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ANTROPOLOGIA

UNIONE EUROPEA
- Anti-europei  partiti “sovranisti”
- Etnonazionalismi regionali
- Flussi migratori
Crisi della narrazione europeista. La patria comune in cui si dovrebbe riconoscere il popolo
dell’Europa. Questo tentativo di suscitare un’identità unificativa europea sta fallendo per motivi e
scelte politiche economiche e strategiche. È venuta crescendo anche una diffidenza e un rancore
che si alimenta con un centro di potere estraneo ai veri interessi popolari.
Con motivazioni diverse nella parte centro orientale le opinioni pubbliche considerano l’ue come
un nemico da cui difendersi. Questo atteggiamento ha provocato un senso di appartenenza
nazionale. Le nazioni sono per natura constrastive, non traggono alimento da un nemico esterno
ma dall’opposizione nei confronti dell’ue.
Negli ultimi anni cresce diffidenza fra i paesi membri dell’unione. Incontrollata crescita dei flussi
migratori hanno favorito la litigiosità fra i paesi europei.
Grecia e Germania  debito greco. L’unione punisce chi non rispetta le norme e i parametri
imposti. La Grecia viene ridotta in miseria. I tedeschi considerano i greci colpevoli di questa
situazione. Ha ricadute sociali drammatiche.
Tensione di fondo tra i paesi occidentali tra Germania Francia, stati orientali entrati dopo la caduta
dell’unione sovietica che considerano ue come fonte di risorse ma sono restii a condividere
politiche come l’accoglienza dei migranti.
Occidente colpevolizza oriente di non seguire le politiche, e oriente colpevolizza di non accettare la
loro sovranità interna.
Italia contro Francia, scaricava in Italia migranti illegalmente.
Questa ostilità viene aumentata dai partiti sovranisti, ovvero anti-europei. Fenomeno che riguarda
la maggior parte dei membri europei. Sono ostili al processo di integrazione europeo e ad un
ulteriore processo di integrazione, ostili contro le norme di bruxelles. Raccolgono e amplificano il
malcontento dell’opinione pubblica, propongono un recupero della sovranità nazionale (e un forte
controllo).
LEGA= si è trasformata, sta nel gruppo sovranista. (Lega nord), populismi di destra, riflessione su
questi partiti sono che a volte sono definiti cripto fascisti (termine da utilizzare non a vanvera).
Sono etichettati come populisti = cercano di risponde a domande di tipo popolare in un certo
modo. Questo successo elettorale consistente deriva dalla crisi europea della sinistra socialisti, i
quali non hanno saputo offrire una risposta adeguata. La cintura rossa (operai) di Parigi sono
migrati verso il Front National.
Si propongono nella difesa dei nazionalismi, ostili ai migranti, difendono il popolo come unità di
sangue, non sono dichiaratamente fascisti. Filofascita dichiarato è partito greco, neonazista.
Sviluppo di etnonazionalismi regionali: cioè movimenti subnazionalisti incapsulati dentro gli stati
nazionali. Due esempi consistenti: Catalogna e Scozia. Queste tendenze secessioniste sono un
fenomeno inaspettato perchè nel momento in cui si sviluppa il processo di integrazione
partenopeo che deve dare un superamento e un’unione europea. È la sottrazione di sovranità agli
stati nazionali, che non controllano più la propria economia. La sovranità nazionale è stata erosa
dall’ue. Questo indebolimento ha creato uno sazio dove si sono inseriti queste ideologie di
separazioni.
Altro indebolimento è la globalizzazione, di stati emergenti come la Cina.
Altro fattore è il potere capitale finanziario che interviene in modo pesante nell’economia
nazionale, come i debiti pubblici.
Questi fattori portano a un indebolimento della forza politica degli stati europei.
Questo aumenta la propensione a frammentazione e fa tornare a galla volontà di fratture interne
latenti, che oggi si sono allargate (Catalogna e Scozia).
Queste tendenze centrifughe si sono innescate nelle aree più sviluppate del paese, Catalogna più
industrialmente sviluppata, Scozia ha il dominio petrolifico, Lega Nord più industrializzata del sud.
Hanno la capacità di gestire in proprio le questioni economiche.
Politicamente è possibile classificarli? I movimenti etnonazionalismi regionali: Scozia  scottish
national party. Catalogna  movimento scessionista nazionalista catalano da centro-destra e
sinistra, schieramento trasversale: è una nazione oppressa fin dal 1714, guerra di successione
spagnola viene occupata dalle truppe borboniche e Filippo V abolisce la lingua catalana dalla
pubblica amministrazione. I catalani sono stati molto legati alla loro lingua e hanno subito una
forma di oppressione del catalano perché la lingua ufficiale è il castigliano. Dopo il periodo di
defascitizzazione la Catalogna ricomincia a riutilizzare la propria lingua.
La Bretagna ha avuto pulsioni scecessioniste, ha una propria lingua. Fondato nel 1915, l’ostilità nei
confronti di Parigi fu cosi forte che dopo l’invasione nazista della Francia collaborarono con la
Germania.
Croazia, si separa dalla Jugoslavia. Il governo di Belgrado si oppose perché la perdita della Croazia
non era digeribile. La lingua di Croazia e Serbia è lo stesso. Serbi ortodossi, Croati cattolici. La
Croazia è stata parte dell’impero austro-ungarico, Serbia no (differenza significativa). Prima guerra
mondiali due servi fanno l’attentato a Sarajevo.
La Jugoslavia era un regno fino alla seconda guerra mondiale, dove viene occupata da Italia e
Germania. In Serbia nasce un movimento di resistenza partigiana comandata da Tito, nasce
un’armata che tiene testa ai tedeschi e li sconfigge. Dopo la seconda guerra mondiale nasce la
repubblica socialista della Jugoslavia. Comincia la guerra tra Croazia e Belgrado, scissione latente
della Croazia. Diventata indipendente rivaluta la figura di Pavelich e riutilizza la bandiera di
ustascia (filofascista di Hitler), (come se noi avessimo la bandiera della repubblica di Salò).
C’è identità da far riemergere: linguistiche, religiose o entrambe. Rivendicate come fondamento
delle rivendicazioni politiche (in realtà avviene il contrario).
Catalogna  richiamo alla lingua fondamentale.
Croazia la religione. La religione non fregava niente a nessuno, ma viene fatta riemergere per
poter rivendicare l’indipendenza.
Scozia  non ha rivendicazioni né linguistiche né religiose. La lingua storica non si parla più, quindi
non si può fare leva sulla differenza linguistica. La religione non conta più nel Regno Unito. Si fa
ricorso perciò all’identità storica, ma ricorso moderato e non fondo di epos nazionalista. Si lega al
discorso economico, grazie al petrolio.
Flussi migratori aumentati negli ultimi anni che provengo dall’esterno, dal sud. Ci sono già stati
flussi, ma interni in quanto la Germania aveva disperato bisogno di manodopera, queste
migrazioni coprivano richieste.
Queste migrazioni non sono state richieste, modificano anche il panorama mentale europeo.
Nascono le città multietniche con elevata percentuale di immigrati. È cambiato il panorama etnico
delle grandi città.
Dinamiche interne di questi processi migratori: mutamento profilo etnico delle grandi città. In
America questo processo avviene con un secolo di anticipo. Diffuso è la tendenza degli immigrati
ad aggregarsi in determinati quartieri. I primi immigrati in un certo paese tendono ad attirare altri
immigrati. La vicinanza permette di sviluppare una rete relazionale e una mutua assistenza. Si crea
anche una rete di servizi etnicamente rimarcata, come negozi e luoghi di culto, associazioni e
luoghi di incontro. Questo non si verifica più tanto perché c’è un numero elevato di immgrati che
si disperdono nel territorio. Altro aspetto è il Progetto Migratorio, arrivano per fare cosa, per
restare quanto… i migranti hanno intenzione di stabilirsi definitivamente, altri optano per una
permanenza temporanea, perché il loro progetto migratorio è temporaneo. Voglio trovare lavoro
per accumulare soldi per mandarli a casa. Al termine di accumulazione tornano a casa per
sviluppare un’attività economica in patria. Si parla di immigrati che si regolarizzano, che
propendono verso un certo grado di integrazione.
Questi emigrati temporanei non riguarda solo l’Europa ma anche l’America.
Alta percentuale di immigrati clandestini che entrano illegalmente e cercano di disperdersi in
Europa. Globalmente immigrati definitivi, temporanei e clandestini sono una massa enorme. Ci
stiamo giungendo a una soglia limite in Europa di contenimento di migranti. Il discorso di
accoglienza non ha concettualità e gli immigrati clandestini sono una presenza problematica: sono
difficili da integrare culturalmente (più basso è il livello culturale, di istruzione e di professionalità,
minore è la capacità di immigrarsi). I più facilmente integrabili sono i siriani, che scappano davvero
da una guerra spaventosa. Culturalmente e economicamente molto elevati, scappano medici,
ingegneri… riescono meglio a integrarsi, hanno strumenti per integrarsi. Un senegalese non ha
strumenti culturali per integrarsi, non ha capacità lavorativa, pesa oggettiva sui sistemi sociali,
sanitari, stanno nei centri di prima accoglienza. La loro presenza genera intolleranza, perché anche
i cittadini europei non hanno un livello culturale elevato, agiscono solo i luoghi comuni. Incapacità
di integrarsi degli immigrati, incapacità di accogliere mentalmente dei residenti.
Gli immigrati regolari che si integrano hanno anche loro problematiche: conflitto tra uguaglianza e
differenza. L’eguaglianza di diritti e doveri: il regolare riceve alcuni diritti, come assistenza sanitaria
e di scolarizzazione, ma deve assumere dei doveri, come rispettare la legge della nazione.
La differenza sta nella differenza culturale, che è ineliminabile, in quanto gli immigrati cercano di
conservare le loro origini culturali, che a volte entrano in conflitto con la legge (abuso di figli,
costringere al matrimonio, segregarla in casa per non uscire con amici, mandare i figli in scuole
illegali coraniche, coprire le donne). Ciò genera conflitti più o meno latenti, anche sul piano di
codici simbolici. Il paesaggio mentale è pervaso di simboli islamici e si trovano in un contesto
urbano in cui questi codici simbolici sono assenti. Cercano di recuperare l’identità mussulmana. I
residenti vedono perciò gli immigrati come un corpo estraneo.
Punto di vista dei nativi: analisi della nostra identità  come ci rappresentiamo allo stato: nella
mente c’è confusione tra stato e comunità nazionale: una e struttura giuridica amministrativa, una
è la comunità nazionale. L’Italia è un campo di omogeneità culturale? Gli immigrati vengono perciò
visti come un fenomeno estraneo. L’italiano medio percepisce il proprio stile di vita come naturale,
non c’è la percezione di carattere convenzionale di cultura, perché assorbiamo il concetto di
cultura dalla nascita. Gli islamici hanno paura che le generazioni si occidentalizzino. Ci sono linee di
fratture invisibili che percorrono le città multietniche e sono presenti anche tra gli immigrati stessi
(ucraini, turchi…).

La globalizzazione produce ibridazione culturale, riguarda la mescolanza, in realtà questa forma di


sincretismo sono stati sopravvalutati perché i portatori del progetto migratorio non cercano di
immigrarsi. Non voglio integrarsi, voglio solo fare soldi.
Questa ostilità si manifesta ugualmente in tutte le comunità intruse? No, non c’è diffidenza nei
confronti di peruviani, filippini, ucraini, cinesi perché si sono inseriti in certi settori e erogano
servizi utili alla comunità italiana. Questa ostilità si manifesta nei gruppi di migranti che tentano di
ostentare i loro simboli, cioè migranti musulmani. Questa diffidenza alimenta gli stereotipi. Uno
degli elementi base di questo stereotipo tra arabo e musulmano (entità solo parzialmente
sovrapponibili): sono arretrati, fanatici religiosi, pericolosità sociale.
Questa ostilità dei residenti favorisce una reazione uguale e contraria: i musulmani voglio farsi
vedere, costruiscono un islam reinventato, un’identità difensiva di rimbalzo.
La situazione migratoria è difficile perché la loro integrazione economica avviene a un livello basso,
che genera frustrazione.
ICONOFOBO: rifiuto delle immagini da parte dell’Islam.
ICONOFILE: degli occidentali, concezione storica figurativa.
Il velo occulta, sottrae la vista degli alti uomini, mezzo per rendere la donna invisibile. Ora è
diventato una forma di ostentazione, in modo per farsi vedere. Il velo rimanda all’occultamento,
per cui genere rigetto nel velo, tocca un principio un valore fondamentale di confronto a viso a
viso nell’occidente. Chi occulta il proprio viso viene meno a un valore sociale. Questo rifiuto ha
portato a misure legislative: divieto di indossare forme di occultamento estremo della persona.

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