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Capitolo 6

Occidente e Oriente
La costruzione dell’impero islamico
I califfi Omayyadi e l’espansione islamica

L'espansione islamica era cominciata subito dopo la morte del Profeta Maometto (632), che aveva unificato
la penisola arabica diffondendo la religione di Allah tra i beduini (i nomadi del deserto). A guidarla furono i
califfi della dinastia omayyadi, una ricca e potente famiglia mercantile della Mecca; essi spostarono la capitale
della comunità musulmana in Siria, a Damasco. Le loro conquiste seguirono due direzioni differenti:

 verso est, dove distrussero l'Impero persiano, penetrando in Oriente sino al fiume Indo
 verso nord, dove sottrassero ai bizantini la Siria, l'Egitto, la Cirenaica e la Tripolitania, affacciandosi
sul Mediterraneo e occupando tutta l'Africa settentrionale.

Gli arabi conquistarono la Spagna e la Sicilia

Nel 713, gli arabi strapparono la penisola iberica ai visigoti. Poi si spinsero oltre i Pirenei, ma furono respinti.
Durante il IX secolo sbarcarono in Sicilia, dove introdussero le colture del riso e degli agrumi e diedero un
forte impulso all'economia dell'isola.

Gli arabi si mostrarono tolleranti verso i popoli vinti, concedendo la libertà di culto in cambio di un tributo. I
convertiti ebbero la possibilità di entrare nella èlite dominante, senza alcuna discriminazione.

Una civiltà aperta al commercio e alla cultura

Mentre in Europa nasceva l’Impero carolingio, i califfi della nuova dinastia abbaside giunsero a dominare uno
spazio immenso e molto popolato. Trasferita la capitale a Baghdad, in Mesopotamia, fecero del mondo arabo
un vivace crocevia di uomini, merci, saperi, idee. Assenza di dogane, amministrazione efficiente, tolleranza
religiosa, unità linguistica, assimilazione delle altre culture: furono questi i fattori che resero la civiltà islamica
assai più avanzata di quella europea. Tradotti in arabo e commentati dai grandi filosofi musulmani Avicenna
e Averroè, giunsero in Occidente, i classici del pensiero greco, tra cui i testi di Aristotele. Agli scienziati
islamici, inoltre, si devono importanti scoperte nella matematica, nella medicina, nella geografia e
nell'astronomia, oltre a innovazioni tecniche nella nautica e nell'agricoltura.

Viaggiatori per tede e devozione: i pellegrini

Durante i primi secoli del Medioevo i viaggi erano rari e pericolosi. Dopo il Mille, la situazione migliorò. Oltre
ai mercanti, altre persone presero quindi a muoversi sempre più spesso, anche verso mete lontane.

La fede religiosa spingeva infatti molti credenti a mettersi in cammino per visitare i luoghi santi, cioè quelli
legati alla vita e alla passione di Cristo, in particolare Gerusalemme, la "Terrasanta" Ma anche altri luoghi,
come Roma, la città di san Pietro e dei papi, o Santiago di Compostela dove erano custodite le spoglie di san
Giacomo attiravano molti fedeli.

L’arrivo dei turchi selgiuchidi in Terrasanta

I turchi, popoli di stirpe mongola dell’Asia centrale, si erano convertiti all’islam. Abili guerrieri, migrarono in
massa verso ovest, penetrando prima in Persia e poi in Mesopotamia.

Impadronitisi del califfato di Baghdad (1055), per il quale avevano combattuto come mercenari, nel 1071
travolsero l'esercito bizantino a Manzikert, facendo prigioniero l'imperatore Romano IV Diogene e
proseguendo alla conquista dell'Asia Minore, dell'Armenia, della Palestina e di Gerusalemme. Per secoli i

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dominatori arabi si erano mostrati ospitali e tolleranti con i pellegrini cristiani. Dopo la caduta di
Gerusalemme nelle mani dei turchi cominciarono invece a giungere in Europa racconti di eccidi compiuti per
motivi religiosi o distruzioni di chiese e comunque non fu più possibile raggiungere la Terrasanta. Nacque
dunque l'esigenza di liberare i luoghi santi dagli "infedeli".

L’espansione dell’Europa sotto il vessillo della croce

La fede religiosa fu dunque una delle spinte al controverso fenomeno delle crociate, destinato a incrinare per
lungo tempo le relazioni tra l'Europa e l'islam. In meno di due secoli, tra il 1095 e il 1270, ne furono
organizzate otto. Attraverso appositi bandi, i papi incitarono sovrani, cavalieri e popolani alla lotta armata
per la riconquista di Gerusalemme, promettendo loro l'indulgenza plenaria, cioè la remissione dei peccati. Il
vessillo adottato da tutti i volontari era la croce, simbolo del cristianesimo. Da qui, la definizione di "crociati".
A incoraggiare queste spedizioni militari concorsero però molteplici fattori: oltre all'esigenza di rendere
sicure le mete dei pellegrinaggi cristiani, c'erano anche le ambizioni della piccola nobiltà, interessata a
conquistare nuovi feudi, e le mire del papato, deciso ad affermare la propria supremazia politica sulla
cristianità. Le crociate furono perciò una conseguenza dell'espansione demografica, economica e
commerciale dell'Occidente. Nello stesso periodo, infatti, feudatari, contadini e monaci tedeschi
colonizzarono anche ampie zone dell'Europa orientale.

Tutti in Palestina: papa Urbano II e la prima crociate

A lanciare il primo appello per la liberazione del Santo sepolcro fu papa Urbano II. Lo fece nel 1095 dalla
Francia, durante il concilio di Clermont-Ferrand. In verità, il pontefice invitava i fedeli a compiere un
pellegrinaggio di penitenza in Palestina e a soccorrere, se necessario anche con le armi, la Chiesa d'Oriente,
minacciata dall'arrivo dei turchi. Era occorso del tempo perché le richieste d'aiuto provenienti da Bisanzio
fossero ascoltate, perché il Grande Scisma del 1054 aveva sancito la separazione tra la Chiesa cattolica e la
Chiesa ortodossa.

Il bando del papa intendeva incanalare verso una finalità religiosa l'indole guerriera dei cavalieri feudali,
spesso dediti a violenze gratuite e saccheggi, che diffondevano panico e insicurezza tra la popolazione. Contro
quegli eccessi si erano levate le voci di molti uomini di Chiesa, i quali invocavano la "pace di Dio.

15 luglio 1099: Goffredo di Buglione conquista Gerusalemme

L'appello di Urbano II, però, non fu raccolto solo dai nobili, ma anche da pellegrini, servi desiderosi di libertà,
mercanti attratti dalla prospettiva di ampliare il loro giro d'affari. Nel 1096 circa 100 mila guerrieri provenienti
da tutta l'Europa cristiana si mossero alla volta della Terrasanta con una croce dipinta sugli scudi, sugli abiti
sulle bandiere. Capitanati da Goffredo di Buglione, conte di Anversa, e da Raimondo IV di Saint Gilles, conte
di Tolosa, dopo alcune vittorie riportate sui turchi in Asia Minore i crociati strinsero d'assedio Gerusalemme,
espugnandola il 15 luglio 1099. Entrati in città si diedero però al massacro di musulmani e di ebrei, gettando
un'ombra di disonore sull'esito dell'impresa. Nel frattempo, era partita anche la cosiddetta "crociata dei
poveri" formata da mendicanti, contadini, vagabondi e fanatici. Privi di armi idonee e mal guidati, ma
infiammati dai discorsi di Pietro l'Eremita, un predicatore che li incitava, essi finirono per saccheggiare varie
città e compiere terribili violenze ai danni delle comunità ebraiche che vivevano nella regione del Reno.
Arrivati a destinazione, furono dispersi e uccisi dai turchi.

La breve stagione dei regni cristiani in Medio Oriente

In seguito alla cacciata dei turchi e alla vittoria dei crociati in Palestina, si formarono alcuni "Stati latini", che
vennero assegnati ai principali condottieri della spedizione e suddivisi in feudi secondo il modello europeo.
Quello più importante, ossia il Regno di Gerusalemme. Una parte dei territori sottratti ai bizantini dai turchi
selgiuchidi fu invece restituita all'Impero d'Oriente. I regni cristiani ebbero però una vita molto breve. A meno

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di un secolo dalla sua liberazione, Gerusalemme cadde di nuovo nelle mani degli "infedeli" per opera di un
sultano turco Saladino.

L'esito fallimentare delle altre crociate

Nessuna delle crociate successive ebbe il successo della prima. Le forze "cristiane" non sarebbero mai più
riuscite a impossessarsi della Terrasanta, malgrado il sostegno e la partecipazione di molti sovrani europei.

 Alla seconda crociata (1147-49) aderirono il re di Francia Luigi VII e l'imperatore Corrado III.
 La terza crociata (1189-92) fu condotta, invece, dal sovrano francese Filippo Augusto, dal re
d'Inghilterra Riccardo Cuor di Leone e dall'imperatore Federico I Barbarossa, il quale morì annegando
in un fiume.
 Durante la quarta crociata (1202- 04). Venezia, divenuta una grande potenza navale, decise infatti di
modificare l'itinerario delle truppe cristiane, facendole approdare a Costantinopoli (1204). Anziché
battersi contro gli "infedeli", i crociati saccheggiarono la città e deposero l'imperatore d'Oriente. Nel
1291 i turchi ripresero San Giovanni d'Acri, ultimo baluardo cristiano in Palestina.

L’offensiva cristiana per la conquista della Spagna

L’offensiva cristiana contro il mondo islamico s’indirizzo anche verso la penisola iberica. La Reconquista della
Spagna si concluse nel 1492 con la caduta del regno musulmano di Granada.

Tra il 1050 e il 1250 si costituirono e si ampliarono i quattro principali regni iberici “cristiani”: Leòn, Castiglia,
Aragona e Portogallo. Le motivazioni religiose coincisero con gli obbiettivi politici delle monarchie feudali.

L’Europa e l’Oriente: l’Impero Mongolo


Bisanzio raccoglie l’eredità imperiale dell’antica Roma

Nel V secolo, mentre l'Impero romano d'Occidente crollava per effetto delle Invasioni barbariche, I'Impero
d'Oriente aveva mantenuto un forte apparato militare, una flotta potente e una solida struttura politica e
amministrativa, Grazie a una burocrazia fedele ed efficiente, le casse dello stato venivano regolarmente
rifornite dagli introiti dei prelievi fiscali. Le monete coniate dalla zecca imperiale garantivano l'esistenza di
una florida economia di merca- to, dando impulso all'artigianato e ai commerci. Costantinopoli era ancora il
principale punto di incontro degli scambi fra l'Asia e il Mediterraneo.

L'Impero d'Oriente nella morsa di arabi, bulgari e slavi

Un decennale conflitto con i persiani aveva logorato l'Impero bizantino per il quale cominciò un lungo periodo
di decadenza. Pressato ai confini da altri popoli, l'Impero d'Oriente dovette col tempo rinunciare a una parte
dei propri territori:

 a nord e a est per le incursioni dei bulgari e degli slavi


 a sud per l'avanzata degli arabi

Verso la metà del IX secolo, il dominio bizantino comprendeva soltanto l'odierna Turchia, la Grecia, le isole
egee e la Tracia. A quel punto, anche i legami con l'Occidente e l'Italia si allentarono. L'impero accentuò i
propri tratti orientali: la lingua greca sostituì quella latina; l'imperatore divenne un monarca assoluto,
detentore di un potere a cui era attribuita origine divina; i cerimoniali di corte si fecero complessi e sofisticati;
la Chiesa bizantina, sempre più sottomessa all'autorità imperiale. inasprì le divergenze con la Chiesa di Roma,
attorno alla quale si riconosceva ormai tutta la cristianità occidentale.

La dinastia macedone rilancia la potenza bizantina

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La luce di Bisanzio, per quanto offuscata, non era affatto spenta. Dall'867, infatti, con l'ascesa al trono di
Basilio I, l'Impero d'Oriente tornò a espandersi e a progredire. La riforma agraria promossa da Basilio II rese
più stabile e coesa la società bizantina. In pratica, i latifondi vennero frazionati e furono distribuite terre
coltivabili ai piccoli proprietari, creando un ceto di contadini-soldati simile a quello che aveva sostenuto le
conquiste dell'antica Roma. Le truppe imperiali riconquistarono territori sia in Asia, sia in Italia (Calabria e
Puglia) e Bisanzio tornò a essere la splendida capitale dei tempi di Giustiniano.

Cirillo e Metodio convertono gli slavi al cristianesimo

All’espansione militare corrisponde ance un’espansione culturale. Missionari bizantini, in particolare i fratelli
i monaci Cirillo e Metodio, si recarono tra le popolazioni slave per diffondere il cristianesimo, entrando in
competizione con il clero tedesco. Tra l’864 e l’867 l’opera di conversione si spinse più a sud, tra i bulgari e
gli slavi meridionali. Per facilitare i contatti con questi popoli, Cirillo inventò un alfabeto scritto che prese il
suo nome e in uso ancora oggi in Europa orientale.

Nuovi regni cristiani nell'Europa orientale

In concomitanza con la diffusione della fede cristiana, sorsero nelle regioni dell'Est europeo alcuni regni slavi
che ebbero un ruolo importante anche in età successiva. All'unificazione e alla conversione della Polonia
provvide re Miecislao, che si batté contro i veleti e i sassoni stipulando poi un'alleanza con Ottone I, sovrano
del Sacro romano impero. Prima di morire, affidò il suo regno al papa.

Il regno d'Ungheria, invece, nacque nell'XI secolo per merito di Stefano I. La Boemia divenne in parte uno
stato autonomo dopo la disgregazione della Grande Moravia. Durante il X secolo, anche i bulgari formarono
un regno esteso a quasi tutta la penisola balcanica, ma nel 1014 dovettero soccombere al ritorno dei bizantini
guidati da Basilio II.

L'influenza bizantina sul Principato di Kiev

Ancora più a est i rus (cioè gli svedesi) erano riusciti a formare un principato unitario intorno alle due città
mercantili di Novgorod e di Kiev, imponendo il loro dominio sulla popolazione slava. Il nuovo stato subì
l'influsso dell'Impero d'Oriente, tanto che il principe Vladimir Sviatoslavic si fece battezzare nel 988 da monaci
bizantini; poco dopo anche gli abitanti di Kiev ricevettero il battesimo. Oltre alla fede cristiana, Bisanzio
trasmise ai russi le prime leggi scritte (Codice russo), l'idea di un impero universale e di un sovrano (zar)
dotato anche del potere religioso.

il Grande Scisma d'Oriente: la cristianità si divide

Le tensioni latenti tra la chiesa di Roma e quella di Costantinopoli esplosero nel 1054: il papa di Roma e il
patriarca di Costantinopoli si scomunicarono a vicenda, dando luogo allo Scisma d'Oriente, cioè alla divisione
della comunità cristiana dovuta a molte divergenze teologiche e dottrinarie. Le due Chiese dissentivano
anche sul matrimonio dei preti, proibito da Roma e permesso da Costantinopoli, e sul primato del papa nei
riguardi degli altri vescovi, riconosciuto in Occidente e negato in Oriente. Il rapporto tra la Chiesa cattolica e
quella ortodossa non è stato finora ricucito, malgrado i tentativi di riconciliazione compiuti in passato e in
questi ultimi anni.

La potenza marittima e commerciale di Venezia

Nel frattempo Venezia era emerso un nuovo importante soggetto della storia medievale: fondata alla fine
del V secolo da barcaioli e pescatori che operavano sulle isole della laguna, città accolse in seguito gli abitanti
della terraferma messi in fuga dall'arrivo dei longobardi.

Col tempo i veneziani si specializzarono soprattutto nelle attività mercantili. Con i loro barconi trasportavano
lungo il Po il sale ei prodotti che giungevano a Venezia in nave da Bisanzio, rivendendoli nei borghi e nei
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villaggi della pianura padana. Il governo della città, che rimase a lungo un ducato bizantino, era affidato al
doge (duca), un magistrato scelto tra le famiglie più nobili. Nel 1082 Venezia ottenne dall'imperatore
d'Oriente Alessio I un trattato commerciale il crisobollo (sigillo con bollo d'oro), che riconosceva ai mercanti
veneziani libertà di commercio ed esenzioni fiscali in tutti i porti bizantini. Da allora pose sotto il proprio
controllo numerosi scali costruendosi un piccolo impero marittimo. Le fortune di Venezia, favorite sia dagli
ottimi rapporti con l'Impero d'Oriente dalla tolleranza dei califfi arabi, crebbero grazie anche alle plusvalenze
ricavate dalla compravendita delle merci. I veneziani, infatti, acquistavano i prodotti europei con monete
d'argento per rivenderli a bizantini e arabi in cambio di monete d'oro, molto più pregiate.

L'immenso Impero mongolo di Gengis Khan

Nel corso del XIII secolo il capo mongolo Temugin, sottomise tutta l'Asia, dando vita a un impero sterminato
che spaziava dalla Cina alla Mesopotamia. I mongoli praticavano la pastorizia transumante, spostandosi
insieme alle loro greggi. Cavalieri e arcieri abilissimi, sapevano scoccare le frecce al galoppo e sottoponevano
i nemici ad attacchi improvvisi, dando l'impressione di apparire dal nulla. Dopo essersi impadroniti della Cina
settentrionale, si diressero verso ovest, giungendo sino al mar Caspio.

Gli europei vissero inizialmente con terrore l'espansione dei mongoli, tanto da rappresentarli come demoni.
Presto, però, si accorsero che con questi "demoni" si poteva dialogare e commerciare. Grazie alla conquista
mongola fu possibile percorrere in tutta sicurezza gli antichi itinerari terrestri che collegavano l’Occidente e
l'Oriente, come la "via della seta", pista carovaniera tracciata tra il Mediterraneo, l'Asia Minore e la Cina.
Furono i mercanti veneziani e genovesi a intraprendere i primi viaggi verso est, che alimentarono un fiorente
scambio di uomini, merci e culture.

Il Khanato dell'Orda d'Oro

Morto Gengis Khan, l'avanzata dei mongoli proseguì lungo le grandi pianure dell'Est europeo. Arrivati in Friuli
nel 1241, furono costretti a retrocedere per la morte improvvisa del loro khan Ogodei. Una loro comunità si
stabilì in Russia, creando il "Khanato dell'Orda d'oro", durato fino alla fine del XV secolo. Nel mondo arabo,
solo il Sultanato d'Egitto riuscì a resistere all'onda d'urto dei mongoli.

Apice e declino della potenza mongola

L'Impero mongolo non era un regno unitario, ma una federazione di regni tenuti insieme da una fitta rete di
rapporti economici e politici. La civiltà mongola raggiunse il massimo splendore durante il regno di Kublay
Khan che conquistò tutta la Cina nel 1279. Kublay stabilì la corte a Cambaluc (Pechino) e adottò per la pro-
pria dinastia il nome cinese di Yüan.

Troviamo una descrizione del meraviglioso impero di Kublay nel Milione, il Libro delle meraviglie del
mercante veneziano Marco Polo (1254-1324), che fu a lungo ospite del Gran Khan. Dopo la scomparsa di
Kublay (1294) per il dominio mongolo, che si divise in molti piccoli regni, iniziò il periodo della decadenza.
Anche il tentativo di ricomposizione promosso da Tamerlano falli. Proclamatosi erede di Gengis Khan nel
1365, egli conquistò vasti territori, ma con la sua morte (1405) il sogno di un grande Impero mongolo
tramontò per sempre.

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