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Organari e Musici

Un significativo esempio di espressione della fede popolare dell’epoca barocca la troviamo nella musica
organistica; in essa la gente trova gioia, conforto, serenità, occasione per esprimere un rapporto corale,
comunitario e più partecipato con il divino, quasi che il Cielo dovesse essere partecipe delle vicende
terrene; si vuole che il credo cattolico dia certezze, diversamente da quanto succede in ambienti di fede
cristiana protestante in cui il rapporto con il divino è più sofferto, soggettivo e conflittuale. L’organo si
adatta perfettamente a questa funzione.

Il Concilio Tridentino ha voluto favorire la diffusione dell’organo per coinvolgere coralmente le assemblee
nella liturgia, e ha solennemente legittimato l’uso dell’organo in chiesa, qualificandolo “sommamente
adatto” alla liturgia.

Nel campo artistico-figurativo si sviluppa lo stile chiamato “barocco”, attraverso il quale gli artisti mirano
principalmente a persuadere e a stupire. Anche l’architettura delle chiese si adegua, nella funzionalità e
nella decorazione, ai nuovi dettami conciliari.

Dalla seconda metà del secolo ne consegue uno sviluppo incessante di opere architettoniche e artistiche,
volte a inserire le strutture esistenti nel nuovo stile; da qui il nascere di botteghe di intagliatori, scultori,
fonditori, ebanisti, pittori, architetti.

Anche l’organaria partecipa a questo eccezionale clima di rinnovamento, documentato dal gran numero di
organi presenti. E proprio nella nuova liturgia l’organo acquista un ruolo determinante. Infatti nelle
solennità liturgiche lo stupore, l’emozione, il coinvolgimento corale, la musica, la parola nella sua retorica
emozionale e agiografica, sono elementi di un nuovo modo per affermare il primato cattolico e contrastare
il credo del Protestantesimo.
L’organo si adatta alla perfezione a questo ruolo, per le sue caratteristiche timbriche e sonore di
immediatezza espressiva, di pieno coinvolgimento emotivo, di festosa luminosità e di grande suggestione.
Lo sviluppo dell’organaria nella Riviera , inoltre, è favorito da altre due cause: la prima dovuta all’enorme
ricchezza degli istituti religiosi, in possesso di un ingente patrimonio a seguito di lasciti testamentari per la
terribile peste del 1630 di manzoniana memoria,; la seconda dovuta ai meravigliosi organi nella zona la
prima traccia che si ha è nel 1590 a San Giulio, tenendo presente la tradizione storica della costruzione di
organi in Valsesia nel XVII secolo unita allo Stato di Milano in quell’epoca .

Occorre ora brevemente soffermarci su alcuni eventi organari esterni alla realtà locale, che tuttavia hanno
profondamente e positivamente influenzato le future caratterizzazioni della “scuola” Amenese . Anche in
questo secolo l’organaria propriamente locale non manca di figure di spicco, tant’è che come l’attività di
organari “forestieri” il Manino ad esempio , ci son poi nomi di organari Amenesi che collocano “prestatori
d’opera” nelle chiese della Riviera e in Valsesia; di essi purtroppo sappiamo poco o nulla; si tratta
comunque di artisti al loro tempo noti la documentazione archivistica è scarsa, dovuta alla provvisorietà
delle indagini.

QUATTRO GLI ORGANI DELLA RIVIERA ORIENTALE: S. GIULIO, ORTA, AMENO, MIASINO,A TESTIMONIANZA
DELLA RICCHEZZA CULTURALE DEL VICARIATO DELLA RIVIERA ORIENTALE DI SAN GIULIO .

A Maggiora troviamo come organista Gio Carlo Bevilacqua di Ameno, sacerdote, nato nel 1638 da
Gerolamo Bevilacqua di Ameno e Francesca Martelli di Miasino . Il Bevilacqua, che aveva suonato, come
detto, dal 1664 al 1668 nella parrocchiale di Orta, era dal 1668 organista e maestro elementare di Maggiora

Ameno si deve attendere il 1662 per avere le prime informazioni su organo ed organista nella Chiesa di
S.Maria Assunta .

L’organo era suonato nei giorni festivi da Agostino Manino , per uno stipendio annuo di L. 150 .

Sacerdote nato nel 1625 di Auzate ,figlio di Aloisio Manino e Barbara Manino, Agostino cantava come
tenore , già lo si è visto a Gozzano dal 1641 al 1691 .

A partire dal 1693 organista è Francesco Bernardino Ferrino ,originario di Ameno ,citato pure nel Museo
Novarese del Cotta oltre che come musicista , anche tra “ gli professori di Poesia “

Nella visita di Giovanni Battista Visconti del 1698 era appunto il Ferrino a comparire come organista di
Ameno ,pagato con L 150 Nato intorno al 1656 da Gio: Giacomo e Giovanna ,aveva un solo fratello ed era
cappellano di S. Rocco di Ameno. Nel 1681 e 1682 già cantava come contralto a Gozzano , ma a partire dal
1691 sino al 1735 vi suonava l’organo ,accompagnato spesso .oltre che dal “suo soprano” dal violinista di
Ameno , Benaglia .

Suona a Gozzano tra il 1698 e il 1706 come violinista il ”s.r Benaglia d’Ameno” con Giuseppe Antonio
Baldiolo di Omegna .

Nel 1716 nella nuova chiesa in forme barocche di Varallo costruita sulla precedente Collegiata di San
Gaudenzio l’organo rimontato da Giacomo Domenico Testa fu collaudato dal sopracitato prete Francesco
Bernardino Ferino.

Dal luogo di Ameno il basso di professione ( nome non scritto sul documento ) che il giovedi’ 1 agosto 1748
nella chiesa di S. Giuseppe di Arona dove il Can.co Contini canto’ la Messa per la celebrazione della festa del
Pontefice e del Martire S.Eusebio accompagnato dall’Organista col suo Cembalo ha cantato un “mottetto”
dopo l’Epistola .

La Messa è stata accompagnata da sonate di oboe,violino e violoncello dei signori virtuosi,


Benaglia,Macario,Albertis e Bertoletti .
Nel 1835 per curiosità Nicolo’ Eustachio Cattaneo scrisse la Frusta Musicale, in cui staffilò specialmente i
cattivi Maestri, i cattivi cantanti e i cattivi organisti, che fanno della chiesa peggio d’un teatro Ad Ameno “
conobbe” il Cav FELICE FRASI Maestro di Cappella della Metropolitana di Vercelli organista e compositore
.Da chi fosse e perché fosse in Ameno …non lo dice …

Cit : “Io aveva già sentito la giovane Albertoni quando giunse in Ameno il maestro Frasi: appena fatta la

di lui conoscenza , lo invitai a venir meco a sentire quella Dilettante.

In “Restauro, conservazione e recupero di antichi strumenti musicali: atti del convegno internazionale,
Modena, 2-4 aprile 1982” c’è traccia anche di un restauratore di strumenti musicali a Lortallo il sig Ponticoli
Angelo definito dilettante … precede in posizione 4572 il sig Comencini Carlo restauratore di organi di
Pompiano al 4573.

L’organo della Parrocchiale di Ameno -di Matteo Albergante

L’organo è ubicato sulla cantoria sopra la tribuna di ingresso ,all’interno di una cassa coeva –suddivisa in tre
campate ,con prospetto formato da 5+7+5 canne .Essa si presenta variamente sagomata e senza precisi
orientamenti stilistici:presumibilmente si tratta di un opera di artigiani locali

Il parapetto della cantoria è articolatoin piu’ specchiature con dipinte allegoriedi carattere musicale e
floreale .

Questo interessantissimo strumento è stato costruito nel 1771 dall’organaro Giacinto Cornetti di Gozzano
,come si puo’ desumere dal cartiglio manoscritto incollato all’interno della secreta .

“Hyacintus (sic) Cornettus Oppidi Gaudàani (sic) / Fecit anno Domini MDCCLXXI”

Allo stesso autore sono ascrivibili gli organi collocati rispettivamente nella chiesa parrocchiale di
Coiromonte e nell’oratorio di S.Grato a Lortallo .

Quest’ultimo in particolare mostra notevoli affinità con l’organo di S.Giovanni ,essendo datato
1770;purtroppo gli elementi di comparazione sono ridotti a causa della totale asportazione delle canne .
Benchè l’impostazione fonica dello strumento in esame sia notevolmente sintetizzata ,appare evidenteun
notevole equilibrio delle diverse unità sonore , rispecchiando le caratteristiche peculiari della scuola italiana
del 700: la piramide principale –ripieno (estesa fino alla “Vigesima –seconda “ di un piede) viene
contrapposta a un oscillante tipico (“Voce umana”) a un “Flauto in ottava” e a un registro di mutazione
composta ,la “ Cornetta” a due file .Nonostante l’imprecisa regolazione della meccanica di trasmissione ,il
mediocre stato di conservazione del somiere e il notevole accumulo di polvere sul materiale fonico è
comunque possibile rilevare con certezza l’estensione dei registri detti “ di concerto”, cosi’ definibile :

Flauto in ottava : C2-C5 (37 canne)

Cornetta: Dd3-C5 (44canne)

Voce umana :Fd3-C5 (19 canne )

Saro’ grato a tutti coloro che vorranno farmi pervenire notizie ,

chiarimenti e critiche sull’argomento.


Le Informazioni sopra citate son tratte da :

La Frusta Musicale 1835

Novarien – Volume 12 – 1982

Organi e organari in Valsesia – 1997

Il Capitolo e i Canonici della Collegiata di Angera – 2012

Antichi organi del Cusio -2012

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