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Commento.

L’articolo 11 della Costituzione Italiana precisa che la Repubblica Italiana ripudia la guerra sia
come mezzo di offesa o di attacco verso altri popoli, sia come soluzione ai problemi internazionali. Infatti,
la seconda Guerra Mondiale, a quel tempo, si era appena conclusa e con questo articolo si voleva
allontanare ogni idea di propaganda bellica e di dottrine che giustificano o approvano la guerra, dato che
essa aveva portato povertà, devastazione e tragedie, costituendo la più palese violazione dei diritti
inviolabili dell’uomo. Anche altre Costituzioni, come quella tedesca e giapponese, propongono questo
assoluto rifiuto della guerra e l’ONU è sorta, subito dopo la seconda guerra mondiale, proprio con l’intento
principale di garantire la pace. 
In tutte le manifestazioni pacifiste degli ultimi anni gli striscioni riportavano la prima parte dell’articolo 11,
contestando le missioni militari in cui era impegnata l’Italia. Secondo alcuni, però, la Costituzione
italiana non è totalmente pacifista, ammettendo implicitamente la sola guerra di difesa, nell’ipotesi, al
momento irrealistica, che ci sia un’aggressione diretta contro lo Stato italiano.
Con la seconda parte di questo articolo la Repubblica Italiana favorisce le organizzazioni internazionali che
aiutano la diffusione della pace e della giustizia fra le Nazioni. Anche grazie a questo articolo l’Italia,
nell’immediato dopoguerra, ha potuto aderire alle Comunità europee, a partire dalla C.E.C.A., che
prevedono una limitazione della sovranità nazionale per costruire progressivamente un’organizzazione
sovranazionale, com’è attualmente la UE, che ha il potere di emanare regolamenti vincolanti per i cittadini
degli Stati membri.

Articolo 12: testo e spiegazione.

"La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali
dimensioni".

Commento. La storia del tricolore ha il suo inizio con le repubbliche giacobine in Italia e si ricollega alla data
del 7 gennaio 1797 quando diviene la bandiera della Repubblica Cispadana. Napoleone Bonaparte nel 1805
adotta il tricolore, con le bande in verticale, come bandiera del Regno d'Italia. Nel 1848, anno della prima
guerra di indipendenza, il tricolore sostituisce lo stendardo azzurro del Regno di Sardegna, aggiungendo al
centro lo scudo sabaudo. Con la nascita del Regno di Italia, il 17 marzo 1961, il tricolore, viene adottato
come bandiera nazionale e, tale scelta, verrà confermata anche nel 1946, con l'eliminazione dello stemma
sabaudo, a seguito del risultato del Referendum istituzionale che sancisce la nascita della Repubblica. La
descrizione della bandiera nazionale è stata riportata in un articolo della Costituzione per evitare che una
qualsiasi maggioranza politica abbia la possibilità, attraverso una legge ordinaria, di alterare la bandiera,
inserendo simboli che si richiamano ad una ideologia. Per quanto riguarda la posizione dell'asta e la tonalità
dei colori, si deve far riferimento alle consuetudini appartenenti alla tradizione storica del nostro paese.

Articolo 13: testo e spiegazione.

"La libertà personale è inviolabile.


Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altre
restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi
previsti dalla legge.
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di pubblica
sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore
all'autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e
restano privi di ogni effetto. È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a
restrizioni di libertà. La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva".

Commento. Questo articolo apre la parte della Costituzione dedicata ai diritti e doveri dei cittadini. Il
rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali della persona si colloca qui nella tradizione di documenti
fondamentali della moderna cultura giuridica, quali il Bill of Rights del 1689 e la Dichiarazione dei diritti
dell'uomo e del cittadino  del 1789.
Circa l'inviolabilità della libertà personale, va rilevato che essa non viene enunciata in modo generico,ma
viene garantita da tre specifici presìdi giuridici: la riserva di legge, in forza della quale unicamente il potere
legislativo può stabilire casi e modalità con cui è possibile limitare la libertà personale del cittadino;
la riserva di giurisdizione, in base alla quale solo il giudice è legittimato ad emettere o convalidare
provvedimenti limitativi della libertà; la motivazione dei provvedimenti, per la quale l'ordinanza del giudice
deve indicare in modo esauriente i motivi che l'hanno portato a privare l'individuo della libertà personale.
Va osservato come questa norma presupponga e renda indispensabile, a garanzia del cittadino, l'autonomia
e l'indipendenza dell'autorità giudiziaria dagli altri poteri dello Stato e, in particolare, da quello esecutivo
(Governo), che dispone, viceversa, dell'autorità di Pubblica Sicurezza. Inoltre, affidando alla tutela
dell'imparzialità della legge le restrizioni della libertà personale, la Costituzione intende impedire che si
verifichino casi di persecuzione nei confronti di un cittadino. Le leggi sull'argomento sono state, negli anni,
di tenore diverso, anche in rapporto a vere e propri emergenze determinate dalla necessità di combattere
la mafia o il terrorismo.
Il terzo comma proibisce esplicitamente la tortura, in qualunque forma.

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