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317-364
Abstract
This paper concerns two series of roman provincial coins both of the Trajan’s age
(BMC, Galatia..., pp. 57-58, nos. 91-106 — see below types 1a-b - and p. 59,
nos. 112-116 — see below types 2a-c): there are still many uncertainties about
the mint that issued these coins. The study starts from the analysis of several hun-
dred specimens of these types, which are part of a hoard found in 1934 in the
Agora` of Cyrene. On some of these pieces archaeometrical analysis (EDXRF
and SEM-EDS) has been carried out. On all the specimens of the hoard a de-
tailed study of the dies has been conducted: it shows that there is one die-link
between the first issue of these coins (1a) and the Syro-phoenician tetradrachms
of ‘‘Roman’’ style of Trajan; furthermore it allows to identify the die sequence of
these issues and to assume the original number of the dies employed. All these ele-
ments, and also the pattern of the coin finds, let us presume that these issues was
struck in Rome for a circulation in Cyrenaica.
Premessa
tifica. La nostra gratitudine va inoltre espressa a Mario Luni che ha voluto coinvolgere la
‘‘scuola numismatica di Padova’’ nel progetto di indagine archeologica di Cirene, agevolando
l’attività di restauro e di ricerca inerente le monete rinvenute negli scavi da lui condotti e fa-
cilitando l’accesso al Medagliere del Museo Archeologico da Cirene e ai nuclei di reperti nu-
mismatici che sono oggetto di questo studio. La nostra gratitudine, poi, va indirizzata ad Ab-
dulgader Mzeni, Direttore del Museo Archeologico di Cirene e Direttore del Dipartimento
delle Antichità, il quale ha reso possibile l’accesso al materiale e alla biblioteca del Dipartimen-
to e si è rivelato, d’altra parte, una preziosissima fonte di informazioni: inoltre, nei suoi con-
fronti va espresso un ulteriore, particolare ringraziamento per aver concesso l’autorizzazione a
procedere alle analisi archeometriche dei bronzi di seguito illustrati. Va precisato che il testo
che segue, per le parti firmate da Michele Asolati e Cristina Crisafulli, va considerato come un
lavoro ancora preliminare inerente la parte di monete di conio provinciale del grande riposti-
glio dall’Agorà di Cirene, individuato nel medagliere del Museo Archeologico di Cirene in
seguito alla pubblicazione dei manoscritti Breccia in SPAGNULO 1996 e SPAGNULO 1997. In cor-
so di studio sono i rimanenti materiali bronzei del gruzzolo, in previsione di un’auspicabile
pubblicazione monografica, mentre attualmente è indisponibile la componente argentea (v.
infra). Ulteriori approfondimenti sono previsti anche per quanto concerne l’analisi dei coni
delle monete provinciali prese in considerazione in questo contributo, estendendo l’analisi an-
che agli esemplari di queste emissioni conservate nelle principali collezioni numismatiche ita-
liane ed estere.
(2) Alcuni parziali risultati di queste indagini sono editi in ASOLATI 2006; ASOLATI c.s.;
ASOLATI, BAUDEN c.s.; GORINI c.s.
(3) Contrassegnati dai seguenti nn. di inventario 4520-4521, 4524, 4526-4529.
(4) SPAGNULO 1996; SPAGNULO 1997.
(5) Purtroppo, sugli inventari del Museo di Cirene le indicazioni corrispondenti ai nu-
meri di inventario riportati alla nota 3 non corrispondono alla località di rinvenimento del c.d.
ripostiglio Breccia: per alcuni numeri non viene riportata alcuna indicazione di provenienza,
mentre il nucleo contrassegnato dal n. 4526 è indicato come proveniente da Tolemaide. Mal-
grado queste indicazioni, e l’attuale indisponibilità delle monete d’argento, il riconoscimento
del gruzzolo è pressoché certo sia per il numero complessivo dei pezzi in bronzo, sia per il
numero di esemplari provinciali di Traiano: quanto a questi ultimi che rientrano tra i tipi se-
gnalati di seguito, con al rovescio rispettivamente una legenda in corona e la testa di Ammon,
i numeri segnalati in SPAGNULO 1997, p. 333, ripresi dalla relazione di Evaristo Breccia, corri-
spondono a quelli da noi riscontrati nel Museo di Cirene, però con alcune differenze. Del tipo
più grande con legenda al rovescio la Spagnulo indica 243 esemplari, dei quali ne sono stati
Le emissioni provinciali di Traiano per la Cirenaica 319
individuati 238; del tipo simile, di modulo più piccolo, la Spagnulo segnala 54 esemplari, tut-
ti presenti nel nostro campione; dei tipi con Ammon abbiamo 89 sesterzi sui 98 indicati e 77
dupondi come indicato dall’a.; quanto agli assi, la Spagnulo riporta una quantità pari a 85
esemplari, mentre nel nostro campione ne sono stati riscontrati 128, ossia 43 in più: questo
è l’unico dato anomalo per eccesso, ma dobbiamo segnalare che nella relazione di Breccia (SPA-
GNULO 1997, p. 327) si elencano ‘‘M. e P.B. 169’’ che sono ‘‘assolutamente inservibili e coi
rovesci indecifrabili’’ tra i quali potrebbero essere stati compresi anche i peggiori tra gli assi
provinciali con Ammon. Ulteriori conferme circa il riconoscimento del gruzzolo vengono dal-
la presenza tra le monete dei gruppi conservati presso il Museo di Cirene di un bronzo pro-
vinciale di Vespasiano della zecca di Cipro (RPC, II, n. 1819), per il quale v. SPAGNULO 1997,
pp. 328-329, e di uno di Domiziano della zecca di Patrae (RPC, II, nn. 236-242), per il quale
cfr. SPAGNULO 1997, p. 330.
(6) Sul numero complessivo delle monete di bronzo il Breccia, riportato in SPAGNULO
1997, non è coerente: prima riferisce di ‘‘1189 monete di bronzo’’ (p. 325), poi parla di
‘‘1150 (?) monete di bronzo’’ (p. 334), infine riporta un numero ‘‘complessivamente di
1158 monete di bronzo’’ (pp. 340-341).
(7) L’abbinamento di nominali enei e argentei nel medesimo gruzzolo risulta piuttosto
raro in epoca imperiale, fino agli inizi del III sec. d.C., prevalendo la tendenza a tesaurizzare
separatamente monete di differenti metalli. Ripostigli misti comunque sono documentati: si
vedano ad esempio i casi citati in ARZONE 2001, p. 39, nota 10 con bibliografia.
(8) I materiali greci del gruzzolo dell’Agorà di Cirene sono riferibili a emissioni della
Lega Achea e della zecca di Rodi per un numero complessivo di 32 monete. Questa caratte-
ristica è riscontrabile anche nel ripostiglio di soli argenti di Balagrae, che contiene anche emi-
dracme provinciali traianee con Ammon, oltre a denari imperiali fino a Traiano. Queste tre
componenti ritornano anche in due gruzzoli dall’Egitto: per questi tre tesoretti cfr. infra, nota
18. La compresenza di esemplari greci, romani provinciali e imperiali in questi nuclei è un
aspetto molto interessante e certamente da approfondire, ma evidenti motivi di opportunità
e di esiguità di spazio ne impediscono una trattazione in questa sede.
320 Michele Asolati - Irene Calliari - Alberto Conventi - Cristina Crisafulli
(9) Con queste emissioni bronzee di tipo 2 sono connesse anche produzioni in argento
caratterizzate dalle stesse tipologie su entrambe le facce: sono note almeno due emissioni una
riconducibile al terzo consolato e una al sesto (cfr. BMC, Galatia..., p. 53, nn. 54-57 e p. 56,
n. 76). Esemplari del primo tipo si rinvengono anche nello stesso ripostiglio dell’Agorà di Ci-
rene (cfr. infra, nota 18).
(10) La prima attribuzione delle monete con legenda in corona alla zecca di Cirene si
deve a DUCHALAIS 1851, pp. 97-104. Tale attribuzione è ribadita in FALBE et alii 1860,
pp. 171-173 dove però si esprime qualche dubbio al riguardo e si propone anche l’eventualità
di una produzione asiatica. Scettico sull’attribuzione cirenea è anche MELIU 1935, p. 185 il
quale però non formula un’ipotesi alternativa. Per bibliografia più recente cfr. infra, nota 15.
(11) Le serie con al R/ la legenda sono attribuite ad Antiochia in WRUCK 1931, n. 180.
(12) Attribuzione a Cesarea: BMC, Galatia..., pp. 57-58, nn. 91-106; SYDENHAM 1978,
p. 71, nn. 228-229.
(13) Attribuzione a Cesarea: BMC, Galatia..., p. 53, nn. 54-57 e p. 59, nn. 112-116;
BMC, Cyrenaica, p. ccx: qui il Robinson, pur ammettendo che talvolta queste monete si rin-
vengono in Cirenaica e segnalando a tal proposito la provenienza da questa regione di due
esemplari facenti parte della Collezione Warrington (BMC, Cyrenaica, p. ccx, nota 3), nega
l’origine locale e spiega questi ritrovamenti con la popolarità di cui godeva il tipo di Ammon
in quest’area; SYDENHAM 1978, p. 62, nn. 176-178, p. 72, nn. 232-234. Tale attribuzione è
ancora sottointesa in REECE 1977, p. 230.
(14) Ancora a DUCHALAIS 1851 si deve l’attribuzione alla zecca di Cirene dei bronzi con
testa di Zeus Ammon, posizione ribadita da FALBE et alii 1860, pp. 171-173 e ulteriormente
supportata da MELIU 1935, part. p. 189. Per bibliografia più recente cfr. infra, nota 17.
(15) Cfr. in particolare WAAGE 1952, p. 38 e nn. 390-392: sulla base della presenza di
tre esemplari, un dupondio e due assi, tra i ritrovamenti monetali degli scavi di Antiochia l’a.
ha ritenuto di attribuire a quest’ultimo centro tali emissioni. L’ipotesi antiochena è ribadita ad
esempio in SNG, Danish, nn. 185-187.
(16) Per una attribuzione a Bostra delle serie con testa di Zeus Ammon: KINDLER 2004,
pp. 96-97 (questa attribuzione è stata recepita anche in SNG, Schweiz, II, n. 2513 e taluni
cataloghi d’asta: cfr. Heritage World Coins Auctions, New York Signature Sale 425, January
6th, 2007, lotto n. 50115): contra HOLLARD 2004, p. 160. Per un’attribuzione a una zecca di-
Le emissioni provinciali di Traiano per la Cirenaica 321
versa da Cesarea del tipo di Traiano con Ammon si esprime anche KUNISZ 1986, p. 202, anche
se l’a. non specifica una differente attribuzione.
(17) Cfr. PRICE 1982-1983, pp. 124-125; BUTTREY 1980, pp. 338-339; BUTTREY 1997,
p. 7; LARONDE 1988, p. 1042, nota 286; SPAGNULO, 1996, p. 217; SPAGNULO 1997, pp. 347-
348.
(18) Tra i rinvenimenti in contesto di ripostiglio possiamo segnalare monete in argento
con il tipo di Ammon, oltre che nel gruzzolo dell’Agorà di Cirene, in un ripostiglio inedito da
Balagrae, conservato presso il Museo Archeologico di Cirene e composto da 40 esemplari, dei
quali quattro (10%) appartengono a zecche della Lega Achea e a quella di Rodi, mentre gli
altri sono denari imperiali da Vitellio a Traiano, cui si sommano cinque dracme con la testa
di Ammon. Al di fuori della Cirenaica si registrano altri due tesoretti argentei con caratteri-
stiche simili a quello di Balagrae, entrambi provenienti dall’Egitto. Il primo, rinvenuto a Sa-
kha (WEBER 1932; ‘‘Coin Hoards’’ VII, 1985, p. 97, n. A35), si compone di esemplari greci di
Rodi, Argo, Sicione e della Lega Achea, di denari databili tra le ultime fasi del regno di Ne-
rone (64-65 d.C.) e l’età di Traiano, di una dracma di Traiano coniata in Arabia, e di tre di-
dracme e una dracma di Traiano della zecca di Cirene. Il secondo, di generica provenienza
egiziana, conta dieci denari di Vespasiano, Tito, Domiziano e Traiano, tre dracme di Traiano
della zecca di Cirene e una dracma di Rodi (cfr. ASHTON, WEISS 1997, p. 26; ASHTON 1998;
‘‘Coin Hoards’’ IX, 2002, n. 701). Ancora in contesto di ripostiglio, bronzi con Ammon si
segnalano, per quanto ci è noto, soltanto nel ripostiglio di Tolemaide (cfr. infra, nota 75 e
testo corrispondente). Venendo ai singoli rinvenimenti, possiamo contarne soltanto due di
monete argentee al di fuori della Cirenaica, precisamente a Creta (MYRES 1894, p. 100,
n. 7). Per quanto concerne i rinvenimenti sporadici cirenaici di monete in argento con Am-
mon, segnaliamo due dracme e otto emidracme da Cirene e una emidracma da Apollonia (da-
ti inediti presso il Museo Archeologico di Cirene). A questi si sommano numerosi casi inediti
relativi a bronzi con lo stesso tipo da Cirene e dintorni (cfr. infra, note 72-73 e testo corri-
spondente). Inoltre, ritrovamenti di monete appartenenti a questa serie sono segnalati già in
DUCHALAIS 1851, pp. 97-104, dove ci si riferisce in particolare a un numero imprecisato di
esemplari in argento e in bronzo con testa di Ammon provenienti dalla Cirenaica, rapporte´
de Bengazi da parte di J. Vattier de Bourville (v. infra, nota 59): in aggiunta l’a. riporta a
p. 98 un passo del PELLERIN 1765, I, p. 184 nel quale questi, riferendosi alle monete d’argento
con testa di Ammon, parla della assez grande quantite´de cette sorte, qui... sont toutes venues de
Tripoli de Barbarie et de Bengazi... Altre segnalazioni in BMC, Cyrenaica (cfr. supra, nota 13).
MELIU 1935 indica come raccolti in Cireneica dieci dracme e trenta emidracme del III con-
solato (pp. 185-186); sei sesterzi, quattro dupondi e otto assi del consolato V (p. 186); due
dracme del VI consolato (p. 186). Per altri ritrovamenti cfr. KRAELING 1962, p. 269: da To-
lemaide 12 esemplari di Traiano, di tipologia non chiaramente precisata, alcuni dei quali pro-
babilmente d’argento; REECE 1977, p. 230: da Berenice due dracme, cinque sesterzi e due no-
minali minori; BUTTREY 1980, p. 363, n. N1: da Cirene un sesterzio; BUTTREY 1997, nn. 744-
753: da Cirene 10 assi. Due didracme di Traiano con al rovescio Ammon sono segnalate an-
che in METCALF 1996, p. 84, nota 1, come acquisite in Libia.
322 Michele Asolati - Irene Calliari - Alberto Conventi - Cristina Crisafulli
(19) In BUTCHER 2004, p. 409, nn. 14-15, le emissioni di tipo 1 sono inserite tra quelle
Probably Produced at Rome for Circulation in Syria. Tale attribuzione in parte appare giustifi-
cata dalla presenza di alcuni esemplari del tipo con legenda in corona negli scavi di Antiochia
(un dupondio e due assi: v. supra, nota 15) e nelle collezioni del Museo di Antakya/Antiochia
(Turchia), certamente di provenienza locale: in quest’ultimo caso si tratta di due dupondi e di
quattro assi per i quali v. BUTCHER 2004, p. 290. Forse altri rinvenimenti di entrambi i tipi di
moneta si hanno a Seleucia ad Tigrim, ma l’informazione non è sicura: v. BUTCHER 2004,
p. 169.
(20) Relativamente alle monete di tipo 2 WALKER 1976-1978, II, p. 113 propende per
l’ipotesi di coni prodotti a Roma: cfr. anche BUTCHER 2004, p. 86. CARRADICE, COWELL 1987,
p. 47: parlando delle monete in bronzo di Caesarea, Cipro e Cirene, tra le quali si contano
anche quelle dei nostri tipi, ritengono che the 6 o’clock die-axis and fine ‘Roman’ style of all
these issues has already been mentioned. It is clear that the production standards were being regu-
lated. This does not necessarily mean that the same mint was producing all the separate issues, whe-
ther in Rome itself or somewhere in the East, though this must be a possibility. The alternative
explanation is that separate ‘official’ branch mints were occasionally set up, perhaps at existing local
mints, to produce these special ‘Roman style’ issues; BUTTREY 1997, p. 7, ammette le possibilità
che queste monete fossero prodotte a Cirene con coni prodotti a Roma, o, più probabilmente,
che fossero prodotte a Roma per una distribuzione in Cirenaica. HOLLARD 2004, a p. 160 so-
stiene che i coni fossero prodotti da scalptores romani e che le monete potessero essere coniate
a Roma e distribuite selettivamente in Cirenaica oppure prodotte direttamente a Cirene da
una ‘‘estensione’’ della zecca di Roma.
Le emissioni provinciali di Traiano per la Cirenaica 323
Cirene
tr5-
tr6. S 103-111 SYDENHAM 1978, n. 232 figg. 5-6
tr7-
tr8. Dp 103-111 SYDENHAM 1978, n. 233 figg. 7-8
tr9-
tr10. As 103-111 SYDENHAM 1978, n. 232a figg. 9-10
Roma
tr11-
tr13. As 99-100 RIC 417 figg. 11-13
tr14. S 103-111 RIC 556 fig. 14
tr15. S 103-111 RIC 564 var. fig. 15
tr16. Dp 103-111 RIC 549 fig. 16
tr17. Dp 114-117 RIC 676 fig. 17
tr18. As 103-111 RIC 536 var. fig. 18
tr19. As 103-111 RIC 561 fig. 19
Oltre a questi elementi, si è unita anche la fortunata circostanza del rin-
venimento, tra il materiale del ripostiglio, di un esemplare ibrido, recante al
dritto la legenda latina IMP CAES NERVA TRAIAN AVG GERM P M at-
torno al busto di Traiano e al rovescio la legenda DGLAQV / EN TPAS B
entro corona (tr3, fig. 3). Peraltro, legami di conio accomunano il materiale
del ripostiglio ad altre emissioni orientali, contribuendo a definirne l’origine.
(21) Le analisi sono state condotte presso i Laboratori della Sezione Materiali del Di-
partimento di Innovazione Meccanica e Gestionale dell’Università degli Studi di Padova, al
cui Responsabile, Emilio Ramous, va indirizzata la nostra gratitudine per la disponibilità.
(22) Le analisi sono state condotte presso i Laboratori di Analisi dei Materiali Antichi
dello Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV), diretti da Lorenzo Lazzarini,
cui vanno i più sinceri ringraziamenti per la disponibilità.
(23) MANTLER, SCHREINER 2001; GUERRA 1995.
324 Michele Asolati - Irene Calliari - Alberto Conventi - Cristina Crisafulli
TABELLA 1. Caratteristiche delle due tecniche d’indagine impiegate per le analisi delle monete
Parametri strumentali
L’analisi EDS è stata effettuata con SEM ed EDS, Philips 30XL Series,
tensione di lavoro 25 kV. Il calcolo delle concentrazioni è stato effettuato
con la correzione ZAF (28) considerando solo gli elementi Cu e Zn e con in-
dicazioni qualitative sull’eventuale presenza di Pb e Sn.
L’analisi EDXRF è stata effettuata con uno spettrometro Kevex Delta
770, con anodo di Rh, nelle seguenti condizioni di eccitazione: target secon-
dario di Zr, tensione di 35 kV, corrente 1.5mA, live time 200s. Il calcolo delle
concentrazioni è stato effettuato con il metodo dei parametri fondamentali (29),
considerando Cu, Zn, Fe, e Pb e con indicazioni qualitative su Mn, Ni, Sb.
Risultati e discussione
EDXRF* EDS**
Moneta Cu Zn Pb Fe N. campioni Cu Zn Pb Sn
tr1 83,1 16,7 0,3 4 81,51 18,48 tracce
tr2 85,25 14,41 0,45 0,28 3 85,28 14,72 tracce
tr3 85,43 13,73 0,46 0,38 2 82,95 17,05 tracce
tr4 85,66 12,56 1,44 0,34 2 85,81 14,19 tracce
tr5 86,83 12,58 0,37 0,22 2 88,10 11,90
tr6 89,29 10,00 0,49 0,22 2 88,28 11,72 tracce
tr7 88,54 10,86 0,28 0,32 2 83,66 16,34
tr8 85,38 13,51 0,75 0,37 2 85,76 14,24
tr9 99,67 0,33 2 100
tr10 96,91 2,79 0,32 2 100 tracce
tr11 98,07 0,09 1,70 0,14 2 100
tr12 91,33 0,13 7,97 0,58 2 100 tracce
tr13 99,05 0,06 1,56 0,33 2 97,91 0,41 1,68
tr14 85,84 13,11 0,92 0,24 3 84,93 15,07 tracce
tr15 87,13 11,87 0,69 0,26 3 86,48 13,505 0,47
tr16 81,97 15,99 1,85 0,19 3 83,04 16,96 tracce
tr17 82,30 13,69 3,77 0,24 2 84,65 13,36 tracce 1,99
tr18 96,42 0,06 3,31 0,22 2 100 tracce
tr19 99,23 0,09 0,36 0,31 2 100
* L’analisi si è basata su un solo campione
** L’analisi si è basata su un numero di campioni variabile da 2 a 4: i valori espressi sono
valori medi
TABELLA 2. Risultati delle analisi con EDXRF e con SEM-EDS
DIAGRAMMA 1 - Spettro EDS dell’esemplare tr2 (in ascissa Energia-KeV, in ordinata Intensità-cps)
(30) Per analisi AAS su monete coeve a tr16-tr17 v. CARRADICE, COWELL 1987, p. 32,
tabella 1, Lab. nos. 24581V, 24582T, 24584P, 24585Y, 24586W.
(31) CALEY 1964.
Le emissioni provinciali di Traiano per la Cirenaica 327
DIAGRAMMA 2 - Spettro EDS dell’esemplare tr5 (in ascissa Energia-KeV, in ordinata Intensità-cps)
TABELLA 3 - Composizione delle emissioni provinciali tipo 1a, 2a, 2b determinata con AAS
(dati tratti da CARRADICE, COWELL 1987)
Lo studio condotto consente quindi di concludere che la semplice ope-
razione di pulitura di pochi mm2 è necessaria per determinare la composizio-
ne della lega con tecniche non distruttive e che le informazioni ottenute con
Le analisi numismatiche
DIAGRAMMA 3 - Andamento ponderale delle emissioni 1a (Dp) e 1b (As) sulla base degli esem-
plari presenti nel ripostiglio dell’Agorà di Cirene
(40) Cfr. anche CARRADICE, COWELL 1987, p. 32, tabella 1, Lab. no. 24583R.
(41) CALEY 1964, p. 56, nn. 15-16; CARRADICE, COWELL 1987, p. 32, tabella 1, Lab. nos.
24573V, 24574T.
Le emissioni provinciali di Traiano per la Cirenaica 331
(42) Cfr. MCALEE 1995-1996, pp. 128-130. Cfr. inoltre RPC, II, p. 284 in particolare
per i valori ponderali, e RIC, II2, 1, pp. 28, 47-48 per l’indicazione dei nominali. V. anche
GRANT 1958, p. 292. A tal proposito, GRANT 1958, p. 297 suppone che i coni fossero prodotti
a Roma e le monete venissero prodotte ad Antiochia, mentre CARRADICE, COWELL 1987, p. 42
propendono per una produzione romana e una successiva distribuzione in Siria: dello stesso
avviso RIC, II2, 1, pp. 28, 47.
(43) I dupondi contengono tra il 17,3 e il 24,5% di zinco, mentre gli assi ne conten-
gono il 14,5-21,0%: cfr. CARRADICE, COWELL 1987, pp. 32-33. Le differenze tra le quantità di
zinco risultanti dalle analisi sulle monete cirenaiche qui proposte e quelle delle monete flavie
battute per la Siria dipendono da un calo di zinco che si evidenzia anche nella produzione
romana nello stesso periodo: v. bibliografia citata supra a nota 36 e CARRADICE, COWELL
1987, p. 32. Cfr. anche supra, nota 37.
(44) Cfr. anche supra, nota 19 e testo corrispondente.
(45) Casi di ibridi dell’età di Traiano con al dritto legenda in latino e al rovescio legen-
da greca sono riferibili anche alla serie provinciale di Caesarea di Cappadocia: cfr. AMANDRY
1986.
332 Michele Asolati - Irene Calliari - Alberto Conventi - Cristina Crisafulli
non unico poiché un pezzo uscito dalla medesima coppia di coni fa parte del-
la collezione Jean-Pierre Righetti conservata presso il Bernischen Historischen
Museum (46). Entrambi trovano un singolare parallelismo con un altro bronzo
anomalo di Traiano, conservato a Parigi, recante al rovescio la sigla SC entro
una corona di alloro (47) (v. fig. 22): infatti, i tre esemplari condividono lo
stesso conio del dritto. Inoltre, sul pezzo parigino la corona di alloro, che cir-
conda la sigla SC al rovescio, presenta caratteristiche del tutto simili a quelle
di alcune corone presenti sui dupondi e sugli assi traianei con legenda al ro-
vescio (cfr. fig. 1 e fig. 23), nonché anche strette affinità con le corone che
racchiudono la sigla SC presenti sui già ricordati bronzi di età flavia prodotti
per la Siria (cfr. fig. 21), anch’essi caratterizzati al dritto da una legenda in
latino (48). Anche questo esemplare è prodotto in oricalco, ma per ora non
sono state condotte analisi archeometriche per conoscerne il contenuto di ra-
me e zinco; inoltre il peso è pari a g 6,55, in linea con la media dei pesi degli
assi con legenda in corona al R/.
Questi elementi comuni inducono a sostenere, innanzi tutto, che l’e-
semplare parigino non fosse stato ideato per una distribuzione occidentale,
come lascerebbe supporre l’uso della sigla SC, ma per essere diffuso in Siria
al pari dei predecessori flavi: tuttavia, per motivi che ci sfuggono, il tentativo
non ebbe successo e la produzione si interruppe in breve tempo. È significa-
tivo in questo contesto ricordare che la monetazione bronzea certamente di
produzione antiochena, durante l’età di Traiano, si contraddistingue per l’ab-
bandono della lingua e della grafia latine, presenti sulle emissioni dei Flavi, e
per l’adozione della lingua e dell’alfabeto greci (49): forse è in relazione a que-
sto mutamento che l’emissione ricordata, in lingua latina, fu interrotta in fa-
vore di altre, omologhe, in lingua greca, le quali potrebbero essere appunto
quelle con al rovescio la legenda in corona, già da alcuni attribuite alla zecca
di Antiochia o ricondotte a produzioni destinate alla Siria (50).
(51) Peraltro, grazie a questa identità di conio è possibile rettificare la datazione dell’e-
semplare conservato a Parigi, ascritto agli anni 101-103 in RIC, II, p. 276, mentre in GRANT
1958, p. 293 è collocato tra 98 e 99 d.C.: se la nostra ricostruzione risulta plausibile, ne risulta
avvalorata l’ipotesi del Grant e dunque anche questa moneta andrebbe collocata tra il 98 e il
99 d.C. al pari degli esemplari del tipo 1b.
(52) BUTCHER 2004, pp. 85, 409.
(53) WRUCK 1931, tav. 6, n. 140.
(54) PRIEUR 2000, p. 164, n. 1489A.
(55) Per una sintesi della questione rimandiamo a BUTCHER 2004, p. 81.
(56) BUTCHER 2004, pp. 84-87.
334 Michele Asolati - Irene Calliari - Alberto Conventi - Cristina Crisafulli
babile che una zecca importante come Antiochia potesse dar vita a una pro-
duzione del genere. Tuttavia, in questo caso, non sarebbe facilmente spiega-
bile la convivenza di due linee produttive, l’una di stile locale con l’impiego
di leghe prive di zinco (57), e l’altra di stile urbico attiva grazie (forse) a mae-
stranze romane e/o con coni e oricalco (e forse anche con argento) prove-
nienti dalla zecca di Roma: non essendo certamente le differenze stilistiche
significative per la realizzazione e l’impiego finale, per quale motivo non ci
si sarebbe serviti degli scalptores locali, evitando in questo modo i rischi de-
rivanti dal trasporto dei coni da Roma ad Antiochia, eventualmente impor-
tando soltanto il metallo? Tanto più che Antiochia non fu attiva per produrre
bronzi di stile locale proprio tra il 97 e il 102 d.C., ossia nel momento in cui
si data la serie in oricalco con legenda in corona al rovescio.
Dunque, a nostro giudizio è più verisimile che Roma stessa abbia dato
vita a produzioni particolari nell’ambito delle proprie officine, e che in segui-
to fosse attuata una distribuzione selettiva.
In merito a quest’ultimo punto, ossia alla distribuzione, resta da sciogliere
un ultimo dubbio. Infatti, finora tutti gli indizi sembrano condurci verso l’ipo-
tesi di una produzione romana ideata per una distribuzione in Siria. Questa ipo-
tesi sarebbe comprovata da rinvenimenti in ambito siriano, in particolare da An-
tiochia stessa, e forse da Seleucia ad Tigrim (58). Tuttavia, questi ritrovamenti
sono molto contenuti, trattandosi complessivamente di nove esemplari certi,
cui non è chiaro se si sommino anche altri pezzi dall’ultima località segnalata.
Oltre al numero limitato di pezzi, va ricordato che l’area di diffusione
non è esclusiva e che un numero di monete paragonabile a quello provenien-
te dal territorio dell’antica Siria è stato rinvenuto anche in Cirenaica, e a Ci-
rene in modo particolare. Oltre ad almeno un dupondio e un asse raccolti in
Cirenaica dal francese Joseph Vattier de Bourville e forse rinvenuti proprio a
Cirene (59), oltre ai due pezzi ‘‘visti in Cirenaica’’ e pubblicati dal Meliu (60),
al pezzo rinvenuto negli scavi di Berenice (61) e all’esemplare proveniente da-
gli scavi polacchi di Tolemaide (62), possiamo contare tre ritrovamenti inediti,
il primo genericamente dal territorio di Cirene (fig. 24), il secondo dagli sca-
vi del Cesareo di Cirene 1968 e il terzo da scavi recenti presso i Propilei del
nuovo tempio di Demetra (63).
A questi va aggiunto chiaramente il gruzzolo dall’Agorà, con poco meno
di 300 esemplari tra dupondi e assi. Peraltro, va ricordato che nello stesso
gruzzolo sono presenti anche monete riconducibili alle emissioni flavie su
menzionate, prodotte per la Siria (almeno 10 dupondi e 11 assi), nonché
un sesterzio di Vespasiano prodotto per Cipro. Considerando queste altre
presenze, dunque, il dato del ripostiglio dell’Agorà, anche se trova conferma
nei singoli rinvenimenti ricordati, sembrerebbe debba essere considerato con
una certa cautela: infatti, la presenza contemporanea di queste emissioni,
comprese dunque anche quelle traianee con legenda in corona al rovescio,
sembrerebbe non consentire di scartare l’ipotesi di una comune provenienza
orientale. Tuttavia, in questa valutazione vanno tenuti presenti anche altri
fattori. Innanzi tutto, tra le emissioni flavie coniate per la Siria, il nominale
maggiore, ossia il dupondio, ha avuto una circolazione quasi esclusivamente
occidentale, tanto da far ritenere che, pur essendo stati ideati per la distribu-
zione in Oriente, the dupondii were perhaps not consigned to the East (64): se ciò
è vero dovremmo considerarli alla stessa stregua delle altre emissioni di Roma
presenti nel gruzzolo (65). In secondo luogo, la componente provinciale non
si caratterizza soltanto per coniazioni orientali, ma anche per emissioni distri-
buite localmente (ossia le traianee con Zeus Ammon), nonché per il bronzo
di Domiziano battuto a Patrae. In altre parole, non sembrano esservi elemen-
ti sostanziali nel ripostiglio dell’Agorà che inducano a ritenere le emissioni
con legenda greca in corona prodotte per una distribuzione in un’area diffe-
rente da quella cirenaica.
Dunque, il quadro generale dei rinvenimenti sembra non consentire di
per sé di propendere per una o per l’altra ipotesi attributiva: ferma restando
(63) Per preziose indicazioni, ancora preliminari, riguardanti l’area sacra cfr. LUNI
2001; LUNI et alii 2006.
(64) RIC, II2, 1, p. 48.
(65) A complicare ulteriormente il quadro va segnalato che monete prodotte a Roma
per la Siria di epoca flavia e traianea circolarono, seppur sporadicamente, in Cirenaica e a Ci-
rene stessa, anche al di fuori del contesto del gruzzolo dell’Agorà: a tal proposito possiamo
segnalare un dupondio di Vespasiano (RIC, II, n. 798b-c) dal territorio di Cirene, un asse
di Tito (RIC, II, n. 806) dagli scavi dell’Agorà 1994, nonché un bronzo di Traiano del tipo
con caduceo alato (BMC, Galatia..., p. 58, nn. 107-109) segnalato in DUCHALAIS 1951, p. 100,
n. 27, di cui si troverebbe l’analogue dans la collection de M. de Bourville di provenienza cire-
naica. Oltre a questi esemplari segnaliamo anche un esemplare forse attribuibile ad Antiochia
(per il tipo v. supra, nota 49): si tratta di un semisse di Traiano (tipo RIC, II, nn. 686-688)
proveniente dagli scavi dell’Agorà 1960.
336 Michele Asolati - Irene Calliari - Alberto Conventi - Cristina Crisafulli
la coniazione della serie di tipo 1 nella zecca di Roma, non pare esservi as-
soluta certezza che le monete fossero assegnate in modo preferenziale all’area
africana o a quella asiatica, anche se il gruzzolo dell’Agorà sembra condurre
verso una soluzione africana.
In questo caso, va segnalata la singolare coincidenza tra la datazione del-
l’emissione di queste monete (98-99 d.C.) e dell’iscrizione dedicatoria delle
terme che Traiano fece erigere a Cirene nell’area del Santuario di Apollo
(gennaio 98 - gennaio 100 d.C.) (66): non è improbabile che la coniazione
fosse destinata a finanziare proprio l’edificazione di questo monumento, an-
che se, chiaramente, non sussistono prove conclusive a sostegno (67).
Un possibile collegamento con l’attività edilizia a Cirene in epoca traia-
nea potrebbe avere anche la seconda serie di emissioni provinciali presenti in
grandi quantità nel gruzzolo dell’Agorà, ossia quelle che recano al rovescio la
testa di Zeus Ammon, databili, sulla base dell’indicazione del V consolato, al
103-111 d.C. (68).
Sulla pertinenza di queste emissioni alla Cirenaica oramai sembra non
possano sussistere obiezioni sostanziali, malgrado tentativi di attribuzione
passati alla zecca di Caesarea di Cappadocia e più recenti all’atelier provincia-
le di Bostra (69). Il quadro dei rinvenimenti è sufficientemente definito per
poter affermare, citando il Meliu, che ‘‘non vi può essere dubbio... che tutte
queste monete con la testa di Giove Ammone... appartengano alla Cirenai-
ca’’ (70): infatti oltre ai dati citati precedentemente (71), possiamo aggiungere
almeno altre 16 monete (2 sesterzi, 2 dupondi e 12 assi) da differenti loca-
lizzazioni cirenee: territorio (almeno nove differenti indicazioni), Baggara,
Agorà, Tempio di Zeus (72). Un altro sesterzio proviene inoltre da Zawiet
el Marazı̀gh 1954 (73). A questi pezzi vanno anche uniti i recenti ritrovamenti
singoli effettuati a Tolemaide dalla Missione Archeologica Polacca (74), ai
quali si somma dalla stessa località un ripostiglio di antoniniani e sesterzi,
interrato intorno alla metà del III sec. d.C. e contenente anche un esemplare
di Traiano con al rovescio la testa di Zeus Ammon (75), esemplare che illustra
la lunga persistenza sul mercato delle emissioni provinciali traianee.
Anche lo stile di queste emissioni è tipicamente romano, per cui, ana-
logamente al caso precedente, è facile ipotizzare una produzione urbica de-
stinata a una diffusione mirata in Cirenaica. Rafforza questa eventualità an-
che l’esistenza di due medaglioni in bronzo, prodotti durante il V consolato
di Traiano, legati dallo stesso conio di R/ dove è raffigurato il busto di Am-
mon senza legenda (76) (fig. 28). La legenda in latino del dritto e lo stile li
qualifica come certamente romani, mentre l’assenza della sigla SC al rovescio
indurrebbe a inquadrarli appunto tra i medaglioni: tuttavia, la resa del ritrat-
to e della legenda del dritto, nonché il peso (g 25,57 l’esemplare di Parigi)
permetterebbero di raggrupparli piuttosto tra i sesterzi, come è già stato
più volte notato (77). Quest’ultima possibilità risulta particolarmente interes-
sante data la connotazione romana delle nostre emissioni provinciali con
Ammon. La coincidenza cronologica tra le due emissioni potrebbe infatti
non essere casuale, ma al contrario troverebbe giustificazione proprio su base
tipologica. Comprenderne il significato rimane in ogni caso particolarmente
problematico. Un’ipotesi plausibile, ma senz’altro difficilmente verificabile,
potrebbe individuare nei due medaglioni un’emissione di prova basata sul se-
sterzio, prodotta con coni di D/ già disponibili in zecca e coni di R/ ideati
per un’emissione provinciale, la quale sarebbe stata in seguito realizzata
con l’introduzione di una legenda greca su entrambe le facce: in questo mo-
do troverebbe una spiegazione ragionevole anche l’assenza della sigla SC (78).
Un ulteriore legame a livello tipologico tra le emissioni con Ammon e la
produzione monetale enea dell’Urbe sta nella differente resa dei ritratti im-
periali in relazione ai nominali espressi, con un sesterzio recante il ritratto
imperiale con corona laureata, un dupondio con corona radiata, entrambi
in oricalco, e un asse in rame con ritratto laureato. Del resto il sistema mo-
(75) Riguardo al ripostiglio e agli aspetti conservativi cfr. JAWORSKI 2007; JAWORSKI et
alii 2008a; JAWORSKI et alii 2008b.
(76) V. per il primo esemplare conservato presso la Bibliothe`que Nationale de France
COHEN 1880-1892, II, p. 87, n. 661; GNECCHI 1912, III, p. 14, n. 5; HOLLARD 2004, tav.
XII, fig. 6; BESOMBES 2008, n. 649. Per l’esemplare presente presso il Kunsthistorisches Museum
di Vienna cfr. BESOMBES 2008, tav. II, n. 14.
(77) In COHEN 1880-1892, II, p. 87, n. 661, riguardo all’esemplare conservato a Parigi,
si ritiene che ce me´daillon est ´
egalement plutoˆt un grand bronze sans les lettres S.C. Analogamente
BESOMBES 2008, p. 21 cosı̀ si esprime: le coin de droit est bien celui d’un sesterce, comme sur un
autre me´daillon du meˆme type conserve´ a Vienne.
(78) Secondo HOLLARD 2004, p. 169, invece, i medaglioni sarebbero stati emessi per
celebrare la conquista del regno di Nabatea, nella quale avrebbe giocato un ruolo importante
la Legio III Cyrenaica.
338 Michele Asolati - Irene Calliari - Alberto Conventi - Cristina Crisafulli
DIAGRAMMA 4 - Andamento ponderale delle emissioni 2a (S), 2b (Dp) e 2c (As) sulla base degli
esemplari presenti nel ripostiglio dell’Agorà di Cirene
Dunque, sembra che lo Stato romano attuasse una sopravvalutazione dei
nominali più elevati, speculando sul peso dei tipi in oricalco: in questo caso,
l’aderenza ponderale dell’asse al prototipo urbico, potrebbe essere spiegata con
MICHELE ASOLATI
Le sequenze dei coni che sono state elaborate per le diverse emissioni
prese in considerazione sono sempre molto complesse e talune soluzioni
adottate rimangono alquanto problematiche e definite in via soltanto prov-
visoria. Purtroppo, non sussistono elementi che, a nostro giudizio, diano cer-
tezze circa l’individuazione dell’andamento delle sequenze, per cui lo svilup-
po proposto per le successioni dei coni (# piuttosto che ") è frutto di una
scelta casuale tra due possibili soluzioni ugualmente praticabili. La stesura
delle sequenze, cosı̀ come l’analisi dei coni delineata qui di seguito, va con-
siderata quindi almeno parzialmente incerta, e per taluni aspetti minori sog-
gettiva, in attesa di un ampliamento delle ricerche che auspichiamo possa en-
tro breve tempo interessare anche gli esemplari delle cinque emissioni non
compresi nel gruzzolo e conservati nei principali musei nazionali e interna-
zionali.
Nell’analisi dei coni delle serie considerate si è scelto di illustrare sche-
maticamente alcuni indicatori sulla base dei quali sono state elaborate alcune
informazioni relative alla quantità presunta di coni impiegati per la produzio-
ne delle varie emissioni (tabella 5). Gli indicatori sono: il numero delle mo-
nete analizzate (nM), il numero dei coni risultanti da tale analisi (nC), l’in-
dice caratteroscopico (ic = nM/nC) e il rapporto tra coni di D/ e di R/ (CR/
CD). A corredo di queste informazioni, inoltre, si è scelto di illustrare anche
altri due dati, seguendo le indicazioni di Esty (84): si tratta di N1 e N2, cioè
(83) Le sequenze dei coni che sono proposte in questo contributo, per evidenti motivi
legati alla ristrettezza dello spazio, purtroppo non sono accompagnati da una completa docu-
mentazione fotografica relativa ai 366 coni individuati. Questo è un evidente limite di questo
lavoro, che, però, come accennato supra, alla nota 1, è ancora in buona parte preliminare. A
tale limite, che, ci rendiamo conto, impone al lettore una atto di fiducia incondizionata ri-
guardo ai risultati raggiunti, si auspica di porre rimedio grazie alla pubblicazione autonoma
e complessiva del ripostiglio dell’Agorà di Cirene.
(84) ESTY 1986, p. 215.
340 Michele Asolati - Irene Calliari - Alberto Conventi - Cristina Crisafulli
Legenda Dp (1a) D/ R/
NM 238 (260)
NC 61 (62) 121 (125)
CR/CD 1,98 (2,01)
IC 3,9 (4,1) 1,9 (2,0)
NCP CARTER 71,52,5 (71,42,3) 199,811,9 (196,610,6)
N1 13 (14) 62 (62)
N2 11 (9) 26 (26)
CV ESTY 94,5% (94,6%) 73,9% (76,1%)
NCP GOOD 61,3<64,5<68,0 (62,7<65,5<68,5) 147,1<163,6<184,3 (149,2<164,1<182,2)
Legenda As (1b) D/ R/
NM 54
NC 27 36
CR/CD 1,33
IC 2 1,5
NCP CARTER 43,85,4 86,515,1
N1 11 25
N2 11 9
CV ESTY 79,6% 53,7%
NCP GOOD 26,9<33,9<45,6 48,3<67,0<109,1
Ammon S (2a) D/ R/
NM 89 (104)
NC 14 (14) 37 (38)
CR/CD 2,64 (2,71)
IC 6,35 (7,42) 2,40 (2,73)
NCP CARTER 14,90,6 (14,60,5) 52,74,3 (50,43,4)
N1 1 (1) 13 (12)
N2 0 (0) 11 (10)
CV ESTY 98,8% (99,0%) 85,4% (88,4%)
NCP GOOD 13,8<14,1<14,4 (13,8<14,1<14,4) 37,6<43,3<51,0 (38,3<42,9<48,8)
Ammon Dp/As (2b/c) D/ R/
NM 205
NC 30 40
CR/CD 1,33
IC 6,83 5,12
NCP CARTER 31,7pm0,8 44,21,4
N1 2 4
N2 3 9
CV ESTY 99,0% 98,0%
NCP GOOD 29,4<30,2<31,1 38,9<40,7<42,7
Ammon Dp (2b) D/ R/
NM 77
NC 9 22 (16 condivisi = 71,72%)
CR/CD 2,44
IC 8,56 3,50
NCP CARTER 9,20,3 26,51,8
N1 0 2
N2 1 9
CV ESTY 100% 97,4%
NCP GOOD 8,6<9<9,3 18,8<21,4<23,9
Ammon As (2c) D/ R/
NM 128
NC 21 34 (16 condivisi = 47,05%)
CR/CD 1,61
IC 6,09 3,76
342 Michele Asolati - Irene Calliari - Alberto Conventi - Cristina Crisafulli
Dupondi Legenda (1a) — Basandoci sui 238 esemplari compresi nel ri-
postiglio dell’Agorà di Cirene, riguardo alla prima emissione è stato possibile
individuare 61 coni di D/ e 121 di R/. Questi non si legano tra loro in un’u-
nica sequenza: dieci coppie risultano slegate, mentre si identificano cinque
brevi catene con uno o due coni di D/ abbinati con due, tre o quattro coni
di R/. Un’ulteriore breve sequenza slegata riguarda sei coni di D/ e otto coni
di R/: a questa è connessa l’emissione di tetradracme siro-fenice ricordata so-
pra (90). I rimanenti 38 dritti e 90 rovesci formano una sequenza piuttosto
corposa.
Malgrado la frammentazione della sequenza, l’indice caratteroscopico
del D/ appare piuttosto alto, mentre quello del R/ è di un decimale al di sot-
to di 2. Dunque, le valutazioni relative al D/ risultano piuttosto attendibili,
come illustra un coverage pari al 94,5%, mentre quelle riguardanti il R/ sono
molto meno significative. Il risultato è che si può stimare l’esistenza di 61-68
(Good) o di 69-74 (Carter) coni di D/ e di 147-184 (Good) o di 188-212
(Carter) matrici di R/.
A riprova dell’attendibilità del nostro campione, si è scelto di verificare
la risposta ottenuta alla luce di un insieme casuale di esemplari non pertinen-
ti al ripostiglio, ricorrendo ad altri dupondi rinvenuti a Cirene (fig. 24) o
conservati presso il Museo Archeologico di Venezia (91), oppure editi con fo-
tografia o ancora illustrati on-line (92). In questo modo è stato possibile sele-
Ancient Coins, n. 11672; 14) Classical Numismatic Group, Mail Bid Sale 63, May 21st, 2003,
Lotto 1076; 15) Classical Numismatic Group, Mail Bid Sale 78, May 14th, 2008, Lotto 1405
(questi ultimi due consultabili presso il sito www.coinarchives.com); 16) http://www.wild-
winds.com/coins/ric/trajan/Syd_228.jpg; 17) http://www.wildwinds.com/coins/ric/trajan/
Syd_228.1-o.jpg e ...1-r.jpg; 18) http://www.wildwinds.com/coins/ric/trajan/_antio-
ch_AE26_SNGCop_185.jpg.
344 Michele Asolati - Irene Calliari - Alberto Conventi - Cristina Crisafulli
(93) Oltre a due esemplari raccolti a Cirene, sono stati verificati i seguenti pezzi: MAV,
N inv. 4086-4087.
(94) 1) SNG Sammlung Leypold, II, n. 2765; 2) Lindgren Coll., n. 1703 = http://
tjbuggey.ancients.info/images/trajcng144218.jpg = Classical Numismatic Group, Auction
144, lotto. n. 218; 3) Catalogo 1938, tav. XVIII, n. 2910; 4) CARRADICE, COWELL 1987,
tav. 6, n. 34; 5) HOLLARD 2004, tav. XII, n. 7; 6) Classical Numismatic Group, Mail Bid Sale
75, May 23rd, 2007, Lotto 887; 7) Fritz Rudolf Künker Münzenhandlung, Auction 133, Oc-
tober 11th, 2007, Lotto 7830; 8) Heritage World Coin Auctions, January 6th, 2007, Lotto
50115 = Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung, Auction 160, New York Signature Sale
425, October 9th, 2007, Lotto 2055; 9) http://dougsmith.ancients.info/gi.html;
10) www.wildwinds.com/coins/ric/trajan/Syd_232.jpg; 11) Civitas Galleries. Numismatics
and Philately (web site via Vcoins).
Le emissioni provinciali di Traiano per la Cirenaica 345
te, sia separando i due nominali; ugualmente elevato risulta il coverage. Il nu-
mero presunto dei coni è pari a 31-33 (Carter)/30-31 (Good) per il D/ e 43-
46 (Carter)/40-43 (Good) per il R/: in ogni caso gli esemplari documentati
dal ripostiglio dell’Agorà di Cirene sembrano illustrare quasi tutti i coni im-
piegati per l’emissione.
Il diagramma della sequenza appare estremamente complesso e, più che
negli altri casi, non deve essere considerato definitivo: infatti, sussistono an-
cora molti dubbi sulla corretta posizione di alcuni coni, dubbi che allo stato
attuale sembra non possano essere risolti in modo soddisfacente.
I coni risultano legati tra loro, fatta eccezione per tre matrici di D/ e tre
di R/ degli assi, le quali formano una breve sequenza a parte. In ogni caso,
documentano l’abbinamento di set di matrici di R/ che si legano in maniera
singola o multipla ai coni di D/, anche se in questo esempio il numero di
rovesci è più contenuto (fino a cinque) rispetto ai casi precedenti.
Considerazioni complessive — In termini generali possiamo constatare
come per entrambe le classi (Legenda e Ammon) il computo dei coni sia ap-
parentemente piuttosto contenuto: in particolare, per i sesterzi dell’emissione
con Ammon, soli quattordici coni di D/ sembra abbiano esaurito l’intera
produzione. In realtà, appare molto difficile esprimere valutazioni in termini
assoluti riguardo al numero di coni riscontrati nel nostro campione, poiché i
termini di riferimento sono piuttosto scarsi, soprattutto se consideriamo la
produzione monetaria della zecca di Roma in lega di rame. Rari sono infatti
gli studi che si occupano di quantificare il numero di coni impiegati per la
battitura di serie omogenee bronzee, e quelli che esistono non sono comple-
tamente comparabili con il nostro. Lo studio del Kraay sulle emissioni bron-
zee di Galba, ad esempio, riporta il numero di coni di D/ e di R/ per ciascuna
delle officinae che l’a. individua, ma non il numero di esemplari per ciascuno
dei coni, per cui non è possibile ricostruirne il numero presunto; inoltre que-
sto è uno studio esaustivo che non prende piede dall’analisi di un singolo
ripostiglio. In ogni caso, va constatato come nel breve periodo che intercorre
tra il luglio del 68 e il 15 gennaio del 69 d.C. presso la zecca di Roma furono
impiegati approssimativamente 141 coni di D/ e 224 di R/ per produrre se-
sterzi (95).
Analogamente, molto interessante appare lo studio sul numero presun-
to di coni impiegati per le emissioni dei quadranti del collegio dei magistrati
monetali che operò nel 5 a.C. in ques’ultimo atelier: da tale studio risulta
l’uso di 1676 coni di D/ e 35117 coni di R/ (96). Tuttavia, tale analisi
(97) Per la zecca di Ilici cfr. DEL MAR LLORENS FORCADA 1987, part. pp. 65-72; per la
zecca di Carthago Nova v. DEL MAR LLORENS FORCADA 1994, part. pp. 94-103; per la zecca
di Ercavica cfr. GOMIS JUSTO 1994 e GOMIS JUSTO [1997], part. pp. 81-93.
(98) RIPOLLÈS et alii 1993.
(99) DEL MAR LLORENS FORCADA 1994, p. 95.
(100) RIPOLLÈS et alii 1993, pp. 320-321.
(101) AMANDRY 1988, pp. 90-91. Altri casi di analisi dei coni di moneta in bronzo pro-
vinciale si hanno in BLAND 1991, pp. 218-223 dove si stima un numero complessivo di 44
coni di D/ per monete delle dimensioni di un asse coniate in quattro differenti anni di regno
di Gordiano III a Caesarea di Cappadocia. Da un minimo di 0,90,07 a un massimo di
21,60,8 coni di D/ si contano per singole emissioni enee di III sec. d.C. prodotte nelle zecca
di Neocaesarea nel Ponto (ÇIZMELI 2006, p. 143). Si veda inoltre il caso di Smyrne illustrato in
KLOSE 1987, pp. 97-102: l’a. illustra l’impiego di 4-14 coni di D/ e 25-36 coni di R/ per emis-
sioni di bronzo delle dimensioni di mm 27/30 dell’età di Traiano, e di 3-17 coni di D/ e 5-62
coni di R/ per emissioni omologhe dell’età di Adriano. Cfr. anche l’esempio di Alexandria in
Egitto riportato in CHRISTIANSEN 1988, II, pp. 126-128, per quanto concerne le emissioni in
bronzo di Traiano degli anni primo e ventesimo: qui l’a. indica soltanto il numero riscontrato
Le emissioni provinciali di Traiano per la Cirenaica 347
di coni di R/, i quali nel primo anno assommano a 50, impiegati per battere nove tipi diffe-
renti, e nell’anno ventesimo a 152, usati per coniare 39 tipi differenti.
(102) Abbiamo ottenuto tale valutazione utilizzando come moltiplicatore il valore
16000 per conio di D/ espresso dagli esperimenti del Sellwood per la battitura a caldo (cfr.
SELLWOOD 1963), presumibilmente impiegata per coniare monete in oricalco e in rame: lo ab-
biamo adottato anche se questo valore sinceramente ci sembra troppo alto per monete di que-
sto tipo. Va aggiunto che abbiamo considerato il numero massimo di coni presunti secondo il
metodo di Good e anche che abbiamo dato per scontato che tutti i coni abbiano prodotto la
medesima quantità di monete, cosa tutt’altro che dimostrabile e difficilmente verisimile. Il
procedimento da noi usato, dunque, è piuttosto empirico e rozzo, e fondamentalmente rite-
niamo dia una risposta sovrastimata.
(103) DUNCAN-JONES 1974, p. 91, n. 29.
348 Michele Asolati - Irene Calliari - Alberto Conventi - Cristina Crisafulli
trebbe spiegarsi almeno in parte nella logica della manutenzione dei coni, ma
potrebbe ricondurre più semplicemente a un impiego non sempre rigida-
mente regolato delle matrici; 2) la coniazione di emissioni omogenee come
queste avveniva facendo ricorso contemporaneamente a più linee produttive,
fondamentalmente indipendenti tra loro, ma che talvolta si scambiavano co-
ni di D/ o di R/.
Allo stato dei fatti non disponiamo di elementi conclusivi per propen-
dere per l’una o l’altra soluzione. Tuttavia, stando alle osservazioni del Kraay
riguardo alle emissioni dei sesterzi di Galba e al numero di coni che questi
osserva impiegati in ciascuna delle officinae che individua nella zecca di Ro-
ma (108), sembrerebbe sia più plausibile la seconda eventualità.
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Le emissioni provinciali di Traiano per la Cirenaica 357
TAV. III
21 22
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25 26
27 28
358 Michele Asolati - Irene Calliari - Alberto Conventi - Cristina Crisafulli
Sesterzi-Ammon (2a)
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