Sei sulla pagina 1di 4

Capitolo 2

L’EUROPA FEUDALE E I TENTATIVI DI RINASCITA IMPERIALE


TERRITORIO, POTERE, E SOCIETA’
LE ORIGINI DEL FEUDALESIMO
Il sistema feudale nacque dalla fusione di due processi già in atto: il vassallaggio, ovvero la prassi
dei re franchi e poi carolingi di legare a se guerrieri in cambio di un beneficio, e la diffusione sul
piano economico e produttivo della signoria terriera.

LE TRASFORMAZIONI DEL RAPPORTO VASSALLATICO


Il vassallaggio divenne il modello dei rapporti fra uomini liberi , un contratto tra un signore e un
vassallo. Ogni aspetto della vita comunitaria era affidata all’arbitrio del feudatario. Al posto di legggi
uguali per tutti, si affermava la dipendenza individuale di ogni uomo dalla volontà di un altro. Essi
erano rapporti parietari dettati dai bisogni reciproci, ed attraverso essi nelle campagne i signori
potevano disporre della manodopera necessaria, mentre i contadini ottenevano forme di tutela o
giustizia. Il legame vassallatico era legato al beneficio: consisteva nella concessione di un bene, come
una terra data in usufrutto, in cambio di un servizio. Questo beneficio costituì la “base reale” del
vassallaggio.
CONCESSIONI DELLE IMMUNITA’ E FRAMMENTAZIONE DEL POTERE
Lo storico Marc Bloch in una sua opera distingue due età feudali, la prima (X e XI secolo) in cui si
formano e si consolidano i legami vassallatici, e la seconda ( XII e XIII secolo) che corrisponde alla
formazione delle grandi monarchie. Nella prima fase i latifondisti ottennero l’investitura del
sovrano, mentre conti e marchesi furono ricompensati con estesi benefici territoriali. A rafforzare
l’autonomia dei feudi contribuirono le attribuzioni dell’immunità, ovvero la rinuncia del re ad
esercitarvi i propri diritti. I grandi feudatari poterono imporre tasse, arruolale eserciti, battere
moneta.
I GRANDI FEUDI DIVENTANO ERDEITARI: IL CAPITOLARE DI QUIERZY
L frammentazione del potere si accentuò quando il sovrano riconobbe ai propri vassalli la facoltà di
instaurare ulteriori rapporti di vassallaggio. Al di sotto dei feudatari comparvero i valvassori che
potevano a loro volta subinfeudare le terre ai valvassini. Si venne a formare una struttura gerarchica
che andava dal re fino ai feudatari minori. Questo sistema di governo per paralizzare l’efficacia
all’azione del sovrano, ogni beneficio era infatti vincolato unicamente al proprio signore. Quando il
re doveva effettuare una spedizione militare poteva contare solo sull’appoggio dei propri vassalli e
attendere che essi mobilitassero i corrispettivi valvassori, affinchè a loro volta provedessero a
coinvolgere i valvassini. La situazione si complicò ancora di più quando l’imperatore Carlo il Calvo,
con il capitalore Quierzy (877), fu cos tretto a riconoscere l’ereditarietà dei grandi feudi.
L’ERDEITA’ DEI FEUDI MINORI APRE LA STRADA ALL’ANARCHIA
170 anni dopo il capitolare di Quierzy, l’imperatore Corrado II il Salico, emanò la Costituto de Feudis
, un editto che rese ereditari anche i feudi minori. Il dovere alla fedeltà del sovrano si fece ancora
più debole. La giustizia del re divenne giustizia comitale , ovvero amministrata dai conti suoi vassalli.
Essi cominciarono ad esigere prestazioni militari a titolo personale, esonerando gli uomini liberi che
1
Capitolo 2

erano disposti a cedere terre in cambio di protezione. Nei secoli X e XI certi feudatari, pur
riconoscendo l’autorità del re, erano indipendenti. Questa situazione fu chiamata anarchia feudale.
UNA SOCIETA’ TRIPARTITA CHE RISPECCHIA L’ORDINE CELESTE
La società medievale era influenzata dalla fede religiosa. Tre erano i regni dell’oltretomba, tre le
persone di Dio, tre gli ordini della società: gli oratores, bellatores, laboratores. La supremazia
riservata ai primi due ordini (clero e nobiltà) appariva consona al volere di Dio . I sacerdoti e i chierici
assicuravano la mediazione fra la realtà terrena e la sfera del divino. La Chiesa fungeva da interprete
della volontà di Dio.

LA RINASCITA IMPERIALE: GLI OTTONI


LE CONTROVERSE VICENDE DEL REGNO D’ITALIA
L’anarchia feudale si manifestò dapprima nei territori dell’Italia centro-settentrionale. Tra l’877ne il
960 alcuni signori si contesero il trono senza però riuscire a conquistarlo stabilmente. Berengario I,
che fu il primo di questi re, tenne la corona a fasi alternate per 30anni. Un anno dopo l’elezione i
nobili gli contrapposero il duca Guido di Spoleto, che poi associò il trono al figlio. Berengario
riconquistò il titolo e fu detronizzato altre 2 volte da Ludovico di Provenza, prima che Rodolfo di
Borgogna lo fece uccidere.
IL PAPATO IN BALIA DELLA NOBITA’ ROMANA
Tra la fine del XI e la prima metà del X secolo si aprì un brutto periodo per il papato. Dopo l’assassinio
di papa Giovanni VIII scoppiarono violenti scontri tra le famiglie feudali romane. Un episodio
macabro di questi decenni fu il processo al cadavere di papa Formoso. Liberò il papa dalla prigione
di Castel Sant’Angelo perché costretto dalla nobiltà ad incoronare imperatore Lamberto di Spoleto.
In cambio ricevette la corona imperiale. Dopo pochi mesi il pontefice morì avvelenato. Il suo
successore Stefano VI, suo nemico, fece riesumare il cadavere, e lo portò in tribunale, rispondendo
per conto del papa defunto. Ordinò di strappargli le veste papali e tagliargli le dita usate per le
benedizioni e gettarlo nel Tevere. Il corpo venne raccolto da un monaco l’anno successivo, per
volere del nuovo papa Teodoro II. Nel frattempo Roma ed il papato caddero sotto il potere del
latifondista Teofilatto e della figlia.
IL REGNO DELLA GERMANIA SI CONSOLIDA
Anche nel regno di Germania i feudatari si opponevano all’accentramento monarchico. Tuttavia la
necessità di resistere alla pressione dei vichinghi contribuì a frenare il particolarismo feudale. La
svolta decisiva cominciò con il primo re della dinastia di Sassonia, Enrico. Esso riuscì estendere il
regno verso ovest. Toccò però al figlio Ottone I il compito di assicurare la difesa dei confini, dando
vita alla più solida monarchia dell’Occidente.
OTTONE I E I VESCOVI-CONTI
Per raggiungere questi obiettivi Ottone impose ridimensionando il ruolo dell’aristocrazia laica.
Cardine della riforma di Ottone I furono i vescovi-conti. Essi garantivano la fedeltà, rigore ed
efficienza. Ottone I, dotatosi di un esercito, riuscì ad imporre la propria supremazia su ducato slavo
di Boemia. In seguito riportò una vittoria sugli ungari a Lechfeld che pose fine alle incursioni di questi
ultimi.
2
Capitolo 2

LA COSTRUZIONE DELL’IMPERO GERMANICO


La collaborazione con la chiesa tedesca permise ad Ottone di puntare anche alla rinascita
dell’autorità imperiale. Ottone agì con cautela, aiutando inizialmente Berengrario II. Tuttavia, l’anno
dopo si schierò contro il suo ex alleato . Giunse a Pavia, dove fu proclamato re d’Italia, sposò la
vedova di Lotario per poi dover ritornare in Germania lasciando il potere ancora nelle mani di
Berengrario. Tornò in Italia 10 anni dopo, chiamato da papa Giovanni XI che lo incoronò imperatore.
Dopo aver sconfitto Berengrario, lo fece prigioniero e aggregò alla Germania il regno d’Italia, che
prese in modo definitivo la sua autorità.
L’IMPERATORE DETTA NUOVE REGOLE PER L’ELEZIONE DEL PAPA
Ottone stabilì delle norme per l’elezione del pontefice che mettevano il papa sotto la tutela
imperiale. Esse riconoscevano all’imperatore il diritto di confermare la nomina del papa, obbligando
quest’ultimo a giurargli fedeltà. Ottone approfittò di queste norme per deporre papa Giovanni XII,
che tramava a favore di Berengario, e fare eleggere Leone VIII. Dopo la partenza dell’imperatore il
popolo ed il cloro romano rifiutarono il nuovo papa e gli opposero il cardinale Benedetto V. Ottone
assediò Roma costringendo gli abitanti ad accettare Leone VIII, che divenne papa per la seconda
volta il 23 giugno 964.
LE SPEDIZIONI IN ITALIA MERIDIONALE E L’ACCORDO CON BISANZIO
Nel 966 Ottone tentò di estendere il proprio dominio all’Italia meridionale. L’impresa suscitò
l’ostilità dei bizantini. Per evitare lo scontro il sovrano tedesco dovette aprire delle trattative con
l’imperatore d’Oriente Giovanni I Zimisce. Esso gli procurò il riconoscimento del titolo imperiale da
parte di Bisanzio e il consenso tra il propri figlio e la principessa bizantina. L’impero creato da Ottone
rimaneva comunque un impero germanico. Alla sua morte la corona imperiale passò al figlio Ottone
II, il quale andò in contro ad una grave sconfitta da parte dei musulmani cercando di annettere le
terre promesse in dote da Teofano.
LA RIFONDAZIONE DELL’IMPERO: IL SOGNO INFRANTO DI OTTONE III
Il suo erede Ottone III aveva 3 anni quando venne incoronato re di Germania. Egli venne sottoposto
alla reggenza della made e poi della nonna. Divenuto 15enne il sovrano si trasferì a Roma, dove
elesse al pontificato il suo precettore Gerberto d’Aurillac, con il nome di Silvestro II.
IL FALLIMENTO DEL PROGRAMMA DI RINNOVARE L’IMPERO
Ottone III intendeva ridar vigore all’impero, il suo progetto però incontrò molti avversari. Nel 1001
una ribellione popolare lo costrinse a fuggire da Roma, insieme a papa Silvestro II. Ottone III morì,
forse di malaria, a 22 anni, proprio quando la principessa bizantina Zoe giunse in Italia per sposarlo.
Il suo corpo venne seppellito accanto le spoglie di Carlo Magno.
LA DINASTIA DI FRANCONIA E L’EREDITA’ DEI FEUDI MINORI
Alla morte di Ottone III la corona andò al cugino Enrico II. Il nuovo imperatore volle riportare ordine
nei territori tedeschi e contrastare i feudatari ribelli. Egli era molto religioso e cercò anche di
promuovere una riforma morale del clero secondo lo spirito dell’ordine cluniacense. Enrico non
lasciò eredi, a succedergli fu Corrado II il Salico, che diede inizio alla dinastia di Franconia. Corrado
consolidò il suo potere appoggiandosi alla chiesa e riuscì ad allargare i confini dell’impero con la
3
Capitolo 2

conquista del regno di Borgogna. Durante il suo governo la piccola nobiltà cominciò a reclamare lo
stesso diritto all’eredità dei feudi che i grandi feudatari avevano già acquisito nel IX secolo. La rivolta
dei vassalli minori prese avvio in Lombardia. NEL 1036 i valvassori di Milano si scontrarono con i
grandi feudatari e con l’arcivescovo Ariberto. Non riuscendo ad ottenere da quest’ultimo il diritto
all’eredità dei loro feudi i valvassori chiesero l’intervento di Corrado II. L’imperatore si schierò a
favore dei valvassori, ordinando l’arresto di Ariberto. L’arcivescovo si dichiarò suo nemico ma nel
1042 una sollevazione lo cacciò dalla città. Nel frattempo Corrado II emanò la Constitutio de feudis,
una legge che dichiarava ereditari anche i feudi minori.

Potrebbero piacerti anche