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La le
musica doveva esprimere passioni dell' anima ovvero temperanza ,
ira e umanità ,
ma nessuno
l'
episodio in
questione è l' incontro tra Tancredi e Clorinda che porterà alla morte di
quest' ultima .
Utilizza rendere la
per
scena
più realistica ora di spade e tolti di cavalli
resi tramite rapide scale
}
: •
fanfara
È.am?IIr!
• ritmi marziali di
• ritmi ostinati
• note ribattute da Monteverdi .
Analisi
Inizia con l' intervento del Testo
Al verso n .
3 inizia una fanfara allusiva per
indicare lo sfoggiare delle armi
lancia
verso n .
5 molto del cavallo → Tancredi si in
battaglia note ribattute
Ultimi versi della prima ottavo dialogo tra Tancredi e Clorinda con interventi del Testo
passi lenti ( momento dell' incontro) note lunghe dai tori d' ire ardenti
gelosi
→
e
qua
stile concitato ribattuti
da solo b. c. e la sezione è
preceduta e inframmezzata da un intervento
strumentale . Questa sezione si
contrappone al concitato precedente
Nell' ottava l' alternanza tra concitato ho
queI
è
stile
successiva vi e s
la voce si
contrappone sia voce che strinati
agli strumenti che usano l' andamento
ribaltano le rate .
singhiouato .
L' uso
degli strumenti era utilizzato a seconda del contesto :
e.
strumenti con timbro
grave erano utilizzati per le scene
infernali e mesti
•
strumenti con timbro acuto erano utilizzati per
le scene di serenità pastorale .
Qual onor di te
fia degno
Quest' aria trova nell' inferno
si nel II alto che si
svolge
Il # alto è un atto di Peripezie ovvero cambia la situazione ,
qui la
situazione cambia per colpa
dell' errore di Orfeo ,
vedere Euridice .
Platone
moglie di .
La tra
lira è
rappresentata dal
dialogo i due violini .
dell’opera, e numerosi brani risultano accompagnati da didascalie strumentali.
L’organico richiesto risponde a criteri espressivi e raramente utilizza tutto l’insieme
orchestrale: gli strumenti dal timbro grave e scuro sono riservati alle scene infernali e
ai momenti di toccante mestizia, mentre gli strumenti dai timbri acuti e soffici sono
adoperati nelle situazioni di serenità pastorale. I brani strumentali prendono il nome di
Sinfonie e ricorrono più volte nel corso dell’opera: quelli collocati alla fine di ciascuno
dei primi quattro atti svolgono la duplice funzione di anticipare il tono espressivo
dell’atto seguente nonché di accompagnare il cambio di scena, che avveniva non con
il calo del sipario ma sotto gli occhi di tutti. Il Prologo è preceduto da una Toccata,
eseguita dall’orchestra per annunciare l’inizio dell’opera.
Atto VI “Qual onor di te fia degno”
Gli atti dell’opera sono speculari il primo col terzo e il secondo col quarto, il terzo e il
quarto sono quindi degli Apogei che rispecchiano i primi due atti. Il quarto è un atto di
peripezia, ovvero come nelle tragedie di concezione aristotelica, vi è un mutamento
improvviso dell’azione. Il libretto quindi aderisce ai precetti aristotelici, che divide
quindi la tragedia dello stesso modo. La Peripezia è dovuta all’errore di Orfeo di
essersi volto verso Euridice prima di uscire dagli Inferi, quindi dalla felicità più
assoluta passa alla tristezza.
L'azione del quarto atto si svolge all’interno degli Inferi. Qui Orfeo tenta di portare
Euridice attraverso il regno degli inferi, ma verrà cacciato dal coro degli spiriti per il
suo errore. Il quarto atto si divide in tre parti: la prima parte è un dialogo con
Prosperina e Plutone (Ade), la seconda è la parte di peripezia in cui Euridice appare
per l’ultima volta, la terza parte è il coro finale degli spiriti.
Nella seconda parte del quarto atto (battuta 91-108) Orfeo celebra e illustra il potere
della sua Lira che gli ha permesso di avere l’appoggio di Prosperina per convincere
Plutone a far modo che Euridice tornasse tra i vivi a patto che lui non si fosse voltato a
guardarla.
La lira di Orfeo è illustrata da due violini che dialogano nei ritornelli a trio, il ruolo di
questa canzone di tre strofe si riferisce alla canzone dell’atto speculare e vi è un
ritornello ad ogni stanza cioè ad ogni quartina. Questa è una forma di aria in forma
strofica.