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Polemiche culturali

Nuove odissee mieli® spazi®


ed etica extraterrestre
m Vittorio Marchis
Poche critiche sinora sono emerse sulle contraddizioni del turi­
smo spaziale che ha visto per ora protagonisti Jeff Bezos ed Elon
Musk. I passeggeri paganti non possono certo essere considerati
"inviati dell'umanità" L'ipotesi di uno spazioporto in Puglia.

Il 15 giugno 2021, su «la Repubblica» è Vittorio Marchis è professore


ordinario di Storia della scienza
apparsa un'intervista di Gianvito Rutiglia- e delle tecniche al Politecnico di
no a Roberto Vettori, rappresentante della Torino. Fra i suoi libri Le cose di casa
(2014), ISO (anni di) invenzioni italia­
European space agency e consulente dell'am­ ne (2016). Misurare il futuro (2018).
Incontri con la macchina. Scritti meta­
basciata italiana negli Stati Uniti. Facendo scientifici (2019).
riferimento al progetto di uno “spaziopor­
to’' a Grottaglie, in provincia di Taranto, l’ex astronauta italiano ha
affermato che la Puglia «è stata da sempre attiva e presente nel settore
spaziale e aerospaziale, anche dal punto di vista industriale: qui ci sono
le principali industrie aerospaziali, è pugliese Luciano Guerriero, il
primo presidente dell’Agenzia spaziale italiana, e il Politecnico di Bari
è estremamente sensibile a questo tipo di opportunità». Di lì a pochi
giorni, si sono verificati i primi viaggi turistici nello spazio, ma l’idea di
viaggiare fuori dal mondo era già stata fantasticata nei tempi passati,
dal volo di Fetonte al viaggio di Astolfo sulla Luna.
«Nel mese di settembre 1850, giunsi a Francoforte sul Meno. Il
mio passaggio nelle principali città di Germania era stato splendi-
•^ damente segnalato da ascensioni aerostatiche, ma fino a quel gior­
no, nessun abitante della Confederazione mi aveva accompagnato
nelle mie passeggiate, ed i begli esperimenti fatti a Parigi dai signori
Green, Godard e Poitevin non avevano potuto indurre i gravi Te-
deschi a tentare le vie aeree»: così cominciava il lungo racconto gio­
vanile intitolato Un dramma in aria, scritto da Jules Verne nel 1851.

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Come già annuncia il titolo, l’ascensione ha una fine tragica, ma il


protagonista si salva. «Il mio viaggio non era stato che una serie di
imprudenze commesse da un pazzo ed a cui io non avevo potuto
rimediare - concludeva il protagonista Che questo terribile rac­
conto, pur istruendo coloro che mi leggono, non iscoraggi adunque
gli esploratori delle vie dell’aria».
L’avventura nel cielo, prima, e nello spazio ormai da più di mezzo
secolo, pur mantenendo il carattere eccezionale delle imprese più te­
merarie, ha mutato volto e se da un lato è proprio il rischio dell’ignoto
ad affascinare i nuovi temerari esploratori, dall’altro la banalizzazio­
ne di un viaggio turistico in orbita proietta il viaggio nello spazio in
una dimensione che potremmo definire con due aggettivi anglofoni,
ma ben noti a tutti: glamour e trash. Nell’estate appena trascorsa si
è conclusa la prima missione di Virgin Galactic, società di Richard
Branson, con il volo suborbitale dell’11 luglio, quella dijeff Bezos con
Blue Origin che ha raggiunto, il 20 luglio, un’altezza di circa 100 km,
e quella di Inspiration4 di SpaceX, società di Elon Musk, con un volo
orbitale dal 19 al 22 settembre. Tutti con passeggeri non astronauti.
Nel cosiddetto turismo spaziale non c’è stato nulla di avventuroso,
neppure per chi è restato a terra incollato a un display. Tutto è perfet­
to e il rischio è (o almeno sembra) assolutamente nullo: cinicamente,
potremmo affermare che un po’ di suspence almeno avrebbe fornito
all’evento un certo interesse.
Elisabetta Ambrosi, su «Il Fatto Quotidiano» del 20 luglio 2021,
ha lanciato uno dei pochi messaggi critici nei confronti di Jeff Bezos:
«La sua esultanza, e quella di tanti giornalisti pro-tecnologia che lo
stanno seguendo, dà un messaggio ambivalente. Anzi, per certi versi
quasi schizofrenico. Perché oggi, il sentimento che dovrebbe essere
prevalente, non solo tra le persone normali, comuni - che forse lo
avvertono - ma soprattutto tra i ricchi e i potenti della terra, ai quali <
tutti guardano, è quello della tristezza. [...] Il nostro problema, in­ ::
ZD
fatti, non è solo scientifico, [...] è un problema etico». Perché non
è che da questi successi «viene la nostra felicità». Pochissimi gli echi u
di cronaca in questo senso: su «The Seattle Times» (13 luglio 2021) LU

un lettore scriveva al direttore «Devo ancora leggere un articolo che CJ


metta in dubbio l’etica dietro tale impresa. L’altro 98% di noi nella 1
UU
nazione dovrebbe applaudire questa nuova impresa imprenditoriale
o
mentre il pianeta brucia e si congela? Non io di certo».

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iVita e Pensiero

Facciamo un passo indietro. Già il 14 febbraio 2014, all’inaugura­


zione dell’anno accademico, Talloni rettore Eugenio Di Sciascio aveva
annunciato che lo spazio era destinato a diventare il volano fondamen­
tale dell’economia mondiale. «Oltre all’impegno che ci mettono Cina
e Stati Uniti, il fatto che le persone più ricche del mondo come Jeff
Bezos e Elon Musk investano e concorrano tra loro in questo settore
lo dimostra. [...] quando dagli Stati Uniti quelle tecnologie saranno
consolidate, il passo successivo sarà la conquista del mercato europeo.
Ho spinto la Puglia a valorizzare Grottaglie proprio per farsi trova­
re pronti a riceverli. Lo spazioporto è come un circuito da corsa: la
struttura c’è, ma ci vogliono le macchine che corrono». Il 4 dicembre
2016, Altee (Aerospace Logistics Technology Engineering Company)
ha firmato un accordo con la Virgin Galactic di Richard Branson per
la sperimentazione dei voli suborbitali. In base al protocollo di intesa,
Altee, una società pubblico-privata con sede a Torino che costituisce
un centro di eccellenza per la fornitura di servizi ingegneristici e lo­
gistici a supporto delle operazioni e dell’utilizzazione della Stazione
Spaziale Internazionale, ha avviato un dialogo con Virgin Galactic per
valutare congiuntamente le opportunità operative di uno spazioporto
italiano situato nella zona di Taranto-Grottaglie, dove ora sorge l’ae­
roporto “Marcello Adotta”. Il 29 ottobre 2020, sul «Sole 24 Ore» è
apparso un articolo che annunciava l’aeroporto di Grottaglie come «il
primo spazioporto italiano. Un ruolo già assegnato da qualche anno
allo scalo pugliese, attiguo allo stabilimento Leonardo che costruisce
due sezioni della fusoliera del Boeing 787, ma che ora si sostanzia col
via libera dell’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) al Rego­
lamento per la costruzione e l’esercizio degli spazioporti». Con l’a­
dozione del Regolamento, spiega Aeroporti di Puglia, la società della
Regione che gestisce lo scalo, prende il via, infatti, il processo che
consentirà di utilizzare Grottaglie anche come spazioporto nazionale
secondo il decreto n. 250 del 2019 del ministro delle Infrastrutture e
dei Trasporti. Intanto, proprio il 20 luglio, il ministro per l’Università
e la Ricerca Maria Cristina Messa, intervenendo all’evento “Scienza e
Ricerca spaziale italiana tra passato e futuro” organizzato dall’Agenzia
Spaziale Italiana, ha affermato che «la ricerca nel settore spazio è un’a­
rea di evidente interesse, di grandi investimenti e di grandi ritorni. È
a un’area in cui l’intreccio tra mondo della formazione, della ricerca e
dell’impresa è in grado di creare ponti continui, per il successo di tutti

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e senza penalizzare alcuno. [...] Lo Spazio è forse l’area in cui è più


evidente a tutti, alla politica in modo particolare, come ricerca voglia
dire innovazione. E un’area in cui conta la filiera, un’area in grado di
mettere insieme ricercatori, italiani e stranieri, industria, nazionale ed
estera, e una forte competitività a livello internazionale nello sviluppo
di prodotti e servizi. E un settore in cui lo spettro del Technology Re-
adiness Level (Tri) è completo. Lo Spazio è un settore, per la ricerca,
di rilevanza economica incredibile. Il fatturato registrato dall’indu­
stria spaziale globale è di 350 miliardi di dollari e potrebbe superare i
1000 miliardi di dollari entro il 2040. E un settore che rappresenta una
opportunità unica, anche per il nostro Paese dove ci sono oltre 200
aziende impegnate su tutta la catena del valore». Ma non è stato fatto
alcun riferimento diretto allo spazioporto di Grottaglie.
Ritornando infine, ma senza dimenticarne la centralità, all’etica
dei programmi spaziali, bisogna ricordare che gli spazi a essa dedicati
sono davvero esigui. Afferma Marco Pedrazzi alla voce “Spazio” su
Treccani, Diritto on line (2013) che «L’attività degli astronauti si carat­
terizza per gli elevati pericoli che essa comporta: ciò spiega l’attenzio­
ne particolare dedicata dal diritto fin dalle prime missioni abitate nel­
lo spazio alla loro protezione. L’articolo V del Trattato sulle nonne per
l'esplorazione e Vutilizzazione, da parte degli Stati, dello spazio extra-at­
mosferico, compresi la luna e gli altri corpi celesti, conchiuso a Londra,
Mosca e Washington il 27 gennaio 1967 (che è entrato in vigore il 10
ottobre 1967), stabilisce che gli Stati parte considereranno gli astro­
nauti “inviati dell’umanità nello spazio extra-atmosferico” e prevede
assistenza da parte di tutti gli Stati parte in caso di emergenze. Queste
previsioni sono ampliate e precisate nell 'Accordo sugli astronauti del
1968, anch’esso vincolante pressoché tutti gli Stati impegnati in attivi­
tà spaziali. [...] Oggi, peraltro, a seguito dei fenomeni di commercia­
lizzazione e privatizzazione delle attività spaziali nonché degli sviluppi
tecnologici, agli astronauti in senso stretto si sono aggiunti passeggeri
paganti di varia natura (scienziati, semplici “turisti”). Risulta difficile
sostenere che in particolare questi ultimi possano considerarsi “inviati
dell’umanità”».
Per chi volesse addentrarsi più a fondo nell’etica aerospaziale, poco
ci offre la bibliografia scientifica: nel dicembre 2016, Antonio Luis
Martins Mendes ha discusso all’Universidade da Beira Interior (Ubi)
a Covilhà, in Portogallo, la sua tesi di dottorato in ingegneria col ti-

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[Vita e Pensiero

tolo Philosophy and Ethics of Aerospace Engineering; alla Matec Web


of Conferences del 2018 è stato presentato un paper intitolato Is En­
gineering Ethics Importuni /or Aerospace Engineers? Entrambi sono
reperibili in internet, ma in nessun caso si fa riferimento esplicito al
viaggio di privati nello spazio. Non dobbiamo infine dimenticare che
il direttore della Specola Vaticana, Guy J. Consolmagno, nel 2019 ha
fatto apparire sul Quaderno 4050 della «Civiltà Cattolica» un articolo
intitolato Gii usi pacifici delle risorse del sistema solare, dove peraltro
non v’è alcun esplicito riferimento al recente fenomeno mediatico del
cosiddetto “turismo spaziale”. Perché di fenomeno mediatico, e non
scientifico, si tratta. Vale ricordare che, come afferma Consolmagno
nel suo articolo, «nella sua enciclica Laudato si\ papa Francesco ha
dato grande risalto a vari problemi sociali e morali legati al cambia­
mento tecnologico, anche in relazione a innovazioni che nell’insieme
presentano, per la vita dell’uomo, grandi promesse di un futuro mi­
glioramento». Ora, conclude il direttore della Specola Vaticana, «ispi­
randoci alla Laudato si\ dobbiamo correggere l’attuale sproporzione
tra gli eccessivi finanziamenti a fini tecnologici e l’insufficienza di in­
vestimenti a beneficio dell’intera famiglia umana. Dobbiamo proporci
l’obiettivo di dare priorità alla stabilità dei legami sociali, scongiuran­
do ogni loro evitabile disgregazione derivante dal cambiamento tec­
nologico, cosa che certamente avverrebbe se trascurassimo di usare la
tecnologia per rispondere agli instabili bisogni della società».
«Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche
dell’estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c’è un piccolo
e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di
centoquarantanove milioni di chilometri, c’è un piccolo, trascurabilissimo
pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie,
sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi
da polso digitali siano un’ottima invenzione»: così incominciava la Gui­
Vi da galattica per autostoppisti, il romanzo fantascientifico umoristico di
JZ
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Douglas Adams, ma come spesso accade “castigat ridendo mores”.
ri
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Novembre
Dicembre
2021
Anno CIV Vita e Pensiero

Editoriale
Bruno Latour
Mutamento ecologico e cosmologia cristiana 5

Il centenario/Visto da fuori
Nicolò Lipari, Fiorenzo Facchini, Maria Grazia Girolimetto
Uno sguardo su diritto, scienza e spiritualità 16

Frontiere
Cristóbal Lopez Romero
La Chiesa che è in Marocco, ponte fra Africa ed Europa 30

Laura Silvia Battaglia


Il Libano fra rassegnazione e voglia di rinnovamento 38

Christopher Joseph
L’India sta cambiando fra sviluppo e nazionalismo 43

Focus
Antonio Campati
L’ambivalente geopolitica dei movimenti NoVax 50

Claudio Lucifora
Il sostegno alla famiglia e la novità dell’Assegno unico 57

Vincenzo Paglia
Un nuovo sguardo agli anziani dopo la tragedia del Covid 64

Scenari economici
Andrea Monticini
Elettrica, ibrida o a idrogeno: l’incerto futuro dell’auto 72
Discussioni
Anne-Marie Pelletier e Lucetta Scaraffìa
La Chiesa e le donne: l’ora delPeguaglianza 76

La questione
Uberto Motta
Dono d’amicizia. Sul valore della traduzione 85

Ferruccio Parazzoli
Lo spazio bianco e il Dna della scrittura 92

Maurizio Cecchetti
Scrittori fra Est e Ovest da Havel a Kundera 102

Spiritualità
Antonella Lumini
Un’evoluzione spirituale dopo due anni di pandemia NO

Polemiche culturali
Francis Fukuyama
Internet e la democrazia: fra potere e mediazione I 16

Marco Lodoli
Cosa leggono i giovani? La via del contagio subliminale 126

Paolo Molinari
Fascino e potere dei luoghi: la prospettiva geografica 131

Franco La Cecia
Se l’antropologia svela i trucchi dell’evoluzione 136

Vittorio Marchis
Nuove odissee nello spazio ed etica extraterrestre 140

L'intruso
Deborah Compagnoni
Il circo bianco a Pechino in attesa di Milano-Cortina 145

Chiuso in redazione il 26 novembre 2021

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