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GUIDO GUINIZZELLI

È considerato il precursore della corrente Dolce STIL NOVO.

Nato a Bologna nel 1235, Ghibellino (a favore dell’Imperatore), attivamente impegnato nella vita
politica. Muore a Padova nel 1276
AL COR GENTIL REIMPARA SEMPRE AMORE (considerata il manifesto del movimento)

La canzone è strutturata in endecasillabi e settenari, con cinque stanze di dieci versi più un congedo, E’ una
sorta di trattato filosofico in poesia, con numerosi esempi tratti dai fenomeni naturali, dalla gemmologia,
dall’astronomia e dalla teologia, svolto, con vocaboli luminosi (sole, splendore, stelle), in un linguaggio
‘dolce’ e ‘leggiadro’. Vi s’intrecciano due temi, quello dottrinale-teologico della donna angelica, tramite
salvifico tra l’amore divino e quello umano, e quello dell’identificazione tra l’amore e la nobiltà d’animo,
e non necessariamente di sangue: amare una donna così non è peccato. Il suo pensiero troverà la massima
espressione poetica sia nel Dolce stil novo, sia nella stessa Commedia di Dante.

La nobiltà non dipende solo dalla nascita ma dal valore della persona, occorre il valore
personale dell’animo.
Questo tema già presente nella poesia cortese promosso da cavalieri senza feudo per rivendicare la
loro “nobiltà” nel contesto borghese (cittadino) sostiene il concetto di NOBILITA’ CITTADINA
che basa la superiorità dell’individuo e dunque il suo ruolo sociale prioritario sulle doti di
intelligenza e cultura.

Amore e gentilezza sono una cosa sola. Come nella poesia cortese l’amore si identifica con un
elevazione e un raffinamento dell’animo. Questo motivo si trasforma: il saper amare finemente è il
segno della superiorità della nuova classe dirigente nella citta (COMUNE); l’amore però ha un
significato metaforico in quanto saper amare vuol dire sape poetare d’amore, saper scrivere
versi raffinati, quindi è un azione ingegno.
AMORE = GENTILEZZA = ALTEZZA D’INGEGNO

Il rapporto amante (UOMO) amata (DONNA) non è più uguale al rapporto vassallo-signore ma a
quello tra gli ANGELI e DIO
L’amore diviene una sorta di culto della donna trasformato in un essere sovrannaturale e miracoloso
tramite per raggiungere Dio.
SI SUPERA IL CONFLITTO TRA AMORE E RELIGIONE che era nella poesia cortese e in quella
siciliana (di derivazione)
PARAFRASI

L'amore ritorna (‘rimpatria’) sempre in un cuore nobile, come l'uccello (fa) nel bosco tra le fronde;
la Natura non ha creato l'amore prima del cuore nobile, né il cuore nobile prima dell'amore: così
non appena fu creato il sole, subito il suo splendore fu lucente,e non c’era prima del sole; l'amore
prende dimora nella nobiltà d'animo in un modo tanto naturale quanto il calore nella luce del fuoco.
Il fuoco dell'amore si accende in un cuore nobile come la proprietà (di brillare) in una pietra
preziosa, e questa proprietà non le viene conferita dalla stella (il sole) prima che questa l'abbia
purificata; soltanto dopo che, con la sua forza, ha eliminato da lei ogni scoria, allora il sole (stella)
le infonde le qualità preziose: allo stesso modo quando un cuore è reso dalla natura eletto (asletto),
purificato, nobile, solo allora la donna, come se fosse la sua stella, lo fa innamorare. L'amore risiede
in un cuore nobile per la stessa legge per cui il fuoco arde sul doppiere:lì può splendere a suo
piacere, chiaro, inafferrabile; non potrebbe fare altrimenti, tanto è indomabile. Allo stesso modo un
cuore malvagio avversa l'amore come fa l'acqua, che è fredda, col fuoco caldo. L'amore sceglie il
cuore nobile per sua dimora come il luogo che gli è più congeniale, come fa la calamita col
minerale del ferro. Il sole colpisce il fango di continuo, ma questo resta vile, senza che il sole perda
il proprio calore; dice l’uomo superbo: “Io risulto essere nobile grazie alla mia stirpe”; io lo
paragono al fango, e il nobile valore al sole: perché non si deve credere che la nobiltà sussista fuori
dal cuore, per privilegio di erede, se non possiede un cuore nobile, incline alla virtù, così come
l'acqua si lascia attraversare da un raggio di luce e il cielo contiene in sé le stelle e il loro splendore.
Dio creatore risplende nell'intelligenza celeste più di quanto lo faccia il sole davanti ai nostri occhi:
ed essa riconosce il proprio creatore al di là dello stesso cielo e, imprimendo il moto a quest’ultimo,
prende a ubbidire a Lui, ottenendo immediatamente dal giusto Dio il compimento della propria
beatitudine. Allo stesso modo, a dire il vero, la bella donna dovrebbe dare al suo nobile amante,
quando risplende nei suoi occhi, il desiderio di non cessare mai di volerle ubbidire. O donna, Dio mi
dirà: “Quale ardire hai avuto?” quando la mia anima sarà davanti a lui. “Sei passato al di là del
cielo, e sei venuto fino a Me, e hai considerato Me come termine di paragone per un amore profano
(vano): mentre le lodi si addicono (soltanto) a Me, e alla regina del regno (celeste) veramente
meritevole, grazie al quale tutte le cose fallaci vengono meno. Io potrò dirgli: “Aveva l’aspetto di
un angelo che appartenesse al Tuo regno; dunque non ho commesso alcun peccato, se in lei ho
riposto il mio amore”.

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