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Quaderno 5, Valli Del Termina. Nigrizzano
Quaderno 5, Valli Del Termina. Nigrizzano
DOCUMENTAZIONE ARCHIVISTICA
Introduzione
Sappiamo dunque che le famiglie residenti a Nigrizzano nel 1443 erano gli
Sclaviis, de Rubeis, de Caviranno e de la Rippa.
Tuttavia sembra che non si facesse distinzione tra gli abitanti delle due frazioni
La Ripa e Nigrizzano, i quali vennero registrati sotto l’indicazione conctracta ubi
dicit in Nigrizanno. Alcuni indizi, che verranno approfonditi nel testo, ci portano a
pensare che le famiglie de Caviranno, de la Rippa e Sclaviis risiedessero nell’attuale
frazione La Ripa mentre l’unica famiglia residente nell’attuale frazione Nigrizzano
fosse quella dei de Rubeis.
Il Quattrocento
1 Per una riassuntiva contestualizzazione storica e per un breve inquadramento degli avvenimenti quattrocenteschi
accorsi al castello di Neviano si veda F. Garbasi, I Barbieri di Case Barbieri (Neviano degli Arduini). Storia di una
famiglia nel quadro degli avvenimenti del territorio parmense tra Quattrocento e Cinquecento, in questo volume.
2*OLHVWLPLGHLEHQLGLRJQLQXFOHRIDPLOLDUHUHGDWWLQHOHQHOHUDQR¿QDOL]]DWLDOO¶LPSRVL]LRQHGHOO¶DFTXLVWR
di un proporzionale quantitativo di sale (utile sia per la conservazione degli alimenti che per l’alimentazione umana e
animale), che era soggetto a monopolio ducale. Prima del dominio estense su Parma di Nicolò III d’Este (1409-1420),
il sale era estratto quasi esclusivamente dalle saline situate nella zona di Salsomaggiore, successivamente integrato con
quello marino di Cervia e Comacchio soggetto al controllo degli Estensi e della Repubblica Veneta.
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FRANCESCO GARBASI
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Fig. 2. Pozzi per l’estrazione del sale situati nella zona di Salsomaggiore (1318 circa). Da qui
proveniva la maggior parte del sale venduto dal Comune di Parma prima del dominio estense
(1409-1420) che permise l’accesso alle saline di Cervia e Comacchio.
Tratto da Vivere il Medioevo, 2006, scheda 215, p. 277, Marzio Dall’Acqua.
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NIGRIZZANO (NEVIANO DEGLI ARDUINI) STORIA DI UNA COMUNITÀ TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO
Duca di Milano del 14433, nel quale le persone residenti nel territorio di Neviano
vennero registrate in tre momenti differenti. Il 21 luglio furono registrati 81 nomi
suddivisi tra le località: Montale, Begozzo, Paderna, Nigrizzano, Costa, Cereto,
Quinzano e Laurano.
Chi non era presente il 21 luglio, al momento del passaggio delle autorità preposte,
venne registrato in altre due occasioni, il 18 agosto e il 1 settembre: nella prima
vennero registrati 43 nomi, mentre nella seconda 22. Coloro che vennero registrati
in queste due ultime date non furono suddivisi per contrada di residenza, ma ci si
limitò ad annotare la frazione principale di riferimento, ovvero Neviano (le altre sono:
Urzano, Campora, Lupazzano, San Martino di Mozzano e Castelmozzano).
Per questo motivo la lista degli abitanti di Nigrizzano, che conosciamo grazie
alla dettagliata suddivisione della prima registrazione, probabilmente non costituisce
l’intero corpus degli abitanti, essendo verosimile che altri siano stati registrati in
seconda o terza registrazione4.
2PQHVKDELWDWRUHVLQFRQFWUDFWDXELGLFLWLQ1LJUL]DQQRMXULVGL]LRQL1LYLDQQL
predicta.
3ULPDUHJLVWUD]LRQH¿J
3&RQVHUYDWRSUHVVRO¶$UFKLYLRGL6WDWRGL3DUPD1RWDULOH¿O]D*)6DFFD
4 Anche se è probabile che tutti i ceppi familiari siano rappresentati.
5 Filius quondam è traducibile con “del fu”.
171
FRANCESCO GARBASI
Seconda registrazione:
Relmzellus GH6FODYLLV¿OLXV0DIHM
Bertolotus Sclavus f.q. Antoni
$QWRQL¿OLXV*XLHOPHWM6FODYM
-ODULXVGH5XEH\VIT%HUWROHWM
Tebaldus et
Johannes de Caviranno f.q. Zacharie
172
NIGRIZZANO (NEVIANO DEGLI ARDUINI) STORIA DI UNA COMUNITÀ TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO
risiedevano lì. La medesima considerazione è supportata dalla registrazione sequenziale, nell’Estimo del sale del 1477,
di Jacobus de Cavirano (che sappiamo risiedere a Nigrizzano) e Thibaldus (uno dei due fratelli registrati in seconda
registrazione nel documento del 1443).
173
FRANCESCO GARBASI
Nell’Estimo del sale del 1477 sono registrati in sequenza i seguenti nominativi
Jacobus de Cavirano f.q. Thadei, Thibaldus de Cavirano f.q. Zacharie, Pedretus de
Agnetis f.q. Johannis (si veda famiglia Rossi), Illarius de Rubeis f.q. Benedeti, Joannes
-DFREXV GH 5XEHLV IT -DFRSLQL *XLHOPHWXV GH 6HODQLV IT $QWRQLM12, Geminianus
GH 6HODQLV IT %HUWRODFLM *XLHOPHWXV GH &DYLUDQR IT ,OODULM tutti associabili alle
famiglie residenti a Nigrizzano.
Si noti che il sesto nominativo successivo a *XLHOPHWXVGH&DYLUDQRIT,OODULM è
Antonius de Fantis f.q. Christofori; si tratta della prima testimonianza dei de Fanti
nella zona, i quali nel Cinquecento saranno i maggiori possessori di fabbricati a
Nigrizzano.
Ricostruzioni genealogiche
ROSSI
La prima notizia della famiglia si riscontra nell’Estimo del sale del 1415, dal quale
apprendiamo che in quella data Iohanes de Rossis di 40 anni13, mezzadro di Aluysii de
Pallude e la moglie AgnesGLDQQLDYHYDQRXQ¿JOLRGLDQQLFKLDPDWRPedretus,
possedevano una casa14 e un pezzo di terra coltivato a vite (il cui valore fu stimato
in sole 8 lire) più un generico valore in masserizie stimato 12 lire. Il patrimonio
complessivo risulta di appena 20 lire e rappresenta una delle stime più basse tra coloro
che furono registrati a Neviano.
Il secondo documento in cui ci sembra di poter riconoscere un membro di questa
famiglia è la tassa sull’imbottatura del vino del 1435, nella quale il giorno 31 dicembre
viene registrato Jhoanne Agnetis15 che paga al Comune di Parma 3 lire e 2 soldi. È
possibile calcolare che Jhoanne quell’anno aveva imbottato 2114,51 litri di vino. R.
Lasagni osserva come la produzione di vino media per ogni famiglia produttrice sia
più elevata nel Lesignanese ed inferiore nel Traversetolese e nel Nevianese, tuttavia
la frazione capoluogo di Neviano risulta essere più produttiva rispetto al territorio
FRPXQDOHFRQXQDSURGX]LRQHPHGLDGLOLWULIDPLJOLD16. Da questi dati si ricava che
la produzione di vino della famiglia Rossi era perfettamente in linea con le medie locali.
12 Data la concordanza del nome, del patronimico e della registrazione consequenziale a persone residenti a
Nigrizzano, si ritiene probabile che la trascrizione cinquecentesca del documento (l’originale quattrocentesco è andato
perduto) abbia comportato la corruzione del cognome che doveva originariamente essere Sclavis, come risulta dagli altri
documenti citati in questo lavoro.
13 E’ stato notato che spesso l’età degli individui è arrotondata a 40, 50 e 60 anni (G. Bottazzi-M. Branchi, L’Estimo
del sale di Parma del 1415: il territorio parmense e i dati dell’estimo, 1999, p. XLI).
14 Probabilmente lignea, viene indicata con il termine generico domum senza aggiungere paleatam, planeatam,
cupatam o muratam, aggettivi che caratterizzano le case di altri proprietari.
15 In questo caso non è citato il cognome 5RVVLPDYLHQHTXDOL¿FDWRWUDPLWHLOQRPHGHOODPRJOLH&KHVLWUDWWL
proprio di Iohanes de Rossis del documento del 1415 ci pare confermato dall’attestazione riportata nel giuramento al
Duca di Milano del 1443 in cui compare Johannes Agnexis de Rubeis f.q. Andrioti. Inoltre la registrazione avviene
immediatamente prima di Ylario de Cavirano che sappiamo appartenere alla contrada di Nigrizzano.
16 /HVLJQDQHVH GL OLWULIDPLJOLD QHO 7UDYHUVHWROHVH OLWUL H QHO 1HYLDQHVH OLWUL /DVDJQL
MCCCCXXXV Zornalle..., cit., pp. 248-249).
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NIGRIZZANO (NEVIANO DEGLI ARDUINI) STORIA DI UNA COMUNITÀ TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO
17 È possibile calcolare che rispettivamente Johannes e Pedretus (Petrus) nel 1443 avevano 68 e 33 anni.
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FRANCESCO GARBASI
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NIGRIZZANO (NEVIANO DEGLI ARDUINI) STORIA DI UNA COMUNITÀ TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO
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FRANCESCO GARBASI
SCLAVIS
Anche in questo caso la prima notizia riguardante la famiglia risale al 1415, dove
compaiono Pedrinus Schiavus (65 anni) con la moglie Blancha (46 anni), Anthonius
(42 anni, fratello di Pedrinus) con la moglie Anthonia DQQL H LO ORUR ¿JOLR
Guilielmetus (16 anni).
Possedevano: una casa lignea con il tetto coperto di paglia con attorno un pezzo
di terra casamentivo18 ampio quattro staia, un terreno coltivato ampio tre staia, un
appezzamento di terra coltivato a vite ampio due staia, un altro appezzamento di terra
destinato alla coltivazione, una biolca di terra coltiva posta a Faviano, un generico
valore in masserizie, sei pecore, cinque maiali e un paio di mucche19.
Il patrimonio della famiglia venne quindi stimato in 155 lire. Osservando
l’ammontare dei beni degli altri 43 fuochi familiari registrati, emerge come solamente
sei di essi avessero un patrimonio stimato maggiore e che la media dei beni per ogni
singolo fuoco fosse di 93 lire.
Nella tassa sull’imbottatura del vino del 1435, nel giorno 31 dicembre, venne
registrato Guielmeti de Sclavis che pagò al Comune di Parma ben 7 lire e 6 soldi.
Siccome ogni produttore doveva pagare 2 soldi per misura di vino prodotta (1
misura = 68,21 litri) e che una lira corrispondeva a 20 soldi, è possibile calcolare
che quell’anno Guielmeti imbottò 4979,33 litri,20 ben oltre la media attestata per la
IUD]LRQHFDSROXRJRGL1HYLDQRFKHqOLWULIDPLJOLD21. Grazie all’Estimo del sale
del 1415 è possibile ricavare che in questa data Guielmeti aveva 36 anni.
Nell’attestato di giuramento al Duca di Milano del 1443 compare ancora una volta
Guielmeti Sclaviis f.q. Antoni, che sappiamo avere 44 anni e apprendiamo che il padre
Antonio registrato per la prima volta nell’Estimo del sale del 1415 non era più in vita.
Nello stesso documento, ma in seconda registrazione, compare$QWRQL¿OLXV*XLHOPHWM
6FODYM QHO TXDOH D QRVWUR DYYLVR YD ULFRQRVFLXWR LO ¿JOLR GL Guielmeti Sclaviis di
Nigrizzano. Sempre in seconda registrazione abbiamo un tal Bertoloti Sclaviis f.q.
Antoni che potrebbe essere fratello di Guielmetus. Siccome Bertoloti non compare
nell’Estimo del 1415 è probabile che in quella data non fosse ancora nato o fosse
WURSSRSLFFRORSHUHVVHUFHQVLWRD¿QL¿VFDOL
Guielmetus compare anche nell’Estimo del sale del 1477. In esso è registrato come
*XLHOPHWXVGH6HODQLVIT$QWRQLM22.
18 Riferito al fondo su cui insisteva l’abitazione.
19,PSULPLVKDEHWXQDPGRPXPSDOHDWDPFXPXQDSHWLDWHUUHFDVDPHQWLYHVWDULRUXPTXDWWXRUOLUH,WHPKDEHW
unam petiam terre laboratorie stariorum trium (15 lire). Item habet unam petiam terre vineate stariorum duorum (24 lire).
Item habet unam petiam terre laboratorie (12 lire). Item habet in Faviano unam petiam terre laboratorie unius bubulce
OLUH,WHPKDEHWLQPDVVDULFLLVYDORUHPOLUH,WHPKDEHWVH[SHFXGHVHWTXLQTXHSRUFRVOLUH,WHPKDEHWXQXP
par vaccarum (16 lire). Tratto da M. Zanzucchi Castelli-G. Trenti 1999, L’estimo..., cit., p. 246.
/D ELROFD SDUPLJLDQD HTXLYDOHYD D PT H FRUULVSRQGHYD D VWDLD 8QR VWDLR HTXLYDOHYD D PT H
corrispondeva a 12 tavole, da Lasagni 2000, MCCCCXXXV Zornalle..., cit., p. 238, nota 11.
20 Per quanto riguarda Neviano, solamente tre capifamiglia quell’anno ebbero imbottato più vino: Gibertino del
Gazo (5456,8 litri), Johanne Butrigalo (5183,96 litri) e Johanne Baylus (5115,75 litri).
21 Lasagni 2000, MCCCCXXXV Zornalle..., cit., pp. 248-249.
22 Si ritiene che il cognome corretto sia Sclavis, mentre Selanis sia il risultato di un errore di trascrizione nella copia
cinquecentesca.
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NIGRIZZANO (NEVIANO DEGLI ARDUINI) STORIA DI UNA COMUNITÀ TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO
Nella tassa sull’imbottatura del vino del 1435 compare un altro personaggio
appartenente alla famiglia Sclavis, ossia Mafeo dictus Musius de Sclavis che viene
registrato il 22 dicembre e paga al Comune di Parma 1 lira e 12 soldi. Da questo dato
è possibile ricavare che quell’anno Mafeo aveva imbottato 1091,36 litri di vino.
Nell’attestato di giuramento al Duca di Milano del 1443 a Nigrizzano è attestato
0DIHLV6FODYLLVIT$OWHULXV0DIHLM23 e in seconda registrazione Relmzellus de Sclaviis
¿OLXV0DIHM
Nell’Estimo del sale del 1477 compare anche Geminianus de Selanis f.q.
%HUWRODFLM24, del quale però non si è riusciti a stabilire il grado di parentela con gli
altri Sclavis.
Dopo il 1477 non abbiamo più notizie riguardanti la famiglia Sclavis, tuttavia
analizzando i toponimi registrati nel Catasto Farnesiano del 1562, è stato possibile
notare che alcune proprietà censite si trovavano in loco ditto a Casa di Schiavi. In
particolare Gian Maria da Cavirano e Gasparo da Cavirano possedevano un’abitazione
ciascuno in questa località25. Gian Maria talvolta fu registrato come abitante a Casa
di Schiavi e talaltra alla Riva. In considerazione del fatto che non possedeva altre
abitazioni, è possibile ipotizzare che Casa di Schiavi fosse un microtoponimo della
località la Riva, presumibilmente coincidente con il luogo in cui abitò la famiglia
Sclavis.
23 3RWUHEEH WUDWWDUVL GL XQ ¿JOLR GHO Mafeo che abbiamo incontrato nel documento del 1435, ma si ritiene più
probabile che si tratti dello stesso Mafeo e che il padre defunto non sia quindi colui che veniva denominato Musius, bensì
un altro Mafeo di cui non abbiamo documentazione.
24 Si ritiene che il cognome corretto sia Sclavis,valgono le considerazioni fatte in nota 22.
25 Grazie ai passaggi di proprietà registrati nel Catasto Farnesiano, b. 245, siamo a conoscenza che l’abitazione di
Gian Maria da Cavirano passò in proprietà di Cesare, Tibaldi, Simone e Pietro Antonio di Cavirano in un periodo compreso
tra il 1562 e il 1607. L’abitazione di Gasparo da Cavirano passò invece in un primo momento, a Giorgi di Cavirano
(abitante a Roma) e successivamente, il 30 agosto 1607, a Giacomo Antonio Cavirani.
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FRANCESCO GARBASI
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NIGRIZZANO (NEVIANO DEGLI ARDUINI) STORIA DI UNA COMUNITÀ TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO
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FRANCESCO GARBASI
CAVIRANO
L’Estimo del sale del 1415 permette di individuare due fuochi distinti appartenenti
a questa famiglia. Il nucleo principale è formato da tre fratelli, دDFKDULDV (40 anni),
Ilarius e Iacobus che vivono con l’anziana madre Catherina (80 anni), le rispettive
mogli Ysabetha (20 anni), Ursolina e Maria e un servo di nome Villanus.
Il bene principale risulta essere una domum muratam et cupatam che costituisce
l’unica casa murata censita per il territorio Nevianese26 con attorno una biolca di
terra. Il documento ci informa anche che possedevano due biolche di terra coltivata
(laboratorie), due biolche lasciate a prato (prative), sei biolche di terra coltivata a
Vigatto, due pezzi di terra a Faviano, acquistati da Zaneto Barbieri e due pezzi di terra
di due biolche destinati alla coltura della vite (vineate).
Pochi anni dopo, nel 1435, ed esattamente sabato 31 dicembre, Ilario27 paga 2 lire
e 20 soldi al Comune di Parma come tassa per l’imbottatura del vino28. Conoscendo
quanto ogni produttore dovesse pagare per quantitativo di vino imbottato, possiamo
calcolare che quell’anno Ilario imbottò 1909,88 litri di vino, quantitativo maggiore
GHOODPHGLDLPERWWDWDSHUIDPLJOLDQHO1HYLDQHVHOLWULIDPLJOLDHLQIHULRUHDOOD
SURGX]LRQHPHGLDGHOFDSROXRJRGL1HYLDQROLWULIDPLJOLD
Come abbiamo visto per i precedenti gruppi familiari, solo grazie al già citato
attestato di giuramento al Duca di Milano del 1443 è stato possibile ricollegare la
famiglia dei de Cavirano al territorio di Nigrizzano. Infatti la fonte ci informa che i
fratelli Jacobus e Hilarius abitavano in conctracta ubi dicit in Nigrizanno, luogo in
cui doveva sorgere la domum muratam et cupatam, anche se quest’ultima pare fosse
posta nell’odierna frazione “La Ripa”, evidentemente non distinta nella suddivisione
del documento dall’attuale frazione di Nigrizzano. Inoltre apprendiamo che il loro
padre si chiamava Tadeo, il quale non comparendo nell’Estimo del sale del 1415,
doveva all’epoca essere già defunto.
Il fratello maggiore دDFKDULDV (Zacaria) muore prima dei due fratelli, infatti
QHOO¶DWWHVWDWR GL JLXUDPHQWR FRPSDLRQR VRODPHQWH WUH VXRL ¿JOLPetrus, Tebaldus e
Johannes29 indicati con la formula f(ilius) q(uondam) Zacharie.
L’Estimo del sale del 1477 permette di apprendere che Ilario non è più vivente,
PDVRQRSUHVHQWLLO¿JOLRGuielmetus e il cugino di quest’ultimo Thibaldus ¿JOLRGL
Zacharia, che abbiamo incontrato nell’attestato di giuramento al Duca di Milano) e
Iacobus,¿JOLRGL7DGHRH&DWHULQDFKHFRPSDULYDJLjQHOODWDVVDGHOVDOHGHO
26&LzQRQVLJQL¿FDFKHIRVVHO¶XQLFDPDFKHOHDOWUHIDPLJOLHFKHSRVVHGHYDQRFDVHGLTXHVWRWLSRHUDQRHVHQWLGDOOD
tassa poiché probabilmente in possesso di titoli nobiliari. L’elenco completo dei possedimenti è il seguente: Imprimis
KDEHWXQDPGRPXPPXUDWDPHWFXSDWDPFXPXQDEXEXOFDWHUUHSRVLWDLQGLFWDYLOODOLUH,WHPKDEHWXQDPSHWLDP
WHUUHODERUDWRULHGXDUXPEXEXOFDUXPO,WHPKDEHWXQDPSHWLDPWHUUHSUDWLYHGXDUXPEXEXOFDUXPO,WHPKDEHW
LQ9LJDWXOLVEXEXOFDVVH[WHUUHODERUDWRULHO,WHPKDEHWGXDVSHWLDVWHUUHYLQHDWHGXDUXPEXEXOFDUXPO,WHP
KDEHWLQ)DYLDQRGXDVSHWLDVWHUUHHPSWDVD=DQHWRGH%DUEHULLVOTratto da M. Zanzucchi Castelli-G. Trenti 1999,
L’estimo..., cit., p. 251.
275HJLVWUDWRFRQODYDULDQWHJUD¿FD Ylario.
28 Lasagni 2000, MCCCCXXXV Zornalle..., cit., p. 263 .
29 Petrus compare tra i residenti a Nigrizzano e il suo nome viene annotato il 21 luglio, mentre Tebaldus e Jhoannes
il 18 agosto genericamente in Villa de Nevianno (poiché come si è visto, in seconda e terza registrazione non vengono più
fatte le distinzioni per contrade).
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NIGRIZZANO (NEVIANO DEGLI ARDUINI) STORIA DI UNA COMUNITÀ TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO
Nella tassa del 1477 viene registrato anche Joannes dictus Grossus de Cavirano
FKHSRWUHEEHHVVHUHDQFRUDXQDYROWDLO¿JOLRGL=DFDULDWXWWDYLDQRQVHQHSXzDYHUH
ODFHUWH]]DQRQHVVHQGRVSHFL¿FDWRLOSDWURQLPLFR30.
Come si è detto all’inizio, nell’Estimo del sale del 1415, venne registrato un altro
nucleo familiare con il medesimo cognome, composto da Iacobus de Cavirano (50
DQQLFRQOHGXH¿JOLHLienora (18 anni) e Maria (13 anni).
Possedevano una casa (lignea) con il tetto coppato e un pezzo di terra casamentivo
ampio sei staia, un pezzo di terra coltivato a vite ampio una biolca, una biolca di terra
coltivata, una biolca di terra prativa, un generico valore in masserizie, due vacche
vecchie, una pecora e tre maiali. La stima di questi beni viene valutata in 108 lire
complessive31.
Non è stato possibile ricostruire una storia organica di questa famiglia, che
potrebbe non aver avuto continuità, siccome, da quanto ci è dato sapere, Iacobus
DYHYD VRODPHQWH GXH ¿JOLH IHPPLQH H OD PRJOLH QRQ FHQVLWD GRYHYD HVVHUH JLj
defunta. L’unica traccia che forse potrebbe dirci qualcosa in più su questo nucleo
familiare è la presenza nell’attestato di giuramento al Duca di Milano di Johannes de
&DYLUDQQRIT-DFRSDQM.
Se si vuole riconoscere Iacobus come padre di Johannes, si dovrà anche supporre
che quest’ultimo fosse fratellastro e non fratello di Lienora e Maria, ma tale ipotesi
dovrà essere suffragata da ulteriore documentazione.
Va inoltre menzionato Zano de Cavirano, registrato il 21 dicembre nella tassa
sull’imbottatura del vino del 1435. Non è stato possibile ricollegare quest’ultimo ai
due nuclei familiari sopra descritti, ma è molto probabile che appartenesse ad uno
di essi, poiché non sono stati riconosciuti altri fuochi con il medesimo cognome in
territorio Nevianese32. Zano quell’anno pagò al Comune di Parma una lira e dodici
soldi, per un quantitativo di vino imbottato pari a 1091,36 litri.
30 Si noti anche che non venne registrato in successione agli altri de Cavirano e in generale con gli abitanti di
Nigrizzano, bensì separatamente in penultima posizione nella lista del commune de Niviano Arduinorum.
31 Dall’Estimo del 1415 è possibile calcolare che la media dei possedimenti di ogni singolo nucleo familiare registrato
è di 93 lire (sono registrati 43 nuclei familiari e la stima totale dei beni censiti ammonta a 3995 lire). 28 nuclei familiari
hanno una stima totale dei possedimenti minore, 1 nucleo uguale e 13 nuclei maggiore. Da questi dati si evince come la
famiglia di Iacobus de Cavirano avesse una ricchezza superiore alla norma considerando anche la scarsa consistenza del
nucleo familiare (solamente tre individui). L’elenco completo dei possedimenti è il seguente: Imprimis habet unam domum
FXSDWDPFXPXQDSHWLDWHUUHFDVDPHQWLVWDULRUXPVH[OLUH,WHPKDEHWXQDPSHWLDPWHUUHYLQHDWHXQLXVEXEXOFHO
14). Item habet unam petiam terre laboratorie unius bubulce (l. 19). Item habet unam petiam terre prative unius bubulce
(l. 7). Item habet in massariciis valorem (l. 15). Item habet duas vaccas antiquas (l. 9). Item habet unam pecudem et tres
porcos (l. 4). Tratto da M. Zanzucchi Castelli-G. Trenti 1999, L’estimo..., cit., p. 247.
32 Si noti che nella tassa sull’imbottatura del vino è presente un tal7RQR*R]LMGH&DYLUDQRa Mulazzano.
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ALBERO GENEALOGICO DEI CAVIRANO RESIDENTI A
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NIGRIZZANO NELLA PRIMA META’ DEL QUATTROCENTO
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FRANCESCO GARBASI
NIGRIZZANO (NEVIANO DEGLI ARDUINI) STORIA DI UNA COMUNITÀ TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO
DE LA RIPA
33 Si noti che la registrazione di questo fuoco familiare avviene immediatamente prima del principale nucleo
familiare dei de CaviranoDQFRUDXQDYROWDXQRUGLQHGLUHJLVWUD]LRQHQRQFDVXDOHVXOSLDQRJHRJUD¿FR
34 Primo habet unam domunculam cum stariis duobus terre (lire 12). Item habet unam petiam terre prative stariorum
WULXPOLUH,WHPKDEHWXQDPSHWLDPWHUUHYLQHDWHOLUH,WHPKDEHWLQPDVVDULFLLVYDORUHPOLUH,WHPKDEHWXQDP
pecudem et unam porcellam (lire 2). Tratto da M. Zanzucchi Castelli-G. Trenti 1999, L’estimo..., cit., p. 251.
185
FRANCESCO GARBASI
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NIGRIZZANO (NEVIANO DEGLI ARDUINI) STORIA DI UNA COMUNITÀ TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO
Il Cinquecento
Come per altre ricerche documentarie su famiglie del Nevianese, anche in questo caso
ci si deve arrendere alla scarsità di documentazione relativa agli anni compresi tra il 1477
e il 1562, che inevitabilmente fa perdere di vista il prosieguo genealogico delle famiglie.
Il Catasto descrittivo ed estimativo del 1562, voluto da Ottavio Farnese, è senza
dubbio il documento cinquecentesco più esaustivo per il territorio in esame35.
Con l’affermazione della famiglia Farnese ed in particolare con Ottavio, Duca di
Parma dal 1547, si procedette ad una grande opera di censimento delle persone e dei
beni, compresi i proprietari, i fabbricati e i terreni della parrocchia di Neviano.
L’analisi di questo documento ha permesso di scoprire che in quella data erano due
le famiglie residenti a Nigrizzano. I Rossi, con un solo esponente proprietario di casa e
terreni, e i Fanti, tra cui ben cinque risiedevano a Nigrizzano e possedevano strutture
abitative (o parti di esse), uno con soli possedimenti terrieri e due non residenti
ma con proprietà. Il primo documento che ci attesta la presenza della famiglia de
Fantis in territorio nevianese è l’Estimo del sale del 1477, in esso compare un tale
Antonius de Fantis f.q. Christofori di cui non possediamo ulteriori notizie. L’analisi
preliminare della documentazione d’archivio ha permesso di individuare alcune
tappe fondamentali dell’affermazione della famiglia de Fanti in territorio nevianese.
Sappiamo che Simon de Fantis f.q. Bernardini, abitante di Neviano, venne nominato
secondo notaio il 18 ottobre 1540 e notaio il 30 ottobre 154536 e che acquistò da
-DFREXVGH%RYLQLMIT+LODULMalcuni pezzi di terra nella zona di Nigrizzano37. Nello
stesso periodo, esattamente il 5 settembre 1545, il dominus Bernardino di Fantis
f.q. Christofori venne nominato sindaco e procuratore del comune e degli uomini
di Neviano, con atto del notaio G. Maria Conforti38. Il primo notaio della famiglia,
registrato nella matricula collegii notariorum Parmae, è Gabriel de Fantis f. dominus
Bertholomey, nominato secondo notaio il 28 gennaio 1506 e residente a Parma39.
Sembra che il radicamento della famiglia in territorio nevianese e in particolare a
Nigrizzano avvenga nel periodo compreso tra il 1477 e il 1540.
I possessori di un’abitazione a Nigrizzano e lì residenti nel 1562, registrati nel
Catasto Farnesiano, erano: Pellegrino Rossi, Cristoforo di Fanti, Angelo Maria di
35 Il Catasto è conservato presso l’Archivio di Stato di Parma, Fondo Catasti ed Estimi Farnesiani e Borbonici, busta
244. Si noti che lo stesso Catasto è stato trascritto in data imprecisata e conservato nelle buste 245 (primo volume) e 243
(secondo e terzo volume). Nei volumi delle buste 245 e 243 sono annotati i cambiamenti di proprietà avvenuti tra il 1607
e il 1608, presumibilmente periodo a cui va attribuita la copia del catasto.
36 A. Aliani, Il notariato a Parma, 1995.
37'RFXPHQWRGDWDWRVHWWHPEUHHFRQVHUYDWRSUHVVRO¶$UFKLYLRGL6WDWRGL3DUPD1RWDULOH¿O]D&HVDUH
Boselli. Si noti che acquistò un terreno in località nelli Orti e che l’unico esponente della famiglia ad avere un terreno in
località alla Piana da li Orti, nel Catasto Farnesiano del 1562, è Angelo Maria di Fanti, che potrebbe essere un suo diretto
discendente.
38$UFKLYLRGL6WDWRGL3DUPD1RWDULOH¿O]D/RGRYLFR0HGLFL6LULQJUD]LDLOGRWW5REHUWR/DVDJQLSHUOD
segnalazione del documento.
39 Gli altri notai della famiglia Fanti sono: Bernardus De Fantis f. dominus Christofori, residente a Parma e nominato
secondo notaio il 12 gennaio 1584 e notaio il 26 marzo 1586; Simon Fantus f. dominus Santini, oriundo di Neviano
degli Arduini, nominato secondo notaio il 18 ottobre 1594; Petrus Paulus Aloysius Fantus f. Antonii, residente a Parma,
nominato secondo notaio il 18 ottobre 1653. A. Aliani, Il notariato...,cit.
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FRANCESCO GARBASI
Abbreviazioni :
B. = biolche
S. = staia
T. = tavole
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NIGRIZZANO (NEVIANO DEGLI ARDUINI) STORIA DI UNA COMUNITÀ TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO
Cristoforo di Fanti
Tasso di reddito annuo: lire 125, soldi 15.
Arduini.
44 Fanti corretto in del Moren.
45 Probabilmente si tratta di un errore, infatti nella busta 245 viene ancora riportato 1 ma successivamente cancellato.
Effettivamente se questo dato fosse giusto, non risulterebbe corretto il calcolo fatto nell’indice riassuntivo che riporta 2
staia e 1 tavola complessivamente.
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FRANCESCO GARBASI
FRQOLVRLSDUWLRQHOOLLQORFRGLWWRDOPROLQRGL)DQWLFRQ¿QD&KULVWRIDURGL)DQWLGD
due parte e Girolamo (di Fanti)”
%67
Francesca di Fanti
Tasso di reddito annuo: lire 44, soldi 3, denari 9.
Gironimo di Fanti
Tasso di reddito annuo: lire 51, soldi 17, denari 3.
46 Probabilmente si tratta di un errore, infatti nella busta 245 viene riportato il valoreELROFKHVWDLDWDYROH,
FRHUHQWHPHQWHFRQTXDQWRULSRUWDWRQHOO¶LQGLFHULDVVXQWLYRRSSXUHVLWUDWWDGLXQDVHPSOL¿FD]LRQH
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NIGRIZZANO (NEVIANO DEGLI ARDUINI) STORIA DI UNA COMUNITÀ TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO
Pellegrino Rossi
Tasso di reddito annuo: lire 27, soldi 4, denari 9.
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L’elevato tasso di reddito derivante dal bestiame di Marco Antonio Fanti, che
all’interno della famiglia risulta secondo per reddito annuo solo a Cristoforo, risalta
maggiormente se confrontato con le stime degli altri 105 proprietari di bestiame
registrati nell’ordine dei contadini. La media per ogni proprietario infatti è di soli 2
soldi e 10 denari e solamente Mathe Fantarello da Urzano e Giovanni da Romazza
hanno una stima maggiore (rispettivamente 19 soldi, 1 denari e 10 soldi, 12 denari).
Compare per la prima volta Giacomo Antonio di Fanti che ritroveremo nel prossimo
documento analizzato. Giovanni Pellegrino Rosso SRWUHEEHHVVHUH¿JOLRGL3HOOHJULQR
5RVVLPDLGDWLQRQVRQRVXI¿FLHQWLSHUSRWHUORDIIHUPDUHFRQVLFXUH]]D
Il Catasto redatto nel 1562 non permette di conoscere la consistenza dei singoli
nuclei familiari, ma a parziale rimedio è possibile analizzare un documento datato 1581.
Si tratta di un censimento “delle boche humane, et delle bestie bovine, et pecorine”
¿QDOL]]DWR DOOD WDVVD]LRQH GHO VDOH ,O FHQVLPHQWR TXLQGL HQXPHUD L FRPSRQHQWL
di ogni nucleo familiare (ad esclusione dei bambini sotto i sette anni), i bestiami
grossi (bovini) e i bestiami minuti (caprini-ovini). R. Lasagni che si è occupato del
censimento50, riporta (per la Comunità di Neviano degli Arduini) i seguenti dati51:
49 L’unico a non possedere bestiame è Angelino di Fanti, che come abbiamo visto possedeva solamente un
appezzamento di terreno.
50 R. Lasagni, Uomini e bestiame nelle valli del Termina in un censimento del 1581, 2000. Il documento è conservato
presso l’Archivio di Stato di Parma, fondo Saline, busta n. 24.
51 Lasagni avverte che il numero degli abitanti di ciascuna Comunità (così come quello delle somme risultanti)
è calcolato sommando al numero delle bocche effettivamente indicato nel testo, il numero presunto dei minori di sette
anni, non censiti, stimato sulla consistenza che questa fascia d’età aveva al censimento del 1593 (19,6% dell’intera
popolazione).
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NIGRIZZANO (NEVIANO DEGLI ARDUINI) STORIA DI UNA COMUNITÀ TRA QUATTROCENTO E CINQUECENTO
Questi dati sono parzialmente raffrontabili a quelli del censimento del bestiame
del 1562. Si può osservare che in quest’ultimo le famiglie proprietarie di bestiame e
residenti erano 105 (ordine dei contadini) mentre quelle proprietarie non residenti 17
(ordine dei cittadini)52. Però si noti che in questo particolare Estimo Lucia Fanti, pur
essendo residente a Parma, viene inserita (forse erroneamente) tra i 105 proprietari
residenti.
La Comunità di Neviano degli Arduini era divisa in quattro consolati, Cogozzo
(Begozzo), Nigherzano (Nigrizzano), Paderno (Paderna) e Quinzano. Poiché la
divisione interna del documento rispetta la suddivisione in consolati, R. Lasagni
ha potuto calcolare che il consolato di Begozzo aveva 200 abitanti e 31 famiglie,
Nigrizzano 177 abitanti e 27 famiglie, Paderna 138 abitanti e 22 famiglie e Quinzano
117 abitanti e 22 famiglie.
Il consolato di Nigrizzano non va inteso come l’areale occupato dall’attuale
frazione, ma un’estensione territoriale che comprendeva anche i piccoli centri abitativi
sparsi nel circondario, per esempio sembra che comprendesse almeno le frazioni La
5LSD0RQWDOHH%HUWRJDOOR¿J
Santino de FantiERFKHQEHVWLDPLJURVVLQEHVWLDPLPLQXWLQ
52 Nell’ordine dei cittadini era presente anche Messer Manfre da Palude, non conteggiato perché successivamente
cancellato.
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FRANCESCO GARBASI
Francesca de FantiERFKHQEHVWLDPLJURVVLQEHVWLDPLPLQXWLQ
Va rilevato come Giacomo Antonio, che nel 1562 possedeva qualche capo di
bestiame ma non risulta avesse alcuna proprietà, ora (1581) non ne possiede più, ma
ha una famiglia numerosa. Il numero di capi di bestiame era generalmente correlato
al numero di individui che componevano il nucleo familiare, poiché dovevano servire
DOO¶DXWRVXI¿FLHQ]DGHOORVWHVVRÊHYLGHQWHFKHLOVRVWHQWDPHQWRGHOODIDPLJOLDGRYHYD
derivare da altre fonti di reddito, che gli garantivano l’appartenenza ad un ceto sociale
GLVWLQWRPHVVHUHHODSRVVLELOLWjGLULFRSULUHXQUXRORXI¿FLDOHPLVWUDOH53).
Tra questi nominativi abbiamo la certezza che risiedessero nell’attuale frazione di
1LJUL]]DQR&KULVWRIRUR)UDQFHVFD$QJHOR0DULDHLO¿JOLR*LRYDQQL/RUHQ]R3HU
TXDQWRULJXDUGD*LDFRPR$QWRQLRQRQDEELDPRHOHPHQWLVXI¿FLHQWLSHUVWDELOLUORq
possibile che risiedesse in frazioni vicine appartenenti al medesimo consolato, come
Giorgio che sappiamo risiedere al Montale (nonostante venga registrato nel quartiere
di Nigrizzano).
Grazie ad un documento datato 159854 sappiamo che Santino Fanti55 possedeva
una casa a Nigrizzano ed anche Ilario Fanti ne ricevette una da Gironimo, insieme a
Pietro Antonio e Paolo.
53 Il mistrale (da ministeriales, ministralis) era un rappresentante della comunità che si occupava di adempiere agli
oneri imposti al Comune (per esempio redigere le stime dei beni nei censimenti, soprintendere alla sicurezza delle strade
HGHLFDPSLHFF7XWWDYLDLOPLVWUDOHHUDVSHVVRXQXI¿FLDOHGLEDVVDFRQGL]LRQHDQFKHVHqVWDWRQRWDWRSHUHVHPSLR
nell’Estimo del sale del 1415, che i mistrali erano spesso tra coloro che denunciavano i patrimoni maggiori all’interno della
comunità (R. Greci,1RWHVXOOHIRQWL¿VFDOLPHGLHYDOLHVXOO¶LPSRUWDQ]DGHOODORURHGL]LRQH, 1999, p. XIV).
54 A.S.PR., Fondo Catasti ed Estimi Farnesiani e Borbonici, busta 243.
55 Probabilmente padre del secondo notaio Simon Fantus, quest’ultimo indicato come oriundo di Neviano, si veda
nota 39.
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)LJ1LJUL]]DQRHDOFXQHIUD]LRQLSHUWLQHQWLDOVXRFRQVRODWR%DVHFDUWRJUD¿FDWUDWWDGD
Carta Tecnica Regionale, scala 1:5.000 .
Fig. 6. Parte iniziale della rubrica riassuntiva del censimento del bestiame realizzato nel 1562.
Si noti che nella colonna di sinistra è riportato l’ordine dei cittadini mentre a destra quello dei
contadini.
(A.S. PR., Fondo Catasti ed Estimi Farnesiani e Borbonici, busta 244, autorizzazione Prot. N.
9GHO
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PASSAGGI DI PASSAGGIO DI
PROPRIETARI BREVE DESCRIZIONE
PROPRIETA’ TRA PROPRIETA’
1562 DEI FABBRICATI
IL 1562 E IL 1609 18 GENNAIO 1609
Casamento e muraglie
Giacomo Antonio
Lucia Fanti con prato e viti a
Fanti
Nigrizzano.
Casa e colombaia
Cristoforo a Nigrizzano posta
Santino Fanti
Fanti nel luogo chiamato
Bernardon.
Casa e colombaia con
terra e orto posta nel
Christoforo Fanti Carlo dal Monte
luogo chiamato alle
Case di Nigrizan.
Angelo Maria Casa con casamento e Angelo Maria
Fanti prati a Nigrizzano. Fanti
Giovanni Maria
Casa e cortile a
Pinelli (che abita
Nigrizzano.
al Masedone)
Francesca Casamento con casa e
Christoforo Fanti Carlo dal Monte
Fanti cortile a Nigrizzano.
Marco Antonio Casa, cortile e Giacomo Antonio
Fanti colombaia a Nigrizzano Fanti
La metà di un mulino,
Giacomo Antonio
nel luogo chiamato al
Fanti
molino da Nigrizan.
Casamento con Ilario, Pietro
Gironimo
colombaia, cortile e Antonio e Paolo
Fanti
orto a Nigrizzano. Fanti
Pellegrino Casamento con casa,
Rossi canapaio e prati.
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BIBLIOGRAFIA
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