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1.

CRISI BORSISTICA 1929: negli anni ‘20 c’è una ripresa produttiva, una
ripresa commerciale anche dei vecchi sistemi monetari dell’800 in cui
ciascun paese ssava la sua moneta sulla base dell’oro e ciò dura no ad
un momento di inciampo, cioè lo scoppio di una bolla speculativa negli
USA a causa del sistema poco regolato negli anni ‘20, le amministrazioni
repubblicane non avevano messo dei limiti per cui c’erano delle banche
che avevano un capitale per esempio di 100 e compravano titoli per
1000, ovviamente facendosi prestare dei soldi, ma non avevano una
riserva di capitale talmente solido da essere responsabili in caso
appunto di un crollo. Quindi la gente comincia a ritirare i risparmi,
avviene la corsa agli sportelli e la gente non investe più. La crisi diventa
una crisi mondiale perché gli USA avevano fatto dei nanziamenti per
sanare i debiti di gran parte degli Stati europei dopo la guerra, avevano
investito capitali PRIVATI in Europa. ROOSVELT cerca di attuare un
programma per risanare il paese con un nuovo progetto, il NEW DEAL,
che prevedeva che ogni paese doveva crearsi un proprio sistema
economico politico chiuso, una propria area di in uenza cercando di
entrare in competizione con gli altri paesi. Tutti i paesi attuarono il New
Deal a parte Giappone e Germania. Il Giappone aveva un’area di
in uenza in Cina e in Russia. Ma il Giappone dipende da altri paesi per il
rifornimento delle sue materie prime, come la Malesia che era una
colonia britannica, ma quando la GB chiude la propria area, il Giappone
è in dif colta, quindi decide di espandere i suoi con ni in Manciuria, dal
‘35 al ‘36 si sviluppa verso la Cina del Nord, c’è l’occupazione di Pechino,
Nanjing e Shanghai. La Germania invece ha delle limitazioni a causa
della guerra, quindi non ha un’in uenza naturale, qui emerge la gura di
Hitler. Mussolini si pone il problema di salvare il sistema e lancia una
ideologia che si chiama CORPORATIVISMO, cioè l’idea che lo Stato
favorisca la convergenza di tutti gli interessi del Paese intorno alle
necessità di fare grande la Nazione. Quindi gli imprenditori devono
collaborare con i lavoratori, lo Stato salverà le imprese in dif coltà
intervenendo in maniera pratica e il governo fascista fare sì che lo Stato
compri azioni attraverso società nanziarie che vengono raccolte intorno
all’IRI (istituto per la ricostruzione industriale).

2. DISCESA DI HITLER: Hitler mette in piedi un partito nazional socialista,


è un partito che si ispira in parte a quello fatto da Mussolini in Italia
perché ha quell’idea di far convergere il socialismo in una comunità con
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la nazione. Mussolini ci ha messo 5-6 anni (dal ‘22 al ‘27), Hitler ci mette 6
mesi (‘33).
La differenza con Mussolini è che Hitler prende molto più radicalmente
l’antisemitismo, cioè l’idea che il capro espiatorio delle dif coltà
tedesche siano gli ebrei. Fa un programma in tre tappe:
- bisognava dare alla Germania la forza di poter agire a livello
internazionale: cercando di riarmarsi e cercando di aggirare i limiti del
trattato di Versailles senza farsi fermare dagli avversari
- bisognava unire tutti i tedeschi d'Europa sotto il governo dell’unico
Reich, dell’unico Stato tedesco: cercando di applicare un’annessione con
tutti quei paesi che usassero il tedesco come lingua principale: Polonia,
Boemia e anche Austria
- bisognava creare il Lebensraum (lo spazio vitale): creare una grande area
europea in cui ci siano i Paesi dell’est che forniscono materie prime, che
comprano beni dalla Germania e che facciano il lavoro servile. L’obiettivo
di Hitler era creare una grande Germania uni cando i popoli di lingua
tedesca, ciò rimette in piedi la questione austriaca, nel ’38 riuscì a
conquistare l’Austria con una strategia di sollevamento del problema
all’interno, cioè presentare la cosa come offesa al senso della nazione e
quindi poi imporre la soluzione che lui voleva. Ciò funzionò benissimo in
Austria nel marzo del ‘38. Hitler tenta di fare lo stesso in Boemia /
Moravia, poi con Praga che resistette. Mancava il tentativo della
Cecoslovacchia e della Polonia da parte di Hitler, ma qui intervenne
Mussolini che decise di fare un congresso. Al congresso di Monaco
parteciparono Italia, Francia, Gran Bretagna e la Germania. Hitler dice
che la Cecoslovacchia sarebbe stata la sua ultima richiesta (non è vero,
mancava ancora la Polonia), la Francia e la GB accettano pur di
scongiurare un’altra guerra. Unione sovietica e Germania fanno il PATTO
DI NON AGGRESSIONE (Ribbentrop-Molotov) che prevedeva la
spartizione della Polonia tramite un protocollo segreto. Quindi se Hitler si
fosse preso la parte di Polonia dove ci sono cittadini tedeschi allora
avrebbe dovuto dare a Stalin la parte di Polonia orientale. Questa fu la
mossa cruciale che permise a Hitler di invadere la Polonia il 1 Settembre
1939 e inizia la guerra in occidente Germania vs. Francia e GB. All’inizio
fu una guerra di rapido successo per Hitler in quanto i francesi nel giro di
due mesi chiedono la resa e gli inglesi scappano.

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3. CASO DELL’ETIOPIA: Mussolini cerca di conquistare un impero in
Etiopia nel ’35. L'Etiopia era uno stato forte, non da “civilizzare”. Fatto sta
però che l’Etiopia era un Paese altamente simbolico per Mussolini
perché l’Italia aveva già provato a colonizzarla ai tempi di Crispi. Riesce a
occuparla, ma il prezzo da pagare è la rottura con la societa delle
nazioni, che impone delle sanzioni non troppo pesanti, avendo paura
che cio spingesse l’Italia nelle mani di Hitler. Non si arriva a questa
rottura, ma Mussolini prende le sanzioni come un elemento di
propaganda nazionalista e questa rottura è quello che porta Mussolini in
direzione di avvicinarsi ad Hitler —> si crea l’asse ROMA-BERLINO.

4. GUERRA CIVILE SPAGNOLA: durò tre anni, dal 1936 al 1939. Nel 1931 in
Spagna aveva preso piede la repubblica, che aveva assunto un carattere
anticlericale, nel 1936 ci furono le elezioni, dove vinse il fronte popolare,
cioè un accordo dei partiti di sinistra esteso no ai comunisti. La Spagna
si divide in due: da una parte i repubblicani, dall’altra i nazionalisti. La
guerra civile diventa oggetto di intervento internazionale, perché la
Germania sostiene i nazionalisti con Francisco Franco e dall’altra i
repubblicani con l’Unione sovietica alleata. Quindi si crea un fronte
internazionale del fascismo, contro un altro fronte dell’antifascismo. La
guerra fu vinta dai nazionalisti di Francisco Franco, che governerà la
Spagna no alla sua morte. La dittatura di Francisco Franco durò quasi
30 anni.

5. FATTI PIU IMPORTANTI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE: l’Europa


è diventata una grande fortezza nazista, rimane fuori solo la Gran
Bretagna grazie al rapporto tra Churchill e Roosvelt. Roosvelt ha un
atteggiamento politico e diplomatico totalmente contrario a Hitler, e
vuole evitare che Hitler si rafforzi con un'Europa controllata solo dalla
Germania. Però allo stesso tempo non è abbastanza forte politicamente
da poter portare la nazione in guerra contro Hitler. Roosevelt fa
approvare dal congresso una legge che dice che il presidente può
af ttare o prestare materiali bellici a qualsiasi Paese la cui sicurezza è
ritenuta importante per gli USA e dunque avvia una sorta di sostegno
indiretto allo sforzo militare inglese. Questa specie di equilibrio creatosi
in Europa nel ‘41 cambia nel PATTO TRIPARTITO: quel patto tra
Germania, Giappone e Italia (alleanza delle potenze della destra
militariste), sono 2 le decisioni cruciali:
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- nel 1941 Hitler decide di rompere il patto con Stalin, perché temeva che
Stalin si stesse rafforzando. Dopo aver scatenato l’operazione Barbarossa,
cioè l’invasione della Russia partendo dalla Polonia, si lanciò in queste 3
direttive di espansione: una che va a Nord verso il Baltico; una che va
verso Mosca e una che va a sud verso il Mar Nero (petrolio). Per un anno
e mezzo questa offensiva funziona perché la prima reazione dell’esercito
russo è veramente debole e l’unica soluzione di Stalin è quella di ritirarsi,
e quindi sembra all’inizio che sia una guerra lampo. Però il punto è che
questa offensiva è stata messa in campo senza che Hitler ne discutesse
con gli alleati.
- i giapponesi, invece di supportarli, decidono di affrontare la Questione
del Paci co, la questione della pressione americana che vuole togliergli
l’orizzonte del commercio, di scambio, di materie prime, di esportazione
di prodotti nell'area del sud est asiatico. I Giapponesi dunque lanciano
un attacco a Pearl Harbor di sorpresa (1941) con l’idea che se riescono a
eliminare la otta americana del paci co, riuscirebbero a cacciare gli
americani da tutto il sud est asiatico. Quindi gli USA dichiarano guerra al
Giappone, di conseguenza Hitler e Mussolini dichiarano guerra agli Usa
perché sono alleati. Avviene quindi uno scontro ideologico tra Fascisti vs
Antifascisti e la vittoria dell’uno determina la cancellazione dell’altro,
non si può trovare un compromesso. Si ritorna ad una guerra di
logoramento nella quale vince chi ha più risorse. Alla ne del 1943 c’è
un'inversione dove avviene una battaglia aeronavale in cui gli americani
fermano i giapponesi con la scon tta delle truppe tedesche a
Stalingrado. 1943 la guerra delle potenze dell’asse è scon tta. Nel 1945
Churchill, Roosevelt e Stalin si incontrano a Yalta, dove prendono
decisioni provvisorie come la ricostruzione della Polonia e la decisione
della Germania scon tta.

6. ITALIA NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE: l’Italia è un alleato della


Germania, ma non entra in guerra nel ‘39 perché Mussolini dice di non
avere la possibilità di mobilitare subito le truppe poiché si era
impegnato nella guerra in Etiopia. Mussolini sa bene che Hitler possa
sospettare che, come era successo durante la prima guerra mondiale,
l’Italia potesse entrare in guerra successivamente per porsi dalla parte
dei vincitori e dunque Mussolini dichiara che questa non è una neutralità
ma è solo una NON belligeranza. Quando però Hitler scon gge la
Francia allora Mussolini entra in guerra perché vuole sedersi al tavolo
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della Pace, vuole avere la possibilità di conquistare il bottino di guerra.
L’Italia era entrata in guerra nel giugno del ‘40, l’idea di Mussolini nel
portare l’Italia nel con itto era fare una guerra parallela, cioè aiutare i
nazisti, ma soprattutto perseguire gli obiettivi che si era posto, tra cui
l’imperialismo, l’Italia ha bisogno del proprio orizzonte imperiale e lo
può ottenere in 2 direttive: o tramite la direttiva mediterranea (Libia) o
tramite la direttiva balcanica (Albania), era più importante la direttiva
mediterranea perché qui c’era un obiettivo speci co: partendo dalla
Libia si poteva arrivare al canale di Suez che era importantissimo per gli
inglesi che passava per Malta, Gibilterra e arrivava no all’India e
all’impero asiatico inglese. Quindi se l’Italia fosse entrata in guerra la GB
era sotto scacco. Invece Mussolini compie una scelta diversa decidendo
di puntare sulla direttiva balcanica, ma non aveva una certezza di
successo anzi l’esercito greco resiste, le truppe italiane sono
scarsamente armate e fanno fatica a muoversi a cavallo nelle montagne
tra l’Albania e la Grecia e quell’operazione diventa subito un fallimento.
Chiede aiuto a Hitler che manda delle truppe tedesche che occupano
tutti i Balcani, ma sarà una conquista tedesca, non italiana. Mussolini a
causa di scelte sbagliate, non riuscirà a vincere militarmente campagne
importanti e non riuscirà a riportare l’impero come ai tempi di Roma.
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