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CANTO VI – INFERNO

Al tornar de la mente, che si chiuse dinanzi a la pietà d'i due cognati, che di trestizia tutto mi confuse,
novi tormenti e novi tormentati mi veggio intorno, come ch'io mi mova e ch'io mi volga, e come che
io guati.
➛ Perfetta ripresa del racconto > rinvenire (tornare della mente che si era chiusa / spenta
momentaneamente)
➛ Abilità nella costruzione del verso (emistichi perfettamente in simmetria + polittoto)
➛ Ripetizione ternaria del verbo > propone la situazione attraverso tre vb

Io sono al terzo cerchio, de la piova etterna, maladetta, fredda e greve;


➛ Il contrappasso è definito > pioggia terna, fredda, pesante, maledetta > i golosi che in vita loro si
sono tuffati nella materia ora sono fradici di materia (pioggia)

regola e qualità mai non l'è nova. Grandine grossa, acqua tinta e neve per l'aere tenebroso si
riversa; pute la terra che questo riceve.
➛ Immagine candida della neve MA non si addice agli Inferi > tutto questo si riversa in un’aria
oscura + la terra che riceve questa pioggia sporca puzza

Cerbero, fiera crudele e diversa, con tre gole caninamente latra sovra la gente che quivi è sommersa.
➛ La sua crudeltà si manifesta nel graffiare i dannati + ha tre facce con tre gole

Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, e 'l ventre largo, e unghiate le mani; graffia li spirti ed
iscoia ed isquatra.
➛ = Caronte
➛ Tremendo diavolo
➛ Il ventre largo > sinonimo di golosità

Urlar li fa la pioggia come cani; de l'un de' lati fanno a l'altro schermo; volgonsi spesso i miseri
profani.
➛ Dannati urlano per questa costante pioggia pesante + cercano di voltarsi per risparmiare una parte
del corpo
➛ Miseri profani > profano è un termine in clausola e deriva dal latino (Coloro che sono fuori dal
tempio) e indica coloro che sono rimasti fuori dalla casa di Dio  comportamento esteticamente
scorretto

Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo, le bocche aperse e mostrocci le sanne; non avea membro
che tenesse fermo.
➛ Cerbero apre contemporaneamente tutte e tre le bocche e mostra le zanne + era in grande
agitazione

E 'l duca mio distese le sue spanne, prese la terra, e con piene le pugna la gittò dentro a le bramose
canne.
➛ Virgilio apre le mani, raccoglie la terra e dopo aver riempito il pugno la getta dentro le gole di
Cerbero avide > Cerbero rappresenta la ingordigia / gola

Qual è quel cane ch'abbaiando agogna, e si racqueta poi che 'l pasto morde, ché solo a divorarlo
intende e pugna, cotai si fecer quelle facce lorde de lo demonio Cerbero, che 'ntrona l'anime sì,
ch'esser vorrebber sorde.
➛ Similitudine con un cane che si accontenta di quello che ha ricevuto
➛ Le facce lorde di Cerbero non sono più offensive > Dante e Virgilio possono procedere
Noi passavam su per l'ombre che adona la greve pioggia, e ponavam le piante sovra lor vanità che
par persona.
➛ è iniziato il cammino
➛ La terzina racchiude un pensiero >
➛ Adona > opprimere (=francesismo)  è sempre la stessa pioggia da ormai anni
➛ Allitterazione della P > sensazione di camminare sui corpi martoriati dalla pioggia battente
➛ Come essi si sono gettati nella materia in vita, ora l’acqua greve gli si getta addosso > il
contrappasso indica l’abilità di Dante nel fra corrispondere a un peccato terrena una punizione terna
➛ Greve pioggia > aspetto materiale che li ha esclusi dallo spirituale ≠ l’acqua può avere ANCHE
una funzione purificatoria

Elle giacean per terra tutte quante, fuor d'una ch'a seder si levò, ratto ch'ella ci vide passarsi
davante.
➛ Ratto che > non appena (locuzione latina)

«O tu che se' per questo 'nferno tratto», mi disse, «riconoscimi, se sai: tu fosti, prima ch'io disfatto,
fatto».
➛ Quest’anima chiede di essere riconosciuta
➛ Bisticcio

E io a lui: «L'angoscia che tu hai forse ti tira fuor de la mia mente, sì che non par ch'i' ti vedessi mai.
Ma dimmi chi tu se' che 'n sì dolente loco se' messo, e hai sì fatta pena, che, s'altra è maggio, nulla è
sì spiacente».
➛ Angoscia > nel volgare antico non è l’angoscia esistenziale MA una sofferenza fisica
➛ Il contrappasso che si subisce allontana dalla propria mente > capacità di comprendere
➛ sì spiacente > hanno peccato di gola  l’ingordigia rende spiacevoli queste persone = dal punto di
vista etico Dante biasimo lo sprofondarsi nella ingordigia e li immerge nel fango + li concia

Ed elli a me: «La tua città, ch'è piena d'invidia sì che già trabocca il sacco, seco mi tenne in la vita
serena.
➛ Vita serena > Firenze
➛ Trabocca il sacco ≠ raccolta di noci di Fra Galdino, il quale aveva il sacco vuoto  Firenze, dal
punto di vista etico, è da criticare parchè l’invidia domina incontrastata

Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: per la dannosa colpa de la gola, come tu vedi, a la pioggia mi
fiacco.
➛ Firenze è meta del turismo francese + Parigi e Firenze sono legate perché i mercanti si spostano
volentieri dalla Toscana alla Francia settentrionale alle Fiandre  Ciacco > Jacques OPPURE
modalità di definire il maiale
➛ Essendo l’inferno legato a un realismo di fondo, potrebbe essere un soprannome legato al suono del
maiale mentre sta nel pantano  Dante fa questa scelta per agganciare il lettore, indipendentemente
che fosse più colto o rustico, che ascolta la lettura perché non sa leggere e ritrova un nome
onomatopeico

E io anima trista non son sola, ché tutte queste a simil pena stanno per simil colpa». E più non fé
parola.
➛ Trista > aggettivo = infelice

Io li rispuosi: «Ciacco, il tuo affanno mi pesa sì, ch'a lagrimar mi 'nvita; ma dimmi, se tu sai, a che
verranno li cittadin de la città partita; s'alcun v'è giusto; e dimmi la cagione per che l'ha tanta
discordia assalita».
➛ Forma mentis di Dante > centralità della terzina data dalla presenza di tre domanda + tripartizione
dell’azione
➛ esito finale della guerra intestina + chiedersi se ci sia qualche giusto che possa essere un punto di
riferimento + motivo per cui la cagione l’ha assalito  climax crescente

E quelli a me: «Dopo lunga tencione verranno al sangue, e la parte selvaggia caccerà l'altra con
molta offensione. Poi appresso convien che questa caggia infra tre soli, e che l'altra sormonti con la
forza di tal che testé piaggia. Alte terrà lungo tempo le fronti, tenendo l'altra sotto gravi pesi, come
che di ciò pianga o che n'aonti.
➛ Risposta alla prima domanda
➛ Profezia a posteriori > racconta le alterne vicende tra Guelfi e Ghibellini nella II metà del duecento
➛ Contado vs città
➛ Testè piaggia > volgare fiorentino  si muove abilmente con l’aiuto di qualcuno che sappia
cogliere bene le dinamiche politiche > il sospetto cade su Bonifacio VIII
➛ Conflittualità continua che vede l’alternanza di poteri con relative alternanze di sofferenze

Giusti son due, e non vi sono intesi;


➛ Due > pochi
➛ Le persone sagge, nelle circostanze conflittuali, non vengono ascoltate
➛ Risposta alla seconda domanda

superbia, invidia e avarizia sono le tre faville c'hanno i cuori accesi». Qui puose fine al lagrimabil
suono.
➛ Ciacco individua i tre peccati principali (causa della guerra) + riassume ciò che rappresenta a
Firenze in un largo arco di tempo
➛ Le fiere rappresentano questi peccati (leone > superbia, avarizia > lupa, lonza > invidia + lussuria)
➛ I limiti di Firenze sono la superbia, l’invidia e l’avarizia, che portano tutte allo scontro + definisce i
tre peccati come faville (scintilla, dalla quale deriva il fuoco che devasta = l’ardore di carità)
➛ Dante condanna un’umanità che non ha prospettive > bisogna passare attraverso i mondi
ultraterreni per rovesciare queste prospettive
➛ Le parole di Ciacco sono sofferte da chi dice e creano sofferenza a chi ascolta

E io a lui: «Ancor vo' che mi 'nsegni e che di più parlar mi facci dono.
➛ Dante è rimasto ingolosito dalle parole di Ciacco

Farinata e 'l Tegghiaio, che fuor sì degni, Iacopo Rusticucci, Arrigo e 'l Mosca e li altri ch'a ben far
puoser li 'ngegni, dimmi ove sono e fa ch'io li conosca; ché gran disio mi stringe di savere se 'l ciel li
addolcia o lo 'nferno li attosca».
➛ Famiglie importanti nella Firenze del Trecento
➛ Caccia guida, nel XVII paradiso, sostiene che bisogna dare degli esempi conosciuti se si vuol
essere credibili
➛ Tosco > amaro ≠ dolce  addolciare e attoscare non è la forma in uso e crea all’interno del verso,
utilizzando i due emistichi, due termini che si inventano e che portano alla ribalta la sua straordinaria
capacità di costruzione

E quelli: «Ei son tra l'anime più nere; diverse colpe giù li grava al fondo: se tanto scendi, là i potrai
vedere. Ma quando tu sarai nel dolce mondo, priegoti ch'a la mente altrui mi rechi: più non ti dico e
più non ti rispondo». Li diritti occhi torse allora in biechi; guardommi un poco e poi chinò la testa:
cadde con essa a par de li altri ciechi.
➛ Profezia in parte a posteriori
➛ Figure non più tra i viventi ma nell’immaginario sono finite nel Basso inferno (anime più nere),
dove vengono peccati gli omicidi o i traditori
➛ Il giudizio sulle famiglie fiorentine di quei decenni è durissimo > sono arrivate al delitto per
inganno o omicidio per diverse colpe
➛ Peccato che lo ha portato a un peccato così spiacevole > poema allegorico – didattico
➛ Nello sprofondarsi del fango guarda ancora Dante
➛ Ciechi > non aver visto la retta via

E 'l duca disse a me: «Più non si desta di qua dal suon de l'angelica tromba, quando verrà la nimica
podesta: ciascun rivederà la trista tomba, ripiglierà sua carne e sua figura, udirà quel ch'in etterno
rimbomba».
➛ Ascesa di Cristo giudice (≠ dannati)
➛ Podestà si occupa dell’amministrazione giudiziaria + ha potere di banno + responsabile di un
territorio nominato dal comune / signore / dominus vassallo
➛ Immagine che verrà in seguito tradotte dei corpi che riprendono la carne > Cappella Sistina

Sì trapassammo per sozza mistura de l'ombre e de la pioggia, a passi lenti, toccando un poco la vita
futura;
➛ Sono intenti a oltrepassare questo terreno fangoso

per ch'io dissi: «Maestro, esti tormenti crescerann' ei dopo la gran sentenza, o fier minori, o saran sì
cocenti?».
➛ Dante si rivolge al Magister > Virgilio è dux + dominus + magister
➛ Crescita – diminuizione – permanenza

Ed elli a me: «Ritorna a tua scïenza, che vuol, quanto la cosa è più perfetta, più senta il bene, e così
la doglienza.
➛ Aristotelismo

Tutto che questa gente maladetta in vera perfezion già mai non vada, di là più che di qua essere
aspetta».
➛ Vogliono lo stesso recuperare il corpo > Dante è scolastico poiché ambiscono a chiudere questa
fase transitoria per arrivare a un giudizio definitivo ANCHE SE questo non li gratificherà

Noi aggirammo a tondo quella strada, parlando più assai ch'i' non ridico; venimmo al punto dove si
digrada: quivi trovammo Pluto, il gran nemico.
➛ Idea dell’inferno
➛ Pluto + Caronte + Minosse (giudice) + Cerbero
➛ Pluto ha la funzione di nemico poiché è polisemico > nemico in quanto avversario di Dio e del
bene + ostacolo sulla strada

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