Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
(1) Cfr. Archivo SBAT, anno 1913, pos. X Grosseto 3, lettera del 2 dicembre 1913
firmata dal Soprintendente Milani.
(2) CIAMPOLTRINI, RENDINI 1988, in particolare alle pp. 523-525. Cfr. inoltre CIAMPOL-
TRINI 2005; CIAMPOLTRINI 2004 c.s.; ARSLAN 1998, p. 304, nota 13. Ancora, alcune notazioni
sulle componenti imitative presenti in questo gruzzolo sono anticipate in ASOLATI 2005,
pp. 46-47.
(3) Archivo SBAT, anno 1913, pos. X Grosseto 3.
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 115
FIG. 2 - L’area della foce del Torrente Osa con localizzazione del Casello Idraulico
presso il quale fu rinvenuto il ripostiglio.
(4) A tal proposito si vedano gli esempi citati in ASOLATI 2005, p. 16, con relativa bi-
bliografia.
116 Michele Asolati
(5) In merito a questo punto ed ai presupposti di questa pratica cfr. ASOLATI 2005,
pp. 19-22 con bibliografia ivi citata, dove sono elencati numerosi esempi, italiani e non, re-
lativi a gruzzoli ed a contesti archeologici stratificati. A questi casi, che dimostrano con ogni
evidenza come la tosatura o il taglio della moneta enea fossero diffusi anche al di fuori del
momento della tesaurizzazione di questo tipo di metallo, va poi aggiunta anche l’abbondante
documentazione proveniente dagli scavi di Roma recentemente edita in MUNZI 2004a; MUNZI
2004b; MUNZI 2004c; MUNZI 2004d.
(6) Attestato appare anche l’uso, tipico del V e VI sec. d.C., di tesaurizzare, unitamente
a monete in corso, pezzi più antichi anche di secoli, interi e frazionati: anche in questo caso gli
esempi sono numerosissimi ed appare superfluo in questa sede dilungarsi in lunghi elenchi per
i quali in ogni caso si rimanda ad ASOLATI 2005, pp. 17-18 ed alla bibliografia ivi citata.
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 117
le nei gruzzoli enei tardi, a cominciare da quelli più simili sotto l’aspetto cro-
nologico al gruzzolo di Camporegio, come i ripostigli di Padova-Canton del
Gallo (7), di Porto (8) e uno algerino da località imprecisata (9), i quali chiu-
dono con emissioni ufficiali di Valentiniano III cui si aggiungono varie imi-
tazioni. Tuttavia, mentre nella larga maggioranza dei casi le imitazioni copro-
no una quota ampiamente minoritaria (10), nel nostro caso, al contrario, ab-
biamo 76 contraffazioni (66,09%) contro 40 esemplari di emissione ufficiale
(34,78%).
La loro presenza nel gruzzolo di Camporegio, come vedremo, ha note-
voli implicazioni sotto molteplici aspetti e prima di tutto sotto quello crono-
logico in relazione alla data di chiusura del gruzzolo. Infatti, le monete di
produzione ufficiale più tarde sono dei bronzetti di Valentiniano III, il più
recente dei quali dovrebbe appartenere alle ultime emissioni enee di questa
autorità emittente e collocarsi, secondo la cronologia del Kent, tra il 440
ed il 455 d.C.
Tuttavia, non sembra essere questo il terminus post quem più attendibile
per fissare il momento dell’interramento del gruzzolo: tra le imitazioni infatti
si hanno dei tipi dei quali risulta estremamente probabile, se non certo, il
riconoscimento del prototipo da cui derivano. Tra queste si conta, innanzi
tutto, quella con monogramma di Teodosio II presente con tre esemplari:
il prototipo ricorre nelle ultimissime fasi del regno di questo imperatore, e
più specificamente tra il 445 ed il 450 d.C (11). Le imitazioni, dunque, vanno
datate sicuramente dopo il 445, ma è fortemente probabile che la loro col-
locazione cronologica vada posta ben oltre questo termine.
Questa è un’impressione che possiamo trarre dall’analisi dei ripostigli
che contengono questo tipo di monete imitative. Simili a quello di Campo-
regio appaiono solo i già citati gruzzoli da Porto (12) e dall’Algeria (13): questi
contengono rispettivamente due e almeno sei (14) contraffazioni del mono-
gramma teodosiano. Più tardi sono i tesoretti di Falerii Novi (15), Cartagine
(Algeri 1897) (16), c.d. Yale (area balcanica) (17), Corinto (18), nonché uno dal-
la Dalmazia (19): tutti terminano con emissioni ufficiali di Leone I, per cui si
possono presumere date di interramento al più tardi nel corso degli anni ’70
del V sec. d.C., e tutti contengono quantità variabili di imitazioni con mo-
nogramma di Teodosio II. Infine, riscontriamo queste ultime in una serie di
gruzzoli dell’età di Zenone: Nador (20), Tipasa A (21), Tipasa-Villa des Fresques
(c) (22), Qau-el-Kebir (23), nonché uno dal Libano (24).
Dunque, da questi dati desumiamo, innanzi tutto, che le imitazioni del
tipo teodosiano siano di origine occidentale, italica o africana vandala, visto
che di tutti i gruzzoli elencati solo due, compresi tra quelli più tardi, sono
stati rinvenuti in ambito orientale, mentre i rimanenti sono localizzabili en-
tro queste due aree, fatta eccezione per i rinvenimenti balcanici: evidente-
mente l’imitazione del monogramma teodosiano nacque e si sviluppò in Oc-
cidente per diffondersi solo più tardi anche in Oriente. In secondo luogo, per
motivi oggettivi, risulta evidente come tali imitazioni vadano comprese tra le
ultime monete in ordine cronologico nei primi tre gruzzoli (Camporegio,
Porto, Algeria), mentre l’assenza di questo e di altri tipi imitativi in molti
altri ripostigli bronzei che, come questi tre, chiudono con le ultime fasi mo-
netarie di Valentiniano III e che si localizzano proprio in Italia e in Africa (25),
permette di arguire che nei tre gruzzoli di Camporegio, Porto e Algeria le imi-
tazioni siano in assoluto le ultime monete prodotte. D’altra parte, il tipo imi-
tativo teodosiano, tutto sommato abbastanza raro, ricorre in un numero di
ripostigli databili alla seconda metà del V sec. d.C. decisamente maggiore ri-
spetto al numero di tesoretti le cui ultime monete ufficiali datano alla metà del
secolo (tre esempi con Valentiniano III contro nove tra Leone I e Zenone);
inoltre, nei gruzzoli della seconda metà del V secolo è presente in quantità si-
mili a quelle riscontrate nei primi tre: tutti questi elementi indicano come tali
imitazioni debbano collocarsi nell’ambito di questa frazione cronologica. In-
fine, i tesoretti terminanti con l’età di Leone I suggeriscono un termine ante
quem per l’inizio di questo particolare tipo di imitazioni, da identificare pro-
prio nel decennio che vede concludersi il regno di questo imperatore.
In ultima analisi, dunque, appare plausibile proporre un inquadramento
per lo meno per l’inizio della produzione di questo tipo di imitazioni che va-
da dalla metà agli anni ’70 del V sec. d.C.
Considerazioni del tutto simili possono essere fatte in merito ad un’altra
tipologia imitata presente nel gruzzolo di Camporegio, ossia quella con croce
greca potenziata entro corona. Come vedremo tra poco (26), risulta particolar-
mente evidente proprio dal nostro contesto come tali contraffazioni derivino
dal tipo di Valentiniano III databile al 440-455 d.C. e, pertanto, come deb-
bano essere ascritte ad un periodo successivo al 440 d.C. Una serie di argo-
mentazioni fondate sulla diffusione di questo tipo e sulla sua tesaurizzazione
in ambito italiano, argomentazioni che abbiamo preso in considerazione di
recente ed alle quali rimandiamo per eventuali approfondimenti (27), induco-
no a ritenere che anche in questo secondo caso un termine ante quem vero-
simile vada individuato negli anni ’70 del V secolo (28).
relativi nella circolazione monetaria di quest’area. Infatti, non si possono segnalare gruzzoli
enei terminanti con nummi di Marciano fatta eccezione per quelli di Perugia (GNECCHI
1897) e di Sigus (RIC, X, p. clix), per entrambi i quali disponiamo però di notizie piuttosto
frammentarie, mentre i tesoretti bronzei che chiudono con Leone I o con Zenone presentano
quasi sempre percentuali piuttosto contenute di monete di questo imperatore: cfr. per l’Italia
ASOLATI 2005, pp. 25-26. Questi dati, inoltre, lasciano presumere che i nummi di Marciano
siano penetrati tardi sui mercati occidentali, forse assieme a quelli di Leone I e/o di Zenone,
appunto.
(26) Cfr. infra testo corrispondente alla nota 80.
(27) ASOLATI 2005, pp. 45-48, con bibliografia citata.
(28) Una datazione entro questo periodo appare inoltre maggiormente giustificabile in
considerazione della situazione di profonda crisi politico-istituzionale che si registrò in Occi-
dente dopo la morte di Valentiniano III (BURY 1958, I, pp. 323-332; JONES 1964, II,
pp. 1031-1035), situazione che può aver incentivato il ricorso ad emissioni al di fuori del con-
trollo delle autorità centrali.
120 Michele Asolati
(29) Cfr. MORRISSON 2001, p. 159, tabella 4, dove vengono riassunte le ipotesi crono-
logiche su questa emissione.
(30) Contrasterebbe con questa eventualità l’ipotesi formulata dalle editrici del gruzzo-
lo algerino sopra citato (BOURGEOIS, BRENOT 1995) estremamente simile nella composizione a
quello di Camporegio. Anche in questo tesoretto le ultime emissioni ufficiali non vanno oltre
il 455 d.C., e, sulla base di queste ultime e dell’assenza di bronzi di Marciano e dei suoi suc-
cessori, le autrici propongono prudentemente una data di interramento verso il 450 d.C., col-
locando entro questa data anche le imitazioni ivi contenute, ritenute di matrice vandalica, e
giungendo di conseguenza a chiedersi se ‘‘Peut-on remonter jusque vers 450 l’apparition du
monnayage protovandale?’’ (BOURGEOIS, BRENOT 1995, pp. 315-316). Tale interpretazione
non sembrerebbe però essere sufficientemente fondata. Ricordiamo, infatti, che l’Africa van-
dala rientra in un’area di diffusione monetaria del tutto affine a quella italiana di V secolo, ed
in buona parte da quest’ultima dipendente per l’approvvigionamento di moneta in bronzo (Su
questo punto cfr. SUCHODOLSKI 1993, p. 253; ASOLATI 1993-1995, pp. 96-98). L’assenza nel
gruzzolo algerino di bronzi di Marciano, o più generalmente di atelier orientale, non rappre-
senta dunque un motivo sufficiente per determinarne il momento dell’interramento (cfr. an-
che supra nota 25): pur essendo attestati negli scavi africani, come quelli di Cartagine, questi
dovettero penetrare nel mercato vandalo ben dopo la metà del V secolo, in risposta al calo
delle emissioni in bronzo da parte della zecca di Roma, calo che probabilmente costituı̀ la pre-
messa logica anche per la nascita delle emissioni protovandale, come di molte imitazioni ita-
liche. A ciò aggiungiamo che il ripostiglio algerino proviene probabilmente dal sud dell’Alge-
ria, ossia da un’area del regno vandalo che possiamo considerare periferica: appare probabile
che nel regime di penuria di moneta in bronzo di nuovo conio successivo alla metà del V sec.
d.C. la circolazione monetaria, già contratta, abbia ulteriormente rallentato. In queste circo-
stanze, appare probabile che i nuovi afflussi di moneta bronzea raggiungessero con difficoltà le
aree periferiche. Tali considerazioni permettono di recuperare una prospettiva forse più cor-
retta e di posticipare l’occultamento del gruzzolo algerino nell’ambito del terzo quarto del V
sec. d.C., restituendo, in questo modo, le imitazioni di tipo protovandalo forse ad una più
affidabile collocazione cronologica.
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 121
(31) Altri tipi imitati presenti nel ripostiglio di Camporegio in quantità minime: Vit-
toria (4 ess.), Castra (2 ess.), Vota (2 ess.) e varie altre imitazioni fatte di segni lineari.
(32) Per la prima datazione si propende in ARSLAN 2002b, p. 294; ASOLATI 2002a,
p. 110; ASOLATI 2005, pp. 48-49. Contra ARSLAN 1999, p. 371, che si esprime per il VI sec.
d.C.
(33) ASOLATI 2005, p. 48.
(34) Cfr. MOSTECKY 1997, p. 96: qui l’autore assegna questi tipi di monete alla zecca di
Cartagine. Tuttavia, MORRISSON 1988 p. 424 e MORRISSON 2001, pp. 158-159 non inserisco-
no questo tipo di monete tra le emissioni vandale.
(35) Imitazioni con il tipo suddetto sono state rinvenute a Aosta, Corso Bgt. Aosta,
Area Mont-Blanc (ORLANDONI 1979, n. 127); Brescia, S. Giulia (ARSLAN 1999, nn. 546,
550, 552); Como, Via Cantu’, Ex-Scuola Parini (Archivio Arslan: 2 ess.); Calvatone, Antica
Bedriacum, Territorio (ARSLAN 1997a, n. 31); Milano, Battistero di S. Giovanni in Fonte e
S. Tecla (ARSLAN 1997b, 6.24, 6.27); Milano, Piazza Missori, Scavi 1989 (ARSLAN 1991,
n. 338); Trento, Teatro Sociale (CALLEGHER 1998, nn. 1256 (?),1259); nonché nei ripostigli
di Padova-Canton del Gallo (RINALDI 2000, n. 6) e di Concordia (ASOLATI 2002a, n. 42).
Quanto all’Italia centrale il tipo dell’imperatore (?) con asta e con o senza prigioniero trova
riscontri, peraltro non sempre certi a Roma, Colle Palatino, Domus Tiberiana (MUNZI
2004a, n. 74 (?): D/ busto di imperatore a destra; R/ figura stante con braccia e gambe aperte),
nonché nel gruzzolo di Falerii Novi (ASOLATI 2005, nn. 1617-1625) al quale si unisce ora il
ripostiglio di Camporegio.
(36) Per quanto ci è noto imitazioni con il guerriero/imperatore si hanno a Monte S.
Angelo, Cripte di S. Michele (GIUFFREDA 1982, n. 102; SICILIANO 1994, n. 102), e nei gruzzoli
di S. Giusto I (4 ess. con figura stante e braccio sollevato o teso: dato inedito, si ringrazia per
l’informazione il prof. Giuliano Volpe dell’Università di Foggia; per una prima edizione del
gruzzolo cfr. SICILIANO 1998), Lipari, Monte Rosa (ORSI 1910, p. 357, figg. 1, 3-4, 6, 13),
Sassari I (MOSTECKY 1993).
122 Michele Asolati
po con guerriero/imperatore (cfr. cat. nn. 52-60) le quali hanno forti analogie
con l’esemplare riconoscibile nella figura n. 4 proposta dall’Orsi ad illustrazio-
ne del ripostiglio di Lipari (cfr. fig. 3, n. 4) (37), e con un pezzo da un gruzzolo
dalla Dalmazia (38), gruzzolo che, a sua volta, include un tipo di monete, pre-
senti tra i rinvenimenti italiani settentrionali, le quali recano al dritto la figura
con asta ed al rovescio una croce greca potenziata (39).
Tuttavia, va doverosamente osservato come esemplari imitativi con il
guerriero/imperatore molto simili a quello della tavola dell’Orsi si trovino an-
che in un tesoretto da Sassari I (40) e in uno da Cartagine (Algeri 1897) (41),
ossia in ripostigli provenienti da aree che subirono la dominazione vandala:
questi due ultimi nuclei, poi, contengono anche altre emissioni cosiddette
vandaliche e/o protovandale, mentre il tesoretto da Cartagine (Algeri
1897) comprende vari altri tipi imitativi con la figura del guerriero/impera-
tore tra i quali si distinguono due esemplari che condividono lo stesso conio
di rovescio (42).
Questi sembrerebbero essere elementi in grado di bilanciare almeno in
parte le evidenze italiane, e di rendere l’idea di una matrice africana per lo
meno accettabile. Tuttavia, malgrado queste indicazioni, crediamo che pro-
prio nella circolazione monetaria di epoca tarda in ambito vandalo e nel pa-
norama distributivo della moneta vandala al di fuori di questo ambito nel V e
sec. d.C., quali quelli di Cartagine-Museo (53), Douamés (54), Aı̈n Kelba (55),
M’Sila (56), Le Hamma (57), sono ancora presenti tipi imitativi e protovandali,
ma non compaiono contraffazioni con il tipo dell’imperatore. Curiosamente,
questa è una assenza riscontrabile anche nei gruzzoli localizzabili al di fuori
dell’Africa (58) nei quali sono presenti nummi protovandali e/o vandali, come
quello di Castro dei Volsci (59), Fontana Liri (60), Sessa Aurunca (61), Cu-
ma (62), Messina Museo Regionale (con un solo tipo incerto di figura stan-
te) (63), Monte Roduni (64), Massafra (65), Anadolchioi (66), Atene-Agorà (67),
Atene-Blue Cigarettes Box Hoard (68), Atene-Burnt Flour Mill Hoard (69),
Corinto-Gymnasium (70), Kenchreai (71), Zacha (72), Siria (73), uno dal Libano
o Siria (74), Gush Halav (75) e uno dall’Egitto (76): analoga mancanza possiamo
registrare nei quindici gruzzoli bonzei contenenti moneta protovandala e/o
vandala recentemente editi nel catalogo dei tesori del Museo Numismatico
di Atene e provenienti dall’area greca (77). In altre parole, il tipo imitativo del-
l’imperatore non solo non compare in alcuno dei ripostigli africani finora no-
ti databili dopo la fine del V sec. d.C. nei quali, sulla base della presenza di
altre emissioni vandaliche, potremmo aspettarcelo documentato, ma anche
non lascia traccia di sé nel processo di diffusione del nummo vandalo il quale
caratterizzò il bacino del Mediterraneo centro-orientale nel periodo successi-
vo alla riconquista bizantina.
IV) Oltre a questi, dobbiamo aggiungere ancora un altro elemento di
interesse: infatti, a fronte di queste attestazioni in contesti di tesaurizzazione
sardi e africani, il tipo contraffatto dell’imperatore è del tutto assente nei ri-
trovamenti sparsi sardi ed estremamente raro anche in quelli africani: possia-
mo documentare soltanto undici o dodici nummi di questo tipo negli scavi
di Cartagine (78), che pur hanno restituito circa 1500 bronzetti cosiddetti
vandalici.
Dunque, stando alla documentazione sin qui raccolta, che in ogni caso
parrebbe confermare la datazione alta del tipo, sembrerebbe possibile affer-
(79) Cfr. RIC, X, p. 31; v. anche ASOLATI 2005, p. 25. Ricordiamo che nel ripostiglio di
Cartagine (Algeri 1897) alcuni esemplari con il tipo del guerriero/imperatore presentano al
dritto parti di legende disorganiche che alludono, però, più o meno chiaramente a Valentinia-
no III (MOSTECKY 1997, n. 740: DVALENIV; n. 743: IIVA; n. 745: VINA; n. 746: VAn;
n. 749: VAII N; n. 751: VIA; n. 752: VNV)
128 Michele Asolati
queste contraffazioni del tipo con croce recano al dritto parti di legenda,
certamente disorganiche e non facilmente comprensibili, grazie alle quali,
però, sembrerebbe possibile individuare l’autorità emittente originaria:
n. 46. D/ VAIINNII[- - -]; n. 47. D/ VA[- - -]; n. 48. D/ DIVA[- - -]; nn. 84-
85. D/ VN[- - -]; n. 86. D/ VNA[- - -]; nn. 93-94. D/ [- - -]VSN[- - -];
n. 95. D/ [- - -]III[- - -]. In molti di questi casi sembrerebbe piuttosto evi-
dente un’allusione a Valentiniano III che proprio nell’ultima fase del suo
regno emise bronzi con al rovescio una croce potenziata entro corona (80).
Peraltro la n. 48 si presenta molto vicina al tipo di Valentiniano III anche
nel rovescio. Dunque, sembrerebbe molto probabile che venisse imitato un
prototipo della zecca di Roma: come abbiamo già osservato, la produzione
bronzea di questa zecca si contrasse attorno alla metà del V sec., proprio a
partire dalle ultime fasi del regno di Valentiniano III alle quali appartiene
anche l’emissione del probabile prototipo. È ipotizzabile quindi che l’imi-
tazione di questa tipologia sia stata avviata proprio in relazione a tale con-
trazione e proprio in aree in cui le conseguenze di questa si fecero maggior-
mente sentire, ossia prima di tutto in Italia.
In secondo luogo, il gruzzolo di Camporegio, tra le imitazioni del tipo
con croce, comprende alcune coppie di monete che appaiono prodotte con
lo stesso conio di dritto (cfr. nn. 81-82, 84-85, 93-94), mentre, in un caso, si
conta un paio di esemplari battuti con il medesimo abbinamento di coni (cfr.
nn. 76-77): questo è un dato assolutamente peculiare che contribuisce a qua-
lificare il nostro gruzzolo come esempio pressoché unico nel suo genere e che
trova un solo riscontro nel gruzzolo di Falerii Novi, recentemente pubblicato.
In quest’ultimo ripostiglio, infatti, tra le imitazioni sono presenti due esem-
plari battuti con lo stesso conio di dritto i quali recano al rovescio rispetti-
vamente una croce potenziata in doppio cerchio perlinato e un guerriero
stante con lancia (81). Come già ipotizzato nel caso del gruzzolo di Falerii No-
vi (82), gli stretti legami di conio riscontrabili nel ripostiglio di Camporegio
parrebbero indicare che tali monete, prima di essere tesaurizzate, non ebbero
modo di circolare diffusamente nel tempo né ampiamente nello spazio: in
altri termini, queste sembrerebbero essere delle chiare tracce indicanti come
la produzione di queste contraffazioni sia avvenuta in un’area relativamente
prossima a quella di rinvenimento del gruzzolo. Tale ipotesi, peraltro, trae
un’ulteriore e sostanziale conferma proprio nella singolare vicinanza geogra-
fica del tesoretto di Falerii Novi: non sembra affatto casuale che due gruzzoli
(83) A questo hanno certamente contribuito anche i repertori, basati su una identifi-
cazione protovandala dei nummi con croce in corona presenti in Italia, editi in ARSLAN
1994 e in ARSLAN 2002c, il primo dei quali, in particolare, rappresenta la base documentaria
per molti dei contributi recentemente editi in merito alla circolazione della moneta vandala
nella penisola italiana: cfr. in particolare MORRISSON 1999, pp. 111-112; MORRISSON 2001,
pp. 162-163; MORRISSON 2003, p. 82. Sul problema è recentemente ritornato ARSLAN
2002b, p. 295, ammettendo che ‘‘il riconoscimento degli esemplari con croce greca potenziata
in ghirlanda...come moneta ‘‘protovandala’’...ha certamente contribuito a costruire una im-
magine distorta della penetrazione nella penisola della moneta dei Vandali.’’
(84) Cfr. ASOLATI 2005, pp. 45-46, ed in modo particolare le note 156 e 157; per la
diffusione del tipo con croce in corona in ambito lombardo cfr. anche ARSLAN 2002b,
p. 295, testo corrispondente alle note 24-30.
130 Michele Asolati
(85) Per un’attribuzione longobarda in modo particolare del tipo con croce greca po-
tenziata propende l’Arslan in ARSLAN 1999, pp. 371-372 non tanto basandosi sul quadro dei
ritrovamenti, quanto su una singola associazione in contesto stratigrafico tra un esemplare di
questo, tipo una frazione di siliqua probabilmente di Giustino II ed un tremisse barbarico con
i tipi di Maurizio Tiberio. Successivamente l’a. è tornato sulla questione in ARSLAN 2002a,
p. 174 ribadendo l’attribuzione già formulata e definendo tale tipologia nettamente come
‘‘moneta bronzea longobarda locale [di ambito lombardo, n. d. a.] di VI secolo...’’. Per un
ulteriore puntualizzazione su questa teoria v. poi ARSLAN 2002b e quanto segue in merito alla
stessa.
(86) ARSLAN 2002b, p. 296.
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 131
(90) A conferma di una penetrazione durante il V secolo d.C. di queste monete anche
in aree più settentrionali, tuttavia, non va dimenticato che un gruzzolo di bronzi, contenente
anche due esemplari di Teodosio II con croce entro corona (pari allo 0,46% del totale dei
pezzi), proviene da Aguntum (cfr. RIC, X, p. cxxviii, con bibliografia precedente); un secondo
gruzzolo, con un nummo con croce in corona di Valentiniano III (pari allo 5,26% del totale
dei pezzi), proviene da Auxerre (cfr. RIC, X, p. cxxx, dove peraltro si esprime perplessità su
questo nucleo: ‘‘unlikely’’); un terzo da Hapert (Olanda) contiene un bronzetto del tipo CON-
CORDIA AVG(GG)/Croce (pari allo 0,04% del totale dei pezzi).
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 133
Dunque, vi sono evidenze concrete che contrastano con uno dei fonda-
menti dell’ipotesi a sostegno della matrice longobarda dei tipi imitativi con
croce: ossia, anche se si ammettesse che nella seconda metà del V sec. d.C. il
mercato italiano risulta scarsamente irrorato dai tipi con croce di produzione
ufficiale, dovremmo parimenti riconoscerne la diffusione grazie alla presenza
delle imitazioni in contesti certamente datati (91).
D’altra parte, stante la stretta affinità tra le imitazioni presenti nei ripo-
stigli citati e tra queste ultime e quelle provenienti dai siti lombardi su elen-
cati, appare ragionevole ricondurre anche le contraffazioni lombarde entro
un quadro di riferimento inerente il V sec. piuttosto che quello successivo,
ed escludere contestualmente che questo fenomeno imitativo si fosse in qual-
che modo radicalizzato solo in quell’ambito geografico ad opera di officine
irregolari attive in territorio longobardo nella seconda metà del VI sec. d.C.
Prima di concludere, crediamo che valga la pena di spendere alcune pa-
role sull’andamento ponderale delle imitazioni presenti nel gruzzolo di Cam-
poregio, stante la rilevante quantità di cui disponiamo grazie ad esso. Come
evidenziato nei diagrammi 1 e 2 i pesi sono piuttosto variabili ed oscillano tra
un minimo di g 0,24 ed un massimo di g 1,46. La maggioranza degli esem-
plari si concentra tra g 0,30 e 0,69, ed il punto di maggiore addensamento si
registra attorno a g 0,50-0,59 (22,37%): la media ponderale calcolata sulla
base di tutte le imitazioni presenti è pari a g 0,59 e non muta escludendo
il valore minimo e quello massimo. Questi valori sono molto simili a quelli
registrati nel ripostiglio di Falerii Novi, con lo scarto minimo di una frazione
decimale per quanto concerne il punto di maggiore addensamento, che in
questo secondo gruzzolo si colloca attorno a g 0,60-0,69, e la media pari a
g 0,69. Tuttavia, considerando i pesi sulla base dello scrupolo anziché su base
(91) Un caso analogo a quello delle imitazioni con croce in corona è quello delle già
citate contraffazioni con monogramma di Teodosio II: per un quadro dei rinvenimenti in ri-
postigli cfr. supra note 12-25 e testo corrispondente; a questi vanno aggiunti i rinvenimenti
segnalati in WROTH 1911, pp. 29-30, nn. 94-97 come provenienti dall’‘‘Africa’’, benché non
sia noto se gli esemplari appartenessero a un gruzzolo. Altri ritrovamenti di imitazioni sono
editi in BUTTREY 1976, n. 77, da Cartagine, e in GIUFFREDA 1982, n. 69 (= SICILIANO 1994,
n. 69), da Monte S. Angelo-Cripte di S. Michele. A questo quadro corrisponde un panorama
in ambito occidentale, ma anche nel resto del bacino del Mediterraneo, nel quale le monete
del tipo di zecca ufficiale sono estremamente poco diffuse. Si confronti ad esempio la situa-
zione dei gruzzoli: originali si rinvengono nei ripostigli di Aguntum 1969 (RIC, X, p. cxxviii:
un solo esemplare), Corinto I (RIC, X, p. cxxxv: 12 ess.), Haft-tapeh (RIC, X, p. cxliii: 5 es.),
Izvoarele (RIC, X, p. cxlv: un es.), Yale (RIC, X, p. clxix; un solo originale), Heraion di Argo
(GALANI-KRIKOU et alii 2002, n. 16). Probabilmente per questo motivo la moneta di bronzo
con monogramma di Teodosio II viene definita ‘‘not abundant’’ dal Kent (RIC, X, p. 93):
cfr. anche ARSLAN 2003, p. 30, nota 18, dove il tipo di Teodosio II con il monogramma è
indicato come ‘‘rarissimo’’.
134 Michele Asolati
(92) Per le medie ponderali in Occidente cfr. ASOLATI 2005, pp. 56-63 per quelle orien-
tali v. ASOLATI 2001-02, pp. 92-96.
(93) Cfr. MORRISSON 1996, p. 189: i valori qui riportati relativi a quattro differenti
emissioni si aggirano tra g 0,44 e 0,58. Va tuttavia rilevato che tali medie sono desunte da
esemplari rinvenuti durante gli scavi di Cartagine e pertanto sono certamente sottostimate.
(94) Cfr. ADELSON, KUSTAS 1962, pp. 22-23.
(95) MORRISSON 1996, p. 188.
(96) V. supra nota 30 e la bibliografia ivi citata, nonché testo corrispondente alla nota
43.
(97) V. supra note 12-25 e testo corrispondente.
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 135
(98) Molti studiosi concordano sul fatto che le imitazioni bronzee diffuse nella seconda
metà del IV sec. d.C., soprattutto in ambito occidentale e balcanico, fossero produzioni di
necessità battute non a scopo fraudolento, bensı̀ per ovviare alle deficienze del sistema produt-
tivo imperiale, e che, stanti queste caratteristiche, le autorità emittenti romane ne tollerassero
la circolazione: cfr. CALLU, GARNIER 1977; CALLU 1980, p. 47; CRACCO RUGGINI 1984, p. 22,
nota 23; ARSLAN 1991, p. 82, nota 127; KING 1996, pp. 244-245; MAROT 2000, p. 799. Ana-
loghe motivazioni potrebbero essere supposte per le imitazioni di V secolo: ASOLATI 2005,
p. 51.
136 Michele Asolati
TABELLA N. 1: PROSPETTO DEI GRUZZOLI ITALIANI CONTENENTI ESEMPLARI IN BRONZO CON IL TIPO DELLA
CROCE
(99) BONOMI 1988-89, p. 156; BIONDANI 1995, p. 76; ARSLAN 1998, p. 304, nota 13.
Tale gruzzolo analizzato nuovamente dallo scrivente ha evidenziato la presenza di un esempla-
re di difficile lettura che sembrerebbe presentare al rovescio il tipo della croce.
(100) ASOLATI 2002a.
(101) RINALDI 2000.
(102) SPAGNOLI 1993, in particolare pp. 258-263; SPAGNOLI 2001.
(103) Dato inedito dagli scavi di Porto diretti dalla prof.ssa Patrizia Verduchi, assieme
alla quale Andrea Saccocci e lo scrivente stanno procedendo all’edizione di questo materiale.
(104) ORSI 1910; BOLIN 1926, p. 182; TUSA 1966, p. 105, n. 5; GORINI 1969, p. 21,
n. 6; GORINI 1996, p. 197; RIC, X, p. cxlix; ARSLAN 1998, p. 304, nota 13.
(105) ASOLATI 2003.
(106) LALLEMAND 1967; GUZZETTA 1982, p. 74 = GUZZETTA 1984, p. 212; RIC, X,
p. cliv; ARSLAN 1998, p. 304, nota 13.
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 137
(107) MASTELLONI 1991, pp. 648-656; ARSLAN 1998, p. 304, nota 13.
(108) ASOLATI 2005.
(109) MOSTECKY 1993.
(110) GNECCHI 1897; CESANO 1913, in particolare pp. 527-528; GORINI 1969, p. 24,
n. 14; RIC, X, p. clv; ARSLAN 1998, p. 304, nota 13; ARSLAN 2002c, p. 105.
(111) MANGANARO 1970, p. 304, nn. 361-498: ‘‘MINIMI di V sec. d.C. Questo grup-
petto di monete di minimo modulo, tra cui numerosi esemplari di età costantiniana spezzati a
metà, costituisce con ogni probabilità per via della comune patina e per esser stato trovato in
un barattolino, a parte il residuo di un ripostiglietto, tipico della metà di V sec. d.C.
I 138 esemplari pesano complessivamente circa gr. 92, con una media di gr. 0,66 ciascuno.
In gran parte sono di Teodosius II e Valentinianus III: alcuni presentano al R/ la vittoria, altri la
corona intorno alla croce, talora a forma di stella, altri la porta di accampamento stilizzata’’
138 Michele Asolati
DIAGRAMMA 1 - Curva dei pesi delle imitazioni presenti nei ripostigli di Camporegio
e di Falerii Novi (scala ponderale basata sullo scrupolo)
DIAGRAMMA 2 - Curva dei pesi delle imitazioni presenti nei ripostigli di Camporegio
e di Falerii Novi (scala ponderale decimale)
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 139
32. Onorio/Valentiniano III, AE4, 408- D/ DN[- - -]; parte del busto impe-
430 d.C., zecca di Roma riale a d.
D/ [- - -]; busto diademato, drap- R/ Tracce di legenda, tipo illeggibile.
peggiato e corazzato a d. AE; g 0,55; mm 13; h?. RIC?
R/ [- - -]; Vittoria andante a s. con 38. Autorità e zecca non determinata,
corona e palma; esergo e campo illeg- AE4, fine IV-I metà V sec. d.C.
gibili. D/ Tracce di legenda; busto impe-
AE; g 0,65; mm 11; h 12. RIC 1357, riale a d.
2118-19, 2121. Esemplare ridotto di R/ illeggibile.
modulo per tosatura. AE; g 0,67; mm 11; h?. RIC?. Esem-
33. Onorio/Valentiniano III, AE4, 408- plare tosato.
430 d.C., zecca di Roma 39. Autorità e zecca non determinata,
D/ [- - -]; busto diademato, drap- AE4, V sec. d.C.
peggiato e corazzato a d. D/ [- - -]; busto imperiale a d.
R/ [- - -]TO[- - -]; Vittoria andante R/ VIC[- - -]; Vittoria andante a s.
a s. con corona e palma; esergo illeg- AE; g 0,44; mm 11; h 11. RIC?.
gibile; a s., S. Esemplare tagliato.
AE; g 0,60; mm 9; h 6. RIC 1357,
2118-19, 2121. Esemplare ridotto Imitazioni di monete romane imperiali
di modulo per tosatura.
Imitazioni di Teodosio II
34. Onorio/Valentiniano III, AE4, 408- 40. Imitazione di AE4 di Teodosio II,
430 d.C., zecca di Roma post 445 d.C., zecca n.i.
D/ [- - -]; busto diademato, drap- D/ Legenda resa con cerchio punti-
peggiato e corazzato a d. nato; busto diademato, drappeggiato
R/ [- - -]T[- - -]; Vittoria andante a e corazzato a d.
s. con corona e palma; campo ed R/ Monogramma stilizzato di Teo-
esergo illeggibili. dosio II entro corona.
AE; g 0,62; mm 11; h 12. RIC 1357, AE; g 0,62; mm 10; h 6. Cfr. RIC
2118-19, 2121. Esemplare bucato. 462-465.
35. Onorio/Valentiniano III, AE4, 408- 41. Imitazione di AE4 di Teodosio II,
430 d.C., zecca di Roma post 445 d.C., zecca n.i.
D/ [- - -]; busto diademato, drap- D/ [- - -]VS o V; busto diadema-
peggiato e corazzato a d. to, drappeggiato e corazzato a d.
R/ [- - -]GG; Vittoria andante a s. R/ Monogramma stilizzato di Teo-
con corona e palma; in esergo, RM; dosio II (senza tracce di corona).
a s., S. AE; g 0,55; mm 8; h 3. Cfr. RIC 462-
AE; g 0,96; mm 11; h 12. RIC 1357, 465.
2118-19, 2121. Esemplare bucato.
42. Imitazione di AE4 di Teodosio II,
36. Teodosio II/Valentiniano III, AE4, post 445 d.C., zecca n.i.
425-435 d.C., zecca orientale D/ [- - -]HOVD; busto diademato,
D/ [- - -]; busto diademato, drap- drappeggiato e corazzato a d.
peggiato e corazzato a d. R/ Monogramma stilizzato di Teo-
R/ Croce latina entro corona; esergo dosio II entro corona.
illeggibile. AE; g 0,28; mm 10; h 6. Cfr. RIC
AE; g 0,61; mm 12; h 6. RIC 440- 462-465.
455.
Imitazioni di Valentiniano III
37. Autorità e zecca non determinata, 43. Imitazione di AE4 di Valentiniano
AE4, fine IV-inizi V sec. d.C. III, II metà V sec. d.C., zecca n.i.
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 143
59. D/ Busto imperiale a d., molto sti- 68. D/ [- - -]VIS; busto imperiale a d.
lizzato. R/ Figura stante a d. con asta nella s.;
R/ Figura stante a s. con bastone davanti, elemento ad onda in verticale.
nella d. AE; g 0,81; mm 10; h 4. Per tipi si-
AE; g 0,37; mm 11; h 6. mili cfr. PEARCE, WOOD 1934, tav.
VIII, n. 29 D/ o ORSI 1910, n. 10.
60. D/ VNH[- - -]; testa imperiale ra-
diata a d. 69. D/ Busto imperiale a d. tra globetti.
R/ Figura stante a s. con bastone R/ Figura stante a d. con asta nella d.
nella d.; a s., croce. AE; g 0,64; mm 11; h 11.
AE; g 0,63; mm 1; h 11. 70. D/ OAV[- - -]; busto imperiale a d.
61. D/ Elementi indistinguibili, forse R/ [- - -]V GII; figura andante a d.
pertinenti ad un busto imperiale; con lancia nella s.
tracce di legenda o pseudolegenda. AE; g 1,15; mm 11; h 12.
R/ Figura panneggiata stante a s. 71. D/ Busto imperiale a d., parzialmen-
con stendardo nella s. te visibile.
AE; g 0,83; mm 9. R/ Figura andante a d. con prigio-
62. D/ Busto imperiale a d., molto sti- niero (?) e asta.
lizzato. AE; g 0,45; mm 10; h?.
R/ Figura panneggiata stante a s. 72. D/ VC[- - -]; busto imperiale a d.
con asta nella s. R/ Figura stante (?).
AE; g 0,51; mm 9; h 10. AE; 0,76; mm 11; h 7.
63. D/ Busto imperiale a d., davanti ra- 73. D/ Pseudolegenda; busto a d.
mo di palma piedi. R/ [- - -]VV; figura panneggiata an-
R/ [- - -]RI AV[- - -]; figura panneg- dante a s.
giata (forse elmata) stante a s. con AE; g 0,44; mm 9; h 3.
globo e asta.
AE; g 0,59; mm 11; h 6. Cfr. per il 74. D/ Busto imperiale a d.
tipo del D/ MOSTECKY 1987, p. 48. R/ Pseudolegenda; figura stante.
AE; g 0,31; mm 11; h 3.
64. D/ Anepigrafe; busto imperiale a d.
in cerchio perlinato. Imitazioni con il tipo della croce
R/ Figura armata andante a d. con 75. D/ Busto imperiale a d.
asta nella d. R/ Croce greca potenziata entro cer-
AE; g 1,07; mm 11; h 9. chio perlinato; nei quarti, quattro V.
AE; g 0,57; mm 10.
65. D/ VSV[- - -]V; busto imperiale
a d. 76. D/ Anepigrafe; busto imperiale a d.
R/ VV[- - -]; figura armata andante in cerchio perlinato.
a d. con asta nella d. R/ Croce greca potenziata in corona
AE; g 1,18; mm 11; h 12. entro cerchio perlinato; in uno dei
quarti, un pallino; in esergo, AA.
66. D/ Pseudolegenda; busto imperiale AE; g 0,38; mm 10; h 3. L’esemplare
a s. presenta un’identità di conio con il
R/ Figura andante a s.; in campo, a D/ e il R/ della n. 77.
s., I/A, a d., R.
AE; g 0,65; mm 12; h 5. 77. D/ Anepigrafe; busto imperiale a d.
in cerchio perlinato.
67. D/ [- - -]VINH; busto imperiale a d. R/ Croce greca potenziata in corona
R/ [- - -]IAV; parte di figura stante a d. entro cerchio perlinato.
AE; 0,57; mm 9; h 9. AE; g 0,55; m 10. L’esemplare pre-
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 145
BIBLIOGRAFIA
ADELSON H.L., KUSTAS G.L. 1962, A Bronze Hoard of the Period of Zeno I, American Numi-
smatic Society. Numismatic Notes and Monographs, 148, New York
ADELSON H.L., KUSTAS G.L. 1964, A sixth century hoard of minimi from the Western Pelopon-
nese, ‘‘American Numismatic Society. Museum Notes’’, pp. 159-205
ARSLAN E.A. 1982, Ripostigli Monetali in Italia. Schede Anagrafiche. Fontana Liri (FR) ante
1899, Milano
ARSLAN E.A. 1983, Goti, Bizantini e Vandali: a proposito di ripostigli enei di VI secolo in Italia cen-
trale, ‘‘Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche’’, XII, pp. 213-228
ARSLAN E.A. 1986, Il ripostiglio di minimi bizantini goti e vandali da Fontana Liri (Frosinone),
‘‘Musei d’Arte e di Storia di Brescia. Studi e Notizie’’, 2, pp. 77-86
ARSLAN E.A. 1991, Le monete, in Scavi MM3. 3.2, I reperti, a cura di D. CAPORUSSO, Milano,
pp. 71-130
ARSLAN E.A. 1994, La circolazione monetaria (secoli V-VIII), in La storia dell’alto medioevo ita-
liano (VI-X secolo) alla luce dell’archeologia, Atti del Convegno Internazionale (Siena,
2-6 dicembre 1992), a cura di R. FRANCOVICH, G. NOYÉ, Firenze, pp. 497-519
ARSLAN E.A. 1997a, Monete, in Calvatone romana. Un pozzo e il suo contesto. Saggio nella zona
nord dell’area di proprieta` provinciale, a cura di G. SENA CHIESA, S. MASSEROLI, T.
MEDICI, M. VOLONTÉ, [Quaderni di Acme, 29], Bologna, pp. 205-225
ARSLAN E.A. 1997b, La testimonianza delle monete, e Monete dall’area di Santa Tecla e del bat-
tistero di S. Giovanni alle Fonti, in La citta`e la sua memoria. Milano e la tradizione di
sant’Ambrogio, Milano, pp. 63-67, 134-135, 175-177
ARSLAN E.A. 1998, Problemi di circolazione monetaria in Piemonte dal V all’VIII secolo, in Ar-
cheologia in Piemonte, III, Il medioevo, a cura di L. MERCANDO, E. MICHELETTO, To-
rino, pp. 289-307
ARSLAN E.A. 1999, Le monete, in S. Giulia di Brescia, gli scavi dal 1980 al 1992. Reperti pre-
romani, romani e alto medievali, a cura di G. P. BROGIOLO, Firenze, pp. 347-399 e
tavv. CLXII-CLXXXIV
ARSLAN E.A. 2002a, Ritrovamenti monetali in Lombardia: venticinque anni di lavoro per la do-
cumentazione, in GORINI 2002, pp. 160-176
ARSLAN E.A. 2002b, La moneta in rame nell’Italia longobarda, in ‘‘Humana sapit’’. E´tudes d’an-
tiquite´tardive offertes a`Lellia Cracco Ruggini, a cura di J.-M. CARRIÉ, R. LIZZI TESTA,
Turnhout, pp. 293-298
ARSLAN E.A. 2002c, Saggio di repertorio dei ritrovamenti di moneta vandala, ostrogota, bizanti-
na, longobarda in Italia peninsulare, Sardegna, Canton Ticino, Istria Croata (con
esclusione della Sicilia), ‘‘Rassegna di Studi del Civico Museo Archeologico e del Ci-
vico Gabinetto Numismatico di Milano’’, LXIX, pp. 59-122
ARSLAN E.A. 2003, Problemi ponderali di V secolo: verso la riforma del Nummus. Il deposito di
Cafarnao, ‘‘Revue Numismatique’’, 159, pp. 27-39
ASOLATI M. 1993-95, Altino tardoromana e bizantina attraverso i ritrovamenti monetali, ‘‘Ar-
cheologia Veneta’’, XVI-XVIII (pubbl. 1998), pp. 87-132
ASOLATI M. 2001-02, Economia e societa` in Italia nel V sec. d.C. alla luce della documentazione
numismatica, Università degli Studi di Roma ‘‘La Sapienza’’, tesi di Dottorato (tu-
tore G. Gorini, co-tutori A. Fraschetti, A. Giardina), Roma
ASOLATI M. 2002a, Le monete, ‘‘Quaderni di Archeologia del Veneto’’, XVIII, , pp. 109-112
ASOLATI M. 2002b, I ritrovamenti monetali in rapporto ai contesti archeologici: gli esempi di Al-
tino e della laguna veneziana in epoca romana, in GORINI 2002, pp. 193-202
ASOLATI M. 2003, The ‘‘Valli di Comacchio’’ Hoard (V century A.D.), ‘‘International Numi-
smatic Newsletter’’, 41 (Printemps/Été), pp. 4-8
148 Michele Asolati
ASOLATI M. 2005, Il tesoro di Falerii Novi. Nuovi contributi sulla monetazione italica in bronzo
degli anni di Ricimero (457-472 d.C.), Numismatica Patavina, 4, Collana diretta a
da G. GORINI, Padova
BAISTROCCHI M. 1984, Sui reperti monetari rinvenuti negli scavi della fattoria fortificata del Na-
dor (Algeria), in Atti del II Convegno su La presenza culturale italiana nei paesi arabi:
storia e prospettive (Sorrento, 18-20 novembre 1982), Roma, pp. 260-289
BIJOVSKY G. 1998, The Gush Halav hoard reconsidered, ‘‘’Atiqot’’, XXXV, pp. 77-106
BIONDANI F. 1995, L’insediamento tardoantico di Quistello (Mantova), Localita`Marchesa: i ma-
teriali, ‘‘Quaderni del Gruppo Archeologico Ostigliese’’, 5, pp. 15-123
BOLIN S. 1926, Fynden av romeska mynt i det fria Germanien, Lund
BONOMI S. 1988-89, Quistello (MN). Localita` Marchesa. Insediamento tardoromano, ‘‘Soprin-
tendenza Archeologica per la Lombardia. Notiziario’’, pp. 155-156
BOURGEOIS A., BRENOT C. 1995, Tre´sor de monnaies de bronze di Ve sie`cle provenant d’Al-
gerie, ‘‘Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche’’, XXIV,
pp. 303-337
BRENOT C. 2002, Remarque sur la nature des «tre´sors»: a`propos d’un tre´sor de monnaies romaines
du Ve trouve´ a` Carthage, in GORINI 2002, pp. 151-157
BRENOT C., MORRISSON C. 1983, La circulation du bronze en Ce´sarienne Occidentale a`la fin du
V e sie`cle: la truovaille de Rabelais-AIˆn-Merane, ‘‘Quaderni Ticinesi di Numismatica
e Antichità Classiche’’, XII, pp. 191-211
BROISE H., SCHEID J. 1987, Recherches arche´ologiques a`La Magliana. Le Balneum des Fre`res Ar-
vales, Roma, pp. 238-249
BURY J.B. 1958, History of the Later Roman Empire from the death of Teodosius I to the death of
Justinian, voll. I-II, New York.
BUTTREY T.V. 1976, The Coins, in Excavations at Carthage 1975 conducted by the University of
Michigan, I, a cura di J.H. HUMPHREY, Tunis, pp. 157-197
BUTTREY T.V., JOHNSTON A., MACKENZIE K.M., BATES M.I. 1981, The Roman Coins, in Greek,
Roman and Islamic Coins from Sardis, Cambridge-London
CALLEGHER B. 1998, Trento-Teatro Sociale scavi 1990-1992. Le monete repubblicane, imperiali
e medievali: analisi critica e catalogo del complesso, in Materiali per la storia urbana di
Tridentum. II. Ritrovamenti monetali, a cura di E. CAVADA, G. GORINI, ‘‘Archeologia
delle Alpi’’, 4, pp. 7-341
CALLU J.-P. 1980, Roˆle et distribution des espe`ces de bronze de 348 a` 392, in Imperial Revenue,
Expenditure and Monetary Policy in the Fourth Century A.D., a cura di C.E. KING,
BAR IS 76, Oxford, pp. 41-93 (con traduzione in inglese alle pp. 95-124)
CALLU J.-P., GARNIER J.P. 1977, Minimi constaniniens trouve´s a` Reims, ‘‘Quaderni Ticinesi di
Numismatica e Antichità Classiche’’, VI, pp. 281-315
CEPEDA J.J. 1991, Due ripostigli monetali di V secolo d.C. rinvenuti a Roma. Villa Giulia, 1922
- Pratica di Mare 1967, ‘‘Bollettino di Numismatica’’, 16-17, pp. 7-216
CESANO L. 1913, Della moneta enea corrente in Italia nell’ultima eta`imperiale romana e sotto i re
Ostrogoti, ‘‘Rivista Italiana di Numismatica’’, XXVI, pp. 511-551
CIAMPOLTRINI G. 2004, Un paesaggio stradale tra antichita`e Medioevo. Gli scavi 1913 nel Cam-
poregio di Talamone, ‘‘Archeologia Medievale’’, XXXI, c.s.a
CIAMPOLTRINI G. 2005, Il ‘‘tesoro’’di Saturnia, 1592, e altri ripostigli tardoantichi dagli scavi to-
scani, ‘‘Rivista Italiana di Numismatica’’, CVI, pp. 205-271
CIAMPOLTRINI G., RENDINI P. 1988, L’agro cosano fra tarda antichita` e alto medioevo: segnala-
zioni e contributi, ‘‘Archeologia Medievale’’, XV, pp. 519-534
CRACCO RUGGINI L. 1984, Milano nella circolazione monetaria del tardo impero: esigenze politi-
che e risposte socioeconomiche, in La zecca di Milano. Atti del Convegno Internazionale
di Studio, Milano 9-14 maggio 1984, a cura di G. GORINI, Milano, pp. 13-58
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 149
DELOUM S. 1986, Notes sur le tre´sor mone´taire de M’Sila (fin du V e sie`cle-de´but du VI e sie`cle
apre`s J.C.), in Proceedings of the 10th International Congress of Numismatics, a cura
di I. A. CARRADICE, London, pp. 305-313
DELOUM S. 1990, L’e´conomie mone´taire de l’Afrique du Nord: les tre´sors mone´taires de V et VI
sie`cles ap.J.-C., in L’Africa romana. Atti del VII convegno di studio Sassari, 15-17 di-
cembre 1989, a cura di A. MASTINO, Sassari, pp. 961-971
DENGATE J.A. 1981, Coin Hoards from the Gymnasium Area at Corinth, in ‘‘Hesperia’’, 50,
pp. 148-188
FRIEDLAENDER J. 1849, Münzen der Vandalen, Lipsia
GALANI-KRIKOU M., NIKOLAU G., OIKONOMIDOU M., PENNA B., TOURATSOGLOU I., TSOURTI I.
2002, Suntagma Buzantinon «Thesauron» tou Nomismatikou Mouseiou (SBTh),
Athina
GIUFFREDA G. 1982, Monte S. Angelo tra IV e XI secolo. Storia numismatica, Monte S. Angelo
GNECCHI F. 1897, Un ripostiglio miserabile, ‘‘Rivista Italiana di Numismatica’’, pp. 19-22
GORINI G. 1969, Ripostiglio di V sec. da Trecenta - Rovigo, ‘‘Padusa’’, V, n. 2, pp. 8-24
GORINI G. 1988, Sopravvivenza delle monete romane in contesti più tardi, ‘‘Società Numisma-
tica Italiana. Comunicazioni’’ 3 (febbraio), pp. [1-2]
GORINI G. 1992, Zum Münzumlauf in Nachro¨mischer Zeit in Oberitalien, ‘‘Litterae Numisma-
ticae Vindobonenses’’, 4, pp. 77-84
GORINI G. 1996, Currency in Italy in the Fifth Century A.D., in Coin Finds and Coin Use in the
Roman World. The Thirteenth Oxford Symposium on Coinage and Monetary History,
25.-27. 3. 1993. A NATO Advanced Research Workshop, a cura di C.E. KING, D.G.
WIGG, Studien zu Fundmünzen der Antike, 10, Berlin, pp. 185-202
GORINI G. 2002 (a cura di), Ritrovamenti monetali nel mondo antico: problemi e metodi. Atti
del Convegno Internazionale di Numismatica, Padova 30 aprile-2 maggio 2000, Pa-
dova
GUIMOND L. 1979, Les monnaies des campagnes 1976 et 1978, Carthage III, ‘‘Cahiers des Étu-
des Anciennes’’, X, pp. 25-50
GUIMOND L. 1981, Monnaies des campagnes 1978 et 1979, Carthage V, ‘‘Cahiers des Études
Anciennes’’, XIII, pp. 55-71
GUZZETTA G. 1982, Lineamenti di circolazione monetaria nella Puglia Settentrionale, ‘‘Rassegna
di Studi del Civico Museo Archeologico e del Civico Gabinetto Numismatico di
Milano’’, XXIX-XXX, pp. 71-77 e tav. LVII
GUZZETTA G. 1984, Lineamenti di circolazione monetaria nella Puglia Settentrionale, in La ri-
cerca archeologica nel territorio garganico, Atti del convegno di studi, Hotel Pizzomunno
- Vieste del Gargano (FG) 22 e 23 maggio ’82, Foggia, pp. 209-217
HAHN W. 1980, A Sixth-Century Hoard of Byzantine Small Change from Egypt, and its Con-
tribution to the Classification of African Minimi, ‘‘The Numismatic Chronicle’’,
CXL, pp. 64-70
HAHN W. 1987, Ein Minimifund des frühen 6. Jahrhunderts n. Chr. aus Massafra bei Tarent,
‘‘Litterae Numismaticae Vindobonenses’’, 3, pp. 95-116
HOHLFELDER R.L. 1973, A Sixth Century Hoard from Kenchreai, ‘‘Hesperia’’, 42, pp. 89-101
JONES A.H.M., The Later Roman Empire 284-602, voll. I-II, Baltimore
KENT J.P.C. 1988, The Italian Bronze Coinage of Valentinian III and a Hoard of Fifth-Century
Roman Bronze Coins from El-Djem, in Studia Numismatica Labacensia Alexandro Je-
locˇnik Oblata, a cura di P. KOS, Z̆ DEMO, ‘‘Situla’’, 26, Ljubljana, pp. 185-195
KING C.E. 1996, Roman copies, in Coin Finds and Coin Use in the Roman World. The Thir-
teenth Oxford Symposium on Coinage and Monetary History, 25.-27. 3. 1993. A NA-
TO Advanced Research Workshop, a cura di C.E. KING, D.G. WIGG, Studien zu
Fundmünzen der Antike, 10, Berlin, pp. 237-258
150 Michele Asolati
KROLL J.H., MILES G.C., MILLER S.G. 1973, An Early Byzantine and a Late Turkish Hoard
from the Athenian Agora, ‘‘Hesperia’’, 42, pp. 301-311
LALLEMAND J. 1967, Tre´sor de monneies romaines en bronze: Constance II a` Ze´non, in Ordona,
II, Rapport provvisoire sur les travaux de la mission belge en 1964/65 et 1965/66, a
cura di J. MERTENS, Brussels, pp. 19-30
LEVI A. 1919, Sessa Aurunca - Tesoretto di monetine di bronzo bizantine (follari o nummi), ‘‘No-
tizie degli Scavi di Antichità’’, pp. 356-358
LRBC = CARSON R.A.G., HILL P.V., KENT J.P.C., Late Roman Bronze Coinage, London 1960
MANGANARO G. 1970, La collezione numismatica della Zelantea di Acireale, ‘‘Memorie e Ren-
diconti dell’Accademia di Scienze, Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici di
Acireale’’, s. I, X, pp. 273-318 e tavv. I-VIII
MAROT T. 2000, Consideraciones sobre las monedas tardorromanas de imitacion en Hispania,
XII. Internationaler Numismatischer Kongress Berlin 1997. Akten - Proceedings - Actes,
a cura di B. KLUGE, B. WEISSER, II, Berlin, pp. 799-805
MASTELLONI M.A. 1991, Il ripostiglio di Bova Marina loc. S. Pasquale: brevi note sui rinveni-
menti monetali nell’area dello stretto, ‘‘Mélanges de l’École Française de Rome.
Moyen Age’’, 103-2, pp. 643-665
MASTELLONI M.A. 1993, Monete e imitazioni in un piccolo ripostiglio tardoantico, ‘‘Rivista Ita-
liana di Numismatica’’, XCV, pp. 505-528
MATTINGLY H. 1931, A late Roman Hoard from Corinth, ‘‘The Numismatic Chronicle’’, s. V,
XI, pp. 229-233
METCALF D.M. 1962, The Slavonic Threat to Greece Circa 580: Some Evidence from Athens,
‘‘Hesperia’’, 31, pp. 134-157
METCALF W.E. 1987, The Michigan Finds at Carthage, 1975-79: an Analysis, ‘‘American Nu-
mismatic Society. Museum Notes’’, 32, pp. 61-84
METCALF W.E. 1988, The Coins - 1982, in The Circus and a Byzantine Cemetery at Carthage, I,
a cura di J.H. HUMPHREY, Tunis - Ann Arbor, pp. 337-381
MILNE J.G. 1926, The Currency of Egypt in the Fifth Century, ‘‘The Numismatic Chronicle’’, s.
V, VI, pp. 43-92
MIRAGLIA G. 1986, Ricerche sulla tarda antichita`nei Campi Flegrei. Un tesoretto monetale del VI
sec. d.C. da Cuma, in Il destino della Sibilla: mito, scienza e storia dei Campi Flegrei.
Atti del Convegno Internazionale di Studi sui Campi Flegrei promosso dalla Fondazione
Napoli Novantanove (Napoli, 27-28 settembre 1985), a cura di P. AMALFITANO, Na-
poli, pp. 235-252
MORRISSON C. 1980, La trouvaille d’Aı¨n Kelba et la circulation des minimi en Afrique au de´but
du VIe sie`cle, in Me´langes de numismatique, d’arche´ologie et d’histoire offerts a` Jean
Lafaurie, a cura di P. BASTIEN, F. DUMAS, H. HUVELIN, C. MORRISSON, Paris,
pp. 239-248
MORRISSON C. 1988, Coin Finds in Vandal and Bizantine Carthage: a Provisional Assessment, in
The Circus and a Byzantine Cemetery at Carthage, I, a cura di J.H. HUMPHREY, Tunis
- Ann Arbor, pp. 423-436
MORRISSON C. 1996, Nummi Byzantins et barbares du VI e sie`cle, in «Charakter»: aphieroma ste
Manto Oikonomidou, Athina, pp. 187-193
MORRISSON C. 1999, La diffusion de la mannaie de Carthage hors d’Afrique du V e au VII e sie`cle,
in Numismatique, langues, ´ ecriture et arts du livre, spe´cificite´des arts figure´s, Actes du
VII e colloque international re´unis dans le cadre du 121 e congre`s des Socie´te´s historiques
et scientifiques, Nice, 21 au 31 octobre 1996, a cura di S. LANCEL, Paris, pp. 109-118
MORRISSON C. 2001, Caratteristiche ed uso della moneta protovandalica e vandalica, in Le inva-
sioni barbariche nel meridione dell’Impero: Visigoti, Vandali, Ostrogoti, a cura di P.
DELOGU, Soveria Mannelli, pp. 151-180
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 151
RINALDI F. 2000, Un gruppo di monete tardoantiche dal Canton del Gallo (Padova), ‘‘Antenor’’,
II, pp. 137-165
SACCOCCI A. 1997, Monete romane in contesti archeologici medioevali in Italia, ‘‘Quaderni Ti-
cinesi di Numismatica e Antichità Classiche’’, XXVI, pp. 385-404
SALAMA P. 1989, Les monnaies re´colte´es en 1974, in Il Castellum del Nador. Storia di una fattoria
tra Tipasa e Cesarea (I-VI sec. d.C.), Monografie di Archeologia Libyca - XXIII, Ro-
ma, pp. 94-110
SICILIANO A. 1994, Rinvenimenti monetali a Monte Sant’ Angelo. Prime note, in Culto e inse-
diamenti micaelici nell’Italia meridionale fra tarda antichita`e Medioevo, Atti del Con-
vegno Internazionale Monte Sant’Angelo 18-21 novembre 1992, a cura di C. CARLET-
TI, G. OTRANTO, Bari, pp. 261-285
SICILIANO A. 1998, Le monete, in San Giusto. La villa, le ecclesiae. Primi riultati dagli scavi nel
sito rurale di San Giusto (Lucera): 1995-1997, a cura di G. VOLPE, Bari, pp. 251-259
SNG, Danish, Spain-Gaul = Sylloge Nummorum Graecorum. The Royal Collection of Coins and
Medals. Danish National Museum, vol. 43, Spain-Gaul, Copenhagen 1979
SPAGNOLI E. 1993, Alcune riflessioni sulla circolazione monetaria in epoca tardoantica a Ostia
(Pianabella) e a Porto: i rinvenimenti dagli scavi 1988-1991, in La storia economica
di Roma nell’Alto Medioevo alla luce dei recenti scavi archeologici. Atti del Seminario
Roma 2-3 aprile 1992, a cura di L. DAVOLI, P. DELOGU, Firenze, pp. 247-266
SPAGNOLI E. 2001, Ripostiglio monetale da Porto (Fiumicino, Roma) 277 Æ, post 445/450 d.C.,
‘‘Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica’’, 48, pp. 119-156
SUCHODOLSKI S. 1993, Remarques sur la circulation mone´taire dans l’Europe du haut moyen aˆge,
‘‘Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche’’, XXII, pp. 249-256
TROUSSEL M. 1950-51, Monnaies vandales d’Afrique de´couvertes de Bou-Lilate et du Hamma,
‘‘Recueil des Notices et Mémoires de la Société Archéologique de Constantine’’,
pp. 147-192
TURCAN R. 1961, Tre´sors mone´taires trouve´s a`Tipasa: la circulation du bronze en Afrique romai-
ne et vandale aux V e et VI e sie`cles ap. J.-C., ‘‘Lybica’’, IX, pp. 201-257
TURCAN R. 1984, Tre´sors mone´taires de Tipasa et d’Announa, Lyon
TUSA A. 1966, La circolazione monetaria nella Sicilia bizantina ed il ripostiglio da Castellana
(Palermo), ‘‘Bizantino-Sicula’’ 2, pp. 104-110
UNGARO L. 1981, Ripostigli monetali in Italia. Schede Anagrafiche. Pratica di Mare (Roma)
1967, Roma
VISONÀ P. 1988, The Coins - 1983, in The Circus and a Byzantine Cemetery at Carthage, I, a
cura di J.H. HUMPHREY, Tunisi - Ann Arbor, pp. 383-422
VISONÀ P. 1993, The Coins 1990, in S.T. STEVENS, Bir el Knissia at Carthage: a Rediscovered
Cemetery Church. Report no. 1, ‘‘Journal of Roman Studies’’, Supplementary Series
Number 7, Ann Arbor, pp. 201-224
WALKER A.S. 1978, Four AE Coin Hoards in the Collection of the American School of Classical
Studies at Athens, ‘‘Hesperia’’, 47, pp. 40-48
WROTH W. 1911, Catalogue of the Coins of the Vandals, Ostrogoths and Lombards, and of the
Empires of Thessalonica, Nicaea and Trebizond, in the British Museum, London
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 153
TAV. I
4
1 2 3
6 8
5 7
9 10
154 Michele Asolati
TAV. II
14
11 12 13
15 16 17 18
19 20
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 155
TAV. III
21 22 23 24 25
26 27 28 29 30
33 34 35
31 32
156 Michele Asolati
TAV. IV
36 37 38 39 40
41 42 43 44 45
47 48 49 50
46
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 157
TAV. V
51 52 53 54 55
56 57 58
59 60
61 62 63 64 65
158 Michele Asolati
TAV. VI
66 67 68 69 70
71 72 73 74 75
76 77 79 80
78
Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto) 159
TAV. VII
81 82 83 84 85
86 87 88 90
89
91 92 93 94 95
160 Michele Asolati
TAV. VIII
96 97 98 99 100
TAV. IX