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IL RINASCIMENTO

Esperienza culturale europea, analisi generali delle novità estetiche che il nuovo clima comporta
Il rinascimento si realizza in una riscoperta della classicità del mondo greco, innerva la cultura cristiana dal
1400 con la riscoperta dei classici grazie ad alcune traduzioni: Platone e Aristotele furono per molti secoli
assenti nella cultura europea, in quest’epoca vi furono riscoperte fondamentali di entrambi (Aristotele con il
mondo arabo, Platone con circoli cult platonici fiorentini come Ficino o Pico della Mirandola)
La riscoperta riporta in occidente una serie di riflessioni che si erano andati a perdere, anche la questione
della bellezza torna ad assumere un valore più immanente: non che nel medioevo non lo fosse con il valore
della teologia, ma nel rinascimento con il confronto con i classici viene la consapevolezza e un’idea meno
grandiosa e più quotidiana della bellezza
 bellezza che l’artista mette in opera nelle botteghe d’arte, dove l’artista forte della curiositas crea una
comunità di ricerca delle tecniche artistiche
 nel rinascimento emerge con una certa rilevanza l’importanza della soggettività che il mondo antico
aveva trascurato, la soggettività viene accostata con la grande teoria: per i rinascimentali porre il
focus sull’importanza dell’esperienza soggettiva dell’arte non significa dire che il bello è relativo e
l’arte non ha regole, ma il valore dell’oggetto dell’arte della bellezza deve essere raccolto dal fruitore
grazie all’artista che lo produce
Il rinascimento vede l’emergere di grandi artisti intesi come grandi simboli come Leonardo, Raffaello o
Michelangelo: nei secoli precedenti gli artisti considerandosi artigiani tendevano a rimanere sullo sfondo, nel
rinascimento avviene il cambio di prospettiva fondamentale, ma non sconvolge l’idea di una bellezza come
simmetria, viene valorizzata l’artista e della produzione dell’opera d’arte da parte degli spettatori. La dottrina
dell’arte di impostazione artistica e la metafisica del bello platonico vengono ad armonizzarsi  il
rinascimento dura 2 secoli ed è un concerno di idee diverse tra loro
Rinascimento come periodo di limite, vi sono 2 tendenze antitetiche che emergono a livello di culturale
generale
1. rinascimento come umanesimo  porta interpreti a riconoscere la nascita della modernità:
antropocentrismo, centralità all’uomo a livelli culturale con un superamento del teocentrismo
medievale. Maggiore attenzione al soggetto, nascita di processi di secolarizzazione e la formazione
di germi della cultura illuministica che poi si affermerà in Europa. Rinascimento razionale-razionalista
2. rinascimento magico  movimento di interesse verso il mondo pagano animato non dalla lettura
moderna razionalista di quegli autori e temi, ma da una volontà di recupero di una visione del mondo
precristiana fondata su una visione magica e olistica della realtà. platonismo rinascimentale (Ficino
riprende questa tradizione), avrà in Giordano Bruno il massimo esempio. Idea che l’uomo superando
limiti dogmatici possa rimpossessarsi di una realtà in cui viene valorizzato l’artista come mago
(profondo conoscitore della sapienza e capace di usare con diverse discipline questa con anche per
fini trasformativi della propria coscienza e della realtà), in questa visione inerba la cultura europea
che procede in maniera parallele rispetto alle idee razionaliste proprie dell’umanesimo.
Il pensiero ci parla di una crescita e auto superamento di tipo interiore dell’uomo che prescinda da
alcuni vincoli di tipo dogmatico previsti dal mondo cristiano attraverso l’insegnamento morale e tutte
le regole legate alla dogmatica e alla figura del peccato che il mago di cui ci parla Bruno può fare a
meno nella misura in cui raggiunge nella sua foto interiore la sapienza. Tipo di filosofia della
conoscenza è antitetico alle forme ufficiali di religiosità cristiana e si basa sul recupero di forme
sapienziali che parte dai testi classici letti con riferimenti di carattere filosofico ed esoterico.
L’arte risente di entrambe le tendenze come forma culturali, entrambe da punti di vista diversi ci parlano
dell’importanza del soggetto, l’artista è nipote di dio
LEON BATTISTA ALBERTI
Teorica dell’architettura, rappresenta il lato più razionalista del rinascimento. Nel dialogo con la tradizione
classica e con l’opera di Vitruvio elabora intuizioni di teoria estetica importante per il soggettivismo, elabora
nella sua opera le intuizioni della piramide visiva (De punctis et linea in de pictures)
 piramide che ha per vertice l’occhio, si estende andando a contrassegnare lo spettro visivo
dell’uomo, i limiti della piramide visiva sono le semirette dei raggi visivi che contraddistinguono il
limite dell’interpretazione
 cono geometrico che definisce l’ampiezza di visuale da una posizione, serie di riflessioni teoriche di
carattere geometrico che facilitano nell’artista che li studia i lavori sulle proporzioni e sugli spazi.
 Dal punto di vista filosofico l’intuizione pone in maniera razionale la centralità del soggetto sulla base
della conformazione fisica dell’uomo
 Quando l’artista realizza un’opera deve tenere in mente la piramide visiva del fruitore, non è detto
che ciò che l’artista esprime nei materiali si imprima nel fruitore

La bellezza è definita con le categorie della tradizione pitagorica e platonica  frutto della simmetria tra le
parte, con questa intuizione e anche il concetto di concillitas rivendica la centralità del soggetto
nell’esperienza estetica
 Concinnitas  dal latino, definisce il criterio estetico fondamentale per Alberti che è unione tra 3
elementi fondamentali: numero, delimitazione e collocazione. È una modalità di espressione del
bello che mostra la capacità dell’artista di porre in dialogo questi 3 elementi: numero (tradizione che
si rifà alla simmetria e armonia tra le parti), delimitazione (equilibrio formale delle forme) e
collocazione (disposizione). L’artista relazza il bello come concinniats se aggrega questi 3 elementi
Radici della centralità dell’artista come soggetto creatore che avremo in Kant e nel romanticismo.
LEONARDO DA VINCI
Pittore, scrittore, inventore. Centralità attribuita alla vista  nel trattato sulla pittura rivendica alla vista una
superiorità rispetto agli altri sensi nell’esperienza estetica, l’antichità pensa i valori estetica e la bellezza in
congiunzione con la bellezza visiva.
In Leonardo da Vinci c’è uno scarto: la vista di cui ci parla è una facoltà dell’uomo, rivendicare il primato
significa porre l’attenzione sulla necessità per l’artista di rappresentare l’opera con criteri che ingenerino
l’esperienza estetica nell’occhio di chi guarda, interesse dai tratti naturalistici e mimetici per studiare la realtà
e il mondo della natura così com’è, rappresentare la realtà nella maniera più accurata possibile è strumento
di conoscenza
Leonardo è aristotelico e anti platonico: l’idea di imitazione è valorizzata, ma in un senso più moderno e
meno metafisico, in questa prospettiva assumono senso alcuni dei suoi schizzi  es. studio sulla
muscolatura: studio che sarebbe impensabile nel mondo antico non dal punto di vista tecnico , ma nelle
ragioni dello studio che associa nei bozzetti diversi movimenti dell’uomo per studiarli dal punto di vista
biologico e nella conformazione dei tessuti e dei muscoli ponendo all’artista il problema della strategia
tecnica migliore per rappresenta queste pittura
La pittura è la forma d’arte superiore rispetto a tutte le altre  agisce in maniera più significativa sui sensi
umani rispetto alla poesia (antitetico a Platone), ciò che viene visto stimola la presenza estetica dell’uomo e
lo porta a un piacere che è anche una funziona conoscitiva. Utilizza anche un confronto celebre tra le arti
della poesia e quelle della pittura: pittura può essere intesa come una poesia muta, la poesia come una
pittura cieca  la poesia è una forma d’arte e interroga i sensi, mette in scena delle storie e narrazioni, ma è
cieca perché non viene vista, la pittura si fa vedere ma non parla. In questa distinzione preserva la
superiorità dell’arte pittorica rispetto a quella visiva  Arte antiplatonica che rappresenta un certo tipo di
rinascimento

Vediamo in entrambi i primati della dottrina dell’arte sulla metafisica del bello e la volontà di studiare in senso
scientifico la realtà che ci circonda. Istinto naturalistico in una delle opere di Leonardo  Vergine delle rocce
 potenza e raffinatezza del paesaggio retrostante, ma al contempo anche sensibilità di tipo classico e
precristiano
 la vergine è raffigurata non in modo ascetico, ma in una veste elegante, inserita in un elemento
naturale vicino a una fonte con una conformazione simbolica che richiama divinità della natura come
le ninfe.
 L’iconografia è cristiana, ma emerge la sensibilità artistica ed estetica in cui la pittura è uno
strumento per approfondire la conoscenza della realtà
Importanza dell’analisi  l’arte più che una funzione sintetica e simbolica, ha una funzione analitica: di
frammentazione, quasi di chirurgia visiva, l’artista penetra nella realtà, scinde gli elementi (rappresentano le
singole figure della natura) e solo allora può ricomporre nell’opera d’arte le diverse parti, il tipo di interesse
analitico è un altro atteggiamento proto-moderno, lo si ritrova in questo autore

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