe quclta è punta acuta , piaga
ne' trafici priuati , òne gli officij pu- profonda perli poueri Padri, ecco
blici và accumulando teſori per ag. Þvnguento in pronto , che hò lor
grandirlafarneglia , e non s'auuede, prometo: elvnguento è queſto che
che l'ingordigia ſua verrà gaſtiga- ſe li peccatide' Padri ſono gaſtigati
ca feueramente da Dio con l'vlcima- ne' figli; le virtù , e buonimeriti de!
ta rouina della ſua caſa ; onde oue Padri ſono anco premiati ne? figlii
fi crede adello di arricchir'i figliuo . Onde fi come i Padri vitiofi fono la
li , in verità di fatto gl'imponeriſce. rouina della deſcenderiza loro ; COSA
Cieco Padre , che non vuol fare li virtuoſi fono l'anuentura della
quella pace , che non vuol fare medefimi: e quello che fà l'vn
quella remillione , che vuol pur guento più delicato è , che la bontà
vendicarſi con quel nemico , per la- de' Padri leuia dalle mani di Dio i
ſciar' in eluto punto diriſpetto , c Hagelli, che meritano i mali figliuot
d'honor mondano i figliuoli ; e non li e non ſolo in terza,e quarta gene
s'anuede , che la ſuperbia ſua verrà rationes má etiam in poftericà di
gaftigata feueramente da Dio.có vn diſcendenza più lunga: ob vnguen
vile abbaſſamento della ſua cala i to oderoſo : oh delicato vnguento :
perche permetterà il Signore,che dij ob vngucnto efficace per mitigar it
no li figli à caſo ancora in tal'incon- dolore per addolcir lapiaga. Venga
tro ,quevi reftino gli affrótari, i Ara- adeffo il Cardinal Pietro Damiano ,
pazzati, e là doue li credeadeſſo & autorizzi irrefragabilmente con Petr.
di mantener loro l'honore , in verità la divina autorità vna verità cosi Da.ſer.
difatto glicdo diſtrugge. Cieco Pa- , bella . Propter fanétum Dauidpofte- 19. vel
dre,e cieca madre ,che per laſciare ritas erus desadisoni obnoxia , diutius opufc.6
ò più comodo vn nglio ,ò permari- Kegium obtinuit Principati . Lade - c.19.
tar meglio vna figlia , cacciano l'al- fcendenza di Dauide ( dice il dottir
tra forzatamente à monacarſi , e limonon meno che pijaimo Cardi
non s'aaneggono ,che'lpeccatolo- nale) la qualemeritaua d'effere fpo
ro grauiffimo verrà da Dio ſenera- teftata diſcettro , dicorona priuata,
mente gattigato con l'infortunio di depoftadi trong , dimanto Ipogliam
cutti ; perche quel figlio morirà gio- ta , cacciaca vitruperoſamente di
Linetto; ò gli vetrà forſe ammazza- Regno , oh per li buoni ineritidilui
to : la figlia monaca in poco tempo perpiù , e più deſcendenci venne å
finirà anch'ella la vita , ò tiſica , ò conleruarſi indignità reale: Propter,
diſperata , e la maritata hauerà os propter fandtam Dauid Oc. Non lo
gni giorno in caſa à piangere , e ma- vuoi credere al Cardinal Damiano ?
credi
Gaſtigo dePadrine'Figli
credilo alla bocca ſteſſa di Dio. Pec- nc gli effetti alla giuſtitia : premiarò
ca Salomoneidolatrando ,e Dio ful- non ſolo nel figlio , cnel nipote i ma
mina ſentenza di dare il Regno di nel nipore del nipote, di quel nipo
lui ad vn ſuo ſchiano medeſimo per te , e più ancora lc bontà dell'Auo 1
3. Reg. maggior tuo gaſtigo . Quia habuifti: lo primo , con non leuargli il Re
II . boc apud te, non cuftodifta pactum gno, ma laſciando , ch'in parte di
meum , o pracepta mea,qua manda- ello per ſe mantenga la dignità rea
vi tibs, diſrumpens fcindam Regnum le: Jemper , femper , propter David
tuum , o dabo illud feruotuo.Giuſta Joruum meum , propter Dauid fer
fentenza , Signori , preſto preito à uum meum : dunque eccellentemen
queſto Idolatra di Salomone di leui te Damiano . Propter fanctum Da
lo ſcettro di manoi fi gitti la coro . uid Oc. Intendete o Padri, intende
na di capo ; li tiri per vn braccio dal te o madri : volete che i voſtri figli
Trono ;siAtracci ilmanto da doffo ; uoli habbiano felicità in queſta vita?
& à calci ſi cacci vituperoſaméte da dateui con Dauide à feruire il Si
Geroſolima ; ah ſoggiunge il Signo- gnore in tutta purità delleconſcien
10. Verumtamen in diebus tuis non ze voſtre . Volete , che Dio rimetta
faciam propter Dauid Patrem tuum : igaſtighi, che ineritano i voſtri fi
de manufilý tui fcindam illud : non gliuoli per li loro peccati ? viuete da
lo poſſofare dice Dio; li buoni me- vero in eſercitiodi opere , e virtù
riti di Dauide cuo Padre me l'impc- chriſtiane. Volete , che la deſcen
diſcono : biſogna ch'io premij lam denza voſtra viua honorata in que
pierà , la fedeltà , la bontà di Daui- fto Mondo ? fate voi conto efattini
de il Padre , con laſciare che regnimo dell'honore diDio , e propone
felicemente queſt'empio Idolatra , telo all'honor del ſecolo . Volete ,
fcelerato Saloinone ſuo figlio : ma che non manchinoconuencuoli ric
non andarà per queſto impunito il chezze alla caſavoſtra in queſta vi
fuo peccato : nò, perche lo gaſtighe- ta ? guardate , che non vi s'attacchi
rò nel ſuo figlio : la bontà del Padre all'vnghie la roba d'altri perche de
Dauide è da me premiatain Salo- male partis nongaudet tertius heres,
mone figlio ? il peccato di Salomo- cfiate liberali nell'elemoline, e co
Re Padre farà da me gaſtigato inminciate
minciate adeffo , mentre ch'io pi
Roboamo figliuolo : di mano di glio fiaro .
Roboamo figlio di Salomone ho da
levare il Regno, e darlo allo ſchia- SECONDA PARTE
uo ſodetro de manu fily oc.Ma co
..mc Signore ? puniſce la giuſtitia vo- Aſtiga Dio i peccati de' Padri
ftra diirinalin’alla terza , e quartas · ne'figli loro ; ma puniſce
generatione i peccati de' Padri; in anco i Padriper li peccaride' figli, e
tertiam , o quartam generationem ; giuſtamente iPadri, e le madri per
& hora volete premiare la bontà lo lo più hanno colpa ne' peccatide'fi
co ſolamente nella primar dunque gli, perche malainence gli alleuaro
libuoni meriti di Dauide ſaranno no , perche non li correffere come
premiati ſolamente nel figliuolo , & doueuano , perche lor diedero mal
il nipote non goderà per le virtù del. eſempio , che so ioi e per tanto co
lAuolo? cederà dunque alla giuſti- me parteci anzi radice di quelle
tia voſtra la voſtra mifericordia? No colpe Dio lipigaſtiga,Di o gli puniſce,
ſeguita Dio : Nectotum Reguum au- cmeritamente.
feram , fed Tribum vnam dabo filio 10 Beniſſimo , che l'intendeuawa Plut. in
1h0 propter Dauid ſeruum meum : Diogenc quel Filoſofo, il quale co - mor.li.
Vuo , che la mifericordia foruanzi me riferiſce Plutarco , vedend o vn de doc.
figli- virtut
PerilMercordi della Dom .IIII.di Quareſima. 295
figliuolo , che ſtaua mangiando con'chio d'anni nonanta otto il Giudi.
vitio d’intemperanza si ſubito laſcid ce , e' gran Sacerdote del Popolo
fcorrere vna gitanciata in faccia al Hebreo Heli , e ſe ne ftaua ſe
Pedante , che ne haueua cura . E le dendo il ſulla porta vn giorno ; &
il pouero Pedagogo li foſſe diciò la ecco' all'intendere' d'yna mala no
mentato , come ch'egli non haueſſe uella cadette' giù dal trono ſupi
commeffo errore alcuno : sì, gliha- no , e miſeramentemoriſli : Ceci- 1.Re.4.
rebbe riſpoko ilfiloſofo , che pubbli- dit defella retrorſum iuxtaoftium ,
camente ti ga tigo ,perche ſe queſto fraflisceruicibusmortuus eft leg
tuo diſcepolo pecca d’intemperan - gono i Settanta : contribulatum Transi
za , à te fe n'aſcriue la colpa , che ſe eft dorſum eius : Legge l'Hebreo : 70
bene l'alleualli , e corregelli noilo fractum eff os,colli: Leggono le Rie - Trans.
commetterebbe di queſti errori , e gie : fracta eſtſcapula : s'infranſe le Hebr.
queſto medeſimo halverebbe' egli ceruici: fi ruppe l'ollo del collo : & Tranſ
1

farro , hauerebbe egli detto con li fracaſsò·la'midolla ſpinale : ſi peſto Reg .


medefimi Padri di quel figliuolo ', a tutte le ſpalle ; douetre ſpargere per
quali pure s'apparteneua il bene al- tutto cervella , e ſangue. Ma d'on
leuarlo , e correggerlo all'occor- de tantogran male ? Vi palam facea
renze'a s
ret ( riſponde Ruperto Abbare ).
11 Vericà Signori anco preſſo l'- quod nequeſedile neque coronam au-Rupert.
antichità così chiara, che venne ſug- ream mereretúr habere inter Iudices. Abb.l.
Boet.li. gellata in Roma da denti d'un figli- Riſponde Gregorio Santo :: Ahi ce- 4.devie
de dife. uolo nella faccia del Padre con las cidit, ubi deliquit . Diuino giudi- taver
fch.c.2. mozzicatura del di lui naſo . Lo' tio che s'ammazzalle colà auanti bic.ro:
Gerf.2. fcriuono Boetio' ,e Gerſone j che del Tabernacolo del Signore s per D.Creo
P. fer.1.. trouandofi vn giouane romano che colà haueuaegli peccato , e co’l hic.
in feſto condennato per ſuoi misfarci alla ſuo ſángue purgare il ſagro luo
omniü morte , giunto al patibolo ', chiedet- go che haueua contaminato'; eca
SS. te di poter dare l'vltimo vale al Pa- dendo di ſeggio ', e roinpendoſi il
dre fuo . Venne il Padre , moſtrò il capo , chiaramente moſtrafie , che
figlio di volerlo baciares & accolta- per le colpe ſue non era degno di
tofi à lui, preſegli co' denti sì ftret- leggio , non meritaua corona , non
to il naſo , che netto gli lo recife dal doueua più miniſtrare Sacerdo
volco : dicendo Tu me Pater ſuf te al Signore , ne Giudice à quel
pendis ; tu me' interficis ; dum enim la Gente : Ibi cecidit : ubi deli
meam flagitiofam vitam' non emena quit , vt palam faceret or. Maur
diafti , me in hanc contumeliofams piano di gratia : à bell'agio vn po
1 mortem impulifti : Tu cu Padre feico con queſto pouero Heli : e che
quello , che mi ſoſpendi in queſte peccati , che colpe haueua egli
forche; tu tu ſei quello, che carne- commeſſe , e sì graui, che si rigo
fice quì mileui la vita ; però che roſo gaſtigo ne meritafle? Era pur .
mentre malamente allevandomi, buomo per le nivedelimo pio , per
non corregetti i miei falli ; à queſta ſe medelimo giuſto, d'integerriina
miſera , & infamemorte micondux vitaquanto à fe leſſo , quanto à ſe
celti, e però è ben douere , che le ftello dicoſtumi incorruttibile : el
parte si grande bai nella colpa , par- replica qui il Cardinal Pietro Da Petr,
te ancora tu porti del meritato ga- miano . Idcirco ceruicibus effractis Dam .
ſtigo . Dum enim meam oc. occubuit , quia peccantibus inclemen- lib.4.
12. Ma tacciano le autorità pro- ter indulſit ; altracolpa einos com - epift.c,
fane, oue le Sagre chiare ſi trouano, miſe , come appare nella ſagra is:
nelle diuine ſcritture . Era già vec- ſcrittura , ſe non che traſcurata
mcn
Gaſtigo de Padrine'Figli
mente alleuando i figliuoli , e non quale allettato e'l tuo figlio å giu .
corregendoli con quel rigore , che care ? Che ſarà di te Padre dico
eglidoueua , venne ad hauer par- neſto , dall'eſempio del quale vien?
te in quelle ſceleraggini , ch'egli- aperta la ſtrada al tuo figlio alle
no colà commettenano nel coſpet. laſciuie ? Che ſarà di te Padres
to dirino : e però duramente ei vindicatiuo , che tieni il figlio ſul .

-gaſtigato ne venne , e tanto dura- li riſentimenti ? Che ſarà di te


mente , che à ſentenza di tanti Padre rapace , che alleui il figlio
e tanti egli andò condemnato an- ſull'immanicarli di roba d'altri ?
co eternamente all'Inferno ; frà Che ſarà di re madre , che aiui ,
quali dice altroue l'iſteſſo Purpa- ti , & inſegni la figlia à imbellet
tatoPadre Quis Heli Sacerdotem tarli : darli il roffetto ,farſi iric
nefciat reprobum , tàm pro leui- ci , pompeggiare , galleggiare, fa
táte fua, quam pro offrenata licen- re la bella , la gratiora ? Che fa
tia diuineanimadverſionis fententia rà di te , che la conduci in sù i
condemnatum ? feftini , le inſegni i motii, le con
13 Traſcurate adeſſo à Padri , trarilpofte , i tiri , le gratie , c
traſcurate ò madri la cura de' vo- che sò io , di parer donna com
Ari figli : condeſcendere loro in- pita , come tu dici , ma dirò io
diſcretamente ne giovanili appe- di farli rete del Diauolo , e dir
titi i permettete loro diſordinata- lipatrice de'beni , che coſtano à
mente piaceri , e libertà ; condo- quelto figlio di Dio il ſangue fuo ?
nate alla larga , come ſi dice , al- Che ſarà di te Padre , che ſarà
Ja gioventù , al bollore del ſan- di te madre ? Malanni , rouine ,
gue ; laſciate , che ſcorrino le morti , e dannatione eterna faran
felte per le piazze otioſi, ò per dir no , e di voi , e de' voltri figliuo
meglio vitiofi , che trannottino li . Malanni , rouinc , e morti ha
fuora di caſa ne ridotti , e peg- ueranno i voſtri figli in questa vi
gio ancora , chementre ve ne fta- ta per li voſtri peccatii malanni ,
rete voi in Chieſa alli diuini Offi- rouine , e morti hauerete voi per
tij , ò in cafa recitando il Rolac li peccati di eſi : & andando i
rio , credendo di guadaguarui in voſtri figli dantiati per eſſermala
queſto Mondo il Paradilo ; i vo- mente educati ; andarete danna
ttri ſcorretti figliuoli ſtaranno di ti voi anco , che la mala educa
fuori con li loro peccati ineri- tione lor defte , Padri , Madri
tandoui malaoni in questa , & In- crudeli , che rouinando ſe ftelli ,
ferno nell'altra vita . " Che ſe que- deriuano la lor rouina ne' figli.
ito ſarà di quei Padri , di quelle Figli , e figlic mal nati che roui
Madri , che non hanno altre nati da' Padri , ritornano la lor
parte ne' peccati de' Figli , che rovinu ne' medeſimi Padri !. Gli
il non correggerli debitamente : vni danno à gl'altri vna vita , per
che farà di quelli , i quali co ' dar loro poi doppia morte ; gli
morte pagano chi
mal'eſempio della lor vitagli fan- altri con doppia doppia
no rompere il collo ? Che l'arà di diede foro con morte vna
quelli ; che mettono con effi le vica . A che dolerſi de' Principis
Mani in paſta nelle ſcelerraggini à che dolerſi del Mondo , à che
Ateſſe ? Che ſarà di quel Padres dolerų di tante guerre, che ci ri
beſtemmiatore , dall'eſempio del ducono al più non poffo ? Ela do
quale apprende å beſteminiare il gliamoci de' noſtri peccati , delle
fuo figlio ? Che ſarà di te Pa- noſtre traſeuratezze . Padri, Ma
dre giucatore , dall'eſempio del dri al tempo di bonaccia coin
che
Per il Mercordi della Dom. IIII. diQuareſima. 296
che buon'eſempio de' voſtri figli di nel tempo , che ſono più loro
impicgauate le voſtre ricchezze ? foggetti, corrono gran pericolo d
con che freno teneuate i figliuo infracidire ne' vitij puzzolenci, Fio
li nella materia del maneggiare da . ri chiama Girolamo i figli. Flores
nari ? in pompe , in fafti , in ri- compefcet : e Clemente Aleſſan- Clem .
ucftimenti , in bagordi le gitcaſte drino con non meno odoroſa , che Alex.
voi : in giuochi , in brutture le gracioſa metafora dice , che ſono l.2. De
{pregaranno eglino à piena mano : fiori che ne' prati carnali dal celpo dag.c.3
hor ecco gaſtigati i voſtri peccati delmatrimonio coglie l’Agricolto
nell'abbaſſamento de voſtri figli : re Coleſte: matrimonyflores liberi ,
eccoui gaſtigati voi in tante miſe- quos quidem carnalium pratorum
rie per li peccati de' votri figli . Diuinus colligitAgricola : ohigrida
Non ceffano cuccauia i riſentimen- Girolamo Santo:Citoflorespereunt: D. Hie.
ti , i bagordi in tanti Padri ; i falti, citò violas, lilium , o crocum pe- ad Le
le pompe in tante madri ; i giuo ſtilens aura corrumpit : Facili da in- tas .
chi , le brutture in tanti figli ; e fracidire ſono i fiori : bafta , che gli
per tanto non hanno capo à fini- ſoffij contro vn popò di aura corrot
re le correnti miſerie , giuſtiſſimi ta, vn popò di ventomarino, che ſu
gaſtighi di tante colpe ; nè finiran- bito di fani,odoroſi, marcidie puz
no mai, fintanto che non finiſca- zolenti diuengono : tali ſono i figli
no gli eccelli de' peccati , vuoli ne' primi loro riſcaldamentidi
con penitenza douuta nonſichia- fangue: la pratica , l'inuito , l'incita
mi ſoddisfatto il troppo offeſo Si- mento d’va mal compagno , d'uns
gnore . mal'eſempio , la leccione d'vn libro
14 Ma acciò non manchi l'vn- laſcivio ; vna pittura , yn ballo , vna
guento , ee delicato à quelta nuo- comedia: oli Dio ,decco fatto , mar
ua , ch'è pur non meno profon- ciſcono , infracidiſcono : Citòcito
da , & acuta ferita della pallata flores C. & à voſtro carico o Pa
a' cuori de' poueri Padri , dicia- dri , ò Madri , fà l'hauerne gran
mo con San Girolamo , chele cura , & à voAco debito , ò credi
virtù , le bontà , i buoni meriti to corre la traſcurraggine , e di
de figliuoli ſono all'incontro pre- ligenza , chemettere in quelto fat
miati alli Padri , & alle madri ; e to su i libri della diuina giuſti
premiati in queſta , e nell'altra vi- cia .
D.Hie. ta : Salus infantium ( dice il San- 16 Vide la ben'accorta natura
Ad Le - to Dottore ) ſcriuendo à Leta , nel verde ſtelo , che la bella roſa ſua
tam ep . del ben’alleuare i figliuoli : Salus. figlia doueua ellere da mille ſeni
7. infantium maiorum lucrum eſt o- lalciui, da mille mani sfacciare
tique in hac vita . Indi ſcriuendo inlidiata , e che le colta veniua to
D.Hie. poi contro Giouiniano . Saluabi- Ao fiutata , e fiappita doueua per
lib.r. tur mulier, ſi illos genuerit liberos, deré quell'odoroſo , e vivace ch'è il
aduer. qui Virgines permanfuri fint , fi di lei progio , & honore : ma che
quod ,iplao perdidit,
lonin. beris acquirat in li- fece ellaper conſeruarle que!vere
damnum radicis , o che condo roſore , & allicurarle in eſſo
riem flore compenſer,o pomis. e l'honore , e l'odore ? la cinſe all'.
15 , E quiauuertite Signori, che intorno di mille ſpina , l'armò all
Girolamo ‘ non fà mentione , che intorno di mille punte , onde rigi
della caſtità de' figliuoli i perche detra , e ritroſa rintuzzalle l'ardire
queſta è quella , che particolar- delle troppo libere mani. Ah verde
mente viene incaricata alli Padri , ftelo rete voi Padri , e Madri; ro
& _alle madri ne' loro figli, i qua- no role odoroſe , e viuaci i voſtri
tens
Gastigo de Padrine"figli
teneri figli, le voſtre tenere figlie: ne l'ignoranza iſcuſa : che ſe ini
ma ahi quanti ſeni laſciui, quan- vece di porle, loro leuate la ſpina :
temani sfacciate viuonoinfidiatri- guai àvoi Padri , e madri',rela
ci di queſte miſtiche roſe ? tocca à ſciate, che'l figlio tratti, conuerli ,
voi dunque auueduriil cingerle al- ſcherzi, giuochi, tranori.con que
l'intorno di ſpine, d'vnacura pru- fto , equello , con chi gli piace ;ſe
dentemente rigoroſa ; l'armarle al- laſciate , che la figlia s'infiori, s'in
l'intorno di punte , d'vna diſciplina fraſchi, balli , ciuetti , faccia l'amo
rigida diſcretainente, onde fiven- re ; guai à voiPadri , guai à voi
ga à rintuzzar l'ardire dichi sfaccia- madri icalte, fiutare , fiappitel
tainente s'innoltra , e non temere voſtre roſe verranno à infiacidirli ;
( dice Ambrogio Santo ) che venga- e venendo l’Agricoltore diuino per
no queſte role da queſte ſpina , da coglierle in ornamento del fagro
quettepunte danneuolmente piaga- Altare della ſuagloria, e ſentendo la
te ; perche falubriter ifta compun puzza in vece della fragranza: mi
gunt, ſtimulant iſta ,non vulnerant: rando lo ſmortume in vece del por
le pungono sì , ma di punture ſalu- porino ; ah farà ſentir’à voi quelle
bri : di punture ch’alla virtù le vem- Ipina con centuplicato dolore , che
gono à ſtimolare, e non iinprimo- lor togliete all'intorno . Cre
no loro piaga . do d'hauer chiaro parla
17 Padri, folte figliuoli ,madri, to , e chi hauerà at
forte figliuole , & in conſeguenza telo, m'baue .
periſperienza ſapere e quali,e quan rà intero
te ſpine s'hanno à porre à queſte ro & c.
fe, & à qualpatto s'hanno àporres ( *

VG 1

1
€97

VITA ODIOSA
E MORTE DOLOROSA
Per il Giouedì della Domenica quarta di
Quareſima .
Ibat Iefus in Ciuitatem , quæ vocatur Naims.
Ecce defunétus efferebatur filius vnicusma
tri ſue. Quam cum vidißet Dominus, miſe
ricordia motus fuper eam , dixit illi, Noli fles
re , S. Luca al cap.7 .
PUNTA fulPal- breve corſo d'un giorno folo naſce ,
ba il fiore , c frà le inuecchia , s'inferma , ſcolora , e
braccia di verde muore . Ma ſe caduro , e morto en
ſtelo raccolto , tro al feretro di verde ceſpo diſteſo ,
non priina l'oc- in ſulla ſera l'iſteſſo fiore contem
chio differra , il plo ; ecco di nuouo pianto in rugia
primo ſguardo affilla colà nel Cie. dofe ftille diſtinto afperlo appare .
lo , che tutto molle ditugidofo pia. Sedireſi può, che lo ſparga ſoura
to ſi dà à vedere . Se dit li può, che del figlio eftinto , piangente Ma
lo ſparga foura di ſe medeſimo, o dre natura :freni , frenulpianco, d
Signori, piangente il fiore: pian. Signori, che non ègiuſto ſi pianga
ga, pianga , ch'è giuſto , pianga nel quella morte , che gia paſſataha rer.
fuo natale , chi ſpunta à viuere vita 'minato vn corſo , in cuidal ſuo prin .
odiofa tanto , quanto è la ſua . Vica cipio il fine inalamente venia di
veloce , e fiacca, che ad vn tenero ftinto ; & in diſtanza indiſtinta ad
gambo debolmente affidata dalla ogni modo chiudeua di mancare
natuta , fa , che fragile tematocco nel mezzo ben mille incontri. Oh
di mano gentile , che ne lo ſuella : che pianga , che pianga l'huomo
morſo di picciol verme , che lo re- fanciullo naſcente, al pianoprima,
cida : fiato di mutol'aria , che l'am- che allo ſguardo aprendo gl'occhi,
maligni : punta di raggio ſottilewe egli è giuito, egli è giuſto :che ſolo è
che a morteil fieda: non che dente degna dipianto l'humana vita. Vi,
che'l paſca; non che ferro che'l ca- ta veloce, e fiacca, che al gambo ic
gli; non che piede che'l piſti; non nero di queſta carne debolmente
che tempeſta in fine, che ne lo in- affidata dalla natura , ta, che fragile
franga. E quando pure adiuenga, tema carnefice crudele alla gola
che gli accidenti tutti d'vna morte vna fol mano ; entro del cuore vn
immatura iſchiui auuencuroſo : nel picciolo verme ; al reſpiro vn'aura
Рp muta i
298 Vita odioſa, e morte dolorofa
muta ; all'influffo vn raggioſottile: e non fipiangano i morti al viuere,
non chefecrino il denie , nonche al morire, odioſo, doglioſo , non
nemico il ferro ,odopprimentevn piùſoggetti.Nonmistedeceanco .
peſo ; ò ditempeſta furentevn ful- ia odiola la vita ? co'l primo pun.
mine del Cielo , vn'aperta voragi- to io la dimoſtro , e maſſime in rif
ne in mezzo al Mare . E quando petcodella futura. Credete doloro
pure accada , che i caſi tutti di mor. Ja la morte ?nel ſecondo vuò dimo
te acerba isfuggaà grande auuen- ftcare il quanto , e ballimeà glia
tuca: ahi che naſce , sinuecchia , matori di queſto Mondo , e ſon dal
inferma, ſcolora ,e muore nelbre- primo .
ue corſo di che ? direi d'vn giorno 2 Odioſa certo , Signori, è que.
folo , come diſſi delfiore ; poiche ſta vita mortale . Odiora primo per
vita di fiore Giobbe l'humana vita la velocità inquieta del tuo breuilli
già diffe . Quafi flos egreditur , mo corſo , figurata in vn fiore , non
Poeta conteritur: ſe doued'vn ſolo parlo così bene è capita : la figuroinvn
Volg. già la cantò il Poeta : Dalla culla giuoco, ecapiralli allaimeglio.Sa,
Plal. 38. alla tomba e yn brcue parlo : d' pere, che siala trottoia? Trochus il
va palino ſolo non la piangeſe il latino la diſſe; ella èvno ſtromen
Profera ., Menfurabiles . Altri pal.
Alia le- mares poſuištis dies meos. Mache
to dilegno, che la figura tienepi
ramidale , entro delqnale vn ferria
etiocie. à morto caduto dentro la bara diftero ciuolo ſi troua . S'auuolge da' fan
Fed.fer. pianga vnamadre , che ſoprauiua, ciulliall'intornocon vna funicella ,
6. Dom. il ſuo figlio , come hoggipureadi. opicciol faſcia dicuoio ; e ſulla ter
4.1.6. uiene in fulle porte della Città di ra gettata à raggirare Gi mette. Ohi
Naimo : ch non lo ſoffre la Sapien . me, notate : la troicolain ſulla tere
za increata , & incarnata , il noſtro ra li gitta , e vi ligitta legata , & im .
Chriſto, onde à quella s'accolta, & prigionata, perche è ad vn'officio
à miſericordia commoſſo non me- odioſo violentata; & ai getto primo
no dall'inganno del ſenno, chedal in sù del ſuolo li pianta, ma colla
dolore del ſeno , con il comandol- punta ſola ,la ſola cuſpide inpunto ,
indegno, l'ingiuſto pianto leftagna, non conla bafe in piano , ſegno di
Quam cum vidiſſet Dominus , mile. quanto inpronto alla caduta ſitro .
ricordia motus ſupeream , dixit illi ui. Ma non per queſto ſtabile va
noli flere. Quali che dire voleile : fol momento ripoſa, che non si to .
Frena , frena donna quel corſo del- ' fto èin piedi,cheà raggirare comin
le lagrime tue ; ch'eller non de la cia . Gira, gira , inquicta , l'vn giro
grimata morte , cheimpoſto ha fi- all'altro accoppiando, fu'l chiudere
ne alle miſerie molte moſtruoſa del primo incominciando il ſecon
1
mente affollate entro del breue giro do ; e d'inſtante in inſtante coll'in
di po a vita,che Homonatusde mu- ftabil punta variando il ſuo centro ,
here , breui viuens tempore , repelle. con rintrecciati auuiluppi dicircon .
tur multis miferijs. Piangere li do ferenze confuſe'vn labirinto forma,
ueua viuo , mentre era frà quelle incui ſi perde con l'occhio la niente
inmerſo; mahora che n'è vícito ,à ancora . Tienti trottola vn poco ,
che ſpargere pianto ?Laſcia , laſcia pauſando il giro . Non è poftibile
quelo louerchio officio . Nolifle Itare,e non girare;che tenerli,e ca
re: è riſerba almeno queſte lagti- dere fia auto in vno . Seguonoigi
me tue, perquando rediuiuo iolo ti,irigiri , piede à piè, fronte àtec
torni allemiſerieprime, chehàla go, girisì,inolticol numero del più
Iciate , Piangansi adunque i viui ,
Per ilGiouedidella Dom .IV .diQuare). 299
tinuati: & in girare si fatto cosìve. mirabilmente à tutta l'humanavita!
Joce hà il corſo , che deludendo lo Quaſi ibrocum , ecco l'huomo mifti.
ſguardo , vedi, che non hà quiete; ca trottola :Circumligando te faſcia;
econ ciò tutto il moto non vidi- eccolo auuolto all'intorno , & affa
stingui. Se ricordii paſſasi rigiri , ti ſciato nelcuoio.In terram ,& c.ecco .
paion fogni, cosìratti ſene volaro . lo gertato in pieno ſopra la terra à
no , ſe nel preſente t'affiaci, pria che raggirare il circolo della ſua vita .
l'incontri la viſta , già coʻlricordoè Poteuano eſsere i termini più fciffe
sfuggito : ſe preuieni i futuri con il rati . Circumligando te , & c. No
giuditio ,mentre più giriaſpetti, P. tate adeſſo , chelegato , auuiluppa.
vltimo compie , e diſteſa caduta te to trottola l'huomo nell'vtero della
èil fanciuleſco fuamadre, qual prigioniero Gigę
queſtotrottola è detto . ta in fulla terra nafcendo ; perche
È della
la ritroui, .che
giuoco
Oh che vn giuoco , vn giuoco è è ad vo'offitio odiofo :: diſſi poco;
queſta vita humana. Aeftimaucrunt perche reo dannato àmorte , egli è
Sapa 25. Ludum efle vitam noſtram ,diſſe dala prima a' tormenti violentato; e al
cuni il Sauio, nelnquà prefero er- getto primo di queſto Mondo fi
core : vn fanciulteſco giuoco , gi- pianta, ma con la fala punta,la ſola
uoco di trottola appunto ? Coſa è cuſpide in punto (non con la baſe in
Phuomo Signori ? egli è vna trotto- piano) il momentaneo preciſo d'vn
la. Cercate il legno ,materia à veco lolo inſtante , che paſſa attualmente
mi ſoggettajn cui fabbrefacio ti tro- toccando, ſegno di quanto in pron
ui ? Eccoui il corpo .. Volete il fer- to in durata caduca alla caduta ſi
to, che è il foftegno, e la fermezza , troui: ma non per queſto ſtabile va
per fin che dura nel moto ? Eccoui fol momento ripoſa , che non si to .
l'anima. Defiderate vederlo pira- fto havita,che à raggirarcomincia il
midale ? dirò baſe l'eterno dell'altra viuere ſuo circolare . Gira l'hore
vita ; cufpide il teinporale della pre- inquieto ,l'vn giorno all'altro accop
fente. Cosìprima che nato ,rauuol piando,fu'l chiudere del hieri,l'hoge
to nelle faſcia di cuoio di quelle gi ricominciando ; e coll'iſtabile
pellicciuole, ò membrane , che da' punta deltéporale fluſſibile dinunc,
Medici ſecondine vengono dette , in nunc variando il centro deltem .
che lo circondano entro delventre po preſente detto , con irintrecciati
materno : viene poſcia in fulla ter- auuiluppi delle circonferenze con . >

ra gettato nel ſuo natale , e raggira- fure delle ſettimane , die'meli , de


recominciail circolo della ſua vita . gľanni, e' luftriquel laberinto for.
ò gixos 7porós così. Focilide ſcriffe.. ma della fucceffiua duratione, in
Phocilia Manon mi bafta vn Focilide, che: cui colnumero delmoto ſecondo il
des cit. À ce l'accenni, voglio vn ProfecaIſa- pria, e'lpoi ( Numerus molus ſecuna
Nauar. ia, chechiaro il dica . Coronansco- dum prius, o pofterius defini'l tem
11.2.15 t. ronabit tetribulatione , quafipilami po Ariſtotile l) i va perdendo con il
4. c.22. mittet icin terram latam ,Spatia. Templice penſiero perme iolo con
fam ; ibimorieris, oue la Tigorina .. feſſo) lo ſtello diſcorſo ancora . Fer.
Circumligando sefaſcia , quafi throsma,huomo,popoco, trattienivn pú
cumin terram (parioſam proucier te. to ilrotolar della vita ? Non è poſſi
Io sò bene, checiò letteralmente Gi bil viucre,e non rotare ;che fermarli
dice à quel Solona Miniſtro inde- e morire fia ſolo vn'atto. Seguono
gno colà del Tempio di Dio , pro le riuolte alle volte, piede à pie, fró
Letizandoli l'infelice lui vita. Machi ce à cergo,mentrevolta, e riuolca la
mi può negare , chenon s'aggiufti Luna ilviſo, ilSole,iſegni.Volie,s
PP2
300 Vita odioſa, e morte dolorofa
rivolte nel nome ſolo diſcrete , ma na? vna vita marinareſca i Qui deo
nell'eſenza vn quanto continuato ; fcendunt mare in Nauibus , diceua
&inuoltare , e riuoltare sifatto cosi Dauid. E chiſonocoſtoro, che la- Pf. 106 .
rapido corre,che deludendo il guar- fciata la quiete d'vn lido ftabile , Gi
do dell'auuertenza, vedi , che non ſono in alto Mare ingolfatiſopra d
quieta in vna età, e con ciòtutto vnlegno fragile? RiſpódeS.Grego D. Grei
non vi diſtingui il moto , ſe ben li rio Niffeno.Homines relicta ſtabili,
mura.'Infante, fanciullo,adulto, gio- O nullis tempestatibus expoſita vita, Niſſen:
uine,viule,vecchio,decrepito,quan- polunrate, opropoſito,quafimare ef. tract. 1 :
doche tanto duri.Fà, che ti ricordi feftifunt;inquit enim qui defcenduntin P /al.
igilide'foiceinpipaſſati:appunto mare in nauibus; o loco Paradiſi,cap.8.
fogni:diglichenelpreſente s'affilli: quem colebant, in quo prius diues
non può,che sfugge: pecuenga lifu. bant , ariem faltirarunt fubmerfioni
turicon il giudicio : ahi chementre obroxiam . Maris appellatione vi
ſpera girar'ancora domani, e dopo , tam hanc deſignat qua corpori, og
hoggi l'ultimo comrie , e morto ca- materia immerſa , omnibus tentatio
duto , ecco lo vedi entro al feretronibus expoſita est , o paffionibus fiói
diftero . Ecce Defunctus efferebatur. mutuo fuccedentibes exagitatur . GI
Oh queſto queſto è il fanciulleſco huomini ſono, gl'huomini ſciagura .
giuoco della corrente vita dell'huo- ti, & infelici, che laſciata la ſtabilitat
mo.Giuoco di trottola appunto,l'ha- del lido dello ſtato dell'innocenza ,
uete viſto : e chi è filoſofo fra voi più quale godeuano nel Paradiſo Ter
chiaro intero : Coronans, coronabil reftre d, i loro cieco volere, e mai
te oc. circumligando te falcia Oc. propoſito ti ſono fatti al Maredi
Dite voi hora, fe odioſa per la velo. queſta vita mortale. Vita marinare
cita inquieta del ſuo breuiffimo cor- fca, che flutuante in queſta corrut
ſo;odiofaperla velocita della quale tibile carne,dopo ſtenti, e perigli
Senec. Seneca il Tragico ſcriſſe ; Rora pre- ha finalmente infallibile il naufra.
infurē. cipitis voluitur anni : odiofa per la gio di morte. Solca abbonacciato il
velocità inquieta,della quale Simo- Mare colà ben corredato vovaſcel.
catta già ſcriffe .Omnia noual, o alo.fcherzano l'aure , giuocano l'ac
dulterat, transformat, alias ali- que, ridono i Cieli ; ina il marinaro
Simo- ter fingit;ſemper conſtantiam ,ac fta- perciò non dorme, non pofa , ma
catta li. bilitatem odit , vbi errorem fistat, ſcorre il legno , fifa al timone, mira
3.6.8. non inuenit : & odioſa in fine per la la catta, riuede il bustolo,vſa le vele,
velocità inquieta del ſuo breuiffimo raddoppa i temi: vigilante , auye .
corſo , della quale Seneca il mo- duto egli è in continuo moca ,con
rale ſentenza dicde. Præſens tem- tinua cura,ſoſpettoſo ,geloſo,che sa ,
pus breuiffimum eft , adeo quidems che circondato da' nemici, due dita
vi quibuſdam nullum videatur ; coloè dallarorte diſcoſto. Ma non
in curſus enim femper eft , fluit , và molto, che li conturba il marino
precipitatur ; ante definit ellu , elemento , & affoldate giù nel pro
quam venit . fondo abiſſo ,e colà nell'eolie cauere
3. Maſin'horahò giuocato ;non nel più tempeſtoſe boraſche, e bo
perche figurato io v'habbia vn gi- rafchoſe tempefte g, uerra gli muo
noco chea queſto modo hò pretero ue all'aperta,l'inuefteà prora congli
far da tenno, enon da giuoco ; ma ſquadroni de' venti; lo batte à pop
perche ciò cheho detto,e veramen- pa con le bombarde delle ftrepitoſe
tevn g uoco in riſpecto à ciò,che procelle;gl'attacca a' lati i pettardi
ho à dire . Cola è queſta vita huma- de' flutti; tenta minarlo con le ſufo
{pin
Per ilGioucdidella Dom .IV . di Quareſ. 301
Spinte dell'onde ; e fatta breccia ba non la duemo odiuſa ? Questa è la
itante entro li fianchi (diuſciti, le vra humana 10 queſto fato morta
commiſſure aperte, viene alla ſcala. le . Vita marinareſca . Qui defcen
ta per ogn'intorno : Che farà il ma duntmare in nauibus CC.
Homines
rinaro ſollecito,fatigofo canapi,eli reli&ta ftabili c. Viua l'huomo di
ni, i legni , i ferri coʻlcomando, col ſanità robuſto, diricchezze opulen
braccio mettendo in opra , fottiene to , aggrandito d'honori : diro , che
gl incontri ;dura alle batterie; reliite marinaro folca con ben corredato
a' pettardi; deludele mine ; lo ſdru vaſcello abbonacciato il mare di
ſcito rinforza; lo ſcongionto con questa vita : e che à lui prò ſcherza
nette; ributtando gli aſfalti per ogni no laure de'piaceri, giuocano l'ac
canto:ma ſe teme,le gela,ſe fiduole que de gl'intereſſi, ndono i Cielide
ſe s'accora , ſe ſoſpira , agonizza; ſe fauori ; ma non perciò dorme las
vedendoſi poſto in ſulle fauci di notte intiera,ilgiorno tutto ripoſa;
morte, morto ben mille volte non li che anzı gli è forza ſcorrer'il legno
delidera, dicalo la morte ftetla , che del ſuo ftaco ; farſi al timone delbuo
perhauernepiù numeroſi li trofei, gouerno ; mirar la carta delle fue
I'vltiino trionfudiviportarnericula . Ipeſe ; riucder'il buſſolo delle ſue
Segue poi la bonaccia , c riſarcita la eintate ; vſar le vele del ſuo ſapere ;
naue , ha fauoreuole il corſo per adoprar'i retri dell'operare;vigilan .
qualche tempo ; ina è tregua questa re à gli acquiſti, auueduto à gli au
inſidioſa, e non pace,chelo tira nel- uanzı ; ſtare in continuo moio , con
l'allo, oue li troua il nemico co nuo. cioua cura : ſoſpettoſo , geloſo di
ua guerra alla fronte; che puouamé- sfortune , e malon ; che sà , che cir
te turbato il Mare,con quoui incon condato dalle nemiche ſciagure
tri,ebatterienouelle,nuouipettardi, (può direcon Dauide)vn grado ro- 1.Reg.
nuoue mine , e nuoui aſſalti ;mille lo è dalla morte diſcoſto . P'nolana 6,20 .
aguati cendendo , mille imboſcate tum( ve ila dicam )gradu ego,morſque
facendo ,in lecche,e ſcogli,con rad diuidimur. Et ecco molto non và,
doppiato vigore tenta contro dieſſo che'l Mare amaro della lui vira fi
l'eitrena forte. Le mercantie ſi git: turba , & affoldare giù nel profondo
tano ,c gemeil cuore : i cari arnelia abillo dell'interne viſcere corporali,
perdono,eſcoppia l'anima: hoggi il ecolà nell'eolie caucrne delle mon
legno li falua, ma battuto indeboli. dane eſteriori vicende le più tem
sce: domani, e dopo contrafta, ma peltoſe boraſche ,e boraſcoſe tem
vecchio s'apre : Signori che fia di peſte dimiſerie , e trauerfie , guerra
lui ? forza è, che ceda al rinfreſcato gli muoue all'aperra . L'inucite alla
aſſalirlo del Mar nemico ,chevinci. prora del riſpetto con gli ſquadroni
tore gli rompe pria , gli ſcompiglia de' venti d'incontri ingiuriofi : la
poſcia, gli sbaraglia in fine la ciur- batte alla poppa del potere, con le
matutta, e formamarinareſca;onde bombarde di ſtrepitoſe procelle d'a
leuatagli ogni difeſa, e fattoli patro accidenti finiftri nelle ricchezze :
ne della porta di prora ; s'auuanza l'attacca' a'latı deila corporale fa .
alla piazza della corſia,ed’indiaſce . luite con li pertardı de'flutii, delles
de al caſtello di poppa: lo faccheg . maligne influenze : tenta minarlo
gia lo ſmantella, lo ſtrugge; e vuoto con le furoſpince deil'onde de' pu
infranco ;sformato il fuito affatto ,co' trefatti humori , e corgenrı; e fatta
viui tutti entro dell'ondel'affoga , c breccia baſtante entro alli fianchi
fotto l'arene all'vltimo li ſepelliſce. sdruſciti dellacarne indebolica, en
Ohvitajob vita vita dimarinaro :etro le commiſureaperte dellitidi
ſcapi
302 Vita odiofa , e morte doloroſa
lidi honore, e roba,vienealla ſcala. che,e ſcogli, d'inſidie, e di perfidies
ta per ogni intorno: Dite,che fà qui con raddoppiato vigore contro di
l'huomo ? ſe non qual marinaro ſolo lui tentando l'eftrema forte. Le face
lecito, fatigolo canapi,e lipi di particoltà G gittano , egeme il cuore ,le
ti, e diſegni,ilegni,iferride gliamie dignità fi perdono , e ſcoppia l'ani
ci, e Padronicon i prieghi,e le for- ma: huggi il febbricitante ti falua ;
zeinettendo in opera , ſoſtenere ma battuto dal parociſmo indebo.
con la giuſtitia , e la ſpada de gli af lifce; domani, e dopo contrata
fronti ingiurioſi gl'incontri;durare ma inuecchiato ſoccombe.Signori
con la ſofferenza, ela borſa allebat- che fia dilui a forza è , che alrinfree
cerie de gli accidenti finiftri nelle ſcarſi de gli affali marini del con
ricchezze: refiftere con gli antidoti curbato ſuo viuere alla fine egli ce.
preſeruatiui alli pettardi delle mali- da: che vincitoregli rompe, gliſcão.
gne influenze ;deluderecon curati piglia , e sbaraglia la ciurma cuc
ui remedij le ſuſofpinte ondore , e ta , e tarmamarinareſca de gli ap
putrefatti, etorgentihumori; erin- poggi ciuili, e perſonali fue porte ;
forzando co'nodritiui riſtori lo ſdru . onde leua tagli ogni difefa, efattoli
fcito della debole carne , e connet padrone della porta di prora del
tendocon l'induſtria , e'lfudore lo pubblico riſpetto ;s'auanza alla
fcongionto dell'hauere,e dell'hono . piazza della corfia delpriuato ſple
re ributtarſi forte d'attorno gl'aſſalti dore , e d'indi afcende al caſtello di
hoftili.Ma fe'ltimore lo prende,& poppa del famigliare potere, lo face
ingelidito ne reſta;ſe'ldolore lo pre. cheggia,loſmantella , lo ſtrugge ne
me, o ne rimane accorato , fe fofpi- beni cuttijdifortuna,d'acquisto , e di
rare fifente, &in agonia fi riduce ; natura; e vuoto,infranto , sformato
ſe vededofi pofto in ſulle fauci del fuſto affatto entro dell'ode di morte
la pouertà,dell'infamia ,e della more l'affoga eſanime , & incadauerito
Ceamorci fteffiinuidia ben mille forto di poca arena. lo ſepelliſce ..
volte egli porta ; dicalo la morte Ohe non è queſta vita, vita da ma
ifteſsa ,che fdegaoſa ſuperba non rinaro odiofa ? Dauide lo dico. Nita
fi riſolue à priuario di quella vita , ſeno lo ſpiega.La ſperienza giorna.
mentre conoſce effer da lui odiata , le la fà toccare con mano . Qui de .
enon gradita.Segue poi la bonac- fcendunt Oci Homines relicta O C.
cia , e riſarcita la naue dello ſtato di 4 Che ſe odioſa pur'anco non vi
lui; bà fauorcuole il corſo d'auuenº rieſce ſotto nome di vita , odioſa
euroſo viuere per qualche tépo . Ma rieſca.come agonia di morte : come
è triegua queſta infidioſa, e non pa . vna inorte iſteſſa , e morte replicata
ce, chelo tira nell'alto di nuovi in . di giorno in giorno : & alla fire co..
trichi, oue fi troua il nemico con mevn'Interno medemo,Gi che que
nuoua guerra alla fronte ; che nuo- ftamiſera vita è vna agonia.di mor
uamenicturba la vita Inimana con te,poſciache al priino incominciare
nuoui incontri , c batcerie nouelle , del viuere affannati trahendo , e
nuouipettardi,e nuoue mine,e nuo. mandando il fiato dal ſenoagoniz .
ui affalti; gli & detratto alla tama, zanti fatti(dice Bernardo Sanio ) in
danneggiato il danaro , alterata la cominciamo à morite . Quid agi- . Dera
naturaletemperie ,ſconcertata l'are mus, ex quo primum incipimusviue. nard. in
monia de membri, equanto in fine re , nifiinciperemori ? ſi che queſta
naturalmente poſſiede impugnato , vita infelice è vn'iftella morte, e Pl.go.
e contraftato : mille aguati tenden- morte replicata di giorno in gior- :37
domnille imboſcare facendo in loco co , peroche hogginon eſſendo più
quelli
Peril Gruedi della Dom .IV . di Quareſ. 303
quelli dihieri,mentre dicorpo ,ed' Dio , che più odiofo giuoco è quer
affetti così mutabili ſiamo, ogni gi- Ata vica, ch'io viuo . Che giuecato.
orno ( dice Girolamo Santo ) vera- re più iniſero in eſſaioſono , quegli
mentemoriamo. Quotidie morimur, ligiuoca la vita,& jo la morte: qac
quoridie commuiamur, tamen nos gli la vitadel corpo , & io la morte
D. Hie. credimus eternos . Siche quefta vita dell'anima: quegli del corpo morta .
Pſ. 114. ſgratiara ella è vn'Inferino mede- le , & io dell'anima, ch'è immorta
mo.Pericula Inferni inuenerunt mes, le ; e non impallidiſco, per non più
Pſ.114. gridaua Dauide in ſagra ſcricura rauuiuarmi? c non tremo , per non
Innoc.3. SpiegaInnocentio terzo . Infernus più rinfrancarmi? e non illanguidi.
inPſal. quandoque dicitur miferia prafeneis cco , per non più rinforzarmi? Ah
1. Penir. vita , vndepericula Inferni inuene- queſto è il fomno dell'odio di que
runtme. Siche la doue la Poeſia to gļuoco ? Si giuoca il reſto, iliuc
'morale finge, che nell'Inferno Ca- to , il ſommo di punto in punto ,
fonte il Vecchio entro à Idruſcito ſemprein attuale periglio diperdita
battello per la palude di Cocito , al- irreparabile, e purſi giuoca dagiuo
l'altra riua l’anime traghettaſle:vole co , e non da ſenno .
le dar'ad intendere che nell'Inferno 6 Che ſe vita tarinareſca è la
di queſta vica mortale ; miſtico Ca. mia in riguardo alla ſalute del cor
Tonte iltempo , entro allo ſdruſcito po , & à gl'intereſſi del tempo : ah
battello delcorrutibile corpo, per la che odiola marinareſca vita ella è
paludora Cocito dellafluſibile età , poſcia in riguardo alla ſalute dell'a
traghetta l'anime allariua dell'altra nima, & agl'intereflidell'eternità:
20.Boua ,vita,e moriuollo chi ſcriſſe. Apud oh terribil forte . Ingolfato nell'O
Genealo. Inferos verò ideo poficus eft Charou ceano di queſtoMondo mi trovo ,
Deor. quia Superi tempore non indigeni, e non sò il come , che non ſciolgi
bin.c.33. Di nos mortales . dallido di mio volere , come di mio
5 Epure, e pure tutto ènulla , volere non nacqui, e nauigare mi
ciò , che lin'hora ſi è detto . Il pun- conuiene fenza ſcuoprire dell'altro
fto Atà nel riſpetto alla futura , il Mondo la cerra , per lino incontri 12
puntoſtà , che levn giuocoè queſta motte , con la quale ò approdiin
humana mia vita , in eſſo me ſteſſo porto eternamente beato, è naufra .
giuoco contro di me medeſimo, per go m’affondi miſero eternamente :
perderini, ò per guadagnarmi eter- e mentredi queſto sicuciflimo ine
namente . Mifero giuocatore , con- uitabile incontro io non so'l tem
traſtare à me ftello la perdita dell'e- po , io non sd’l luogo , io non sò
terno bene , per riportarne il gua- il modo , ardo nell'acque, gielo nel
dagao dell' eterno male . Odioſo fuoco, poſto ſulla ſoglia del Paradi
giuoco, che in un ſol puntoſi chiu- fo di punto in puntoito perprecipi
de, enon sò il quando,eſe quel pu . tare giù neil'Inferno .Ahi ſcoppia.
to traſcuro,io mi hò perduco in erer. cuori ftentati dell'affannaco mio
no . Miſerogiuocatore quel ſolda- cuore. Se mi ſoffianocontro i ven
to fiftima, che condennato ſi troua ti de' teatatori: oh Dio ſe queſtala
à giaocarealli dadila vita fua , & io volta foffe , che l'onde dell'iſtabie
ne ho viſto alcunoimpallidire ,tre- lità dell' humanovolere in malitia
mare , illanguidice , non hauer for- finale mi ſobiſſalero . Se incontro
za al gitto di giuoco tanto odioſo , all'improuiſo gli ſcogli dell'occaſio
fiocco gemendo in vn ſoſpiro an- ni: oh Dio, ſe queſta la volta foſſe,
goſciofo . Con queſto tiro , ahich '. che i flutti dell'appetiço naturale
io migiuoco la vita. Oh Dio , oh con peccato d'oftinatione miving
frin
302 Uitä odiofa ,"e morte dolorosa .
fringeſſero . Se corro bonaccia di mo , huomo infelice , cheio ſono ,
conſcienza ſerena:oh Dio ſe deſfi in chi mi trarrà vna volta ſciolto lo ſpi.
feccainſidioſa d'vn'ignoranza craſ- rito dal corpo di queſta morte,onde
fa , che mi perdeffe in eterno . Se reſpiri libero da queſte anguſtie là
( corroborafca di fcrupoloſo rimor- nellavita ? Signore io ſon irà viui ,
fo : oh Dio ſe'l vortice d'vna prati perche tu lo volefti, e ditua vogila
ca dubbieta , qui m'ingoiale per appagato per ſin che vuoi , che io
ſempre. Saido m'attengo al timon viua , trà viui io viuo . Ma ſe tù non
della fede ; ma che soio , che ſcof. repugni col tuo diuino volere nel
fa d'infedeltà , prima ch'io muoia , quale tutta la voglia mia ad ogni
non me lo cacci di mano ? ampie le miglior modo raffegno ) per meio
vele itendo alla ſperanza : ma che qui rinoncio tutto quell'auuanzo di
so io , ſe cemeraria prolontione non temporale vita , che la natura inide .
me le vada gonfiando?Pretiofi cor- ue, e non ſolo io m’accontento mo.
redi , ricchemercidi carità , di me- tire , ma bramo , ma chiamo , ma
riti , digratia io miritrouo ,ma che ti chiedo la morte . Muoia, muoia,
sò io , che dando nelli corfari del fà ,ch'io muoia ò Signore , termini
Tartaro, non perda il tutto , e po. li ſuoiraggiri il giuoco del viuere
Ito alla catena dell'impenitenza in- mio : faccia naufragio il caduco di
durata , ſchiauo prigione io non fi. queſta frale ſoſtanza; finiſca la fter
niſca la vita? finalmente io ſon cer- taca agonia con l'vltiinato ſoſpiro ;
to d'hauere più volte fatto rottura compiſca l'eſtrema morte il nume.
graue nel fondo della legge diuina , rodítantemorti , & eſca io da tore
ma ſono , e farò ſempre incerto , menti di queſto inferno : sò , che.
che dando alla boinba con la Con. di là porlo dare in vn'Inferno pick
fellione ſagramentale , io l'habbia fielo , in vn perpetuo morire , in
fatto sì bene, che ne ſia ſtata vuota- vn'eterna agonia, in naufragio mia
ta l'acqua fatta d'iniquica;onde non ſerrimo , in perdita di te mio Dio .
mi vegga entrol'abillo affogato, per Ma viua io gl'annidi Neftore, che
non vfcirne più mai : oh, e frà i non per queſto aſſicurare mi poſſo
motiineguali, continui , & inpor. di queito paſſo : e quando fia, ch'io
tuni, di queite fidanze, e timori, (i- vi giunga ( ch'egli è pur forza io vi
curezze, e dubbierà, ondeggian . giunga ) forza fara , ch'io mi gerci
do maiſempre , ſento gli affanni , entro le braccia delle miſericordie
fpar go i ſadori dichi li troua in ful- tue . A che puu dunque allungarla ?
le fauci della morte , e morte eter- Che non troncarla più toſto con
na . ſperanza viuace ? Tù l'hai quì as
7 E non è queſta vn ' agonia perte Signore ſopra di queſto tron
Atentata di tutto il viuere? e non è co . Hor mi vi getro , s'hora ti
queſto vo rediuiuo morire di mo piace in effe raccormi in pace . Spi
miento in momento per tutta la vi- rarò lo ſpitto mio nel ſeno di que
ta? e non è queſto vo foffice pene ſta plaga , caderà il mio corpo a
d'Inferno fuor dell'Infernoi dillo tù piedi diqueſta croce : chiuderò gli
palpitante mio cuore ; fanne cu fe- occhialla vita , co'l dare gli vltimi
de interrotto mio fpirto ; atteſtalo ſguardi nell'immagine della tua
tù apima mia lacerata , & amerò morte . Nunc dimittis feruum the
queka vita ? ne mi ſarà odiofa ? ahi um Domine fecundum verbum tun Luca 2
gridaròcon l'Appoſtolo Paolo San. um inpace , quia videruntoculi mei
Ad Rõ. io : Infelix egoHomo,quis melabe ſalutare ruum. Che ſe vuoi tu pur".
2: rabic de corporemortis huius? Huo aaco in giuoco io gici , in mare in
Peril Venerdi della Dom , IVdi Quareſ. 305
Stauighi, agonizante io ſtenti, in via la vampafugace di quella ſtoppa?
ua morte viuendo io muoia,in que ardente , fiſſando gl'occhi, la mom
fto inferno penando ; ſia fatto per mentanea durata del temporale tul-
che lo vuoi, lin che vuoi,come vuoi ; to rammemoraſſe ; onde l'imperial
ma mentre tu me'l concedi, ne te grandezza troppo non l'inuaghiſſe
n'offendi, viurò ſempre con odio di di queſta vita'. Mira' , dir gli vole .
queſta vita .. uano , ò Imperatore , ne ti penſare ,
8 Ma ti mondano ', che fai? ſtupi: che l'imperial corona t'habbia di
fci à queſto mio dire ?non intendi ili shumanato . Huomo ſei', come
linguaggio di queſto affetto ? non pria : malla d'olla congiunte , eri
capiſci il ſentimen !o di queſta filo- coperte di poca fracida carne; ne
ſofia celeſte ? eh che non ſai odiar portarà più riſpetto al tuo palazzo
queſta vita; perchet'accieca l'amo- ſuperbolardica morte; di quello il
re di queſto Mondo : pur’alla fine porti al tagurio del tuo più vile pa
conuerratti morire , & oh quanto ſtore : che Mors' æquo pulſat pe
doglioſa ti s'ha da rendere la inore de pauperum tabernas , Regum que Horata
da queſto amor tuo mondáno ? Al- turres . Lunga è la ſchiera, e fem
l'altra parte l'aſpetto ;mamentre ti pre continuara di quelli , che dalli
ſi ricorda il morire, fa quell'elemo- viui alli morti paſſaggio fanno
ſina adeſſo.che al punto eſtremori- Longus ad manes properatur ordo ,
dotto bramerai d'hauer fatto , e pi e le frà d'elli pochi Coronati ven.
glio fiato , gono annouerati , egli è , chu
poche corone diſtribuiſce la ſor
PARTE SECONDA . te . L'offa , che vedi , son parte
d'vn Ré , e parte d'vo contadino ;,
D.Pet . 9 V già coſtume,ò Signori,vn & vn'yrna medelioja qui le capi
Damia. .

2 epift. 17. de' Greci, e celo riferiſce il Cardi- anco da va'ifteffa conocchia la Fi
nal Pietro Damiano Santo; che luió liera fatale dell’vno ; e dell'alcro la !
bito eletro l'Imperatore nouello,; vita andò filaudo . Diſtingui, les
poſtagli la corona reale in capo , lo puoi , la mano , che già ſtringea
ſcettro dorato in pugno , & alien- lo ſcettro da quella , che maneg.
tacolo nell' imperiale ſuo Trono ; gaua l'aratro i quella , che con
mentre ſalutato veojua da’lieri,e fe: la penna daua le leggi a' Popo-
ſtoli gridi de'ſuoiVaffalli, rinbo.nl.li , da quella che con lo ſtimo
bando con le trombe le voci ilvi . 10 : i giouenchi cacciaua . Guaca
ua per ogn'intorno; nell’acto ſtello , da ſe riconoſci la Maeltà Red
ſe gli appreſentava auantıvntale , le dalla vilcà rufticale ; il riguara
che in voamino portaua vnvaſo deuole aſpetto dal rugginofo 1001
pieno d'olla di morti , e nell'altra. biante : Qui con le membra cal.
popo di ſtoppa ſoitilc , la quale da lore , e le delicate : qui l'odorore
tole fuoco , un punto ; à vn punto di muſchi' , e le putenti di ſtalla .
fuaniua: Che ſe chiedere al Cardi . Hoggi lo ſquallore co nunc , il co-
nalé , à che fine voi ceremonia si mune puzzore in morte con 'vgua .
ſtrana ordinata venjua;riſponde, de glianza atorbiſce quello ', che hierii
in altero debeat conderare quodell, Pakro in vita cosi diuerlo appari
4 o in altero valeat videre, quod ha- ua . Ma non è da itupirne : itau2
bet. Acciò in quell'offa ſpecchian : la diuerſità tutta ne gli accidenri ,
doſi, la caducita dell'elec fuo cor: quali corrotti,l'identita ſipaleſa delo
porale in quelle riconoſcelie, e nes la fortanza . Ierra ſon fatti i Ciri, gli
Qa . Alfa
306 Vita odiofa , e morte dolorofa
Aleſſandri, e i Cetari con gli Erga- culo , che viviya Vincitore da",
fi, coniMontani, c co 'Mirtilli; uochiOlimpici;inuojaſi per gloria,
perche di terra lutti formali venne- come mori Cildeno Areniele, quá .
to . Morriſon quei Monarchi, e do per l'eccellenza fua fù coronato
con eſfile Monarchie cutre fuanite , d'oro da gl'Hiſtrioni : muoiafimd
e ſuanite, come alla vilta tua ſuani foaueinente dormendo , come mos
fce qui il baleno . Vedi l'oggetto tì Platone ; • gioioſamente riden
Jacob di ſtoppa, efuoco , che r’appreſen. do, comefè P.Craſlo; adogni mo
6.4 to ? V'avor ad modicum parens.Dim-
do la morte ha ſempre d'eller vio
lente , & in conſequenza doglioſa : Tertall
mi , che fù dilui ? à vn punto , à vn
punto 6 è riffoluto in vn nulla : ap.
Et fi vury exitus mortis, nullum ita lib.de
dicimus leuem , vt non vi agatur : Anima
pena appena vo'ombreggiato ricor-
balta dire , che ſia morte ,per dire ,..
do le ne diftingue . Tale ſeguirà di 8
quelta inperiale grandezza chetù che è violenza . Ipſa illa ratio ope 8.19
ta
Poe pol lie d . Oh mu oi on o tà rix tis
le Cit , rat mor ,fi mpl ex lice t , vis eft :
Volg muoiono i Reyni, e l'huomo d'ef equale ? violenza tale , che può ftace
fer mortale pari he fiſdegni. Que- care, iſcongiuntare, isbarbare l'vna
fto t'arricorda Signore la fauiezza dall'altra due ſoſtanze ſorelle , ani
de Greci ; la quale non potendotima , e carne, inſino dal primo con
far'eterno in queſta vita , con lo cetto loro frà ſe radıcate ,inuiſcera
{ taccarui l'affetto da ciò , che in eſla te : que tantam anime , carnis
è caduco , procura almeno di inie Societatem tantam à conceptu concre .
nuiri il dolore della tuamorte ; & tionem fororum ſubſtantiarum diuele
però queſto oggetto alla Maeſtà tua lit , ac dirimit . Maſeviolente è la
appreſenta . Dunaliero debeat, c.morte , e dolorofa per tutti , & in
Queſto era il ſentimento de Greci conſequenza anco perchi ſen’viue
in ceremonia sì fatta . con diſattacco d'affetto da queſte
Et oh certo infelice colui, cofe mondane : che violente ſarà ,
che traſcurato in quello punto vi- che doloroſa à chi idolatra d'amore
uendo , con attaccod'affetto diſor« viue di queſtomondo ? Dall'ano
dinatoalle coſe caduche diqueſta re l'vnione nie ſiegue ; dalla ſepara
vita , li troua ridotto al paſo della tione ildolore ; dunque à maggiore
lua morte . Ahi che dolori ango- amore , maggiore l'vnione conſe
fciatiegliba in quell'hora terribile gue ; & inconſequenza violenza
à ſoffrire. Doloroſa è la morte per maggiore , maggiore dolore nello
D. Aug sutti,affermaSant'Agoſtino, ne fe fepatarGl'amante dal bene amato ,
n'eſclude pur'vno , mercè ,che
lib.Ciuie1.
de fatto ècoluivncuore, vn'anima fom
quella forza, e violenza, con la qua. la con quell'oggetto ; che farà allo -
KALEC,6. le fiftauano queſte duecoſeaniina, ſeparatli forzatamente da eforin
c corpo tanto nel viuente congiun- doto à morte?
te , e compaginale , non può eſſere IL O mors quam amara eft me
fe non tanto aſpra al fenſo , quanto moriatua homini pacem habentiinas
contraria alla natura . Nullibonas ſubſtantisfuis ; gridal'Ecciefiaftico
eft, babet enim aſperum ſenſum , al 41. Quiproſperitatem Mundi, o
contra ngluram vis ip/a, qua vtrun . diuitias amat , amara.est illi mors:
que diuellicur , quod fuerat in viuena corporales, dice la Chiota ordinaria:
te coniunctum , atque conferium . Ohquanto amaro egli è il penſiero
Muoiaſi mò per allegrezza , ſcrive della morte all'huomo voito d'a
Tertuli, comemori ChiloneSpar- more à queſti beni del mondo 2
rano , abbracciando quel ſuo figlio Amaro, amaro:manon dà parago
Per il Giouedi della Dom .IV . di Quareſ. 307
ne di queſto amaro , che non iono- to lamoglie con torſe l'adultera ,
ua il fauio entro l'abſintio amaro , la concubina , ) che dil tuo fiato é
nell'aloè più amaro , nell'amarilli- lo ſpirto : dall'altro quel figlio , for
mofiele . Amara , amara est illi, ſe lvnico , oʻlcaro più, che della tua
O quam amara, quam amarai che pupillaè la luce : & entrando lamora
fetanto amaro il penſiero ſolo rie- re per ſeparati da edi : e con eili
sce, che farà l'alco , il fatto : Dicalo trouandoci sì ítretcamente abbrace
lo igratiato Rè de' Popoli Amale- ciato , cradicato d'amore : ahicon
citi , che ridatio à punto di morte. quanti , e quali iterpamenti violen
Pinguiſſimus , o tremens , grauiſſi. tati doloroüliimamcate jui ne ver
mo, etremante quali ſozzo anima- fai illaccato ? Siccine ſeparataman
le , cheal mnacello di croua , e caderera nors ? Soípirate ricchezze ago.
Si vede la mazza ferrata in lullas nizante dirai entro dell'anguſtia.
fronte , incominciando à grugnire , to tuo cuore ) da mecon tanti itens
altre voci che le ſeguenti articolare ti,e ſudori auidamente acquiſtare;
non ſeppe , ficcine ſeparatamaras
P.Reg . mors ? Cosi inivengono damorte
coſimiicte hor dalle inani rapite
Ambiu honori da me con tante
amara , dalle midolle più intime pentierote cure cupidamente arri
violentemente ifterpate quefte af- uati ; cosi mi fete hor dall'occhin
fondate radici? uolati ? Diletta Donna da me con
12 A queſte à quefte violenti tanti perigli.gelolie, e contenicer
Aterpate hai à ridurti ò mondano al cata , cultodita , e poſſeduta ; così
punto dell'amara tuamorte:per non mi vieni hor dalle viſcere non me .
Sapere adeßlo rettamente odiare no, che dallebraccia rubata : Ama
quefta tua vira , e con odio ordina- to figlio da me con tanta tenerezza ,
co iſtaccare il fouerchio del tuo af- & ainore carezzoſamente alleuato :
fetto amoroſo ; onde idolatri que, così mi vieni per non paù ciuder
di beni finivili,e tranſitorij. Lericett, hor dalla viſta leuato. Siccino ,
chezze idolatri, idolatri gl'honori; c. lo vado , che viſoo tolto, voi
quella donnaidolatri ( e la donna reftate , che ſeguir non potete ,c
quell'huomo ) & in quel figlio ido- non volete . Vale dicui non pollo ,
latri la tua ſucceſſione , e ſagrifichi che no'l permette l'amore; Vale fa
ad elli cucto il giorno, la nouie cutta , re egli è forza , che mi sforza la
tutta la vita, penſieri,e affeici; diſle- morte : e ſcoppiandomi il cuore
gni, e voleri; ſudori, e ftenti; il cot ſu'l dipartire , pollo gridar con la
po , e l'anima ; nulla riſerbando per pietra di quel ſepolcro . Inuitus
Dio , anzi tutto togliendo à Dio , morior : Quo vadam neſcio : Vale
per darlo ad efli; ſenza vo riguardo, te pofteri. Siccine ſeparat amara
che Gia alla legge, all'amore , alla lui mors? Si si , che a queſto paſſo an
gloria diuina. Er ecco verrai al paſo goſciofillimo hai à ridurii . E ſe
lo della morte , al paſſo eſtremo, v'aggiungi i timori , i trenori del
Giacerai in vn letto morbidamente l'altra vita, che da queſto tutto ven
iſpiumacciato ; ti trouarai in quella gono in conſequenza molto parti
ftanza ſuperbamente adobbata , & colare. Il cortolore verme della
in ella , quali che in tempio ande- conſcienza accuſatrice . Il rigo
rai idolatrando gl’ldoli del tuo fa- re del giudicio imminente : gli
grilego affetto . In vn canto lo ſcri- ardori della foinace infernale ;
gno di ricchezze ripieno : in vn'al- qual mai , qual mai carncfice
tro le inſegne,imonuméti de glho. così crudele , che fulla ruota
nori , c dignità poſſedute : da yn la dell'eternità si fieramente rag,
Qq 2 gira
308 Vita odiofa , e morte dolorofa :
gira la mente humana ; ubi chi carne entro del cuore tiſſerro
porrà apprendere à mezzo , non Squarciami l'arterie cutte , non che
che ſpiegare in tutto i tormentatori le vene con il ſangue vuotando an.
fcoppiacuori diqueſta tua amarill- co gli ſpirti vitali ſpaccame il pct.
mamorte ? Oh e potendo tú tante to , e cauane con le radici ſue tutte
angoſcie diminuirt co'lmoderare queſto carneo cuore, e daimivn
i tuoiaffetti fmoderati, te le vai in cuore rigoroſo di ferro , che ruggi.
infinito accreſcendo , ſenza fine noſi gliſpirtigeneridella mia vita .
inoltrando con le inſatiabili voglie Odioſa è queita vita mortale: non
del tuo appetito ? oh pazzia , oh be- fia mai, che io più l'ami: doloroſa
ftialità , mancò poco non domi, oh prouaròcerto la morte : non per
atteiſmo d vn'nuomo , che eſſendo mettere , che per amare malamente
mortale , ad immortale vita dopo la viuendo,doglie tante io mi raddop
morte ordinato , viue sì attaccato , pij morendo. Morirò quando vuoi,
immerfo , medeſimato con queſte come vuoi : hoggi,pretto , più tardi:
coſe finibile e tranſitorie , comeſe di febbre, didolori,dipiaghe,tut
altro viuere, ò pazzo non conoſceſ- co è nulla o Signore , purche ad og.
ſe , ò beftia non haucíse ,ò non cre- getto miondano io non mi troui à
deſse atteilta . quel punto per amore abbracciato .
13 Signore , Signore , io ric. Huoino, donna,che quim'aſcolti:
chezze non tengo ; io dignità non ſiamo viui , moriremo dicerto : e
curo , e da' ſenſuali diletti con le vo- paſſaremo ad vno ſtato d'eternità :
glic ,co'lſacco , con i flagelli, e di- & amaremo frà tanto coſa di queſto
giuni ſto lontano,cacciando notte , fondo ? Sel'amaremo, viueremo
e giornodal cuore,non che dal ſenº ad ogni modo miſerabile vita : fene
ro . Se ciò non baita , mio Dio, per tiremo alla fine doloroſiſſima mora
iftaccare affatto l'affetto da quelto te ; e nello ſtato d'eternità, che ſarà ?
mondo , però che ſangue huinano Ahiche'lſolo penſarui mi và acco ,
pur nelle vene mi ſcorre, e cuore di cando . Ite in pace, Amen .

LA
A
309

LA MEMORIA
DELLA MORTE
Per il Venerdì della Domenica quarta di
Quareſima ,
Lazarus mortuus eſt. lam fatet. Quatridua
nus enim eft. S.Gio . al XI.
I OGGIA oltre le de ' Sacerdoti la madre'Chrera'l'.
nubi più alte co'l importanza dello ſgannamento vo
capo altiero così ftro , l'importante ricordodi voſtra
vicino alle Stel morte ; e lo ſtampò nella fieuole
le il móte Olim- cenere de'fepolchri in quelle Sante
po, che d'anno parole : Memento homo ,quia cinis
in anno aſcendendo la sù i Sacer- és, o in cixerem reuerteris ; ma ſe
doti gentili per ſagrificare a lor Dei, ritorna nell'annuale ceremonia ſa
fcriuendo nella diluiſommità alcu- gra à ricercarlo , lo troua dall'aure
ne lettere dentro la cenere , al ritor- della vanità , da' venti della ſuper
narui, che per coſtume faceuano l' bia , dall'onde di mille colpe, das
anno ſeguente , intiere,illeſe ſerba- tempeſtedimillevitij, che ondeg
te le ritrouauano. Litere in cinere giano , gioſtrano , cozzano , ſtrilla
Solinus fcripta (riferiſce Solino ) vſq; ad al- no nel mar dell'aria de'capriccioli
cap. 14.seram anniceremoniam permanent: penſieri, ſulla lizza del ſuolo dell'
ã Poliſth. ſegno ben chiaro , che per quanto indurato volere , entro de campi
qui ſotto ondeggino l'aure nel mar marini de'.perturbati affetti, intor
dell'aria ; gioſtrinoi venti in fulla 'no a’lidi de gli appetiti sfrenati, in
tizza del ſuolo, cozzino l'onde den- gito a' ſcogli delle pallioni immo,
tro de'campi marini; tumultuofe derare , e nel Marzo bizzarro dell
ftridino le tempelte intorno a'lidi , adoleſcenza bollente, e nel Giugno
in giro a'ſcogli; (ia di Marzo bizar. Idegnoſo della giouinezza furente,
ro , ò la di Giugno Idegnolo; lia di e nel Settembre vbbriaco della viri
Settembre vbbriaco , o ſia di rigo. ità oſtinata , e nel rigoroſo Decem
roſo Decembre; colà sù non arriva bre della malhabituata vecchiezza
òcommotione dell'aere , ò incon già ſcancellato , e disfatto . Så bene
tro di venti, ò torbolenza d'onde , la madre pictoia , quanto importi a'
ò ditempelte tumulto ; ma'l tutto in fuo, figli queito ricordo di morte ,
pace, in calina li poſa quieto , ma ondc fen’viene pur hoggià rinfre
ahi, che palla hoggidi purtroppo è fcarne l'impronto , eſponendoci al
Signori al rouerfcio la coſa frà Chri- l'occhio vn ticco , nobile , e gioui
ftiani. Stampò l'anno parlato nel netto defomo, che di quattro giore
l'Olimpo de' voſtri capi per mano ni ſe polto gia puzza infracidito ;
Lø .
310 La Memoria della Morte
Lazarus mortuus est . lam fatet, letto co'l Piftello della confidera
Quaſi che voglia dire,mortalimor- tione : indi mettile à macerare nel
tali, doue inuanite ? il penſiero di l'infuſione di tenera compuntione ,
voſtra vita quìſi termina alfine : ne e portale poſcia al torchiello della
ricchezza preferua , ò nobiltà lo affetto : cauane ſucchio di vergogna,
( chiua , ò giouinezza l'eſclude , il di dolore , e ditimore , quale miſ.
darſi atreſo èſaviezza , oue ſcampo chiato diligentemente con la ſpace
non ſi ritroua . Io miniſtro della coletta dellameditatione; fallo bol
Chieſa all'intento diella delo coo- lire nella pignatta del cuore à fuo
perare , e perciò ſon’à moſtrarui , co di deuorione, ſin tanto che ve
quanto vtile ſia la memoria della di , che viſi attacca tenace , che ſa
morte, e per ben viuere , e perme rà yn'ottimo antidoto contro ilve
glio morire; & in qual modo s'hab. leno del peccato , preſeruatiuo ,e
bia à penſare alla morte , acciò il curatiuo;memorare primordia, &c.
penſieroprofittcuole ci rieſca, eſon manò riſponde Bernardo Santo. ,Bern.
dal primo . Non diciiar memorare primordia , de Prie
mord.
2. Vrile è la memoria della mor- aut media , ſed nouiſſima, o non pec.
te per viuer bene , & vtile in modo, cabisi ch che non vuole il Sauio , medis,
che volendo il Sauio nell'Ecclelia- che ei s'intrichi qui ne vergogna di o noui.
Itico al7.donarci vn'antidoto con. naſcita noftra vile, ne doloredi no
tro'l veleno del peccato mortale , ftra vita ſtentata : ſolo il timore ci
poſe ſubito mano à qucfto medici vuole dell'ineuitabile morte . E per
nale. Memorare noniſimatua , che ciò , è Bernardo Santo ? Valja
Ecclef.7 in eternum nonpeccabisRmemoria dior enim , o nehementior ſpiritus
della morte , e ſarà vn'ottimo anti- timoris ad refiftendum peccato ,
doto contro d'ogni peccato . Ma quam pudor ,auidolor : perche non
piano , ò Sauio , che nel giardino ha che fare la forza del ſucchio del.
dell'huinana conſideratione io tro- la vergogna , ò dolore con quella
uo altri due ſemplici di gran valore, del ſucchio del timore; quia pudor
cioè il ricordo della vila di noſtra de fimilitudine, dolor de quali
naſcita, & il penſiero de' trauagli di cinque buius mundi confolatione can
noſtra vita: quel naſcere bambinel- pit ſolarium ; timorvero non inuenit ,
li, fiacchi , teneri , ignudi , che vbi conſoletur: Vile è la noftra na
biſognoſi del tutto non ſappiano , ſcita ? eh il vedere , che dallo ſcet
è pouiamo far'altra coſa che pianº tro all'aratro , dal piùaltoReal più
gere : quel viuere in tanti ftenti , baſso contadino la viltà del naſcere
e fudori , pene , e malanoi, cala- è comune ; alleggeriſce pur la ver
mità : che non ti paiono coſe di gogna. Stentata e lanoſtra vita? chi
gran rigore per abbaſſare vn ſuper - piaceri , le confolationi mondane ,
bo , per frenarevn peccatore ? Che che ci ſi vanno tal'hora mitchiando,
ſe ci voleui pure la memoria della rendono pur mitigati iſuoi dolori.
morie , poreui formare vn'elettua . Ma in arriuando allo ſtretto di mora
rio , ricettando à queſto modo da te : alleuarſi dell'onde delle burra
intendente; Memorare primordia, ſche,de'timori dell'altra vita; hò da
media , o nouiffima tua, o in eter morire,non sò il quando;hò da mo
num non peccabis. Be ricordo della rire, e non sò,che ſarà di me; ciò ,che
viltà di noftra naſcita, penſiero del. farà,ſaràp sépre:bene,ò male, ſarà i
la miſeria di noſtra vita , memoria eterno :s'io moro inale,tutto il reſto
d'havere ineuitabilmente à morire : è nulla ,s'io vò dánato ,tutto'l reſto è
piſale bene pel mortaio dell'incel {pedico;ahi che no c'è cöſideratione
di
Per il Venerdidella Dom. IV.di Quares. 311
era di compagnia, non c'è piacere al- courotta; pienu diputridemalignità
nel cuno , chealleggeriſca , chemitighi di ſconcertate paffionizin tempo che
ne , queſto timore, e treinore.Che mi fi la canicola' dell'appetito animale
ll's dà, che mora il mondo tutto , s'io vò abbaia,e morde sì fieramére la parte
morendo dannato che in'importa- ſuperiore? Eh va balordo hauerebbe
mile no i gufti tutti di queſta vita , s'io riſpoſto Dio , che non t'intendi di
Data vud nell'altra à penare in fiamme medicina ſpirituale: ſe'l preſeruati
Dot cterne? eh queſto queſto è l'ingre. uo della memoria della inorie in
2100 diente che ha forza,e farà il colpo ,e fatti non ti giouò nello ſtato dell'in
We però memorare , memorare nouiffi- nocenza n, on fù perche in ſe ſtello
fa. ma oc.perche timor OC. fofle d'efficacia minore, mafu pere
FC 3 E di quà è ,che douendo il So- che traſcurato non l'applicaftià luo.
prano Iddio prouedere ad Adamo go , e tempo conueniente . Che ſe
Bert
d'vn'antidoro coixro le morſicatu- quando tua moglie tiporgette il po
re del ſerpente infernale , alıro non mod mangiare, ci folti ricordato da
de Pri gli diede, che vn vaſo di queſta te ſenno , che mangiandone, baueui
mord. riaca della memoria della morte. In ineuitabilmente a morire , oh ti sò
medis, quacunque die comederis, morte dire , ti ſarebbe fuggita la voglia di
o nout
morieris , anzi ch'è più ; pecca- mangiare lontanaamille miglia:ma
to c'hebbe, non fece che replicar- crouarò ben io il modo , chelamore
gli lo ſteſſo medicamento · Pulo te non ti li poſſa ſcordare. Preſto
mis es , o in puluerem reuerteris . Angeli miniſtri mjerprendete quat
Ma perdonatemi, ò Sapienza infi. tro teſte di quella greggia,e ſcanna
nita,poreua quì dire Adamo E non tele quì alla preſenza di quelli dui
farebbe un gran { propoſito di un meſchinigia condannati à morire .
Medico , il quale hauendo applicato Staua cola in vn praticello ridente
von medicamento refrigerantead vn paſcendo vn branco di pecore,intra
corpo di compleſſionenaturalmeno le quali quattro montoni ardiii hor
te temperato , purgatıſlimo da’mali cozzando , hor faltando in amorog
humori, & in tempo di primauera ſcherzi, moſtrauano la bizzaria del
per qualche accidente da caufa pro- lorſangue bollente. Queſti prelida
catartica vſcito , ſarebbe à dire per gli Angeli, & àviſta di Adamo , &
hauer giucato al pallone,e ciò ſenza Eua fegate loro le canne, comincia .
giouamento veruno; applicarſe po . no a querelarſi in doloroſi bellatis
ſcia lo ſteſſo ancora ad vn corpo di s'intorbidiſcono gli occhi, che fere
natura focoſo , cacomico , pieno di ni prima gurauano;crollano indebo
putride malignità colà ne giornica- lice su piedi, che franche prima
al
nicolari,e felice ne (peralle l'effetto ? zauano à capriole ; e co'lmancare
certo che si:e come dunque non mi del ſangue , che ſcorrendo quaglia
wa , & anneriua mancando il fiato , e
hagédo giouato il preferuatiuo del-
la memoria della morte , mentre le forze , cadono , le gambe Atirano,
di compleſſione ero tenperatiffimo la voce perdono ,e fuanito il colore ,
quanto à gliaffetti ,purgatiflimo da' reſtano inaridite . Ad oggetto ſi fata
mali humori de' vicij , nella prina- toi noſtri primi paren : iftupirono
uera dello ſtato dell'innocenza , prima, s'impietofirono poícia,e s'at
quando il mio morbo veniua cagio- ierrirono in fine: prendono il capo ,
2 nato da procatartica cagione di eoclla ſpalla cadente non hà loftea
quella eſterna diabolica ſuggeſtio- gno ſu'l collo ;fanno forza alla com
nc, me Papplicate di nuouo , hora liia , & indurata al ginocchio ,non
pieleghes
che con fatto focoſo nella natura hà più congiuntura ,cheſia no ;
31 2 La memoria della Morte 1
1

pole ; il tutto non ritroua in eſli che fordinato , per vehemente che sia , 1

gielo :l'odorato già preſente le puz che alla memoria della morte facil
za ; all'occhio non s'appreflaua che mente non ſi mortifichi', non ſi ria
horrore.Oh Dio,& è queſta la inor getti.Staua il Rè Dauide con l'cſer
te ? e che ſarà quando queſte carni cito in fronte a’Filiſtei , e lo preſe:
vedrete infracidire , ftillare marciu . vi’appetito ardentiſſimo di bere
me, e vermi, & incenerito il molle , dell'acqua divna ciſterna, quale no
l'oſſa fetenti , e nude hornbilmente ſi porea hauere ſe non paſſando per
reftare? hora bene, acciòche vn tale : mezzo a'nemici : l'intendono tre:
oggetto mai ( fcordi , Angeli? fcor. coraggioſi ſoldati: romponovna, e
ticate i quattro montoni, e pelle à due volte per mezzo le ſchicre ho .
pelle vnita , fatene due toniche per filipigliano, e portano quell'acqua
D lid. queſti ignudi: Fecit quoque Domi- à Dauide. Contemplatelo adello
libr. 19 . nus Ade, o Vxori eius, iunicas pelo con criſtallino becchicro à fronte ,,
Etbim. liceas, induit eos,dice il SagroTe entro del quale da vicina caduta na
6,222. ſto ; Signore? e perche tuniche che nelle mani di coppiero genuile,ver
non più colto veltiiglià calze ,egiub fa il Bottigliero addestrato l'infiigio
bone?oh inuentione diuina. Tuni. dito humore, che dal verro ſpruz.
ca ( ſcriue S.Ilidoro , est appellala, zando à gocciolette all'intorno ; té.. 1

quia in moru incedentis tonum facit : peita à Dauide (tello , quali che di 11
tonus enim fonus elli primo anteme mattutine perle il viuo tocco . Lim-
fuere pellice& tunice , quibus poſt of: pida traſparendo gli dilettaua la vi
fenfam Adam , & Eua induii ſuni : ita;ſuſuirando cadente gli allettaua!
Sentinento belliſſimo :: la tonica è . I'vdito ; gelida fentir facendoli do
detta: tonica , perche percotendo ucua piacer’al salto ; onde.correndo
contro le gambe dichi ſi muoue, få gl'occhi , l'orecchie, lemaniamba
tuono ,ſuono,tumore. Ah dice. Dio,, Iciatori del ſenfo al cuore,à raggua-
per non arricordarli di morte , ca: gliarlo del refrigerio, che promelle
dettero la priina volta:hora bcne gli ua ,era di già venuta per le poſte ſul
attaccarò la ſeconda vn ſucgliatoio, l' appetito l' aniina 'fiçibonda alla 1
voa căpanella a'piedi, che ad ogni bocca del valo , con labbra atliccie ,,
pallo , che daranno , gli andarà fuo- jarida lingua, palato ardente, per in
nando all'orecchio : queito è il to goiarla in vn lorſo : Ah Sereniſſimo ,
more,che fà la tonica, queſta tonica. Preneipe perche non beuete? s'arre .
èdellepelli
noi vedenimodiqueimontoni,che haimprouifo,&
con glocchi noftri guinem hominum efclama
i/? orum: ,Numſan. 2. Reg.. :
qui profe 6.23
morire con tante doglie , con tanto {toſunt ;O animarum periculumbia !
hortore ,e infracıdire incenerire con bam ? Noluit ergo bibere . Io ho da
tanta puzza, con tanta nauſea,miſe bere il faugue di queste genci ? non
ria canta? Ah e noi limilmente hab- volle bere.in conto alcuno . Maco-
biamo incuicabilméte à morire ? Ah merangue?non è acqua quella della
ecosi in effetto per quanto ricalci- ciſterna di Betlemme, la di cui fre
traſſe poi in Adaino, & Eua il ſenſo ſcura , e dolcezza tanto lo more:
alla ragione , perſcuerarono ſempre. immaginata lontana ? e come horas
in penitenza ; e ſantainente inorro- non lo forza preſente ? oh che mita-
no; peroche ad ogni palio la tonica bilmente Ambrogio Santo . Suauia
arricordaua loro lamorte ; fecit Do- tatem bibendı habere non poterat ; ,
minus OC. que propo/ite mortis horrore con las
4. E credetemi pure ; A, che non bat.SpecchioffiDauide , nell'acco-
c'è appetito,non c'è capriccio per dir- ſtarla alla bocca , entro a quell'ace.
qya .
Per ilVenerdi della Dom . IV . di Quares. 313
e la qua , e ſcorgendoui il pericolo di to , priuo in atto di forze , di ſenno ,
facil . morte, che ſcorſo haneuano quei trè edidifefa , rappreſentante atviuo
foldati in andare à pigliarla . Num immagine di vn’huono mortos
aliſere fanguinem , &c. G vidde ancora ri acqueta all’hora il guerriero fuo fpi
o pieſe flettere al naturale, ch'egli non men rito , e in quell'oggetto apprende
Ji bere mortale d'efli haucua à morire; & vn'ammirabile fitofofia, e filoſofan .
iale nó ob ałricordo dimorte gli fuggil'ap do, dicea intra ſe ſterlo alla mora:
ndoper perito di bere à velociflimo volo : • Saule , Saule , oue è il furore , che
Ono tre ho da morire, e non sölcome, e mi perſegue ? oue gl'inganoi ordini ?
vna , e non so'lquando, e potrebbe effere oue l'inlidie teſe almio nome, alla
cre hom in queſta giornata , e potrebbe elle mia vita : vn frale ſonno , va vapo
l'acqua te d'vna punta improviſa; e curarmi retto leggiero , cheaccefo al capo,
adello d'vn bicchiero d'acqua ? Sò dir'io e condenſato è fcefo per linelui dei
contegs ſe foſſefato vino maluatico, non fenſo, há qui ſopito la macchina di
dura , ne haurebbe potuto goccia aſlag. tante ruote . Ciò , che falforno à
ver-
giare, mercè chepuzzaua di mor- tempo , farà la morte fino alla fine
Higie
to , che appeftauai Suauitarem bi del tempo: Dormi; e morto raitem
uza bendi, OC bri ; cù mortale , io morale : ci fue
o , té s E quell'affetto è più difficile da glaremo dormendo , ma non mo
che di saffrenare dello ſdegno , dell'ira , rendo. Miſeri che facciam dunque
della vendetta ? c pure Dauide ftef trapportati dall'ira , da gli altri affete
lavi . fo entra vna fola volta naſcofamen- ti ? in peccato durinite, chihà à mo
Pertaua . te nel padiglione del Rè nemico rire ? oh ob ! e prefo dal penſiero di
ſido Saule,e lo troua à giacere addormi- morte gli vſciro i grilli di capo, par.
endo Reg. to : Sauliacentem , o dormientem ti compunto fenza molettarlo di
mba , 361 in tentorio ; e contemplatolo popo. tanto , perche conſpiciebat , &c. ob
gua- co , parte ſenza deftarlo, non che memoria , oh memoria dimorre ,
elle ferirlo; marauiglia è non leuarla vi. che forza non tieniper ben'ordina
elul ra à chi sì ingiuitamente gli procac- re la vita , di chiti hà viua alla men
alla : ciaua la morte ? Dauid iniuitas(di- te
iccie ,, ce S.Gio : Grifoftomo) inimici dor . 6 Auuertite , che quando il Si
perin D. Toan. mientisfaciem hincmaximeSumpfü gnore riſanauaalcun'infermo , o lic
ſlimo Chrif.de animumphiloſophicum , cum enim beraua alcun'altro datrauaglio,fpeſ
s'arre. Dauide, videret illum manere immobilem , fo era ſolito fargli vn fermoncino ,
21. 2. Reg: Sau- nec quicquam poffefacere , fic locutus auuerciclo dell'occaſione del male ,
profe6.23 eft Daud; vbi nunc illefuror ? obi & ammonirlo' , che di là avanti più
โlumbia for thecuçi totinſidig ? abieruntom- non tornafseà peccare. Cosi al Pa .I ‫و‬
pia illa , perierunt exigui ſomni in calicico di 38 anni. Noli amplius o
ho da
li ? non curfu ; confpiciebarillum dormienić, peccare ,nedeterius tibi aliquid con loan . &
Maco Gdemorte omnibus communi philo- tingat:Fratello non peccar più,che
la della fophabatur. Oh tentenza dignil - nonrauuenga di peggio : cosi
ma delBoccadoro . Vide Dauide Adultera ; vade inpace ,
all
iam no
Tui fre .
mole : addormito ſteſo il nemico :ohtra- biamplius peccare; và ſorellavà, mà
We hora: ditore ,dovette dire il penſiero :-ec- non peccare più mai '. Ma quando
nenud coil lupo alla rete,non m’vſcirai già riſuſcicada alcun morto , non glidi
. Suaula . di niani; impugnala daga , eguar- ccua, che ſilegga parola alcuna; le
Peteratlaar digno ſe li fa ſopra per affondargli la paſſauaa bocca chiuſa . Si riſul
cons la in ſeno', ma nel calare del colpo , cita la figliuola del Prencipe, Sure Mat.2
ll'acco . nota chiuſo l'occhio ; pendente il rexit puella ; e non ſi dice altra coſa :
quellace bracciofegz’yſo di ſenſo , ò dimo ritornain pica il figlio della.Vedo
RE UAY
314 La Memeria della Mnrte
Luce 7. ua ; Dedit illum matri ſua , e pallas Peccator ( dice Sant'Agoſtino ) Si
loan, 11. cro;Soluite
auanri: richiama Lazzaro
, “ ſinite abiredalſepolo
, ne più mortem ante oculos poneres
rpretis pompis,postpoſicis , mox D. Augi
Mundich-
s'inoltra . Eh Signore che non ha. ris ,contempris diuitijs , in tui custo- tom.g.in
ueuano forſe queſticali di che elle. diam vigilares. Se ti metteſti, ò ſpec.
te auuifati? Vna giouinetta comeè peccatore, auanti à gli occhi ritratto
queſta d'hoggi di età di 12. anni, al viuo il remedio di morte ; mox ,
eh : Sò dir io , che nonhauerà già mox : ſubito al punto iſteſſo diſprez
cominciato a treſcare : di 12. annile zace le pompe, dato d'vn calcio al
femine già fanno la quinta eſsenza Mondo , ecalpeſtato il ſecolo tute
della malitia donneſca . E queli'al- to , ſtareſti ſempre molto bene all'
tro Zerbino!to mal maturo , eh ? cer. crta , vegliando , e facendo la feri .
to sì che fatte n'hauerà delle ſolite: tinella ſoprade' fatti tuoi : c però no
non ſono ancora i giouinetti fatti di dubitate no ,che la figiuola höggire
primo pelo, che vogliono la zazze- ſuſcitata più ritorni alle fraſche; che
la fin di ſotto l'orecchio , con il Bin 'l figlio della Vedoua tornato in vi.
içione , che ſtriſci loro giù per le ta più s'impacci nel Mondo ,che La,
(palle ; la ſpada al fianco , ebene zaro dal ſepolchro più s'inteichi nel
ſpeſſo la piſtoletta alla cintola ; e Secolo : hanno la inorte indelebil
ftraſcinandoſi il mantello pendentemente ritratta auanti , però mox ,
giù da vna ſpalla per terra , collomox ( pretis pompis oc in lui cuſto,
Itracciare co'denti le dita à vn guá. diam vigilabune.
to , fanno fare il diſperato ſotto vna 7 Che ſe vtile tanto è la memo.
fineſtra per ingannare qualche fan- ria della morte per viuer bene, che
ciulla . E finalmente quel Cauale, farà per meglio morire ? io vado a.
rocco di Lazzaro eh ? che hauute no dello attraendo da quella regola.po
ne hauerà più diSette à digerire . co men che infallibile: chi ben vie
Queſti Signorotti di primo bollore ue , meglio muore , e conſidero il
ſempre hanno qualche lepre in pie- punto di morte in ſe inedelimo .
de da cacciarnella rete:qualcheba- Flauio Vegetio ne gli afforiſini, che
ſtone mal rallettato in aria da ſcote- ſcriue per Parte militare , dice ch'è
re la poluere ſorto al mantello d'vn neceffario , acciò i ſoldati in guerra
pouer'huomo ; qualche piſtoleſe al- combattano, come deuono , che
la mola , per farlo porre in opra en« nella pace ſi mettano molte volte in
to le 24. e le 27. hore. Eh Signore , punto di battaglia , addeſtrandoſi
fate loro vn ſermoncino , cheli toc- in quelle coſe , quali hanno poi ad
chi fu'l viuo ſopra la conſcienza eſercitare nelle campagne . Ratio
mia , e ſarà fatiga bene ſpeſa. E pu- manifesta eft : femper in otio debere
re Chriſto non ci fà altro , non dice fieri quod neceſſariò faciendumvi
loro parola . Ma ſapete perche? pero 'detur in prelio:altrimente non ſarà
che queſti erano già patati perle buonſoldato in guerra quegli,che no
forbici della morte , e non era por. faraſſi in pace eſercitato. Quinci
fibile ſe ne poteſſero più diineatica. Sofer valoroſo , & accorto capitano
re ; & à chi ha prouato quel pallo, e hebreo , e captiuo in Soria : Proba
netiene indelebile ilricordo auanti bat Tyrones depopulo terra . Altri
àgli occhi, eh non occorredaral. leggonomilitare faciebat: Altri ,
tro auuiſo , non occorre far altra exercitans Populum terræfperimen .
predica , peroche la memoria della caua , addeſtralia , eſercitiua la ſole
morte è per le fteſfa vn Predicatore, daceſca nouella ad imbracciare lo
© predica d'ogni più alta perfuafiua. ſcudo , ad arreltare la lancia, adin .
pu,
&

Per il Venerdi della Dom . IV . di Quar. 315


mno ) Si pugnare la ſpada, à marciare, a far minaranno ben toſto i noſtri orgo
Es , mox
alto , à porſi in ordinanza , eſqua. gli tutti.
drone , à fare le fortite , le finte , P- 9 Ob mirabiles elationes maris
1 undicat D. AG
lui muito. 10m.911
incamiſciate, gl'imboſchi, dar nel. (dice il Salmiſta ) mirabilis in altis
itelti , ſposa la fronte , ne' fianchi, ne'caracolli, Dominus ; niarauiglioſe che ſono l '. Pfal.92.
iritratto
& incontri : alfalice , inueſtire , in . onde orgogliore del mare , maan
calzare , rompere , difenderſi , riti- cora marauiglioſa ch'è la Prouiden .
F ; mox"; rarli , però che diſſe bene Caſiodo . za Diuina , che fà si bene , che l'vna
diſprez to . Ars bellandi, fi non preluditur, cacci , & incalzi l'altra al lido , douc
calcio al cum neceffarium fuerit , non habetur. la rintuzza, e diſolue in poca arena
colo ture
ene all' Chi non combatte prima di com- la ſulla ſpiaggia diſceſa : circumdedi
battere , chi non guereggia prima illum terminis meis , poſui ventum
la fen
però no di guerreggiare , al punto digiocar offia ( diceua Giobbe) o dixi vſ.
di mano g, iuoca di piede, & in ve. que huc venies , o non procedes am lob 38.
ggire. ce di far reita, e inofrar la faccia, fà plius , hic confringes tumentes fluctus
e;che digambe,e moſtra vergognoſe le tuos : Mare è queſto Mondo : Hoc Pfa.103
En vi. ſpalle all'inimico ; onde ſauiamen- mare magnum , fpatiofum mani
La. te conchiude : Diſcatmiles in orio , bus ; onde orgoglioſe glihuomini ,
ni nel
quo proficere poffie in bello. Ma è quale le donne diqueſto ſecolo;ma Dio
Elebil guerra più crudele , e più pericoloſa circumdedit illud terminisfuis,vi hà
mox , del punto dinoſtra morretanti sfor poſto il lido della morte,doue final.
іi culoa zi, tante ſtratagemme , e tanti tradi- mente tutti ſi disfanno, e ſi diffoluo ,
menti dell'inimico , che all'hora fà no in nulla .
demo . del più non potere , e getta l'vltima9 Oh che onda orgoglioſa è quel
, che ſorie: Inmedio laqueorum ingredie . ſuperbo , che tutto gonfio di vento ,
do a Eccle.9, ris(dice l'Ecclefiaftico ) o ſuper do- affoga queipouerelli,e penſa di ſob.
la po lentium arma ambulabis : biſogna biſſare il mondo tutto:che farà mai ?
en via in quel punto paſſare per le punte Tollite lapidem , dirò co'l Saluatore
cro il di mulle picche , per lo filo dimille in S. Gio : apraſi quel ſopolchro , li
(no . ſpade , per le bocche di mille mol. diſcuopra quel lido : affacciali me loan.is.
i, che chetci ; dunqueegli è ben ragione. fchino à quella buca , e mira colui
e ch's uole , & vtile cola, che cipenſil'. già più ſtimato nel mondo che tu
Guerra huomo nato mortale , e ci penſi be- non lei, che inori frà pochi anni :
, che ne ſpeſſo, e penſi al modo,che haú- vedilo ridotto in poca polue , & ce
le in rà à tenere per vincere l'inimico nere : vſque huc venies,o non proces
adoli che à queſto modo addeſtrandoſi , des amplius : queſto in fine farà il
poiad verrà poſcia à trouatli al tempo del- trionfo dicue grandezze : 0 hic cô
Ratio la battaglia molto benein punto per fringes tumeniesfluctus tuos ; e frà
debere la vittoria . Oh piacelle à Dio , che pocomucchio di terraſarai frà poco
um die fi penſaſte alla morte dalli mortali? tempo ſepolto iſconoſciuto . Oh che
Da Gora Viinam ſaperent , ac nouiſima pro- onda tumida è quelticcone,che tuta
cha nó uiderent, Mosè vna volta eſclaina- to grauido d'oro affoga gli ammini
Quinci ua , ch'egli è punto di Gicurezza tul- ftratori dellagiuſtitia , e penſa di
pitano ta ,che altrimenti fi viuerebbe, al- fobbiſfare le iteſſe leggi. Che farà
Praha
trimente fi morirebbe di quello ,che mai ? Tollure c. aprali quel ſepol
Altri fi viue , e ſi muore . Manon li pen- chro ; li diſcuopra quel lido ; aftac
Allis fa , non si penſa alla morte , e pur la ciati infelice à quella buca , emiral
Thnen . morte altra coſa non penſa , cheà oſſa di colui già più riccho dite.che
la rola leuarci la vita . Viviamo , coinc fe'l morì pochi giorni fa,vedile ignude,
ale la morire non ci fuſic; e puradeſſo ters fpolpate fin della pelle :v/q; huc,& c.
audinio RE 2 quc
pu ,
376 La Memoria della Morte
queſto in fine farà il termine di tue piang,bambino ?eperche non più
poſſanze,o hic confringes &c.enel. toſto ridendo ſaluti vezzoſo la nuo
la durezza d'vn'oſso fiaccarai frà ua vita ? ch piango ( riſponderebbe
poco tempo le corna. Ohche onda s'articolare potešie in dettiitenerel.
baldaizolac quel giouinaltro dipri li vaggiti) piangoperche à pena na
mo pelo , che tutto foco nel ſangue to , hò di gia à morire; preito mor
1
afloga l'honore di queſta , e quella to ſarò bentoſto vn'altra volta laua
mal conſigliata fanciulla , c penfato , faſciato in vn lenzuolo , e poſto
di robbillare à fuo guſto quanto cli- dentrola culla là del ſepolchro.Pan
ei vede con l'occhio , è l'immagina nis iamiam ſepulture inuolucrum . Ter !ul.
co'l penſiero : che farà mai? Tollite initiatus, dice Tertulliano .Oh Dio 1.4.com .
&c. áprali quel ſepolchro, li difcuo- Alorofi addottorati nafciamoin dot monia.
pra quel lido , affacciati meſchinoà trina tanto ſalubre, ma doue incre . cap. 21.
quella buca , e mira il puzzolente ſcendo con glianni, douereffimo in
lezzo delle carni putrefatte di quel eſſa diuenir conſumati , in pochi
zerbino , che più giouane, e ſano di giorni ſcordati , quaſi che diri, an
te morì fri poche ſettimane: vedilo co i primi elementi , coralımente in
fatto ſtomacheuole palto de più ſto gnoranti ce ne trouiamo ; così alla
macheuolianiinali : vſquehuc ,&c. ſcioccha moriamo : piaccia à Dio ,
Queſto in fine ſarà il ſuggello de' che tal ſciochezza non beſtemmia .
tuoi piaceri ; o hic confringes , O C. mo condennati in eterno . Nos in.
& in quel marciume darai in fine lenjati, nos inſenſati: chefe'l penſie
del muro . Oh che onda ingalluz- fo di morte viha tocco il cuore, fa .
zata è quella donna vana,che faſto- te quell'elemofina, che egli vi fpina
fa d'impiaſtrate bellezze affoga le geà fare , e farà forſe l'vltima, chi
voglie di queſto , e quello mal'au . sà , di queſta vita morcale .
ueduto garzone , e penſa di Cobbir
fare à ſuo piacereicuori tutti del lef
ſo virile: che farà mai ? Tollite c . SECONDA PARTE . 1

apraſi quel ſepolcro ,Gidiſcopra quel


lido ; affacciati sfortunata à quella 10 E mi chiedete Signori il
buca, e mira il cadauero di quella SEmodo di ben penſare , &
tua amica, che più bella , e freſca , vtilmente allamorte ; io vi riſpon.
che tu non ſei, inori frà pochi gior: do, che il penſarui di cuore , e non
ni, e mira quella faccia ſcolorita , di forma, applicarui di ſenno l'ani.
quella teſta ſpelata , quegli occhi , ino , non di paſſaggio vn'occhiata;
che ftillanomarcia , quella bocca , ticcarſene il ricordo nelle midolle
che vomita vermi: oque , &c. que dello ſpirito, e non pennelleggiare
fto in fine farà ilfine de cuoi dilete la ſuperficie;altrimenti nulla via nul
ti: O hic confringes,( c. & in quella ,nulla ;e queſta èlaragione , che
Lettamaro hai da teftare ben toſto boggi vedrete vn peccatore con la
con nuoua forte di profumi, ebel. memoria della morte per auuentu
lettiprofumata, & inibellettata.Quid ra sbattuto , compoſto , deuoto ; e
fumus o miſeri, quos tanta fuperbia domani , anzi che dopo pranſolo
tollit? Mors docet affiduo : puluis, trouarete più che mai diffoluto ,
umbra fumus:bencianimaeſtra ſcompoſto, eſquinternato : Stultus
natura di queſta filoſofia fin dallo Di Luna mutaiur , diceľEcclefia
Iteffo natale . Naſce il bambino , e ſtico . Stultus il peccatore , perche
fubito naro Gilaya , & faſcia , ſi mette omnispeccans ignorans conforme al
in culla , & egli piange : cperche Filoſofo : NI Lunamutatur , ſimuca
CO.

1
Per ilVenerdi dellaDom.io.di Quare]. 317
e non più come la Luna,forſeche non ſi njuta equilibrio per un cadere nel cen
fola ouo il Sole? Cacciatore ilgiorno toccan tro . Se dunque tanto murabile è il
anderebbe do il corno dell'alba quaſi che fiera Sole,cmutabilile Stelle fono; come
ci i tenerel. il ſul mattino lo ſmacchia dalle bo. fà meritione ilSauio ſol della Luna ?
a penana fchine dell'oriente , e laſciatigli die. Stultus Oc. Oh perche il Sole , e le
relto mor . tro i veloci veltei dell'hore diurne , Stelle non perdono mai, ò diminui,
olta laua alla cima del monte del Meridiano ſcono il loro lume, ſempre ſcintilla
.: e poſto Jo caccia; c di là poſcia gli è in coda no , mandano ſensprei loro raggi
chro .Pane giù per le valli dell'occidente core con l'uguaglianza medema, ma la
Bolucrum Temel Pendo inlin dentro delle cimerie ca. Luna hor chiara appare , hortene.
.Oh Dio 1.2 aerne egli s'appiatta , e ſe s’aſconde: broſa s'aſconde; hora nel lume ed
70 in doc MOBIL
dite voi s'eglili muta di pallo. Arbi. argento, hor nell'ecclille è di rame;
je in cre . cap. aa tro dell'anno eletto fra l'ombre el quando ſicurua in arco , quando ti
ettimoin chiaro nelladifferenza dell'hore di tonda in giro ; quando ti moſtra il
a pochi mutabile parere , hora negli Equi- viro , quando ti volta il tergo ; I'vn
lli, au nozij con vguaglianza diuide, hor giornoridente à faccia aperta iimi.
entei ne' ſolftitij dilegualmente compar• ra, e l'altra torta di bocca, e bieca
osi alla te, feforriegli non và fcrupoloſo d'occhio ti guarda.Ma piano;e per
à Dio , rimborſando diverno al.ſonno ,cdo che non ſi vede quefta mutatione
emmia . eftate ella veglia il tempo che alri- nel Sole ?perche il Sole ha da ſe ſter
Nos in .
poro diGiugno, e di Decembre alla fo laluce, e non la riceue d'altro lu .
penſie fatica danneggiato hauere gli parc: minare.creato : e ſe le Stelle;come
ore , fac dice voi s'ègli li muta di ſentimen . fanno gli Aftrologi, non meno rice.
vifpina to. Ne finalmente c'è augеlletto , è uono la lucedal Solc,di quello la ti
a , chi grilloin boſco , in prato , ocampo , ceue la Luna, onde adiviene,ch'el
che si leggiero ſakidipalo infraſca, leno non laperdono mai ? Riſpon
diherba in herbettadi zolla in zolla, deildà S.Geminiano,perche la Lu
come falta leggiero il Sole di minu- na Lucem ſolis non recipe profundi
toinminuto ,di gradoin grado , dificut Stella,ſedin ſuperficie : la Luna
TE. fegno in regno ,più d'unfanciulle riceue lo fplendore dal Solenella
incoſtante nel darli a diuedere hor ſuperficie Tola , enon entro la pro
ignoti il turbato , hor fereno , hor lieto , hor fondità,e però eſſendo illuminatia al
fare, & triſto , hor'amico , hor ſdegnolo in diſopra ,ò all'vn de’lati , quella luce
-: niponn varij aſpetti verſo a ' Pianeti compa- non la penetra di ſotto , ò all'altro la
, e no
to l'ani.
gni.Eh chetroppo mutabile,troppo to , cosìceſta oſcutata , etenebroſa
cchiata;
mutabile èil Sole.Anzile ſtellefiſſe con tantemutationi,qualiſono iri
midolle anch'elleno co'lmoto dellatrepidz- guardi,co' quali s'eſpone a' raggi co
tione ,che dalla sfera deriua loro Tari; male itelle riceuendo lo splen
leggiare mutabili ci ſidimoſtrano , aſſomi- dore del Sole pertutta laprofondità
la via nal
one, che gliandofià chi balla in fulla carda, de' loro corpı, da qualſivoglia par
e con la che piegādo co'l contrapeſod'vn'a- teche venghino illuminate, reſtano
auuentu
te Ata,che reggeinfralemani,hor'à de per ogn'intorno penetrare dal lurze
cuoro ; e
Ara,hor'a finiftra in equilibrio ſi tie chiare, e riſplendenti: Quia lucem
pranlol
o ne,acciòche nella terra nó cada :così Solis Oc. E così appunto fà il pec
elleno appunto ballado ſulla corda çatore ; più volte riceue il lumedal
ullolulcouss del firmamento quaſi Aringendoil penſier dellamorte ,& in quel pun
i Sty
Ecclelhe
ia cótrapeſo dell'aſta dell'aue del Món to dà vn popò dibarlume; matolto,
e
P ear c do; chereggononelle mani de' po piLuna noulatur , torna all'oſcurità
form li,vanno piegando hor'à Settentrio- delle colpe fue,comeera prima,per
mum ne, hor’all'Auftro,mantenendoli in che non recipit profunde,féd inſuper
ficie
s
COM
318 La memoria della Morte
ficie;non lo riceue nel cuore profon- noſtri giorni? oh cammina quell'a
'damente, ma nella ſuperficie delle uaro per la Città, e ſente à dire , ch'è
mente, e così di paſſaggio , ſicu: Lu. morto il cale , che ſi faceua cosi ben
na in fuo lumine mutatur(dice Glan- fruttare il ſoldo à tanti , e tanti per
ſenio ) ita cºstultus pro occaſionum cento , & è morto ſenza potere ac
varietate fic muratur deuoliio snuo « commodare lifatiſuoi,peròche pri
litum; và poftillando il Lirano . Sa- ma di rogarh il Teltamento , háti .
uio per tanto Dauide , che penſan- rato de calci: ſubito lo piglia queſto
lanſe , doui, vi penſaua tanto da fenno , fi penſiero :fratello la morte fuol fare
nius fes- fillo , & internato, che di ſe ſteſſo di limili tiri,in para à fpeſe altruitu ſai
per illud ceua;cinerem tanquam panem mana come indigeſto portt lo ſtomaco
ecclef. ducabam ;mangiaua cenere come ſe della coſcienza: và fratello,vàmen
ſupra. folle pancieche: forſe che mangia- tre che hai tempo , ad aggiuſtare i
ua Dauide cenere in vece dipane, tuoi conticon Dio , e co'l proſſimo,
ò pave fatto dicenere? sò dir io, egli
Pf.101, era & in queſto penſiero fà quattro pal
Rèdi corona ,mangiaua vn pa. fi,entra in vna bottegha , entra in vn
ne fiorito, leggiero come vna galla, ſtudio , e ui fa vn contratto d'vſura
bucato come voa ſpongia , candido marcia ; Ah & è poilibile che à tal
come un fiocco di neue , penſatelo penſiero conſeguiti vn tal fatto ?
voi:ma cinerem ,ideft,memoriam ine s'egli è poſſibile , poſſibiliſſimo per .
firmitatis, o conditionis mea , qua che stultusſicut o c.non s'è profona
memini me puluerem , o cinerein ef. dato il penſiero nel cuore, non gli è
ſe.panis mihi eſt, refeétio mea elt.di- paflata la ſuperficie del ceruello
ceBalduino colà preſſo l'Incognito; Ecce quel dishonefto la mattina
e voleua dire . Io penſo alla morte , in piazza , e troua molto in terra de
che per eſperienza sò quátomigio- vn'archibuggiata vn ſuo cópagno :
ua à ben'ordinare la mia vita, e ben olà che accidente è queſto ? Signo
diſporini alla morte;cheſe'l penſie. re , gli vien ciferto , vſcendo auanti
ro non penetra ben’all'interno del giorno di Caſa qui della tale è ſtato
l'anina, non approfitta, che faccio ? colto di mira da chi l'aſpettaua à
prcodo l'vrna della mia inente , & man ſalua da quella cantoniera. S'e
& in eſſa verſo la farina della cene- confeſſato ? No Signore, non hà po .
te de' ſepolchri,e ſgorgandole den- tuto dire vn Giesù aiutami:ſubito gli
tro l'acquatiepida d'amare lagrime ; entra queſto pensiero : affè che vn
poftoui il licuito mordace dell'acu- medeſimo pericolo vado ſcorrendo
to dolore, lo vado impaſtando, am- anch'io con quella pratica , e forſe
mallando colle mani dell'intelletto, non ſtanno dormendo tutti quelli,
e della volontà; indi poſtala nel for- che tal hor penſo che dormano :me
no del cuore, riſcaldato d'vn'acceſo glio farebbe finirla , & aſſicurarli in
feruore, ne cauo ſtagionato il pane yn colpo, e corpo, & anima: c pure
delmemoriale di morte , per inter- dopo vn tal péliero la notte ſeguen
narlo coſto nell'animo , che in los te ritorna da madonna anch'egli al
ftanza di efla me lo conuerta , re gioco ſolito : Ah è poſſibile che ri
poſtibile fotle , come in ſodanza del conoſcendo il pericolo ,ad ogni ino
corpo conuerto il pane di grano , do ſcioperato Pinconais'egliè poſe
onde giornalmente vivuò paſcen . fibile , poſſibiliffimo , perche Aula
do . Cinerem ac. Oh queſti.sì che 145 c.non ſi è profondato il penſie
ci penſaua da Sauio, e non da paz. ro nelcuore , non gli è paflata la fu
20,e però ville penitente,qual ville , perficie del ceruello.Se ne tià quella
delle ſuecolpe, e morì Santo. Ma á Signora allo ſpecchio yna mattina
con
Per il Venerdi della Dornen. IV . di Quar. 319
mina quell'a con vna bottegha d'ordigni ; e fraf. Predica c’approfitti, dice Bernardo
ce a dire, che che diſteſe sù d'vna tauola , dipin- Santo conchamte exhibe, non cana.
ceua cosiben gendcfidi vermiglio il pallido,fpia- lem ;riceuila doctrina del Predica .
F , e tanti per nando con le gome le rughe, tin- tore in quel modo, che l'acqua è ri .
23 potereac gendo il canuto di biondo, e ma- ceuuta dalla conca , e non come la
peroche pri Icberandoſi fino di gioucniù la vec- riceve il canale : la conca fe la tiene D. Ber.
ento , hati chiaia per inganneuolmente ven- ben ferma in ſenojina il canale fe la fer. 16 .
iglia queſto dere per bello ilbrutto : & in queſta laſcia ſcorrere di lungo via : che ſe tu Cant. ,
rieſuol fare faccenda ſente toccar'a morti , toc- la riceui come canaleiaqua nonger
- altru :itu lai ca à morti ? chiede ,chiè mortoric minat in canalibus : ſcrive il Card.
Io ſtomaco ſponde la donzella, la Signora tale è Damiano ; non ne riceuerai frutto
lo,và men morta.come la Signora tale tulimo alcuno , però che dentro a' canali
guttare i compagne di ſcuola,e non deuo ha non ſi produce germoglio alcunojo
proilimo, uere che vn'anno , ò due meno di fe pur vi s'attacca qualche poco di
attro pal cía , & è morta in età cosi freſca ? mufco, toito omarciſce , o difccca, Card:
tra ia vn io la vidi hieripiù gioioſa che mai . perche non ci s'affonda radice . Dami.
d'víura Oh conchiude la ferua, & appunto Saper ben viuere importa aſſai;ma opuſ.z.
che à cal hierſera le cadde vn catarro in gola, faper morire bene importa il tutto : 6.9.
fatto ? che le colſe la parola , & in tehore tamo cheSeneca ſterio fù di parere,
imo per Aringo,ne poiè mai dare tanto di ſe che per imparare l'vno, e l'altro ,
-protons gno di penitenza al Confeffore,che s'haueſſe à ſpendere , c fulle bene
- non glie le poteſſe dare l'affolutione Sagra- ſpela la vita tutta : viuere tola vita
ceruello , mentale; & i Signori Medici hanno miſcendum est , quod magis for
naltina conchiuſo che'l catarro glè ſtato ca. taſe miraberis; lola vita diſcendum
kerrad gionato da tante bionde, c bagni , eft mori. Et ecco tutta queſta impora
pagno : co’quali sè ſtemperata la tefta ? A tantiſſima ſcienza ridotta in vna fa
queito dire ſubito penfieroſa reſta cile ciffia : penſate alla morte , pen .
Signo : quella Signora. Guarda che non in- fateu mattina,e ſera : e penſateui di
) auanti
: è nato ciampi ta ancora in vn fimile fco cuore : penſate al leuarui di letto ,
ettaua à glio : ſe ti pigliaſſe adello vu fomi- che forle non tornarete à dormire :
hiera . S'é gliante accidente, che farebbe del penſate al coricaruila ſera che forſe
ôn là po
l'animatua ? & in queſto penſiero non vene leuarete la mane. Ohin
fegu ta à ricciarſi ,à pulufi, ad infra. felice chinon vi penta,ò non vipen.
fubitogli
che v ſcarfi. Ah, & è poffibile,che preſa da ſa dicuore, perche giungendo alla
briendo vn tale auuifamento , non getti alla morte da ſpenſierato,e vedendoſela
malhora tutta quella diabolica for venire incontro correndo à tutta
e forſe
i quellis nitura: s'egli è poſſibile? poſſibiliffi- briglia con pallidi finiinenti, trifti
mo, perche ſulcus c . non ſi è pro- (egnali di eterna fuentura . Et ecce
ano :me fondato il penſiero nel cuore, non equuspallidus, qui ſedebat ſuper
curarli in l'è paſſato la ſuperficie del ceruello, eum, nomen ille mors: ſoprafarto da
Mic pare che ſe'l penſiero fuperficiale non diſordinato timore , farà vna morte
ſeguen forle, ma penetrantemente affonda- peßima da peccatore, mors peccato
ch'egleiralia to : oh e di qualefficacia non ſareb. rum poljima ;& oh quanti di quelli,Apo. 3.
lech be , e per ben viuere , e per meglio che mifanno aſcoltando , faranno
ogni mootem morire. E così ſe u’andarà il fatto di nel nnmero di queſti infelici: Parlo
Shep queſta predica tutta , s' vſcendo dal . à te,doniciuola ingannata , che non
che Azt la Chiela ilpenſiero della morte en- confelli quel peccato ſegreto ; parlo
ie
iljpaenlla ſ.u trato per vo orecchio, vſcira ,come ſi à te giouane ſpenſierato , che viui
dice , dall'altro, e non verrà ben ru incaroguito: parlo à teòiriugginito
là quelinlaa minato nel cuore . Vuoi , tu che la nelliodij , ò inmanicato di robba
matt al
con
320 La memoria della Morte
altrui, tutti voi, tutti voi tenio iufeli dus: cquus viridis legge Tertulliaa
ci in eterno , fe non vi penſate di no , qui ſodebat & c. inercè che
cuore , li che di queſto penſiero in ſperat juſtusin morte fua ; tutto affi
tempo, v'approfitate . Ma felice dato in Dio farà vna morte pretioſa
chi penſandoui (pello , di cuor vi da Santo , che pretiofa in conſpectu Transi,
Tertull
į penſa , perche giungendo à quel Domixi mors Sanétorum eius : .
pallo ben preparato , e difpofto , re- che piaccià alla Maeſtà ibi.apud
dendorela venir incontro combar ſua Diuina ſiamo noi
Veg . A
tendo ,tutta ridente di liurea verdeg cutti di queſti pocali. Gering
giante guernica, lieto ſegnale di ſpes Ameo
, ſalute : Et coce equus pallio
ranzae
-

ACOVA
321
Tertullia .
merce che
PECCATORE
;tutto affi
te pretioſa
conſpectu Trend
ABBORRITO
m eius : Total
zelta
noi
Per la quinta Domenica diQuareſima.
Quis ex vobis arguet me de peccato . S. Gio. al cap. VIII.
HEtrà tutte leco- fonanti ſi fanno vdire : gli odori più
ſe la nimiſta, e la diſparati da ben compoſta pariglia
pace ſi trovino ſuaporano in vn grato tumo alle na
affratellare,è filo- ri: i ſapori più al.uerfi inben condi
fofiamirabile sì , to boccone s'affanno delicatamen.
ma dallaſperien- te alle fauci ; e le qualità più contra
za ancora troppo autenticata. Gi . rie in ben temperato ſoggetto s'ami.
ranodiſcordi le sfere ſuperne l'vna cano gradite al tatto . Sisi Signo
dall'altra à rouerſcio : ſi guardanoi ri, egli è chiaro , che la nemiſta , ela
luminari celeſticon aſpetti nemici , pace infrà tutte le cofe fi trouano af
e fino allo ſtruggimento dell'eſſer fratellate. Mà trà Dio , e'l peccaro ,
proprio gli elementi infra fe fteffi e per cagione di queſto trà Dio , e'l
combattono inimicati. Crudelmen- peccatore ciimaidipace,ò d'accora
te vna beſtia a fa dell'altra diuoratri. do ſeguito , ò da ſeguire darmi ſa
ce crudele. Caccia l’huono infieri, prebbe ſeniore ? Odioſunt Deo ima
to le fiere per farne pezzi ; e trà gli pius, o impieras eius, grida lo Spiri. Sap.ca.
huomini itelli diluinanati di nudo to Santo. Longè eft Dominus ab im. 14.
ferro armatile hoftilità più ságuigne pýr ; eíciama con altrimille . Longe Prouer.
vengono eſercitate.Machc? diſcor- per gratiam ; chioſa l’Angelica.Qui 15.
di le sfere s'accordano à variar le non è poſſibile pace, non è trattabi. Interl.
ftagioni : nemici i luminari , s'ami- le accordo , è qui la guerra eterna , Lyr.
cano all'influirenelMondo baſſo: e ela nemiſtà implacabile.Onde non ibid .
ſtruggendo gli clementi l'eſſer loro è da ſtupire, che hoggi con tantas
ſemplice quadruplicato in vn'effer fremura entri l'Iddio humanato a
nifto firendono inedefinati. Nel- giuſtificarſi à fronte dell'impoſtore
l'arca alıneno le più voraci beſtic Giudeo , immune dicolpa , illibato
ad vn cibo ſi videro accomunate : dilicue nco, non che digrauemac
giuoca ben ſpeſſo l'huomo con le chia peccaminofa. Quis ex vobis ara
fiere più fiere domeſticatc, etrà gli guet me de peccaro .Chiamig ſama.
huominiiteffipiù inuiperiti , non ritano , dicaliindiauolato ; humilife
folo depoſto il ferro hoftile, difare fino ò nulla , ò appena riſponde .
mata , ignuda , amicata s'accoppia Ma ſe c'è , che di peccato l'om
alla destra la deſtra, ma il ſangue at bregginon che lo anneri:chi pecca
toſſicato , che ſi ſpargeua à vicenda, tore il ſoſpetti, non che lo giudichi;
in parentela più fretta ſi miſchias s'anualora , fà fronte, e con ardito
raddolcito . Così con chiari, e ſcu : gridoresfidaà duello l'impoftura più
ri, caui, e riſalti, arte ,e natura pro • perfida , & inganneuole: Quis quis
portionati gli oggetti cifà vedere, ex vobis C. Fatto cheà ine diſegna
Così con viuezze , e languori , par. il bianco, que con dui tiricolpiſca
faggi, e fughe le muſiche più con, il miohodierno diſcorſo
ST
, moftran
do
COVA
322 Peccatore abborrito
do primo quanto ilpeccatore abor. giumenti medeſimido' Regi adova:
rito venga da Dio per il peccato : toti gli Angeli ftelli cantauano à lui
fecondo e dondecon ſeguiti in Dio la gloria. Parì di fame , e fete , chi
on canto aborrimento, e comincio. beatoſucchiața l'eternamanna;ma
2 CheinDio infinita Giuftitia , e dolciffimo il larte delle materne
ſomma bontà l'odio formalmente poppe delicioſamente à ſuoi tempi
ſi troui, e d'abbominatione verſo il puringoiaua.Mahora dall’Empireo
peccato,e di nemiſtà verſo il pecca. à grotta oſcura: dal ſen paterno alla
tore;ella è verità theologica, anzi di pietra indurata :da Spitti Celeſtial.
Scrittura Canonica ,da noi più ſopra le ſeluatiche ficre: dall'ambroſia ,dal
accennata . Ma ſe voglianio co mi- nettare alle radici amare ( quando a
fteri più delicati cauare: à luce più nodrire s'haueſse) all'acque crude ?
chiara queſto vero, che annuuolato In defertum ? Ahi grotta ? ciriſchia
trà figure Sagres'ombreggia ;ſouué- raui tù alli chiarori di quell'innocé
gauidiquando il Verbo in carne do zaſagrata., ò t'oſcurauipiù,per non
poche battezzato s'hebbe colà nel vederla prigione fià tuoi ſcurori ?
Giordano, ſi traſſe al deſerto per di- Ahi pietrarti ammolliuitù al delica.
giunare, dice l'Euangelifta S. Marc. to tocco di quelle carniimpeccabili,
'Marc.. Elftatim Spiritus expulit eum in der ò t'induriui più iſtupidita d'eſſer face
sapit. 1. ſertum . Subito , ftatim : appena vſci. ta miniſtra per tormentarle? Ahfie
VOT. I 2.
to dall'acque,e poſto il piè ſull'arena re ? vi addomeſticarte voi maicone
in aſciutto , lo S.S. ( così concorde. quella mano , che vi prouede del vit.
mente egli è inteſo lo ſcacciò al de.. to , ò v'inſeluatichitte voi più , rine
ferto Signori io non finiſco di ſtupi- ſeluate fuggendo,per non poter (of
re à pieno queſta Euangelica frale : frire la Maefta di quello che vi creò?
Chriſto ſcacciato ,al deſerto ſcaccia . Ali acque , ahi radici? viattempra
to ,e ſcacciato dallo Spirito S.Expun lte voi, viraddolciſte, appreſtando
lit eum ,& c.? Cosìdunque o Spirito ui gradito cibo all'infieuolito Signo
Iddio ,quelfiglio Dio ſcacciate, dal re ,ò più incrudite , più amaticale
quale vnitamente , e dal Padre per reftalie ,al.vederlo nel rigoroſo di
ſpirationedi volontà amoroſa,ſanto giunosi conſumato ? Expulit eum ,
Àmore Diuino , voiprocedete ? e lo oc. Ma oh miſtero dell'abborrimē.
fcacciare al deſerto ?" s'egli è quel fi, to diuino verſo il peccatore, c pec
Marc glio,che voimedeſimo in forma di cato. Expulit eam tanquam reum .. Rupert:
cap. 1.
colomba diſceſo .Spiritus,tanquam ( dice Ruperto Abbate ). O portan. Abb.in
columbami con la voce paterna :Tu rem omnium iniquitatem . Chiaro ,
es filiusmeus dile tus: atteftaſti hor': che non vsò lo Spirito Santo termic capit.
Marc,
hora à Gio: per il diletto del Padre: nealcuno con Chriſto ', che l'offen
come la Patria beata in eſilio sì al- deſſe , ò neno conueneuole forces
pro gli vien cangiata?paſsò ,egli è ve all'vno dall'altro , cutiauolta ſcac
ro,incarnadog ,dalleftelle alla ſtalla, ciollo, al deſerto ſcacciollo : perche?
ma apparue quella ſtalla ſtellata del. per la ſembianza,che teneua direo ,
la nuoua ſtella del Cielo. Vēne cor di peccatore, come quegli, che por
cato ſu'l duro ſtrame d'animaleſco taua alle ſpalle i peccati di tutto il
preſepe , chi eternaméte pofaua nel mondo . L'haueda viſto poco pri.
feno del Padre Dio;ma ilmolle vir- mabattezzarſi frà peccatori , quafi
gineo grembo anco ne l'accoglie che peccatore : ne mo Atraua yna ta.
ua, e delicato guanciale li fè la tenea le, quale eſterna apparenza.In limia
ra mano delladi lui madre Maria . litudinem carnispeccati:dice S.Pao :
Trouofi frà giumenti annidato , lo. Ob expulit,expulit,lo ſpinſe ,l'vce
chi regnaua trà gli Angeli; ma trà tò , lo ſcaccio, à noftromodo dicas
picla,
Per la U. Domenica di Quareſima:
m do Regiadora pirla , quali nonſe glihaueſſe piùà glio ineſta,turtataagonizzante.Ok
lli cantauano à lui portare riguardo : quafi dobbiamo quiſà'l punto è Chriſtiano .Senti ,
i fame, e fete , chi dirla ? quali più ponderaſſe ad abbo Sentenza, che peſavn Mondo d'Ilia Ilid. Cla
'ererna manna ma minatione, à diſprezzo vn'appaten. doro il Claro. Referebatgenusnoftrü, rus orn
e delle materie za poſticcia dipeccatore , che non Oʻillius ſcelera ante oculos proponens 39 .
ente à ſuoi tempi ponderaua à giadimento, à riſpetto tanta , ac tam horrenda intuebarur,
hora dall'Empireo I'vnione hipotaticacolVerboeter. Vi faciemoccultare cogeretur,neque
al fen paterno alla no;che à ditla à peſo minore di eſa- auderet illam in Celum aliollere:ali
a Spitti Celeſtial . geratione eccedente,ſarebbeinfop- ſentimento d'vn Cliriſto , Dio hu
dall'ambrofia ,dal portabile empietà .Expulit eum tan . manato , huonio diuinizzato? eğli
ainare ( quando à quan reune Üc. è carne impeccabile, quello ch'egli
) all'acque crude ? 3Et eccoui con lo ſupore di que. è : & ad ogni modo perche in quel
grotta .. ti riſchia sto fatto diſciolto il nodo d'vn’iftu- la ſcena rappreſenta il Perſonaggio
ci di quell'innocé . pore eguale , fe non maggiore. Ora del lignaggio humano , di peccato
uraui più ,per non Matth. l'iſtello Chriſto nell'horto , e nel fordidato, inacchiato ;conoſcendo ,
fià tuoi ſcuror i? porſi ad orare: Procidit infaciem fu penetrando ilquanto abbomineuo
cap.26. am : li laſciacadere con la faccia in le quegli ſia all'occhio , al cuore di
Viui tu al delica .
arni impeccabili , ſulla terra diſteſa.Signore e naſcon. Dio ; non la fronte , 'qual'huomo
apidita d'eſſer fats dere la faccia : quella faccia amoro di ſtarà fronte del Padreeterno:non
mentatle ? Ah fie . fa , che ſerena il Cielo , 'rallegra gli ha faccia valeuole per affacciar al
Angeli; e ſarà vn giorno eterno il Cielo : vien forzato naſconderla :
caſte voiedma icon ſole delParadiſo ?Si dolgono quìi gran parola ; è ſulla terra tenendo
vi prou e del vita luminati ſuperni, ch'auaro fiate al- la, no ardiſce ſollevarla per vn mo.
hilte voipiù , tio . Ja dorata lor luce di quell'amabile mento : Vi faciem occultare o C.
per non poter lof oggetto cheliberale donate allom . Tanto che à ſoffrire confuſione si
Juello che vi creo ?
bre tenebroſe non ſolo della tetra , grande, eiſuddriui di ſangue. Fa
dici ? vi attemapnrdao ma della notte; poco reſtaalle ſtelle dlus eſt ſudor eius ficut gult& ſanguinis
ite , appreſt di goderla in carne mortale: deb no decurrétisin terram :nc adinnalzar
Pinfievolito Signe o togliere ad eſſe quei raggi , ondei la forle al Padre eterno più àrdiua ,
te , più amaricar loro ſguardi allumano, prima che ſe'l Padrefteſſo dal Ciclo con l'An. Luc.cap.
erlo nel rigoroſo dis l'occalodimortegliele naſconda gelo Ambaſciatoreno'lconfortaua. 22. verfi
bato ? Expalit eumme, Che ſe doglioſa,turbata dall'agonia Apparuit autem illi Angelus de ce
tero dell'abborri che vihapreſo ,lanaſconderc: anzi lo conforianseum .
jil peccatore , c pec perciòmoſtratela, accioche compa- 4. Che ſe ciò in Chriſto adiuienes
som tanquam reum Ruger tendoui l'inſenſata natura , trouiate innocenza ſommain quant'huomo ,
Abbateem) o portrano . Abbi in eſſa quella pietà , che'l ſenſo hu- che fara del peccatore verme?Sentie
Squpiitriatto Sa.ntCohitaermi, capie .. njano inhumano vi và negando. Sú Staua Giuda all'ultimacena inafticá
dunque follcuate la fronte,e vedre . do la tradigionetramata.E:eccod'
Chriſto , che l'offen : Ma
te , & vdirete tugiadoſa l'aria con, improuiſo leglivoltail Sig.edice.
conue neuole forte piangere al voſtropianto;ſoſpirare Quodfacis, fac citius.Orlü finiſcila, 1o. c. 13
citro , luttauolta ſcaca Ipiranti i venti a ' ſoſpiridel voſtro cho penti che titrauieniłefcida quel
rto ſcacciollo:perche ipirto angoſciato ; qucrule le frondi la porta ; ſtricati : toglitidi quà vna
riza ,che teneua dirco, Ntridere all'agonia gelata del voftro volta,e va à compir l'effetto del tuo
come quegli, che por cuore; e à doloroſo romore detarti maleuole affetto.N.io quì mi perdo.
ile i peccati di tutto i dal vicino torrente le pietre viue Chriſto Saluatordolciſlimoſceſo dal
'haueda viſto poco pri addormite dentro al letto loro per Cielo in terra per ſalute del peccato
ili frà peccatori, quali alleſtirli pronte contro de'voſtrine. re , hora ſtimola Giuda , glicaccia
te : ne moftrzaau.aIm
n a 12. mici alla difeſa . In fine non orate {proni al fianco ,onde s'affretti ad e.
erna apparen ice limin voi alPadre Iddio? eche più il potrà ſeguire il riſoluto peccato:lo nó l'in .
d
armis peccatii S.Pao: mouere nell'angultie del voſtro ſe . teodo. Che non tè poco pria per ri
, lo ſpinſe,l'oro no, che l'oggetto della taccia del fi-, durlo à penitenza, a faluczza:'Segli
11,expnuolſittro modo dica
0,a SE 2 poſc
pala,
324 Peocatore abborrita
poſe d'auantia ginocchia piegate, e inmediatamente auanti comunicar
carezzeuole mancgiandogli i piedi tofi ſacrilegamente il traditore , gli
nel lauatoio ,pareua cheglidiceſſe . era entrato ilDiauolo adoſſo ,cosi di 10.13 .
Giud mi ric
a onoſci à qu att ?
eſto o l'E perſ:27,
ce uangeliſta . Etpoft buccellam
quelCreatore tuo ſon’io ,che con at: imeroiuit in eam Satanas : oh l’hab
o ſomigliante non mi ſdegnai por- biamo inteſo ,il Diauolo gli è entra
rele mani in terra , e formarti il cor. to addoſſo : Chriſto non lo può più
po di fango nel vecchio Adamo. foffrire , l'haueua fin'hora ſofferto;
Gem.c. 2. Formauit Deus hominêde limo ter- perche ſe nel tradirlo così coperta
ra; & hora poſte le maniin acqna có mentecol bacio moſtrò il traditore
queſt'atto di lauarti ipiedi , ti prote. Diſcepolo di non eſſerfisfrontato af
Ho eſſer pronto a riformarti nell'ani. fatto ; ma trattenereanco in ſe vne
ma, anco lauandoti co'l ſangue mio popoco diverecodoriſpetto.Adhuc
tuo Redentore ,e mi vuoi anco tra. aliquid habetde verecundiadiſcipuli.D. Hic
dire:Seco l'accolſe alla cena, c dopo ( dice Girolamo S. ) Cum non eum rong
hauer mangiato con eſſo lui in vn palam tradit , fed per ſignum oculi:
piatto, lo regalo di ſua mano co'l fa- eglie da credere ancora,che in quel.
gramentato boccone, ſembrando, polcima cena à gli amoroſi tratti del
che dicefle : Giuda mi conoſcià fuo inaeſtro , itelle più volte ſulle
quelt'opra?Quel Creatore tuo ſon'- moſſe di ritrattarſidal mal concetto
io ,che co'l fiato del proprio ſono già fuo voglio . Ahi Giuda, doueua dire
ti poſi l'anima in corpo, per farti huo . ftà fe ftello a ſe ſtello , e tradirai alla
Zbid . mo nell'huomo primo.Inſpirauit in morte,chi ti trafle alla vitae vccide.
faciem ciusſpiraculum vitæ: & hora raico'l bacio,chi ti animò con il fia .
incorporando tutto me ftello den- to ? mira, che l'hai fupplico a' piedi ,
tro di te medefimo in cibo,miti di- che più aſpetti à pétirti? quando che
moſtro pronto co'l porti vn Dio nel l'habbiGiudice à fronte? mira che ti
corpo, á rifarti in vn Dio tuo Salua- fa luo commenſale co'ſuoi eletti:che
core , e mi ſaraitraditore ? Piangeua attēdi per ottenere il perdono? quan
l'amoroſo Sig. e diceuagli al cuore . do cheti cacci dannato con i Diayo.
Piango Giuda non la mia, ma la tua li? Ahi ſguardi, diceua inirando, che
morte: e ſe non ti baſta il mio pian- mi pungere;come non mi compun .
to , ma vuoi anco il mio ſangue ; gete? Ahiſoſpiri,replicaua ſoſpiran
Mai.26 prendilo. Eccolo in queſto calico : do,chemibattete:comenon miab
Hic eft enim ſanguis meus: beuilo , battete? Ah, e l'ottimo Signore, che
che tutto è luo; ma beuilo con amo. ciò ſcopriua , il ſoffriua, e non cella .
re , e non ſuenarlo con odio.OhGiu. ua miniſtrargli aiuti alla penitenza
da ? e lo crinellaua co'ſguardi: oh compita . Ma quando fagrilego in .
Giuda,elo cómoueua co ſoſpiri.Tā: goiatore delconſagrato pane ,vide
to,e più fece poco pria il Sig.per am che riſolutoſi al deicidioinfame,ha.
mollirlo ,per conuertirlo, & hora ad ueua poſto in balia al Diauolo co'l
yn punto limuta , e lo caccia d'in- freno delle sfrenate ſue voglie anco
prouiſo alle forche, e pare.che lofti poflello del corpo , non che dell'ani
moli à porre in opra ilmalconcetto ma : oh all’hora lentò anch'egli la
D. Am.yolere. Quod facis,fac citiusc. Oh briglie all'abborriméto e del pecca
brof.lib.che bene Ambroſio Santo . Viquia tore, edelpeccato; ne trouando ti
de Abel introverat in illum Satanas, ipſeabin tegnoal giutto affetto del cuore,rup
O Cain ret à Chriſto. Eycitur itaque , o exa; pe nelle canto ſentimentoſe parole .
Cap . 4
cluditur , eo quod iam cum Domino Quod facis, fac citius. Stricati , van .
leſu effe non poffit qui cæperat effe cum ne, cogliti da gli occhi miei ; fe vuoi
diabulo , quali dica: Auuertito, che peccare,pecca,ſevuoi dannarti, day
na
PerlaV. Domenica diQuare]. 325
pei comunicai ñati:crocifiggemiſemi vuoicrocifi- Partite dunque, dice, da me lonta
tradicore , gli lo. gere : ſegua chevuole,pur che io nó ne;p artite,tanto ch'io non ne vegga
adofio ,cosi di
DET
ti vegga oggetto abbomineuole , l'aſpetto,cheionon ne ſentalodo
coft buccellan che più nópoffo ſoffrirti.Et continuó re:perche ? perche quaſiputredo ,
anasi ohihaba 10:13. exiuit dice l'Euangelifta. Spurcitia eftis . In peccato rauuolto ,
olo gli è entras s Dunque s'altri giuditij di fo- fete carognealla mia vifta, alle mie
non lo può più pra non oftaſſero , perliquali, a no pari,per ſordidezza,per puzzore in
'bora fofferto ; Itro modo di capirla , ſoftriſce Dio ſofferibile:diſcedite à me:maper do
cosi copeita. peccatori, e peccato àforza, à vio- ue ſi hanno à partire ?eh di cedire à
trò il traditore Mar.17 lenza conforme à quello; Generatio me non indugiate più vn punto,che
Ifsfrontato af. incredula,& peruerſa quoufq; ero vou quandofarete in corſo,la maleditio .
anco in ſe on Hug . biſcum , quouſq; vos patiar.Non ira- ne mia vi porterà all'orecchio l'in
ſperto . Adhuc tus homini ſedvitio , poſtilla il Car- terminabile termine del voftrobá.
endiadifcipuli. D.E dinale Vgone,maa queſta abbomi- do;maledi ti in ignem eternū ?mercè
Cum noneum Tote
natione,che tiene loro preciſamen . non poſſo tanto ſoffrirui, che la ſena
ignum oculi : te ilriguardo correſſe, non ſarebbe tenza cópita io vi pronuntij,nec tan
che in quel il peccatore ſofferto vn giorno , vn'e din vos fuftineo ,quandiu o c. potca
coli tratti del hora,vn momento nel tuo peccato ; creſcer ad abominatione maggiore ?
a volte ſulle ma al púto iſteſſo che in peccato ca- 6 Diciamola in vna ſola parola .
malconcetto delle,al punto medemo fententiato ," In eternum Domine Verbum tuum PC. 118,
a, doueua dire dánato, precipitato verrebbe. Chia- permanet in Celo. Il Verbo Diuino
, tradirai alia to vedralli al comparirſi de'giuditij dice Dauide per tutta l'eternità di
tutti Diuini là nel Giuditio finale . mora sù nel Cielo. Vna queftion
la
a viałe vccide Malt. Venite benedi&ti(dirà à gli eletti)por: eellacurioſa: per qual ragione ſtádo
nimò con il fia .
6:25: fidete paratum vobisRegnum . Indi il figlio di Dio tutta l'eternità in Cie
pplico a piedi , riuolto à reprobi : Difcedite à me lo ,non ſtette incarnato che 33. anni
212 quando che malediéti in ignem aternum . Pon- ia teria ? oh perche in Cielo non ha
te ? mira che ti
ſuoi eletti:che derate Signori dice à gli eletti;Venio peccatore sù gliocchi: vipeccò sì il
teze non dice accoltareui, dice veni. Diauolo,ma non ſoffrendo lo ſguar.
perdono ?quan te alpoſeſo del Regno ;enon dice do diuino l'abbomincuole oggetto,
ato con iDiavo veniteà me. Ma à reprobi non dice ne venne tantoſto precipitato ,onde
ua mirando , che Ite : landate, madiſcedite,allontana. ben vi può dimorare quieto tutta l'e
mon mi compun teui difcedite à me , allontanateui ternica. Ma in terra, doue cadendo il
plicava ſospiran da me : e vuole che s'allontanino , Diauolo co'ſuoi ſeguaci, dalla diam
ome non tiab . prima che faccia lor ſapere il lindo- bolica femente vennero moltipli.
10 Signore, che ve adallontanare li hanno: Difcedi- cati peccati, e peccatori; oime non
ua, e non cella . te à me e poi in ignem æternum . Oh fù poſſibile vi dimoraſſe più a lun
alla penitenza miſteriper vn cuore, chehabbiafe- goj33 anni à violenza tutta vi ſitral
do ſagriego ig. Chrifol de. V dite qui S. Gio. Griſoft. Pecca- ienne , che gli paruero 33 ſecoli, e
agrato pane , vide too.54.7 tricesanimas quafigrauatus non ſuf- compito l'officio diRedentore, pre,
cicidio infame,ha. Mait. fert, tanquam fi dicateis:quaſiputre- fe tantoſto le poſte ſulle pene de’vē.
ja al Diauolo co ' do , fpurcitia eftis;nec tandiu vos ti : Qui ambulas ſuperpennas vento P. 103
re fue vogllie'an coi fuftineo ,quädin Statis in iudicio meo : rum , e dilungofléne à volo , ſe non
d
nc el an
he Ogni parola è vn teſoro . Ti ma- folle d'Ambrogio Santo , non ardi
no
lento anch'egli le rauigli , che'lnoſtro Dio moſtri qui rei d'apportarlo : In Celo permanet
timéto e delperciaa di più odiare i reprobi,che amare gli Verbum , quia inde deie &tus est Dia
110 ; ne trovandor eletti ? ſappi, chepeccatricesanimas bolus:in terris non permanet,quia buc
o e
ffett delſceuor ,rup qualigrauatus no ſuffert:fino à quel rotus aduenit.
costimento parole . to punto ha portato con violenza il 7 Oh Dio , oh Dio à qual paſſo
citius. Scricati, van . pelo della ſofferenza con l'anime miſon ridotto fratello , come u tio
occhj miei ; ſe vuoi peccatrici; hora aggrauato logica. uiPadre,abbandonato da Dio;quafi
i
Vuoi danmart, da che
326 Peccatore abborrito
che diſperato : tutto infermità nel fede: ſe non l'habbiamo, andiance:
corpo;tutto trauagli nell'animo. A. ne, che queſte faráno tutte canzoni,
mico,come la palla la tuafameglia? Ma ſe l'habbiamo,à noidi gratia fu'l
Padre, abbandonata da Dio ; quaſi rodo.Dio non ſoffre in queſto Chri.
che diſperata : tutta rouine nelle fa- ſto vn’eſternaapparenza di pecca
coltà: tutta ſcadiinenti nella reputa- to ; ma expulis cum c. potrà ſof
tione, e nell'honore. Signorila vo. frire vn peccatore verace,che attual.
ftra Città come viue? Padre,abban. mente in perſona, di proprio riſolu.
donata da Dio, quaſi che diſperata : to volere mortalmente lo dilonora ?
maltrattati i poderi,ceffati i trafichi, E pure ci hà ſofferti tanto tempo ne
ecceſſiui gli aggralij, tutti al verde noftri peccati, facendoſi forza, vio
della candela. Mondo tutto ,come lenza à non condennarci in eterno .
ftai ? Padre , abbandonato da Dio, Doueuamo noi confonderci delle
quaſi che diſperato : fatro vn ſolo noſtre brutture, e confufi abbaſſan
caos d'irremediabili mali . Ah io lo do il volto alla terra, col noftro Me
credo ; anzi il veggo ; anzi il tocco diatore nell'horto piangere lagtime
con mano. Ma che ftupore che ci di ſangue ,pentitidelle proprie col.
habbia Dio abbandonati? in Terris pe , doue quegli per le colpe altrui
non permanet , quia Diabolus hucto- ſparſe di ſangue ilſudore : e noiin
iusaduenir.Fratello ,cometi trouiin voce ſuperbi ci ſiamo ſempre ſolle
te ſteſſo tutto peccati,tutto Diavoli; tati co'l voglio luciferino contro il
l'odiomortale alnemico; l'amor la. medemo Dio,e fuoi precetti ſagrati,
fciuo alla concubina;la roba al prof. rendendoci via più ſempre neldiui.
fimo aſſaſſinata. Oh evuoi,cheDio no confpetto abbomineuoli. Non
Ria teco?e Rupiſci , che c'habbia ab- doueuaanco Dio leuar’il freno di
bádonato ? In terrisnõpermanet & C. ſua miſericordia alla mano,lentarle
Amico,comela palli nella fameglia?" briglie all'odio fuogiuſtiffimo, e ab .
tutto peccati , tutto Diauoli :diſcor.bandonarci ?e pure ciſi rattenne per
die trà le cognate: liuoti trà li fratel. anco ; e ſolo tanto con la mano pre
li; maleuolenze, epeggio trà mari, mette in temporalicaſtighi , che'l
tati. Oh, e vuoi, che Dio ſia in ella ? pero di eſli ci abbaſſare pentiti , già
e ſtupiſci , che l'habbia abbandona- che la propria confuſione non ci ab .
ta ? In terris non c. Signori la vo- baſſaua; non ceſſando feà sátoamo .
ftra Città come viue?Gran parte(che rotiſlimo ancora con carezze , e fa
tutta non vuò dire : fe la maggior uori di gratiarci, per amınollirci, per
parte no'l sò )ma gran parte peccati, conuertirci con Giuda ; ma tutto in
gran parte Diarioli: trà mercanti de nulla rieſce : che all'incontro qual
gl'ingannatori : trà Nobili de tiran Giuda appunto in vece di ammol
notti, inſidie, picche, puntigli, ſcan . lirci , d'arrenderci à penitenza, ſem
dali,diftentioni, intereſſi diſordinati. pre più riſoluti al peggio ( ſia con ti
Oh , e vagliamo , che Dio in effa li ſpetio de' buoni, biſogna dirlo) ci
troui? e Rupiamo, che l'habbia ab- fiamo dati al Diauolo affatto affat.
bandonata. In terris Oc. Mondo to . Dio immortale ? fe mento, mi ſi
Tutto come ſtai ? tutto peccati , cutto rinfacci. C'èmiſura nelle vendette ?
Diauoli, tutto vn ſtrapazzo della c'è termine nelle lafciuie c'è riguar
legge di Dio : tutto vn vilipendio do nelle rapine ? ſe il Mondo foſſe
dell'honoredi Dio. Oh cvogliamo, habitato da' Diauoli , e non da gli
che Dio ſia in te ? e ſtupiremo , che huomivi li potrebbero commettere
t'habbia abbandonato ?In terris non ipeccati,ò più numeroſi,ò più graui,
permanet oC. ò con riſpetta minore dell'infinita, e
8 Oh Chriſtiano habbiamo noi tremendiſlimamaeſtà di Dio , che
of
ndiance .
Per la quinta Domenicadi Quareſ. 327
canzoni ,
off :fo e vilipeſo nereſta : è Dio ci moſtra per causā: e la ſperiēza ce'lf)
hà tuttauia à ſoffrire ? eh quod facis, toccare có mano ab effe &tu.Fate voi
Catia fu'l f.ac citius , ancor'eglihomai gridaw . elemoſina, & io popoco reſpiro.
ucito Chi. Così la vuoi ò peccatore ? fniſcila , PARTE SECONDA.
a dipecca ſtricati, fà quel peggio, che faiyna
F. potrà foi. volca : partiti dalla preſenza mia ,che 10 l'is ex vobis arguet me de
e ,che actual
prio tiſolus
partirommi anch'io dalla tua; laſciá . Q peccato ? A cuito eccello
doti in quell'eſtremo de' njali , che daDio il peccatore per il
abborrito
o diſonora ? quàti ſia principio d'eterna códána- peccato . Ma d'onde conſeguita in
to tempo ne gione. Diſcedite à memaledi&ti; co. Dio vn tanto , e tale abborritnento
-G forza , vio minciarò ' fin d'adeſſo à fulminar la del peccatore per il peccato ? molte
arci in eterno . sétéza: dilungateui da me maledetti riſpoſte,e tutte aggiultate quì li por
poderci delle che più non foffro vn oggetto sì ab. ſono addurre .
Fufiabbal120 bomineuole.In terris nõpmanet ,etc.. Addurrò io per la prima,perche il
l noſtro Me 9 Popolo amato , cara Città,ani. peccatore per il peccato egli è vna
gere lagrime me ruttenelle víſcere di queſto Cro corda falla, che gualta tutta la muli- Amos
proprie col . cifillo,ancora con le viſcere del mio ca dell'Vniuerfo. In Amos al 5. Au- C.S ;
colpe alicui cuore inuiſcerate . Veggoui molie fer à me tumultum carminum cuorð:
ore e noi in fràmalannitátorauuolie, ch'è forza foglida me loſtrepito di tuecanzo
ſempre folle io viticonoſca per li peccati voſtri ni. E có chi parla quà Dio per il Pro
crino contro il da Dio abbandonate;e comePadre feta?dicalo S.Gio:Griſoſtomo. Pec- D. lo,
precetti ſagrati, per officio ,non poſso Coffrirui invn calorem tanquam è ( acra Patria ab- Chriſoſ.
ſempuroelniel diui. si fatto abbandono. Nonètáto lon- egit Propheta, a queve muſichus opri- bo.com
mine . Non tano Iddio , cherichiamato à noi , mus è cythara bene modulata chor- eflet plo .
Jeuar'l fieno di non ci li poſla tanto to trouar pre- dam diffonam refecal,ne reliquarum defigna.
mano ,lentar le ſente . Balia chiamarlo, e verrà :ma vocum harmonia virietur. Eundem rus ..
giuftiffimo, ee ab . chiainarlo,come lo chiamaua l’ani. admodum Propheta fecit,dum velua
Cat.C.4.made' Sagri Cantici, Surge aglo,
eti fi rattenn per D.
ti chordă dijonam ab vniuerfo crea
con la mano pres veni auſter,Vanne Diauolo , evieni iurecorporereſecat . Fà conto,vuol
rali caſtighi , cher Ambr. ò Dio , checosì.S. Ambrogio inten- dite,che il creato è vna cetra,cinque
barfalleonpe
e
nuri,già in Pſ. 1.de,edice iffe ventusadſpirat,ſibor- atraſti,oregiſtriineſſa diſpoſtiſono
onfufi non ci ab . reasille grauis ventus flare deficrit. ne cinqueremplici,la terra, l'acqua,
Tando frà tároamos Il Diauolo , il peccato fi hà da cac l'aria,il fuoco,e'l Cielojin su de'qua.
con carezze , e fan ciare , ſe volete Dio con voi , con le liingradi varij temprate fi toccano
ci
p r ammollir ,per
e voſtre fameglie ,nella voftra Città : di creature diuerſe le varie corde,
a
Giud ; ma tturtoto in aggiuſtare leconſcienze, e gliaffet- Fanno le intellettuali il soprano ; le
ne all'incon qual ti;le pretendenze,feliti, anco giuſte, ſenſibili I'alto: il tenore le vegetabi
in vece di ammol anco giuſte (Signori sì) per togliere li,il baſſo le innanimate; e muſica ci
a l'occalioni de' ſcandaliemali tanti, careda n'è la natura ,la quale co'i plet
Betcià penitenz , fem & infiniti ;far penitenza inſomma, trodella gratia letocca.Er ecco l'ar
o
tial pegg (ſia conia
i
voni, biſogna dirlo ) i
che verrà Dio,verrà; e ci farà ſentire monia ne rimbomba nella Capella Dan.3.
i Diavolo affatto affare
tutto amoroſo il delicato auſtrino Reale del Creatore . Benedicite oma
rortale . Semento , mieli
tepore di ſua preſenza amica, e fa- nia opera Domini Dominolaudate ,
mifura nelle vendett ?
uoreuole. Che iste ventus adſpirat fuperexaltate eum in ſacula .Mor.
nelle lafciuie:c'e riguare
Oc.Maperſeuerare in peccati,ſem mora il vento ,ftridela ſelua, fa bom
pine ? ſe ilMondo forte pre più indurarſico'l proſſimo; ſein . bo il monte : & è gradito quel ſuono.
pre più collegarſi al Diauolo , ren- Raggia il giumento, rugge il leone,
a Diaueoblbei,roe nonedtatgerlei dendoſi ſempre più abbomineuolià crocida il coruo : & in conſonanza
potr olcoamm Dio ; e che Dio non ſi habbia fem . s'accorda . Diſcorre l'huomo, diſſe .
piu numer più gnrtaa us
e
claminor dell'in , e
fi pre più ad allontanareda noi: ch nó gna ilfine , adopra i mezzi :il con
@ccorre péfarci, che la ragione il di. certonon può eſſer migliore: ina
līma maelta di Dio ,che ode
Of
328 Peccatore abborrito
ode Iddio vn peccatore tra queſti : fecus,quam pifti. Dottrina veratren
oime, che'l tutto à diſſonanza ſcon redegoa d'vn Boccad'oro . Huomo
certa . Signore ſarà per auuentura lo vero faitu qual'è ? vn'huomo rein
ftrepito delle rane di Egitto,ò il rag- plice di cuore, retto nelgiuditio , te .
giare dell'aſina diBalaam ?Nò,dice, inente Dio nella volontà. Homoves
ch'ella è la voce del peccatore quel- rus dicono i ſettanta: fimplex , dre
la , che m'annoia , e non la rana , oi &tus,ac timens Deum, dice la volga.
giumento ,chemidilettano. E non fi gata . Et à queſto modo conſerua.
potrebbe queſta corda aggiuſtare ? torein ſe ſtello di quella fomiglian
si, penfaloiu. Se la ſtiri, s'alza à pic za diuina, che inınagine eſpreſſa
gliarla contro lo ſteſſo Dio con il impreſſe Dio nell'eflere di lui hul
diſcorſo acciecato : [ e l'allenti, s'ab- mano . Queſto è buomo vero diffi .
balla ſotto le beſtie, e le pierre con nito puntualmente dallo Spirito Sã 1
Paffetto ammalignato. Signore la to.Ma fe trauia vn punto,non è più
corda è falſa,non hapiù ſuono à mi- huomo vero,ina c huomo falſo ;pe
fura tagliala dunque,troncala ,coglie roche vn 'punto chetu cogli all'ef
ne da me lo ſtrepito, che troppo ab- ſenza,tutta affatto la ſoggi: che ef
bomineuolem'e vn si factofconcer- fentiæ funt ficut numeri diceil filo Ariff ,
TO . Aufer à me C.Peccatorem C. fofo. Í oglivna ſola vnità indiuifi.
11 Ma adduciamo la ſeconda, & bile à quel numero , non è più d'er
è più dolia , eſſer tanto abborrito il fo ,ina ſi fà vn'alcro .Toglivo punto
peccatore da Dio per il peccato , dell'honeſto al valore , del diritto al
perche con eſſo guaſta , ftrugge la giuditio , di ſchiettezza al cuore ,
bella diuina immagine, che nell'ef- ftrutta è l'effenza humana , e guaſta
fere humano pianto lo ſteco Iddio in tutto l'immagine ; non è più huo
nella creatione dell'huomo primo. mo vero che appreſentivn Dio ;ma
Non è il penſiero si trito ,comeà pri è vn'huonio fallo , che rappreſenta
Pobr. mo ſuono egli pare. In Giob al 1. vna beſtia ,o'd vn Diauolo.Et è luo .
ſeptuag. timens
Eteratpurille fimplex ,erectus, ac mosìfallo,che mancohuomolo
Deum . Leggono i ſettanta . chiama la Diuina ſcrittura, acciò ne
ibid .
Et erat homo verusille . Chiedo à anco nel nome cquiuocamente com
filoſofi: mi ſaprete voi dare la diffi- uengacon l'huomo vero. Protonda
nitione dell'huomo ? Eccola riſpon- filoſofia mitica diSan Gio : Griſoft .
de l'vno . Homo est animal rariona- imparata ſu'ltelto ſagro. Diuina au
le queſta è la diffinitione dell'huo- remſcriptura c. e perciò táto l'ab
movero. Amico ,tu la sbagli à parti- bomina,lo abborriſce .
to . Queſta tua non è tanto diffini. 12 Macõchiudiamo Signori come
tione, dell'huomo vero ,quanto del- la più foda,e più efficace all'affetto .
l'huomo falſo . Senti nuoua filoſofia Abborrifce Dio à lutto ecceſſo it
D. Ioan .
di San Gio: Grifoftomo. Externi peccatore per il peccato , perche ?
Philofophi cum hominis explicat dif- perche il peccato è in fe fteffo vna
Chriſoft. finitionem ,aiunt. Homoeft animal deformità,e à tutto eccello
ibid."in abbomi.
rationale mortale . Diuina antenu neuole. Dilloiu Anſelmo Santo, che
Catena
fcriptura eum diffinit eflc hominem , illuminato daluce ſuperna alla co
Greca. 941 id, quod Deifimilitudinem comi. gnitione di queſto vero , naufeaio
iatur, cuftodiuit : qui vero diuinos ty- ad oggetto si ſchifo , inhorridito à
pos, * notas confundu ,ac corrumpit, vifta si turpe,dite ſtello diceui : che
hunc ne hominis quidem nomine dio ſe da vn canto ti foſle propoſta la
gnatur,e però. lobum illuftrans,pro- bruttura del peccato ,e dall'altro l'ar
nuntiat,ac aicii,cerat homo rerus. ſura dell'Inferno,e di neceflità t'ha
Improbienimſunt falfi homines,non uelli ad immergere o nell'vnat, a
ac
abborrito Per la quinta Dom .di Quareſ: 329
cus,quam pišti. Dottrina veratren nell'altra;priati ſareſti gittato à pio- Santa fede ? e pure inſenſato no fena
de na d'vn Boccad'oto. Huomo bo nell'Inferno , che nel peccato , ti,percheacciecato non ſcuopri.
cro fai tu qual'è ? vo'huomo ſem eleggédori di miglior voglia lo ſtare 14 Ne vi farebbe vno ſpecchio ,
ice di cuore, retto nel giudrio,te. nell'inferno innocente , che viuere che chiaro ti poteffe moſtrare og
ente Dio nella volontà. Homonas peccatore nel Paradiſo : Si bincpece getto sì abbominádorsi,diceilBea
dicono i ſetrania:
ſimplex, ora D. Anſ. catipudorem , illinc gehenna certo Tomaſo da Villanoua. Scopraſi
#jactimensDeum , dicela volga. de fimi- nerem horrorem , neceſſariò vni il Crocifiſo Iddio , chedoue hoggi
1. Et à queſto modo conſerua. licudini- eorum deberem immerge;priù s me in qui fi è coperto d'oſcuro velo , quali
in ſe ſtello di quella fomiglian bus cap. Infernum immergerem ,quam pec- più non potendo ſoffrirel'oggetto
diuina, che inmagine eſpreſſa 109. carum in me admitterem : mallem abbomineuole del peccatore , ſco .
celle Dio nell'eflere di lui hu enim purus à peccaro,innocensger perto potrà moſtrare al peccatore
. Questo è buomo vero diffi hennam intrare,quàm forde pollutus medemo l'abbomiuatione fuafter
pun:ualmente dallo SpiritoSá Celorumregna tenere : Oh oh pec. ſa. Quid magis homini peccatihorro- D. Tho.
e le trauia vnpunxo,non èpiù catori fedeli,venite, correte, e con . rem incuiere potest , quam videre fa. de Villa
vero , ina chuomo fallo;pe fondeteui .Voi,cheper nó fuffrire il lium Deipro peccato incuius patobu- nouafer.
In punto chetu togli alliet diſguſtod'una paroletta da nulla,no lo morientem ,ac terribilem , pallum 2.deAd
ita añarto la ſtruggi: cheef che vn'offeſa dipeſo ; voi , che per pro peccato hominis, Satisfactionem uētu Do
une ficut numeri dice il filo nó perdere il guttarello d'vno ſguar: reddentem ? • grande malum pecca- minis
opli vna ſola vnità indiuif . do , ch'èmomentaneo ,non cheil tum, pro quo talis vltio fir.Affiltariò
quel numero ,non è più d'ef piacere d'vn giorno , non vi curate peccatore in queſto fpecchio , e ci
i fàltvno'altro . reToglivapu nto vn punto d'immergerui nel peccato vedrai iltuo peccato sì horribile,che
De al valo , del diritto al mortale, e priuarui del Paradiſo, e ti fara inhorridir di te ſteſſo . Caccia
, di ſchiettezza al cuore , perdere lo steſo Iddio ; venite, cor- gli ſguardi per queſte piaghe e rico
l'effenza humana , egualta rete, e confondeteui in vedere vn' noſci i colpidelle tue colpe . Egli
mmagine ;no nepiù huo . Anſelmo , il quale più toſto che git- sfornò queſta forma ; egli fueno
ti
che appreſen vn Dio ; ma tarſi in peccato, ſi vuol gettarenelle queſte vene; egli poſe queſto Chri
1110 dfallo , cheolrao.ppEtreſentoa fiamme dell'Inferno;e quando pec- ſto sù queſte forche . Oh bruttura
2,0' vn Diau clau caro , e Paradiſo ,e Dio follero comº dell'anima, che non ſipuote lauare,
lfo , che manco buomo lo patibili, più toſto chepeccare,ſipri- ſeno co'l ſangue d'vn'Huoino Dio.
1a Divina ſcrittura, acciò ne uarebb anco
e del Paradiſo , perde- Oh ingiuria diDio, che non ſi puote
I nome equivocamente co rebbe anco la viſione dello ſteſſo vendicare , che con la morte d'vn
Dio ,
on l'huoino vero . Protonda Dio fatt'huomo.O infinitam auda
Givitica diSan Gio :Grilotta 13 Che ſe l'efempio d'vn'An- ciam peccatoris(conchiude il Beato )
tulelto lagro. Dinita av ſelmo Santo non vi confonde: con- Quis pofttale ſpectaculum peccare
ura O c.eperciò táto l'ab Senec . fondaui quellod'vnGentile.Seneca non formidai? oh temerita beſtiale ,
epif. 12, nelle fue Epiftole . Licet fcirem ho- oh sfacciataggine diabolica del pec
Io óacbbhourutdiiſcaemo. Signori con mines ignoraturos, o Deos ignofci- catore ? Chidopo va tale ſpettacolo
c
da e più efficace all'affettoo . turos,tamen peccare nollem ob pecca- d'vn Dio in carne, sformato ,ſuena .
ce Dio à lutto ecceſſ il ti turpitudinem : quantunquehaueflito appolo in fulleforche per il pec
per il peccato ,perche :
euidenza non che certezza, diceua, caco mortale,non tenie, non inorria
veccaro ein ſe ſtelo voz che huomo alcuno inai l'hauefle à diſce , non -trema di mortalmente
, eà tutto eclcmelolo abbomi. ſapere che Dio alcunomail'haueſſe peccare ?
Foru Anſe Santo ,che dpunire ; ad ogni modonon pecca . is Quefto fu il ſentimento di
da luceoſuperna alla ctoo rei: Peccare nollem :perche:per l'ec. Paolo Santo alli Romani ſcriuen
ceffo della deformità,e fozzura, che do . Quem propofuit Deus propitiato ,
di queſt vero , naufeao
i chifo nhorni
s ſ ,i il peccato ha in ſe ſteſſo ; ob peccati rem per fidem inſanguine ipfius , ad
he turpitudinem . Tanto ſentiua vn Se-
pe, di te ftello diccuc oſtenſionem iustitia ſua, propter re
anio ti ofolle proptorſota la neca nel Gentiliſmo, perche tanto
ſcopriua coʻl ſolo lume della natura .
miffionem pracedentium deli&torum .
elpeccat edall'ailtà l'as Come Paolo Sáto ? Chrifto nel lan
terno, e di necefl t'ha Che doureſti ſentire tu , peccatore , gue fuo propoſto da Dio propitia
re a ael Chriſtianeſmo co'l lume della tore de' precedentipeccatis propter,
smerge è nell'rn , Te remiſe
acle
330 Peccatore abborrita
remifſionem precedentiu delictorū . partito ; & abbominando inte ſtello
Dunque nel ſangue di Chriſto non il tuo peccato abbominato da Dio,
habbiamo il perdono anco de'pec . cacciane con eſſo il Diavolo con
cati commellidopo la di lui morte? penitenza di cuore. Sei anima anco
Sì ,sì che l'habbiamo,maPaolo non di ſalute capace : detelta , deteſtale
ſeppe parlare de' peccati , che s'ha- tue colpe,tiſoluiti alla pace , allho .
ueffero à commettere dopo la mor- neſta, alla Confeflione Sagramen
te di queſto Chriſto ,maſolo de pre- tale; e veramente cotrita , di dì,dala
cedenti, parendoad cílo , che dopo l'interno delletue viſcere al Croci.
il morire d'un figliuolo di Dio in filo tuo Dio ,
Croce à queſto modo fuiſcerato per 17 Ah Dio della mia fede sù
il peccato mortale , non poteſſe più quella Croce adorato , e da' miei fat
capite ardimento in huomo alcuno ti su quella Croce ſuenato . Che di
fedele à mortalmente peccare. Pre pena non merta,chi è deicida?e dei
cedentium dclitorum cida d'vn Dio morto già per amo .
16 E pure , e pure o Chriftiano , re ? Maſe danni il peccatore ,o Si.
è fedele, quante volte hai mortal. gnore chi canterà con gli Angeli
merepeccato dopo adorato per Dio nel Cielo la gloriatua : deh gira ver
queſto Crocifiſſo Signore,quanto me pictofo lo ſguardo;e ſe lo ſguar
volce?oh vn caos,vn'infinito,vn nu- do tuo abbomina in me l'oggetto
mero innumerabile di fragilità , e di deforme del mio peccato : dammi
tuttamalitia .Età che cercarle in te luogo nella piaga del ſeno, doue io
ſteſſo ? numera queſti ſquarci le iniricoueri,ligche pentito ,io nel tuo
puoi, e ne trarraiil computo più ag. Sangue milaui. In queſta in questa
giuſtaro ; che quante volte peccaiti cauerna. In caucrna maceriei romi
dopo la dilui morte , tante volte lo to , ridotto,piango, deteſto, quanto Cani.c.2
ſquarciafti su queſta Croce . E purtoffeli ò Dio , quantoti naufeai. Pec.
hora ſei in peccato mortale ,& at- caui, peccaui, o malum coram re fe- Pl.go.
sualmente mamieni l'odio , l'amor ci . Così non l'hauelli io fario , e mi
laſciuo, ilmal volere, il mall'afictto, fufíe coſtato il ságue, comeè coſta
quale peffimamentecerchi cregui- toà te l'hauerlo da me ſofferto. Ahi
re , & efeguiſci indurato , riſoluto à dolore,come non ti ſento alcuore sì
non pentirtene:neti muoue l'ogget. al vivo, coineal viuo ſentir ti feci à
to di queſto Dio morto ,pendente, queſto cuore diuino ? Non più pece
ſanguinolente? Ahingrato, ah fiera, care, Signore , norire sì più toſto
ah Diauolo in carne . Che aſpetti? nell'auuenire . Pentorni,e più ſem
che di nuouo ti s'aſconda queſta pre mi pento del mio peccato. Mó
Immagine facra, & affatto t'abban- dami tu,e più ſempre mi monda.Et
doni il tuo Dio, affattoti abbomioi, à peccato meo munda me. Riſoluo, e
e ti cacci co'maledettiGuarda,che più sépre riſoluo mai piùmacchiar
sa ben farlo; e meglio che io non sò mi ; rinoua tu retti ſenſi d'vn nuouo
dirlo :e più preſto, chenon fai tu pe- fpirto dentro delle viſcere mie . Et
Carlo : e l'ha fatto con tanti pari tuoi, ſpiritum rectum innoua in viſceribus
con ſentenza irreuocabile d'eterna meis . Così lo faccia il Signore .
morte. Deh prendi,prendipiù fauio Amen ,

ACOVA
336

ACQUA DI GRATIA,
E DI GLORIA
Per il LunedidellaV. Dom . di Quareſ.
Stabat Iefus, & clamabat,dicens: Si quis ftit,veniat adme,
& bibat . S. Gio . al cap. VII.
TAVA Filippo Rè ria;innargentando ilMare;colorane
de Macedoni, quel do la terra : illuminando il culto , il
gran Padre del gra- turto vede , giunge per tutto, e di fa.
de Aleſſandro, pre. ſeggio del tutto alla fronte de colliz
dendo il cibo vn alle palle de Monti, ſulle cime del
giorno alla ſua menſa reale , quando l’Alpi; nel fondo giù delle valli; ſin
(corteggio in vero ,e trattenimento nell'oſcuro de' ſpecchi, non che Toca
di Re) moſſe queſtione a'Filoſofi , to l'ombra de'boſchi;anzi che fio
che gli faceuano all'intorno corona, ſotterra,non che nel cupo del Mare
qual coſa foſſe in tutto il Mondo con la forza, e vigore de' ſuoi influf
maggiore. Fù di parere il primo el. li . Onde aldıleiparagone, qualà:
fere ilmonte Olimpo d'altezza tá: petto di gran Gigante il Monte
ta , che foruolando a' confini della Olimpo e vn nano ; quafi che in
sfera del fuoco , ſpira quello fpirito mezzo d'vn'Oceano nouello pic
gentile , che inſuperbito della Coui- ciola conca d'acqua l'Oceano anti
gliezza ſua ,Idegnaſi di ſeruire allico raſſembra. Ma ditutti queſti ar
Plso mortali reſpiri; onde libero , franco fai meglio filoſofando il quarto con
d'ogni torbolenza di nubi , d'ogni ſentenza da ſcriuere a'caratteri eter
cimbombo dicuoni;gode mai ſem . ninel bel mezzo dell'vno, e l'altro
prechiara la Serena faccia del Cie. emisfero , diede la corona dimag.
lo; gufta mai ſempre dolce l'armo- gioranza al cuore humano. Valo ,
niolo concerto delle sfere ſuperne. pozzo ,voragine di ſeno dicapacità ,
Diffe il ſecondo , che queſt'honore di tiggiro cosi cupo , si vafto , im.
era all'immenfo Oceano di ragione menfurabile tanto , che vi ſi perde
douuto , che quali cara nodrice , l'Olimpo ; ingoiato l'Oceano vire
bambina in grembo s'accoglie , la ſta ; vi ſi naſconde la medelima luce;
Certa turta ; e perle poppe de'fonti : non l'empiſce ogni ampiezza ; af
per le pupille de zampilletti tanti le forbiſce ogni altezza; vis'affonda il
Atilla , e le ſpruzza alle labbra delle profondo l'abbiſlo vi fi fobbifla .
fiorice fponde indeferuibile il latte Circonferenza deforme che non ha
degli addolciti liquori ; onde à vi- centro:centro moſtruoſo ,che la cire
fta di lui ilmonte Olimpo fembra conferenza ſua ftella abbraccia: ter
per appunto il ciufferio ;che in ſulla minato infrà li termini ſuoi incredi.
fröte s'innalza della terra ſteſſa fan. bilinente iocerminato : finito trà li
ciulia . Alto fece il terzo per labella contini proprij, in intelligibilmente
luce del Sole ; come quella , clre più infinito : parte incfplebilmente vo.
d'vn'Argoocchiuta , piu d'vn Bria- race, chemangiandoſi il tutto , ad
reo bracciuta ; auuiuando le Stelle ; ogni modo non sfama : picciola
Imaltando ilCielo;riſchiarando la portione dell'Vniuerſo, cheuct
l'Unie
ío
TE 2
332 Acqua digratia , e digloria
uerfo intiero capendo, dallo fpatio raicula alcuna. Signori iola figaro
iiumaginario non è capita. Siche così . Cammina yn pellegrino di
tutte le creature mondane frà ter. mezzo giorno ſereno.colà d'Agoſto
mini della natura empire , e fatiare per vna campagna , doue frondoſo
Bo'l pollono nelle ſue voglie , quan.ramo non c'è c, he ombroſo ſcudo
cunque in infinito s’andafleromol. gli faccia.contro le morſicature del
tiplicando: onde ſe queſti v'aggiun- firio cane;onde per mille piaghe de"
geua per ſorte , che lolo Iddio ,Be pori apertidella ſua carne dentara ,
øe per eſſenza Infinito, è quegli,che gli ſcorre il bianco ſangue d'vn'ab
empiendolo di ſe lello,co' ſuoi gra- bondante ſudore; quali fe fonti più.
tuiti doni lo può fatiare , certo che coſto , che piagite chiamar voglia .
ſi poteua ben forſe diſputar più for- mo , marauiglia diremo, che ſcore
tilmente , ma non già meglio deci- rendogli di più ruſcelli all'intorito
dere la queſtione propoſta . Et oh della circonferenza del corpo , egli
che bene , oh che benehoggigrida nel centro del cuore tutto s'arrabbi
adunque il Signore dall'Euangelio di ſete . In eſtremodunque affetato
Stabai lelus, o clamabat dicens: coinınınando , arriua in fine ad vn :
quis firit veniat ad me, bibat. Chi paſſo, doue alla deltra iſcaturiſce in
fitibondo fitroua,volti à me il pallo, piano vna fonte gentile ; & à finiftra:
e beua ; e di quali acque , ſe non di iſcorre giù in pendente vna precipi..
quelledella gratia in terra; ſe non di toſa fiuinara :quìla ſponda eriden
quelle della gloria del Cielo? Certo te ; là rugginola è la riua : qui d'her,
che importantiffimo auuiſo all'hu- bette è veltita ;la ſpelata corrofa :qui
mano genere noſtro , che Gtibondo la forgenre placida amorofamente
cerca oueſatiare il calore nella mi- gorgoglia ;: ë là ſdegnoſamente laz
ftica ſete delle ſue voglie ; e non è rapida corrente iftrepitare fiſente ..
per trouarlo , fe laſciate le fonti de Mira ilfilibondo l'vna , e mira l'al
naturali mondanibeni , caduchi , e tra; e bilanciatele ambedue co'l ſuo
temporali, alle diuine della gratia, e biſogno ,il piede volta della fiumara
della gloria ei non li volta . Son per alle riue : ginocchione ſi mette, car
moſtrarlo · Signori nel mio diſcor. pone poícia vltimamente diſteſo , e
fo :e diſtintatrouandomi ſu'l prore . con la faccia s'abbaſſa, e con la bos
guirlo la ſete miſtica humana in ca s'accoſta ,e con le labbra ſi pofa .
naturale,e morbifica; dopo che del- sù diquell'acque correnti. Alzati ,,
la naturale l'haurò inoſtrato , della grida chi'lvede , ch'egli non è poſ.
morbifica ancora porrollo in chia- Tibile , che iui fi ſcuota la fete ; eri
ro , ſe mi preftate vdienza ; cionda volandoti à deftra , beui dell'ac
capo . que di quella fonte : non vedi ,
2. Cantaua Dauide yn giorno che le del fiume ſcorrono veloce
vna bella canzone al 61. Diuitiali mente . Veggo beniſſimo , il pela
Pſali 616 affluant , nolite cor apponere S.Am . legrino riſponde, che l'acque del
broſio vi legge. Diuitiæ fifluant,no- la fiumara veloci.ſcorrono, onde
lite cor apponere :Preſtami orecchio mi dò adintendere , che allelabbra
correndomis quella fete mi caccia
à mondano , dammi vdienza ò Giri
bondo voglioſo; ſetuvedi,che que. ranno, la qualeardédoini quali che :
fti beni caduchi, le ricchezze , per vn nongibello in leno , l'acque po
eſempio,acque rapide fono, lequali chelà della fonte,aciò , che parmi,,
yanno velocementecorrendo,non baſtanti non ſarebbono ad ainmora
ci abbaſſare co'l cuore, ch'è la bocca zare. Eh ſciocco,ripigliail primo:tùs
dell'anima, con penſiero di cacciata vediben sì che ſcorrono , ina non
teno la fete,perchel'accerto non fa conſidericomeCraſcorrono ; -siche:
Del
Peril Lunedidella Dom.V. di Quaret. 333
figuro hel rapido corſo loro sfuggédoi frå vi la ſece: quomodoveniunt,fic trana
Runo di labbro ,e labbro,non ne potrai aflor- feunt,etrecedunr:Dunque dobbiara
d'Agoſto bire quanto che ti biſogna , c quel voltarci alla deſtra à bere dell'acque
frondalo poco difficoltoſamente così , cheti della gratia,ch'eſſendo -acque di fó .
lo ſcudo ienda maggiore , coon minore la teſtabile , laſciano, che à fuo piace
cure del fete. Oh queſtovolea dire Dauide: re il litibondo ne beua; Aqua ,quă 10:
aghe de Diuitia 11 fluant , c.Se le ricchez ego daboei, fiet in eo fons vira , lo
Hentata , ze , ſe l'acque di queſti beni caduchi feffo Chrifto diceua in S. Gio. al 4.
d'vn'ab fono correnti fiumare', non t'abbaf- fin tanto poiche s'arriui à bere la sů
fontipiù fare à berne,che non ti cacciaranno delmare dell'eternagloria '. Mare
voglia la ferie. Ma,Dauide mio ,fe corrono , non amaro, ma dolce, e dolce qual
e for in correndo non ci correranno alla manna aſcoſa ; Vinceniidaba
ntonio bocca ? Ah dice quì Ambrogios. na abfconditum :Mare ,che non pa.
Vides quia fluunt,non vides quia tiſce fluſcio , e rifluſcio mobile , &
rabbi præterfluunt;tů vediben si cheſcor- inconftante ; ma di fermezza dive.
etato rono ;manon conſideri , come tra- tro , ma di ſtabilità di criſtallo ', im.
vo fcorrono . Vede ben sì l'auaro che mobile,inuariabile ſi-ripoſa quieto :
ce in le ricchezze corrono rapidamente Mare vitreum fimile Chrystallo : e
iltra hor'in borſa di queſto , hor' in borſa perciò di queſteacque beuendo l'a loan . À
ecipe di quello ; ma non conſidera come nima fitibonda ſoddisfatta à ſua vo
idea traſcorrono ; che lofto queſto falli. glia non è poiſibile , che la molesti
'hce. fce, quell'altro vienerubato , aſſaſ- più ſete ; cheperò ſi quis firit C.
ai qui finato ; e l'vn ', e l'altro in quattro fal- 3 Ma sù chebeuailmondano del
vente ti ſi riduce alla morte più ſitibondo Vaqua di quefti benicaduchi, & à
ze la : chemai. Vede ben si il ſuperko,che piena bocca ne beua entro un gran
18 . gli honori corrono rapidamente vaſoà bell'agio ; ad ognimodonon
Pal hor' in pugno di queſto , hor'in pu- cacciaraſti la rete, e cacciaraffela ro
fuo gno di quello ; ma non confidera lo con l'acque della gratia' , e della
ara come traſcorrono;che hoggi queſto gloria . Parla il Rè Profeta al ſuo Sie
car è fcaualcato dal competente , e s'in.. gnore al 15- e dice: Adimplebis me
), e tiſichiſce affrontato ;domaniquello Tertia cum vulturuo : dele&tationes:
OS cade in diſgratia del Prencipe , efi in dextera tua vſquc in finem.Io fac
012
cófuna accorato ; & in quattro ſalti cio conto , che beuuto ch'egliheb .
ig, I'vno , e l'altro ſi conduce alla morte be dell'acque di queſti beni terreni,
f. più ftibondo chemai . Vede bensì gli diceſſe il Signore:Bon proti fac
ci il ſenſuale,che i piaceri carnaliſ go- cia , òDauide:e benecometitroui
de, eli ſtimabeato in terra : manon tuconſolato che refrigerato , che
conſidera , che hoggi queſto cade ſacione gli ardori delle tuevoglie ?
Cea in -on letto appeftato dimorbo,cliè Eh Signore ,riſpoſe Dauide: hò più
el contagioſo ; doinanil'altro è all'im- fete che inai, tento più ardore,che
ela
prouilo ammazzato ſotto quella fi. mai: Adimplebisme leritiacum vul
petra , in quei contorni . Eh fluema tutuo: all'hora all'hora potrò id dire
pra funt,quæ miraris (conchiudeilSan . d'eſſere conſolato,refrigerato àpie- Plissa
to ) quomodo veniunt , fictranſeunr, no, fatio nella fete dellemievoglie,
che
O recedunt : fono fiumare, fiumare ch'io beua dell'acque de vostribeni
tutti queſti beniterreni :rapide fiu- gratuiti,allafonte della preſenza vo
>
inarc,che in fcorrendo,traſcorrono ; itra diuina , pergratia in terra , per
ni, ondesuggendocitrà abbro, elab- gloria in Cielo :Adimplebis, adim .
I bro dibocca, à quelmodo che ven- plebis ,& c. Piano Dauide vn poco :
gono allo dello purpallano, ſenza nont'hà ſeruito di coppa- lMondo
che bere tátoſenepoffancheci can, con ilgran valo deglihonoriz.delle
rice
334 Acqua digratiæ , e digloria
ricchezze , delle potenze reali , de' vultu tuo: e per tanto: ſi quis fitita
diletti , e piaceri di Berſabea , con li 4 Ma.vegniamo di gratia più alle
quali ti ſei potutoſoddisfare ne'cuoi ſtrette, inrigoroſa dottrinale punta
Capricci,ſcapricciare ne’tuoi deſij? pigliando di punto il punto . Eco
e qualcoſa trouitù d'auátaggio nel. Ia èqueſta ſete del noſtro cuore vo
l'acque de'beni miei , onde quette , gliolo ? Signori, molte volte è vna
e non quelle t'habbiano àcacciar la lete, che ſi può dir naturale ; molec.
ſere ?El coſa vi croun òSignore: De volte è vna fete,che ſi può dire more
lectationes in dextera tua vſquein fa- boſa ; e della prima ordinatamente
nem : queſto è quello , che d'auan parlando, ella è quell'appetito co
taggio vi trouo . In temporalibus bo- mune, che portiaino dal ventre di
Hugo, nisi ſcriue il CardinalHugo) dele- noſtramadre d'eſſer contenti, d'el
Cardin . Etationes quædam funt,ſed,non vſque ſer felici, ebeati. Deſiderail mon
in finem ,quia in hac vita (emyer gau dano inondani beni;defidera lo fpi
dium noſtrum ſequirur dolor ,com- ritualebeniſpirituali; cutraè vnale.
nis delectatio amaro fineterminatur: te iſteffa : tutto è vn'iſteſſo appetito ,
in dextera autem Dei, delectationes. che contentezza, vorrebbe , felicità ,
vſque in finem , quia in vitaeterna: Beatitudine. Dunq; fi ſpegnerà que
nec gaudia in marorem , nec delecta ſta ſete , s'appagarà queſt'appetito
tiones in dolorem mutari poflunt. Se quando chearriui à bere alla fonte
beuo nella tazza delMondo, ſento di quella Bontà , dell'acque di quel
full'allaggiarlo prima vn popò di Bene , ch'è l'oggetto , ch'è l'atto ve
contento , vn popò di dolcezza, vn racemeate intelo dalla potenza. In .
popo,dicefrigerio , egli è vero ;ma tendenci, voilo ſapete, che cosi pare
le nel beremiauuanzo,el.nel calar fa il fatto in tutte le creature ancoin .
del bicchiero , trouo fubito amara ſenſibili. Metti la terramaeſtoſamé
feccia difele ,noioſo ſedimento di tea ſedere in sù del Trono più empi
abfintio , che mi cuoce la viſcere , niente del conueſlo lunare; nonri
che l'aniina mi conturba,mercè del pola, none contenta fin tanto che
le gelolie , de' ſoſpetti ,de' timori , ſi troui , benche proftrata vilmente :
de'perigli, della cobba , honore, e boccone, ſu'l pauimento del centro
vita : de 'malanni occorrent; de' ri. dell'Vniuerſo: Aſſenta il fuoco à co
morſi di conſcienza , de’timorid'e. uito sù della terra con l'eſquiſite im
ternamorte,ch'iovi ritrouo fu'l fon bandigioni dell'eſche più elliccate,
do : Intemporalibus bonis Oo Maw e ſottilinon s'appagå,non conren
le di.voftra mano io bcuo ; Ob dele- to in tanto che ſi troui, benche ri
Etationes in dextera tua vſq; in fine, dotto à rigoroſo digiuno ,lotto del
vfquein finem : dolce io ritrouo illi- concayo del primoCielo.Introduci
quore nell'aſſaggiarlo nella gratia l'aria poſaramente a dormire in riti
prima: dolce nell'auuanzarmibeué rato appartamento di ſotterraneo )
do nel voſtro amore : dolce nel ca. ſpeco , oue nube non la conturbi >>
Jar del bicchiero , accoſtandoni al. oue il vento non la commoua', oue:
fine di queſta vita con la ſperanza tuono non l'affordiſca ; non s'ac
della ſalute : e dolce finalniente poi cheta ,non è contento ſin tanto che:
ioſin’all'vltima goccia nella gloria fi troui, benche frà continue trepia
del Paradiſo ſon perguſtarlo ;ſenza core procelle, ſoura delbaſſoglobo 1

chefeccia,ne ſedimento vi ſi ritro. leggiermentc diſteſa Fà,che l'acqua


ui ſü'l fondo', chemiamareggi. In ne vaporiaſſottigliata, ſolleuata vé
dextera autem Dei O'C. epero que ganell'alto infullebraccia del Sole,
te,e non quelle mi poſſono cacciar o poggicon artificio humano in al
la ſete : Adimplebis me lulitia
cum cezza Lublime;nonlà pacenonè cóg
cata
Per il Lunedi della Domen. V. di Quare 335
tenta fintanto che ſi troui, benche la muſica de'celeſti moti, le gratie
a più alle à precipitio ,a rompicollo cadutain degl'influſſi benigni: ch guarda tù ,
nale punta fulle ſpalle fangoſe delterreno fuo- chetante ,che talicoſe . Coſa c'è in
10. Eco lo allagata .Marauiglia ( direbbe , terra à Dauide? In terra vi ſono le
cuore vo chi non vide a'ſuoigiornil'atrio del ricchezze delle miniere , i teſori del
colteè vna Liceo , ò il limitare d'Atene ) così Mare ,la bellezza de'fiori,le dolcez
e; molte
dire more
dunque natura al ſuo peggiore s'ap- ze del ſenſo, le maeſtà delle toghe,
piglia ? eh bufalo ignorante ; anzi , la potenza dellarmi, gli honoridcl
natamente che s'appiglia alſuo meglio neglio, le Cattedre , le glorie delli ſcetti,
etito co che non conſiſte in quelbene appa: il benedel viuere, il grato del con,
ventre di rente , che ti traluma alla viſta ; ma uerfare: oh vedi tù,e quante,e qua
ti, d'ele confiíte nell'acqua della quiete na- licoſe. Eh replica Dauide, che la
il mon turale, la quale dalla fronte della fete delmio cuore, l'appetito dell
calofpic propria particolare ſua sfera , e non l'animamia hà per oggetto l'vnica
vnale . d'altronde à ciaſchedun'elemento Beatitudine, la quale tolo in Dio,
perio, ſeparatamente iſcaturiſce .Ciò po- tutto il Bene,Bene infinito oggetti
icita, to , ch'è irrefragabile : e chi non sa, uamente ſi troua; e però ſe di queſto
aque che Dio ,il quale è il ſommo Bene , mi mancavn punto ſolo , maipotrò
petito
2. fonte
è quella fonte ſagrata,l'acque ſoledi dire , io ſon contento: Quafi dicat :
cui ſono l'oggetto vero di quella , ( dotcamente poftilla qui il Lirano )
di quel miſtica ſete c
, he l'huomo tiene d ' nec in Cælo, nec in terra est aliqua
attore eller contento, d'eller felice,e bea creatura , quamihifufficiatpro Bea .
oza. In. to ? Dunque per quanto beua l’huo- titudinemea, que confiftie obie&tiuè
si pal . mo alle fontidelle create bótà, delle in folo Deo ,qui cft bonitatisinfinita;
acoin . acque diqueſti beni terreni, mai ca- si , l'oro del Sole in Cielo: l'oro del
ſamé. ciaraffi laTete ,come quelle le quali Sole è puro ; ma nell'ecliſse s'irrug .
à emis non ſono Poggetto vero dell'appe, giniſce. L'argento della Luna 1
nontie tito , che tiene ; e verrà folo à cac- atgento della Luna è firo ; ma non
to che ciarla,quando che ritrouata la fonte rieſce al peſo nel decremento . Lo
Qiente dellabontà incrcata, venga à gode- ſplendor delle ſtelle: lo fplédor del.
centro re dell'acquede’di leibeni gratuiti , le ſtelle è viuace ,ma il primoſoffio
o à có entro le quali , come inoggetto fuo del mattino l'hà eſtinto. Il chiaror
eina vero in terra in parte,in Ciclo in tuta delmezo giorno :il chiaror del me
cally toegli ne reſta appagato . e
20 giorno è lieto; ma l'inbrunir l'.
ore s Quinci il Salmifta , che di quc- attrilta . L'auorio dell'alba : l'auorio
eria Ata doctrina era molto beneſchiari, dell'Alba è candido ; ma il onuolo
to del to nel 72. dicendo andaua.Quid n. fo lomacchia .L'ebano della ſera
oduci quid enim mihi eft in cæloro à te l'ebano della fera è nobile ; mailla .
an titi quid voluiſuper terram ?Cola vid in peggiar loſuaniſce.L'azzurro del ſe
taneo Cielo •Signore , cofa cièin terra, ò reno: l'azzurro del ſereno è amoro
cubi, mio Dio ,chemipoſla ſcuoter que fo ; ma il Sole l'impallidiſce . Il can
, oue ka ſete;ſenon tuſtelloò mio Signo. dordella viaLattea: il candor del
7 s'ac. re,ò mio Dio ?Quidenim ,quid enim la via lattea è gentile , ma la Luna
toche mihiestin Colo ? O'àre,o à te quid fe l'aſſorbiſce . La muſica de'ce.
Hrepi
voluit ſuper terram ? Coſa vie in leſti moti : la muſica de celeſti
Cielo o Dauide ? Io Cielo vel'oro moti è dotciffima : ma la ſconcerta
globo del Sole, l'argento della Luna, lo no gli ſtrepiti delle tempeſte . Le
acqua fplendore delle ſtelle ,il chiarore Legratie de gl'influffi benigni : le
ata vé.
1Soley del mezzo giorno , l'auorio dell'al- gratie degl'influffi benigni fon pro
Jinala ba, l'Ebano dellaſera,l'azzurro del cioſe;ınalediſpergono imalignial:
có Tereno, il candore della vialacca , peti.Eh quid enima,quid enim mihi
12
336 Acqua digraria , e di gloria
eft in Celo?e dal Cielo allaterra bal, in heroico Panegirico loda, gloria
Lando;le ricchezze delle miniere có fica , celebra ,ellalta , canta, magna.
quanti ftenti fi cauano, che facilme- fica, e bencdici il tuo Signore B : e
te fi perdano?I teſori del mare : con medic Anima o'c. e ſia il ſoggetto
dhe perigli di peſcano : che vanamé. della tua Sagra canzone ,ch'egli è la
te li ſpregano ? La bellezza de' fiori fonte ſola , in cui ſariar tù puoi l'ara
quanto fuperficiale appariſce : che dente ſete de' cuoideſiderij.Quire.
veloce infracidiſce:Le dolcezzedel plet oc. Quiſatiatcc. Mercè,ſug
ſenſo : quanto care fi comprano,che gella qui il Padre della Teologica
breuemente ſiguſtano ? La maeſtà ſcuola s. Agoſtino , autorizando
delle toghe, che peſante alle ſpalle: queſto doctrinale penſiero , che om .
che ripienadi vento ? La potenza nes crcatur& ſunt quoddam bonum ,
dell'armi : che tiranneggiata dal fuum integritatis fua , perfectionis
voglio , che regolata dal Caro ? narura fua.Quere tu bonü iuum ;lume
Gli honori delle Cattedre ; con mum bonum , hoc eft tuum bonum ; e
quante voglie acquiſtati: che da gl però fi quis filie , 6c.
inuidiſguardi affaſcinati: Le glorie 6 Oh cara fonte del noſtro Iddio :
delli Scettri: quanto rare annouera- acque beate di tutto il bene: e qua..
te , che à ſcadimenu ſoggette? Il bé li gratię non atrecano a' fedeli oltre,
del viuere , quanto poco eglidura: all'appagare la ſete de' voftri cuori ?.
quanti malori lo ammalignano ? Fin Portanoda gli altimóti le fonti de'
nalmente il grato del conuerſare: fiumi reali l'arene d'oro al ballo ,am
che rapido co'l tempo vola : e che mucchiando teſori nel ſeno degli
all'inlidie, a'tradiinenti egli gratia ampii letu : queſta porta dal monte
tamcote è ſottopoſto: Ebo ate, o della ſuperna Sion l'arene d'oro del
à te quid voluiſuperterram ? Ah che la gratia diuina;ammucchiando te
in vano mi li propone in terra , ini fori di meriti inſeno all'alme. Il pe
fi propone in Cielo oggetto alcuno ſce talmone detto , nato , é nodrito
fuori di ce Signore,in cui chiamario vel mare , fe guſta dell'acque dolci
mi polla compitamente beato ; che de' fiumi, ſubito il natio albergo có
ſe in ciaſcuno diquelli parte del ben l'onde amare abbádona : el'huomo
ſi troua, tutto il bene non dalli , che nel Mondo nato , & alleuato ,fe gu
in te ſolo ; & all'acque di tutto il be- Ita di queſt'acque diuine ,dalla dol
de , e non di parte del bene tende cezza loro ineſcato , volta le ſpalle
la fecemia d'eſter contento , d'eſſer affatto alle amarezze inondane.Na. Pompor
felice , e beato , e però necin Cælo, ſcono ifiori,ſeà Pomponio ſi crede melaks
nec in terra & c. Ah , & ecco chedo- oue à ſeminare fi vengono l'onde
po hauer il Salmiſta queſta fonte di. del fiume Arali: e le roſe , e igigli, e
aina cercata, e ritrouata, e fariata in i fiori tutti delle belle virw germo
eſia quella ſete,chenell'acque degli gliare ſiveggono entro quell'anime
honori,& agi reali de' piaceri, e di oue le ſtille cadono diqueſte linfo
Pf. 102. letti del ſento , nonhaueua potuto ſagrate . Scorre vn fonte in Cefiro ,
acchetare , andaua dicendo: Bene che le pecoredicolore brune incan
dic ánima mea Domino , * omnia , didiſce : & in quefto fonte l'anime
Pagnin. que intra meſuni nominiſancto eius. rozze de'peccatori riveſtono il can
Qui repler in bonis deſideriü tuü.Leg dore dell'innocenza. D'un certo fó . Plin.l.a.
ge Pagnino.Qui ſaciat in bono ostuu: te , racconta Plinio , ch'entro dell' CA. 103 ;
Sà sù aniina mia,piglia,tépra lacetra ; acque ſerba le fianime acceſe : & in
la cetra miſtica del tuo mulicocuore; queſt'acque feliciineſtinguibile co .
tocca có plectro dorato disāc'amore na la fiamma dell'amor diuino. Nó
lecorde titte de'tuoi affetti diuoti, & pafla giorno , riferiſce lo ftefio , che
nel
Per il LunedidellaV. Domen. di Quareſimai 337
E, gloria nel capo velino l'Iride non viſifor- trafico d, i quell'intrigo ; queſtiin
magni mi : e dentro di queſt'acque il cuor quelpalazzo , in quella Corte,in
Core : Bee diuoto allagato lampeggia rorido quella Curia: quegli in quell'amici.
soggetto sépre vn'amoroſo ſegno di cara pa- tia,in quel cócubinato in quella pra
h'egliela ce con Dio.Fonte in Linceſto fitro tica : Ciſterne mal fabbrefatto , che
puoi l'ara ua, cheinebria libeuitori: & in que- nontengono l'acqua:fcorredo,stug.
Quite. Ita fonte di Paradiſo l'animafedele gendo per ſcoppiature mille diſcia
ce, ſug . vn giorno inebriaraſſibeata. Oh fo- gure,fuenture,dimal'incótri,dipeg .
logica te ,oh fonte d'acque falubri , d'on- giociſucceſſi. Eh popolo mio fede
nizando de Vitaliineſauſte. Eche ragione le, ripiglia Dio: Quid tibi vis in via
che om haueui di eſclamare o Profeta. Om. Aegypti, ne bibasaquam turbidā?
bonum nes ficientesvenite ad aquas? Anzi tù quid tibicũ via Allyriorum ,vtbibas
flionis Ifai.ss.PeroSignore.Siquis
me , bibar .
facie veniatad felli
aquafluminis? Se haifede,fetipro.
Chriſtiano , e veramente credi
um; 7 Maoh che abbandonato ti veg. queſte , che ſono verità di ſcrittura,
go o dolce Fonte mioDio,che nau- che non può errare:come è poſſibi
dio : ſeate appaiono queſt'acque celeſti le, che à guiſa di Epicureo, d'Attei
quas tue?Obſtupeſcite cali ſuper hoc, por . ſta tutto il giorno,tutto l'anno ,la vi
olire
lerem . 2 ta cius defolamini vehementer dicit ta tutta tù non ſappi bere che dell'a
uori ? Dominus . Scupite à Cieli, grida lo. cque feccioſe, e torbidede ſenſuali
pti de ſteſſo Dio per Geremia: ſganghera- dilecti,che à fiumi rapidi de' téporali
0 ,am
teui ftridenti, quaſi facendo pazzie intereſi laſciado affatto affatto abbá
de gli o porte del Paradiſo ,alvedere, all'- donato il tuo Dio? Arguette malitia
intédere di sì ſtrano diſordine,e mo tua,et auuerſio tua increpabit te.Met
monte
dela ftruoſo . Che ſarà queſto è Sig. Duo ti la mano al petto ; entra in te ſteſſo
lote
enim malafecie Populus meus:me de a far conto , che voglio, che lacon
reliqueruni fontem aque viue , fo- ſcienza tua medelima tiaccuſi, e co
Il pe derune fibi ciſternas , ciſternas diſi- uinca , e condanni del tuo ſpropoſi.
drito
dolci patas , que continere non valent to. Scito & vide,quia malūc ama.
gocó
aquas. Guarda due propofiti da rum eſtreliquifjeteDominum Deum Ierem .
cauallo , cheha fatto il popolo mio tuum non ele timorem mei apud 2 ,
omo fedele:arde,s'arrabbia, muore difem se dicit Dominus Deus exercituum .
egu
dol
te,deſiderando quiete,pace,ecótē. Fàconto,fa conto teco medeſimo, e
ulle
tezza ; e che ha fatto primo ? hà vole meco , e toccarai con mano, quanto
Ja- Pompe tate le ſpalle à ine fonte d'acqua vi malo, & amarojanco riſpetto al cor.
ede melaka ua, e puriilima,che frequentata nel- po,noche all'anima;anco in riguar
l'oratione, che maneggiata nell'of. do di quefta, non che dell'altra vita ,
nde feruanza della legge,& cſercitio del ti è riuſcito, e rieſcevolcar le ſpalle à
gli, e l'opere virtuoſe ,che beuuta nella me tuo Dio,e ſenza freno di mio ti
mo frequenza de' ſagramenti aqueto , more , correre dietro al Mondo ,alla
ime conſolo ,refrigero ,addolciſco,felici- carne, & alDiauolo. Vieni quà,quá.
info to,fatio, quali chebeatifico vn cuo . te fatighe,ſudori,ſtenti hai tù ſoffer
Gio , re,vn fpitto,vo'anima ancoin que- i perarriuare àtuoidiſegni? quanri
cano ſta vita : e poi s'è andato à fcauare intoppi,difficoltà, diſgratiehaiinçó
me certe mal'acconcic ,malfabbrefaire crati?quanti diſguſti,trauagli,crepa
can
ciſterne, che piene di copiature sé, cuori patiti?quáti giorni hai inghiot
• foo Pliche prevuole d'acqua ,ſempre lo laſcia-, tito il pane piùamaro ,che'lfeleiquá .
ell- chili no in fecco più litibondo che mai . te notti ſenza ſonno paſſate ? quáti
kin L’vno la ciſternadi quel carico , di perigli, timori, treinori di perdiia di
CO .
quell'officio,di quelladignita ;l'altro roba,d'honore ,di vica,e d'anima:&
vá la ciſterna di quell'impiego , di quel alla fine dopo tant'anni di viuere si
Yv mis
hc
e
338
miferabile , che n'hai tù acquiſtato? ma di queſti benicaduchi : taluolca
che negodi di quiete,dipace,dicó. è naturale: già l'hò ſpiegato;ma bce
tentezza? guarda nella cilterna:non ne ſpello è morboſa', cagionata da
l'hai più ſecca che inai?non ſei più f- preſenza di mali humori d'affetti
tibondo, più inquieto, che mai ? e ſe peccaminofi, da inordinate intem.
lametà ſolo di queſto tépo, e di que perie interne d'habitivitioli,di coſtu
fte fatighehaueſſi tù impiegatoin mi malamente contracci; onde l’ani.
cercar Dio, in ſeguire Dio, e guſtare ma à queſto modo atletata non cor
di Dio,che quieto ,che contento ,che te all'acque de'beni temporali, ingá
beato ti trouarefti quanti trauagli tinata credendo trouar' in eſli la vera
ſono venutidal perſeguitar quel tuo felicità ; nò; ma corre ad efle ſciens,
inimico ? che più facile, e meglioti o volens , per goderui quel piacere,
era mortificarii va popoco nel ſenº che tengono in ſe ſteſſe, e non più ,
timento mondano, e fac la pace per & in elle ſcapricciarſi, e cauarſene
amor del tuo Dio :quantimalaonici quella iete voglioſa. Horsù la fete ,
fono falcati alle ſpalle dal perſeuera. chrè naturale dell'anima , non fi pud
re con quella femmina , in quellas cauare da queſt'acque mondane: va
pratica ; che più facile , e meglio ti bene,perche ingannara la beue,e no
era amareggiarti vn popoco nel sé. Sono l'oggetto veramente intelo dal
1o , e viuerecaſtamenteofferuando l'appetito;ma la morboſa? nó la ver
la legge; quante ſciagure hai incone ranno à cauare? pareche sì ; perche
uate in queitrafichi,in quei contrat indouina la fonte , e beue veraméte
ti ingiuſti , & vſurai? che facile e dell'acque , che veramente appeti
meglio ti eraraffrenarti nell'appetito fce: e pare biſogna dire che no;per
cupidigioſo ,e con moderati, e giuſti che è fete morbofa d'Idropico,che
guadagni impiegarti nell' opere di quanto più beue,più beuerebbe;che
piecà. Eh ſcito,ſcito,o vide Ó c.ma. beuendo,epiù beuendo s'accreſce,
jo si, & amaro;malo in queſta,eper- non minuiſce la ſece: Quo plusſurt
fimo nell'altra vita ; amaro quinel potæ, plusſutiuntur aqua. Et appunto
Mondo, & amariſſimonell'Inferno Idropici ſono tutti queſti ſitibondi
ti hà da riuſcir,ò fedele,queſto ſpro- morbofichiamati da'Santi Padri. I.
polito tuo.Arderaiquidiſete, e colà dropico il ſuperbo, l'ambitiofo, così
giudi fuoco :parirai qui in tempo , e lo chiama S. Gio. Griſoſtomo, par
pen..cai là in cterno ;ouequi refrige- lado dell'Idropico riſanato in S. Lu- D.Chry
farti potreſti,ecolà sùſatiarti : qui ca dal Saluatore al 14.vt in corpora in 19.
godere , e là felicitarti beato . Ma la litumore Hydopriciialtantie Phari. Mat.ba
fete morboſa à ſe mi chiama ; e voi læorum prepingeretur infla:10; e pare 33
fràtanto che piglio fiato,refrigerate ci voglia dire ,eſſere il fuperbo ,l'am
con abbondante elemoſina la ſete bitiofo Idropico di quella ſpecie d'
de'pouerelli . idropiſia ,cheda'medici è chiamata
PARTE SECONDA . Tympan ites,ch'è repletione diven .
to. Idropico l'auaro, il cupidigioſo :
Onè ſempre, Sighori, natu- così lo chiama S.Agoſtino dello ſter D.Aug.
INIralela rete dei noſtro cor- ro trattando.Hydopricum autem re. 99. euāg.
po : ella è bene ſpeſſo morboſa, ca. été comparamus diuiti auaro ficut.n . lib.z.
gionata da preſenza dimali humori, illequanto magisabundat bumorein .
è da inordinata intéperie di noftre ordinato , tanto amplius litir, fic ifte
viſcere,come per appunto è la ſete , quanto est copio or diuitijs, quib.non
che patiſce l'Idropico; tutt'è morbo bene pritur ,tanto ardentiustaliaco
fa ,non naturale : a'fiſici è coſa chia- cupifcit; e pare voglia ipferire eſſere
12. E così corre nella fete , c'hà l'ani- il cupidigiofo,l'auaro, Idropico d'v
na
Per il Lunedi della Domen . V. diQuar. 339
taluolca na di quell'altre ſpecie dette da'Me- Giofeffo,cheioben conoſco l'infer:
Oyma be . dici Analfarca , o Allites , che ſono mità de' miei fratelli. Sono auari , e
zionata da repletione d'humore acquoſo , e fi tanto , che per venti denari hanno
d'affetti nalmente Idropico di robe S. To venduto me loro ſangue fraterno :
reintem malo eſſere il ſenſuale,il golofo,illa dunque ſono Idropici : l'Idropico
, di coſtu ſciuo,mentre della luſſuria parládo , quanto più beue,tanto più beuereb .
de Panj. chiamò l'appetito del diletteuole be: eglino qui nell'Egitto ſaranno
non cor col nome d'infatiabile;proprietàpro ricchiſſimi ;dunque ſaranno fitibó.
D. Tho. priiſſima della ſete morbola dell'I. diflimi, e tracannate trouandofile
rali, ingá par.2.q. dropiſia : Inſatiabilis estenim dele- ricchezze tutte d'Egitto , ricordar
G la vera
Fe (ciens,
7sarl. s tabilis appetitus. Dunqueíc Idio. doli d'hauerli laſciato à dietro yn
placete,
pico è questo fitibondo : le Ipropi. Atrofinaccio di cucina verranno in
lia è queſta morbofa fete ,chiaro che apetito di ritornare à pigliarlo. No,
on più , 'Ibere di quell'acque gli l'hà da ac- finiamola,ſpoglino adeſio lacaſa af
arfene
a fete , creſcere,nó dacacciare.Quo plussūt. fatto : non laſcino punta di chiodo.
fipud
7. Ma venga mirabiliſima ſcrittu . nelle pareti : vuotino il ſecchio fin'
ne: va ta in proua di queſto vero . Inuira all'vltima goccia : Properate , OC.
$ ,e nó Giofeffo il Parentato fuo ad habita , Mandauit c. e così dite della ſe
eſo dal re coelo là nell'Egitto , c dice. Pro te dell'honore, e così dite della fete
Genef.c. perate quantocius venientes , nec di de' piaceri del ſenſo ;fete maledetta ,
la ver 45 . mittaris quicquam defuppellectili ve chemai ſi fatia. Quoplus, o c.
perche Bra , quia omnes opesAegypti veſtra 9 Quinci belliſsima pratica fa San D.Chry :
eraméte
e appeti erune Nocate SS.ch'ella delle più Gio:Grifoft. và alla piazza, e piglia hom.38.
Tare Scritture cheper le mani milia . vno di quei bricconiitraccioli', che in .
no ;per no ancor venute . Properate quania vanno mendicando il vitto di porta
co , che
obe;che cius venientes ; vcoite ſulle poſte in porta. Vien quà fratello ,ſei tù có .
ccreſce ,
correndo . Ma s'habbiamo à venir tento? Mefchinaccio , che io ſono ,
plus just sì frettologi, laſciaremoci à dietro la che non hò pane da viuere, ſe co lo
fupellettile tutta più vile,faremo far- ftento di tutto ilgiorno mendicado
ppunto dello de' drappidiſeta,e lino,nó cu non me'lproueggo.Sareicontento ,
tibondi sandoci punto de'ſcanni , e tauole . fe hauesſi canto alMondo di māte
Padri.I .
fo, cosi No , dice Gioſeffo : nec dimittatis neruila vita,enon più. Quiin ſterco.
quicquam de fuppellettili vestrainoire cubar; miſera,& ignominioſa có.
s. ра
го Lu- -D.Ch voglio, che laſciate à dietro purfolo ditione e eſſe dolet.Daglicanto,che
vno ſtecco;portate pure non ſolo le poſſa viuere. Sei contento mo, che
4
porri forniture diSala ,e cainera;ina quel viui ſenz'bauer biſogno dell'Hoſpe
ba . Mark
le ancora di cucina ,e difpenfa . Co dale? Creſce la fete ; Dolebit , quod
e pare 33. ineGioſeffo ? econellere Vice Ré non vlıra neceſſitatēfuperfit aliquid.
Ol'am . nell'Egitto,à ſtato sì mifero inuiti la Sì,tantoda viuere à miſura,e niente
period . tua Calata in quel Regno ,che biſo . più, e vna gran (trettezza :fareicon
hia nara gooſa vi li croui disì faite cofelle : B :1 tento,ſe hauefti tanto che mene po
divene Pinuito per certo : Eh riſpode,anzi la reffe auuanzare. Dagline tanto, che
iofo
ddeilglo Ster: D.ME ragione di tutto questo ella è . Quia gli auuanzi.Sei tu contento adeffos
omnes opes Aegypti veftra erunt; per Creſce l'ardore; egre.n.illi erit, quod
741em 1e. 94ib.re che tutte le ricchezze d'Egitto fatá- in Republica non fit; s'è fatto conglo
l
-oficut.na. no loro, però ſpeglino la caſa fino auuwizi vn ricco groſſo d'entrata ;
umgrein delle tele d'aragnar Nec dimittatis, vorrebbe ſcuoterli dalla polucres
c. Ohbella rilpoſta ,che dall'Abu- porſi in rollo coʻNobili, & effer De
quib eron lenſe in queſto paſſoio cauo. Mã. curione della Città. Oh mettilo in
taliacă Abul.in danit rotam fupellettilem ducere, ne buffolacon lanobiltà, e veſti dine
ire effere 45. Gen. defiderarem iNueredire. Ab diceua co à feta.SiritrouacontentaV.Sitą
pico d'y Vu 2
340 Acqua di gratia , e digloria
fece s'auuanza: Miferum ſe,quod in con finimenti fottili diſeta,e porpo
ter primos non fit, exiftimabir.Vedera con fupellectile ricca d'argenti, &
trá Nobili alcuni Titolati: Mifero fi ori ; con riguardeuoli abbellimenti
Aiñaſenon arriua anch'egli ad eſ- di pennello, e ſcalpello; con pretiofi
ferConte,òMarcheſe. Fillo Mar. poderi di campi,evigne, con agiate
chefe delle ſette Città di Bieue ; è delitie digiardini, e fruttetti , con
cótento mò V.S. Illuſtriſs.?più s'ac- caccierilerbate di boſchi , e ſtagni?
cende,s’infoca. Dolebit, quod non fit fe tanto laſciafti,egli è forzadi com .
Princeps. Eh Conti , Marcheſi hora patirti, perchediquà à Conſtantino
maite netrouano tanti ; bella coſa Imperatore, che venga à proueder.
vu Prencipe aſſoluto,che fà ſangue, ei in Roma di grandezze si fatte,há
che fa del voglio la legge : oh là sì , no à paſſare molte delle ſettimane
che contento mitrouarei. Oh finia di Daniele. Ma peoſatelo voi ò Si
ja ( dice Grifoft. Santo ) fallo Duca gnori, vn ſignorile palazzo di mar.
di Ferrara, o d'Vrbino. V. A.S. farà mo, e cedro ? Era vna cappanuccia
contenta adeſſo? A propofito ; dole da peſcatore ordica dicannuccie pa .
bit ,quod non ſic Rex Fallo Ré; vor: luftri , & inteſluta di loro. Finimen
rà ſolo portare corona in capo. Etſi ti ſottili di feta,e porpora ? Straccio
Rex, quod non folus. Fà, che ſolo co ſe reti , e polueroſe tele d'aragnais
ronato egli appaia: eh non èconten- per ogn’intorno pendenti. Supetlet
to , ſe non ſivede con l'Inspeciale tile ricca d'argenti, e d'ori ? Il pi.
Diadema , Monarca di tutto il Mo- gnattone in vn canto , lo ſcraniaz
do: folus,quòd no orbis Terrar.vni zecto dall'altro, vn rozzo deſco nel
Monarca di tutto il Mó mezzo , la zucca appela ad vn chio .
uerſi .Fallo
do. Beuuto che hauerà tutto queſto do , ele la paſſaua contento . Ri
Oceano ; & in eſſo tracannate tutte guardeuoli abbellinzenti di pennel
le ricchezze , tutte le grandezze,tut- lo , e ſcalpello ? Affumicate pareti
te le delitie dell'Vniuerſo ; s'hauerà per ogni laro,con rotture, cauerno
cacciata la fete ? ſarà contento ? Ahi ſe, oſcure tanedigrilli, e topi. Pre
brama inſatiabile ? Non eſſe aliū Or- tioli poderi dicampi, e vigne ?Vna
bem dolebit, conchiude il Santo : al ſdruſcita barchetta , cheper cento
fouerſcio d'Aleſſandro ſi dorrà , che fcoppiature faceua dell'acqua; con
non ſi troui altro Mondo ancora da la vela sì ripezzata, che palmointie
ingoiare , trouandofi più fitibondo, ro non haueua di quella prima tela,
che mai, perche in Immenſum deni. onde venne formata. Agiate delicie
quecupiditasprogrella conturbare ſe de'giardini, e fiuiteri Morire di
xunquam intermittit. ſonno la norte vegliando in gittarey
10 Chihaueſſe fattocoſtui il Papa, e tirare le reti , eItentare di fame
Mat.16 farebbe ſtato contento : Dona Chri- il giorno , per non hauer tante
Ito il Sommo Potificato à S. Pietro . volte peſcato vn' occhio ſolo di
Tibi dabo claues Regni cælorum . peſce . Caccie riſerbate di boſchi,
Pietro ſei tù contesto ? ſei il Papa : e ftagni? Horsù , Pietro ,fipianla ,che
Signor delMondo à bacchetta . Si , mi faretti dire di quelle caccie ,delle
Mat: 19 contento domani ? gli ſouuiene di quali fù propoſto ad Omero l'in .
ciò , che ha laſciato al mondo , no douinello da peſcatori. Oh, e di sì
pretende il pagamento. Ecce nos ren fatta miferia pretendipagamento'
liquimus omnia , Ofecuri fumus te : ne ti ſoddisfà il Sommo Pontifica.
quid ergo eritnobis?Signore chici to ? e quando farai tu ſoddisfatto ? 1

paga, ciò c'habbiamoper ſeguirui, Quando quando mitroui (ul Mon


laſciato al Mondo ? forſi che vn ſie te Tabor, e vedendo trasfigurato il 1
1

gnorile palazzo di marmo e cedro ; mio Signore io beua con l'occhio


d'un
Per ilLunedi della V. Dom. di Quareſ. 341
por d'un ſguardo vn forſo ſolo dell'ac- mollirti la gratia ſuperna:ma vn las
:, & que della dilui gloria corporale ;oh d'vn legno s'immerge,tanto ne im
enci Mat.17 allhora pienamente contento , ſarà pietriſce:e dentro queſt'acquealla
nofi forza,ch'io gridi, Domine bonum eft gate in vn cuote,quanto dell'affetto
giate nos hic effe ; baſta queſto, Signore, s'affonda, tanto ſi fà di pietra nella
Oned io non vuò d'auantaggio , qui fta- malitia indurato .Nó dire,che queſt'
Eni? tommi eternamente contento . acque mondane ſono indifferential D. Ifide
om 12 Chriſtiano il porla in dubio è naufragio dell'Inferno , & al Porto
tino pazzia . Beua l'auaro tutto il Rio del Cielo, perche nel Mare morto ,
Hero della Plaia: accreſceraſſi la fere. Be. coine riferiſce llidoro , le lucerne ac.
há ua illafciuo laPalude tutta di Lerna: cele ſtanno à galla,e vanno à fondo
ene accreſceralli la fete : Beua il ſuperbo le ſpente così in queſt'acque d'ama .
Sia il Campidoglio in ftillato accreſce- rore marino le menti ſole accere
raſfi la fete : • ſpegneraſſela ſolo l'a- dalla luce diuina galleggiaranno , c
11 uaro, e ' laſciuo, e'lfuperbo ,quando le ſpente nell'ombre dell'ignoranza
che corra à queſto fonte di vita . Si humana infernalméte dannate s'af.
quisfitit o c. Che cardi dunque che fondaranno. Pare à te di viuere aſſi
cardi:che non vieni correndo à que- curato . Ma poſa quieto il peſce ca,
fte veneſagrate pentito, doléte nel ballo nel fiume Nilo , meire che dua .
la Cofeffione Sagramentale prima ; ra ilgiorno, ma all'oſcurarſi di notte
e poſcia fitibondo bramoſo nella vſcendo fuora ,quanto su quelle riuc
Sagramentale Comunione ? à che incontra, malmena, e ſtratia: pola
piùtrattenerti ſulle ſponde di queſti quieto,pare, entro à queſt'ode Sata
benitemporali,e caduchi:Guardati, na, métre che dura il giorno di que
che oltre al non leuarti la ſere, trop.
Auic.li. po periglio vi coni. Peffime, dice
ſta vita : ma all'oſcurarli della notte
1.Can.
di morte, vícedo fuora; co terrori ,&
Auicenna, ſono l'acque, che ſcorro. horrorimalmena,e ftratia l'anime,
no verſo occidente: queſteche pre- che traſcurate ſulle riue de gl'inte
cipitoſetraboccanoverſol'occalo
della finibile vita , tre volte pellime
reffi lororitroua.E per finirla,gufta
peſce cataratta da Oppiano chia
il Oppian?
s'hanno à giudicare : tu vi giuochi inato, di far preda, calando precipi.
adeſſo ridente ;maſappi, che figlio roſo nel mare dall'alto al ballo ; ma
d'vna tal fonte è il riſo , che poi ca- poco a poco debilitato il vedere,ali.
giona la morte: e queſta produce il uiene che nelcalare in vn ſcoglio
riſo nel diletto del ſeu focpoſcia nel s'incontra, e vis'infrange, eperiſce.
peccato cagiona la morte eterna ci Tuguſti in queſt'acque far preda
chiamarà la voce diDioà peniten- de'tuoi diſegni,calan do precipitoſo
za, egli è vero , ina da ſettemiſtiche dall'alto del doucre al baño dició ,
bocche precipicando l'onde del fiu- che non ſi deuezına poco a poco de
me Nilo , rendono fordi gli habita- bilitata la viſta dell'ono, e dell'alti'
torid'Egitto ; e dalle ſette bocche occhio di ragione , e difede, auuie
dell'vniuerfità de gli oggetti ſenf . ne , che nel calare in vn peccato ,
bili precipitando l'ode di queſtibe. incontri nello ſcoglio di morte, e vi
ni , rendono fordi alle diuine cha- periſci in eterno . Mifero te ; mifero
mate gli habitatori delfiguratoegit- ine ; miſeri quelli cutti, che in tal'in
to di queſto fecolo . Cercarà d'ain- ciampo inciampano malayueduti ,
go è nell'Hibernia, in cui quanto Dio ce ne liberi. Amen .

MON ,
342
MONDO

INGANNATORE
Per il Martedì della V. Dom . di Quar. 1

Non poteſtMundus odiffe vos: meautemodit ; quia ego Testi


movium perhibeo de illo, quodopera eius malaſunt .
S. Gio: al cap . VII.
Enon può il Mondo zo if nauiglio , pazzo il nocchiere è
odiare i mondani , ſtimato , che ſcioglie dallido incau .
com'è ſentenza how to ,e prende il golfo affidato ; merce
dierna del Saluato . che le ama il cacciatore la fiera , è
re. Non porest Mū- per leuarle la vita; ſe ama la fiamma
dus odile vos;forza è direche liami. l'eſca, è perridurſela in cenere: fe'l
E quì dunque ſi cerca eccitare ad Mare amail nauiglio,è per disfarlo ,
ognipadlo imondani ingratamen- ſtruggerlo, & affondarlo. Ahiodibi
te all'odio del Mondo iſterlo ? L'a, le amore , & odiofo fimbolo dall'a
more è ſolo giuſta mercede dell'a. mor del Mondo verſo a' mondani?
more ; & ingrato comunemente ti Mondo , che cacciatore gl'intidia .
chiama, chi amato non gradiſce, e quaſi fiere alla rete , anzi che alla
giamai. Ma vaglia il vero, ò Signori morte : Mondo , che fiamma allo
ama il cacciatore la volatile fiera ,c ſplendore gli alletta , percondurgli
voglioſo inquieto non meno con alSepolcro , anzi che alla cenere :
l'occhio la cerca , che con il pallo ; Mondo , che Mare li mette al cor
non meno co'lcuore la chiama,che ſojal volo, per incagliarli ſu'l fondo,
con il fiſchio : e la fiera , chelodia, fi anzi che nell'abiſlo . Verrò odiato
tinſelua,e lo fugge : e non ingrata , dal Mondo , il sò , perche ſcuopro
ma accorta vien giudicata . Amala gſinganni ſuoi.Ma che ftupore:Co
fiamma l'eſca;erauuokoſi in grem si Chriſto odiato ne venne netema
bo l'informe ſterpo , l'oría madre pi andati; Me autem odit, quia ego
initando, conmille lingueil lambi. ieftimonium perhibeo de illo , quod
fce, per imprimergli amante la pro- opera cius mala funt. Sono ſeguace
pria forma : e quell'eſca ſolo non la di Chriſto, & ad onta dell'odio inó
fuggc, non l'odia ,ch'è priua di mo- dago tutto , ſe mai atteli a ſcoprirui
to ,e lenno; e quel mobile viuo , che si fani inganni, hoggi vi atcendod
da eſſo lei s'allontana,ingrato non è Signori · C'inganna il Mondo in
tenuto , ma fenfato è conoſciuto . quefta , c'inganna per l'altra vita .
Ama il Mare il nauiglio , e inentre Attendete, e ſe l'vno , e l'altro non
nel porto il troua , lo vezzeggja da ſcuopro ,meingannatore ſtiinate, e
poppa,illuſinga da prora;gli ſcherza non il Mondo.
per ogn'intorno alle ſponde: alza il 2. Scriueua Signori vn giorno
capoe lo ſaluta co'flutti leur il doce Paolo Santo a'Corinti, e volendoli 1.Cor.70
fo , e ſull'ondeàcauallo l'inuita;e ſe fgannare del come c'ingani ilMó
dal porto perciò non parte a ſcogli do, venne à dite ;Preteritenim figua
cauernoligcniendo , amorofe que rahuius mundi.Aprire l'occhio , die
rele và formado : e pure ſe noo paz . ceua, e badate a' yoſtri caſi . Voi vi
CIC
Per il Martedi della U.Dom.di Quare]. 343
credete vna coſa , & ella è vn'altra: te aggrandito , che à paſſo tardo , e
paſſa, sfuggendo, la figura di queſto geſtograue mirandoil pauimento ,
Mondo P; reterit enim figura huius e la parola perando,vanta per lunga
Mundi. E che vuoi dire, o Santo ſerie di coronati Biſaui,deriuatogli
Appoſtolo , forſe che di sferică fic valto, e poſſente l'Impero diTroja ,
gura il Mondo facile, e velocemen- c d'Argo. Lampeggia l'altro di luci
tcs’auuolge?ſefacile, e velocemen- do vsbergo guernito in petto , di fi
te s'auuolge sfuggendo;facile, eve no brando nelpugno armato ; che
locemente s'auuolge tornando an, con l'inſtabilità della mano , é leg
cora ; e ciò , chehoggici toglie, ci gierezze del piede ſpiegando l'in
rimborſa dimani, contandoſi su'l quiete delcuore, iattabondo minace
banco dellOriente, quanto ci diè di cia ſtragi,rouine, e morti à gl'eſercie
{ capito nell'Occidente: giorno per ti vnitidell'Alia, c dell'Europa . Oh
giorno, luce per luce, ſole per ſole: e fortunati Heroi,dice vn'inuidiofo ,
Te co'l tempo che ſcorre, volala vita a quali toccata è la forte di goder
ancora,enoi daremiocifretta à go forte sì felice nel Mondo ? oh (cioco
derne co'lmeglio,il più, per quanto co ſe te la credi; mira ſotto quelca.
ciè poffibile O
h. qui v'aſpetto dice
Griſoſtomo Santo
uolato ;e
trouera naſconradiglio,
id'vneuacua
: Si diuitias obie d'vn nulla la cauità cene.
ceris fi gloriam ,fi delicias,fiue aliud bricola . Cerca dopo di quella tela,e
quodcunque ex ijs, quæ magna eſſe via l'ampiezza della Città , delcampo ,
dentur , figuratantummodofunt, non che ti fi rappreſentava all'occhio
ipfius , qua in rebuseft, veritatis de- nella proſpettiva apparente , ritroua
monstratio : perſona quadam Sceni- tai riſtretta ad vn'indiuifbile colo
ca ,non conſiſtens rerum fubftantia . titabugia. Fà,che quellidepongane
Voi vi credete goder del Mondo in conil pelo pofticcio le finte veiti, e
facti , ne v'accorgete dell'inganno mentice; e trouarai, che ſonodue
del Mondo chenon vi fi dà à gode- bricconi, ſtraccioli , due mercenarij
ie, che in figura, cioè in comedian plebei . Queſto è l'inganno,checi fa
Signori sì. Coelo, Ceſare, Sardana- il Mondo dice Paolo Santo , dice
pallo credettero godere in fatti ric- Griſoſtomo, e Seneca con eſſi in ter- Senec.
chezze,glorie,ſenſuali diletti; e non zo . Vdite. Ille,qui in ſcena elatusin- epiff.8 8
fù vero :ma rappreſentaronoin que- cedit, o hacſupinusdicit ; Ecceim .
ſtaſcena dell'vniuerſo il Perſonag. pero Argis:Regna mibiliquie Pelops;
gio finto d'vn Ricco , d'vngrande, Jeruus eft, quinque modros accipit,
d'vn ſenſuale , che gode. Entrilàin quinque denarios. Ille qui fuperbus,
quel Teatro, e sù divno ſtabilepal. Aiguepotens , o fiducia virium timin
co vedi leuarſi in giro d'vna ſcena dus ait: Quidnifiquineris Menelae,
Superba mirabilinente vario com- bac dextra occides ; diuinum accipit,
mutabile oggetto. Spettatore iui at. in cenaculo dormit. Idem de iftis lia
tendi,e nello ſpatio ,e nel ſito di trè cet omnibus dicas , quos ſupra capita
hore , e trè palli con gli accidenti hominum ſupraque iurbam delicatos
occorſi d'vn giorno inciero ti ſi rap . lectica juſtendit.Omnium iftorum
preſenta il diſtretto dimolte miglia. perſonala felicitaseft : contemnes il
Escono i Perſonaggi, etrà bizzarra losofi difpoliaueris. Entri quà neltea
diuerlica di Atato, d'affetti, d'età,oc tro dellVniuerſo , e ſullo ſtabile pal
correnze, e contingenze, con ivarij co del terreno elemento vedi le
fili d'inaſpettati caſiceflono la rié varſi in giro dicolli, e monti,d'aria,
guardeuole cela d'vn mirabile auue- e di Cielo la non meno mutabile ,
nimento. Mafpicca trà queſti l'vno che ammirabile ſcena . Spettatore
di gemmato diadema maeſtoſamé qui attendi, e nello ſpazio d'vna viy
ta ,
434 Mondo ingannatore
ta ,che nongode preſente più d'vn'- mine in cluitatetua imaginem ipfora
inftante , che sfugge; enci ſito d'on ad nibilum rediges . Fate conto Si
globo,che centro della circonferen . gnori cheda vn poggiuolo eminen
za mondana , non fa che vn punto te del ſuo Palazzo reale egli ſe ne
indiuifibile , con gliaccidentidura- ſtelle oſſeruando le negociationici.
bili di più luſtri, che furono , ti ſi ap. uili de' fuo i Vaſſalli.Vedeuail nobis
preſent a il confine dimolciRegni. le ſcire lieto di Corte,o:tenuta quels
Eſcono Perſonaggi i naſcenti alla l'honorata carica,che tanto ambiua.
luce, e trà bizzaria varietà d'huomi- Miraua il mercante ritornare dalla 4

nije donne,amori, & odij,felicità, e fiera gioioſo: portando ricco il gua


miſerie,co’varijfili delle occorrenze dagno delle contrattate facendei
giornali teſſonola riguardeuole tela Scopriua il riſentito , che ſi chiama
d'una curioſa politia ciuile. Et ecco ua contento,per le ſeguite vendette
trà quefti corteggiato , adorato chi del fuo nemico . Notaua illafciuo ,
regge, chi domina , chi ſtringe ſcet- che fi ftimaua bcato per gli arriuati
tro in pugno , e porta coronain ca- diletti di quell'oggetto; & oh,Signo.
po : obedito , teinuto il titolato , il re eſclamaua,come ſchiarirai cu loro
guerriero , il forte, il poderoſo.Oh , ben coſto queſti inganni mondani .
felici d'elli,dice l'emulo ,l'inuidiofo , Dormono,e vegliare ſi credono ;fo
a'quali toccato è il meglio delle au- gnano , e ſtimano di poſſedere : ma
uenture del Mondo . Scioco, ſe l'in , allo ſuegliarſi al giorno dell'altra vie
tendelli, quanto ne ridereſti. E' vna ta li trouaranno appunto ; come chi
finta comedia queſta . Mira ſotto ſu'l mattino troua fuanita quella
quefto globo terreno , e quali che fallace immagine, che lo delude la &

forto d'vn tauolato ritrouarai il va. notce: Velut fomnium oc. Così dice
no d'acciecare cauerne.Cerca là do. Ambrogio Santo. Cognouit impiorã
po li Cieli; e quali che dopo vna ſce- fucceijus in hoc feculo fomnýellefimiz
na ritrouarai il nulla dello ſpatio im- les,non veritatis,quorum emolumen ,
maginario. Fà, che quellideponga- la tamdiu videntur elle , dum dor
no le finte vefti, e poſticcie di que- miunt.Vbi edormierint fomnum ſuā ,
fte eſtrinſeche denominationi mó- qui videbantur fibi potare , iam in
dane,e logicali accidenti,e trouarai, tiunt; qui epulabantur, efuriunt;nibil
che fono doi meſchinelli delli co folidum ex ifto fomnio,perfectumque
muni figli del vecchio terreno Ada referentes. Vedete ; ſtanco dalle die
mo, alle miſerie in vita , alla corrot urne fatiche il bifolco ftende il rug .
tione in morte ſgratiatamente rog- ginoſo fiancoſu'l nudo campo; ne
getii. Ahiinganno del Mondo, ahi così preſo ha racchiuſe le ſpinoſe
ineſchini di noi crediamo far da palpebre,che rufla ftrepitoſo addor
douero , erappreſentiamo in come- mito , ſembrando, che nel racchiu.
dia. Nulla c'è di ſoſtanza, tutto è ap- derſile porte de ſenſi eſterni, s'oda
parenza, e bugia. Non lo credete à lo ſtridore de'cardini rugginiti. Sal.
Paolo:Praterit e. Non lo credere tano al ſuono amico i fantaſmi à
à Griſoſtomo perſona & c. credete. miſcuglio. S'accordano all'inganno
lo almeno à Seneca , che l'interecol di quella ruſtica mente ; & ecco fo .
lume della natura: Omnium iftorum gna ; e ſogna, che dimaeſtoſa toga
perfonala C. veftito, sù d'alto Tribunale aſlenia .
3 Ma parue poco à Dauid il rito , litigi termina,reſcriue à Popoli,
durre l'inganno del Mondo all'in . Città gouerna, Stati: che à conuito
ganno d'vna comedia; onde colà ſedendo, trà gli arneli più ricchi, trà
ne'Salmilo riduſſe all'ingano d'vn le armonie più care , gufta i più aca
P1: 7. loguo. Pelutfomnium furgentin Do. conci bocconi, i più loaui vini lam ,
biſce,
Per ilMartedi della Dom U. di Quareſ. 345
biſce , faporeggia gl'intingoli più ahi che tardi, ti piangono, ſi ricono .
delicati . E G mruta la ſpecie; e rima- ſcono,che ubiedormierini o C.
neggia ricco vn trouato teſoro : e G 4 Dunque non ci ſi dà il Mondo
cangia l'immagine ; eſta danzando ingannatore à godere più che in
feſtoſo auuenturato ſpoſo di bella, vna fantaſtica viſione ? tanto , e non
nobile Dama: oh contentezze; oh più, e così ancora alla sfuggita , che
godiinenii beati. Mache? à vn pun bene ſpeſſo ce ne toglie l'oggetto in
to , à vn punio mentre gli pare di ſu'l più bello del ſonno. State meco
Starfene godendo il ſommo delle digratia. Hoc fcio a principioſi legge
grandezze, e de'piaceri, gli dà dva in Giobbe) quo polituseft bomo super
calcio il giouenco , che gli è vicino; terram , quod laus impiorum breuis lobc.20
e fuegliato ſitrova irà itracci ſoliti fit. Leggono i 70 quod letitia impio. Transl.
auuolto, in ſull'aratro pofato , ſemi- rum breuis ſit . Fraſe, che à ceſtino : 70.
nudo,pezzente,litibondo,affamato, nio di dotto ſpoſitore dellepagine Valaq. 7
ſotto vn ferente croftume di polue , ſagre,ilquale da peritiſſiini Rabbini epift. ad
e di fudore:e le glorie, ele delicie di in lib .Radicum il deduce , rende Philip.
pria ? Ahi che l'inganno d'vn ſogno dall'Hebreo. Quod latiria impiorum c.3. per.
ſe l'ha portate. Queſto, queſto è l'in . ad inftar pauorum fic. Sai su qual'è il 8.adnot,
ganno,colquale c'ingannail Mon- goder de' mondani? qualè il goder I.morah
do,niferiaddormitiche ſiamo.Crc. de'pauoni. Adinftarpauonum eff. 1.2.4.
detelo àmeSignori,anzi à Sát'Am- In due ſenſi ciò fi può intendere;
brogio per ſentimento dello Spirito Primo qualè il goiere dello ſteſſo
Santo Velutfomnium oci Cognouit pauone nello pauoneggiarli lui ſtef.
impiorum Ci Felice queltogato fi fo: godere,chein vna breue ruota fi
ftima,che maeſtoſo à ſedere litroua chiude; in yn fugace ſtrido finiſce .
(u'l Tribunale d'Aſtrea, arbitro fatto Secondo quale e il godere, che dà il
delli più graui interefli della vita ci- payone à chi li fa ſpettatore delle
uile. Auuenturato quelCittadino , Lue penne. Del primo altra volta di
che opulento ,che ricco , pollente G cemio: hora al ſecodo in'appiglio ,
vede aviolentare co'l denaro il vo- Signori che fail pauone in queſto
glio de' più oſtinati,e reftij.Conten calo ? V dite Plinio . Gemmatos las
to l giudica l'impazzitod'amore , datus expandit colores aduerfo ma- Pli.li. 10
che arriua à porre ardimentora las ximefole,quia fic fulgentiusradianı: cap . 20,
mano , oue traportolliàporre diſor. fimul' vmbra quoſdam repercufus , Hist,
dioata la brama; c dormono, e non quiin opaco clarius micani, conchata
lo credono ; e ſognano , noſe n'au- querit canda. Incontricolà il pauo.
ueggono. Ma che licoglie d'yncal- ne;e mentre il iniri,lo ammiri,& in.
cio fatale all'improuiſo la morte , a ' cominci frá te ſtello à lodarlo : che
fiáchidella quale preli gli hà il ſon pompofo;che vago;che ricco d'oro ,
no della mottal loro vita; Surge, qui di luce, e di colori. S'auuede accor
dormis: e fuegliandoſi al giorno e. to l'eccello,che v'impieghi lo ſguar .
terno:ob ad vn puntoſi trouano fen- do, che v'impegni il peliero; &am
za toga in vn Itraccio di lenzuolo bitiofo,che vi perdi inſieme l'amo
rauuolti, dal conuito, que incaloriti te , diſpiega in giro il riguardeuole
Codeuano, fu'l feretro irrigiditidifte- oggetto delle tue piume : oggetto ,
a : le ricchezze tutte , tutti i piaceri che ti raſſembra vn Cielo , d'occhi
ſuaniti, di paſſaggio à ſcura tomba inille ſtellato ;d'vn'ltide quali la dif
trà le ceneri, trà i vermi, trà li fetori: fi viua viuamente abbellito . Formia
e quelle felicità, quelle auuenture, yn Cielo, per dare ſperanza ,à chi
quei contenti dipria? eh per ſogno, l'ama,di farloin eſobeato:figura le
per ombre,peringanniallbora
(ma Atelle i occhi,perſollecitargli
Xx ama
ad
1
346 Mondo ingannatore
amare con mille fguardi il cuore : po,tiprometre menti a l'eternità del
l'Iride vi dipinge , promettendo in godere. Che ſe iui appaiono vniti
fluffi di pace ; e tutto ſtende in giro affanni, ftenti, e perigli; aſtuto ei li
per aſſicurare iuieterniigodimenti, diſpone, quali ombre nella pitcura ,
eipiaceri ; e poſto à mira del ſole , onde folgoreggianti più ſpicchino i
piega, incurua conca la coda , acciò luminofi colori de lumi ſuoi. E tu
tra l'ombre , ei lumi la bella pompa mondano à queſto paſſo che fai ? ti
più rubi, più innamori.Gemaios O c. daiper vinco , et'abbádoni all'amo
c chi può nó amare vn'oggetto così re della Corte, della donna, dell'in
amabile , così corteſe?manon si to . tereffe,della roba : oh bel vedere , e
ſto s'accorge ,che vi hai l'affetto al- piacere:ah , & il Mondo pauone in
lacciato,che, omnes in aceruum con- fu'l più bello del vagheggiare , tutto
7trabit pennarum, quos (pellarigau. raudolge in vn faſcio , e te loruba
Plin . det ,oculos;conchiude l'iſtello Plinio. dell'occhio.Perdi la gratia del Prin .
Hift. Inuido ingannatore chiude quegl' cipe,e del Padrone, e re la porta l'e.
Ibid. occhi invn mucchio,fà di quell'Iti mulo competitore : ti toglie la don
de vn faſcio , ſtringe quel giro cele- na con gliſguardi l'affetto , e ne fa
ate in lungo ftraſcino, e cãtando co'l voriſce quell'altroche tiè riuale:ri
grido le ſue victorie;ſitira,quaſi che' uolta la corrente il denaro ; e te la
trionfante in coda ſulla terra à di- ſciando in fecco , s'affonda nell'al
fprezzo con quanto in eſſo amavi,le trui fódo ; baftagli hauerti inuiſchia
tueſperanzeingannate, li tuoi amo. to: del reſto èi non vuol manco, che
Cri deluſi ; non tilaſciando manco con l'occhio negodi; e tirando trió
goder la viſta del bene , che ti pro- fanteil lungo ſtraſcino ſulla terra à
miſe.Omnes in aceruum oc. Così il diſprezzo de'tuoi fperati contenti,
pauone ſi porta có chi lo mira,l'am . trale baſſezze, le geloſie, le miſeric
inira;e ſe n'innammora . Ah Mõdo, canta le ſue vittoric , col farti tratte .
Mondo : pauone ingannatore. Hoc nimento , e fauola de gli ociofi. Oh
Jcio à principio , quo pofituseft homo dicalo la ſperienza , fe taleingando
ſuper terram , quod laus, quod letitia del Mondo qui può negarli Hoc
impiorum breuis fit;ad inlar Pauo fcio,hoc fcioàprincipio,quo poſreur est
num . T'incontri in queſto Mondo homo fuper terram , quòd laus, quòd
naſcendo , e mentre il ſenſo lo rico . Teritia impiorum breuis fie :ad inftar
noſce, fimuoue à ſtupirne la mente, pauonum .
e la lingua à celebraclo fi ſnoda : s Che ſemi dice quì alcuno ,che
che ponipoſo nell'honore , che va . queſti beni mondanihanno la loro
go nella carne , che ticco nel de realità , & in cófeguéza verità mag
maro . S'auuede accorto il mali . giore(perche omne enseſt verum ſem
gno , che berſaglio del tuo ſguar- condo ilmetafiſico )maggiore dico ,
do egli è fatto , checentro del tuo che non ha la comedia , ilfognio , c
penſiero egli è reſo ; & ambitio. P'apparenza fugacedelpanone, on
Yo d'elere anco del tuo amore la ca. de non può con elli táto ingannarfi
lamitaslasfera,ſpiega pauoneggian- ilMondo, chenon ſe ne goda qual.
doſi in giro il tiguardcuole oggetto che coſa di reale, e divero: io riſpo.
de' vanti ſuoi . La Corte con le ſue do, che tanto hanno di reale , di ve .
glorie ti ſembra vn Cielo, in cuibea- ro, quanto ne diede loro il Dio con .
reti pofſi:la donna con liſuoiſguar- ditoredel tutto ;dellaquale realità ,
di ti ſollecita ilcuore con millepun verità à maggiormente ingánarci
te: legême,gli argenti,e glioripen- li fetue il Mondo . Che ſono queſte
nelleggiando ti vanno vn'Iride pa coremondane ? Chiedetelo alVer
cifica; etutto moſſo in giro dal tem , bo eterno ,che ne fu già l'artefice
Lu .
Per il Martedidella V.Dom.di Quareſ. 347
Prou.8. Ludensin orbe Terra um ſcriſſeco- farci.Bell'inganno,direte, ma è caſo
Derf. 30• là il Sauio . Sono vo giuoco, che gi finto ; Signori si quanto alla copia,
rando G fà quì fulla terra.Che giuo- che qui ne hò tratta; mà quanto al
Philo. co ſpieghilo Filone Hebreo l: 'er- l'originale , d'ondeio l'ho copiata ,
Hebr.li. bum Divinum choreas in orbem duo ella e veriffimaſtoria. Signorile ſa
qd Deus cit ; quod vulgus hominum fortune lone è queſta macchina elementa.
lit im- nominal. Il Verbo Diuino nella di re , eceleſte, entro la quale per di
murabi. fpofitione del tutto ordinò di que- fpoſitione diuina fanno danzando
lis. He coſe mondane vn ballo : ballo , ie ricchezze, le grandezze,e bellez
che dal volgo de gli huominimon- ze,e fanno il balio della fortuna. Lue
dani,ingannati dal Mondo viene dens o c. Verbum Diuinum Oc. En.
chiquiato fortuna.Verbum diuinum tra quà l'huomo totalmére ineſper.
Oc. Immaginaccui Signori , che vn to , e tocco all'occhio della nouità
Araniero , il quale non ſappia cofa dell'aſpetto ſi ſente cominoſſo il sa
alcuna di ballo , entri colà in vn (i gue. Et ecco il Mondo ingannatore
gnorile falone , one à concertata ar- vna delle ballerine gli caccia auan
moniaſi ſta danzando ; ſtupiſce, ne ti,che gentilmente l'inuita alli ccafi
ſapendo , che ſia, iui ſcopre le bel. chi,a gradi,a' fenfuali piaceri. Oh
lezze fiorire,folgorcggiar le ricchez: fortuna,dice nel ſuo penſiero, ſe fa.
ze , pompeggiare legale : onde dal norirmi voleſſe,comefè quelloche
nuouo oggetto rapiio ſente pizzi. dinulla fece tanti milla d'entrata :
carli il cuore dalle appetitoſe fue che dallo ſtraccio arrivò alla porpo
brame.Et ecco bella,ricca ,pon po ra : che dalla caccia paſsò ad efter
fa dama ſi troua à fronte, chegan- l’Adone della Reina diCipro.Vede,
tilniente à danzarel'ouita . Oh for che ſe gl'inchina colfacilitar de’di
tuna,dice,ſevoleſſe efter inia: vede, fegni:mira , che gli porge la mano
che profondamente à luis'inchina; con occaſione opportuna;e promet
dunque , dice , per fuo Signore mi tendo il tutto , qualche Aretto in
chiede: mira che gli porge la mano: pugno, ſi laſcia condurre in ballo ,e
dunque, dice , mi promette la fede. mercanta, e pretende , e l'amore ,
Sileuadunque, la prēde, e nel mez- Ma laballerina quì il laſcia,ſe ne di
zo al ballo condotto laballarina il lunga con le difficoltà , có gl’intop
laſcia, e da eſſo lui li dilunga ; e qui pi, con gliaccidenti contrarij ; sfug.
comincia la treſca : ella fugge,fe ge il guadagno ;sfugge l'honore, e'l
quei la ſiegue : ellatorna , ſe quegli diletto ;manonmai tanto lontano,
volta,ma nonfugge ella maitanto , chel'inuaghito deſperi nonpoterlo
vn giorno arrivare : onde di
che quegli ne dilperi l'hauerla : ne cella
mai ritorna ella inmodo chequegli con lungo corſo ſeguitlo.Volta ,egli
arriua à poflederla. Cosi dalle ſpera è vero , 'al volta fatio , e quaſi quali
zeirretito ſi diſtrugge , el'incalza ; e pentiro:ma il guadagno,ma l'hono :
doue mille volte, l'hà à fianchi cóle re ,eldiletto volta anch'egli, e fa
cadenze , mille volte anco vede, che moſtra ,che s'acuicini; onde con
fe gli toglie da lato con le mutanze :nuoue ſperanze à ſeguitarlo ritor
che ſarà ? nota ,che ſe gli aggira al.na:edoue mille volteſtima d'entrar
l'intorno: horsu eçcola ionainorara contento nel poſſeſſorio ; vede mu
farfalla preſa al la me del mio ſguar.tarli d'vna capriola la danza, emille
do :fe in'infuoco , io la ſpenno ;ma volce teſtarſene nel petitorio.Che la
quando crede vederſela caduta a rìsnota,che ſe gli aggira all'intorno,
picdi,fattogli vn bell'inchino, vede, quafi innamorala farfalla , con ino
che l'abbandona,e pianta nel ballo, HrarG l'acquiſto ſempre epoſſibile,
Hi a'lui e facile con cheil mnefchino più s'ins
Xx 2 fua
348 Mondo ingannatore
fuoca à pennarlo co'lproprio ardo- iteſori,gli applauſi,i piaceri? Flores
te: e s'ingolfa nelle mercantie arric fuerunt verni; pere exacto emarcue Di
ſchiato; e ſi caccia nelle pretenden runt omnia vmbra erant ,o praze
ze ſtracciato;es’auanza ne gliamo rierunt:fumuserant, o ſolura Junt:Chrifoft
ti sfrontato: ma quádo crede veder- bulla erant,o dirupaté lunt:arane& tom . S :
fela caduta a piedi , con bell'inchi- erant , o laceralæ funt. Erano fiori,
no abbandonato ſi troua piantato in eccoli infracidit!: erano vn'ombra ,
ballo, con lemanipiene di moſche, eccola (parita : erano fumo , eccolo
fallito,deluſo,ebeffeggia o Oh bal. diſſipato: erano bollori d'acqua, ec
lo ballo di fortuna quanti inganna coli euaporati: erano tela d'aragna ,
ti ne pianti tutto l'anno , per ciaſcun eccole dilacerate. Tanto rinfacciaua
giorno, d'hora in hora:e fe pure adi- Griſoſtomo ad Eutropio , e táto rin.
uiene,che alcuna volta queſto ballo facciaralli à te, ò ingannaro monda
di fortuna non ricf a in ballo di piā . no , quando la comedia finiſca , ſua.
tone ; và à riuſcire in ballo di ruba. niſca il ſogno , la ruota del pauone:
tello ; poſciache preſa alla inano la s'affaſci, e liritroui nel ballo , ò pian.
ballarına di quell'honore, di quella taco , o rubato e de'fiori infracrditi
toba,di quel piacere acquiſtato ; ec- non ti reiterà che'l puzzore de' pec
co vn finiftro accidéte , ecco l'infer. cariconimefli : e dell'ombra (parica
nyità ,ò la morte , che te la ruba di non ti reftarà , chelo ſpauento della
braccia Ludēs óc.Verbü Diuinã elc. giuſtitia diuinae del fumo diſſipato
6 Dunque che facciaino noi tuc- non ci cetterà che'l tormento d'una
til teftimonio di Chriſto ch'ètetti- pianto amaro : e de'bollori euapo
monio irrefragabile. Quia egotefti- rati, non ci reſtarà che la torbidezza :
monium perhibeo de illo , quod opera dell'animo appaſionato : e delle te
eiusmala ſunt,c la ſperienza non la. lc d'aragna dilacerate , non ti seſta
fcia luogo pec dubitarne manco a rà che l'intrico della conſcienza age
miſcredenti ; e con ciò tutti non ne grauata . Mercè che ingannandoti:
reftiamo ſgannati. Ahi peſiiino in- il Mondo in queſta , l'inganna pec:
ganno , che ci accieca alla luce, che l'altra vita , portandoti ad cternas
al vero ci iſtupidiſce; e ciechi, e ftu- dannatione . Sauio', fete n'auuedis.
pidi alle rouine ci tira. Allhora poi ( auio , ſe ci prouedi, eben farebbe
ci ſi aprono gl'occhi, ci ſi ſgombra hora mai tempo te n'aimedeſli o
la ftupidezza , accioche inoftridan , Chriſtiano , & auueduto viprouedeſ
ni vedendo, che le ſciagure noſtre ſi. Riſoluiti à perdere vn non nula
intendendo, più ci accori il dolore , la co'l Mondo per guadagnare il tut:
più ci martirizzi lo ſcoppiacuore . to con Chriſto.Si,che non è più che:
Viueua Eutropio vna volta fauorito vn nonnulla quel puntiglio,quelſen
dall'ImperadoreArcadio ,c trà i mó- timento , quell'intereſe, che olti.
dani intereili credeua d'haner: tro- natamente ſoftenti; vn maladeiro
uata , è ſperaua trovare la ſua felici- nonnulla , che mettendoti trà ſcon
tà . L'auviſaua S.G10:Griſoſtomo di tentiin queſta, ti porta ftà maladetti:
quell'inganno ,e creder non lo vole, nell'altra vita :
ua;perche egli era acciecato ,perche 7. E.voglia voglia Dio, che per
egli era iſtupidito. Et ecco perduta maggiormente ingannarti queſto
la gratia del Principe, caduto in -m1- lupo delMondo , non ſi veſta con
ferabile ftato ;purtroppo ( matardi) manto di pecora conformea quello..
riconoſciutolo , rinfacciauagli po- Qui rement ad vosin veſtimentisom
fcia il Santo Dottore in vnadelle uium , intrinfecus autem ſunt lupira
Lue prcdiche: Doue,doue, Eutropio, paces: Che non ti vefta ,diciainola,
lono ituoi vanti pallati jiConſolati,, di zelo di giuftitia, di preceſto dita
gione
Per il Martedidella Dom . U. di Quareſ. 349
gione giuridica ,econ ciò ti mante: cetto di carità ; per conueneuolezza
ga infleſſibile il voglio , facendoti di Chriſtianità . E ſerbando equita,
credere vir:ù di conftanza quello , farà Dio giuftitia con queſti tali , ſe
che forfe è vitio di durezza . Ma à non diqueſti, d'altri loro peccati :
Mat.7. fructibuseorum cognofcatiscos;di- che Influs Dominus,o iuftitiam dia
'ccua il Saluatore :vuoi tù chiaritte lexit,aquitatem vidio pultas eius. Pfal...
ne è Chriſtiano? guarda ciò , che ne E quì Signori facendo la ſolita ele
fiegue : fe benedictioni, ò maledi- moſina,cócedetemi il ſolito reſpiro.
cenze : ſe carita , ò maleuolenze : ſe
buonieſempi, ò ſcandalı: fe ferui- PARTE SECONDA .
tio , è ſtrapazzo diquesto Dioie
quiui potrai argomentare, fe e dal 8 ilMondo in queſta
Cielo ,ò dal Mondo . Ohneceffe eft, C 'Inganna
vita Signori,e quel ch'è peg
Maith . Di veniant ſcandala: egli è vero; ma gioc'inganna per l'altra vita . Ele
1& Dailli , per quem fcandalum venit , di ciò vogliamo vna molto viua fi.
Guabi a chi n'è cagione ; guahi à chi gura, prendiamola da quella Storia,
douendo , e potendo deciderli,non che ci racconta Aimoino . Guerega
li recide. Guabi, ve ; che à giudi- giauafi colà trà franchi,& accampa
tio de' SS. Padri importa eterna dan ti inemicidel Rè Clotario in vnas
natione , Padre , poirei, inanon rafa campagna , dall'inhdie hoftili
fonoobbligato a laſciaruidel miodi Scuri ligiudicauano. Ma nonvi è
mia ragione.Sia così; ma lamano al poſto in guerra ,che all'infidie milia
petto , alle paſſioni, à gli affetti,ch ' tari non dia ſoggetto. Landerico ,
entro vi bollono; & auuerti,che per ch'era del Rè fanciullo il capitan ,
non laſciarui vn popoco del tuo , fa . Generale entrò dinoite in voarelua
grificandolo à quelto Chriſto , che frondofa ; e secili dalle pianie più
per te fagrificò le fteſſo su queſta boſcute i rami più verdeggianti,gli
Croce ; non vi lalei perduta l'anima appeſe in modo al collo de definic .
per tutta l'eternicà . Tù ſei huomo, ri , chę fotto d'effi finaſcondeuno
e canco mi baſta d'haverci conuin- e caualli , e Caualieri . Se queſte li
to ; e poi tù confefli che puoi : puoi poteſſero dire armi imboſcate,ò bo
leuare tante offeſe diDio , puoi iin- fclri armari , io no'l sò dire:sò bene,
pedire tante perdite d'anime , e non che a questo modo riſtretrele truppe
lo vuoi :che farà queſto Chrifto di in vvamobil ſelua,auuioſſi contro a
te : degl'interni tuoi, e del corpo ,e nemici; e ne reſtò la natura forpree
dell'anina? Al figlio di Dio Cro fa dall'ingegno dell'arte; ne inten
cifiſſo per l'offefe fatte alcuoPache, deua,couie verdeggiaſſero gli albe
perſaluce dell'anime noſtre , con beri , che non G ficcauano forterras
iantinfamia , con tanti dolori? po. tortuofe radici ; e fi mouetkero con
tiamo, potiamo leuar’offeſe , e fal progresſivo moto le piante , lequali
uar’anime;& habbiamo ardire à di- pure non v juono, che d'inſenſibile
re , chenon vogliamo? tioppo m' vita; e ſeitaimburri, e le trombe,
inorridiſco : jo mne ne lauo le mani ; che per comando del capitano am
nó vorreieſſerdi queſti perquáto no mutirano ,fi follero ſonanti vdite,
vorrei eſſer de condannaci in eteri haucrebbe itinatoal ſuono di quelo
no . Saluaraffi quell'anima,che po- le rinouellare lemarauiglie antiche:
vendo faluar'anime le laſcia gie pera della cetra d'Orfeo . Vegliavano in
dure ? io non lo cedo . Oh non des tanto le ſentinelle fedeli delle genti
ue; & jo dico ,che deue . Deuere accampate , acciò falubre: ilſouno
non perrigore digiuititia,perragio- dormite il campo turco ; e'tra chia
ac di cquita. Deue ſe nop per pre- 10 , e ſcurodeldi naſcente ſcoperta
( 350 Mondo ingannatort
la verdeggiante boſchina , ſtupirno dell'appetito concupiſcibile.Main
che'l giorno auanti non ſi foſſero felici diſcorſ : tutta fi trattiene in di
punto auueduti d'haverla cosi vici- ſegni la noſtra vita ,e cicoglie in 1
na . Douqua lo Itupore con la pru cauti il neinico af pūto della noſtra
denza ammogliato generare vnma morte . Cadono quafi frondoli ra
( chio ſoſpetto d'ordita frode ; ma mile ricchezze, e ſpiccano le ferra
adulterando colla traſcuraggine, n " tc punie dell'ingiuſtitie commeſſe
hebbe abbortiua femmina d'vn'al- nell'adunarle: ſparifcono quaſi om
legrezza di poterui trouar foraggi, e bre gli honori , elampeggianole ti,
fonti, ombre , e quiere , e godere rannie vfate nel poffedcrli: dilegua.
nella guerra gli otioſi ripoli dilunga noi diletti , e'l virore del ſeolo di ca
pace .Infelici difcorſi, dice loftio- gia nel palloredel fue eſtremo:fuo.
Aimoi. fico , che dum vigiles hos inter fe fe- co , fuoco gridando i rimorli della
runtfermones
1.3.6,81. ruerat condenſa, ſyluaque prius appa- conſcienza accuſata , inaugurando
,decidentibusramis, l'Inferno à cante colpe douuto. In
fronde quidem rariffima ; ed armo, ferno, che tanci poſcia ſprouilti ſor
rum nicorevidebaturdenfallima.Ce: prcfiingoiaeternamenteperduli: Iere.c.si
Simuldi. Mentre trafcurati difegna- Caſimulti,Cefimulti,e podiana dire
no iui ripoſi, e piaceri , l'inganna- co ilProfeta.Percuſſit cos leode ſylua.
trice felua s'accoſta : cadono irami, 9. Ma con festimento più nobile
eſpiccano ferrare lancie: ſpare la ci ſi ſpiega nel Sagro teſto si fatto in
fronde, & içimicri frondeggiano : ganoo . Guerreggiaya Abſalonne ,
fuaniſce l'ombra, e campeggia l'aci e li pofc àcauallod'vn bizzarrillimo
ciaio ; ecangiatoil viroce , chein-
fingeua la pace, nel pallore guerrie.
mulo: Sedensmulo.Affidarſiad vn 2.Reg.&
mulod SereniſſimoPrencipe,in té- 18 .
ro dell'armi bianche , ſangue, fan- po di così graue periglio ? Anzi ri
gue gridauano le turbe aitalitrici > fponde , questo è per trarmifuorid
inaugurando l'ionaffio al lauro dele ogni piglio. Alla fine è una mala be
Ja vittoria . Victoria, che facilmen- ftia , ereltia . Sì , ma ſireggeanch
ce ottenuta delli ſorpreſi (prouilti , ella co'lfreno . Il freno è ferro ,
ne laſciò ſtero gran numero tagliato vorrebbe eller ragione. Balta ſiara.
à pezzi.Signori queſto è il calo no- gioneuole chi lo maneggia . Eles
ftio . Noiguerreggiamno accampa- rapporta sboccato ? Lo (proneacu.
ti qui ſulla terra : mille volte l'haue- to e vn gran Maeſtro . Ma vnafol
te vdito dalla Sagra Scritcucás . volta , che tracolli, è ſpedita . Otsu
Millia , eft vita hominis fuper io la voglio così . Oh come l'Altez :
terram ;e capitan generale dellino . za lua la riduceal voglio,il diſcorſoe
Ari nemici può dirſi il Mondo. Cer- finito . Solo mi reſta auuiſarla , che
ca questi ingannarci , cogliendoci vn mulo , e va voglio , fono vna ma
trà'ſ chiaro , e fcuro del inal'auue la compagnia,c le male compagnie
dutohumano aquecimento ,e copre dice il Prouerbio ,conducono l'huo .
l'arıni nemiche con il frondoſo vi. ino alle forche. Ob Dio . Riceue
rore degli apparenti beni di queſta vn giorno la rotta , e credendo ſal ..
vita . Veghano il fapere, e volere uarli ,il mulo trapportollo ſotto una
ſentinellefedeli del campo tutto del quercia;intricolli la capigliera trà ra.
laniina ; & all'apparire del lieto og mine sfuggendogli la caualcatura di
getto nulla badando alle frodi, pre- lotto , appuroappunto iui laſciolio
fe dallo ſtupore , & amore , iui diſe . appiccato : Cum ingreffus fuiſetmu- Ibidiver
gnano delle ricchezze i foraggi, bus fubier condenſam quersum ,adeft fic.g.
fotto l'ombredegli honori i ripoli; caput eius quercus; O illo fufpenlo in
allefreſcure defenfualidiletti l'otia ter cælum ,terram , noulus cui in
Gideon
Peril MartedidellaV.Domenicadi Quares: - 357
cederat , pertranfiuit . Ahi mulo, ahi te finiftro , d'vn' mal'incontro , d'
Mondo ingannatore ? ahi Abfalon . yna di quelle male contingenz : 3

ne, ahi mondano ingannato . Guar- quali ogni giorno vediamo .Crede
datiò mondano dalMondo , grida colui ſaluarfi sù dal mulo del Mon
lo Spirito S.e perche percheMüdus do ; e litiga, é contraſta, e s'aiuta có
1. lo. 2.'eranfit , e concupiſcentia cius: pere la giuſtitia, con le amicitie , e fauo .
che palía,sfugge con la concupifcé. ri ;& il mulodel Nondo con una
' za tutta . Palla,sfugge , replica qui morale neceſſità lo trapporta ad in
l'antico DrogoneOltieoſe, e ſai co- tricarfi nella roba, nell'honore, nel
me ? come sfuggi di ſotto Abralon la vita del proſſimo; & intricato ,che
ne quel mulo . Pendet Abfalon per iui l'ha dilintricabilmente ,gli sfug .
Drog.cia comam capitis fui, o mulus,cui in- ge di fotto con vna morte improui
tat. à Ve debat , transit,quia mundus tranſit, fa , & appiccato iui illaſcia in ſulle
lafq.in ' o concupiſcentia eius. Senti . Tú " forche dell' eterna dannatione .
Pbilipp. guerreggi in queſta vita , ò nionda- Mundus tranfit.Mundustranfit.
6.3. perſ. no ; gia te l'ho detto : & in queſta c . Pendet Abſalon , c.
8.adnot. guerra cotti pericoli grauiſſimi di 10 Ahi Inferno , ahi Inferno ? Se
4.4.6 . perdite temporali, & cterne: e che apriſli le rugginoſe tue potte per vn
fai? ti metti à cauallo del bizzarro popoco , e quantiinnumerabilmen-.
mulo del Mondo; ftabilendo i piedi ic di queſti appiccati ne tieni con
de' tuoi affetti in lulle ſtaffe de gl'in- gli occhi del ſenſo , quì rauuifallj .
terelli di carne, eſangue . Fratello mo, che ſgannati reftareſſimo di
non tifidare del Mondo . Anzi, ti tanto inganno? e quanti,equanti di
fpondi, il Mondo co' ſuoi fauori , e quelli, che conoſcenti ci furono,vi
poſſanze, è per cauarmifuora d'o. ſcoprireflimo,che indeplorabili ſto
gni mala occorrenza di queſta vita . rie la loro perditioneinganneuole
Alla fine è vna beſtia , è un mulo , ci contarebbono ? Più e; tanti ,
che ti farà vpa burla.Sia come ſi vo- tanti iui beſtemmiare vdireflimo ,
glia,egli Gi regge co'l freno della po- portati alle forche eterne dal mulo
litica . Eh ? freno di politica : freno , del Mondo, sì, ma non in fella , ma
ch'è paſſione, non è ragione : focus non in groppa , vuò dire non ſulli
Joan.s. Mundus poſitus est in maligno. Ba- proprij,ma su gli alocuiintereſipal
fta, che ſia ragioneuole ,chi lo ma- tioni, e ſentimenti. Vede colui,
neggia; e la paſſione al douere s'ag- che ilparente hà il corto , e che l'in
giutta. E ſe trapporta sboccato in terefle l'accieca;maperche gliè pa
intrichi di conſcienza ? Non v'èpe. rente , chiude gliocchianch'egli , e
ricolo, che lo ſprone acuto del ti. li fà cieco con eſso ; e montando in
mor dell'Inferno è un gran caualle- groppa agl'inrereili medeſimi, con
rizzo , per tenerci diritti in ſtrada. erro corre alle diaboliche forche .
Ma vna fol volta che per accidente Conoſce coſtui, che l'amico deuia
traccolli in morte,è ſpedita per ſem- dalla ragione, e che la paſſione il
pre . Orsù , queſto è un penſare alla traſporta ; ma perchegli è amico ,
ſtrada , e deuiaro
peggio. Io la voglio cosi. Ohco. cſceanch'eglidi montandoin
metų la riduci al voglio , nó ci è più ne và con ello , grope
che ſoggiungere ; folor'auuiſo , che pa alle pallionimedeſime; con ello
ſeguendo vitturino il voglio , full corre al diabolico laccio . Toccano
mulo del mondo , tiri dritto all'ho- có mano alcunidi quel Conſeglio ,
fteria del Diauolo , per reſtacui pene di quel Collegio,di quell'adunanza
dente per inſegna appiccato. Eh nó di molti, che o la giuſticia, la prudē.
ſi crede. Ma quando meno li ci za almeno, d la faccia dell'antece
penſa,G riceue la rotta d'vn'accidé dente , odalmeno le peſſime conſe,
qura
352 Mondo ingannatore
quenze, cheneconſeguono richie- vita ? ahi fedeli, perche negare co
fatti quella fede, che ſi profeſa col
dono , che li deliberi qucfta , enon
quella deliberatione , la quale da al- cuore ? Deh arreſta il corſo ò mon
tci è impugnata, che ſentono diuer- dano: (monta dall'ingannatore giu
famente ; maperche queſti hanno mento , Quia epera cius mala luni:
forza d'attraere , attracre ſi laſciano prendi la ſtrada ſicura :tientia'Chri
nel conſenſo con elli; e montando ftiani conſigli, c tira ad ell , re puoi,
in groppa de' ſentimenti medeſi- anco il proſſimo tuo , e ſe non puoi;
mi, con elli corrono alla diabolica abſcinde cum , proyce abste; quc
forte. Dunque per il collegi, per fto Chrifto ti dice : ffaccati da eſto ,
l'amico , per il parente io deuo pe- e ſentimenti ſuoi, che non è l'Infer.
ricolar l'anima'mia Ateſsa eterna. no luogo da laſciaruiſi condurre
mente ? per compagnia . Di ciò tutto l'auui.
11 Ahi ſangue Diuino prezzo ina ſa, ti priega queſto Dio , con la ſua
finito d'vn'anima così poco prezza. diuina parola per eterna tua ſalute ,
fo : ahi piaghe bocche ſdegnoſe , e ſe vuoije ſe non vuoi, farà à qua mag
querule ditanto male: ahi Chriſto gior perditione . Dio te ne liberi.
perche morite , per chinon vuole la Amen .

LA
351
L A
PREDESTINATIONE
Per il Mercordi della Quinta Domenica
DI QVARESIM A.
Quesmea vocem meam audiunt, egrego cognoſco eas , esmu
ſequuntur me, conc. Ioan.10.
VVIENE Signcri, ineandri nellaberinto di Creta non
che vn peregrino ſi aggirauano . E non diremo noi ,
verſo della ſua pa- che quetto tale deue patir di ceruel
tria s'auuia , e così lo ? e ſe auuernico del fallo da voce
ben ſi vedesù d've an:ica , la quale toſto ilminaccia ,
na ſtrada indirize che ſouraggiunto dal.a notte impro
zato,che per eſſa camminando à di- uila, verra da crudeliffime fiere colà
rittura, non può egli far di menod' dentro aſſalito, e diuorato, con tut.
entrare ſicuriſſimamente nella ſua to ciò ci non voglia ritorre il pallo
Terra, ſcorgendo benche lontano, dalmal'intraprelo cammino ; non
già la porta diquella di proſpettiva. lo dareino noi per affatto impazzi.
Già già può dire d'hauere il piè lul- to dacatena : Hora dite , Signori,
laſoglia, e ſpirar l'aura della caſa peregrini fiain tutti noi,che s'auuia
paterna : d'vdir'i dolci ſaluti de'ca. mo verſo la patria noftra del Para
fi amici, gli affettuo fiapplauſide' diſoje già così bene ſulla ttrada del
ſuoi congionti di ſangue: già può la SátaRomana Cattolica, & Appo
far conto digodere le carezze del Atolica Fede , la mercè diuina liamo
genitore ; guitar'ıl giubilo della ſua indirizzati , che per eſſa camminan
madre; veder le feſte de' pargoletui do à dirittura nell'eſercitio dell'o
ſuoi figli; del genitore , che co'lpa- pere Christiane,non è poſſibile fac .
terno bacio ialulla faccia gli cada ; ciamdi meno d'entrare ſicuriſſima
della ſua madre , che di tenerezza mente in quella Terra felice (cor
amoroſa a giubilante viſo ne lo rie- gendo noi , ſe ben lontano ancora
pia ; de' pargoletti , i quali con ani. già la porta di proſpettiua. Hac por
mate catenedelle lorbraccia, quaſi ia Domina : lut intrabunt in came,
gioielli d'amore gli ſtejno pendenti Già già potiain dire d'hauer il piè sů
in collo ; compatendo la fainiglia la ſoglia celeſte , di ſpirar l'aura em
tutta , ma lieta a'ſuoipaſſati ſudori, pirca , ch'è à noi paterna : d'vdite i
e compiacendoſi della preſente dolci ſalut de gli Angelici (pirii no
quiete:quando che ſpinto da non sò Atri sì cari amici ; gli affettuosi ap
quale curioſità capriccioſa,torcendo plauti dell'animne bcate noftre con
fuori à finiftra in foltiſſimo boſco da giunte diſangue:già potiamo far có
ſe medeſimo fi caccia, doue più nu . to digoderlecarezze del Gepitore
meroſi iriggiri de' ſentieri Ipinoſi, Giesù, gultare ilgiubilo della Ma
fià macchiedenfe , & ofcure fiven dre Maria ; godet le fette di quelli,
gone ad incontrare, che tortuofi che ci furono figlifpicituali: del Gesi
Ditore
134 La Predeſtinatione
nitore Giesù , che fulla faccia cica della Predeſtinatione diuina ; e nel
da co'l paterno, e dolce bacio della ſecondo all'incontro quanto ſtrica
gloria della MadreMaria ,chedi ta , chiara,e ſicura ſiala ſtrada della
Paradiſine tenerezze amoroſa co’l fede con l'opere chriſtiane per arci
giubilante fuo viſo ci riempia ilſc. uare all'eterna ſalute. Che leado.
no : de'pargoletti, che con anima. gnimodo oſtinato alcuno non vor
te catene di riconoſcimento , & a- rà il pallo titorre dal mal'intrapreſo
more gioielli pretioli di Paradiſoci cammino, erinuiarli ſicuro ;diamo.
pendino dal collo al cirore, compa- lo poi per affatto impazzito , e da
iendo ma lieta culta la Celeſte Gie. catena, e ſon dal primo .
Tuſalemme à noſtri patlatı ſudori, e 2. Egli è vero, che in Dio atco
compiacendoſi feftoſa della preſen , puriflimonon li danno atti d'intel
te quiete . Et ecco fpinui alcunida Ictto , ò volontà inftà di loro, ò dal
non sò quale curioſità capriccioſa , l'eſſenza di lui diuina realmente di.
torcendo fuori à Guiliia, s'intricano ſtinti; ad ogni modo non fi può di
entro al foluiffimo boſco della Pre. Predeſtinatione aggiuſtatamente
deſtinatione Divina , doue più nu- diſcorrere ,fenon ponendo frà quel
meroſi i rigiri de fpinoſi sétieri del- li diſtintione forinale almeno per
de dinerſe opinioni ſcolaſtiche, ità intelletto , con ordine di priorita, e
macchie denſe , & oſcure di ſeicen . pofteriorità , non di duratione , ma
to quafi che dilli inſolubili difficol. d'independenza, e dipendenza , è
tà viri vengono à numerare , che più coſto di naturale intelligenza: &
tortuoſ meandri nel laberinto di eccóui ſu’l primo paſſo intricato il
Dedalo non fi ſcorgeuano . Enon boſco ; perche ſe bene la più comu
diretto noi,che queſti tali di ceruel. ne quetta diſtintione di varij inflā .
lo patiſcono: Di queſti furono quel ti diragione concede, non manca
li dell’Euangelo corréte , che Diſce. no però Cattolici Scolaſtici , che
poli prima del Saluatore ſtádo nel non l'ammettono.
la diritta via della ſalute incaminati, 3 Ma ſeguitando la traccia di chi
all'vdire dalla bocca di lui la teulo. l'ammette , eccolo fubbito in cento
gica propofitione profonda, Nemo parti diuiſa, in mille macchie intri
poteſi rapere ae mana Parris mei ; cata . Chi ponela Predeſtinatione
coifero coſto à finiftra entro dei principalmente atto dell'intelletto
bofco della Predeſtinatione loddetu diuino , e chidella volontà : chile
ta , & intricati là per le macchie , mette in Dio auanti la preuiſione
cred'io delia gratia fofficiente, & ef. dell'original peccato , e chi dopo:
ficace miſeramente perduti fi ritro. chi fa ſimultanea la noſtra con quel
vatono . Ma oh Signori ſeguitarete la degli Angeli, chi la diſgiunge ;
voi forſe le fuiate pedate di queſti chinon vuole predeſtinati gl'Ange
fcemi auuertite, badate, che ſoura - li per li meriti di Chriſto , e chi li
gionti dalla notte improuiſa di mit vuole : chi li fottiene predeftinati
le oſcurillimi dubbij , verrete dal per li meriti della Paffione preuiſta,
le crudeliffime fiere deſperatione, e chiper altriattrahenti: coſa mira
& ereſia aſſaliti, e divorati. Ma ac- bile per fino dello ſtello nome liti
tendete pur'anco cheper fare com , gano. Aliri deducendolo dal verbo
pitamente l'officio divoce amica , millere : altri dal verbo ordina,e,al 1
hoggi ſon per moſtrarui nel primo tri dal verbo proponere , & ftatuere.
luogo quanto intricato , oſcuro , & 4 Ma non ſono queſti gl'intrichi
periglioſo all' humano intellerto maggiori. Entrano tutti i Cattolici
nella vita preſente, ſia queſto boſco per yn cammino , e dicono , che
Dio

1
Per il Mercordi dellaU. Dorn . di Quareſ. 355
Dio di volontàantecedente vuole , modo non hanno tutto ciò , ch
che tutti ſi ſaluino. Vule omnes ho- è neceſſario per poterli ſaluare ,
mines faluos fieri;ma appena inoſſo e così vanno dannati ſenza lor
il primopiede, chi và da vn canto , colpa. Riſponde quella , che non
shi và da vn'altro ; ſoftenendo vna è neceſſaria per parte di quelli, che
parte eſſere queſta propria volitio. non s'hanno à faluare , baſtando
ne, e mantenendo l'altra non eſſere per eſſi l'eſſere ſoffizientemente e
valitione,mavelleità . letti alla gloria , così ordinar loro
s Cheſe vogliamo pur dire,che Dio nella prouidenza ſura Courana.
inre fi vniſcano alfine , o in modo curale ſofficienti mezzi per acqui
loquendi la diſcordia loro li troui ; ſtarla ; onde ſe vanno dannati è
mouere di nuouo il palfo ,che bipar. tutta loro colpa , non reprobanda
Lito il cronate . Per lo prino ſentiero gli Dio poſitivamente alla pena ,
và ſentenza famoſa , che auanti la fe non dopo preuifti i loro pec
preſcienzaaſſoluta d'ognimerito ,ò cati. Ma è ben neceſſaria per parte
demerito fra i tutti , che Dio vuole di Dio , che gli hà à faluare , perche
li faluino , alcuni tiano ſtati dalui prudentemente operando ,non po
efficacemente, egli altri ſolo foffi trebbe ordinar loro nella Predeti
cientemente alla gloria eletti ; in nationemezziefficaci à faluarfi, fe
modo che infallibilmente tutti ipri- prima effi:acemente no haueſſe lo
mi ſiſalueranno , ſi come tutti i se to preuiito il fine della ſalute. E qui
condi infallibilmente ſi danneran- facendoſi forte la prima argomenta
no ; quantunque e quellili poſſano comuto della ſeconda. Dio da à Pre
dannare , e queſti (aluare , non fa- deſtinati inezzi elficaci alla falute :
cendo loro Dio giuſtitimo, & ot dunque preintende loro ancora et,
tiino in cioplito o di corto, o divio ficacemente il fine della ſalute ; al.
lenza alla libertà loro . Ma per lo trimente non hauerebbe proceduro
fenciero ſecondo và ſentenza con- da quel prudentiſlimo agere per in.
fraria cgualmente famoſa ancora , cellerto,che d'eflere non può man ,
che dopo la prima eletrione ſofficié, care .
ce comune; & eguale à lurti, Dio 6 A queſto paſſo , chè graue ,ſi
non habbia eletto efficacemente al. tripartiſce in tre vie il ſecondo fen
cuno alla gloria , li come nè repro . tiero. Chi và per la prima, ſoſtiene,
bato pofisicamente alla pena eter. che può prudentiffimamente Iddio
na ( che queſto è chiaro ) ſe non dopo d'haucre tutti ſolo fufficiente
dopo la pieſcienza allolutade'me. mente elecci , preordinare ad alcuni
riti , ò demeriti di ciaſchedug . mezzi,non di natura loro,ma divo .
Se la pruna ſentenza oppone ſcrisa lontà ſua diuina efficace, co' quali ,
ture alla ſeconda , ella le ſpiega dela quantunque con libertà pienidima
la volontà amecedente, non con . di ben'vſargli , ò nò ; ad ognimodo
fequente . Se la ſeconda oppone infallibilmente cooperado alla gra
kcritture alla prima; ella le intende tia ti ſaluaranny, e queſto dice eiſere
della volontà erequente , e non gli Predeſtinati, ordinando à glial
predeftinante . Dicela ſeconda al. ii mezzi ſolo lufficienti, coi quali
la prima, che da quella polition potrebbero faluari, fe ben yiar ne
vno dei due ha da ſeguire : ò che voleffero , coine potrebbero, quan
quella elettione efficace ante preui- tunque di fatto vlandone male, in
la merita è pofta di fouterchio , co . fallibilmente li danneranno, e que .
menon neceffaria alla ſalute : ò s'; ſtidice ellere gli Preſciti . Ma chi
ella è neceſſaria, inon elctci à quel per la ſecoudaYy
via cáinina
2. ,non
lendovon
356 La Predestinatione
lendo diſuguaglianza alcuna auan anco la prima del ſecondo ſentiero
i la preuifone de'meriti,mantiene, ſteſſo , perche le altra Predeftinatio .
che Dio ti come ha tutti vgualmen . no non fi dà , che l'vltimo decreto
te fofficientemente electi alla gloria, digloria dopo li meriti preuifti, il
così a culti dà fofficiente , ò per dir numero , l'armonia ordinauiffima
meglio bafteuole gratia per acqui de' Beati in Cielo ſarebbe acciden
ftarla , e dopo preuniti meriti, ò des dentale, come nó preinteſa da Dio,
meriti , decreta ò la gloria , ò la pe- coſa che di quella cotanto atmoni
na ; onde altra Predeſtinatione non ca , e vaghillima Città è difdiceuole
riconoſce , che queſt'vluna elettio à dirli , come che diſdiceuole fa .
ne alla gloria dopo li meriti preui- rebbe il dire in terra ancora , che il
Ai;la quale da tutti neceſſariamen. numero , l' ordine, l' armonia do
te s’ammette , come chiara di fede. vna Republica non foſſe ſtata pre
Per queſto pare camminino i Padri inteſa da quelli , che la conſtituiro
Greci, in ciò pero derelitti dalla co-
no , ma per accidente riſultato ne
mune, che predeſtinatione alla gra- folie. Niega con tutto ciò queſta
tia diſtinta dall'elettione alla gloria ſeconda edere il dedotto diſdi.
non può negare . Reſta qui la terza ceuole cofa : ma eſſendo negati
via ,che àchiarczzamaggiore mi ua datacon troppoardire, reſtanel
riſerbo da vn canto . Et ecco queſte le ſcuole notata di mal'odore . Et
due vie delſecondo ſentiero adin- ecco ſalca in piedi la terza via , che
trichi frà d'elle.Se oppone la ſecon- laſciammo riſerbara da yn canto , e
da alla prima,perche non vuole in- mettendo alcuni Predeftinati con
tendere , chauendo Iddio vgual- mezzi efficaci al modo della prima,
mente tutti ſofficientementealla il Precurſore ,gli Appoftoli, che sò
gloria eletti , voglia poi predeſtina- io ; falua il numero , & ordine de
re alcuni, & alia no, ſenza che me- Beati ne' più principali preinteſo da
riti , ò demeritic'intrauengano pre- Dio,e laſciandoil rimanente al mo.
uiſti priini;e di ciò la ragione richie. do della ſeconda,dice che poco im
de ; & eccoci più che mai à gl'intri- porta , che più , è meno poi riſuiti la
chi; perche à riſpondere Gi rediuide inoltitudine de'faluandi; li come
in due parti queſta prima . Per l'voa pare , che l'ordine, e numero de
fi niega eſserci alıra ragione, che lo Magiſtrati ſij preinteſo dal Coftitu
ſtello diuino volere, che ſibi eft ratio tore della Republica, e poco impor
Per l'altra ſi concede eſſerci ragione ta , poiche più , è meno rieſcala
di congruità,non ſolo in vniuerſale, Turba de' Cittadini . Sentenza pe .
ma anco in particolare , per la quale rò, che in tutto non è bene vdia, e
Dio predeſtini queſti ,e non quegli: ſente anch'ella ingratamente allee
ma queſta parte viene più toſto à gl pari,ſpiegandoſicon termini, i qua
imbrogli , e ritripartita in tre lati ſi !! poco s'accorda :10 co'lanu Padri ;
vede: per lo primo quella ragione ſi e queſte ſono non tutte , ma parte
aſegna,perlo ſecondo li motteggia delle intricate diuiſioni, e ſubdiui 1

quali che con tiinore , ma non li al fioni, che nel ſecondo diquei due
ſegna: per vltimo li conchiude cf- primi ſentieri vengono à ritrouarſi,
fere aſcoſa in quelliincomprenſibi- il quale mette l'elettione efficace al.
ligiudicij,de'quali dille l’Appoftolo. la gloria ſolo poftpræuiſa merita ..
Ad Ro- Quam incomprehenfibilia ſunt iudi- Ne vicrediate, che ne vada co'l
ma. 11. cia cius , Ginueftigabiles via eius. mieglio il primo ; peroche oltrealle
Ma contro la ſeconda via del mede . primiere difficoltà accennate , le
Gmo ſentiero ſecondo. s'oppone quali ſono ditanto rilieuo , che le
bene
Per il Mercordi della V. Domen. di Quar. 387
bene vengono ſottilmente tratta minatione è morale , e non fiſica .
te,ad ognimodo fanno ſudar la fró . Si pace certo : le è morale ſolo , co
te à quelliingegni, cheMoſtriancome è infallibile l'atto , che ne confe
della natura per ammiratione ven- guita ? eh riſpoſte tutte , che dotta
gono titolati d'auantaggio ,hauendo mente foſtenrano l'opinioni, inano
poſta quella prima electione effica- è poflibile però appaghino l'intelet
ce alla gratiaanie prauiſa merita ; to: oltre che gli vni, e gl'altroin ſpice
mette poi d'accordo si la predeſti- gare quella gratia, quell'efficacia ,
natione delli mezzi efficacià con- quella congruità per diuerfime
Seguirla ;e quelli che a queſtomodo ftrade camminano,tanto che fanno
fono preordinati alla gloria ,chiama il boſco per questo ſentiero non me
Predeſtinati . Ma quitorto fi viene no intricato ,& oſcuro di quello fia
à centraltı grauiffimi. Altri metten- per l'altro , miſchiandoſi in ambe
do l'efficacia della gracia nella fiſica due vna quaſiinfinitàd'altri dubbij,
predeterminationedella volórà no queſtioni, difficoltà , la vuò dire a
itra . Altri in certa congruità di luo- pertamente in queſta vita a queſto
go, tempo, & c. ne' quali Dio per la noftro intelletto inſolubili, ineftri
ſcienza ſua , che dicono media , sà , cabili , ineſplicabili .
che'l preuenuro in tal modo libera- 8 Ma quello , che fà l'intrico
mente ha da cortifpondere , quan- maggiore è, che i Sani Padri guide
tunque poſſa non corriſpondere . inftituite dalla Sapienza diuina à gli
Chiedono queſti a quelli , fe la vo . intelletti noftri , acciò non errino,à
lontà noftra viene dalla gratia effi fenuino anch'eglino diuerfamente
cace , fificamente predeterminata , frà loro , ò parlano ofcuto tanto ,che
come ſi falua la libertà ? Chiedono in varij ſen li interpretare li poifono,
quelli à queſti: ſe non viene fiſica come di fatto in vacij fenli vienein
mente , come ſi può determinare , terpretato il dottiilimo S. Agoſti
efendo per le medefimnaindifferen- no, ſe pure in diuerfi tempi per ſene
te ! Queſtitipondono , cheSigno tieri diuerfi egli non è camminato .
ra degl'atti ſuoi ha potere per deter. Quei quattro Luminari poi della
minare ſemedem . Riſpondono scologica ſcuola l'Angelico S. Tho
quegli , che relta libera , in quanto mai , il Serafico S. Bronaucntura,
puo non operare in lenju diuifo, quá. P'Irrefragabile Alenfe,il Sortiliffimo
tunque non in fenfu compoſito : ma Scoto hor in tutto , hor in parte fan
come può determinare le medelt no diger le vie , e così la moltitudine
male non ha moto , ſe non è moffa? de'Scolaſtici, hora glivni , hora gli
Come ſi può dir libera per il ſenſo altri ſeguendo, inirabilmente fi mi
diuifo , fe quello non gli dà più che fehia , e fi confondo; tutti,e ciaſcu
indifferenza pallina? Che diranco no da ragionidifeſo .
quelli à San Paolo ſe loro propone: 9 Hora egli è vero , che i Santi, e
quis te diſcernio ? che diranno queſti ſcolaſtici Cattolici fe bene per lo la
alSauio , ſe loro eſpone, Deus poſuit birinto di queſto boſco cammina
2. Cor.4 . Hominem inmanu concilifand ſco . 90 , con tutto ciò ſicuri n'eſcono ,
municato è Pelagio, dicono i primi, mercè che humil ( limi feruédoſ co
[ comunicato è Lutero , dicono i le- medifilodelnon plus ſapere , quam
condi.Noi ſiamo con la gratiacó- oportet ſapere, e mantenendo l'intel
tro Pelagio , riſpondono i ſecondi. letto in caprinitatem fidei non per
Noi ſtiamocon la libertà,riſpondo- dono mai di viſta la ſicura, & ampia
no i primi . Orsù pace dicono alcu- Arada ,che la fede ci moſtra; ma egli
ni , ſaltando in terzo , la Predeter- è ben'anco il vero ,che tanti, e tanti ,
iquae
358 La Predestinatione
iqualiè ſuperbi altro filo non vo- cando. Certa coſaè, che c'è Prede
gliono, che loro apra il ſentiero che ftinatione, e fiamo in qual modo ſi
quello dellaragion naturale; ò de- fia : cerra coſa ,che ſe bene tutti fi
boli fi laſciano cauar di mano quel poſſono faluare, ad ogni modo di
della fede , aſſaliti nell'oſcurità delli fatto ſoli i Predeftinati fi falueran
dubbij ne gl' intrichi delle difficoltà no:certa coſa è ancora , che io , è
dalle crudeliſline beſtie della di fon predeftinato , ò non ſono pre
ſperatione, & ereſia , dall'vna, o l'al- deſtinato . Se ſono predeſtinato
tra vengono diuorati . Fede ne fac- ineuitabilmente mi ſaluerò : le
ciano gli erroride'Manichei, Pela- non ſono predeſtinato , inevitabil
giani , Seniipelagiani,Caluinifti, e mente midannerò ; e non mi fta
Luterani, che tante migliaia d'ani. te à dire che'l predefinato in fenfu 1

me per queſta via hanno tirate al diuilo , ò fine forma implicata ſi


l'inferno. Teltirnonij ne fiano quei può dannare , fi come il non pre.
tanti e tanti, che nelle Storie ſagre ſi deſtinato, ò vogliam dire il reprobo
leggono per queſta cagione morti li può faluare ; perche io non m’in
diſperati; onde conchiudo , è ben trico adeſio del fenfu diuifo , ne del
chiaro che patiſcano di ceruello fine formaimplicata , ſendo chedi
quelli chelaiciando la ſtrada piapa, fatto noi lianio nel Cenſu compo,ito
ficura, & vnica della ſemplice fede cum forma implicata . La prede
nell'eſercitio dell'opere ſante,e me . Itinatione , e reprobatione diuina è
titorie , li vanno con tanto pericolo già di fatto ſeguia , & è infallibile ,
dell' anime loro in queſta materia onde di fatio è fon predeſtinato , o
ad intricare . Il Teologo ne ha da reprobato : ſe di fatto ſono predeſti
trattare, ch'èſuo negorio : Lo ſcola- nato, come tale cheſono ineuitabile
ftico diſputare ne deue , che è ſua mente di fatto mi ſaluero : ſe ſono
faccenda;peròche ad eſſi appartien- reprobato, come tale che ſono, ine
Si il ſeparare dalle eretiche icomuni- uitabilmente di fatto mi dannerò. E
cate, le cattoliche probabili opinio, ſe dall'infallibilità di queſti arti Die
ni ; ma il rimanente de' Christiani, uini ne conſeguita l'infallibilità di
che ci hanno à fare : che guadagno fatto della ſalute, ò dannatione del.
hauere ci poſſono ? doue potranno l'anima mia, che mi fà ,che la ſalute ,
mai ſtabile fermar’il piede . Ciò ,ch'è ò dannatione mia ſia contingente in
poſto in opinione,può non efler ve felin fenfu diuiſo e che sò io'Quefto
ro , quantunque ſia probabile: dun- è il pallo più oſcuro intricato ,e peri
queà che imbrogliarſi, à che intri- glioſo del boſco ,alquale di neceſſi.
Cacli? à che darſi in preda à vaniti- à ogni ſentiere hà da ridurſi; e ſe à
mori, e tremori : Oh queſta opinio. queſto ſi ſoddisfà , al tutto è ſoddila
ne dice cosi; quell'altra ſoftenta co . fatto. E certo Signori s'vna dottrina
là. E per queſto l'intrichi? e per que- del ſottilifiimo Caietano non ci fod
fto timbrogli ? e temi, e tremi ? disfa, non credo, che dottrina ci sij».
eche faitu , qual dica il vero ? for. che ſoddisfarci poſſa;peròchel'altre
ſe che queſta , forſe che quella ; riſpoſte del ſenſu com polico,e diuiſo
forſe che l'vna, e l'altra s'inganna ; fimpliciter , ſecundum quid mo
ò queſto ſegreto diuino della pre. ſtrano bene , che fe'l predeſtinato fi
deitinatione cterna para forre in, falua ,liberamente ſi lalua, e non ne
vn modo non ancora indouinato . celſitato, onde potendo non coope.
Padre , dice colui , per isfuggire la rare alla gratia poteadannarli;e le 1
difficoltàmaggiore,pare,che a bella reprobato i danna , liberamente ſi
pofta andiate queito intrico intris danna, perche potendo cooperare
alla.
Per il MercerdidellaV.Dom.di Quareſ. 359
alla gratia, potea ſaluarg ; tuttauia nell'eſſer ſuo ; così mon gli conſo .
non leuano quel martırio dell'intel. guiti manco ne euitabilità , ne ine. '
letto lapredeltinatione, la reproba- uitabilità alcuna di fatto,ne anco fe
tione Diuina è infallibile ; dunque ſe cundum quid ,ina vo che più alto ,&
ſono predeſtinato,cometale che ſo- eminente , il quale lalual'infallibili
no , ineuitabilmente mi ſaluerò ; ſe tà di quelli atti diuui non porti có.
ſono reprobato,come tale che ſono, ſeguenza ne dell'vno , ne dell'altro
ineuitabilmente ini dannaro ; è vn membro di quella combinatione ,
fecundum quid,che s'attacchi a que. Di modo che ſe tu argomenti così :
Ita ineuitabilità , non fa per queito , la prouidenza, predettinatione, de
che vera ineuitabilicà non ſia;efe di creio Diuino e infallibile: dunque
fatto corre l'incurabilità, che ci polo l'effetto prouiſto , predeſtinato , des
Caiet. I. Loio fare ?Ah,diceCaiccano,veggo cretato e ineuitabile ,iotipoſlo ne.
P: qu.2 2. ben'io, che biſognarebbe trouare gare la conſeguenza : negatur , che
fup.ar.4 . vn mezzo, che falua l'infallibilità di per eſſere prouifto & c. fia inevitabi.
queſti atti diuini proudenza, prede- le . Non è ineuitabile ? dunque facà
dinatione, e Decreto , non portaffe cuitabile;negaturche per queſto ſia
inevitabilità alcuna difatto a quelii euitabile.Ma,non è ineuitabile,non
oggetti prouifti,predeſtinati, e de. è cuitabile, che farà dunque ? quid
crecati,iquali ſono di loro natura li. altius; vn che più alto, & eminente,
beri,e contingenti. E comefarai tu , il quale non è ne l'vno , ne l'altro .
ò Dottore acutiſſimo? Ego autem , Ahli ridono quìgli ſcolaſtici di Ca.
non vi apponam me contra torren- ietano, e dicono cuitabile , & ineuia
tem ,nec ajjerendo, fed ftante ſemper tabile ſono contradittorij; Intercon.
caprinitate intellečias in oblequirime tradictoria non datur medium ; dun.
Chriſti; ſuſpicor, quòd quemadmo- que falſo, che ſi poſli dar queſto tere
dum efle prouifum ,nec contingètiam , zo ,che non ſia ne l'vno , ne l'altro .
nec neceſirarem ponut in effectu pro. Ma non è la Dottuina di Caietano
uiſo : ita eleuando altius mentis ocu . da eller derita ; ma sì ben d'eſſere
los,ipfe Deus ex ſua altiori , quàm co. ammirata ; ond'o auuertiſco cid ,
gitare poffumus, excellentia ;fic rebus ch'in conſcienza non sò , cheda al
eucntibuſque prouidet , dt effe proui- tri ſij ſtato prima auuertito: che non
fum ab coſequatur aliquid altius,quã dice , cheſequatur aliquid medium,
cuitabilitas,vel ineuitabilitas ; dific ma dice cheſequituraliquid altius:
ex pafliua prouifione euentus neutrius dunque concedo , che fía due con
combinaisonis alterum membrum o tradictorij euitabile , & ineuitabile
porteat lequi. Io, dice, proteſto,che non ſi dà inezzo ;ma ſe non ſi dà va
non intendo di falimi adeſſo con . mezzo , può darli va più alto , vn più
tro al torrente della comune de’ſco eminente , ſe ineſcogitabile all'ın
laftici; ne anco aſſolutamente l'af. telletto humano , cognofcibile dal
fermo; ma ſtando ſempre l'intellec- l'intelletto diuino .Oh non capiſco ,
to capriuo nell'oſcquio diChriſto ; come ciò ſia poflibile minus de Deo
mi vien ſoſpetto , che Dio con l'ec fenuit,qui bocianih derlio credit,quod
cellenza fua incomprehenſibile fuo ingenio metiri poteft.Tu non len
prouegga , predeſtini, e decreti in il tutto quello , che lei obbligato à
modo si fatio queſti euenti crcati, ſentir di Dio, dice di bucca di San
> che ſi come l'etere vn'oggetto pro- Gregorio ,ſe non vuoi cieder di lui
uiſto, predeſtinato , decretato, non più di quello che alinielleio tuoli
fà , che per quelto Vain ſe ne con- può aggjuftare . Acquetati dúquein
tingente,ne neceſſario ,ma lo laſcia quçfto , che l'intelletto ci fi puo aes
ques
u Predeftinatione
quetare ; non euidentia veritatis in failibilità dellaprouidenza , predo
jpecie.fed altitudine inacceſibilivir- ftinatione, e Decreto diuini ,credi
turisocculta znócoine in verità,che ciò che crede la Santa MadreChie. 1

tuvedicon gli occhi, ò che tocchi fa ,e non cercarepiù sù . Chefeti


con mano,ma comein verità occul ftringe il contradictorio ,ò che dal
ja poftain altezzaall'intendimento l'infallibilità di quelli attidiuini co
humano inaceſſibile. E così il Dot ſeguita all'euento creato ineuitabi.
core in queſta cecità acquetandoſi lità , ò euitabilità ; ricorri ſubito alio
diceua . Intellectum animanoftre quid altius,che non è l'vna, che non
scalum noctua esſe conſiderās in igno- e l'altra, ma vn terzo che impene
rantia ſola quietem illius inucnio , trabile , chefaluandol'infallibilità à
melius eſt enim tàm fidei catholice , gl’atti diuini,non rende per ciò ine
quàm Philoſophia fateri cacitatem uitabili gli euenti liberi , e contin
noftram ,quam aferere tanquam eui- genti , come ſe quelli atti diuini non
dentia,queintellectum non quietant. ci fuſſero appunto appunto , e ſe du
lo tanto miacqueto in queſto , che co ti pare il credere queſto quid al
in neſuna altra coſa mi poſſo ac- tius, che non intendi, diſcorri cosi.
querare ſe non in contentarmi di Vna ſol coſa realmente fono Pater
non intendere queſto miſtero, con- nità,e Diuidità;Filiationc e Diuinità,
Gderando eſſere l'intelletto noftro Proceſſione e Diuinità ,epure Pater
in queſta vita riſpetto di ſimili verità nità ,Filiatione e Procellione ſono tre
occhio di nottola ,mercè, ch'è molto coſe realmente diſtinte , com'è pof.
meglio confeſſare eſſer ciechie nel libileche quæ ſunt eadem rni tertio,
la fede , e nella filoſofia caluolta an- non fint eadem inter fe ? fi riſponde
cora , che auuanzarſi à portar come diſtinguendo. Que ſunteadem vni
chiare quelle doritine , che non tertio incommunicabili , ſunt eadem
acquetano l'intelletto . Piglia dun- inter fe ; ma quæ funteadem uniter .
que il Conſeglio diCaietano.Opria tio communicabili non funt , vel yol
mum autem arque ſalubre confilium ſunt non eſſe cadem inter fe;ecosi ér.
eft in hac reinchoare ab his, que cer- Tendo la Diuinità comunicabile,l'ar
le ſcimus, o experimur in nobis ſci- gomento ne và diſciolto, dunque ſe
licet quod omnia que fub libero noftro u dà pena l'eſſere euitabilità , & ine
arbitrio continentur euitabilia à no- uitabilità contradittorij ( quantun.
bisfunt, proptereà digni fumuspçc que anco in queſto ci ſarebbe aſſai
na, vel premio :quo modo autem hoc che gridare ) ſciogli l'argomento
faluo , diuina ſaluetur prouidentia condire, che fi non datur quid me.
predeſtinatioc. eſt credere , quod dium,dari poteſt quid altius. Ma(di
janta mater Eccleſia credit. L'outi- rai) non intendo queſto quid altius. 1

mo, e ſalubre conſeglio è queſto co- Intendi iu quello coniunicabiles ?


minciar non la sù da capo, ma quì intendi tu , come ti polli dare vna
giù dal pie della ſcala , e dire . Io ſon coſa comunicabile à trè realmente 1

libero , che lo sò di certo , e la ſpe. diſtinte ? Non l'intendo,ma lo cre


rienza me lo dimoſtra ,dunque rutto do, perche è iniſtero di fede. Credi
cio , che cede ſotto la libertà mia , è dunque ancor queſto , che ſe bene
da me cuitabile,dunque potendo io non è di tede, fa però affai per vni
liberamente corriſpondere , e non mifterio di fede,nepotendoſi con
corriſpondere alla gratia Divina uincer falſo ſi può credere per por
la mia ſalute , e dannatione libe. ſibile .
ramente è dame euitabile . Alco- 10 Maoh Padre, dice quell'altro,
me si falui adello con queſto , la ine e la preſcienza diuina, che mi dà rá.
to ta
Per il Mercordi dellaV. Dom .di Quaret: 361
to Faltidio ? Dio ha già preuiſto ſe mutans natura rerum . Che ſe pure
mi hè da ſaluare , ò no : ſeha preui- ' non puoi capire, come falua l'infal
ſto che si , infallibilmente ini ſalue libilità della Preſcienza diuina non
tò : ſe ha preuiſto che no , infallibile fi difrugga la fallibilità dell'oggetto
mente mi dannarò , perche la Pre previſto libero,e contingente diquì
ſcienza diuina è infallibile . A che ancora , che dalla Preſcienza diuina
dunque fatigarmi , e ftentare ? ciò precise contiguita , vn che più alto
ch'è già preuſto , ſarà : quel ch'è che fallibilita, o infallibilità: il quale
farco , è fatto , non ci occorre più al- falua linfallibilica diquella , enon
tro . Hora bene,fratello non occorre diſtrugge la fallibilità diqueſto , il
manco ,ch : ( u ti moua dal luogo ,nel quale infallibilmente diceli , che ſe
quale adetlo ti troui . Mà Padre, fi. guirà non per infallibilità , chedalla
nita la predica voglio andare a caſa Preſcienza vt fic gli venga, mà per
à definare. Che occorre per queſto infallibilità che gliporta la futuri
muouerti? vedi: tanto Dio hà preui- tione fua:e qui fermandoti non para
ſto ,ſe tu deui definare queſta maiti. ſare più là . Altiora te ne quasieris, Eccli .
na in caſa tua, ò nò, quanto ſe tide- non l'intricare nel boſco, altrimente 5.3 .
ui, ò non ti deui ( aluare, ſenza tanto t'auuiſo , che corri riſchio di morte ,
di differenza : dunque ſe conchiudi, perche in queſte macchie oſcure
che per hauer Dio previſto il sì , o'l s'aſpetta la deſperatione al varco,ftà
nò della tua ſalute,non occorre, che l'ereſia in aguato .
itu ti affalighiin procurar di ſaluarti, 11 Non ciſia dunque di voi, chi
deui conchiudere ancora , che permetta il piede in queſto boſco oſcu
hauer preuifto , ſe deui, non deui ' to tanto ; ranto intricato , pericoloſo
delinare queſta mattina in caſa tua, tanto , e chi per diſauentura ce l'ha
non occorre, cheti moui per andare uelle poſto , ah ritorni ſubito à die.
à quella volta ; perche vgualmente tro , rimettendo il tutto ne gliabiſti
nell'vno ,e l'altro la Preſcienza diuic diuini , e cosi rinfauito firincamini.
na è infallibile : epure dice S. Bona- nial Ciclo per la ſtricata , chiuſa , fi
uentura de Predeſtinatione c. Qui cura , & vnicaſtrada , che la fede ci
fic argueret , rationiconſentiret ,ar. addita . Grida la fede , e non può er
gueretur dementie : ſe vinto dall'are rare, cheDio vuoi tutti ſalui: Deus 1. Tim .2
gomento te ne Iteffi iui immobile , vult omnes homines faluos fierr: qui
Lareſti conuinto di pazzia ; pazzo dice tuiti,non eſclude alcuno ,e così
dunqueſei, ſe allo steſſo arrenden- vuol ſalui gl'Infedeli; e perciò dà lo
doti,tefti d'affatigarti per la ſalute . ro gratiabattante,per arriuare al co
Eh che le coſe non ſeguono perche nofcimentodella vera fede , onde
Dio l'habbia preuifte nò ,ma Dio ſoggiunge lo Spirito Santo , Et ad
l'hà preuifte , perche haueuano à ſe. agnitionem veritatis venircivuoi fal
guire.Io non ſono venuto in perga. il peccatori,e però dà loro gratia
mo queſta mane, perche Dio haue- baſtante perconuertili. Nolo mor
ua preuiſto , cheio ci ſare, venuto : tem peccatoris , ſed pemagisconuer .
maDio hà preuiſto, che ci ſarei ve- tatur, eo viuat:Vuol ſaluilitentati,e
nuto , perche io ci haueuo à venire ; però dalorogratia baſtante per non
che ſeio non ci fufli volutovenire, cader vintiin peccato . Non permit, 1.Cor.io
comeliberamente poteuo ;Dio non tet vos Deus tentari ſupra id , quod
hauerebbe preuitto , che io ci haue. poteftis, e finalmente vuol falui tutti,
to à venire. E' la Preſcienza diuina e maſſime li ſuoi fedeli Deus Jalur .
alto puro dell'Intelletto di Dio . Et tor omniū maxime aüt fidelin, eperò
alius Diuini Intellectus non eft im , dà loro gratia baſtante, per oſſeruare
Zz la
362 La Predeſtinatione
la legge diuina, e perfeuerare in gra- lo ,e l'Orizonte conl'Equinottio co ?
tia fino alla morte e di queſta veri- incidente , hanno da vn'Equinottio
tà ne ſono pieni i ſagroſanti Concilij, all'altro mai ſempre il fol di ſopra ,
mallime Araulicano,c Tridentino . dall'altro all'yno mai ſempre ſotto
12 Potiamo dir qui col Salmia diterra : pure fi potrebbe dare vna
P /.18.. fta..Nec est qui ſe abſcondat à calore valle tanto angufta , e da così alci
cius non c'è luogo, ouenon giunga, monti circondata all'intorno , che
il raggio, il calore, la luce della gra- non vedeſſemai ſole; mercè che
Clem . tia diuina. Onde beniſſimo dite nell'altezza ſua maggiore del Sol.
Clemente Aleſſandrino . Nullis ce- ftitio , che noi chiamiamo eftiuale 1
Ale.. ad
bort ex latumeft verbum , lux eſtcommunis, nona trouail ſole ; più alto dall'O. 1

Genr . omnibus illucefcit hominibus , nullus rizonte, che quello 23. gr. e mezo ,
est in verbo cimerius. Dio chiama che frà l'Orizonte ſteſſo , e'l tropico
tutti alla ſalute , illumina tutti , aiuta del Cancro li trouano tramczzare ;
tutti,ne in queſto negotio del faluar . ma io,cheche ſia, ſpiego quì adeſſo
fi ſi troua chi veramente ſi potra il Commentatore di Clemente , &
chiamar cimerio. Cimeri dice qui il almio ſentimento poco fa, che que
Commentatore Populiſepleniriona. Ai Cimerijtaliveramente ci ſijno, ò
les ſuntadeo aſole remoti, ve velint , più toſto s'infingano : Cimerit o c.
molini, perpetuo cogantureffefub iene- dunque non giunge mai Sole nel
bris:Popoli ciſono nell'vltimeparti cimerio Paeſe, ne ci ſi vede mai lu
Settenttionali così dallole diſcotti, me , ma nella materia della ſalute .
che iu mai fi veſte la terra d'erboſo Nec eft qui ſeabſcordat c. dice il
manto , ma ratiuolta frà le lenzuola Salmifta : Nullus est in verbo cime
dibianca neue,nuda ſi reſta ſempre, rius Oc.dice Clemente: Dio chiama
perche non c'ègrido di galli, che la tutti, cocca tutti, illumina cutii , e và
riſucgli dal ſonno , inercè che ſicuro moſtrando à tutti la ſicura , e vera
la notte poffedendoci il Regno ſuo, ſtrada del Paradiſo ,dando forze ba
non vi tiene ſentinella , che l'anuiſ ftanti à tuttiper camminarui. E qua
dell'arrivo del nemico giorno; onde le è queſta ſtrada ſe nó queſto Chri
non vedendo mai l'ombre zagaglia fo chediſſein S.Gio : Ego ſum via? 10.14
di raggio ſolare,che minaccioła cac- lo ſon la ſtrada ? Le ſtrade , ſcriue
ciando in fuga le vadi, in giro a'cor. Tomaſo Santo ,ſono comuni a tutti
pi , imınobili à bell'agio ſedendo si per vn certo lus naturale,e leggico
itanno ſempre all'intorno cingendo munemente accettate , onde è pro
i corpi {teſti: così non entrando in hibito à chi li fia l'occuparle ,nevhà
quei confini alba,che ſparga roſe,lu- preſcrittione, è corſo di tempo im .
ce, che indorile biade, caldo, che memorabile , co'l quale ſi poterlo D.Tho .
maturi i pomi ; sbanditi reſtano da acquiſtar ſopra d'effe lus alcuno Vię de Re
quel paeſe la Primauera , l'Eſtate , e comunes funt omnibus quodam iure
l'Autunno , onde con un Inuerno naturali; legibus Gentium ;propter gì. Pric . 1.2.C.12 .
continuo in vnaperperua notre for. quod prohibentur à neminc occupari,
***

zatamente ſtanno ſepolti gli habita. nec vlla prafcriprione, nec quoque
tori, che Cimerij vengono nomina- temporum curfu iusde eiſdem polet
ti . Perdonatemi Signori intendenti alicui acquiri: Er à ragione. Turti
disfera , ſe porto dottrina , che pare hanno piedi, con che ſimouano ;
alla ſcienza voftra ripugni : sò , che occhi háno tutti,co' qualiil paſſo va
non ſi dà emisfero,il quale non vene dino regolando;e Dio fece coinunc
ga illuminato dal ſole. Quelli vltimi à tutti la luce,la quale ſe propria for.
paeſi là, che hanno i Zenit co'l Po- fe ftata d'alcuno , pretioliflima non
ſi ſa

1
Per il Mercordi della V.Dom. di Quareſ. 363
fi farelb : pagata col fondo di Pat- Celette ouil: aci citano la mia fede,
tolo ,co'i Perù ,con l'Eritreo: ma che Oh lodata la M.V.D.noi fiamo tutti
prò fe godendo il beneficio della fedeli cuiti profeſſiamo la fede vo
luce ccmunc, fofle regato al inen Ara fanuſfima:iutti dunque godere
dico la difcoperta Atrada , per quale mode paſcoli eterni dal Paradiſo ,
ei mendicare potelle ?fatebbe la pochch figliuoli, non baſta queſto fog
uertà al pouero ceppo a'piedi,ceci giunge Chriito Vocem meam a.
tà all'occhio ;ne d'alero gli ſervireb diuni, o fequuntur me; dopo che ha
be la luce , che di carnefice ch’in no accettata la fede, moyono poi
punte acute d'vn defiderio fuftra- anco il palla, e vengono all'opere
torio lo trafiggeſle. Sono dunquc le alla fede corriſpondenti.
ftrade ragioneuolimēte comuni. Via 15 E coſa credete voi fignificaffe
comunesſuntomnibus,nev'ha chife quelfatto dellaGenefi?Vuoleil Pa. Gen.c.7 .
le poſia appropriare: Dunque que triarca Iſaac conſtituire erede il fuo
sto Chrifto ch'è ( trada , e ſtrada di primogenito Eſau ,e gli dice . Sume
falute. Ego luam dia, è comune à lui. arma ina,Phareiram , arcum ,
ti ; ne vhà , chi ci poſſa impedire di egredere foræs:preſto dà di mano al
camminare per eſlo, eper effo giun- l'arco, alle freccie, e falta fuori alla .
gere ad ello in Paradilo . campagna , doue incontrata la Sel.
13 E come ſi caminina per qus- waricina , pigliala dimira, e per farlo
fta ſtrada, fe non co'l pie della fede, più aggiuitaraméte chiudi l'occhio
fe non co'l pallo dell'opere merita finiftro,aprendo il deftro ſolo, indi
rie ? Il chriſtiano adunque, che ope- ſcoccando il colpo‫ܝ‬, acciò
a che lento
rarà fantamente con perfeueranza non ſi perda in vano nell'aria , ado
finale , ficurillimamente G ( aluarà praci forzoſamente il braccio : e così
come vitioſamente operando ,ſe ta fatta la preda , appreſtami quella vi
Je è colto nel fine, ficutiliffimament. uanda,che ſai mi è digulto maggio-.
te li dannarà: peroche queſte ſono re . Che ſtrauaganza è queſta che
le dicitiffime trade ,che conducono hà da fare l'vno con l'altro ? coman
licurillimameute al Ciclo , Sall' I.dano forli le leggi , che prima che't
ferno . Cominciare pertanto adeflo figlio fia conſtituto erede dal Pa
à dare vn paſſo di gigáte con l'ope dre,vadi alla caccia, e fatta la preda,
ra caritatiua d'vna groſſa elemoſi- cambiandoli dicacciatore in cuoco,
na, che quanto più nel darlo v'allar- deponga l'arco , e pigli-la pentola ;
garete, canto più alCielo vi ritrouia . gitu le freccie , e dj di mano al me
sete vicini. E quireſpiro . Icolo , & apparecchida mangiare al
Padreiftello ? Il Lirano senzame!
PARTE SECONDA . terei oglione fale riſpóde quì. Quia
filius recipiens beneditionem debet
14 Tricata , e chiara, ficura , & Patri preſtare obfequium ,o feruire
Store
vnica è la ſtrada della fede ,
aggiunteui l'opere buone per arri.
e in meniu . Il figlio , che ftaua per
riceuere la benediccione della pater.
uare al Paradiſo , e biſogna ſcapric- na eredità , doueua preſtar'oſſequio
ciarſi,che non ſe ne troua altra coltoal Padre, feruendolo in iiniltero di
al Cielo, parlando de gli adulti, che tavola. Ahſe queſta è figura, dicia
hanno l'vſo della ragione ,che non mo nel figurato . Il cibo del noſtro
m'intrico ne' bambini, ò ne' pazzi . Padre Chuſto,è l'efecutione del vo
Ques meeldice Chriſto nell'hodier. lere dell'eterno ſuo Padre . Meus
loan . 4 :
no Vangelo )Vocem meam audiunt: cibus eft , ut faciam voluntatem Pam
le mie pecorelle, l'anime del mio tris: & il leruirlo noi inminiſtero di
Zz 2 quee
364 La Predestinatione
queſta tauola ſarà l'oſſeruare la di- la volontà del inio Padre Celefte 5:
uina legge , viuendo in opere fan- altrimenti ſe la coſa fermeraſli nel
Zo Thef. te, percheHac eft volunias Parris, chiedere,non occorre, che a Paradi
fal.4. San &tificatio veſtra.Vuoitu dunque, lo penſiate, ch'altro per lo Paradiſo
o Chriftiano , la benedittione della ci vuole , che'l farmi sberrettate , &
celeſte eredità dal tuo Padre Chri- inchini, dandomi del Signore. Oh :
ſto là nel Giuditio finale,quando di.. che eccellentemente diſſe quì Ori
rà Venite gene e :
Oc. preſto da dimano all'arco della Dei; ſed in virtute: non in nomine fom .
volontà, alle freccie degli affetti di lo ſatisfacies Domino;fed in vocaisa . 1

uoti, e ſalca fuori alla căpagna della ne dileétionis , charitatis : in con-


legge diuina, doue incontrata la fal- feffione, & emendatione, e aſſertione
uaticina del diuin volere, che ti vuol veritatis, in obferuationemandato
giuſto , pigliala di mira in vn retto , rum eius,o operibus bonis.Nons'ac .
.conoſcimento , e per farlo più ag quilta ilParadiſo per benchiacchia
giuſtatamente chiudi l'occhiofini rare nò;maper ben'òperare:non re-
itro ,chemira l'intereſſe tuo proprio, ſta ſoddisfatto il Signore, per chia
& apri il deſtro ſolo , che guarda ali marlo Signore nò ;ma biſogna co”
puro honor di Dio : indi ſcoccando fatti riconoſcerlo tale , amandolo ,
con l'aiuto diuino il colpo del riſo . ſoddisfacendogli con penitenze, ré
luto propoſito , acciòche lento non dendogli tributo d'offernanza de
fi perdain vano nell'aria d'on voler ſuoidiuiniprecetti, & honorandolo
ſenza effetro ,adopraci forzoſamen : con opere lante , e meritorie.
te il braccio dell'operacione;checo 17. Potiamo dire, che queſto ne.
sì fatta la preda della tua giuſtifica.- gotio preſſo la Maeſtà Diuina paffi
tione, & appreſtatone al tuo Padre, in certo modo, come paílaua preſſo
e Signorei guazzetto d'amore quel a'Greci la ſtimade Filoſofi, de gli
cibo , che più gli piace , n'otterraila Oratori: Apud Gracos ( ſcriue Lattā .
benedictionebramata ; ma non già tio maiori in gloria Philoſophi,quam Lallan .
ſe otioſo te ne reitiin cafa fedendo ,. Oratores fuerunt. Preſſo a Greci firm.di.
à vſcito fuori, e viſta la ſaluaticina erano più ſtimati i Filoſofi , che gli uin . luo.
deldiuin volere,te la laſci neghitto , Oratori. Io nie ne marauiglio:per. ſtie.li.lo.
ſo fugir d'auanti. Quia filius oce che i Filoſofi , come per lo più di 1 ..
Mam7.. 16 Mavnbeldubbio Signori dif- ſprezzatori di queſte coſe terrene,ſe :
ſe Chriſto nell'Euangelio Petite,onandauano ſtraccioni,diſcalzi,rab .
accipietis; dimandate, e viſarà dato;, buffari ne'crini all'vranza d'vn Cra
duoque ſe dimandaremo il Paradi. te,e d'vn Diogene; a' quali ſi poteua.
ſoci ſarà dato il Paradiſo :maper di.. aggiuſtarequel trito; pouera.e nuda
mandare non ſi richiedono fálti;pe: vai Filoſofia;magh Oratori, i quali
coche baitano le parole;dunque per erano come gli auuocati de' noftria
andare in Paradiſo non ſono necef- tempi , che doueuano veſtire graue.
ſarie l'opere , fendo, le parole ſoffi mente le roghe di ſeta , tenere l'a.
cienti; eh riſponde lo ſteſſo Chri, nello dorato ,gemmato in dito,cal-
{to , e nonmiſon’jo chiaramente zari guanti delicati , muſchiati , e :
Mar.192 ſpiegato in S.Matr. Non omnis qui portar la barba'; e i moſtacci così:
dicit mibi Domine Donzine intrabit. à filo aggiuſtati , che guarda che vn
d'ordi..
in Regnum Caelorum , ſed qui facie peluccio ſolo n's ſcilic fuora pena
voluntatem Patrismer Altroci vuonanza à traverſo , che c'era il :
le che colc parole; chiedete sì, e vi taglio , come à ſoldato che ſi trouaz
Cara dato,macon patto , che facciate. sbandato dalla ſua truppa ; appunto 5

appunt
Per ilMercordädella Domen. V.di Quar. 365
appunto come fanno alcuniancora ſcoperida Chriſtiano , ò nò : fe si;
de Signori Dottori de’noftri tempi, ftattene allegro , gioiſci, fà feſta, é
i quali per portargli meglio aggiu, perſeueracoraggioſo, che tieni il
ftati di giorno , gli tengono fopre: migliopſegno che fipoffa hauere d
{ ciati con la bigotiiera la notte : oh effere predeſtinato ', dihauertià fala
econ tutto ciò erano più ſtimati i Fi : uare : le frequenti i Sagtamenti ,fe:
lorofi, che gli Oratori ? Si riſpon. fuggi a tutto potere il peccaro nor-
de Lattantio ,maſaiperche? Illi.no tale, anzi l'occaſione anto remota .
mečtè viuendi Doctoresfuntexiſtima. di peccarmortalinente ;ſe quando:
ti, quodlongèeft præstabilius : gliO. per fragilità v'inciampi, corri ſubito
ratori erano maeſtri del ben parlare, pentito àconfeſſarci,ſe ti eſerciti in
perche officium oratoriseft bene dice- opere di miſericordia, di pierà,didia 3

ne; e con le belle chiacchiare lodas uotione: oh gtan ſegno ,gran ſegno
uano le virtu , biaſimauano il vitio ; dicterna ſalute , d'effer ícritto nel
perſuadeuano à gli altri abbracciar numero de Cittadiniceleſtidi quei
quella , e fuggir queſta ; e procura- felici, e beati ,che goderanno ecer
uano ,che foſſe condénato l'iniquo, nainente di Dio . Ma ſe tu ſeidi
e l'innocente alloluto ;;ma quanto quelli , chenon ſicurano più dipec- :
all'operare, oh tiano teſtimonijdel car moralmente , chediſputare in
la loi vita le bugie , che diſſero in terra; che ſi confeſſano ſolo , e cosi
genere demonſtratiuo : gl'ingannig , là diforma alla Paſqua; checaduci
· che teflcrono in genere deliberati- in peccato vna volta , ſi laſciano la :
uo : le ingiuſte arlolutioni de' rei , e briglia in collo del reſto , e non tro .
condenpagioni de’giuſti, che pro- uano conto di confeſſione;chenon
curarono in genere giudiciale ;ma vanno alle Chieſe,ſe vo per far mer
ifiloſofi erano maeſtri del bene o cato , e caſa di paſſarempo : ohmal
perare , non ſolo in voce inſegnan .. ſegno;malſegno d'eſſere de' repro
do , eleggendo i trattati delle virtu : batis di quelli , ch'hanno d'elere
inorali ; ina prudente , giuſta , forte;, condennati all'Inferno; di quei Me-
etemperatamente viuendo, nel go- ſchini, di quelli infelici, chenon
uerno monaftico , economico , o vederanno inailá faccia di Dio, ma :
politico della perſona, fameglia, e sì ben quella del Diauolo per tutta .
Republica loro , coſa ch'è dimolto l'eternitá entro le fiammedell'in
maggiore confiderarione , & eccel: ferno ..
lenza : e però ragioneuolmente n'- 19. Omnis arbor (dice Chriſto )
erano più ftimati . Ah ſono d'altra que non facit fructum bonum exci
foſtanza i fatti , che le parole: e però detur , Ô in ignem milletur : e qual' Mat.7 :
Dio fà più.conto di quelli , che di è il ſegno migliore , che la pianta ſi
queſte , e con ragione .. Jaſcierà in piedi , fe non il far buoni
18 Conchiudo per tanto , chieli: fiutti ? equale, che tagliaralli da '
nico , che'l ſicuro ſentierod'arriuate piedi, e gittaraſsi ſu'l fuoco , ſe non
al Ciclo è la fede nell'eſercitio del cellar di produrre frutto, che vaglia?
l'opere buone , che alle poche forze Dunque siate voi certi, che tutti gli
di ciaſcuno aiutare ſempre m'inten, alberi, i quali non produrrāno buo
do,e folleuate dalli aiuti diuin ; fono ni frutti , vuò dire gli uomini tutti ,
poflibili;e però non cercare, è Churia che non faranno opere buone, ver
itiano , altro feguo migliore dell'el- ranno tagliati , luati da queſta vita !
ſere predeſtinato , o reprobato . Tu finibilc ; egittati ſu'l fuoco vn gior .
haigià per gran miſericordia di Dio no di quell'eterna : omnis, omnis ,
la.vera fede, conſidera mò , fe yiui, tutti tutti divnoin vno ſenza riſpet-
to
ne
:366 La Predeſtinatio
to , ſenza riſguardo à ſtato, à condi daerlei'humile,e pronto all'obbedi
rione di chi li ha. Omnisarbor (dicerc : le libero , non haida eſsere fu
Origenelidest omnis homo,fiue Rex , perbo , ina diſcreto nel comandare :
fiue fubregulus , fiue Princeps, fiue le giouane , hai da viuere modeſta
jenior: nulli parcitur, nulli bonor de caltamente : le vecchio, hai da et
fertur;ſed omnis arbor, fiue diues,li- Sere di virtuoſo eſempio a’gioua.
ne pauper , fiueferuus, jiwe liber, fiue ni ; altrimente facendo tutti tutmal
suuenis , fiue ſenior non ferens fru l'Inferno, à penale nel fuoco eterna
& tum , abſcindetur , in ignem mente : Principe, che tranneggia ,
mitretur : queſta è l'vnica itrada , conſigliere , che radilce , offiuale ,
Þvnico mezzo per arriuare al Para. che allaflina : tico cudele;poucro
difo , per fuggire l'Inferno , opere mfolcnte ; ſeruo iuf dele ;libero-fu
buone in vera fede : la legge è un perbo; giouane fcalpeitiato ; vec
uerfale , che ogn'vno cammini per chio ſcoltumalo ; tutti , turi fior del
queſto dritto lenuero;' Rè,o Pren: Paradifo; lutti tutti dentro all'Infer
cipe, ò Porentato , ò perſona di Go- no . Omnis arbor, que non facı OC .
uerno, di Conſiglio, che ſij, hai d'o- · Ma Puncipe benigno , e giuſto ;
perare fantainente, di far giuſticia , conſigliere fedele , e reito ; officiale
di proporre il ben pubblico al ben incoriollo , e prouido, ricco elemo.
priuato , di mortificare l'amor pro. finiero; pouero paciente: feruo lol.
prio, di vivere Chriſtianamente , lecito , e manſueto : libero , affalje
Ofſeruando li precetti diuini, altri- le , edolce : giouane coſtumato , e
méti tutti tutti all'Inferno ſenza vn caſto : vecchio eſemplare, e prude.
riguardo al Mondo , ſenza riſpetto te , perfeuerando in gracia diDio ,
che ſia . Ricco , o pouero, ſeruo, ò tutti tutti in Paradiſo compagni de
libero, giouane , o vecchio hai daw gliAngeli ; Caualieri dellaReinas.
operar ſantamente, hai da viueres del Cielo , coheredi di Chriſto
conforme alla fede, che tu profeſsi. & addottiui figliuoli del Padre eter
Se ricco , hai da fareleinolina , le no. Che lo conceda il Signore à cut
poucro, hai d'affatigar fedelmente , ti noi,& al rimanente de' ſuoj fede
cviuere con patienza: ſe feruo,hai li. Amen .

LAGRI
1
367
LAGRIME
DI MADDALENA
Per il Giouedì della quinta Domenica
di Quareſima.
Mulier, que erat in Ciuitate peccatrix , ut cognouit
quod ieſusaccubuiſſet in Domo Pharifæi,attulit
alabaſtrum vnguenti, eg fans retro fecus
pedes eius , lachrymis cæpit rigare
pedes eius. S. Luc. cap.7.
JH chi midaffe , o ta d'innanellate chiome teſluta,cac
Signori , trion- ciatricedi cuori predando l'huma
fante corona di ne voglie ,melareparole dalle roſa
verde alloro ,on- te labbra fillaua ; laſciui odori per
de n'incoronalfi ogn'intorno ſpiraua . Mulier qua
le tempie intrài trat in Ciuitate Peccatrix . Eccola
• pittori tutti di illuminata nell'anima dalla ince in
Luca Santo l'Euangehſta. Venga in creata , penitente entrata doue
oppoſto vn Zeuſi,s'auuanzi a rin- Chriſto conuitato ſitroua; e vergo .
contro vn'Apelle, che forza è pure, gnofa d'aſpetto , dimella di faccia ,
che le pitture dell'vno , che li ritrate inchinata di fronte , timoroſa, e tre
ti dell'altro cedano la vittorioſa fró mante non foffrendo gli ſguardi,al
de alla delicata pittura , al gentil ri. le ſpalle fi ritira ; oue humilmente
tratto , che'l pennello di Luca nella diſprezzata, e negletta a ' di lui pie
tela del corrente Vangelo ſpiritoſa di accoſtata; ſcapigliata la chioma ,
mentc in eccellenza ci laſcia deli. intorbidita le luci , impallidita le
neato . Vagheggiatelo per corteſia guancie , fatic vrne degli occhi , e
meco , e datene poi la ſentenza . V. delle gote canali , verſa lor ſopra lo
nadonna, che già nella Città diGe. fpirto disfatto in pianto ; e negli af
roſolima peccatrice famoſa ſen’an- ſciuga , teſſuto de'crini vn velo ; c
daua per le pubbliche piazze , fol- cauandofi dall'alabaſtro del petto la
leuata difronte , sfrontata di faccia , foaue miſtura de’ ſinghiozzi, e de'
sfacciata d'aſpetto ; nulla pauentan- baci ,mentre da vaſo alabaſtrino
do l'incontro più maeftolo,eſenile: pretioſi vnguenti pur caua , con gli
e baldanzola , & ardita ſull'ali leg. vni, e gli altri amoroſa non meno ,
gieri delle viuacipalpebre, faceua che odoroſa delicatamente ne gli
volare inille anjoretti impudichi ; vnge , e lambe : Vi cognouit quod le
da gli archi d'ebano delle nere ciglia ſusaccubuiſſet in domo Phariſai, at
ſcoccaua mille auuenenate ſaette tullit alabastrum vnguenti, o ſans
di ſguardi inoreſti; e conrete dora. retrò fecuspedeseius, lachrymis cils
pit
368 Lagrime di Maddalena
pitrigarepedes eius,ornguento in- zata da vncanto vna maeſtoſa cre
gebat, Signori ? ſi può quidare più denza, in fulla quale in ben concer.
nobile ,più ſpiritoſo ritratto ? nota- tata moſtra lampeggiano ſeicento
te quelfianco ; non pare , che Lalci vaſi d'argento ; dall'altro diſpoſta
al cauare de' fofpiti? olieruate la vna gratioſa botteglieria,chein mil
bocca , non fà moilra , che ſuoni at le limpidiflimicriſtalli riflette la va
ſuggellare de'baci? Contemplare rietà del conuito,econuitanci.Han-.
quei crini, non taſſembrano di ſué no le ricche tauole d'artificioſe pie
tolare allo ſpirate dell'aure afferma gature di bianchi lini , non meno
l'occhio , che realmente gonfiano i che di frondi, e difiori gentilmen
muſcoli al rimaneggiarſi di quelle te adorne ; & affiftendo all'intorno
mani : protefta l'orecchio, che real- de' conuitati corteggio numeroſo
mente gli ode i crecchi dell'alaba.. di Scalchi, Coppieri, Paggi, & altri
ſtro , ch'è infranto , giurano le miniſtri con le touaglie apparecchia .

nari , che realmente ſentono la fra- te alle braccia ,i ferri alleftitialle di


granza , che dall'vnguento ſuapora. ta , i piatti pronti allemani; data l'
Ma vaglia il vero , che femi alletta acqua à lauare , eccoti in ordinate
l'vnguento, ſe mi diletta l'aſpetto , ſchierele moltiplicare portate dicē
ſe m'irretiſce la treccia, ſe mi com- tointingoli ,e faporetti,di varie frut
moue il ſoſpiro ; ah quelle lagrime, ta, e cófetture mirabilmēte códite,e
che da gli occhile vengono,mitol regalate sfumano per ogni lato ſa
gono , mi rubano dal ſeno l'anima. poroli i cibi,allettando a piarti;ſua
lo le veggo ſcaturire dal cuore,on porano per ogn’inkotno odoroſi i
deggiare nel petto , diſtillare dalle vini, inuitando a'bicchieri; mentre
pupille :fluide per la faccia correnti, vna ſinfonia feſtoſa riempie l'vdito
cadenti in aria , zambillanti sù i pica di muſicali concenti. Oh e non
di del Saluatore; che care tanto le vogliamo , che il Saluatore gradille
hà in grado , quanto auuenturoſe , vntanto honore , che gli era fatro ,
emirabili appaiono in Maddalena; e guſtaſse di quelle viuande con la
che queſta è la penitente donna qui difcretione, e temperanza ſempre
figurata. Piacciaui dunque data già adeflo douuta ? Per me , riſponde
la coronatra pittori à Luca, dare à Griſologo Santo , ſon di contrario
me su queſti puny l'orecchio , che parere: Pharifti domum Christus D. Pet.
delle lagrime diMaddalena diſcor- intrauit,non accepturus ludaicos ci ChryfoL
Chriſto ;,falubriad ella , e tra fiam- melle , floribus odorata ſumpturus . ſer. 95.
melle d'amore mirabili della ſteſſa Non entrò Chrifto in caſa del Faria
Romita Contemplatrice. Ma men- feoper inangiare , per bere dique'
tre à me date l'orecchio , tenere à cibi, diquei viniper ſaporoſi , per
voi Signori la lingla , acciò in diuo- odotoli che foſsero . È che c'entrò
ta quicte donar poriate ilcuore à gli dunque àfare?Ah ſoggiunge il San.
affetti più viui di penitenza , & 114- to : Sed penitentis lachrymas ex ip
comi ncio . fis oculorum fontib.potaturus: Deus
2 Chi l'indouina (dice Griſologo delinquentium gemitus efurit , fitie
Santo ) ſe Chriſto in queſto giorno lachrymaspeccatorum : Conobbe
entrare in caſa del Fariſeo permã. Chriſto , che la penitente Maria ha.
giare delle viuande diquel conuito ; ueua d'entrare colà ad imbandirgli
ouero per altro affare Ma come vn conuito di penitenza ; trincian
Griſologo, e c'è forſedubio di que doli nel corallino piatto della bocca
fo: entra in quella caſa, e vedrai al., il cibo de'gemiti; offerendolinella
CO
..

Per il Giauedidella V.Dom. di Quareſ. 369


criſtallina tazza all'occhio la beuā- uola il rimaneniu, perche Maddalea
da delp áro ; e però queſto ,e nó qua na è compitiſlina Dama, e non per
lūq; altro apparecch o egli venne à metterà , che corra qui il manca
'guitare; qui călittédotutte le ſue de mento d'vn iota.Che manca? Man
fitie :Deus delinquentiū , o c.Maveg : ca il bere ; il bere , feuza il quale ne
giamo di gratia te il.cóuito di quegli conuiti tuuo ènulla,eco'l quale an
era paragonabile al couito diqucfta . co il nulla viene il molto : faccia
3 Che dicidel cóuito del Fariſeoz portar da bere :tocchi la miglior
che trà maeſtoſa credenza , e gia . borre di caſa , che di mangiare c'è
rioſa bottegliaria egli hà poitoleta- di vantaggio, & ilFarileo ſiyania da
uole fiondeggianti, fionie, dibian hauersfiorata la cantina del ſeio di
chi lini addobbate ; co'l pane al pee Tebe . Eh non mancailbere, tiſ.
fo , & alcandore vna itella bamba- ponde il Santo , che le foenitentie:
gia , con le piattanze al ſapore , & ponit menlam , fercula.compunétionis
all'odore vn neuare , vncimiaina ? apponit , panem doloris infert ; porum
e Maddalena ( ſcriueGriſol. Santo ) lacrymis temperat in menfurai.do.
Pænitentiæ ponit menfam ,ferculajā pole tauole polte , portato il pane ,
punétionis,panem dolor is inferi:qua. le piattanze arrecate ; miſchio che:
fi che voglia dire : entra nell'anima più gradiua al Signore ) foauiflimo
diMaddalena,e trovarai da vn ca- liquore dolce , e piccante ,vna foa
to maeſtoſa la credenza dell'intellet unlimabuyauda di lagrime, caccia-,
to , in ſulla quale in ben concertata te dalla botte del cuore, per il cana
moſtra di ſeicento ordinare ſpecie letto dell'occhio con la chiave:ta .
mentali lampeggiano i conoſcimé dell'anipic . Quoniam dilexit mul
ti più chiari de'precettidiuini;dall' ium . Ohe che più deſiderar fi po
altro diſpoſta gratioſa la bottigliaria teua per four'eccello del tutto ? fora
della memoria , che in mille più vi- fe lamuſica , la ſinfonia , che riſuo .
uaci ricordi riflette la varietà delle na nella ſala del Fariſeo ?Senti,fog ,
traſgrellioni pallate; & infrà lvna, giunge Griſologo : o ad delicias
e l'altra ſulle cauole del penitenten Deilatis rotas , totam pulfal cordis
volere imbandisce il conuito di pe ſui, o corporis sympboniam ; organi
nitenza . Quiui fteſi i bianchi lui planétusdat clamorem , cysharams
d'yntimorolo filiale palloie, trà fro , per fupitia longu modulatur,gemitus
di , e fiori di penſieri, e picpofiti di aptat in filluam ; O dum pectus , ipo.
mutar vita :, få ſpiccare ilpane del fam confcientiam arguens, fæpèpero
dolore : pane,che formato colle fa culit , facut placirura Deo cymbalas
rine dello ſpirito diler contrito, pur, perfonare: & à delicie tutte della ter
gatiſſimo d'ogni femnola , e terra di ſa Deità del ſuo Signore tocca la có .
tema ſeruile , nd'iniereile terreno , urtante penitente la ſinfonia tuita
candido , e leggiero àmarauiglia del corpo , e dello ſpirto : Organi
tutra ſi dà à vedere : arrecandoui planétus dat clamorem : piange , e
poſcia le piattanze della compun . mentre piangendo , premegli atta
tione si tenera, e delicata , cheodo. fti delle pupille , da mantici delle
rando d'affetto di Paradiſo in melis viſcere oppreſſe anjinate le canne
flua dolcezza ſquagliando vanno : del collo , iclamor d'vn'organo fà.
Pænitentie ponit menfam ,-oc. Ola riſuonare : cytherain ☺ c.folpira , e
mentre con i ſoſpiri, che ritrac dal .
bel conuito, o Grifologo, ò delicio :
fo apparecchio :manon ci hà poſto cuore , feriſce le fibbre interne del
ancora la corona del tutto ; Eches leno , le rintrecciate botte d'vn'ar
modulando..6.com
ci manca ? preſta che ſi porti in ta , monioſa cetra vàAa ? milus,
370 ) Lagrime di Maddalena
mitus & c. gemc, e mentre gemendo guardi: geloſo , che il Sole fterfone
gonfia le gote , e sfoga da' labbri il tragga il ritratto compito , & occhio ,
gemito, con aggiuftau fiſchi vn fpi- vero diuenga là sù nel Cielo . Ma
ritcſo zuffolo esfa ſentire, battendo quanto acueduto , & eſperto effer
co'l pugno il petto di fuori ; l'interna deue il cocchiero; il conduttiere del
confcienza acculando,così à tempo Sole nella carriera del giorno ilmi
tocca ſpatio , cuocca , eſiripente: ferabil caſo , che di Faetonte ſi con
pentia, che all'udito diuino piace: ta , apertamente il dimoſtra. Spunta !
uolilimo vn cembalo ne bomba , e queſto Garzone ineſperto vna vol
ſuona . Oh muſica , oh piacere ,ohta ( come l'antichità lo racconta )
conuito , oh lagrime di penitenza ſpunta dall'orizonte. ardita guida
nella penitente Maria deliciofiffime dello sfauillante globo del Sole ; ne
al noſtro Chriſto , che Delinquen cosi tolto ſpiega i diuinichiarori per
tium gemitus efurie, forie lacrymas. I'Vniuerlo , che ogni fonte lampeg
peccatorum .. gia , ogni verme galeggia , fanno .
4 Ma dite pure , ò Signori, che ſe: pompa della vita loro viuenti; che:
furono deliciofe al benedetto ccn. pria fingeuano ilmorto ; econom.
uiuanteIddio, non furono meno ſa: bradi vita fcimillano i raggidal cri..
lubri alla ſteſſaMaddalena piangen Aallo , e dal marmo, ſe bene d'ani.
te ; tiriamoci per maggiorchiarezza mae priuo . Ma ahi che carrettiero
di queſto punto , alquanto più alla ineſperto ſujarfi laſcia dall'vno in
Taiga. Che l'huomo lia.vn picciol: domito de' ſuoi deſtrieri, e s'abbaſ
Mondo , e l'occhio faccia ineflol- fa alla terra più che non deue; &
offitio, che nelMondo grande fà il ecco s'accende il Mondo baſſo , e :
Sole, come fù ſentenza comune de' s'infuoca ; ſidiſecca là fonte ,il ger
Sauijtutti , così chiara l'eſprelle Ba me s'inceneriſce;perdono ſoffocati
filio Santo il. Vclcouo Seleucienſe . i viuenti la vera vita , & affumato il
D. Bafil. Quod.Sol.in hoc mundo, hoc oculusini falfo, che d'animaè priuo , pare che::
Seleuc . corporeeft...Mirateil Sole ,e love volta di lutto per chimorro ſe ne
orat: 36. drete chiara lampaalla terra, fine- giace , e pria fù vivo : inſomma tut
ftra aperta alle sfere ;miniatore del- ta fiamne la terra , outro caligine ili
l'aria ; progenitor de’viuenti; orna. Cielo , diteſte !' Vniuerſo tutto vn '.
menro , gioiello dell'Vniuerſo ; vn ' Inferno à cagioned'vn Sole malre
occhio in ſomma , che gira nella golato : d'vn Sole, che ſenel mioto
fronte delCielo . Mirate l'occhio , benregolato.ſitroua,può con li ſuoi
elo vediete.chiaralampa del corpo,, ſplendori pennelleggiare nell'Vni..
fineſtia aperta alla mente , miniato-. uerfo vn Paradiſo . Fauola sì il con-
rs del ſenſo interno comune, proge- fello, ma fauola,che piùvolte ſiaus
nitor de' fantaſmi;ornamento, gio-. uera in queſt'animo noftto; miſtico ,
iello dell'huonja tutto ;, vn Sole in . Faetonte infelice ; ; e forſe v'allure il :
ſomma che gira nel Cielo della no. Rauuennate Pietro Santo ,all'hor.
ftra fronte : perciò s'aſconde il Sole . che diſle . Vagus oculus,laſçiuusin . D.Chr.
fatto le palpebrede' ſuoi ſplendori; tuitus improbusafpe&tus,ſua non ref.
ne vuol,che l'occhio à ſguardoaper picitad ruinas ; toto cupiditatis in-.
to lo miri geloſo che l'occhio ſteſſo condio velocius per aliena percurrit,
ne tragga ilmodello totale,e diuen quam currit ignis arida , o terrena
ga vn vero Sole quifulla terra ; el- pergramina . Spuntaſpunta dall'O
acclao anch'egli perció ſi cela ſotto rizorte del fanno l'animo noftro
gli ſcurori delle ſue palpebre, ne ardira guida dello sfauillanteglobo
vhol, che'l Sole à dritto raggio lo dell'occhio ; ne così roſto ſpiega i.
Vla.
Per il Giouedi dellaV. Domen. di Quar. 371
viſuichiarori per la corporca'n.tu- nel ſangue; tutta caligine ſcura nel,
ra , che lampeggia ogni fonte d'in- l'intelletto;incenerita nelmalopra
terpa potenza cognoſcitiua;che ga . re ; nella mala fama affumara ; nel
Jeggia ogni germe d'interno intuiti moſtruoſo incendio d'vna ſcanda
'uo intendimento ;pompa fanno delofa libidine sì diffərmata , che di
loro mou le ſpecie mentali impref- nobile, honeta , riguardeuole Da .
ſe; e la mano, & il piede , che cie- ma, ch'ella cra prima antocononia
chinati ſono , mentre guida rifiuta . fticamente Erat in Ciuitate pecca
no , pare , che d'haver viſto pregiar trix . Mà che adiuenne ? poſta in
ſi poſſano. Maahi checariettiero vn'incendio sifiero,ſente che alpre
ineſperto ſi laſcia bene ſpello fuiare dicare di Chriſto ſele fueglia nel
dalla curioſità , giumenta indomira meriggio del cuore l'auſtro prouoſo
trà ſuoi deſtrieri , e s’abballa con lo di tenero compungimento ; e lol.
ſguardo della carne più che non dc. leuandoi vapori de'confuſipenſie
ve : & ecco s'accenderoſto , e s'in- ridicosì miſero ſtato , Atringe nel
foca nella concupiſcenza turtoil pic- Ciel della mente i nuvoli del dolo
ciol Mondo dell'huonio ; ſi diſecca 'Te , Balena acceſa all'horanelvol
in cecità di ſpirto ogni fonte d'inter. to co'l verecondo roſſore;tuona ge
na cognofcitiua potenza; ſi confon- mebonda dalla bocca có angoſcio .
de in cenere d'errore ogni germe ď' ſe querele ; ſoffia anguſtiata dal ſe
interno intuitiuo incendiinento ; le no con diuoti ſoſpiri ; e grondando
ſpecie della mente appaſſionata per innamorata dalle sfatte pupille vn
dono quel moto , ch'algiudicio retº diluuio di lagrime amaricate , s'in
to ci porta ; e lamano , & il piede 'naffia , s'imbibiſce , s'allaga tutta di
sregolati al ſuo peggiore correndo, ſotto all'onde di penitenza perfetta:
moſtrano con eſſer ciechi, d'eſſere anima , e corpo ; ſpirito , ' e carne ;
ancora di piu diucnuti furenti , e ſenſo , e ragione ; la mente, e'l cuo
pazzi;inſomma tutta fiamme la car- te ; le mani, e'l capo ; i crini, ei ba
ne , tutta caligine l'anima, direſte ci ; tutto nel pianto affonda. Lacry .
quell'huomo tutto vn Diauolo ,à ca. mis cæpie rigare pedes eius; capil
gione d'vn'occhio mal gouernato , lis capitisfuitergebat, c oſculabatur
d'vn'occhio , che ſe nelmoto ben pedes eius, vnguento vngebat. Ah
gouernatoſi troua;può con gliſguar agrimeauuentutore, piantoſalu
di modeſti ſuoi il ſembiante d'vn'- bre , ch'eſtinſe il fuoco del concupi
Angelopennelleggiare.Ohime ftra- fcibile affetto ; ammorzò gli ardori
ge,rouina d'vn'occhio mal regola. . delli ſentorilibidinoſi; ſgombrò la
to . Vagus oculus, lafciuus intuitus , caliginedel ſenſuale diletto ; onde
Tinuerdira al ben'operare, e rifiorita
5 MiferaMaddalena , che inna. alla fama , difemminadel Diauolo
ueduta cocchiera, che fregolata re- la diletta di Chrifto fu dichiarata.
golatrice dell'occhio ſuo prouò in Quoniam dilexit multum . O quar
fe ftella queſte medeſime tragi,que la vis in lachrymis peccatorum ( er.
fte rouinc fteſſe qui figurate. Suiofli clama qui Piccro Grifologo Santo ) D.Ch
curioſa à vagheggiar gli oggetti più rigunt coelum , terram diluunt , ex fer.39 .r.
vaghi, e molli lentò licencioſa le tinguun : gehennam , delent in omne
briglie a'più liberi ſguardi ; accoſto facinus latam diuina promulgatione
ardita con la viſta la voglia colà,dó. Tententiam : forza mirabile,poslan.
de doueua tener lontana con la vo za onnipotente delle lagrime di pe
glia la vita : & eccola tutta fuoco nitenza: Mira quà quelta dóna,che
nell'appetito animale , tutta ardore nell'incédio laſciuo fuo haueua afe
Аа 2 meo
372 Lagrime di Maddalena
medeſima inaridito il Cielo della Griſoſtomo Santo ) poſt tot annos, D Cbr.
gratia , iſterilita la terra della natu- poſt tot generationes , tanquam re- hom .3 :
12 , acceſa la fornace infernale , ini. cens accidiſet deflebat : dopo tantº- in epist.
nicata la giuſtitia diuina,e piangen- anni paſſati, dopo altrifigli legittimi ad ta
do pentita, con l'innaffio delle ſue riceuuti, già bco ſicuro del riceuuto breos.
Jagrime, s'ammollila gratia celeſte, perdono ilpiangeua ad ogni modo
che l'arrichì de' lupeini fauori; fi così dirottainente ogninotte, come
fecondo la natura terrena, che frut- ſe il giorno auanti egli commeſtol
tò frutti degnidi penitenza ; eſtin- hauelſe, tanquam recensOc. Di quà
ſe le fiamme dell'inferno , che l'ara dunque imparaſti ò penitente Ma.
pettauano,ſcancellando quella ſen- tia à non ceſſare mai di piangere li
fenza, che allamiſeria eterna la cô. tuoi peccati ; e quantunque ſicura
dennaua. O'lagrime falubri, ò Fae. dell'ottenuto perdono ; Remittun
tonta auuenturoſa , che nel fiume tur ei peccata multa ; à piangerli di
del pianto ſuo ſeco traliendo i ſuoi rottamente più ſempre , come di
danni , iui ſepolti laſcioli, riſorgen . freſco il giorno auanti coinme.
done via , e colla gratia diuina più fi : Lacrymis cæpit rigare pedes
gratiofa . Lacrymis lacrymis cepit eius .
rigare pedes eius. 7 E tu anima cieca , che non
6 Ma come Euangeliſta Santo ? vna ſol notte , come fè Dauide , ma
Lacrymis cæpit rigare pedes eius? tante , e tante hai ſozzamente pec .
Capit, cominciò a piangere ? forſe cato,macchiando quell'interna bel
che dato principio alpianto , s'arre- lezza tua , la quale più che Sole con
ſto , li ſeccò tantoſto quella diuota la diuina gratia riſplendeua à gli oc
tanto falubre corrente ?'ah , nò , ma chidelParadiſo, & empiamente ela
cepit ,cæpit :cominciò , perche mai cerbando il tuo Dio ; quante notti ,
hebbetine ; e per molto cheledu- quante notti hai tu pianto con ello :
raſe la vita , ſempre pareua , ch’al. tu , che non ſolo hai commeſſo del
l'hora à piangere incominciare . le ſemplici diſoneſtà , comefè Mad.
Penitente compita : perfetta imita. dalena la peccatrice , ma hai fatto
trice del fagro tipo di penitenza ve-
Pſal. 6. race,che vn faſcio vgualmente delle fornica ..
ſene ſtaua gridando. Laua- tioni, de' concubinati, degli adulte
bo per ſingulas noites leétum meum , rij: e piaccia à Dio , chela malicia
lacrymis meis stratum meum riga- tua non ſia paliata più oltre: piaccia
bo . 'Hò peccato , diceua Dauide; à Dio , ch'oltre all'hauere ſcandaliz .
hò macchiato di brutta colpa l'ania zata tutta la Città con eſſa , tu non
ma mia , empiamente elacetbando habbi anco riempito il Cielo ſteſso
il mio Dio ! hora benc: viua io pu. di puzza , onde i tuoi enormi pece
te gli annidi Matuſaleinme quell. catigridino vendetta nei confpetto 1
auo antico , che non vuò parli not. diuino ; quanto tempo , quanto te
te , ch'io non habbia ſparſo vn dilu. po hai tu perſeuerato á lagrimare
uio dilagrinie , onde ini laui dalla con eſso lei ? eh che non haiancora
contratta bruttura : Lauabo, lauabo incominciato a piangere , e dopo
D.Eph. Ó c.Oh diceSant'Efrem : Ille vna hauere moltiplicato tanti, e canti
rem denocte peccauit , quotidie lacry- peccati fetidainente nial'habituata
peenis. matuseſt.Vnafol norte hauea pec. nelle bruture ,arrivata alla Par
cato Dauide, e piangeuaogni gior- qua ( e Dio sà ſe la prima , la fe.
no per tuttala vita ſua ; &inqual conda , e laterza ) indurata qual
modo piangeua ? Quod iam olim , pietra non ti ſentiancora inorridire,
admilum fuerat peccatum ( Scriue impictofire , intcnerire di tanto
ne
,
Per il Giouedi della 0. Dom . di Quareſ. 373
ne c'è eſempio diMaddalena pian- che ſuenir piu sempre d'amore ; &
gente,viſta di Crocifiſſo ſanguigno, ad vn tanto amore non poteua che
terrore d'Inferno , allettamento di più ſempre disfarli in pianto . Dun .
Paradiſo , minaccia di giuſtitia, pro que ſe io non piango , ſe tu non pia
meſa di miſericordia diuina, ch'à giò anima , che hai peccato , come
dolore ti muoua , che ti faccia riſola pur' io hò peccato èch’o non amo,
uere à penitenza. E chi potrà inorri- èchetu non ami: fe amalimo,pian
dirti,ſe non t'inorridiſce il confuſif- gereflimo ; & al peſo dell'amore n's
fimo caos de' tuoi tanti,così gravi ,c vſcirebbe da gli occhi il pianto; e
ftomacoſi peccati : chi potrà impie. s'io non amo,e ſetu non ani,eglie,
toſirti,ſe non t'impietotiſce l'ogget- ch'io non conoſco ,eglie,che tu non
to di queſto figlio di Dio da' tuoi conoſci: le conoſcetlimo , amareffi
peccatiſtelli su queſto legno fuiſce. mo , & al pallo del conoſciinento
[ rato, e morto ? chi potrà incenerirti , s'auanzerebbe l'anore del noſtro
ſe non t'inteneriſce la viſta d'vna , cuore . ,
Maddalena à piedi di queſto Chri- 9 Oh & è poſſibile , che non co
fto medeſimo ſcapigliata , piangen- noſciamo quel Dio ,che ci hà creati,
te,addolorata ,pentita,cheſi percuo- che ci ha cedenti,cheper noi è ſceſo
te co'l pugno il petto,che ſcoppia ne' dal Cielo ; per noi ſali sù queſto tró
gemiti che ne' ſoſpiri eſalal'ani- co di Croce, e qui per noi fù confit
ina ? 10; e quìper noivennemorco ? alza
8 Ma forſe chequi ſi troua ani. meco gli occhi anima chriſtiana ;
ma fedele da' peccati oppreſſa, che ma gli occhi più della fede, che dela
verrebbe dolerſi, pentirti, piangere la carne;iniralo da capo a piedi bat
falubremente le colpe ſue ; manon tuto , slogato, ſcorticato, ſuenato più
sà, ma non sà, non sà trouar'la vena dalle noſtre colpe,che da ſtromenti
di queſto pianto. Deh vieni tu ,ò pe- fcrigni di manoinfame.paffaglicon
nitente verace, vieni tu Maddalena loſguardo al cuore per queſta fagra
ſantiffima, & inſegnale d'onde ca- apertura; ma con lo ſguardo più del
uaſti lagrime così fecondi:Quoniam la mente,che dell'occhio del corpo;
dilexit multum :quoniam dilexit mule e riconoſci con quanto amore , &
tum :Sai d'onde,danimapeccatrice, ardore egli ciò tutto pati per tuo ci
fai d'onde cauò Maddalena il pian ſcatto , e ſaluezza . Figurati Madda
to ſalubre fuo ? dalla vena,dalla ve- lena à piedi di queſto legno, fatta
na dell'amore . Aniaſti allai ò Ma- vna fornace d'amore, sfatta in vn
ria, e pero aſſai tu piangefti; e non fiumedi lagrime. Ahi anima, poſto
ceſſando d'amare, ceſſardal piange ben dire, più che mezzo perduta, a.
te tu non poteui:mád'ondeyntan- nima , poſloben dire quali che di
to amoreid'onde vn'amare sì forte? {perata della ſalute :anina quafiche
di cognouit, vicognouit:dal conoſce poſta già ſulle corna al Diavolo , ſe
re,dal conoſcere queſto Dio , queſto indurata anco duri; ſe oſtinata anco
Chriſto, queſto Giesù : quelto Dio perſeueri; ſe rubella anco riculi d'ara
Maeſtà così grande, queſtoChriſto renderti pentita à queſto Crocifiſſo
Redentor così buono, queſto Giesù tuo Dio ; ſeal ſangue, che ſcorre da
Saluatore tanto amoroſo , e cono. queſte piaghe , nieghi quelle lagri.
ſcerlo offeſo; & ad ognimodo rico. me , ch'all'eſempio d'vna Maddale.
noſcerlo amante , che daua ſe ſteſſo na piangente non negherebbero le
à morte per ſalute di efla. Ah che ad Atelie fiere , ſe mente baueffero per
yn tale conoſcimento non poteua contemplarle:non negherebbero le
Atelie
374 Lagrime di Maddalena
fteſſe pietre , s'occhio tevellero pet bili furono in ello ſteſla Romitaw
rimiracle. Rompi rompi, o animala contemplatrice . Tutta la vita atſe
tua durezza : vinci te steſſa , e'l Dia. Maria dell'amor del fuo Dio : tutta
uolo con la forza della gratia diui- la vita pianſe dolente ilCrocifiſſo
na , che qui t'aiuta :allarga ſe non fuo Chriſto: ma io qui prendo à có.
l'occhio , almeno il cuore al pianto templarla dopo la Giudca laſciata ,
di penitenza:duolti de'peccati com- dopo varcaro il inare , Romita con
meſli: pentitidell'offeſe fatte al tuo templatrice ſu'l monte diProuenza,
Dio : guida dentro al tuo interno , nella grotta di Marſiglia: & iui me la
chiedendone perdono alla miſeri- figuro à fronte d'vn Chriſto in Cro
cordia diuina . Peccani,peccaur;poe. ce,ginocchione co'l corpo ,hum lid
milet ferille, quod feci :Deus propitius ta conl'anima, filla di viita,di mente
eſto mihipeccatori.E già chenon fo- immobile . Poil'entro in ſeno, ela
ſti contenta d'hauer peccato vna contemplo.nel cuore : l'eſco dal ſe .
volta ; ma tante volte hai peccaro ; no ,e la contemplo nell'occhio . Ar
non ti contentare d'vn'atto di peni- de Maria all'amor diDio : piange
tenza:ma rinforza il dolore;raddop . Maria a’dolori di Chriſto : ardenet
pia il pencimento,moltiplica i gridi cuore,piange dall'occhio:ah ,e quale
del compunto tuo cuore. parminelcuore ? e qual mi ſembra
10 Oh chi poteſſe o Signore tan- nell'occhio ? Icaro parmi nel cuore,
te bocche in tanti cuori aprire per che ſolleuato à volo nelmedicare , li
dolerſi,pētiili, chicder perdono de' ſquagli l'ale dell'affetto a' raggi del
commeiſi peccati , quante piaghe Sole amore: & Icaro nell'occhio mi
t'aprì nel corpo con li peccati fuoi fembra ancora ,che ſquagliato dal.
Yteili ? oh chi poteffe mio Dio tanto l'amore impietoſito poſcia ſe'n cada
teinpo continuato perfeuerare in at a piombo entro del mar del pianto
tuale pianto , dolore, e pentiinento , fommer fo.Parminelcuore Faeton ,
quanto perfeuerò in offenderti , e te,che lu'l carro del Sole amore ſcor
maltractarti? oh chipotelle à peſo di rendo il Cielo dell'anima,inceneri
ſangue viuo,fe non comprare,alme- fca in ardori focoli la terra tutta del
no ottenere queſto pianto di peni, corpo : e Faetonte nell'occhio mi
tenza continuata ? donalo, ò Crocie ſembra ancora , che fulminato dal.
fillo Saluatore , qui à noi tutti , che Onnipotente Gioue ,ma vero Iddio
ciaſcheduno di noi te lo chiede per co'l fulmine della Croce, vada à ca.
le lagrime della diletta (ua peniten der dolentenel Pò del pianto ſepol
te Maria, per il ſangue tuo ſteſſo . to . Elia parininel cuore.cheal fuoco
Sequen. Qui Mariamabfoluifli, Larroně dal Ciel diſceſo eſponga la vittima
sin mor- exaudisti,mihi quoque fpem dedifti. dello ſpirito à diuorare: Et Elia nel
juorum . Ingemiſcotanquamreus, culpa rubet l'occhio miſembra ancora , che al
pultus meus upplicanti
, parce Deus medefimo fuoco effüda l'acqua del
E mentre fare elemofina , io piglio pianto à dolcemente lábire. Parmi
fiato . nel cuor Mosè, che ci croui colà fu'l
mõte intrà baleni, e fulmini, e fiam .
PARTE SECONDA . me , e fumo: E Mosè nell'occhio mi
ſembra ancora , che dalla ſelce viua
II Vrono deliciofe lelagrimes con la verga percotitrice di queſto
FIdella penitente Maddale- legno funeito le fonticaui. O'pure
na at Saluatore : furono falubri ad Elia nel cuore ,che rapito ſe ne và al
ella,e trà fiammelle d'amoremira Cielo entroad uncocchio di fuoco,
e non
Per il Giouedidella V.Dami di Quareſ. 375
o non s'abbrucia : ò pure Mosè nel- 14 Oh occhio , oh cuore, oh pia .
l'occhio,che palla per mezzo al ma- to, oh fuoco . Occhio, cheti paghe
repe vi s'affoga . rebbe l'autora per cõchiglia fecan
12 Ma non è pianto quello, che da delle ſue liquide perle ? Cuore ,
dall'occhio ſen'eſcciè quint'eſſenza che ti pagherebbe il mnezzo giorno
di duolo ,che'l fuoco d'amore diftil- per dorata focaia de fuui ardori ?
la dall'alambicco del cuore : è fan. Pianto,che ti pagherebbe la ſera per
gue chiarificato , che pelicano l'as vamaredi marocco, doue tramon.
more,ſquarciandoil cuore nel cuoi talle il ſole à ripoſo? Fuoco , che ci
re,ſgorga in onda vitale: è gielo cri- pagherebbe lamezza notte ,pernia
ſtallino , che liquefanoo le vampe , ſplendente lumiera de' ſuoi ſcurori ?
le quali in infocati ſoſpiri ſuampano ma che dico io ? Aurora ſei tu tela
nel Mongibello del cuore .Manon ſo ,od occhio piangente, cara fortie .
è fuoco quello ,che gli arde il cuore : ta à Maria del vicino giorno dell'ea
è vn'etica febbre.conſumatrice: è ternoriſo. Mezzo giorno ſeitu me
vn Sole d'Agotto diſeccatore: è vn'- defimo o cuore ardente ,ouegiunto
Inferno d'amore : ne ha finito anco: alla ſoprema aliezza il ſole diuino
ra l'etica febbre di conſumarla; per- amore , Ità per voltare all'occaſo di
che il cibo humefattivo del pianto queſta vita , per rinaſcere à Maria
in parte ne la riſtora : ne hà fioito nell'emisfero dell'altra , e perciò il
ancora il fol d'Agoſto di diſeccarla ; pianto vn'Oceano le forma, in cui
perche la ruggiada del pianto in la ſera del morire s'attuffi: & acció
parte la riquerdiſce : e nell'Inferno ne'luoi ſcurori lamezza notte della
d'amore non è dannata , ma è beata,. morte l'anima non le ingombri,su'l
perche vi ſcorre il pianto in impeto vaſcello del cuore quell' ainoroſo
di quel fiume, che leufica il Paradio fuoco fanals'accende.
fo : Fluminis impetus latificat Cruis 15 Ma olà , ch'è queſto ? Arden.
latem Dei ; do Maria, in queſta vita più non ap
13 Marauiglie che io quidiſcuo* pare : Piangendo Maria ,da quello
pro Fornace ardenie egli èil cuore Mondo diſpare.Plinio lo Storico re.
di Maria : giardinetto innaffiato la . ltò foffocato nelle fiáine del monte
dileiguancia. Maria ? io vorrei ce Velluvio . Arittotale , com'alcun di.
nere : Maria : io vorrei fiori . Ces ce ; nell'onde del mare reſtò foin .
nere doureſti hauere nel cucre , merfo . Empedocle gittò fe ftello
s'egli è förpace ardente,fioridoure nello ſpeco ardente del móre Etna ,
Iti hauere nelle guácie , s'elia e giar: acciò folle creduto aſceſo al Cielo ..
dinetto innaffiato : e pure nelcuore: EnellHibernia è vo lago, nel quale
germogli i fioride’tuoi afferti amo- cadendo le foglie d'alcune piante,
rolije ſcopri la guancia dicenere in vccelli ſi cangiano e ſpiegano il
nel peniteme pallore . Chi videmai volo in alto : Maria non è qual Pli
fuolo di fornace ardente fiorito ; , pio rimaſta ſoffocata dalle fiamme
giardinetto ſott'acqua; & incenerito ? ardenti dell'amoroſo . Veluuio dela
ma forſemore.Vefuuio è'l tuo cuo- l'innamorato ſuo cuore . Maria non
re , che dicenere copre l'eſterne fals è qual Ariftotale rimaſta ſommerſa :
de del volto : è fiume. Alfeo luo nell'onde amare del mare doglioſo
pianto , che ſotterraneo ſcorrendo del penitente ſuo pianto . Più roſto,
prima per entro al ſeno,dopo innaf. più augenturoſa d Empedocle , e
fiatoil cuore, ſe n'eſce all'aria da gli deil Hiberniche frondi ; gettatali
occhi. nell'Etna dell'incendio dumore, c:
* fcerai
376 Lagrime di Maddalena
fcela al Cielo: caduta nel lazo delle chi è tolo figura, e non è braccio : e
lagrimne ſparſe, augelletto beato vo- ſe non può ferire, come ci potrà vc.
lata è al Paradiſo . Ma diciam me- cidere ? Etio ti replico , che la pit
glio. Era paſtiglia odoroſa il morti tura ti potrà ferire sì , li potrà vcci
ficato corpo di Maddalena, & il fuo . dere : e ſai tù come ? come il caual
co d'amore l'hà iſolto in odoroſo lo troiano , che poſe à ferro à fuo
fumo di fama di ſantità .Era candida co la Città tutta di Troia . Chi ha.
neue la caſtigara lei carne; & il piáto uelle viſto quel cauallo , mentre ſe
del dolore l'hà ítruita ,onde n'è rimas ne (taua eſcluſo dalle mura dellas
ſto lo ſpirto ſpogliato , che muilibile Città, hauerebbe viſto i Popolari
ſe n'è volato : na doue le n'è vola : tutti fargli le treſche attorno, pal
to ? Ah non i'v dite, che da tefrigerij pargli il mento , il dorſo ; maneg.
cterni ciltà gridando, benedicendo giarlila coda , la chioma , il piede:
quel fuo.o, e quelpianto per il qua- l'vno ammirar la mole; l'alcro prez
le è pallato? Tranfiuimusper ignem , zare il bronzo ; queſti ſtupir dell'ar
aquam , a eduxifti nos in refrige- te;quegli goder degliatti;e tuttivni
zium ? ti gridare , che sì bel fimulacro s'in .
16 Anime chriſtiane, vogliamo troduceſle dentro della Città . Oi
noi participare con eſſa di que're- mė, gridaua accorto Laomedonte,
frigerijbeau ? pianger con ella cibi . quale inganno ,infelici, vi fa tirare
fogna, con ella amare : piangere i di propria mano in ſeno la voſtras.
noftri peccati , amare Iddio . Va fe- morte ? chiuder dourelte le porte ,
dele, và à caſa : mettiti avanti quella e roumate le mura ? triſto augurio
pittura , che tieni in caſa di Madda. certo dell'imminenti rouine dique
Iena piangente contempla quei pal- Ita Patria . Quella macchia è più
lori,quel prāto aiti,
,quegli quei fen- animata , che non penſate: quelni.
cimenti . Ma nò fernati:oh Dio che tiro , che hor muto s'oppriine in
dilli ? volta l'occhio più coſto ,alcon- peito , turberà torto fonante la tra
diquella pittura , chc non i'vccida . ſcuraia quiere del noſtro ſonnoie
Macome? e le pitture vccidono ? quel calcio, che immobile ei tiene
Pinge colà quel pittore vn Dauide all'aria,gittarà toſto à terra la reggia.
paftorello ,che in ſpiccature,c fcorci & il tempio.Rideua il Popolo ſcioco.
delliagile , e muſcoloſo ſuo corpo , coàtali prudenti auuifi , ciacchiara .,
ferinata la pianta al ſuolo , il deitro ua , fiſchiaua, & introduſeil cavallo
lato incurua, & il liniitro ſoſpinge; nella Città . Miferi che'l traditore :
& aggirando co'l braccio l'armata Sinone fùcómadre la notte a quella.
fionda, Ità per laſciarne vn de: capi, beftia dibronzo , cheguida difer-:
e ſprigionaroc la pietra volante al- ro hoftile
hoſtile partoi tantinemici arma.
l'aria . Chi gridaſſe timoroſo : guar- ti , che diſtruſſero il tuito con ferro ,
da,ch'errando il colpo, non ve toc- e fuoco : non cftinguendofi qucl :
calli vna buona: non ſarebbe tiro greco fuoco prima , che tutto il lan
diriſa ? Stà ſicuro chi mira ; cho gue troiano verſato ſopra gli foſſe ::
ciò , ch'è pinto , foto : paiono cor- ne pria restando ſepolti i cadaueri
pi , & atti, ciono inganni de'colo. eſangui, che'i ferro ( ruggitore ing
ri , e dell'ombre. Hor'hora credi , rouno a tumuli tutto quel fabbrica
che ſcoppiarà la fionda , (triderà il to confuſo hauelle . lo dico adeſſo ,
fallo ; ma io vano atiendi il ſuono , che la patura lafciua è yn cauallo
oue non ſperivedere il moto.Sem- troiano : & eccola ad vn chiodo ap
preſtà per ferire ;ne può far colpo , pela eſpoſta in quella ſtanza. Cora
fono ,
PerilGiouedidella V.Dom .diQuare]: 377
rono à folla gliſguardicurioſi à ini macchine da tradirci . Maledetto
tarla : e chivagheggial'occhio , chi pennello , che pitture diſonelte dis
la guancia, chi’llabbro,chilamano: pingi: non pennello , ma tizzone ,
ammira l'vno la viuezza de gli atti ; d'Inferno , che sfacciatamente la .
apprezza l'altro la delicatezza de' grilego affuma,difforma, deturpa in
colori; quello ſtupiſce d'vn ſcorcio ; nudità licentioſe ſteſſe le immagini
quegli del traſparire d'vn velo : e ſagre. Stanze abbonineuoli,doue
tutti vniti gridano , che sì bel lic piiture si fatte ſe ne ſtanno appeſe :
mulacro fi deue conpoſato auuedi. non ftanze humane ; ma arſenali
mento introdurre dentro la mente diabolici, dondeil Diauolo caua gli
à contemplare. Oimè , grida taluol. ordegni d'oppugnarci, e rouinarci
ta la conſcienza più recta: chi fà, che in eterno.Tu non pingeftiò pittore,
da voi ftefli vi tiriate nell'anima gli ma ſcriueſti colorita la fenteza della
eſtremidanni? doureſte chiuder le tua condannagione .
porte delle palpebre,e rouinate del. 18 Tu adorni la tua ſtanza , ò a
la fantaſia le mura triſto augurio mico , ma tendi iui i lacci contro
certo dell'imminentirouine del vo- l'honeſto pudore de’tuoi figliuoli
ſtro ſpirito . Quel quadro è più ani delle donne tutte della tua caſa . Ci
mato , che non penſate : il gridor , fono pitture tanto laſciue , che non
cho hor muto infinge, toſto ftrepi- li poflono nc dipingere , ne tene
toſo vdiralli Iturbare l'interna quie- re , maſſime eſpoite , ſenza peccato
te del voſtro cuore: & il piede,c'hor mortale ; perche non ſi poſſono mi
ferma immoto , gitterà frà poco à rare ſenza pericolo proſliino di mor
cerra la Reggia, el fempio del giu- tale caduta ; e pure ? che non s'aca
fto , e dell'honeſto . Ride il ſenſo diſce hora mai in colore ? che non
ſciocco ad auuiſi così prudenti,& à s'eſpone in tela ? che non ſi mita
poſato penſiero introduce quell'og : in quadro ? e tu dannato meſchino
getto dentro dell'intelletto . Er ahi ti trouarai perche pingeſti vn Santo
che ſubito è in piedi il traditore Si- Patriarca Gioſeffo che fuggiua dal.
none del betiale appetito , e n'ef- le mani della Padrona : perche te.
chiude armati i nemici di tante im neui in camera vna ſanta Suſauna .
maginiſozze,che mettono il tutto à chc refifteua a'Vecchioni: perche
ferro d'irragioneuole moto , à fuoco mirani vna Santa Maddalena in vo
di concupiſcibile affetto: onde reſta deferto Romita ; ma dipinti in mo
l'anima yn rouinofo dirupo dide- di, & atti, che dir non poſſo. Mifera
formità , di ſconcerti , di corrut- condannagione: da oggetti dicaſti
tele . tà trarre di lafciuia le fiamme : ab.
17 Oh vedi tu ſe la pittura può brucciarli in vn'ombra , e con una
ferire , & vccidere ? oh vedi tu fe à poco di canapa accenderſi vna for,
ragione ti diſli, che riuoltafli Poco nace ineftinguibile .
chio da quella Maddalena, che non 19 Che facciamo dunque ò sia
la contemplaffi, benche pittura in gnore? penfare,che l'impudico hab.
ſoſtanza ſagra :perche ? perche in ac. bia à laſciare il vitio in carne,ſe non
cidenti è lafciua . Miſeri noi, che lo vuol laſciare manco in pittura ?ch
non contenti d'eſſere da' noftri ne-non occorre ,ch'io ripigli la pratica ,
mici affediati all'intorno , anzi di l'increpatiua : già s'èſtabilito colui ,
portare in ſeno i nemici domeſtici, già ftà riſoluta colei;più ſtima quel
vogliamo anco più volontariamen pezzo di carne fetente, che'l voſtro
se entro di noi ftelliintrodurre le Corpo Santiffimo Sagramentato ;
Bbb più
1

378 Lagrime diMaddalena


più prezzaquel morto colore,chei Cosi vuole dice Dio ? Così habbia;
vostro viuo far.gue diuino : fugge goda quì , guazziqui;& à ruederci
da' voftri piediſagrati , per non . a' conti dilà .Allegrainente dun .
ſtaccatfi da quelle braccia lafciue ; que amico , amica : à buon
abbomina le voſtre piaghe amoro. viaggio adeſſo per quelle
ſe , vbbriaco di quelle vifte abbo . parti dell'Inferno ,
mineuoli; vuole il piacere di quella douc caualli
pittura,e fegua ciò, che ſivoglia del. di ti
la gloria del Paradiſo ; vuole quel torno non ritroverai in eter
diletto del ſenſo, e ſegua ciò , chefi .no . Dio te ne liberi,
voglia de' tormenti giù dell'abiſso . Amen .

ILVCID
Om

IL
379
IL GIVSTO

GAS TIGO
DEL PECCATORE
Per il Venerdì della quinta Domeni
ca di Quareſima .
Si dimittimus eum fic , omnes credent in eum,
È venient Romani, Estollent locum noſtrum ,
es Gentem . San Ioan . cap. XI.
VVIENE taluolia bracciale farti; e non mai ſtanchiale
Signori,& è mol- tri dáno inceſantemente alla bom
to pratico il caſo , ba , cauando l'acqua che fa il naui
che preſo alcuno lio. Ma congiurate co ' venti l'onde,
da jouerchio in altoccare che fanno in Cielo à bat
more d' hauer à taglia i ſpauentoſi araldi de'suoni,
ſoffrir in vecchiezza diquei malan- alzano così gran macchine d'acqua
ni,che porta ſecola inifera pouertà , contro del combattuto vaſcello ,che
penfando co'l nauigar'a'lidi lonta- a'forti cozzi di queſte, a'fermi in
ni di potere arricchire, e coll'acqui-- contri di quelli ſquarciare le vele ,
ftate ricchezze ouuiare alli temuti rotte le rarti,ſpezzato l'albero ,fdro .
diſaſtri, carica ſopra d'vn legno tur- ſcitii fianchi, aperte le commiſſure,
to quell'hauere, che gli conceſſe il forza è in fine, chesaffondi il naui
Cielo , e farpando dalle ſpondepa- lio , e co'l nauilio la ſperanza iin
cerne, dona le vele a' véli, i remial- ſieme , e l'hauere dell'infelice Mer.
l'acque , e le ſperanze all'humano cante, che pallido in faccia,treman .
conſiglio , che più de' venti è leggie te nel corpo ,fuenuto nel cuore , nu
co ; che più dell'acque è mobile , & do li vede ſopra dinuda cauola ri
incoſtante. Ec ecco ridorro in alto dotto per quello mezzo iſteſſo , per
Mare, là douc l'occhio dalla più alta lo qualc dalla temura nudità rico
gabbia ſpeculatore altro non ſcuo- prirſi credeua . A ſomigliante partie
preche Cielo ,& acqua , vſcire al . io,non per accidente di mare , nia
l'improuiſo dall'eolie cauerne vn'- per giuditio diuino veggo io ridot.
oſtro, vnaquilone , che sfidati à co tili ( gratia:i Giudei. Temettero ,che
raggioſa gioſtra nell'arringo deli- non pigliandola contro del noſtro
Oceano, fermano berſaglio de'loro Chriſto,haueſſero i Romani à leuar
colpi il legno fragile delmal- accor- loro e la Città, e la gente ; e per fug
to mercante.Corre prouido il piloto gire l'immaginato ſiniſtro , ſpiegate
al timone ; armano alcuni di forti le vele dell'humana prudenza a'
Bb 2 venai 1
380 11 giuſto gaſtigo del Peccatore
ventide gli affetti appaſſionati, s-in. frendo fraternamano vn colpo così
golfarono arriſchiati, per procurar- ſpietato : penſarono di farlo morire
gli la morte.Si dimittimus cum , ve di fame in vna ſecca ciſterna ,ſepel
Kient Romani, Otollent locum no . lirui il delitto con l'innocente; & alia
firum , gentem & apputo dice Ba- fiac il vendettero à certi Iſmaeliti,
filio Santo co'l dare al noſtro Chri . da'quali venne condotto ſchiavo ſin
ſto la morte perdettero per l'armi nell'Egitro.Vendiderüt cum lſmae
romane, e l'vna, e l'altra . Necem liis, qui duxerunt eum in Aegyptum .
Baſil.bo. Chriſtiaggreſſi, quaſi Gentem ,& lo- Ohtroui adeſſo,diceuano, alle me.
22.de cum feruaturi , fuo ipforum confilio tamo fofi fognate ſue Gioſeffo ilmo
hamile pirunq; perdiderunt .Beniſſimo ehe dodi farſi di ſchiauo in Terre bar.
grida ilSauio. Non eft fapientia,non bare noftro Padrone , che táto da eſ
Pro . 21 eſt prudentia , non est confilium con- folui ſe ne viuiamo lontani . Sì, dice 1

tra Dominum : non occorre giucar Dio,non s'hà riſpetto alla volótà inia
di teſta , e di ceruello con Dio , che diuina ? per yn voſtro capriccio , &
n'andaremo noi ſempre co'l male, e intereſſe commettere táto peccato ?
con le beffe ; chiaro Signori lo vuò Non mitenete per quel Dio,che ſo
moftrare nelprimo:chià mezzo ini. no,ſe per queſto mezzo medefinio ,
quo s'appiglia , per sfuggir alcune c'hauete iniquamente pigliato ,nó vi
danno di quefta vita , peril medeſi riduco tutti a'ſuoi piedi; & à fuoi pie
mo mezzo nello ſtelto danno s'in- di proftrati, e proltrati ad adorarlo ,
contra , così l'ordina Dio: e già che facendoui confeffare di voftra pro
al Giudeo tolfe la Giuſtitia diuina pria bocca , che gli fete ſchiaui, e
colia deftruttione di Gierofolima Ichiaui biſognofi d'ú pezzo di pane.
honore , e vita , per hauerà Chrifto E come farete Signore? Fà,cheGio .
negato, e colto honore, e vita ;mo. feffo fia venduto ad vn principale
ſtrerò nel ſecondo comegaſtigato Egittio ; permette , che la moglie di
è ilpeccatore da Dio in quella cofa colui lo tenti di peccato diſoneſto ;
iftelia,nella qualedal peccatore è il che ſia poſto prigione;fà, che ſogni
medeſimo Iddio rimaſto offefo , e no quei due, che ſogniFaraone;che
Quanto alprimo . Gioleffo interpreti il ſogno ; e per
2 Calzáte molto al propofito no mille giri d'vn mirabilillimo labe
ftroè la ſtoria di Gioſeffo nella ſagra rinto lo caua ad eſſer Principe del
Geneſi. Profetizoffi quelgiouanet- l'Egitto , gridato dalla bocca dello
to alla ſchietta , alla ſemplice con Aelio R eSaluatore del Mondo.Vo
certi ſogni Padrone, e Signore de' cauit illum lingua Aegypriaca Sal
ſuoi fratelli, coſa che da eſli mala- uatorcm mundi.Et ecco cacciati dale
mente inteſa, che no ſoffriſce l'huo- la fame di quella horribiliffimacao
mo facilméte vederfi ſignoreggia- rcftia , vengono i di lui fratelli nell'
to , come quegli , che difuapriina. Egitto ,e ſe gligittanoadoratori pro
natura già nacque libero , vn giorno frati a' piedi. Cum que adorarent eñ
che lo videro venire alla lorvolta , fratresfui.Schlaui fe glicófeffano di
toccata la campana del cuore appara propria bocca.Seruituivenerüt:Oh
fionato , s'adunarono a far fenato, galant’huominiiA piedi voi di Gio
per conſultare il comefuggir poter- feffo proftrati? ferui di Giofeffo vi
Gen. 37: lero dal profetato ſeruaggio . Ecce confeflate? à quei piedi,chevoiſtes
fomniator penis, venite,occidamus fi metteſte in ferri: diquel Gioſeffo',
eumi con ſciocca prudenza humana che ſchiavo vna volta vende te ?
gitarono partito prima di leuargli così dal fondo oſcuro della ſecca .
la vita co'l ferro nudo : ma non ſot- ciſterna il caualte , per hauerlo ad
ado.
Per ilVenerdi della V.Domenica di Quareſ. 381
adorare sù d'alto Trono di maeſto- ca ſmonta non ſuol tirar de calci ?
To Viciregno affilo ? per quel me- Nò diſſe l'altro , chi meno tiene che
zo, che dal temuto ſeruaggio fuggir perdere, ſuole eflere il più arriſchia
credefte, nello ftefio ſeruaggio pre- io . Se gli leuino l'armi , che
cipitate ? e quale accidente iſtrano à non combatte il ceruo che non
queſto terimine viriduce? Ah, riſpó- là corna . Poco ſicuro partito log
dono , il biſogno d'vn pezzo di pa giunſe ilterzo . Non manca ferro
ne . Serui tuivenerunt, o emerunt alla mano dichihà fierezza in feno;
D.Greg. cibos : oh eſclama quiSan Gregorio. vorrei più toho ſibipartiſſe diviſo in
Sic diuinum confilium dum deuita- varie Terre,che oue ilfiume hà più
Bur , impletur; fic humana fapientia rami non fa rouine.Guarda,ripiglia
dum reluctatur , comprehenditur: il quarto , di più rami potreſſimo far
cosi è pur forza che voglia, ò non più fiumare ,che vnite poi faceſſero
voglia queſta noſtra tiſica humaia vn lago ; la volete ſicura : Quidquid
fapienza ferua a' conſigli, a ' decreti maſculinigeneris natum fuerit,in fin
dell' Altiffimo Iddio , e fe ne refti men proucite : Sia comando del Re,
lo ſciocco ſaper mondanoſe contro chequanti matchi naſcono del ſan
Dio la prende , e ſcornato , e confu- gue Hebreo,liano tutti gettati al fiu
fo : lic fic diuinum ( C. me . Huomo moito no fa più guer,
* Ma qui ſento vn Mago di Per- fa ; e ſe può far paura , non può far
fia ,.vn Ginnoſofiſta dell'Indie , che danno; njolti ſuddiii, o pochi ſchia
forridendo riſponde, che i fratelli di ui . E ' conchiuſa , conchiuſcil Rd ,
Giofeffo erano pecorai, gente ſem . e públicoffene il bando, e non ci ſú
plice , & idiota, e però non eſſere politico in quella Corte, che non lo
marauiglia ſe non leppero trouaro deſſe permezzo di ſicurezza totale.
partiro di giungere a 'loro diſegni, Ela giuſtitia mia , riſpoſe Dia , dal
che ſe l'haueflero ſcannato , quando Cielo in così fatto conſiglio non ha
impugnarono il coltello , o laſciato uerà luogo ? farò vedere in fatti che
morir difame nella ciſterna, il ballo la doucnon mi ſi porta riſpetto ,non
era ſpedito . Oh come ſe Dio non curo più tutta la fapienza d'Egitto ,
haueſſe braccio così longo,e poten- che quella d'un pecoraio . Naſca
te, che non l'haueſſe potuto libera. Mosė . Naſce Mosè , e lamadre
re, e non foſse già preparato con l'alleva ſegretamentein caſatre me
Ruben , che lo cauanle da quella fi. Abſconditeribusmenſibus : Nò;
buca. Ma parliamo dalla foreſta al- grida Iddio , ſi getti alfiume con.
la Corte , e vediamo di gratia come fornie all'editto reale. Oh Signore;
riuſci à quell'altro Faraone, ch'era quel padre , che gli ha dato ilreſpi
pur Rè dell'Egitto . Temette coſtui rare dell'anima,adeflo l'hà da affo .
che il Popolo Hebreo auualorato gare nell'acque ? Gettiſi alfiume,
di gente, e forze ſe gli haueſſe à ti dico . Oh pietoſiſimo Dio; quella
bellare,& vſcir dallo Stato ,e comin- madre, che l'ha portato così guardi.
ciò à conſultare co' Satrapi dei Re- gna noue meſi alle ſue viſcere, adeſ
Exodir . gno fuo . Ecce Populus filiorum If lo l’lià da precipitare nelle crudeli
rael multus, fortior nobis eſt ; ve- voraggini di quell' onde precipi.
nite ſapienter opprimamus eum : oh toſe ? Tante coſe, che ſi gitti al
queſto sì,che ſauiamente conſiglia. fiume. Oh dolciſſimo Rè del Cie
doſico’ Sauij Egidij, ritrouarà vn lo, e non v'intenetiſcono le lagrime
più ſicuro partito. Io direi, diile di quella faineglia tutta, che all'an
I'vno , che foſſe bene moltiplicargli corviuo fanciullo celebradolorofift
alle ſpalle gabello, e cenfi, chevaca limamente il funerale:M'hauetes
382 ilgiustog aſtigo del peccatore
inteſo , che fi gerti al fiume. Mira. Padre, che tanti Padrifececarnefi
te Signore il bambinello, che ali'al-
ci de'propiij figli; e Faraone ſtedo
trui pianto dando anch'ei ne' vaggi
con il zappone del conſeglio fuo
ti , pare , che giungendo le piccio
medeſimo ſi ( piani la ſtrada alle te
Jette ſuc inani,vichieggia la vita in
mute rouine .
dono ? Orsù finiamola vna volta , 4 Ma andiamo di gratia ſcoprena
girtiſi alfiume : e ſe voinon l'inten- do meglio dalle radici queſto nego
dete, l'intendo io,e voglio con que- tio per quanto però poliono glioc.
Ito mezzo medefimo farlo in barba chidi noitola affiarli nella sfera del
diFaraone. Få Mosè dunque poſto Sole ; perche parmi di ſentir’vno
alla ripadelfiume, & ecco la Prin- che dica: Padre , queſti ſucccellino
cipella figlia del Rè paſseggiando dipendono eglino in gran parte del
lungo di quelle ſponde, vede vna le contingenze delle cauſe fecon . 1

ceſtella : che ſarà ? la få raccogliere, de?nócis'intricano tan ! e circonſta


l'apre, c dentro gli vede vn bel Bá. ze dell'humana libertà , la quale in 1

bino:haucua le vermigliuzze labbra fine è dono del Cielo , che non fà 1

anco ſpruzzate di latte quaſiche co- forza à chi riceue forza? Comepuò
rallina coppa (maitata à punte d'ar- dunque Iddio cangiarci à ſuo piacc
gento : ſcorreua criſtallino il pianto re così bellamente le carte in pugno
giù per le guancie fiorite, quali che cfarci trauedere , e tralunare, come 1

1
duplicato ruſcello frà le role , & ili- ſi vede in prattica occorrere allagior
guftri:daua ne' Ginghiozzi mirando, nata; che doue vno fi crede tirarli il .
quafi chenello ſcoccare delle faette piattoauanti con vncinquantacin
de'ſguardi,Atrideſſe l'arco del cuore; que alla mano, glivengono ſcarica
onde ferica quell'animarcale di pic. te addoſſo quattro cole alla (proui
tà , e d'amore , lo pigliò nelle brac- fa , che gli leuano il reſto tutto? Per
cia , & annodata al collo dalbambi. intelligenzadi queſto fatto biſogna
nello , reſtò talmente prigione , che ' hauer ricorſoin Teologia , e notare
ſe lo fece allattare,& addortofelo in vna bella , e mafchia dottrina : che
figlio : adoptauit in locum fily. So- ſe bene Iddio con vna ſola indiuif
teniflima Signora auuertite , che fa bile cognitione del ſuo diuino intele
Exod.1. te contro l'editro del Rè voſtro Pa. letto intele livo ab æterno tutte le
dre: latet anguis in herba , queſto coſe anco poffibili, e future ſotto
bambino farà vn giorno l'ultimata conditione; nondiineno perchel'.
ronina ditutto il Regno. Oh Giu- eſſere aſſolutamenta futuro dipen ,
AtitiaDiuina :fic paratur à Regecon. de dal diuino decreto, & il diuin de
tra Regem , dice il Dottiſſimo
Lip- creto come atto divolontà dipende
pomano ; & il P. S. Agoſtino che la noſtro modo d'intenderla pro
dignum malitiæ eius ſceleris erat, vt portionatamente alle coſe di quà
Lipoma filia prouifioneperiret, quiGenitrices giù)daqualcheartedell'intelletto;
D. Aug.interdixeratparturire
fer. 89. proceſit diuina vindicta":, vtcompetens non
xall'incontrol'efferepoffibile
fuis effe. fupponc decreto alcuno, come pure
de rempo étibuspuniretur :non poteuavieire pone
l'eileredecreto
tuturoconditionatononfup ,
quod fit,ma ſolo,quod
più aggiuſtatoilcolpo della ſapien-
za d'vn Dio , che si riſcatta d'honofler. Quindi è , ch'vna famoſa via
re . Caui la figlia dal fiuine chi hà de Scolaſtici diſtingue in Dio uè
da repellire nelmare il Padre s'alle ſcienze con ordine in frà di elle d'in
ui il Rèſicuro in Corte colui , che dependenza , e dependenza,e così
il Regnoturto ſpopolare gli deur ; vogliono ( à noſtro modo di capir
) he Dio ab æterno intendetie
proueda di carnefice la figlia à quel la c
puis
Per il Venerdidella Domen. V. di Quar. : 383
primo , Prioritare inſtan :is à quo, o peccare, chiaro ſtà,che permetten :
non in quo, con la ſcienza fimplicis do Dio , che lo tentafle,non venne
intelligentia , le coſe tutte , quanto a fargli alcuna forza, onde peccan
all'eſfer poſſibile : V.G.ch'era pofa do , peccò liberamente per malitia
fibile il Mondo , poflibile Adamo, propria .
pollibile il lui peccato & c.Secondo s Hora mettiamo la ſpeculatiua
con la ſcienza conditionalium inte. in pratica , che tutti facilmente m '.
seffe le coſe future ſotto conditio . intenderanno; c ſciogliendo il dub
ne: V.G.che ſe'lſerpeme tentaſſe bio in fatui , prouareino inheme la 1. Regão
Euain tal luogo, e tempo ,Eua pec: propoſitioneche tralaſciammo. Pro 18.
carebbc : s'ella porgelie il pomo admette nel primo de'Rèai48. Saule
Adamo con talmodo, e taliperfua. la fua figliuola Michol in moglicà
fioni, Adamonemangiarebbe & c. Dauid ,con patto che gli ammazzi
Terzo intendono , che Dio à fuo li. vn centinaiodi Filiſtei nemici, tutto
bero cópiaciméto faceſſe ſcelta del perche inuidiádoquel Rei gloriofi
le coſe chevoleua ſeguillero , evo- progreſſi del giouinetto, e temendo
leua laſciar ſeguire per tutto il tem forſe dipeggio circa la corona , e
po,e tutta l'eternità; ecosì decreta la vita ,s'andaua colla pazza pruden
fe, V.G.la creatione del Mondo , za humana, conſigliando , comefi
da formationc d'Adamo, epermet poteſſe leuarequellaſpina dagliocar
teſſe il luipeccato ; & vltimamente chi : Malitiosè cogirabar ( Poftilla
con la ſcienza vifionis .conoſcere il Lirano ) vt ad confequendum hoc
intuitiuamente tutte le coſe , che matrimonium Dauid audacius peri
haueua già decretato di fare,e di per culis ſe exponeret , ſic periret : di- Liran .
inettere . Ciò poſto , auuertite il ſcorrendo malitioſamēte fià ſe me
Granche,che mette in Dio la ſcien : delimo diceua : Allertato Dauide
za conditionale , ò media , ch'altri nella bellezza di Michol , incapric
la chiamano ; perche dipendendo ciato dell'honore d'eller genero del
la futuritione, ò non futuritione de Ré , oh fiporrà cemerario ad ogni
glieffetti da tante circonſtanze,per riſchio maggiore . Non vedrà" ic
eſempio , che quella naue habbia punte de'ferri nemici, perche amo
felicenauigatione,o non l'habbia, re gli hauerà imbendate le luci: nó
depende che litroui, ò non ſi troui badarà à pericoli della vita , perche
in tal punto in quei golfo, doue s'hà l'ambitione gli haurà luanito il cer
da leuare quella boraſca : che quel uelio ; onde precipitoſo inueftendo
negotio rieſca , o non rieſca, dipen- le fronti più bellicole, vrtando i fiá .
de, che quelle lettere arrivino , ò chi più rinforzati, reſterà morto da'
non acciuino alla cal'hora ; andare Filiitei. Ah vede Iddio con la ſcien .
voidiſcorrendo:neſeguita,che pre- za di viſione tutto queſto conſiglio;
ucdendo Iddio con la diuina fcien- ne li fa conto ,dice, dell'ingiuria che
za tutte queſte dipendenze,che ten- riſulta alla ſomma macita mia ? Stó .
gono gli effetti dalle circonſtanze derò io la mano a difeſa del gioui
anneile, può ageuolmente fare ,che netto , gli darò braccio si forte , si
ſeguano , ò non feguano , etiam fal. gran cuore,che per l'iſteſſo mezzo,
ua ogninoſtra libertàhumana, con che Saule s'hà preſo per rouinarlo ,
mettere ,ò non inettere quelle cir- lo verrà contro fua voglia gloriofa.
conftanzein atto ; ò permettere , ò mente ad innalzare: e che fa Dio ?
non permettere , checi fiano pofte ; Aprel'occhio della ſcienza condi
perche ſe Adamo non oſtante la te- tionale , e vede, che ſe Dauide s'af
tatione della moglie poteua non , fonta in talgiorno , a tal luogo , e
tem :
384 Il giuſtogaſtigodel Peccatore
tempo con li cali nemicinel calare eius nimis; diuenne famoſiſſimo old
che farà d'vn fendente fu'l capo à tre ogņi ſegno in gafigo , e confu
vn Filiſteo,ſe gli cacciarà queglilot- fione del Rè Saule; che però auten
to con vna punta , ecolto ſotto vn'. ticando Gregorio Santo quello no.
aſcella reſterà freddo ; e Dio proue. Itro tcologico ſentimento , di lui di
de chein tali circonſtanzenon ci s '; ceua, che ſuperna Providentia in la D. Gre
affronti . Vede , che ſe l'atracca à pientia ſua confilio est deprehenfuss gor.
quell'altro poſto, in correndo pec in quia vndeſuccrefcentismilitisvitan
ueftir con la lancia, s'intricarà il ca. extinguere credidit , virtutis quaglom
uallo in vna radice , che attrauerfa riam indecumulauit. Cadette caca
la ſtrada , e cadendo à capitombolo ciatore incauto Saule per diſpoſie
fiaccaralli l'orlo del collo;e Dio pro tione della Prouidenza ſuperna nel
uede , che manco à quel poſto l'at: la propria rete , che altrui tela egli
tacchi. Vede, che ſe a tempo diuer- haueua : & à chi li credette leuare
ſo alla campagna ſe n'eſce, farà ſtca- conl'honore la vita, haurebbe falua
ge di nouantanoue incirconciſi, ma la vita , auantaggiatamente l'hono
nel voler compire il centinaro pre- re ancora . Ah così dunque la vin.
fillo , gli verrà morto ſotto il deſtrie- ce Dio facilmenteà voglia ſua,e nel
ro , enelmontare quell'altro , che la primiera di queſta , con laſciarui
da vn ſcudiero glifarà preſtato, fco- miſchiar le carte, e far giuoco libe
prendo l'anguinaglia deſtra nel por. tamente , cileua netto il reſto, qua
li in ſella,gliverrà cacciata vn'auue- do che più gli piace , ſenza laſciar,
Jenata ſaetta, che in quattro giorni che carta , che vinca , e perda à par .
è pertorgli la vita ; e Dio prouede, tito fatto , vn vadamanco ſaluare si
che ne anco à quel tempo diuerſo poſla .
alla campagna ei ſe n'eſca. Ma ve 6 Trafichi mò adeflo quel met
depoi, cheſe il talgiorno , e non il cante inganneuolinente per arri
cale ; alla tale , e non alla tale hora, chire : venda quella madre infidio
con itali, e non itali ſoldati , inta- ſamente l'honore di quella figlia ,. 1
le , e non talc poſto preciſamente per coprir le vergogne della ſua po
azzuffaraſli con li calinemici, che à uertà : faccia il vendicatiuo ammaz.
quel punto, e luogo s'hanno à ritro- zare il nemico ,per aſſicurarſi la vita:
uare , il fatto d'arme gli ſuccederà che anteponendo iproprij intereſti
così bene , che manderà per liferri all'honor diuino , pigliarà Diu la di
ducento , non che cento de' Filiſtei: feſa di ſemedeſimo , e per le mede
e per queſta via arriuando alle noz. ſime ſtrade , per le quali tepiano di
ze reali, diverrà con fari glorioſilli- fuggire le perdite temporali , farà
mi ad eſſere guerriero oltre modo che in effe vergognolamente ven
famoſo. Ah ,& io prouederò,dice gano ad incótrare, e così fallirà quel
Dio, ch'eſca Dauide alla campagna mercante ; anderà per li ferti quel
in tal poſto , loco &c. preciſamente, mandatario ; ſi ſcoprirà la diſoneſtà
e non prima, e non dopo, è in altro di quella donna, & anderanno à ca
modo; e così per lo ſteſo mezzo , dere in quelle foſſe , che ſcauarono
per lo quale lo fcelerato Saule crede ad altri per inantenere fe ftelliin
lepelirgli il nomehonorato , vu), piedi , come diceua il Saliniſta.La Pfal. 7.
che à tanta gloria lo porti , che egli cum aperuit, o effodit eum , inci
Itellodi rabbia a ſcoppiare neven- ditin foueans, quam fecit, oueramé . O 77,
ga ; il che tutto à puntino aggiuſta- te coine cantaua al 77.Conuerſi ſunt
2.
18 .
Reg. tamente ſucceſie, dice la Sagra ſcrit- inarcumprauum :porrà loto Dio in
gura , che celebre factum est nomen mano vna baleſtra artificiofa, con la
Peril Venerdi della V. Dom . di Quareſ. 385
la quale credendo dicoglier' altri , ita o improbus à vitio .Tupenli, o
coglierannole ſteſſi. Pigliavn tale malafemmina,d'arrichireperquel
ynabaleſtra in mano , la carica , & la ſtrada ; eſarà vna ruggine , che
aggiuſta la mira albianco;& ecco ti conſumeràle midolle dentro d':
nello ſcaricare delcolpo , la baleſtra vn'Hoſpidale: Tu penſi, ò donni.
è fatta con artificio si fatto , che ri- ciuola , di piacere, e parer bella con
7
battendo all'indietro, coglie il bale- quelle maſchere , e bellezze poftic .
ſtriero nel moftaccio, ebructamétecie , e ti ſono vna tignola , cheti và
lo ſegna.Ah piglia colui in mano la conſumando,e sfigurando in faccia ,
baleitra di quel tractato ;la carica có onde tutta la brigatane ſparla , eti
quell'inganno; aggiulia la mira al beffeggia. Tu penſi, ò galant huo
bianco di queldiſegno : & ecco nel tuo d'arriuare con quei inezzi proi
ſcatica del colpo troua, che per or- biti à quel boccone, & ingraſſaruit;
dinatione Diuina è la baleſtra artifi- e tifarà vna ruggine, yna tignuola ,
cioſa , e ribattendo all'indietro, egli che ſmagriratti; perche Dio tileua.
rimane colto , e bruttamente in sù'l rà il boccone di ſotto a’denti,e così
moſtaccio ſegnato . Queſto vuol ci laſcierai il proprio , ſenza hauere
dire il Salmiſta conuerfi ſuntin arcă inforcato l'appellatiuo.
D.Hie, prauum ; ſpiega Girolamo Santo. 8 Non può mentire lo Spirito
son. in Qui dum ſagittas putat iacere f , au- Santo, che ci và queſta verità incul
cial tenentem. Crederà quell'offitia.
Pſal. 77 le di ſcaualcare il ſuo competence cando in milleluoghi,Chiaro l'hab.
biamo nel Salm . 9. In operibusma Pfal.9.
có la cale relatione; ma cõuerſus C. nuum ſuarum comprehenfus eft pec
diſcoperto per appaſſionato , e mali- cator. ' Il peccatore reſtò preſo nell's
gno ,reftarà egli lo fcaualcato.Cre- opere delle ſue mani ? Sai che vuol
derà quel detrattore dileuare lafa- dice ? Spiega il Boccadoro Santiſſi
ma alnemico con publicar quella mo : quando enim ftruis alicui in
bugia; ma conuerſus Oc. diſcoperto fidias, ribiipſi contexis retia : quan
per vnmentitore attoflicato , eglifi do inſidioſamente ſtai macchinan D.Chri
proucral'infamator. Crederà quello do contro iltuoproſſimo , nonfaiJop.ibid,
mo con quel fortomano ; ma con- tro di te medeſimo. Srà quel corti.
uerſus 6. diſcoperto pervn tradi- giano ,quel ſeruitore, quel chetic.
tore ſottile, troueraſſegli ſotto i pie- ne famigliare dipendenza da quel
di :arcum prauum quidum ſagirtas , Caualiere, ò fimile , inuidioſo del
bene del ſuo compagno,eglifàtel
7 Sì sì, o N. facciano queſti tali, ſendo vna rete d'inganno h: oggi v
quanto vogliono; s'adropino quan- na macchia d'una macchinatione,
to poſſono ; che non farannocose dimani d'vn'altra d'una doppiezza;
alcuna di buono , peroche Dioci l'altro l'altra di vn ſuſſurro ; pofcias
porrà la ſua inano per confonderglio vna nuoua d'vna falſa relatione; e
egaſtigarglijanzi queſto ſolo faran- così di mano in mano, tutto perfare
no , chereſteranno dalli peccati lo. ne preda , per metterlo in diſgratia
ro medeſimi conſumati appunto co. delPadrone,e gittarlo , comeſidi
medalla ruggine è il ferro ,il panno ce ,diſcanno,e non bada punto al.
dalla rignola, parti delle loro viſce, l'offeſa diuina e non temedi traf
reiftefie. Improbo hominenihilim- gredire i diuini precerti . Eh meſchi
10:Chry becillius (grida S.Gio :Griſoftonio) no , che Dio ti vede , e non è vn'al
Fost. in propris armis capitur quemadmo- locco dilaſciatfelafaresù gl'occhi.
pal... dum ferrum à rubigine, atinealana, Tucredi di farcaccia di quell'altro,
Сcc c fa
386 nl giuſto gattiga del Peccatore
e faraicaccia dite medeſimo; tro appunto auuiene à te Chriſtiano : 1

ucrà modo ilSignore, che si ſcopra temi di dai più riſanare da quella
latuamalitia:fiperderà quella lette : infermità , & in vece di fare oratio .
ra , e verrà preſentata al Padrone :, ne à Dio, ricorria' quei ſegni illeci
fi diſguſterà teco quel cuoconfiden- ti , fuperftitiofi : temi d'ellere vcci
te, etiſcoprirà le magagne : eco- ſo daltuo nemico, & in vece di ria 4

si tu reiterai il vergognolamente correre lotto la protettione di Dio ,


cacciato , e l'altro il meglio voluto. ricorri lotto quelCaporione, obbli 1

Quandoenim struis alicui . gandoteglià mille eccelli, procurá


9 Piacelse à Dio , che la inten . do vincerla dalla mano:teini dime.
dellino cosibene,come pretēdiamo rir fulla guerra, & in vece di racco
d'intenderla . Siamo Chriſtiani,cre- mandar l'animatua à Dio, la racco .
diamo , che Dio vede , può , ego- mandi al Diauolo con mille incan .
uernaognicoſa,e con tutto ciò nel teſmi: Oud tibi vis in via Aegyped?
le nostre calamità , e trauagli , bilo. Se tu ſei Chritiano , perche non ti
gni, e negotij non vogliamo ricor: metti più toſto a' piedi di queſto
rere à Dio, ſperare in Dio, rilaſciarfi Chrifto Crocifiſſo , egridi : voi ve
nelle tue mani diuine : ma voglia- dete , Signore, i pericoli, nelli quali
mo giucare di nostra teſta, proue- nitrouo; mi li moſtra vna ſtrada
dercidanoi medeſimi control vo- pervſcirne, ma di voſtra offeſa: più
lere più volle,cotro la legge di Dio. toſto che offenderui , mio Dio , io
Pazza, ftolida,fapienza alipina,chè micontento morire : guardi mò la
queſta del Mondo , con la quale M. V. Diuina fc chi vive con tanto
awiene , che tanto d'ordinario ci riſpetto al voſtro honore , deue ef.
ricfcnno alreuerſcio le coſe, e cici- ſere abbandonato . Ah le lu facelli
ironiamo più che mai ſeinpre nelle in queſta guiſa,le coſe tue andareb
miſerie auuiluppati . Il Popolo He- bero in altro modo, peroche in fine
breo, dice Teodoreto, quando era più puo Iddio , che non può tutto il
combattuto da' Siri , ricorreua per Mondo; egli è quegli,chegouerna
aiuto à gli Allirij: quando era coin ognicola,ne ti potrà eller leuato vn
Thedo bastuco da gli Afrij, ricorteua per pelo di ceſta , s'egli non l'acconfen
rel, inle aiuto a gliEgittij : Quando bello per te : cgliè giuſtifino , egli è ottino,
rem . 2.
cebulur à Syrys , vocabat Allyrios; onde ſe ti porcibene con eſo , non
cum verò Aſſyri in eos bellum gelle- ti può fare, ò permettere ſe non ogni
runt, iuc confugiebant ad Aegyptios. granbene: ma perche quafi vn'ido
Obdiceua DioperGeremia al ſeco. dolatra , che nieghi la Prouidenza .
Jer. 2.
do . Quid tibi vis invia Aegypri, o Diuina, quaG vn'Atteiſta, che non
quid tibicum via Allyriorum ? S'io crede più su deltetto, nonſolo non
fono il tuo Dio , perche non ricorci ſperi in Dio , ma mi laſci in forre ,
per ſoccorſo à me, ma ricorrià gen. ( lo vuò dire ſempre con riſpetto de
ie idolatca, e mia nemica ? Arguet buoni )ni laſci in forſe,ſe verameu
te maluia tue, auerfio tua increpa te in Dio cu credi : non ti fidi ſe non
bit te.lo farò in gaſtigo della macolo di te ſteſo , delli tuoimezzi huma.
pa ,che ceficonfulo , e fattomiſe. ni, e diabolici, però Dio tigaftiga,
rabil preda degl'vni , e gli altri di Dio ti confonde. Non me vocastis
quelli, a' qualitu ricorreſti; comes OC.
più volte auuenne, e lo narrano le 10 Oh dottrina celefte ; dottrina
Sagre Carte : Non me vocallis in irrefragabile , ch'è queſta ;dottrina,
Theod. auxiliuin ( ſpiega Teodoreto )fed il che ſe deueeffer cóſeruatanelcuo.
bid . los propterea tradidite illis . Queſto te di ciaſcun chriftiano per bene
fuo
Per il Venerdi dellaU. Domen. di Quar. 387
füo particolare , deue poſcia ſtar ra . non ſapienza è quella bumana, che
dicata nelle midolle dell'anima, di alla diuina ſubordinata non viene:
quelle che propoſti ſono al maneg . che abuſo, e non politica è quella:
gio, al dominio , al gouerno de'Po- mondana,che alla prouidenza ſuper
poli,de' Stati, delle Città.A voi dun- na non li ſoggetta : che ingiuftitia ,
que à Signori del Pubblico Confi- c.non ragione è quella diStato, clie
glio di queſta Caà, voltaro adeſſo alla legge di Dio valallaggio non
co'l douuto riguardo , e riſpetto il rende.A yoi dunque Signorireplia
mio diſcorſo .Pieno di borafche il coje conchiudo, quali tutti mi gio.
mare diqueſto Mondo ,e maſſime ua credere già ſtabiliti, tocca il fem .
in queiti te : upi correnti, ne'quali pre più ftabilirſi in fondamento si
tanti anni ſono patiamo vn -rigido fermo , accio à porto di ficurezza
verno fenz'hauer capo à ſpontare la imalgrado delle mondane procelle
primauera bramara.Ab & in procel approdiate con quella naue, che vi
le sì faire n'anderà la miſera naue: è commeſſa . Calamite diſtorte ſo .
del pubblico miſeramente à roirs no gl'intereſſi priuati : buffoli malo
peiliin duro ſcoglio ,ſgrauatamente aggiuſtati ſono le paſsionipartico
à perderſi in ſecca infidioſa,fe ad al- lari; & adoprando ciaſcuno calami
tra trainontana hauerere l'occhio , ta priuata , buflolo particolare, che
che all’honore di Dio ; ſe altra carta, à tramontana ſi regga di proprio af-
di nauigarevfarete, che la chriſtia. ferro , non ſarà mai poffibile, chead
na prudenza. Guahi alla nave del vn ſegnomedeſimo drizziate que
pubblico gouerno , doue it piloto ſtomittico vaſcello di queſta Patua.
( beregge,doue i Marinari, che con- Ratio eft, ctre lumushomines , eco
ſigliano , non hanno occhio per la mecali, miferia della corrotta no
tramontana del Ciclo , e calamita tra natura , habbiamo l'occhio del
diſtorca , e buſſolo mal'aggiuſtaro si l'intelletto da mille tenebre d'igno
trouano hauer’in vſo Eral romperli, ranzé reſo caliginoſo , onde non
al perderfi d'voa fol baue, colma può si chiara ſcoprirela tramontana
d'orfani, piena di vidoue , carica de' dell'honore diuino : habbiamo la
pupilli,e greue de' miferelli, e men mano della volontà dimille inorai ,
dici, che lamenteuoli gridi , che ge- etremori d'inordinate paſſioni pa
miti doloroſi s'alzeranno al Cielo , falitica diueruta , onde non può si:
gridando venderta contro dichi ina bene ferma aggiuſtarfi al tinions :
lamente goucma, di chi diftorta della giuſtitia piừretta. Ma non è il
mente conſiglia ? E come potrà la : noltro Dio quel Grande , che ordi
Maeſtà del Giuftiffimo Dio, che finala lanatura produfle,che noi ſtel
pregia del nome del Dio delle ven colpeuolidiſordinaſlimo? Ad ef
dette; Deus vltionum Dominus, tan- so dunque s'haueremo ricorſo riſar
tigridi feffere di quell'animeà lui citi fi ritrouaremo ne' noftridáni. E
si care, e non torto impugnare ful gli dara ilS.Elno della ſua gratia ,che
mini vendicatori per affondare in nell'oſcuro delle tempeſtes i fchiari ;
voraginoſo abiſſo quelpiloto , que & allodarà il nauiglio co'l timone
Marinari , i quali nel pubblico na di queſta Croce ,lo fermerà sui fer
fragio , ſull'alilo del barrello d'un ridi queſti chiodi:glidarà porto nel
particolare interefie credono di lalu feno delle ſue piaghe: pronto egli è
Promw . uara ? Eh non eft ap:encia , non eft per ſe steſſo , ſe noi vogliamo. Che :
21.. prudenita ,non est conſilium contra le tcmere pur’anco di affondarui ,
Dominum . Scapricciſi pure ogni in- gitrate il peſo delle bortenellı bul:
telletto creato ,che ſciocchezza, foli dell'elemofina ,che piùleggieri
C. 2 gal
388 il giuſto gaſtigo del Peccatore
galleggiando sù l'acque della diui l'infelice diCham, figliuolo del Pa.
na giuſtitia, meglio allicurarete la triarca Noć , il quale hauendo pec
Giaca falute , & io ripoſo - cato contro del Padre ſuo in galtigo
della ſua colpa li trouò maledetto
PARTE SECONDA . Chanaan vn figlioletto , c'haueua ;
maledictus Chanaan ſimouela foli Genc.g.
II Alle proue per lo priino ca difficoltà diqueſto parlo :che col
De punto apportate chiaro
appare il ſecondo ancora , che Dio
pa haueua Chanaan del peccato del
Padre ? Se Cham ſolo peccò,come
in quella coſa gaſtiga , nella quale li moſe Noè huomo giuſto , e San
l'habbiamo oftclo , che fù quello to a maledire quel fanciullo inno
proteſtato ci venne vna volta nell . cente ? Ma la ſcioglie à marauiglia Am
Luc.6.
Euangelo . Eadem menſura ,quae bene il P. Ambrogio Santo. Impro D.
menfi fueritis, remetietur ef vobis ; bum filium habere meruit ; quia im . brof.lib.
D. Baſ, doue Baſilio Santo: qua menfuras probus fueral Parri . Ah maledetto de Arc:
ibid. in vitiuſqui quemenſuratpeccando, ea- fù Chanaan, perche doueua riuſcie Noè
Cat.aur. dem pænas feret: Dio adopra lofter te vn ſcelerato grandifli no : giuſta cap. 18.
D.Tho. ſo moggio da miſurare la pena al permiflione della giuſtitia diuina ,
peccatore , co'l quale il peccatore che volle dare vn peffimo figlio à
hà miſurato à Dio l'offela; & in prat- Cham , onde n'hauede vna mala
tica ſi vide nell'Eſsodo . Fecero gli vecchiaia, perche pellimo figlio era
Egittij trauagliare di mattone il Po- anch'egli Itaco à ſuo Padre , e mala
polo d'Iſraele a quelle fornaci: e vecchiaia gli haueua dato . Impro.
con lo ſparger in aria la ceneredel- bum filium .
le fornaci ifteflechefece Moisè, gli 13 Manon men chiara teſtimo- 2. Regia
caltigo il Signore con quell'vlcere nianza farà per ſecondo di queſto 3.
Exo.c. veſicoſe. Tulerunt cinerem de ca : ifteffo ilrubello Abſalonne. Già fa
Transl.
mino ( ex fauilla fornacis , leggel perc, che nel fuggire da vnabaruffa
Hebr. Hebreo :) o ſparſie illum Moyfesin di guerra -in paſsado ſotto vna quer
Cælum f, attaqueſunt vulcerapeli. cia ſe gl'intricò la capigliera ſuafol.
carum iurgentium : fopra diche - la frà gli ramoſcelli e , le frondi ,e
leaftro ; laborare fecerunt Aegyptų sfuggendogli di ſotto la mula , iui
Oleaftr. filios Ifraelin decoquendis lateribus, reſtollene appeſo ;dice quì 'lBoccama
ibido
nunc verò fauilla fornacisdifcruciã. doro . A coma arboris tenebatur,o
yramnum , ibi:
sur . Ma perche dir lipotrebbe, chc coma tenebal, coma Tdiadema
andaua si molto bene quelto ga ti- cum contundens, vbi pater .
go à gli Egiuij , perche giucauano num geſtarecontendebat. Staua ladi
diteita con Dio; ritrouarli però mol lui chioma con la chioma dell'al
ti , che peccano traportati ſemplice. bero auuiticchiata:e perche Arciuc
mente da paſſione d'odio,d’ira,con- ſcouo Santo ? forſe per teſſere coro
cupiſcenza &c. de' quali non pare na con quelle fiondi à quella chio
refti prouato queſto punto ſecondo; mna dorata , e coronatla infrà le bel
però affolutainente di nuouo affer: le chiome Reina ? Eh ti sò dire :
mo , chefuolegaſtigare il peccato- anzi acciò reſtaſſe da Dio punito nel
re in quellacola, nella quale egli la capo,ſopra del quale ingiuſtamente
offende, come nella vita, & honore ambiua di porſi lacorona del Padre:
iopiù
gaſtigò giàgliHebrci, che nella ibi cum conturdens Oc. Mapoſcia
Vita , & honore haueuano offeſo il auanti auuertiſco , che finì la 2.Reg.c.
Saluatore . vita traficco con trè lancie nel cuore,
12 Faccianc fede per primo quel. I ulit ergo loab treslanceas,infin 3 :
KIE
Per il Venerdi della U. Dom. di Quareſ. 389
xit eas in corde Abfalon . Haueua ne verbum .Commette graui delitsi
Abſalonne vna capigliatura belliſ. Gioab , ne per lungo tempo alcun
fima ; nel dorato pareggiaua quella gaſtigo riceue:alla fineviene Daui
di Cerere, nel ſottile garreggiaul de a morte , & incarica à Salomone
con quella del Sole: fiocchi d'oro fuo figlio, e ſucceffore nel Regno ,
pareua nelle ricciute sfericciuole di- che ad ogni modo habbia l'occhio
Itinta : nembo di luce fembraua ac. à punirlo , ne permetta in conto al
torno al capo agglobata : dall'orec. cuno,che ſi mora quietainente à fuo
figuraua dora- letto.adNon
chio in su appiantatad'aragne deduces canitiem eius par 3. Reg.
to vn velo per man teffus cificè inferos;e così venne vcciſo, сер..
to : dall'orecchio in giù ondeggian Come ? fé pezzo fà hà delinquito
te formaya il fluttuare delle mature . Gioab ſotto l'Impero di Dauides
biade ne'campi allo ſpirare dell'au- perche tanto fe gli differiſce la pe
re: infomnına penſate voi fe doueua na,perche ſi rimette ii gaſtigo al Tri
eſſere di bellezza eccellente , men bunale di Salomone?Pretioſa riſpo
tre dice la scrittura Sagra, che le do ſta di chi dottamente conmenta il
ne hebree la comprauano à peſo pallojalla quale per eſſere dorata al
d'oro ( irrefragabile argomento di tro non inanca che l'ancichità, vt qui
quanto antico ,& incancherito ſia incautis , at nibil demorte cogitantio Men
il vitio delvanamente adornarſi nel doza
bus mortem intulie ,moriem ipſe quo
fello femminile ) oh e di giouane que incaulus , ac nibil demorte cogi.
,quanto egli era , tans fubirer.Furono i delitti di Gioab
tantoſi ſcapeſtrato
ben può credere, che non ſoloe. Phauere vcciſi Abner, & Amaſa, che
iternamente que'capelli vanainen- incauti ſe ne andauano ſenza pens
te nodriffe, ma che per effi nodriſſe fiero , ò timore di ſomigliante accia
nel cuore inſiemepenſieri lafciui, e dente : Giuſticia Diuina , che volle
dilonefti, non meno di quello che foſſe tolta la vita ad effo ancora,més
fdegnoſi, e luperbi gli nodrille con tre incalto ſe ne viueua,e ſcordato i
trodel Padre ,e del Regno. Ab Giu- della colpa cominella più non pen
fitia diuina,chegaſtigail peccatore faua all'eſſere gaſtigato. Oh, è egli
nella cofa medeſima, ch'egli hà pec. vero Signori,che Dio ſuole gaſtiga
cato. Ha peccato Abſalonne nel ca- re il peccatore in quello , in chedal
Po, volendoſi porre in capola coro- peccatore medeſimo è rimaſto of
na delPadre ? reſti co'l capo appic- felo :
cato ad vna quercia.Hà peccato con is Et eccoci ilmodo di bellaine .
la chioma ,vanamente nodrendola ? te chiudere la bocca à tanii , e tanti,
gli ſia la chioma ſteffa laccio, chelo che ſi dolgono, ſi querelano , e non
soſpenda , e ſia la chioma dell'albe . ne hanno ragione alcuna . Si duole
so il carnefice , che gli lo ſtringa.Ità quel vecchio ,c fi và querelando de
peccato finalmente nel cuore con ſuoi figli, che gli danno inala vec.
penſieri, & affetti diſdegnoſi, ſuper- chiaia;chegli fanno mangiare il pa
bi, lafciui? moia trafitto con trè lan- ne delle lagrime con mala vita , che
cie pure nel cuore iftello . Adheſie tengono .Fratello , come ti portati
cap.6.coma tenebat ở c.T ulit ergo tu in tua giouentù con la buona mne
tres lanceas Oc. moria di tuo Padre ? ti arricordi det
14 Ma non può quimancare il crepacuori, che gli faceſti ſoffrire
Capit.Gioab , che non entri anch '. nella pratica di madonua, nelcrimi
egli per terzo co'l miſerabile ſuo finale di meſſere? oh adello vedi,ocum
ne àſottoſcriuere queſta infallibile lumprooculo,dentemprodente : fuſti
accioche in ore trium ſtet om Catiuo figliuolo co'l Padre tuo ;[ue
verità
porno
390 ilgiusto gaſtigo de' Peccatori
perbum filium habere meruiſtii catti. manco ſognato , cosiſpenſietaro 1):
ui figliuoli haimeritato da Dio:e pe. andaua:oh tu te l'eri ſcordato, e Dio
tò duoli dite medeſimo; e già che ſe l'era legata al dito ; vi quiincauia
non foſti figliuolo morigerato in c. Che queſto è ilmodo diproce ;
giouentu, procura almeno d'effere dere nel Tribunale della divina Giu
Padre patiente in vecchiezza. Mor. ftitia; che queſto è l'uſo della Cucia
mora quella vecchia , e brontola tut- diuina , onde peccato che hà il pec
to il giorno, che la nuora fà, che la catore , fulmina Dio d'ordinario la
nuora dice;cheappena meſſo il pie. ſentenza , che reſti punito in quella
de in caſa le ha tolte le chiaui dalla coſa , nella quale egli hà peccato, s'
cintola , e le fà la Patrona addoſſo . eglinon ne dà prima la ſoddisfaction
Sorella la mano al petto con la buo . ne douuta.
na memoria della madre di tuo ma. 16 Oh,e che occorre cercare on-
rito, come ti portati canı’ami ſono ? deci vengano tantemortalità di pe
Eh Padre , quella era vna vecchia ftestante defolationi di guerre ,tante
così fatta;e tu ſei vn’arciuecchia così rouine di frutti da' peccati,da' pece
tra falta: inangiati le inolliche, quà. catici vengono chedouendo ilMó
do ti ſeruiuano i denci? hora in peni- do eſſere galtigato a tu per tu, non
tenza de' tuoi peccati , ſdentata che gli può reftarc nc robba, ne vita, ne
fei, ti fa il Signore maſticare lecro honore . E quando celleranno ques
ſte. Vecchiarello, e vecchiarella Iti gaftighi? quando s'aggiufteranno
miei,patienza,e penitenza; e del re- gl'influſſi del Cielo, l'intemperie de
fto à luo tépo que figliuolise quella gli elementi,gl'intereſſide'Prencipi?
nuora , quando faranno Padre , e die certiflimo d'ogni maggior certezza...
uerranno ſuoceri renderanno bene morale, non prima, che aggiuſtino i
di ſettimana alla Giuſtitia diuina sì. peccatori lepartite có Diocon frutti .
E quanti dopo l'hauerne fatte; e fato degnidi penitezajocon li peccatori
te,alla fine ltanchi del Mondo Giri ' s'aggiuſti Dio có giuſti gaftighi de'
tirano ad vna vita quiera sc fcordati lor peccati.Non trouano i peccatori.
dell'offeſe fatte al Signore, ad ogni partito al primo? trouarà Dio parti.
coſa penſano fuori che ad eſſerne to al ſecondo . Hanno peccato in
gaſtigati? & ecco all'improuiſo, non tanui? faldaranno i contine'mcdefi
Ti sa da qual banda vien data vn'are mi contantije chi ſtarà diſotto, à fuo *
chibuggiata à queto, vna ſtoccata à danno.
quello , andareà confolare il ferito : 17. Ah Signore sd , che per : 1
Signore ſonocolpi,che végono pe- le traſcuragginimie nello ſtato para
fati dalla mano diuina ; biſogna tal- fato merito d'eſler gaſtigato non
ſegnarli nel voler fuperno . Subito ſolo nella roba , honore , e vje
dànelle rotte;Padre,s'haueſfiinimic la , ina nell'anima ancora : ma pia..
citia con qualcheduno,s'hauefiiof no Bontà Infinita, ch'io ſteſſo vuo
fero perſona alcuna ,ne male , ne elſeguire in me il gartigo penitente.
danno; ma facendo i fatti miei, fen- pentito ,e non lo voglio dalla giuſti
za dat moleſtia a'cani manco , tro- tia voſtra. Della roba , già mi ſono
uarmi à queſto termine alfallinato; ſpropriato per voto, e s'hora hauelli
poter del Cielo ſono pillole amaré i teſoridell'Indie,dibel ououo farci
da ighiottiie. Vedete,vnmartire in pronto a ſpropriarmene.Dell'hono
nocentino : ch facciano l'eſame di iemordamo io non faccio più con
conſcienza amico,e trouareino ,che to , che d'un paio di ſcarpe vecchie ,
anni fa vſaftivo (imil tiro alprolli che già tutto ve lo ſagriticai,quando
so tuo , il quale non fe Pharebbe. che m'arrollai poucro diſprezzato
PerilVenerdi della U.Dom.diQuare]. 394
fcà voſtri ſerui minori.Della vita,ca- legge, e regola mia ,delreſto anda
pitale alcuno io non faccio ,hauen. reicó ivoſtri Appoſtolitroppo lic
dolacutea offerta a ſeruigi di voftra tod'eller fatto degno di patircontua
cala . Anima in fine io non voglio melia, per lo volio nome, delche
per me , ma per vorfolo , che l'ha pero me ne confeffo indegniffimo.
tiete creata , che l'hauete reden- Volete leuar loro la vita leuatela.
ta . Egli è vero , ch'io non cam. Quanto à me queſta vita è piu mor
mino ſempre così aggiuftato , che te;chie vita;& incanto ſolo mi hà gu
non inciampi , che non traſcuri più fto di vita , in quanto è voler voltro
volce; anzi à piena bocca confello , ch'io viua. Proteſto , che ciò non di
che ſe non mifiacco ilcollo ,graue. co , perche û mitenga, ò mi voglia
mente cadendo , tutta è merce della ſpacciare per di qualche coſa : no
voſtra diuinamano , che mi foſtic. che ingenuamente confeflomi,
ne. Ma paghi, Signore , queſti in quì mipubblico per vn più che mi.
ciampi,e traſcuraggini inie quelpo- ferabile indegno, e dimetimoro fir.
co rigore di vita, che penitente v'of- fimo: cutta tutta la inia ſperanza è
feriſco forto di queſto ſacco : e già nella gratia voſtra diuina. Madico
che per ſe ſteſſo non baſte-,anzi che ciò ſolo ,cheſe volete per l'oſtinatio
nulla vale, incingetelo nel voſtro di- ne loro gaſtigare i chriſtiani ; per
uino ſangue, e farà di valore in infi. l'intereſlemio , poco m'importa , e
nito ſoprabbondante. Del reſto poi che poco in'importa, che il Mondo
ſei chriſtiani dopo tanti auuiſi non micada in capo : onde ſe grido , ſe
vogliono far penitenza , e placarui , ftrillo a'peccatori,lo faccio fenza in
fate quel chevi piace,mio Dio ,ch'io tereſſe mio di tanto, per loro ſalute
non hò più ardire di chiederui per preciſamente e voſtro honore .Ma
elli miſericordia. Volete leuar loro le non vogliono vdirmi , la quarefi.
i frutti della terra:leuategli.Se man- ma è al fine ; à loro danno , à loro
giarà pane il Ré, ne mangiarò an , danno. Fate Signore da quel giuſto
ch'io ,nemi potràmancare,quando chefete, ch'io ſtarò alla fineſtraà
anco mancaiſe al Rè, perche voiSi vedere , come andarete adempien
gnoremel'hauete promerlo, e non do le minaccie fatte loro per bocca
trouandolo alıroue , lo mandarete mia . Queſto si,amorofillimio Dio ;
dal Cieloper mano d'Angeli, come che quelli che miodono, che m'af
più volte hauete fatto con i Serafici colcano compunti, epentiti,e liri.
figli del mio Serafico Padre. Se non ſoluono adedo di confeffarſi, e mu.
potròbere vino , beuerò acqua ; c tar vita;in ognimodo hanno d'vſcie
s'haueràla natura neceffità divino , re da queſta Chieſa afloluti da quel
l'acqua in vino conuertirete, come le pene , che nella Curia della vo
altrevolte hauete fatto con i voftri Atra Giuftitia diuina lor fulminaſte
frati Minori, & alla fine poco m'im- già contro : ad ogni inodo hauetc
porta: per lipeccati miei io no mer. loro à concedere ifrutti, à mante
to vita migliore di quella d'un cane , Nere l'honore , à conſeruar la vica ,
onde con pane,acqua,e paglia (vita Non può mancare queſto Signore
dicane ) viuerò in pace , ſperando di fare il debito ſuo , ſe voi farete il
perdono perl'altra vita . Volece le- voftro . Sarà dolce con i dolci , af
uar loro l'honore? leuarelo . Io non pro con gli aſpri, giuſto con tutti .
hò moglie ; io non hò figli, e pure Ei porra in queſte piaghe e guerra ,
ch'io non fia fruſtato , o appiccato cpace; elegga il peccatore ciò che
per ladro ,per ſagrilego,perhomici- gli piace.
da , per delinquente della voftra
CHRI
392
CHRISTO !

INNAMORATO
DELLA CROCE
Per la Domenica delle Palme.
Plurima autem Turbaſtrauerunt veſtimenta fua in via : Ali
autem cedebant ramos de Arboribus , &fternebant in via :
Turbe auten , quæ præcedebant , & qua fequebantur, cla
mabant dicentes : Hoſanna filio Dauid : Benedictus, qui
venit in Nomine Domini. S. Matt. al cap. XXI.
Iddi ben o più vol. Cielole fiammeggianti faci d'acce.
te,quando che sba. ſe ſtelle ; e in doloroſi concerti pre .
ragliate le tenebro- pararſi gemendo i pipiſtrelli , e lc
ſe ſchiere dell'hore , frigi à celebrargli ilfunerale,come
notturne ſe n’entra ' a chi moribondo già tiene vn pie
in fu'l mattino il ſole nell' ampio nella foſſa là dell'ibero Oceano. Oh
Regno di queſto noftro emisfero Signori, oh Signori : che al noſtro
ſopra'l dorato carro della luce diui- miſtico ſole di Giuſtitia Chriſto in
na , trionfatore della notte nemica ; Bettelenimelicta la gloria cantaſſe
vidi più volte, dico , Itendergli di ro gli angelici vccelletti del Para
ſotto a' piedida.Cieli nella ſtradas dilo: che l'incontraſſero , e forſe con
reale del Zodiaco i zaffirini lor má- boſcareccie Verdure ornandone le
ti: vſcirgli incontro fuori dal buio la mura ,e'l ſuolo di quella ftalla felice,
Cerra con mille rami lieti d'oliui in i paſtorelli feſtoſi;che gliſtendeſſero
pugno in sù de'colli, con mille ver- a' piedi i loro manti reali i coronati
di frondi diſteſe nel ſuolde' campi,e Magi dell'Oriente, marauiglia non 1
de' prati :e cantargli,egridargli alla fù , ch'allhor naſcente ſpuntaua nel
fronte, alleſpalle dall'innocenti bo- l'Oriente anch'egli della temporale
ſcareccie Turbe de gli vccelletti il ſua vita . Ma hoggi in Geroſolima,
lieto , il faufto , il felice, il fortunato che nell'occaſo tramonta, che mette
dell'aſpettata di lui, e glorioſa venu . vn piè nella folla vicino à inorte , ſe
ta.Mache al tramontar nell'occaro , gli itendino tappeti a' piedi ; Pluri
maeitoſi tappeti ſe gli ſtendino a' ma autem Turba Strauerant vesti
piedi,amoroſe verdure ilcammino menia fua invia : amoroſe verdure
gl’infiorino,liete canzonifeſteggia. il cammino gl'infiorino.Aly autem
no il ſuo ſparire, io no'l vidi, chemi cedebant ramos de arboribus. Lic .
Louuenga; c moftruoſo troppo fa- te canzoni feſteggino la ſua venuta
rebbe certol'oggetto. Anzi più toſto a ſparire. Turbe autem qua precede
vidi coprirſi l'aria di bruno manto bane, o que ſequebanturclamabant
dolente à lutto; girſi accendendo in dicentes : Hoſanna filio Daxidi. Oh
que
Perla Domenica delle Palme. 393
Gueſto si ch'è vno ftupore , Ah ve- l'innamorato Chriſto corſe feruen
Aanfi più coſto di nero à lutto le tiflimamente ad vnirſi con la diletra
Turbe: accendano i Leuiti le fiain- fua Croce. Facciamone,ſe vi piace
meggianti facelle: e in dolorofi co11e va paralello ,e farà , ſpero ,aggiuitate .
certi preparando ſivadano i Sacer- Scende d'alto à barto la pietra verſo
dati à celebrargli ilfunerale,comeà del centro , cnon s'acqueta fino ad
chi moribondo già tiene in fulle abbracciarli con effo : fcende Chri
- Jabbra lo ſpirto per raccomandato à fto dal Cielo in terra verſo la Cro
fpirarlo in braccio al Padre. Ma va- ce , e non s'acqueta fin’ad abbrac
glia il vero, che ſe à nozze amoroſe ciarſi con eſa. Deſcendit de Coelis
tramontaſeil Sol nel Tago ,come à factus obediens vſque ad mortem ,
lietenozze dal Gangefuori ſi leua ; mortem autem Crucis. Non è vion
- In fole pofuit Tabernaculum ſuum , lento il noto della pietra verſo del
c ipse tanquam fponfusprocedens de centro ,percheſecondo il Filofofos
thalamoſuo; feſtoſamenteil vedreſ- Violentum eft,quod efl à principio ex:
fimoforſe non meno che in Orien . trinſecopaſo non conferèie vim , ma è
te nell'Occidente incontrato, e rice- moto tutto amoroſo, e naturale, che
uuto.Ah corre in ver l'occaſo hoggi, procede curto dal peſo, che natural
è vero , il Sole Chriſto , ma à liere mente racchiude nelle ſue viſcere :
nozze ſe'n corre:dunque feſtoſo in- non è forzato il moto di Chriſto alla
contro , feſtoſo accoglimento gli è Croce; ma è tutto volontario amo
diragionedouuto ,ſeben tramonta . roſo, perche oblatus est quia iple von
Chefe à quali nozze chiedete ; alte luit , onde procede tutto dal pero di
nozze riſpodo della diletta ſua Cro. quell'amore , ch'ei ſi racchiude nel
ce . Onde gli amori di Chriſto verſo feno Ignisex estuansclauſuſque in of.
di lei à raccontarui io végo nel pri- ribus meisiamore, che al parere di S.
mo luogo;acciòchefacile ini s'apra Agoſtinoel peſonaturale de' noftri Di Aug.
poſcianelſecondo il paſſaggio à có- cuori;amormeus pondusmeum ,eo li. 11. de
dennarel'ingratitudine noftra fpiri- feror quocunque feror.Sempre la pic. Ciu.c.28
tuali
dal pr imodi nozze tali: e fatromi già tradeſiderad'vnit&
figli co'l Caro cen
troidefiderò ſempre Chrifto d'vnir
2 Parla Giobbe al 33.della calata fi con la ſua cara Croce; Defiderio
del figlio di Dio dal Cielo in terra defideraui hoc Pafchamanducare
ad humanarſi,e dice ; Quis dimifit vobiſcum . Pronta è per ſe ſteſſa la
lapidem angularem ? Chi laſciò ca. pietra in ogni tempo di correre al
lace à baſſo la miſtica pietraangula. centro amato;pronto in ogni tempo
re del figliuolo di Dio ? S.Gregorio fù Chrifto per le medefimo di cor
fopra di queſto fatto nota , che Ne. rere all'amata ſua Croce, Tunc dixi
quaquam emififfe,fed dimifille afferit: ecce venio:Violenza eſtrema patifce
Non dice,clie forte caccia: o à forza la pietra ,s'eſſa viene impedica diro .
comepietra da fiomba nò , mache tolare al centro diletto ; violenza
vēnelaſciato cadere da fe ſteſſo co . ineſplicabile patiua Chrifto nell'ef
me pietra naturalınéte portata al co- fergli dilungato ilvolare alla diletra
tro. Dunque io mi dò a credere che fua Croce;baptiſmohabeo baptizari,
fe arriuaſtimo à capire con quanto quomodocoar &tor vſque dum per
amore corra l'innamorata pietra ad ficiam illum ? Giunta la pietra al
abbracciarh velociſſimamenre co'l centro , ineſlo acqueta tutti li ſuoi
dentro amato , arriuareſimo altresì appetici : ſtretto Chrifto alla Croce ,
forfe ad intendere in qualche parte iui dàcompimento a' ſuoi acceſide.
quell'ecceſſo d'amore , co'lquale fij,Conſumatū eft; Diciamola invna
Ddd fola
394 Chrifto innamorato della Croce
fola parola : le Chriſto foſſe pietra, glio , è che la Croce ha da eſſere la
ccentro forſe la Croce, potreſſimo fpolamia , ò che von hò ad huma.
quafi dire chequeſti motihaueſſero narmi: queſta è la conditione fine
infrà di loro quanto alla ſomiglian- qua non della mia acdata . Il Padre
za , vna ſpecifica identità . Ma che ci acconſenti , ci accontentà lo Spi
dieh'io ? Chriſto è pietra; Para au- rito , e toſto ſe necelebrano gli ſpon
rem erat Chriftus: Centro è la Cro . fali nel decreto diuino dell'Incarna.
ce , e però come tale ſtà collaca. tione del Verbo in paflibile carne
ta nel bel mezzo della terra ope.. daca la cura alla Providenza di tro
ratus eft falutem in medio terra ; uar modo al ſeguir delle nozze , la
onde non con minore amore corre difficoltà delle qualinon arreſbaua
l'innainorato Chriſto alla diletta ſua vn punto l'ardentiffimo amore del.
Croce , di quello corra la pietra all'innamorato Diuino Infante;mer
centro amato ; amor meus , pondus cè che l'amore,s'eglie del vero, non
meum ,co feror,quocunqueferor. riconoſce difficoltà che che ſia : So
3. E qui mi pare A., che venga lus amor eff(dice S.Agoſtino )qui no D. Aug.
à taglio il cominciare la ſtoria di miredifficultatis erubeſcit.
queſt'amore . Suppongo quella fen- 4. Ma già creato il Mondo ſe ne
téza famoſa delle Teologiche icuo- ftaua pur'anco l'acceſo ſpoſo Iddio
le , che Chrifto foſſe predeſtinato la sù nel ſeno del Padre locano dal.
Redentor del peccato per Crucem , la Croce ſua ſpora,onde ſpinto d'a
© Paſſionone; in modo però che'l fi- more per conſolarli lontano, e tem
ne della predeſtinatione di Chriſtoperareil deſio della preſenzapermi
folle la inanifeſtatione delle diuine ſe , che facci ne foſſero ritratii viui ,
grandezze e la crocifiſſione ſolamé che la rappresetaſſero al naturalezan
te forſe conditione fine qua non ; , zi volle,che nel Teatrodel Mondo
tanto cheſe la crocifiſſione non ha- in nobiliſſime tragedie le nozze ftel
ueſſe hauuto à ſeguire , il figlio di ſe future veniſſero 'rappreſentate ,
Dio non liſarebbe incarnato;e così Machi ci affegna ipittori, chici
in Chrifto le divine grandezze non troua gli ſcoltori d'vn'opra cale ? chi
fi ſarebbonomanifeftate : su queſto ſpettatore trouoſli de gli amoroſi
dottrinal fondamento concettizo io tragici componimenti Ah ecco
adeſſo. Vide il Figlio diDio colà ab pittoreil fratricida Caino co'l pen
eterno infra le coſc pollibili la bel nello d'in rufticano baſtone, che al
liflima riſplendentiſſima Croce; Ar. viuo la pinge in ſulla tela delmorto
bor decora, o fúlgida: e preſo dalle Abel: ecco ícoltore l'vbbidiente A
bellezze; dalli ſplendori di lei, le n' : bramo collo ſcalpello d'vna ſcimi
acceſe d'amore. Ececco s'adana l'i• carra ſnudaca ſtà per ſcolpirla al vino
nacceſſibile contiglio della Santiſſi- nel ſagrificio dell'innocente Iſaach:
ma Trinità . Chianderà,dice il Pa. ecco gli Hebrei , che l'amoroſo , c
dte, à pigliare humana carne,e ma. fanguinoſo ſuccello videro rappres
nifeſtare le diuine noſtre grandez - ſentato in quelle cante figure , e la
zeiloriſpondeil Figlio,mavuò che grificij.ondeil Padre S. Agoſtino di D. Aug.
lia con cfprefla conditione, che le cendo andava; Chriftus fuitin Abel
nozze io celebri.con la diletta mia occiſus , in Prophetis exhonoratus ;
Croce. Oh, entra lo Spirito Santo , nell'Apocaliſle ſilegge, Agnus,qui
biſognarà patire farighe , Icheri, occifus eft ab origine Mundi.Cosi ate
tormenti, niorte : non mancano già facciato al balcone del Cielo traite .
mezzi all'infinito voftro fapere più nendo s'andaua l'innamorato Prin
facili,più foaui?Nòzno,tipiglia ilFio cipe del Paradiſo ;quando venne
pur
Per la Domenica delle Palme 395.
pur’anco vna volta la pienezza del 'bra d'acciaio del rigidotraditore sfa
tempo, nel quale mádo l'ererno Pa- uillate d'amore? dunquechivi defi
dreilfiglio in queſto Mondo à viſi- dera vita è Satanallo; chiviprocura
tar dipreſenza la deſiderataſua ſpo la morteècaroamico: Oh chebene
fa : & oh forza d'amore , ch’ei ſe ne apre la ſtradaalla riſpoſta Girolamo
venne à capriole faltando per colli , il Santo Padre : Satanallo auuer .
e monti, Ecceiſte venit faliens in ſario vuol dire: ah e per queſto quia
montibus,tranſliers calles, egiunto contra loquerisvoluniatismea ,debesD.Hier.
in terra mentre ſi ſtanno apparec- aduerfarius appellari:Giuda lo fauo- in Mar.
chiandole nozze, da vero arante, rivaalla Croce;gliapriua la ſtrada al 16 .
ficome fà col pefiero mai sépre nel la Croce, lo ſpallegiaua alla Croce
la diletta fua Croce, così corcimána ſua defideratiflima ſpola,pertanto lo
del cuore , quali che d'altro non si chiama amico;ma Pietro , che s'op
parlare la lingua,che della Croce ſua poneua per diritto all'amoroſo vo
cara.Troppo lungo ſarebbe l'oppor- lere di quelle nezze bramate, che le
tar tutti i pafli di queſta fatta , io ne gli attrauetſaua alla ſtrada , oh per
ſcielgo due ſoli, entro de qualifpe- queſto lo fa dare per così dire nelle
cialmenterilucequeſto ſentimento rotte ,e gli cala dibocca vo Sacanaſ.
amoroſo . fo.l'ade Satana .Quia contra lo
s Parlaua della Croce vna volta, querisOC.
come era ſolito fuo , & intendendo 6 Sentimento gentile , chedell'.
Pietro i tormersti, gliobbrobrij, ch'- amore hebbe vna volta Plutarco .
egli haueua à paciec,ſpinto dall'aino Amor est ficut'hedera , ſemper inue.
re,chegli pottauajſe gli poſeda fró- nit, vbifecolligat: l'amore dice è co
teje ditie:Guarda Signore,Groce?oh mel'hedera ;ſempre troua doue po
alla Maeſtà voftra coſe talip oh non terá appoggiare. Sij pur liſcio il tró .
Mar. ſia queſto in eterno ; Abfit à re Do- co, lij,pur piana la pietra ;siacute in
*5.4
mine, non erit tibihoc : Guarda Si. péta, si aduche in taglio halvnghie
per Pietro ,che non l'hederachepertutto s-attacca,s'ag
gnore ?buona
Thaueſſe mai detto . Se gli voltò il grappa , e s'auuiticchia : cosi perap
benedetto Chriſto con faccia mie punto è l'amore ; hà l'unghiedella
naccioſa, e ſdegnola, e non conten- mente nella punta dell'intentione si
to , vollidite,di cacciarlo quafiche acute ,nel taglio dell'affecco siadū .
alla malbora, Satanallo chiamollo . che,che per tutto s'attacca ,s'aggrap
Vade poſt me Satana. Gli venne poi pa , cs'auuiticchia : Amor cloc.
all'incontro nell'orto il traditore di Quinci è che s'entrare à diſcorſo có
Giuda per vederlo almacello àprez vno, che viua cotto d'amore, ſia mo
zodi quattro ſoldi , & arnoroſaméte in qualſia occaſione diſperata , e
fi laſcia abbracciare,ebaciare , & a. ftraoagante,ſe non al primo,alle dua
mico lo chiama; Amice ad quid de fà Taliare à propoſico il ragionare
M41.26 nift ?Signore che metamorfoſi èque della perſona cheama:Amor eſtecc.
sta? Pietro vi ama , e lo cacciate : Gru . Xoh hederico amore del mio Gie .
da vi odiaze l'abbracciated Prima co su . Attendete per cortelia : G trasfi.
onte ricambiate l'amore, & amoro. gura sù'l monte Tabor, & apparc
fo ricambio al tradimento poi date ? frà mezzo Elia,e Mosè tutto veſtito
ftilla di mele lapietraPietro , C v . di gloria, tutto riſplendente di luce;
innaſpriterſpumna veneno il ſerpente indovina tu vn poco di che fanno
diGiuda,e v'addolcite? Pietra fete ò parlando? Dicebant exceffum ,quěco. Lu
Signore,io lo confeffoma ſe cozzá. pletarus erat in Hierufaléipalauano c.c.2.
do colla pietra Pietro,fiammeggiate della Croce : oh e chi l'hauerebbe
diſdegno; comepercolo dalle lab . creduco ? non hanno già che fare i
Ddd 2 COES
396 Chriſto innamorato della Croce
tormenti della Croce co ' guſti det Elia parlauano di Croce à Chriſto ;
Paradiſo : l'ignominia d'vn Croci- ſtromento dolorofiffimo di morce
filo , con la gloria d'vn Bea!o ? eh infaine ? dicebant exceſſum c. Oh
eh l'amor,ch'egli alla Croce portaua Profeti Santiſſimi perdonatemi,fta
anco ne'guſti del Paradiſo anco nella uateà conuito celeſte, guſtando la
gloriade'Beatitrouaua doue aggrap manna , faporeggiando ilneccareer
parli, & à ſomiglianza d 'hederaag. del Paradiſo , ecosì all'aperta fate,
grappaticcia. Amor eſt oc. contro le buone regole de conuita- ;
7 Ma notate di gratia : dicebant ti ? Foſti pur anco tu Mosè alleuato
excefum : Non era Chriſto ſolo,che in Corte di Faraone: praticaftipur
ragionale di Croce nò ,ma tutti trè tanto tempo cu Elia nelle Corti del
parlauano,anco Mosè, & Elia. Ma. Rè d'Iſraele : MÒ Pietro yn peſca- Matth.
crobio ne' Saturnali ſcriue , chene tore meglio ſi porta di voi : Bonum 17.
Macr. conuitibilogna locis,csemporibus estnoshic ere, dice ilbuon Pietro :
1.7.Sa. coaptareſermones; aggiuſtare idil Signore qui c'è buon vino ,quiftia.
turn.ca. cotli , come ſi dice , à luogo , e tem- compitamente, io direi,
moregalati
guftano (tlerattarà
tutti di ciò , che buoniſſima
1.C 2. po,&èragione che faceſlimo quicamerata : facia .
la ne- mus hic tria Tabernacula . Ma voi
cellità non ci forzaſſe al contrario ) in luogo di Paradiſo, trattar di mor
e così dice : Qui venatibus gau . te in tempo di gloria parlare d'in
det , interrogetur de Sylua ambie famia ? Dicebantexcellum c. ? Oh
iu : Religioſus ſi adest, da illire. che bellolocis, temporibus; eh ri.
ferendi copiam , quibus obferuatio- fpondono , ſapeuamobene,che i di
nibus meruerit auxilia Deorumilife- lui guſti batteuano alla Croce, bere
nex præſens eft, eum interroga , qua faglio de' lui amori , onde all'ini
ad illuna pertinent.Se tratti con quel namorato della Croce non poteua
Caualiere , che attende alla caccia , mo più aggiuſtatamente difcorrere
moui diſcorſo di cani, di reti,di fal- che di Croce . Dicebant excefsü,or
laticine, e di boſchi; dimandando- 8 Horsù vicino li fa vedere il gior
gli conto della preda cli'ei faccia:ſe no delle nozze pur'anco , e fubito
ti troui con un Religioſo , parla di s'incamminaalla caſa della ſuaCro .
vocatione, d'oratione, dimortifica .. ce à Gieroſolima, e ſe ne và à sàgtā
tionidicarne, eſpirito, chiedendo paſsi, che ne ſtupiſcono iſuoi . Et
gli con quali eſercitij egli venga ad precedebat eos ; fupebanı, merce
ottenere gli aiuti diuini. Se diſcose non s'accorgeuano, che gl'impen- Marco
ri con vn vecchio , oh d'ordinario naua amore ipiedi; e poteua alzare 10 ,
non puoi errare à biaſimare i tempi l'impreſa di quelccruo alato , e gris :
preſenti , e lodare gl' intrichi, che dare: Amor addidit alas;ondecuta ,
queſto è'l vicio de' vecchi incanche, to pronio , e liero in ver l'amata ne .
rito : A noftri tempi diceuamo , e giua: Prompté, bilariter ibat ad .
faceuamo;e Dio sà poi come la pal- paffionis locum ;iui poftilla il Lirano:
ſarono anch'eglinoin giouentu.Co. e canto pronto , e lieto ,che hoggi
sì potreſſimo dire di chi parla con con feſta , e trionfo ci vole eſſere ri
qualche dõnadi gouerno dicaſa,lo- ceuuto; volle ſe gli cantaliero amo
darla d'accorta , di prudente , d'ha- roſigli epitalamijHoſanna filig Dao.
uer ceruello per gouernare vna Cit- uid : Benediētusqui c. Egredimini, Cant. 3.
tà, che tali per lo più n tégono mol. videte filie Syon Regem Salomo
te diloro . Ohà ciaſcheduno adun- nem in Diademate , quo coronauit il
que è regola d'ordinario buoniili- lum Ma:er ſuajin die defponfationis
ma parlarediciò, che più glidàin illius,oin dieletitia cordiseius .
gufto . E come dunque Mose , & 9 Ma non vi piacc A; che l'amor
rofa
Per La Domenica delle Palme 397
Tofa ſtoriaoltre delprefente giorno ito , che io vedo queftapi sfodera .
qui liproſiegua? Venne sù dunque ſe pungentiſsimi aculei di chiodi,o
l'hora Iteſſa delle nozzemedeſime, lancie : atti più coſto a lacerarui le
Zoan.13. cla chiamahorafua ;fciensJefuse carniconamariſsime piaghe, che à
quia venit bora cius. Signore hora fabbricarui vn dolciſsimofauo .Al
voftra ?l'hora di voftra morte ? Sì, queſta appunto è la magia d'amore;
hora mia , hora cara , hora ſoſpirata credono tormentarmi, e mi addol
giàmille volte , albo fignanda lapil- ciſcono:credono diſparger fangas,
lo ; marauiglia è vero ,ma ſono ma- e ftillano mele che ſe no'l credi fà
, ,
rauiglie d'amore , che sàmodotro- da vicino laboccha , e ne guſterai
uare per nonodiar l'artefice di mor- la dolcezza: Quid ab ignorantibus
te ancora . Solus amor mortis non geſtum fir (Commenta il PadreSala
odit artificem . Agoſtino ) Myſtica ſubtilitare Spins
10 Hora cara , che lo conduſſe ritus Sanctusdecet: mel quippe apes
Zoan.19. pur'vna volta ad vnirſicó la brama. operanturin fauis ; nefcicntes autem
ta fua Croce : o baiulans fibi cruce: perſecutores Domini fecerunt eum,
fibis ſibi,perche acconſenteben'egl
che l'vtile della Croce tutto Gia delsi nobis ipſa paffionedulciorem .
12 Che marauiglia dunque,che
Mar.21 l'huomo : Ecce. Rex tuuspenit tibi di tormenti si dolcimai fatio folle ,
menfuetus: Tibi , tibi, il ſangue , la enon mai fatio gridale, fitio ,fuio :
gracia, la gloria , tuttoquelbenes maiora fitio,fpiega Bernardo Santo. D.Bern.
che ne procede tutto tutto dell'huo. Hoc eft maioraſitio fubire tormenta.
mo: ma la Croce , ah tutta la vuole Oh ecceſsi certo delvoſtro amore ,
per ſemedeſimo: fibi,fibi; perche è innamorato Chriſto ; ma vaglia il
fete halicuate pur'an
e lua Spoſa ,ne la vuol cedere ad al vero , chealtra
hi . Oh Signore ch'ella è dura.,ch'- co : fete , che fivedefle palele la ca
ella è peſante ? Eh riſponde , gionedi queſti ecceſsi: quella forna.
amante fono , e dei ſapere , che ce ardente , che vi ardeua nelſeno . Äbac.za
la fatiga all'amante non è fati- Cornua in manibus eius, fcriueAba,
ga, ma dolciſsimo. vn Caporetto ; chuch al terzo . Staua il benedetto
D.Bern. vbi amor est, labor non eft, fed fapor, Chriſto conle mani conficcate alle
difie l'Innamorato Bernardo . conna della ſua Croce , così intende
fcr.85.in
Cant. 11 Oh adello intendo,innamorato il Titelmanno . E che ſeguió Profe
mio Dio , ciò che andauate cantan- ta ? Ibi abſcondita estfortitudo eius: Titelma
17 done' Sagri Cantici. Meſſui Myr- iuili ftauanaſcoſa la fortezza dilui,
Cani. 5. rham ,comedi fauum cum welle meo Aſcoſa iui la fortezza di lui ? Dichi?
Signore ſe mirra amara haueuate d'amore: edoue aſcoſa: nel cuore:
raccolto ; come dolciſsimomangia ibi, là doue nello ſpirare chinando
Aiilmele ? Ah che volefti dire , ch'- il capo ne diede il ſegno . Et inclia
efferdoucuanomirra conformealla natocapite tradidit ſpiritum , quaſi loan.19
natura loro i tormenti di Croce, che accennando cantare: caro cigno di
raccogliefti; ma per arte d'amore fi amorca ntando moro, e ftà quì den ,
erano cangiatiinmele ;Meſſui myr tro al cuore chiulo , e naſcoſo amo
rbam , comedi fauum .Ma Giesù ca- re : amor m'vccide ; è forte l'amor
to queſto mele chi fabbricato l'ha. como la morte : Fortis eft vtmors
ucua ? Riſponde al Salm . 117. che dilectio .
l'api furono i Giudei , che in quel 13 E pur'è vero , anorofo mio
Pä:117 giorno locircondaronocircumde- Dio,che io primadi veftircatnchu
derunt ſicutapes: ficut apes fauums ar mana volesti, che ne'ſpettacolide
D.Ang legge S.Agoſtino Piano mio Chri , fagtificij antichirappreſentate vi for
ſero
398 Chrifto innomorato della Croce
fero queſte voſtre nozze graditeale co , dal quale arciero d'amore fcoca
l'hor future ; hora che aſcelo glorio- cate ſaette amoroſe al cuordi quel
ſo in corpo in Ciel vi ritrovate , : VO- l'anima diuota , cheper ſuo amore
lete pure ch'in fagroſanto ſpettaco- Crocifiſſo vi mira ; onde da queſto
lo dell'immenſo fagiificio della amore era ſpinto il cuor di Paolo Sá.
Mella rappreſentateviſiano ſe ben to:CharitasChrifli vrgetnos;anzi 2.Cor.5.
paffare . A Flora fagrificauano le cra forzato, cogit nos , legge il Cae- .
Donzelle Roinane coronate di tano . Era ſpinto, era forzato, dico ,
ghirlande , teſfuedifrondi, e fiori; à cauareneceſſaria conſeguenza di
ma guarda che cinetta manco di morir'à le ſteſſo per amor voſtro,
mirto vi ſifoſſe trouata : ſe ne chie- ch'erauate morto per lui ; aſtiman- Idem :
deteil perche, lo dà Plutarcodicen- tes bac ,quia fivnus pro omnib. mor. ibid.
do ; Quiamyrıbeis virgis à viro ce- tuus eft , crgoomnes mortui funt;che
Ja fuit . Venne Flora vna volta con però da queſto amore medeſimo
verghe di mirto flagellata da fuo con centodardi,con mille (pinte
marico:oh non può vedere più mir. con infinita forza douerebbero i vo . 1
to ; non vuol, che mirtoglivenga ftricuoritutti reftar feriti,foſpinci,
auanti à gli occhi, mercè che gliri- violentati à ciamarui libera , egra .
noua alla mente la memoria di quel tamenie ..
le fraffilate odiore . Ah ah e voive- 13 Ma oh ingratiffimi noi Chri
racillimo humanato mio Dio , vole- ftiani , che tante volte ci portiamo
te , che ogni giorno inmigliaia di in modo chevi forziamo a gridare ;
fagrificij, con millioni di croci, an- pofueruntodium pro dilectionemea . Pl. 108
zi con parole eſpreſſe ; hæc quotiefo In vece di riconoſcere amore con
cunque feceritis, in mei memoriam amore , m'hanno pagato conical
facietis, vi si riduca àmemoriala ci, con ingratitudine, con ſcelerag .
voſtra Croce ; mercè che nonodio- gini : vna volta a'hàcrocifiſſo l'a .
le piaghe v'imprefle , ma sìben no- mormio verſo l'huomo ; ma cento ,
teamoroſe , teltatrici fedeli del vo- emillemicrocifigge l'odio de' pec
fro amore . Cari fiori , care fore catori verſo di me: Rurſum cruci- Heb.6 .
amoroſe, per le quali ciſi fa chiaro, figentes (ibimetipfis filium Dei'; in
e paleſe quell'ardentiſfiino amore , naſprendomi dolorofiffimamente
che portafti alla Croce voſtra dilet- quelle ferite, cheprima mi erano si
ta è innamorato Signore ; anzi dirò dall'amor addolcite. E che péli tu fa
meglio , che portati , e portate all'- reò donna, donzella , ò maritata ,
anine noltre, che non per altro in che ſij , quando che vana , e piaccia
nozze ſpirituali alla Croce Crocifil- à Dio , che non laſciuamente r'in
ſo vivnilti,che per hauere ,ò aino. fraſchi il capo,e l'immaſcheri il vol
roſiſſimo Padre, à regenerate alla to ? tu fpuriin facciaal tuo Chriſto ,
gratia , åriprodurrealla gloria lafi. tu gli percuori la fronte,e gli fai pem
gliuolanza feconda de voftri figli netrarepiù alviuo quelle pungen
fedeli. Queſte Pamore, che haue- tiſſime Ipina. E che penſitu fare , à
va faettato ilcuore del P.S. Agoſti- giouinattro , quando defideri, e dai
no , onde ferito d'amore civien di. Ja caccia , edifoneftamente faipre.
pinto a piedidella voſtra Croce grida di queſta , e quella ? tu pigli vrlo
dando . Sagittaueras.cor meü Deus chiodo , tu impugni vn martello , e
charitate tua; mercè che quelle cor- diſpietatamente di nuouo conficchi
na , che tenere in mano ; Cornua in in Croce il cuo Dio . E che penſi tu
manibus eius , non ſono tanto coro fare ò peccatore , quando si brutti
nadi Croce, quanto corna di vn'af- fquarcifai nella legge diuina , dang
nego
Per la Domenica dellePalme: 399
neggiando la robaà queſto, lacerá- mico :cade,mentre voi face elemo.
do la faina à quello, vendicandoti fina ..
del tuo nemico , traſgredendo in fi
ne li diuini precetti ? tu arrefti vne PARTE SECONDA .
lancia , e pazzamente corri ad inue
ſtire le viſcere deltuo Signore.Rur ,
fum crucifigentes',c. Senti , che " guerreggiando Ciro co'l
pieto fillimamente egliſe ne quere. Rè d'Armenia gli veone falco prip
la per bocca diSan Bernardo. Nono gione Tigraneil figlio di quelŘe,
ne ſatispro te vulneratus fum ? non & inſieme la moglie dello itello
ne ſatis pro iniquirate tua affli&tus: Tigrane , quali fattıſicondurre aua.
fum ? Non baſtano , o animaChri- ti, interrogò quel Principe , cheha.
ftiana queſte piaghe, non baſtano rebbe daco per la libertà della ſua
queſti ſquarci, che per tuo amore cara conſorte . Riſpoſe quegli, che
foffriſco in CroceCrocifiſſo d'amo- volontieri la vita ; libenter virada
re:Oh Sig: ſe baſtano ;ſe baſtano , ó bo . Riſpoſta , che piacque tanto à
mio Giesù ; purtroppo , pur croppo Ciro ', che donò fubito ad ambidus:
cccedonos non haiſembiante più d gratioſamente la libertà . Interroga.
kuomo ; raſſomigli ad vn leproſo ; to poi da Tigrane venne la moglie
fembri vn ſtraccio dicarne appeſo à ſua, che le pareuadella bellezza di
trè chiodidi beccheria. Perche dun- Ciro ; & ella rifpoſe , che non ſape
que ripiglia Chriſto m'aggiungipia: ua dire ſe bello , o brutto egli fuſe ;
d ghe à piaghe, ſquarci à ſquarci ,e prorſus ignoro ;; poſcia che diſſe non
doue m'addolciſce l'amore , tu n ': hò mai poſto gli occhi in eſſo , ma
innafpriſci con l'odio ? Ma come? in quello ſolo , che s'èra offerto à
io piagartiSignore? lo addolorarti metiere la vita per mio riſcatto ;
mio Dio? e poilo liauete tanto ſagri- Non enim ad Cyrum oculos meos com
lega mano ? Ahi ſoggiunge , cheuerti , ſed ad illum folum , qui vila
non tanco dolore mi recano queſte fua meredimere delle dixit . A tan
6
digratitu
piaghe del corpo , quanta pena mi to ſentimento didebitogențile.Hor
apportano quelle dell'anima, onde dinearriud vna donna
vengo da'cuoi peccati piagato , ma và mò tu , & interroga il Chriſtiano,
gisaggravant me vulnera peccati che gli pare delle bellezze delMó.
tui', quàm vulnera corporismei . Ah do . Ti riſponderà egli : Io non lo
c non fi ſprezzano ancora i voſtri sò' , perche non hò volcato l'affetto
cuori di falſo?e non l'Atracciano dali alla bellezza delle creature, ina all'.
capo ancora le donne vancle fraſ- . anore delmio Iddio , il quale non
che, e i fiori;e non liſradica anco- ſolo - s'è offerto à metterela vita,ma
ra daljeno il dilonefto amore l'in . in verità difatto l'ha meſſa'sù d'una
carognito; e non ſi fuelle dal cuore: Croce per riſcattarmi della ſchiaui
il riſentito quell'odio ? e non dere. cudine di Sacanaſlo" ? Oh piacelle à
fta ancora il peccaro ilpeccatore ? e Dio ,che interrogato più coſto ,che
ci farà ancora in queſta Chieſa chi gli pare dell'amore del Crocifiſo ,
perfeuerando in peccato, ſi porti a non l'haueſse per lo più à riſponde.
cara inſanguinate le mani in parris re: ionon lo so, perche non hò mai
cidio in deicidio sì horrendo ? E có. voltato l'occhio del penfiero al Cro
io vu'anima tanto beftialmente cifido , ma sì bene ſempre le ſpalle,
oſtinata non ſi pigliarà , ò Signore , per voltare la faccia del cuore curca
ynatiſolutione vltimata?Si,riſpon- alle coſetertene,ecorrottibili di
de Chriftojima prima di reſpicare queſto Mondo .
16 Chris
400 Christe innamorato della Croce
16 : lariſtiano:il tuo Dioèdiſce- farſi, di perſeuerare in peccaro'; di
fo dal Cielo in terra per amor ao . A non rcftituire,di non perdonare, no
ſua pofta hàfatigato,ſudato ,ftentato laſciarla pratica, la mala vita ; efe
trératre annicontinuiper amor tuo . non vuole,non c'è remedio . Piglili
A ſuo dáno.E ftato ſputacchiato,ſcor dunque riſolutione vna volta ,e riſo
ricato ,crocififlo per amor tuo Sia'co furione vltimata :Curauimus Baby- ler.si.
meliuoglia; voglio i miei guſti,i miei lonem osnon eftſanata: Derelinqua
piaceri,l'adepimero de miei capric- mus eam ; o camus vnuſquiſquein
ci. Gridano le ſcritture : eſclamanoi terram fuam : abbandoniamo, Si.
Santi :ſi sfiancano i Predicatori qua- gnore,queſt'anima oſtinata: vole er
ranta giorni continui in sù de' pulpi. fere delDiauolo : lijà pofta ſua:non
si, hora allettando co'l Paradiſo ,ho vole eſſere del numero de' Bene
1a con l'Inferno intimorendo , hora detti ? reftig frà inaledetti , emale
inuitando colla miſericordia , höra dettiin eterno .
minacciando conla giuſtitia ;ma à 18 Anima indurata, nó vuoipétira
propofito ; neper speranza dipreci? non vuoiconfellatti ? ſcapricciati
mio,ne per timore di pena conuer à soglia tua. Chriſtofi parte , & io
tire ſi vuole il peccatore oftinato, la partocon queſtoChriſto, etelaſcia
peccatrice indurata. Siamo alla Paſino in potere di Satanalſo. Chi sà?
qua , & il poſſeffore di roba d'altri forſe non vedrai più ne la mia face
non ne hà ancorafatta la reſtitutio . cia , ne quella del Crocififfo ſino al
ne : il concubinario non ha ancora giorno del Giuditio , doue gridarà
cacciata la mala femmina: il vendi. con queſto Crocifiſſo inmano
con
catiuo non s'arrende ancora à fac la tro loſtinatione tua Vendetta, Ven
pace ; il peccatore inſomma no trat- detta,Vendetta d'eterno fuoco .'
ia ancora difar l'eſame della con 19 Ma come,ò Crocifido Iddio,qua
fcienza ,e farà vn'eſame di meſi, e pure immobile vireſtate , ne di quà
melige forſe d'anni, e quel ch'è peg- pare.vi vogliate partire? Signore vi
gio , non mancheranno di quelli, duole il laſciar quà códannata quel
chaueranno già ſtabilito di non fac- l'anima peccatrice ? Ah duole à me
uialtro per l'ano preſente; e di quel pure , e mi ſi ſpezzail cuore per pic.
li,che ſi confeffarannoformidine pe cà, per amore. Chefe viretta Signo.
na:ohfaranno , dubito , tante confu- re,che tentare anco di nuouozioſon
fioni, e non confeflioni . qui.pronto a piantarle nuoua batte .
17 E'bene, o Crocifiſſo mio Dio, sia all'incontro, per diroccare la tor
è Dio ingratiſſimamete trattato da re dell'oſtinatione indurata , entro la
peccatori: à che partito Gam noi ? Io quale ſi tiene :ſarà bombarda il mio
non hò mancato di ſudarc, ſtentare, ſeno; il fiato poluc ; fuoco l'amore ,
e trillare: Voi Signore nen hauete bombo la voce; caricateci la palla
inancato di concorrere colla gratia voi della gratia voſtra diuina, che la
diuina; e con tutto ciò c'habbiamo colpiſca nel cuore . -
fatto di buonotS'io credelli co'ldi- 20 Horsù dice queſto amoroſo Gien
ſtruggermitutto in ſudore, dimolo sù à queſto mirifoluo io ancora : e
lificarequelcuor dipietra,io vorrei ſpongo aperto su queſta Crocel'in
tanto sfiancarini su queſto perga. finito teſoro delle miſericordie mie ;
mo , che ci veniſli meno ; e sò , che & inuito quelli tutti, che hanno pec.
yoi amoroſo Giesù , fareiti prontify cato ad arricchirſene in queſtigior
simo,ſe conueneuole foſſe ,à(parge- ni ſagrati; chi vuole venga , chi non
te perciò di nuouo il ſangue tutto . vuole laſci. EccouiParadiſo ,& In
Mache? fta ciffoluto di non confefferno : miſericordia , c giuftitia di
Dio
Per la Domenica delle Palme. 401
Dio , tutto Atijpoſto in voicre, e non trala , ſe pureofferta gli foſſe? Duni
volere: tu l'hai inteſo: ſe miſcricor- que su tutte diſpofteò anime reder
dia tu vuoi, Chrifto te la vuol dare; te co'l ſangue di queſto Figlio
ſe non la vuoi, non li vuołChrifto di Dio . Venite , Venice
forzare ; ma bauerai tanta giuſtitia, ad incontrare diuo
1. quanta appunto iu meriti . Ma chi te , compunte ,
ſarà quell'incarnato Diauolo ,che ri contrite le
fiuti inifericordia , che à quellami mi
fericordia volti più che diabolica fericordie diuine . Dio vele
mente le ſpalle , che dal Diauolo conceda , teftate in pa.
fteſto ſarebbe prontamente incon ce. Amen

Eee LA
.
402
LA
PASSIONE
PER IL VENERDİ SANTO .
Paffio.Domini noftri Iefu Chrifti.
1 ORTENTOSO Mi s'arricciano. ipeli in capo , mi ſi
certo ch'eglièl : gela nelle vene il ſangue . Se vien:
oggetto , e pur fatto prigione vn teo , ſe vien fru
troppo ) N.ch '. ftato un malfattore;ſe vien condor
in queſto giorno to alle forche un'alatino di ſtrada ,
à gliocchimis'; fi muouono à pietà i Popoli , s’inte ..
appretenta . Langue ſuenuta di for: neriſcono le genti , e comparendo ..
ze, pallida in viſő là giace vivace, & gli gemono ,ſoſpirano, piangono ,
amoroſa miſtica. Rola di Ierico, e non v'hà chi liſdegnidi porgergli
Maria , allo ſfiorire , e cadere eftin ogni conforto poſſibile . Oh Dio :
10 , che fà’l.vago fiore del campo il più bello deglihuomini; il candi-
lei caro figlio Giesù , e vezzoſc ne , do , e ii cubicondo ſporo dell'anima
gli occhi, e rubicondo nelle gote , noftra, il nobiliſtimo Rè delCielo ,
Te forſe non vanamente ancora ab . l'innocente agnellino Giesù dura.
bellite ardiſcono di farſi in pubblico mente è legato prigione , ſpietata-
le donne del Chriſtianeſimo ? De- mente fruftato , è ſcorticato ; ciude..
poſto lo ftellato fereno manto il lifsimamente conficcato con fieri
Cielo , addolorato ſi vefteà lutto, e : chiodi sù d'vna Croce perle colpe
lagrimoſi deporgono iluminari ſu- del peccatore ; e'l peccatore non gen
perni lo ſplendente Diadema de me , non piange, non s'ammollilce :
raggi per pietà del Crocifiſlo primo cantino : anziriſoluto di perfeuera-
loro motore ; e gli huomini Chri- rene' peccati , alza iv fatti, ſe non
ftianidelle pompe loro , de’loro fa. in voce,più perfido del giudeo quei
fi ,de'ſuperbiloro capricci poco ,ò Ingrilegi gridi, Crucifige, crucifiges,
nulla rimettono per pietà , per dolo- ſia crocififlo ,fia crocitillo : & in ata
re del Crocifiſſo Redentore è poco . 10, quanto èdalcantoſuo, dà dima:
à nulla commoffi? Si ſquarcia l'iu- noa ' chiodi della malitia ; impugna
ſenſato velo del Ten pio , cozzano : il mariello del peruertito ſuo vo
inſieme, eli ſpezzano le durepie- glio ; e più imbeſtialuo de gentili
tre , e ſpettrandoli mafliccie balze , carnefici , di nuouo lo crocifigge ,
e diiupi, moftrano in horribili pre- mortalmente peccando. Rurfus cru. H br.6 .
cipitij le più fccrete vene ſcopeit:', cifigentes filium Dei . Temo A che:
compatrionādo l'appaſſionato Crea- 1 diſprezzato ſangue del Crocifillo
tore comune ; e le viſcete ſenſitiue , inocente non gridi al Padre Eter
eicuori di carne de' peccatori non no vendetta contro de crocifiſ
cedono un punto dell'oftinata du- fori fratelli i peccatori , meglio .
rezza,nella morte del grande Iddio di quello già la gridaya il ſangued.
ſparro
Per i Venerdi Santo . 403
Tparſo di Abele contro del fratricida voi diuoti à quelloſchietto diſcorſo,
Caino. Sanguis fratris tui, Abel, che ſon per fare , & all'opra mirabi
Gen. 4. clamai admede terra; ondeiolo le, potremo dire coʻlProfeta. Po pſa.ros.
di punto in punto attendendo,che'l fuit defertum in ſlagna aquarum .
Cielo , che nell'acque della pietà Maoite che di Mosè più balbutiē .
hoggi ſpegne le luci de'ſuoi ſplene te jo ſono , e con Mosè laportento
dori, gella fornace dello ſdegno ace ſa verga io non inspugno: come
cenda i tuluni del fuo furore, e dunque potrò percuoter queſte pie
ſaettandoli dall'arco della giuſtitia , tre ? come dunque efficacemente
li precipiti in quell'ampie voragini, loro pourò ragionare?
che nella terra aperte lives gono ; 2 Croce Santiſſima , Altare Di
onde l'Ioferno eternamente danna- no , ſopra del quale s'offeri già in
Pſal.7. ti ſe gl'inghiottiſca: niſi conuerſi fue. queſto giorno al Padre Ecerno l'ac
ritis, arcum ſuum terendit, o para- cettiſſimoholocauſto dell'immaco.
uit illum , o'in eo parauit valamor- lato agnello di Dio; manda tu, prie.
tis; ſagittasfuas ardentibus effecit. Si goti , quel Serafino , che con le bra
che già teſo ,e caricato ſtà l'arco del ge acceſe di quell'altro altare puri
la giuſtitia diuina : arcum ſuum tee ticò le labbra al Profeta Iſaja ;man
tendie, parauit illum : Si che di dalo , dico , con quella lancia , ch'
già inarcate ſono le ſaette mortali; apri'l coſtato almio dolciſſimo Re.
Cinco parauit vaſa mortis ; faette dentore,e sù la punta di quella , qua
acceſe nella fornace de' ſdegnieter . fiche in forcipe portil'infocato car
ni : Sagittas fuas ardentibus effecit. bone dell'amoroſiſſimo cuore del
Egli è ben vero , che non cosìpreſo mio Giesù , onde purificate, e cutte
dal timore , e'l campo , che non vi acceſe d'amor diuino queſte mie
inetta inſiemela ſperanza il piede. labbra , queſta mia lingua, efficace.
Nifi conuerfi fueritis:faettarà fde. inente io ragioni à queſte pietrede'
gnato il Cielo contro de' peccatori , cuori indurati de' peccatori, della
le pure nonficonuertano à Dio; ma Paſſione del mio Signore . Croce
conuertendoſi : oh bontà diuina: Santiſſima, Verga fortiſſima, che
In quacunque hora, anco in queſto che dalla miſtica Pietra Chriſto cai
punto , che l'arco è teſo , che ſcocca uafti riui di ſangue ; arma , ti ſuppli
Ezech. il fulmine; peccatorum eius non re- co , queſta mia deſtra , onde perco.
18. cordabor amplius,rappacificato con tendoqueſte ſelci rebelle deglioſti.
elli, in vece de' fulmini, piouerà lo- nati in peccato,io ne cauiriui di pes
ro la manna della remiffione com- nitenza.Non èqueſt'opra della mia
pita. Orsù non ſia trà voi, chiriger lingua : non èqueſto potere per la
ti tanto dolce propoſta , che rifiuti mia deſtra : fare, che s'ammolliſcan
così aguantaggiato partito ; ftillatevna pietra , che da vn'arida ſelce i
i voſtri cuori in viui fonti di duolo , fiumi ſcorrano , che ſi conuerrano i
eſgorgate per gliocchiamari fiumi peccatori: hà d'elier opera della vo
di lagriune,perdolore di hauere con ce interna dello Spirito Santo ; ha
li voitri peccati cagionate quelle pe. d'eller forza della deſtra diuina.Vox Pfal. 28,
ne , tormenti , e morte , c'hora ſono Domini concutienris deſertum : Hæc
per iſpiegare all'humanato figliodi muario dexteræ excelfi. Io non pof
Dio . Temete forſe non ſia per riu . fo più che ſcuotere vn popoco quee
ſcire ilfatto, per eſſeri cuori di mole ſt'aria; io noc poſſo più che fare un
ti più duri che ſaffo? Non dubitate. popò diromore con queſta roca mia
Nü. 20 . Loquar adpetram ;parlerò ioà que- voce . Velut æs fonans , au cymba- 1. Cor.
Ne pietre Mosè nouello ; eſponetele lumtinniens. Opra tu dung; ò Dio , 13 .
Eee 2 per
404 La Pafione
per queſta Croce , Altare ſagrato, maſlime poi douendo egli ſteſſo piā
fopra del quale hoggi vienihonora. tarle in feno piaga tanto profonda;
to con ſagrificio sì accetto : aiuta tu ccompaflionandola al viuo , la mia
dunque o Chriſto per queſta Croce, raua pietoſo, ſoſpiraua, gemeua, &
forbica ſpada,con la quale hoggie' amauiffime lagrime v'accompagna
acquiſti ilPrincipato del tutto : loc. ua più volte: e Maria ſollecita offer
coili tu dunque, ò Maria,perqucfta uatrice de' portainenti del Figlio,già
Croce , coltello acuto , c'hoggi si ſoſpettoſa del fatto , viueua conti
fieramente ti palla il cuore : fauori nuamente anguftiata in eſtremo, in
fermi tu dunque , è Cielo , per que- ftrettezze di cuore ineſplicabili.Ven
Ita Croce , dorata chiaue , c’hoggi gopo vna volta non molto lungile
tiſpalanca le pertant'anni racchiule vn dall'altra ad incontrarli: fi ferma
porte; e cooperate voitutti,chem : su duo piedi Giesù dolente ; s’arre
ascoltare , con affeui diuoti , che ve Ata imniobile , timoroſa Maria : te
ne lupplico pure per queſta Croce, nero la mira Giesù ; languente lo riz
banco celelte, ſo pra del quale bog. mira Maria :Giesù s'impallidiſce ;
gi ſi sborſa dalCrocifillo Verbo in- Maria diuenta vn ghiaccio :geme
carnato alla diuina gufticia il prez- l'vno; gemebonda riſponde l'altra :
zo della nottra redencione . Et in- foſpira queſti ;ſoſpira quella : ela
comincio . griinando ambedue co’gemiti, fo
3 Era vicino il giorno della Pallio . Ipiri, e lagrime ſpiegando in ambi
ne del Redentore; & egli fa ritroua- due ad ambidue ainore gl'interniaf
ga in Berania poco diſcoito da Ge. fetti dell'aniina dal medeſimo ſpin
rololima hospite delle dilette fue ti , e dal dolore , s'vnirono , li ftrin
Maddalena , e Marta : era con ello foro, s'abbracciarono ,e non più che
la Madre Maria, erano con ello gli femiuiui fi caddero l'un l'altro in
Appoftoli: publicamente ſapeuali, collo : dolentisì;languidi si; pro
che i Principi de Sacerdoti , e Pri- ftrati sı;ma però ſempre honeſti; ma
That Giudei gli tramauano acerba però ſempre coſtanti; ma però ſem
morte ; onde itana quella fameglia pre nagnanimi. Indi allargatiſi al
lucra con batticuore, e tremore di Gie.
quanto icuori : ò Maria , dille
ciò , c'haueſse à ſuccedere : e già lo su : • Giesù riſpoſe Maria; ne proſe
ſcelera! o di Giuda dall'auaritia accie guirono più olice ,che li accoraua il
cato , hauendo fatto mercato dell'. dolore ; e non dill'egli è Madre,
Alciilimo , quaſi di pecora al nacel. non tiſpoſe ella,ò Figlio , che non
lo delli nemici di lui , itaua atten. poteuano deciare i cuori con tamo
dendo il tempo , che à tradirlo fofle amore , che non poteuano formare
opportuno . Quando che douendo le vocicon tante pene nomi di táto
Chutto pigliare l'ultimalicenza dal. affetto . Alla fine pur diſſe il Figlio:
la tua Madre , per andare alla mor . Madre , ch'in quelt'vltimo paſſo no
te , quei dolorilentiua , ch'era ben ti vuò negare si caro nome: giunta è
giuſto fentide Figlio tale , e tanto a- l'hora pretila:hò d'andare alla mor
inante d'vna tal padre, che tanto lo te per redimer co'l mio ſangue il ca
riamaua. Anuma fedele , troppo te- ptiuo genere humano.AhiFiglio ,ri
nero , delicato troppo è queito mi- ipole all'hora laMadre , etraſſe in
ſtero per l'impolita mia lingua ; ad lieme con l'ahi l'anima ſulle labbra:
ogni modo fe qui non ti muoui a pie Al Figlio,che ſe Madrechiamádomi
tà, ſei vna tigre. Penſaua Giesù qual (4,niferiffiil cuore, con dirti figlio
acuta puntura doueua plagat il cuo- io,vuò farmi più ampia,e più profo
realla Madre à così acerba nouella; da la piaga. Tu morire,che ſeiil fóte
della
Per il Venerdi Santo 405
della vita ?? e nonmiſarebbe conceſ- partire alla morte. Altri fpieghi hora
fo ,ch'io potelli moſtrare lo ſuiſcera- quìl'impallidire de' viſi, il cremar
to amore ,che ti porto co'ldare per delle membra,l'intorbidire dellela
te mia vita la vitałch ſtraccinſi que. ci : altri deſcriua il languire de gli
ſte viſcere;ſi ſuiſceri queſto cuors: fi animi,l'inhorridire de ſpirti,linge
ſcuori queſto mio reno ; e ſe non è lidire del ſangue:altri racconti il lin.
poffibile , che paghi à tutto rigore ghiozzar de gliomci, il palpitarde
l'offeſa di Maeſta infinita il ſangue ieni: l'annichilarlide' cuori , ch'io
vile di creata perſona, per ellere di vuò più tolto meditarlo , che ditlo :
valore finito , miſchili con que' ſa: baſta à me il dire , che mille volte
grati fudori, che per tant'anni hai d'angoſciamorirno in quell'atto la
iparſo tu Verbo Diuino Incarnato , Madre,e'l Figlio ,che mentormento
ſeconda perſonadella Santiſſima di gran lūga hauerebbe ſentito mil
Trinità , e ſarà toſto baſteuole perci le volte realinéte morendo, di quel
comprare mille Mondi. Che ſe pure ſentirono in quel punto reſtando in
idecreci immutabili dell'Eterno tuo vita . S'erano intanto colà adunati
Padre vogliono, che tu mora : mora gli Appoftoli, Maddalena , e Marca
io teco ancora; l'iſteſſo colpo m'vc- con l'altre donne diſcepole del Sal.
cida , ch'a te ieuala vita :non mi ſia uatore , e nicghi chi può , che non
piccolo quel ferro , che e'hà d'effec fpargeſſero ad vn tale ſpettacolo o
crudele ; ſe con ſentimento ferrino ccani di lagrimeper dolore ; che
non vorrà forſe, che'l più diſpietato bon ſoſpiraſsero Mongibelli di fia .
coltello del doloremiliaſtromento me per amore ; ſolo Giuda il tradi
di morte . Qui cacque la bocca; ma tore, quali che'l giuracei, non titro
ſeguì 'l cuore per gliocchi, e in lar. uolli preſente , percliegli era ima
ga vena di pianto ſpiegò tali con poſſibile ' ch'alli fortiſſimi colpi
cetti ,ch'à più alti Cherubini del Cie . ditante pene non ſi ſpettraffe quel
lo ſtimo ſarebbero ineſplicabili. Mam cuore,ſebene foſſe ſtato diviua pie.
dri,e voi,che Madri liete d'vnico fi- era : ch’all'ardentiſſimi fuochi di tali
glio, penſate voi ,chc dolore ſareb- 2mori non di liquefaceſſe quel cuo .
be, íc 1caro pegno delle viſcere vo, re , quantunque foſſe ſtato di duro
Atre vi chiedereanioroſamente l'vl ferro . Finalmente dopo cento hu .
tima licenza,perandare alle forche, milniente replicate conteſe ,e recu .
ad efferui tracollato per ma di boia . fe , fù benedetto , fù licentiato dalla
Replicò'l Figlio,che fi come i decre Madre il Figlio; &il miſtico Tobia
ti immutabili del Padre Eterno vo del noſtro Giese . Fecit vale matri
lçuano ch'egli crocifiſſo moriſſe,co- luç, diſſe l'vltimovale, diſſe l'vltimo Tob.si
si voleuano, ch'egliſolo moriſſe, re- à Dio alla ſua Madre Maria.Ah che
ſtando ella peròsì fieramente cor- all'hora siquell'appunto fece,che la
mentata , crocifiſſa nell'anima , che Madre del giouinetto Tobia. Cum
Reina de' Marciri coronata ne for- que profe&ti effent , capit mater eius
fe. All'vdire , che in qualche modo flere, 6 dicere ; parciti che furono
doueua con ello lui eſsere crocifiſsa, Giesù, egli Appoſtoli, cominciò la
paruc,che non sò che di reſpiro def- ſconſolataMadre Maria à piangere
le nell'affannato luo cuore;ma fù vn più dirottamente che mai, c dire :
baleno , che nello ſteſso ſchiarire s'- baculum finečturis nostre tulifti, cu
eftinſe,peroche nel medeſimo iftáre tranſmiſišti à nobis:Ah Padre,Padre
inginocchioſele il figlio ayanti , e Eterno: tu m'hai leuato il Figlio, tu
preſala pervna mano , baciandola l'hai mandato alla morte: in'haile
debole
diflc : benedicimi Madre, ch'io vud uato l'appoggio diqueſto fians
406 La Peffione
fianco ; m'hai leuato il ſoſtegno di Dio refpira. Giesù frà tanto ſe n'an .
queſta vita cadente.Midira, forſe,ð daua dolente verſo Gieruſalemme,
Padre , che da queſta mia perdita , e dolente lo ſeguiua la manſueta
chedalla morte del figlio me never greggia de'ſuoi Diſcepoli,frà quali
rà l'effer conoſciuta per Signora del fotomāto di pecora il lupo di Ġiu .
Mondo , per Reina de gli Angeli, da ſi naſcondeua:penſa iu con qual
per Imperatrice del Cielo : eh Padre occhio cimirarse con qual piede ci
Eternoſufficiebai nobis paupertas no premeſse , con qual cuore ei paſsaf
ftra, de diuitiascomputaremus hoc , le per quelle ſtrade , per le quali il
quod videbamus filium noftrumiba- giorno ſeguente doueua eſsere così
itaua à me, io migodcuo più toſto , crudelmtee trattato, e ſtraſcinato . Si
& ò mille volte ben'auuenturata io riducono à cena , e l'amoroſo Signo .
mi ſarci ſtimata di fameneicono- re sù quell'eſtremo della temporale
ſciuta nella ballezza, & humiltà mia ſua vita dà ne gli eccelli d'ainore.
natia, e vedere , e godere il mio fi- Pietro ſtupiſce che quelle mani,che
glio,che d'eſſere innalzata anco lo- di luceminiarono il ſole , lauino dal
pra de' nuuoli,anco ſopra degli An- fungo i piedi d'vn peſcatore . Stupi
geli; e vedermi da lui si fieramente ſce l'Angelo , che quell'Iddio , nella
diſgiunta : sì Padre Eterno in quan- cui faccia eglinen oſa inirare , ſe no
to queſta gloria , & honore preciſa- velato dall'ali,cibo ſi faccia dell'huo
mente riguarda l'intereſſe mo ſolo, mo si famigliare: & io ſtupiſco , che
e qui ſi ferma: che in quanto quefta à Giuda , trà gli amoroli tratti del
mia gloria , & honore per queſto Saluatore non licangiogniveleno,
mezzo adempito , coine palla leg. e fele d'odio , e liuore in mele, e
giera inmebattendo , riſalta ad ho- manna d'amore. Pore Chriſto del
nore,e gloria della maeſtà tua Diui. l'acqua in quella conca per lauar'i
na; fia fatto ; ſia fatto :e fe non baſta piedi à gli Appoftoli; ma lauolli co'l
Paffanno, ch'io lento ,fiduplichi pu. pianto, enon conf'acqua: co'l pian
fe , licentuplichi ancora , in infinito io, che grondaua abbondante da gli
s'auuanzi , che di buona voglia vi occhi loro sù i proprij piedi intene
ſotroſcriuo il conſenſo. Sì Signore in riti d'amoroſo miſtero. Solo l'indu
quanto è adempimento del tuo di « rato cuore di Giuda negaua all'a
ning volere,& in qnanto ioſieme ri- more per gli occhi yn così giulto
fulta à falute à redentione dell'huo- tributo : maluppliuano il cuore,e gli
mo. Sì sì mio Dio:perda jo il mio ft. occhi del Saluatore, che nella perdi
glio , ch'è'lceforo de'teſori: mora il ta di quell'anima vn pelago di la
mio figlio , che è di mia vita la vita; grime diluuiauano , Parlito final
ereft:10 abbiilata in vo mar di tor- incnte il traditore , e compili i mi
menti, che di buona voglia alla fen- fteri della cena , dopo che l'ottimo
tenza acconſento è Dio, ò huomo: Giesù con diſcorſi tuti ftillanti nete
e qui manca la voce , che più lo ſpir. tare di dolcezza , hebbe mille volte
10 non ferueal fiato ; mercè che ar- rubata l'anima de' ſuoi diletti, vetro
forta in Dio , concentrata nell’huo- l'orto di Getſemani partì con eſſi
mo , eſtarica diuenuta ruta , in quel ad orare : e dilungaioſi con Pie
tutto s'ingolfa ; in queſto nulla s'ab. tro, Giacomo , e Giouanni alquanto
bilia ; tutta meditando ftupiſce ,in- da gli altri , per difpenfatione della
focara lampeggia , auampante ince- ſapienza ſua diuina volle ſentire in }

neriſce, incenerita sfiammeggia , fi fe i contraſti della portione più baf


disfa, li rifà , & in sì fatte vicende ſa , acciò dall'eſito di sì importante
non può diſtrutta morire , perche in battaglia veniſſe l'huomo vna volca
ad
Per il Venerdi Santo . 407
ad intendere', quali viſcere amoroſe gelus de Cælo confortans eum ; fcele
verſo di lui ei lichiudeffe nelſeno. dalCielo l’Angelo meſsaggiero del
Dato dunque il ſegno della Zuffa , Padre per confortarlo ; portogli per
dentrodel Regno dell'anima,entró cóforto vn calice, gli porſe vna cop.
sì forte in campagna iltimore, che pa à bere;ma non ti credere,che per
ſpiegando pallide inſegne nel vol. venire dal Cielo foſse piena didol
to , loccando crombe , e tamburine" ce nettare , di ſoaue ambroſia : ella
ſinghiozzi del palpitante ſeno , & era piena di forte aceto dipene, d'a
incalzando con l'armi della morte maro fele dimorte;non eſsédo quel
l'amor pemico; l'aſledio così ſtretto conforto altra coſa,che'l beneplaci-
nella rocca del cuore , chicchiuden, to del Padre del luipatire,e morire.
do ogniparlo d'uſcita al caldo, al Calice però, del quale non fece gid ,
fangue, à gli ſpirti per ſoccorſo delle come lè di quell'altro poi nel Eal
membraåbbandonate, cremaua
voce, voltaua l'occhio.cadeua la vario
il brac , o cum guſta
ma qualceruo aſsetatoetnoluie bibere ; Mat.27
,ch'albrama
cio, vacillaua il piede , ingelidiua il to fonte corrédo arriua , tutte le lab
tutto , onde ridotto ad agonia di bra v'immerſe', tutto tutto feel bebe
morte ſoſpiraua il Signore , Tritis be,abbracciando la Croce,accettan ..
Mat.26 eft animamea vſque ad mortem ,ſu- do ia morte, di pieno , di grato dicie
finele hic , o vigilare mecum : Sen- foluto volere . Cara beuanda, che
toidolori, ſpargo i ſudori dimorte , diede ſoccorſo tale all'aſsediato a
aitaremi,confortatemwamici . Poue- more , che rinforzato ruppe con ge
ro Signore, che in sigraue anguftia: nerola fortita dal cuore yn forte
dell'anima fua chiedette alta,e con groſso di ſanguecon guerriera fcel
forto à gli amici, e non chiedette ai- ta de' ſpinti, & aſsalite le gelate trin
ta , ò conforto maggiore che dicom- ciere dell'inimico timore lo poſe in
pagnia à vegliate , adorare ; e pure cotta , lo miſe in fuga , e cosi ardita
non l'hebbe, che i buoni amici ag- caccia glidiede,chelcacciò da'có.
grauati dalſonno ,s'addormentaro. fini del corpo ancora non che dal
no. Solo dunque ſenza conforto al Regno dell'anima; vfcendo per ec
cuno , ſenz'aidaveruna li poſe il bes cellino bollore il bellicoſo Sangue,e
nedetto Chriſto adorare,e nel cam- gli ſpiti guerrieri ſin fuori le porte
po dell'affannato ſuo ſpirto efpofe de pori della ſua carne, incalzando
l'interna guerra all'Eterno ſuo Pao alle ſpalle ilfuggitiuo timore ; onde
Luc.22. dte. Pater, ſi vis, transfer calicem fattuseft fudor eius ficur guita langui. Luc. 22.
iſtum à me--veruntamen non mec nisdecurreniisin terram ; gli ſcoure
Dolunias, fed iua fiat : Padre eterno ua fanguigno humore per tutto il
Tu vedi sł contraſto : il timor della corpo. Allhora fù che l'amore diui.
morte capitano, che ſoftenta la pre- notrófando del nemico timor dels
tenfione della carne, ricula la Croce lamorte , alzò nel mezzo de' ſuoi
per la conferuatione dell'eſſere: l'a. trofer quel nobil motto de Cantici:
more dell'anime capitano , che di Forris eft vtmorsdilectio ; è forte , è
fende la ragione dello ſpirito, vuole forte l'amore comelamorte; & allho Cant. 8.
la Croce per la redentione dell'huo rafu , chelanguedo d'amore queſto
mo : Pater, fi vis : Padre Eterno tu caro Dio d'amore , puote dir con la
n'ha d'eflere l'arbitro : quella parte fpofa: Fulcite mefloribus , fipate me
haberà vinto, che dal tuo diuinde- malis , quia amore langueo :fottene. Cani. 2 ;.
Ciclo :vienſpalleggiara: non mea ro. temi con fiori, ſoftentateinicon
Luc.22. Juntas :Jediua fiai. Orò il figlio-irè frutti;perchelanguiſco ,ma langui
yolie, & alla terzaapparuit siti Ano fco d'amore . Langujuasì per lo
ſgarro
408 La Paffionc
ſparſo ſangue , ma lo ſpargeuala. tolo in tenebroſa, e fotterranea pria
more; onde languiua d'amore ; ne gione , legato in vn canto con una
altri fiori chiedeua che'l ſoſteneſſe- catena al collo , quali che vn vile
to , ne altrifrutti chiamaua, che'l ſo- maſtino : portaſi la sbirragliaad vb
ftentaſſero , che queipugni, quei briacatfia di luiviſta , gli gittauano
calci, quell'anguſtie, & affronti,che in faccia gli ſporchi auuanzi diquel.
fui ftaua attendendo ; dall'odore , le crapole ſtomachoſe ,feruendola
dal (apore, de'qualitanto bramoro, burla', à fauola , a canzone delle
tanto famelico correua per noftro ſue pene , e tormenti ; Ee in me Pfai 68 .
bene. Er ecco Giuda d'Appoftolo pfallebant ,qui bibebant vinum .
diuenuto bargello con la sbirraglia , 4 Ei fù condotto à Pilato Preſi
e molti de' Principi ,.e Scribi colà le dente Romano, circondato da cen.
ne venne ,e l'agnello diDio volon . to birri , legato da mille nodi; mas 1
tariamente andorlenc ad incontrare non trouando Pilato materia dico
quella truppa di lupi.Abbracciollo , dennarlo , penso ſtricatų da quell :
bacciollo lo sfacciato diſcepolo tradi intrico, con rimetterlo qual galileo
core; e'l pictofo ,e traditoMaeſtro nó ad Herode: ad Herode,che fсomu .
ricusò d'accoppiare l'odoroſa ſuau nicato homicida delPrecurſore, nó
bocca diParadiſo à quella fetente potendo cauare parola di bocca al :
d'Inferno , non ſdegno chiamare Saluatore , lo riinandò à Pilato ;ma
Maub
amico, chilo tradiua à morte . Amie non prima che veftitolo d'un bian
26
pazzo , non
ce ad quid venifti ? fù preſo , fù lega- co fraccio ,quali che
fo' , fů ſtretto da catene, da funiil' l'hebbe có la Corte ſuacutradiſprez.
buon Giesù , ma più da noſtri pec- zato , e fchernito . Dicanlo le pietre
cati . Miralo tu à terra gittato ,fatto di quel palazzo , che ſe pietre non
berſaglio diquelle mani ſagrileghe, fuſtero itate, fi ſarebbero all'hora
di quei piedi ſcomunicati, chepiſta- per iftupore impietrite ; dicano , dim.
no , calpeſtano lamaeſtoſa faccia di co , quali ſtrapazzi , e.vilipendijfu .
Dio . Miralo qual ladro infame có rono fatti della Sapienza increata ,
ignominia ſtraſcinato prigione: mi- & incarnata,e con Echo lagcimoſa,
ralo alla preſenza di quell'Anna lu . e dolente ribattano il vergognoſo
perbo ,percorſo di vituperoſoſchiaf- battere di palma à palma ; rifiſchino
fo da viliſſimamano ; e dimmi poi, le vituperoſe fiſchiate ; rigridino il
chi tenne vniti i vincoli della natu- gridar che faceuano le più pazzes
sa , acciò non ſi ſcioglieſſero , & an- Turbe , dalli , dalli, che è pazzo :
dalle fottoſopra il Mondo, ritor- Faltus ſum in deriſum omnipopulo ; - ler.20 ,
nando all'antico Caos , mentre fi canticum corum tota die; e penſatelo
vide ingiuriato , battuto, legato dal: voi, ſe quà ſi fece inſenlibile più che
la creatura il Creatore dimmi,dico , di pietra per marauiglia troppo gra .
chi fù, le non furono i lacci dell'a. de natura tutta, in vedere trattato :
inor diuino ? Ma chipotrà raccon- da ftolido quell' intelletto diuino, +

tare gliſcherni , e ftratij, che furono dal cui incomprenſibile ſapere.fù co ,


fatti del noſtro Dio in quella notte tanto artificio ordinata , e con pro
nel palazzo di Caifà: Giudicato reo videnza,e prudenza sì grande viene:
di morte, lo chiamarono mentitore indrizzata, e gouernata . Prende
lagrilego , [ comunicato ; glitempe- nuouo partito Pilato per porre in li.
ftarono su'l capo,ſu’lviſolulle ſpal bertà l'innocente;edouendo in quell
le vn diluuio di pugni, di guancia. la folennità paſchale donare al po
te, di baſtonate;gliſpelarono il me polo vn prigione, qual più gradiua,
to , gli ſpatarono in faccia ,condot. propone con Chrifto Baraba fcele ,
La :
Per il Venerdi Santo 409
ratiffimo ſuo carcerato : ma gridan- ordine , ben fermo il piede , con OCW
do quelle bocche d'Inferno . Tolle chio toruo ; digrignando co’denti ,
Luc.23. bunc o dimittenobisBarabbam ; alzano nerborute bracciaperſcari.
inorriditodi vna tanta ingiuſtitia le care ſopra quel corpo diuino horri
Mar,27 nelaua publicamente le inani. La- biltempeſta di bacriture crudeli : c
uitmanus ſuas.Tuttauolta Pilato và reſtando à quell'atto concuſe le vi
ripenſando comepoſlaliberare l'in- ſcere tutte di quegli aftanti , che fi
nocente Chriſto da niorte; e creden- potevano pregiare d'hauere anima
do , che facendolo ben fruſtare fi humana , reſto loro intieme foſpeſa
poteſſe eſtinguere quella rabida ſe muta la voce in vn tale filentio ch's
te ,che i nemici inoſtrauano del di inorridiua.Fiſchiano poi ſubito nel
lui ſangue; rilaſciato loro Baraba , l'aria i cadenti Aagelli, cadono lo
comanda che'l buon Giesù lia fla- nanti i peſanti colpi ſulle tenere , e
gellato nel luogopubblico , doue delicate carni, e gli accompagnano
Loleuano flagellarſi i malfattori i mille gemiti improuiſi di mille cuo
Qui t'aſpetto ,fedele , à verſare per ti pietoli: s'alzano due dita alle pri
gliocchidisfatto il cuore , che non me percoffe rubiconde le lunghe
fai, più che nulla , ſe ſpargi ſolo la. flagellature; liuide ti veggono alle
griine di pianto volgare, e naturale. feconde;nere alle terze fi scoprono,
Chriſto dunque legato , e da fieri & alle quarte ne ſpiccia per ogni
miniſtri colà frettoloſaméte più to: canto il viuo ſangue; ne può l'oc
ſto ſtraſcinato, che ſpinto ; giunto al chio mirarlo , fe l'odio non lo per
luogo di vergogna , ed'infamia , gli uerte ,ch'in pianto nonſi diſtilli: ma
comandano, che da ſe ſteſſo ſi ſnu . non cella perciò il tormento , ma
di : egli fatto per le noſtre ſuperbie Giesù pure ſtà ſotto . S'attacca rigi
foggetto anco alla feccia del Mondamente a'flagelli la pelle; ſi Atrac
do , con atro , che hauerebbe com- cia doloroſamente la carne; li riſen
mollo a pianto le più crudeli pante- tono diramente i nerui ; fi ſcopro
re,li ſpoglia le velti tutte , le ripone no , ſi ſpolpano horribilmente l'oſſa;
in vn canto ,e tutto coperto di veres e falli del corpo tutto vna piaga si
condo roſſore, con gli occhibadi,le horrenda , che dal capo allepiante
mani giunte,al ſuono di vergogno- non v'ha particella alcuna, che non
fe grida del Popolo ſpettatore,nudo fivegga rotta , ſquarciata , ſuenata ,
rimane eſpoſto à gliocchi aperti diſmembrata . Corpusrorum ( dice
moltitudine quaſi che diffi infinita , Bernardo Santo ) adeo pulneribus D. Ber.
con vna confufione di ſpirito ineſti- conciſum , vt à plantapedis vſque ad
mabile . Chiedono i birri le mani al verticem capitis non effet in eo ſani.
laccio; & egli prontamente congiū . las. Fatto dunqueogni membro vn
te l'offeriſce , & approſſima à quel fumante fonte di ſangue, ſcorreua
ferro , che fitto nella colonna ſirace precipitoſo vn caldo fiuine di ſan
chiudeua vn'anello , oue doloroſa- gue da tutto il corpo , che a 'piedi
mente vien ſtretto . Haureſte viſto del flagellato, dello ſcorticato Si
per timornaturale al buoGiesù rize gnore formaua di ſangue pure vn
zarli i capelli in capo ; ſcorerli le tepido lago ; el ſangue ancora , che
braccia ; vacillare le coſcie; tremare da flagelli leuati in aria s'era d'in
ingelidite tutte quelle mébra di late torno alle mura'attaccato in craſſi, e
te . Si sbracciano intanto ſeidiſpie- {pelli quagli appeſo vi ſi vedeua.
tati carnefici; impugnano atrociſli. Spieghi adeſſo chi può , il dolore di
ini flagellidi fleſſibili verghe, no. quella carne innocente: ridica chi
doſe funi,dure catenezediſpoſti con può,iltormento sli quei nerui facta,
fff
---
410 La Paffione
ti:capiſca chi può,ilmartirio di quel tano : gli velano con ſporca benda
virgineo corpo. Sudaua tutto con ambedue gliocchi; indigli sputano
freddo ſudar dimorte , ma non era puzzolenti,e ſtomacheuoli raſchi in
viſto,che il ſangue ſe l'aſſorbiua;ge. ſulla bocca ; & egli ſaldo à ſoffrire . Eſa. so
meua di continuo gemiti d’agoni- Faciem meam non auerti ab incre.
zante;manon erano vditi, che il ru . pantibus , con puentibusin me :
mor de' flagelli l'aria d'intorno af. lo percotono con grauiffime igno
fordiua:haurebbe in fine cento vol. miniole guanciate ; & egli fermo à Thren .
te fpirata l'animaper fuenimiento , e pacire. Dabir percutienti ſe waxıl
dolore , fe con diuina virtù , ch'alla lam ,faturabitur obbrobrus : gli ſpela- 30.
Croce la riſerbaua , non l'htuelle no vergognoſa , e doloroſamente la
mantenuto in vita : laſciolli nondi- barba . Ec genasmeas vellennbus ;
meno cadere per languore di for- legge Girolamo Santo depilantibus.
ze,onde conucine ,she la fruta celo Dileggiato, e tormentato ſour'ogni
falle:mamentre diſciolti i lacci cen- humano intendimento lo conduco
tò leuarl , ſdrufcendolii fiacchi pie- no con vna fune al collo auanti à
di nel ſangue,ricadette; e ricadendo Pilato , e da Pilato foura la pubblica
diede con la faccia nel medeſimo loggia del ſuo palazzo viene eſpo
fangue.Animia diuota penſa tu ,qua-ſto alle turbe Giudee ,che dalla piaz
lirila di ſcherno fi leuatono all'hora
za il mirauano ; e dice toro . Ecce
11e' ſuoi neniici:penſa cu , quali gridi
Homo .
di pierà s'alzarono da chi gli com- s O ' Huomo gran Signore dc
patiua : penſa tu , quale moſtruoſo gli Angeli , voida vn capestro ſtira .
ſpettacolo foſſe à vederlo .L'aiutano io da canaglia di carnetici infami ?
in fine à leuarſi, à foftenerfi, non già • Huomo gran Rè del Cielo , voi
pietoſa , ma crudelmente , per farne doloroſamente coronato di ſpine ?
itracio maggiore : fi riveſte alla (ne . ò Huomo gran Monarca dell'Vnia
glio de poucri panni,cheruuidipre- uerfo, voi vituperoſamente coperto
mendo ſulle nude ferite , gli fanno di manto ſtracciolo ? o Huomo On
fentire vn ſpaſimo intolerabile. Ma nipotente Iddio nelle voſtre manj
Mat.24 initia dolorum bac : appena dal ſan- so ſcettro voto di fragil cannat ſono
gue vici ſono incroftate, chericon- qucfte le voſtre maeſtoſe inſegne ?
dottolo nel cortile di Pilato ,di huo . queita la pretioſa catena del voſtro
uo violentemente gli le ſtracciano co!lo fignorile! queſta laurea coro
da doſlo , ſtracciandogli inſieme na del voſtro capo reale ? queſto il
áttaccata a'panni quel poco auan- manto imperialedel voſtro monac
zo di pelle , che gli reftaua ; rinfre . chico dorloquefto lo ſcettro diuino
ſcando ogni piaga; rinouando ogni della voſtra deſtra Onnipotente ?ma
doglia; ricoprendolo tutto diruouo fe qual Dio , qual Monarca,qual Re,
fangue: indi gli aſſettano malamen- qual Signore non vimoftrate ; che
te alle ſpalle yn Atraccio di vecchia hon vimoftrate almeno qual-huo
porpora; gli coprono il capo tatto di mo?queſta è faccia d'huomo? è que
, acute doue la
ne ; gli danno in mano vn pezzo di fronte ? oue ſono gliocchi? oue è la
canna fragile ,ccomeàRè di fauo . bocca ? quà vedo oſcuro boſco di
Ja, à Rè di ſcherno à Re di befte fpine ; ma non ſereno Cielo di fron
Mat.27 l'adorano , lo ſalutano . Aue Rex te : quà ſcuopro ſanguinoſe comete
Indeorum ; c nel medeſimo tempo di quagliato langue ,ma non ſtelle
in mille modi lo beffeggiano , lo dorate, docchilucenti: quì appaio
ſcherniſcono ,l'affliggono,to coriné. no ſchifoſe carogne di ſozzi ( puti ,
ma
Per il Venerdi Santo . 411
wra con coralli incarnari di viue lab . d'altra coſa,ſe non chemora, e mos
bra . Qiimè che non c'è pelle sù que ca sù d vna Croce,Vocidi fiere;boca
Itacarne: che non c'è carne ſopra che d'Inferno; diabolicigridi;ſagri.
queſt'olfa , che non c'è ſangue in , lego Giudeo , ſcomunicato Giudeo ,
quefte vene ;è piſtoognionto ; ogni maledetto Giudeo . Enon rarde il
peruo è maccato ; cotta e ogni vena; peito,ò huomo?e non ti s'accende il
ogni membro è ſmembrato . Oime Langue, ò donna ; e non ci s'infiam
Signore, che queſte duce lunghe & mail cuore o chriſtiano di giuſto
acutiflime ſpine fatto vn cribro delo zelo contro di queſto Popolo di
la pelle del capo hanno paſſato il ſpietato ?
cranio ;ò che dolore: háno lemem . 6 Fermati qui chriſtiano fermati qui
brane forate;oime che pena : hanno peccatore che
, tu no meno del Giy
penetrato fin dentro alla ſoſtanzas deo dopo l'hauere co'tuoipeccati ri
medelina del voſtro ceruello diui: dotto il tuo Chriſto à queſtotermi.
no ; ò che tormento : ch'eſcono conne, métre ricuri di farnela penitéza ,
le punte per ogni intorno ſopra che te ne reſti incontello , che non
gli occhi , ò chepunture :trà mezzo proponi l'emenda,grich crucifza :ur;
a' polfijò che ferire:dopo l'orecchie, lo vuoi morto , lo vuoi in Croce .
oime che piaghe. Ma sù afflictiſſimo Quel Popolo tutto è morto , e chi di
mio Giesù ,che moſſo à pietà ditan- lui non fece la penitenza domita ,
te voftre miferie il Popolo Giudeo , già và penando nel fuoco eterna
ammollito à tanto ſangue , intencri- mente dannato Volta dunque con
to à tante doglie , arreſo ad vn tale tro dice lo ſdegno , che tu ſei quel
oggetto , permetterà , che Pilato vi protetuo , che tu ſei quelcrudele ,
laſci libero ; e toſto raccolto nel ſeno che tu ſei quel maledetto , fiuibon
de cari amici con delicato bagno do del ſangue di Chrifto , fameli
dilagrime ainoroſe,vi lauarà la Ma . co della morte di Chrifto . Tu
dre la faccia ; Giovāni il perro ,Mad- l'hai venduo , tu l'hai tradito con
dalena i piedi ;i diſcepoli vo brac- Giuda ,inganoatore, danneggiatore
cio ; Marta l'altro con l'altre donne del proſſimo: diſoneſto ,l'hai flagele
diuore ; e correndo tutti con ogli, lato ſcorticato con i Giudei; ſuper
con vnguenti pretioſi à ciftaquare il bolbai beffeggiato ; beftenuniato
ſangue; à confortare le feritejà rilar se, l'hai ſputacchiato ; riſentito l'hai
cire gli ſquarci ; raddolciranno le ſchiafeggiato ; & vna fol volta , va
pene; acquetarauno i dolori ; poc. fol giorno t'hà ridotto , ò mio Dio ,
sanno fine à sì doigrofa tragedia . à queſto ſtato il Giudeo: ma il chri..
Che pietà ?che ammollico? che inte. ſtrano , il peccatore fedele tante vol,
neritorche arrelo duro piùche mai, te, mille volte ogni giorno pertutto
più che nxai protetuo , c crudele ,non l'anno : & arrivato alla Paſqua , non
può ſoffrire il Popolo Giudeo la fan. è anco fatio , & oftinato vuolaccop
guinolepte viſta del maltrattato Si- piare vo’anno con l'altro , c perſcue.
ynore,mapiùche mai citibondo del care in peccato .
Malti. di lui ságue, famelico della lui mor- 7 Eccoci di nuouo al partito del
27 . te, alza eſecrabiligridi; cruciſigalur, Preſidente Pilato . Quem vultis vo
crucifigarur: lo vogliamo motto : lo bis de duobusdimitti : vuoi tu viuo', Luc.23.
vogliamo confilio sù d'vna Croce. ò morto queſto Chrifto , ò peccatore
Quid enim mali fecut ? e coſa hà fat- fedele? ſe lo vuoi morto col pecca
to di inale ? At illi magis clama- to mortale, finiſcila, e ſtrozzalo qui,
bant crucifigatur, non ſappiamo,nó auátichel Giudeo lo metta in Co.
vogliamo, non potiaino hor trattarce . Ah pietra , fe qui non ti muoui :
FEE 2 ahi
412 La Paffione
ahi tigre, ſe qui non c'arrendi: ahi naro à chilo deue . Scriuilo co'l fant
Diauolo in carne , ſe pur'anco non gue tuo ,che ne cancelli la colpa,che
ei conuerti. Non ti baſta veder’iltuo ne riinetti la pena,chegliautentichi
Dio per tua cagionefruſtato , ſcorti- carta di Paradiſo . Si che lo ſcriue it
cato , che lo vuoi vedere anco mor- Signore, fe veramente il proponi : e
to ? puoivedere il tuo Dio a queſto te beato fe l'eſſeguiſa :che fanguis
ftato ridotto per il peccato mortale, cius c.main benedictione;etemi
& in peccato trouarti,ne detectarlo? porale, & eterna. E piglio fiato.
Venite, venite è Idolatri, ò Turchi,
ò Saraceni, e rideteni della fede de PARTE SECONDA .
chriſtiani sì fatti, che poſſonomirar
con fede vn ſpettacolo tale , e non . S Tordito alla fine il mal'accorton
compungerſi, non conuertirg . Ve. Pilato da' ſagrilegi gridi det.
nite , venite , ò eſecrabili moſtri giù l'acciecara Giudca, fulmino fentens
dell'Inferno , e ſtupite dicolpa eſe- za di morte , contro'l fonte di vitawe
cranda più moſtruoſa.Ne ti credere Sentenza , che già fermata ab eter
nò, è indurato , di andare impunito no nel Santiilimo Tribunale della
ditanta ,dirò più toſto, perfidia, che giuſtitia diuina , non fù si toſto poi
oſtinata durezza . Sanguis cius ſuper cmpiamente proferita da quelGiu
Mal :27. te,o ſuperfilios tuos . Queſto ſangue dice iniquo , che da crudeliminiſtai
diuinoda te ſprezzato li fpargerà in con moſtruoſa preſtezza fù ſubito
maledittione eterna dell'animatua, fieraméte cſeguita. Erano loro ſpro
e temporaleancora dite,de'tuoi in ni a' fianchi, ali alle ſpalle, talari a
terelli,e della tua diſcendenza. Deh piedi l'odio , la rabbia, lo ſdegno, la
fà più toſto fi cangi in benedittionefete ardente, che haueuano del cal .
di corpo,e d'anima di te, e de'tuoi'.do langue dell'innocéte agnellino ;
Stà in tuo potere,ſe vuoi: Atà neltuoondeappreſtati già tutti glihorribili
fteſlo volere co'l pentimento . Dch arneſi della ſpauécoſa tragedia, ſen .
ti penti, ſehai fede;ſecredi queſto za dilatione verunafi: venne al fat
il tuo Dio; fecrcdiqueſti colpi delle to . Rimbombano dunque in vnſu
que colpe. Pentitipeccatore fedele; bito lugubri l'infaufte ironbe per
non contraſtare più contro lo Spi bocca de' funeſti araldidi morte in .
rito Santo , che non è più ſopporta. fame: 8 ſpieguno all'aria le triſte in
bile la tua durezza ; deteſta i tuoi ſegne della Giuſtitia Romana: cotó
peccati , echiedine à queſto offero re confuſa la Turba à fare ſpalliera :
Dio il perdono. Sisimio Dio cheſi prima alle ſtrade,c poiteatro al luo .
pente queſto Popolo , cheti e fedes go dello ſpettacolo : riſuonano ſtre
he;ſi pente dell'hauerti offeſo ; pian. pitote le catene,e l'armi irrogginite
gei tuoi tormenti, e te ne chiede de' bitri , e de' carnefici; e'l miſtico
perdono . Scriui con quelle ſpine Iſaac del noſtro Chriſto riueſtito per
fu'l pergameno del forato tuo capo) fua vergogna maggiore delle tue
che perdona al nemico , che fà la velti , con la Croce alle ſpalle , fra .
pace alproſſimo,che nemico l'offe. mezzo à due ladroni qual Rè de'
le . Scriuicon li flagelli ſu'l perga- ladri,vien cauato da palazzo,e coni
meno della ſcorticata tua carne, che dorto ignominiofamente alla mor
laſcia lemale pratiche, che da que re . Anima chriſtianasſe deſideri ve
fto punto ſi ſtacca, e caccia la mala
femmina Scriuicon quella canna
dere il condennato tuo Dio, affac
ciati àquel capo di ſtrada cô la trop
tulpergameno della legata tuama- podolente fua Madre,con Giouan
no,cheproponediſoddisfareilde ni,Maddalena , c Marta ,Atanno
che iuilo
PerilVenerdiSanto . 413
fanno attendendo :mira come gli le viſcere , che fterpamenti dalle ra
vaccillano indeboliti ipiedi per gli dici fentirono quei ſpitti, quando
offeli nerui: vedicome glitremano chefurono da crudeliminiſtril'vno
inficuolite le gambe per lo ſparſo dall'altro à viua forza difgiunti?Ma.
ſangue : contemplacome incuruato non fü ,credo,poſſibile,che quell'a
agonizantefoffia per lo graue peſo , nime Gi feparaitero : fi tiròſeco la
che ilpreme: gli ſtringe groſſa cate Madre l'anima del ſuo figlio ; reſtò
na l'affannaco fianco : gli circonda co'l Figlio l'anima della Madre; on
fuuida tune lo ſcorticato collosecon denon più ciaſcuno in ſe ſteffo , ma
fpinte,econ pugni,e con calci,e con nella Madre il Figlio, e nel Figlio la
halte, e con Itiri, cíterpate è forzato Madre ſpirairano vna viua morte .
à camininare caricato di groſſa tra Manonpotendo hormai dar pallo
ne , chefedendonon potrebbe per l'afflicto Signore, ne feruendo più le
debbolezza ſoſtenere in alto il ca- percotte di quelle fiere incarnate
po. A tal viſta,à tale oggetto qualre. per faruelo rileuare, quando ches
Ataffe la dolente ſua Madre ,dicalo dał graue peſo , ch'eireggeua ſopra
efſa ſtella,che ſola potètanto patire, le spalle oppreffo,ſotto ei vicadeua,
e non morire. Sò , che Marta fù perangariarono al fine va Simone Ci
disfarſi in lagrime; sò, che Madda- reneo à portargliela appreſo . E
Jena fù per fpirare l'anima ; sò, che à c'haurei dato io all'Isora per edere
Giouanni li ftrinſe il cuore, in vn quel Cireneo? haureidato co Mad.
quafiche nulla ; ma qual ſtafſe Ma- dalenail ſangue, coi Giouanni il
pia là nell'interno dell'anima;là nelle cuore , con la Madre la vita . Mais
viſceredelcuore, io non lo so: lo sà Giesù della Croce ſgrauato , vícito
Dio , che ſolo darle feppe anima , e dalla Città , comincia la ſalita del
cuore tanto capace di fortezza , e Monte ; e le diuore donne, chel
dolore, che di fortezza, e dolore la accompagnano , e là sù inalio lo
reſe Reina de' Martiri coron veggono , di lui fatre pietoſe , cons
atas
Sò bene,che facialiauanti 'nonme flebili gridi cominciano primache
no à marauiglia coſtante, e compo mmorto à celebrargli il funerale.Vol.
fta' , di quello clie àmarauiglia foſſe tali egliad efle , e con faccia ſerena
e dolente , e feruente', corſe non ad tanto , quanto lo perinettono gli o
abbracciare , ma à crocifiggerli frà ſcuri membri del quaglialo ſangue',
le braccia del Figlio , e della Croce . che ichiari fplendori de'lucidillimi
Frà le braccia del Figlio la crocifille Solide'ſuoi occhidiuini gli annuuo
l'amore . Fra le braccia della Croce lauano , dille loro Filie leruſalem . Luc.23.
la crocifire il dolore ; ò pure frà l'v- nolite flere ſuper me, fed fuper vos ip
ne, & all'altre carnefice l'amore con fas flete, o ſuperfilios veſtros.Don
mille doloroſi chiodi la confiſei ne figlie di Gieroſolima, piangere
ftreiti inſieme , le lingue tacquero; si , ch'èben giuſto ; ma cangiate il
ina ſi parlarono gli ſguardi, ina s'in- pianto :non gli altruidanni,ina i vo .
teſero icuori:ſi ſpiegarono i fenſili Atri ; non la inia morte , ma quella
comunicarono gli affetti: s'inneſta de' voſtri figli piangete nel futuro
rono le doglie ſ; i trasformarono gli etterminio di queſtaCitrà peccatri
fpirci,ſi medeſimarono ifiati, ſegre- ce : ò pugnalate acute , che furond
to diParadiſo; doineſtichezze d'vo queſte parole al cuore della ſconſo
Figlio diDio moribondo có l'ago- lata Madre Maria . Figho , douette
Rizante fua Madie . E ſe con mille riſpondere, à me fola dunque non
chiodi dimille doglie amoroſc fitta tocca di cangiar pianto,ma d'andar:
wi ſtacca, che ſquarci patirono quel luttauia perte inconſolabilmente
pian
414 La Paffione
piangendo: che s'habbiamo dapia. la bocca nel ſeno ; al tibombo de
gereſopra de' noſtri figli, flete ſuper colpi alzano le grida i Popoli,le do-
filios veftros , altro figlio io non liò , ne il pianto ; & àMaria ſi tira il fan
chete mio Giesù : ce ſolo riueren. gue nel cuore . Si ritirano per dolo.
tenente porcai noliemeſifrà queſte re in tanto à Chriſtoi nerui, onde
viſcere virginali; te , c'hora veggo gli ſtirano il braccio ſiniſtro à forza :
beftialmente traſcinato , ſtretto da creccano l'oſsa nello slogatli , che
citorte , e catene; ondete ſolo hò da. fanno le ſpalle, le mani, eigomiti:
piangere, & anderò tanto piangen- alla turba s’arricciano i peli in ca o ;,
do, ch'in lagrime jo mi disfaccia . e Maria.trematu ta qual foglia.Bat
Penſa tu anima diuota s'à queſte, ò te poi il martello ſopra il chiodo ,
ſimili parole rinouarono le Atuda , ſecondo : fora la ſiniſtra mano, e
accrebbero il pianto quelle tenere refta confitta anch'ella : ſpaſima per
donne, ch'alla voce diChriſto s'era : dolore il mio Dio , & aizando nuo .
no alquanto acchetate ; và tu pen . ue Ituida le Turbe , nuouo pianto le:
fando s'a' loro lagrimolilai in mille donne, Maria diuenta. vn ghiac
Ai poteuano non riſpondere nuille: cio. E perchè lo ſpalimotanicchia al
Echopietoſe da quelle valli vicine, Saluatore le gambe , le ſtendono, le
Ma fordi, impietriti non ſoffrendo tirano anch'elle à tutta poſſa , onde:
indugio alcuno icarneficifieri;ſtra- slogaci i piedi,leginocchia , ele
ſcinano pur'auanti il Redentore , e coſcies forza è inſieme gli s'apra il
lo conducono finalmente al luogo petto :gridano.l'offa nello ſcongion
della giuſtitia in su'l Caluatio .. Là Catli che fanno , & alla Plebesinor
gionti gli Atracciano.di nuouo le ve tidiſce la pelle ; Maria non ha più
Itimenta da doſlo ; & ignudo,e ſcore pollo . Braccio gagliardo in queſto
ticato egli appare appunto quale co'l duro maglio caccia vn lungo
fcorticato agnello , per ſtarſenepoi chiodo ne' piedi:colpiſce prima, e
appeſo da chiodi nellaCroce alma- parla l'vno : raddoppiail.colpo , e :
cello . Egià chenon poteuano ne palla l'altro; cala il terzo , e con la .
gargli quella miſtura di vino; e mir- puca delchiodo porta la carnefrac
ra , che le pietoſeleggi coocedeua- ciata dall'altro canto del foro, che
no a' condenpati & quelpaſſo per nella Croce s'apriua : non laſcia ili
conforto de’loro tormenti, con crue. dolore à Giesù fiato onde reſpiri ;il
delià , e ingiuſtitia inaudica; & cſe . clamor delle genti, e delle donne
ctabils , glie l'intorbidarono tanto atriua al Cielo ; e Maria qual ſterpo
d'amariſlimo fele, che guſtandola li celta immobile . Alzano all’hora
Maihi
27.
nonlabebbe; @ cum gullalleenoluit quattro manigoldi la Crocein
bibere: Indiaggiuſtata la Croce,ap . alto , e folleuatala di pelo in
preſtatii chlodi, alleſtitiimartelli , aria , la fanno cadere di crollo .
comandano i manigoldi al mio Gie al piede entro alla fitia. buca ſca
sù , che s'addatti al patibolo ; & egli uata in terra:tutto ſiſcote à quel col
fortiflimo, huimhllimo, obedien- po il peſante corpo delCrocifiſſo Si
tiſſimo, con atto rubatore de'cuo- gnore , & allargateli, & innaſpriteli
si di mille tigri, vi ſi diſteſe ſopra pill, l'ampie prima ,.& aſpre piaghe
lupino à braccia aperie. Groſſo chio dellemani,e de' piedi, ſcorrono có.
do , & acuto vno gli appunta nella lorribil viltà de'riguardanti (trepi
deſtia palma , e calandogli: fopra toli , precipitoli in terra tre grofficio
à tutta poſſa peſante ilmaglio , fora uidi caldo fangue .. Se Giesù qui
lamano, laitapaila ,la configgeal- non more egli èvaunitacolo : ſe le
La Croce, Geine il Signore a chiu : turme qui non rompono con le ſtii
dai
Per il VenerdìSanto. 413
da il Cielo , è che non hanno fiato pietoſo , più dolce della dolcezza ;
per gridare più forte ; e ſeMaria no della pietàmedeſima ,antepone n .
e falia per dolore vnapietra, firaf: do con ardentiſſima carità l'intercf.
fomiglia almenoad vna infenfibile ſedi quell'animepeccatrici alle rice
Itatua . E immobile ſtà Maria nel uute offeſe , riuolio al Padre Eterno,
Crocifilioſuo figlio ,e contemplan- che già parmi giuſtamente adirato ,
dolo muta , và frå fe fteffa dicendo: alzaua il braccio per vendicare l'in
che veggio ? queſto è il mio Figlio giuſto oltraggio dell'innoccnte fuo
il mio Giesu ? dou'è il manto reale Figlio ; con vn grido arnoroſo libra
del Rè de'Regi ; fe non lo copre to in alto, glie leſoſtenne,dicendo. Luc.24.
ch'vn ſtraccio di pelle facto à ripez . Pater ignoſce illis, non enim fciunt,
zi dimille piaghe? Oue è la chioma quid faciunt: Padre , al dolce ſuono
dorata , che tante volte vo tempo del caro nomedi Padre, che prefe.
con l'aniinato auorio di queſte ma- riſce il cuo Figlio neli'eſtremodi quel
ni quafi corona alle tempie glirag- la vita , ch'in holocauſto d'amore
giuitai; ſe fanguinolente la miro da horti ſagrifica; piegati, placati , per
pettino ſpinoſo ſuelta, eribuffata ? dona à chiin'offende,che d'ignora.
Occhifrenidi feinplicetto colom za è'l peccato .
bo , che l'anima ſchiarite tanto ; co- 10 Ad vn'atto magnanimo , e
sì da liuide gonfiature oſcurati, ' generoſo táto ſtupiſce l'vno de' cro
anima m’incerbidite ? dolci labbra cififli ladroni, e conoſciutolo atco
di gratia inzuccherate , che ognia . ben degno d'vn 'huono Iddio
marezza paſſata mi raddolciſte; cosi lo crede ,elo confeſſa per tale; e
amaricate da mirra amara ogni dol. pentito delle ſue colpe, gli chicde
cezza mi amareggiate? Ahi vilo già humilmente perdono, e gratia di
fù fiorito , hor (putacchiato: ahicor- vita eterna. Momento mei, Domi. Lucizz:
po giàmaettoſo, hoclaceraco .Il più ne, cum veneris in regnum tuum ;
bello deglihuominifatto è il più foz e'l Crocifiſſo Iddio , che liberale
zo ; il candido , e rubicondo è diue. del ſangue, e della vita non haueua
nuto leproſo . La bellliſſima imma- cola , della quale eller poteſſe aua.
gine del Padre Iddio nó hà più for- ro , ſubito con immutabile decreto
Pfa. 5 3. ma humana, non estſpecies, neque gli fa graciolamercede del Paradi
decor. Soſpiri , che non sfogate à lo . Hodie mecum eris in Paradiſo.
furia ? lagriine, che non ſgorgated Il Sente Maria , che'l Figlio và
diluuio ? tempeſtofo dolore , che ragionando co'l Padre, e ſela paſ
non m'affoghi? fa ; ma quando l'ode parlare al la.
9 Pendeua intanto il Crocifiſſo dro , e pur’anco non fa motto à lei ,
innocente nel duro legno ,ſpettaco- che gliè Madre ; oh che nuoua pe
lo di pietà all'empiecà
inedelima, e na l'affligge , latrafiggenel cuore:
i lui nemici più crudeli della crudel- ma non haueua il Figlio ſmenticara
tàſteſſa beſtemmiando il beffeggia la cara Madre . Non haueua Giesù
uano . Pretereuntes autem blaſpbe- coſe più care al Mondo della Ma.
Mare. mabant eum : Vab quideſtrais Tem . dre Maria , del figlio Giouanni; e
1s., plum Dei;fimiliter O Principes Sa però ftando per abbandonarglio
cerdorum illudentes : C. Coſa non ramai; laſciargli volle al pollibile
mai più vdita in qual ſi fia barbara ben prouifti, e guardati. Mentre
natione contro di qualſivoglia infa- dunque, che togliendo alMondo
me, fagrilego, paricida. Mail dol. ſeſteſlo ,toglicua alla Madre il Fi.
cilli mno, mail pictogſlimo Gięsù più glio, al figlio il Padre, laſciòtore
tefta
416 La Paffione
tore amante in teftamento amoro . dolente ,che fieci chioditi tengono
Toan19. ſo per Figlio il Figlio alla Madre , à forza trà le rozze braccia d'vo due
per Madre la Madreal Figlic: Mu- ro tronco di croce ti priuano nella
dierecte Filiustuus,deinde Dulcipue morte de teneri abbracciamenti
10. Ecce Marertua ; eMaria , della tua mnadre . Alieno quellas
Giouanni pronti à quel detto s'ab . Croce fuſs'io , ch'eſſendo intieme
bracciarono , s'accettarono inſieme e Croce, e crocifilla , morendo tu,
per Madre , e figlio . Angeli San- morirei teco abbracciata. Ma ſe
ti , dite voi , s'angelica lingua è ba, non poſſo morir ceco in Croce,reſti
Rante à dirlo,come a' doloroſiamo io viua almen tanto a' piedidique
ri , à gliamoroſi dolori , che fen- fta Croce,che morto riceuendoti in
tirono in quell'atto Giesù , Maria , braccio, ſpiri poi l'anima nelle tue
edico
Giouanni ,inteneriti,disfatti,come piaghe in mille baci diuiſa.
fi foftennero queſti in piedi , 13 Hor mentre in ſomiglianti
non cadette queglidi Croce? Caro affetti ſi diſtruggeua Maria ; l'affit
pegno d'amore diſſe Maria à Gie. to Giesù per lo ſanguefpatio, e per
sù , è queſto sì , che mi laſciate del li atroci dolori,ne' qualigià per táť
del voltro diletto Giouanni , na hore ſi ritrouaua , già diuenuto ſec. Pfal. 21.
non già canto cato , quanto è queleco , & arido tanto, quanto è pezzo
lo ,che perdo ,che non è altro che di terra cotta ; aruit tanquam teſtad
te, mio dilettiſſimo Figlio : pure virtusmea ; in modo che gli ftaua
alla fine mi laſci vn Figlio ; che non
alle fauci attaccata la lingua; lin
pofs'io meſchina darti vna Madre ? gua mea adbefit faucibus meis; la
Ma orsù figlio ,ſe non hò Madre , ſciandoſi portare dall'ardore della
che darti,hò almen Padre,à cuipof- fere à chiedere nell'eſtremo della
La raccomandarti : Padre Eterno ſua vita il refrigerio d'un ſolbicchie:
Celeſte Padre , raccomando à voiro d'acqua, gridò,e diſſe: hò fete ,
il Figlio comune . fitio. Era iui yn vaſo pieno d'aceto ,
Iz E quà voleua proſeguire Ma- doue inzuppata vna ſponga , glifù
tia ; quando il moribondo Giesù , porta alle labbra . Vide queſto Ma
martirizato da vn'abbandonameri- ria,egridò nel ſuo cuore: ferma cru
to interno incomprenGbile , alca- del miniſtro caccia più toſto in que
Mai.27 mente coſpirando , s'vdì eſclamareſte viſcere mie l'acuta lancia , e lol
al Padre : DeusDeus meus , vt quid leuat amiin alto , porgimi alle lab
dereliquifti me ? Dio mio ,nio Pa- bra del mio ſitibondo Figliuolo ,che
dre Eterno , come in tanta mia an- con queſti occhi facti due fonti di
goccia à queſta guiſa m'abbando . pianto ,ſeruirollo di coppa;e fe fiero
nate ? Oime, ripigliò all'horaMa vuoi anco aggiúger pene à chi mo
ria , al Padre tiraccomando , ò Fire ,moleftando con forte aceto ,chi
glio , al Padre, che ti laſcia tanto in hà biſogno d'eſſere refrigerato con
abbandono ? ma ſe per alto confi- acqua dolce; credi purelſer queſto
glio diuino t'abbandona il Padre ; miglior partito peradempire le tue
deh voltati alla tua Madre : corri voglie ferine,ellendoſi per l'interne
moribondo à ripofar in quelgrem . mie angoſcieilpianto mio fatto più loan . 19
bo , che viua culla tantevolteti fu forte dell'aceto Itello.
ne'primi giorni della temporale tua 14 Giesù allhora vedendoi mi
vità : vieni à ſpirar l'animain quel fteri tutti da compirſi compiuti,diſ
leno , dal quale ſucchiafti iprimi ſe conſumarum est,e raccomandan
podrimenti del corpo . Ma oh me do loſpictoſuonellemanidelPa, Luc. 23?
dre
!
Per il Venerdi Santo . 417
dre eterno , dolcemente ſoggiunſe. vdito quefto , ch'd pure tuo Dio ;
Pater in manus tuas commendo ſpi. perdonare , pregare,ſcuſare i croci.
ritum meum ; Padre nelle tuemanifiſſori nemici, non ti inuoui pure à
raccomandolo ſpirto mio;e ciò det- sì nobile eſempio à perdonare a chi
to abballando il capo , quali che t'offeſe. Il tuo cuore,o poſſeditore
dando l'vltimo vale , l'vltinio addio di roba altrui, che per hauer veduto
Madre, ſpirò que! l'ani- conuertirſi alla morte vn ladrone ,
10mm.19 . alla cara ſua
ma fagrofanta; Ee inclinato capite differiſci alla morte il reftituir quel
tradidit fpiritum . d'altri , pagando con ingratitudine
15 Io non hò tempo Chriſtiano tanta à queito , ch'èpure iltuoDios
diuoto d'andarti deſcriuendo al vi. il ricambio della ſua morte . Il tuo
uo , comeallamotte del ſuo fattore cuore , è diſoneſto , che con hauer
firiſentiſſe natura tutta , con lo ſco- vdito , che Giouanni,e con Giouan
terfi horribilmente la terra ſtabile ; ni tutte l'anime pure , e caſte ſono
imbrunirli la bianca Luna; oſcurarli conſegnate , & accettate per figlic
ilchiaro Sole;veſtirſi dinorre il mez di queſta , ch'è pure la Madre
zo giorno; ſpezzarſi li duri monti, di Dio ; ad ogni modo rifiuti la
2 & aprirli in più luoghi le ſepolture: figliolanza di Maria per eſſere ſpor
io non hò tempo diandarti più ſimi- co poſſeditore d'vn fracidume ani
muzzando imiſteri tutti , cheſegui. maio . Il cuore di quella ingannata,
rono dopo morto il tuoDio intor. la quale con hauer viſto , che que
no alfreddo ſuo corpo :laſciando il ſto , ch'è pure il ſuo Dio , fi mori di
reſto adunque al tuo diuoto penſic fete , naturale sì, ma miſtica ancora
to da contemplare, ridirò ſolo qual della ſalute dell'anima di lei , con
teneramente di lagnaffe Maria , & tutto ciò nó volendo per vergogna
inuitaſſe i ſuoi tutti a disfarſi in lagri confeffare quella fragilità , in vece
me , dopo che vide con lanciaben' di refrigerarlo con acqua divera pe
arruotaca aperto il fianco all’eſan- nitenza, lo tormenta dinuouo con
gue ſuo Figlio, che da quel tronco forte aceto di confeſſioni, e comu .
à queſto modo pendeua . Piangeua nioni ſagrileghe. Il cuore diquella
Giouanni sì , la Maddalena piange, animaiinpatiente ,la quale con ha
ua , Marta , e l'altre tutic , e piange. uer viſto , chequeſto , il quale è pu
uano dirottamente tanto ,ch'era mi. re il ſuo Dio,patà con eſſere innoce.
rabile, come à cante lagrime ſparſe te vn sì grande abbandono , che lo
non ſi foſſero omai innariditi quei fece gridare al Padre, quafi che di
corpi, ftillati quegl'occhi, liquefatte lui querelandoli;ella , che tante
quell'anime: maad ogni modo al. colpe hà coinmeſſe non può ſoffri
l'amore, al dolor della Madre po- re d'hauere à portare la Croce di
cheſtille parcuano quegli ampi ma- quel trauaglio . Il cuore infine di
ri . E qualcuore non ſi doueua mo- tuttigli oſtinati inconfeſfi, i quali
uere à pianto a' teneri gemiti dique conſumando il tempo della vita
Ata tortorella vidoua ſconfolata?qual loro , non nell'oſſeruanza de pre
cuore doueua reftar'aſciutto al lagri- cetti diuini, ma nell'adempimento
moſo , al fanguinoſo ſpettacolo del delle sfrenate voglie del Mondo ,
ſuo Signore ? e della carne , giunti alla morte non
16 Qual cuore ? qual cuore ? il pentiti, non raccomandano nelle
cuore del peccatore oftinato,il cuo- mani del Padre Eterno , ma nelle
se del peccatore inconfeffo . Il tuo mani del Diauolo gittano diſpera
clore yindicativo , che oon haucr ', i l'anime loro , già redente co'l
GgS fans
418 La Paffione
ſanguedi queſto Chriſto. Luna , per te ferte pendente io Croce's
Sole , Cielo , perche non imbru . contempla il ſangue di chi per te
nito , perche non oſcurarſi » per- morì in Croce quelſangue e'lprez
che non ricoprirſi di notte in que. zo pagato dal tuo Giesù Redento
ſto giorno ? Terra, pietre , Mon- te: quelle piaghe hà per te riceuute
ti , perchenon ſcuoterli , perche il tuo Giesù Dio d'amore . Caput
non cozzare , perche non ſpez. baber inclinatum ad deoſculandum ,
zar, in queſto giorno ? Natura tut- cor aperium ad diligendum , brachia
ta , perche non andare ſolopra in exterla ad amplexandū, roin corpus
queſto giorno confuſa ? Potentilli expofitü ad redimendum.Se ilcapo
mo Dio , che ſete pur'anco tale , bà chino, è per baciarti ; ſe'l cuore
benche morto pendente in Croce , aperto , è per amarti; ſe le braccia
perche laſciar’in vita anime tanco hà diſteſe , è per abbracciarti, e ſe'l
ingrare ? che non ſtendete vno delo corpo tutto tiene eſpoſto fu'l banco
le braccia da quella Croce , e con di quella Croce , è ſolo per ricom
vno di quei chiodiacuti.vendicarui prarti . Hợc quanta ſunt cogitale ,
di chi v'offendeſagrilega , & em hac in flarera vestri cordisponire ,
piamente ? Sai perche , ò pecca. pitotus vobis figaturin corde, qui
core oftinato , non fi yerdica Dio 10!us pro vobis fixusfuit in Cruce :
di così graui ingiurie, disì gran al quanto gran coſe , quanto gran
torti ? perche queſto Dio , che altre Sacramenti fiano questi , profon
volte era il Dio delle vendette i damente penſare anitne peccatrici,
P /al. 93. Deus vulrionum Dominus , hora è e nella giuſta bilancia de voftri di
fatto il Dio delle miſericordie . Di uoti cuori cſattamente bilanciate , e
Ad E- ues in mifericordia , Mira al pie del peſatc , acciò che à queſto modo
phef. 2. la Croce,e ci vedrai Maria yera Ma tutto tutto per amore vi reſti confit
dre d'amore, Mater pulchra dile. to nel cuore , chi per voi tutto retto
čtionis ;alza gli occhi in alto ,e cive. sù d'vna Croceconfilio . Su sù dun
drai ſoſpeſo il FiglioGiesu vcro Dio que vniti mece con afferti diuoti,
Eccl.24. d’amore;Deuscharitaseſt:cótēplacut gridatecoʻl cuore .
ti queſti ſagrati Miſteri dell'incarna- 17 Si Signore , che arreſi alla.
10 , & appaſſionato Verbo diujno , e li onnipotenui facelle del voſtro a
trouerai tutti miſterij d'amore : Sic more diuino , offeriamo noi Ateli
Deus dilexit Mundum ; e però per in holocauſto d'amore alla Maeftà
amore , e non per forza egli ti vuo. Voftra Diuina . Qui Sacerdote
le dolente , egli ti vuole pentito , l'amore ſull’Altare amoroſo di que
c conuertito : ò ſe pure hà d'effe- fta Croce co'l coltello del dolo.
te con forza , hà da efiere con for re ſuena la vittima del mal'affet .
za amoroſa , e pon violente . Et 10 , e la ſagrifica à te , ò caro
ſarà poflibile dunque , che à tanto Dio , è amore . Non più ſuper
amore , che à tanta forza amoroſa bi penfieri , ò ſanto capo trafit
di queſto tuo Dio, vero Dio d'ano . 10, 1101 più ,opere ingiuſte , ò
re tùnon e’arrendi? chi ti s'oppo. ſagre nani confitte , non più lafciui
ne ? chi ti contraſta : chi ti combat: penſieri, è diuino cuore piagato ,
te ? Infpice (dirò con Santo Agotti fodisfi il tuo ſangue alla giuſtitia
no ) inſpice vulnera pendentis, Jan qua, & à noi eſtingua PInferno , e
guinem moriensis,pretium redimena compri con la gratia l'eterna vita .
iis, cicatricesamantis : alza gli oc- Eh Dio che fai le forze, & il biſogno,
chi, econtempla le piaghe di chi le fiacchezze , & il periglio folen
: hoggi
Per il Venerdì Santo. 419
Tolenne memoria dell'amoroſa rua in Gincero cuore la chiedi: ina ſe in:
morte , ciaſcun di noi chiede mite dutato perſeueri, e di dutezza vuoi
ricordia in tempo , miſericordia in vincere le ſteſſe pietre,ch'hogs,
eterno , e te la chiede pentito , etc gigi ſpezzano arreſe alla
la chiede dolente d'hagerti offelo , morte del loro Iddio ,
doue amarti doueua ſopra ogni co atricordati, che
ſa : e te la chiede rifoluto ad oſſerua non ſi de
re la tua legge , e ſempre amarti, e tein
ſeruirti. E negherai miſericordia , mottemiſericordia à colui ,
ò Dio , a chi la chiede contrito in che ricusò di chiederla
ſincero cuore la chiede alla tua Cro . il Vener San
ce abbracciato ? Nò , fedele , non 10 .
può negarla , ſe veramente contrico

G88 % L'ARCO
420
L'ARCO

TRIONFALE
Per la Domenica di Paſqua .
defumi queritis. Nazarenum Crucifixum . Surrexit.
S. Marc . cap. 16 .
E allo riſorgere rollo per tanto diſegnando così di :
trionfatore de'te- groffo nella tela della voſtra mente,
nebroſi ſcurori' , laſciando , che ivoſtri ſpirti ſaputi
che fa'l dorato Im innalzino poi in aggiuitato rilieuo
perador de'piane- quella rozza abbozzarura , che par
ti in sù'l maitino , io imperfetto ſarà di quella idea ,
vagheggial'occhio del corpoinnal quale , ballo concetto del mio de
zarli all'eſteriore ſua viſta in arcobole ingegno , quì dentro chiudo.
trionfale delle vittorie diurne,gli ali Diſegno dunqueotro colonne;quata .
ti gioghidell’Alpi, quali che ben tro nicchie trà colonna ,e colonna j;
piantate colonne, e'frà d'elli entro due campi in ouato trà nicchia , e
le valli quafi che in caue nicchie; in nicchia; & vn'ampio vuoto su'l cor
mezzo a'pianiquali che in campi, nicione ſupremo, tra’lquale , e l'ar
C quoti più , e più ſenſibili, & inſen . co vn campo in quadro , manon
fibili oggetti ſorger, & apparire qua- quadrato Giftenda, Sca' ftegiforma.
& che Statue, e figure , impreſe', e . li delmateriale diſegno comincian.
fimboli di quelle glorie trionfali,fredo dicendo .
gi ſuperni, & ornamenti reali . Ben : 2 Otto colonne à ſoftegno della
ragion ſarebbe ,ò SS. che allo riſor- arco quihò diſegnato : ma non di
geretrionfatore de' tenebrofinemi. porfido , ò d'altro nobilemarmo,
ci , che fa'i Sole di Giuſtitia Chriſto che da Carara , ò d'Affrica portato
in queſto giorno , caro mattino del venga. NÒ SS. ma vorrei, che dico
Paſchale Alleluia , vagheggiaſſe le lonneferuillero otto mifterioſi co
occhio dell'anima innalzarſi alla vi- lofti. Notate: a'lati eftremi il Mon
fta ſua interiore in arco trionfale del do,e la motte ,l'Inferno, e'l Diauolo ..
le vittoric diuine colonne, e picchi; A canto la porta l'oriente ,e l'aquilo .
campi, e vuoti; ſtatue; e figure;im : ne ; il imezzo giorno , e l'occidente.
preſe,e ſimbolidelle gloriedelCro. Et acciò che il miſtero più gratioſo
cififlo riſuſcitato, fregi d'ingegno , & nellachiarezza rieſca, miopenſiero
ornamenti dipompa. Artefice ben farebbe, che nel capitello diciaſche
eſperto , eglie vero , fabbrica sì no. duno ſi leggelſe vna Scrittura aggiu
bile richiederebbe ;epure già che ſtata, e nella baſe per ſuggello del
Maeſtro in Iſracle mihalaDiuina penſiero la Chiofa,o la Poftilla.Nel
Prouidenza qul poſto , pare che à Capitello delMondo Ego vici Mü
me, quantunque ineſperto , queſto dum ; S.Gio :al 16.enella baſe la
peſo di preſente s'addoni, Ande: Chioſa : VbiChriſtusvicit, inom
nem
Perla Domenica diPaſqua. 421
Hem naturam victoria tranfi . Nel Ma venne Chriſto bellicoſo Cam
capitello dellamorte ; cro morstua, pione,e naſcendo li poſe in campo .
è mors; Oſea al 13. e nella baſe l'In- Guerreggiò viuendo, vinſe moren
terlineale : Moriens te deſfruam , do, trionfo riſorgendo ,e riſchiaran
Nel capitellodell'Inferno : More do per ogn'intorno co'l lume della
fus tuus ero inferne; Olea al 13.0 fua fede l'oriente,l'aquilone,il mez .
nella baſe l'Angelica :mcos electos zo giorno , e l'occidente, aprì nel
educendo. Nel capitello del Dia- nome della Santiffima Trmità per
nolo ; Egredietur Diabolus ante pe- ognilato tre porte alla gloria del Pa
des eins; Abacuch al 1. e nella baſs radiſo.Vinſe ilMondo,purgandolo
la poftilla ; Permortem Chriſti dia- da' vitij , ſchiarendolo degli errori .
bolus fuit expalſus. Ne' capitelli poi Vcciſe la morte' , rediuiuo con alıri
dell'oriente , & aquilone, in vna molti ſorgendo , x auuiuando in
faſcia intrecciata quello dell'Apo- tutti la ſperanza della futura iminor
caliſſe al 21. Aboriente portatres , talità.Soggiogo l'Inferno,cauando i
& ab Aquilone porta tres , o ab ſuoi eletti dal Linbo ;e li cacciò il
Auſtro porta tres , ab occaſm por . Diauolo di ſotto a piedi ,ſpoglian .
18 tres : e nelle bali il Portillato- dolo diquei honoridiuini, che in
se : Nam ex omnibus moundi parti giuſtamente l'iniquo li vfurpaua .
bus colliguntur eleiti intrantes ianua. Dunque dunque à ragione queſte
Paradili. E ne'capitelli del mezzo ſpoglie guerriere,quettınenici tro .
giorno, & occidente quello di San fer alle hodierne trionfali lui glorie
Luca al 13.Venientab oriente, O OC- douuti fono di oriente , aquilone ,
cidente,& aquilone,.Cauftro, o ar- inezzo giorno , & occidente da tie
cumbentin Regno Dei , e nelle bali sannia diſoppreffi à libertà ridonati;
il Lirano. Quia ab vniuerſimundi edi Mondo, dimorte ,d'Inferno ,di.
partibus Gentiles conuerfi funt ad fi- Diauolo rotti, ſconfitti, e foggioga.
dem , qui tunc recipient gloriam in ti.Onde aggiuſtare corrono sù gin
anima, o corpore. nalzati colorile ſcritture, e le chio .
3. E ' certoSignori,che non è fer ſe,ne'capitelli, e nelle baſi ſcritte, e
za ragionc l'inuentione quì diſc . ſuggellate. Aboniere Porte tres o C.
gnata ,poſciache auanti ali’hodier, nam ex amnibus c. e però veniene
na Reſurrectione del noſtro Trio Oe. Quia ab vniuerlis Oc. mercè:
fatore Chriſto viueua F Vnineiſo grida ilSignore.Ego vici mundum ;
tutto nell'orientc,aquilone, mezzobi Chriftus Oc. EromorsOc.mor
giorno ,& occidence in ſchiauitudi- ſustuus.c.meos electosóc.egredie.
ne oppreſſo , ſgratiatamente tiran- tur c.Per mortem o 0.
aeggiato dal Mondo, dalla morte , 4. Ma ſtabilite le colonne , ò Si
dall'Inferno, e dal Diauolo . Tirana gnori andiamo adeſio riempiendo
neggiaua il Mondo -l'anime co' vi- le quattro nicehie diſegnate frà d'ef.
tij, e con gli errori. Tiranneggiauale , andiamorieinpiendole dibelle:
la morte i corpi con l'adonca fuai farue : e Giano a’lati eitreni tràl Mó
falce,non eſſendoui ſperanza di vin do.e la Morte yo Globbe, e tra l'In
la nelle membra, prima che rediui- ferno ,e'l Diauolo vn'Adamoià can
ub forgeffe il Capo. Tiranneggiaua to la porta trà l'oriente , e l'aquilone:
Inferno , inghiottendoco' reprobi vn Balaamo - tra'lmezzo giorno ,e
gli eletti ancora . Tiranneggiaua il l'occidente vo Dauide:er iMondo,
Diauolo- facédoſi in inille Teimpij , ela morte vn Giobbe, ina con rale:
sui mille Altari con incenſi, e con maeſtria delineato , che ridente apa
Vittime,come.che vaDioadorare. paia della fquallida faccia,brillante
nela
422 L'arco trionfale
nell'occhio incauato,ſerenonell'eſ• praſcritto:ciò, che diceuanel primo
ficcata ſua fronte ; efedendo ſe ne de' Regi al 20. Abſcondar in agro
ſtia ſu'l letamaro, trà carogne, e ver- vſque ad vefperam diei tertia ;c foto
mi, vlcerofo ,piagato tutto gioioſo ,c tola ſentenza d'Aranafio Sáto hom .
feitoſo. Indi ſopra la nicchia in vn de fçuiente :Dauid , cum videret fe
picciolo , ma alquáto rileuato cam- infidys appetipertriduuminlatebras
po di marino nero lilegga à lettere fe abdidic.quid ni? quietiam vim trio
d'oro ; ſedens in ſterquilinio del ſecó dui eiuſquemyſterium nouerat.E non
in cam- v'hàdubbio
do della tua ſtoria;ediſotto, che Signori,aggiuftati frea
po alquanto magiore ciò Oria gi direte queſti all'eſterna loro ma.
gene iui concettizzaua 1.2. Ipſe lede- teriale apparenza. Vn Giobbe fu'l
bat fuper acernum stercoris, plus ſibi letamaro fedendo : & vo'Adamo ,
,
de ipfis vermibusatque putredine, che dalla polue, dal fango già mez
quam olim de Regni gloria compla. zo s'innalza in piedi. Supra ſedens
cens. Nam omnium illorum finem , in c.formauit oc. e forto Origene
post bec omnia,que glorioſa ſunt cara e Procopio , ambedue Dottori per
nis,mors expectat; “ poſt omnem pu- antichità, e fapiéza autoreuoli mol
tredinem ,atque vermem reſurrectio- to . Vn Balaamo, vi Dauide: fran
nem carnis peral. Ma trà l'Inferno, chezza l'vno , allegrezza l'altro fpi
e'l Diauolo vn'Adamo, e con tale ranti: Sopra moriatur c.abſcondar,
artificio diſpoſto ,che paia , che al. c. e routo Ambrog. & Atanal.am
Thora,allhota riceuuto l'alito vitale , bidoi micrati Santi Dottori.Ma nel
ſpiri i primireſpiri, iprimi ſguardi formale,che ben s’aggiuſtano i fenfi
raggiri,iſnodi i primi moti, articoli i miſterioſi all' hodierne glorie del
primi detti, dando ſpirto con l'arte Trionfante Chriſto ? Signori fe al
alla bocca, allimuſcoli, alle palpe. l'intendimento humanocon l'oc
bre, alle fagci; e già mezzo lileui in chio naturale noſtro onnubilato
piedi , fatto di polue vn corpo , di preciſamente ſi tien riguardo , diffi
fango.carne di terra vo’huomo,& in cilmente fi crede, che'l corpo hu ,
duecampia'loddetti corriſponden- mano poſto ch'è nel fepolcro geli
ti fi legga ſopra . Formauit de lino do ,irrigidito , & iui illiuidiſce, anne
terra della Geneſi al 2. e rotto ciò, riſce, e fracidume, e cenere diuiene
che Procopio iui concettizaua : Ne ancora,pofía più rediuiuo riſorgere,
quis igitur puluerem in fepulchriscer. riformato di nuouo ; di inembra fa .
nens, defperetde reſuſcitando genere ne, agile di moto, e colorito di viſo ;
hamano ; in prima honinis creatione onde più ſi diſpera che ſpera la re
confirmauiı reſurrectionis(pem . Trà furrectione del noſtro Genere : e
l'oriente poi, e l'aquilone vn Balaa- quinci diegue , che la morte tanto
mo , che franchezza generoſa mo- naturalmente fi teme, come irrepa
ſtrando,gridi: fopraſcritto : ciò ,che rabile perdita , e ſtruggimento del
gridauane' Num .al23. Moriatur l'eſſere corporale ; e vedendoli, che
anima mea morte luftorum ;e ſotto non c'è chila sfugga, naturalmente
la ſentenzadi S.Ambrogio lib.de fi tanto ilmorire ci attriſta: ma à che
de Refurrectionis. Qui viderator. crollar la fede, à che languir la fpe
tum Chriſti, vidit eius triumphalem ranza di queſto articolo ? mira là
morzem ; vidit in eo perennem omniñ quel Giobbe, che ridenteſtà feden.
reſurrectionem ; Oʻideo mori non ti- . do à bellagio ſu'l letamaro ; fedens
met reſurrecturus . E trà'l mezzo infierquilinio; e gioiſce, e feſteggia
giorno,e’loccidentevaDauide,che di vederſicaderdall'oſlainfracidite
allegrezza vjua ſpirando, dica :for io ripezzi leverminoſe fue carni; e
tan,
Per la Domenica diPaſqua . 42 ;
tanto ne gioiſce, e feſteggia,chenó aſcoſo nella foreſta,quaſiconſepol
più feſteggiaua, e gioiua nella por. to in mittero con Chriſto morto ,
pora delinaeſtoſo ſuo ſeggio ,nelle lieto viueua in ſicurezza di vita ;
delicie della ſua menſa reale; mercé onde partito gitraua Abfcödar Oc.
intendeua, che fi come nel fracidua mercè dice S.Atanaſio . Cum vide
medi quella carne hà da reſtare fee, retoc. Bene adunque ſi aggiuſtano
polto il caduco di queſta vita mor- i ſenſi miſterioſi di queſtifregi alle
iale; così dallo ſteſſo deue rigerino- glorie hodierpe di Chrifto riſulci.
gliare l'immortale dell'altra ; onde tato, mentre ne gli vni confermata ,
da Cattedratico cale nella cattedra auuiuata la fede, e la ſperanza del
di quel letamaro ſedente , apparan- l'hauere à riſorgere;relta chenegli
do tu pure verità cosìbella nella fe- altri cacciato, ſpolſato il timore, e la
i de viua di Chriſto riſuſcitato , ſpera triſtezza dell'hauere à morire , rico
tu pure d'hauere à riſuſcitare con el nofcendoſi in quelli figurata , cte.
ro . Che queſto è quello teneuas duta, (perata ;in questi preuiſta,ſo
Giobbe contento nelleſue puzze, ſpirata , guftata la riſurrettione di
dice Origene. Ipſe ſedebat c. Che quello, percui, in cui , e da cui c'è il
ſe non anco arriui ad intendere,co- riſorgere dato .
meciò ſeguir polla , mira colà quel- Ma sù Signori , che ci ſtanno
PAdamo,che di polue , & acqua in aſpettádo quei due gran campi , che
poco fango ammalato dal faro dia frale nicchie s'allargano. Vorreivn
uino prelo ſpirito, e vita , ſi leuaine Fidia a deſtra per corpo d'impreſale
piedi fatto vn'huomo viuente . For mi perdonichi dà precetti in con
mauit ci e vedendo , che fù pofii tratio ) figuraſſe vn contadino , che
bile al Diuino potere formar vn ' in vn marauiglioſo ſereno dell'are
huomo di poluc, & animarlo viucn . roftica fronte moſtrando l'allegrez .
te ; argomenta non gli farà impoſſi- za del cuore , colla calloſa mano
bile riformarlo dicenere ,e ridonar. ſpargelle il grano per terra . Eh Pa
lo allavita: cnde ſtabilita in ciò la dre vn contadino dinaturasi auaro ,
miedema fede,rauulua leſmorti fió à cui tanti ſudori, e fatighe coſto
di dell'impallidita ſperáza ;che per quelgrano,hora lo ſparge per terra,
ciò appunto ,dice Procopio,piacque e lo ſpargeridendo? ò ch'egli trop
al Signore di formar l'huomo priino po eſſiccato dal ſole ha perduto il
di terra ,acciò la riformatione degli ceruello ; ò che voi dalle veglie de
altri in cenere ne'ſepolcri riſoltià ftudij quadrageſimali ftemprato il
diſperare non ſi veniſſe.Nequisigi- capo,fete impazzito. Eh no :auuer
rut oc. Cacci dunque la fede fran- tite, che lo gitta in vn campo da vo
ca i timori , ſgombri la ſperanza vi« mere acuto iſuiſcerato di freſco , &
ua le triſtezze dell'incuitabilmorte : vdite l'anima di queſto corpo , che
Caui la fede i timori con Balaamo , và ſpirando nel motto i Surget ca.
che preuedendo in iſpirro Chrifto dens; florebit marceſcens : Sorgerà
nato ,Chriſto morto riſuſcitato, & in s'hora cade : e vedraffi fiorir , s’in
eflo noi tutti riſuſcitandi , nulla il fracidifce . Ah v'habbiamo intero :
morire temendo , anzi alla morte volete dire, cheſicome il contadino
bramofo fofpiraua, ediceua . Mo. quantunque auaro,lieto vede ſepel.
riatur c . perche Qui viderat ore lichi il grano nel campo , & infraci
tum Chrifti o c. fcriue Ambrogio dirſi nell'auello de’ſolchi, preue.
Santo . Sgoinbri la ſperanza le tri- dendolo già nel cuore yerde fiori,
ſtezze con Dauide , che ne' perigli re : riſorto , e poi dorato fruttare .
di morte con lo ſtarſene tre giorni Così l'eterno Agricoltore Dio Pa
dre ;
424 L'arco trionfale
Joaniis dre ; Patermeus Agricola est : lieto queſto corpo: Occido currens ortum
diedeilmiſtico grano del ſuo Gie- ' afpiciens . Ratto corro all'occaſo ,
Joan.12 sù : Nigranum frumemicadens in perche l'occhio hò riuolto all'orien .
terram ;alla terra , alla morte , al Sete . Ah l'habbiamo indovinata . Voi
polcro ,preuedendoloverde fiorir l'hauete tolto da S. Zenone, ilquale
riſorto, e poi dorato fruttare nella dice, che nó peraltro il Sole rapido
refurrettione del Genere huinano ſe ne corre ad attuffarſi nel mare ,
tutto ; onde non deue eſſere , che di ſenza ritardare vn momento l'ordi.
noi temamorire con Chriſto , con nato ſuo corſo ,ſaluo perche mentre
fortati dall'odore ,che d'immortali- dirizza il piede al ſepolcro, egli tien
tà ne ſpira , e ſicuritutti di riſorger l'occhio alla culla , e sà, che quanto
con ello. Signorisi che l'hauete 10- più preſto darà cadendo in queſto
tcla: & acciò chefappiate di quanta l'vltimo reſpiro in occidente ; canto
autorità è l'impreſa,eccola tolta dal- più preſto ancora darà forgendo in
li ArciucrcouiSátiMaſſimo di Tu quella il primo vaggito in oriente .
rino , & Ambrogio diMilano. Rec Signori sì, che l'hauete indouinata:
floruit caro Domini ( dicequegliſer. Sol(dice il Padre fer. de Reſurrect .)
de rcſur. )cumrediuiua deJepulchro quoridie naſcitur , eademque die,qua
germinauit, ca in floris modum cuno naſcitur,moritur : nec tamen instana
čtis hominibus immortalitatis effla- ris finisforte lerretur,fuos vt repigret
uit odorem . Quid dubitas(dice queſti curſus,de horas, acmomenta produ.
orar de fidereſurrect.Jdereſurrectio. cat, vt ſaltem paulò diutius diei fui
ne de corporecorpus reſurgere? Gra- demoretur in vita; ſed fidelisſemper,
num feritur,quandoreſurgit;ſed flore ſemper intrepidus ad ſepulchrum nos
granum induitur, hoc moriales Elis contendit, ſciens in ipfofe habere
oportet induere immortalitarem . La qvod riuit; e però fimilmente dico,
volete più chiara?ſcolpiſcaſi dunque chic quantuque il Figlio di Dio pri
l'vna , ċ l'altra ſentenza ſotto l'iina ma di venire dal Cielo , preuedelle
preſa per chiarezza di quegli, che il tutto a puntino: la guerra, la mor
per auuentura non potranno tanto te, la ſepoltura, ch'egli haueua à pa
Ichiarire , che n'habbiano chiara in- tire ; ad ognimodo non ritardo vo
telligenza. Venga poi vn Praſitele à ſol puntoil velociſſimo corſo fuo ,
finiftra , e figuri percorpo d'vn'alcra ma ſe ne venne à palli di Gigante à
impreſa il Sole,che rapido táto, qua- correre queſta carriera;Exultauit De
to lo può moſtrare vn fcalpello , ſe Gigas ad currendam viam : ſicuro
ne corra all'occaſo ad attuffarſi nel- che quáto più preſto nell'occafo del
l'onde del mar d'Heſperia . Mara. ſepolcro ſi collocaffe, tanto più pre
ueglia dirà qui vno , che daſe ſtello {to ancora nell'oriente della gloria
il Sole tanto s'affretti d'annegarli hauea à riſorgere . Padre, direte, ſe
nel mare , ne vn punto ſolo per ti hauete l'autorità per queſta applica
more, ò rincreſciinento di morte ri- tione d'vn altro Padre per accop
tardi il velociſſimo corſo. Sed'eſtate piare à S. Zenone,come di ſopraà
foloil facelle , potreſſimo dire , che quella di S. Maflimo accoppiaite la
morficato dalcane ſirio,lo ſoſpinge di S. Ambrogio queſti eccellenti
la rabbia,ò che lo porta il furore del fregi dell'arco non poſſono correre
Icone imbeſtialito; ma di Verno fi- meglio aggiuſtati. Eh che habbiamo
milmente facendolo,e ne' piùgelidi forte à laſciaremanchcuoli gli ho
foffij di tramontana, pare gran fe nori delnoſtro Chriſto ? Eccoui San
greto della natura. Ma nò attendete Gregorio Niſleno orat. 3. de Reſur,
nelmottoa' leſpiti dello ſpirito di Priuſquam de Celo deſcenderet,vig
dit
Per la Domenica di Paſqua. 425
dit Gentium perturbationem , duri- poluere, e cenere là ne'lepolcci ti
riam lſraelis;Pilatum pro Tribunali ſolti. Signore e come faranno? Quia
ſedere; Caipham veftem fibi difcin . ros lucis,ros tuus:la rugiada della lu.
dere, ſeditio,am Plebem irainflā. ce ſarà loro rugiada. Intricata riſpo
mari ; Iudam prodere,o Peirum fta , ma ce la Arichi l'acutiffimo San
propugnare, @paulò post ſeipſum per Pietro Griſologo fer.de Cęco Beth
reſurrectionem ad glorians immor. ſaidæ . Intuona , ſcriuendo ſopra di
talitatis transformare, ac quicquid queſto fatto, in vna faſcia , che vada
futurum erat cognitione preſcripium ftriſciando attorno all' haſta della
habens,non distulie beneficium homi- bandiera: Ros enim ,quia à te eft,fa
ni preſtare , nec in longiorem diem nitas eft illis: quod eſt pluuia femini,
contulit earum rerum adminiftrario. hos of reſurrecturis Dominicus im
nem . Hauete l'vna, e l'altra aggiu- ber , ah che'l rugiadoſo ſangue del
ftata : fatele poi ſcolpire à luoghi riſorgente luminoſo Chriſto non ha
douuti , & all'altre corriſpondenti e forza,e virtù minore di far riſorgere
queſto di già conchiuſo . fiorite le incencrire , & infracidite
6 Alziano adeſſo gli occhià quel carni da' ſepolcri di quello s'habbia
l'ampio vuoto chein mezzo colà sù la pioggia del Cielo di cauarnuoui
in alto accennai ; eſe vi piace , fac- germogli da'campi, che'l ſuccidu
ciamo , che in eſſo ſpiccato appari- me ricuopre &c. Buono , per voſtra
ſca vn’horto,e nell'horto il ſepolcro fè,direte:ma vogliaino noi dire,che
delSaluatore , che ſopra dell'iftel- ficome ne gli horti anticamente fi
fo egli s'innalzi glorioſo tediuiuo collocarono iſepolcri,così nel gior
ſorgente . Ma notate il mio capric . no finale alla refurrettione de'morti
cio ,e dire poi ſe colpiſco .Vorrei,che vniuerſale s'habbiano à vedere i ſe
dalle ceneri di più ſepolcri all' in- polcriin horti fioriti cangiati? Non
torno , quali che da tāti vaſiſorgelle vuò riſpondere io à quelta voſtra
vna primauera gerile di mille tori: propoſta, mamétreriſpóderà Guer
che vi foſſe la roſa ; non vi mācaſſe il rico Abbate fer.de ſcript.vtilitate ,
giglio,fi vedelle la calta,nó fidelide io l'andarò ſegnádo pereſtere ſcol
raffe il parciſo.Fermate, Padre,mu. pita aldi fuori in frontedel ſepolcro
tate partito ,chel'occhio ne guſta sì, di Chriſto : ſi fepulchra in bortis,
ma l'intelletto ritorce il naſo. E per- numquid tamen horri in ſepulchris ?
che Signori? Perche dalle ceneri de' ita fortaſſisyfed in lepulchrisiuſtorum
fepolcri non fogliono fiorir le roſe , ibi plane vernabit gratiſſima quedž
e igigli;oltre che fanno lor meglio amenitas ſanftorum , verno ſcilicet
à canto icipreſli, & i mirti; che Do. tempore refurreltionis corum , cum
"mine di bizzaria figurare attorno al reflorebit caro eorum : non ſolum
Sepolcro di Chriſtotáti ſepolcri fio.oja iustiſicut herba germinabunt;fed
riti,quafi che vaſi di fiori.Hora be- o totus iuftus germinabit ficut liliū ,
ne mirate,che dalle piaghe delviſor, o florebit in rernum ante Dominū.
gente Signore ſtila rugiadoſo ilſan. Sì Signore che i ſepolcri de' Giuftifi
gue per tutto, e leggete poi nella di vedranno in tanti fioriti horticelli
lui trionfale bandiera quel d'Ifaia cangiati dice il P.Guerrico : in eſli
al 2 5. Interfecti mei refurgent:exper- vedtaffi vna gratiſſima amenità di
gi/cimini, laudate quihabitatis in primauera; conteniplaraſſi vn'aino.
puluere, quia ros lucis,ros tuus. Rilor. tolo , e gentiliſſimo Aprile ;quando
geranno coloro ,che furono morti , non ſolo rifioriranno le membra, le
da morte : sù da quel freddo ſonno caraj loro in amoroſiinnetti di ligu
Cuegliateui ò voi che ftcligiacete in Ari, e di roſe,maciaſcun giuſto ve.
Hhh dralli
426 L'arco trionfale .
draſli forto in un fiore.Fioriranno di formi,in fracidume rayuolti: efirew
roſe iſepolcri de martiri; fioriranno dranno all'incontro quafi che gigli
di gigli gli auelli delle Vergini; fio- fioriti dicandore di luce eterna vee
riranno dicalele foſſe de Confef. Kiti quelli chehora viuendo pallidis
fori; liguſtri candidi appariranno gl eſcarmi, in cenere, e cilicio dichri
Innocenti : pallidette viole i Peni ſtiano rigore, ſono da eſli beffeggia
tenti,e ſpirando tutti odore ſoauiſſi- ti,e derili: è che tormento. Quei lit
mo diſantità , mercè di quella diui- terati, e magnati, che adeſſo Te ne
na dominica rugiada , che nel mat- vanno vanagloriofitanto nelle To .
tino di queſto feliciſlimo,e lucidilli ghe loro ,Cattedre,e Magiſtrati qua.
mo giorno nell'horto del riſorgente li che calte dorate , riſorgeranno al
Chriſto allintornodel ſuo ſepolcro hora in polue,e fangofedendo,tutti
gl'icnaffia,perche Roslucis o c.quod di cenere viliflimo ricoperti: eſive
et pluuia c. e così Hartiin ſepul. dranno all'incontro quelli Innocen
chris Oc. ti,e mendichi , che da effi furono in
7 Ma non ſi vedranno già can- queſta vita oppreili, & ingiuftaméte
giati in horticelli fioriti i ſepolcri de dannati, di dorata gloria quali che
peccatoti ,non rappreſentaranno già celeſti calte veſtiti ,alliftere in luci
all'occhio amenità di primauera , diflimo ſeggio à Chriſto Giudice
vn’amoroſo Aprile;ma sì bene tante dell'Vniuerfo :oimè chepena.Quei
macchie ſpinoſe , vn'horrido Gen- peccatori in fine tutti , che coronati
naro ,vo rigido verno daranno à di- di fiori d'ogni delitia , e piacere , ſe
uedere . Riſorgeranno i peccatori ne vanno adello ſcorrendo, e dan
compiti in carne sì , accioche parte zando per lo prato di queſto Mon
alcuna non manchi a' lor tormenti do , riſorgeranno allhora con mille
douuti; ma deformi, ma ſozzi , ma ſerpi crudeli annodatial collo,& al
{ pauentoſi all'occhio,ma puzzolen- le braccia;e fi vedrannoall'incontro
ti all'odorato. Quei nobili,e ricchi, di mille fiorite ghirlande di Paradi
ſuperbi,huomini,e donne che adel- ſo adornati quei Giufti, che hora in
fo nella porpora de' fafti loro in ve- oſſeruanza della diuina legge ten
Alimentimuſchiati ſpargono d'ogn'gono in freno le paſſioni loro, & ap
intorno odori di profumi quali che petiti. Sì, sì. A.perche ſaranno bene
roſe in verdeftelodi inondane pro- ſepulchra in bortis,ma in hortis iusto
ſperità ſopra de glialtris'innalzano , rum . Che pero in alto nell'arco del
e circondati da lgherri, da corteg- la porta vorrei, che ſcritte leggelli
gio ,da ſeruitori , quaſi che da tante mo queſte fagre parole, tolteda va
Ipina ſi veggono; Torgeranno allho. tij teſti del nuouo , e vecchio tefta .
ra diſprezzati,epuzzolenti da'piedimento. O vos omnes,qui tranfiris per
de' più vili Diauoli calpeftati , e cac- riam ,attendite , o videte : Chriſtus
ciati:e ſi vedranno all'incotro quel- factus eft pronobis obediens vſquead
li, chepouerelli, e vili erano in que mortem , propterquodo Deus exal
Ita vita da elli vilipeli, emaltrattati , tauit illum : Vobis relinquens exem
quali che roſe di viua porpora dica- plum , vt fequamini veſtigia eius.Hac
tità riccamente adornati ,& odoro . Porta Domini: juſti intrabunt in eã.
fiiò che dolore . Quei ſenſuali, e car. Fate conto anime chriftiane , che
nali che morbide, e polite ſi tengo alzi la voce prima il Profeta Gere
no adeſſo lecarni nelle loro ſporcie mia,e dica, Vos Oc. Fermate il paſ
cicdishoneſte, quaſi che delicatigi. ſo,arreſtate le piante o voitutti, che
gli , che germogliano dall'herbefe- peregrini camminate il viaggio di
çide, tiſorgeranno allhora fozzide, quetia vitamortale, & attendete
miran
Perla Domenica diPaſqua. 427
mirando à quefte Glorie de'Trionfi tij, e dishonefti ,maal voler &c.co
preſenti del Saluatore. Indi ſoggiun . piedi in faccia ſaranno gittati giù
ga l’Appoſtolo Paolo Santo . Chria Dell'Inferno abbomineuoli per la
plus fallus oc. Vifle Chriſto compi- loro ſozzure , alloftefio inarciume
tiſimo, & efattiilimo oſferuatore, & delle tartareepaludi. Riſorgeremo
ellecutore delli comandi della vo in five noi tutti huomini, e donne ,
lontà del ſuo Padre eterno ,dal pun- che quì ſiamo presenti ; Poueri, e
to che fù concetto nelle viſcere del. Ricchi, Nobili, & ignobili; Eccle.
la Madre fua Vergine , fin’al punto fiaftici, e Secolari,n a queiſolidinoi
che fpirò in Croce , co'l Conſuma- entraranno per la Porta Trionfale
tum eſt ; è però trionfante hoggifor- di gioia con Chriſto , chehaueran .
gendo , è dal ſuo Padre ficho tanto no oſſeruati i diuini preceiti; e gli
glorioſamente innalzaio. E quiripia altri cotti, tutti ,tucti all'Inferno cac
gli il Principe de gl’Appoftoli Pie. ciati da’brutti Diauoli à penarui ee
tro.Vobis relinquens c. à voi,à voi, ternamente in tormeti di fuoco ine.
ò mortali , laſciando con queſto e. ftinguibile.Ditemi adeſſo,huomini,
ſempio di ſeguirlo per la ftradame donne, come la paſſate nell'offer.
defiina , per Piftelie pedate dell'of. uanza delle leggi di Dio ? Ditemi
kruanza de' diuini precetti , dell'a adello , poueri , come ſete patienti
dempimento del diuino volere ; ac- nelle voſtre miferie ? Ricchi, come
ciò participiate có ello delle ſue glo diſpenſate bene le voſtre ricchezze?
rie .Conchiudendo poſcia il Salmi . Nobili, come trattate có caricà quei
Ita.Hæc Porta óc. Chiariſſura, cere della Plebe ? Ignobili , che riſpetto
tiſſima,infallibileconcluſione. Che portate alla Nobilcà ? Eccleſiaſtici,
per queſta Porta entraranno Tri011- con che diligenza,e ſentiméto trac
fanti riſotti con Chriſto glorioſi in tate le coſe ſpirituali ? Secolari, che
Cielo quei ſoli, che giuftiper inno riuerenza portate à gli Eccleſiaſticiz
cenza ò
, penitenza di vita ſi troue- oh Dio : e tutti ſperiamo trionfare
ranno in morte : O vos omnes 66. con Chriſto piaccia à: Dio , che la :
Riſorgeranno ben si quegli ingiufti più parte nonandiamo condennati
vſurpatori,e poſſeſſoridiroba altrui; conli Diauoli dell'Inferno . Trion
ma al voler mettere il piede sù que faranno con Chriſto quelli , che
fta porca , faranno da' Diauolitirati trionfaranno delMondo, della car
per didietro giùnell'Infernocon ne,e del Diauolo:e ſe vn quarto ne.
quelli ftefli graffi,& vncini,co' quali mico ci habbiamo ad aggiungere
li tirauano in borſa , & in caſa loro aggiungiamo loro il danaro , ch'è
la roba d'altri. Riſorgeranno bensì potentiflimo diſtruttore della Giu .
que' vendicatiui , e duellifti, ma al Aitia . Trionfate adeſſo di queſto
voler & c.fofpinti in fronte giù nel con vna larga elemoſina , e per me.
PInferno con quelle ſtelle ingurie , rito di queſtagridare à Dio per aiu
e ſopramani, co' quali fi vcndica- to efficace , à trionfare de glade
rono , & affrontarono i loro profli- tri, & c .
mi , Riſorgeranno quei concubinag

Hhh 2 IL
428

IL PATIRE
PER GIOIRE .
Per il Lunedì di Paſqua .
Hec oportuit Chriſtum pati, & ita intrarein gloriam :
fuam . Luc. cap.2 4.
ELL' oggetto Si- mici, chenell'amico loro fe ſteſſi
gnori , che fa il ſentono trionfare ; & il Trionfatore
mirare in ricca medefimo; ſe quì dalla gioia ſopra

B bellica pompa fatto non dà per allegrezza ſeicen


trionfanie vne to ſcoppiature di cuore', egli è,che:
Capitano: ſtar- tiene più del celeſte, che del terre
ſene affollata in no. Ma quì m'arreſto io popoco , e
fulle ſtrade la Plebe: numeroſa su giouanetto figlio, che le glorie , le
de' palchila Nobiltà ; e l'vna, e l'al- pompe del trionfante Padre conté
tra con feftofigridi acclainar al glo. pli, contemplando io vado. Oh cor
riolo Campione, che coronato d'.. re l'occhio a quei fregi , & iui labi.
alloro, eminente fedendo in su d ' rintato ſi perde: ſi raccoglie à que
vn carro dorato , di mille fimboli, gliapplauli l'vdito , e ſitibondo visas
e fregi delle ſoggiogate Prouincie, vbbriaca: volano le voglie à quelle
de i debellari rubelli, de gli sbara. pompe,e con eſſe s'abbracciano in
gliati nemiciarricchito , & ornato namorate; direi più : ancora , che'l
maeſtoſo d'aſpetto fi dà à vedere . cuore già ſedefle su di quel carro ,ſe :
Precedono generoſe le troinbe le rotare no'l vedelli più toſto sù quel
dilui glorie cantando : feguono le le ruote nouello Ithione condennata
turbe captiue le di lui vittorie pian- dal deſio à penare , iui aſpettando
gendo : l'accompagnano le amiche la gloria di quel trionfo , attorno il
(chiere le di lui impreſe contando ; quale l'anima innamorata farfalla
& iguerrieri trofei,con glielmi, gli le ne ſtà girando ; & ecco dal volto .
vsberghi, gli ſcudi, gli itocchi, e le al ſeno penetrandogli il Padre , che
bandiere dicapo , dal petto ,. di pu . su gl’indouinati affetti à queſtomo.
gno, di mano a' più forti nemici per do gliparli , immaginando mi vaa.
forza tratti , pompoſamente forma. do ? Figlio ti luſingano dorati i fre
ti , esù dell'atte innalzati , yn boſco gi ? ti dilettano feftoli igridi? t'allet.
formano; all'ombra di cui quel bea. ta il trionfale mio ſeggio : Sappi,che
to ripoſo ci và godendo, che ne’ge. fudai prima,che ſparli il ſangue,che
nerofi ſpargimenti di ſudore , e di mille volte mi vidi in ſulle fauci di
ſangue glorioſamente già meritoſfi. morte . Hociter ,hoc iter; per que
Gode la Patria , che vn figlio tale ita ſtrada prima di trionfare forzo .
produſe:feſteggia II Parentado, che famente pallai ; per queſta ſtrada
di nuoua chiarezza vederiſplende- prima , che meco trionfi, haimeco
te il proprio ſangue: brillano gli aa forzoſainente à pallare ; dunque ſe:
gloria.
Per il Lunedi di Paſqua · 429
gloria ambiſci, il patir prima t'eleg. braccio colle braccia delle voglia
gi; che ſe queſto rifiuti , del trionfa- quelle pompe , e bramoſo diſedere
re diſpera. Contemplo , contemplo beato , ſulle ruote di allungate (pe
anch'io Figlio,quantunque indegnoranze Iſſionedannato Itò raggiran
il corrente triofo del reſuſcitato mio do . Er ecco , che'l Trionfante iter.
Padre Chriſto ; e Contemplatore ſo mioPadre Chriſto paterno auui.
rauuiſo affollata la Plebe de Viato- fo mi riſuona all'orecchio . H&Co.
ri fedeli ſulle ſtrade qui della terra ; porruit Chr (tum pati, oila intrare
numeroſa l'AngelicaNobiltàin sù in gloriam fuam . Se trionfare pre
de palchi de' Cieli; e l'vna, e l'alrra tendi, il patir prima intraprendiiper
có feltoli gridi acclamarli il paſcha. di quá , prima ditrionface , forza fu ,
leAlleluia;mentre egli coronato del ch'io paiſalli; per diquà prima , che
viuo alloro dell'immortalità , eini, cu meco trionti , è forza che meco
nente fedendo in sù del carro do- pure tu pafli Hociter , Hoc iter: do
rato della corporale lua gloria trà uc ſtento , e ſudore incontro falli :
mille ſimboli, e fregi delle fpoglie queſta queſta è la Atrada , altra non
nemiche del Mondo ,e della inorte, dalli . E creder forſe poſs'io , che'l
naeſtoſo d'aſpetto ſi dà à vedere ; glorioſo trionfo del comun Padre ,
precedono l'euangeliehe trombe,le e Signore:onde inuogliare mi ſento
di lui glorie cantando : ſeguonol': non inuogli inſieme le generoſe vo
infernali Turbe captiue , le di lui Atre voglie, ò Signore ? Dunque à
vittorie piangendo : l'accompagna- ragione l'euangelico auuiſo, cheà
no lainiche ſchiere de'Santi Padri, me nell'Euangelo riſuona ; àripor
le di lui impreſe contando, & iguer tarui ſpiegaro in queſto giorno io
rieri trofei co’gli arneſi della Pallio vengo: moſtrandoui, che le forza
ne paſſata pompoſamenteformati , fu patiſſe , ftentaſſe Chriſto prima
esù dell'alte innalzati vn boſco for: diirionfare , forza è pure patiamo,
mano , all'ombra di cui quel beato ftentiamo noi prima ch'entriamo a
ripoſo egliſen và godendo, che ne' parte de' ſuoi trionfi:ponderando
generoſi ſpargimenti di ſudore, e poi, quanto aggiuſtaramente conſe
di ſangue, e fotto , e ſopra la Croce guiſce al patire con Chriſto il trion
quáto alla gloria del corpo giàme fare con Chriſto , e comincio .
rirolli. Gode la Patria del Paradi- 2 Fateui in iſpirto A. all'aſcen .
fo del nuouo oggetto digioia inef. dere del Trionfante Chrifto in Cic .
plicabile feſteggia il Parentado hu loà 39. giorni vicino. Si folleua dal
mano , chedi tanta chiarezza vede Monte Tabor, & al creder mio fio .
riſplendere la propria ſpecie:brilla- riti laſcia i ſegni delle veſtiggia :paſ.
no gliAngeli amici, che nel trion- fa per l'aria , e la ſerena alla viſta a
fante huomo Dioſe ſtelli per affetto moroſa di ſua preſenza : trapaſſa il
ſentono trionfare ; & il Tiionfatore fuoco , che nel fauo calore s'impal
medelimo , ſe dal contento ſopra lidiſce timoroſo, che non l'ammora
fatto non dà per ecceſſo di gaudio zino i rugiadoli humori di quelle
ſeicento ſcoppiature nel cuore , egli piaghefanguigne: giunge alla Lu
di ch'è perſonaggio immortale , e na , che nell'argentato pallore par
diuino .. Quincımis’accende il de- che di minio ſitioga, vergognola ,
fio , e di partecipare del trionfo Pa- che nel candore ella cede alli ani
terno inuogliarmi arditamente mi mati alabaſtri diuini: arriua à Mer
fento; perdo l'occhio dell'intelletto curio , che menzogniero s'aſconde,
intra quci freggim’vbbriaco l'udio non foffrendo da pipiſtrello il mez .
del cuore diquegli applauſi ; m'ab. zo giorno della verità, chetrionfa
sau
-
an
430 ilpatire per gioire
s'auāza à Venere,chenelleroſe delle ludacrum profcriptus in Crucents : milis,
guancie immortiſce vinte dalpor. Certo certo che per figlio legittimo, 14
porino di cinque rofe,e ferite:Mon ch'ci foſſe Chrifto del Padre Iddio
ia al Sole, chel’ Diadema de’raggi per ius di legittima kcredità cliegli
à piè gli gitta come che à più nobil haueſſe alla gloria del Cielo ; ado
Sole, che vn più bel giorno indora : gni modo non ſù per tale glorioſa
formonta à Marte , che ſcintillar di mente gridato , e falutato da'ſuoi
tremore quaſi che ftella di firmamē . celefti Vaſſalli , che infamemente
10 egli è viſto, mentre che'l Rè Pa- prima non foſſe fato da Pilato con.
cifico per lo ſuo Regno viaggia : s' deonato , poſcritto alla Croce per
innalza à Gioue , che già ridente ri Rè de' Giudei, forza fù , che queſto
luce , dal benigro Signore ne' ſuoi fele gliamareggiaſſe prinia il palato
influſſi benigniauualorato : afcen- che col fauo dimele fe l'addolciſſe;
de à Saturno, che intepidito ſitoc. Fanos, fauos poft fella gustauit: Nec
ca alli focoſi raggi del vero Iddio d'anie Rex o'c.
amore; infine ſourale ſtelle ſi troua, 3 Et ecco nell'arena diſceſo ena
che quaſi lucerne al Sole perdono il tra quì parmiargomentando ilP.S.
lumne loro : e nauigato ilmarefou. Agoſtino. Si iplum caput noftrum D. Am
raceleſte co'l vaſcello di quella can- line primo pacto labore in terra , in in tit. f.
dida nuuoletta, che lotolle qui baf: Caloregrare noluit;neque leuareſur. Sie
fo da gli occhi de' Sami Appoftoli, fum corpus, quod deorſum accepit ,
finontato oltre del priino Mobilei miſi per iribulationis viam , quid au .
confini di queſto Mondo ; e fattofi dent membra (perare capite fuo ma
alle porte del Paradiſo, ecco in full gisſe elefelicia Se Chriſto , ch'c' }
entrare è proclamato , riconoſciuto noftro Capo , obbedendo a' decreti
adorato per lo Rè della Gloria,ona del Padre, non volle regnare in Cie
de ne ſcorre per le trombe degli An lo , ſe non dopo hauer primaben fa .
geli il gloriofo ribombo per le con. tigato in terra , non volle all'Impe.
trade tutte della Celeſte Gierufalé riale Trono di Gloria folleuare il
Pſal. 23 me: EleuaminiPorteaternales,o corpo in terra allonto,fenonperla
introibit Rex glorie : Ouis eft ile ſtrada della tribolatione: come, co
Rex glorie ? Dominus virtutum ipſe me ardiſcono i membri de' ſuoi fe
est Rex Gloria . Signori poſareui qui deli preſunete d'effere di lui più fe
meco vn poco con Tertullianoii lici, e trionfare , e regnarefenzafa .
terzo dopo vna sì alta ſalita, e dite tigare , e patire ? Ahnon ergo perc
mi, d'onde vn sì bel titolo, va sì ho mus molliorem Viam , qna preceffit,
norato grido al noſtro .Chriſto è veo eamus : qua duxit ſequamur:Nò,nò
nuto ? Oh direte per ragione dilegito per queſta buca è entrato il Capo,no
tima heredità,come figlio legittimo per altra poſſono entrare lemem
Ad Ga ch'egli è del Padre Iddio : Quod fi bra : ſtrada ſpinofa , e dara egli bà
lat.4. filius , o heres, diceuaPaolo San- calcata ;fiorita, ò molle non occor
to . Si, guardateui mò à dietro con re , che la ſperi alcuno di noi . Hoo
Tertulliano alla volta del Monte iter,hoc iter per di quà ſeguitlo con .
Caluario , e notate ſopra la Croce uienci , cheper diquàprecedendo
quel titolo, quel cartello lefus.Na. ei ci hà condotci: qua UC.
zarenus, Rex ludeorum: Ah falca in 4 Ecerto ſe nell'entrar trionfan .
piedi Tertulliano , e ftringato al fo : te il noſtro Chriſto colà per l'arco ,
Tertul. Ito alla laconica grida : Fauos poft che hieri appunto gli ergemmo , &
libr.de fellagustauit: Necante Rexgloria auuiarſi alCielo in queſtigiornicor
Corona aCaleftibusfalutatus eft , quam Rex renti eglihaueſseà ſpargeremonete
d'oro ,
Per il Lanedi di Pasqua . 431
d'oro , io volontieri ne fareibattere e fortemente s'annoda all'olio , sů
yna di queſta forte : c'haueſſe im- de' cui rami aggrappando , ſcala di
prontata vna vite con l'vue di matu- forma alla ſalitapiù lunga;all'hor la
to molto curgenti, e nel rouerſcio vedi quafi ſchiaua ſaluata alla cate
vorrei pofcia fe le fcriueſſe ciò , ch'il na avuinta piangere dirottamente,
10. c. 15. medelimo Chrifto dille . Ego ſum in ruggiadoſa pioggia dilagrime
i Vitis, vos palmires : fedeli miei ſap. dirottamente sfogando i ſuoidolo
piate , ch'io ſon la vite , e voiitral. ri, & ecco apertiraſſerenati alquan
ci . Pigliate in mano Signori quefta to gliocchi,inuia , egli è vero , ra
medaglia , e rauuolgendola cauate. diate le frondi,all'ombra delle qua
ne il ſentimento , ſe vidà l'animo. liridono pendenti I'vue, quali però,
En ci vuole vn'intendente d'agricolo non prima alla douuta maturanza
tura, che ci deſcriua ilfatto della vi- condotte hauer fi poflono , che da
te in minuto: San Zenone vna vol- gli ardori del Sole, dall'humor del
ta lo fece per eccellenza : vditelo di le pioggie,dalli ſoffijde'ventie col
D. Zen .
gratia , ma attentamente : Palmes in te , eattenuare, & eſſiccate non ven
crobem dimittitur, vt animatus ibi- gano per meli, e meſi ; & oh vede
illinecella
D. in p /.79. dem nutriatur: auxiliare e perqualevia,e vitaſcabroſaè co
7 riò iungitur lignum , cuiustutela de- dotta la vite co'cralci ſuoi dal naſcer
fenfus fe fe fustollal ; at vbi adoleut- primo,al dare maturo il frutto . Ah
rit in vitem perfectam , eius omnes dice Chritto . Ego fum ditis, dos pal
crines luxurion condunt , nodis admites. Io ſon la vite, voi fete i tralci:
stringitur,ne å ligno quo portatur,vel oh che ridente di glorioſe frondi, ò
리 cuiusducatu in vberes fructus lögies che riccadi maturi fructiftillantidol
i innitata producitur , vi aliqua lepa. ce liquore voi mi vedete nell'Autú
retur . T um folemniter plorans,cle- no del mio trionfo : sì, ve ne prende
menter imbre ſuo rorae ſtarim oculis vaghezza ? vis'incapriccia ildeſio :
apertis foliaradiata procedunt,qui- vi s'innamora la voglia ? vi s'in,
il bus ſubiecti, ac fe fe commendantes ucglia lo fpirto emulatore ?
11 fequaces fruétusarrident, quos Solis hora ſappiate , che dalla culla del
ardores, pluuie , ventiqueexercendo mio natale alla maturanza del frut.
prouebuni, ad maturitatemque per . to del mio trionfo , qual vite appun 1
ducunt; lunghetto sì , ma gentile: to per via ſcabro fa hò paſſato: nel
ho
Staua dice co'l zappone la callola la foſſa bambino d'vna mangiatoia
mano del vignaiuolo vna folla, el fuipoſto : alle poppe d'vna Vergi
tralcio bambino, ò vite piccioletta, nella poueramére nodrico ; & allo .
che ſia,qualiche in culla vile vi cac- ftegno d'vo legnaiuolo appoggiato.
To cia , acciò v'affondi radice , & alle Efatto adulto ſubito hebbi lemani,
nó ſecche, e pietroſe poppe della ruſti. hebbi i ferri alla vita , fui legaro , e
ca terra rozzamente alla meglio vi ferito : pianſi, midolli ; neprima i
bide ſi nodriſca ; indi l'appoggia ad vn frutti miei hò veduti à maturanza
OM paletto sì , acciò con il ſoſtegno di condotti, che à gli ardori alle piog
00 quello così alla zoppa co'l tortuofo gie,a’venti de' furori delle perſecu.
gambo nella tenera fanciullezza s', cutioni, emalannide' miei nemi
do innalzi ; ma quando già in perfetta ci,non gli habbi parito eſpoſti ime
vite ſi troua adulto , oh ſubito non fi, egli anni. Dunque ſe vite io vna
sò ben dire ſe barbiero , ò potatote tal via, c vita hò paſſato , vna tal via,
colraſoio del titorto ferro gli fa la e vita tralci voi hauete à paſſare; ſe
& barba, la capriccioſa chioma toſan . quell'Autunno felice , che Bcato io
do de'giouanettirampolli, fretta, mi godo , pretendere participare,
che
432 Il patire pergioire
che non frutta per altra via il tralcio, è la gloria del Paradiſo : ch caro fa .
1 che per quella appunto per la quale uo di mele, ch'è la beatitudine eter
fruttò la vite , dalla quale sfogliato na :belle roſe fi veggono nello ſtel
venne . Oh queſto è'l ſentimento lato roſaio del firmamento , ma più
della voftraMedaglia ,dite voile come Sole, non come ftella riſplen .
aggiuſtato : vna vite con l'vue di de la roſa della gloria delParadiſo ;
maturo molto turgenti, e nelrouer- Fulgebune iuſti ficut Solin conſpectu Sap.z.
fcio . Ego ſum Vitis, vospalmiles, Dei: dolce fauo è la manna , che
perchepalmesinfcrobem dimittitur, talhora
e quel che Gegue di Zenone .
pioue dal Cielo ; ma vna
manna aſcoſa all'intellerio , non
4 Machemarauiglia , che della che al palato humano è'l fauo della
'vera gloria di Chriſto participar nó Beatitudine eceroa : Vincenti dabo Apoc.
ſi polia ,fe non per mezzo de' ſten- manna abſcondirum ; ma à quella
iii e delle fatighe? in terrain terra roſa del Paradiſo le ſpine in cerra ,
per ſino la cieca Gentilità inteſe no che la circondano ; hà quel fauo di
poterſi godere auueixura , e bella mele eterno gli aculei temporali ,
vita , fe fatigandonon vienfi adace che lo difendono . Aniina fedele
quiſtarla.O che bene la Greca Mu- vuoi odorar quella roſa ? non iſchi
la in Menandro'lo diffe : Laborane uar queſte ſpina:vuoi guſtar di quel
neceſe eft volentibus fortunatos effe: mele ? non temere di queſt'api acu
laboriofus ris, o vilam acquires pule leate , che fe di queſte te ne vai ſchi
-chram : Vuoi eſcre auuenturato , ua , e timoroſa,non guſterai di quel
t'è neceſſario il fatigare : à fatigarti mele,non odorerai quella rolainer
attendi, e ſarà che bella vitat'acqui. cè che non quiſquam oc. non dalle
fti . Oh non ſi poteua già meglio di- roſe & c .
se anco parlando dell'eterna auuen . s Mada' poetici fiori à ſcritturali
tura; anco intendendo di quella frutti mi chiamabella figura, che di
bella vita , che non conoſcetermi- queſto habbiamo nella Sagra Geo
ne di morte alcuna: ma cantilo più neli.Se Rebecca defideraua à Giao
dolcemente la muſa latina per boc- cobbc la felicità della primogenitu
Claud . ca di Claudiano : Non quiſquame ra del Padre , limbolo dell'eterna
in, nups, fruitur veris odoribus : Hjbleos lare- heredità degli eletti,voi lo fapete:
Honor brisnecfpoliatfauos: la fronti caucat ma ci naſceuano deglintrichi;quan
fitimeatrubos ; armat ( pina rolas, do la fauia Madre volendo pure al
mella legut apes : Non so che farmi la deſiata auuentura condurre il fi
Signori, è forza ch'io mi laſci ſcor- glio , à queſto mezzo diede di ma
rere dal naturale:ad ogni modo è di no . Fuge ad Laban fratsem meum
Paſqua, lo vuoſpiegarein muſa vol. inHaram . Horsùfiglio appigliati Gen.se
gare : dunque ſarebbe à dire : non al inio conſiglio : prendi la fuga da 27.
delle roſe gode gli odori: da caue caſa , e vattene peregrino in Melo
aſcoſe;non (poglia fuori i faui biblet potainia da mio fratello Laban , c
chi tiene fronte; che cemi, e ſchiui ricourati a' ſeruigi di lui.Oh bel mez
d'acute púte ſanguigni riui,doglioſi zo certo di far ſuccedere ilFiglio nel
omei; ch'arma la rola ſpina crudele , la paterna heredità : mandarlo pere
e bellicofa l'ape fa iliele . Ohche guino in Terre barbare ,e ſtrane,oue
bene , oh che facile ci vieneadello quattordici anni continui habbia à
dalle ſpina , dalli aculei , delle poe- feruire di pecoraio,fanigando il gior.
tiche vanità cogliere la roſa , racco. 110 , vegliando la norte , gridando à
gliere ilmiele odoroſo di dolce au. lupi , cacciando, ladri , atroitendo
uifo fpirituale. Oh bella roſa , che al Sole,intracidendo all'acqua:ſem
pre
Per il LunedidiPasqua. 433
pre occupato il tofar lane , in mona felicemente;ma che il punto ſtà che
ger'vberi, in quagliar latte ; anzi là biſogna patire , e farigare con Chri,
doue glialtri partori haueráno qual- ito , cqueſto non ſi può fare ſenza
che piacere, che gli ſolleui da' ſtenti eſſere repudiato dal Mondo ;oh e
della lor cura ; il pouerello ne ven- ftar nelMondo, & eſſere repudiato
0; ga à ſentire crepacuore maggiore; dalModo è coſa dura dafofferire.N .
7! guſtaranno gli altri di vedere arditi Se mai t'hò chiaro parlato , chiaro ti
cozzare due montoni ; & egli do vuo parlare queſti vltimigiorni.Peli
lente fi verrà ad aricordare , che wà Paradiſo . Padre si,c'habbiamo,
quell'eſilio patiſce per lo cozzar , e fede, e ſperanza. E chiti hà da dare
che fa ſeco Etaù il ſuo fratello mag. il Paradiſo ,il Mondo , ò Chrifto ?
be giore : lieti prenderanno gli altri il chiaro che Chrifto. l'enire benedicti Malt ,
cibotodell'af
can fomicat
alla boſ paneallili ac-
carecco ia botte d'vna
dirà egli à gli eletti là nel Giuditio 0.25
21 finale , percipite Regnum 0 °С. Ahe
limpida fonte; & egli angoſciato fi qualiſaranno gli cletti à regnare
‫ܕܐ‬ verrà ad arricordare , che ingiuſta- con Chrifto ,le non i repudiati dal
mente priuato reſta dell'abbondan- Mondo con Chriſto ſteſio: Simun
za del frumento , e del vino, che af- dus vos odit,ſcicole , quia me priorem
ſegnata gli venne dalla benedittio . vobis odio habuit: fi de Mundo fuif
nepaterna:feſtoſi canteranno gliala Peris, Mundus, quod fuum erat, dili,
li tri le acquiſtate nozze delle lor Pa. geret; quia verò de Mundo non eftis,
ad ſtorelle; & egli accorato ſi verrà ad ſed ego elegipos de Mundo,propterea
et arricordare , cheinganneuolmente odit dos Mundus, così diceua egli
ike per la diletta Rachele, gli fu ſoppo . a ' ſuoi Appoftoli , & in eſli così lo
ita Lia la legagnofa . Oh pouero diceua a tutti i ſuoi cletti: ſe dunque
ali Giacobbe, e chipotrafi dar' adin- penſi di regnare con Chriſto in Cie
tédere, che per vn mezzo tale s'hab. lo , non recuſare.d'effer con Chriſto
ja bia mai à condurre al pretero fines in terra ripudiata dal Mondo ; per
della deliata auuentura? E pure è ve , che come diffe beniſſimoquì il Li
ro che ricco Giacobbe e d'hauere, rano cicando il P.S.Agoſtino. Recu. Lyran .
e di figli per queſto mezzo à ripa fat elle incorpore, qui odium non vult citās Di
triare ne venne felicemente come la Juſtinere cum capite . Aug
ſcrittura Sacca lo conta : tutto tutto 7 E quì Aringatainente bene
al perche bene egli intere queſto , per- viene à propoſito quella ſtoria di E.
che è neceſſario inczzo il patire; per gilippo : Gittoiſi Herode il Grande
720 godere; lo ſtentare per poſare:ilfere ſpogliato delle inſegne reali a' piedi
YA uire,per regnare:onde per eccellen- del vincitore Augufto Ceſare , do
...i Philo. za
bene diſſe quì Filone Hebreo : lendoſi,che à quello ſtato ſi trouaua
Qurfugit laborem ,fugiefelicitatem : ridotto per hauere Marcº Antonio
e dalle Hebrile3 è diuerjo quifortiter,patienterque rottel'amicitie feco, dagli amoridi
cla de vita difficultates tolerat,ad beatitudinem Cleopatra acciccato alche riſpoſe
;
, Moyfis. properas:Chi fugge fatiga,fuggefe. l'Imperatore. Quid miraris Hero
iez
nel
licità; & all'incontro chiforte, c ſofe des fi à te deſistere fecit Cleopatra
ere
ferentemente il difficoltoſo ſoppor- Antonium cum à me diſſociauerit,
Our
ta, à gran pali, a gran palli alla bea- atque ex conforte Imperi Hoftem fe
titudine ſi và affrettando .. cit ? Che marauiglia • Herode, che
6 Maquiparmiſentire,chi và di Cleopatra t'habbia MarcºAntonio
cendo , che le l'acquiſto della gloria dall'amicitie diſgiunto , mentre da
del Cielo ſtelle preciſamente in fa . me ftefio l'hà diſunito, e di compa .
tigare, e patire , il tuttopaſſarebbe gno nell'Imperio , chemi crame
, ella
lid
434 Il patire per gioire
me l'ha fatto inimico? Indi foggiun- fatta rompere dal Mondo la terra
ge ch'è quello chefà per noi ergocomo au weitia, laſteſſa diſoneſtà, & ogni
quia tu nob.fcum repudiatus es , o vitio infine , onde è rimaſto beffeg.
ideo nobiſcum regna : Dunque sú fagiato,ſchernito per Samaritano,per
coraggio: già che meco da Mare- indemonito tenuto , & alla fine po
Antonio ſei ſtato repudiato , meco
ſto su d'vna Croce da chi ſoffrir non
io voglio ancora ,cherego ; onde poteua leviuecorrettionidiſua dot
nel tegno venne reftituito . trina , & eſempio . Ma sù coraggio
8 Deh anima fedele tiriamola à non ti pentire per queſto, non ritor
noftro propofito: ti duoli,che accic - nareall'ingiuſtitie, alle ſozzure, alla
cato il Mondo da gli aniaridell'am- mala vitapaſſata , perche al giudicio
bitione, habbia rotte l'amicitie teco; poi,al ferrare de groppi,oue vn gior
che hai perdonato al nemico, gli hai no tutti ci habbiamo à vedere ri
fatta la pace , la remifiione in queſta dotti ,vdirai dirti dallo ſteſso Signo
Paſchalc folennita; e cosi dal Mon- re. Ergo O quia iu .Oc.dunque già
do repudiata temihabbi à trouari meco & c.
Ichervira , notara à diro di manca- 9 Maò mio Giesù ,doloroſame.
mento d'honore; chemarauiglia . te crocifiſso prima , e poi glorioſa.
prima con Chriſto l'hà fatta ionpe. mente reſuſcitato : vad'io parlando
re dal Mondo la ſteſſa ambitione ; adeſso à quell'anime fedeli voſtre
onde è rimaſto beffeggiato , ſcher- come che tutte fiano, morendo voi,
nito , e d'infamia notato à dito sù anch'elle morte al peccato ,e rifuſci
d'vna forca ,come tu vedi:ma sů co- cando voi , anch'elle riſufcitate alla
raggio non ti pentire per queſto, no gratia. Maſé ce ne foſse alcuna, che
Titornare à gli odij, alſi rancori pafo pernon voler ſeguirui ne'patimeni,
ſati,perche algiuditio poi, al ferrare ne' repudij del Mondo , forſe che
de' groppioue un giornotutti s'hab abborrendo l'immagine Crocifiſsa
biamo à vederſi ridotti, vdirai dirti voftra ,che nell'oſseruanza della di.
dallo ſteſſo Signore . Ergo, quia uina legge gli viene apprefentata à
iu o c. dunque già che meco dal ſeguitare , o dalMondo non ſi foſse
Mondoſeifata repudiata , neco io ancora ſtaccata , ouero à ſeguitare il
voglio ancora , cheregni inParadi- Mondo ritornare voleſse, Signore ,
fo: eperò veni benedicta ,pofſideRe- che doureiio fare qui, poſso dire sů
gnum: Intra in gaudium Dominitui. I'vltimo delle mie farighe?meglio io
Cosi conto fa ceco ſteſſa animae non ſaprei ch'vn'altra ſtoria propor
che ti duoli,che acciecato il Mondo re dello ſteſso Egiſippo .Scauano Aegilip.
da gli amori dell'auaritia,della diſo. dall'Eſercito Romano aſsediati i pus de
neſta,d'ogni altro vilio, habbia tutº Giudei in Geroſolima, quando ric excid.le
i
re l'amicitie teco , perche hai reſti- dottili à configlio per eleggere vn rofo.lake
tuito , ò permeſilo reftituire quel d' Capo , al di cuiſenno , e valore la 6:22.
altri;perchehai laſciato le male pra. ſomma della guerra ſiappoggiaſse,
tiche, e ti ſei ritirata da'ridotti,dalle l'immagine d'vn Giouanni abfente
amicitie diquelle compagnie,che ti fù propoſta, & eſpofta pervedere ſe
erano occafione al peccato , hai in piaceúa ad eſsere eletto ,efeguitato ;
ſomma cinendata la vita ; e cosi dal quale ad vn Mattia abborrita, edir
Mondo ripudiata semihabbi à tro- prezzata, per opera di lui vēne elet
uarti ſchernita , e norata àdito d'im to ,e ſeguito vn'altro tale huomo,
pouerita,ſcaduta, ſcrupoloſa, hipo- ch'era molto facinoroſo, dal quale
crira chesòio :ch quid mirarische frà poco tempo lo ſgratiato Mattia
marauiglia : primacon Chrifto l'hà contièfigliuoli venne infeliciſſima,
men,
Per il Lunedi di Pasqua . 435
mente fatto decapicare : onde vedés errore,gridarai, s'hauerai táto difiad.
doſi alpuntodidar la vita in miſe- to: Meruis fateor,quiaChriftum
pia
siatanta, alzòla voce; e diſse: Me & lum viderenon potui,o Mundum
rui,fateor, quia loannem dictum vio armatum elegi ö òpræcipitem delibe.
dere non potui , O'le'arm atum elegi rationem : imaginem timui, Tyran.
öpræcipitem ſenectutem imaginem num expetiui : Non hò male, io lo
timuimus, Tyrannum expetiuimus.. confeſso, che ineritato non l'hab
Non hò male, io lo confeſso , che bia abborrij , diſprezzai l'immagine
meritato io non l'habbi ;: abboro dei Crocifiſso ', e'l Mondo armato
rij ' , diſprezzai: l'immagine di Gio: mielelli percapo,e duce , che da'
uanni , e te armato ni'clelli per ca. ferrini malanni che lo veftiuano
po ; e duce , che dal rigore del fer- doueuo pure immaginarmi crudel
fo ', che ti veftiua ,doueuopure im . nemico o precipitoſa deliberatione,
maginarmicrudel nemico o preci: che fu lamia :hò temuta vn'imma
pitola riſolutione della noſtra vec. gine; & hòidi buona voglia delia
chiaia;habbiam temuta vn'immagio covn Tiranno,& abdracciato guaro
ne , & habbiamo di buona voglia da ſe meritato io mihò l'abiſso de
deliato vn Tiranno, & abDracciato: mali , entro de' quali precipitato mi
guardaſemeritato io mi hò l'abiſso trouo:merui fareor,nerui fareoricosì
de' mali , entro de' quali precipitato dirai ò anima miſerabile all'hora che
mi trouo . Merui falcori merui fas ti ritroui dal Mondo ridotta à quei
teor Oc. inalanni, à quelle ſuenture tempo
10 Hor queſto el punto, al qua- rali, &eterne,chetante volte io i'lò
le hai à vederti ridocia anima impes minacciato da queſto pergamo,e di
puente , & inconfeſsa ; e cu aninia , nuouo in li minaccio , re non celli,
che pentica,e cófeſsa in queſti giorni fe non raftieni dall'inſanguinarti le
pafsati ſei già ò di nuouo ricaduta in mani nelle piaghe di quefto Cro
peccato , o vaccillandou di ſottoi cifiſso tuo Dio con li peccati mor
piedi,vicina ti ritrouialricadere. Ti tali. T'hominacciato,e minaccio'
vien propoſta l'immagine del Cro: ceine perſona pubblicadalla Chie
cifiſso tuo Giesù ,acciò l'elegghi per fa da Dio à te preuiſta per annons
tuo Duce, per tuo Signore da legnii riarti,per euangelizarti le ſperanze
re ,da imitare, e l'abborriſci; e lo di- del Paradiſo,itimori dell'Inferno,la
ſprezzi, perche non puoi foffrire gloria che ſempre dura,ilfuoco che
t'hauer feco à portar la Croce di : mai finiſce:la mifericordia, e la giu .
quella inoruificatione , ch'èneceſsa fticia diuina;thò minacciato , emi:
per l'oſseruanza della legge di- naccio con ragioniviue , acciò refti:
ria
uina, & all'incontro l'eleggi, e ſegui" conuinta da ragioneuole che lei, e
佛 ilMondo ,Mondo fallace,cheſotto coti autorità di Dotti,d'Antichi, e
la ſopraucite diqueſti bent , di que- Santi , acciò t'arrendi come fenfata,
for fti diletti vani, e fugaci armato và prudente,epia che deui effere: con
ciudelmente di ferto ,con quei canti verità infallibile diſcrittura fagra ,
malanni, che alla fin fine con ſpa. acciò reſti forzata à dár prigioni le
ucntofi rilampicili danno à vede niani delle tue voglic , i piedi de
re . Abfgiat aia , e che preito :'haià tuoi affetti della fede di Chriſto ...
vedere dal Mondo ifteíso condolta T'hò minacciato , eminaccio fuen
à fine di miſerabil morte :inorte nel : ture diroba, ſcadimentid'honores,
l'altra vita eterna,e forſe temporale diſgratie nella ſanità , morti impro
ancora nella preſente Oh allhora sì, uile, e violenti; e poi , e poieterne
che chiaro diſcoprendo poi il tuo pene di fuoco : e queſte minaccie
lji Powe mie:
436 il patire per gioire
mie ſi auuererāno conforine a'mali me hor’hora ſon per moſtrarti; ma
portamenti della tua vita, & à quel. fra tanto,ch'io piglio fiato ,patiſciaf.
la diſpoſitione che piacerà à chi il fai nella borſa facendo larga eleino
tutto diſpone ; e quando letrouerai fina, acciò per eſſa venghỉà godere
à tuo mal prò auucrate ,gridaraipoi affai ancora nel Cielo .
Merui fateor, merui fateor. lo me PARTE SECONDA .
l'ho meritato , io me l'hò meritato , 12 Iſogna patir con Chrifto ,ſe
che tante volte me lo replicarono i vogliamo
1

Predicatori , e non mi volli riſolue- fare con Chriſto : non occorre più
re à mutar vita . Padre gli adempi dubitarne; che ſe il patire ci bruſcia,
menti di queſte minaccie no li veg- oh confoliamoci, che aggiuſtato al
gono congli occhi. Non ſi veggo- patire con Chriſto , conſeguirà il
no con gli occhi? frà l'anno quante trionfare, e godere co'l medeſimo
fuenture di roba accadono , quanti Chriſto :vuò dire che quanto più nel
fcadimenti d'honore, quãte diſgran parire fe gli aſſomigliaremo, tanto
tie nella ſanità, quáte morti violen- più nella gloria ſomiglianti gli di
ti, & improuiſe , quante anime yan- uerreino . In proua di chequantun
no condennate all'Inferno e le l'es que ſia verima non biſognofa di pro
terna dannatione è ſempre gaſtigo ua:conteinplate di gratia vn gioni.
de' peccati', le diſgratie temporali netto Iſaac, che ſpogliate ignude le
non ſono molte volte anch'elle ef- delicate, e candide carni qual man
fetti della giultitia fuperna?eh non è fueto agnellino , legate lemani, e i
dunque, che gli adempimenti delle piedi,abbaſſata la fonte,racchiuſi gli
ininaccie de'Predicatori non ſi veg- occhi,ſuenuto nel volto,e palpitan
gano con gli occhi nò; è ,che il Dia te ne'fianchi, tremante in fine nel
uolo fa trauedere i peccatori, & il corpo tutto , ſe ne ſtà ſopra l'Altare
Mondo ingannatore lor vende luc- aſpetrando il colpo diquel tagliente
ciole,per lāterne, perridurgli à quel coltello, chegià innalzatoſečde per
palio , oue gli colga nelle pretere l'aria ſtriſciante,e glifiſchia all'orec
touine: rouine,che da ce o anima chio;e ciò permanodi quel Padre,
impenitente, o anima ricaduta,anic che alla pietà che moſtra delFiglio ,
ma,che già (tai per ricadere, ſe non può humanar'vna pietra ; che alla
ti penti,ſe non ti rileui , fe in piedi fortezza che inoltra nell'atto heroi
non ti rinfranchi, non ſono forre co, può impetrire vn'huomo; e no
lontane vn’anno, vn meſe, vn gior- tate l'Angelo poi ,che d'improuiſo
ao ,chi sà? vn'hora intiera . trattenendo il colpo ,iſgrida, Abra. Gen.1,2.
11Dehriſoluiti dunque à patire ham ,Abraham, ne exiēdasmanum
con Chrifto , aſſomigliarti all'im tuam ſuper puerum . Fermati Abraa
magine di queſto Chriſto per ren mo:arreſta il braccio , ſoſtieni il fer .
gnare poi glorioſamente con Chri- ro, trattieni il colpo , non ferire il fi
ito ancora.Non èneceſſario perciò gliuolo in conto alcuno. Signori vn
chc crocifiſſa tu ſij con trè chiodi sù dubbio , e non volgare , che qui mi
d'un tronco ſimile a queſto :bafta , naſcealla mente. Fů Iſaac vnamol
the ti mortifichiin tutto quello che to compita figura del noſtro Chri
t'impediſce l'offeruánza della leg- fto ,e pareua fol gli mancaſſe pervl
ge di Dio :quello c'èneceſſario fare, tima vernice l'eſſere in fatci ſagrifi.
eſe queſto fai, queſtobalta ;chele cato ſopra quel monte,come tu ve
per farlo,ti biſogna patire;conſolati, ramenie Chriſto Sagrificato in ſu'l
che goderai poi anco , & aggiuſtata monte Caluario:perchedūque l'im
alpatire civersà la gloria ancora.com pedìil Signore, che prima parue lo
deris
Per il Lunedi di Paſqua . 437
delidèraffe , hauendolo comandato tir con Chriſto il godere ,il trionfare
ad Abraamo?chiaro che ſe ve lo di con Chriſto : e peiche ciò non con
coio , non me lo crederete ; e però viene in conto alcuno . Non exten
vuò,che lo dica il P.Proſpero Santo. das manum tuam ſuper puerum . Nó
Sapete,perchenon volle Dio , che t'auuanzare più in questo fatto ; e
Iſaac foſſe ſagrificato ? perche ſe lo però llaac immolaius non est o c.
laſciaua fagrificare , biſognaua de 13 Mà diciamoquicoſa anco di
congruo , che fubito lo faceſſepoi maggior marauiglia quale acció vé .
anche gloriofo rifufcitare : oh ſtrá. ga à cader bene à proposto noftro ,
uagante riſpoſta .Vdite il Santo,che Iciogliamo vo poco quel dubbio ,
D. Pro
afferm a fù riuclato allo ſteſſo Abra- che d'ordinario bò vdito ſciogliere
amo: Diem pafſionis fily Dei in ſuo da Predicatori il giorno di Paſca fo
Iper p.p. filio figurarem viditAbraham ,quòd pra quel valde mane vna Sabba
depro-. 'velut adarum crucistriduò conuola- i horum veniunt ad monumentā orio Marc.
uit : quod patiens, ac fine voce coram iam fole ; Che le Marie vennero al 16.
$27 : condente e filius Patri, ut percuteret , ſepolcro del Saluatore la mattina
!
colla prabuit :quod fe ligno,quod pore per tempo, ch'era già leuato ilSole:
taueratipſe,fufpendi Iſaac non relun eSanGio:cumadhuctenebræeffent, 10:20
& tatus eft : quod ideo iſaac immola. eſsendo ancora di notte oſcuraje vn
tusnon eft , quia reſurrectio filio Dei paradoſso queſto , ò per dir meglio
referua aef : oh mirabile aggiuſta- pare vnachiara implicanza : Välde
mento del patire con Chriſto, egomane,cum adhucienebra ellent, or lo
dere, e trionfare con Chrifto . Vide iam Sole . Per tempo certo , fe'l Sole
Abraamo figurato nel ſuo figliuolo digià s'era leuato ; gratiofo oſcuro
il Figliuolo di Dio humanato : camin di notte ,s'era il Sole alio vna picca:
naua pronto alla morte : fi laſciaua coine fi ſpiegarà queſto paſso :Mar
come agnellino legare: non belaua; sicordo hauer'vdito alcuni Predica.
non ſi doleun, non iſgridaua, porta tori à dire che le Marie all'vſo delle
ua egli ſteſſo le legna del Sagrificio donne andauano tanto comodame.
in collo,tanto che ſe l'hauefti vedu te facendo tre palli per ſopra d'ogni
to falire fopra quel Monte , haucre . matione , che eſsendofi partire di
fti detto , queſto è Chriſto , che le necaſa, valde mane, la mattina per te
và al Caluario colla Croce,in fullepo, cum adhuc tenebrs effent, aganci
fpalle . Signore , poteua dire Abra allo ſchiarite dell'alba, ad ognimo
amo,laſciatemiſcaricare queſto colo do nonarriuarono al Sepolcro, che
l po : ch'io miſtimo honorato , che il già il Sole era leuato , orlo iam Sole.
inio figlio s'afsomigli al voſtro in Alai ch'eſsendo tolite le Signore le
tutto ,e per tutto: akto non gli man. uarli di lettoa mezza mattina , dirli
ea ,che l'eſser ſagrificato , finiamola, chele Marie leuarono co'l Sole, oh
inciſa la carne, s'aprino le vene, e evo dire cheleuarono molto per te.
fparga il ſangue , e ſia la vernice di po, quali che due , ò trèhore auanti
queſto nobil ritratto . Nò : fermati indietro . Altri, che finalmente file
dice Dio, non fare, che s'egli in tut- uarono prima delfar del giorno,mna
to, e pertutto s'aſsomiglia nella pale che quanti fi fricaſsero dicaſa, era
fione al mio figliuolo,non potró la- leuato il Sole,pernon hauer le Don.
ſciare in ragione dicongruità di far- ne mai fine diveſtitſi,lauarſiz pulirli,
glilo ſomigliantiſſimo ancora nella che sò io. Ma à dirla verità,à ine nó
gloria , coʻl farlo anco ſubito riſuſci- piacciono queſte riſpoſte , che le
car glorioſo ;tanto tanto ha da anda. Trattaſſimo delle donne , e Signore
Esaggiuftato l'vno.com l'altro ,alpa- quà diN ; eh la.cola ſi verificarebbe
re
438 Il patireper gioire
fe non in tutte,almeno in alcune;ma cipata leuata , mercè , che canto di
trattandoſi delle Marie diſcepole pari paſso corrono patir con Chris
del.Saluatore ; ah in modo alcuno . ito ,e trionfar con Chriſto :morit co
non s'hannoda ammettere sì fatte: Chriſto, e riſorger con Chriſto, che
Solutioni: ei Piedicatori, che le die- anco nel Sole iteſso crcatura inca .
dero, è ben da credere li pretendef: pace divera gloria ce ne volle Dio ;
ſero ſolo ſenza intérionedi pregiu, dare l'auuifo,e la certezza :
dicare à quelle buone Madonne, di: 14. Oh punto ,che ci doarebbe
)
tirare qualche ſtaffilata à trauerfo , rincorare al patire , al ſoffrire ſendo
doue s'accorgeuano eſsere di biſo ficuri d'hauce'altretanto à godere, à
gno. Che riſpoſta daremo dunque? trionface : patic biſogna in tempo, à.
D. A Ah quella del P.S. AnaſtalioSinaita. chi non vuolpatit ineterno: chi più,
naltaf.. Sol tanquam verus Chrifti rypus foa chimeno,egli è verozlicomne Dio di
Sinaita mul cum Chrifto cius mifereſcens eft ſpone,ma chi più patirà Ceteris pa.
li.4.exa. paffus , cùm defecillet impolluta. ribus,verrà anco più à godere.E pu:
mero , cins anima ex cor pore ſimuletiam. te jepure non fini appena hieridi.
defecit Sol ex cæleſti ſuo corpore, & definare quel galani huomo , che
cum Chriſtins ſubuiſſet Inferos, fimul già fece penſiero di ripigliar la na.
etiam cum eo Sol jubiye nocte aduen , la femmina, la mala pratica .. Cheti
tanie , onde etiam Chrifto ex orien . muoue meſchino à precipitare di
16, urgente à mortuis,Maneuna nuouo in peccato:Oh Padre io non
Sabbathorum vna cum cooritur eliā. poſso patire la paſſione che mi ſi
Sol à terrafaciensdiem .. Oh guar- Atringealcuore ; ini ſento opprime.
datequanto à peſa di gloria aggiu . re ,miſento ſcoppiare , volete voi,
ftatamente ſi paga il patitecó Chri, ch'io moras si che voglio che mori,
fto. Perche il Sole patà eccliſse, dice e ſe'nonmori per Chrifto à queſta .
il Padre, emorìalla luce, quando tua pallione diſordinata,non occor-
che mori Chrifto , & andò ſotterrare , che penſi di riſorgere con Chri
in occidente quádo l'Anima di Chrifto alla gloria del Paradiſo .- Cosi
ſto ſceſe all'Ioferno, non oftante ch hieri quell'altro non s'hebbe appe
egli fia creatura inſenGibile , yolle na incótrato all'vſcir dicaſa al dope
Dio che riſorgeſse di gloriofa luce: po pranfo con quel ſuo auuerſario,,
veſtito , quando che Chriſto riſorſe. cheritornòàdildegni, à gli attolli
Signore non è ancora l'hora aggiu « camenti,allemacchinationi di pria
ftata della leuata di lui, valde mane, ma, e già penſa come poſsa mettere
queſto è un pregiudicar' alla notte, in cffetto le ſue vendette.Infelice ,
che tiene ancora poſseſso di queſto chi t'inquieta di nuouo ? oh Padre :
noſtro ernisfero : volete voi,che for- mi ſon'accorto ,che di.inal'occhio ei
gacontro i preſcricci ftatuti della na. mihà guardato : forſe egli penſa di:
cura? ehinon importa dice Dio : bà farla àme, & io.vuò vincere della
patilo , emorto nello ſteſso tempo mano; volete voi ch'o.cilaſci la vi:
co'lmnia figliuolo : vuò,che riſorga ta 2 si chevuò checi laſci lavita , e
nello ſteſso tempo con eſso ancora, mori per Chriſto quando occorreſ.
avadino leleggi della natura ſolo ſe per l'oſseruanza della diuina leg .
pra,che per hora me n'accontento , geje ſe non lo fai,non penſare diti.
e cosi valdemane O c. Cum adhuc forgere con Chrifto alla gloria , ma
cortoiam C. perche Chriſtoex trenti ſicuro il vitiuperio eterno, e
oriente.O coeta molto per tempo vi forle la perdita inſieme di queſta
Botte ancora quanto all'hora aggiu- vita. Sà Dio ſefini benedicomuni
kata; maera lcuato ilSole per anticarſi quella buona clemoſina, che
incos
" Per il Lunedi di Paſqua. 439
incominciò à mutarſi di parere, egià ſto, il trionfo di Chriſto , ma non la
non tiene penſiero alcuno di retti Croce,ma non la morte di Chriſto ,
tuit quel d'altri come promiſe al epur la gloria di Chriſto è yn frutto ,
Confeſsore. Sgratiato , chi titrauole chenon ſi coglie ſe non dallaCro
ge ilceiuello?Oh, Padre, la ſomma ce di Ghrifto . Intellexiftis hac om
è groſsa , ſon carico di figli,hora mi nia ? dicunt ei ctiam . Signori sìche
trouo in buonpoſto,volete voi,che l'intendono iChriſtiani,cioèlo cre
di vergogna mi manchi il cuore,ve- dono, lo dicono,lo confeſsano; ma
dendomiinpouerito ? sì che vuò , faétis negant ,co’ factipoi lonega
che ti manchi il cuore al falſo ho- no ,gli contradicono: perche'locre.
nore mondano ,e re à queſto non dono quaſitutti,ſi ſono confeſsati,
mancherai,non riſorgerai con Chris e comunicati a queſta Paſcalefolem
Ito à veri honori delCiclo .Ob gran nità; ma non verrà Domenicamat
patire ch'è queſto patit sonChriſto: tina . (ob miſeria da lagrimarſi con
fratello che vuoitu farci.Dio e'l Pa- lagrime di ſangue ) che la più parte
drone, e'! Padrone aſsoluto , e l'in . (mi vuò correggere,ma quaſiquali
tende così,e così la vuole: pigliala con ſtimolo diconſcienza ) che vna
sù qual lato ti piace,cheò in queſto gran parte haueranno contradetto
Mondo,'ò nell'alco hai forzoſamé co' fatti, ricaduti di nuouo in pec
te àſentirla ; chefe qui te la eleggi, caro mortale ; e di queſti quanti ri
hai la ſperanza almeno della gloria forgeranno di nuouo con Chriſto ,
futura,che ti conſola ; la doue diffe hauerannogratia di confeſsarſi, c
tendola,non hauerai che diſpera- comunicarſi vn'altra volta alla Par
tione, chemaggiormente ticrucci. qua futura ? Dio lo så ? Dio lo
Ma noi vorteflimo la gloria di Chrisà ? &c.

I BENI
440
I BENI
DELLA PACE
Per il Martedì di Paſqua .
6 .
Stetit leſus inmedio Diſcipulorum ſuorum , es
dixit eis Pax vobis. San Luc. cap . 24.
I
ENTRE che rubel- l'Inferno i defőtialrollo della guer
Giudea contro
la ra riſorti : ò non potendo gl'huomi.

M dell'humanato fuo ni di molle carne formati compire


Creatore ſagrilega con vendetta sìcrudelmente prete
inimica ſinofle , & fa , ſomminiſtraſſero i monti la ma
affrontando lui ,che ſotto forma di teria più dura ad vna Gente nouel
máſueto agnellinoil tuttomuto fof. la, non con riguardo al fauoloſo fat
friua,nó hebbe horrore deicida cru- to di Deucalione, e di Pirra , maa !
dele ſcomunicata di macchiarſi le veritiero detto del Saluatore , che
mani entro al diuino fuo ſangue:le- Potens eſt Deus de lapidibus iftis (us Luc.zi
uò dal noſtro ſuolo la pace, dilciole' ſcitare filios Abrabe . Se no'l vede
ſe la concordia de gli enti e lo ſta . lte Signori,l'vdiſte, almeno del Ve
bile patto de gli elementi in tal mo . ner Santo , quando ſu'l mezzo gior
do ella ruppe, che ſe crediamo al no ; Tenebre fa &tæ ſunt per vniuer. Malta
Rauennate Griſologo ,à quell'anti- fam terram : © terra mota est : Ø 27.
co caos il Mondo tutto quaſi che li perre ſciſle ſunt: 69 monumenta apere
hebbe à ridurre : Terris abftulit pa ia ſunt : 6 multa corpora Sanctoru ,
Ser. 81. cem , concordia'm rerum foluit , cle- que dormierant,furrexerunt. Eben
mentorum fic fædusrupil , vi Mun, cred'io aſpettaſte , che all'eſſere im
dum potum ad chaos reuocaret antic mobilmente confitto il primo Mo :
quum .Toccò la terra bellicoſi i tam. tore in sù d'vn tronco diCroce ,de'
buri de' terremoti, & all'armigero poli i chiodi per ſempre immobili ,
ſuono ampie le voragini aprendo, allhor mouendoſi, dalle pareti del
parue rugginoſe le porte di milles Firmamento ad iſchiantarſiveniſse
Tempi di Giano ftrepitoſamente to ; ondecrollandole sfere intrà le
iſpalácaſſe alla guerra:ſpiegò il Cie- braccia delli Motori ſecondisi moti
lo dell'oſcurata kuce ſolare ságuino tutti ſuperni fi ſconcertaſseto : che
la l'inſegna, e ſull'arco dell'eccliſſa. allo ſtar li ſcompaginate le congiun
la cornuta Luna le faette letali di ture del corpodella primacagione,
milleinfluffi maligni ſdegnoſamen- l'antica ſubordinationedelle ſecon
te incoccate , ftaua per berſagliare de cauſe à diſordinar fi veniſse; on
ilſeno alla più baſſa natura . E to. de à miſcuglio andando con gli aſ.
gliendoſi da gli auelli i coperchi,e petti ſconuolti le qualità elementari
riſorgendo imorti, ſcoppiaronole incombinate, dimoſtruoſieffetti
pietre ,falcandole ſcheggie in giro , queſto Vniuerſo tutto ſi riempiſse ;
quali chenon baſtando i viuidare liche dormendo acciecata la mez
22
Per il Martedi di Paſqua. 441
za notte in greinbo 'd'vn'alba piouo. caro ſaluto di pace dunque donas
ſa, entro all'oſcuro buio ammutédofi Chriſto a' ſuoi cari ritornando hoggi
i grilli,importune ftrideſſero le cica- ad effi.Caro dono,caro ſaluto di pace
le, fulla fine di Marzo col capro fal- io vuè donar queſta mane , da voi
tando il Sole,di roſe in vece, e di gigli, partendo,apime dilette mie . Chriſto
di pruni,e cardi, brinati, & ingeliditi, la dona a' Diſcepoli per rimetterli
i prati, & i campi foffero coperti, e nella pace perduta : io donarolla à
pieni. Ei ecco ilterzo giorno riallo- voi per confermarui in quella pace ,
data la terra,riſchiarito11 Cielo, fiabe che in queſta folennità Paſchale cre
bellito il Sole , fiera già tutto l'infon- do tutte racquiſtara v'habbiate. Ilche
5 fibile Mondo riachetato , & ammuti. di fare pretendo col dimoſtrarui la
si i rumori della diſcorde natura , la pienezza de'beni, che dalla
pace fatta per ogn'intorno bandiua - dulta.E ſon da capo. Pax vobispace OC.
ri
no , in ſull'aurora gli Angeli con gli 2 E non vi prenda mararauiglia
Iera vccelletti.N’hebbero le Marie le pri- V. ſe della pace vi hò detto , che da
mie me nuoue,e le ſeconde Pietro,con gli efla riſulta la pienezza de'beni ;po.
re altri due.Ma vinca il vero,che frà Di ſcia che la pace è vna ſemente nobile
Le ſcepoli la ſciſına tuttauia duraua , e tanto,e vigoroſa ,che s'vna volta vie
720 quella guerra , che dallapace nemica, ne à gittare ſtabili le radici entro del
gel . .con vn frondoſo ramo di pallidetto cuore d'vn'anima , tolto produce in
far oliuo incalzataalla fuga veniua , al- ella ogoi ſaporoſo frutto de' più de
zaal l'Appoſtolico Collegio ritirata ſi era . fiderabili beni.Promette Dio in Zac
che Iu baltea táburo il palpitare de'cuo- charia allº3 . di volercangiare le trie
.. 11,ſpiegaua inſegne ilpallore de' vola bulationi,& i malanni paſsati del Po
-de .ti, tofle ſcauaua l'Infedeltà,e l'oſtina- polo ſuo diletto in abbondanti au
Vee lione alzaua torriine di pace maggior uenture,e contenti. E che farete ò Si
Lors ſperanza fi haueua di quella , che il gnore ? Semen paciserit. lo non vuo Zacci
แer: portello d'amore pur’anco aperto ,pa- far'altro che da agricoltore intéden - 7.8.
: 03 rea, che permetteſſe.Quinci apparue te gittare nel di luimezzo queſto gra
loro il Trionfante Signore glorioſo , no, queſto ſeme gentile dicarapace.
2015 immortale , riſuſcicato, & acciò pace Semen pacis erit . E potrà queſto ſolo
Eben .coinpita con la vittoria diluigodeſse. tapti beni fruttare ? come ſe lo potrà .
e ime so le coſe wire,impaurita la difcordia Vinea dabit fru & um fuum : ( terras
Vo. pazza all'improuiio lampo della di- dabitgermen fuuminon tantoſto hau ,
, de' uina ſua luce sfatte cadute le opporn rà gitcate radici, che produrrà nelle
bili, te munitioni guerriere al bombo lo vigne torgéti di generoſo inolto pe .
cidel lo dell'amorola ſua voce;vinto ,fuga- fanti l'vue in abbondanza mirabile ,
niſse to l'odioſo ſciſma al primo colpo del. e facendo germogliare ne' campiri
la batteria d'vn'amico falato aflicu
, - denti,e ſpeise le biade,oltre ogni cre.
7l?Qii raci,allegrati,fedeliarreſi à bella pace dere temeranno le cantinc , & i gra
iche donolli . Stetit lefus dixit eispax nari nonhauercorpo per riferrarle in
gun.
vobis Reuerſus ab inferis Chriſtus
D.Chry. (ſcriue ſicuro. Eh v'habbiamo inteſo Signo
100P, fol. vbi Griſologo Santo ) de rebuspa . re.Vinea dabitfructumſuum , O terra
ACOB
cem reddat,exclamat, Pax vobis; bene dabit germen sum . Volete dire, che
3; 011
ſupra. addievobis; quia iam terrafercrat, ceſsata laguerra,e dichiaratalapace,
/1960 redierat,folrecurrera
dies t ,ở ordinē ritornando i guaftatori dal campo ,
fuum coinpago Mundi redditum iam non mancaranno zappatori alle via
etteri tenebar: Difcipulis autë manebat ada gne , ne alle campagnebitolchi,& i
huc bellum ; hoc videns ſcrutator pe- giouenchi, che foto a' cariaggi gee
ilse; { torum Chriſtus :mox eosfuapace con meuano , palsaranno à tirare à pailo
mez.
72
firmat,dicens Pax vobis. Caro dono, lento gli aratrizabbon daranno i ferri,
Kkk egli
442 I beni della Pace
e gli ſtromenti di villa , siue tendo la talibus nibilgratiusſoleat audiri,nibi
formadi altri,e vomeriquelli elmi, deſiderabilius concupiſci,nihil potre
eſcudi, che bellica figura, di ruſtica mo melius poflideri.
che prima haueuano , ſotto il maglio 3 E di quà facilmente intendere.
pigliarono in full'incudi. No più ver. te , o Signori ondeadiuenga , ch'er
ranno legate le biade in herbe dalli (endo la pace coſa di tanta itima , ad
ſtraccorritori caualli, che alli foraggi ogni modo tanto ella venga diſprez
ſe n'escono;nevindemmiate in agre- zata da molti . La veggono vna pic
ſa le vigne dalle bande, che nel mar. ciola ſementuccia, chenon fà moſtra
ciare ſi sbandano per li poderi.E così più che tanto al di fuora , e non haué
in vece de’tuoni delle bombarde i do intendiinento per penetratla al di
crecchi de'torchi s'vdiranno,corren- dentro non la vengono ad apprezza
do di vino mille canaletti vbbriachi re. Proponete vn primo principio d'.
in iſcainbio di correre di vino ſangue alcuna ſcienza ad vn zotico contadi
le vene tronche, ed inciſe. Turco và no ; per eſempio quello di medicina,
bene; ma ſe fatta la pace in terra , s'i- Coniraria contrarijs curantur.Vedre.
naſpriſse per forte il Cielo,eſpiegan- te,non ne fa conto ; l'ode ſtringato in
do nell'aria inimica bandiera d'ofcu- trè corte parole , e non mirando più
re nubi , interdiceſse la comunicatio . là , non lo giudica , che per vn decco
ne delle ſucnerci; onde mancalse a' ben groſsolano , e triuialc, ſarebbe à
cencrelligermogli il nodrimento del dire quelpopolare : vn chiodo caccia
fugiadoſo liquore; che ſeguirebbe ? l'altro, o lomigliante che lia:ma pro .
chaà propoſito,ſoggiunge Iddio :Se ponetelo ad vo'intendente, cſaputo ;
men pacis erit, ovinea clabie fructum oh vederete, che l'apprezza, lo itima,
fuum ,cierra dabu germenfuum : o perche lo piglia quali che vna femea
Cæli dabunt rorem ſuum . Egliè iin. ię nella bocca d'vna mente matura
pollibile,dice,la fuppofitione,che hà lo rompe co' denti inciſiu d'vna di
fatta , perche hà virtù queſta ſemente ligente diſcuſlione ; lo maftica con li
di pace, di produrre intieme inſieme molari d'vna (pecolatione pefata ; lo
nel Cielola rugiadamedefima,che faporeggia co'l palato d'vn giudicio
1. fecondi , & innaffij; onde con le ra- foiuile; epenetrandolo nelle viſcere
dici cacciate in terra , Itende mirabil- più midollate, conoſce, che in fe rac
mente l'altiere cime à fruttare anco chiude come in radice tutte le con
nel Cielo emulatrice del Sole , che chiuſioni di quella ſcienza,cioèà di.
non vuò dire delle ſtelle , il quale ra- te: quanto la Terapentica ritroua per
dicato su nelle sfere ſuperne , ftende riſanare vn corpo viuente infermo .
de’rami i raggia fruttare fecondiçõ Hora così la pace ; ella è un primo
la virtù de gl'influſſi, per fin quà giù principio nellamateria de'beni . Se
entro li campi di queſto globo più propoita viene ad vn 'huomo mon
ballo . Oh per darti ad intenderein dano, chenon s'intenda che di que:
bella figura ò anima chriſtiana,chefe fte coſe groflolane del ſenſo , non è
hauraipace,godrai d'ogn’abbondan. timata,non è apprezzata,perchenon
za di beni e terreni , c celefti : per è conoſciuta,quale è in ſe ſteſſa;ma ſe
darui à diuidere con Agoſtino Santo tu la proponi ad vn'intendente, e fa .
eſser la pace vn bene tale, che anco puto de'beni veraci; oh ſubito le pe.
fra le feirenç,e mortali coſe,cora non netra all'olio , e riconoſciuta la dilei
c'è di lei,ò più grata all'vdirl, o aldea vena , e fontana, nefa la Itima dou .
fiderarſi più cara,ò migliore alporse- via. La ſperiéza è quella, che ci chiari
D : Aug. derſi. Tantum est enim pacis bonum , ſce . Proponiamo la pace à que' groſ
Bi etiam in rebus terrenis, Blque mor- ſolani del Mondo de' quali dite il
Sal
Per il Martedi di Paſqua. 443
Pl.130 Salmifta al 13. che non s'intendono Ecce, ( grida quel Padre , che ſcriſse
punto de' veci beni:Non eftquifaciat ad Fratres in Eremio ), quâ mirabilem Auclor:
bonum ,non eft vſque ad vnum . Prez- militatem predicauit quando fubiun ſermon .
zano la pace quciti? Io mi rimetto à xit: Quam bonum ,& quam iucundú ?
gli effetii dal Profeta annouerati , che Gran marauiglia che li prendeil Pro
fono fraudolenti dilingue , venenoſi féra diquefta pace : cofë grādi, che ne
di fiato , pienidimaledittioni , e ran- và predicando. Benihoneti trouare
corije prontiſſimi à ſpargere per ogni te voi molti, digiuni, vigilie,macera
poco diche il ſangue humano . Lin . sioni di carne , ma non ſono poi di
gais ſuis dolosè agebant. Venenum af- diletreuoli:Beni diletteuoli trouarete
pidum ſub labys eorum :quorum os ma- niolti pur'anco,crapole,balli,e diletti
Tedi tionc, amaritudine plenum elli di carne;manon ſono poſcia honefti:
veloces pedes eorum ad effundixdum ma bene che honelio lia, e diletteuo.
fanguinem . Ma d'onde sì fattimalisatte jolieme,appena, appena ſitroua in
da queſto appunto , che andiamo di queſta vita mortale .Vix poreris inue
cendo dalnon conoſcer la pace, non nire in preſentivnum ,quod fit bonum,
penci rarla al vivo. Er viam pacisnon O iucundum . Cupis tamen illud inue
cognouerunt. Ma proponiamla al P.S. nire ma vuoi tu trouarlo ? eh non ti
Agoſtinomentre daChriſto è donata partire dalla pace', che in eſsa in bel
5. Ioan. a'diſcepoli . Pacem meam do vobis. i'ioneito l'vn con l'altroritrouarai ac
6.14 . E bene che dici Agoſtino di queſta coppiato. Perſequere pacem , c* ample
pace:Chc tanto ſtimiiu queſto dono, Elere eam . Hæc eft enim ſola virius s
D.Aug, che fà Chrifto a’Difcepoli in queſto qua bonum haber, o iucundum : ma
parso ? Riſponde Hanc ſuishæreditas fermati ò dorto Padre , e l'vtile non vi
iem dedit,dona omniafuæ pollicitatio- fitroua ? tronca d'un ramo dunque sì
nis , 5 premia in pacis conuerfatione bella pianta rimane ? ah nò conchiu
promiſit. Io ,dice,la ſtimo tanto ,quan- de, che auziè vn cal bene la pace ,
to è l'eſsere erede di Chriſto', quanto che cofa di vtilità maggiore l'huo
l'adempimento dituti i premij,ditut. mo poſsedere in questo Mondonon
te le promeſse diuine; mercè,che pe- fuole. Paxtale bonum eft in rebus rea .
netrandola alviuo , riconoſco, che in tis,quod nihil folet veiliús pollideri.
eſsa come in principio primo venne s Oh echichiaro non lo vedecon
loro à promettere la conſeguenza l'occhio, e chi mafliccio non lo tocca
d'ogni più deliderabile bene : Dona con mano ? ſe migioua di ſeguir la
omnianotate) Dona omnia fua polli- regola di chi ben dilse. Non conoſce
citationis , pramia in pacis conuera lapace,e non la ſtima,chi prouato 116
fatione promiſit . hi la guerra prima; anzi la delFiloſo . Arioma
4. Trè Beni , già lo ſapere ,diſtin- fo :: che oppe
oppofita inasa le poſita magis Philoo
guono i morali Filoſofi: Hoocſto che elucefcunt : moſtrar chiaro , moſtrar
aſsolutamente fi chiamaBuono:Die malſiccio lo dcuo, dopo le autorità pricum .
letteuole , & Vuile . lo non sò fe frà i apportate in bell'oppoſto rincontro
beni creatitrouarcte altro bene , en- del ſuo contrario . Dammipublica
tro del quale s'accoppino curte trè guerra infra li Regni; e cidò facri bo
queſte forinalità. Ma nella pace sì, & ichi i giardini ; fatti deſerti i campi,
è gran marauiglia che vi ſi trovino , naſcer l'ortiche, oue naſceuano i fio
Marauiglia che fece eſclamare vnas ri ; e ſoffocarſi dalle labruſche le viti ;
volta il Profeta Reale.Ecce quam bo- conculcate le leggi , fuggita Aſtrea :
num , quam ixcundum habitarefra- regnar'il vitio ; trionfare l'iniquità ;i
ires in vnum . O quam grandemad. furti, gli ftupri,le violenze;leCità de
mirationem propofuit , quando dixit , folate;profanatijTempij;diſabitati i
Kkk 2 Paefi ;
444 I beni della Pace
Paeſi; & inffiate del ſanguehumano, doſi gli affetticon la ragione, e con
& ingraſsare dalli cadaueri, coperte uertendoſi la mente à Dio : e vedrai
darli à diuidere l'aride ſtrade di ver- come da eſsa quaſi che da rugiada .
deggianti gramigne. Dammi diſcor- l'ardore dell'amore s'attempri; quaſi
die priuate nelleCittà ; e ti dò non da teriaca il veleno dell'odio caccia
meno auuelenati i cuori di carne nel-to venga ; quali da forbice ſitronchi
le canne del ſeno , che le palle di pio- no l'ale al delio , che nó ſoruoli; quali
bo nel ſeno à gl'archibuggi; e ti dà da cordiali confetti l'abbominace li
non meno in affilo le lingue sfode. tolga, che ſouuertiua il cuore alla fu .
rate dai denti , che affilate le ſpade ga ; quali che da aloè medicinale ſi
cauate dalle vagine: irruginito il fan. amareggi il dolce nociuo, che di fof.
gue trà li parenti; inuiperito l'amore pelto infectaua la gioia ; quali da Lule :
infrà gli ainici; le date feditradite ; na piena li dia chiarezza diurna alla
violate le giurate promeſse ;inacchi: notte, che attriſtaua; quali da Sold
narſi di giorno, aſsaſſinarſi di notte ; Aprile il pallore della tema in virore
{pregati glihaueri; affrontati gli ho d’ardimento ſi tinga; quaſi da fune fi
nori, recuſe le vite; il tutto pieno d'in. leghino all'ardire le gambe , acciò .
uidie, d'inſidie, di perfidie ; il turto ò non falti con pregiuditio del collo :
tinto in fatti,ò deſiderato tinto in fan. quaſi che da comadre à felice par
gue humano.Dammi vn'huomo in fe io aiutati vengano gli effetti Iperati;
medefimo turbato,& inquieto per els qualida meſsaggiera di grazia venga.
ſer diſcorde có gli affettidalla ragio- leuato il capettro dal collo al diſpe
ne per eſser’aluerlo con la mente da cato ; e finalmente quali che da elle
Dio, ch'io te lo dò nell'animo diſcó- boro l'humore fi purghidella pazzia
certi vn'abiſso. Se ama ſi ftà.cocendo ſdegnola , e di beitia infernale , non
in vn forno : ſe odia ſtà forbendo il cheterrena,che lo ſdegnato ſembra
veleno; ſe deſidera, ſi mette à volo al ua , vn'liyomo appaia entro la pace .
Cielo copie legati alla terra . Se ab . acquiſtata. Fà, che ſe n’entri la pace
bomina , impenna il corſo alla fuga nelle Città , e s'accordino i Cittadini
colli nemici ſu'l collo : ſe gode, ad diſcordi:e vedrai ícaricati non meno
ogni punto vede, che ſe glitoglieil di veleno i cuori , che gli archibuggi
boccone di ſotto a' denu:fc li attriſta, di palle avuenenate ; non meno sfila
per eſso il inezzo giorno è vn'ombra te all'offeſe le lingue mute ſerrarfi
foſca dinoite : ſe ardiſce , tiene per infrà li denti, che ſenza filo le ſpade
utcada piana il ſalto in punta di ſpada: arruginit hi entro de' cuori ; riaddol
ſe temo, alpallore, altremorc foglia cirfiil ſangue frà li parenti; l'amore
cadente è d'autunno : fe fpera ,ſenie riauuiuarti frà gli amici ; aſſicurarſi le
dolori di pario : ſe diſpera , ſente cre- fedi;le promeſse reintegrarli:conuer
pacuori di forca:e fe degao finalme. farlliberamente di giorno ; ſicura
te lo prende lo direi farto beſtia, qua mente camminarſi di notte ; auuan.
do che vn Diauolo non raisembraf zarſi glibaueri; aggrandirſi gli hono
fe. Oh ditu adeſso di quanto , e quali rizincanutirſi le vite ; ogni coſa ripie.
danni, triſtezze, e torpezze non è ta. na di ſicurezze , e ſchiertezze : ogni
dice , ſeminario , principio primo la coſa argentata di cara pace , dorata.
guerra pubblica , la difcordia ciuile , di bell’ainore. Fà fà fe n’entri quella
la curbatione interna, ilviuo ipfom- pace , ne' Regni , e le tette coro«
m2,chealla pace s'oppone . Mafåſe bate ſi riconcertino ; e vederai far
n’entri la pace nell'huomo,e l'aniino, ti giardini iboſchi,fatti campi i de
ch'e rubato ſereni , e lo ſpirito , che feiti , naſcer’ifiori, que naſceuano
ingyieto li troua,s'acqueti; accordian ortiche ;e Itarſi dolce teſa la vite ,
oue
Per il Martedi di Paſqua. 445
oue ſerpendo andauano labruſche feditrice, lo ſteſſo Dio; dunquela pa.
amare; riuerirli le leggi; riuocarſi da ce è la beatitudine noftra, il noſtro vla
efilio Aſtrea : Reina la virtù coronar- timo fine , l'eterna Vira . Signorisi,
fi, e trionfante la bontà, affiſa ſu'l pa• lo dicc S. Agoſtino . Poſumus dicere D. Aug?
cifico.carro del cuore humano', cap- finem bonorum noftrorum elle pacem , lib.9. de
li
riui condurG auanti il vitio , l'iniquità , ficut aternam diximus vitam.Lo pro- Ciuicap
ifurti,gli ſtupri, le rapine , le violen- ua prinie con l'autorità del Salmilta, II.
fuo ze : le Città riſarcitli , conſagrarſi li il quale parlando del Paradiſo, diffe .
ef Tempij ; rihabitarfi i Paeſi; frequen- Lauda Hieruſalem Dominum . Qui
Euro
tare le ſtradedelliſpefli habitatori ; pofuit finestuos pacem . Lo proua fe. Pl. 147.
Il. incanutirſi prima, morir dipoi, condo dall'Etimologia delnoine Ge.
nella polue lepolte reſtarſi in fine, le ruſalemme, cheViſio pacis interpretao
già verdi viuaci, e giouanette grami- tu * . Er io finalmente il ſuggello con
ore gne, che le occupauano. Oh ditu a- efficaciſſima proua. Imperoche in
dello di quali, e quante vtilità , dilet- buona' teologia non ſi può dar' huo.
-ig
ti, & honeſtà non è radice , ſemina mo alcuno ,il quale non ami la pace,
0:
rio , principio primo la pace. Ecce , o qualche pace , per eſlere il vitio co
ar
ecce quam bonum , ao quam iucundum trario totale diſtruttore della natuta ;
kabitare fratres in vnum . Sola rit. dunque la pace è la beatitudine ftefta.
all; tus , fola virtus , qua bonum habet, La conſeguenza è legittima: la mag
7731 Giucundum , tale bonum , quód giore è irrefragabile entro le Scuole :
e la ntinore è del Padre delli Schola
nihil folet vtilius pofſideri :Mercè che
illes dona' omnia quæ pollicitationis , Aici tutti. Non amare qualemcunque D. Aug
2zzia premia in pacis cöuerfatione promiſir. pacem nullo modo poteft; nullum quip- fup.corze
non 6 E che ſtupore, che la pace ſia tan- pe vitium ita contra nararam eft , pe
to , che poſſa tanto la pace , mentre narura deltal eriam e. trema vefiigia,
1-Appoitolo parlò di lei in modo, che si sì dunque: V. la pace vera e lo ftcf.
cela diede ad intendere non ſolo posſo Dio ; Dio è la Beatitudine noftra
dini feffione particolare di Dio , ma pof. oggettiua : dunque la pace per effen
jeno feditrice del medelimo Iddio : anzi ciam è quel bene infinito ,ch'è la no .
non effer'altro che lo ſteſſo Dio di fcftra oggettiva Beatitudine . La vilio
561/1 medeſimo folo poſieditore ? Pax Dei nedi Dio intuitiuachiara è la Beatitu
Pirardi a' Filippenſi, Deus pacisnella ſecon dinenoftra formale: dunque la viſio
pado da a' Corinti. Ipfe est Pax nostra ; à ne diqueſta pace è quell'infnito bc
dok Philipp: gli Efeſi. Pax Dei;ecco la pace par ne , ch'è la noſtra forniale beatitudin
more cap.4 . ticolare pofleflione di Dio. Deus Pa- ne : e perchequeſte paci create, linii.
2.Cor. cis ; ecco la pace poffeditrice del me tate , finite intanto ſono paci, in quart
ODUCT 13 . delimoDio . Ipfe et Pax nostra : cc- to ſono participationi di quella pace
Ephef. cola pace identiticæa , vna ſtella co- fuperna, per tanto ſono Beatitudini
cap.2. ſa con Dio . E non mi fate à crollar participate : e chipace, e più pace
7000
ilcapo , con dire eſſere vn capriccio poſſiede , beato , è più beato ragione:
tipico volatile; ch'è ſpeculatione ad litteram volmente ſi dice .
del Teologo di Nazianzo . Pax ami. 7. Oh pace , oh pace ; ſenza di cui
Horais ca meditario mea , decus meum . il Mondo è vn caos , i Cieli ſono vna
D. Na. Quam Dei, cuius Deum , quam cetra difcorde , e gli elementi notati
000 zianz. Deum efle audiuimus , velut in illis ſono di fratricidio ciudele .Oh pace,
orat. 14. Apoſtoli verbis : Pax Der', o Deus oh pacc; bellamadre del ſereno del
ide
pacis , & * ipfe eft pax nostra: Che però Cielo della calma delMarc, del frut.
Cuano di quà argomentando io dico . Se la tar della terra. Pace cara figlia del ve
Flies
pace è pofleflione di Dio, di Dio pol ro, del giuſto, e dell'amore Paccdels
li.
446 7 beni della Pace .
liRegni teſoro , ricchezzadelle Cit- ce , e piangendo diro :Fera pellima
tà , gioia de cuori; pace , pace nobis comedit eam : beſtia deuorauit pacem .
liſlimo germe, che hà la radice in ୨ Haueuan pace vn tempo quei
Cielo , il gambo del noſtro feno , il cuori de'fedeli , ciaſcheduno enito
fiore in terra , e'l frutto in Dio. Pace , ſe ſteſso , concertati gli affetti con la
pace ,, con cui l'Inferno vn Paradiſo ragione; accordata la mēre con il vo
ſarebbe; ſenza di cui il Paradiſo diuer. lere diuino : ma fera pelima comedit
rebbe vn'Inferno. E finalmente pace, cam : v'entrò la peſtima fiera deli'a .
entro la quale è il luogo di quell'Id. more diſordinato à gl'intereſſi ,a'di. .
dio , che non è capito da Cieli. Celi letti di carne,e ſangue, che mangian.
Calorum non le capiunt: 0 factus est dofi la pace ,gli ha poſtiin tanta guer
in pace locus eius. Oh eccellenze , ohra ', che diſcordata lamente humana
grandezze , ch'egli è pur forza eſcla , dalla voglia diuina; ſconcertato ogni
mi , della pace diuine ... affetto ragioueuole, pare,che trasfor
8 Ma eglièpur forza ancora , con mali li ſiano in Diauoli dell'Inferno ,
Nazianzeno Santo io gridi. Pax ami. fatti d'ogni honeſtà infaliabili diuora .
ca , bonum quidem laudatum , à pau. tori : beſtia deuorauit pacem .
D.Na. cis autem conſeruatum , vbi nam nos 10 Viueuano in pace vo tempo .
zianą: tantoiam temporis fpatioreliquiſli gli habitatori colà diquella Città fà
arais14, quando ad nos.reditura es ? equidem . lor medelimi ſotto l'offeruanza delle:
te ſupra mortales omnescupio , ab. leggi humane, e diuine in carità vnia
fentem multis luctibus , lachrymis ti ; ina fera peffima comedit eam ; v'
reuoco: qualiter nec l'atriarchaille entrò la peflima fiera dell'inuidia,dele.
Iacob loſephum , vt ipfe exiftimabat, l'arroganza per le pretédenze, gli au
à fera rapium ; nec Dauid amicuma uanzi diroba , & honore , cheman
fuum lonacham in bello interemplum . giandoſi la pace , gli ha poſti in tanta
Pace amica , Bene per l'eccellenze guerra , che diſuniti per odio , e per
tue diuinedaxutti certo lodato : ma ildegno , quaſi nemici barbari ini .
ahi che conferuato da pochi ; doueti diando ,perſeguitando ſivanno, fatti
ſeitucacciata ,che ormai più non c'è, d'ogni giuſtitia diuoratori inſatiabili.
chi s'arricordi d'hauerti viſta nel Mo. Bestia deuorauit pacem . Godeuano
do ? e quando , ó cara pace, ſeitu per dipace vn tempo i Regni del Chri
fare ritorno , e quando ? Per me fe nó ftianeſmo infra di efti, in vicendeuo .
ſopra d'ogni morrale , come Grego. le amica comunicatione dei loro Po..
rio ; alıneno d'ognimortale à paro io poli; ma fera peffimacomedit cam .
ti deſidero :e mentreda noi dilunga- Ventrò la pellimafiera dell'ingordi
ta tiveggo , con i pianti delcuore , fe gia inſatiabile del dominare, chemã
non dell'occhio, con le lagrimedell'- giandoſi la pace', gli hà pofti in tanta:
anima, ſe non del corpo io ti richia, guerra, che interdetto l'amico comu
mo . Piango dolente, lagrimoaman, nicare co'l proſsimo , baccante ſan
te , nonmeno diche dolente, & amá. guinaria la cieca morte traſcorre, fatta
te piangeſe. Giacobbe lo ſtimato da delle humane vise più che mai foſſe
erudel ficra diuorato figlio Giofeffo : infatiabile diuoratrice. Bestia deuora
òralagrimaſe DauideI'vcciſo in guere uit pacem : Lagrimaua Dauide ditor
Gionata ſuo fedelillimo amico , tamente la morte del caro Ionata ; e
Piangcua Giacobbc amaramente la lagrimando malediceua i monti, ſou
morte del caro figlio ,e piangendo di- ra de' qualiera l'infauſta rotta ſeguna
ceua . Fera pellima comedii cum ; beo dell'Hebraiſmo. Montes Gelboe, nec
flia deuoraxit loeb.Piangerò ioama ros, nec pluuia veniant ſuper vos. La 2. Reg.
mamente la perdita di queſta cara pa gyimatodirottamente anch'io la per
dita.
Per il Martedi di Paſqua. 447
dita della fofpirata pace, e lagriman- ogni ſentimento più tenero, in pegno
do maledirò queimonti, doue è ſuco d'amore , in benedictione ſpirituale,
cella. Maledetti monti degli amori in sù'l partirmida voi , queſta pace
diſordinati , dell'inuidie , dell'arro- compitamente vi priego da queſto
ganze,delle ſuperbe ingratitudini del Pacifico Rèdel Cielo, co'l ſangue di
Chriſtianeſimo,oue ſeguendo le zuf- cui rappacificati già fummo co'l Pa
fe de gli appetiti inſanicontrolidirit- dre eterno. Pax vobis, Pax vobis. Pa.
ti del giuſto , s'è perduta la pace . Ohceà voi , ogni pace ,lepaci tutte .
nec ros , nec pluuia veniant ſuper vos . 12 Pax corporis ( Scriue il Padre D.Aug.
Non permetta mai Dio,che innaffia- S. Agoſtino) ef ordinata temperatura lib.19.de
ti vegniate da quei diletti, queibeni partium : dunque Dio vi conſerui in Ciu.cape
02 temporali , carnali, a' quali (itibondi icmperamento ordinato le membra 13.
01 morboſamente aſpirate; ina ſecchi, tutte , onde habbiate la pace di buona
innariditi ,rugginoſiin trita poluere coſtitutione ne' corpi voſtri. Pax ani
y polti d'ogni miſeria più vile ,herboſomeirrationalis ordinata requies appe
manto ridente di caduca mondana titionum : dunque Dio vi mantenga
proſperità non ſia più mai che vi riue- in ordinata quiete le paſsioni tutte
Ata le ſpalle. Fiere peſsime:'maledetti dell'animale appetito , ondehabbiare
à montide'vitij , peſsime balze, male- pace nella parte dell'anima inferiore.
le dette zanne crudeli : cara pace ? Atra. Paxanimerationalis ordinata cognia
ciata pace : oh maledetto non da me, tionis, altioniſque conſenſio: dunque
ma per ſentenza di chi ſcriſſe ad fra : v'illumini Dio la mente d'ogni prati
ele
tres in Eremo , chiunqu eti odia , chica verità , & infiammandoui la voló .
t'impediſce, chi tirompefrà gli huo- tà dell'amore dell'honeſto , vi faccia
mini; però che vn tale è vn'Antichri- efficacemente operare conforme alla
ſto iſteſlo, egli è il figlio della perdi. guida della coſcienza più retta , onde
* Auctor. tione medefimo. Maledi&tus, quite habbiate pace nella parte dell'anima
! ferm -ad odit, qui te impedit , frangit in . fuperiore: Pax corporis, & anime ore
1. fratr. in ter homines,quaniam Antichriſtus eſt, dinata vita , & falus animantis:dun
iti Eremo filius perditionis. que Dio vi conceda regolato viuere,
Eli. inter ope 11 Ma lungi lungi vna malediccio- e ſanità compita ,in felice, e vigoroſa
Dora Diui ne sì maledetta da voi,Signorida voi, vecchiaia, onde habbiate naturalme.
Aug.fer dirò dilettiſsimi figli, mentre che of- te pace di corpo , e d'anima . Pax ho
Da mon . 20. fitio diPadre ſpirituale,quátúq; inde. minis mortalis, o Dei immortalisor-'
gno ,hòin queſto corſo verſo di voi có dinata in fide fub aterna lege obedien
carità iſuiſcerata eſercitato . Dio vi co- ria : dunque Dio non permetta , che
ferui in pace , e la mantenga in etere nella retra Cattolica fede, che profef
12 ' no , à quell'eterna accoppiandolas: ſate , vn paſſo maividilunghiate dal
7a Pacem habete ‫ܝ‬, pacem habere. Non , la ſicura Itrada e' ſuoi precetti diui
laràannouerato trà li figli benedetti ni; onde habbiateſempre con la M.
di Dio in queſta vita pergratia,e nel- D.S.pace imperturbata:Paxhominum
l'altra per gloria chinon ha pace:dun. imperturbala concordia.Dunque Dio
que chi l'hà, geloſo fe la conferui,chi vi conceda viuere ſempre ainiche.
per ſciagura entro le ſteſſo n'è priuo , volmente concordi co' voſtri proſſi
0 ſollecito ſe la procuri : chi perfiniftro mi ,onde habbiate pacecon gli huo.
C co'l proſsimoperdura l'haueffe , an . mini. Pace con glihnomini,nell'adu
' Auctor. Tiofo ſe la ricerchi. O ' Paxqui te ha nanza domeftiche delle famiglie, có
ferm.ad bet, te teneat, quite non habet, te requi- cedendo a' Padri, a' ferui, & amino
frar. vbi rat , f filiusDei effe peroptat ; dice il ri; e fimilmente a'minori, a'ſerui, &
ſouracitato antico Padre . Etio con a' figli fedeltà , e prontezza nell'eſes
guire,
448 I beni della Pace .
guire , ſendo che pax domus ordinata in palma di mano vna Città portafſc .
imperandi , alque obediendiconcordia Così nel ſeno io porto del mio cuore
cohabitantium . E pace congli huomi. Delo formato Gigante Amore , che
ội ancora nelle comuni adunanzecie in palma di mano regge la Città di
uili, cemperando in aggiuſtatacon. N.Štupore certo che in sìpochigior
cordia il retto Imperio de' Magiftra- ni Gigáce ſia creſciuto l'amor mio vec
ti , con la puntuale ſuggeſtione de' lo di voi; ma grau inercè:sì caraméte
ſuddici, efendo pax Ciuitatis ording- l'accolfe,e feconda nodrillo,amoroſa
ta imperandi, aique obediendi concora nodrice la Nobiliſſima V dienza,che
dia Ciuium . preſtata m'hauete,che appena pargo :
13 Pax vobis,pax vobis:Pace à voi; leggiar in faſcic , vagit in culla egli
ogni pace; le paci tutte : ogni pace, puore, che à vn tratto ad ingigantire
lepaci tutte in terra per tutta la vita , eglivenne . Quinci dalle voltre pop.
pertutti i ſecoli, fi che la pace eterna pe slattato con l'aloè di queſta ainara
godiate ancora nel Cielo , in ordina- partenza , li paſcerà all'auuenire co'l
inlima, in concordiffima compagnia cibo ſolido del maſſiccio mio affecto,
di vicendeuole fruitione in Dio , e di ne volarammi dal ſeno , prima che
Dio ſtello , che pax CaleflisCiuitaris dal mio ſeno eſalila vita mia : anzi ,
ordinatiffima, & concordifima ſocier che dopo morte ancora viuerà eterno
tas fruendiDeo , inuicem in Deo . nella mia inente d'immortale cibo
Per acquiſto della quale hoggiv'in- paſciuto , che ben di cibo immortale
uito alla più liberale elemoſina, che egli è capace, eſſendo di ſoſtanza tut
mai facelte: e piglio fiato . to ſpirituale. Amando ſempre io dun
que, ftarò ſempre deſiderando di nuo.
PARTE SECONDA . uamenteſeruirui, e già che queſta bra .
ma è vna grauidanza matura d'animo
Ignori ſono alla meta , quà hauen . amante, vedete Signori à qual termi.
do compita la QuadrageGmale ne amandoui, io ſon ridotto , che lin '
carriera : ſe io ſia ſtato con mancan . à tanto che l'effetto di ſeruirui non ſe
ze , ò compimenti,à voi tocca darne gua , ſtarò ſempre co'dolori del par
ſentenza , à me nò, cheparte intereſa to . Pregate voi almeno ,che fauore
ſatanon hòpalla in giuditio sì fatto : uole Lucina mi ſia la gracia del Cielo,
fe compimenti vi ſono ſtati; a Dio la accioche preſto auuenturoſamente
gloria lia, come di coſa ſua: ſe le má. yn nuovo maſchio Quadrageſimale
canze , àme libiaſimi,come di coſa figliar' io poſſa alli ſeruigi voſtri già
mia:ſebenea dir’il vero,come imper. inaugurato . Io pregaro per voi mai
fetto, e debole più toſto fcuſe deſide, ſempre al Sagro Altare.Rendo gratis
ro , come di coſe all'huomo quaſi che à cuiti,che a cuttideuo . Chiedo per
propria quarto modo . Paro , ma nel dono à quelli , quali non volendo, in
partire porto N. in mezzo al cuore cauto, hauelli offeſo . Voicon la pa
Icolpita, e ſcolpica, conforme all'Idea ce reſtate,ch'io vi hò donato Pax vo
di quel Fabbro antico,ilquale vátoffibis. lo con la guerra parto ; che mi fa
divn mõte fabbricar vn Gigante, che il dolore della partenza . A ' Dio & c.

TAVOLA
Τ Α V Ο Ι Α
D E TI TO L I,
C
(1 e Propofitioni delle Prediche.
3.
MERCORDI DELLE CENERI. Il deplorando ſpettacolo del Giudi
tio Finale.Iui.
opo
AV anita dal Mondo . pag. 1 .
Che tutti i Beni di queſto MARTEDI DELLA DOM : I.
07 Mondo Sono vanità , e mi
10, ferie . pag . 2 . Iddio pietoſo, e rigoroſo.p.6o .
Quanto vaglia l'humana natura ,in
70
GIOVEDI DELLE CENERI. quanto fragile, per impietofire
งง l'Onnipotente verſo il peccatore:
ale La Carità . pag . 14. e quanto efficace lia l'oltinata
ut. Quanto ſia l'huonio tenuto ad elle malitia à mouerlo à ſdegno.p.61.
uns re caritatiuo verſo il Proflimo .
110 . Quanto ſia premiato ilbenefico , MERCORDI DELLA DOM. I.
012
no
e caſtigato il malefico . pag. 14.
mi.
& 15 . Iddio minaccia per non caftigare.p.73.
lin' Iddio minaccia non per caftigare ;
VENERDI DELLE CENERI. ma per atterrire,conuertire ,e per
pare donare : ma coʻl moltiplicato au
OK L'Ansor de Nemici. pag.26. uiſare giuſtifica i caſtighi contro i
=cia Che il perdonare all'inimico è at colpeuoli . pag.74.
tione honorata: e come ſarà catti
Tale gato chi non perdona. p.27. GIOVEDI DELLA DOM, I.
già
nal
DOMENICA I. DI QVARES. L'Eccellenze dell'anima.p.85;
pero Quanta lia l'eccellenza dell'anima
Ille 1 patimenti. pag.38. ragioneuole : e come la di lei per
P4 Che co'l patire,la Gloria del Paradi- 5

dita ', e morte fola è degna di


M ſo ci rieſce più guſtoſa: gli Eletti pianto . p.86.
it? ſono prima glorioſi in terra, che
XC. glorificati in Cielo : e ſi viene à :
VENERDI DELLA DOMEN . I.
foddisfare al diuino beneplacito.
pag.39. I Castighi della preſente vita.p.roo.
Che ilnon calligarci Iddio in ques
LUNEDI DELLA DOMEN . I. (ta vita è il maſſimo de' caſtighi;
& che l'eſſere tribolato in queſta
La tragedia del Giudicio . p.49. è gran ſegno per l'altra dell'eter
a na
Tauola de' Titoli, e Propofitioni.
na ſalute . pagin. 101. Il yantaggio , che ha la natura Aná
gelica lopra l'humana , e l'huma
DOMENICA II. DI QVARES. na ſopra l'Angelica : e quanto
Il paradiſo.pag.141. debba Itimarli l'Angelica cuſto
Gloria accidentale , e Gloria ellen- dia . lui.
tiale ; e del mezzo neceſſario per
conſeguirla . pag.112. DOMENICA III. DI QVAR .
LUNEDI DELLA DOMEN. II. "Penitenza differita alla morte . p.189.
Quanto ſia fallace, e fraudolente la
L'ostinationenelpeccato. pag.1 25 . iperanza di conuertirſi alla mor
Che l'oſtinatione nel peccato ren- te: e del modo di ben confeſſarſi.
de moralmente impoflibile la fag.190,
conuerſione dell'animapeccatri
ce : & che l'oltivata perſeueranza LVNEDI DELLA DOM. III.
in peccato,che portabile è ſempre
all'onnipoteoza diuiua : alla di- La ſalutedeue accelerarfi.p.201.
uina miſericordia importabile il peccatore deue mouerſi preſto
ſuolriuſcire .pag.1 26 . à cercar la ſalute per le ſteſſo ; ne
ſi deue Itancare per poco . Iui.
MARTEDI DELLA DOM. II .
MARTEDI DELLA DOM. III.
L'Ambitione . pag.137.
L'Ambitione è il vitio delli ſpropofi- La Correttione. pag.212 .
ti, e delle rouine.p.138. Il Correttore deue balenaré , tuona
re,e fulminare correggendo con
MERCORDI DELLA DOM. II. forme al biſogno. Iui.
Elettione diſoggetti degni.p.150. MERCORDI DELLA DOM . III.
Si hanno da eleggere ſoggetti de
gni , & i più degni: e perche ſia- ? Dannidelle Ricchezze.p.223.
no tali', deuono eſſere lauij,e ret- Quanto ſiano poſſenti à perdere
ti . pag. 151. yn'anima la polellione, ela cupi
digia delle ricchezze terrene : e
GIOVEDI DELLA DOM. II. quanto difficile à diſcioglierfi yn
cuore, che dall'yna, e dall'altra le
Il Ricco dannato. pag. 161. gato ſi ritroui . pag.224.
Giuſtiflima è la ſentenza della dan
natione del Ricco : e quanto ſia GIOVEDI DELLA DOM . III.
graue la pena dell'Inferno. p.162.
La doppia pena del Purgatorio.p.235 .
VENERDI DELLA DOM. II: Delle pene amoroſe , e focoſe dell
anime purganti . p.336.
La Cuſtodia Angelica.pag. 174 ;
V E
Tauola de'Titeli,e Propofitioni.
VENERDI DELLA DOM . III. Come Dio caftighii peccati de' Pa
dri ne' figli: e puniſca iPadri per
L'Occaſione del peccato . p.247. li peccati de'figli : e del medica
S'inganna il Giufto , ſe esponendoſi mento per addolcire queſte pun
alle occaſioni delle cadute, crede ture a ' cuori de' Padri. p.291 .
di non cadere : erra il peccatore ,
ſe crede vícir di peccato , e dalle GIOVEDI DELLA DOM. IIII.
occaſioni non eſce : e pazzamen
te s'attida ilpenitente di ritorna- Vita odiofa,e morte doloroſa. p.297.
re à ciò che vna volta glifu occa- Quanto ſiaodiola la vita preſente
lione à peccare . p.248. maſſime in riſpetto della futura :
00 e quanto doloroſa la morte mal
DOMENICA IIII . DI QVAR, aime à gli amatori di queſto Mon
do , pag.298.
L'Eccellenze del Santiſſimo Sagramen
to . pag.258. VENERDI DELLA DOM . IIII.
Dell'Eccellenze del conuito Sagro
fanto dell'Altare: e con qualde- La memoria della morte .p.309.
Id cenza vi ſi deue accoſtare il Fede- Quanto ſia vtile la memoria della
le . pag.259 . morte perben viuere , e per me
glio morire : & in quel modo s'
LUNEDI DELLA DOM . IIII. habbia a penſare alla morte , ac
1 cioche il penſiere profitteuole ci
La Santità delle Chiefe.p.269. rieſca. P.310.
Quanta forza habbia la Chieſa per
10 compangere vn cuore : la cagio . DOMENICA V. DI QVARES.
COM ne, per cuimolti eſcono da' ſagri
Tempii più peruertiti, che con- Peccatore abborrito. pag.321.
uertiti : e del modo per ottenere Quanto il peccatoreabborrito ven
3 negl'iſteſſi Tempii idiuini fauori. ga da Dio per il peccato : e don
pag.270 . de conſeguiti in Dio vn tanto ab
borrimento. pag.322.
de MARTEDI DELLA DOM. IIII.
LUNEDI DELLA DOM . V.
le Il Miſtico Albero per leglorie di S. Gio
Seffo . pag.279 . Acqua di Gratia ,e di Gloria. p.331 .
Lagrandezza; e bellezza di queſta cheil mondano non può ſatiare la
miſtica pianta : e l'ombra grata , miſtica ſere delle ſue voglie, ſe la
& i dolci frutti , che porgette à ſciate le fonti de' naturali , mon
1 : Maria, e Giesù . p.280. dani beni, caduchi, e temporali,
non ſi volta alle diuine della gra
MERCORDI DELLA DOM.IIII. tia , e della gloria. p.332.

Cafligo de' Padri ne'figli.p.290.


MAR
Tauola de' Titoli, e Propoſitioni.
MARTEDI DELLA DOM . V. DOMENICA DELLE PALME .

Mondo ingannatore.pag.342. Christo innamorato della Croce.p.392 .


Cinganna il Mondo in queſta ; e c'- Gli amori di Chriſto verto la Croce:c
inganna per l'altra vita . Iui. l'ingratitudine humana verſo
Dio . pag . 393
MERCORDI DELLA DOM . V.
VENERDI SANTO .
La predestinatione.P.353.
Quanto intricato , oſcuro , e peri- La Paffionc.pag.402.
glioſo all'humano intelletto ſia il Le pene , i tormenti ,e la morte del
boſco della diuina predeſtinatio- figlio di Dio.p.403 .
ne : e quanto ſtricata, chiara , e ſi
cura fia la ſtrada della fede con 1- DOMENICA DI PASQVA .
opere Chriſtiane,per arriuare all'
eterna ſalute . pag.354 . L'Arco Trionfale. pag.420 .
Le Glorie di Chriſto riſorgente. Iui.
GIOVEDI DELLA DOM. V.
LVNEDI DI PASQVA.
Lagrimedi Maddalena.p.367.
Le lagrime di Maddalena furono ilpatire,per gioire. pag.428.
delitiofe à Chriſto ; ſalubri ad ef- Se forza tupatiffe Chrifto prima di
fa ; e mirabili nella contemplarri- trionfare :forza è pariamo noi al
ce Romita. p.368. tri ancora prima d'entrare à par
te de' ſuoi trionfi : e quanto ago
VENERDI DELLA DOM . V. giuſtatamente conſeguiti al pati
re con Chrifto il triontare con
Il Giusto caſtigodelpeccatore. p.379 . Chriſto. pag . 429 .
Chi à mezzo iniquo s'appiglia per
isfuggire alcun danno di queſta MARTEDI DI PASOVA,
vita ;per il medeſimo mezzo nel
l'iſteſſo danno s'incontra : e chi I Beni della pace.pag.440.
offende Dio, è caſtigato in quella Lapienezza de' Beni,che dalla pa
medeſima cofa , nella quale l'of- ce riſulta. 9.441
fende. pag.380 .
: T
2.
A V. OL: A
ce DELLE SCRITTVRE SACRE,
‫ܨ‬
Che vengono ponderate nelle Prediche; e ſopra le
quali ſono fondati i concetti : tralaſciate
quelle , che ſi accennano ſolo
ted di paſſaggio.
Dalla Geneſi . 9. Maledi&tus Chanaan.p.388.n.12.
. II . Aſcendit de Segor , do manfit in
I Aciamus hominem ad imaginem monte , & manfit in ſpel orico
F Oc.pag.68.n.1. pag.252.1.5.
el Ini . vt lucerentſuper terram , & lumi- 12. Noui quòd pulchra fis mulier : dic
nare maius , ut præeflct no&ti & c. ergo obſecro te . pag.28.n.5.
pag. 151.8.3 . Iui.Flagellauit Dominus Pharaonë. Úc.
2. Inſpirauit ſpiraculum vitæ.p.8.n.10. pag.29.n.5.
2. Formauit Dominus Deus hominem de 18. Et adorauit in terram.pag.180.11.15.
ma .: limo terræ.p.15.n.2.6 18.n.5 . 19. Et eos, qui foris erant,percuſitceci
201 lui . Plantauit autem Dominus Paradi- tate & c. pag. 193.n.6 .
an fum &c. vtoperaretur, cuftodiret 20. Miſit Abimelech Rex Gerare ,
-101 illum . pag.91.6. tulit eam.pag.30.1.5 .
IN
lui. In quocunque die comederis & c. 22. Abraham , Abraham ne extendas
te o pag. 311 , n.3 . manum tuam ſuper puerum . pag.436,
Jui. Virago, quia de viro fumpta eft. n. 1 2 .
pag.248.6 249.3 . 27. Fuge ad Laban fratrem meum & c.
1. Ini. Faciamus adiutorium ſimile fibi . pag.432.0.5 .
pag . 284.5.7. .
35. Benonifiliusdoloris: Beniamin filius
3. Dei deambulantis ad auram poft me- dexteræ.pag. 108.11.10.
ridiem pag.158.n.10 . X 37. Dicemuſque fera peſſima deuorauit
lui. Fecit quoquc Domiuus Adæ , &vxo- eum.pag . 147.16.13 .
ri cius tunicas pilliceas, induit eos. Tui . Ecce fomniator venit & c.pag.380.
pag.312 , 1.3i 1.2 .
4. Egrediamur foras.pag. 16. n.4. lui . Fera peffima comedit eum ; bestia
Jui. Maior est iniquitas mica * c.pag.70.: deuorauit Ioſeph .pag.446.11.6.
11.8. 42. Duos filios meos interfice era ego
..-6. Nou permanebitfpiritus meus in ho- fuſcipiopuerum de manu mea pag.102
mine,quia caro est.pag 74.2. 1.3.
7. Sume arma tuaspharetram , & arcía 45. Mundamini, & mutate veftimenta
egredere foras.pag.363.n.1 se veftra , pag.366.N.10.
Tuk
Tauola delle Scritture Sacre .
Jui. Properate quantocius venientes, nec c. pag.147.0,13
dimittatis & c. pag.339.n.8. 14. Fundebatlacrymasper querebatur
& c.pag.54.3 . 6 .
Dall' Erndo .
Da Ruth .
Cce Populus filiorum Iſrael mul
' E ,& ; , 2 Vnciata funtmihi omnia , que
o ſapienteropprimamus eum.p.254. tue
.6.6.381, 3 . n.Il.

4. Dimitte me,vt irafcatur & °C.p.76.5.


9. Tulerunt cinerem de camino.p.388. Dal Primo de Re ..
1.11 .

20.zelotes viſitans iniquitatemmanusPatrum 4 Cecilitate alla retrorfum iuxta


in filios& c.29.1.1.2 . & 2940.8. 15. Percute Amalech , o demolire OC
Pepercit Agag.pag.226.n.14 .
Dal Leuitico . lui. Siccine ſeparatamara mors . p.307.
n.12 .
24 Vi maledixerit Deo , portabit 16. Saul iacentem , & dormientem .
peccatum fuum : & qui blafa pag.313.9.5.
phemauerit nomen & Co 18. Celebre fa £tum eft nomen eius nimis.
pag. 101.7.2. pag.3 84.n.5.
20. Abſcondar in agro vſque ad vefpe
Da'Numeri . ram dieitertia.pag.42 2.16.4 .
24. Propitius ſitmihi Dominus , ne fa
" Disrupt a eft terra ſub pedibus cium ớc.pag.33.7.8..
O c.pag.148.n.14 . Jui . Et nunc quia ſcio quòd certifime ye
20. Loquimini ad petram coram eis gnaturus fis & c. pag.3 2.n.8.
&c.Audite rebelles.c increduli &c. 31.Arripuit itaque Saulgladium , ir
Percutiens virga bis & c.Non introdu- ruit fuper eum.pag. 293.1.3 .
cetis Populum & c.pag.217.1.10.
21. Nauſeat anima nostra ſuper cibo. Dal Secondo de Re .
ifto leuiffimo; pag.39.m.2 .
M Ontesgelboc nec ros ;nec pluuia
I
DalDeuteronomio . veniat ſuper vos.p.446.1,10.
14. Fily tres; & filia una.pag.292.7.4.
étuspag.133.1.it
*Malediligno. omnis, quipendetin
Aledi&tus omnis, quipendetin 180. Scandens G flens operto capite.
pag.9 Sin .12.
Foris vastabit eas gladius, com intus lui . ReliquitRex decem mulieres Oos.
32.pauor.pag .148.n.is, 271.7.40.
Dal Libro de' Giudici. 18. Afeendit cenaculum porte,ó fleuit
pag. 95.3.12 .
Enit in domum Patris fuiin Tui. Sedensmulo . Cùm ingreffus füiflet
IV Ephra , accidit fratres ſuos mawlos c.pag.350.n.g.
Tauola delle ScrittureSacre .
Jui. Adheſit caput cius quercui .po192. 20. Conuertit faciem ſuam ad parietem .
numer.5. 1 pag.95.n.12 .
Jui . Tulit Ioab tres lanceas , e infixit 23. Excelfa quoque deftrurit , qua adin
eas 'in corde Abſalou .pag. 388.13 . ficauerat Salomon.ec.pag. 253,1.6 .
Ini. Non habeo filium , & hoc erit mo
nimentum nominis mei . pag.292.4. Da Tobia .
*19 23. Num fanguinem hominum istorum ,
qui peroprofeet Junts,de animarum peri- 5 F prefeiti effent,capitmater ses
profe ti ,
24. Peccaui valde &c. tribus diebus pag.405.7.3 .
crit peftilentia in terra tua c . Ego
Jum , qui peccaui c. pagin . 77. Da Giob .
ix: -num.6 .
I
Dal terzo de' Re. ETToc.
erat vir ille ſimplex ,& reptus
pag.328.n.11.
2. Antequamicomedam ſuſpiro.p.45 .
5.30 2 On deduces canitiem eiuspaci ilum.6 .
N fice ad inferos . pagin.384.nu- Tui, Contra folium , quod vento rapitur
1
mer . 14 ♡ c.pag.74.n.2 .
10. Non habebat vltra ſpiritum : venit 6. Nec fortitudo lapidum & c. pag.65.
tentare eum in ænigmatibus.pag. 1 14. num.4 .
hum.5 7. Militia eſt vita hominis c.p.108.8
De 11. Quia habuiſtihoc apud te , e non 8. Hume &tus videtur antequam veniat
custodiſti pactummeum & c. Verum- fol. p.56.1 :8.
tamen in diebus tuis non faciam & c. 17. Putredini dixi , Pater c. pag.38.
pag.294.num.8 . num. I..

STE 18. Compoſuit ligna ,diuiſit per membra . 19. Quis mihi det, vt fcribantur orc.
beuem & c. Currebant aqua circum pag.44.n.6 .
Altare & c.Cecidit ignis Domini c . 20. Hoc fcin à principio , quo homo por
pag.198.n.13. fitus est ſuper terram , quòd laus Oc.
pag.345.n.
Dal quarto de' Re. 21. Ducunt in bonis dies ſuos eoc.p.104.
ulum :6 .
Cce currus igneus , & equiignei , lui. Ego quandorecordatusfucro, perti
6
o aſcendit Elias & c. pag.225. me;co , e concutit & c.p.106.1.7 .
num.3 . 22. Propter malitiam tuam plurimam ,
Tui. Aſcende calue &c. Et maledixit & infinitas iniquitates tuas . pag.42.
eis in nomine Domini . pag. 292 . num.s.
numer .6 . 38. Huc uſque venies , non procedes
4. Poſuit baculum ſuper faciem pueri amplius, hic confringes tumentes fica
37
GC. Poſuit osfuum ſuper os eius & c. Etus tuos. pag.315.0.8.
pag.2 14.1.5 . Iui. Quis dimiſit lapidem angularem ?
3. Puellam paruulam , quæ erat in ob- pag.393.1.2.
Jequio vxoris.pag.201.162 . Da'
Tauola delle ScritturėSucre.
pagina 5o.numer. 3.
Da' Salmi. (u. Nec est qui ſe abfcondat à calore
eius.p.362.1.12.
Vod fructum ſuum dabit in tem- 21. Aruit tamquam tefta virtus mea .
pore fuo.p.35.0.13 pag.416.8.13.
ſui. Et erit tamquam lignum , · 23. Eleuaminiportesternales.pag.3 30.
quod plantatum estſecus decurſus a 1.2 .

quarum . pag.283.n.s. 33. Vultus Domini ſuper facientes mila,


4. Vlquequo grauicorde . pagin. 1 10. vt perdatc.pag.61.1.2.
numer.ll . 35. Quoniam apud teeſt fons vite.p.238,
6. Lauabo per ſingulas no&tes le&tum n.s.
meum & 0.0.372.n.6. 9
37. Comprehenderunt me iniquitates
7. Niſi conuerſi fueritis ,gladium ſuum mea , & non potui vt videren .
vibrauit. pag.75.11.3, pag.158.9.9 .
Iui. Lacum aperuit , & effodit eum . 38. in imagine pertranſit homo.pag.12,
pag.384.n.6. 8,16 .
Iui. Velut fomnium ſurgentium Domine . Tui . Menſurabiles poſuiſti dies meos .
p.434.n.3 . pag .298.n.1 .
8. Omnia ſubieciſti ſub pedibus eius . 39. Dormierunt fomnum ſuum.pag. 12,
pag.10.n.14. n.16.
9. Perijt memoria eorum cum fonitu . 41. Spera in Deo, quoniam adhuc confi
pag.2.1.1 . tebor & c . Fuerunt mihi lacryme med
lui. Conterebrachium peccatoris. p.80. panes & c.Quemadmodu deſideratcer
num.8 . uus & c.pag.238.11.4.85.
Tui. Iustus Dominus c . pugin.349. 61. Diuitiæ fiaffluant , nolite cor appo
num.7 . nere . pag.332.1.2.
Tui. In operibus manuum ſuarum com- 68. Et in me pſallebant , qui bibebant
prehenfus eft peccator . pagin.385. vinum. p.408.n.3.
num.8 . 72. Quid mihi eft in cælo & c. pag.335.
10. Multiplicatę funt infirmitates co- num.s.
rum ,poſtea accelerauerunt . pag. 192. 77. Conuerſi ſunt ir arcum prauum .
num.4 . pag.384.n.6 .
11. In circuitu impij ambulant. p.129. Tui. Panem Angelorum marducauit how
num.6. mo. pag.39.um.9.
13. Non eſt qui faciatbonum & c , Lin- 80. Et de petra melle ſaturauit eos ,
guis fuisdolosè agebant & c.pag.443. pag.260.num.4 .
num.3 . 92. Mirabiles elationes maris & c .
Jui. Viam pacis non cognouerunt .p.43 . pag.315.n.8 .
nung.6 . 96. Ignis' ante ipſum præcedet.pag.51,
15. Adimplebis me latitia C.P.373. num 3
num.3 . 101. Cinerem tamquam panem & c .
17. Cum ſancto ſanctus eris &c.p.167. pag.318.num.io.
num. 1 2 . 102. Benedic anima mea & c. Qui replet
18. Ini ſole poſuit tabernaculum fuum . in bonis defiderium tuum . p.164.0.7 .
Iin.
Tanola delle Scritture Sacre.
Tui. Benedic animi me . Domino , u pag. 147.7.14
omnia C.P.336.n.s. Iui. Noneſtfapientia , non efl prudentia
cos . Cito fecerunt , obliti ſunt& c.p.80 & c .pag.380.1 .
num.8 . 22. Qui calumniatur pauperem , vt aku
106. Qui deſcendunt Mare in nauibus : geat diuitias & c . pag. 25.46.13.
pag.300.1.3.
108. Poſuerunt odium pro dile tione Dall' Ecclefiafte .
m :1.pag.398.1.13.
110. Tuwan Sapientia timor Domini. . Dahil recon.padam,sa )

14. Pericula inferni inuenerunt me . 6. Potentes potenter tormenta patients


pag.3o3.n .. tur : fortioribus autem & c.pag .231 .
118. Exitus aquarum deduxerunt.p.95. n. 10.
num.ll.
7. Memorare nouiffima tua , & in æter
tui, In eternum Domine perbum tuum num non peccabis.pag.310.n.2 .
permanet in cælo . pagin. 325.nu- 9. In medio laqueorum ingredieris.
mer.6 . & c.pag. 375.0.7
132. Ecce quàm bonum , & quàm ix
cundum habitare & c. pagin . 443 . Dalla Cantica ,
mum.4 .
I EEtulus nofter floridus . pag.45.
Da' Prouerbi . 11.7 . .
4. Sicutfragmen mali punici,itagena
.
3 tur.pag.277.n.20 .
nem.p.25.n.13effundant ſanguin
FEftimant s. Comedi fauum cum melle meo .
Jui. Vocani renuiftis : extendi pag.263 . n.6 .
manum meam & c. pagin . 195. nu- 8. Dura ſicut infernus amulatio .
mer .9. pag. 236. 1.3 .
8. Delitie mee eſſe cum filijs hominum
pag.40.8.4 . Dalla Sapienza .
lui. Ludens in orbe terrarum .p.178.11.
13.6 347.n.s.
9. Sapientia ædificauit fibi domum 4 Epsmobis cum 33.7.9
rum , & c . pag. illo orbis
. terram
& c.pag.47.n.8. s . Vitam illorum æſtimabamus infa
13. Spes,qua differtur, affligit animam . biam c.pag. 1 10.8 . 12 .
pag.238.n.4. 14. Odio funt Deo impius , & impietas
35. Domus fuperborum demolictur Do- eius.pag.321.1.1.
minus & c . pag . 25.1.23 . 25. Aeftimauerunt ludum efle vitam
Jui.Longe eft Dominus ab impijs.pag.321 noſtram.pag.299, 112.
N.1 .

18. Impius cum in profundum & C.


pag . 130, N.7.
21. Superbus;e arrogans vocatur & c.
b Dal
Tauola delle Scritture Sacre .
22. Coronans coronabit te tribulatione,
Dall' Eccleſiaſtico . quaſi pilan mittet te & c.pag. 299.
1,2 .

3 Gnem ardentem extinguit aqua , 25. Interfe&ti mei reſurgent & c. quia
eo eleemoſyna refiftit peccatis . ros Lucis ros tuus.pag.425.n.6.
pag.240.n.6 . 26. vrbs fortitudinis noftræ Sion.p.184.
5. Ne dixeris peccaui, e quid mihi ac- n.17.
cidit triſtè &c. pag. 106.n.7. 40. Omnis caro fænum . pag.6.11.8.
II . in fine hominis denudatio operum so. Faciem meam non auerti .pag.410 .
illius.pag.57.n.8. n.4.
15. Deus ab initio conftituit hominem . 55. Quare appenditis argentum non ix
pag.63.1.4 263.n.7.
panibus. pag.
17. Deus crcauit deterra &c. pag. 91. Iui .Omnes ſitientes venite ad aquas.
n.3 . P.337.n.6.
20. Qui vindicari vultyd Domino inue- 64. Nunc Domine Pater nofter 6.
niet vindi &tam.pag.36.11.15 . pag.65.n.4.
22. Luctus mortui ſeptem dies , fatui
autem c.pag. 94.11.10 . Da Geremia .
25. Tres ſpeciesodiuit anima mea , con
aggrauor valdec.pag.169.n. 14. I A A Domine Deus ecce neſcio
27. Stultus ficut Luna mutatur.P.316.
num.10 .
A loqui , quia puer ego fum .
pag.121.1.17
28. Homo bomini referuat iram c. 2. Sub omni ligno frondoſo.pag.63.1.4
pag.68.n.6 . lui. Obſtupeſcite Cæli ſuper boc c.
31. Beatus diues , qui poft aurum non pag.33.11.9.0 337.n.7.
abije.pag.226.n.4. Iui.Quod eft onus Domini.Vos estis onas
41 Omors quã amara eſt memoria & c. Domini. pag. 134.1.12.
pag.306.1.11. Jui . Duo mala fecit Populus meus & c.
43. A Luna Signum diei feſli &c. Arguet te malitia tna c. Quid tibi
pag. 50.n.3 . vis in via Aegypti & c. ſcito, & vide
quia malum & c . pagin . 337. na
Da Eſaia . mer.7 .
4. Laua à malitia cor tuum & c.
1
Anuse veftra plenaſuns fan pag. 198.n.12 .
M Ann
guine . si Indurauerunt facies fuas & c.pag.
5. Expeftaui, ot faceret vuas & c. 99.n.14.
p.1g. 97.n.7 . 6. Curabant contritionem filiæ Populi
Ixi. Oftendam vobis quid faciam vinca mei cum ignominia & c. pagix. 231 .
meæ.pag.93.1.8 . num.14.
14. In Cælum conſcendam . pag. 193 . 29. Fa &tus fum in derifum omnipopulo ;
0.3 . canticum eorum tota die. pag . 408.
18. Aſcendit Dominus fuper nubem . R.4
pag. 60, n.1 . 51. Curanimus Babilonem , & non est
Jana
Tauola delle Scritture Sacre .
Junata: derelinquamus eam.pag.400. 3. Congregabo omnes gentes .pag. 53 .
11.17 1.4.

Threni . Da Amos .

V fer à me tumultum carmi


* D Saturabitur opprobrys.pag.410. A num tuorum . pagin. 327.
1.4. num , 10 .

Da Ezechiele. Da Giona.

13 Ae qui conſuunt puluillos & c. I V rrexit Ionas , ut fugeret c .


& faciunt ceruicalia & c.pag.
221.1. 14 :
S pag.78.1.7.
Jui. Dormiebat ſopore grani . pag. 133 .
18. Anima, quæ peccauerit, ipfa morie num.9 .
tur . Filius non portabit iniquitatem
Patris.pag.291.6.2 . Da Abacuc.
21. Gladius exacutus , limatus eft,
pag. 147.1.12 . 3 Ornua in manibus
eius , ibi ab
28. Poſui te in monte ſancto Dei , in
medio lapidum ignitorum & c. in
Cº condita estfortitudo eius , po
397.num . 12 ,
multitudine negotiationis tua & c.
pag.275.n.7. Da Sofonia.
-
Da Daniele . 1 Crutabor Hierufalem in lucernis .
pag.57.n.8
3 Encdicite omnia opera Domini qui, Dies tribulationis , & tribulabo bor
uc.pag . 327.9.10 . mines , & ambulabunt ut ceci c .
20 5. Apparuerāt digiti quaſi manus & c. pag.193.n.6 .
pag .81. n.10.
7. Vetuftus dierum fedit & c. pag. 55. Da Zaccaria.
n.7.
Da Orea . Emen pacis erit , & vinea dabit
fructum ſuum & c. pagin. 441.
. T ero quaſi exaltans iugum c. numer.i .
" E pag.46.n.8.
op Da Malachia.
101 Da Gioele .

' Depopulata eft Regio ,luxit hu- 33 IPfeq


Pſe
uafi ignis conflans & c.p.sa.
mus &c. quia corfuſum est
gaudium à filijs bominum pag. 331.
7.9.
ba Dalt
>
Tauola delle Scritture Sacre.
Iui. Serue nequam omnc debitum dimifi
Dal 2. de' Macabei. tibi & c.pag.67.n.6 .
29. Facilius eft camelum per foramen
isfratribus tuiseffe&us 4cus c.p.120.8.13.
?7 Demper
particeps, ſuſcipe mortem & c. Ini. Ecce nos reliquimus omnia .p.340.
num.II.
pag. 207.n.8.
Ini. Serua mandata . Quid adhuc mi
Da San Matteo . hideest , Vade, dende o c.pag.224.
น น.
2. Vor in Rama audita eſt ploratus,ety Ini. Non omnis , qui dicit mihi Domine
vlulatusmultus.pag.53.n.4 . 6.0.364.8.16.
4. Abfit à te Domine non erittibi hoc , qui. Si vis ad vitam ingredi egc.pag.1 2 2 .
pag.395.1.5. num.18 ,
S. Non mechaberis. Qui viderit mulie- 21. Edentes, bibentes , ementes &c..
rem ad concupifcendum eam.p.122. pag.49.1.2.
num.18, lui. Ecce Rex tuus venit tibi . pag . 397.
NUM.10 .
6. Attendite ne iustitiam vestram fa
ciatis.p.147.11.12 . 22 , Non furtum facies & c. pagin , 1 2 2.
7. Omnis arbor, quæ non facit fru &tum num.18 .
bonum & c.p.35 .1.12 . lui. Amice quomodo huc intraſti & c .
.266.8.11.
Jui. Arita eft via, quæ ducit ad vitam , 23.pagVlque
pag. 1 20.1.13
ad fanguinem Zacharia filij
Ini, Petite , bon accipietis . pag.364. Barachia , quem occidiftis inter Tem
num . 16 . plum , & Altare.p.274.0.6.
Jui. Omnis arbor , quæ non facit &c, pe Jui. Quoties polui congregare & c.p.134
num . I 2 ,
365.n.19.
11. Regrum cælorum vim patitur.pag. 24. Et tunc parebit fignum filij hominis
· 108.n.8, c. pag.54.n.se
15. Nor eft bonum ſumere panem & c. 25. Diſcedite à me maledicti & c.p.21,
& mittere canibus.p.264.2.7 . num.9 .
16. Tibi dabo claues Regni cælorum . Iui. Media no& te clamor factus est.p.53.
pag.340.9.11. num.4.
17. Domine bonum est nos hic effe : fa- Jui.Venite benedi ti c. Difcedite a me
ciamus hic tria tabernacula .p. 396. maledi&ti in ignem æternum . P.325 .
num.7. pum.s.
Jui.Generatio incredula,& peruerſa ca Tui, Statuet oues à dextris . pagin. 109.
sum.io ,
pag.325.n.se
Iui. Domine bonum est nos hic effe .pag. 26. Procidit in faciem fuam .pag. 323.
341.1.11. num.3 .
Jui.Hic eft filiusmeus dile &tus,ipſum au- lui. Amice ad quid venisti . P :395.9.5 .
dite.p.117.9.11. 4 408.n.6.
18. si non dimiferitis hominibus C. Jui. Triſtis eft anima mea vſque ad more
pag.36.n.15. tem fuftineteúc.p.407.0.3.1
Ixia
Tauola delle Scritture Sacre .
Tui. Accefit ad eum vna ancilla C.Vin 2. Exit edicium : Cæfare Augusto
dit euns alia ancilla & c. pagin . 150. Óc.pag . 30.n.6 .
6. Vå vobis Diuitibus c. pag. 119 .
Jui.num.4 .
Reſpexitillum ; fleuit amare.p.255 n . 12 .
Iui . Eadem menfura , qua c. pag. 36.
27.num.7.
Peccaui tradensſanguinem iuftum . n. 15.0 245. num.i3.0 388.num .
II .
pag.2021.3
lui, Lauit manus ſuas. p.409.n.4 . 7. Vt cognouit, p.204.n.s.
Ini. Crucifigatur c . Quid enim mali lui. Dedit illum Matri fua . pag. 314.
s. um
1.m.eor num.6 .
Au&e c.Rep.41
lui.fecit x Iud . pagin.410 . 9. Qui vult venire poft me &c. pag.
num.4
. 119.num . 12 .
lui, Cùm gusta fſet ,noluit bibere . p.413. Iui. Dicebant exceſsum eius,quem com
num.8 . pleturus erat in Hieruſalem . pag.395 .
Iui. Deus Deus mieus vtquid cc.p.416 . 16.1.6.
Iacebat ad ianuam eius vlceribus
num.12 .
Jui. Tenebre fa£tæ funt ſuper vniuerfam plenus .pag.82.8.11.
Iui . Quia recepisti bona in vita tua ,
terram.p.440.0.1 .
Lazarus fimiliter mula . pag. 103.
Da San Marco . num.4.
lui. Induebatur purpura ,bylo. & c.Mor
'I Tatimſpiritus expulit cum in de- tuus eft diues c. mitte.Lazarumz
S ſertum . & fpiritum timquam & c.pag. 128.n.5.
lui. Quantum debes Domino meo & c.
columbam . pag.3 22.11 2 .
4. Si oculus tuus ſcandalizat te , erue pag.162.n.4.
eum , & proijce abs te . pag.257.n.9. 18. Pharifæus štans hac apud fe orabat .
8. Arbor bona, & arbor mala .pag.7 . pag.273.n.s.
n . 10 . Tui.Publicanusà longe Stans &c.p.277.
to. Pracedebat eos , & ſtupebant .pag. num.5 .
21. Eruntſigna in ſole& c. Sol obſcura
396.n.7:
11. Cùm vidiſſet à longe ficum haben- bitur c.p.50.1.2.6 3 .
Iui. Trademini autem áfratribus & c.
tem folia & c.pag.35.11.14 ;
15. Prætereuntes blaſphemabant eum : p.108.n.8.
vah qui destruis & c.pag. 415. n. 25. Iui.Ettunc videbunt filium hominis.p.54
16. Valde mane vni ſabatborum de nium.S.
niunt ad monumentum orto iam Jole. 22. Petrus autem furgens cucurrit
11
pag.437.11.13 ad monumentum . pagin. 255. 114
mer.7
Da San Luca . lui. Apparuit autem illi Angclus . p.
323.1.3
1

.
A bales eratiaplena coreft c.pag
audiffet
Quieciema ini. Pater vis, transfer fiatof Non
& c:
248.1.2.
Apparuit illi Angelus & c. pagin
na
Tauola delle Scritture Sacrca
Mi 407. numero 3 . Iui . Ego fum vitis, vos palmites.p.431 .
Iui. Faétus eft fudoreius ficut c.p.407. .num.4 .
num 3 . Tui. Si mundus vos odit ,ſcitote & c. pag .
23. Tolle hunc , & dimitte nobis & c. 433.n.6 .
pag.409.1.4 . 18. Abſcidit auriculam eius dexteram .
Iui.Filie Hierufalem nolite flere.p.413. pag.155.n.6 .
num.8 , 19. Venit ad Iefum no &te .pag.138.nu
24. Oportuit Chriftum pati,& ita intra mer.2 .

re c.pag.4.1.4 Iui. Baiulans ſibicrucem . pagin. 397 .


num.10.
Da San Giouanni, lui. Et inclinato capito tradiditfpiritum .
pag.397.11.12
V es Magiſterin Iſrael &c. p. 20. Cüm adhuctenebra effent. pag.437 .
T 14cibus
34. Meus 3. 11.6 .
eft , vt faciam volun
num . 13 .

tatem 60.8.363.11.15 Dagli Atti degli Appoſtoli.


5. Abijt transMare : Jubijt ergo & c.
pag. 47.n.8. 4. Ponebant ante pedes Apoftolorum ,
Iui. Qui manducat hunc panem , viuit in pag.3.1.3
aternum p.261.1.5. 10. Surge Petre, occide wc. pagin. 155.
8. Inclinans ſe deorſum & c.pag in.os. num.6 .
alum.s. 12. Exiſtimabat ſeviſum videre.p.254.
11. Vbi pofuiftis cum ?tollite lapidem . sum.6 .
pag.206.n.6 .
Jui. Soluite , & finite abire , pagin.314 . Da' Romani,
num.6.
Ini, Mortuusest Lazarus : tollite lapi Vem propoſuit Deus propitia .
dem :iam fatet , quatriduanus & c.4.3 Q tionem per fidem c.
242.nu.8 . pagina 329. numero
12. Niſi granum frumenti & c. pag.424 IS .
num.s. 7. Infelix homo,quis me liberabit & c.
13. Nunc clarificatus est filius honinis . pag. 304.1.7.
pag.41.N.S. 8. Si tamen compatimur , vt
Iui. Quod facis , fac citius, pag.323.114- conglorificemur · pagina 43 , nume
mer.4. to 6 ,
jui, şciens Iefus , quia venit hora eius , qui. Quos præfciuit,& :predeſtinauit & c.
pag.397.1.9 . lui ,
14. Ego sum via . pagin, 362. nus
mer, I 2 Dalla prima a' Corinthi.
15. V osamici mei eftis, fifeceritis ca
pag. 3 1.num.7 .
ini. Pater meus agricola eft .pag. 424. blamimabuntu
4 I brarum r abfcondita temea
. p.6.n.7.
23Nm.S. 7. Præterit figura buins Mundi
pagi
Tauola delle Scritture sacre.
pagina 342. nnmero 2 .
8. Scientia inflat · pagin. 4. nu- Dalla primaà Timoteo .
mer.s.
10. Non permittit Deus vos tentari & c. 2 Eus vult omnes hominesfaluos
pag.361.n.ir. Defieri , & pagi
ad agnitionem vea
11. Probet fe ipfum homo , do fic de ritat veni
is re i 361. num
na e
pane & c . pag.267.1.12. ro II .
13. Patiens est , benigna eft & c. p.141 . s. Te ipſum caftum cuftodi . Noli aca
91 num.5 . quam bibere , ſed modico vino ptere
Dalla ſeconda a' Corinthi. c. pag.252.1.5 .
Dalla 2. a' Timoteo .
-31 3 'Mnes nos manifeftari oportet
O de c.pag.49.16.2 . 4
.
6. Templum Dei , quod eftis vos.pag. ſecra
271.num.3 . mer . Il.
11. Ter naufragium feci : die , nocte 6. Radix omnium malorum auaritia .
in profundo maris fui · pagin , 256. pag.2 28.n.7.
num.9 .
31 13. Deus pacis . pagina 445. nu A gli Ebrei .
mero 6.

3 6 Vrſum crucifigentes c.p.398.


A gli Efeſi. • num.13. &
11. Fide Moyſes grandis factus & c. p .
* IPPſeC est pax noftra . pag. 445.nu-
mer.6 .
112.num.3 .

Da San Giacomo Appoftolo.


A ' Filippenfi.
modicum parens .pag.
V Apo306.n.9
r ad
4
P4Ax*0Dei
26. . pagina 445. nume s . Agite nunc diuites, plorate & c. p.
106.n.7.
A'Coloffenfi .
2 Dalla prima di S. Giouanni.
I hate benea carnis fua. pag.4. 2
Vndus tranfit , i concupi
A ' Tefalonicenſi .
M"fcentia
numer . 9 .
eius . pagina 351.
Jui. Concupiſcentia carnis, concupifcex
3

3 Mnes , qui volunt pie vivere


O tia oculos, 6 ſuperbia vita . p. 263,
cc.pag.108.77.8. numer .6.

Dal
TauoladelleScritture Sacra ,
pagina 148. numer.14.
Dall'Apocaliſli. 21. Ipfa ciuitas aurum
dum cc . pagina 114. numero
Incenti dabo:manna abſcon- 3.
*V ditum . pagin. 117. Rume- 22. Cecidi , ut adorarem ante pedes
to 10. eius c. Vide ne feceris . pag. Bodie
12. Tertiam partem ſtellarum & c. ne num.15 .
que locus inuentus eft eorum & c .

Il finedella Tausla delle Scritture Sacre.


: TA V O L A
DELLEMATERIE PIV NOTABILI,
Che fi contengono in queſto Quareſimale.
Acque di gratia , e digloria . re ; come ſi vide nel fatto di Saraw :
pag .: 8. num.5 . & pag.29. e 3o .E nel
Lcuore humano non può la deſcrittione del Mondo fatta da Ce
eſſere riempito con altre fare Auguſto , indirizzata da Dio à
acque che con quelle de conſeruare illibata la faina della San
doni gratuiti . pag.33 ?: tiffima Vergine.pag.30.0.6 Il perdo
& 332. num.1 . 'I benidi nare all'inimico fù ftimata attione de
queſta vita ſono à guila gna d'vn Rèdi Corona. pag.31 nu 8.
di corrente , che sfugge trà labbro , e & pag.32. Chi non perdona all'inimi
labbro , ne G laſcia bere. iuinu.2 . An- co , e non l'ama , à guiſa di ficaia in
corche beuute non ſatiano il noſtro fruttuoſa è maledetto da Dio, e defti .
appetito . pag. 333.num.3.Dio Commo nato al fuoco. pag.35.0.13 . Eſaggera
bene è il vero oggetto della noſtra re- tione contro i vindicatiui. pag . 33.&
te : che perciò Dauide non ſapeua nel- 34. num . 10.& 11.& pag.35 & 36.nu.
la terra , ò nel Cielo ritrovare altro 14.15 . & 16 .
bene fuori di Dio . pag. 334. num.4 .
& pag.335. num.s.L'acque delle gra Ambitione .
tiediuine portano ſeco ogni bene.pag.
3 6.num.6. Iddio fonte d'ogni bene
abbandonato da' mondani.pag. 337.n. Vitio delliſpropoſiti, e delle rouine.pag.
7. La ſere dell'anima è ſouente mor- 138. num .1. Ciò li paleſa in Nicode
boſa , che non ſi può cauare con l'ac- mo ambitioſo . pag. 138. & 139. nu.
que di queſti beni; e tale era la fete de 2. Et in Lucifero anbitioſo : iuinu.z.
fratelli diGioſeffo . pag.338.num.8 . & Quindi l'ambitione maſcherandoci di
339.8.9. Tutte l'acque delle grandez- carità , e fingendo altro perſonaggio ,
ze, e ricchezze mondane non poffono viene poi ad effere ſcoperta , e deriſa
eftinguere la fete del cuore bumano . come la fcimia , che veftita di Dama
iui nun.10. Pietro ne pure co'l Ponti- -comparue al ballo . p. 140. & 141. nu .
ficato ſi dà per contento. pag.340.nu. s. è l'ambitione cagionedi rouine co
11. Acque di Mondo dannofe , eco- me ſpada fanguinaria , come fiera ſel
me. pag.341 . num. 12 . uaggia , e come pilte. pag.146 nu.11 .
& pag. 147.numer. 12.13. 14. Il che fi
Amare l'inimico . proua con gli eſempi d'Abimelecco ,
de' fratelli di Gioreffo , del Collegio
Quarto ſia difficile il perſuadere l'amar Appoftolico, e de gli Angeli apoſtati .
l'inimico. pag 26. nu . 1. Il perdonare iui.Moralità contro gli ambitiofi.pag.
le ingiurie è attione bonorata anche 142.n.6. & pag. 143.nu.7. & pag. 144 .
quanto all'honore del Mondo.pag. 27 . nuin.8 . & pag.148.num .11.
nu.2 . & 3. E actione honorata di vero
honore , ch'è il diuino . pag. 28. nu.s.
E Dio è zelantiſſimo delnoſtro hono
Tauola delle materiepiù notabili.
Angelo. gno dilagrime , e laſciano dipiangere
la morte dell'anima:pag.96. num . 13 .
I vantaggi dell'Angelo ſopra l'huomo c pag.97.num.14..
nell'elere incorporeo :pag. 174.& 175.
ngin. 2. nella ſoſtanza immateriale : Auaritia ,
jui n.3 . nel incorrottibilità : iuinu.4.
nella duratione : iui nu.s. nel ſapere : Vedi Ricchezze.
pag. 176.nu.6. nel parlare: iuinum.7.
nell'eſſere in luogo : iui n . 8. nel Moto Carità .
iui n.9. E pure l'Angelo è deputato al
la cuftodia dell'huoino ,per ellere que L'huomo è cenuco ad eſſere caricariuo
Ai awuancaggiaco in gratia , come la verſo il ſuo proſſimo dall'etimologia
pedina nel giuoco delloſcacco , che Itella del nome homo , che ſi deduce
s'auuanza a farli Rè, e Rema: p.177. ab bumodalla terra , la quale è bencfi
178. 179. & 130. n. 12. & 13. Et an- ca à tutti:pag.15.1.2. & pag. 16.nu.z.
co perche nell'Incarnatione del Ver- E perciò Caino 'volendoammazzare
.bo l'huomo è fatto Dio : pag.180.mu. il fratello Abele , il conduffe al defer
15. Che perciò l'Angelo a laſciò ado- to ,pernon ſentire rimproucrare dalla
mare da Abraamo prima didetta In- terra fruttifera il delitto del fratrici
carnatione , e non volle effere ado- dio, ch'era percommettere contro la
rato da Giovanni dopo di cla: pag. carità fraterna : pag.16.4.& 17. Dal
180.& 181.nu. 15. Quanto biſogno- Cielo ancora, al quale deue mirare, &
ſo Gia l'huoino della cultodia dell'An- in particolare dalSole è ammaeltrato
gelo: pag.183.184. & 185.nu.17. Mo- l'huomo.ad cffere caricatiuo : pag . 17.
ralità contro l'huomo,ch'effendo così 18. & 19. num . 3. Enumeratione di
ftimato dall'Angelo, auuiliſce tanto ſe molci Sánci inſigni incarità:pag. 19. n .
Reſſo con il peccato : pag. 182. & 183 . 6.Durezza degli buomini, da'quali è
n. 16.Eſaggeratione contro gli huomi- bandita la carità : pag. 20.num.7 . & 8.
ni ingrati à gli Angeli Cuſtodi: p.185 . Giuſto caſtigo di Dio contro di quel
186. & 187. n. 19.20.21. & 22. Ji,che non ſono caritaciui: pag.21.n.g.
e 10. Ruth Moabitide rimunerata da
Anima . Dio per la carità vſataalla filocera :
pag.22. & 23.num.11. La Tribù di Si
Ciò , che ſentiffero i Filoſofi dell'anima meone laſciata da Dio ſenza benedit .
ragioneuole, clcloro crronce opivio- tionc per la crudeltà da eßo vſata con
ni: pag.86. num.2. Ciò , che si debba tro il fratello Gioſeffo : p.23.12 . & 24 .
credere di ella ſecondo la fede , & i Eſaggeratione contro quelli, che ſono
Dottoricattolici: pag.37.num.3.Po. audeli co' loro proNimi: pag. 24. nebo
cenze vegetatius ſenliciuc, crationali 13. & pag.25.
deſcritte con varie metafore : p.88. &
89.0.3.Paralello trà Dio vno , e trino Caftigo .
e l'anima ragioneuole: p.89.& 9o.nu.
3. Anima ordinata in Dio come in fi- Il non caftigarci Iddio delle noftre colpe
ne ſopranaturale: pag.95.nu.4. 5. & . nella vita preſente è ilmaſſimode'ca
6.Ingratitudine dell'anima verſo Dio, Atighi: p 101.n. 2. Siproua co'l partito
e fuo caſtigo :pag.92.nu.7 . & 93.nu.8. propoſtoda Ruben, eda Giuda al Pa
La perdita Cola dell'anima è degna di dre loro Giacobbe: pag. 102. num.3.0
pianto : p.94.n.9. e 1o. & pag.93.0.11. co'l fatto di Lázaro , e dell'Epulone
Si proua con gli eſempi di Dauide,c pag. 103. nu.z. Perche li come il lam
di Ezechia ini 12.Moralità contro di po prenunciail tuono,così leprofpe
quelli che piangono ciò che non è dc- rità mondano preſagiſcono l' eterna
dan
Tauola delle materiepið norabili.
dannatione : juinumer . 5. & pag . 104.
Quádo i peccatori proſperatinelle fe Corfellione.
licità mondane ſono arriuati ad vn tal
punto , precipitano nell'inferno ; co- Come Gi faccia fruttuofamente.pag.197.
me auuenne all eſercito del figlio di 198. & 199. La confeſſione è coine la
Tomiri menato à fil diſpada da Ciro. lauandaia pag 197.0.1 . & 12.Gimbo
Rè di Perlia :pag. 104.0.6 .& pag.1os . Jeggiata nei ſagrificio d'Elia .pag.198.
Moralità controquelli, che & ftimano & 199. num. 13 .
beati , perche non ſono caftigati da 1

Dio nella preſente vira . pag. 105.7. & Correttione .


106.2 107.I caſtighřdella prelentevi
ta ſono pronoſtici dell'eterna felicità . I correttore deuc eſſere come ilCielo ,
pag . 107.n.8. & proua coʻl fimile d'vna ? che balena prima spoi tuona , vltima
ne predittione fatta da vn' aftrologo ad mente faetta : pag.212.nu.s.E come il
Aleſſandro : jui. Quindi il Patriarca Medico , che non preſcriue à tutti gli
Giacobbe chiamò il ſuo figlio Benoni, infermi l'iftefla medicina.pag.213.n.2 .
ſet che s'interpreta filiusdoloris, Benia- La correttione più dolce opera più ef
all min , che vol dire filius dextera , per- ficacemente, come l'acqua dolce , che
sic cioche quelli , che ſono tribolati in meglio purga i panni, che la falla : iúi
Tol queſta vita, vengono tirati da Dio alla mu . 15. Gezi non potè refuſcitare co'l
ſua deſtra nell'altra .pag.103. 0 : 10. & baſtonne il fancinilo morco , ma ben si
pag . 111. Moralità contro quelli , che Eliſeo có palparlo , e lufingarlo coalic
tra non vogliono foffrire i trauagli.p 109. mente. p . 214.n.s. Colpeuole , che au
31 8.11. & pag. 110. uiſato della colpa commeſſa arroſſi .
ſce ,non bàbiſogno di più ,iui n.6. & p .
Caſtigo corriſpondente alla colpa. 215. & 216.nu.7. Deue il correttore
guardarfi dal curreggere publicamen
Vedi DIO . te i delinquenti fegreti:iui n.8. I delin
quenti conſuetudinarij s' hanno da
Chieja . correggere con qualche maggior af
prezza ,ma in modo che non s'ecceda ,
Tempio di Salomone figuradel Mondo . ſenza venir à fatti, le baſtano le paro
pag.269.0.1 .& pag. 270. Quanta for- le.p.217.6.10 . Có gli oftinati vi vuole
za habbia il Sagro Tempio per com- maggior afprezza.p.220.0.13.ne dene
pungere vn cuore , per conuertire vn Phuomo pretendere di voler'effere più
peruertito.pag. 270.nu.2. A proua co'l mifericordioſo di Dio , che per questo
CH fatto di Dauide , che laſciò il palagio Saule fù caſtigato rigoroſamente.pag.
in balìa del figlio rubelle , accioche 220.nu. 14. Pratica contro di quelli,
conſiderando ibenefici,che in effo ba- che non correggono conforme al bin
ueua riceuuto dal Padre , compun- fogno . pag.221.01.14 .
geffe.pag.271.n.4 . & pag. 272. Dache
prouenga , che tanti de'fedeli in vece Chriſto .
di partir conuertiti da'Sagri Tempij ,
ſi partano peruertiti.pag.273.num.s. Quantoin certo modo feſſe abborrito
Quanto cia graue delitto il peccar dallo Spirito Santo per quella eſterna
nelle Chieſe.pag.274.n.7 . & pag. 275 .. ſembianza di peccatore , quale hauca
Con qual riuerenza li debba farnelle preſo.p.322.n.2.E quanto per la Atefla
Chiefe.
e.pag.276.10 .& pag.277.11. E- raggionc fembraffe deforme , e mo
faggeratione contro quelli, che ſtan- ftruofo à le fteflo.p.323.n.3 .
go irreuerenti nelle Chieſe . P.276.n. Quanto innamorato della Croce per fa
9. & p.278.n.12.6 13. Jute dell'huomo dalla p. 392. fin’alla
C 2 399
Tauola dellematerie piùnotabili.
399. equanto ingrato ſia l'huomo à Di Lazaro infermo. p.241. num.8.
queſt'amore: pag.398. & 399.nu.13 .& DiMaddalena dipinta da S.Luca nel ſuo
15.& pag.400.n.16.17.18 . & 20 . Vangelo . P.367.0.1 .
Quanto patilfe per amore dell'huomo Del mai nell'inferno.p.172.11.24.
dalla p.402. fin’alla 420. I ſuoi gioriofi Di Mercante naufrago. P.379.n. 1.
trioni delcritti in arco trionfale dalla Del Monte Olimpo. p :309.nu.I.
2.420. kan’alla 428. Del palagio e grandezze del Rè Farao .
ne. p .112.0.13. & p.113.
Cuore bumano. Del Paradiſo Terreſtre.p.249.nu.3.
Del pauone. p.1.11.1. & p.345: 11.4 .
Vedi Acqua di Gratia . Di pellegrino di ritorno alla Patria. pag .
1 353. n. 1 .
Cuſtodia Angelica DiPenitente romito. p.42. n.s.
Della peſte. p.77.n.6 . & p. 146.n.11.
Vedi Angelo. Di Piazza force . p . 143.n.7.
Del pomo p... 1.2.
Deſcrittioni . Di rappreſentatione in ſcena.p.342. 01. 2 .
Dello icacco.p.177 . & 178./7.12.
Dell'acqua. pag .15. nu.2 . Della fcimia veftita daDama.p.140.n.4.
D'Anfione fabbricatore di Tebe:p.26.11.1 Di fitibondo, che s'inchina per bere alla
Dell'ape, che forma il mete. p.260.nu.4. corrente d'vn fiume. P-322.n .2.
D'arciero . pag.75.1.3 . Difoldaro ,che tira d'archibuggio . p.78.
Dell'aria . pag. 15- n.2. num.3 .
Di Ballerina . pag. 347.num . fio Del Sole ne'ſuoieffetti. p . 18. nu.s. e ne
Del bombice . pag.38.n. 1 . fuoi inouimenti. p.317, 1.10.
Di cane affamato. pag. 262.0.6 . Della fpada. p.146.n.It.
Del canto d'vn'vccellino. pag. 116.nu.8. Della (trage de'fanciulli, che ſcherniua
DiCapitano triontante . pag.428.n.1. no il Profeta Eliſeo , e del dolore de
Della caſa , e lupellettile diPietro Peſca- loro padri.p.292.nu.6 . & p.293.n.7.
torc . pag.340.0.11. Della Suocera diPietro febbricitante. pv
DiCaualiere , che veftc , e banchetta al 235.n. I.
la grande e ſplendidamente.p . 161.n ... Di Tantalo. p.roc.n. 1.
Dicicco nelmezzo d'vna baruffa.p.196 . Della Terra . p - 15.n.2.
เ i10.5 " Di Troia . p.rso.n.l.
Del coinbattimento trà Sabini,e Roma- Della trottola.p.298in.z .
ni. p.62.0.3.E trà i Filiſtei , egli Ebrei. Di vaſcello combattuto dall'onde , che
pag . 291, n.3 non può entrare nel porto.p.202.nu.3.
Di contadino che dorine.pag.434. na :5. Di vaſcello naufrago. p.300: & 30r.n.3.
Del connito delFaciſeose diMaddalena Dell'vbbriacchezza.p.104.n.6 .
pag: 368. nu.z. D'vna vilta piantata
conarte militare. po
De gli clementidentro e fuori de' Toro 126. num.z.
centri. p.130 . n.7. Della vite . p.431.01.4 **
Di fabbro ferraro . p.220.8.13
Della fenice . p.261.ns. DIO ,
Di fiera ſeluaggia.p .146.11. 11.
Di fiore. p. 297. n- i. Pierofo nel comparire alfragile dell’hu :
DI fulinine.p.60.0.1. mana natura, come il fulmine, che si
Del fuoco : p.1.5.11.2o . ammoHiſec fu'l'motte. p.6o.nu.r.Che
Di Giobbe afHicto . p.42.n.5. perciò nel.conuercire Maereo, cótéplo
Di laberinto . p.129.nu.6 . in effoit fragile dell'humanità.p.6.n.z
Dilauandaia . p.197.11.11. É queſtomezzo d'bumanicà fi frapoſe
frà
Tauola delle materiepiù notabili .
fra la natura peccatrice , e Dio ſdegna n.4. Ne può dimorare qui nella terra ,
to , come fecero le dónerapite fra Padri perche vi regna il Diauolo coʻl pecca
Sabini offefi , & i mariti Romani offen- to.p:325.n.6 . Percheilpeccato ſia lan
ditori.p.62.63.64.65.n.3. & 4. Quindi to abbonyinato da Dio . p. 327.0.10. &
nel compatire al'adultera , miraua la 328.0.11 .& 12.Chriſto crocifiſſo doue
terra ,di cui era formata ,perche gli fer- rebbe hauer poſto la meta al peccare i
uiſle di motiuo à pietà: pag.65 .& 66.n. e pure fi commettono tanti peccati.p.
s. Eſaggerationecontro di quelli, ch'- 329. 114-14. & '15 . & p.330.nu.16.& 17 .
eſſendo tanto compatiti da Dio , ſono Moralità contro la maluagità de' pec
così crudeli co’loro proſſimi.p.67.n.6 . catori abbandonati da Dio.P.326.n.7.
Dio rigoroſo contro il peccato di malitizo & S. & p. 329. n.9.
if come ſi videnelcaſtigo d'Adamo . p . Dio caltigail peccatore in quello, in che
69.0.7. e diCaino.p.70. n.8. Moralità dall'iſtello viene ad eſſere offefo.p.388 .
contro di quelli che peccano per oitia n.11.12.13. & p.389.1.14. Confonde la
nata malitia.p.71 .& 72.n.9. tiſica humana ſapienza, come ſi vide
Dio minaccia per non caftigare , come nel fatto de'fratelli di Gioſeffo , che per
appare dalla proteſta da lui fatta nel quell'iſteſſo mezzo diuennero ſchiaui
principio del Mondo di voler caftiga- di efio , co'l quale ſi credeuano di fug
Te l'huomo.p.74.n.2. Per queſto fi vale gire ilſeruaggio.p.280.n.2.Et in quello
D4 per arma vindicatiya dell'arco ,nó del- della figlia di Faiaone,la quale con al
l'archibuggio.p.75.n.3.E quando ſi tro leuare Mosè, s'alleuò nel feno , chi do
ua al punto del caftigare , và ricercado ueua vcciderlc il Padre,e ſpopolarlę il
1 chi gli trattenga il colpo in aria . p.76. Regno.p.381. & 382.n.3.ComeDio có.
p. 5.E quando caftiga ,tempra quanto fonda l'humana ſayiezza; con la qual
più può il caſtigo:p.77.n.6. Et alla pri- occaſione di tratta della ſcienza fimpli
ma dimoſtratione di penitenza , che cis, intelligentiæ , vifonis, a conditiona
vegga,muta il decreto preſente di ca- lium . P-382.n.4. & 383.1.5.Moralità co
ſtigare. pag.78. n.7 . Ma poi fi eſaſpera tro di quelli, che s'appigliano à mezzi
contro di quelli , che gli promettono iniqui, per arriuare al fine de’loro dif
-7
d'emendarii, e non gli mantengono la ſegni,che reſtano confufi da Dio.p.384
promeſſa . p.79.& Son 8. n.6.p.385.nu.7.8.9.386.nu.9. & p.387.n.
Dio co'l moltiplicato minacciare giuſti- 10. Prática di catfighi proportionati al
fica i caſtighi contro di quelli chenon le colpe . pag.389.04.15 & pag.390.n.
s'emendano , comeappare dal caſtigo 19.16 17 .
del Re Balcalaro. p.81.0.10.e del Ric
co Epulone. pag.82.n.11.Elaggeratio Elemoſina.
ne contro di quelli , i quali auuiſati , e
minacciati da Dio perfeuerano in pec- Il Ricco non è tanto padrone, quanto
37 cato . pag.83.n.12. fattore , e diſpen fiere delle ricchezze
Dio abborriſce tanto il peccatore , che ſe ( tutto che acquiſtate có le proprie fa
bene molti oggetti frà di loro natural- tiche ) accioche prouegga al biſogno
mente inimicati vengono à rappacifi- de’pouerelli.p.162. & 163.n.45.6 . In
carſi allieme,nó li ritroua però mai pa- che modo obblighi il precetto dell'e
ce frà Dio, & ilpeccato . P.321.0.1.Lo lemoſina.p.164.n.8 . & ios.n.g. Quanto
Spirito Santo ſcacciò Chriſto nel de- ſia crudele chi nó ſi moue à pielà ver
ſerto perche haueua ſembiáza di pec- ſo il pouero.iui.Quanto ſia efficace l'e
catore.p.322.n.2. E i'ittello Chrifto có lemoſina per coleguire il perdono de'
queſta tembianza non haueua ardire peccati.p.166 . & 167.11.11.Dio è libera.
d'alzar gliocchi al Cielo.p.323.m11.3 , le delle ſue miſericordie co chi è live
Chriſto diſcaccia Giuda dalla ſua pre- rale verſo i poueri:p.167.0.1 2.La mife
ſenza ,perche non poteua più ſoffiire il ricordia è il portinaro dell'interno , &
di lui eſecrando peccato. P.323-& 324 . in che modo.p.168.n 13.Eſaggeratione
с 3 CON
Tauola delle materiepianotabili.
contro di quelli , i quali dicono di non
poter fare elemoſina , e maltrattano i Fede.
poueri.p.178.n.14. & 169.n.15.16 .
Congiunta con l'opere virtuoſe è la ſtra
Elettione diſoggettidegni. da ficura della ſalute. pag. 363.364 . &
; 65.
Troia reſtò diſtrutta dopo che le fù colto
il Palladio ftatua della Dea della Sa.
Figli caftigati.
pienza e ſimilmente non può durare
in piedi quella Cità, Republica,ò fta- Vedi Padri:
to ,in cui manca ſauiezza in chi gouer
na. p.150.1.1 . Si deuono elegere iſog San Giofeffo.
getti migliori,e fi proua có ciò , che fe
ce Dionella creatione del Mondo ,ch ': Fu vn'albero, che germogliò nel miſtico
elefTe il ſole , e la luna per gouerno del giardino della (chiatta reale di Daui
giorno , e della notte frà tutti i pianeti. de. p.280.n.2. Belliſſimo di corpo , alla
p.151.152.153. & 154.n.3. Miniſtri,che cui formatione cócorſero i pianeti , &
hanno da gouernare, deuono eſſere iſegni del zodiaco co le loro benigne
ſcientiati.p.155.0.6 & 157.n.7. Ne ſolo influenze.p.281.n.3. Santificato nell'v
Sauij , ma innocenti ancora liháno ad tero materno.p.282.n.4 . I ſuoi gloriofi
eleggere i miniſtri del gouerno pub- augmenti.p.283.n.s.e6.Nó cacciò mai
blico.p.157.n.9. & 158.& 159.n. 10.Pra- queſto miſtico albero gitto ſpinoſo di
tica contro di quelli, ch'eſtepdo igno- colpa mortale ; anzi dopo il maritag
ranti vogliono gouernare . p.157.nu.8. gio con la SS. Vergine ſi può piamen
Efortatione ad eleggere ministri ido- te credere che ne pure peccaffe venial
• nei. pag.160. n.10.11. mente:p : 284. & 285.n.2. L'altezza del.
la Santità di queſta miſtica piāta dopo
Eucariſtia . il matrimonio con la Vergine e la na.
ſcita del Figlio di Dio, co’quali cóuer
Il conuito del Santiſſimo Sagramento sò tanco famigliarmente così lungo
dell'Altare è marauiglioſo all'occhio tempo.p.285.& 286.n.8. & p.287. n.9.
dell'intelletto nell'imbandigione;per ero. i dolci frutti , e l'ombra grata ,che
che Dio non ci diede , ne ci potè dare porgette la pianta Giofeffo à Maria , e
più di quello ci ha dato in vn forlo , in Gesù con feruirli.p.287.0 11.& 288. n.
vn piccolo bocconcino. p.259.n.3.E al 12. Eſclamatione contro di que' mari
palato dell'anima ſoauiſlimo, quaſi fa- tije mogli, che non s'amano co'l deb ja
uo di mele lauorato dalla miſtica ape to coniugalo amore. p.289.n.3.
Chriſto N.S. p.259. & 260.n.4. E di vi
gorofa ,e ſalubre ſoſtanza al conuiuan Giudicio ,
te.p.26.0.5. Et appaga in modo lap
petito dell'anima , che nauſea ogn'al- Nella tragedia del Giudicio fanno il pro
iro palto quantunque prima deſidera- logo que' moſtruoſi ſegnali, iquali lo
to.p.262. & 263.nu.6 . Erortatione à ci precederanno.p.so.n.2. Nell'atto pri
barſi di queſto Sagramento . p.263 .& mo entrano perſonaggi in palco il ſo
264.n.7. Quanto ſia ragioncuole , che le ecliſſato , la luna oſcurata , e le ſtelle
l'huomo vis'accoſti con mondezza.p. cadenti dal cielo , e come ciò debba in
265.n.9. & 266.n.10. Eſaggeratione co- tenderſi p.so. & Si.n.3. All'incomin
cro quelli, che s'accoſtano al Santilli- ciarſi dell'atto ſecondo s'ode il rim
mo Sagramento in peccato mortale. p . bombo dell'imperioſa voce di Chri
266.0 11. & 267.12.13.14. fto , la quale chiama i morti al giudi
cio ; e delle qualità , che haueranno i
corpi riſuſcitati così de' giufti, come
de
Tauola delle materiepiñ notabili.
de're probi.p.52. & 53.n.4.1 reprobi ſa
ranno tormentati dal vedere la felicità Maddalena
de' giufti.iui. S'apriranno i cieli all'in
cominciarſi dell'atto terzo , & apparirà Vedi Lagrime.
la trionfante Croce , la quale ſarà à re
probi di tormento intolerabile.p.54 .& Maddalena deſcritta nel Quadro dell'E
sson.s.e.6.Nell'atto quarto s'aſſenta pro uangclo di S. Luca. p.367.n.3.
tribunali Chrifto Giudice, e s'aprono i
libri delle coſcienze. p.55.0.7. & p.Şó. Monde.
nu.8. Non vi ſarà alcunaragione, che
vaglia per iſcuſa de' reprobi.p.57. & 58 Quanto vano ne' ſuoibeniper tutto il di
n.8. Nell'atto quinto compariranno in ſcorſo del mercordi delle Ceneri. Va
ſcena i peccati, i Diauoli , l'inferno , il no nelle ricchezze . p.2.n.2. & P.3, n.3.
Giudice irato , e la coſcienza tutta ar- Vano neglihonori.p.4.n.g. & p.s.n.6.
hau dori,e tormenti. p.58.n. 9. Si pronun- onde l'ambitione e vn tormento degli
cierà dal Giudice ſentenza di vita à ambitioli. pag.5.n.7 . & 8. Vanno nella
prò degli eletti , eli fulminerà ſenten- belle zza fragile come il fiore del cam
za d'eterna morte contro de reprobi. po . p.6. nu.8. Vano nella ſpecolatione
ell's pag. 59.11.9. delle nature , perche non poſſiamo ar
1101 riuare ad intenderle più che tanto.p .
Inferno. 6. & 7.8.9. Vano nella vita, che ſi con
lod ſuma in breue; eſſendo l'huomo à gui
Pena d'inferno quanto terribile dalla p. ſa d'albero , cheporta il fuoco acceſo
mch 170.0.17. ſin'alla 74. Eternità quanto nelle midolle , che non può ſtar molto
2013 doloroſa , e ſua deſcriccione . pag.172. à ridurſi in cenere. p.7. & 8.n.10.Ilche
a de pum.24 . fe foffe da molti conſiderato , verreb
dop bono à diſprezzarlo : p.8. & 9.n.11. &
-2 D2 Lagrime di Maddalena . 12. Quanto foffero vani i piaceri del
óvel Módo il conobbe Salomone per pro
un ថ្មី
Quanto foffero delitjoſe à Chriſto.p.368. ua. pag. 11.0.15.Quindi da S.Gio :Gri
7.24 n.2.Paragonate alconuito del Fariſeo. Toſtomo è raſſomigliata la noſtra vita
2,che iui, & 369.Quanto falubri ad efla ,men- ad vna comedia , & ad vn ſogno.p.12,
19,6 tre l'eſtinſero le fiamme della concu- num . 16 .
S.COM piſcenza.p.379.n.4 .& 371.0.5. Quanto Il Mondo c'inganna in qneſta , e per l'al
marauiglioſe in eſſo ftella Romita tra vita per tutto il diſcorſo nelmarte
contemplatrice. pag.374.n.11. Occhio dì della Dom.V. Inganna come la ſce
piagnente, e cuore amante di Madda- na , & i recitanti in comedia , che rap
lena lodati,e deſcritti con varie ſimili- preſentano ,e ſembrano quello non ſo
tudini, & eruditioni.p.374 . & 375.n.12. no. pag.343.0.2.Comeil ſogno.p.344 .
13.14. & 15. Eſaggeratione contro di n.3.Come ilpauone ,che nel più bello
quelli che hauendo peccato con Mad- del moſtrarti la coda , la chiude in yn
pro dalena,non vogliono con eſſa far peni faſcio ,e ti priua di quella vilta.p.345.n .
senza delle colpe commeſſe.p.372.n.7 4.Comeilballo della fortuna ,edel ru
& P- 373. & 374. ſın'al n 11 Exaggera- barello.p.347.11.5.C'inganna il Mondo
Now tione contro diquelli , che tengono, e per l'altravita ; ſi che auuiene a ' mon
dipingono immagini faſciue. P -376.n. dani quello auuenne a' nimici del Re
16. & pag. 377.n.17.0 18. Clotario, i quali con l'inganno d'una
finta ſelua furono mellià fi di ſpada .
/11 P.349. & 350.n.8. e ciò, che auuennead
Aſſalonnenelfuggire sù del mulo . p .
6 350. & 351.8.9.
Mor

/
Tauoladellematerie più notabili.
peccare. p.255.nu.7. E perciò la mag
Morte» e fua memoria . gior parte de' peccatori dopo d'efferfi
confeſſati ricadono nel peccato , per
Quanto ſia doloroſa la morte, e maffime che pazzi s'affidano di porſi di nuouo
à gliamatoridel Mondo P.306. n.19. nell'occaſione. pag.256.n.8.c 9.
& 11. & p.307. n . 1 2. La ſúa memoria
è così vuile, che volédo ilSauio donarci Occhio curioſo.
vn'antidoto contro il veleno del pec
caro,poſe mano diſubito à queſto me. Di quanto male cagione. pag.370.n.4. &
dicinale.p.310.1.2. E Dio volendo pro- 371.nu.s.
uedere Adamo d'vn'antidoto cótro le
morſicature del ſerpente, altro non gli Opere.
diede che vn vaſo di queſta teriaca . p .
311.n.3.Non v'è appetito così diſordic Opere virtuoſe congiunte con la fede fo
nato ,e veenente,che con la memoria no la ſtrada ſicura della ſalute . p.363.
della moite facilmente non ſi mortif- 264. & 365.
chi, come fi vide in Dauide.p.3.12. 11.4.
& p.313.00.5 . Quindi il Saluatore non oftinatione nel peccato .
daua alcun'auuiſo à que'morti , quali
riſuſcitaua , perche baſtaua loro l'eſſer Graue peſo all'anima. pag.125.n.1 . Diffi
pallati per le forficidella morte. p.313 . cile da ſuperarſi. pag. 126. num.2. & 3.
n.6. La memoria della morte non ſolo Peccatori habituati nel male non il
è vtile per bé viuere, ma anco perme- moncano mai dal cauallo del vitio ne
glio morire.p.314.0.7. Come ſi debba pur nell'inferno . pag. 1 27. num . 4.&
penfare alla morte dalla p.316.0.10 fin 128. num . s . Oltinatione nel peccato à
alla 321.Efortationeà cóliderare il fe- guiſa di labirinto, dal quale non ſi vie
polcro . p. 315.11.8.9. Perche molti non ne à capo d vſcire . pag. 129. num.6 .
contemplano il ſepolcro , per queſto Malageuole ad eſpugnarſi come ele
non s'eniendano de' loro peccati. pag. mento nel centro . pag. 130. n.7 . Du
318. & 319 . rezza di cuore checoſa fia. pag. 131.
num.8. Oltinatione in peccato pelo
Occaſione. io ſopportabile al mare , alla terra, al
Cielo , al Diavolo , alla diuina miſeri.
Il giuſto facilmente cade nel peccato , le cordia. pag.133. & 134.Etaggeratione
non fugge l'occaſione : e perciò la SS. contro diquelli, cheperſeuerano oſti
Vergine ficonturbò nel vedere l' An- pataniente in peccato. pag. 134. nu. 13 .
gelo.p.248.n.2.Ec Eua cadette per non & pag. 135.
fuggire cautamente il diſcorrere con il
ſerpente , jui 3. & p.249.Neſolamente Pace.
cade il ſeſſo più fragile con eſporſi all'
occaſione,magli huomini ancora, pa. Seinente marauiglioſa d'ognibene. pag .
250. 4.& p.251.Erra il peccatore,cre- 441.1.2 . & 442. 11.3. Quanto gran male
dendoſi vſcir di peccato , fe non eſce la diſcordia ciuile, e quanto gran bene
dall'occafione: onde s'argomenta,che la concordia . pagin.444.num.s. Lapa
Salomone non vſciſſe dal peccato dell' ce diuorata dalla fiera beſtia de gl'in
idolatria, perche non diftruffe i Tem- terefli particolari. pagin . 445.numer.
pii cdificati ad honore de gl’Idoli.pa. 8.9.10 .
253. n.6. Il Diauolo mette ogniſtudio
nel fare , che il peccatorc non laſci l P.:dri caftigati ne"figli .
occaſione del peccato . pag.254. Pazza
mentre s'affida il penitente di quelle Come Iddio caſtighi ne' figlii peccati
cole , che già gli furono occaſione di de' Padri. pag. 291. n. 1. Gionata per
deta
Tauola dellematerie più notabili.
dette la vita in caſtigo della ſuper Paſſione di Chrifto.
bia del Padre. pag.291.0.3. Affalonne
CJO
temerte , che Dio gli ammazzaſe i fi- Per tutto il diſcorſo del Venerdì Santo
gli per il peccato commeſſo contro il dalla 2.402. ſin alla 419.
Padre. p.294.nu.4. Non fi dice , che i
figli ſianocaftigati per li peccatide' Patimenti,
Padrima la diſgratia patita dal figlio,
che in riguardo alPadrebà ragione di Si coine iboinbici quando morti ſi crea
caſtigo , in rispetto alfiglio ha forma- dono , quafi nouellefenici ſi veggono
lità di medicina , che è lo purga da al colto rinaſcere; così chi muore a 'di
tre colpe , è lo preferua da altri pecca- ſordinati appetiti crocifiſſo con Chri
ti , ò gli cagiona alori beni : p 292.n.s. fto , quali nouella fenice rinaſcer Gi ve
Si conferma con la ſtrage ſeguita ne' de àmiglior vita. p.38 nu.1 . La gloria
deb
fanciulli, i quali ſcherniuano il Profe- rieſcepiù gradita co ' pacimenti.p. 39.
Pozói ta Eliſeo . p.292.n.6. & 293.n .7. Che n.2.Si proua con alcuni ſimili. p.4o.n.
dolore, ſia al cuore de'Padri il vedere 2.3.6 4.1 patimenti ci rendono prima
maltrattati i figli. p.293 . nu.8. & 294. glorioli in terra , che glorificati nel
Le virtù , e buoni meriti de' Padrifo Cielo.pag.41.11.5. Che perciò Chriſto
no premiati ne' figli : dalla pag. 294 chiamo la Croce ſua gloria :iui , & p.
ſin'al principio della ſeconda parte . I 42.Chivole entrare nel Paradiſo , hà
Padri ſono caftigati per li peccati de' da paſſare per il buco della Croce. p.
100 figli, p.294.1.9 . & 10. & p.295 . nu. 11. 43.n.6 . & p.44 . & 45.n.7. Iddio lcgan
16108
Eli punito perle ſceleragginide' figli. doci i piedi co trauagli, ci conduce al
p.295.nu.i2. Eſaggeratione contro i Paradiſo . p.46. 0.8.
Cato:
Padri, che alleuano malamente i figli.
li vk p.295.01.13 . Le virtù , & i buoni meriti Patire per gioire .
umi de'figliuoli ſono premiati ne' Padri , e
eel nelle Madri. p.296.n.14 . Si come i trionfi coſtano ſudore , e fari
7. Di gue al Capitano,cosi il trionfodelCie.
- 131 Paradiſo. lo ha da coſtare fatiche, ſudori ,e pati
tard
menti alfedele.p.428. & 429.04.1.Ne
uuten
E vn bene perfetto della naturaintellec- pure Chriſto entrò à trionfare prima
tuale , che non si può compitamente di patire.p.429.0.2. & 430. nu.z. Che
100k ſpiegare. p.112.01.2. Chi lo confidera , perciò con ragione fi paragona alla vi.
bot diſprezza tuttii beni della terra . pag. ie, la quale dal naſcer primo al dare
"U-14 112.0.3 . & p.113. & 114. Marauiglio- maturo il frutto , pada per via, e vita
ſo il miniſtero della Corte celeſte .p. ſcabrofa. P:430.& 431.n.4. Giacobbe
114.n.s. Quanto dolce l'armonia del con patire interre ſtraniere , arriuò al
Paradiſo.p.116. num . 7.& 8.Quanto pretero fine della deſiderata auuentu .
faporito il fondo dell'anima glorioſa ra. p.432. nu. s . Chi vol regnare con
nella cognitione de gli oggetti ſecon Chriſto in Cielo , deue eſſere ripudia
darij. p.117.n.10 . & p.118.Della chia- ro dal Mondo con Cbrifto in terra .
ra viſione dell'Effenza , e Perſone Di- P.433.1.6.7 . & p.434-6 .8.Chifugge il
uine. p.120.nu.15. € 16. E dell'amore patire con Chriſto , per ſeguire ibeni
244
dell'anima beata. p.121. m . 17. Che fi fallaci del Mondo , refta ingannato ,c
bà da fare per falire al Paradiſo.p.118. maltratrato. p.434.n.9. & 435. nu.10 .
n.11 . pag. 119. num. 1 2. p.122.& 123. Al patire con Chrifto confeguita il
num . 18. & 19. trionfare con l'iſteſſo. p.436.nu. 1 2. &
P.437. & 438.0.13.

Pec
Tauoladellemateriepiù notabili.
percioche l'eſſer vicina al bene amatos
Peccatore abborrito . ne poterlo godere l'è di cormento in
ſopportabile . pag . 338. num . 5. Pena
Vedi DIO . dell'anima purgante figurata nello
fcoppiacuore dell'innamorato Narci
Peccatorecompatito , e caftigato . fo.pag.238.& 239.num.6.Pena di ren
fo quanto doloroſa.pag.243.num . 10 .
Vedi DIO pretoſo , e rigoroſo . Crudeltà de' parenti, che non voglio
no ſoccorrere i morti ſimile a quella
Penitenca . delle forelle di Lazaro . pag. 241.08.
Elaggerationecontroquelli, che non
La penitenza è quella , che accorda le vogliono ſuffragare l'anime del Pur .
pa Nioni ſconcerrate : pag.190.num. 1. gatorio.pàg. 24o.num.7. & pag.244. &
Ma è moralinente impoſſibile , che il 245. nun 12 .
peccatore ridotto à morte le polla in
teinpo riunire à concerto . iui: & nu.z. Ricchezze .
& pag. 191. num.3. Quelli che fi con
tertono alpunto della morte , ſono Emoltodifficile
pochi.pag. 192. num.4. per effere coſa
poſſeder ricchezze , &
comandamenci.pag
oleruare i diuini .
difficile al peccatore lo chiantarli dat 224.num.z. Elia per ſalire al Ciclo la .
petro in quel punto gli affetti vitiofi . fcia dietro il mantello . pag. 225. nu.z.
pag 192.num.5 . Amiene al peccatore L'oro , e l'argento per lo più aggirano
in quel punto ciò , che auirienead vn le voglie humane à lor voglia.pag.226
cieco , il quale ſi ritroui nelmezzo di mu . 4. Le ricchezze fimboleggiate nel
vna baruffa.pag.193.num.6 . E ciòche corno d'Amaltea . pag. 227. num . 6 .
accade al riccio fpinoſo . pag. 194.n.8. L'attaritia è d'ognimale radice . pagi
Dio crudele nel punto della morte có na zz8. num . 7. & pagina 229. nu
quell'anime , lequali in vita rifiutaro . mero & & pagina z3o. E nodo d'e
no l'inuito al pentimento . pag. 195. & dera maledetta , à cui fà di biſogno il
196.num.9. tagliodalla radice . pagina 232 mu
mero 11. & 12. & pagina 233 .
Pitture lafciue
Salute .
Vedi Maddalena .
Deneprocurarh acceleratamente , ac
Predeftinationen cioche il tempo di miſericordia non li
Cangi in tempo digiuſtitia , come ali
Quanto fa intricato , & ofcuro alphir- uenne à Giuda. pagina 202.numero 3 .
mano intelletto per la direrlità delle Non così fece Maddalena , che fubito
opinioni il boſco delfa predeſtinatione illuininata da Dio s'affretto alla peni
dalla pag.353. ſin alfa 365. tenza . pagina 20.4. & zog. numero G.
Se il peccatore vuole ricuperar la fa
Pergatorio . fure, deue fare dal firo canto quello &
comicne . pagina 205. & 206.num.6 .
L'anima pargante è inferma di doppia Non dete il peccatore fperare vana
febbre amoroſage focola.pag.235.1.1. mente , chei Santi füoidiuoti babbia
Quella è pena di danno; quelta di fent- noà trattenere il colpo dellagiuſtitia
fo.pag. 236.8. z. L'anima nel Purgato- diuina . pagina 207, numero 8. Deue
rio è tormentata dalla lontananza , il peccatore bilanciare la penitenza
dalla geloſia. pag.236. & 237. mum.4. con la colpa. pagina 2o8.numcro ro .
E torinentataancoradallavicinanza ; & pagina 209. numero 11. Elaggera
tione
Tauola delle materiepiù notabili.
mith tione contro di quelli , che differiſco
7:08
Pa
nola penitenza .pagina 208. numero
9. E contro quelli che non fannope- Quanto odioſaper la velocità inquieta
nicenza corriſpondente alle colpe . del ſuo breuidimo corſo , come il gi
Vas pag.210. num. 12, uoco della trottola . pagina 298. &
299.numero 3. Qual naue eſpoſta al
m!! Vanità di Mondo , le boraſchediqueſto mondo , e qual
vita marinareſca . pagina 300. & 301.
queda Vedi Mondo , num . 3. Pratica ſopra diciò . pag.203,
11.06 num . s . 6 .
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et Pau
-241

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IL FINE .
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