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Caravaggio

Vita

Caravaggio fu un artista molto particolare: nasce nel 1571 presso Caravaggio,


nella bassa bergamasca per poi trasferirsi, nel 1592 presso Roma, dove entra in
contatto con il Cavalier d’Arpino e la sua bottega: qui inizia a dedicarsi all’arte e,
in particolare, alle nature morte. A partire dal 1595 entra nelle grazie di Francesco
Maria del Monte. Il suo animo fu molto irrequieto, tant’è che, partecipando ad una
rissa, uccise addirittura una persona. Essendosi sottratto alla condanna, fuggì da
Roma, andando prima a Napoli, poi a Malta, poi a Siracusa, poi ancora a Malta per
poi morire, nel 1610, presso Porto Ercole, stroncato dalla malaria.

Canestra di frutta

Il periodo storico è tra la ne del 1500 e l’inizio del seicento, quindi a cavallo tra il
rinascimento e il barocco. Un principio che vige ancora è quello del mecenatismo,
infatti il mecenate in questione è lo stesso cardinale del Monte, con il quale l’artista
entrò in stretto contatto. dipinse la Canestra tra il tra il 1594 e il 1598 all’età di circa
23 anni.

L’analisi si concentra su una censura di vimini intrecciato, che è appoggiata su di


un piano di legno che corre parallelo allo sguardo dell’osservatore. Al suo interno è
contenuta frutta di vario genere: Alcuni grappoli di uva bianca e di uva nera che
sporgono verso il basso (sull’uva è possibile   notare il sottile strato di cera che
ricopre gli acini), alcune pere, una mela bacata, chi e, in ne, una pesca. È posta
una particolare attenzione anche alle foglie della frutta: alcune sono accartocciate
(indizio di non freschezza), altre altre sono forate, segno di qualche insetto o
grandine.

Signi cato

L’immagine rappresentata nel dipinto di Caravaggio si può considerare una


allegoria sulla precarietà dell’esistenza umana, dominata dalla bruttura e
dall’incombere della morte. Questo è simboleggiato dalle imperfezioni della frutta e
dalla sporgenza della base della canestra. Caravaggio, al contrario di quello che
fecero gli umanisti, non rappresenta l’arte al ne di comprenderne le leggi che ne
regolano il funzionamento, ma solamente per contemplarla
Il dipinto è ricco di simbologie sacre, a volte positive, a volte negative, rivelate
attraverso i vari frutti presenti nella canestra.

Tra i simboli positivi ci sono:

◦ Uva – rappresenta l’eucarestia e la salvezza perché con l’uva si fa il vino,


simbolo del sangue di Cristo salvatore degli uomini;

◦ Pera – essendo un frutto molto dolce simboleggia la bontà divina ma anche


Venere, quindi l’amore, per la sua forma che ricorda le forme femminili;

◦ Pesca – rappresenta la Trinità in quanto composta da polpa, nocciolo e


seme;

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Tra i simboli negativi invece ci sono:

◦ Mela – è il frutto proibito mangiato da Adamo ed Eva. Il fatto che sia bacata
non è casuale ma vuole sottolineare il peccato originale.

◦ Fico – anch’esso è legato al peccato originale in quanto in base alla Genesi


(3, 1-7) Adamo ed Eva si fecero indumenti intrecciando delle foglie di co.

Colore e luc
Nel dipinto prevalgono colori caldi e la composizione cromatica è condizionata dal
giallo ocra dello sfondo (non crea, così una intensa atmosfera drammatica). Mette,
quindi, in risalto per contrasto di chiarezza le foglie più scure tendenti al grigio,
rinsecchite e i frutti colorati con colori caldi e chiaroscurali
Alcune foglie inoltre sono in controluce e assumono una tonalità verde molto scura
Lo sfondo chiaro, luminoso e bidimensionale mette in evidenza la frutta raccolta
nella canestra. L’illuminazione è diffusa e rivela ogni particolare presente sulla
super cie dei frutti e la particolarità della buccia. Caravaggio riuscì quindi a creare
una ef cace illusione di tridimensionalità e solidità delle forme
Per quanto riguarda la luce, questa proviene dall’angolo in alto a sinistra e
contribuisce a dare un senso di solidità ai frutti
Risalta subito in quest’opera la particolare attenzione al rapporto tra luce ed
ombra in base al quale vi è una scansione dei piani visivi:

◦ La luce proviene dalla parte sinistra del dipinto e attraverso la


rappresentazione rigogliosa e luminosa di foglie e frutti;

◦ La parte in ombra, la parte destra, viene rappresentata attraverso il colore


scuro, quasi nero delle foglie e della parte inferiore del cesto che appare
in posizione precaria.

Spazi
Il cesto viene rappresentato dal punto di vista frontale: infatti, si trova alla stessa
altezza dell’occhio dell’osservatore e, quindi, assume una importanza
monumentale. L’opera è rappresentata anche tridimensionalmente: questo è dato
dall’ombra del cesto che si proietta sul tavolo, l’unico elemento bidimensionale
dell’opera

Tecnic
La Canestra di frutta è un dipinto di modeste dimensioni, 31 x 47 cm, realizzato da
Caravaggio con colori ad olio su tela. Una curiosità è che, l’artista, come spesso
faceva nel periodo in cui viveva a Roma, dipinse su una tela già dipinta. Infatti
l’esame radiogra co ha rivelato un genio alato coperto dalla canestra. Caravaggio
infatti era privo di mezzi prima del protettorato del cardinale. Caravaggio dipinse i
particolari dell’opera con estremo realismo. Questo realismo però è negato dalla
presenza di frutti di stagioni diverse
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Vocazione di San Matteo


Caravaggio

Contesto

Il periodo storico è tra la ne del 1500 e l’inizio del 1600, quindi a cavallo tra
il rinascimento e il barocco. Un principio che vige ancora è quello del
mecenatismo, infatti Il dipinto è la prima commissione pubblica ottenuta a
Roma da Caravaggio per la chiesa di San Luigi dei Francesi. L’opera fa parte
di un gruppo di tre quadri destinati alla cappella del cardinale Matteo
Contarelli.

Composizione

All’interno di una ampia stanza, intorno ad un piccolo tavolo quadrato vi


sono cinque personaggi. A sinistra, un giovane, seduto, è chinato sul piano
ed è intento a contare le monete sparse di fronte a sé. Ha i capelli folti e
scuri che gli coprono parte del volto, tant’è che non si riescono a vedere gli
occhi. La sua attenzione è completamente assorbita dal denaro che sta’,
avidamente, contando. Alla sua sinistra si trova un uomo, in piedi, più
anziano, vestito con un abito pesante. Con la mano sinistra tiene sul naso un
paio di occhiali con i quali osserva con attenzione l’attività del giovane. Al
centro, frontalmente al piano pittorico, un altro uomo con una folta barba
chiara e un copricapo a forma di basco, indica a sinistra e osserva i nuovi
entrati.

All’estremità opposta del tavolo, a destra, siedono due adolescenti vestiti da


militi. Quello di spalle, seduto su di una panca, indossa una divisa scura con
le maniche a strisce bianche. Porta un cappello piumato e al anco sinistro
una lunga spada. Il ragazzo seduto di fronte a lui è molto più giovane e
indossa una divisa gialla e rossa e un cappello con piume bianche. Tutti e
due si voltano incuriositi verso i due uomini entrati da destra.

A sinistra appaiono due uomini appena entrati nella stanza e accompagnati


da un raggio di sole. I due uomini sono l’Apostolo Pietro e Gesù, identi cato
con un’aureola lineare che si libra sul suo capo. San Pietro è ra gurato di
schiena, con il volto orientato a sinistra e la mano destra indicante uno dei
personaggi seduti intorno al tavolo. Cristo, invece, indica chiaramente verso
il fondo. Il suo volto, di pro lo, ha un’espressione serena e sicura nel
chiamare a sé il futuro apostolo Matteo. Cristo e Pietro indossano tuniche e
mantelli mentre gli altri personaggi, abiti contemporanei alla realizzazione del
dipinto. É proprio per l’arrivo di questi uomini che l’uomo al centro del
dipinto pone il dito verso di se, come se si stesse interrogando se la persona
che indica Gesù sia lui.

Spazio

La scena è ambientata in una stanza buia e spoglia. L’unica cosa che si può
vedere è una nestra dagli scuri aperti ed i vetri anneriti ed opachi.

La Vocazione di San Matteo si divide nettamente in due metà sovrapposte.


La metà superiore, quasi vuota, è riservata alla nestra e al cono di luce che
traccia la parete. La metà inferiore, invece, è interamente occupata dalla
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scena che si sviluppa da destra a sinistra seguendo la mano indicante di
Gesù.

Signi cato

Il dipinto intitolato Vocazione di San Matteo, di Caravaggio, raf gura il


momento, narrato nei vangeli, nel quale Gesù incontra Matteo, impegnato nel
suo lavoro, e lo invita a seguirlo nella predicazione. Matteo era un esattore
delle tasse, quindi, legato ad un’attività materiale e molto distante dalla
spiritualità predicata dal Messia.
Nel dipinto, tuttavia, non è chiaro chi sia Matteo. Tradizionalmente, secondo
alcuni storici è l’uomo con la folta barba che indica a sinistra. Recentemente
è stata proposta l’ipotesi che, invece, Matteo sia il ragazzo seduto a
capotavola, su di una sedia con la spalliera ricurva
La luce direzionata, che proviene da destra, dall’alto, simboleggia la luce
della misericordia divina. La sua fonte è coincidente con l’alto dei cieli, Dio
Padre, la provenienza a destra, invece, con l’ingresso di Cristo
Forse non è causale il fatto che uno dei personaggi, colui che porta gli
occhiali e che non alza lo sguardo, li abbia: poiché è troppo accecato dal
denaro.
C’è anche un signi cato nei vestiti dei vari personaggi
• Tutti i personaggi, fatta eccezione per Pietro e Gesù, sono vestiti seguendo
lo stile dell'epoca contemporanea al pittore, all'italiana ed abbastanza
riccamente (cappelli con le piume, calzemaglie bianche, maniche a sbuffo
di broccato, velluti spessi, lucenti e colorati, colli di folta pelliccia: questo è il
posto delle cose materiali.
• Dall'altro lato, i due compagni sono vestiti con il loro mantello da pellegrino
e sono a piedi nudi, simbolo del dare poco valore alle cose materiali
Nell’opera, inoltre, ci sono chiari segni di ripresa di altre opere:
• Uno dei due militi, in particolare quello non di spalle, appare essere molto
simile al ragazzo rappresentato nel Bacco dello stesso Caravaggio
• nel movimento di Gesù, nella mano tesa, vi è una citazione diretta alla
Creazione di Adamo di Michelangelo, dipinta sui sof tti della Cappella
Sistina, quasi servisse come unione tra le due sfere della concezione
(terrena e non

Colore e luc
La vera protagonista dell’opera di quest’opera è la luce, la quale proviene
dalla stessa porta da cui provengono Gesù e Pietro, ma che corrisponde
anche alla fonte di luce della Cappella Contarelli. Quindi, la luce ha una
duplice fonte
• Una fonte di luce reale, cioè quella che marca il volume dei corpi. Questa
mette in evidenza la povertà e lo squallore, grazie alla quale i corpi
emergono dalla penombra
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• Una fonte di luce ideale, cioè la luce divina, che congela la posizione e le
espressioni di ciascuno, collocandolo in uno spazio senza tempo. Sembra
quasi che Dio indirizzi la luce verso gli altri personaggi, che a loro volta ne
risultano rischiarati
La luce, tuttavia, non è diffusa, ma è direzionale
Per quanto riguarda i colori, questi sono caldi: dall vesti dei personaggi alla
stessa luce, la quale è di un giallo intenso

Tecnic
É stata realizzata con la tecnica ad olio su tela
a

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