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“IL PICCOLO PRINCIPE

UN CAMMINO DI CONOSCENZA DI SE,


DELLE AMICIZIE E DELLA FELICITÀ”

INTRODUZIONE
Quello che segue è il frutto dell’elaborazione del racconto del Piccolo
Principe in un percorso di conoscenza di se, delle relazioni, e della felicità.
Il percorso è stato proposto ai ragazzi di terza superiore del gruppo
giovani delle parrocchie di San Lorenzo in Sogliano e San Cristoforo in
Borghi
Il percorso in molte parti è incompleto a causa dei numerosi impegni
pastorali, si sarebbe potuto aspettare per la pubblicazione di tale percorso,
ma visto l’interesse di alcuni ho deciso di pubblicarlo così nella forma base
in cui l’ho proposto ai ragazzi della parrocchia.
Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato al miglioramento della
traccia originale fino ad arrivare a questa stesura, soprattutto i ragazzi che
si sono messi in gioco e così facendo mi hanno permesso di capire meglio
il percorso stesso e approfondire meglio i temi
Ringraziamento particolare va allo Spirito Santo che mi ha guidato
nella stesura della traccia e durante gli incontri coi ragazzi.
Poiché gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date, ho optato per
la pubblicazione in uno spazio open in modo che tale percorso possa
circolare gratuitamente e possa essere di aiuto a chi si incammina nella
conoscenza di se, delle relazioni e degli altri.

© Gessaroli Gino
Luglio 2017
ginogessa@gmail.com

© Gessaroli Gino
TRACCIA PICCOLO PRINCIPE
I cappello Desiderio e ricerca
da te
esci
II pecora Primo incontro … Cogliere l’opportunità
III provenienza Identità
IV asteroide B612 Presentazioni: Esteriorità e Interiorità
Sentimenti

V baobab Discernimento nella vita interiore


VI tramonti Vita ed evoluzione dei sentimenti
VII fiori e spine Fragilità e meccanismi di difesa
IO

VIII nascita rosa Comunicazione: ascolto, empatia e dialogo


IX partenza del PP Gestione dei conflitti ed irrisolti
X re Controllo
XI narcisista Ammirazione (autostima)
Pianeti

XII ubriacone Dipendenze


XIII uomo affari Possedere
XIV lampionaio Senso del dovere
XV geografo Conoscenza
XVI terra Relazioni: dove le vivo
Condizioni

XVII serpente Relazioni: come sto in mezzo agli altri


XVIII fiore deserto Pregiudizi e certezze piccole
XIX eco Relazioni specchio
XX rosaio Sogg-Oggettivo: delusioni/aspettative
Addomesticare, creare dei legami
Rapp
rtoo

XXI volpe I riti, il linguaggio comune, la gradualità


Valore del Tempo
NOI

controllore
XXII Felicità, la ricerca nello spazio
treni
Felicità

XXIII pillole antisete Felicità, la ricerca nel tempo


Accogliere anche quello che non si
XXIV verso il pozzo
comprende. Apertura al Tu
XXV al pozzo Sete di semplicità - essenzialità -
XXVI serpente ‘rapporti liberi’ vs possessività
sal
uti

XXVII epilogo La compresenza


La struttura delle attività è basata sul racconto: ad ogni capitolo corrisponde un
incontro (eccetto il capitolo XXI che viene diviso in tre parti):
I - IX identità, chi sono io
XV i baobab
XVI - XX condizioni per il rapporto
XXI dinamica della nascita di un rapporto
XXII - XXIV condizioni per la felicità
XXV felicità
XXVI – XXVII lasciar partire

© Gessaroli Gino
STRUTTURA INCONTRO
 Lettura comunitaria del capitolo del PP
 Rilettura personale
 Confronto su quale sia il centro della storia del capitolo
 Dalla storia all’idea o frase principale
 Attività (quando c’è)
 Proposta delle domande
 Tempo di riflessione per le domande
 Condivisione della riflessione delle domande
 Domanda: come stavi prima e come stai adesso
 Lettura del brano biblico per il passaggio vita -> fede
LEGENDA SIMBOLI

Storia
Idea Principale
Attività
Domande
Brano biblico*
Materale vario
Attenzioni
*In alcuni capitoli vengono proposti diversi brani biblici: non sono da trattare tutti, ma se
ne sceglie uno, quello compreso meglio da chi guida il gruppo

© Gessaroli Gino
CAP I DISEGNO DEL CAPPELLO
DESIDERIO E RICERCA
Qualcuno con cui condividere

Nel primo capitolo l’aviatore mostra qual è la più grande passione


della sua vita: le avventure della jungla. Questa passione ha cercato di
comunicarla prima attraverso il disegno e poi cercando persone con
cui condividerla. Rispetto alla pittura si arrende a causa dello
scoraggiamento dei grandi; di fronte alla seconda persiste, nonostante le
difficoltà, nella ricerca di trovare la persona (cap II, la troverà nella
situazione meno adatta per lui) in grado di comprenderlo.

Confine tra: l’arrendersi subito; sbattere la faccia nella realtà


facendosi male; capire quando è il momento di fermarsi.

(1) Cosa cerco nella vita? Di che cosa o chi sono alla ricerca?
(cosa muove la mia vita?)
Di fronte alle difficoltà come mi comporto? (mi arrendo subito,
sono ostinato che piuttosto muoio, capisco quando è il momento
di smettere). In base a quali segnali decido di fermarmi?
(2) Ho il desiderio di fare nuove amicizie? Desisto subito o sono tenace
All’inizio di una relazione (amicizia, amorosa, etc ...): mi apro subito tutto
o mi apro assieme all’altro? Oppure non mi apro proprio?

LA RICERCA E L’USCITA DA SE Mt 2,1-12


L’USCITA DA SE E LA RICERCA Gen 12,1-7

© Gessaroli Gino
CAP II PECORA
PRIMO INCONTRO … L’INIZIO DI UNA AMICIZIA
La casualità - Cogliere le opportunità

L’aviatore tenta l’esperimento del boa nella situazione più difficile


della sua vita: in mezzo al deserto e con pochissima acqua. Non
rinuncia alla possibilità di vedere se il piccolo principe è sensibile
come lui.
Il piccolo principe entra nella vita dell’aviatore in un momento bruttissimo,
di sopravvivenza. Egli ha fretta di mettere a posto il suo aeroplano.
[L’aviatore è brusco col piccolo principe perché lui è concentrato nel
mettere a posto il suo aereo. Si accorgerà di lui più tardi, mano a mano]

Le amicizie non nascono dalla premeditazione di qualcuno


(quelle sono sudditanze psicologiche, non rapporti alla pari).
L’amicizia richiede prima di tutto che qualcuno entri nella
nostra vita e perché questo sia possibile bisogna che la nostra vita possa
avere la capacità, nonostante la routine e gli impegni, di potersi fermare
per accogliere gli imprevisti. Il primo passaggio per avere degli amici è
permettere ad una persona di entrare dentro la propria routine e il
calendario degli impegni della giornata, della vita
Solitamente il primo incontro con le persone che ora per noi sono
importanti sono avvenuti casualmente.

Pensa a una o due persone importanti per la tua vita e come le


hai conosciute (la prima volta che le hai incontrate), e il punto
di svolta della situazione

(1) [Passato] Racconta un episodio dell’attività appena fatta.


(2) [Presente] Nella vita di ogni giorno c’è spazio per nuove
conoscenze o abbiamo tutto il tempo occupato?
Ti è mai capitato di “trovare un amico” quando non te lo
aspettavi? So cogliere occasioni che mi capitano per fare nuove
amicizie?

© Gessaroli Gino
L’OPPORTUNITÀ Gv 1,35-39
PRIMO INCONTRO TRA GESÙ E PIETRO Lc 5,1-8
PRIMO INCONTRO TRA GESÙ E PAOLO At 26,4-16
ABBIAMO SUONATO ... (COGLIERE LE DIVERSE OPPORTUNITÀ)
Mt 11,16-20

Gesù dove e quando l’ho incontrato?

“Il Processo” Kafka (racconto “di fronte alla porta”)


“Colpo di luna” (film 1995)
“In un giorno di pioggia” MCR (musica)

© Gessaroli Gino
CAP III PROVENIENZA
IDENTITÀ
Da dove vengo? (chi sono?)

L’aviatore scopre che il piccolo principe viene da un pianeta, e il


piccolo principe pensa che l’aviatore venga dall’aereo. Tutti e due
non sono originari di li, ma vengono ognuno da un luogo diverso,
ognuno viene dalla sua storia.

Nel mettersi in viaggio verso la conoscenza degli altri bisogna


prima di tutto conoscere se stessi, la propria storia, la propria
identità. Questo evita di perdersi durante il viaggio, di fondersi
con gli altri, di farsi turbare / confondere dalle sensazioni forti o dal
giudizio degli altri.
Conoscere bene se stessi è il pilastro che ci rende saldi nelle vicende della
vita

Attività dell’albero (vedi modello a fianco)


Dopo aver compilato la scheda, disegnare un albero in base alla
caratteristiche emerse dalle risposte (radici, robustezza, tronco,
numero e tipo di rami, quante foglie, quanti frutti, quanti fiori)

Dopo aver fatto l’attività dell’albero:


È stato facile o difficile entrare in me stesso e trovare le
risposte?
Prima di fare questa attività mi conoscevo così bene? (Questa
domanda va a parare su quanto i ragazzi siano ordinariamente consapevoli
di se stessi)

RICONOSCIMENTO DELL’IDENTITÀ DI GESÙ E PIETRO


Gv 1,40-42 o Mt 16,13-19
IDENTITÀ DI PAOLO VISTA DA DIO E ANANIA At 9,10-16

© Gessaroli Gino
© Gessaroli Gino
Quando ho incontrato per la prima volta Gesù, cosa mi ha detto?

Consegna dell’esercizio della revisione di vita a lungo termine


(mensile/annuale)

SCHEMA INCONTRO
(Preghiera)
Lettura brano
Attività dell’albero
Risposta alle domande
Accettazione dell’albero
Lettura del brano biblico (due visioni sulla stessa persona di Paolo: una
dell’uomo e l’altra di Dio)
Dio ci accetta per quello che siamo e che possiamo diventare non per il
nostro essere belli adesso
Consegna dell’esercizio della revisione

CAP IV-IX EMOZIONI E SENTIMENTI


Il filo conduttore di questi capitoli sono le emozioni e i sentimenti.
L’autore parte col paragone pianeta-persona, riprendendo il discordo
dell’interiorità ed esteriorità già accennato nel primo capitolo (IV).
Comincia col descrivere come accogliere le emozioni al loro nascere (V),
della loro influenza nella nostra vita quando diventano sentimenti
predominanti (VI), come siano responsabili di alcuni meccanismi di difesa
dell’uomo (VII), come possano, in alcune condizioni, alterare la percezione
della realtà (VIII), ed essere responsabili di scelte brusche ed azzardate
(IX)

© Gessaroli Gino
CAP IV ASTEROIDE B612
PIANETA = VITA PERSONALE DI OGNI UOMO
Comunicazione: apparenza e sostanza
L’aviatore narra la storia della scoperta del pianeta del piccolo principe per
affrontare la questione della percezione delle cose da parte della gente e di
come essa dipenda fortemente dal tipo di pubblico che ascolta: vestito
astronomo, inizio della storia, caratteristiche che rendono credibile il fatto
che il pp sia esistito, la casa bella.

Scrivi una lettera o la traccia di una tua presentazione ad una


persona nuova per farti conoscere
[Questa attività serve per vedere come i ragazzi si raccontano:
se in modo formale o profondo]

(1) Guardando la lettera, quando mi presento agli altri cosa


racconto di me? Interiorità (= albero), esteriorità (età, altezza,
residenza, etc...) o tutte e due?
(2) E degli altri, cosa racconto per presentar loro una persona
nuova? Mi fermo all’esteriorità o vado all’interiorità della persona?
(3) Quando sono con gli altri: riesco a condividere ciò che vivo (desideri,
emozioni, scelte)? Quando sono con gli altri porto/esprimo me stesso o
una immagine di me?

La vita di ogni persona è caratterizzata da un mondo tutto


particolare frutto della propria storia e delle scelte compiute da
essa (= identità; attività dell’albero). Queste determinano il
modo di vedere le situazioni e la realtà.
Differenza tra quello che è interiore all’uomo (identità = albero: desideri,
emozioni, scelte, passato) a ciò che è esteriore (età, fisico, lavoro, etc …)

IL PIANETA (LA VITA) DI NATANAELE NOTA A GESÙ Gv 1,43-51


APPARENZA E SOSTANZA DEL MESSIA Mt 16,13-16.20-23

Come parlo di Gesù, per luoghi comuni o per quello che è stato
nella mia vita, portando le mie esperienze personali?

© Gessaroli Gino
CAP V BAOBAB
DISCERNIMENTO
Vita interiore
Guardare quello che si MUOVE DENTRO di noi.
L'emozione è la reazione interiore, istintiva, istantanea e
spontanea di fronte a una persona, a un luogo, a una situazione
che stiamo vivendo o alla quale pensiamo Moralmente non
sono ne buone ne cattive, perché sono una reazione della persona (corpo-
spirito-psiche) a quello che succede nell’ambiente.
Manifestare le proprie emozioni è fotografare il proprio animo; dire il
proprio vissuto, esattamente, con chiarezza. Il sentimento è il senso che
diamo alle emozioni.
Le emozioni nascono spontaneamente, non possiamo impedire loro di
manifestarsi, ma possiamo decidere cosa farne una volta che le abbiamo
riconosciute: possiamo accoglierle e coltivarle lasciando che ci nutrano e si
nutrano di noi o sradicarle per impedire che invadano tutta la nostra vita
(l’insensibile è colui che sradica tutto per non percepire le emozioni)
Ripensare alla giornata e scrivere su un foglio quello che
abbiamo fatto e pensato e poi i sentimenti, le emozioni che
hanno accompagnato tale cosa. Poi con due colori diversi
evidenziamo gli atteggiamenti positivi e quelli negativi.
(I) Riesco ad intercettare le mie emozioni o le reprimo? Riesco
ad esprimere le mie emozioni o mi nego?
(II)Solitamente so ascoltare (faccio attenzione) quello che si
muove dentro di me? So riconoscere quello che mi succede?
DISCERNIMENTO: ATTENZIONE A QUELLO CHE SI MUOVE DENTRO
Mc 7,14-23 ; Gal 5,16-23
CRESCITA DEL PECCATO: CAINO E ABELE Gen 4,3-10
CRESCITA DEL PECCATO: IL PECCATO DI DAVIDE 2 Sam 11
Consegna dell’esercizio della compieta (dell’esame di
coscienza*) per vedere nella giornata quali atteggiamenti sono
stati utili e quali no.
*Per una trattazione seria e non moralista dell’esame di coscienza EESS 43 (Esercizi
spirituali, Sant’Ignazio di Loyola). Per la spiegazione dell’esercizio si rimanda a vari testi
di gesuiti

© Gessaroli Gino
CAP VI TRAMONTI

Emozioni e sentimenti

Il PP ama i tramonti perché fanno risonanza al suo sentimento di


nostalgia/malinconia. Ha deciso di coltivare questo sentimento dentro
il suo cuore che lo ha invaso (come il baobab)

Le emozioni col perdurare del tempo diventano sentimenti che


possono diventare stabili influenzando la nostra vita
Spiegare l’influenza che i sentimenti hanno nella nostra vita e
come ci aiutano a crescere

Fiaba: “i due lupi” (si trova su internet)

(I) Quando sono triste? Solitamente cosa causa quello stato?


Come reagisco? (sopporto, subisco, soffoco, compenso, evito,
affronto)
(II) So accogliere anche i sentimenti negativi come occasione di
crescita o cerco di sopprimerli?
(III) Quale sentimento coltivo di solito in me? Quale questa settimana?

MARIA E IL GIARDINIERE Gv 20,11-18


DISCEPOLI DI EMMAUS Lc 24,13-19

“Inside Out” film 2015

© Gessaroli Gino
CAP VII FIORI E SPINE

Fragilità e meccanismi di difesa

Nella nostra vita abbiamo degli aspetti con i quali non abbiamo
fatto i conti o ci vergogniamo (o dai quali storicamente abbiamo
ricevuto molte fatiche). L’uomo tende istintivamente a
proteggere questi aspetti per evitare di essere ferito nel ripensarci o nel
momento di rapportarsi con gli altri

Attività della rosa.


Su un foglio disegnare una rosa con petali e spine. Nei petali si
scrivono la parti fragili di noi stessi, nelle spine i meccanismi di
difesa che usiamo per non mostrarli o tener a distanza gli altri

(I) È stato facile o difficile entrare e guardare? Le fragilità (i


petali) le ho accolte o no nella mia vita?
(II) Come difendo le mie fragilità: in modo proporzionato
(spine adeguate al fiore) o sproporzionato (spine troppo lunghe
o troppo corte rispetto al fiore)? Quali sono le spine che uso per allontanare
gli altri quando si avvicinano troppo?
(III) Cosa c’è dentro i petali (nel giallo al centro della rosa, che non è
disegnato)?

NUDITÀ E PECCATO Gen 2,21-23.25; 3,7-10

NB: Gesù viene crocefisso nudo

“La mia storia tra le dita” Gianluca Grignani


Finestra di johari

© Gessaroli Gino
CAP VIII NASCITA DELLA ROSA
EMPATIA - ASCOLTO - DIALOGO
Dialogo e incomprensioni

Gioco: Taboo o mimi


(cmq giochi che riguardino la comunicazione su un piano che
non sia quello quotidiano)

Permetto all’altro di esprimere le sue emozioni?


È stato facile o difficile comprendere l’altro? Nella vita riesco a
comprendere gli altri?

Non dare sempre per scontato che l’altro capisca sempre bene
quello che diciamo.
Salvare le intenzioni. Cercare di capire la profondità
dell’azione dell’altro senza fermarsi alle apparenze. Saper pesare le
parole dell’altro.

PADRE DEL FIGLIO EPILETTICO Mc 9,17-24


VEDOVA DI NAIN Lc 7,11-15
“UDENDO NON ASCOLTANO” Mt 13,10-18
COMPASSIONE nei Vangeli:
Mt 9,36; 14,14; 15,32; 18,27; 20,34
Mc 1,41; 6,34; 8,2
Lc 7,13; 10,33.37; 15,20

© Gessaroli Gino
CAP IX PARTENZA DEL PP
VULCANI: ACCUMULI ED ESPLOSIONI
Gestione dei conflitti - Le esplosioni degli irrisolti

Il PP non gestisce bene gli accumuli con la rosa e tiene dentro di


se senza sfogare. Questi irrisolti crescono talmente tanto dentro
di lui che decide di staccarsi dalla rosa e abbandonare il suo
pianeta.

Tabella del gradiente di emozioni da riempire dai ragazzi. Si da


solo l’emozione base, loro devo scrivere quelle più deboli e
quelli più forti. Quello che sta sotto è quello che si riesce a
percepire e misura il livello di sensibilità; quello che sta sopra
mostra fin dove il ragazzo ha fatto esperienza limite di quella emozione

(1) Ho degli irrisolti nella mia vita? Come li gestisco? Come li


risolvo? (gestire ≠ risolvere) Come gestisco gli irrisolti?
(2) Riesco a comunicare quello che provo (i miei stati d’animo)
o trattengo? Ci sono alcuni stati d’animo che non riesco a
comunicare? Quali comunico? Quali no? (comunicare≠esternare)
(3) Sono un tipo che accumula o tende a scaricare mano a mano? Come
scarico: risolvendo o compensando?
(4) Compensazioni sono di varie tipologie: attività fisica, alcool, droga,
sesso, cibo, gioco (videogioco, ...), etc ... [! Non si sta parlando delle
dipendenze ma di che cosa si sta soffocando. Le dipendenze sono una
conseguenza]

GESÙ CACCIA I MERCANTI DAL TEMPIO Gv 2,13-19

© Gessaroli Gino
CAP X-XV PIANETI
I pianeti che il PP incontra sono le situazioni in cui la vita di un uomo è
stata invasa da un baobab, preoccupazione che domina e gli impedisce di
entrare in relazione con le altre persone (vs terra). La principale
caratteristica dei pianeti è la solitudine dovuta alla preoccupazione
dominante. Il viaggio finisce al cap XVI sulla terra descritto come un luogo
delle relazioni di coloro che non si sono fatti dominare dal baobab.
Il PP uscendo dal suo pianeta incontra altri pianeti, fino ad arrivare al
luogo delle relazioni
Mt 6,21 “dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.”

A seguito vengono riportati i pianeti in modo separato (6


incontri) e in fondo c’è una scheda per la trattazione unitaria dei
pianeti (1 incontro)

© Gessaroli Gino
CAP X RE
CONTROLLO - POTERE - AUTORITÀ
Obbedienza e giudizio

Autorità: aspettativa e ragione


Controllo sugli altri e su se stessi. Saper accettarla realtà e star
dentro
Degenerazione fino a pensare di poter muovere la creazione: pensarsi come
Dio

TENTAZIONI Lc 4,5-8
SIMONE MAGO At 8,9-23

CAP XI NARCISISTA
AMMIRAZIONE
voler essere ammirati

Il narcisismo
Essere il centro del mondo, pensare di essere la causa prima
dell’esistenza del mondo (senza di me il mondo non esiste)

FARE LE COSE PER ESSERE AMMIRATI Mt 6,1-5

© Gessaroli Gino
CAP XII UBRIACONE
DIPENDENZE
I circoli viziosi: i modi sbagliati di risolvere i problemi

I circoli viziosi sono meccanismi che anzichè risolvere il


problema lo aumentano. Nella testa di chi lo vive gli pare di
evitare il problema, in realtà il problema lo affossa più di quanto
accadrebbe se lo affrontasse

Film: FLIGHT

CAP XIII UOMO D’AFFARI


POSSEDERE
Essere ricchi di cose-oggetti

Rapporto coi beni: possedere e gestire

In questo capitolo vengono attribuite molte caratteristiche


dell’uomo serio. Sottolineale: Che immagine ne viene fuori? È
veramente serio una persona del genere o è seriosa?

NON CONFIDARE SUI BENI Lc 12,15-34

© Gessaroli Gino
CAP XIV LAMPIONAIO
SENSO DEL DOVERE
Fedeltà alle scelte e capacità di cambiamento. Aspetto oblativo

La vita del lampionaio è piccola perché non c’è spazio per nessun
altro oltre al suo lavoro.
Il lampionaio è il primo ad avere cura di un oggetto esistente, per
questo il PP si innamora (per la sua fedeltà, ma il lavoro occupa tutta
la via di quest’uomo)
Per il lampionaio compiere il suo dovere significa rinnegare se stesso.

Il rapporto col lavoro CDSC


A volte capita che il senso del dovere invada la vita degli uomini
(dovere verso il lavoro, verso la famiglia, etc..).

Cosa sei disposto a lasciare per compiere il tuo dovere?


Quando faccio scelte sbagliate, sono capace di correggere il
tiro? Da chi o cosa mi faccio trattare come uno strumento?

L’UOMO STRUMENTO Gen 11,1-9

COMMENTO EBRAICO A GEN 11,1-9


I tratti essenziali di questa leggenda sono questi: c'è la decisione
degli uomini di costruire la torre per arrivare al cielo, per
arrivare vicini a Dio e così essere sicuri del suo ascolto; e, se poi non
dovesse ascoltare, gli si potrebbe facilmente muovere guerra per
costringerlo a cedere (tutto ciò esprime l'illusione del popolo di potersi
garantire la relazione con Dio): illusione che poi trapasserà nel culto
idolatrico del tempio.
La costruzione della torre inizia e coinvolge tutti gli uomini: gli uomini
costruiscono la torre, le donne fanno i mattoni e i bambini e i vecchi
portano i mattoni, uno alla volta, per la costruzione della torre. Ad un certo
punto però questo progetto diventa talmente esigente che non si dà più il
tempo per le relazioni: non c'è più il tempo per dare il benvenuto al
bambino che nasce, non c'è più il tempo per giocare ... c'è tempo soltanto
per la torre. E cosi la torre cresce fino al punto che ci vuole un intero anno
per salire e un anno per scendere. In questo modo la più grande tragedia
© Gessaroli Gino
che poteva capitare era che, durante il percorso, un mattone andasse rotto,
perché ciò significava in concreto due anni di tempo persi. Il mattone
diventava così più importante dell'uomo. A questo punto - dice sempre la
leggenda - Dio interviene e decide di confondere le lingue con la seguente
motivazione: se si confondono le lingue, gli uomini non si
comprenderanno più e saranno costretti a fermarsi e pensare.
Dio interviene perché gli uomini pensino e però gli uomini non si fermano
e pensano, ma continuano in modo sempre più caotico la loro attività fino a
che la violenza derivante dalla reciproca incomprensione ha il sopravvento.
Allora Dio interviene ancora una volta con un enorme urlo: "Basta!". Tale
urlo crea un turbine tremendo che fa cadere torre, mattoni e uomini
riducendo tutto a un cumulo di macerie. Si salvano solo le persone deboli -
vecchi, donne e bambini - che non hanno alzato la mano contro il fratello e
se ne vanno dispersi, ognuno con la propria lingua, per il mondo.

C’è posto nella mia vita per altri oltre a me? Cosa riempie la mia vita?

CAP XV GEOGRAFO
CONOSCENZA E SAPIENZA
Conoscere senza esperire

Eterno vs effimero / teoria vs pratica / idee vs vita quotidiana


Sono le cose effimere che danno gioia alla nostra vita e non
quelle eterne, perché le effimere ci coinvolgono, quelle eterne le
fissiamo e basta
Ignazio di Loyola: non è il tanto sapère che da gioia quanto il tanto il
sàpere

INNO ALLA CARITÀ E IMPERFEZIONI DEL PRESENTE 1Cor 13,1-13


ELOGIO DI GESÙ ALLA SAPIENZA DEI PICCOLI Lc 10,21-24
LA SAPIENZA È METTERSI IN GIOCO Lc 7,31-35

© Gessaroli Gino
CAP X-XV GLI ABITANTI DI ASTERIODI
I BLOCCHI CHE CI IMPEDISCONO DI APRIRCI
I baobab che hanno invaso la vita di alcune persone

Trattando i sei capitoli assieme, senza dilungarsi troppo nella


lettura si possono leggere i capitoli più brevi tralasciando i
capitoli lunghi, lasciando questi ultimi ad una lettura personale.
I capitoli corti sono il XI, XII, XIV, che sono rispettivamente
narcisista, ubriacone e lampionaio.

In questi capitoli si vedono alcune tipologie di abitanti di asteroidi,


ovvero persone che non curando il loro pianeta hanno permesso ad
alcuni baobab di impossessarsi del loro pianeta e della loro vita: re -
dominio, controllo (≠ possedere); narcisista - ammirazione; ubriacone
- circoli viziosi; uomo d’affari - ricchezza, possedere; lampionaio - lavoro;
geografo - conoscenza.
Tutti questi personaggi hanno sviluppato una dipendenza da queste cose al
punto tale da rimanere isolati dagli altri, fino ad avere una vita (pianeta)
che non permette la vita degli altri

Le dipendenze sono degli attaccamenti smisurati a delle cose non


per forza negative come per esempio il lavoro, l’autostima, il
gioco, la famiglia, sesso, Dio. È il rapporto che abbiamo con tali
cose che può essere sbagliato rendendoci noi schiavi, e non più padroni, di
quella cosa (Es: io sono padrone dell’alcool quando so bere con
moderazione, sono schiavo dell’alcool quando non riesco a fare a meno di
bere). La dinamica della dipendenza non è immediata, ma è un processo
articolato.
Essa in principio è una compensazione ad un irrisolto, piuttosto che
affrontare l’irrisolto, lo compenso con un’azione o l’utilizzo di qualcosa
(affettivo - masturbazione; sociale - cannabis o alcool; incapacità di gioire -
eccitanti; depressione - sport o attività adrenaliniche; vuoto sul senso della
vita - Dio; etc...).
La conseguenza più disastrosa della dipendenza è l’isolamento sociale: ci
si rinchiude nel proprio mondo con la compagnia della cosa da cui
dipendiamo.

© Gessaroli Gino
Sulla base del racconto pensa a quali sono le tue dipendenze e
da che cosa sono state originate.
Le dipendenze sono quelle cose che quando ci vengono tolte ci
mandano in crisi isterica

(1) Quali sono le mie dipendenze? Per ora a che grado sono? Le
so controllare
(2) Che cosa compensano?

UOMO RICCO Mc 10,17-22


CUORE E TESORO Mt 6,19-21

Si potrebbero portare i ragazzi in una comunità


terapeutica in modo da ascoltare dei testimoni sul
meccanismo delle dipendenze: come si inizia, cosa
provocano, cosa sentono e come se ne sono accorti
(se se ne sono accorti di essere dipendenti o li hanno obbligati)

CAP XVI-XXI CONDIZIONI E LA RELAZIONE


Il filo conduttore di questi capitoli sono le condizioni per il “processo di
addomesticamento”. Nei prossimi capitoli si parlerà del dove, quando, e
come, delle relazioni per arrivare al cap XXI che è il prototipo delle
relazioni
Nel capitolo XXI il piccolo principe incontra la volpe. In questo capitolo
l’autore attraverso il personaggio della volpe vuole mostrare il prototipo
del cammino della relazione di amicizia. In questo capitolo riprenderà
molti dei punti passati, ma si focalizzerà su tre punti particolari:
addomesticare, i riti, e il tempo. Per questo motivo il capito XXI verrà di
viso in tre parti in modo da affrontare in modo approfondito ognuna di
queste tre componenti essenziali per la relazione di amicizia.

© Gessaroli Gino
CAP XVI TERRA
LUOGO DELLE RELAZIONI
RELAZIONI: dove

La convivenza dei diversi pianeti. La piazza: luogo di incontro.


Gli altri non li posso incontrare dentro me stesso (pianeti), ma
ho bisogno di uscire da me stesso per poterli incontrare.

In un foglio fare due colonne: (1) OPPORTUNITÀ DI INCONTRO


(luoghi che frequento regolarmente ogni giorno) e (2) DOVE
VIVO le relazioni

I luoghi dovrebbero essere abbastanza sovrapposti, se diverso


vuol dire che si vivono le relazioni al di fuori dell’ordinarietà
della vita: si cercano i rapporti fuori dalla vita ordinaria (Es: di
giorno si fanno gli obblighi e di notte si vive)

(1) Guardando la tabella, i luoghi che frequento ogni giorno


sono gli stessi di dove vivo le relazioni (o posso entrare in
relazione con gli altri)?
(2) Dove incontro gli altri? Dove vai ad incontrare gli altri
uomini? Momenti, luoghi, ...
(3) Ho un nido (un posto dove mi riparo e mi sento al sicuro)? Quanto
tempo ci passo?
(4) Ci sono luoghi dove scelgo di non vivere la relazione? (!! L’essere soli
in mezzo alla gente è il tema del capitolo successivo del come. Qui è della
presa di consapevolezza che ci possono essere luoghi che si frequentano
ma che non si vivono)
(5) I luoghi che frequento possono diventare una opportunità?

Il luogo dove posso incontrare gli altri non è un luogo preciso


ma va bene qualsiasi luogo perché non è il dove che fa la
differenza, ma il come sto nei luoghi (cap XVII). Tutti i luoghi
sono possibili per entrare in relazione con gli altri.

BARTIMEO: LUNGO LA STRADA Mc 10,46-52

© Gessaroli Gino
CAP XVII SERPENTE
ESSERE SOLI IN MEZZO ALLA GENTE
RELAZIONI: Come

Finora abbiamo visto come la relazione necessita di una


condivisione di vissuti e di sentimenti. A volte basta stare anche
vicino alla persona che si vuol bene in silenzio senza nulla dire,
senza l’imbarazzo del silenzio ma con la sua presenza ascoltando col cuore
il suo stato (= comunicazione non verbale ne fisica dei sentimenti).
Le relazioni virtuali, l’essere soli in mezzo alla gente (= non sfruttare le
occasioni di incontro che la vita mi offre)
Spiegazione delle differenze tra: solitudine – isolamento – noia
– abbandono

Si riprendono le tabelle dell’incontro scorso e vicino ai luoghi


indicati segnano se in quei luoghi si sentono soli o in mezzo
agli altri.
Pensate a più persone con cui riuscite a mantenere il silenzio
non imbarazzante. Scrivete i nomi. Accanto a ciascun nome annotare se
con quella persona preferisco 10 min o di vicinanza fisica silenziosa o di
altro (parole, chiacchiere, lavoro)
(1) Quel sentimento di solitudine da dove origina? Da se stessi
(scelta di non entrare in relazione con gli altri) o dagli altri
(scelta imposta dall’esterno in cui sono gli altri ad escludermi)
(2) Quando sono con gli altri (amici e non), come sto in mezzo
a loro? Basta la vicinanza fisica o ci vuole l’altro?
(3) Cos’è per me la solitudine?
GIUDA SOLO NELL’ULTIMA CENA Gv 13,21-30 o Mt 26,19-25

“Love Love Love” Of Monsters And Men (video musicale)

© Gessaroli Gino
CAP XVIII FIORE DEL DESERTO
VISTA - PREGIUDIZI
Certezze piccole

I pregiudizi sono come dei muri che impediscono di crescere


nella vita e nelle relazioni, ci impediscono l’apertura all’altro

(1) Nel fare conoscenza con nuove persone, quanto incide il


mio pregiudizio? (Apparenza, pregiudizio degli altri)
(2) Nel fare conoscenza con nuove persone, quanto incidono i
pregiudizi della gente e quanto quella di un amico? Quanto
sono autonomo nel vedere la realtà con i miei occhi?

I PREGIUDIZI Mc 6,1-6

“Simpatia e antipatia” J.Vanier (libro)

© Gessaroli Gino
CAP XIX ECO

Le relazioni “eco”

Le relazioni eco sono quei rapporti in cui sento risuonare la mia


voce/pensiero negli altri. Gli altri non mi fanno da specchio per
mostrarmi parti di me non conosco, ma sono persone che mi
confermano sulla strada che sto percorrendo.

Pantomima del branco delle oche (oh, che bella che sei...) e dei
lupi (Oh, se sei grosso...)

(1) Quando cerco i rapporti eco? (Quando sono echizzato)


Perché?
(2) Riesco ad accettare le critiche degli altri?
(3) Quali sono i rapporti eco che vivo? (Quando echizzo un
altro) Perchè?
(4) Riesco a fare le osservazioni agli altri?

IMPORTANZA DEL DIALOGO Lv 19,1-2.17-18


SUBALTERNO Lc 7,1-10

© Gessaroli Gino
CAP XX ROSAIO
TRA SOGGETTIVO E OGGETTIVO
Aspettative e delusioni

Oggettivo: realtà
Soggettivo: come io vivo la realtà
Tra l’oggettivo che viviamo tutti e il soggettivo che ognuno lo
vive a modo suo ci si gioca tutta la nostra capacità di stare dentro la realtà.
L’uomo sviluppa delle attese verso la realtà, ma quando queste diventano
molto precise e cristalline si trasformano in aspettative. L’aspettativa è la
principale fonte di delusione dell’uomo verso la realtà in quanto essa è
frutto della nostra fantasia che vuole dominare (vs attendere) realtà. È
importante avere attese e speranze verso la realtà, ma non le aspettative

Lettura Attesa e Aspettativa


[Il rifugio, W. Paul Young, BUR 2012 p.272]

(1) A livello di rapporti, spesso ci si aspetta che l’altro


corrisponda alle nostre idee. So accettare il fatto che l’altro
possa non essere sempre come io lo vorrei?
(2) So riconoscere le aspettative che gli altri hanno su di me?
Come reagisco?
(3) Quando faccio esperienza della delusione?

ASPETTATIVE DI PIETRO Mt 16:13-25


NAAMAN IL SIRO 2Re 5,1-17

© Gessaroli Gino
CAP XXI A VOLPE 1
ADDOMESTICARE
Creare dei legami

La volpe, per indicare la relazione di amicizia usa il verbo


addomesticare, un verbo particolare che non considera il
sentimento, ma è il modo di entrare in relazione con gli animali
selvatici.
Se si considera che l’animale selvatico o non addomesticato è tale perché
non ha relazioni con la persona, allora il verbo addomesticare indica bene
questo passaggio: da selvatico (senza relazione, linguaggio, legame) a
domestico (essere con cui siamo in relazione, con il quale abbiamo
sviluppato un linguaggio per comunicare, con cui c’è un legame).
L’amicizia però ha un aspetto particolare che è quello della condivisione.
Esso è a doppio senso perché da una parte permette di farci conoscere alle
altre persone, dall’altra ci lega a quelle cui ci siamo aperte: questo legame
farà si che l’altra persona sarà per me unico al mondo.
La volpe dice che si conoscono solo le cose che si addomesticano, e questo
è vero perché da fuori ci sono solo i pregiudizi, e per entrare in relazione
con qualcuno bisogna conoscere il suo mondo interiore (pianeta) e questo
richiede tempo, motivo per cui gli amici non si trovano già fatti (“non
esistono mercanti di amici”, anche se i social ci vogliono far credere che
questo sia possibile), non si comprano, ma richiedono del tempo, tempo
perché a mano a mano si aprano, si mostrino per quello che sono (e non per
quello che appaiono) così da poter decidere se anche noi continuare ad
aprirci e diventare amici o fermarci li.

Foglietti di due colori differenti: su un colore scrivi chi hai


addomesticato, sull’altro chi ti ha addomesticato

(1) Quale dei due colori prevale? Principalmente: mi faccio


addomesticare, addomestico altri, o un equilibrio tra i due?
(2) Guardando i nomi di CHI HAI addomesticato: come vivo
l’addomesticare? Cosa muove il mio addomesticare?

© Gessaroli Gino
(3) Guardando i nomi di CHI TI HA addomesticato: con che stile ti ha
addomesticato? Cosa c’è in quell’essere addomesticato? Che parte del tuo
essere raggiunge?

LA SCELTA Gv 15,12-17

* La chiamata dei dodici: è Gesù che li sceglie dai discepoli


chiamandoli per nome, anche se uno non risponderà a pieno.
Gesù li aveva scelti perché stessero con Lui e per mandarli

© Gessaroli Gino
CAP XXI B VOLPE 2
DECENTRAMENTO
I riti, il linguaggio comune, la gradualità

Quando si vuole andare a conoscere una persona non arriva in


modo irruente. La prima cosa da fare è sempre quella di porsi in
una posizione visibile all’altro e guardare come lei reagisce, cosa
comunica e mano a mano avvicinarsi guardando come lei reagisce (come si
fa in discoteca). Le parole sono l’ultimo step perché, come dice la volpe, si
rischia di rovinare tutto prima del tempo.
Tutto questo è un rito, ovvero una serie di gesti dati dalla società che serve
per comunicare con un linguaggio comune (poi ci sarà un linguaggio
caratteristico dell’amicizia, ma quello verrà dopo). I riti, questa serie di
gesti, sono quelli che danno il senso al nostro vivere. Se fossimo sempre a
corteggiare non avremmo tempo di fare altro (mangiare, bere, dormire,
stare con gli amici, etc...), e mano a mano perderemmo la bellezza e il
senso del rito stesso

Sui biglietti della volta scorsa scrivere come è nata la vostra


amicizia.

(1) Rispetto ai luoghi del Cap XVI, come sto nei luoghi con la
consapevolezza che le amicizie sono spontanee?
(2) Guardando come sono nate le amicizie: le avete
programmate o sono capitate? Con che peso le portate avanti le
spontanee e le programmate? (le programmate sono quelle più faticose da
portare avanti perché non sono amicizie ma convenzioni - compromessi)
(3) Pensa alle persone che non sopporti. Può essere qualcosa che sia
dovuto ad un problema di linguaggio? Come recepisco il codice di
linguaggio dell’altro?

GRADUALITÀ Mc 4,30-34

© Gessaroli Gino
DAL TRATTATO «CONTRO LE ERESIE» DI SANT'IRENEO, VESCOVO
Gesù chiamò l'uomo alla somiglianza con se stesso, lo fece imitatore di
Dio, lo avviò sulla strada indicata dal Padre perché potesse vedere Dio e gli
diede in dono il Padre.
Il Verbo di Dio pose la sua abitazione tra gli uomini e si fece Figlio
dell'uomo, per abituare l'uomo a comprendere Dio e per abituare Dio a
mettere la sua dimora nell'uomo secondo la volontà del Padre.
Per questo Dio stesso ci ha dato come «segno» della nostra salvezza colui
che, nato dalla Vergine, è l'Emmanuele: poiché lo stesso Signore era colui
che salvava coloro che di per se stessi non avevano nessuna possibilità di
salvezza.

© Gessaroli Gino
CAP XXI C VOLPE 3
TEMPO E GRATUITÀ
Valore del Tempo

“è il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua
rosa così importante”
La volpe consegna questa massima al PP dopo che al rosaio ha
compreso che quello che ha reso la sua rosa così speciale rispetto alle altre
sono state le sue attenzioni, il suo tempo speso per conoscerla e
prendersene cura. Il tempo speso-perso con lei lo ha legato in modo
indissolubile con lei, perché quel tempo che fa parte della vita non è più
solo nostro ma legato con qualcun altro, nella nostra storia c’è un’altra
persona: nella nostra personalità, nel nostro pianeta è entrata un’altra
persona che vive con noi.

In riferimento ai biglietti: scrivere su ognuno da quanto tempo


dura l’amicizia

(1) Quanto tempo dedichi alle amicizie? Sei paziente o sei uno
che vuole arrivare subito al dunque? (video: a panda piace)
(2) Cosa ha portato quella amicizia nella tua vita?: “il colore del
grano” nel PP, e nella propria vita?

IL TEMPO NON È MAI PERSO, ANCHE QUELLO NON SPESO BENE


Fil 3,4b-14

CAP XXII-XXV:CONDIZIONI E LA FELICITÀ


Il narratore dopo aver raccontato la nascita e lo sviluppo di un’amicizia,
inizia il percorso verso la felicità. Per il narratore il presupposto per essere
felici è l’amicizia, essa è la condizione base per vivere esperienze di
felicità.

© Gessaroli Gino
CAP XXII CONTROLLORE TRENI
LA FINALITÀ DEL NOSTRO MOTO
La ricerca della felicità - Luogo

L’uomo si sposta per vari motivi, per lavoro, per necessità.


L’agire dell’uomo può avere diverse origini. Il PP ha trovato un
amico e il suo muoversi è cambiato di conseguenza, se prima era
fuggito dal suo pianeta ora il suo non è più un vagare ma un camminare
verso la meta (cap XXVI). Il suo muoversi ha acquisito un senso che è
quello di ritornare dalla sua rosa.

Elencano luoghi in cui sono felici. Se in questa lista ci sono


luoghi agli antipodi li sottolineo

(1) Perché vado in questi luoghi? Cosa trovo o spero di trovare?


(2) Cosa muove la mia vita le mie azioni: l’agenda, l’abitudine
o altro? Di che cosa sei alla ricerca?
(3) Quando esco cosa cerco, l’ambiente o le relazioni? (Es
sabato sera esco dove mi piace o dove vanno i miei amici? Quanto
influisce il luogo sulla mia partecipazione?)
(4) Cosa cerco nella vita?

CHE COSA CERCHI? Gen 37,12-17

Consegnare tabella orario settimanale e far scrivere ai ragazzi


ogni giorno quello che hanno fatto ora per ora nella settimana

© Gessaroli Gino
CAP XXIII VENDITORE PILLOLE ANTISETE
GESTIONE DEL TEMPO E TEMPO LIBERO
La ricerca della felicità – Tempo

Di per se la storia del venditore di pillole antisete dal punto di


vista scientifico assurda (in quanto senza acqua un organismo
muore), è molto importane dal punto di vista spirituale perchè
introduce l’argomento della felicità dei prossimi due capitoli: la sete di
felicità e la felicità è l’acqua dello spirito (//Gv6)
Il rispondere ad un automatismo come quello della sete sembra una perdita
di tempo perché è un bisogno solo fisiologico quello di bere che sembra
non avere niente a che fare con il resto della vita dell’uomo, sembra che sia
il peso del corpo. Il PP considera importante anche l’azione del bere perché
nel dinamismo della sete-bevuto ci sta la risposta ai bisogni dell’uomo. La
sete di felicità non è una cosa che si può calmare con pillole perché se non
avessimo sete di felicità moriremmo disidratati dalla noia, dalla
meccanicità della routine. Quindi il tempo perso non è quello delle azioni
di routine perché esso è utile per il nostro corpo. Il tempo perso è quello
disperso in mille cose non fondamentali per il nostro vivere (distrazioni).

Scheda settimanale (con orari) la portano compilata,


condivisione e riflessione:

(1) Come hai utilizzato il tempo? Cose utili o non utili?


(2) Come utilizzo il mio tempo? Per cosa lo dedico?
(3) Cosa ho trascurato e invece dovrei dedicare più tempo
(4) Cosa faccio nel tempo libero?

VIVERE IL PRESENTE Lc 12,16-20

© Gessaroli Gino
CAP XXIV VERSO IL POZZO
IL MISTERO (SACRAMENTO) DELL’ALTRO
Apertura ad un TU. Accogliere anche quello che non si comprende

Il PP e l’aviatore vivono la stessa situazione in modi differenti:


l’aviatore con ansia, il PP con pace, contento della vita che ha
vissuto, delle amicizie poche ma che hanno dato il senso al suo
vivere (“fa bene aver avuto un amico anche se poi si muore”)
L’aviatore comprende l’importanza del PP quando lo ha tra le sua braccia
e comprende che la persona è più grande delle sue parole e dei vissuti
trascorsi assieme, essa ha sempre un alone di mistero che riguarda il suo
essere (d’altra parte se conoscessimo perfettamente una persone non ci
sarebbe più il margine della scoperta che permette alla relazione di
amicizia di crescere e di continuare); quello che fa la bellezza dell’altro è il
tesoro che sta dentro di lui e allora tutta la sua persona diventa bella
nonostante i suoi aspetti negativi.

Per rivivere la situazione scegli tra le seguenti opzioni:


(1) Ripensa ad un momento in cui hai preso qualcuno in
braccio (se non hai mai preso nessuno in braccio quando sei
stato in un abbraccio che ha suscitato in te un forte sentimento)
(2) Se c’è un divano: uno si siede normalmente e l’altro si sdraia
poggiando la sua testa sulle gambe dell’altro
(3) Sulla sedia: uno si siede sulla sedie e prende in braccio un’altra persona
abbracciandola sotto le braccia e poggiando la testa sulle sue spalle

(1) Hai mai preso qualcuno in braccio? Cosa hai provato?


(2) Prova a dare un origine a quel sentimento e del perché della
sua comparsa. Chi è quello?
(3) Di fronte alla realtà, ho bisogno di comprendere sempre
tutto prima di muovermi o a volte mi fido?
Quanto mi destabilizza il non sapere sempre tutto?

SIMEONE CHE ACCOGLIE LA SALVEZZA SENZA COMPRENDERLA


Lc 2,26-35
GIUSEPPE ACCOGLIE MARIA SENZA COMPRENDERE
Lc 2,25- Mt 1,18-25
© Gessaroli Gino
CAP XXV AL POZZO
LA FELICITÀ
Sete di essenzialità

La felicità per l’aviatore sta nell’esperienza vissuta col PP in questi


due capitoli, alla fine dei quali si comprende il suo rapporto nel
collegare il pianto con l’addomesticare.
Il centro di questo brano sta nella sete del PP e nell’aviatore che
comprende il tutto nel dargli da bere. Senza che il PP gli spieghi nulla,
l’aviatore comprende tutto nel semplice gesto di dargli da bere: quell’acqua
non è più solo acqua ma è diventata un simbolo (sacramento), frutto “della
camminata, della carrucola, e dallo sforzo delle sue braccia”.

La felicità non sta nelle cose, ma nell’utilizzo che se ne fa delle


cose che si hanno: non è l’acqua a far felice il PP ma quello che
ha portato a bere quell’acqua (vs cap XXIII)

Penso a cosa mi ha reso felice (pace) (non gioioso, soddisfatto,


gioia, euforia, stupore) finora nella mia vita.

(1) Hai mai provato una sensazione del genere? Ti è mai


capitato di trovarti in situazioni per cui anche le cose più banali
sono state importanti?
(2) Cosa significa per te cercare col cuore?
(3) Hai mai condiviso con un amico dei momenti così belli?

SETE DI AMORE Gv 4,5-26

© Gessaroli Gino
CAP XXVI LA PARTENZA DEL PP
LASCIAR PARTIRE
‘rapporti liberi’ vs possessività

In questo capitolo termina la relazione fisica tra l’aviatore e il PP che


riparte per il suo pianeta. L’aviatore stringe a se il PP per trattenerlo
da quel momento e il PP che ha già vissuto questo momento con altri
amici, aiuta l’aviatore a vivere bene questo passaggio, valorizzando i
momenti vissuti assieme e ponendo l’attenzione agli oggetti e alle cose che
potrebbero aiutarlo a ricordarsi di lui.
L’aviatore comprende che per il PP è arrivato il momento di tornare a casa
sua e che il trattenerlo li sarebbe un impedirgli di ritornare dalla sua rosa,
sarebbe un catturarlo per tenerlo per se.

Se si vuol davvero bene ad una persona (se si vuole il suo bene),


bisogna saper anche accettare il suo cammino e il fatto che
questo si distacchi da noi, per il suo bene.

Riprendere i biglietti della volpe.

(1) In quelle relazioni come vivo il rapporto: libero o


possessivo?
(2) Cosa mi fa trattenere l’altro? Quando trattengo? Quando
lascio andare?
(3) Quando sono stato “trattenuto”? Come mi sono sentito? Come ho
reagito?
(la normalità è quella del distacco, altrimenti non vive né l’uno né l’altro
es: il parto - cordone ombelicale - Gen1 primi giorni creazione)

IL DOLORE DEL DISTACCO NON VINCE LA GIOIA DI AVER


CONOSCIUTO LA PERSONA Gv 16,20-22

© Gessaroli Gino
Ci sarebbe anche il memoriale di Gesù. Il segno che lui lascia per poterlo
incontrare oggi nella nostra vita

“La strada” MCR (musica)


Gen 1 “Dio crea separando gli opposti”
Parto: taglio del cordone necessario per vivere entrambe (madre
e figlio)

© Gessaroli Gino
CAP XXVII EPILOGO
IL SENTIMENTO E LA DISTANZA
La compresenza

L’aviatore continua a preoccuparsi per il PP, in modo un po’ insano,


ma continua nel suo cuore a pensare a lui, alla sua vita. Questo
perché l’amore è un sentimento che fa parte dell’eternità (≠
successione infinita di tempo): ogni volta che lo proviamo entriamo
nell’eternità (= nel senza tempo, non nel tempo che non ha fine). Questo
sentimento rimane possibile anche con le persone che non vediamo spesso,
ma che ogni volta che le incontriamo (fosse anche una sola volta all’anno),
il nostro cuore si riempie di gioia come se non ci fossimo mai staccati.

La compresenza è vivere nel mondo anche fisicamente soli, ma


con la consapevolezza che si hanno persone che ci vogliono
bene e il loro amore non si limita alla sola presenza fisica, ma è
questo portarsi reciprocamente nel cuore nei giorni della vita.

Come vivo le relazioni con le persone che ho conosciuto alle


quali tengo e che fisicamente non sono più accanto a me? [se
chiedono si riferisce anche a quelle morte]

ASCENSIONE Mt 28,16-20

© Gessaroli Gino

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