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VITA
È danese, nasce a Copenaghen nel 1813 riceve fin da piccolo un’educazione religiosa severa,
incentrata sul profondo senso del peccato viene introdotto agli studi di teologia per diventare
pastore protestante
Ha un carattere malinconico e disperato
Da giovane si fidanza con una sua coetanea= Regina Holsen dopo un anno il fidanzamento
finisce, provocando in kierkegaard un forte dolore Kierchegaard rimarrà devoto alla regina
holsen per tutta la sua vita
1830: inizia a studiare teologia, ma ciò che lo interessa davvero è la filosofia
1840: prende i voti e diventa pastore luterano ciò avrà un importante ruolo nella sua vita
1841: pubblica la sua tesi di laurea sul concetto di ironia
1843: pubblica “Aut Aut”= o o e pubblica anche “Timore e tremore”
1844: pubblica uno scritto sul concetto di angoscia
Kierkegaard ha l’obbiettivo di descrivere i diversi stadi della vita, passando dal concetto estetico al
concetto etico e a quello religioso
1855 muore, a 42 anni
CONCETTO DI IRONIA
Tesi di laurea (1841) sul concetto di ironia con quest’opera di ha l’inizio della critica rivolta ad
hegel
Il concetto di ironia fa riferimento all’ironia socratica ironia socratica è oggetto dei romantici
tedeschi i romantici tedeschi la interpretano come una relativizzazione del finito=> lo studio di
socrate è incentrato sulla persona umana la visione del bene di socrate è una visione legata alla
persona umana anche il concetto di ironia socratica è legata al singolo, a una sorta di
individualità dell’essere umano il concetto di ironia per kierkegaard non ha significato della
relativizzazione del finito, ma è un’espressione dialettica del soggetto
Kierkegaard condivide la critica che hegel fa dell’ironia socratica critica la visione dei romantici=
l’ironia considerata una relativizzazione del finito l’essere è sapere di non sapere il soggetto è
libero da ogni costrizione della realtà e proprio in questa ironia si costruisce e si afferma il
soggetto il soggetto però è inteso come nozione di possibilità il sapere di non sapere nega la
realtà data ma afferma la soggettività la negazione della realtà è affermazione del soggetto
L’individuo rivela la finitezza della realtà e al tempo stesso negando il fatto che la realtà sia infinita,
di fatto da alla soggettività una possibilità infinita dal soggetto che nega l’infinità della realtà il
soggetto afferma la nozione di possibilità qui ci si inizia a distaccare da hegel, in cui tutti ivece
ricade sotto il necessario in kierkegaard si determina per se stesso, non ha bisogno di
determinazioni necessarie, si determina con la propria soggettività affermando di sapere di non
sapere
Nell’infinita soggettività di kierkegaard è presente sia l’individuo come singolo sia l’assoluto= dio
dio però è il dio persona del cristianesimo questa infinità pone l’uomo in una sorta di
sdoppiamento della personalità: esiste come soggetto individuale ed esiste come soggetto che si
rapporta all’assoluto= a dio
Una delle innovazioni della filosofia di Agostino è l’introduzione del termine persona (sconosciuto
nell’antichità) il termine persona era conosciuto solo in senso giuridico, con agostino diventa
persona in tutto e per tutto la novità del cristianesimo è il porre al centro la persona, non più
l’individuo (persona è dotata di volontà e di caratteristiche uguali a quelle di dio, dio è una oersona
all’ennesima potenza)
Kierkegaard è un pastore luterano, Lutero era un monaco agostiniano insegnamento di Sant.
Agostino è molto resente in kierkegaard, ed è presente anche nel rapporto tra uomo e dio la
volontà della persona è volontà libera rapporto tra uomo come persona e dio come persona è
concepito da kierkegaard in termini di pura libertà, di semplice possibilità l’uomo non si rapporta
a dio necessariamente (come era in hegel), ma liberamente kierkegaard non vuole dare una
spiegazione razionale alla fede (cosa che voleva fare hegel), per questo rivaluta il concetto di
ironia l’uomo è libero dalle proprie determinazioni, è dotato di libertà, l’essere umano ha una
volontà libera kierkegaard ribadisce la libertà e la possibilità dell’essere umano
AUT AUT
Pubblicata in forma anonima
La critica di kierkegaard è una critica puntuale ad hegel
Il compito della filosofia hegeliana è quello di mediare tra le varie posizioni e le risolve in tesi,
antitesi, sintesi è una mediazione dialettica della filosofia, ed è una mediazione necessaria in
kierkegaard invece è nella vita la scelta, l’uomo è libero, l’uomo può scegliere
Opera che fornisce una serie di opposizioni (aut aut= o o) la prima di queste contrapposizioni è
quella tra la vita estetica e la vita etica:
1) Vita estetica= vita dedita al piacere dei sensi vita vissuta e goduta ogni singolo istante, senza
preoccuparsi del futuro figura protagonista della vita estetica è il don giovanni di Mozart= è
un personaggio che riesce a sedurre migliaia di donne ma alla fine non ne possiede nemmeno
una il fatto che il Don Giovanni sia un personaggio uscito dal mondo dell’arte (dall’opera di
Mozart) rende la musica la più sensibile tra le arti la musica non passa attraverso il concetto,
ma è una sensualità estetica in generale l’uomo che diventa esteta sceglie questo tipo di vita
per sfuggire alla noia quotidiana questo tentativo di sfuggire alla noia quotidiana non riesce a
fissare il termine dell’oggetto della sua passione, e quindi dalla noia si passa alla disperazione
kierkegaard non da un giudizio morale al seduttore ma descrive questo personaggio, che tenta
di fuggire alla noia e finisce per cadere nella disperazione
2) Vita etica= vita che può essere abbracciata solo con la libera scelta, non c’è un passaggio tra
vita estetica e vita etica, sono due vita del tutto diverse la vita etica è caratterizzata da
impegni, valori, fedeltà, doveri e lavoro il simbolo della vita etica è l’assessore Guglielmo= un
marito fedele e dedito alla sua professione di funzionario statale (anche hegel descrivendo la
figura perfetta aveva scelto il funzionario statale) Guglielmo dedica la sua vita agli impegni
lavorativi e nei confronti della famiglia, ai lavori, alla fedeltà, al lavoro neanche questa vita è
pienamente soddisfacente, perché per quanto l’uomo si impegni a raggiungere la vita etica,
questa vita non lo riscatterà mai dal peccato nonostante l’assessore guglielmo sia dedito ai
suoi impegni, di fatto questa vita non lo riscatta dall’essere un peccatore kierkegaard si rende
conto che neanche essere eticamente corretti porta alla pace e al riscatto dal peccato unica
via per riscattarsi dal peccato è il pentimento vita religiosa
3) Vita religiosa= è una vita che si sceglie liberamente se ne parla in “timore e tremore” la
vita religiosa non è una condizione di tranquillità d’animo e obbedienza alle regole, ma il
rapporto tra uomo e religione si fonda sul timore e sul tremore l’uomo si trova solo di fronte
a dio e decide di abbandonarsi completamente a dio con un atto di fede, e la fede non vuole la
ragione il simbolo di questa vita religiosa è Abramo= figura biblica che è pronta a sacrificare il
figlio isacco per dio, ma andando di fatto contro l’etica eticamente è sbagliato l’omicidio, e
ancora di più l’omicidio di un padre verso il figlio abramo è spinto dalla fede a sacrificare suo
figlio, la cosa più importante che ha, andando contro i dettami della natura e dell’eticala
religione è una scelta superiore nella quale l’uomo si abbandona totalmente a dio la fede
diventa certezza immediata, non deriva dalla ragione, ma la fede agisce contro il modo di
pensare comune
Kierkegaard per presentare le tre vite si serve di 3 figure, come aveva fatto hegel pero in
kierkegaard resta il problema della possibilità: l’uomo è libero, c’è il possibile, non esiste il
necessario l’uomo sceglie in ogni condizione, di tutte queste possibilità kierkegaard analizza le tre
fondamentali
Alla base di tutto il ragionamento di kierkegaard è la libertà, la possibilità