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Fonte: Rapporto ISS COVID-19 n. 4/2021, versione del 13 marzo 2021 “Indicazioni ad interim sulle misure di
prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione anti-COVID-19”.
“…Ogni lavoratore, inclusi gli operatori sanitari, anche se ha completato il ciclo vaccinale, per proteggere sé
stesso, gli eventuali pazienti assistiti, i colleghi, nonché i contatti in ambito familiare e comunitario, dovrà
continuare a mantenere le stesse misure di prevenzione, protezione e precauzione valide per i soggetti non
vaccinati, in particolare osservare il distanziamento fisico (laddove possibile), indossare un’appropriata
protezione respiratoria, igienizzarsi o lavarsi le mani secondo procedure consolidate. Gli operatori sanitari,
così facendo, proteggeranno anche soggetti particolarmente fragili, quali i pazienti o gli assistiti nelle
strutture sanitarie. È evidente che tutte le misure di prevenzione, protezione e precauzione devono essere
applicate in maniera scrupolosa anche al di fuori dell’orario lavorativo….”
Misure universali di prevenzione durante tutto l’orario di lavoro e di permanenza sul luogo di lavoro
Si richiama alla costante applicazione delle misure universali di prevenzione e contenimento del rischio quali
fattori di protezione “chiave”:
sanificare frequentemente le mani con soluzioni alcoliche se le mani non sono visibilmente sporche o
con acqua e sapone se le mani sono sporche;
evitare di toccare gli occhi, il naso e la bocca;
tossire o starnutire coprendosi con il braccio piegato o un fazzoletto, che poi deve essere
immediatamente eliminato;
lavare le mani dopo aver eliminato i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, degli occhi, delle
mani e del corpo.
Comportamenti di prevenzione anche nelle fasi operative extra assistenziali (ad esempio riunioni,
pausa mensa, attraversamento di percorsi intraospedalieri)
Si richiama quanto segue:
la mascherina chirurgica, come dispositivo di protezione collettivo, produce efficacia nel momento
in cui viene indossata correttamente, ovvero coprendo naso e bocca, e da tutti i soggetti che
coabitano il medesimo spazio ambientale e il suo utilizzo non costituisce una misura preventiva
alternativa al distanziamento interpersonale: a tal riguardo si ritiene che un metro rimanga la distanza
minima da adottare e che sarebbe opportuno aumentare il distanziamento fisico fino a due metri,
laddove possibile e specialmente in tutte le situazioni nelle quali venga rimossa la protezione
respiratoria (come, ad esempio, in occasione del consumo di bevande e cibo);
l’igienizzazione frequente delle mani è efficace nella riduzione delle trasmissioni virali da contatto
diretto con persone e superfici.