Sei sulla pagina 1di 18

RIVISTA ITALIANA

DI

NVMISMATICA
E SCIENZE AFFINI
FONDATA DA SOLONE AMBROSOLI NEL 1888
EDITA DALLA SOCIETÀ NUMISMATICA ITALIANA ONLUS - MILANO

VOL. CXII
2011

Estratto
INDICE

MATERIALI

R. CANTILENA, Monete dal Santuario di Hera alla foce del Sele (Pae-
stum). Nuovi dati e vecchi scavi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15
A. CAVAGNA - M. CHIARAVALLE, Le monete tolemaiche e alessandrine
del Museo Civico ‘‘Paolo Giovio’’ di Como . . . . . . . . . . . . . » 29

SAGGI CRITICI

F. THIERRY, Origine e sviluppo del sistema monetario cinese tradizio-


nale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 57
M. PENSA, L’immagine della citta` nella documentazione numisma-
tica (prima parte) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 105
C. MARVEGGIO, La monetazione di Hatria. Aspetti cronologici, pon-
derali, iconografici e produttivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 135
L. FABBRI, Livia, Diva Augusta, Dea Cerere sul dupondio coniato
dall’imperatore Claudio nel 42 d.C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 173
A. SAVIO, Appunti di Numismatica Alessandrina I. Una dracma in-
trigante di Antonino Pio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 185
M. ASOLATI - G. SALEMI, Caratterizzazione di nummi di V sec. d.C.
tramite rilievo tridimensionale: uno strumento per la ricerca
numismatica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 199
G. CARRARO, Concessione di zecca e produzione monetaria ferrarese
in epoca comunale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 211
10 Indice

A. GIULIANI, Giovanni d’Angio` e la zecca dell’Aquila (1460-1463).


Dalla guerra al terremoto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 243
L. GIANAZZA, Inquadramento delle emissioni di grosso modulo in ar-
gento nei ducati di Mantova e Monferrato (1587-1626) . . » 255

STORIOGRAFIA NUMISMATICA

D. CALOMINO, Collezionismo e commercio numismatico nella Vero-


na di Scipione Maffei: testimonianze inedite su un ‘‘raro meda-
glione d’Ottone’’ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 303
C. RAVARA MONTEBELLI, Le tavole del primo tomo dell’opera di Ono-
rio Arrigoni emendate dall’autore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 327

MEDAGLISTICA

A. BERNARDELLI, ‘‘E ancho si butto`di molti medaglie di più sorti... ` e


stata una bella e alegra solennita`’’. Aspetti dell’uso di medaglie
nei rituali di fondazione, il XVI secolo . . . . . . . . . . . . . . . . » 341

NOTE

A.L. MORELLI, Monete e oreficeria: valorizzazione dei materiali e


studio multidisciplinare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 379
S. MARSURA, La parola alle monete: la quotidianita` e l’eccezionalita`
del femminile tra Principato e Dominato . . . . . . . . . . . . . . » 387
A. CRISÀ, Lettera di Girolamo Bonanno Chiaramonte su una mone-
ta d’oro di Costantino IV (Caltagirone, 1745) . . . . . . . . . . » 403

RECENSIONI

L. TRAVAINI: L’argento nella storia del Vicino Oriente Antico . . . » 411


T. LUCCHELLI: W. Leschhorn, Lexicon der Aufschriften auf griechi-
schen Münzen, Band II . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 417
G. GORINI: W. Fischer-Bossert, The Athenian Decadrachm . . . » 420
D. FORABOSCHI: A. Cavagna, La crisi dello Stato tolemaico tra infla-
zione e svalutazione del denaro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 422
A. CRISÀ: M. Puglisi, La Sicilia da Dionisio I a Sesto Pompeo. Cir-
colazione e funzione della moneta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 424
Indice 11

A. CAVAGNA: M. Pı̂slaru, The Roman coins from Potaissa: legionary


fortress and ancient town . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 427
A. CAVAGNA: D. Draganov, The Coinage of Deultum . . . . . . . . » 436
A. GARIBOLDI: R. Gyselen, Arab-Sasanian Copper Coinage . . . . » 443
E. ERCOLANI COCCHI: F. Missere Fontana, Testimoni parlanti. Le
monete antiche a Roma tra Cinquecento e Seicento . . . . . . » 448
A. SAVIO: A.M. Stahl (ed. by), The Rebirth of Antiquity. Numisma-
tics, Archaeology, and Classical Studies in the Culture of the
Renaissance . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 453
A. SACCOCCI: M. Chimienti, La zecca di Bologna e le sue macchine ;
Id., Monete della zecca di Bologna. Catalogo generale, con la
pubblicazione delle monete del Museo Civico Archeologico di
Bologna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 457
G. GIROLA: R. Martini, Repertorio medaglie devozionali. Voll. I-II » 462

SEGNALAZIONI

A. SAVIO: La Numismatica per l’Archeologia, l’Archeologia per la


Numismatica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 467
A. CAVAGNA: V. Van Driessche, E´tudes de me´trologie grecque. Vol.
I. Des e´talons pre´-mone´taires au monnayage en bronze . . . . » 468
A. CAVAGNA: C. Yashin, From Ascalon to Raphia: city-coins of the
southern Palestinian Coast . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 471
A. SAVIO: A. Morello, PRORAE, la prima prua di nave sulle monete
della repubblica romana. Origine di un simbolo imperituro del
potere di Roma, un inno a Caio Duilio . . . . . . . . . . . . . . . » 473
A. SAVIO: B. Callegher, Ritrovamenti monetali di eta` romana nel
Friuli Venezia Giulia. Province di Gorizia e Trieste . . . . . » 474
A. CRISÀ: B. Aranguren, F. Catalli, G. Catalli, Ripostiglio di Ga-
vorrano, loc. Poggio Gobbo (Grosseto), 1899. Monete romane
imperiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 474
A. SAVIO: B. Rémy, S. Estiot, S. Le Groumellec, Catalogue des
monnaies, II, monnaies romaines, Bibliothe`que Municipale
d’E´tude et d’Information de Grenoble, Monnaies impe´riales ro-
maines, 8 - Commode . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 476
A. CRISÀ: F. Gambacorta (a cura di), Ripostiglio di Gravisca (Tar-
quinia - VT), 1969. Monete romane imperiali . . . . . . . . . » 477
12 Indice

L. TRAVAINI: L. Bellesia, Il ripostiglio di Rosola. Monete medievali


del XIII secolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 479
V. DE PASCA: AA.VV., Ripostiglio di Montespertoli (Firenze), 1943,
XVI secolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 480
G. GIROLA: D. Modonesi, Per una storia della medaglistica verone-
se. La collezione Eugenio Fornoni e la donazione Riccardo Cas-
sini nel Medagliere dei Musei Civici . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 482
G. GIROLA: P. Benatti, Monete e medaglie papali . . . . . . . . . . . » 482
G. GIROLA: S. Perfetto, La zecca dell’Aquila . . . . . . . . . . . . . . . » 484

NECROLOGIO

G.G., Mario Traina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 487

ELENCO COLLABORATORI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 489

ELENCO SOCI .................................... » 491


RIN 112 (2011) pp. 199-210

MICHELE ASOLATI - GIUSEPPE SALEMI

CARATTERIZZAZIONE DI NUMMI DI V SEC. D.C.


TRAMITE RILIEVO TRIDIMENSIONALE:
UNO STRUMENTO PER LA RICERCA NUMISMATICA (*)

Abstract

New technologies both high resolution photographic and laser scanning surveys
can be useful tools for the numismatic research. This paper shows some results
of the approach to bronze nummi of V century A.D. of Polynomial Texture Maps
(PTMs), which are used for displaying the appearance of an object under varying
lighting direction, and 3D laser scanning, which is used for building 3D models
with micrometric precision.

Premessa

Tra le emissioni monetarie che vengono a comporre la serie romana im-


periale quelle che ancora oggi appaiono di più difficile e complesso inquadra-
mento sono quelle prodotte in bronzo durante il V secolo d.C., specie nella
seconda metà. Ciò è dovuto innanzi tutto alle dimensioni minute dei tondelli

(*) Questo lavoro nasce nel contesto del progetto di ricerca La moneta di bronzo romana
tardo antica: composizione metallica, circolazione, strutture economiche per una ricerca interdisci-
plinare, coordinato da M. Asolati e interamente finanziato dall’Università degli Studi di Pa-
dova per il biennio 2009-2011. Questo progetto vede istituzionalmente impegnati, oltre al
suddetto, anche Giovanni Gorini (Dipartimento di Archeologia), Emilio Ramous e Irene Cal-
liari (Dipartimento dei Processi Chimici dell’Ingegneria) e Giuseppe Salemi (Dipartimento di
Architettura Urbanistica e Rilevamento) e può contare sulla preziosa collaborazione di Alberto
Conventi del Laboratorio per l’Analisi dei Materiali Antichi dello IUAV di Venezia. Per al-
cuni parziali risultati di queste indagini v. ASOLATI et alii c.s.
200 Michele Asolati - Giuseppe Salemi

monetati e ai pesi di conseguenza molto ridotti rispetto a qualunque altra


emissione bronzea imperiale, con punte che toccano i livelli in assoluto più
contenuti di tutta la produzione di età romana. Uno sviluppo pondometrico
cosı̀ estremo ha conseguenze sull’incisione dei coni che tende a essere schema-
tizzata, semplificata e meno curata, con tipi disorganici e scomposti che tal-
volta sono anche ripetitivi e rendono difficoltosa una puntuale attribuzione
ad una precisa autorità emittente: la rozzezza dei tipi talora pone anche delle
serie questioni attributive che rimangono sostanzialmente ancora irrisolte (1).
In queste condizioni spesso anche l’atto della coniazione appare comprensibil-
mente approssimativo e impreciso, con il risultato che i tipi sono decentrati e
incompleti e/o poco definiti, talvolta al punto da sembrare assenti.
A questi fattori intrinseci vanno poi aggiunte le conseguenze di ossida-
zioni, arricchimenti superficiali, ecc. A livello di circolazione, inoltre, queste
emissioni sono spesso presenti in contesti chiusi unitamente a produzioni
sussidiarie imitative che in alcuni casi, stante quanto detto finora, rischiano
di confondere la migliore percezione delle coniazioni ufficiali.
Tutti questi elementi non solo rendono, come dicevamo, alquanto diffi-
coltose le operazioni di classificazione di questi piccoli bronzi, con ovvie impli-
cazioni anche in sede di riflessione critica (2), ma spesso complicano notevol-
mente anche le possibilità di divulgazione scientifica (e non) delle immagini
di questi esemplari, persino nel contesto attuale in cui la fotografia digitale ha
risolto molti problemi nella ripresa e nella gestione delle immagini delle monete.
Tentativi di risolvere queste difficoltà hanno comportato l’impiego in opere a
stampa di immagini in scale maggiorate rispetto la naturale derogando all’uso
invalso nella letteratura numismatica di riprodurre la moneta in scala 1:1 (3).
Oggi si dispone di nuove tecniche di rilevamento fotografico e di scan-
sione laser tridimensionale che vengono abitualmente applicate ai beni cul-
turali in genere (4) e a quelli archeologici in particolare (5), con notevoli risul-

(1) Si vedano ad esempio il caso delle emissioni con croce potente in corona ascritte a
Valentiniano III in RIC, X, nn. 2144-2145 e inserite tra le monete nord-africane d’imitazione
in MOSTECKY 1997, p. 102 e p. 186, nn. 653-683.
(2) Si veda a tal proposito GORINI 1989, p. 170, il quale, centrando l’attenzione su que-
sta particolare problematica, intitolava uno dei capitoli di questo suo contributo Il problema
dei ‘minimi’.
(3) Citando soltanto alcuni dei numerosi casi, si rimanda a BRENOT, MORRISSON 1983;
ARSLAN 2003; ASOLATI 2006.
(4) PELOSO 2005.
(5) Cfr. ad esempio PIROTTI et alii web. Si vedano in questo senso i risultati dell’espe-
rienza dell’Università di Siena applicata in contesti archeologici medievali: cfr. PERIPIMENO,
SALVADORI 2005; PERIPIMENO, SALVADORI c.s.; SALVADORI c.s. (questi contributi sono anche di-
sponibili presso il sito web http://archeologiamedievale.unisi.it/LIAAM/pubblicazioni).
Caratterizzazione di nummi di V sec. d.C. tramite rilievo tridimensionale 201

tati in termini interpretativi ed enormi potenzialità ancora non del tutto svi-
luppate.
Si è scelto in questo contributo di illustrare parte dei risultati dell’impie-
go di alcune di queste tecniche su nummi di V secolo d.C., con particolare
riferimento alla fotografia dinamica e al rilevamento tramite laser scanner 3D
con successiva applicazione di texture mapping, impiego che è nato dall’inten-
to di verificarne l’utilità anche nel caso di manufatti antichi cosı̀ minuti (6).
Sono stati prescelti alcuni esemplari da una collezione privata (7) e altri
appartenenti al ripostiglio di Falerii Novi, recentemente edito e costituito es-
senzialmente di esemplari di zecca occidentale, databili tra il 461 e il 472
d.C. (8): uno di questi presenta notevoli difficoltà interpretative circa l’auto-
rità emittente e la zecca di produzione (9).

Rilievo fotografico

Il rilievo fotografico costituisce, senza dubbio, il sistema di documenta-


zione del bene culturale più rapido ed efficace, almeno in termini di comple-
tezza dell’informazione visiva e velocità di restituzione grafica. Su manufatti
di cosı̀ piccole dimensioni caratterizzati, anche, da un ridotto contrasto cro-

(6) La verifica sperimentale dell’applicabilità di queste metodiche è stata condotta nel


corso dell’elaborazione della tesi di Laurea Magistrale di Alessia Pacagnella, Tecniche archeo-
metriche applicate a monete di V secolo: metallografia e texture mapping, Università degli Studi
di Padova, a.a. 2009-2010, relatori Irene Calliari e Giuseppe Salemi, correlatore Michele Aso-
lati.
(7) Si tratta di una interessante raccolta di nummi di bronzo di fine IV, V e inizi VI
sec. d.C. facenti parte di una collezione privata, al cui possessore vanno i nostri più sentiti
ringraziamenti per la disponibilità. Da questa sono stati prescelti per questo tipo di analisi
un AE4 di Valentiniano III della zecca di Roma, databile al ca. 440-455 d.C. (RIC, X,
nn. 2144-2145) e un nummo imitativo di V secolo d.C. con il tipo dei Vota: v. come con-
fronto ASOLATI 2005, n. 1607; ASOLATI 2006, n. 105 e bibliografia ivi citata. La raccolta è at-
tualmente in corso di studio da parte di Michele Asolati.
(8) Circa il rinvenimento e le componenti del gruzzolo cfr. ASOLATI 2005. Da questo
gruppo sono stati scelti ai fini della nostra indagine: 1) AE4 di Valentiniano III, della zecca di
Roma, databile al 425-ca. 430 d.C. (RIC, X, n. 2121), ASOLATI 2005, n. 356; 2) un AE3 di
Leone I, della zecca di Ravenna, databile al 457-461 d.C. (cfr. RIC, X, n. 2528), ASOLATI
2005, n. 489; 3) un AE4 di Libio Severo con monogramma di Ricimero in corona, coniato
a Roma nel 461-465 d.C (RIC, X, n. 2715), ASOLATI 2005, n. 564; 4) un AE4 di Antemio con
monogramma in corona, battuto a Roma nel 467-472 d.C. (RIC, X, n. 2862), ASOLATI 2005,
n. 881.
(9) Si tratta dell’ultimo degli esemplari citati alla nota precedente. Per i dubbi sulla let-
tura di questo pezzo e per le implicazioni in ordine alla cronologia e alla zecca di emissione si
rimanda ad ASOLATI 2005, pp. 26-27.
202 Michele Asolati - Giuseppe Salemi

matico, dalla presenza di patine superficiali di alterazione e da una piccola


variazione altimetrica, è necessario acquisire immagini fotografiche che con-
sentano una più adeguata visualizzazione in alternativa all’analisi autoptica.
In altre parole, si richiede, e la tecnologia oggi lo consente, un’immagine
non più statica, sebbene caratterizzata da una elevata risoluzione in termini
di milioni di pixel, ma dinamica, ovvero in grado di interagire con l’utente.
Questo aspetto dell’interazione offre differenti dinamiche interpretative;
per esempio, l’utente può non essere in contatto fisico con l’oggetto (aspetto
interessante per oggetti fragili o di delicata manipolazione), può interagire
con esso anche via web (caratteristica interessante per oggetti di difficile di-
sponibilità), può simulare differenti condizioni di illuminazione, conservan-
do, però, il punto di vista prescelto.
Con questo approccio, definito Reflection Transformation Imaging ed
usato per la prima volta da Tom Malzbender (10), è possibile, tramite una se-
rie di acquisizioni fotografiche, modellare le proprietà della superficie di un
oggetto in funzione delle condizioni di illuminazione. Ovvero, è l’utente che
re-illumina l’oggetto in studio, utilizzando una luce più o meno radente, ed è
in grado di esaltare o esasperare i contrasti: ciò permette di effettuare un’a-
nalisi dei dettagli della superficie difficilmente ottenibile con tecniche tradi-
zionali di visualizzazione.
Ovviamente, resta prioritaria l’individuazione della migliore combina-
zione dei parametri di acquisizione; quindi, la qualità dell’immagine (dipen-
dente dal formato di memorizzazione e dal livello di compressione dell’im-
magine stessa), la sensibilità ISO (con valori che variano tipicamente da
50 [molto lento] a 3200 o più [molto veloce]), la scelta del bilanciamento
del bianco (in funzione delle condizioni di illuminazione ambientale e/o del-
la sorgente di illuminazione).
Inoltre, è comunque possibile l’utilizzo di appositi filtri, sia a livello
hardware (montandoli sull’obiettivo) sia a livello software (in fase di acqui-
sizione o in post-produzione). Consigliata, per esempio, è l’applicazione di
Filtro Rosso (tramite funzione sull’apparecchio fotografico) che consente
di attenuare, per la sua complementarietà con il verde, la innaturale patina
verde-blu che ricopre gli antichi oggetti in bronzo (11).
L’acquisizione prevede, fatte salve le normali considerazioni per una ot-
timale acquisizione singola, che l’operatore muova la sorgente di luce lungo
uno o più archi di ripresa sopra l’oggetto: in questo modo, si ottengono
‘‘scatti’’ zenitali, mantenendo un unico punto stazione, ma con luce radente

(10) MALZBENDER, WOLTERS, GELB 2001.


(11) BUCARI, CASALI, LANARI 1998.
Caratterizzazione di nummi di V sec. d.C. tramite rilievo tridimensionale 203

da differenti punti di ripresa. Diventa, quindi, fondamentale l’ausilio di un


treppiede con testa panoramica a tre assi e livella analoga; si garantisce, cosı̀,
una ripresa zenitale fissa in termini di distanza sensore-oggetto ed ottimizzata
per l’obiettivo in dotazione.
L’ambiente di elaborazione utilizzato è quello sviluppato presso i labo-
ratori di ricerca della Hewlett-Packard a Palo Alto, California; si compone
di tre moduli distinti: LPTracker, LPFitter e PTMViewer. Il primo modulo
consente di localizzare la sfera di calibrazione, che resta fissa per ciascuna
immagine, tramite il comando Detected Red Glossy Ball; questa sfera, tipica-
mente in acciaio verniciata di rosso, serve da riferimento e visualizza sulla
sua superficie il riflesso della sorgente di illuminazione (fig. 1). Il secondo
modulo avvia la ricerca delle diverse posizioni della luce sulla sfera, tramite
il comando Detected Highlights. In questa fase, l’algoritmo combina le im-
magini in un unico file PTM compatto, contenente i valori dei parametri
di luminosità di ciascun pixel, in funzione della direzione della luce in en-
trata. In questo modo si ottiene la visione globale dei punti luce ripresi con
la fotocamera digitale, segnalati con un piccolo crocicchio (fig. 2). Infine,
con PTMViewer, si ottiene la restituzione foto realistica che l’utente può
graduare in modo continuo, sia in termini di illuminazione (quantità di lu-
ce) che in termini di posizionamento della sorgente luminosa (luce radente).
È interessante notare che l’acquisizione è numericamente discreta (relativa-
mente poche immagini; circa 20 nell’esempio proposto), ma le variazioni
sono pressoché continue, in funzione dei movimenti millimetrici del mouse
sullo spazio virtuale (fig. 3).

FIG. 1 - Esempio di ripresa digitale destinata all’elaborazione in ambiente PTM


(Polynomial Texture Mapping).
In basso, la sfera di calibrazione rossa per l’individuazione della direzione della luce.
204 Michele Asolati - Giuseppe Salemi

FIG. 2 - Esempio di ricerca dei punti luce sulla sfera di calibrazione.

FIG. 3 - Esempio di visualizzazione interattiva in ambiente PTM Viewer. Sono visibili, il


nummo di Valentiniano III del tipo RIC, X, nn. 2144-2145, la sfera rossa di calibrazione
(in basso), lo spazio virtuale per la gestione dell’illuminazione (cerchio grigio in alto a destra),
il controllo di illuminazione selezionato (cursore in basso a destra).

Rilievo con laser-scanner

Il rilievo con laser scanner costituisce oggi uno dei metodi più usati per
la corretta caratterizzazione del bene culturale in quanto garantisce una do-
cumentazione metrica ad alta o altissima precisione e risoluzione (anche nel-
l’ordine dei micrometri) e geometricamente corretta (la documentazione fo-
tografica, invece, potrebbe richiedere il raddrizzamento delle immagini).
Nel settore specifico della moneta antica, e ancor più della moneta tar-
Caratterizzazione di nummi di V sec. d.C. tramite rilievo tridimensionale 205

do antica di bronzo, poco o nulla è stato sperimentato, per le difficoltà in-


trinseche dovute alle ridotte dimensioni planimetriche e alla minima varia-
zione altimetrica. Vero è che oggetti con queste caratteristiche metrologiche
sono di norma acquisiti nel settore industriale, ma si tratta di oggetti stan-
dard geometricamente parlando, per i quali è possibile definire una rigorosa
strategia di acquisizione e post-elaborazione.
In questo caso, si è proceduto sperimentalmente, verificando quali fos-
sero gli strumenti migliori per ciascun tipo di indagine ed individuando,
quindi, la migliore combinazione dei parametri di acquisizione per differenti
tipi di analisi, in termini di risoluzione strumentale e risultati attesi.
Il primo esempio riguarda la corretta definizione geometrica dell’oggetto:
si è utilizzato il laser scanner Konica Minolta Vivid 910, che fornisce una ri-
soluzione compresa tra i 220 ed 160 lm. (12). È uno strumento che lavora con
il metodo della triangolazione ed è dotato di autofocus a contrasto sulla super-
ficie. Viene emessa una stripe di luce laser che scansiona la superficie dell’og-
getto tre volte, aumentando di volta in volta l’intensità del fascio laser; l’acqui-
sizione risultante, frutto delle tre ‘‘passate’’ di luce laser, massimizza il rapporto
segnale-rumore e minimizza i disturbi eventuali. Il range di misura ottimale è
però compreso tra 0.6 e 1.2 m. In fig. 4 un esempio di caratterizzazione super-
ficiale ottenuta su AE4 di Valentiniano III del tipo RIC, X, nn. 2144-2145.

FIG. 4 - Esempio di scansione laser su di un AE4 di Valentiniano III del tipo RIC, X,
nn. 2144-2145; la geometria è caratterizzata con notevole risoluzione,
ma non altrettanto la variazione altimetrica della superficie.

(12) Per i dettagli tecnici su questo laser a scansione rinviamo al sito web:
www.konicaminolta.it.
206 Michele Asolati - Giuseppe Salemi

Il secondo esempio è relativo a una migliore caratterizzazione della su-


perficie; è quindi necessario aumentare di quasi un ordine di grandezza la ri-
soluzione. In questo caso si è operato con uno struemnto a braccio Faro
Cam2 Arm platinum (13); qui è l’operatore che ‘‘guida’’ il braccio di misura,
dotato sia di un tastatore meccanico che di una sorgente laser stripe. Il braccio
è composto da tre segmenti dotati di sensori di temperatura collocati in ogni
snodo; questi permettono al braccio di riconoscere oscillazioni di temperatura
e di garantire la precisione ottimale di misura, che qui si attesta sui 35 lm.
In fig. 5 un esempio della risoluzione superficiale ottenibile per una mi-
gliore ricostruzione della superficie; si tratta di un caso ‘‘difficile’’ in termini
di variazioni altimetriche, ma utile per consolidare la strategia di acquisizio-
ne (14). La superficie è sufficientemente dettagliata, sia in termini di geome-
tria generale che per quanto riguarda i particolari. La forma della testa è chia-
ramente leggibile; ancora meglio il profilo destro su due quote distinte. Inol-
tre, è chiaramente distinguibile il diadema sul capo dell’imperatore.

FIG. 5 - Esempio di acquisizione con laser scanner a braccio con la risoluzione di 35 lm.
A sinistra il modello tridimensionale, a destra la texture fotorealistica.

Nel terzo caso, l’acquisizione avviene alla risoluzione di 20 lm. Qui si è


operato con uno strumento specifico per oggetti piccoli (denti) con caratte-
ristiche geometriche assimilabili, con i dovuti distinguo, alle monete prese in

(13) Circa i parametri tecnici e il funzionamento di questo secondo laser si veda il sito
web www.faro.com.
(14) Nel caso specifico, il rilevamento laser con questo strumento è stato applicato a un
nummo di Leone I facente parte del ripostiglio di Falerii Novi: cfr. supra, nota 9.
Caratterizzazione di nummi di V sec. d.C. tramite rilievo tridimensionale 207

esame. Lo strumento Laserdenta Openscan (15) garantisce 0.02 mm di preci-


sione sull’intera area di acquisizione ed è dotato di una sofisticata interfaccia
grafica per il posizionamento, il centraggio e la calibrazione dell’oggeto da
rilevare. Il risultato (fig. 6) evidenzia la perfetta ricostruzione plano-altimetri-
ca dell’oggetto (16).

FIG. 6 - Esempio di ricostruzione tridimensionale a 20 lm di risoluzione.


A sinistra il modello tridimensionale, a destra la texture fotorealistica.

Inoltre, occorre sottolineare come questo tipo di approccio consenta al-


l’utente finale di eseguire tutte le analisi metriche necessarie; per esempio, un
ambiente quale Rapidform, software di gestione di nuvole di punti acquisite
con gli strumenti sopra elencati, costituisce un’ottima soluzione sia per l’ac-
quisizione che per la post-elaborazione. Diventa cosı̀ possibile eseguire sul
modello tutte le misure di distanza: da punto a punto, in linea d’aria o se-
guendo il profilo altimetrico. Possono essere estratte anche tutte le informa-
zioni geometriche: dal raggio di curvatura alla misura della circonferenza o
dell’area.

Infine, nel medesimo ambiente l’immagine fotografica digitale prece-


dentemente realizzata può essere ‘‘montata’’ sul modello tridimensionale ot-

(15) Per i dettagli su questo strumento rinviamo al sito web www.laserdenta.com.


(16) In questo caso specifico il rilevamento laser è stato applicato a un bronzo imitativo
di V secolo con il tipo dei Vota: cfr. supra, nota 7. Stante il risultato ottenuto il Laserdenta
Openscan è stato impiegato anche negli altri casi presi in considerazione.
208 Michele Asolati - Giuseppe Salemi

tenendo un modello 3D fotorealistico (fig. 7), che l’utente, nuovamente, può


gestire in un suo spazio virtuale, estraendo piani e sezioni, nonché gestendo
l’oggetto da tutte le angolazioni possibili, sul dritto e sul rovescio.

FIG. 7 - Esempio di modellizzazione tridimensionale fotorealistica, in ambiente Rapidform.


La texture fotografica è ‘‘sovrapposta’’ al modello 3D ottenuto dalla scansione laser.

Conclusioni

L’utilizzo di tecnologie di rilevamento tramite fotografia digitale elabo-


rata in ambiente PTM e tramite scansione laser si è rivelata di particolare in-
teresse in relazione alle monete qui prese in considerazione.
Nel primo caso la possibilità di registrare, archiviare e gestire in modo
semplice le acquisizioni ottentute, peraltro grazie a un software d’uso gratui-
to, offre interessanti opportunità di studio, anche di esemplari di difficoltosa
lettura, enormemente ampliate dalle possibilità attuali di trasmissione elet-
tronica del dato acquisito. Infatti la possibilità di controllare in modo iterat-
tivo la posizione e l’intensità della sorgente di luce virtuale riesce a sopperire,
in modo molto più articolato e puntuale di quanto riesca a fare una foto bi-
dimensionale tradizionale, all’esame autoptico della moneta originale.
L’uso del laser a scansione fornisce un modello tridimensionale, preciso
e oggettivo dell’oggetto rilevato.
Caratterizzazione di nummi di V sec. d.C. tramite rilievo tridimensionale 209

La risoluzione di questo strumento chiaramente va commisurata alle ne-


cessità d’indagine e alle dimesioni dell’oggetto stesso, e, nel nostro caso, l’im-
piego del Laserdenta Openscan si è rivelato migliore per il rilevamento e l’a-
nalisi di monete, in particolare dei piccoli bronzi di V secolo, stanti le dimen-
sioni normalmente contenute e lo scarso rilievo.
L’elaborazione delle scansioni in ambiente Rapidform permette di gesti-
re completamente la ricostruzione virtuale per qualunque finalità ci si prefig-
ga. La modalità di rotazione, per esempio, consente l’osservazione delle dif-
ferenti prospettive, restituendo gli effetti di luce voluti ai fini della migliore
lettura dei rilievi.
L’applicazione di texture maps da foto digitali conferisce al modello ot-
tenuto tramite scansione laser l’aspetto di una immagine realistica in 3D nel-
la quale si conservano tutte le possibilità di gestione e visualizzazione della
scansione stessa (fig. 8).
La precisione del modello tridimensionale ottenuto in termini di riso-
luzione micrometrica lo rendono preferibile, specie nel caso di esemplari
con minimi rilievi, al calco in gesso, ossia a una delle metodiche tradizional-
mente impiegate in ambito numismatico per la rappresentazione realistica di
una moneta e la sua trasmissione normalmente ai fini di studio.

FIG. 8 - Esempio di modellizzazione tridimensionale fotorealistica, in ambiente Rapidform.


La texture fotografica è ‘‘sovrapposta’’ al modello 3D ottenuto dalla scansione laser
e l’immagine ottenuta è ruotata al fine di una migliore lettura dell’esergo
grazie alla immediata restituzione delle altimetrie.

In tale contesto, va segnalato che questo approccio, oltre ad avere le po-


tenzialità sin qui illustrate, è assolutamente non invasivo e non comporta al-
cun rischio di tipo conservativo a differenza del calco in gesso: infatti, la rea-
lizzazione delle impronte che vengono usate come matrici per la creazione
del calco spesso implica l’impiego di resine di sintesi che talvolta hanno
un’interazione chimica, seppur moderata, con l’originale.
210 Michele Asolati - Giuseppe Salemi

BIBLIOGRAFIA

ARSLAN E.A. 2003, Dall’Italia a Magdala in Terra Santa. Un pellegrino del V secolo e le sue mo-
nete, in One Land - Many Cultures. Archaeological Studies in Honour of Stanislao Lof-
freda, a cura di G.C. BOTTINI, L. DI SEGNI, L.D. CHRUPCALA, Jerusalem (Studium
Biblicum Franciscanum Collectio Maior, 41), pp. 33-40
ASOLATI M. 2005, Il tesoro di Falerii Novi. Nuovi contributi sulla monetazione italica in bronzo
degli anni di Ricimero (457-472 d.C.), con una appendice di L. ALLEGRETTA, Padova
(Numismatica Patavina, 4)
ASOLATI M. 2006, Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto). Note sulle imitazioni bronzee di V sec.
d.C. e sulla questione della cosiddetta ‘‘moneta in rame nell’Italia longobarda’’, ‘‘Rivista
Italiana di Numismatica e Scienze Affini’’ 107, pp. 113-161
ASOLATI M., CALLIARI I., CANOVARO C., GRAZZI F., SCHERILLO A., Il nummo coniato nel V secolo
d.C.: caratterizzazione con tecniche metallografiche e diffrattometriche, 33º Convegno
Nazionale AIM, Brescia 10-11-12 novembre 2010, in corso di stampa
BRENOT C., MORRISSON C. 1983, La circulation du bronze en Ce´sarienne Occidentale a`la fin du
Ve sie`cle: la truovaille de Rabelais-Aı¨n-Merane, ‘‘Quaderni Ticinesi di Numismatica e
Antichità Classiche’’ 12, pp. 191-211
BUCARI C., CASALI P., LANARI A. 1998, Chimica per l’arte, Bologna
GORINI G. 1989, Monete e scambi nel Veneto altomedievale, in Il Veneto nel medioevo, dalla
‘‘Venetia’’ alla Marca Veronese, a cura di A. CASTAGNETTI, G.M. VARANINI, Verona,
I, pp. 165-197
MALZBENDER T., WOLTERS H., GELB D. 2001, Polynomial texture map (.ptm) file format, Tech-
nical Report HPL-2001-104, Hewlett Packard Laboratories, may 2001
MOSTECKY H. 1997, Münzen zwichen Rom und Byzanz. Studien zur spa¨tantiken Numismatik,
Louvain-la-Neuve (Numismatica Lovaniensia, 16)
PELOSO D. 2005, Tecniche laser scanner per il rilievo dei beni culturali, ‘‘Archeologia e Calco-
latori’’ 16, pp. 177-197
PERIPIMENO M., SALVADORI F. 2005, Modellazione tridimensionale, in Archeologia dei Paesaggi
Medievali. Relazione Progetto (2000-2004), a cura di R. FRANCOVICH, M. VALENTI,
Siena, pp. 561-637
PERIPIMENO M., SALVADORI F. c.s., L’esperienza senese nella sperimentazione di uno scanner laser:
studio e documentazione dei reperti archeologici, in Atti della Giornata di Studio: ar-
chiviazione e restauro di reperti archeologici mediante tecniche CAD-RP, Universita`de-
gli Studi di Napoli Federico II, 23 gennaio 2004, in corso di stampa
PIROTTI F., GUARNIERI A., BUONOPANE A., GROSSI P., Nuove tecnologie per il rilievo epigrafico.
L’impiego del laser scanner nel rilievo delle iscrizioni sui miliari (contributo disponi-
bile presso il sito web http://www.cirgeo.unipd.it/cirgeo/gallery/NTRE.pdf)
RIC, X = KENT J.P.C. 1994, The Roman Imperial Coinage, X, The Divided Empire and the fall
of the Western Parts (AD 395-491), London
SALVADORI F. c.s., Three-Dimensional Scanning Techniques Applied to 3D Modeling of Pottery
Finds, ‘‘Archäologie und Computer’’, Workshop 7, Vienna 20-22 Novembre
2002, in corso di stampa.

Potrebbero piacerti anche