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MICHELE ASOLATI

A PROPOSITO DI ALCUNE QUESTIONI


DI NUMISMATICA CIRENAICA

Premessa
La zecca di Cirene fu una delle più importanti del mondo greco, operante già
prima della fine del VI secolo a.C. Il suo sviluppo in età arcaica è già sufficien-
temente delineato1), per quanto scavi recenti abbiano restituito tipi assolutamen-
te inediti dai quali si trae l’impressione che ci si debba aspettare ancora elementi
di novità 2). In età classica ebbe un’importante produzione argentea e rare emis-
sioni auree 3), mentre in epoca ellenistica, alle coniazioni piuttosto corpose in
questi due metalli, si sommarono emissioni bronzee di proporzioni straordina-
rie, soprattutto nelle ultime fasi precedenti la cessione della Cirenaica a Roma4).
Monete enee di dimensioni contenute, comprese tra g 4-5 e 1,5 e mm 23-24 e
12-15, furono emesse da Tolomeo VIII, Tolomeo IX e Tolomeo Apione (163-96
a.C.) in quantità talmente ampie che oggi costituiscono il leit-motiv dei rinveni-
menti monetali effettuati in Cirenaica, siano essi riconducibili a contesti di sca-
vo o a ritrovamenti casuali 5).
In età romana l’attività della zecca di Cirene continuò saltuariamente fino
all’epoca di Tiberio, quindi si interruppe per lasciare spazio a emissioni che, co-
niate a Roma, erano destinate a una circolazione prevalente in Cirenaica, nor-
malmente caratterizzate da tipi che riconducevano all’area di circolazione, ossia
essenzialmente dal busto di Ammon6).
Relativamente al periodo romano di attività delle officine monetarie di Ci-
rene, contributi anche piuttosto recenti hanno tratteggiato lo sviluppo delle
1) Cfr. innanzi tutto BMC, Cyrenaica. Cfr. inoltre LARONDE 1996.
2) BUTTREY 1997, pp. 10-12; GORINI c.s.
3) NAVILLE 1951, pp. 15-19.
4) Dopo l’edizione del Robinson un nuovo bilancio delle emissioni bronzee di Cirene è
delineato in BUTTREY 1997, pp. 35-51.
5) BUTTREY 1980, pp. 336-337; BUTTREY 1997, p. 6; JAWORSKY 2005, pp. 83-84; ASO-
LATI 2006, p. 182.
6) Si tratta di emissioni in passato ascritte prevalentemente alla zecca di Caesarea e ora
unanimemente attribuite a Cirene o alla zecca di Roma per una circolazione cirenai-
ca: su questo punto cfr. in particolare ASOLATI, CALLIARI, CONVENTI, CRISAFULLI
2009.
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emissioni 7), ma nuovi dati, che abbiamo acquisiti nel corso dello studio dei ri-
trovamenti monetali cirenei 8), consentono ora di puntualizzare alcuni elementi
circa le fasi iniziali della produzione romana di questa zecca e di illustrare una
emissione tiberiana finora sconosciuta la quale pone una serie di problemi ri-
guardo a quelle già note di questo Augusto. Di tali nuove evidenze si dà conto
nel testo che segue, a margine del quale si è ritenuto opportuno aggiungere un
ulteriore spunto di riflessione. Infatti, in relazione all’analisi del primo di questi
due ultimi aspetti, è emersa anche l’importanza di A. Duchalais, uno studioso
francese della metà dell’Ottocento: il significato notevole del suo contributo
sotto il profilo dei ritrovamenti monetali di ambito cirenaico è stato in seguito
quasi completamente trascurato, malgrado la ricchezza delle informazioni for-
nite e l’accuratezza delle attribuzioni proposte.

L’emissione Roma/Ape e l’inizio delle coniazioni provinciali nella zecca di Cirene


Tra le emissioni monetarie della Provincia romana Creta e Cirenaica si
conta una serie recante al dritto una testa elmata di Roma e al rovescio un’ape.
Si conoscono tre varietà:

1) D/ Testa elmata di Roma a destra.


R/ Ape.
2) D/ Testa elmata di Roma a sinistra; sopra, RWMI (retrogrado).
R/ Ape.
3) D/ KPHT; testa elmata di Roma a destra.
R/ Ape; ai lati, K-Y/P-A9).

Stante l’omogeneità dei tipi, a queste si riconosce la medesima origine che


va ricercata nell’ambito della provincia Creta e Cirenaica, il cui assetto si ebbe
soltanto nel 67 a.C.: la datazione è incerta, ma generalmente gli studiosi con-
cordano nel farla coincidere grosso modo con questo momento storico.

7) Cfr. BUTTREY 1983; RPC, I, pp. 216-243.


8) Ancora una volta devo ringraziare Mario Luni per la disponibilità accordataci nel cor-
so dello studio delle monete provenienti dagli scavi cirenei. Un sentito ringraziamen-
to va inoltre indirizzato a Abdulgader Mzeni, Direttore del Museo Archeologico di
Cirene e Direttore del Dipartimento delle Antichità, il quale con entusiasmo ha so-
stenuto il nostro lavoro. Sulla circolazione monetaria di età antica, bizantina e isla-
mica a Cirene cfr. i recenti contributi ASOLATI 2006; ASOLATI c.s.a; ASOLATI, BAUDEN
c.s.; ASOLATI, CALLIARI, CONVENTI, CRISAFULLI 2009, particolarmente le note 18, 65,
72-73 e il testo corrispondente; GORINI c.s.
9) Cfr. RPC, I, nn. 904-906.
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Quale fosse la zecca produttrice è elemento meno sicuro e piuttosto con-


troverso. Buttrey10) propone che questa serie vada intesa come «exclusively Cre-
tan in origin» e «undoubtedly Cretan» e di recente gli autori del primo volume
del Roman Provincial Coinage hanno proposto dubitativamente la zecca crete-
se di Gortyna11). In entrambi i testi, infatti, si mette in evidenza come le caratte-
ristiche formali del tondello e i tipi impiegati trovino confronti stringenti con
monete precedenti e contemporanee di produzione cretese 12). Tali argomenta-
zioni riprendono sostanzialmente quella formulata dal Robinson nel 1927 nella
premessa del catalogo delle monete greche della Cirenaica del British Museum
di Londra13). Questo autore, però, pur sottolineando tali caratteristiche, che
avrebbero potuto indurre ad ascriverne l’emissione a Creta, inseriva la serie tra
le monete coniate a Cirene.
Soltanto nella prima pubblicazione di Buttrey si accenna a provenienze14),
mentre in RPC, I, si denuncia l’assenza di notizie circa rinvenimenti di esem-
plari del genere.
In realtà al momento della pubblicazione del I volume dell’RPC erano di-
sponibili alcune indicazioni riguardanti ritrovamenti di questo tipo di monete in
Cirenaica, indicazioni che forse avrebbero potuto indirizzare verso una soluzio-
ne differente. Infatti, un esemplare era edito dal Laffranchi nel 193215) come
proveniente dalla Cirenaica e attualmente fa parte delle civiche raccolte numi-
smatiche milanesi. Un secondo pezzo era stato pubblicato nel 1965 e proviene
da rinvenimenti di superficie nell’area di Euesperides 1965 16). Inoltre, era possi-
bile impiegare anche i dati noti attraverso una serie di contributi risalenti alla
metà dell’Ottocento, aventi come autore A. Duchalais, il quale si era occupato,
talvolta in maniera specifica, proprio di questa emissione 17). In particolare due
di questi articoli riguardano principalmente monete donate alla Bibliothèque
Nationale dall’ambasciatore francese Joseph Vattier de Bourville dopo un suo

10) BUTTREY 1983, p. 39, nota 24.


11) RPC, I, p. 217.
12) L’ape ricorre su emissioni bronzee di Aptera (cfr. SVORONOS 1890, tav. I, nn. 14, 16,
32-33 e tav. II, nn. 9, 14), Elyros (cfr. SVORONOS 1890, tav. XII, nn. 9-17), Hyrtakina
(cfr. SVORONOS 1890, tav. XVIII, nn. 7-10), Lisos (cfr. SVORONOS 1890, tav. XX, nn.
35-36), Praesos (cfr. SVORONOS 1890, tav. XXVIII, nn. 9-11, 15-16), e, come ele-
mento iconografico secondario, su tetradracme di Gortyna databili a partire dal 67
a.C. (cfr. RPC, I, nn. 901-903).
13) BMC, Cyrenaica, pp. ccxi-ccxii.
14) BUTTREY 1983, p. 39, nota 24: si cita il rinvenimento da Euesperides (v. infra, nota 16).
15) LAFFRANCHI 1932, p. 68, no. 2.
16) BOND, SWALES 1965, no. 137. Questo rinvenimento è ricordato in BUTTREY 1983, p. 39,
nota 24.
17) DUCHALAIS 1850; DUCHALAIS 1851, p. 81; DUCHALAIS 1852, pp. 334-335.
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viaggio in Cirenaica, e a Cirene in particolare, nel 1848 18). Stranamente di que-


sti contributi nel corso del tempo sembra quasi si sia perduta memoria, o per lo
meno della provenienza dei pezzi in questi editi. Tali pezzi in seguito sono di-
venuti a loro volta oggetto di ulteriori pubblicazioni, quasi sempre, però, prive
dell’indicazione di rinvenimento. Dunque, oggi l’interesse dei contributi del
Duchalais sta proprio nella possibilità di riscoprire la pertinenza cirenaica, o più
probabilmente cirenea, di molte monete per altri versi già edite e ampiamente
note, ma oramai avulse dal loro contesto di rinvenimento.
Tra una serie di altri casi piuttosto eclatanti che segnaliamo in seguito, ri-
cordiamo anche quelli relativi a due esemplari del tipo su indicato Roma/Ape,
entrambi altrimenti noti:

1) DUCHALAIS 1850, tav. XVI, no. 5 = DUCHALAIS 1951, p. 81, no. 21 = DUCHA-
LAIS 1852, p. 334, no. 1 = FALBE, LINDBERG, MÜLLER 1860 -1861, I, p. 29, no.
100 = BMC, Cyrenaica, p. ccii, no. 1b = RPC, I, tav. 51, no. 905 (Paris 3181a)
(fig. 1).
2) DUCHALAIS 1951, p. 81, no. 22 = DUCHALAIS 1852, p. 334, no. 2 = FALBE,
LINDBERG, MÜLLER 1860 -1861, I, p. 29, no. 101 = BMC, Cyrenaica, p. cciii,
no. 1f = RPC, I, tav. 51, no. 906 (Paris 3181)

Pertanto, in definitiva nel 1992 assommavano a quattro le monete del tipo


Roma/Ape edite con provenienza cirenaica accertata: due probabilmente da Ci-
rene, pubblicate da Duchalais, una genericamente dalla Cirenaica, edita da Laf-
franchi, e la quarta da Euesperides nota grazie all’articolo di R. C. Bond e J. M.
Swales.
A queste, peraltro, ora possiamo aggiungerne altre nove di cui si può docu-
mentare la pertinenza cirenaica. La prima fa parte delle collezioni numismati-
che del Museo Bottacin di Padova19) (fig. 2): il pezzo appartiene a un gruppo di
monete donate al Museo il 29 aprile del 1912 dal Sig. Cesare Levi Civita, «mo-
nete portate da soldati italiani reduci dalla Cirenaica…» 20).
Gli altri otto esemplari sono conservati presso il Museo Archeologico di
Cirene e risultano rivenuti nell’antico centro greco o nel suo territorio. Quattro

18) Sulla figura di J. Vattier de Bourville e sul suo viaggio a Cirene nel 1848 cfr. innanzi
tutto le sue stesse relazioni in VATTIER DE BOURVILLE 1848; VATTIER DE BOURVILLE J.
1849; cfr. inoltre LUNI 2006, pp. 27-28.
19) Museo Bottacin di Padova, serie greca, no. 6418: un sentito ringraziamento va indi-
rizzato alla dr.ssa Roberta Parise, vice-conservatore di questo istituto, per avere con-
cesso di riprodurre la foto della moneta in questa sede. Cfr. RPC, I, no. 905 l’esem-
plare conservato a Padova.
20) ASOLATI c.s.b.
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di questi rispondono alla prima variante (figg. 3-6), due alla seconda (figg. 7-8)
e altri due alla terza (figg. 9-10) 21).
Complessivamente sono tredici le monete appartenenti a questa emissione
che, attraverso fonti diverse, si possono ricondurre a una localizzazione cirenai-
ca di rinvenimento: significativo, peraltro, è che appartengano a tutte e tre le va-
rietà note. Al contrario, a Creta e, nello specifico, nella stessa Gortyna 22) non so-
no documentati pezzi simili 23). Il quadro delle attestazioni di queste emissioni,
dunque, risulta nettamente sbilanciato in favore della Cirenaica e di Cirene in
particolare, e impone che vada rivalutata l’ipotesi di una possibile assegnazione
a quest’ultima, già formulata dal Duchalais 24) e ribadita dal Robinson 25).
Ciò anche in considerazione delle caratteristiche generali della circolazio-
ne monetaria che possiamo documentare in Cirenaica dall’età ellenistica alla
prima età imperiale. Infatti, questa regione fu piuttosto impermeabile alla pe-
netrazione di valute straniere prima e della zecca urbica o di quelle di altre pro-
vince poi 26). Tale chiusura appare ancora più evidente se consideriamo che, do-
po la creazione della provincia romana, Creta e la Cirenaica furono interessate
da un reciproco scambio di monete molto modesto, malgrado talvolta avessero
dato corso a emissioni «gemelle», contraddistinte dal medesimo sistema di va-
lori e dalla stessa base ponderale, coniate da una sola autorità emittente pro-
consolare 27). In questo contesto, quindi, mal si concilierebbe la presenza di tre-
dici rinvenimenti del tipo Roma /Ape con l’ipotesi di una loro produzione cre-
tese. Perciò, crediamo che i dati in nostro possesso possano essere sufficienti
ad affermare che questa emissione sia riconducibile alla zecca provinciale di
Cirene, che, dunque, cominciò a coniare moneta sotto il controllo romano già
nel 67 a.C. circa, dopo un’interruzione dell’attività durata approssimativamen-
te trent’anni 28).

21) Soltanto di alcune di queste sono disponibili i dati pondometrici: 1) g 14,62; mm


24; h 6; 2) g 11,78; mm 24; h 12; 3) g 13,83; mm 23; h 12; 4) g 13,26; mm 23; h 4;
5) g 13,12; mm 21; h 6.
22) Per Gortyna cfr. DI VITA 1988; GARRAFFO 1997; GARRAFFO 1999; GARRAFFO 2001.
Per Cnosso v. JACKSON 1973; PRICE 1992. V. inoltre SIDIROPOULOS 2000.
23) Un esemplare di questo tipo è stato rinvenuto, però, ad Atene (cfr. KROLL 1993, no.
1033).
24) Cfr. DUCHALAIS 1851, p. 81; DUCHALAIS 1952.
25) Cfr. BMC, Cyrenaica, pp. ccxi-ccxii: l’attribuzione del Robinson, però, non è del tut-
to certa e si ammette l’eventualità di una zecca cretese soprattutto sulla base dello sti-
le del tondello e del tipo dell’ape.
26) Cfr. BUTTREY 1997, pp. 6-7; ASOLATI 2006, p. 182.
27) GRANT 1946, pp. 57-58; BUTTREY 1983; RPC, I, pp. 218-221.
28) Le ultime emissioni tolemaiche a Cirene risalgono all’età di Tolomeo Apione
(104/101-96 a.C.).
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Quanto alle caratteristiche che avevano fatto propendere Buttrey e gli autori
dell’RPC, I per una zecca cretese sembra possano essere almeno in parte riconsi-
derate: il tondello spesso e rozzo, l’«old-fashioned dumpy flan» 29), infatti, può es-
sere facilmente paragonato con quelli delle prime fasi di coniazione del bronzo a
Cirene (ca. 323-312 a.C.), le quali presentano il medesimo stile produttivo 30).
Meno facilmente spiegabili, invece, sono le scelte tipologiche, anche se la
proposizione della testa di Roma è un evidente richiamo al governo provinciale
e non necessariamente va ricondotta alla zecca di Gortyna che pur produsse te-
tradrammi con un dritto analogo 31). A tal proposito va evidenziato come su que-
sti ultimi, accanto alla testa elmata di Roma, compaia la legenda RWMAS, men-
tre sulla serie bronzea, così simile sotto l’aspetto tipologico, la legenda sia
RWMI, forse proprio per alludere a una differente zecca di emissione. D’altro
canto l’adozione del tipo dell’ape appare effettivamente più consono a una co-
niazione cretese. Tuttavia non è escluso che vada intesa in una logica di scelte
tipologiche imposte dall’autorità romana, logica che avrebbe potuto privilegia-
re una raffigurazione rappresentante la provincia in genere e non le singole
componenti geografiche: infatti l’ape, che certamente trova riscontri pregnanti
nella monetazione cretese precedente e significativi rimandi ai culti locali, in
qualche modo sembra trovare cittadinanza anche in Cirenaica. Come già sotto-
lineato da altri 32), proprio in Libya la ninfa Cirene generò ad Apollo il figlio Ari-
steo, che, oltre a insegnare la coltivazione del silfio, fu l’inventore dell’apicol-
tura e quindi scopritore del miele 33); inoltre, secondo un’altra tradizione, in Li-
bya quest’ultima invenzione era ascritta a un altro figlio della coppia, Autou-
chos 34), cui probabilmente era consacrato uno ƒerÕn a ovest della città di Cire-

29) BUTTREY 1983, p. 39, nota 24.


30) Cfr. BMC, Cyrenaica, in particolare tavv. XVIII-XIX. Un esemplare della serie Ro-
ma /Ape risulta chiaramente riconiato (fig. 11; ex collezione J.-P. Righetti = Auctio-
nes AG, Auction 29, 12 June 2003, lotto no. 349 = Fritz Rudolf Künker GmbH & Co.
KG, Auction 136, 10 March 2008, lotto no. 380), ma, non essendo identificabile il ti-
po obliterato, non offre informazioni utili a inquadrare la questione.
31) RPC, I, nn. 901-903.
32) Cfr. FALBE, LINDBERG, MÜLLER 1860-1861, p. 37.
33) Scholia in Aristophanis Equites, 894, (Scholia graeca in Aristophanem cum prolego-
minis grammaticorum varietate lectionis optimorum codicum integra, ceterorum se-
lecta, annotatione criticorum item selecta, cui sua quaedam inseruit Fr. Dübner, Pa-
risiis, Editore Ambrosio Firmin-Didot, 1877, pp. 66, 27-28). Sul culto di Aristeo a
Cirene cfr. VITALI 1932, pp. 30-33, nn. 100-113; ENSOLI VITTOZZI 1994; BACCHIELLI
1994, pp. 55-57. Per il culto specificamente in età romana v. CALLOT 1999, pp. 37,
221-224, 276.
34) Scholia ad Apollonii Rhodii Argonautica, II, 498 (Apollonii Argonautica emenda-
vit apparatum criticum et prolegomena adiecit R. Merkel. Scholia vetera e codice
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ne 35). Queste considerazioni sembrano dunque corroborare l’ipotesi di una zec-


ca cirenea, anche se l’argomentazione più significativa, a nostro giudizio, rima-
ne il quadro dei rinvenimenti illustrato sopra.
Questa attribuzione risulta particolarmente interessante anche per le impli-
cazioni di carattere storico-monetario. Infatti l’emissione con l’ape pesa media-
mente g 13,20, anche se alcuni esemplari particolarmente mal conservati indu-
cono a ritenere questo valore leggermente inferiore al reale 36). Dalle analisi ar-
cheometriche (vedi grafico sulla pagina successiva) effettuate su uno degli
esemplari del gruppo 2, conservato presso il Museo Bottacin di Padova, è risul-
tato che la moneta è coniata su un tondello di bronzo, con una lega essenzial-
mente di rame cui è mescolato circa il 4% di stagno 37). Dall’insieme di questi
dati sembrerebbe emergere che tale emissione si adattasse perfettamente a uno
standard ponderale romano semiunciale e che quindi corrispondesse con ogni
probabilità a un nominale romano da un asse: ciò implicherebbe una precoce
imposizione degli usi monetari romani alla Cirenaica e rappresenterebbe uno
dei primi esempi di estensione, in province di tradizione greca, dell’ordinamen-
to monetario romano specificamente per quanto concerne il bronzo.

Laurentiano edidit Henricus Keil, Lipsiae, Sumptibus et typis B.G. Teubneri, 1854,
p. 417, 10 -11): ¢ll'Ð m\en ['Autoũcoj, n.d.a.] ™n LibÚÄh, 'Aristaĩoj d\e ™n tÍ KšJ
eØrën t¦ melissourgik¦ prw̃toj.
35) Cfr. FALBE, LINDBERG, MÜLLER 1860-1861, p. 37. Qui si propone che l’'AptoÚcou
ƒerÒn di Tolomeo (Claudius Ptolemaeus Alexandrinus, Geographia, IV, 4), situato
nei pressi di Cirene, vada letto invece 'AutoÚcou ƒerÕn: cfr. anche VITALI 1932, p. 30,
no. 99.
36) Infatti, mentre da un lato vari esemplari della serie pesano oltre g 14,00, dall’altro dei
pezzi raccolti a Cirene buona parte sono in condizioni di conservazione mediocri, se
non pessime: la loro media, pur essendo pari a g 13,32 e quindi superiore alla media
generale della serie, è certamente poco attendibile per valutazioni inerenti lo standard
di riferimento. Ad ogni modo sembra probabile che questo corrispondesse a un valo-
re di poco inferiore a g 14,00.
37) Si tratta di analisi non distruttive condotte presso i laboratori LAMA (Laboratori di
Analisi dei Materiali Antichi) dello IUAV, diretti da Lorenzo Lazzarini, cui vanno i
più sinceri ringraziamenti per la disponibilità: ad Alberto Conventi, che ha svolto le
indagini archeometriche, va un ringraziamento particolare per la disponibilità. Le
analisi sono state realizzate mediante microscopio elettronico a scansione (SEM) do-
tato di microsonda elettronica in dispersione d’energia (EDS). Il carattere estrema-
mente superficiale di queste indagini è stato compensato dirigendo la sonda verso set-
tori della moneta privi di patine superficiali: per i dettagli tecnici su strumentazione e
tipo di analisi archeometrica cfr. ASOLATI, CALLIARI, CONVENTI, CRISAFULLI 2009, pp.
323-328.
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186 MICHELE ASOLATI

Cu

Element Wt%

Sn 3,66
Cu 96,34

Cu

Cu
Sn

2.00 4.00 6.00 8.00 10.00 12.00 14.00 16.00 18.00

Spettro EDS (in ascissa Energia-KeV, in ordinata Intensità-cps) e relativa valutazione quan-
titativa delle componenti metalliche di un esemplare dell’emissione cirenea Roma/ape.

Questa ricostruzione però sembrerebbe non coincidere pienamente con


quella proposta dal Buttrey, il quale ipotizza l’adozione di uno standard unciale
per le prime emissioni provinciali di Cirene 38). Ovviamente l’autore ritiene che le
prime coniazioni provinciali cirenee siano quelle di L. Lollius, datate dubitativa-
mente dal Grant tra il 37 e il 34 a.C.39), articolate su tre nominali enei dei quali il
maggiore ha un peso medio di ca. g 21: questo nominale maggiore corrisponde-
rebbe all’asse, basato su uno standard unciale alleggerito, mentre i rimanenti due
sarebbero il semisse e il quadrante. Nel formulare questa ipotesi Buttrey nega
un’ipotesi di Müller 40): quest’ultimo riteneva che lo spezzato di peso maggiore
battuto da Lollius fosse un dupondio prodotto su standard semiunciale e, di con-
seguenza, che l’articolazione dei nominali fosse dupondio/asse/semisse. A soste-
gno della propria ipotesi Buttrey: 1) ricorda che a Roma, nella produzione del-
l’asse, lo standard semiunciale viene impiegato per l’ultima volta nell’84 a.C.41)
38) BUTTREY 1983, p. 33.
39) GRANT 1946, pp. 57-58. Questa datazione viene illustrata in RPC, I, p. 219, ma non
esplicitamente accettata. Cfr. anche BUTTREY 1983, p. 30.
40) Cfr. FALBE, LINDBERG, MÜLLER 1860-1861, pp. 169-170. Per una discussione sui no-
minali in uso in Cirenaica nel I sec. a.C. e sul loro rapporto con il sistema romano cfr.
RPC, I, pp. 226-227.
41) Cfr. RRC, nn. 354-355.
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e che quindi, negli anni ’40 del I secolo, si torna a produrre questo nominale su
base ponderale unciale alleggerita 42): queste nuove coniazioni imperatorie avreb-
bero costituito il modello ponderale per quella di Lollius; 2) inoltre si sofferma
sul fatto che il dupondio nasce con la riforma di Augusto e che nel corso del I sec.
a.C. non viene prodotto a Roma: è difficilmente credibile che la zecca di Cirene
anticipasse Roma nella produzione di questo particolare nominale.
Le argomentazioni di Buttrey sono certamente rilevanti e difficilmente
eludibili e ne rendono le ipotesi ricostruttive piuttosto solide e convincenti.
Dando credito a queste ultime, sembrerebbe si possano sollevare serie obiezio-
ni all’eventualità di inserire coerentemente l’emissione Roma/ape, che certa-
mente è precedente a quella di Lollius, tra le coniazioni provinciali cirenaiche:
infatti bisognerebbe prevedere che in questo contesto si fosse diffuso prima
uno standard semiunciale (Roma/ape), cui avrebbe fatto seguito uno unciale al-
leggerito (L. Lollius) e, infine, un altro nuovamente semiunciale con le mone-
te battute da Crassus.
Tuttavia, crediamo che questa apparente incongruenza possa essere risolta,
riconducendo la nostra emissione entro l’ambito dell’ipotesi di Buttrey. A no-
stro giudizio le possibilità sono due: 1) l’emissione Roma/ape non corrisponde-
rebbe a uno standard semiunciale, ma unciale, e queste monete sarebbero dei se-
missi anziché degli assi; 2) queste monete corrisponderebbero a degli assi se-
miunciali e seguirebbero strettamente lo svolgimento della monetazione roma-
na repubblicana: come abbiamo evidenziato sopra, Roma adotta lo standard se-
miunciale dal 91 all’84 a.C., quindi interrompe le emissioni in bronzo per circa
un quarantennio, dopo il quale produce nuovamente assi su base unciale alleg-
gerita. Se le emissioni di L. Lollius vanno ricollegate a questi ultimi, appare
plausibile che la serie con il tipo Roma/ape vada connessa con le prime: infatti,
la sua datazione, ossia il 67 a.C. circa, sembra ancora sufficientemente prossima
all’84 a.C. da giustificare una sopravvivenza dello standard semiunciale, so-
prattutto in ambito provinciale.
Delle due eventualità riteniamo la seconda più convincente poiché pone in
stretta relazione le emissioni romane con quelle provinciali cirenee e prevede,
nel caso dell’emissione Roma/ape, la coniazione di un’unità monetaria come
l’asse in luogo di quella di un nominale frazionario.

Una nuova emissione provinciale dell’età di Tiberio prodotta a Cirene


La seconda emissione sulla quale intendiamo portare l’attenzione rientra
tra le ultime prodotte nella zecca di Cirene in età romana imperiale, ossia

42) Cfr. RRC, nn. 471 e 478-479.


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188 MICHELE ASOLATI

l’emissione coniata da Tiberio per Druso minore e per Germanico e Tiberio ge-
melli. Come già anticipato, in realtà circolarono in Cirenaica coniazioni bronzee
successive a questa, prodotte in epoca traianea, adrianea e antonina 43): tuttavia,
queste quasi certamente non furono battute nell’atelier cittadino, bensì furono
realizzate nell’ambito delle officine monetarie della zecca di Roma e in seguito
distribuite nella regione.
Dunque, quella di Tiberio fu effettivamente l’ultima serie di monete che
uscì dall’atelier monetario cireneo. I dati finora noti ci illustrano un’emissione
articolata su tre nominali: il primo, di g 14,19 e mm 28 è considerato un dupon-
dio; il secondo, di g 9,11 e mm 25, è considerato un asse; il terzo, di g 3,92 e mm
21 è considerato un semisse 44). Il primo e il secondo recano le medesime tipolo-
gie su entrambe le facce: al dritto, accanto alla legenda DROUSOS KAISAR
AUGOUSTOU UIOS, è presente la testa laureata di Druso minore a destra,
mentre al rovescio, oltre alla legenda TIB GER KAISARES, compaiono le teste
affrontate di Germanico e Tiberio gemelli (figg. 12-13). Il terzo presenta il ro-
vescio simile ai precedenti, ma al dritto è raffigurato un dromedario, a destra o
a sinistra, entro corona (figg. 15-16).
L’esemplare inedito che illustriamo di seguito risponde grosso modo alla
descrizione del dupondio e dell’asse, ma il diametro (mm 19), il peso (g 3,80) e
le proporzioni dei tipi rispetto al tondello indicano chiaramente che non si trat-
ta di un asse di dimensioni particolarmente contenute, ma di una coniazione di-
versa e più piccola, con ogni probabilità di un semisse (fig. 14).

Tiberio per Druso minore, Germanico e Tiberio gemelli, semisse, ca. 23 d.C.,
zecca di Cyrene.
D/ [---]AUGOUSTOU [---]; testa laureata di Druso a d. R / TIB • GER /
[K]AIS[ARES]; le teste affrontate di Tiberio (a s.) e Germanico (a d.).
AE; g 3,80; mm 19; h 9. Cfr. RPC, I, nn. 946-947, ma dimensioni e peso simili
alla no. 949.
Da Sidi Bu Nagela oppure da Cirene (sulla busta non si leggeva chiaramente il nu-
mero 3316 o 3366).

È piuttosto evidente, dunque, come l’esemplare completi la serie a nome di


Druso e dei suoi figli, venendo a occupare il gradino più basso nella scala dei
valori dupondio/asse/semisse su illustrata.
In questo modo al contempo sembrerebbe escludere dalla stessa le monete
con il dromedario. Non è del tutto chiaro allora come collocare quest’ultima
43) Cfr. da ultimo ASOLATI, CALLIARI, CONVENTI, CRISAFULLI 2009 per le emissioni traia-
nee. Per quelle successive rimandiamo a Buttrey 1997 e a Roman Provincial Coinage
online al sito web http://rpc.ashms.ox.ac.uk/.
44) BUTTREY 1983, p. 35.
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A PROPOSITO DIALCUNE QUESTIONI DI NUMISMATICA CIRENAICA 189

emissione, ossia se si tratti di semissi che semplicemente affiancarono quelli


con la testa di Druso, oppure se alludano a una serie diversa, coniata soltanto a
nome dei gemelli, della quale abbiamo documentato unicamente il nominale
minore. Va aggiunto, a questo proposito, che, se il semisse simile agli assi e ai
dupondi per ora è rappresentato solo dal nostro esemplare, anche i semissi con
il dromedario non sono certamente comuni: di quelli con l’animale a destra si
conoscono tre esempi, mentre due sono i pezzi con il dromedario a sinistra45).
Questo sembrerebbe implicare semplicemente che i nominali minori furono
battuti in quantità ridotte rispetto ai più comuni assi e dupondi con testa di Dru-
so, ma in alternativa potrebbe indicare che l’eventuale serie con il dromedario
sia stata coniata in un numero limitato di pezzi e che possiamo aspettarci la sco-
perta di nominali maggiori (assi? dupondi? entrambi?).
Ad ogni modo, qualunque sarà la soluzione di questo quesito, per il mo-
mento possiamo documentare una complessità maggiore rispetto al passato del-
le ultime emissioni provinciali della zecca di Cirene, la quale sembrerebbe im-
plicare una articolazione maggiore dei nominali e volumi di produzione più am-
pi con quindi una disponibilità di denaro localmente più elevata.

Ritrovamenti di moneta greca in Cirenaica dalle pubblicazioni di A. Duchalais


La rilettura degli articoli pubblicati da Duchalais sulla Revue Numismati-
que tra il 1850 e il 1852 rivela la provenienza cirenaica, o, più probabilmente,
cirenea di una quantità apprezzabile di esemplari greci di età arcaica classica ed
ellenistica, oltre che di una serie di esemplari provinciali coniati tra l’età di Tra-
iano e quella di Marco Aurelio, sulla quale però non ci soffermiamo in questa
sede46). Ci limitiamo a illustrare di seguito alcuni dei casi di epoca greca che ri-
teniamo di più facile identificazione, proprio perché riprodotti in disegno nei
contributi di Duchalais, e al contempo più emblematici o più problematici, so-
prattutto in considerazione del fatto, come già evidenziato, che molte delle mo-
nete edite da questo autore, proprio a causa della loro singolarità o particolare
rarità, sono state in seguito nuovamente pubblicate, talvolta in una nutrita serie
di altri testi a stampa, senza che fosse indicata l’area di rinvenimento. Il rilievo
assunto negli studi numismatici da alcune di queste ultime opere sembra che ab-
bia comportato un progressivo smarrimento della relazione tra queste monete e
la loro prima pubblicazione con il risultato di una parallela perdita del loro le-
game con l’ambito cirenaico in cui furono raccolte.

45) Cfr. RPC, I, nn. 948-949.


46) Cfr. in ogni caso ASOLATI, CALLIARI, CONVENTI, CRISAFULLI 2009, in particolare note
18, 59, 65 e testo corrispondente.
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190 MICHELE ASOLATI

Si tratta, con rare eccezioni, di pezzi comunemente attribuiti alla zecca di Ci-
rene e ad altri atelier cirenaici, oppure, come vedremo, attribuibili alla fabbrica
monetaria di Cirene sulla base proprio del rinvenimento: nel primo caso la risco-
perta della loro provenienza cirenaica, pur avendo un notevole rilievo, poco ag-
giunge alla definizione della produzione e della circolazione monetaria in que-
st’area, mentre nel secondo implica questioni attributive di maggiore importanza.
Particolarmente eclatante è il caso di vari esemplari arcaici, praticamente
unici, pubblicati con foto anche nel Traité di Babelon e in BMC, Cyrenaica 47)
(cfr. fig. 17 e figg. 18-24):
DUCHALAIS 1850 tav. XV, n. 1 = BABELON 1901-1932 tav. LXIII, n. 19 = BMC, Cyrenaica tav. I, n. 4
tav. XV, n. 2 = tav. LXIII, n. 2 = tav. I, n. 3
tav. XV, n. 3 = tav. LXIII, n. 10 = tav. I, n. 12
tav. XV, n. 448) = tav. LXIII, n. 9 = tav. I, n. 11
tav. XV, n. 549) = tav. LXIII, n. 11 = tav. I, n. 7
tav. XV, n. 6 = tav. LXIII, n. 14 = tav. II, n. 6
tav. XV, n. 7 = tav. LXIII, n. 5 = tav. II, n. 4

Altri esempi di epoca classica ed ellenistica sono50) (v. fig. 25 ai nn. 1 e 7 e figg.
26-27):
DUCHALAIS 1850 tav. XVI, n. 151) = BABELON 1901-1932 tav. CCLXVII, n. 9 = BMC, Cyrenaica tav. XII, n. 18
tav. XVI, n. 752) = – tav. CCLXVII, n. 17 = tav. XIX, n. 4

Un altro caso del tutto particolare è quello relativo alla frazione aurea edi-
ta in DUCHALAIS 1850, tav. XVI, no. 8 (v. fig. 25), e da questi ritenuta cirenea: la
moneta, però, ha un peso pari a g 1,09, praticamente caso unico nel panorama
cirenaico e apparentemente incompatibile con gli standard aurei in uso nel-
l’area. Forse proprio anche per questo motivo l’esemplare ha goduto di una no-

47) Tali esemplari sono editi anche in FALBE, LINDBERG, MÜLLER 1860-1861, I, pp. 9-10,
nn. (rispettando l’ordine di DUCHALAIS 1850) 5-6, 2-4, 10, 8: degli esemplari si men-
ziona l’appartenenza alle collezioni numismatiche della Bibliothéque Nationale, ma
solo di alcuni si dà indicazione della provenienza dalla Collezione de Bourville. In
nessun caso viene ricordata il ritrovamento in ambito cirenaico.
48) L’esemplare è anche edito in LARONDE 1996, p. 159, fig. 2a-b.
49) L’esemplare è anche edito in LARONDE 1996, p. 158, fig. 1a-b.
50) Incerto appare il caso della moneta disegnata in DUCHALAIS 1850, tav. XVI, no. 3.
Questa viene citata in FALBE, LINDBERG, MÜLLER 1860-1861, I, p. 82, no. 327 e quin-
di ripresa in BABELON 1901-1932, tav. CCLXX no. 9: qui però il D/ ha la testa a s. an-
ziché a d., mentre il R/ è simile al disegno di Duchalais. Il pezzo poi è illustrato an-
che in BMC, Cyrenaica, p. clxxviii, no. 46a, tav. XLVII no. 11, ma, mentre il dritto
appare simile a quello riprodotto da Babelon, il R/ è differente sia rispetto alla foto di
quest’ultimo, sia all’illustrazione di Duchalais.
51) FALBE, LINDBERG, MÜLLER 1860-1861, I, p. 24, no. 46.
52) FALBE, LINDBERG, MÜLLER 1860-1861, I, p. 54, no. 235.
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A PROPOSITO DIALCUNE QUESTIONI DI NUMISMATICA CIRENAICA 191

tevole attenzione da parte di una nutrita serie di studiosi: è stato ripreso nel 1883
dal Six 53), il quale ricorda che il pezzo è «rapportée de Cyrénaïque par M. de
Bourville», ma dubita dell’attribuzione a Cirene e ritiene l’esemplare di conia-
zione cipriota. Tra le monete di Cipro è posto anche dal Babelon 54), il quale pe-
rò afferma che «elle pourrait appartenir à la Cyrénaïque». Lo Hill nel 192155) di-
ce al riguardo che «this piece is said to have come from Cyrenaica, through M.
de Bourville; but that collector’s cabinet contained many coins of other di-
stricts». Il Robinson 56) non inserisce la moneta nel volume della Cirenaica e la
ritiene «certainly Cypriote». Infine Naville 57) la colloca tra i pezzi di incerta at-
tribuzione e, riportando le ipotesi del Babelon e del Robinson, risolve anch’egli
per una attribuzione a Cipro. Singolare in questo caso è che nessuno degli auto-
ri ricordati citi Duchalais, a parte il Six, per cui dobbiamo constatare come, pur
essendo sopravvissuta la tradizione del dono de Bourville, sia andato perduto il
contatto con il primo editore e con le informazioni da questi riportate. Ciò, evi-
dentemente anche in relazione al peso, ha comportato un sempre più accentua-
to scetticismo sulla provenienza del pezzo (v. Hill) fino alla perdita definitiva
del legame tra area di ritrovamento e moneta58).
Va infine segnalato un ultimo caso del tutto singolare, riguardante l’esem-
plare illustrato in DUCHALAIS 1850, tav. XVI, no. 2 (v. fig. 25): questo presenta
al dritto una figura stante a sinistra, la quale tende la mano verso un quadrupe-
de, probabilmente un ariete, e al rovescio una figura armata, forse di lancia, a
cavallo di Pegaso verso destra.
Il pezzo fu attribuito da Duchalais a Cirene sulla base di questo ritrova-
mento 59), ma non compare in alcun catalogo riguardante la monetazione greca
di questa zecca. Effettivamente la tipologia del rovescio è del tutto singolare ri-
spetto alle emissioni bronzee certamente di Cirene, anche se il tipo del dritto
presenta numerose affinità con esemplari aurei di età ellenistica, i quali recano

53) SIX 1883, p. 372, no. 2, tav. VII, no. 19.


54) BABELON 1901-1932, II, II, p. 719, no. 1776 e tav. CXXIX, no. 8.
55) HILL 1921, pp. 176-177.
56) BMC, Galatia…, p. clxxx, nota 1.
57) NAVILLE 1951, p. 89.
58) Non è scopo di questo studio rimettere in discussione le attribuzioni formulate ri-
guardo a questa moneta, che a tutt’oggi rimane unica. Va tuttavia evidenziato che il
peso su menzionato di g 1,05 non è in assoluto incompatibile con gli standard locali:
infatti potrebbe essere inteso come un triemiobolo di peso attico (1/4 di statere) (cfr.
NAVILLE 1951, p. 89), che pure rimarrebbe un caso eccezionale nella monetazione ci-
renea. Inoltre, dobbiamo aggiungere che per il momento in Cirenaica non sono docu-
mentati ritrovamenti di emissioni auree greche non cirenee e che questa moneta, dun-
que, rappresenterebbe il solo esempio noto.
59) DUCHALAIS 1850, pp. 391-394.
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192 MICHELE ASOLATI

al rovescio Ammon, stante a destra con Nike e scettro, oppure stante a sinistra
con scettro e mano destra al fianco, in entrambi i casi affiancato da un ariete 60)
(figg. 30-31). L’esclusione di questo pezzo dalle emissioni cirenee da parte di
Robinson e di Buttrey risulta, dunque, almeno in parte comprensibile, anche se
lascia adito ad alcuni dubbi. Dubbi che si accrescono alla luce del rinvenimento
più recente di un esemplare del tutto simile (Scavi dell’Agorà di Cirene 1964,
A64-16) (fig. 28), che purtroppo si presenta in condizioni di conservazione al-
quanto precarie: ciononostante è chiaro che si tratta dello stesso tipo di moneta.
Mancano in entrambi i casi elementi epigrafici che consentano di attribuire sen-
za dubbi le monete a Cirene, ma la tipologia del dritto e la tecnica di realizza-
zione, con tondello spesso e stretto e conio di rovescio in una depressione, po-
trebbero indirizzare verso l’atelier cireneo. Del resto anche il rovescio, per
quanto unico nel panorama delle emissioni bronzee di Cirene, potrebbe presen-
tare affinità con un’altra emissione dello stesso atelier: si tratta di bronzi emes-
si da Magas con al dritto la testa di Tolomeo I e al rovescio una protome di ca-
vallo alato a destra (fig. 29) o a sinistra 61), che potrebbe essere intesa come una
protome di Pegaso, benché sia altrettanto probabile l’eventualità che sia parte di
un ippocampo62). Inoltre, la proposizione di un animale a figura intera e della
sua protome ricorre in modo del tutto simile anche su altre coniazioni bronzee
dello stesso atelier: numerose infatti sono le emissioni con la gazzella intera, ri-
volta a destra o a sinistra63), alle quali si accompagna un’ulteriore coniazione,
nota soltanto in due esemplari, in cui è presentata solo la protome della gazzel-
la 64). Comunque, a prescindere da questi paralleli, va ricordato come l’impiego
sui bronzi di Cirene di tipologie non ripetute non sarebbe limitato a questo caso
soltanto: si vedano a titolo esemplificativo i tipi della cosiddetta tomba di Bat-
to 65), della Nike andante a destra66), dell’arco e faretra67), del ratto canguro68),
della prora di nave a sinistra69), i quali si collocano in differenti ambiti cronolo-
gici. Rimarrebbe da comprendere come mai fosse impiegato il tipo del cavalie-

60) NAVILLE 1951, rispettivamente nn. 69 e 71-76: queste emissioni sono datate al terzo
periodo (331-323 a.C.).
61) BMC, Cyrenaica, tav. XXX, nn. 8-9; BUTTREY 1997, tav. I, no. 47.
62) BMC, Cyrenaica, p. clv.
63) BMC, Cyrenaica, tav. XXV, nn. 13-18, 28; BUTTREY 1997, tav. I, nn. 25, 29, 32.
64) SNG, Milano, XIV, no. 31; BUTTREY 1997, tav. I, no. 31. Un secondo esemplare pro-
viene da Cirene (dato inedito).
65) BMC, Cyrenaica, tav. XIX, nn. 4-5; BUTTREY 1997, tav. I, no. 22.
66) BMC, Cyrenaica, tav. XLV, no. 13; BUTTREY 1997, tav. I, no. 23.
67) BMC, Cyrenaica, tav. XXV, no. 19; BUTTREY 1997, tav. I, no. 37.
68) BMC, Cyrenaica, tav. XXV, nn. 22-24; BUTTREY 1997, tav. I, nn. 26-27.
69) BMC, Cyrenaica, tav. XXX, no. 7; BUTTREY 1997, tav. I, no. 48.
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A PROPOSITO DIALCUNE QUESTIONI DI NUMISMATICA CIRENAICA 193

re su Pegaso su una moneta di Cirene. Anche in questo caso ci offre Duchalais


una chiave di lettura: questi a tal proposito ricorda come l’unico altro eroe gre-
co, oltre a Bellerofonte, che riuscì nell’impresa di domare Pegaso fosse stato
Perseo, e come le fonti antiche spesso confondessero i due. Fu in Libya che Me-
dusa fu decapitata da Perseo e in Libya alcune gocce del suo sangue caddero
dalla testa mozzata generando terribili serpenti. La moneta dunque potrebbe
proporre due elementi fortemente legati alla mitologia cirenaica: da un lato Am-
mon con l’ariete, dall’altro Perseo (e non Bellerofonte). Intesa la tipologia del
rovescio in questo senso, sembrerebbero cadere le possibili obiezioni a una at-
tribuzione alla zecca di Cirene di queste monete, che potrebbero essere ricon-
dotte, stanti le particolarità realizzative, tra le prime emissioni bronzee battute in
questo atelier, ossia al ca. 323-313 a.C. o al 313-31270). In altre parole, in virtù
di dati vecchi e di nuove informazioni, potrebbe riacquistare credibilità la prima
attribuzione di Duchalais, la quale, vuoi perché questo autore fu ritenuto non at-
tendibile, vuoi perché i suoi contributi passarono pressoché inosservati, non so-
lo non è stata recepita, ma nemmeno discussa nei più importanti testi di sintesi
sulla zecca di Cirene editi successivamente.

70) BUTTREY 1997, p. 36.


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194 MICHELE ASOLATI

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1993.
LAFFRANCHI 1932 = L. LAFFRANCHI, Bronzi rari della Cirenaica nel Medagliere milanese,
in «AMIIN» VII, 1932, pp. 68-70.
LARONDE 1996 = A. LARONDE, Le silphium sur les monnaies de Cyrène, in Scritti di an-
tichità in memoria di Sandro Stucchi, I, L. Bacchielli, M. Bonanno Aravantinos curr.,
in «Studi Miscellanei» 29, 1991-1992, Roma, 1996, pp. 157-168.
LUNI 2006 = M. LUNI, La scoperta della città di Cirene «Atene d’Africa», in Cirene
«Atene d’Africa», M. Luni cur., Roma, 2006, pp. 9-36.
NAVILLE 1951 = L. NAVILLE, Les monnaies d’or de la Cyrénaïque (450 à 250 avant J.-C.),
Genève, 1951.
PRICE 1992 = M.J. PRICE, The Coins, in L.H. SACKETT, Knossos. From Greek City to Ro-
man Colony. Excavations at the unexplored Mansion II, Oxford, 1992 (The British
School of Archaeology at Athens, Supplementary Volume n. 21), pp. 323-331, 481 e
tavv. 275-277.
RPC, I = A. BURNETT, M. AMANDRY, P. PAU RIPOLLÉS, Roman Provincial Coinage, I, From
the death of Caesar to the death of Vitellius (44 B.C.-A.D. 69), London-Paris, 1992.
RRC = M.H. CRAWFORD, Roman Republican Coinage, Cambridge 1974.
SIDIROPOULOS 2000 = K. SIDIROPOULOS, Münzfunde und Münzumlauf im spätrömischen
und protobyzantinischen Kreta, in XII. Internationaler Numismatischer Kongress Ber-
lin 1997. Akten – Proceedings – Actes, II, B. Kluge, B. Weisser curr., Berlin, 2000, pp.
840-852.
10 asolati michele:Layout 1 26.10.2009 10:22 Pagina 196

196 MICHELE ASOLATI

SIX 1883 = J.P. SIX, Du classement des series Cypriotes, in «RN» s. III, I, 1883, pp.
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SNG, Milano, XIV = Sylloge Nummorum Graecorum. Italia. Milano Civiche Raccolte
Numismatiche, XIV, Cyrenaica-Mauretania, Milano, 1989.
SVORONOS 1890 = J.N. SVORONOS, Numismatique de la Crète ancienne, Macon, 1890.
VATTIER DE BOURVILLE 1848 = J. VATTIER DE BOURVILLE, Lettre de M. Vattier de Bour-
ville à M. Letronne sur les premiers resultats de son voyage a Cyrène, in «RA» V 1,
1848, pp. 150-154.
VATTIER DE BOURVILLE 1849 = J. VATTIER DE BOURVILLE, Lettre de M. Vattier de Bour-
ville à M. Lenormant sur les antiquités de la Cyrénaique, in «RA» VI 1, 1849, pp.
56-58.
VITALI 1932 = L. VITALI, Fonti per la storia della religione cyrenaica, Padova, 1932.
10 asolati michele:Layout 1 26.10.2009 10:22 Pagina 197

A PROPOSITO DIALCUNE QUESTIONI DI NUMISMATICA CIRENAICA 197


TAV. I

1 2

3 4

5 6

7 8

9 10

11
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198 MICHELE ASOLATI


TAV. II

12

13

14

15

16
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A PROPOSITO DIALCUNE QUESTIONI DI NUMISMATICA CIRENAICA 199


TAV. III

17
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200 MICHELE ASOLATI


TAV. IV

18

19

20 21

23
22

24
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A PROPOSITO DIALCUNE QUESTIONI DI NUMISMATICA CIRENAICA 201


TAV. V

25
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202 MICHELE ASOLATI


TAV. VI

26

27

28

29

30

31
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A PROPOSITO DIALCUNE QUESTIONI DI NUMISMATICA CIRENAICA 203

ILLUSTRAZIONI

Tav. I fig. 1 Esemplare del tipo Roma/Ape raccolto in Cirenaica da J. Vattier


de Bourville (da BMC, Cyrenaica, tav. XXXIX, no. 1).
fig. 2 Esemplare del tipo Roma/Ape portato dalla Cirenaica nel 1912
(Padova, Museo Civico Bottacin, no. 6418).
figg. 3-10 Esemplari del tipo Roma/Ape raccolti nel territorio di Cirene
(Cirene, Museo Archeologico).
fig. 11 Esemplare del tipo Roma/Ape riconiato (Fritz Rudolf Künker
GmbH & Co. KG, Auction 136, 10 March 2008, lotto no. 380).

Tav. II fig. 12 Tiberio per Druso e per Germanico e Tiberio gemelli, dupondio,
ca. 23 a.C., zecca di Cirene (Cirene, Museo Archeologico).
fig. 13 Tiberio per Druso e per Germanico e Tiberio gemelli, asse, ca.
23 a.C., zecca di Cirene (Classical Numismatic Group, Mail
Bid Sale 79, 17 September 2008, lotto no. 751).
fig. 14 Tiberio per Druso e per Germanico e Tiberio gemelli, semisse,
ca. 23 a.C., zecca di Cirene (Cirene, Museo Archeologico).
figg. 15-16 Tiberio per Germanico e Tiberio gemelli, semissi con il tipo del
dromedario, ca. 23 a.C., zecca di Cirene (da RPC, I, tav. 53, nn.
948-949).
Tav. III fig. 17 Riproduzione della tav. XV da DUCHALAIS 1850.

Tav. IV figg. 18-20 Monete arcaiche della zecca di Cirene raccolte in Cirenaica da
J. Vattier de Bouville (da BMC, Cyrenaica, tav. I, nn. 4, 3, 12).
fig. 21 Moneta arcaica della zecca di Cirene raccolta in Cirenaica da J.
Vattier de Bouville (da Babelon 1901-1932, tav. LXIII, no. 9).
figg. 22-24 Monete arcaiche della zecca di Cirene raccolte in Cirenaica da
J. Vattier de Bouville (da BMC, Cyrenaica, tav. I, no. 7, tav. 2,
nn. 6, 4).

Tav. V fig. 25 Riproduzione della tav. XVI da DUCHALAIS 1850.

Tav. VI figg. 26-27 Monete di età classica ed ellenistica della zecca di Cirene rac-
colte in Cirenaica da J. Vattier de Bouville (da BMC, Cyrenaica,
tav. XII, no. 18 e tav. XIX, no. 4).
fig. 28 Moneta in bronzo rinvenuta a Cirene (Scavi dell’Agorà 1964,
A64-16).
fig. 29 Magas, bronzo con il tipo della protome di cavallo alato, ca.
261-258 a.C., zecca di Cirene (Jaen Elsen & ses Fils S.A, Auc-
tion 97, 13 September 2008, lotto no. 133).
fig. 30 Statere d’oro, magistrato Damonax, ca. 331-323 a.C., zecca di
Cirene (Fritz Rudolf Künker GmbH & Co. KG, Auction 124, 16
March 2007, lotto no. 7541).
fig. 31 Starere d’oro, magistrato Aristagoras, ca. 331-323 a.C., zecca di
Cirene (Fritz Rudolf Künker GmbH & Co. KG, Auction 101, 22
June 2005, lotto no. 1048).

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