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Partiamo dall’inizio chi era Platone?

Platone possiamo senza alcun dubbio dire che è stato, ed è


tutt'oggi, il filosofo per eccellenza. Un Uomo che con la sua filosofia è riuscito a colmare anni di
interrogativi nella società Greca. Nonostante Platone parli in tutti i suoi dialoghi di Socrate, questi
non ci aiutano a identificare com’era il vero Socrate. Allora partiamo dalla vita.

Platone nacque ad Atene nel 428, sembra che il suo vero nome sia stato Aristocle, Il soprannome
Platone chi verrà attribuito per la sua ampia costituzione, o secondo altri per la sua fronte molto
ampia. Era di buona famiglia, anzi di ottima, essendo la sua famiglia una delle più antiche e illustri di
Atene. I genitori erano ambedue discendenti da grandi esponenti della legislatura e del governo
ateniese. Possiamo senza dubbio dire che l’evento più significativo e importante della storia di
Platone è stato l’incontro con Socrate avvenuto nel 408. D’altronde ogni avvenimento, ogni sciagura
o cosa bella che avvenga a Socrate indirettamente tocca nel profondo Platone, in particolare la
morte di Socrate sarà uno shock per Platone e lo segnerà a vita. Forse proprio per distarsi dalla sua
morte Platone farà molti viaggi, ed è proprio in questo periodo, che entra a contatto con culture e
usanze di vario tipo, lo porteranno ad avere un vastissimo bagaglio culturale e a fondare ad Atene la
sua scuola che chiamerà Accademia, perché avrà sede in un parco consacrato al Dio Academo.
Anche se a dirla tutta fondò questa scuola per fare concorrenza alla scuola del Sofista Isocrate, eh sì
Platone odiava proprio tanto i Sofisti. Poi farà diversi viaggi a Siracusa, in tutto ci andrà tre volte, per
poi morire nel 348 ad ottanta anni, e lavorò fino all’ultimo alla riscrittura di alcuni suoi dialoghi.

Ciò che rende unico Platone è l’incredibile quantità di opere che ci sono giunte a noi oggi. Tuttavia
non proprio tutte le opere sotto il nome di Platone sono veramente sue. Come abbiamo visto in
letteratura latino con Plauto, in passato era solito collocare sotto un nome famoso opere di altri, così
da farne assumere valore e veridicità.

Tutte le opere di Platone sono dei dialoghi e questo perché? Ebbene Platone, come Socrate, critica
aspramente la parola scritta, secondo Platone infatti questa dà come risultato di generare soltanto
opinioni e non la vera scienza. Vera scienza che può essere trasmessa solo con un dialogo, un
discorso parlato, quindi con oratore ed interlocutore, perché ti rivolgi direttamente alla persona a cui
sono indirizzate quelle parole, cosa che con lo scritto non è fattibile poiché passa a più persone, e
quindi rischia di perdere il suo vero significato, e quindi quelle parole falliscano il loro scopo
originario.

Anche se sembra paradossale no? Platone condanna la scrittura e poi scrive i dialoghi. Potremmo in
qualche modo giustificare questo paradosso dicendo che i suoi dialoghi avevano una finalità politica,
per difendere e scagionare Socrate dalle accuse rivolte contro di lui. E scriveva anche per portare
avanti la VERA dottrina di Socrate.

Ora secondo Platone esporre la vera filosofia di Socrate significherebbe esporre la vera filosofia:
Platone nell’arco di 40 anni modificò, rivendette e smontò la dottrina di Socrate trasformandola, a
dire il vero, nella sua dottrina.

Principalmente le dottrine di Platone si basavano sull’accusare e smentire ciò che dicevano i sofisti.
Nel Menone Platone si domanda che cos’è la virtù. E con questa domanda il suo intento è quello di
smentire e polemizzare la dottrina gorgiana della molteplicità e dell’irriducibilità delle virtù. Socrate
stesso non sa cos’è la virtù e allora il protagonista del dialogo Menone si chiederà giustamente come
si fa a cercare qualcosa che non si sa cosa sia. E Platone risponderà che non sa perché altrimenti non
starebbe cercando una risposta, ma allo stesso tempo lo sa, altrimenti non saprebbe cosa cercare.
Quindi il filosofo non cosa cerca ma conosce il metodo per cercare. E quindi conoscere il metodo per
cercare vuol dire ricordare: queto è quello che Platone ci dice nella dottrina della anamnesi, che per
l’appunto vuol dire ricordo. Quindi nel Menone Platone ci sta dicendo che nessuno può insegnarci
veramente qualcosa, ma può solo aiutare a ricordare quella conoscenza sopita nel profondo del
nostro animo, che riaffiora venendo punzecchiata.

Un altro interrogativo che si poneva Platone era che cos’è lo stato? Platone ci dice che uno stato
nasce dal bisogno, dal bisogno di mangiare dal bisogno di avere una casa, dal bisogno di vestirtici e
così via. Per realizzare questi bisogni è necessario avere delle persone specializzate in un
determinato campo quindi di un contadino, di un tessitore, di un muratore, quindi di persone che
provvedono ai bisogni di tutta la comunità. Questo perché ognuno di noi è diverso dall’altro e quindi
ha una differente predisposizione per fare un determinato compito. E quando una comunità non
basta più a sé stessa questa chiede aiuto alle altre. Quindi lo stato è un organismo naturale che
nasce dai bisogni dei cittadini. E nel dialogo la Repubblica Platone indica 4 tipi di organizzazione
statale che corrispondono a 4 tipi di uomini: la costituzione timocratica dove prevale l’amore e il
denaro, la costituzione oligarchica simile a quella timocratica ma fondata sul censo, la costituzione
democratica dove si dà libero sfogo a vizzi desideri ed ingordigia, e dove l’eccesso di libertà porta alla
schiavitù, e la costituzione tirannica dove il popolo elegge un difensore che pone fine all’anarchia
ma ne creerà un'altra ancora più selvaggia e funesta.

Per avere un equilibrio in queste forme di stato c’è bisogno di una nuova figura quella del guardiano
dedito a garantire l’ordine. Al guardiano deve essere impartita un’educazione priva di favole, miti,
musica e poesia, in quanto queste arti sono fittizie e ingannatrici che distorcono la figura degli dei e
fanno cadere nel vizio e nella lussuria gli uomini, beh possiamo ben immaginare cosa ne pensasse
Platone di Omero allora. La virtù fondamentale dei guardiani è il coraggio, la temperanza e la
giustizia.

Quindi la Repubblica ideale di Platone è divisa in 3 classi inseparabili come l’anima: I Sapienti che
rappresentano la parte razionale dell’anima quindi il cervello, I guerrieri che rappresentano il
coraggio quindi il petto, il cuore, ed infine i lavoratori che rappresentano la moderazione e quindi la
pancia. Ecco diciamo che evidentemente Platone era un po' un nemico della libertà. Questa
geometria politica necessita che ciascuna delle classi esegua la sua funzione per poter funzionare.

Parlando dell’anima Platone diceva che questa era divina, essendo questa cosa a parte dal corpo,
possiamo dire che l’anima sta momentaneamente nel corpo per poi ricongiungersi con gli elementi a
lei simili. Possiamo notare delle analogie con la dottrina della metempsicosi di Pitagora, anzi è quasi
proprio una ripresa di quella dottrina e allora dove sta la novità di Platone? La novità sta nell’aver
fondato questa vecchia teoria su delle nuove argomentazioni filosofiche, andando quindi a formare
una nuova teoria originale e complessa, che viene chiamata “dottrina delle idee”.

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