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In copertina:
Foto d’arte di Silvio Giarda
1 quaderni» / n.5
stagioni
poesie
Prefazione
7
Singoli steli d’erba
(1976- 1978)
LIBERO
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APPLICAZIONI TECNICHE VENDESI «POLAROID»
Mi chiedo se il mondo non sia stato appeso Una volta guardavi la Novità da uno stretto uscio
nel vuoto sull’erba del cortile: ho cercato
con tre martellate sul dito. di essere nuovo come un timido dio.
Per poche sere ha girato il disco
dai numeri bianchi...
Ieri, forse, ci siamo emozionati di nuovo
di colori diversi, ma insieme
continuando a guardare nel sole dei nuovi tramonti.
Ogni volta, abbronzati nell’ombra, restiamo stupiti
mentre qualche parola ha il gusto inatteso del sale.
Però adesso, che ami le briciole
ed il nero di un sorso —caffè—
io posso tornare a sperare.
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CONTADINI PASTA E FAGIOLI
M’hanno dato da bere del vino diverso. La vecchia vicina di casa
Due sorsi, un sorriso, che parla, noiosa, affamata, con gli occhi
un profumo di terra. grotteschi che brillano vacui, frequenti
Bevendo, guardavo le mani ad ogni pettegolare.
disfatte bruciate corrose dal vento Ebbene, pettegolo anch’io che l’ascolto
soffiato sui campi arsi e noto negli occhi
dalla fatica. Da quei volti, la luce. la sua astuzia di essere viva.
Allora mi alzo
e vado gemendo allo specchio.
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LA MIA TEIERA
GIGANTI
Quando versa il caldo colore del mogano
Vorrei
la vecchia teiera sussulta d’orgoglio.
tuffarmi in una piccola stella,
Le strizzo l’occhio, e l’amica risponde
vorrei
con un tenue sbuffo di fumo dall’orlo.
dondolare la piccola mezzaluna
Che strana amicizia è la nostra:
con il dito bagnato di luce
non fiori, né anelli, né smalti, né soldi.
vorrei
Soltanto un anello di fumo
accarezzare col viso
ed un tremare di ciglia.
la piccola orsa minore
che gioca in un lembo di buio.
Eppure... non posso:
siamo grandi, noi uomini
sono grande, io, Uomo.
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POVERTÀ’ SOLO
Ho cercato una donna, stanotte: Ti rivedo per caso
là, dentro l’armadio e nel cavo del letto, in mezzo alle onde
nel nido sul ramo, nella cuccia in giardino. che vivono nei fotogrammi
Ho guardato in soffitta, ho guardato di un fragile film colorato.
nel buio: non c’era. Dieci anni di amori perduti:
Allora ho cercato nel sogno, e li come hai fatto, tu, a vivere ancora?
c’era:
la donna di un altro.
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ADESSO DIVERSO
Come amavo l’ingenuo pagliaccio Diverso
che cantava la rabbia e il dolore non è solo l’uomo
senza avere che idee diafane... che bacia le labbra di un uomo;
Non sapevo che oggi, io pure lo sono, se non trovo in un mondo di eguali
e domani un compagno
avrei finalmente mangiato o un amore.
alla mensa dolente del vero; e adesso
non posso cantare.
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DIOGENE IL LUPO E L'AGNELLO
26 27
VECCHIO PORCELLO GRASSO
DEFUNTI
Vecchio porcello grasso,
Ladri
sdraiato, maestoso, nel fango della mia vita.
restituitemi la morte
NOTA DI DEMERITO FEBBRE NELL’ETERE
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L’ULTIMA CENA DOMANI
Siedo da solo, al mio tavolo: Oggi fa già più freddo
ho avvelenato anche l’ultima ciotola. di quanto io possa sopportare.
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3
NATO UBERO SINGOLI STELI D'ERBA
Non ho più bisogno neanche dell’aiuto di un dio. Tutto quel verde sono singoli steli d’erba tutto quel secco
calpestato dall’orma
j dopo aver vissuto le stagioni
i dopo aver dimenticato gli anni.
PIANTO IN SILENZIO
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Carne al fuoco
(1978- 1980)
VOGLIA
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MARTIRI AMORI VENDESI POLAROID N° 2
Il fumo striava di rosso Rigido è il silenzio
la complice luce dei sessi nei giorni dell’estate
bramosi del ballo, allacciati. che premono Toggi/è già il mio domani?
E Tunica arma — sottile falsetto Esco dal tunnel del giorno
soffiato sui lobi di lei — per strisciare contro i muri disperati
cantava la mia tenerezza, dello smog del Paese del Fumo,
diversa preghiera d’amore. e aspetto la vita del Sesto Gran Giorno.
Uscendo dal bagno di luce soffusa Il buio della sera si fende di note sommesse
la notte svelava, ancor buia, il sogghigno del giorno mugolate dalle labbra screpolate della mia bocca, antica ferita.
e noi straziavamo le labbra E sogno la cena tranquilla, il tepore del letto
sui rovi del mondo perverso. (la musica riempe la stanza)
il sole dei miei dodici anni
le eclissi del grande pianeta — Passato —
e dopo ad un tratto i capelli
e i suoi occhi, e la voce,
e il suo corpo assopito sul mio
come il salice, piangente di gioia:
e mi trovo a danzare di nuovo
in un vortice di polvere e neve.
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DISINFETTANTI INSONNIA
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RUGGINE LUCCIOLE
Un velo di ruggine triste Ancora vento
scende dagli occhi sul tempo che passa
mi riga le guance, con occhi di mummia;
e la pelle si macchia ...la mente? Ogni tanto
dei rigagnoli del tempo. rivive, ad una folata.
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MIO DIO COME DONNA PER TOCCARTI
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SCATOLE FRATELLO
Domani rompo lo specchio È parecchio che non ci vediamo.
che brilla e sogghigna nel gelo del bosco;
una pozza di ghiaccio sottile, beffarda.
Domani — che ne sai tu della luce? —
devo sfasciare lo specchio
è una scatola di luce riflessa
e mi illumina troppo... Mi vedo, non vale.
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CAROGNE IMPEGNO
Gli amori che Frusta d’argento
— marci d’ingiurie — sui miei sogni di pazzo ventenne
divorano i padri e le madri. scudiscio perenne,
vergate contate.
Non m’importa
oramai
d’invecchiare:
voglio solo parlare
la lingua del pazzo sulla collina
con la gente che
ama
ascoltare
per non morire
prima.
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RIFF CORRENDO
Attorno ad un punto Correndo
fisso ho sorpreso la vita
ruota la mia a letto con mille amanti.
pazzia
(vestirmi
di raso rosa?),
il naso sanguina
senza posa
il volto
attenua le rughe, ricche
di ruggine
annosa.
Intorno
ad un
punto fisso
geme
la mia
follia
timida dea
vermiforme creatura
rispettata dal mondo borghese,
impregnata di vento
e di stracci,
che pare assetata
di sterco e di ambrosia:
non saprà mai
morire
d’inedia.
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IL BUFFONE DI CORTE PIETÀ’ PER GLI INCOERENTI
Chi lo conosce, il buffone di corte? Pietà per gli incoerenti,
Aspetta, pensoso, nei vicoli chiari che urlano
del palazzo le loro squallide bocche
e d’improvviso sbuca fuori da un sui pavidi occhi degli altri
trave, da dietro una colonna e irridono, deridono
ed il re si scompiscia per i salti e le smorfie. proibiscono e si stracciano le vesti
Ma sta attento, il buffone di corte, acciecati dalla fede cieca
a non dir più di sette parole, del possesso dell’uomo.
tra due salti e una smorfia, Pietà per gli incoerenti
per non perder la vita che di nascosto
che il re gli concede imitano le sordide brutture
e che lui crede preziosa. dei loro servi, acciecati dal piacere cieco
di violare le leggi
che ad altri hanno dato.
Pietà per gli incoerenti
che muoiono e risorgono
sempre più numerosi;
non sapendo di esistere
per legge della pietà
che alita il mondo.
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y p o. — PER LE PROSSIME NOTTI (due voci, l’una sull’altra)
DIAVOLI
Una splendida luce Un mare di vento
Un silenzio d’acciaio
che asciuga il mio pianto l’onda dell’acqua limpida e viva
opprime la mia mente irritata da brulicanti pensieri: d’un giorno lontano.
il tarlo dell’organizzazione
e mi ammala di gioia. L’aurora sul mare
il tarlo della stanchezza di cercare
e la voglia di amare, sperando
il tarlo del miracolo atteso
nonostante.
il tarlo della pietà per gli incoerenti
il tarlo del «perchè? cristo...»
il tarlo della stanchezza di creare
poco o molto, ogni tanto.
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Indice
pag. 7 - prefazione
pag. 9 - parte prima: singoli steli d’erba
pag. 39 - parte seconda: carne al fuoco
Finito di stampare
nel dicembre 1980
dalla Tipografia San Gaudenzio
Novara
Fotocomposizione
Centro Editing - Via Negroni 4 - Novara
I «quaderni» di Tempo Sensibile
collana di poesia
1 - WALTER ALBERISIO
«Risonanze»
2 • KLARA PALMARESE
«Effemeridi»
3 - AQUILINO SALVADORE
«Gridi e canti»
4 - BERNARDINO PRELLA
«L’uomo simbionte»
5 - ANTONIO COSTA BARBÈ
«Stagioni»
una copia
L. 3.000