CONSERVATORIO DI MUSICA
«CARLO GESUALDO DA VENOSA»
POTENZA
In Copertina: Anonimo del sec. XVII, Sancta Maria ad Nives (olio su tela), Ge-
sualdo, Chiesa di San Nicola e Sant’Antonino. Per gentile concessione di Don
Alberico Grella.
A cura di
Luisa Curinga
5 Luigi Sisto
Mutio Effrem e la corte del Principe di Venosa a Gesualdo
21 Domenico Antonio D’Alessandro
Giovanni de Macque e i musici della Real Cappella napoletana.
Nuovi documenti, precisazioni biografiche e una fonte musicale ritrovata
157 Enrica Donisi
«Fù nei dauni confini, Presso à l’aspra Lucania alto, et immenso…»
La famiglia Gesualdo: mecenati, scrittori, artisti
171 Marta Columbro
Il Fondo Gesualdo della Biblioteca Provinciale di Avellino
187 Elio Durante – Anna Martellotti
Carlo Gesualdo e i poeti di Ferrara: fedeltà infedele al testo poetico
219 Anthony Newcomb
Gesualdo’s Luzzaschi – «D’ogni altro si burla»
231 Nicolò Maccavino
Le canzonette a cinque voci di Carlo Gesualdo
249 Giovanni Acciai
Le composizioni sacre di Carlo Gesualdo: un approccio analitico
sul piano della retorica musicale. Ma non solo
VI
277 Maria Manuela Toscano
Caos apparente e struttura dissimulata nei «Responsori di Settimana
Santa» di Carlo Gesualdo
297 Peter Niedermüller
Toward the reception of Carlo Gesualdo’s music in the writings by
Giovanni Battista Doni
309 Massimo Privitera
Madrigali esemplari: analitica gesualdiana prospettica
333 Marco Della Sciucca
Il «Monumentum pro Gesualdo» di Stravinsky come interpretazione
critico-analitica
347 Luisa Curinga
Trascrizione o trasfigurazione? Elaborazioni di Salvatore Sciarrino da
Carlo Gesualdo
365 Marco Giuliani
Una base di dati multimediale sui madrigali del Principe Carlo Gesualdo
da Venosa
DEUMM Dizionario Enciclopedico della Musica e dei Musicisti, diretto da Alberto Basso, 14
voll., Torino, UTET, 1983-2005.
GROVE1 The New Grove Dictionary of Music and Musicians, diretto da Stanley Sadie, 20 voll.,
London, Macmillan, 1980.
GROVE2 The New Grove Dictionary of Music and Musicians, diretto da Stanley Sadie e John
Tyrrel, 29 voll., London, Macmillan, 2001.
NV EMIL VOGEL – ALFRED EINSTEIN – FRANÇOIS LESURE – CLAUDIO SARTORI, Bibliografia della
musica vocale profana pubblicata dal 1500 al 1700, 3 voll., Pomezia-Genève,
Staderini-Minkoff, 1977.
RISM Répertoire International des Sources Musicales.
Luigi Sisto
Alla fine del secolo XVI, la capitale del viceregno – da più di un secolo sotto la
dominazione spagnola – si impone come vero centro propulsore di iniziative
nei più disparati campi dell’arte trasmettendone all’intero territorio meridio-
nale il poderoso influsso. Napoli non già come appendice della cultura spa-
gnola dominante, ma proficua realtà di scambio tra le istanze iberiche e quelle
partenopee, sublimate dal contatto con le realtà italiane del centro-nord, Roma
e Venezia, capitale indiscussa della stampa musicale del tempo, e poi Mantova,
Firenze e Ferrara.2 Com’era consuetudine del tempo, gli aristocratici dimora-
1. Si devono a Nino Pirrotta le prime riflessioni sull’importanza di una corte musicale presso il
feudo di Gesualdo. Cfr. NINO PIRROTTA, Gesualdo da Venosa nel IV centenario della nascita, in
«Terzo Programma. Quaderni trimestrali», II, Torino, ERI, 1961, pp. 199-216.
2. Nella Napoli del Seicento furono attivi ben quarantacinque stampatori, anche a dispetto del-
le continue prammatiche vicereali, tese ad uno stretto controllo sull’arte della stampa e ad
un’incisiva affermazione dell’autorità del governo. Uno dei migliori stampatori del tempo,
certamente dal 1592 e fino al 1615, fu Gian Giacomo Carlino attivo, dal 1611, con una stam-
peria proprio nel castello di Gesualdo e, in società con il Vitale, nell’attuale insediamento di
san Biagio dei Librai a Napoli, dal 1604 al 1611 ca. Alla stamperia del Carlino si formò come
lavorante «Lucretius Nuccio della Guardia di anni 25 venuto a Napoli all’età di 5 anni a im-
parare l’arte di stampatore […]». Così è riportato nel processo matrimoniale, datato 30 gen-
naio 1609, attestante il matrimonio contratto con Lauria Gargano, sorella di Lucchino Gar-
gano, stampatore musicale anch’egli. Tra i testimoni lo stesso «Joes Jacobus Carlinus de
Neap.<oli> stampatore a San Biase etatis annorum 62 in circa ut d.<ici>t […] Costantinus
Vitales Neap.<olitanus> stampatore a San Biase etatis annorum 34 in circa ut d.<ici>t […]
6 LUIGI SISTO
vano nella capitale, il che consentiva loro di intrattenere rapporti diretti con la
corte e le autorità, di attendere ai loro affari o di aspirare a prestigiose cariche
pubbliche.3
A determinare un allargamento di quegli spazi entro i quali la produzione
musicale, in territorio meridionale, trova slancio vitale, concorrono fattori di-
versi, ma soprattutto le relazioni tra le corti, anche del centro-nord – si pensi in
tal senso ai legami gesualdiani con Ferrara e quindi con il Luzzaschi,4 o ancora
a quelli con Roma anche per la presenza di artisti-caposcuola dello spessore di
Jean de Macque.
Lo splendore della corte partenopea del Principe di Venosa trovava dimora
– a seguito dei noti fatti di sangue consumatisi in Napoli tra la notte del 16 ed il
17 ottobre del 1590 – presso il castello di Gesualdo, rifugio sicuro per il Prin-
cipe anche per timore della rappresaglia delle famiglie offese dall’assassinio;
mentre il processo, istituito il giorno seguente ai fatti, fu subito archiviato per
ordine dello stesso Viceré, Don Juan de Zunica, conte di Miranda.5
L’espiazione della colpa commessa, su suggerimento dello stesso zio Carlo
Borromeo, passò attraverso la costruzione di tre conventi, in linea con un con-
solidato copione dei tempi. L’effettiva costruzione, poi, si limitò a due cenobi:
quello dei Cappuccini, al quale è annessa la Chiesa di Santa Maria delle Grazie
(1592),6 e quello dei Domenicani, completato, assieme alla Chiesa del SS. R o-
sario,7 dal Principe Ludovisi.8 Ma soprattutto, nel feudo di Gesualdo9 – de-
scritto dal Fontanelli come «paese ameno et vago alla vista quanto si possa desi-
derare, con un’aria veramente soave et salubre»10 – la committenza di opere
d’arte e luoghi di culto, animata da propositi morali e da forte desiderio di mi-
sericordia, convive con il fasto e lo splendore della corte, favoriti dalla presenza
di Eleonora d’Este, protagonista della vita sociale e culturale.11
***
Con riferimento al Principe di Venosa e alla sua residenza napoletana, Scipione
Cerreto annotava nel trattato Della prattica musica vocale, et strumentale del
1601
Tutto mi par che oggi si scorga nell’Illustrissimo Signor Don Carlo Gesualdo Prin-
cipe di Venosa, […] A questo Principe di più non basta, che si diletti della Musica,
ma anche per gusto e intertenimento tiene in sua Corte, à sue spese, molti Com-
positori, Sonatori e Cantori eccellenti […] Oltre che questo Signore è raro Sona-
tore di molti Stromenti, del Liuto ha passato il segno, e della Compositione non è
meno de gli altri Compositori eccellente, per haver lui ritrovate nove inventioni di
componimenti, ornandoli di bei pensieri, e capricci, che forte danno meraviglia a
tutti i Musici, e Cantori del mondo.12
6. La chiesa ospita la tela di Giovanni Balducci, Il perdono di Carlo Gesualdo, realizzata dal pit-
tore fiorentino e da aiuti nel 1609, dopo che questi fu presentato a Carlo dallo zio Cardinale
Alfonso Gesualdo, Arcivescovo di Napoli, che ivi lo aveva condotto nel 1596. L’opera, ripor-
tata all’originale stesura dopo rimaneggiamenti controriformistici, raffigura sulla sinistra il
Principe e suo zio Carlo Borromeo che lo accompagna. Sulla destra appare Eleonora d’Este
ed al centro il figlioletto Alfonso, raffigurato come un angelo. Il Principe implora il perdono
a Cristo giudicante tramite l’intercessione della Vergine e dei Santi Michele, Francesco, Do-
menico, Caterina e della Maddalena.
7. Di questa chiesa, però, si avrebbero notizie sin dal 1578, dai tempi di Luigi IV Gesualdo, ben
prima delle vicende del ‘90. Cfr. GIOVANNI FULCOLI, La cultura autoctona. L’Arciconfraternita
e la Chiesa del SS. Rosario, in La chiesa e il convento del SS. Rosario a Gesualdo, Avellino, De
Angelis Editore, 2002, pp. 19-24. Alla committenza dello stesso Carlo Gesualdo è dovuta la
costruzione della Chiesa degli Afflitti o di San Sebastiano, nel 1612.
8. Nicolò Ludovisi divenne feudatario di Gesualdo dopo che il feudo ed i titoli passarono a Isa-
bella Gesualdo, nipote del Principe, tra il 1636 ed il 1686; per incidens, a tale Isabella fu dedi-
cata La sfera armoniosa del Quagliati (1623). Cfr. GIUSEPPE FELICI, Il Principato di Venosa e la
Contea di Conza dai Gesualdo ai Boncompagni Ludovisi, a cura di Antonio Capuano, Veno-
sa, Editrice Appia 2, 1992.
9. Carlo Gesualdo diveniva feudatario di Venosa e di Gesualdo alla morte del padre, soprag-
giunta presso il feudo di Calitri nell’ottobre del 1591.
10. ARTURO FAMIGLIETTI, Gli Amori sdegnati di Cillo Palermo da Gesualdo, con prefazione, note e
storia di Gesualdo, Napoli, Accademia Partenopea, 1985, p. 169.
11. Il Principe di Venosa aveva contratto matrimonio con Eleonora d’Este il 21 febbraio 1594, a
Ferrara. Cfr. FRANCESCO VATIELLI, Il Principe di Venosa e Leonora d’Este, Milano, Fratelli Bocca
Editori, 1941.
12. SCIPIONE CERRETO, Della prattica musica vocale, et strumentale, Napoli, Giovanni Giacomo
Carlino, 1601; ristampa anastatica Forni, Bologna, 1969, Libro Terzo, p. 155. La descrizione
8 LUIGI SISTO
del Cerreto si pone come riflesso di un fenomeno complementare alla pratica musicale, vale
a dire quello della costruzione di strumenti musicali (specie nel settore della liuteria a pizzi-
co) dovuto alla cospicua presenza a Napoli in quegli anni di un gran numero di liutai di ori-
gine tedesca. Tra il 1590 ca. e il 1620 si registra la presenza di circa cinquanta botteghe arti-
giane, collocate tra la strada di San Giacomo degli Spagnoli e l’area del Seggio di Porto. Un
fenomeno di più ampia portata, oggetto della testi di dottorato di chi scrive, ed in parte pre-
sentato in forma di relazione, dal titolo Aspetti sociali e sistema produttivo liutario a Napoli
tra Cinque e Seicento. La Confraternita di Santa Maria dell’Anima dei Tedeschi: storia, vita
sociale, attività corporativa (1586-1717), nell’ambito del XIV Convegno Annuale della Socie-
tà Italiana di Musicologia (Pescara - Chieti, 26 ottobre 2007).
13. Scipione Dentice dedica nel 1598 il suo Terzo libro di madrigali a cinque voci ad Eleonora
d’Este.
14. Sulle relazioni tra Jean de Macque e Carlo Gesualdo resta fondamentale il contributo di
FRIEDRICH LIPPMANN, Giovanni de Macque tra Roma e Napoli: nuovi documenti, «Rivista Italia-
na di Musicologia», XIII, 1978, pp. 243-279. Un recente studio sulla produzione tastieristica
del fiammingo e sui rapporti con la musica a Napoli è dovuto a WIJNAND VAN DE POL, L’in-
fluenza di Jean de Macque (di Fiandra) sulla musica a Napoli, in Napoli e l’Europa: gli stru-
menti, i costruttori e la musica per organo dal XV al XX secolo, Atti del Convegno Interna-
zionale di Studi (Battipaglia, 12 – 14 novembre 2004), a cura di Luigi Sisto ed Emanuele
Cardi, Battipaglia, Accademia Organistica Campana, 2005, pp. 193-197. Inoltre, sulle strette
relazioni tra i musicisti menzionati dal Cerreto e Carlo Gesualdo, ed in particolare tra Ro-
mano Micheli, Scipione Stella, Giovan Battista di Paola, Mutio Effrem e Pomponio Nenna,
alla corte di Carlo Gesualdo, cfr. GRAHAM DIXON , Romano Micheli and Naples: the documen-
tation of a sixty-year relationship, in La Musica a Napoli durante il Seicento, Atti del Conve-
gno Internazionale di Studi, (Napoli 11-14 aprile 1985), a cura di Domenico Antonio D’A-
lessandro e Agostino Ziino, Roma, Torre d’Orfeo, 1987, pp. 555-565.
15. Circa le origini orientali degli Effrem, e più precisamente di un passaggio dei Kiri Effrem in
Bari nel 1085, cfr. BERARDO CANDIDA GONZAGA, Memorie delle famiglie nobili delle province me-
ridionali d’Italia raccolte dal Conte Berardo Candida Gonzaga, VI, Napoli, 1882, p. 80.
MUTIO EFFREM E LA CORTE DEL PRINCIPE DI VENOSA A GESUALDO 9
All’Ill.mo et Ecc.mo
Signor mio fratello Cardinale d’Este Roma
Ill.mo et Rev.mo Fratello,
L’essibitor di questa sarà Pomponio Nenna, già gentil’huomo di casa del S. Pren-
cipe mio Sig.re, qual si ritrova in Roma per alcune sue occorrenze, et per essere
persona qualificata e meritevole d’ogni honore et favore, supplico V.S. Ill.ma che
gliene sia liberale in tutti quei modi, et occasioni, che potrà ch’io ne resterò a lei
perpetuamente obligata, riconoscendo ogni gratia che farà al sudetto dall’infinita
Jez, Varsavia, 2003, pp. 213-229. Sulla trasmissione dei testi del Tasso anche in ambito meri-
dionale si veda inoltre ANTONIO VASSALLI, Il Tasso in musica e la trasmissione dei testi: alcuni
esempi, in Tasso, la musica, i musicisti cit., pp. 45-90; LUIGI SISTO, Stefano Felis e i testi del
Tasso: riflessioni sul Sesto Libro de Madrigali a cinque voci, in La musica del verso: i grandi
poeti e il madrigale tra ’500 e ’600, Milano, Rugginenti, («Scritture a confronto. Quaderni di
Lettere, Musica e Arti della Fondazione Carlo Gesualdo», n. 2), (di prossima pubblicazione).
23. A supporto di tali rapporti di collaborazione tra musicisti di area pugliese va rilevata la pre-
senza del madrigale Cantai un tempo di Rocco Rodio (Bari, 1535 ca. – Napoli, 1615 ca.)
compreso nel Sesto Libro de madrigali a cinque voci di Stefano Felis.
24. Luigi Rossi (Torremaggiore, 1598 – Roma, 1653) giovane allievo di Jean de Macque, fu cura-
tore di una raccolta di composizioni per strumento a tastiera di autori napoletani. Il mano-
scritto – oggi conservato alla British Library (GB-Lbl, ms. Add. 30491) – comprende la Can-
zon francese del Principe.
25. Nella descrizione del panorama musicale napoletano, tra la fine del secolo XVI ed i primi
anni del XVII, di Camillo Tutini, è significativa l’assenza dell’Effrem, probabile riprova del
suo vivere all’ombra del Gesualdo. Cfr. RAFFAELE MORMONE, Fonti per la storia della musica a
Napoli, «Il Fuidoro», I, 1954, nn. 5-6, p. 104. L’assenza dell’Effrem è rilevabile, d’altra parte,
in S. CERRETO, Della Prattica musica cit., pp. 156-158.
26. Cfr. RISM, 382.
27. Personaggio di dubbia condotta morale, Alessandro d’Este era nato nel 1568 da una relazio-
ne di Alfonso d’Este con Violante Signa. Cfr. A. FAMIGLIETTI, Gli Amori sdegnati cit., p. 177.
MUTIO EFFREM E LA CORTE DEL PRINCIPE DI VENOSA A GESUALDO 11
benignità di V.S. Ill.ma alla quale, perfine di questa bacio le mani, col pregarle dal
Sig. Dio continua prosperità.
Di Gesualdo, li VII di Aprile 1600
Di V.S. Ill.ma et Rev.ma
Vostra sorella Aff.ma
Leonora d’Este Gesualdo28
28. La lettera è riportata in CIPRIANO DE MEO, La città di Gesualdo. Contributo di studi e ricerche,
Roma, Il Calamaio, 1996, p. 159 ed in ANTONIO VACCARO , Carlo Gesualdo Principe di Venosa.
L’uomo e i tempi, Venosa, Edizioni Osanna, 1998, pp. 199-200. La presenza di Eleonora d’E-
ste a Gesualdo, è attestata dall’11 giugno 1598, e segue di un mese quella di Carlo Gesualdo.
Cfr. ivi, p. 134.
29. Cfr. Lettere di Ridolfo Arlotti, Biblioteca Estense, mss. 11, 26. La lettera è riportata in V.
SANTI, La storia nella «Secchia rapita», «Memoria della Reale Accademia di Scienze Lettere e
Arti di Modena», Modena, Società Tipografica Soliani, 1910, Serie III, IX, p. 323. Sull’acca-
demia gesualdiana e sulla predilezione per la musica del Gesualdo nel secondo Ottocento,
Nicola D’Arienzo scriveva: «Di quella dotta camerata ricorderemo soltanto il vantaggio che
si ebbe l’arte, ed il suo capo, il Venosa, lo chiameremo col […] Rousseau, l’autore preferito
dalle dame». Cfr. NICOLA D’ARIENZO , Un predecessore di Alessandro Scarlatti e lo stile madri-
galesco, Memoria letta all’Accademia Pontaniana nella tornata del 5 luglio 1891, Napoli, Ti-
pografia della Regia Università nel già Collegio del Salvatore 1891, p. 16. Sulla fruizione del
repertorio antico a Napoli nella seconda metà dell’Ottocento, si veda AGOSTINO ZIINO, Co-
scienza storica e identità culturale nella Napoli musicale di fine Ottocento, Napoli, Liguori,
2003, pp. 165-178. Ziino evidenzia come «[…] almeno in determinati ambienti intellettuali,
non solo in quelli musicali, si sia formata verso la metà dell’Ottocento una sorta di “memo-
ria storica”, di “coscienza storica” della tradizione musicale locale a partire già dalla musica
medioevale». Si veda inoltre L. SISTO, Fonti iconografiche e documentarie per un’analisi della
ricezione di Gesualdo e della musica antica a Napoli nell’Ottocento, «Sinestesie», dicembre
2003, pp. 55-71; ID., Gesualdo, Florimo, D’Arienzo: continuità o modernità ritrovata?, in Al-
l’ombra principesca. Atti del Convegno di studi Carlo Gesualdo nella storia d’Irpinia, della
musica e delle arti (Taurasi – Gesualdo, 6-7 dicembre 2003), a cura di Piero Mioli, Lucca,
LIM, 2006, pp. 163-182.
30. A. VACCARO, Carlo Gesualdo Principe di Venosa cit., p. 147. Si veda inoltre ELIO DURANTE –
ANNA MARTELLOTTI, Le due «Scelte» napoletane di Luzzasco Luzzaschi, Firenze, S.P.E.S., 1988,
(I), pp. 100-101.
12 LUIGI SISTO
Neve.31 Del 1605 è la costruzione della cosiddetta Fontana del Principe ma so-
prattutto è di quegli anni la trasformazione del medioevale castello in elegante
dimora signorile.32
***
Gli stretti rapporti tra Mutio Effrem e Gesualdo da Venosa – dichiarati, d’altra
parte, dal musicista barese nella dedica a Leonora d’Este (15 luglio 1626), pre-
messa alla pubblicazione postuma dei Madrigali a sei voci del Principe33 – nella
quale si afferma tra l’altro che «non essendo stata quella Eccellenza solita di
confidare con altri che meco l’esatto giudicio, ch’ella facea intorno alle sue cose
di Musica» – trovano, oggi, ulteriore conferma grazie al ritrovamento di un do-
cumento, finora inedito, relativo al battesimo di suo figlio, Giovan Battista:
36. Si suppone che Vittoria de Donatellis fosse originaria di Morra, paese irpino nel quale il co-
gnome è attestato sin dal XV secolo; ancora oggi sopravvive nelle varianti De Donatelli, Do-
natelli, Donatiello. Cfr. MICHELE SISTO, Ego Infrascriptus. Note su popolazioni e società in Alta
Irpinia durante l’Età Moderna. Parte Prima. I cognomi altirpini, (in corso di stampa).
37. Il curato Don Giovanni Andrea Sara da Paternopoli, allora anch’esso feudo dei Gesualdo, ri-
coprì il ruolo di Archipresbitero della Parrocchia di San Nicola di Bari in Gesualdo dal 22
settembre 1599 al 5 luglio 1604; fu il primo a regolarizzare la compilazione dei Registri par-
rocchiali, resasi obbligatoria grazie alle prammatiche emanate dal Concilio di Trento (1563,
decreto Tametsi).
38. Numerosi documenti del Liber baptizatorum della Parrocchia di San Nicola di Bari in Ge-
sualdo, offrono testimonianza della partecipazione di personaggi della nobiltà cittadina a tali
eventi. Levans o levante è in molti casi la levatrice ma in altri è da intendersi come il testimo-
ne all’evento. Si consideri, inoltre, come un documento gesualdino coevo, attesti l’impegno
nello stesso ruolo, di Eleonora d’Este (cfr. in Appendice il Documento II). Restano scarse le
notizie biografiche su Giovanni Battista de Paola. Cfr., alla voce Pauli, Giovan Battista,
ROBERT EITNER, Biographisch-bilbiographisches Quellen – Lexikon der Musiker und Musikge-
lehrten des christlichen Zeitrechnung bis zur Mitte des neunzehnten Jahrhunderts, VII, Leip-
zig, 1900-04, p. 337.
39. Il passo è riportato da F. LIPPMANN, Giovanni de Macque cit., p. 246. Romano Micheli ebbe
inoltre, nel 1615 a Venezia, contatti con Grammatio Metallo, musicista nato a Bisaccia, nel
1539. Rilevanti sono le evidenze stilistiche tra i due, specie evidenziabili in Musica vaga et
Artificiosa del Micheli. Sulla biografia del Metallo si veda, inoltre, MICHELE LATTARULO, Gram-
mazio Metallo musicista bisaccese, «Civiltà Altirpina», II, 1977, pp. 41-44. Va rilevato come
Bisaccia si ponga, in quell’epoca, come vivo centro culturale anche per la probabile presenza,
a più riprese, di Torquato Tasso.
40. GRAHAM DIXON, Romano Micheli and Naples cit., p. 559.
41. ULISSE PROTA-GIURLEO, Aggiunte ai “Documenti per la storia dell’Arte a Napoli”, «Il Fuidoro»,
II, 1955, nn. 7-10, p. 274.
14 LUIGI SISTO
schaft» V, 1960, pp. 7-36; PAOLO CECCHI , Cadenze e modalità nel Quinto Libro di Madrigali
a cinque voci di Carlo Gesualdo, «Rivista Italiana di Musicologia», XXIII, 1988, pp.
93-131: 95.
50. Cfr. RISM, G 1718 – G 1719.
51. Il 22 ottobre dello stesso anno Carlo Gesualdo scriverà al Cardinale Alessandro d’Este: «È
piacciuto alla divina M.tà di chiamar à sé Don Alfonsino mio, doppo l’infermità che hà ha-
vuto da 16 in 17 giorni di febbre, et de flussi. […] Et se ben io in questo mondo no potevo
sentir flagello maggiore lo vado mitigando al meglio che posso, pensando che certo gode l’e-
terna gloria» Cfr. A. VACCARO, Carlo Gesualdo cit., p. 200.
52. Cfr. RISM, G 1720. Per un’analisi della produzione musicale sacra di Gesualdo da Venosa
cfr. HUBERT MEISTER, Neuer Geist in überkommener Form: Gesualdos geistliche Werke, in Fes-
tschrift Ferdinand Haberl, Regensburg, Bosse, 1977, pp. 169-185; WOLFGANG WITZENMANN,
Nuove osservazioni sulla musica sacra di Carlo Gesualdo, «Recercare», XII, 2000, pp. 54-74;
LUIGI SISTO, Il “fronte riformista” e la musica sacra di Gesualdo da Venosa: i Responsoria a sei
voci per il Mattino dei Tre giorni Santi, «Gregorius», Organo dell’Istituto Italiano di Studi
Musicologici per l’ambito Religioso e Liturgico, I, Cremona, 2002, pp. 14-23. Per un quadro
completo della produzione musicale sacra a Napoli tra XVI e XVII secolo, si veda DINKO
FABRIS, Generi e fonti della musica sacra a Napoli nel Seicento, in La Musica a Napoli durante
il Seicento cit., pp. 415–454.
53. Ferdinando Gonzaga dispone la partenza di Mutio Effrem da Napoli sin dal 18 settembre
1615: «Facendo io venir di costà al mio servitio Mutio Flema organista, piacerà a V. S. di far-
lo proveder del danaro per il viaggio, accioché si possa incaminar senza altra dilatione». Cfr.
W. KIRKENDALE, The court musicians in Florence cit., p. 360.
54. Uno studio onomastico esteso ai musici presenti presso la corte gesualdina evidenzia come i
cognomi Stella, De Paula, Montella ed Effrem alludano ad una possibile conversione delle
famiglie o dei singoli interessati. Nel caso particolare dell’Effrem, la scelta del nome di un
santo siriaco, patrono dei cantori e dei musici in generale, assume quasi il valore di una pre-
destinazione o, nel caso di una diretta conversione di Mutio, può indicare una trasparente
sottolineatura di origini e mestiere? Da un’analisi condotta da Michele Sisto emerge che «le
conversioni più o meno forzate al cristianesimo dalla fede ebraica sono attestate in tutto il
Medioevo europeo e nei secoli dell’Età Moderna, in relazione ai numerosi decreti di espul-
sione emanati dalle varie corti continentali; esse, però, pur nella loro brutalità, hanno con-
sentito ai conversi di continuare ad operare quasi sempre ad alti livelli nelle società medioe-
vali e moderne». Cfr. MICHELE SISTO, Presenze multietniche in Irpinia. Cristiani novelli ed altre
minoranze etniche nell’età Moderna, «Grammata», II, 2000, pp. 141-185.
16 LUIGI SISTO
55. Alla collaborazione dell’Effrem si deve la composizione dei madrigali: Fra le rugiade eterne e
Anime fortunate. Cfr. EMIL VOGEL, Bibliothek der gedruckten vertlichen vocal musik italiens
aus den jahren 1500-1700, II, 1962, p. 505. Si veda inoltre, W. KIRKENDALE, The court musi-
cians in Florence cit., p. 366.
56. Per le osservazioni sulla critica di Mutio Effrem ai madrigali di Marco da Gagliano si veda
EMIL VOGEL, Marco da Gagliano. Zur Geschichte des florentiner Musiklebens von 1570-1650,
«Vierteljahrsschrift für Musikwissenschaft», V, 1889; EDMOND STRAINCHAMPS , Theory as Pole-
mic: Mutio Effrem’s Censure […] sopra il Sesto Libro de madrigali di Marco da Gagliano, in
Music Theory and Exploration of the Past, a cura di Christopher Hatch and David W. Bern-
stein, Chicago, Chicago University Press, 1993, pp. 189-216.
57. SEVERO BONINI, Discorsi e regole sopra la musica, a cura di Leila Galleni Luisi, Cremona, Fon-
dazione Claudio Monteverdi, 1975, p. 122. Effrem è visto, inoltre, come caposcuola dal Di-
xon che afferma: «If [Romano Micheli] he had not fallen under the influence of the Neapol-
itans, particularly Effrem and Rodio, his musical perspective may have been different», in G.
DIXON, Romano Micheli cit., p. 564.
58. F. STRAZZULLO, Inediti cit., p. 106.
59. Cfr. nota 17.
MUTIO EFFREM E LA CORTE DEL PRINCIPE DI VENOSA A GESUALDO 17
APPENDICE
Documenti e Regesti
Per i regesti di seguito presentati che illustrano le riproduzioni integrali dei docu-
menti, il criterio seguito, è stato quello della massima conservazione della lezione origi-
nale.
Abbreviazioni
f = foglio
r = recto
v = verso
Documento I
f. 9r
Atto n. 45
Atto di battesimo relativo a Giovanni Battista Effrem, registrato in data 2 maggio
1601, dal curato Giovanni Andrea Sara, in presenza di Mutio Effrem e Vittoria de Dona-
tellis; testimone è il musico Giovanni Battista de Paola, anch’egli al servizio del Principe
di Venosa.
f. 9r
Atto n. 43
Atto di battesimo relativo a Lavinia Maria Danusci, registrato in data 3 marzo 1601,
dal curato Giovanni Andrea Sara, in presenza del M.co Fabrizio Danusci e Diana de Au-
ferio. A fare da testimone all’evento è la Principessa Eleonora d’Este, seconda moglie di
Carlo Gesualdo dal 1594.
Documento I – Documento II
MUTIO EFFREM E LA CORTE DEL PRINCIPE DI VENOSA A GESUALDO 19
Frontespizio del Liber baptizatorum (1599-1650) della Chiesa di San Nicola di Bari in
Gesualdo, riordinato e corredato di indice nel 1838 dal canonico Felice Maria Forgione
20 LUIGI SISTO
ABSTRACT
The splendour of the parthenopean court of the Prince of Venosa found its
home – after the well known bloody events in Naples during the night between
the 16th and 17th October 1590 – in the castle of the Gesualdo estate.
Above all, however, in the estate of the same name – described by Fontanelli
as […] a village as pleasant and graceful to the eye as one could wish for, with a
truly agreeable and healthy air […] – appreciation of works of art and places of
worship thrived alongside the splendour of the court, favoured by the presence
of Eleonora d’Este.
This study aims to investigate the activity at the Irpinian court of the Prince
of Venosa of a host of musicians, as described by Scipione Cerreto in his essay
Della prattica musica vocale, et strumentale in 1601.
A list of musicians – active in Naples between the end of the 16 th and the be-
ginning of the 17th centuries which includes the name of a musician of oriental
origins, the little known personality of Mutio Effrem, who was born in Bari on
4th November 1549 and died in Naples sometime after 1640. Some less well
known elements of his biography can be described in more detail thanks to the
discovery of some unedited documents from that era which contribute to much
clearer definition of his professional relationships and his rapport with Gio-
vanni Battista de Paola, Pomponio Nenna and, in particular, with Carlo Gesu-
aldo. Finally, an analysis of his correspondence also contruibutes to the defini-
tion of the role of Eleonora d’Este, and in particular the correspondence from
Gesualdo, together with the coeval iconographic Gesualdian sources. They
offer further witness to commitment in favour of musicians and active particip-
ation in events connected to the life of the court of Gesualdo.