Novelle scritte da Ghinoi, Ferrari, Sorbi e Antonelli
Novella n. 1: TEMA LIBERO
Il baule e il suo segreto Ora vi racconterò di Bruna e la sua scoperta. Bruna era una bambina riflessiva, intelligente e curiosa. Viveva in una famiglia patriarcale, composta da 17 persone, ognuno svolgeva un’attività legata alla terra. Il papà di Bruna era pastore, ma da giovane era stato immigrato in Francia, precisamente a Marsiglia dove faceva lo stalliere. Era partito all’età di 14 anni, con lui altri Italiani e tutti giovanissimi per lavorare e cercare fortuna. Bruna ogni tanto chiedeva notizie di questo suo “andare all’estero” per lavorare, com'era la situazione in quella nazione per esempio, ma non riceveva mai molte risposte a riguardo. Quando non c’era nessuno in casa era solita ad andare a rovistare nel comò e in un bauletto che i membri della famiglia tenevano in una camera, trovò la chiave e aprendolo le apparvero diversi oggetti, tra cui una boccetta di profumo francese e una lettera. Subito l’aprì e lesse. Scoprì che suo padre nel soggiorno a Marsiglia aveva avuto una figlia. In quella lettera c’erano scritte cose che riguardavano il padre: “caro Domenico io parto per l’America, sai che Maria è tua figlia. Ricordati e abbi cura come puoi di lei.” Successivamente aprì la boccetta e cominciò a profumarsi, richiuse tutto e scese la scala di legno fino ad arrivare in cucina, dove sua madre preparava da mangiare. Allora Bruna chiese se fosse vero che suo padre aveva avuto una figlia, la madre confermò e le intimò il silenzio. Bruna aveva appena scoperto di avere una sorella più grande di lei di 10 anni. La curiosità di Bruna portò allo scoperto il segreto di una relazione antecedente, ma lei era felice e quando raggiunse i 20 anni si presentò a Maria per conoscerla e riconoscerla come sorella. Si abbracciarono e per alcuni anni si frequentarono, fintanto che Maria rimase in Italia. Una storia veramente particolare che legò l’Italia con la Francia e l’America. Bruna per tutta la sua vita ebbe relazioni scritte con la sorella e quando quest’ultima si ammalò gravemente, lei ebbe il coraggio di andare in America a trovarla e salutarla per l’ultima volta; e pensare che anche Bruna era ammalata da diversi anni, era in dialisi. Una donna veramente coraggiosa che scoprì una parte nascosta della sua vita e la testimoniò apertamente con riprovata amarezza della madre che avrebbe voluto tenere il silenzio per sempre. Novella n. 2: “LIBERTA’ PRIVATA” Tra serva e schiava… C'era una volta una serva di nome Berta. Berta viveva la sua vita felice in una fattoria feudale con tanti animali e tanti amici servi. Il padrone di questa fattoria si chiamava Osvaldo (padron Osvaldo), un uomo semplice e buono che aveva fatto la sua fortuna tramite la vendita di legname. Osvaldo era molto buono con i suoi servi: essi avevano dei begli alloggi dove dormire, avevano molto cibo con cui sfamarsi e lavoravano quindi felici e sereni. Berta andava volentieri al mercato, a lavare i panni e a fare le commissioni per padron Osvaldo... Ma una malattia incombeva sulla campagna quegli anni e non passò molto che Osvaldo si ammalò e successivamente morì, lasciando però a ognuno degli schiavi una cospicua eredità. Il ruolo di capofamiglia succedette quindi al figlio maggiore, Lorenzo, un uomo crudele e prepotente che non esitò a fare molti cambiamenti anche sull'amministrazione del sistema feudale nella fattoria... Per prima cosa assunse dei briganti in modo che di notte rubassero tutte le eredità dei servi che da lì in avanti sarebbero stati chiamati schiavi, poi limitò il più possibile i contatti tra schiavi e persone della famiglia. Infine privò Berta e le altre serve donne di qualsiasi uscita dalla fattoria. Berta da quel giorno non poté più andare al mercato o semplicemente andare a lavare i panni, perché Lorenzo considerava le donne così inferiori agli uomini che preferiva mandare un uomo a lavare i panni piuttosto che fare uscire una donna e far sì che ella si fosse mostrata in pubblico. Berta pianse e pregò tante notti che la situazione cambiasse, che la sua libertà privata gli fosse restituita, a lei come a tutti gli altri schiavi che diventavano sempre più magri e stanchi a forza di lavorare di più e mangiare di meno. Ma come esiste un Dio buono e giusto un giorno arrivò una lettera che diceva che a causa di questa grave epidemia, la stessa che aveva ucciso Osvaldo, l'esercito dello Stato era diminuito e istituiva una leva militare obbligatoria per tutti i primogeniti delle famiglie feudali e non... Lorenzo allora dovette partire, lasciando così al potere il fratello minore Ambrogio che seppe guidare la famiglia e governarla sulle orme del padre, restituendo a tutti i servi la libertà che gli era stata portata via. Novella n.3: “ODIO/CONFLITTI” Un’amicizia falsa Questa storia parla di Jessica, una ragazza di 16 anni di Napoli che frequenta la seconda superiore. Jessica vive con i suoi genitori e sua sorella Anna di 2 anni più piccola. È una ragazza molto solare e socievole ed è innamorata di un suo compagno di classe, Luigi, da ben 4 mesi. Della sua cotta per Luigi ne è a conoscenza solo Emilia, la sua migliore amica. Emilia è coetanea di Jessica, sono compagne di classe e sono anche vicine di casa. Sono cresciute insieme e sono molto legate. Un giorno Emilia consiglia a Jessica di dichiararsi a Luigi. Quest'ultima rifiuta subito, ma poi viene convinta dall'amica della quale si fida ciecamente. Qualche giorno dopo Jessica si dichiara a Luigi e si fidanzano. I due si trovano benissimo insieme poiché hanno gli stessi gusti e le stesse passioni. Una sera, però, Jessica torna a casa dopo aver fatto una passeggiata in centro a Napoli con Luigi e vede che i suoi genitori sono seduti sul divano, in silenzio, con il volto triste. Jessica preoccupata chiede che cosa fosse successo e i suoi le spiegano che a partire dalla prossima settimana si sarebbero dovuti trasferire a Milano per motivi di lavoro. Jessica scoppiò in lacrime e pensò subito a tutti i suoi coetanei e a Luigi. Arrivò il giorno della partenza e Jessica salutò i suoi amici e il suo fidanzato. Una volta arrivata a Milano si fece subito nuovi amici e la città le piaceva, ma Napoli le mancava da morire. Arrivarono le vacanze estive e i suoi genitori decisero di trascorrerle a Napoli e Jessica non vedeva l'ora di riabbracciare Emilia e Luigi con i quali si era tenuta in contatto. Ma una volta tornata nella sua amata Napoli la sorpresa non fu piacevole e scoprì che Luigi si era fidanzato con Emilia, la sua migliore amica! Si sentì tradita da entrambi, in particolare da Emilia che considerava come una sorella. Chiese così ai suoi genitori di tornare a Milano per iniziare un nuovo capitolo della sua vita. Novella n. 4: “HAPPY ENDING” Un amore ritrovato La storia racconta di mamma Eugenia e della giovane Maria. Maria era una giovane e bella ragazza che durante la seconda guerra mondiale, quando gli Inglesi combattevano in Italia per la liberazione, conobbe un militare. Pensare che insieme alla sua famiglia viveva in campagna, isolata dal paese. Sua mamma si intendeva di erbe e le usava per curare anche le persone che abitavano nei dintorni. Vivevano a contatto con la natura e producevano il necessario per vivere. Un giorno suo fratello arruolato a Reggio, portò lì a casa un soldato Inglese ferito e le donne lo curarono. Eugenia andava e veniva con fasci di erbe, le faceva bollire in una pentola sul camino, le colava e con il liquido medicava Alfred; con altre erbe faceva una pomata e alla fine ne usciva un medicamento molto efficace. Passarono i giorni e durante la permanenza di Alfred, egli si innamorò di Maria e lei pure. Dalla loro relazione nacque una bimba, Grazia. Data la situazione però, non potevano sposarsi, c’era la guerra che non permetteva a lui di avere documentazioni per il matrimonio, ma poco dopo Alfred fu richiamato in patria. Lui promise che sarebbe ritornato a guerra finita e che l’avrebbe finalmente sposata. Passarono gli anni, la bimba cresceva e Maria aspettava. Un bel giorno, Alfred tornò. Grazia stava giocando nel cortile quando vide uno straniero arrivare, subito chiamò la mamma e la nonna, che con grida di felicità, saltarono al collo di Alfred. Successivamente tutti e tre partirono per Edimburgo e vissero bene, ma ogni anno tornavano per passare l’Estate in quella casa dove si erano incontrati per la prima volta sperduta fra i monti.