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- Commedia antica (arkaia): il cui termine si pone nel 388 a.C. anno in cui viene rappresentata
l’ultima opera di Aristofane, il Pluto.
- Commedia mezzo (mese);
- Commedia nuova (nea): con il suo principale esponente: Menandro.
Basandoci su quel poco che ci è rimasto, in particolare sulle testimonianze antiche e sulle ultime opere di
Aristofane, si possono trovare delle differenza tra la commedia di mezzo e quella antica. Dal punto di vista
strutturale è evidente un impoverimento delle parti corali, limitate al parodo (ingresso in scena del coro).
Dunque scompare la parabasi che era riservata agli interventi dell’autore su questioni di interesse
collettivo. La riduzione dell’elemento lirico è compensata dall’inserimento di canti e danze all’interno dello
spettacolo. Per quanto riguarda i temi, scompare la satira e l’attacco personale e ritroviamo invece uno
spiccato interesse per figure e situazioni tratte dalla vita quotidiana: alcuni titoli rimandano infatti a
mestieri o a tipi umani (ricordiamo tra le commedie di Antifane il medico, il parassito etc.). Alla vita
quotidiana e privata si collega anche il tema amoroso, privilegiato in particolare da Anassandride che pare
abbia messo in scena soggetti incentrati su seduzioni di fanciulle, nascite di bambini illegittimi e successivi
riconoscimenti da parte dei genitori naturali. Nella commedia nuova invece non troviamo temi di attualità
politica ma ci si concentra di più su conflitti familiari e su sentimenti come l’amore. Nella nea non
compaiono gli eroi cari ad Aristofane ma i personaggi sono individui comuni alle prese con i casi della vita:
coppie separate, figli ritrovati ecc. Gli intrecci della nea riflettono con vero somiglianza le esperienze e i
sentimenti del pubblico anche se la realtà rispecchiata non è quella collettiva delle polis ma quella privata
dei singoli che ne fanno parte. Per questa ragione la commedia nuova è spesso definita “borghese”. Nella
nea non c’è più traccia né dell’agone né della parabasi mentre si conservano il prologo con la funzione
principale di illustrare l’antefatto agli spettatori e l’esodo del quale si può dire poco dato che tutte le
commedie conservate sono lacunose nella parte finale.