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Volume A

Unità 4
La voce narrante, il punto di vista, lo stile

Tommaso Landolfi
La lama
In questo racconto, di cui ti proponiamo il brano finale, lo scrittore Tommaso Landolfi (1908-1979) ricorda
una vicenda situata nel passato attraverso un lungo flashback. Si tratta della ricostruzione di un omicidio, in
cui si alternano due voci narranti.

Io erravo a tentoni1 e in punta di piedi (onde non fornire indizi allo sconosciuto poliziotto) per la
vasta sala, e cercavo una vittima qualunque; proprio a me era toccata in sorte la parte dell’assassino.
In quella mi sentii stringere alla vita da due braccia convulse; non tardai a riconoscerle, due labbra
soffici e ardenti sfiorarono appena le mie. Volevo trattenere la fanciulla, ma essa si divincolò
prestamente2 e s’allontanò nel buio mormorando una parola d’affetto che non intesi. Era la prima
volta che faceva ciò. Io non pensai neppure a ucciderla; stordito e felice ripresi ad aggirarmi qua e
là senza scopo e il gioco, mancando il mio intervento, si protraeva più del consueto3. Intorno udivo
confusamente risate soffocate di ragazze, e schiamazzi vari: quei giovani, per attirare l’attenzione
dell’ignoto assassino e indurlo finalmente ad agire, picchiavano contro i mobili, tossivano e si
schiarivano la gola fragorosamente.
Poi forse m’avvicinai senza volere agli schiamazzatori ed essi, uditomi (ché non mi davo più la
pena di smorzare i miei passi4) e non sapendo quali panni vestissi, tacquero, e tacque anche il loro
scalpiccio; vi fu un silenzio assoluto e lacerante, non fosse stato pel 5 vento che gemeva e per lo
sportello che ritmicamente sbatteva, chissà dove. Fui preso allora all’improvviso da una grande
angoscia, in palese6 contrasto col mio precedente stato d’animo. Qui udii un grido alto, all’estremo
opposto della sala; riconobbi la voce, sebbene paresse davvero stravolta dal dolore; quasi nello
stesso istante si riaccesero le luci.
Avveniva talvolta che qualcuno s’arrogasse i diritti dell’assassino senza essere stato dalla sorte
designato a tale ufficio7; tanto per mettere confusione. Pensai che così fosse avvenuto anche ora e
m’avviai protestando verso il luogo dove il corpo di lei giaceva al suolo. Ma già prima di
raggiungerlo distinsi in volto ai primi accorsi una funesta costernazione 8, meglio, un immenso
stupore. Tutti questi giovani avevano il viso accorato degli innocenti offesi e colpiti, delle creature
tradite. Tacevano e ansavano appena; fu solo un poco dopo che scoppiarono grida.
La fanciulla giaceva riversa9, pallidissima e con gli occhi chiusi; una mano riposava sul petto
abbandonata, secondo il gesto abituale. Il cavo della clavicola, un po’ a sinistra della fontanella
della gola recava confitto fino alla guardia un pugnale o uno stocco 10, un’arma infine di notevoli
proporzioni, la cui elsa11 sporgente gettava un’ombra leggera sulle palpebre inazzurrate 12 della
creatura colpita. Estratto questo coltello, il sangue sgorgò a fiotti dalla ferita.

Ora la storia è finita davvero. Inutile aggiungere che l’assassino non fu mai scoperto; né il
poliziotto in carica né gli altri di poi13 seppero che dire o che fare. Del resto chi di noi, e di tutta
l’umanità, avrebbe avuto interesse a uccidere una tale fanciulla? Il vero assassino non aveva lasciato
tracce o fornito indizio alcuno.
Conservo ancora quell’arma (concluse l’amico asciugandosi un po’ di sudore e guardandoci
finalmente negli occhi). La lama, lunga e tagliente, è sottilmente damascata 14, l’impugnatura si
direbbe di corno, con riflessi madreperlacei, verdi rossi, assai cupi. Ma pure… Ebbene (l’amico
sorrise timidamente), l’impugnatura si direbbe d’una materia sconosciuta. E la lama poi? Certo essa
splende come acciaio polito15, ma da che viene16 che i leggeri grumi di sangue su di essa siano
ancora d’un rosso vivo, oggi quando tanti anni sono passati?
(T. Landolfi, Le più belle pagine, scelte da Italo Calvino, Milano, Rizzoli, 1982)
1. a tentoni: mi muovevo con difficoltà nella stanza buia.
2. prestamente: presto, all’improvviso.
3. si protraeva più del consueto: durava più del solito.
4. ché… passi: poiché non mi preoccupavo più di attutire il rumore dei miei passi.
5. pel: per il.
6. palese: chiaro, evidente.
7. s’arrogasse… ufficio: si comportasse come l’assassino, pur non essendolo.
8. funesta costernazione: profondo turbamento dell’animo.
9. riversa: a terra, a faccia in su.
10. Il cavo… stocco: l’incavo della spalla, un po’ a destra della gola, mostrava un pugnale o uno spadino conficcato
fino all’impugnatura.
11. elsa: l’impugnatura di un’arma da taglio.
12. inazzurrate: dai riflessi azzurrini.
13. di poi: in seguito.
14. damascata: lavorata finemente, come le stoffe preziose.
15. polito: lucido.
16. da che viene: come si spiega.

Sapere

1. In un testo scritto, qual è la differenza fra autore e narratore?

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2. Qual è la differenza fra narratore interno e narratore esterno?

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3. Completa il testo con i vocaboli più adatti.


Quando il narratore manifesta in modo esplicito la sua presenza con commenti, con valutazioni sulle
azioni o sui pensieri dei personaggi, con informazioni aggiuntive, si tratta di un narratore
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Se, al contrario, rimane rigorosamente estraneo, astenendosi dal formulare qualsiasi giudizio e
limitandosi a registrare azioni, gesti, atti o pensieri dei personaggi senza valutarli, si tratta di un
narratore .................................................................... .

4. Definisci con parole tue che cosa si intende per “stile” in un testo narrativo.
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Saper leggere

5. Qual è il fatto principale narrato nel brano, che condiziona l’atteggiamento e le azioni di tutti i
personaggi?
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6. Com’è stata uccisa la ragazza riversa per terra?


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7. Chi è stato a ucciderla, con molta probabilità?


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8. Da quali indizi presenti nel testo si può ricavare la risposta precedente?
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9. Quante sono le voci narranti presenti nel testo che hai letto?
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10. Nel testo è possibile distinguere un narratore di primo grado e un narratore di secondo grado. Ritrova
e sottolinea le frasi attribuite al narratore di primo grado.

11. Il narratore di primo grado è interno o esterno alla vicenda?


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12. Il narratore di secondo grado è un io narrante. Come lo si riconosce?


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13. Trascrivi una frase del testo che si riveli chiaramente essere dell’io narrante.
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14. La conclusione del testo ci fa comprendere che la vicenda è stata ricostruita per mezzo di un lungo
flashback. In che cosa consiste questo artificio narrativo?
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15. Il registro narrativo del testo è:


a. alto.
b. medio.
c. basso.
d. gergale.

16. Trascrivi una frase che dimostri quanto hai risposto nella domanda precedente.
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